DeGusto n. 001

Aut. Trib. di Velletri n. 21 del 17/11/ 2017 ­ Numero di Novembre 2017

I n p ri n c i p i o e ra . . .

Con o senza pomodoro, col pepe, il guanciale e il pecorino.

E la cipolla? Le tante (A)matriciane d'Italia

IN QUESTO NUMERO Copertina In principio era... di Luigi Biagi Il piatto da cui sono nate le (A)matriciane a pag. 4 Il Tempio dei Salumi L'arte degli insaccati in mostra a pag. 8 Itinerari di Gusto Angoli nascosti di tipicità a pag. 10 Suino nero e dei Monti Prenestini, zucchine... di Stefano Bartolucci Una ricetta "territoriale" a pag. 12 Esperti di vino di Fabio Ciarla Quel "cerchio alla testa".

Solfiti, bisolfiti ma non solo! a pag. 13

Tre trattamenti per un solo latte di Marco Zuccaro a pag. 16 Buoni e di stagione Le arance: i frutti invernali della salute a pag. 17 Frutta e verdura di Mascia De Carolis a pag. 18 Fai da te: idee regalo DIY: il cuscino termico a pag. 21 Dolci letture di Eugenia Belvedere Un libro, un sapore a pag. 23 Un mese di eventi e Sagre Eventi mangerecci e altro a pag. 24

Buona varietà Siamo la nazione con la più grande biodiversità.

Siamo ricchi sia per biodiversità animale che vegetale. Abbiamo 504 varietà di viti 533 varietà di olive, 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini (dati Coldiretti).

E di quanti pomodori diversi conosciamo il sapore? Meglio il piennolo del Vesuvio, il costoluto fiorentino o il cuore di bue ligure? E quanta differenza nelle ricotte siciliane, nelle bufale campane e nella Zizzona di Battipaglia?

E pensare che gli altri chiamano tutto tomate, e cheese...

Direttore responsabile: Luigi Biagi Editore: Associazione Ferao Redazione: via del Pavone 35 ­ Artena Stampato dalla: Tipografia Monti srl con sede in: Cisterna di Latina DeGusto Mensile di Enogastronomia, Salute e Buone Notizie Aut. Trib. Velletri n. 21 del 17/11/ 2017

Chiuso in redazione il 27 novembre 2017 Tel.: 3334485006 E­mail: redazionedegusto@gmail.com

3

4

In principio era... la gricia

Enogastronomia

di Luigi Biagi Bucatini o spaghetti?

Cipolla, olio o solo strutto?

Guanciale o pancetta? E poi quale pomodoro? ...ma ci va il pomodoro nella ricetta originale? E qual è l'originale?

Avvicinandoci all'Amatriciana, o alla 'matriciana (come si dice a Roma) una cosa va ricordata: in principio, quando non c'erano i pomodori, non si poteva che fare una gricia, e, in casi di carestia, una semplice cacio e pepe.

Sul dove sia nato tutto ciò le dispute si perdono nel tempo. Pellegrino Artusi, che nel suo "La Scienza in cucina e l'Arte di mangiar bene" del 1891 non menziona gricie né amatriciane, forse perchè il suo ricettario era composto comunque di pietanze per persone agiate.

Secondo la Treccani tutto nasce dai "grici", "nome con cui era popolarmente indicata a Roma nel sec.

19° una categoria di nego­ zianti di pane e generi ali­

mentari che si dicevano provenienti dai Grigioni svizzeri (in ladino Gri­ schum) o dalla Valtellina o forse anche dal Friuli".

Secondo altri, il luogo di nascita della ricetta è Grisciano, vicino Amatrice. La tesi ufficialmente sostenuta, dal Comune di Amatrice afferma che il territorio di nascita è l'Abruzzo, di cui faceva parte Amatrice fino al 1927. Fonti storiche a aparte, soltanto alcuni ingredienti sembrano storicamente pacifici: guanciale (l'olio era da ricchi), pasta secca, pepe e pecorino.

Sul resto?

Al Ristorante Roma di Amatrice sono categorici:

peperoncino essiccato (che nella gricia non viene messo).

Ma l'Amatriciana è una ricetta così popolare che nel corso del tempo ognuno l'ha caratterizzata a modo suo.

A Roma si è un po' "contaminata", diventando 'matriciana, come la chiama Aldo Fabrizi, romano doc che al soffritto aggiungeva la cipolla e osava anche mettere il "dado" nel sugo.

E poi, a costo di fare i trasgressivi: se con la gricia vanno bene gli spaghetti, col sugo stanno meglio i bucatini mantecati, senza contare che c'è chi azzarda una pasta corta tipo le

L'amatriciana flambé della Trattoria Vecchia Roma: bucatini ripassati in una forma di pecorino poco prima di essere serviti.

Nella foto a pg. 4 la gricia del Ristorante Roma di Amatrice

mezzemaniche o gli elicoidali.

Oggi, all'Amatriciana tanto cara agli amatriciani se ne aggiungono molte altre.

C'è Cracco che discutibilmente ci mette pure l'aglio, anche se con il guanciale non ci dice niente. C'è chi aggiunge al guanciale un po' di pancetta. C'è chi, come Fabrizi, fa uso della cipolla per addolcire il tutto.

E mentre non ci sono

5

Enogastronomia

"La vera amatriciana ­ ci hanno detto i gestori in linea con il Comune ­ è quella bianca, perchè un tempo i pomodori non c'erano e i pastori al pascolo avevano a disposizione solo guanciale, pasta secca, pecorino e pepe". Poi sono arrivati i pomodori e li hanno aggiunti.

E i bucatini? Non sia mai: nella ricetta ufficiale della salsa all'Amatriciana Rossa inserita nell’elenco dei Prodotti agroalimentari Tradizionali della Regione Lazio dal 2014, ci sono spaghetti, olio, vino bianco per sfumare il guanciale, pomodori San Marzano e un pezzetto di

Ricette di (A)matriciane Secondo il disciplinare del Comune di Amatrice, gli ingredienti, riferiti alla preparazione di 500 gr. di pasta, sono: − 125 gr. di ‘Guanciale Amatriciano DE.CO.’; − un cucchiaio di olio extravergine di oliva; − un goccio di vino bianco secco; − 6 o 7 pomodori San Marzano oppure 400 grammi di pomodori pelati di qualità; − un pezzetto di peperoncino fresco o essiccato (eventuale); − sale e pepe q.b..

Enogastronomia

6

Preparazione: far imbiondire, in una padella rigorosamente di ferro, rosolando nell'olio extravergine di oliva, il ‘Guanciale Amatriciano’ De.Co., ben nettato da cotica e tagliato a listelli lunghi. Aggiungere il vino bianco e pepe nero q.b., ed eventualmente il peperoncino, e cuocere a fuoco basso per alcuni minuti finché il guanciale non risulterà leggermente dorato, facendo molta attenzione che non si rosoli troppo, regola fondamentale per la riuscita della ricetta. Togliere dalla padella i listelli di guanciale, sgocciolare bene e tenerli da parte possibilmente in caldo, si evita così il rischio di farli diventare troppo secchi e salati. Unire i pomodori tagliati a filetti e privati dei semi, avendoli precedentemente sbollentati oppure utilizzare 400 grammi di pomodori pelati di qualità. Salare, mescolare e cuocere a fuoco vivo per circa 15 minuti. Togliere il peperoncino, e unire alla salsa i listelli di guanciale precedentemente messi da parte, mescolando di nuovo la salsa. Aggiungere pecorino di Amatrice.

Le varianti "birichine" Non piacerà agli amatriciani ma nel soffritto c'è chi ama aggiungere cipolla, chi invece dei pelati San Marzano usa la passata, chi i pezzettoni, chi utilizza anche una parte di pancetta. E per far amalgamare bene pomorodo e guanciale, la cottura può arrivare anche ad un'ora.

storie sul formaggio, perchè ci va il pecorino, c'è il grande problema del pomodoro: la disputa è tra pelati, passata e pezzettoni, sul tempo di cottura del pomodoro e sul quando abbinare il guanciale.

Così al Ristorante Roma di Amatrice, oggi rinnovato nella nuova "Area Food" che accoglie tutti i ristoranti della zona, si può gustare un piatto che sa molto dei tempi andati e dei sapori originali della cucina legata alla pastorizia che, come ogni gusto, può piacere oppure no Nella ricerca della 'matriciana dei vostri sogni, non potete non assaggiare quella Flambé, della Trattoria Vecchia Roma, nella zona dell'Esquilino: si tratta di un'amatriciana fatta con la passata e mantecata in una forma di pecorino poco prima di essere servita, in modo da rendere la salsa cremosa.

In stile classico, ma con caratterizzazione territoriale, infine, l'amatriciana di Rosso DiVino a Valmontone: senza cipolla, con il pomodoro passato, il pecorino della zona e il guanciale di suino nero dei Monti Prenestini.

A voi la scelta.

Enogastronomia

Nel Tempio dei Salumi Quando la salumeria è opera d'arte C'è un luogo che conserva i segreti dell'arte della salumeria. È unico al mondo e si

trova, nemmeno a dirlo, in Italia. È il Museo della Salumeria fondato dalla famiglia Villani: un luogo in cui la conoscenza dei salumieri, tramandata di generazione in generazione, si fa comunicazione, storia,

cultura ed arte.

Era il 1886 quando nacque la Villani Salumi a Castelnuovo Rangone, nei pressi di Modena. Lo spirito imprenditoriale porta Ernesta e Costante Villani prima a commercializzare i prosciutti crudi, poi il salto: acquistano una costruzione nel centro del paese e danno il via alla stagionatura di salami, coppe, pancette, mortadelle e prosciutti cotti. Oggi la Villani Salumi è un'azienda stimata a livello internazionale che conserva ancora la lavorazione artigianale tipica delle aziende familiari. È per questo che il Museo del Salume è anche un museo della manualità e degli utensili legati alla salumeria, oltre che un luogo in cui valorizzare le produzioni tipiche di tutta Italia.

Il percorso nel Museo si articola in tre piani e in dieci spazi tematici che vanno dagli aromi, all'arte del taglio, dai territori ai mestieri fino alle legature di quei salumi di alta qualità che arrivano su molte tavole.

Il museo in questione è nella sede centrale dell'azienda di cui

Agostino Datti, con la sua Ariana Centro Carni, è affezionato "ambasciatore" ad Artena. Proprio l'artenese è stato premiato dalla stessa famiglia Villani con una targa al termine di una visita all'azienda e al Museo, che lo ha portato 10 a conoscere in modo più approfondito l'arte e la cultura tramandata dalla Villani Salumi.

ITINERARI DEL GUSTO

Enogastronomia

Angoli nascosti di tipicità di Luigi Biagi

Se vi piace la cucina romana ma non volete entrare in locali turistici affollati, provate la Taverna Sacchetti, in via della Pineta Sacchetti. Vi si possono trovare i tipici piatti romani (anche se il

menù varia giorno per giorno): dai carciofi alla giudia (quelli fritti) al cacio e pepe e cicoria, degli gnocchi all'abbacchio allo scottadito. Un angolo di tradizione in una zona abbasta moderna di Roma.

11

Ingredienti per 4 persone 12

Enogastronomia

LA RICETTA Fettuccine con pancetta di suino nero dei Monti Prenestini e zucchine su crema di... di Stefano Bartolucci (Ristorante RossoDiVino ­ Valmontone)

­ 400 g di fettuccine

­ Una zucchina

­ Pancetta di suino

­ Un broccolo viola

nero dei Monti

­ Olio Evo

Prenestini

­ Sale e pepe.

Preparazione Preparare le fettuccine.

Lavare i broccolo viola, ta­ gliare le cime colorate e metterle in cottura a vapo­ re, usando possibilmente una pentola di acqua e sale, appoggiando i broccoli su uno scolapasta in alluminio sopra la pentola, coprendo con un coperchio. Nel frattempo tagliare la zucchina e soffriggere con uno spicchio d'aglio ta­ gliato a metà. Una volta do­ rate le zucchine, togliere l'aglio ed aggiungere la pancetta per renderla

croccante.

Appena cotto il broccolo, frullare con acqua, olio evo, sale e pepe fino ad ottenere una crema di colore intenso e possibilmente senza gru­ mi, quindi stendere in un piatto fondo. Mettere le fettuccine nell'acqua di cottura del broccolo ed attendere che salgano in superficie. Saltare le fettuccine in padella con le zucchine e la pancetta ad amalgamare il composto.

Adagiare sul piatto sopra la crema di broccolo... e buon appetito!

DIVENTARE ESPERTI DI VINO ­ 5

"Quel cerchio alla testa...."

Solfiti, bisolfiti ma non solo!

di Fabio Ciarla

solitamente, un contenuto alcolico minore, i vini bianchi necessitano spesso di un’aggiunta maggiore di anidride solforosa rispetto ai rossi per conservarsi meglio.

L’elemento forse più falso, o meno vero, è che siano solamente i solfiti a darci il mal di testa. In effetti, è bene ricordarlo, la parte del vino più dannosa per il nostro organismo, che quindi mette in atto una serie di contromisure per dirci “basta”, è proprio l’alcol. Solo in seconda battuta arrivano i solfiti che, comunque, sono presenti spesso in misura

Enogastronomia

L’anidride solforosa (SO2) è un conservante prodotto naturalmente durante la trasformazione da uva a vino, ma viene anche aggiunta per la sua funzione antiossidante. È a questo composto (oltre che, ad esempio, al bisolfito di sodio NaHSO3

o al bisolfito di potassio KHSO3) che ci riferiamo in genere quando parliamo di “solfiti”, i responsabili – per molti – di quel fastidioso mal di testa derivante dal consumo di vino, in particolare bianco, di scarsa qualità o vagamente “industriale”.

Come spesso accade, in questa faccenda ci sono elementi di verità e balle vere e proprie. L’elemento di verità principale è il fatto che ci siano più solfiti (aggiunti), di solito, nei vini bianchi. Il motivo è che non avendo la parte tannica e,

13

Enogastronomia

davvero minima, grazie alle nuove tecniche messe a punto dalle innovazioni di cantina, non ultima la famigerata “chimica” e a una presa di coscienza 14 generale sul loro uso eccessivo. Per farci un’idea basta consultare le etichette di qualche bustina di frutta secca o di altri prodotti alimentari da consumare freschi, troverete le sigle E220, E221, E222, ecc.. Bene, si tratta proprio di solfiti e sono aggiunti in grandi quantità per evitare contaminazioni e alterazioni chimiche.

Qualche esempio?

Partiamo dal vino naturalmente, dobbiamo dire che gli strumenti di misurazione misurano presenze di solfiti dai 7 mg/l in su, per questo sono considerati vini “senza solfiti”, e possono omettere la dicitura

“contiene solfiti” in etichetta, quei prodotti che contengono meno di 10 milligrammi di solfiti per litro. A livello europeo il limite massimo di solfiti presenti in un vino è di 150 mg/l per i rossi e 200 mg/l per i bianchi, che si elevano rispettivamente a 200 e 250 mg/l per i vini dolci, con deroghe specifiche per determinati tipi di vino e necessità determinate dall’andamento dell’annata in specifiche aree di produzione. Un po’ più stringente la normativa sul biologico, con i limiti abbassati a 100 mg/l per i rossi e di 150 mg/l per bianchi e rosati, con la possibilità di aumentare in tutti i casi di 30 mg/l se il vino ha più di 2 grammi di zucchero residuo. Adesso andiamo a farci un’idea, invece, dei solfiti presenti negli altri

alimenti. Anche qui, come detto, essendo sostanze ritenute allergizzanti la loro presenza deve essere indicata in etichetta con il codice identificativo o con il nome chimico (non nei prodotti freschi, tipo il pesce). Sui confezionati vediamo che sono presenti in moltissimi condimenti, nella senape e i concentrati di frutta arrivano a 250 mg/l, i preparati per purè possono raggiungere i 400 mg/l, la frutta secca ha soglie che vanno dai 600 mg/Kg o mg/l per le mele e le pere disidratate ai 2000 mg/Kg o mg/l previsti per albicocche, pesche, uvetta, prugne, fichi secchi.

Come fare quindi? La risposta ce la dà un vecchio adagio: il veleno lo fa la dose. Di per sé i solfiti non sono consigliatissimi ma a piccole dosi non fanno male, se poi si esagera il nostro organismo reagirà, per quanto riguarda il vino però va tenuto conto del contenuto alcolico (che invece ha effetti diversi rispetto alle nostre condizioni fisiche generali, se abbiamo mangiato a sufficienza ecc.).

A presto e ricordatevi di seguirmi anche su www.enoagricola.org!

15

16

Tre trattamenti per un solo latte

Enogastronomia

di Marco Zuccaro (dott. agronomo) Il latte è un alimento li­ quido completo, contiene oltre ai grassi, proteine, zuccheri, vitamine e sali minerali, anche molti mi­ croorganismi utili che ne fanno un alimento vivo.

Questi microrganismi in qualche caso possono es­ sere dannosi e sono la

causa del suo precoce de­ terioramento. Per questi motivi, il numero totale dei microrganismi deve essere mantenuto basso e questo si concretizza attraverso i sistemi di sta­ bilizzazione e trattamento del latte, utilizzati ormai da tanto tempo. E cosi, per essere reso sicuro, il latte può subire i seguenti trattamenti: La pastorizzazione (HTST/LTST) fatta a temperature di molto inferiori a quella di ebolli­ zione (70° circa) è quella comune del latte fresco con scadenza a 6 giorni.

Attraverso questo sistema vengono eliminati gli eventuali microrganismi

nocivi ma viene pre­ servata la flora microbica utile senza alterazione delle caratteristiche chi­ miche fisiche e organo­ lettiche.

La microfiltrazione, sistema moderno di risa­ namento del latte che consiste nel far passare lo stesso all’interno di filtri con diametro inferiore a 1 micron, che non permettono il passaggio dei microrganismi. Il latte così subisce un leggerissi­ mo trattamento termico e diventa stabile fino a 10 giorni. Questo latte, pe­ rò, per normativa non può essere chiamato “fresco”.

La sterilizzazione, (Latte UHT), fatta ad alte temperature (140 °C), as­ sicura la distruzione di tutti i microrganismi (purtroppo anche di quelli utili) ed il latte diviene stabile (se non si apre la confezione) per molti mesi, anche a temperatu­ ra ambiente, ma alcuni costituenti importanti, come la vitamina B1, B12 e l’acido folico vengono persi.

In pratica, qualsiasi siste­ ma si utilizza, il latte è co­ munque un alimento sicuro dal punto di vista igienico­ sanitario ma il latte fresco è quello che mantiene di più il collega­ mento con quello appena munto! A voi la scelta…

BUONI E... DI STAGIONE

I frutti invernali della salute

quella muscolare e quella nervosa; hanno la vitamina B9 che aiuta la funzione cellulare e la crescita dei tessuti; hanno potassio, calcio, espridina (che riduce il rischio cardiovascolare), beta­criptoxantina e licopene.

Serve qualche altro motivo per mangiarle?

Già che ci siete, provatele alla siciliana: a spicchi con finocchi, olive nere, un buon olio extravergine d'oliva, sale e pepe.

Salute

Con un basso indice glicemico, le arance sono tra i frutti più benefici che ci sono. Hanno fibre che favoriscono il transito intestinale e la riduzione dell'assorbimento degli zuccheri e di grssi. Sono ricche di vitamina C, che è un potentissimo antiossidante ed è essenziale per la sintesi delle proteine e degli ormoni, senza dimenticare che aiuta il

sistema immunitario, favorisce la formazione di collagene e riduce l'affaticamento. Mangiare un'arancia grande permette all'organismo di assumere il 18 percento della dose giornaliera raccomandata di fibre e il 100 percento della dose giornaliera raccomandata di vitamina C. Se non basta, ci sono molte altre proprietà.

Infatti le arance contengono la vitamina B1, essenziale per funzione cardiaca,

17

di Mascia De Carolis (Nutrizionista)

Salute

L’evidenza di salute pubblica più consolidata e avvalorata da dati scientifici riguarda il consumo di frutta e verdura come pre­ venzione dell’insorgenza di ma­ lattie cronico­ degene­ 18 rative, cardiovascolari e tumori. Frutta e verdura sono dunque i compo­ nenti fondamentali di una dieta equilibrata e sana, hanno un elevato potere saziante e sono ricchi di fibre, vitamine, minerali e composti bio­ attivi. Un aumento del lo­ ro consumo riduce la mortalità per cause fino al 5%, con una evidenza dose­risposta, ossia più ne mangiamo meglio è.

Oltre a ciò, gli alimenti vegetali comprendono anche i legumi, essendo una buona fonte di pro­ teine vegetali, fibra, mi­ cronutrienti e molecole ad azione protettiva nei confronti di malattie cardiovascolari e diabete.

Frutta e verdura: più ne mangiamo, meglio è Ma a cosa sono dovute tutte queste proprietà?

L’elevata presenza di fi­ bra in questi alimenti, divisibile in solubile (nella frutta) ed insolubi­ le (nella verdura), è fondamentale per la corretta funzionalità ga­ strica. Esse donano un forte senso di sazietà, accelerano il transito intestinale aiutando la defecazione, ma so­ prattutto riducono l’as­ sorbimento di glucidi e colesterolo. Gli alimenti più ricchi di fibra sono appunto i legumi, la frutta e la verdura ma anche le farine integrali o cereali come orzo e farro.

Rispettare la stagio­ nalità di frutta e verdura diventa fondamentale per essere certi della loro

ricchezza nutrizionale, meglio ancora se di origine locale o a fi­ liera corta, dato che se conservati male o per troppo tempo, subiscono l’esposizione ai radicali liberi.

In base al colore del ve­ getale possiamo distinguere quale vitami­ na è presente: il colore rosso rappresenta le antocianine e il licopene come nel pomodoro; il giallo ­ arancione è correlato al beta­ carote­ ne, precursore della vita­ mina A, e ai flavonoidi, rappresentanti la vitami­ na C; gli ortaggi ed i frutti verdi contengono elevata clorofilla, mentre il colore viola­ blu pre­ senta antocianine, importanti antiossidanti.

DIY, IDEA REGALO: CUSCINO TERMICO di Maria Laura Magliulo

Salute

Secondo un noto adagio "una ciliegia tira l'altra". E se oltre ad un peccato di gola, le ciliegie regalassero anche un momento di benessere per il corpo?

Probabilmente chi ha la fortuna di condividere la saggezza e l'esperienza dei nonni conoscerà già le proprietà benefiche che apportano i noccioli delle ciliegie. Sin dai tempi antichi questi piccoli scarti alimentari venivano utilizzati per curare piccole problematiche di

salute, sfruttando la capacità di accumulare il calore o il freddo. Infatti il legno dei noccioli di ciliegia è un eccellente conduttore termico e mantiene la temperatura a lungo, rilasciandola molto lentamente e gradualmente. Ciò avviene perchè ogni nocciolo ha una piccola camera d'aria interna grazie alla quale il legno offre l'ulteriore vantaggio di rilasciare caldo (o freddo) completamente privo di umidità.

Dunque per cosa sono utili i noccoli di ciliegia? L'uso

a caldo è consigliato in 21 caso di tensioni, dolori cervicali, mal di schiena, crampi addominali, dolori mestruali o piccoli traumi.

Può essere anche un'alternativa naturale alla borsa dell'acqua calda per scaldare le notti invernali o per rendere tiepide e confortevoli carrozzine e lettini di bimbi. Il delicato profumo dei noccioli riscaldati può essere associato a degli olii essenziali (lavanda, cannella, arancio dolce...) per un effetto rilassante e distensivo.

L'uso a freddo, invece, è utile in caso di emicrania, vene varicose, punture di insetti, infiammazioni, distorsioni, slogature, contusioni e gonfiori.

Salute

Oppure come sostituto della borsa del ghiaccio in caso di febbre o per refrigerarsi in estate.

22 Per beneficiare degli effetti termici e sperimentare tutti questi utilizzi, un'antica tradizione ancora oggi in uso, prevede il confezionamento di cuscini in fibra naturale riempiti di noccioli di ciliegia puliti ed essiccati.

Questa idea può essere un bel lavoretto da realizzare per dei regali di Natale originali, poco costosi e certamente graditi.

Se si è abili con l'ago e il filo, basteranno degli scampoli di cotone grezzo o di lino per realizzare cuscini delle forme più disparate: dal classico cuscino a rettangolo, al cuscino ad U per la cervicale, alle fasce da

usare intorno alla vita.

Oppure cuscini a forma di cuore, stella, orsetto o...borsa dell'acqua calda.

Chi non ama troppo il fai­ da­te, può optare per delle piccole federe già pronte (anche le bustine che si usano per profumare gli armadi possono diventare dei piccoli scalda­mani, purchè non abbiano parti in plastica che si deteriorebbero col calore).

Una volta scelto il cuscino, questo andrà riempito coi noccioli di ciliegie puliti ed essiccati, reperibili nelle erboristerie, nei negozi biologici o nei negozi on­ line che si occupano di salute e cura della persona.

Per la quantità di noccioli, basta regolarsi come di seguito: 700 gr di noccioli per un sacchetto 25x25cm; 1 kg per un

cuscino 33x28cm; 800 gr per una fascia 20x65cm. Il consiglio è quello di non imbottire troppo il sacco altrimenti risulterà troppo pesante e rigido e mal si adatterà alla forma del corpo.

Per completare il vostro regalino di Natale, potrete poi scrivere un cartocino con le indicazioni di utilizzo: "Uso a caldo: scaldare in forno preriscaldato a 100°C per 10­15 minuti o in forno a microonde per 2­3 minuti a potenza media (600­700 W). Uso a freddo: riporre in surgelatore per 2 ore avvolto in un sacchetto di plastica". ...E se non trovate i noccioli ora, avrete la scusa per grandi scorpacciate di ciliegie il prossimo anno!

DOLCI LETTURE "Il mondo" di Irene Brin di Eugenia Belvedere (Libreria Contromano Velletri)

stile su Harper’s Bazaar, e firmando con lo pseudoni­ mo di Contessa Clara un ce­ lebre galateo italiano.

L’autrice di “Olga a Belgra­ do” (edito per la prima volta da Vallecchi nel 1943) os­ servatrice attenta e acuta dei cambiamenti dell’Italia post bellica, in trentasette anni di appassionato e intenso lavoro ha saputo raccontare nei suoi nume­ 23 rosi articoli i mutamenti di costume di un paese sedotto dai modelli che provenivano dagli Stati Uniti d’America.

Avete mai servito Grape fruits rigorosamente spolverato di zucchero o co­ sparso di maraschino?

Sapete come prendere il miele dal vasetto e spalmarlo sul pane? Vi siete mai chiesti del perchè ma­ giamo le noccioline ameri­ cane? A queste domande risponde la penna ironica e sagace, allusiva senza mai essere volgare di Irene Brin.

Nenache quando palra dei vegetariani (si c'erano già allora) che approva: “Mangino quel che credino ma non chiamino i loro commensali divoratori di cadaveri".

Buone Notizie

“Asparagi se si è sicurissimi di sé si mangiano tenendo in mano l'estremità bianca, in bocca l'estremità verde.

Se si è meno sicuri si stacca con la forchetta la parte verde, se non si è affatto si­ curi di sé non si mangiano asparagi.” Così raccomanda Irene Brin nei sui scritti raccolti a cura di Flavia Piccinini nel libro 'Il Mondo' edito dalla casa editrice Atlantide. La Brin, all'ana­ grafe Maria Vittoria Rossi, scrittrice, gallerista e giornalista, maestra di "po­ sta del cuore" e buone ma­ niere, ma anche esperta commentatrice di riprove­ voli abitudini, è stata la voce raffinata e arguta del dopo­ guerra. 'Il Mondo' è infatti un'antologia di ritratti, consigli e racconti che accompagnano quanto vis­ suto dalle donne e dagli uo­ mini di quel periodo.

In quegli anni, dalle pagine della Settimana Incom Illu­ strata di Luigi Barzini ju­ nior, Irene Brin, soprannome coniato per lei da Leo Longanesi, consi­ gliava come comportarsi,

come cucinare, come ve­ stirsi o di che cosa parlare. E troviamo quindi consigli sui carciofi: “é un cibo popola­ resco e per questo bisogna gustarlo con molta modera­ zione”. Una tazzina di caffè?

Per Irene è apparentemente facile ad offrirsi facilissima a bersi ma in realtà comporta parecchi problemi. Vi fidate della vostra napoletana? Il cono gelato o gelato da pas­ seggio, come lo definisce la Brin, è una nuova moda accolta con poco favore: “Non mi vedrete mai mangiarlo” E per chi invece non resiste consiglia: “Non producete rumori equivoci e non mi porgete mani appiccicose”. Se avete in ca­ lendario una cena con ospiti internazionali Irene Brin mette in tavola il gorgonzola mescolato con la panna per farne un sorbetto. O a palli­ ne all'interno di una patata scavata. Sul pane Irene è se­ ria: “Si rispetta il pane, sempre. Si insegna ai bambini che non bisogna buttarne via neanche un pezzetto o, se fosse cadut in terra, bisogna baciarne l'angolino pulito prima di li­ berarsene”.

La Brin scrisse sulle più importanti riviste dell’epo­ ca, come Omnibus (1937­ 1939) e Il Borghese, dettando legge in fatto di

Feste, manifestazioni, itinerari e degustazioni guidate.

Dove, quando e come degustare il meglio del Lazio nel prossimo mese

UN MESE DI EVENTI E SAGRE 8 dicembre ­ 7 gennaio Artena Città Presepe

Buone Notizie

La magia del Natale, i presepi, i mercatini natalizi, le cantine e i prodotti tipici saranno il cuore della quarta edizione di Artena Città Presepe.

Artena, con il suo centro urbano e il suo centro storico non carrabile tra i più grandi d'Europa accoglieranno i 24 visitatori con oltre quaranta cantine che esporranno presepi, offriranno degustazioni e prodotti locali. Un trenino storico accompagnerà i turisti e le strade della città saranno popolate di personaggi in abiti d'epoca. Oltre ad eventi e concerti segnaliamo che la mattinata del 17 dicembre presso piazza della Resistenza andranno "in tavola" i prodotti tipici artenesi, con la tipica lavorazione dei formaggi.

Mercatini natalizi si terranno in piazza Galileo Galilei dal 15 al 17 e dal 22 al 22 dicembre.

Per info e il programma dettagliato consultare la pagina Facebook di Artena Città Presepe.

2 ­10 dicembre Sagra dell'Olivo a Canino Si rinnova anche quest'anno la tradizio­ nale Sagra Dell'Olivo che si svolge a Ca­ nino in provincia di Viterbo, giunta alla sua 57° edizione. Si potrà degustare

l'olio nuovo, ammirare i mercatini arti­ gianali, e scoprire le cantine e frantoi che rimarranno aperti per l'occasione nelle giornate del 2 e 3 dicembre.

Ci sarà anche una rievocazione storica in costume medievale, con artisti di strada, balestrieri, esibizioni di falcone­ ria e altre attrazioni culturali come convegni sull'olio d'oliva di Canino.

Grande rilevanza avranno gli stands enogastronomici in cui verranno esposti i prodotti tipici locali tutti da ammirare e da gustare.

Info Evento: Pro Loco di Canino Pagina facebook: www.face­ book.com/Proloco­di­Canino www.comune.canino.vt.it.

9 e 10 dicembre Vini sotto l'albero a Castel De Paolis

Fine settimana a porte aperte per Castel De Paolis quello di sabato 9 e domenica 10 dicembre, l’azienda di Grottaferrata ha deciso di accogliere appassionati e curiosi con un evento denominato “Vini sotto l’albero” arricchito da degustazio­ ni gratuite, visite guidate, musica live e, inoltre, da offerte speciali sulla produ­ zione aziendale con sconti e formati

25

Buone Notizie

speciali in vendita. Un’atmosfera informale nella quale chiacchierare, as­ saggiare qualche specialità gastronomi­ ca locale e fare conoscenza con i vini di Castel De Paolis, scegliendo magari di portarsene a casa qualche bottiglia per i prossimi regali di Natale. A disposizione ci saranno innanzitutto i vini recente­ mente premiati negli eventi e nelle più importanti guide di settore: Frascati Doc Campo Vecchio 2016 (Selezione WineHunter Awards e Oscar quali­ tà/prezzo guida BereBene del Gambero Rosso); Frascati Superiore Docg 2016 (Selezione WineHunter Awards e 4 Co­ rone Vini Buoni d’Italia); I Quattro Mori 2012 (Selezione WineHunter Awards); Muffa Nobile 2015 (5 Grappoli Bi­ benda). Ma non mancheranno anche i grandi classici della produzione della cantina della famiglia Santarelli come il 26 Donna Adriana, il Campo Vecchio rosso e il Rosathea (passito da Moscato Rosa).

In vendita le annate normalmente in commercio e alcune bottiglie di annate più vecchie, confezioni e formati specia­ li per un’occasione unica.

Ogni ora partirà una visita guidata della cantina con Fabrizio Santarelli che condurrà i presenti alla scoperta dei se­ greti della produzione di Castel De Pao­ lis, ma anche degli angoli più nascosti come le antiche cisterne romane. Dome­ nica ci sarà ottima musica dal vivo e non mancheranno nei due giorni grandi sorprese come alcune incredibili mini­

verticali di Frascati Superiore Docg, I Quattro Mori e Donna Adriana.

Castel De Paolis aspetta curiosi e appas­ sionati in via Val De Paolis sabato 9 di­ cembre dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:00, domenica 10 invece senza pause dalle 11:00 alle 19:00.

15 ­ 17 dicembre Villaggio Coldiretti a Roma

Dopo il successo di Milano e Napoli, arriverà a Roma il "Villaggio Coldiretti".

Un luogo in cui gustare e mettere in mostra il meglio dell'enogastronomia e della cucina italiana, con i prodotti tipici di Lazio, Umbria e Abruzzo. La manifestazione, come per Napoli e Milano, porterà Campagna Amica in piazza e sarà anche un momento di comunicazione e di approfondimento, con gli stand aziendali, gli showcoocking ed altro.

Evento si dovrebbe tenere in via dei Fori Imperiali ma potrebbe essere soggetto a variazioni: controllare sul sito www.coldiretti.it

Per proporci una sagra o un evento scrivi a: redazionedegusto@gmail.com

DOVE TROVARE DEGUSTO Mensile in distribuzione gratuita cartacea e on­line ARTENA Nelle edicole come supplemento a "La Nuova Tribune" e presso Ariana Centro Carni COLLEFERRO Bar Dolce momento Bar Marini Caffè Italia Bar Colosseo Bar impero Bar il Portico La Bottega del Vino Epoke caffè Bar jolly Pasticceria Fratticci Master pan Boccon di vino Mozzarella di Bufala Campana ChiCafe La bottega dei sapori Pianeta casa Parrucchiera Sabrina La bottega della pasta

Nero Caffè due La Ligusta Dal Pagnottella LARIANO Nei negozi del centro Centro Sportivo Millenium Agriappia Ristorante Premiata Trattoria Prati PALESTRINA Az. Agricola Damigelli Cantina prenestina Il forno pane e dolci Marilyn's cafè Il cuore nel caffè Casa Mania Arte Moda Libreria Telemaco Bar Cecconi Norcineria Cilia Gran Caffè Pasticceria Charlotte VALMONTONE Nelle edicola come

supplementoa "La Nuova Tribuna" e presso: Gioielleria Osmelli Shabby Ristrò Centro Estetico Sunlight L'altra Pizza Facilmente Servizi VELLETRI Vino e caffè Torrefazione Corso della Repubblica Compagnia del porcospino La Fenici via Roma Bargello Bar Zi' Checco Bar sport 2000 27 Gelateria viale Oberdan Tostamore Nonno Rolando Stazione FS Bar Gabbiano Gelateria piazza Mazzini Gelateria viale Oberdan Agriappa Antichi sapori velieri Libreria contromano

Seguici anche on line su:

@degustoroma

@degustoroma issuu.com/degusto

e su www.lanuovatribuna.org

28