Il punto 41

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n.

Le pagine dedicate a soci e dipendenti

Editoriale

Un anno di domande e risposte

La forma cooperativa è adatta a traghettare l’azienda nel mare in tempesta della crisi? Mario Guarnieri -

mguarnieri@cpl.it

Vicepresidente CPL CONCORDIA

Questo editoriale viene scritto oggi, ad un anno esatto dai terremoti del maggio 2012 che hanno colpito così duramente i nostri territori. Con orgoglio posso dire che, grazie al contributo di tutti (soci e dipendenti) abbiamo superato quel difficile momento ma, di contro, sono consapevole che la società in cui viviamo sta subendo un sisma ben più grave e duraturo: la crisi economica. Le crisi, soprattutto quelle prolungate, storicamente sono foriere di profondi mutamenti che toccano la società, la politica e l’economia. In questo contesto economico la domanda che mi sorge spontanea è: la struttura cooperativa e le sue connotazioni sociali sono adatte a traghettare l’azienda in questo mare in tempesta? Se dovessi provare a rispondere a questa domanda proporrei le seguenti riflessioni. La cooperativa è un’impresa intergenerazionale, il suo obiettivo non è quello di massimizzare il profitto individuale, ma deve comunque generare utili, creare cassa, dare solidità al proprio patrimonio aziendale che diventa la garanzia per le generazioni future. L’obiettivo è quello di dare lavoro nella continuità, il concetto di mutualità non è più basato sul principio

di “lavorare meno, lavorare tutti” ma piuttosto sulla capacità dell’azienda di dare prospettiva e sicurezza al posto di lavoro che è stato creato. La cooperativa può essere sostenuta anche economicamente, in diverse forme: attraverso la richiesta di ammissione a socio, attraverso il libretto di prestito, attraverso la domanda per diventare socio sovventore: si tratta di scelte che rappresentano un “dare” ma anche un “avere” importante per il lavoratore, perché è sempre bene ricordare che senza soci la cooperativa NON esisterebbe. La cooperativa educa (o costringe) alla collaborazione e al confronto continuo, che consente a tutti - a tutti quelli che lo vogliono, ovviamente - l’arricchimento culturale e professionale: su questo si basa la crescita continua dell’azienda. Non può esistere la riservatezza di conoscenze tecniche nei confronti dei nuovi arrivati, occorre tralasciare l’individualismo per dare spazio al gioco di squadra. La presenza di lavoratori d’esperienza (i

soci storici) è una ricchezza, così come la presenza di forze giovani che portano un diverso approccio ai problemi, ma anche un nuovo modo di comunicare legato a internet e ai social network (Facebook, Twitter). Questo mette “in rete” non solo i nostri 800 soci e 1.600 dipendenti ma anche amici, parenti, conoscenti, followers: un mondo ricco di valori, varie-

gato, che va costantemente custodito ed alimentato. La cooperativa ha una storia e un nome da onorare e da rafforzare: ciascuno deve sentire la responsabilità di far ben figurare l’azienda, come ha la possi-


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