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studenti ameriCani in itaLia
ORDINE DEL GIORNO 9/01550/081 presentato da
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FITZGERALD NISSOLI FUCSIA testo di Mercoledì 6 febbraio 2019, seduta n. 121
La Camera, premesso che: l'articolo 10 del presente disegno di legge di «conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, recante disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione», contiene disposizioni finalizzate ad introdurre semplificazioni amministrative in materia di istruzione scolastica, di università, di ricerca; l'Italia è meta di programmi di studio da parti di studenti di molti Paesi esteri, soprattutto di studenti provenienti dal Nord America; in Italia esistono filiazioni di Università e Colleges nordamericani che accolgono, ogni anno, circa 33.000 studenti, con oltre 150 programmi. Infatti, l'Italia è il secondo Paese europeo, dopo solo il Regno Unito, prescelto dagli studenti nordamericani per un soggiorno di studio e si registra un crescente interesse per il nostro Paese si registra da parte di altri Paesi, come Cina, India ed Australia; tali studenti affrontano una procedura complessa per la richiesta ed il rilascio dei permessi di soggiorno per motivi di studio per studenti extracomunitari, per periodi di studio superiori ai 90 giorni, presso le Istituzioni accademiche straniere ritualmente autorizzate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ai sensi dell'articolo 2, legge 14 gennaio 1999, n. 4; la quasi totalità dei programmi di studio in Italia hanno una durata che coincide con il cosiddetto «Semester Abroad», ovvero «semestre all'estero», ma che ha una durata effettiva inferiore ai sei mesi, tradizionalmente fra i 90 e i 120 giorni. Pertanto, lo studente si vede costretto a presentare la domanda di permesso di soggiorno; spesso le lungaggini burocratiche e il sovraffollamento degli
uffici fa sì che questi ragazzi ricevano il permesso di soggiorno quando sono già tornati nel loro Paese per proseguire il corso universitario; nel 2013, l'istituto IRPET ha stimato in 550 milioni di euro annui il contributo economico apportato al nostro Paese derivante dall'indotto dei programmi universitari nordamericani, una stima che oggi dovrebbe essere aggiornata al rialzo, a circa 600 milioni di euro annui: un contributo importante in un periodo di perdurante crisi economica che alimenta circa 10 mila posti di lavoro; per continuare ad attirare studenti e vincere la sfida con altri Paesi è necessario snellire le pratiche burocratiche che spesso non sono comprensibili all'estero,