ARCHITETTURE NEL TEMPO Maurizio De vita

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Da monastero, poi carcere a residenza e spazi di socializzazione, culturali, commerciali

Le Murate, veduta del prospetto su Piazza Madonna della Neve in basso Planimetrie di progetto della Piazza Madonna della Neve

Le Murate | Firenze, Italia

committente Comune di Firenze cronologia 2002-2004

progetto architettonico Mario Pittalis, Giuseppina Fantozzi, Roberto Melosi

parole chiave addizione collegamenti verticali, addizione funzionale, conversione spazi aperti

direzione lavori architettonica Mario Pittalis

Il luogo. Le Murate occupano un intero isolato, situato nella parte est del centro storico della città. Nel lato corto è delimitato dal viale della Giovine Italia, antico percorso della seconda cerchia muraria della città, e nei due lati lunghi, da via Ghibellina e via dell’Agnolo, dall’andamento praticamente parallelo. La storia. Il Monastero della Santissima Annunziata alle Murate e Santa Caterina, nel quartiere di S. Croce, appariva già nella pianta del Buonsignori del 1584, completo di ampi cortili ed un orto. Sembra fu fatto costruire nella prima metà del 1400 per ospitare diverse consorelle, chiamate appunto “le murate” per la loro scelta di vivere recluse. Negli anni successivi, il convento, a ridosso delle mura cittadine, fu ampliato ed ospitò diverse donne illustri durante i periodi di assedio della città. Dopo la soppressione dei conventi con l’editto napoleonico, il monastero fu adibito dapprima a carcere minorile ed in seguito, nel 1851, con un progetto di Domenico Girardi, a carcere, seguendo i modelli dei moderni penitenziari americani. Diverse porzioni del manufatto furono demolite, per dare spazio a celle seriali alle quali, con un ampliamento successivo, ne vennero aggiunte altre seguendo un impianto a Y, che consentiva un miglior isolamento. Di questo ampliamento, sempre opera dell’architetto Domenico Gilardi, tra il 1860 e il 1870, rimangono solo due bracci: il centrale fu demolito successivamente. In seguito alla costruzione del nuovo carcere di Sollicciano, sia il carcere delle Murate, che quelli di S. Verdiana e S. Teresa, anch’essi nel quartiere di S. Croce, furono dismessi. Nel 1983 il carcere fu definitivamente chiuso e da quel momento si aprirono una serie di concorsi di idee per dare una nuova funzione all’isolato.

Il progetto. Nel 1996 Le Murate vengono scelte per interventi di edilizia residenziale pubblica e per quell’occasione, fu attivato un gruppo di progettazione di cui uno dei consulenti fu Renzo Piano. Dopo un’analisi urbanistica, storica, funzionale e strutturale furono stese le linee guida. Nel 2002 iniziarono i lavori di restauro dell’intero isolato, costituito da diversi blocchi di edifici completamente chiusi ed introversi rispetto alla città. L’area fu suddivisa in lotti che prevedevano diverse funzioni: il blocco delle celle intorno ai due grandi spazi aperti furono destinati ad edilizia residenziale pubblica, il blocco delle celle con pianta a Y all’Università e la parte restante ad uffici giudiziari. Uno dei punti di partenza è stato quello di rendere l’isolato fruibile dalla comunità, organizzando spazi aperti comuni, ben connessi con

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