La qualità ambientale di un territorio. Consumo di risorse e impatti • M.C. Torricelli, C. Gargari
• Fig. 10 - Analisi LCIA regionalizzata: impatti globali e impatti locali
cifiche di un sito per definire i rischi ambientali e sulla popolazione18, con riferimento a rischio naturale, industriale o antropico legato alla emissione di una singola sostanza in un’area locale o regionale. A causa della debolezza del LCA nella valutazione degli effetti locali e regionali e la forza, al contrario, della RA, sono stati proposti diversi metodi per la determinazione di CF site/region dependent nell’ambito del LCIA. Nell’ambito dell’applicazione della metodologia LCA alla pianificazione territoriale, tenuto conto di queste evoluzione metodologiche, ricoprono quindi particolare importanza gli indicatori di impatto (e delle conseguenti categorie di danno) che descrivono gli impatti causati dalle attività umane sulla salute e qualità della vita dell’uomo e dell’ecosistema e che hanno rilevanza a livello regionale e locale. In particolare, nell’ambito della programmazione del territorio, rivestono particolare importanza a livello locale gli indicatori legati all’uso del suolo (inteso sia come Land transformation che Land use), al mantenimento della biodiversità (Acidification, Eutrophication), alla qualità dell’aria (Photochemical ozone formation, Ionizing radiation, Particulate matter), alla tossicità (Human and Ecotoxicity) e al consumo di risorse biotiche e abiotiche e in particolare di acqua (water use) (Fig. 10). Ai fini del presente studio, gli indicatori di impatto selezionati quali significativi per la valutazione delle interferenze delle scelte territoriali sulla qualità ambientale di un territorio oggetto di studio o di piano sono riportati nella Tab. 6 con la indicazione del metodo di calcolo e della differenziazione globale/locale.
4.10 Biodiversità Biocapacità e Uso del suolo in LCA Per le finalità dello studio qui condotto e per l’ambito applicativo particolarmente rivolto al tema della valutazione di impatto in aree di valore naturalistico, si approfondisce in questo paragrafo la relazione che negli studi LCA è delineata fra Uso del Suolo, Biodiversità e Servizi Ecosistemici. Le “Aree di Protezione” prese in considerazione sono: le risorse naturali, la salute umana (e il benessere), la qualità degli ecosistemi e dell’ambiente antropizzato. Come già detto (cap.1 §1.3) tuttavia Il termine RA riferisce generalmente alla valutazione del rischio per l’uomo e l’ambiente (Human and Environment Risk Assessment – HERA) così come definita dal Technical Guidance Document for RA (TDG), support of Commission Directive 93/67/EEC on Risk Assessment for new notified substances; Commission Regulation (EC) No 1488/94 on Risk Assessment for existing substances; Directive 98/8/EC of the European Parliament and of the Council concerning the placing of biocidal products on the market.
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per la “protezione” dell’ambiente antropizzato rispetto a fattori di pressione ambientale attribuibili all’uso del suolo che agiscono ad esempio sulla qualità del paesaggio, sui siti archeologici, il LCA non fornisce, allo stato attuale, criteri, modelli e indicatori. I riferimenti più completi e recenti sono rappresentati, oltre che dal documento già citato “ILCD- Framework and Requirements for Life Cycle Impact Assessment models and indicators” (EU-JRC-IES 2010b), dalla Guida recentemente pubblicata da UNEP-SETAC “Guideline on global land use impact assessment on biodiversity and ecosystem services in LCA” (Koellner et al., 2013). Entrambi i documenti fanno il punto sui principi sulla base dei quali costruire il quadro di riferimento nel quale collocare i diversi percorsi causa-effetto che sviluppano la valutazione degli impatti derivanti dall’uso del suolo e l’inserimento di questa categoria di impatto negli studi LCA. Il documento ILCD fornisce una valutazione sintetica sullo stato dell’arte dei metodi di valutazione e il documento UNEP SETAC propone una guida metodologica, in tutti e due i casi la valutazione di impatto ha significato globale, trattando di “beni comuni” che possono essere danneggiati da azioni complesse a diversi livelli originatesi. Per un LCA alla scala del territorio i due quadri di riferimento forniti nel documento ILCD e UNEP-SETAC, analoghi nei percorsi causa effetto proposti, sono particolarmente interessanti, e costituiscono un punto di partenza importante anche per sviluppi futuri nella direzione di un ampliamento degli aspetti affrontati e di una differenziazione globale-locale. Nel presente studio il tema della biodiversità viene nello specifico sviluppato al cap.5, con un approfondimento sull’applicazione di indicatori di “frammentazione” degli habitat naturali, connessi all’uso del suolo e alle sue conseguenze sulla biodiversità.
4.10.1 Biodiversità e Biocapacità La biodiversità è definita nella Convenzione sulla diversità biologica (CBD 1992) all’art. 219 come segue: «[…] la variabilità degli organismi viventi di ogni origine, compresi inter alia gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici, ed i complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell’ambito delle specie, e tra le specie degli ecosistemi» (CBD, 1992).
19 Convenzione sulla diversità biologica sottoscritta a Rio de Janeiro 5 giugno 1992, ratificata in Italia il 14 febbraio 1994, con Legge 124 (CBD, 1992).
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