Corriere Salentino - Dicembre 2024

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CORRIERE SALENTINO

Anno VII n.2 / Dicembre 2024

Supplemento a Corriere Salentino di Dario De Carlo.

Iscritto presso Tribunale di Lecce n° 1011 del 29/12/2008

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L’EDITORIALE

Natale, riscoperta della

Tradizione e dei mestieri

Chi scrive non ha dimestichezza con la manualità, però per un profondo rispetto verso la nostra civiltà, tende a valorizzare le gesta di quanti ci hanno preceduto. Mestieri, artigianato, colpi di performatività che consentivano ai nostri avi di sbarcare il lunario ed in alcune circostanze anche di brillare sul piano artistico. Tanti sono i progetti comunitari e regionali che rilanciano i saperi di una volta: la tecnologia ed il progresso hanno, in tanti casi, impoverito l’uomo nel suo spirito. Il Natale, come osserva anche lo Steiner, “trasforma una dottrina in sensazioni e sentimenti dell’anima”. Ciò è ancora più autentico se ci apprestiamo ad allestire un presepe in

di Flavio De Marco

cartapesta, realizzando con le proprie mani, una creatura che promana vita e che ci spinge a cercare l’Amore fuori da se’. Ciò vale per chi ha fides et ratio. A proposito di cartapesta, è sempre bello ricordare ai più giovani, che Lecce ha espresso, soprattutto dal 1600 in poi, con la strutturazione a livello architettonico della Lecce Chiesa e Lecce Sacra, i più grandi maestri della cartapesta dei Santi di Carta, autentico patrimonio dei Beni Culturali. Dunque ben vengano i saperi ed i mestieri, alcuni di essi estinti, ben vengano i laboratori didattici e l’insegnamento storico sulle antiche arti. Tra questi mestieri (estinti) mi piace ricordare in questo editoriale quello della “legatoria”, mestiere di mio nonno e di mio padre. Quest’ultimo seppur storico, docente e giornalista non disdegnava proseguire la tradizione familiare “rilegando” i volumi antichi e storici in possesso della biblioteca di famiglia. Un maestro anche in questo il caro Prof. Mario De Marco, mio padre. La legatura dei libri è un’invenzione precedente a quella della stampa a caratteri mobili e diviene nel tempo e nella forma un approccio artistico con i suoi vari stili: da quello bizantino a quello gotico per sapere mantenere i libri liturgici in uno stato adeguato con tavolette d’avorio scolpite e intagliate, con lamine d’oro e d’argento cesellate. Poi vi è lo stile rinascimentale con gli intarsi in oro sulle copertine.

Verso la fine del ‘700 a Lecce la legatoria aveva avuto fra gli artigiani e gli artisti della città un inizio e uno sviluppo in modo autonomo.

Nella metà dell’800 uno tra i più attivi in questo nobile mestiere era il massone di estrazione mazziniana Giuseppe

Bortone che nel 1884 risulta ancora produttivo insieme ad alcuni come Salvatore Bonifantini, Francesco Campobasso, Francesco D’Ercole, Giuseppe Casavola e altre personalità riscontrabili in documenti storici che occorre andare a ricercare. Questo per significare cosa? Per significare una cosa molto semplice, il rapporto con il mondo dei libri, con la lettura e col “viaggio” va completamente rivisitato in chiave tradizionale ed antimoderna. Chissà che non ci si renda conto della necessità impellente di creare il Demiurgo da se’, senza lasciarsi irretire dallo pseudomoderno, dal virtuale e dagli assassini della nostra fantasia.

CONTENUTI

Foto: Michel Caputo

Babbo Natale è Valerio Cannoletta

PRIMO PIANO

Lecce: tutto da rifare pag.6

Lecce, tutto da rifare. Poli Bortone: «Abbiamo ereditato un disastro»

«Ho rinunciato al lavoro per seguire mia madre»

«Il Natale come speranza e conversione»: intervista all’arcivescovo di Lecce

Taglio dei tassi e proroga Fondo Prima Casa. Fiore, Kiron Lecce: “Mercato in netta ripresa”

Sand Nativity 2024: a Scorrano si rinnova la tradizione del Presepe di Sabbia

Nuovo Stadio a Lecce, Mercadante: «La sinergia sarà la ricetta per realizzare questa impresa»

Il ricordo di Graziano, un grande portiere sempre sorridente

Otranto, la lunga storia delle sue fortificazioni: il primo assedio nel 1067, poi la tragedia del 1480

«l Natale di ieri… anche oggi»

Antichi mestieri e nuove speranze sotto l’albero

Pasticceria classica o moderna? Tonio Barba del Bar Lucia insegna che vince la qualit

Mille voglie: a Specchia il Natale

Marzano tra i tre migliori pastry chef d’Italia nella Guida 2025 del Gambero Rosso

Lecce, tutto da rifare. Poli Bortone: «Abbiamo ereditato un disastro: 37 cantieri senza programmazione»

Dal Pug, che unirà la città al mare, al regolamento dei vigili urbani, fino al bilancio. Un’intervista alla sindaca di Lecce per rispondere a tutte le domande sul futuro della città

LECCE - La nuova sindaca, Adriana Poli Bortone, è al comando della città per la terza volta, già da circa sei mesi. Con Lei abbiamo voluto fare un piccolo bilancio e abbiamo cercato di capire cosa bisogna aspettarsi nel breve periodo. Abbiamo voluto affrontare i grandi temi che riguardano i lavori pubblici e il Pug. Sulla mobilità si è già detto tantissimo: il filobus e la mobilità elettrica green sono tornati protagonisti. I piani sono quelli della centralità dei mezzi elettrici fino ad eliminare tutti gli altri, con raddoppio delle corse. Ma una volta annullato il piano di Salvemini, che prevedeva anche un aumento dei costi per gli utenti, non sappiamo come verranno reperite le risorse per raddoppiare le corse e rendere meno lunghe le attese nel trasporto pubblico. In questa intervista affrontiamo i nodi più urgenti: risorse e possibilità concrete di realizzare il programma sul piano delle opere pubbliche e dei servizi.

Il vostro Pug rispetto a quello di Salvemini sarà meno “vincolistico”, in cosa si distinguerà?

Se lo dicessi adesso, non avrei bisogno del gruppo di lavoro… Altrimenti cosa lo facciamo a fare?.

Salvemini ha trasformato le zone B (di espan-

sione) in zone agricole…

Non posso scendere nei dettagli tecnici, proprio perché ci dovrà lavorare un gruppo di professionisti esperti del territorio. Noi riprendiamo l’indirizzo che è contenuto all’interno del nostro programma elettorale, cioè quello di trovare il modo di ricongiungere la città al mare. Il modo per farlo lo vedremo attraverso il lavoro che farà la squadra di professionisti e i nostri tecnici. Il Pug della precedente amministrazione metteva uno iato tra la città e il mare: noi vogliamo che ci sia una continuità. Lecce è una città di mare. La precedente amministrazione aveva trasformato tutta la zona intorno in agricola: rendendola “foresta urbana”.

A proposito dei tecnici, qualcuno pensa che parteciperà anche qualche professionista a titolo gratuito, uno di quelli che rientreranno nella short list che state preparando: è vero?

Questo non lo sappiamo: noi abbiamo dato soltanto un indirizzo nel programma.

Salvemini aveva smontato il Pug di Perrone per chiamare in causa altri professionisti…

Sì, chiamando in causa anche un’altra università: abbiamo fatto il giro d’Italia. Napoli, Genova, Milano e ritorno. Adesso chiamiamo in campo

dei tecnici locali, perché dopo gli studi di base (che sono tutti uguali: non è che abbiano fatto un grande lavoro rispetto ai rilievi che sono propedeutici a disegnare un pug per il futuro) noi immaginiamo di ricongiungere la città alla sua costa, in modo da fare una Lecce non solo barocca, ma finalmente anche romana sul mare (dove ci sono i resti del porto dell’Antica Roma). Questo è l’indirizzo su cui lavorerà il nostro gruppo di esperti selezionati tra i professionisti locali.

A proposito di Lecce città dell’Antica Roma, il professor Francesco D’Andria, durante un’intervista che ci ha concesso di recente, ha lanciato l’idea degli “scavi raccontati”, riferendosi a quelli che si faranno in via Alvino per riportare alla luce un’altra parte dell’Anfiteatro, con nuove splendide statue risalenti a circa 2000 anni fa. Ogni giorno, dopo la canzone di Tito Schipa, che risuona in Piazza Sant’Oronzo, un archeologo potrebbe raccontare al microfono quello che si sta facendo e i nuovi ritrovamenti. Tutto in linea con il nuovo concetto di “archeologia popolare”: non più scavi nascosti, ma alla luce del sole, osservabili dai turisti e dai cittadini. Che ne pensa Lei?

È una buona idea! Noi stiamo lavorando sul concetto della partecipazione, compatibilmente con quello che si può far vedere. Non potremo ridare luce a tutto l’Anfiteatro abbattendo altri importanti beni, come la chiesa che sta di fronte, ma daremo alla luce una nuova importante testimonianza dell’epoca romana.

Il porto turistico si può fare? Lei ci crede ancora?

Noi lo abbiamo messo nell’accordo di programma: vedremo. Il problema è che prima di arrivare al progetto dobbiamo verificare che venga inserito nei finanziamenti. Ci sono grandi speranze, ma finché non c’è la certezza delle risorse non si può dire nulla.

È un momento ancora molto difficile per le casse leccesi?

Non è solo un momento difficile per i bilanci, ma anche per questa ispezione del Ministero, che

prima o poi finirà… Insomma, sono già 5 anni! Dobbiamo aspettare che finiscano per capire come muoverci.

Con tutti questi vincoli al bilancio e con le casse vuote, immagino che non sarà possibile assumere nuovi agenti della polizia locale, giusto? Quindi state cercando di muovervi ritoccando il vecchio regolamento per puntare sugli straordinari?

Noi abbiamo ricevuto una nota dalla Prefettura di lecce, nella quale ci dice di intervenire. Non possiamo assumere altri poliziotti. Il regolamento dice che loro chiudono alle 23, ma bisogna capire come fare. Con 78 soli vigili non possiamo permetterci di fare molte cose, ma dobbiamo cercare di dare un servizio completo. Tra l’altro abbiamo ampliato il patto sulla sicurezza facendo partecipare al presidio del territorio anche le guardie giurate. Oltre ai poliziotti, carabinieri, guardia di finanza e a tutte le forze dell’ordine, con le quali lavora gomito a gomito anche la polizia locale, partecipano al monitoraggio e alla sorveglianza anche 8 istituti privati di sicurezza (nell’ambito dei loro compiti, rispettando i limiti previsti dalle loro funzioni): è stato siglato un protocollo in prefettura di recente.

Comunque, il regolamento dei vigili urbani cambierà? I sindacati devono rassegnarsi?

La nota della prefettura ci ha messo un po’ in allarme, poi ci confronteremo come sempre con tutti i soggetti interessati.

La Prefettura cosa chiede?

Ci chiede di rivedere il regolamento, ma nel rivederlo non si prescinde assolutamente dal confronto con le forze sindacali e con la Prefettura di Lecce.

Avete scelto di fermare alcuni cantieri per le festività di Natale, tutti quelli che non riguardano i fondi del PNRR, per venire incontro ai commercianti: questo stop la preoccupa?

Vede, non è che il problema si risolve chiudendo il cantiere: per carità, se vogliono questo, noi cerchiamo, nei limiti del possibile, di venire incontro ai commercianti, ma poi i cantieri vanno riaperti, vanno ripresi. Io pensavo di accelerare, così invece ci fermiamo per un mese. Riprendere un cantiere che è chiuso non è la stessa cosa che continuare a lavorare senza fermarsi per raggiungere la meta.

Mi sembra di capire che Lei avrebbe fatto di-

versamente, ma che si è preferito ascoltare le esigenze di un settore in difficoltà…

Sono loro che ci devono dire cosa pensano che li possa danneggiare di meno. So solo che è stato assurdo mettere in piedi 33 cantieri tutti insieme, adesso mi sembra che siano arrivati a 37, secondo la programmazione dell’amministrazione precedente. Tutti insieme, a ridosso della campagna elettorale, per cui la città è un disastro sotto il profilo del traffico. D’altro canto, quando si apre un cantiere, c’è sempre un danno nel ritardare.

Quindi Lei afferma che la situazione ereditata sul piano della mobilità è disastrosa…

Non è solo il problema del restringimento delle carreggiate che ha fatto aumentare il traffico, ma ci sono dei cantieri sbagliati, in cui sono state rifatte le cose. Per cui abbiamo trovato un disastro, senza un minimo di razionalità della programmazione. Per un’esigenza elettorale non si fa niente in sette anni e poi si mettono in piedi 33 cantieri: questo intervento si scontra con la razionalità. Ne pagheremo le conseguenze ancora per molto».

«Ho rinunciato al lavoro per seguire mia madre»

Il calvario delle famiglie degli anziani non autosufficienti, a caccia di posti letto nelle RSA

LECCE – “Ero una soccorritrice del 118 a Lecce, ma ho dovuto rinunciare a tutto per seguire mia madre: ora viviamo con la sua pensione”. Maria Capriati rappresenta una delle tante famiglie abbandonate, in attesa di un posto in una RSA, per metà pagato dall’Asl. “Mia madre è affetta da Alzheimer da cinque anni, necessita di cure per 24 ore, non deambula e ha bisogno di continua assistenza – afferma Maria – La situazione peggiora giorno dopo giorno: le cure casalinghe non sono più adeguate perché mancano le attrezzature adatte”. Troppe famiglie pugliesi sono in questa situazione: qualcuno si rivolge alle badanti, che però sono persone senza competenze adeguate a trattare certe patologie, spesso maturano anche la sindrome di Burnout (lavoratrici prosciugate ed emotivamente esauste). Il risultato è che la sanità sprofonda con gli ospedali in tilt perché spesso i loro pronto soccorso assomigliano a un reparto geriatria: gli anziani non autosufficienti nei momenti di crisi invece di essere curati all’interno di strutture dedicate alle cronicità finiscono per rivolgersi ai nosocomi, che spesso vanno in tilt per il sovraccarico. Le residenze sanitarie assistenziali lavorano con team di esperti, figure mediche, apparecchiature diagnostiche adeguate e possono gestire agevolmente gli anziani non autosufficienti. Maria ha lanciato un appello su Change.org per chiedere accesso gratuito in RSA per persone con malattie gravi che non possono ricevere le cure necessarie in casa. La petizione ha superato in poco tempo le 32mila firme rice-

vendo il supporto di tanti caregiver in tutta Italia che ogni giorno assistono, spesso in solitudine e con mille difficoltà, un familiare infermo.

LE LISTE D’ATTESA E I COSTI

Le liste d’attesa sono un grande scoglio, Maria ci spiega che le strutture specializzate purtroppo non sono accessibili: “Per quelle pubbliche c’è una lista d’attesa che nella migliore delle ipotesi va dai 7 ai 12 mesi, oltre a un costo medio mensile di 1600 euro che è comunque superiore alla pensione di mia madre”. Impossibile rivolgersi alle strutture private per chi ha un normale stipendio: il costo medio senza l’aiuto del pubblico è di 2500 euro al mese. “Dovrei poi aspettare alcuni mesi prima che passi in un regime convenzionato per ricevere il contributo dell’Asl che

è tra i 900 e i 1000. È comunque troppo oneroso” – puntualizza la signora. Con una media pugliese degli stipendi e delle pensioni di poco più di mille euro (dati INPS), diventa proibitivo permettersi una struttura senza il supporto pubblico. La difficoltà di Maria è quella di tanti cargiver pugliesi, con disabili gravi a carico: “Mi rendo conto di avere risorse e attrezzature limitate: mia madre dovrebbe ricevere cure adeguate in una struttura specializzata, a casa diventa sempre più difficile. Le Rsa dovrebbero essere gratuite per chi è affetto da malattie non gestibili a casa. Le circostanze finanziarie di una persona non dovrebbero mai impedire di ricevere l’aiuto medico di cui ha bisogno. Questa situazione non è solo mia – aggiunge Maria – molti altri con problemi di salute simili vivono la stessa lotta quotidiana. Nella nostra società, ci sono molte persone affette da malattie che non possono essere gestite nel loro ambiente familiare, e che con una misera pensione, non possono permettersi di pagare rette così alte delle strutture RSA”.

L’AUMENTO DI POSTI LETTO IN PUGLIA PREVISTO SOLO SULLA CARTA

La sanità pugliese ammette il grande gap con il nord: abbiamo 22mila posti letto in meno rispetto all’Emilia Romagna, a parità di popolazione. La delibera della giunta regionale 880/2023 ha provato a sistemare le cose ordinando una

ricognizione dei posti accreditati nelle RSA per aumentarne il numero, ma tutto è rimasto sulla carta. I nuovi posti non arrivano. Il dirigente del Dipartimento salute, Vito Montanaro, tarda a trovare nuove risorse: a Lecce ci sono 1150 autorizzati, ma meno di 750 accreditati e contrattualizzati. Poi bisogna mettere in conto 400 posti ancora da accreditare, rimasti vacanti e circa 94 avanzati da strutture che hanno chiuso (residuati da accreditare). Eppure la popolazione invecchia e in provincia di Lecce su 800.000 residenti ci sono circa 10mila le demenze riscontrate: un incremento annuo fino al 5%.

IL TERREMOTO NELLE RSA SI AVVICINA

Intanto, nelle RSA si rischia il terremoto occupazionale: le tariffe sono ferme ai dati del 2019, prima dell’inflazione scatenata da guerre e covid. Le strutture private non riescono a sostenere le spese, in troppe attendono le lungaggini burocratiche degli accreditamenti e pensano a licenziamenti massicci. Ora che l’assessore Piemonte ha ricevuto la delega alla Sanità in tanti sperano che il dialogo possa essere riavviato. C’è bisogno di dare un’accelerata agli accreditamenti dei nuovi posti: su questo giornale era stata lanciata la proposta delle autocertificazioni, ma il tempo passa e l’inerzia domina.

Nuovo Stadio a Lecce, Giuseppe

Mercadante: «La sinergia sarà la ricetta per realizzare questa impresa»

«Bisognerà mettere in conto qualche disagio ma sono certo che i nostri tifosi comprenderanno»

Un’opera che mette il capoluogo salentino al passo con altri club di Serie A dotati di una struttura moderna e funzionale. Si parla di due fasi, quello della ristrutturazione, restyling funzionale e messa in sicurezza dell’impianto e quello della copertura totale. Due momenti apparentemente scissi tra loro ma in realtà complementari. Per il Direttore Generale dell’Unione Sportiva Lecce, Giuseppe Mercadante, parliamo di “una intervento storico nella evoluzione strutturale dell’impianto, per certi versi paragonabile a quello del 1985, da realizzare in tempi ristretti. I lavori ricompresi nel progetto della prima fase sono già in verifica e potrebbero essere appaltati nei primi mesi del 2025. Auspicabilmente tali interventi dovrebbero iniziare subito dopo fine del torneo in corso. Quindi, almeno per questo campionato, non ci saranno grossi disagi per i tifosi nell’utilizzo della struttura. Il progetto nel suo complesso è oggettivamente ambizioso” dice Giuseppe Mercadante e “si potrà ultimare e perfezionare solo se continuerà ad esserci la sinergia tra tutti gli attori coinvolti: l’amministrazione comunale, la struttura commissariale dei Giochi del Mediterraneo e la stessa US Lecce”. Previsti, tra le altre cose, la copertura totale degli spalti, il rifacimen-

to del terreno di giuoco, la ristrutturazione della tribuna centrale, nuove aree dedicate ad atleti e delegazioni con un investimento complessivo di 36 milioni e 300mila euro.

“Purtroppo bisognerà mettere in conto qualche disagio” secondo il Direttore Mercadante, “allorquando quando gli interventi più importanti entreranno nel vivo. Ma sono certo che i nostri tifosi comprenderanno che questa è un’occasione irrinunciabile per dare nuova vita all’impianto e che anche altre piazze sportive come Udine, Bergamo e di recente Firenze (ma in futuro anche Bologna) hanno dovuto attraversare qualche difficoltà per avere uno Stadio più moderno e funzionale. Peraltro laddove non si passa dalla realizzazione di una nuova struttura, solo degli interventi profondi ed impattanti possono garan-

tire l’operatività nel tempo di impianti storici”. Chissà se, una volta collaudata, entro settembre 2026 e terminato il nuovo stadio, le nazionali o altri grandi eventi sportivi e non possano fare tappa nella città barocca, facendone un volano ancora maggiore per il Salento. A tutt’oggi, conclude il Direttore Mercadante, “l’obiettivo imprescindibile è quello di allinearsi coi tempi. Il rapporto con l’amministrazione comunale di Lecce e con il Commissario è di fattiva e proficua collaborazione. Con questi presupposti sarà più facile trasformare rapidamente in realtà quello che per molti, noi per primi, è stato un sogno”.

Il ricordo di Graziano, “un grande portiere sempre sorridente”, morto a 29 anni per uno shock anafilattico

La scomparsa del 29enne salentino ha lasciato un vuoto enorme nella sua comunità

Volava tra i pali ma troppo presto è volato in cielo. “Un grande portiere con il sorriso sempre sulle labbra”. Era questo Graziano Mega, il giovane salentino di 29 anni, morto mercoledì sera 13 novembre nella sua abitazione di Ferrara per uno shock anafilattico dopo aver assunto dei farmaci per curare un mal di gola.

Il ricordo è di un amico con cui Graziano si divertiva in qualche partitella. Avevano una chat, che ritornava a riempirsi di messaggi quando il giovane salentino faceva rientro a casa.

“Abbiamo giocato insieme fino a pochi mesi fa” - racconta lo stesso amico con la voce rotta dal pianto - “Graziano aveva sempre il sorriso, portava allegria e tra i pali era veramente bravo”. Bravo non solo in campo ma anche nella vita di tutti i giorni. Sannicola - il suo paese di origine, nell’entroterra gallipolino - si è chiuso nel silenzio raccolto la triste notizia. Per le strade e in piazza si respirava un’aria dimessa: tanti sguardi bassi, poca voglia di parlare, un composto silenzio a protezione dei genitori di Graziano, chiusi nel proprio dolore nella casa di via San Simone, alla periferia del paese. Gente umile, il padre Mario operaio e la madre Anna Franca casalinga, come lo era Graziano. “Mai una parola fuori posto - racconta un vicino di casa - quando lo incrocia-

vi, salutava ed era sempre sorridente. Facciamo fatica a credere a quel che è successo”. “Un ragazzo di un’educazione d’altri tempi - raccontano in tanti - buono e generoso”. In paese tutti gli volevano bene. Così come gli ex compagni di scuola. Ai tempi delle Superiori, da Sannicola si spostava a Gallipoli dove si era diplomato in un istituto tecnico di Ragioneria. Non aveva voluto poi proseguire con gli studi, ma aveva iniziato a lavorare in una ferramenta. Di sera poi, una partitella a calcetto o davanti alla tv, per seguire la

Juventus, sua squadra del cuore sin da bambino. Nei weekend usciva con gli amici di sempre. “Era una buona forchetta” dicono. Un paio d’anni fa, la svolta. Graziano aveva voglia di fare un’esperienza fuori di casa e di costruirsi un futuro economicamente solido come aveva confidato agli amici più stretti. E i genitori non si erano opposti. Ferrara, la città scelta dove Graziano aveva un amico che lo aveva aiutato ad adattarsi a tempi, orari, abitudini e clima ben diversi da quelli salentini. Nella città emiliana aveva trovato un impiego: ricopriva l’incarico di capo reparto in una ditta

termoidraulica. Mercoledì sera, però, non stava bene: decimi di febbre, un forte mal di gola. L’assunzione di uno spray e di qualche medicinale. Nulla di grave. In apparenza. In breve, la morte e lo strazio. Lunedì 18 novembre è stata eseguita l’autopsia. A caccia delle cause del malore. Ma a Sannicola, questi sono apparsi dei dettagli. Quasi dei fastidi. In paese si è atteso soltanto il rientro della salma per tributare l’ultimo saluto ad un ragazzo buono e sempre sorridente.

ATTUALITÀ

“Il Natale come speranza e conversione”: intervista

all’arcivescovo di Lecce, monsignor Michele Seccia

Una riflessione sul significato autentico del Natale, sul ruolo della Chiesa, sulla centralità della famiglia e sul dono della speranza

Eccellenza, il Natale è una delle festività più amate e sentite dalla comunità cristiana. Qual è il significato spirituale più profondo del Natale per lei e come lo vive personalmente?

Il Natale torna ogni anno per ricordarci che più di duemila anni fa il Creatore ha deciso di dare un nuovo corso alla storia dell’umanità.

Dopo aver stabilito l’alleanza con un solo popolo ha scelto di fare un patto con l’uomo di ogni tempo e di ogni luogo, di ogni lingua e di ogni cultura. E lo ha fatto non più scegliendo un messaggero, l’ennesimo profeta, tra gli esseri umani come aveva fatto fino a quel momento, ma scommettendo su se stesso, sul Figlio unigenito. Certo aveva bisogno di trovare una strada per realizzare questo disegno. Così ha pensato a Maria: e il suo sogno si è avverato. Ecco il Natale che anche quest’anno noi celebriamo: la festa a nulla serve se non a fare memoria di questo evento straordinario che ha cambiato la vita di tutti. Di credenti e non credenti. Da vescovo ho sempre vissuto il Natale come parte della mia storia personale ma soprattutto il mio compito è stato quello di insegnare e di ribadire - e non solo dall’altare - che per viverlo da credenti è necessario imparare a incarnarsi come ha fatto Gesù, entrando in punta di piedi nella vita di chi ci è vicino e donare, sia

pure con piccole e semplici azioni, speranza. Il ritmo frenetico delle festività natalizie, tra eventi, preparativi e obblighi sociali, sembra distogliere l’attenzione dal vero significato dell’evento. Qual è il senso autentico del Natale, oramai assopito, cosa ‘racconta’ ancora all’uomo di oggi?

Sarebbe bello, ogni tanto, tornare alle radici e non farsi distrarre dal “marchio” del Natale per riscoprire tra i fili di paglia di quella mangiatoia, la verità di quel Bambino. Spesso siamo distratti dalla paglia, da tutto che c’è intorno rischiando così di non aprire bene gli occhi per contemplare un Dio che ha rinunciato alla sua onnipotenza per sposare la fragilità e la debolezza dell’umanità. Eventi, preparativi, obblighi sociali... sono contorno, paglia che rischia di nascondere anziché presentare al cuore ciò che davvero conta

La globalizzazione e la mescolanza di tradizioni diverse hanno portato ad una certa “confusione” nelle celebrazioni natalizie, dove il Natale sembra fondersi con altre festività non religiose o non cristiane. Cosa ne pensa di questo fenomeno e, in questo senso, qual è la responsabilità della Chiesa stessa nell’affrontare questa crisi di significati?

La Chiesa ha una grande responsabilità nell’annuncio del Natale come evento storico di

salvezza. Anche noi preti, a volte, ci facciamo distrarre dal fascino del clamore e dell’originale. Ci sentiamo fuori moda se non seguiamo gli stili dettati dalla “confusione” dei nostri tempi. Il “sensazionale” non appartiene alla nostra fede. Gesù è venuto nel silenzio, nascosto, dimenticato. Si è fatto vedere solo da chi, ai suoi tempi, era rifiutato e ritenuto inutile, i pastori con le loro pecore. Nulla a che vedere con le false interpretazioni che questa festa ispira alla società odierna.

La famiglia è un valore centrale nella tradizione cristiana. Il Natale può essere un’opportunità per rafforzare i legami familiari e vivere insieme il messaggio di amore e di pace portato dalla nascita di Gesù. Un suo messaggio Eccellenza per le famiglie in difficoltà o in crisi.

Speranza. Non è una parola magica. Il Giubileo che Papa Francesco aprirà nella notte di Natale avrà la missione della speranza. Mi rendo conto personalmente ogni giorno che a volte nemmeno la solidarietà umana è sufficiente a dare speranza a chi bussa alla nostra porta per ricevere consolazione. A volte mi sento talmente inerme

e inadeguato che preferirei non essere lì in quel momento. Ma il mio servizio non ammette pause: non posso tirarmi indietro quando le persone mi raccontano le loro sventure e i loro dolori. A tutti, specie in prossimità del Natale, dico: abbiate fiducia. Chiedete con insistenza l’aiuto del Signore. Un pizzico di fede basta per spostare le montagne: affidiamo le nostra ansie e le nostre miserie a Colui che tutto può. La speranza sarà il dono più bello che possiamo attenderci dal Natale.

Un messaggio ai presbiteri della sua diocesi per il Santo Natale

Ai sacerdoti ricordo ogni giorno che la nostra missione ci spinge a non fermarci mai. Non siamo funzionari ma servi e il Natale ce lo ricorda: la bellezza del nostro ministero trova la sua fonte nell’umiltà di quel bambino. E Dio non guarda mai l’orologio quando deve salvare l’uomo. Così noi preti non dovremmo mai badare a spese pur di portare Gesù alla nostra gente. Lo ricorderò ai miei sacerdoti anche in questo Natale.

Cosa vorrebbe dire alla comunità leccese, quale invito, raccomandazione vorrebbe fare da

pastore di questa comunità?

Nel messaggio di Natale a tutta la comunità proverò a rivolgere parole di speranza e, a partire dal Natale, inviterò a vivere l’anno giubilare come un tempo speciale di conversione. Dobbiamo tutti invertire una rotta che diventa sempre più pericolosa per l’umanità. L’assenza di Dio nella vita di tanta gente procura vuoti incolmabili. Vuoti che resteranno tali finché proveremo a riempirli con schegge di miseria umana né con beni materiali che forse accontentano la pancia ma non soddisfano né il cuore né la mente.

Per concludere Eccellenza, cosa chiederebbe per Lei al piccolo Gesù Bambino?

La notte di Natale, in comunione con il Papa e con la Chiesa universale, farò una preghiera speciale per la pace in tutte quelle terre dove il rumore delle armi soffoca qualunque soffio di speranza. Le guerre, anche se geograficamente lontane, sono ferite le cui conseguenze si riversa sull’umanità intera. Pregherò perché in ogni famiglia ci sia concordia. E pregherò perché i giovani possano cogliere appieno la bellezza della

vita come esperienza irrinunciabile nella quale la felicità è frutto di ricerca continua e di fatica quotidiana: non esistono altre ricette.

Taglio dei tassi e proroga Fondo Prima Casa. Fiore, Kiron Lecce: “Mercato in netta ripresa”

Il senior manager di Kiron Lecce illustra le ultime novità del mercato finanziario

Buone notizie sul fronte dell’allentamento della politica monetaria della BCE e al tempo stesso di chi vorrà acquistare casa nel prossimo futuro.

Innanzitutto, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di tagliare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento, pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati ridotti rispettivamente al 3,4% (dal 3,65%), al 3,65% (dal 3,9%) e al 3,25% (dal 3,5%). Le modifiche sono entrate in vigore il 23 ottobre 2024, ma è già noto che vi saranno ulteriori tagli all’inizio del 2025.

Ottime novità anche per quanto riguarda la manovra di Bilancio 2025 licenziata dal Governo Meloni e ora attesa dall’approvazione dei due rami del Parlamento (Camera e Senato), che ha prorogato fino al 2027 lo stanziamento per il Fondo prima casa, che prevederà una garanzia pubblica a famiglie e giovani sul mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale.

Nel dettaglio si parla di una parziale stabilizzazione della misura fin qui prorogata di anno in anno. Previsti dalla manovra 130 milioni per il prossimo anno e 270 per il 2026 e per il 2027.

Va ricordato che dal 2013, anno in cui il fondo è stato istituito, al 30 settembre scorso alla Consap sono pervenute oltre 582 mila domande di accesso, delle quali 537 mila ammesse alla garan-

zia. In virtù di ciò, sono stati ben 441 mila i mutui erogati. Una manovra che ha riscosso successo e sulla quale Kiron Lecce ha supportato tantissimi clienti nel raggiungimento dell’obiettivo

FONDO PRIMA CASA: COME FUNZIONA?

Riguarda tutti i cittadini che, alla data di presentazione della domanda di mutuo per l’acquisto della prima casa, non siano proprietari di altri immobili a uso abitativo, salvo il caso in cui il

mutuatario abbia acquisito la proprietà per successione causa morte, anche in comunione con altro successore, e che siano ceduti in uso a titolo gratuito a genitori o fratelli.

L’ammontare del finanziamento non deve essere superiore a 250.000 euro. Il Fondo prevede una garanzia pubblica del 50%.

Trattandosi di risorse limitate, viene riconosciuta la priorità alle seguenti categorie: giovani coppie coniugate ovvero conviventi more uxorio che abbiano costituito nucleo da almeno due anni; nuclei familiari monogenitoriali con figli minori conviventi; conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari comunque denominati; giovani di età inferiore a 36.

Il Decreto Sostegni bis ha previsto inoltre la possibilità di richiedere l’innalzamento della garanzia all’80% per tutti coloro che rientrando nelle categorie prioritarie hanno un ISEE non

superiore a 40 mila euro annui e richiedono un mutuo superiore all’80% del prezzo d’acquisto dell’immobile, comprensivo di oneri accessori.

Tale previsione è stata prorogata fino al 31 dicembre 2024 dalla Legge n. 213 del 30.12.2023

“Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026

COME ACCEDERE AI FONDI?

Occorre scaricare e presentare alla banca un modulo dal sito del ministero dell’Economia o da quello di Consap. Consigliamo però di affidarsi ai consulenti Kiron che potranno seguire tutta la pratica sino alla chiusura positiva della stessa seguendo ogni step in modo minuzioso e puntuale.

L’agenzia ha oggi vent’anni di esperienza e vanta la consulenza di agenti preparati e capaci, che si sono formati nella mediazione creditizia e la gestiscono ad alti livelli.

Sand Nativity 2024: a Scorrano si rinnova la tradizione del Presepe di Sabbia

Di Redazione

A Scorrano la magia delle sculture presso l’ex Convento degli Agostiniani (potresti usarlo come sottotitolo per accorciare il titolo)

Torna il Presepe di Sabbia a Scorrano, presso l’ex convento degli Agostiniani, con tutta la sua monumentale bellezza. Le sculture in sabbia realizzate da artisti specializzati provenienti da diverse parti del mondo potranno essere visitate a partite dal prossimo 8 dicembre. L’organizzazione è a cura dell’Associazione “Promuovi Scorrano” che si è costituita nel 2015 dall’incontro di un gruppo di amici i quali si sono messi insieme per promuovere il Comune di Scorrano, il suo territorio ed ogni altra sua peculiarità che lo rende unico nell’hinterland in cui è situato.

Negli anni l’associazione ha organizzato diversi eventi quali Scorrano si illumina di notte, Tradizioni ed eccellenze Scorranesi, Maratona di solidarietà, il Convegno I diritti minori ad essere ascoltati, I lumi di Santa Domenica e Scorrano

Sand Nativity, ossia il Presepe di Sabbia.

Per i visitatori di Sand Nativity 2024, sette artisti internazionali in due residenze d’arte hanno realizzato, scolpiti nella sabbia, un monumentale presepe e un omaggio alla Puglia con la raffigurazione dei suoi bellissimi monumenti e dei suoi personaggi illustri che hanno portato con grande successo la canzone italiana nel mondo.

Dal 7 dicembre, data dell’inaugurazione al 6 gennaio, tutto l’antico e suggestivo centro storico, dai palazzi più importanti alle stradine più piccole, insieme alla grande piazza del Comune,

saranno addobbati con luminarie natalizie e tradizionali da diverse ditte di “paratori” provenienti da tutta la regione. Alberi di natale, gallerie e rosoni renderanno unico, luminoso ed emozionante il Natale nel Salento.

Dall’8 Dicembre 2024 al 6 Gennaio 2025

Orari : giorni feriali 16:30 - 21: 00 domeniche e festivi 10:00 - 12:00 e 15:30 - 22:00 sabato 15:30 - 22:00

Ex Convento degli Agostiniani - Scorrano

Otranto, la lunga storia delle sue fortificazioni: il primo assedio nel 1067, poi la tragedia del 1480

L’attuale aspetto della fortezza idruntina si deve alla dominazione spagnola. Otranto, culla di civiltà ispirò poeti e scrittori

OTRANTO (Lecce) – La città di Otranto sin da tempi remoti si è sempre avvalsa di sistemi difensivi e di opere fortificate, a testimonianza dell’importantissima posizione strategica su cui sorge. In epoca bizantina fu edificato un fortino che però venne gravemente danneggiato in seguito all’assedio condotto contro la città nel 1067 dal normanno Roberto de Hauteville detto il Guiscardo. Per volere dello stesso Roberto, però, il fortino fu riparato e rinforzato qualche anno più tardi.

Nel 1228 fu Federico II di Svevia, Sacro Romano Imperatore e Re di Sicilia, a promuovere una ricostruzione del castello, di cui restano oggi visibili le tracce di una torre cilindrica, inglobata nel bastione a punta di lancia nonché lungo la

cortina nordorientale. Secondo alcuni esperti che hanno analizzato alcune vestigia presenti nei sotterranei, il castello doveva essere originariamente a pianta quadrangolare munita negli angoli di torri cilindriche.

Dopo la presa di Otranto da parte degli Ottomani nel 1480 e la successiva liberazione nell’anno successivo, il castello fu ricostruito fra il 1485 ed il 1498 su iniziativa del Duca di Calabria Alfonso d’Aragona, figlio del Re di Napoli Ferrante. Di tale ricostruzione restano oggi un torrione ed una parte delle mura. Sul finire del XV secolo la città di Otranto fu data in pegno alla Repubblica di Venezia che provvide a rinforzare ulteriormente il castello, aggiungendovi cannoni e bombarde.

Tuttavia è alla dominazione spagnola che si deve l’attuale aspetto della fortezza idruntina,

infatti nel 1535 su iniziativa del Viceré di Napoli

Don Pedro de Toledo, le cui armi campeggiano ancora oggi sul portale di accesso, furono intraprese delle opere straordinarie di rinforzo. Successivamente, nel 1578, sul lato rivolto verso il mare, furono aggiunti due bastioni poligonali, nei quali fu inglobato quello precedente di epoca aragonese. Verso la metà del XVII secolo ulteriori opere di rinforzo furono condotte dall’ingegnere militare leccese G. F. Saponaro.

Oggi il castello di Otranto si presenta a pianta pentagonale con tre torri cilindriche angolari a pianta circolare ed un bastione a forma di lancia, la cui punta si slancia verso il mare, il tutto circondato da un fossato ampio. Il quinto angolo non ha torre. Il suddetto castello ispirò lo scrittore inglese Horace Walpole (1717-1797) nella stesura del primo romanzo gotico in assoluto. Ovviamente il romanzo è un’opera di fantasia senza alcun riscontro storico.

CULTURA

“Il Natale di ieri… anche oggi”

La tradizione del presepe in Salento ha origini antiche. Breve excursus nella rappresentazione della natività

In tutto il mondo i cristiani che festeggiano la nascita di Gesù Bambino rispettano l’usanza di allestire presepi nelle chiese e nelle case. Difficile risalire con certezza all’origine esatta del presepe, parola, che, etimologicamente, significa grotta, mangiatoia o stalla.

Già nel quarto secolo d. C. si possono trovare nelle catacombe romane immagini della natività, tuttavia, comunemente, si ritiene che il primo presepe sia dovuto a San Francesco d’Assisi, che a Natale del 1223, riunì in una grotta di Greggio due genitori con il loro piccolo, nato da poco.

Nel Salento le prime rappresentazioni del presepe si hanno ad Alezio, nella chiesa di Santa Maria della Lizza, dove c’è un affresco raffigurante la Sacra Famiglia durante la natività. Il più antico presepe della Puglia, invece, sembra essere quello che si trova a Galatina, all’interno della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, esattamente nella navata sinistra. Esso è realizzato in pietra policroma dallo scultore Nuzzo Barba. Dello stesso periodo è quello che si può ammirare a Gallipoli, chiesa di San Francesco, nella terza

cappella della navata destra.

Nei tempi passati tutti i componenti della famiglia rispettavano antichi rituali per ricostruire l’umile ambiente in cui era nato Gesù. Erano necessari materiali diversi, tanto impegno ed un po’ di fantasia. Si sceglieva l’angolo più in vista della casa e su un tavolo o sulla “cascia” (la cassa contenente il corredo) si cominciava ad allestire il presepe. In genere le statuine erano posate sul “villuto” (muschio), interrotto dai cipuddhazzi verdi (cipollotti selvatici) e da pigne. Con sugheri, ceppi, frammenti di vetro, carta straccia, sabbia, erba, sassi e rametti si materializzavano monti, fiumi, laghetti, ponti e grotte che si animavano di pastori, salumieri, re Magi, contadini, pescatori, fabbri, venditori di caldarroste, pupi singoli o in gruppo, ciascuno con il proprio dono per il Bambinello. Sulla grotta che ospitava la Sacra Famiglia vi era un angelo appeso ad un filo e proprio lì vicino grandi e piccini si riunivano per pregare o recitare una poesia.... Quanto ardore religioso in quella magica atmosfera!

Antichi mestieri e nuove speranze sotto l’albero

Gli antichi mestieri sono davvero scomparsi per sempre? Forse non tutto è perduto. Il racconto del tempo passato tra nuovi artigiani e vecchie nostalgie

Arriva il Natale, per alcuni il periodo più magico dell’anno, per altri il momento di fare i conti con i posti vuoti e la nostalgia.

Tra passato e presente, oggi più che mai, il paragone viene spontaneo e l’ago della bilancia propende per i ricordi, più o meno edulcorati, di un tempo remoto, in cui banalmente c’era meno di tutto, ma si aveva un po’ più calore, un po’ più famiglia, un po’ più concretezza.

Si dice che quando le cose vanno male nel presente, si tende a guardare indietro. Probabilmente questo presente fatto di moltissime luci artificiali fatica a coprire il buio pesto di un mondo in guerra in cui a morire sono sempre e solo gli innocenti, il peso di una vita si misura in like e follower e si fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese.

La differenza abissale è nella possibilità di scelta. Non avere una casa a 40 anni dovrebbe essere una scelta individuale, così come non mettere su famiglia, non avere una macchina, comprare o meno un determinato capo di abbigliamento o fare un viaggio. Eppure non è così, perché semplicemente il 2025 arriva portandosi dietro un carico di debiti morali ed economici per tutti, in un contesto in cui il ceto medio, vero motore dell’Italia, orgoglio del miracolo economico, composto da impiegati, operai e liberi professionisti che per generazioni hanno trainato il Paese, va scomparendo, fagocitato da disoccupazione, inflazione e annichilimento.

Così, sospesi tra ricchezza assoluta e assoluta

povertà, in bilico per non sprofondare dalla parte sbagliata della barricata, ma rassegnati a non poter ambire alla parte giusta, si sfoglia l’album dei ricordi, ci si convince che epoche mai vissute fossero decisamente migliori di questa e si fantastica su quale mestiere si sarebbe potuto scegliere, perché a ben vedere, la scelta era effettivamente possibile, in un mondo in cui parole AI, automazione, multinazionale, fast fashion, ancora non facevano parte del vocabolario.

C’erano avvocati, medici, giudici, maestri, professori, ballerine e ballerini, manovali, marinai, operai edili, militari, e poi c’erano gli artigiani, la categoria più variegata, custode di antichi segreti tramandati da maestri nelle botteghe polverose, ma anche la più fragile, destinata a lasciare per sempre la loro impronta del mondo e poi scomparire fagocitata dal progresso, dalla produzione industriale, dall’avvicendarsi di mode e stili, di una forma di benessere che porta a sostituire anziché riparare, comprare in serie anziché attendere la realizzazione di un prodotto unico.

Molti mestieri sono scomparsi. Non è accaduto all’improvviso, ci sono voluti secoli. Una prima attività ha serrato le porte, poi una seconda, poi è morto l’ultimo dei maestri d’arte e i figli non hanno voluto proseguire sulla sua strada, i discepoli già da tempo scarseggiavano.

Alcuni mestieri invece hanno resistito, si sono aggrappati alla speranza, si sono evoluti, si sono adeguati ai tempi, si sono ritagliati la loro nicchia in città d’arte o a vocazione turistica.

Le putee ad esempio, pochi metri quadri che

vendevano tutto, in cui il profumo dei detersivi si mescolava con quello del banco frigo e del pane. Detersivi, pane, formaggi e salumi ci sono ancora, ma non c’è più quel profumo, non c’è la certezza di trovare l’indispensabile per essere felici. La focaccia sul bancone coperta da un foglio di carta velina, unta di olio, di provenienza ignota, ma buona da commuovere. Non ci sono più le putee. Adesso ci sono i supermercati, i centri commerciali, i discount. E chi ha conosciuto le vere putee, non si farà mai corrompere dalle moderne salumerie, perché il marketing c’è, ma manca l’anima. Resistono invece alcuni bar, quelli in cui ancora si può entrare e chiedere “il solito”, popolati da anziani che giocano a carte e si dividono una gassosa in quattro con buona pace del barista. Ci sono buone speranze, perché molti sono gestiti da giovani nostalgici che anziché proporre un selfie nel locale aesthetic, fanno un caffè che rimette in pace col mondo, che più o meno, tradotto con

il linguaggio delle emozioni moderne, è come vincere la spunta blu di Instagram.

A proposito di emozioni, sono sparite le chiangimuerte, o prefiche, professioniste che dietro compenso andavano di funerale in funerale piangendo, battendosi il petto e decantando le lodi dei defunti.

Il lavoro delle chiangimuerti spesso veniva tramandato di madre in figlia, era fondamentale riuscire a trasmettere anche agli altri il dolore del lutto, la disperazione per la dipartita e dovevano essere talmente convincenti, che anche lo spirito del caro estinto si rassegnava al fatto che il suo percorso sulla terra era giunto al termine e poteva riposare in pace per sempre.

Non è invece scomparso l’arrotino, almeno non del tutto. Come sia possibile che resista ancora, resta un mistero, eppure in alcuni comuni è possibile sentire l’inconfondibile claim: “Donne! È arrivato l’arrotino!”.

Discorso a parte merita lo scalpellino. In Italia sono pochi i maestri che sanno ancora tirar fuori dalla pietra piccole opere d’arte con il tocco gentile dello scalpello, ma il Salento è una terra prodiga di meraviglie, come la pietra leccese, che ama essere lavorata. In questo caso quindi, il legame tra terra madre e tradizione, resiste contro la perfezione dei prodotti realizzati con lo stampo.

Non ha resistito invece il conzalimmure, il paziente artigiano che armato di trapano in legno, fil di fello e stucco in polvere, girava per il paese rimettendo insieme i cocci dei vasi e contenitori

di terracotta. Ci sono ancora i vasi di terracotta, ma sono diventati ornamenti ben lontani dalla loro originaria, preziosa funzione di contenitori di cibo.

Stessa triste fine è toccata anche all’ombrellaru, anche lui artigiano che offriva i suoi servizi a domicilio e nella cassetta degli attrezzi custodiva pinze, filo di ferro, stecche di ricambio, stoffe, aghi e filo. Oggi un ombrello costa circa 5euro, non ci si può affezionare ad un oggetto che ha un costo così irrisorio, quindi se si rompe si butta e se ne compra un altro.

E le sedie in paglia che pizzicavano le gambe dei bambini? Nelle case dei nonni erano una certezza, se si rompevano ci pensava lu mpagghiasegge a sistemarle, ma per qualche strana ragione, accadeva anche che se si sfondava la seduta, anziché ripararla, veniva occultata con un cuscino. Sedersi in molti casi era un terno al lotto.

Resiste stoicamente, più per diletto che per reale utilità, lu pannunaru, che trascorreva ore a intrecciare giunchi per creare ceste, panari e damigiane e sporte usate in origine per trasportare le olive. Prodotti belli, ecologici, destinati a durare decenni e come tutte le cose veramente belle,

spodestati da banali sostituti in plastica.

E quando tutto sembra perduto, si accende un lume di speranza perché stanno tornando le ricamatrici, spesso anche molto giovani, le tessitrici e le sarte. Un lavoro che prima era riservato solo alle donne, oggi è stato riscoperto anche dagli uomini, che finalmente non devono più dimostrare niente a nessuno e si sentono liberi di fare ciò che amano.

Ci sono buone speranze anche per i calzolai, per i quali fino a pochi anni fa si temeva il peggio e che invece stanno timidamente riconquistando terreno, anche in questo caso grazie ai giovani.

E poi ci sono i pastori e gli agricoltori, che anziché piegarsi alle leggi del mercato e torturare terre e animali, scelgono di fare poco e bene. Sono per lo più giovani e giovanissimi che nell’atavica lotta tra correre o perire, hanno scelto di camminare.

Ed ecco, che adesso il passato non sembra più così passato, ogni cosa torna nella sua dimensione, che è quella del presente e pensare che ci sia una speranza non sembra poi così assurdo, perché in fondo in fondo, quello che si chiede al mondo, è solo un po’ di fiducia per credere che il futuro sia ancora possibile.

PASTICCERIA CLASSICA O MODERNA? TONIO BARBA DEL BAR LUCIA INSEGNA CHE VINCE LA QUALITÀ

Il re delle tavole natalizie sarà il panettone. Il Bar Lucia ne proporrà ben 12 varianti per abbracciare la tradizione, strizzando l’occhio al futuro

La pasticceria moderna sta conquistando il mercato, tra tecniche innovative e accostamenti coraggiosi, la sfida alla tradizione è stata lanciata da tempo. Eppure, nell’eterno confronto, la pasticceria tradizionale resiste e anzi conquista nuovi traguardi nell’olimpo del gusto. Lo sa bene Tonio Barba, titolare dello storico Bar Lucia che dal 1959 offre ai suoi clienti qualità e un’infinita varietà di prodotti per tutti i palati, ma anche un ambiente acco-

gliente, in cui a parlare sono i dolci che negli anni hanno conquistato clienti di tutte le età. Dalla sua sede in via Cavour a Salice Salentino, il bar Lucia continua a raccontare una storia passione, professionalità e attenzione al cliente con uno sguardo attento alle nuove proposte, per questo, chi meglio di Tonio Barba, può rivelare chi vince la sfida tra pasticceria classica e pasticceria moderna?

Quali sono le principali differenze tra la pastic-

ceria moderna e quella classica, dal tuo punto di vista di pasticcere?

Innanzitutto le preparazioni, che nella pasticceria moderna sono più lunghe, composte da numerose fasi che possono essere preparate con largo anticipo ed essere conservate. Poi, in secondo luogo, c’è l’accostamento di nuovi ed a volte improbabili gusti che non sempre sono in grado di superare i “classici”.

Il Natale 2024 sarà all’insegna della tradizione o dell’innovazione?

Sicuramente della tradizione. Tra gli alimenti immancabili sulla tavola c’è il panettone, il dolce per eccellenza delle festività, leggero e profumato, dona un tocco particolare alle nostre tavole. Si possono inventare svariate decine di dolci per Natale, ma il panettone non viene mai sostituito del tutto.

Come riesci a mantenere l’equilibrio tra innovazione e tradizione nelle tue creazioni?

Conosco i miei clienti! Nelle creazioni che hanno qualcosa di nuovo inserisco sempre un gusto ad essi familiare. È come restare in una confort zone che gli permette di avvicinarsi alle novità un passo alla volta. E poi parto sempre dal mio gusto personale. Se un abbinamento non mi piace o se io per primo non lo mangerei, non riesco a proporlo soltanto perché è “alla moda”. Ci sono dei nuovi ingredienti che vale la pena provare?

Quest’anno mi cimenterò con il caffè e con il caramello salato, che è “alla moda”, però mi piace!

Come rispondono i tuoi clienti alle nuove tendenze della pasticceria rispetto ai classici intramontabili?

Ormai con i clienti si è instaurato un bellissimo rapporto di fiducia. Sanno che qualsiasi nuovo

prodotto ci sia nel banco è stato accuratamente studiato e “sdifettato” per incontrare il loro gusti. In che modo le influenze internazionali stanno cambiando il panorama della pasticceria locale?

I social ormai mettono in vetrina tutto ciò che viene prodotto in campo mondiale. Spesso ci vengono proposti dei video così accattivanti che viene voglia di mangiare direttamente dallo schermo, ma non sempre sono reali, perché presentano prodotti che possono risultare tal quali solo in determinate condizioni. È il caso di dolci con odori particolarmente accesi, tempestati di brillantini, ma ci sono anche tanti altri esempi Fortunatamente però, la tradizione è più forte di queste mode e molti clienti dopo aver provato le novità, girano fedeltà alle vecchie torte.

Come prevedi che si evolverà la pasticceria nei prossimi anni?

I consumatori oggi sono molto più informati, più evoluti e sensibili alla qualità e alla selezione di materie prime. Spesso la semplicità vince su tutto. Nonostante gli sforzi di voler fare sempre qualcosa di diverso, per sorprendere (ed è giusto che sia così), il cliente continuerà a ricercare il dolce fatto bene. È come immaginare il dondolo: la spinta per andare avanti, parte sempre da dietro.

La tua proposta per i dolci che accompagneranno il prossimo Natale?

Oltre agli intramontabili dolci con la pasta di mandorla, come il pesce, il tronco e i dolcetti di pasta reale, proporremo il panettone artigianale in 12 gusti differenti.

Non potete trovare la scusa di essere entrati nella mia pasticceria e non aver trovato qualcosa che faccia per voi! Vi aspettiamo!

SALENTO DA GUSTARE

MILLE VOGLIE: A SPECCHIA IL NATALE HA IL PROFUMO

DEL PANETTONE ARTIGIANALE

Intervista a Giuseppe Zippo, Maestro artigiano simbolo dell’arte dolciaria in Salento

Un Natale con tante emozioni da condividere tra tradizione e innovazione con i prelibati panettoni di Giuseppe Zippo della pasticceria “Le Mille Voglie” a Specchia, pluripremiato pastrychef di Specchia simbolo di eccellenza artigianale. Zippo, nel 2021, è atato insignito dalla Regione Puglia – Dipartimento Sviluppo Economico Sezione Attività Economiche, Artigianali e Commerciali – del titolo di Maestro Artigiano.

Disponibili in varianti classiche e in altre speciali, i lievitati di Zippo sono realizzati con cura e ingredienti selezionati, conquistando il pubblico sempre più ampio, con la loro squisita bontà.

Maestro Zippo, ogni anno offre una grande varietà di panettoni artigianali e dolci natalizi. Le sue prelibatezze sono sinonimo di garanzia e qualità. Oltre alla maestria, quali sono i segreti per ottenere prodotti così buoni ?

Per me ci sono due elementi imprescindibili per ottenere un ottimo prodotto. Il primo è la scelta di materie prime di altissima qualità: solo utilizzando prodotti selezionati accuratamente e naturali sarà possibile ottenere un buon prodotto. Il secondo elemento è la passione: lavorare con la voglia di fare, di creare sapendo di stupire il cliente e deliziare il suo palato”

Maestro Zippo, il suo panettone tradizionale, nel 2016, ha vinto la medaglia di Miglior Panettone Artigianale d’Italia e poi ancora 1° Classificato Panettone artigianale “Scuola Piemontese” e nel 2020 si è aggiudicato la medaglia d’oro al Campionato Mondiale come miglior Panettone

del Mondo. Quali sono le varianti che offrite e quali sono i più panettoni più richiesti?

Il più richiesto rimane sempre quello tradizionale, ma i clienti possono scegliere anche tra quello ai tre cioccolati, al gusto fichi e noci, all’ arancia, pera e cioccolato etc. Poi ci sono le specialità in “vaso cottura”, i panvasetto, le torte, i fruttoni e tanto altro.”

Quando si entra nella sua pasticceria “le mille voglie” si vede subito il trionfo del buono con la vasta offerta di prodotti dal ricchissimo bouquet aromatico e un bilanciamento perfetto di gusti e consistenze. Nella sua pasticceria ampio spazio è dedicato anche a quei palati che hanno necessità alimentari particolari?

Certamente: negli ultimi anni, il numero dei consumatori con esigenze alimentari particolari è notevolmente aumentato. Noi siamo molto attenti a tutte le richieste dei nostri clienti e infatti offriamo un’ ampia scelta di prodotti senza lattosio e senza glutine e con altri ingredienti specifici.

SALENTO DA GUSTARE

VERNOLE/CAVALLINO (LE) PASTICCERIA ALABAMA

Via Sant’Anna, 40 - Vernole

Via Lizzanello, 49 - Cavallino

Nato come piccolo laboratorio di pasticceria e gelateria artigianale nel 1989 da due fratelli: Giovanni e Giuseppe Montinaro, Pasticceria Alabama si trova a Vernole, a 15 km da Lecce. Nel 2009 è stata inaugurata la nuova sede a Cavallino, allargando il raggio d’ azione ma mantenendo sempre ricette e lavorazione tradizionale. Produzione artigianale di pasticceria fresca, prodotti tipici del Salento, deliziosi gelati, servizio catering per compleanni ed eventi. Panettoni artigianali.

LECCE ALEX RISTORANTE

Via Vito Fazzi, 15/23 - Lecce

Tel. 320 80 34 258 - alexristorantelecce@gmail.com

Situato nel cuore del centro storico di Lecce, a due passi da Piazza Sant’Oronzo, Alex Ristorante offre una cucina basata su un’attenta ricerca delle materie prime attraverso cui raccontare il territorio salentino, non perdendo mai di vista un binomio fondamentale: tradizione/innovazione. Alessandra Civilla, talentuosa Chef salentina, coltiva la sua passione per la cucina sin dall’infanzia. Dedizione, studio e sperimentazione sono i suoi compagni di viaggio verso quel sogno chiamato cucina.

LEQUILE (LE)

ANIMA TRATTORIA – PIZZERIA

Largo Castello 3, Lequile Cell. 380 759 5411

La più autentica cucina salentina vi aspetta a Lequile da Anima Trattoria-Pizzeria. Preparatevi a vivere un’esperienza culinaria indimenticabile grazie ai piatti di terra e di mare realizzati utilizzando solo materie prime fresche e di alta qualità, trattate nel pieno rispetto della tradizione. In un ambiente accogliente e familiare, potrete trascorrere ore spensierate, coccolati dal personale e gustare anche le loro deliziose pizze, considerate tra le migliori in commercio, per l’impasto leggero e il perfetto equilibrio degli ingredienti.

LECCE ENOTECA CALABRESE

Via Archita da Taranto, 65/67 – Lecce | Tel. 0832 398125 instagram.com/enoteca_calabrese

Frizzanti e vivaci bollicine ti portano da Enoteca Calabrese a Lecce, vasto assortimento di vini, champagne, liquori nazionali e internazionali. Enoteca Calabrese propone prodotti casarecci, prodotti tipici calabresi, olio e bevande in genere. Da Enoteca Calabrese troverai particolari confezioni regalo natalizie. Consegna a domicilio e spedizioni in tutta Italia. Brindare ha un gusto divino.

LECCE CAFFÈ ANTONUCCI

Via Giacomo Arditi, 11 - Lecce Tel 3466750401

Quando vuoi fare un pit stop a Lecce e vuoi qualcosa di buono, gustoso e veloce. Dolci, tipicità salentine, panettoni mignon, caffè e affini di ottima qualità per una colazione dal sapore caldo e avvolgente, ma non solo, ricchissima scelta di tortini salti per un aperitivo al volo, tutto a due passi dal centro. Caffè Antonucci, con il suo personale gentile e attento alle esigenze del cliente; è lieto di coccolare te e i tuoi ospiti con professionalità e cordialità nei tuoi mini pasti per una pausa tutta da gustare.

LECCE CHECCO PIZZA

Via Torquato Tasso 5, Lecce Tel. 333 599 3069

Se la pizza napoletana è arte, allora da Checco Pizza potrete assaggiare veri capolavori. Impasto realizzato secondo la migliore tradizione partenopea, ingredienti di altissima qualità, lievitazione perfetta per garantire un prodotto gustoso e leggero, fanno di Checco Pizza un ritrovo per i veri amanti della pizza. Un ambiente rustico, con lanterne e mattoni a vista accoglierà gli avventori che potranno scegliere tra una vasta selezione di pizze, dalle più classiche alle più elaborate che soddisferanno anche i palati più esigenti, accompagnate da antipasti realizzati al momento.

LECCE CLASSÉ RESTAURANT

Viale della Libertà, 93 - Lecce

Cell. 320 9376767

Prova la Lecce più raffinata. Il Classé Restaurant, vero gioiello della ristorazione fine dining di Lecce, è stato pensato subito così: diretto ed elegante, senza compromessi. Una location esclusiva e raffinata per i palati più esigenti, per chi cerca il pesce fresco o le selezioni di carni più pregiate, e una delle cantine migliori della Puglia, con oltre 1000 etichette.

LECCE PIZZA DO.C DA DONATELLO

Via Bari, 21 - Lecce

Tel. 3925150848

Se volete vivere un’esperienza di gusto irripetibile, Pizza Do.C. di Donatello Cordella è la pizzeria che fa per voi. Situata nella tranquilla via Bari a Lecce, Pizza Do.C. delizierà anche i palati più esigenti con il suo variegato menù che propone pizze classiche, bianche, speciali o vegane, realizzate con materie prime di altissima qualità. Nei suoi 20 di esperienza, Donatello Cordella ha creato impasti innovativi che rendono le sue pizze succulenti capolavori da assaporare godendo del piacere di un ambiente accogliente e famigliare che non perde mai di vista la professionalità che ha reso grande questa pizzeria.

LECCE BAR COTOGNATA LECCESE

Viale Marconi n. 51, Lecce

Tel. 0832 302800

Dal 1992 la Cotognata Leccese, si conferma punto di incontro per avventori di tutte le età che nello storico locale a conduzione familiare nel centro di Lecce trascorrono ore piacevoli tra un caffè, un aperitivo, un rustico o uno dei dolci rigorosamente artigianali. Fondato da Oronzo De Matteis, questo bar, che negli anni ha esportato le sue delizie in tutto il mondo, ha conquistato i palinsesti televisivi e anche il grande schermo, è ideale per chi vuole fare un piacevole salto nella migliore storia di Lecce.

LECCE DOUGLAS HYDE IRISH PUB

Via Bartolomeo Ravenna, 17 - Lecce Cell. 320 186 5016

È il posto perfetto per passare dalle semplici e tranquille serate a serate indimenticabili. La cucina di qualità, l’attenta selezione delle birre alla spina e in bottiglia, il personale sempre molto attento a soddisfare il palato del cliente, contribuiscono a rendere il Douglas Hyde Irish Pub un punto fermo nella bellissima Lecce. È un piccolo angolo d’Irlanda, arredato rigorosamente in legno con ottima musica e dove si può vedere tutto lo sport di sky. In questo posto si respira aria di casa, un’atmosfera tutta da provare.

LECCE PIZZERIA ROSTICCERIA DA ENZO

Tel. 0832 302050

Un luogo accogliente e familiare, dove gustare tantissime specialità di rosticceria sempre calde. I rustici, i calzoni, le pizzette e le arancine vi faranno sentire come a casa. Ma non è tutto, perché le mega crocchè di patate sono una vera delizia per il palato! Luca e la sua famiglia, vi accoglieranno con professionalità e gentilezza. Approfittate del comodo spazio esterno per trovare refrigerio nelle sere estive e godervi i più autentici sapori della cucina locale a pochi passi dal centro di Lecce, ma immersi nella pace di uno dei più tranquilli quartieri della città!

LECCE FIORDIGELATO

Via Salvatore Trinchese 43, Lecce

Tel. 3286673160

A Lecce, in pieno centro, il laboratorio artigianale che soddisfa anche i palati più esigenti grazie alla genialità di Andrea Scalinci, che quotidianamente sperimenta e crea capolavori per tutti i gusti. La gelateria Fior di Gelato offre anche nel periodo invernale prodotti dal sapore fresco e gustoso realizzati con materie prime di qualità senza grassi vegetali idrogenati. Tra gelati light, senza lattosio, senza glutine, spumoni, granite, semifreddi, frappé, monoporzione, yogurt e torte gelato, il cliente avrà l’imbarazzo della scelta.

CALIMERA (LE)

TRATTORIA FILIPPU E PANARU

Tel. 0832873453 - 3271010600

Da un’idea di Valentina e Roberto, nel suggestivo centro storico di Calimera, cuore della Grecìa Salentina, “Filippu e Panaru”, tipica Trattoria che vi accoglierà in un ambiente tradizionalmente curato, dai rilassanti toni della macchia mediterranea. Dotata di trentacinque coperti e di una suggestiva corte propone, seguendo le stagionalità ed utilizzando le migliori materie prime a chilometro zero, piatti e sapori della tradizione culinaria salentina. Pasta fresca per i primi piatti, preparata secondo tradizione, secondi a base di carne o pesce, accompagnati da verdure fresche o cotte tipiche del territorio.

LECCE

LA LOCANDA DEL MACELLAIO

La migliore carne di Lecce si mangia nella Locanda del Macellaio, lo storico locale situato in una delle vie più vitali della città. Raggiungibile sia a piedi che in macchina, la Locanda del Macellaio è il ritrovo preferito dagli amanti della buona cucina che potranno scegliere direttamente al bancone il loro taglio preferito e la tipologia di cottura. Da non perdere le bombette accompagnate con buon vino locale o patate al forno, da gustare all’interno o nel comodo spazio esterno serviti da personale professionale e cortese.

Via Alessandro Manzoni, 1 - Lecce
Via Costantini, 66 Calimera (LE)
Via Taranto 37d, via Taranto 157, Via Adriatica 283

LECCE

PASTICCERIA LE BON BON

Via Archita da Taranto 7, Lecce

Tel. 0832 399070 - facebook.com/tiziana.schiavano

Una location piccola e accogliente, rende la Pasticceria Le Bon Bon un angolo di paradiso nel cuore di Lecce. Lasciatevi deliziare con una vasta selezione di dolci della tradizione, come torte, mignon, pesci e tronchetti di pasta di mandorla, panettoni artigianali e altre squisitezze natalizie. Da non perdere inoltre le deliziose idee regalo che renderanno ancora più dolci le feste. E per iniziare al meglio la giornata, coccolatevi con i buonissimi fruttoni, pasticciotti, cornetti, o ciambelle e pasticceria secca, biscotti decorati e altro.

NARD Ò (LE) RISTORANTE IL MIGNANO GERMOGLI

Via Lata, 27, Nardò

Cell. 327 662 3468

Situato nel suggestivo centro storico di Nardò, il ristorante Il Mignano Germogli è la location perfetta per gustare piatti di alta qualità che abbracciano la migliore tradizione gastronomica italiana e quella giapponese. Piatti di mare e di terra realizzati con materie prime freschissime, si alternano infatti ad una raffinata selezione di sushi. Eleganza, professionalità e gentilezza, sono le parole chiave che guidano il personale nell’accoglienza degli ospiti, che oltre a gustare ottimo cibo, potranno godere della magnifica vista che si gode dalla terrazza panoramica o della romantica atmosfera del giardino nel periodo estivo, mentre la sala interna nel periodo invernale offre calore e confort per una cena indimenticabile.

TRICASE (LE)

AZIENDA AVICOLA MARSILIO

Contrada Campo Tommasi, Snc, Tricase info@avicolamarsilio.com cell. 3450166133

Attiva da oltre vent’anni a Tricase, nella provincia di Lecce, L’Azienda Avicola Marsilio si occupa della produzione e della vendita di uova di gallina allevata sia in gabbia che a terra e disponibilità di prodotti pastorizzati, rivolgendosi sia a clienti privati che aziende nel settore della ristorazione e pasticceria. La serietà, la cura per tutti gli animali che l’Azienda Avicola Marsilio alleva e l’attenzione quotidiana nel lavoro sono elementi che hanno permesso all’azienda di mantenere elevati standard qualitativi e di essere uno dei principali punti di riferimento nella provincia di Lecce.

LECCE MOSTO DIVINO

Via Girolamo Marciano, 6/A - Lecce Cell. 3662884273

Lasciatevi inebriare dal profumo e dal sapore dei migliori prodotti vinicoli accuratamente selezionati da Andrea Colitta, titolare di Mosto DiVino, sommelier professionista 3°livello A.I.S. Classificatosi per il quarto anno tra le mete consigliate dalla guida Restaurant Guru e attualmente nella Top Ten dei migliori enotecari italiani, da Mosto DiVino troverete anche un vastissimo assortimento di grappe, champagne, birre e liquori. Con competenza e passione verrete guidati nella scelta del prodotto più adatto alle vostre esigenze per un brindisi in compagnia o per un momento di meritato relax.

LECCE NABUKKO

Piazza Giuseppe Verdi, 5 - Lecce

Cell. 328 948 9000

Situato in una delle piazze storiche di Lecce, a pochi passi dal centro, Nabukko è il ristorante in cui il cibo incontra l’arte, ogni piatto, dagli hamburger ai piatti a base di pesce fresco, viene preparato scegliendo con cura ogni ingrediente per esaltare genuinità e freschezza. L’ambiente caldo e accogliente, stimola la convivialità e invita ogni ospite ad intraprende un vero viaggio nei sapori più autentici, lasciandosi cullare dalle note della musica di Giuseppe Verdi che riecheggiano nell’aria, in omaggio all’omonima piazzetta che ospita il Nabukko.

ZOLLINO (LE)

NON SOLO PANE

Via Giuseppe Chiriatti

Cell. 389 297 9620

Nel cuore di Zollino, uno dei comuni più caratteristici del Salento, sorge Non Solo Pane. I prodotti tipici salentini realizzati dalle sapienti mani del mastro fornaio, sono una certezza per i clienti fissi e per i turisti che ogni anno ne apprezzano la genuinità. Pucce, frise, taralli, stuzzichini vari, focacce condite con ingredienti di prima qualità, la classica sceblasti, crostate e torte realizzate con amore e sapienza, accoglieranno i clienti in questa piccola roccaforte della tradizione locale. La cortesia del titolare e di tutto il personale, renderanno speciale la vostra esperienza in questo forno.

NARDÒ (LE)

NERETUM DOLCE & SALATO

Via Roma 14/f, Nardò

Tel: +0833 567662 - panificio.neretum@libero.it

Il Panificio Artigianale Neretum Dolce e Salato vanta un’esperienza trentennale nella produzione di pane, biscotteria e pasticceria da forno. L’impiego di ingredienti genuini e di alta qualità sono il segreto che ci permette di realizzare prodotti unici e inimitabili, preservando le antiche tradizioni e venendo incontro alle richieste di una clientela sempre più attenta alla qualità dei prodotti.

LECCE CAFFETTERIA OGNIBENE

Via Michele De Pietro, 45 - Cell: 3453775533

Instagram: caffetteria_ognibene_lecce www.caffeognibene.it

Situata nel complesso degli Agostiniani, la Caffetteria OgniBene è il connubio perfetto tra storia, arte e cultura. Un’oasi di pace all’entrata di Lecce e a pochi passi dal centro, in cui rifugiarsi se si vogliono gustare prodotti tipici accompagnati da un caffè servito nella sala interna collegata alla biblioteca, o nel giardino da cui godere della vista del verde mentre ci si concede un pò di relax. La cordialità del personale, la vasta scelta tra dolce e salato, infine rendono questo posto un rifugio per il corpo e per lo spirito.

S.MARIA AL BAGNO (LE)

BAR LA PERGOLA

Piazza Nardò n 3, Santa Maria al Bagno

Tel. 0833 574160 - 327 70 18 695

Un Natale ricco di dolcezza tutta artigianale vi aspetta al Bar La Pergola: dai dolci tipici della nostra tradizione salentina - cartellate, purceddhruzzi, Pitteddhe - alla frutta in pasta di mandorla, ai nostri panettoni a lunga lievitazione, sia nella versione classica con glassa e mandorle o con golose sfiziose varianti. E quest’anno, ci saranno anche deliziose novità tutte da gustare! Vienile a scoprire.

LECCE ROAD 66

Via Dei Perroni, 8 - Lecce

Tel. 0832 246568

Il Road 66 è il primo Pub in stile Old America aperto in Puglia. Ad oggi il locale viene gestito da Danilo, Simona e Vanessa (the streets fork) in maniera allegra, simpatica, informale e con una grande esperienza nel campo della ristorazione. Da anni il Road 66 è un punto di riferimento della Lecce by night; la sua atmosfera, la sua musica dal vivo, la cucina tipicamente TEX-MEX STEAK-HOUSE e le lunghe serate di birra spillata e bevuta a fiumi, lo hanno reso famoso in Italia e fatto segnalare dai maggiori mass-media.

TORRE VADO (LE)

PROFUMO DI MARE RISTORANTE DEL SALENTO

Litoranea Leuca-Gallipoli, 4, Torre Vado LE Telefono: 339 266 6776

Situato nella marina di Torre Vado, il Ristorante Profumo di Mare, aperto tutto l’anno, regala ai suoi avventori un’emozionante vista sul mare che si coniuga con l’atmosfera elegante e accogliente sia per le vostre cerimonie o cene aziendali, ma anche con i vostri amici e famigliari. La cucina è il perfetto connubio di tradizione e innovazione, con un menù che propone specialità locali a base di pesce freschissimo che lo chef Sebastiano Milo propone ai suoi ospiti, in un vero e proprio percorso gastronomico alla scoperta dei sapori.

CARMIANO (LE) PANIFICIO ROSETTA

Via Alessandro Volta, 14 - Carmiano Tel. 0832 601335

Inserito da Gambero Rosso tra i 13 migliori panifici del Salento per la guida “Pane&Panettieri d’Italia”, lo storico Panificio Rosetta di Stefano Conversano è l’emblema della grande tradizione tramandata da 4 generazioni. Nell’accogliente locale potrete lasciarvi inebriare dal profumo di pane pizze, focacce, taralli e frise realizzati con farine selezionate. Imperdibili inoltre i piatti take away realizzati con materie prime freschissime e soprattutto le patate tagliate a fette e fritte al momento.

SAN CESARIO DI LECCE (LE)

RISTORANTE SMALL

Via Dante Alighieri, 59 - San Cesario di Lecce

Tel. 0832 205489

Il Ristorante Small and More, dal 2013, è un tempio della cucina salentina innovativa. Lo chef Antonio Fragola, cresciuto tra i profumi della cucina tradizionale, ha assorbito in anni di esperienza tutti i sapori che propone nel suo ristorante. Small offre piatti che esaltano i prodotti locali in chiave moderna, con una presentazione impeccabile. Inoltre, con Small Events, il servizio catering di Small and More potrete stupire i vostri con un menu scelto appositamente per ogni occasione. Da non perdere infine, la pregiata e variegata selezione di vini e birre, con etichette di alta qualità.

ZOLLINO (LE)

TOP ORANGE

Piazza S. Pertini, 3 - Zollino, (Le)

Tel. 0836 600 091

Nella pasticceria Top Orange di Zollino, viene prodotto un dolce del quale molti ormai sono a conoscenza, la “Sibilla”. L’idea nasce nel 1990 e in più di 30 anni è stato apprezzato da tantissimi palati sopraffini. Con “un’esplosione di gusto” che delizia chi ne resta coinvolto, il noto dolce è arrivato fino alle mani di Papa Bergoglio, che ne ha da subito apprezzato l’unicità e la bontà.

LECCE TENTAZIONI GELATERIA

Tel:

Avete voglia di un dolce coccola? La gelateria Tentazioni è il posto che fa per voi.L’uso di ingredienti freschi e di alta qualità rende ogni gelato una vera delizia, ma soprattutto, davanti al grande banco frigo, avrete l’imbarazzo della scelta. Dai gusti classici a quelli più moderni, la gelateria tentazioni è una costante scoperta di sapori e profumi. La cura dei dettagli e la passione per l’artigianalità si riflettono in ogni cono e coppetta, ma anche nei semifreddi, nelle monoporzioni, negli spumoni e nelle granite artigianali.

BORGAGNE (LE) UNICO RESTAURANT

Via Parini, 20 - Borgagne

Cell. 327 66 81 928

Per il secondo anno consecutivo tra le mete di ViaMichelin, la guida alla mobilità, e tra gli insider di The Fork, Unico Restaurant è il rifugio ideale per chi cerca relax e bellezza, immerso nel verde, lontano dal caos della città, accogliente e famigliare. La proposta di un menù ricercato, realizzato scegliendo con cura materie prime di altissima qualità, accarezzerà i palati più sopraffini ed esigenti. Se abbandonate la fretta per degustare lentamente… Unico è il posto che fa per voi.

Viale G. Leopardi, 58 - Lecce
0832 398659

CAPRARICA DI LECCE (LE) IL VIZIO DEL BARONE

LECCE ZIO GIGLIO ARTLAB

Storico locale situato in uno dei comuni più amati del Salento, Il Vizio del Barone da sempre offre ai suoi ospiti un ambiente accogliente in cui il gusto va di pari passo con la tradizione. Antipasti caldi, primi e secondi piatti a base di carne e di pesce fresco, si affiancano oggi alla pizzeria che porterà l’esperienza culinaria verso nuove vette, grazie alla raffinata selezione di materie prime freschissime e alle farine speciali che trasformano ogni pizza in un’opera d’arte gastronomica per la leggerezza dell’impasto e al sapore.

È nella cura e nella ricerca delle materie prime che Zio Giglio dedica una parte importante del suo tempo. In effetti, le caratteristiche principali del nostro ultimo impasto sono: un basso contenuto di glutine, ricchezza di fibre e, naturalmente , italianità. Oltre al servizio ai tavoli, offriamo catering, buffet, feste di compleanno ed il meraviglioso “ aperigiglio” , con e senza glutine. Vi aspettiamo per deliziarvi con la nostra produzione.

Via Martano, 127 – Caprarica di Lecce Cell. 338 7646100 – Tel. 0832.825252
Via San Domenico Savio, 74 , Lecce Tel. 0832 399814 - www.pizzeriaziogiglio.it

Kasamia

SALENTO DA GUSTARE

VALENTINA MARZANO TRA I TRE MIGLIORI PASTRY CHEF

D’ITALIA NELLA GUIDA 2025 DEL GAMBERO ROSSO

Viaggio tra i profumi e gli aromi di una campionessa del gusto

Valentina Marzano è tra i tre migliori pastry chef d’Italia, nella Guida 2025 del Gambero Rosso che annualmente fotografa l’evoluzione della ristorazione italiana, celebrando tradizione, innovazione e creatività. Valentina, classe 1989, è di Tuglie ed ha ricevuto questo prestigioso riconoscimento in occasione della presentazione dell’ultima edizione della Guida. Valentina ha studiato sia materie classiche sia scientifiche ma ha sempre coltivato la sua passione per la pasticceria. Nel 2018 si è formata presso la Gambero Rosso Academy, a Lecce, e da lì ha mosso ufficialmente i primi passi nella ristorazione grazie alla fiducia che Cristina Conte, del ristorante “Laltrobaffo” di Otranto, le ha fin da subito dimostrato. Dopo varie esperienze lavorative, Valentina approda in quella che lei attualmente chiama”casa” ossia l’Osteria del Viandante a Rubiera (Re). La soddisfazione di ricevere questo riconoscimento da parte di Gambero Rosso è tanta e la felicità le si legge negli occhi. “Sono di base una persona molto curiosa, mi piace sperimentare e conoscere nuovi ingredienti – racconta Valentina riguardo il suo approccio con le materie prime - contemporaneamente cerco sempre di seguire la stagionalità. Cerco inoltre di rimanere legata a quelle che sono le eccellenze del territorio in cui mi trovo. In pratica seguo quello che la natura ci offre senza forzature a tutti i costi”. Valentina racconta che “sono tre gli chef che guardo con ammirazione e ispirazione. Il primo è Francesco Pellegrino, mio insegnante presso la scuola di Gambero Rosso. La seconda è una donna incredibile, chef Cristina Conte, che mi ha aperto le porte del suo ristoran-

te, nonostante avessi appena terminato il corso e fossi senza esperienza. Il terzo è lo chef Jacopo Malpeli, che mi ha permesso di chiamare “casa” l’Osteria del Viandante, mi ha aiutata ad ampliare le basi apprese precedentemente, mi ha permesso di sbagliare e di imparare. È un esempio di impegno, ricerca e studio. Il riconoscimento ricevuto non va solo a me, ma anche a lui”

E alla domanda “con quali dessert hai un legame particolare?”, Valentina risponde: “ricordo con grande affetto e orgoglio, la prima torta “opera” realizzata a casa mentre frequentavo il corso di Gambero Rosso, fu una gioia soprattutto per i miei amici che la divorarono! Direi però –aggiunge - che le torte per i grandi eventi sono quelle che mi hanno fatto più penare e sudare e per questo motivo ne sono fortemente affezionata, così come mi sento legata ai dolci della tradizione, perché hanno caratterizzato la mia infanzia”.

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