CONOSCERE PER PROGETTARE

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Ridisegnare Firenze del secondo dopoguerra. Eugenio Rossi e le riscoperte torri della nuova Piazza de' Ramaglianti

Riccardo Renzi

pagina a fronte Eugenio M. Rossi, Edificio Inail, prospettiva di progetto, 1956.

in basso Edificio Inail visto da Borgo San Jacopo, fotografia attuale.

esecutivo di ricostruzione, ed introducendo due ampie corti private interne in memoria del motivo dominante che aveva guidato il progetto premiato del 194629. Le similitudini tra il lessico compositivo riscontrabile nel progetto proposto al concorso e l’edificio realizzato in Borgo San Jacopo sono rilevanti anche se affrontano il tema con un linguaggio diverso. Il progetto del 1946, offre soluzioni architettoniche del tutto differenti rispetto agli altri due progetti ex-aequo premiati; si tratta infatti di un insieme di proposte che mirano a ritrovare una continuità con le forme ancora esistenti degli edifici non distrutti ed a ricomporre in molti casi i fronti di quelli demoliti, distinguendosi inoltre come unica delle tre ipotesi a divenire poi quella adotta29 Il progetto “David 46” è caratterizzato dalla mancanza di un sistema porticato, per cui si erano contraddistinti gli altri due gruppi e tale scelta viene letta nella soluzione quale più attuabile; a questo si aggiunge una più moderata sistemazione del Borgo San Jacopo che rinuncia ai percorsi rivolti direttamente sul lato del fiume, e per l’intero impianto un sistema diffuso di corti verdi interne agli edifici.

ta per molti aspetti come guida volumetrica. Le prospettive stradali di “David 46” illustrano una sobrietà compositiva che contraddistingue gli edifici proposti a fare da fondale al nuovo assetto del centro di Firenze, immaginando sistemi basati su una rigorosa metrica nel disegno dei prospetti con distinzione tra il piano commerciale, a terra, e le abitazioni/uffici ai piani in elevazione. Ai regolari posizionamenti delle finestrature corrisponde spesso un movimento a sbalzo dell’intero sviluppo a partire dai piani bassi, che si distingue soprattutto in una vista del lungarno Acciaioli a cui viene posta come confronto una fotografia della situazione precedente alla Guerra modificando l’impostazione generale degli edifici30. Compare inoltre una innovazione lessicale legata al tema dell’espressione della struttura, soggetto che verrà poi sviluppato nell’architettura italiana di tutto il decennio successivo contaminando anche quello seguente. La gestione dello sbalzo tra piani bassi e piani in elevazione è affidata a travi in calcestruzzo a vista con funzione di mensola, a richiamo delle mensole difensive31 in pietra forte che reggono lo sbalzo nel camminamento in quota del Palazzo Vecchio ma anche dei sostegni del corridoio vasariano su Ponte Vecchio. Il progetto commissionato da INAIL all’architetto romano32 prevede due livelli interrati composti di cantine e parcheggi, innovazione di non poca difficoltà tecnica vista la condizione geologica nei pressi del fiume33, attività commerciali al piano terra ed al mezzanino, e cinque piani residenziali oltre ad attico panoramico. L’altezza totale si adegua a quelle degli edifici distrutti, mentendosi comunque inferiore alle due torri a cui sta di fronte, mentre la volumetria complessiva incorpora diversi lotti di singoli edifici lasciati liberi dalle distruzioni belliche superando la precedente eterogeneità che caratterizzava il tessuto. Rossi risponde con un’innovazione compositiva al rischio che la dimensione richiesta al progetto nasconde come insidia essendo già

Tavola n.23 di progetto di concorso, conservata presso l’ASCF car.251/003. Cfr. G. Almerighi, La città di Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1961, p.65-68. 32 Eugenio Maria Rossi già terzo classificato ex-aequo al progetto per la Stazione di Roma Termini del 1947 insieme ad Alberto Tonelli, sarà Professore di Urbanistica nell’ateneo romano fino agli anni Ottanta. Fondatore della rivista “Inchieste di urbanistica e di architettura” e redattore di Piani Regolatori, tra cui Formia e Albano Laziale, è anche progettista di vari edifici tra cui, insieme a Riccardo Morandi, del grattacielo scacciapensieri di Nettuno del 1970. 33 Nei pressi dell’isolato acquisito da INAIL sono sviluppate altre tre rimesse interrate per automobili, unici esempi nell’Oltrarno. 30 31

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