Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento | Belli

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i paramenti bugnati nel primo quattrocento

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dicata tradizione del bugnato naturalistico impedisce di sviluppare più di tanto il processo di geometrizzazione dei conci, e nel Cinquecento si assiste alla generalizzata ricomparsa delle bozze scabre, favorita dalla nascita e dalla diffusione dell’ordine rustico. Tuttavia, osservando il tipo di blocchi impiegato nei bugnati rustici fiorentini e l’organizzazione dei loro apparecchi, non è difficile constatare l’alternanza di momenti contrassegnati da un gusto più naturalistico, espresso con un modellato più aspro delle bozze e con una più disordinata disposizione dei filari, e di momenti in cui il bugnato assume nel rilievo toni di maggiore pacatezza e un controllo più rigoroso nella successione dei corsi; e anzi non è escluso, visto che la carenza di documentazione rende spesso problematico datare gli edifici e stabilire periodizzazioni, che più volte queste due fasi abbiano convissuto. Paramenti molto geometrici e controllati si alternano a distese naturalistiche di bugne non solo durante il Due-Trecento, ma anche per tutta la prima parte del Quattrocento, mentre nella seconda metà del secolo le bozze piane e lisce divengono elemento irrinunciabile per la quasi totalità delle cornici di portali e finestre, e per le fasce poste a segnare gli spigoli degli edifici. È interessante riconsiderare le conclusioni a cui è giunto a questo proposito Sinding-Larsen53, che constata costremità sinistra della scena. Oggi il pannello si trova al museo del Louvre. Da notare che un motivo simile, costituito da una distesa di quadrati suddivisi da una diagonale in due triangoli di diversa cromia, si trova graffito in numerose facciate rinascimentali romane, anche in questo caso forse a simulare un paramento bugnato a punte di diamante. Cfr. Golzio, Zander, L’arte in Roma cit., 1968, p. 167, tavv. LXVI-LXIX. 53 Sinding-Larsen, A tale cit., 1975, p. 191.


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