CONOSCERE PER PROGETTARE

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Osservazione costante e immagini di cambiamento Michela Moretti

L’azione di osservatorio costante con cadenza annuale sul centro storico di Firenze è iniziata con un lavoro didattico, svolto nel corso di Analisi delle strutture urbanistiche nell’anno accademico 2011-12, che è stata l’occasione di raccogliere una quantità di dati, che se pure non sempre totalmente attendibili, potevano costituire un primo nucleo di informazioni utili. Come si può ben capire, l’obiettivo in quel caso era finalizzato allo sviluppo dell’osservazione critica degli studenti del primo anno di Architettura ed era l’occasione di far misurare la loro capacità di relazionarsi con la forma della città e i suoi rapporti d’uso sia in termini di funzioni che di vita associativa che di immagine. Per poter verificare il lavoro svolto e l’efficacia dell’apprendimento era stata messa a punto una scheda di rilevamento assai schematica che doveva essere accompagnata di schizzi di rilevamento a vista e da una sintesi grafica degli ingombri volumetrici relativa sia agli edifici che alla sequenza delle loro aggregazioni che aveva nel “lungostrada” il suo campo di applicazione. Come si può intuire la restituzione delle schede e delle osservazioni degli studenti non ha avuto carattere di continuità rispetto al tessuto urbano considerato che prevedeva un campo di applicazione città assai vasto e riferito all’interno del perimetro dei viali e dell’antica cinta delle mura arnolfiane per l’Oltrarno, né potevano essere sempre ritenute corrette e/o attendibili nelle informazioni riportate, tuttavia per quantità le schede costituivano una base di partenza utile e interessante, che ha costituito il fondamento per successive verifiche, approfondimenti e aggiornamenti finalizzati alla resa cartografica delle informazioni stesse. Un primo tentativo di cartografazione è stato fatto nel 2012 e ha restituito una prima mappatura del sistema dei fronti stradali relativamente agli usi dei piani terra1. La carta del 2012 ha dato come risultato una prima fotografia della situazione, ma aveva un forte limite in quanto era stata realizzata con l’impiego di software grafici (es. photoshop), che davano una restituzione di tipo statico, che restituiva una lettura complessiva dei dati, ma non permetteva né l’aggiornamento dinamico della mappa stessa né l’interrogazione dei dati di rilevamento. Un problema di non poco conto in quanto nella verifica dei dati, fatta già nel corso della com1 Una prima cartografazione e verifica è stata effettuata, grazie ad una borsa di ricerca, da Ilaria Burzi e per la parte dell’Oltrano da Flavia Tiberi, dottoranda in Paesaggistica presso l’Università di Firenze, negli anni 2011-13; mentre la restituzione su supporto Gis è stata curata da Michela Moretti che ha seguito lo svolgimento del lavoro negli anni 2011-14.

pilazione della prima sintesi cartografia (aprile 2013) risultavano numerose le variazioni sia di destinazione d’uso che di abbandono di interi stabili o di parti di essi. Si rendeva così necessaria una sovrapposizione di carte che tuttavia risultava di difficile e non immediata lettura in quanto basata sul confronto dell’immagine e sulla descrizione separata (relazione) dei mutamenti. Il limite ed il condizionamento dell’immobilità delle informazioni è stato superato con il monitoraggio del 2014 (aprile) che è stato restituito con la realizzazione di un sistema informativo geografico, attraverso il quale è stata implementata la banca dati esistente e, nel contempo, ha consentito di organizzare le informazioni storicamente stratificatesi nella città. Il nuovo modello ha permesso una lettura veloce dell’evoluzione delle trasformazioni d’uso della città storica, e soprattutto consente operazioni di query volte a comprendere la velocità e l’entità delle trasformazioni in relazione a precisi archi temporali. L’introduzione del fattore-tempo (evoluzione delle trasformazione) si inserisce nel processo di monitoraggio del controllo e dell’eventuale gestione delle trasformazioni, divenendo un fondamentale supporto di osservazione continua della città. Nella ripetizione dell’osservazione si poteva agilmente rilevare come il dato più interessante fosse costituita da zone di relativa permanenza delle funzioni e altre dove la variabilità era l’elemento dominante. Le prime corrispondevano alle aree più vicine al sistema dei viale e le seconde a quello più interno al centro storico: anzi più ci sia avvicinava al Duomo più si potevano notare le dinamiche di cambiamento e di sostituzione di funzioni e attività, che cartografate anno dopo anno davano il segno e il senso della rapidità del cambiamento anche in relazione alle politiche urbane, che venivano messe in atto. L’allargamento progressivo delle aree pedonali e il restringimento della loro percorribilità anche da parte di mezzi pubblici, ha prodotto un avvicendarsi di funzioni che merita di essere conosciuto nelle sue modalità e nelle diverse fasi con cui si è presentato. La dinamica del cambiamento è nota così come la sua cronologia. La pedonalizzazione dell’area intorno al Duomo è uno dei primi provvedimenti presi dal sindaco Renzi (2010) ha comportato una vera rivoluzione del sistema del trasporto pubblico che aveva nell’asse Stazione-Duomo-San Marco il doppio smistamento del traffico nord-sud ed est-ovest. Con l’interdizione del passaggio degli autobus nell’area del Duomo si è scissa la polarità d’interscambio: da una parte la stazione di Santa Maria Novella per la direzione sud-ovest e

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