Ridisegnare Firenze del secondo dopoguerra. Eugenio Rossi e le riscoperte torri della nuova Piazza de' Ramaglianti
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Riccardo Renzi
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Progetto di concorso per il Piano di Ricostruzione “David 46”, tavola n.23.
di oltre al più antico dei ponti, unico non distrutto, solo alcune torri medievali liberate dagli edifici ad esse vicini, testimonianza di un passato coerente ad un solo momento storico15, scelto quale unico da tutelare secondo le operazioni di distruzione tedesche. Ma non in tutti i casi viene preservata questa tipologia, nel caso di Borgo San Jacopo vengono infatti distrutte le trecentesce case-torri dei Magli16, recuperate pochi anni prima da Luigi Zumkeller e citate da Gustavo Giovannoni come esempio notabile di restauro17. Al momento del concorso per il piano di ricostruzione il tema della torre diviene quindi elemento di studio centrale essendo il principale soggetto di riferimento esistente nel patrimonio edilizio ormai liberato dagli edifici attigui che in passato ne permettevano una limitata lettura. I progetti presentati, in alcuni casi, tengono fortemente conto delle torri presenti, tendendo a preservarle nel confronto con i nuovi interventi edilizi che vengono mantenuti ad altezze contenute; è il caso dei progetti “I Ciompi” e di “Città sul Fiume” entrambi premiati ex-aequo insieme a “David 46”18. Ma se per Por Santa Maria, nel piano di ricostruzione definitivo19 e nel piano esecutivo20 l’idea di ricomporre una cortina compatta prevale così da riedificare volumi adiacenti le torri, per l’Oltrarno appare la possibilità di ristabilire una distanza minima utile a permetterne una lettura quali corpi edilizi indipendenti21. Nel piano di ricostruzione definitivo l’intera zona attorno al fiume viene ridisegnata offrendo al tessuto urbano l’opportunità di allargare diffusamente, sebbene di poco, gli angusti spazi precedenti agli even15 Cfr. E. Detti Op.Cit. p.49. Si veda anche A. Teut, L’architettura del Terzo Reich, Mazzotta, Milano 1976. 16 Cfr. L. Macci, V. Orgiera, Architettura e Civiltà delle Torri, Edifir, Firenze 1994, p.179. 17 Cfr. G. Giovannoni, Cronaca dei monumenti, in “Architettura e Arti Decorative” n.1 del 1929, p.572. 18 Il progetto “I Ciompi” è presentato da Lando Bartoli, Italo Gamberini e Mario Focacci mentre “Città sul fiume” è di Edoardo Detti, Rolando Pagnini, Riccardo Gizdulich e Danilo Santi. Entrambi, insieme a “David 46” di Eugenio Maria Rossi e Alberto Tonelli, vengono premiati ex-aequo nella la prima categoria. 19 Disegni custoditi presso l’Archivio Storico del Comune di Firenze (da qui ASCF) buste 13732-13736. Il piano viene parzialmente pubblicato in “Rassegna” n.u. 1944-1951 alla p.23 ed in “Urbanistica” n.12 del 1953 alla p.63. 20 Disegni custoditi presso l’ASCF buste 13732-13736. Il piano viene parzialmente pubblicato anche in “Urbanistica” n.12 del 1953 alla p.64. 21 Disegni custoditi presso l’ASCF nella sezione “Città di Firenze, piano di ricostruzione della zona medievale intorno a Ponte Vecchio”. Il piano è redatto nel 1947 da Lando Batoli, Gastone Boni, Emilio Brizzi, Edoardo Detti, E. Dori, Mario Focacci, Italo Gamberini, Riccardo Gizdulich, Giuseppe Gori, Guido Morozzi, Rolando Pagnini, Sirio Pastorini Mario Pellegrini, Leonardo Ricci, Eugenio Rossi, Danilo Santi, Leonardo Savioli e Alberto Tonelli.
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ti bellici, creando inoltre una nuova viabilità tra via Maggio e la piazza di Santa Felicita alleggerendo così il carico veicolare su Borgo San Jacopo, anch’essa ampliata riducendo l’impronta a terra degli spazi edificabili. Il sistema delle alte torri composto dalla Barbadori, dalla Belfredelli e dalla Ramaglianti impostate sulla stretta via che da quest’ultima prende nome e che giunge fino all’Arno viene riconosciuto come percorso visivo ed urbano da tutelare e valorizzare. Le impronte dei nuovi edifici vengono dunque pensate più arretrate per lasciare spazio ad una nuova piazza posta tra la torre de Belfredelli e Borgo San Jacopo e per favorire un dialogo la casa-torre Ramaglianti che, senza edifici ad essa attigui, si affaccia sul fiume creando la conclusione dell’ideale percorso partito dal cuore del quartiere22 che traguardando le torri raggiunge l’Arno23. Ma in fase di piano esecutivo l’assetto della nuova viabilità parallela a Borgo San Jacopo, che avrebbe dovuto unil percorso partirà poi dalla nuova corte inventata da Michelucci nel palazzo Ina di via dello Sprone. Si veda la nota 25. 23 L’Oltrarno presenta un sistema di vie parallele che dal cuore del quartiere raggiungono il Borgo San Jacopo in prossimità del fiume Arno. La nuova via proposta dai piani di ricostruzione nelle fasi definitive ed esecutive riprende l’andamento storico della viabilità interna di quartiere. 22