Defensive Architecture of Mediterranean XV to XVIII Centuries vol. 3 | Giorgio Verdiani

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de Alarçón e a Gian Giacomo dell’Acaya; nel 1541 lo stesso vicerè per un sopralluogo al nuovo cantiere. Infatti entro la prima metà del XVI secolo le antiche mura erano state sostituite da un circuito con sette bastioni progettato da Pedro Louis Escrivá, come lo stesso spagnolo dichiara nelle pagine del suo trattato di architettura [Sanchez-Gijon, 2000].

I lavori furono portati avanti con lentezza per questioni economiche ma anche a causa di un’epidemia provocata dalle acque stagnanti nel fossato della Città e nei suoi dintorni, che interessò il territorio nel 1594. Il sindaco della città d. Mario Albertini, su suggerimento di d. Pedro de Castellet che da 45 giorni stava in Nola per osservare li Fossi Antiqui, stabilì di ammodernare le mura della Città. Nel 1596 fu stipulato un contratto tra la Città e la regia Corte, con cui si decretava l’ammontare della somma da pagarsi per l’ammodernamento della cinta muraria di Nola. Il documento fu redatto a Napoli il 22 marzo 1596, ma i lavori furono di nuovo sospesi.

Per ordine del Duca d’Alba, nel 1557, Vespasiano Gonzaga dovette fornire un nuovo disegno per la fortificazione nolana che, come ipotizza il Brunetti, mette in relazione questo episodio con la presenza a Nola (tra il 1557 e 1559) di Domenico Giunti, già architetto di Cesare Gonzaga, inviato nello stesso periodo a Molfetta per provvedere ai bisogni di una nuova fortificazione. Il nuovo progetto per Nola dovette rispettare le linee imposte dall’Escrivá e per la sua prosecuzione fu chiamato a dirigere i lavori, tra il 1564 e il 1565, Luigi Spezzaballe detto il Boggiolo, già collaboratore di Giovanni Tommaso Scala per la Strada Regia di Puglia e per il cantiere delle fortificazioni capuane dal 1564 al 1567. Interrotti nuovamente i lavori per mancanza di economie, nel 1573 risulta completato il fossato e costruiti i sette bastioni [Caianello,2003].

Nella cronaca di Girolamo Ramusio, residente a Napoli tra il 1594 e 1597, emergono inoltre significative considerazioni: “Dall’altra parte di Napoli, lontano dodici miglia, s’è principiato a fortificar la città di Nola, ma riesce molto imperfetta. Capua e Nola furono fortificate per difesa della città di Napoli, con disegno di tenervi in tempo di guerra grossi presidj, che scorressero dall’una all’altra, e serrassero quel passo e tratto di paese che resta fra esse, correndo ogni città alla sua marina, cioè Capua fino al fiume che entra in mare a Castel Volturno, e Nola alla marina di Castellam-mare; di modo che si verria a chiudere in più di cinquanta miglia quell’esercito che fosse all’espugnazione di Napoli” 2.

Nel 1591 lo stato dei lavori fu valutato da una commissione costituita da Giovanni Antonio Dosio, Benvenuto Tortelli, Vincenzo della Monica e Leone de Marinis che riscontreranno numerose irregolarità rispetto al contratto stabilito [Strazzullo,1975; Mollo, 2001].

Siamo ormai alle soglie del XVII secolo, periodo nel quale molte città europee si spogliano delle cinte murarie, che hanno ormai dimostrato una declinante utilità all’interno delle azioni difensive, per cui le mura nolane e la cittadella settentrionale non saranno più potenziate. Lo smantellamento progressivo della cinta urbana, avviato già nella seconda metà del Settecento, avvieranno un processo di riqualificazione del nuovo ingresso alla città da nord con la realizzazione del Campo di Marte e del Quartiere di cavalleria, a conferma della destinazione dell’area ad uso militare. Un secolo dopo, durante le fasi per la realizzazione della Ferrovia Napoli - NolaBaiano, un rilievo catastale, datato 29 Gennaio

Fig. 3- Tratto dell’attraversamento nel Comune di Nola (Ing. M. Le Blanc, 1884).

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