Costozero Settembre/Ottobre n.4/2016

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Innovazione, internazionalizzazione, investimenti in logistica e organizzazione dei processi sono solo alcuni dei principali driver su cui agire per far crescere l’intera filiera

zionali. Rimarchevoli sono stati gli investimenti attuati negli ultimi anni in diversi stabilimenti, soprattutto di multinazionali, per innovazioni di processi e prodotti. In Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna i siti maggiori delle multinazionali, e molti impianti minori guidati da operatori meridionali, sono ormai inseriti da anni in organismi distrettuali di ricerca con la partecipazione di Università, loro Dipartimenti e altri centri come ad esempio il CNR. La presenza del comparto farmaceutico in quei contesti territoriali ha contribuito a radicarvi o a incrementarvi attività di ricerca applicata, pubbliche e private, favorendo nascita e sviluppo di dipartimenti universitari in farmacologia, chimica e tecnologie farmaceutiche e scienze biotecnologiche, e ad avviarvi prime supply chain per le industrie trainanti. Sono nati così Distretti biotecnologici e di life sciences costituiti da imprese di più settori fra loro interattive e da varie Istituzioni pubbliche. I dati sottolineano anche l’interdipendenza esistente e il contributo dato ai successi di tutta la filiera farmaceutica italiana: 100 euro di produzione farmaceutica nel Mezzogiorno attivano infatti ulteriori 440 euro nel resto del Paese. Il settore dell’industria farmaceutica è dunque presente nell’Italia meridionale, sia pure con varia densità numerica di aziende e produzioni

nelle singole regioni. É un comparto che nel Mezzogiorno ancora non offre numeri importanti, ma la cui significatività è senz’altro crescente. Le difficoltà certamente non mancano soprattutto per le trasformazioni del mercato, ma le imprese di questa filiera stanno dimostrando di aver ben compreso che occorre coniugare la qualità organizzativa e la capacità produttiva con innovazione, tecnologie e sperimentazione. Innovazione, processi di internazionalizzazione, investimenti in logistica e organizzazione dei processi sono solo alcuni dei principali driver su cui agire per far crescere l’intera filiera da sempre progettata e strutturata per “far star bene e in salute il mondo”. C’è ancora molto da fare per poter

portare la struttura produttiva e di ricerca del Mezzogiorno ai livelli di quella nazionale. Non esiste ancora una sufficiente capacità di fare sistema, che riesca a trasformare il sistema produttivo dell’area da un insieme di presenze spesso puntiformi e isolate (anche se singolarmente rilevanti) a sistemi integrati di produzione e di ricerca in grado di dare una forte impronta sulla sua struttura produttiva e sulle sue direzioni di ricerca e innovazione tecnologica. Ci sono però le capacità, gli skill professionali e le potenzialità di investimento per percorrere la strada della crescita e della competitività, anche in questa filiera così rilevante per il suo impatto innovativo e tecnologico sul territorio. Tabella - Alcuni dati di sintesi

Italia

Mezzogiorno

% Mezzogiorno/Italia

Valore aggiunto (mln di euro)

9.213

599

6,5

Fatturato (mln di euro)

28.450

1.080

3,8

N. Unità locali

759

125

16,5

N. Imprese

306

50

16,3

N. Occupati

63.500

3.600

5,7

Export (mln di euro)

21.872

2.282

10,4

Import (mln di euro)

22.106

2.131

9,6

TPA - Traffico Perfezionamento attivo (mln di euro)

4.033

223

5,5


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