Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento | Belli

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il giro di boa

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Le murature d’angolo con margini irregolari conservano invece il loro valore di ammorsature. Nel palazzo Corsi, databile tra il 1495 e il 1502 circa e comunque successivamente al 1490179, questo aspetto è messo particolarmente in evidenza, nonostante la regolarizzazione subita dai conci (fig. 126). Al piano terreno si riutilizza a questo scopo il bugnato rustico del preesistente palazzetto trecentesco, mentre al primo piano si impiegano bozze piane e lisce del tipo A1, perfettamente identiche in dimensioni, disposte in una successione a pettine: ad una bozza rettangolare collocata per fascia si alterna un filare composto da una bozza per fascia e da una per testa, la cui faccia è approssimativamente quadrata, mentre sull’altro lato dell’angolo la disposizione è sfalsata, così da far presupporre che si sia voluto mostrare un effettivo ammorsamento dei conci. Al piano superiore lo schema è ripetuto, ma con blocchi lisci; si allude in questo modo ad un rivestimento lapideo man mano più raffinato nella lavorazione, sul modello di quello del palazzo Medici, ripetendone lo schema solo su due sottili strisce di muro180. Nel 1490 l’edificio passa infatti dagli Alberti, suoi antichi proprietari, a Simone e Luigi di Jacopo Corsi, che lo ristruttureranno nelle forme attuali. Cfr. Ginori Lisci, I palazzi cit., 1972, II, pp. 621-624: 621; Preyer, Il palazzo Corsi-Horne cit., 1993, pp. 29-30, 40-44. L’attribuzione a Sangallo del palazzo, che oggi si tende a respingere, è stata formulata per la prima volta da Geymüller (Stegmann, Geymüller, Die Architektur der Renaissance cit., 1885-1908, X, Paläste, Höfe, Loggien, p. 1). 180 Nel palazzo Gerini in via de’ Pandolfini alla fascia angolare rustica del basamento si sovrappone al primo piano una analoga fascia in pietra da taglio liscia. Ancora una ammorsatura a pettine, ma interamente in pietra da taglio, si osserva sull’angolo del palazzo Lottini all’Isola delle Stinche. Anche questo tipo di schema, come il precedente, riscuoterà un certo successo nei primi decenni del Cinquecento, quando viene impiegato nel palazzo Borgherini, nel palazzo Ridolfi in via Maggio (all’angolo con via de’ Vellutini), nel palazzo Gianfigliazzi all’angolo fra via Tornabuoni e il lungarno Corsini; nel palazzo Ginori fasce di bauli lisci (tipo K) con mar179


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