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7 maggio 2008 • pagina 21

aveva fatto sentire maggiormente liberi, circa l’11 percento degli adulti mise le esperienze religiose e spirituali al primo posto, e queste persone erano maggiormente disponibili ad affermare di essere felici rispetto a coloro che menzionavano altri tipi di esperienze. Sorprendentemente, una delle ragioni per cui l’esperienza re-

sesso prematrimoniale, la legalizzazione delle droghe o la presenza della religione nella vita pubblica, i tradizionalisti che limitano la loro libertà risultano maggiormente felici dei modernisti che si fanno poche o nulle imposizioni. Molti ritengono che le regole governative, e non le restrizioni religiose, siano il modo migliore per evitare il peso eccessivo della libertà, ma ci sono molte proibizioni statali che si ispirano alla religione e alle disposizioni morali. La prostituzione, ad esempio, è illegale perché molti, forse la maggioranza, degli americani la ritengono indecente, come pure l’incesto.

Viceversa, tanti divieti, in particolare quelli relativi alla vendita di alcolici la domenica, rimangono lettera morta in numerosi Stati, ma usare la legge per imporre un comportamento morale - e quindi in teoria promuovere la felicità – può rivelarsi inutile per varie ragioni. Dunque è appropriato per un governo limitare la libertà morale? Ovviamente è giusto quando la licenza del singolo tende a danneggiare gli altri, quando è necessario proteggere un altro da me, ma non me da me stesso. Thomas Jefferson chiarì questo principio quando disse che per «chiudere il circolo delle libertà», il governo deve «impedire ad un uomo di ferirne un altro». La ricetta della felicità è una combinazione di libertà individuale, decenza personale e moderazione. Lo Stato protegge la nostra libertà al meglio quando non interviene nelle nostre scelte morali, ma difende con forza il nostro diritto di restringerle alla sfera personale. Se il ruolo della libertà per la felicità vi sembra ovvio quanto l’importanza della vita per la libertà, è probabile che siate americani, ma in molti Paesi sareste contestati, imprigionati o peggio, se voleste affermare il vostro diritto al voto o iniziare un’attività economica. L’America è un’oasi di felicità che produce libertà in un mondo che generalmente non crede che i cittadini possano gestirla, e non permette loro di tentare. Come americani, noi crediamo che le persone abbiano diritto alla libertà e per questo la proteggiamo così gelosamente, ma la felicità richiede un uso responsabile della libertà, e questo implica, sia a livello individuale che collettivo, un giusto equilibrio tra libertà privata e moralità personale.

La religione, indica e limita le scelte personali in fatto di morale, rappresenta per molti una strada per alleviare il peso della libertà ligiosa risulta soddisfacente dipende dal fatto che la religione impone dei limiti comportamentali, e tali limitazioni si riferiscono ad un tipo di libertà che non comporta felicità. In questo ambito infatti, troppa libertà ci rende insicuri e indecisi, incapaci di distinguere il bene dal male, e di conseguenza infelici. La religione, che spesso indica e limita le scelte personali in fatto di morale, rappresenta per molti una strada per alleviare il peso della libertà.

che chi sostiene il diritto alla libertà religiosa anche per coloro che praticano religioni particolari, è più felice di chi vi si oppone. In una indagine condotta nel 2006, in cui si chiedeva di sostenere o meno il diritto di coloro che hanno idee antireligiose di parlare in pubblico, quelli che si espressero per il no furono un terzo dei favorevoli, e si dichiararo-

no non molto soddisfatti della propria vita. In altre parole, la tolleranza religiosa - spinta fino all’accettazione di opinioni contrarie al sentimento religioso - è fortemente collegata alla felicità. Peraltro, molti degli americani che si dichiarano più felici hanno raggiunto l’obiettivo per mezzo della fede. Quando, nel 2000, il Gss chiese di descrivere l’esperienza che

I Padri Fondatori (nel dipinto in alto) consideravano la libertà uno dei tre fondamentali diritti donati da Dio, insieme alla vita e alla ricerca della felicità

Sempre il Gss conferma tale asserzione. Credete che una donna abbia il diritto di praticare un aborto per qualsiasi motivo? Avete 9 punti percentuali in meno di possibilità di essere felici rispetto a coloro che non credono nell’aborto a comando, e tale differenza rimane invariata a prescindere dall’età, livello di benessere, educazione, razza e stato coniugale. Se ritenete che il tradimento sia “sempre sbagliato”, avete il 10 percento di probabilità in più di essere felici rispetto a chi non lo crede. Riguardo tanti argomenti come il


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