Costozero n.2/2017 - Pronti a partire

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edilizia industriale

ATI, da fabbrica di tabacco ad archeologia industriale Un articolato progetto di recupero, basato su un finanziamento collettivo di privati e aziende, riconverte i sei essiccatoi esistenti realizzando, su circa 15.000,00 mq complessivi, spazi di co-working destinati ad attività artigianali, studi professionali e startup, un grande market di prodotti tipici e a Km zero e un polo fieristico

Maria Rosaria Di FIlippo Architetto mariarosaria.difilippo@yahoo.it

L’

ex tabacchificio A.T.I., già Farina, fu uno dei più grandi stabilimenti del complesso aziendale della Società Agricola Industriale Meridionale (S.A.I.M.). Ricostruito nelle forme attuali, dopo la distruzione bellica del 1943, sostanzialmente era costituito da grandi capannoni che liofilizzavano e custodivano le foglie di tabacco, coltivate nei campi della Piana del Sele. Oggi è in condizione di ultra decennale abbandono, ma è di fondamentale importanza per il nuovo assetto urbanistico dell’area, interessata da un generale programma di riorganizzazione urbanistica attuato attraverso la realizzazione del progetto Più Europa, che prevede la realizzazione a breve distanza dalla struttura di un centro modale d’interscambio. Collocato a ridosso del centro urbano e a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria, 36 | aprile/maggio 2017

risulta servito dalle maggiori infrastrutture provinciali, se si considera che dista soli 2 km dall’uscita dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e 7 dall’aeroporto di Salerno Pontecagnano. Ogni essiccatoio ha una superficie di 1.400 mq e un’altezza di 12 m. Nei tabacchifici della Piana del Sele, erano impiegati molti lavoratori stagionali, soprattutto donne, che migliorarono le loro condizioni di vita e di lavoro, trovando nelle fabbriche di tabacco, il mezzo per raggiungere l’emancipazione femminile e lo sviluppo economico delle proprie famiglie. L’uso pubblico cui si vogliono destinare, nel progetto, i sei essiccatoi esistenti, costituisce il sigillo della continuità della sua funzione nella comunità. Il progetto Il progetto proposto è innovativo soprattutto perchè basato su un finanziamento collettivo di

privati e aziende che investono nel recupero della struttura, allo scopo di riservarsi uno spazio all’interno dell’ex tabacchificio recuperato, a un prezzo low cost che varia da un minimo di 35,00 euro a un massimo di 62,50 euro mensili. Di sostegno al bando, sarà realizzata anche una campagna di crowdfunding, dedicata a chi investe nel progetto un budget minimo, finalizzato a sostenere il progetto o anche per simpatia alla proposta progettuale. Con questa forma di finanziamento, si darebbe vita a una collaborazione tra pubblico e privato, la prima di questo tipo in città, finalizzata al recupero di un bene dalle importanti valenze storico-architettoniche e identitarie, che rappresenterebbe un nuovo modello di gestione comune di spazi recuperati, quale esempio concreto di best practice applicata a beni architettonici. Il progetto di


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