CARGO MALPENSA

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CARGO MALPENSA

PORTA SUL MONDO PER L’EXPORT

LA CARGOCITY

RIPRENDE QUOTA

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GIUGNO 2025

PORTA SUL MONDO PER L’EXPORT

L’aeroporto lombardo della Malpensa non è solo uno scalo aereo, ma è anche uno dei principali nodi della rete logistica italiana, grazie sia alla sua posizione geografica – al centro di una delle aree produttive più importanti d’Europa – sia per la capacità operativa della sua cargocity, ben connessa alla rete autostradale italiana. Caratteristiche che rendono questo hub il punto di riferimento nazionale per l’importazione e l’esportazione delle merci di elevato valore.

Da una pista sterrata al servizio della Caproni a uno dei più importanti aeroporti europei e il principale per le merci in Italia, l’aeroporto della Malpensa ha fatto una carriera eccezionale. E pensare che le origini non furono fauste perché le sue radici sono in una cascina che a causa dell’acidità del terreno che ostacolava la crescita delle piante ricevette il nome lombardo di “Mal pensàa”, ossia “mal pensata”. E se l’allora inabitata brughiera su cui sorge favorì lo nascita e lo sviluppo dello scalo, oggi rischia di limitarne la crescita, al-

meno della parte merci, per questioni ambientali. Comunque, la Malpensa mantiene saldamente la prima posizione in Italia nel cargo, con una percentuale che negli ultimi anni è oscillata tra il 62% e il 65% . A titolo di confronto, il secondo aeroporto italiano per traffico cargo, Roma Fiumicino, detiene una quota di mercato di circa il 23%, evidenziando un divario strutturale e funzionale che resta ancora significativo.

La sfida dell’aviocamionato

Se a livello nazionale la prevalenza di Malpensa è assoluta, il confronto con i giganti europei del cargo aereo delinea una realtà più complessa, fatta di competitività e sfide strategiche. Lo scalo lombardo si pone tra i primi dieci aeroporti cargo del continente (considerando l'area Unione Europea più Regno Unito). I dati del 2024 mostrano Francoforte al primo posto con 1,95 milioni di tonnellate , seguito da Parigi Charles de Gaulle con 1,87 milioni. Questi numeri mostrano che i principali hub del Nord e Centro Europa movimentano volumi più che doppi rispetto a Malpensa.

Questa discrepanza non è solo una questione di scala, ma il sintomo di una sfida strutturale per il sistema logistico italiano: il fenomeno dell'"aviocamionato". Infatti, una quantità importante di merci ad alto valore, prodotte nel

cuore del bacino d'utenza di Malpensa, è trasportata su strada verso hub come Francoforte, Parigi, Amsterdam o Liegi, per essere poi imbarcata su voli intercontinentali. Questo traffico "sottratto" a Malpensa è stimato rappresentare circa il 42% del totale delle merci aeree originate in Italia.

Questa dinamica delinea la duplice realtà strategica dello scalo: un gigante a livello nazionale, ma un concorrente di medie-grandi dimensioni a livello europeo. La sua crescita dipende soprattutto dalla sua capacità nel competere direttamente con gli scali nordeuropei per intercettare questi flussi. Recuperare anche solo una parte di questo traffico, migliorando l'efficienza operativa, la connettività e i costi, rappresenta per Malpensa la più grande opportunità di crescita strutturale.

Al servizio del Centro-Nord

Il bacino d’utenza di Malpensa comprende un’area geografica che produce circa un terzo del Pil italiano, concentra il 24% di tutte le aziende italiane e genera circa il 40% dell'intero interscambio commerciale del Paese. Quindi, se nel 1909 Gianni Caproni non avesse deciso d’impiantare a Cascina Malpensa la sua azienda di costruzioni di aerei, con relativa pista, comunque qualcuno in questa zona un aeroporto avrebbe dovuto inventarlo. Stiamo parlando dell’intero Nord Italia, quindi Lombardia e Piemonte in primo luogo, ma anche Emilia-Romagna, Toscana, fino alle Marche. Ma anche il Canton Ticino svizzero considera Malpensa come il suo scalo internazionale di riferimento.

Nella cargocity lombarda transita una vasta gamma di prodotti del Made in Italy di valore: abbigliamento e suoi accessori, tessile, arredamento, farmaci, biomedicale, elettronica e in generale alta tecnologia, ricambi e componenti di veicoli e macchinari. Però Malpensa non deve dare questo flusso per scontato, sia perché l'aviocamionato può portarlo su strada oltre frontiera, sia perché aeroporti più piccoli situati nel suo bacino vogliono crescere proprio nelle merci. Ciò vale soprattutto nel settore orientale del suo bacino d’utenza, dove gli scali di Venezia e Bologna possono attrarre traffico dal Veneto e dall’EmiliaRomagna.

500mila mq di cargocity

Uno strumento importante che attrae le merci alla Malpensa è la sua cargocity, un’area che si estende per circa mezzo milione di metri quadrati nella parte sud-occidentale del

sedime aeroportuale. Il suo nucleo è costituito da sette magazzini di prima linea, per un totale di circa 100mila metri quadrati di superficie coperta, con accesso diretto al piazzale di sosta degli aeromobili, minimizzando i tempi di trasferimento delle merci. L'infrastruttura è progettata per essere flessibile e in grado di gestire qualsiasi tipologia di merce.

Particolare attenzione è dedicata alle merci speciali: sono disponibili 4.000 metri quadrati di aree a temperatura controllata per lo stoccaggio di prodotti farmaceutici, alimentari e deperibili, oltre a strutture per animali vivi e merci pericolose. La presenza in loco di tutti gli enti di controllo statali – tra cui Agenzia delle Dogane, Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (Usmaf), Servizi Veterinari (Pif), Servizio Fitosanitario e Nucleo Cites dei Carabinieri – è un fattore chiave che garantisce procedure di sdoganamento rapide, sicure e conformi alle normative, riducendo i tempi di sosta e i costi per gli operatori.

Lo stallo del Masterplan

Ma lo spazio per le merci vuole ancora crescere e il potenziamento del cargo è stato previsto dal Masterplan 2035. Il suo percorso di approvazione si sta però rivelando accidentato e il piano originale si è scontrato contro alcune limitazioni della valutazione d’impatto ambientale, che vuole tutelare la brughiera circostante.

La conseguenza è che l’espansione degli impianti deve avvenire entro il sedime aeroportuale e in tale ambito sono previsti magazzini di seconda linea e un centro servizi. La prevista espansione fuori dal sedime aeroportuale è per ora stata fermata da un parere emesso a giugno 2023 dal ministero dell’Ambiente e oggi la questione appare in stallo.

Crescita nel digitale

In compenso, la cargocity sta crescendo nel mondo digitale. Il primo gennaio 2024 è diventato obbligatorio per tutti gli operatori della filiera l'utilizzo della piattaforma "Smart City of Goods", un ecosistema digitale, che connette spedizionieri, handler, autotrasportatori e Autorità doganali e consente la condivisione e l'integrazione in tempo reale di tutte le informazioni relative alle spedizioni in partenza.

Il sistema vuole permettere processi di accettazione più rapidi, drastica riduzione degli errori grazie all'eliminazione dell'inserimento manuale dei dati, dematerializzazione dei documenti e, soprattutto, una significativa diminuzione dei tempi di attesa per i camion.

A rafforzare questa visione, nel giugno 2025 è stata lanciata la Milan Malpensa Cargo Community, un'iniziativa che riunisce tutti gli operatori della filiera per lavorare in modo collaborativo su cinque pilastri strategici: efficienza operativa, connettività globale, innovazione e digitalizzazione, sostenibilità ambientale e sviluppo inclusivo.

Un grande contributo all’export

Il principio fondamentale del trasporto aereo merci è che esso movimenta una frazione minima del commercio globale in termini di volume, ma una quota enorme in termini di valore. Malpensa incarna perfettamente questa logica. Le oltre 700mila tonnellate di merci che transitano annualmente dallo scalo rappresentano un valore economico straordinario. L'analisi diventa ancora più eloquente se si isola il contributo alle esportazioni.

I dati più recenti indicano che da Malpensa transita il 6,2% del valore totale delle esportazioni italiane. Questa percentuale sale all'11,3% se si considerano esclusivamente le esportazioni destinate ai Paesi extra-europei. Ciò dimostra la specializzazione di Malpensa come gateway intercontinentale, la via d'accesso privilegiata per le imprese italiane verso i mercati più lontani e ricchi

LA CARGOCITY RIPRENDE QUOTA

Dopo una flessione temporanea nel 2023, in linea con un rallentamento globale, il 2024 ha segnato una ripresa, con volumi che hanno raggiunto 731.641 tonnellate, registrando un aumento dell’8,9%. Questa crescita non è un semplice ritorno al passato, ma il risultato di un cambiamento strutturale.

Il 2024 è stato l’anno della ripresa delle merci a Malpensa, dopo un 2023 in flessione. Infatti, il 2023 si è chiuso per Malpensa con una movimentazione di 671.908 tonnellate, il 6,8% meno dell’anno precedente. È stato un calo più marcato della media nazionale (-1%), però questo risultato deve essere letto in un contesto di debolezza congiunturale del commercio globale e di una normalizzazione dei volumi dopo gli anni eccezionali della pandemia. Il 2024 ha segnato un'inversione di tendenza netta, che riportano lo scalo lombardo sopra la soglia delle 700mila tonnellate: 731.641 tonnellate, pari a una crescita annuale dell’8,9%.

La ripresa del 2024 non è stato un semplice ritorno ai livelli precedenti, ma è il frutto di un cambiamento nella composizione del traffico. La crescita è stata trainata non più dal segmento Corrieri, ma da una

buona prestazione di quelli Cargo e Belly. Questa trasformazione indica che la base di attività di Malpensa si sta diversificando, diventando meno dipendente dai corrieri espressi e più legata, da un lato, alle dinamiche del commercio elettronico globale gestito da vettori all-cargo (prevalentemente in importazione dall'Asia) e, dall'altro, alla piena ripresa dei collegamenti passeggeri di lungo raggio, che hanno ripristinato una capacità di stiva essenziale per l’esportazione italiana. Questa nuova configurazione, sebbene più resiliente, introduce nuove dipendenze, come quella dal mercato asiatico dei consumatori, che dovranno essere gestite con attenzione strategica.

Andamento dei tre segmenti

Il segmento Corrieri è storicamente uno dei pilastri di Malpensa e nel 2024 ha subito una contrazione significativa. La sua quota di mercato è scesa dal 40,9% nel primo semestre 2023 al 32,8% nello stesso periodo del 2024, con una diminuzione dei volumi del 10,2%. Questo calo non riflette una crisi della domanda di spedizioni espresse, ma è la conseguenza diretta di decisioni strategiche di specifici operatori: la riduzione dei voli operati da Amazon e la sospensione dei collegamenti di Ups da ottobre 2023 hanno avuto un impatto determinante. È importante notare, tuttavia, che il traffico di un altro gigante del settore, Dhl Express, è rimasto stabile, a dimostrazione che

Malpensa non ha perso la sua attrattiva per il settore nel suo complesso, ma ha subito una ricalibrazione post-pandemica da parte di alcuni operatori.

Il segmento Cargo ha registrato la crescita maggiore, diventando il primo per quota di mercato. Tra il 2023 e il 2024, la sua incidenza è passata dal 38,5% al 42,3%, con un forte aumento dei volumi del 22,8%. Questo risultato è quasi interamente attribuibile all'esplosione del commercio elettronico, con un flusso massiccio di merci prevalentemente in importazione dall'Estremo Oriente. Vettori come Air China e TurkishAirlines, insieme con operatori specializzati, hanno potenziato i loro servizi su Malpensa per rispondere a questa domanda crescente.

Anche il Belly ha mostrato vitalità: la sua quota di mercato è aumentata dal 20,6% al 24,9%, con un incremento dei volumi del 34,9%, il più alto in termini percentuali. Questa prestazione è direttamente legata alla robusta ripresa dei voli passeggeri di lungo raggio. Ogni nuova rotta intercontinentale aperta a Malpensa non rappresenta solo un'opportunità per il turismo e i viaggi d'affari, ma introduce anche nuova capacità di stiva, offrendo agli spedizionieri maggiore flessibilità, frequenza e capillarità per l’esportazione delle merci italiane.

Le categorie merceologiche

L'export da Malpensa rappresenta circa il 54% dei volumi totali movimentati ed è il riflesso diretto delle specializzazioni produttive del suo bacino d'utenza. Non si tratta di merci generiche, ma di prodotti ad altissimo valore aggiunto, dove la rapidità e l'affidabilità del trasporto aereo sono essenziali per la competitività. Le principali categorie merceologiche in esportazione, classificate per valore, sono:

• Prodotti farmaceutici: medicinali, vaccini e preparati farmaceutici rappresentano una delle voci più importanti, grazie alla forte presenza dell'industria

farmaceutica in Lombardia e nel Lazio e alla necessità di una rigorosa catena del freddo che Malpensa è in grado di garantire.

• Meccanica e componentistica: include macchinari di precisione, parti di ricambio per l'industria automotive e aerospaziale, e apparecchiature elettriche ed elettroniche.

• Moda e lusso: abbigliamento di alta moda, articoli in pelle, calzature e accessori rappresentano un flusso costante e di altissimo valore, destinato alle boutique e ai mercati di tutto il mondo.

• Gioielleria e preziosi: merci che per il loro valore intrinseco richiedono i massimi livelli di sicurezza, per i quali il trasporto aereo è la modalità privilegiata.

• Apparecchiature mediche e ottiche: strumenti di precisione, lenti e dispositivi medicali, inclusi quelli prodotti dal distretto dell'occhialeria.

I flussi in importazione, che costituiscono il restante 46% dei volumi, sono guidati da dinamiche complementari ma altrettanto strategiche. I principali componenti sono:

• Commercio elettronico: la crescita esponenziale del commercio elettronico è il principale motore dei volumi in importazione, in particolare nel segmento Cargo. Malpensa si è affermato come il principale accesso italiano per i beni di consumo acquistati online, provenienti in larga parte dall'Estremo Oriente e in particolare dalla Cina.

• Componentistica per l'industria: l'aeroporto è il punto di ingresso per una vasta gamma di componenti e semilavorati indispensabili per le filiere produttive del Nord Italia. Ciò comprende componenti elettronici, microchip, prodotti chimici e materie plastiche speciali, che vengono importati per essere assemblati e trasformati nei prodotti italiani destinati poi all'esportazione.

• Abbigliamento e tessile: Una quota significativa di capi di abbigliamento e accessori, prodotti inAsia per conto di marchi italiani e internazionali, transita

da Malpensa per essere distribuita sul mercato europeo.

• Prodotti deperibili: categorie specifiche come il pesce fresco vengono importate via aerea per garantirne la massima freschezza sul mercato italiano.

Le direttrici del traffico

Le connessioni di Malpensa si estendono a livello globale, con una netta prevalenza dei flussi extraeuropei, che rappresentano circa il 92% del traffico cargo totale in Italia. Per quanto riguarda l’esportazione, le principali direttrici sono verso il Nord America (con gli Stati Uniti come primo partner commerciale) e l'Asia-Pacifico (con mercati chiave come Cina, Giappone, Corea del Sud e Hong Kong). Queste due aree assorbono la maggior parte dei prodotti ad alto valore in partenza da Malpensa. In importazione, la direttrice dominante è l'Estremo Oriente, che secondo dati storici rappresenta circa il 40% del traffico totale. Questa quota è stata ulteriormente rafforzata dal recente boom del commercio elettronico, come evidenziato dalla crescita dei voli cargo da quest'area.

I principali aeroporti con cui Malpensa ha relazioni sono stati a oriente quelli di Hong Kong, Doha e Seoul Incheon. In particolare, la rotta MalpensaDoha, operata da QatarAirways, e quella MalpensaHong Kong, servita da numerosi vettori tra cui Msc Air Cargo e Dhl, sono arterie vitali per i flussi tra Europa eAsia.Verso occidente, NewYork si conferma come una delle destinazioni storicamente più importanti e trafficate. Sebbene il traffico intra-europeo sia meno voluminoso, alcuni hub svolgono un ruolo cruciale come centri di smistamento per i corrieri espressi. La rotta Malpensa-Leipzig-Halle, hub europeo di Dhl, è la principale per volumi di traffico

Ora decollano anche i droni

Nelle notti tra l’8 e il 10 luglio 2024 dalla cargocity sono decollati i primi droni elettrici a decollo e atterraggio verticale per il trasporto merci, nell’ambito del progetto europeo U-Elcome. Si tratta di una sperimentazione che, se confermata su scala operativa, potrebbe cambiare il trasporto dell’ultimo chilometro. Il protagonista dei voli di test è stato il drone Nimbus, realizzato da Technosky, che ha completato due missioni notturne: un percorso di 8 km complessivi tra andata e ritorno verso il magazzino

con la Germania e una delle più importanti in assoluto.Anche Lussemburgo, base del gigante all-cargo Cargolux, è un partner strategico fondamentale.

logistico di Barbarini & Foglia e un secondo volo di 7 km da e per il magazzino di Sebi, trasportando un pacco di piccole dimensioni. Le operazioni si sono svolte senza interferenze con l’attività regolare dello scalo aeroportuale, dimostrando la compatibilità tra traffico tradizionale e quello aereo innovativo. Il potenziale di queste tecnologie è importante. L’uso di droni per la consegna di merci, specialmente in ambito urbano e aeroportuale, può portare benefici concreti in termini di efficienza e impatto ambientale: si riducono i tempi di consegna, si alleggerisce il traffico su strada, e si abbattono le

emissioni di CO2, contribuendo alla decarbonizzazione della logistica. Le operazioni avviate a Malpensa rappresentano un primo banco di prova per future applicazioni su scala industriale. In prospettiva, i droni potrebbero essere integrati nella catena logistica come vettori rapidi tra i magazzini di primo smistamento e i centri urbani, o tra diversi hub aeroportuali, con un modello replicabile anche in altri scali italiani ed europei.

I voli fanno parte del Cluster Italiano dimostrativo del progetto U-Elcome, coordinato da Enav, che prevede successive attività di test.

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