Firenze Architettura 2002-1&2

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specifici di discontinuità, incoerenza, segmentazione, casualità, perfino caos per costruire metafore, sintassi e linguaggio analoghi di complessa disarticolazione, di frammentazione geometrica fino alla decostruzione; l’altra, all’opposto, cerca una sintesi catalizzatrice, una forma-oggetto primaria nel segno del riequilibrio per radicale contrappunto, per riduzione distintiva all’assertiva traslitterazione figurata d’una geometria elementare, tutta concettuale, d’una unità iperachitettonica: in definitiva, per ‘monolitizzazione’. Un lungo lingotto diviene allora l’univoco macrosegno planivolumetrico che ogni nuova funzione in sé aduna secondo le stimmate, così ben enunciate da Rem Koolhaas, di una nuova, congrua “specie architettonica”: attraversando longitudinalmente il vuoto esistente, per legarne le due testate urbanistiche trasformate in tre nuove piazze - una interna e due di snodo relazionale con il resto della struttura urbana, - esso funziona da barra a forte irradiazione funzionale e simbolico-formale, simile ad una scultura primaria, tranciante di Richard Nonas, che lo risolva nell’ancoraggio baricentrico di un ordinatore ambientale, ma in fuori scala apparente, per mediare e placare in realtà le contraddizioni, le disarticolazioni, le casualità dell’intorno nella superiore coerenza e scala del più ampio, complessivo ‘paesaggio’ urbano circostante, ulteriore ridondanza ‘monumentale’ di identificazione che emerge tra gli edifici senza qualità ed accoglie e guida da uno dei fronti di ingresso alla città. Topografia urbana di sintesi questa volta, come sistema-sequenza lineare

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di spazi, architetture, infrastutture impiantato sulla griglia matrice a fusione reattiva tra segni, campi spaziali, casualità, relazioni esistenti e nuove direzionalità, referenze, geometrie, funzioni e sequenze riverberate dal lingotto, la cui cavità a sezione matrice costante ma modellata in corridoi-gallerie, atri, molteplici spazi a figura variabile, patio interno, terrazzo racchiuso, logge ipotizza a sua volta l’esperienza d’una parallela topografia tutta interiore di un’architettura che si connota ad imitazione della città.

Pagine precedenti: 1 Veduta prospettica: il campus scolastico e le nuove piazze 2 Planimetria: la sequenza delle piazze come nuovo segno di riordine urbano 3 Piazzetta interna: ingressi alla palestra ed alla scuola elementare 4 Fronte nord: gli ingressi alla scuola materna ed alla galleria 5 Piazza della biblioteca, come centro urbano

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