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riChiesta aVVio negoziato per L’aggiornamento deLL’aCCordo di siCurezza soCiaLe itaLia-usa

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7-00592 presentata da

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FITZGERALD NISSOLI FUCSIA testo di

Mercoledì 9 dicembre 2020, seduta n. 440

La III Commissione, premesso che:

la globalizzazione e i cambiamenti sociali ad essa connessi richiedono un adeguamento delle convenzioni internazionali di sicurezza sociale con i Paesi terzi ove rilevata un'obsolescenza che non garantisce un'adeguata tutela previdenziale; un fatto di cui ha preso atto anche il Parlamento, nella XVII legislatura, quando fu approvata, dall'assemblea di Montecitorio, il 19 marzo 2015, la mozione sulla previdenza sociale, a prima firma Fitzgerald Nissoli, presentata il 30 aprile 2014 e che impegnava il Governo pro tempore ad aggiornare le convenzioni internazionali di sicurezza sociale con i Paesi terzi che risultassero obsolete in seguito ai cambiamenti intercorsi, a garanzia di una più adeguata ed ampia tutela previdenziale; in quest'ottica, risulta di particolare importanza aggiornare l'Accordo bilaterale di sicurezza sociale Italia-Stati Uniti del 1973, per ricomprendervi una categoria più ampia di lavoratori che con il passare del tempo sono presenti fuori dal territorio nazionale. Una necessità che è stata rilevata dalla stessa Inps in occasione di incontri pubblici con la comunità italiana negli Usa; nell'aggiornare la convenzione sopra richiamata del 1973, è di rilevante importanza includere nuove figure professionali che si sono spostate dall'Italia negli Usa e, in particolare, gli iscritti all'ex-Inpdap, ora gestita dall'Inps,

in maniera da eliminare la disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati. Infatti, i lavoratori privati usufruiscono di un accordo bilaterale tra Italia e Usa (Social Security Administration statunitense - SSA), mentre i lavoratori pubblici non ne beneficiano; la disciplina della Convenzione in parola, date le mutate condizioni del mondo del lavoro, allo stato attuale, si pone in netto contrasto con l'articolo 3 della Costituzione italiana che sancisce l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Non a caso, la Corte costituzionale, nella sentenza n. 369 del 19 dicembre 1985, richiamava la necessità di emanare norme in grado di garantire ai lavoratori italiani all'estero la stessa tutela previdenziale prevista per i lavoratori occupati in Italia; nella XVII legislatura la firmataria della presente risoluzione ha avuto ripetute interlocuzioni con l'allora Governo in carica, nelle quali è stata ribadita l'importanza, riconosciuta dal medesimo Esecutivo, di avviare il negoziato per la modifica dell'Accordo bilaterale di sicurezza sociale Italia-Stati Uniti. Tanto che l'allora Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, onorevole Gentiloni, il 5 maggio 2016, in risposta ad una mia lettera, affermava che «la revisione dell'Accordo rientra tra quelli considerati prioritari dal Governo». Inoltre, in occasione dello svolgimento dell'interrogazione presentata dalla firmataria della presente risoluzione al Ministro del lavoro e delle politiche sociali pro tempore Poletti del 22 febbraio 2017, il Governo confermava l'impegno ad avviare il negoziato per la modifica dell'Accordo bilaterale di sicurezza sociale Italia-Stati Uniti; nel corso della XVIII legislatura, il Governo, rispondendo all'interrogazione a risposta immediata in commissione (n. 5-00126), presentata dalla prima firmataria del presente atto, ha confermato la volontà «di avviare al più presto il negoziato con gli Stati Uniti d'America»; pur tenendo conto della crisi pandemica nel frattempo intervenuta, sarebbe auspicabile ed opportuno non procrastinare ulteriormente l'avvio di una trattativa tanto attesa dai nostri connazionali in Usa, anche attraverso la promozione di iniziative propedeutiche atte ad avviare le trattative per l'aggiornamento di tale Accordo bilaterale,

impegna il Governo ad intraprendere, entro giugno 2021, tutte le iniziative a livello bilaterale utili ad avviare il negoziato per l'aggiornamento dell'Accordo di sicurezza sociale Italia-USA, al fine di venire incontro alle necessità dei lavoratori italiani negli Usa che ad oggi non vedono ancora pienamente tutelati i loro diritti previdenziali.

RISOLUZIONE CONCLUSIVA 8-00103 presentato da FITZGERALD NISSOLI FUCSIA testo di

Mercoledì 24 marzo 2021 in Commissione III (Affari esteri) Risoluzione n. 7-00592 Fitzgerald Nissoli: Sul negoziato per l’aggiornamento dell’Accordo di sicurezza sociale Italia-USA. RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

La III Commissione, premesso che: la globalizzazione e i cambiamenti sociali ad essa connessi richiedono un adeguamento delle convenzioni internazionali di sicurezza sociale con i Paesi terzi ove rilevata un’obsolescenza che non garantisce un’adeguata tutela previdenziale; si tratta di un fatto di cui ha preso atto anche il Parlamento, nella XVII legislatura, quando fu approvata, dall’Assemblea della Camera dei deputati, il 19 marzo 2015, la mozione n. 1-00445 sulla previdenza sociale, a prima firma Fitzgerald Nissoli, presentata il 30 aprile 2014 e che impegnava il Governo pro tempore ad aggiornare le convenzioni internazionali di sicurezza sociale con i Paesi terzi che risultassero obsolete in seguito ai cambiamenti intercorsi, a garanzia di una più adeguata ed ampia tutela previdenziale; in quest’ottica, risulta di particolare importanza aggiornare l’Accordo bilaterale di sicurezza sociale Italia-Stati Uniti del 1973, per ricomprendervi una categoria più ampia di lavoratori che con il passare del tempo sono presenti fuori dal territorio nazionale: una necessità che è stata rilevata dalla stessa Inps in occasione di incontri pubblici con la comunità italiana negli Usa; nell’aggiornare la Convenzione sopra richiamata del 1973, è di rilevante importanza includere nuove figure professionali che si sono spostate dall’Italia negli Usa e, in particolare, gli iscritti all’ex-Inpdap, ora gestiti dall’Inps, in maniera da eliminare la disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati. Infatti, i lavoratori privati usufruiscono di un accordo bilaterale tra Italia e Usa (Social Security Administration statunitense- SSA), mentre i lavoratori pubblici non ne beneficiano;

la disciplina della Convenzione in parola, date le mutate condizioni del mondo del lavoro, allo stato attuale, si pone in netto contrasto con l’articolo 3 della Costituzione italiana che sancisce l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Non a caso, la Corte costituzionale, nella sentenza n. 369 del 19 dicembre 1985, richiamava la necessità di emanare norme in grado di garantire ai lavoratori italiani all’estero la stessa tutela previdenziale prevista per i lavoratori occupati in Italia; nella XVII legislatura la firmataria della presente risoluzione ha avuto ripetute interlocuzioni con l’allora Governo in carica, nelle quali è stata ribadita l’importanza, riconosciuta dal medesimo Esecutivo, di avviare il negoziato per la modifica dell’Accordo bilaterale di sicurezza sociale Italia-Stati Uniti, tanto che l’allora Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, il 5 maggio 2016, in risposta ad una lettera, affermava che «la revisione dell’Accordo rientra tra quelli considerati prioritari dal Governo». Inoltre, in occasione dello svolgimento dell’interrogazione presentata dalla firmataria della presente risoluzione al Ministro del lavoro e delle politiche sociali pro tempore Poletti del 22 febbraio 2017, il Governo confermava l’impegno ad avviare il negoziato per la modifica dell’Accordo bilaterale di sicurezza sociale Italia-Stati Uniti; nel corso della XVIII legislatura, il Governo, rispondendo all’interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5- 00126, presentata dalla prima firmataria del presente atto, ha confermato la volontà «di avviare al più presto il negoziato con gli Stati Uniti d’America»; pur tenendo conto della crisi pandemica nel frattempo intervenuta, sarebbe auspicabile ed opportuno non procrastinare ulteriormente l’avvio di una trattativa tanto attesa dai nostri connazionali in Usa, anche attraverso la promozione di iniziative propedeutiche atte ad avviare le trattative per l’aggiornamento di tale Accordo bilaterale,

impegna il Governo ad intraprendere tutte le iniziative a livello di coordinamento interministeriale utili ad avviare, compatibilmente con i vincoli di bilancio, il negoziato per l’aggiornamento dell’Accordo di sicurezza sociale Italia-USA, al fine di venire incontro alle necessità dei lavoratori italiani negli Usa che ad oggi non vedono ancora pienamente tutelati i loro diritti previdenziali. (8-00103) «FITZGERALD NISSOLI».

ACCOLTA DAL GOVERNO ED APPROVATA DALLA III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI) NELLA SEDUTA DEL 24 MARZO 2021.

Relazione sui seguiti dati all’attuazione della risoluzione n. 8-00103 On. Fitzgerald Nissoli (FI) sull’aggiornamento dell’Accordo di sicurezza sociale Italia-USA.

In linea con gli impegni assunti con l’approvazione della risoluzione in oggetto, la Farnesina ha intrapreso subito uno stretto coordinamento con il competente Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sul tema dell’aggiornamento dell’Accordo di sicurezza sociale Italia-USA. Non si nasconde che non sono poche le difficoltà di natura giuridica all’estensione dell’Accordo di sicurezza sociale con gli Stati Uniti finora emerse. Questo Accordo include infatti nel campo di applicazione i lavoratori subordinati e autonomi che hanno svolto o svolgono la loro attività nei due paesi; in particolare per l’Italia si tratta di tutti gli assicurati presso l’INPS mentre per quel che riguarda gli Stati Uniti sono compresi soltanto gli iscritti al Social security che, come noto, costituisce soltanto la previdenza di base, mentre sono largamente diffusi sistemi previdenziali privati. L’Accordo non tiene pertanto conto delle categorie professionali dei liberi professionisti e dei lavoratori pubblici (per l’Italia) e delle numerosissime persone a reddito medio e medio-alto che aderiscono ai fondi pensionistici privati (per gli Stati Uniti).

A giudizio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’estensione dell’Accordo implicherebbe quindi il quasi impossibile coordinamento tra sistemi intrinsecamente diversi ed estremamente eterogenei, che a suo tempo giustificò la ragione di escludere i lavoratori dotati di fondi pensionistici privati regolati da statuti propri. L’aggiornamento dell’Accordo in parola comporterebbe, inoltre, il riconoscimento unilaterale di nuovi diritti che, sul lato italiano, graverebbero sulle casse dei liberi professionisti (per tale categoria di lavoratori) e dello Stato (per i lavoratori del pubblico impiego), senza una reale reciprocità da parte statunitense. In aggiunta ai problemi di natura giuridica appena menzionati, rimane la necessità di reperire risorse finanziarie certe a fronte di un’estensione dell’Accordo vigente che si prospetta particolarmente onerosa. Il Ministero del Lavoro ha comunicato, a tale riguardo, di essersi già rivolto all’INPS chiedendo la quantificazione degli oneri. Tutto ciò premesso, questa Amministrazione non lesinerà sforzi per proseguire la riflessione e approfondire ulteriormente questo delicato e importante tema, in stretto coordinamento con il competente Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

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