Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento | Belli

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il giro di boa

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ti delle finestre — applicandovi in aggiunta il partito delle paraste. È evidente che nel palazzo Rucellai l’interesse non si concentra in modo esclusivo sul bugnato, come avviene nel palazzo Pitti; tuttavia anche il disegno della superficie bozzata mostra una cura non casuale. L’apparecchio — specie al piano terreno — è basato sull’alternanza di filari alti e bassi, come nei bugnati piani del Trecento; tuttavia, qui l’altezza dei corsi non è destinata solo a sottolineare punti notevoli, ma soprattutto a creare una scansione accuratamente determinata. Questo obiettivo è facilitato e al tempo stesso testimoniato dalla scelta di scolpire le bugne sui conci in base a un reticolo di giunti apparenti, che non coincidono se non occasionalmente con quelli reali. Lo scopo è quello di controllare in modo esatto il disegno della muratura, al di là delle contingenze imposte dalle dimensioni dei conci. D’altra parte è anche notevole che si rinunci alla possibilità di produrre l’immagine di una perfetta opera isodoma, come avverrà invece nel palazzo della Cancelleria avvalendosi dello stesso sistema. Il reticolo di giunti di palazzo Rucellai costituisce una sintesi tra modelli antiquari, consuetudini tradizionali e valori visivi, molto più complessa di qualunque altro tentativo precedente. Il piano superiore del palazzo dello Strozzino, rivestito da un bugnato a disegno che pure sembra avere un modello antico, è semplicemente articolato da un ritmo alternato di filari alti e bassi che formano un paramento pseudoisodomo; qui invece la successione è regolata da criteri più articolati. Al piano terra (fig. 98), dove il bugnato si distende ininterrotto quasi solo dalle paraste, la successione dei conci forma una sequenza


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