COOPI News marzo 2010

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N O t I z I A R I O S U I p R O G E t t I U M A N I tA R I D I C O O p I N E L M O N D O

COOPINEWS Numero 1

Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In legge 46/2004) art. 1 comma 2 - DCB Milano

marzo 2010

SolidarietĂ per Haiti Obiettivo: garantire risposte immediate e durature

8 marzo, per cosa? Sostieni le donne, sostieni il futuro Haiti, Ph. Contrasto

M I G L I O R I A M O

I L

M O N D O,

I N S I E M E


COOPINEWS Marzo

• N. 1 • ANNO 2010

04 .07 IN PRIMO PIANO Haiti, perché? Emergenza e ricostruzione COOPI nelle emergenze 08.09 Click! Foto dalla Costa Rica e dal Ciad 10.13 APPROFONDIMENTO Le ultime cambieranno il futuro COOPI è donna 14.15 DAL CAMPO Un sogno realizzato L'istruzione cambia la vita 16.17 SOSTEGNO A DISTANZA 6 modi per dirvi grazie Un diritto al mese 18.19 AZIENDE SOLIDALI Tavola solidale Convegno Ong e Imprese 20.21 RELAZIONE CON I DONATORI Prima la merenda Bomboniere solidali Esito dell'appello contro la fame 22.23 DALL’ITALIA Africa 16.000 La sfida del bacino del Congo 24 MONDO COOPI

COOPINEWS NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE SULLE ATTIVITÀ E PROGETTI DI COOPI

DONAZIONI

Le donazioni a favore di COOPI possono essere dedotte o detratte. Per poter usufruire della agevolazioni fiscali previste dalla legge, è sufficiente che, al momento della dichiarazione dei redditi, si alleghi la ricevuta delle donazioni (bollettino postale o estratto conto bancario), senza bisogno si altri attestati. Poiché COOPI è ONG - Organizzazione Non Governativa riconosciuta idonea ai sensi della legge n. 49 del 26/02/1987 - ma anche ONLUS Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale ai sensi del D. Lgs. n. 460/97 -, chi effettua una donazione può decidere liberamente il trattamento fiscale di cui beneficiare.

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REDAZIONE Direttore responsabile: Vincenzo Barbieri Direttore esecutivo: Isabella Samà Comitato di redazione: Lorenzo Bianchi Carnevale, Efrem Fumagalli, Ennio Miccoli, Barbara Nese, Francesco Quistelli, Isabella Samà Redazione: Lucilla Bertolli, Piero Brunod, Jacopo Brusca, Saskia Carusi, Licia Casamassima, Marianna Cogliano, Cristian De Luca, Marco Ferloni, Matteo Fumi, Valentina Iacovelli, Andrea Martinetti, Marta Medi, Diana Nahum, Lara Palmisano, Daniele Persico, Giuseppe Polini, Francesco Quistelli, Ingrid Tamborin, Daniele Tognoli, Tiziana Vicario, Marcello Volta, Morena Zucchelli Ricerca iconografica: Laura Carbonara Foto di: Agenzia Contrasto, Luca Bonacini, Lorenzo Maria Dell’Uva, Michele Falaschi, Silvia Favaron, Marco Ferloni, Vittorio Oppizzi , Ugo Panella, Agnese Quartu, Fabrizio Rescalli, Marco Serena, Riccardo Venturi , Guglielmo Zambiasi Progetto grafico: Tosicampanini Stampa: Brain Print & Solution s.r.l. Testata n. 685, registrata presso il Tribunale di Milano il 23.12.94 Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In legge 46/2004) art. 1 comma 2 - DCB Milano


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EDiTO RiAlE

Somalia, Ph. Ugo Pannella

PERChé lOTTARE CONTRO lA POvERTà?

Rispondere a questa domanda è fondamentale per ha detto recentemente in un'intervista - "siamo come tanti

comprendere le ragioni che danno senso all'azione di COOPI fili d'erba nel deserto" - senza COOPI, senza i cooperanti, i nei paesi più poveri del mondo.

donatori, i collaboratori, i volontari ci sarebbe solo sabbia.

Lottare contro la povertà, o meglio, contro "le povertà" Per noi i "fili d'erba" sono pozzi d'acqua, scuole, centri sanitari,

può essere visto come un dovere morale al quale non possiamo formazione professionale, sensibilizzazione sui diritti umani, sottrarci: non si può non aiutare chi sta male. In particolare preparazione ad affrontare disastri naturali... Sono tutte le bambini, donne, disabili... È semplicemente una questione azioni messe in campo per lottare concretamente contro la relativa alla nostra natura umana! Oppure può essere povertà, contro le povertà che attanagliano il mondo: fame, visto come il modo migliore per trovare il proprio posto nel malattie, analfabetismo, violenza, .... Noi abbiamo scelto di mondo, per dare un senso a tutta un'esistenza (penso ai combattere le povertà nei paesi più poveri, con le popolazioni cooperanti sul campo, al nostro fondatore padre Barbieri). più deboli, in contesti difficili e faticosi. E andremo avanti, questo E ancora... lottare contro la povertà nel Sud del mondo è il nostro posto nel mondo. Per farlo dobbiamo continuamente può significare offrire il proprio contributo di tempo o denaro scegliere di impegnarci per questa causa. E continueremo a a una buona causa e appagare così la propria voglia di chiedere di compiere la stessa scelta di impegno a tutti coloro solidarietà: donatori e volontari ne sono un esempio lampante. che incroceranno le nostre mani: scegliete di lottare contro la

Ma le forme di povertà sono tante, le sollecitazioni ad povertà, insieme a noi, adesso.

essere partecipi, a offrire il proprio contributo sempre di più (in Italia e fuori dall'Italia), la frustrazione a volte molto alta: trovarsi di fronte a un oceano enorme spesso in tempesta può scoraggiare anche i marinai più esperti...

E allora mi vengono in mente le parole che padre Barbieri

Francesco Quistelli Responsabile Ufficio Attività in Italia CO O P I N E W S


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i N P Ri MO P iANO

di Lucilla Bertolli

haiti, perché? Natura, dittatura e povertà sono le ragioni della catastrofe che ha colpito l'isola a gennaio Una certezza sembra farsi spazio nel mare di notizie e comunicazioni che arrivano da Haiti: il dramma civile di cui siamo testimoni in queste ore ha origini non solo di natura geologica, ma anche storica, politica ed economica. tale combinazione di fattori, come vedremo avanti, porta a configurare Haiti come un “caso limite” all'interno del contesto caraibico.

Haiti. Case sgretolate, famiglie in strada. Tra le macerie si può ancora trovare qualche materiale utilizzabile, ma è rischioso addentrarsi tra i detriti e le case pericolanti. Ph. Marco Ferloni

il DRAMMA NEl DRAMMA

Lo dimostra il fatto che terremoti simili a quello del 12 gennaio in zone densamente popolate non sempre hanno provocato danni così ingenti come quelli di Haiti. Nella capitale port-au-prince, epicentro del terremoto, la devastazione è stata facilitata da una pianificazione territoriale ed urbana scadente e, più in generale, da strutture abitative costruite con materiali poco resistenti e spesso addirittura di scarto, soprattutto nell’estesa bidonville della città che da sola ospita più di 200 mila persone. Economicamente, poi, la decolonizzazione ha portato ad una lenta decadenza delle tecniche produttive e del primato del paese nelle esportazioni di prodotti

agricoli e risorse minerarie. A ciò bisogna aggiungere la ventennale dittatura di Jean-Claude Duvalier (1957-1986), che ha gettato il paese in una spirale di corruzione, impoverimento, ingiustizia e violenze. Si calcola che tra le 30 mila e le 60 mila persone siano state uccise dalla milizia personale del presidente e che altre migliaia abbiano subito violenze o minacce.

UNO DEi PAESi PiU’ POvERi DEl MONDO

Durante il corso del XX secolo, il paese ha raggiunto tali livelli di povertà ed indebitamento, da essere identificato come uno dei paesi più poveri al mondo. Ad infrastrutture scadenti, assenza di investimenti esteri e abbandono delle

attività produttive, si è sommato lo sconsiderato disboscamento del 98% del territorio haitiano, fenomeno cominciato durante l’occupazione francese e che in due secoli ha provocato la completa erosione del suolo. È questo un fatto particolarmente grave, punto di incontro tra politiche ambientali sbagliate (o completamente assenti) e condizioni geografico-climatiche ostili. Se poi guardiamo alla drammatica serie di catastrofi naturali cui l’intera area (ed Haiti in particolare) è geograficamente soggetta - terremoti, alluvioni, nonché gli uragani che si rincorrono lungo una precisa rotta che da sud-est a nord attraversa il Mar dei Carabi con regolarità durante la stagione estiva - è facile comprendere la fragilità di quest’area geografica e quindi l’urgenza di introdurre una pianificazione ambientale adeguata ad essa.

UNA TRAGEDiA EviTABilE

E chiaro appare anche il fatto che quest’ultimo tragico avvenimento, benché abbattutosi con particolare violenza, non avrebbe portato ad una tale ecatombe se non con il contributo di infrastrutture deboli e dalle fondamenta fragili, nonché di uno stato di semi-anarchia in cui il paese versa dal 2004, quando il presidente JeanBertrand Aristide è stato destituito dai suoi poteri da un colpo di Stato. In un tale groviglio di elementi a sfavore, geografia e “sfortuna” sono solo una parte del ben più articolato problema ‘Haiti’.


i N P Ri MO P iANO

5 di Lara Palmisano

COOPi ad haiti: prima l'emergenza e poi la ricostruzione Poche ore dopo il terremoto, stavamo prestando soccorsi sull'isola. Ora stiamo lavorando per la ricostruzione e per avviare il Sostegno a distanza

E RS

AN

R ES C U E

ST SA DI

Ormai è ben noto il disastro avvenuto ad Haiti, colpita il 12 gennaio 2010 da violentissime scosse di terremoto - scosse del 7° grado della scala Richter che hanno seminato morte e distruzione, in particolare nella capitale port-au-prince e nella parte ovest dell'isola caraibica. COOpI sta intervenendo attivamente ad Haiti sin dal 14 gennaio insieme a RApID LA, l’Ong latinoamericana consorziata di RApID UK e specializzata nella prima ED EPAR NESS emergenza. IN PR D Le prime attività sono state di ricerca e, grazie a queste, in una settimana, cinque RAPID sono state le persone Promoviendo la estratte in vita Gestión de Riesgo dalle macerie.

Haiti: una tendopoli a Port-au-Prince, Ph. Marco Ferloni

Il 23 febbraio sono arrivati dall’Italia a port-au-prince Marco Ferloni e Bruno Clerici, operatori COOpI per l’emergenza Haiti. “Dopo aver effettuato una prima valutazione degli interventi necessari - spiega Marco abbiamo iniziato le attività di primo intervento, in coordinamento con le altre organizzazioni sul campo. Nel frattempo stiamo continuamente monitorando le esigenze della popolazione non ancora coperte da altri interventi e programmando iniziative di sostegno coordinate e concordate con le Nazioni Unite”. A Fond parisien (località haitiana al confine con la Repubblica Dominicana), gli operatori di COOpI - RApID LA, in collaborazione con l’ordine dei Gesuiti, hanno distribuito generi di prima necessità a circa 3.600 persone. Il materiale è stato fornito dalla protezione Civile italiana, con la quale COOpI si sta coordinando per assicurare gli aiuti. parallelamente partecipiamo ai gruppi tematici/settoriali di intervento delle Nazioni Unite per lavorare in maniera sinergica. Il 5 febbraio, il DINEpA (Dipartimento governativo di gestione delle acque ad Haiti) ha affidato allo staff COOpI - RApID la valutazione dei bisogni nei campi sorti spontaneamente a port-au-prince, con il supporto di UNICEF. Ma l’intervento di COOpI ad Haiti non si ferma alla sola emergenza. Se la prima fase del progetto aveva l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita nei campi

Haiti: materiale di primo intervento, Ph. Marco Ferloni

provvisori, c’è un’idea di progetto anche sul lungo periodo. L’obiettivo principale è di ridurre i rischi che eventi traumatici, come quello del terremoto, possano avere sulla popolazione. In particolare il lavoro verrà fatto sulle categorie più deboli e vulnerabili anche attraverso un supporto di tipo psicologico. Inoltre, stiamo pensando di avviare un progetto di sostegno a distanza, fondamentale per garantire cure e protezione ai bambini nel medio-lungo periodo. per aggiornamenti: www.coopi.org

il tuo aiuto fa la differenza! Sostieni il fondo emergenze COOPi c/c postale 990200 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. c/c bancario: Banca popolare Etica - filiale di Milano - IBAN It 06 R 05018 01600 000000102369 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. Online: dal sito www.coopi.org Carta di credito telefonando al numero 02/3085057 Causale: progetto Haiti Haiti: Bruno Clerici di spalle sovrintende i lavori, Ph. Marco Ferloni

Grazie per quanto potrai fare! CO O P I N E W S


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i N P Ri MO P iANO

a cura del team "Preparazione disastri" di cooPi America latina

COOPi nelle emergenze, quando la tempestività è tutto Dare un aiuto, nel più breve tempo possibile, alle popolazioni colpite da disastri, terremoti, crisi in ogni angolo del mondo Negli anni COOpI è intervenuta in decine di situazioni in cui la tempestività era fondamentale per salvare vite e dare un aiuto concreto. Un’attività che si è associata a quella di sostegno allo sviluppo e che ha un compito molto importante: portare aiuto nelle catastrofi. Ma il lavoro sulle emergenze non si ferma al solo intervento successivo alla disgrazia; si traduce anche nella preparazione, attraverso un lavoro con le popolazioni più esposte ai rischi.

le catastrofi

Perù. Morena Zucchelli tra la gente colpita dal terremoto nel 2007. Ph. COOPI

possiamo ricordare grandi tragedie come il terremoto di Chimbote in perù nel 1970

che causò più di 70 mila morti, il terremoto in Messico nel 1985, la tragedia di Armero in Colombia per l’esplosione del vulcano Nevado del Ruiz con 25 mila morti, i vari uragani nel Centro America (il più drammatico è stato l’uragano Mitch), le inondazioni in Venezuela nel 1999 con più di 20 mila morti, fino al più recente e devastante terremoto di Haiti dell’inizio di gennaio. per effettuare interventi concreti in queste situazioni di emergenza, sono necessarie risorse immense, oltre che una capacità di risposta quasi immediata per riuscire a salvare vite ed effettuare interventi mirati.

FOCUS GUATEMAlA

Le comunità che abitano lungo il bacino del fiume Polochic, in Guatemala, sono estremamente esposte al problema delle frane, delle inondazioni e dei terremoti. Per questo motivo, COOPI sta lavorando con la Commissione Europea per rafforzare gli organismi preposti alla gestione del rischio e per formare la popolazione su come affrontare le calamità naturali. Dal 2008 ad oggi, tra i 29 mila abitanti dei Municipi di Panzós e Senahú (dipartimento di Alta Verapaz), si sono raggiunti i seguenti risultati: • la creazione dell'Ufficio municipale per la Gestione del Rischio, costituito da personale formato da COOPI, il quale mira a canalizzare maggiori risorse a livello locale e ad assicurare il prosieguo dei processi innescati; • la promozione di uno spazio di dialogo inter-istitutionale con le imprese private, al fine di condividere conoscenze ed esperienze e ricercare soluzioni basate su una visione più ampia della gestione del rischio;

Guatemala. 2005. Effetti dell'uragano Stan ad Atitlan. Ph. Fabrizio Rescalli

• il miglioramento dell’infrastruttura di risposta alle emergenze, nel campo della sanità e del contenimento del rischio idro-geologico; • il coinvolgimento delle comunità locali nel processo di sensibilizzazione e nella campagna di preparazione al disastro, attraverso il teatro e la radio.


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FOCUS • dotare le scuole di kit di pronto soccorso per aumentare la loro capacità di risposta; • ed infine, sensibilizzare la popolazione e le istituzioni locali sull’importanza della preparazione e delle prevenzione dei rischi legati alle catastrofi naturali.

PARAGUAY Una volta il Chaco era una leggendaria e rigogliosa zona di caccia. Oggi non è che uno dei posti più inospitali del Sud America, in cui sopravvivere alla siccità è diventato sempre più difficile, specie per le comunità indigene. COOPI lavora assieme alla Commissione Europea per preservare popolazioni originarie e habitat naturale. Di più, per rendere capaci gli abitanti di affrontare e mitigare i fenomeni avversi, con una modalità tutta nuova, che parla la lingua e la cultura degli indigeni. Quali sono concretamente gli obiettivi di lavoro? • Rafforzare e dotare i due maggiori municipi della regione di Centri Operativi di Emergenza, in modo da poter coordinare le strategie di prevenzione e risposta alle catastrofi assieme alla Protezione Civile Nazionale; • risanare e costruire dei sistemi d’acqua per approvvigionare la popolazione

la preparazione della popolazione

Paraguay. Chaco. 2009. Cisterna costruita da COOPI con i fondi della UE. Ph. Silvia Favaron

durante i ciclici periodi di siccità; • elaborare e produrre con le scuole indigene un gioco, affinché gli alunni possano apprendere come prepararsi e mitigare le catastrofi naturali;

attraverso cinque regole: - assicurarsi che la riduzione dei rischi di disastri sia una priorità nazionale e locale; Ma è proprio vero che le catastrofi non identificare, valutare e monitorare i rischi sono prevedibili e che non si possono di calamità; arginare? Le popolazioni vivono questi usare la conoscenza, l'innovazione e eventi in modo fatalistico e questo, a volte, l'educazione per costruire una cultura impedisce di utilizzare la razionalità e fare della sicurezza; interventi che davvero diminuiscano il numero di morti. per farlo, naturalmente, - ridurre i fattori di rischio; - essere preparati per fare fronte alle servono strategie, organizzazione e calamità. soprattutto soldi. Elementi che nella Oltre a questi punti, COOpI adotta maggior parte dei casi mancano nei particolari attenzioni che permettono paesi in cui COOpI interviene. per questo una pronta risposta in caso di disastro o è necessario agire su più fronti: creare altro evento che necessita un intervento un’organizzazione in grado di agire immediato. immediatamente nelle situazioni più a rischio e, nello stesso tempo, intervenire Fondamentali costantemente sulla popolazione attraverso progetti di preparazione ai le collaborazioni disastri. Dal 1992, COOpI è partner della Commissione Europea sia per gli interventi di emergenza che per quelli le strategie di COOPi di preparazione ai disastri. Da alcuni anni, Da più di 10 anni, COOpI ha fatto propri si è dotata di personale specializzato i principi della “Strategia internazionale per le situazioni in cui è necessario un di riduzioni dei rischi di disastri” (Hyogo intervento di emergenze ed è stato 2005-2015). Si tratta di una Carta, deciso di lavorare sulla preparazione condivisa da diverse organizzazioni in dei disastri in quasi tutti i paesi tutto il mondo, che prescrive di lavorare dell’America Latina. per la prevenzione dei disastri naturali

Paraguay. Intervento di assistenza umanitaria nel 2007. Ph. Agnese Quartu

In tutti questi anni di lavoro, COOpI ha sviluppato relazioni molto importanti con entità scientifiche internazionali. Come, ad esempio, l’Institut de Recherche pour le Developpement (IRD – Istituto di Ricerca per lo Sviluppo) o con i servizi meteorologici di diversi paesi per monitorare inondazioni alluvioni, senza parlare dei Servizi che studiano ed analizzano gli smottamenti in diverse parti del continente.

il difficile ma importante lavoro con la popolazione

Fondamentale, in situazioni a rischio calamità, è lavorare con la popolazione, in particolare con i più deboli. Sono loro, infatti, che dovranno reagire per primi alle emergenze; pertanto istruirli e formarli può contribuire a salvare molte vite. Attraverso un attento e capillare lavoro sul territorio, COOpI, è riuscita a far capire i rischi naturali a tante persone. In particolare sono stati attivati svariati progetti coinvolgendo direttamente il mondo scolastico. La speranza è che attraverso questi interventi sia possibile salvare migliaia di vite, nel malaugurato caso di un disastro naturale. CO O P I N E W S


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COO P i C l iCk!

Accanto, giovani benificiari del progetto Nogal di Ciquita in Costa Rica. Sotto, lavoratori nello stabilimento di banane della stessa azienda. Ugo Panella, 59 anni, spoletano, è un fotogiornalista che ha fatto della denuncia e dell’impegno civile la sua cifra di lavoro. Dagli anni ’70, ha fatto il giro del mondo per documentare le realtà in cui la dignità umana viene calpestata. Nel 2009, ha vinto il Premio Eugenio Montale per il fotogiornalismo, con la seguente motivazione: “Panella ci ha messo faccia a faccia con l'orrore e la violenza di un mondo che toglie agli uomini oltre alla vita, anche la dignità. E ci ha costretto a guardare”. Nel novembre scorso, ha accompagnato la missione di COOPI presso gli stabilimenti Chiquita di Costa Rica e Panama.


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Sopra, una bimba con i suoi giochi nel campo profugi di Yaroungou (nei pressi di Maro, nel sud del Ciad). Sotto, una anziana ospite del campo, dove procedono gli sforzi per integrare la popolazione locale con i profughi provenienti dalla Repubblica Centrafricana Lorenzo Dell’Uva, 36 anni, napoletano, quando non è impegnato nel realizzare prodotti di comunicazione web per l’infanzia, gira per il mondo imbracciando la sua macchina fotografica. Giornalista pubblicista e fotografo, ha realizzato numerosi servizi dall’Asia e dall’Africa, ponendo particolare attenzione alle tematiche dei bambini e dei più deboli. Nel maggio 2009, ha visitato il campo profughi di Maro e Gore in Ciad, gestito da COOPI.

CO O P I N E W S


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A P P ROFO N D i ME N TO

di Marcello Volta

Donne: le ultime della classe cambieranno il futuro Non si fermano mai, i loro diritti sono continuamente calpestati e vengono sempre per ultime. Eppure le donne sono la vera spina dorsale del mondo: per un futuro più giusto, sono loro la vera risorsa

Somalia Sud, Ph. Giuseppe Selvaggi

il tuo aiuto fa la differenza! Sostieni il fondo COOPi per i Diritti umani c/c postale 990200 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. c/c bancario: Banca popolare Etica - filiale di Milano IBAN It 06 R 05018 01600 000000102369 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. Online: dal sito www.coopi.org Carta di credito telefonando al numero 02/3085057

Grazie per quanto potrai fare!

In occasione dell’8 marzo, vorremmo accendere i riflettori sulla condizione delle donne nei paesi in via di sviluppo, su quello che fanno, su quello che subiscono ma soprattutto su quello che possono fare per rendere il mondo più giusto. perché se si vuole cambiare il mondo, bisogna partire da loro.

Al lavoro senza sosta

La donna in Africa o in Sud America ha decine di compiti. Sua è la cura della casa e della famiglia, l'educazione dei figli e l'assistenza agli anziani, così come la parte del lavoro di sussistenza che ha luogo entro il territorio domestico. Significa che a lei spetta, in genere, l'intera gestione del lavoro all'interno della casa e, in caso, della campagna. Non è raro che la donna si impegni nella vendita e in altre attività il cui reddito servirà totalmente ai fabbisogni della famiglia, mentre i guadagni dell'uomo spesso non sono messi a disposizione dei bisogni comuni. Le donne si trovano quindi a non poter gestire autonomamente le proprie entrate. La situazione nelle città è ancor peggiore: la mancanza di formazione spinge in massa verso il lavoro nero e la crisi, la miseria è aggravata dalla competizione con l'uomo. Ma la problematica femminile non si ferma al lato concreto, c’è anche un risvolto culturale forse ancora più pesante degli obblighi domestici. Basti pensare al ruolo sociale della donna. per molte comunità l'uomo col matrimonio (e con la dote che consegna alla famiglia della sposa) acquista il lavoro della moglie, la quale avrà come uniche alleate e aiuti le eventuali altre mogli dello sposo e i figli.

Ecco cosa puoi fare con:

20 euro - produzione di materiale didattico per la formazione alle donne sui loro diritti 50 euro - organizzazione di due corsi di formazione sulle metodologie di leadership, advocacy, networking 75 euro - attività di lobby e advocacy: elaborazione di un report sulla violazione dei diritti delle donne e trasmissione dello stesso alle autorità di competenza. 100 euro - organizzazione di una campagna di sensibilizzazione, coinvolgimento e reclutamento di nuove donne-leader sul tema dei diritti delle donne. Campagna organizzata dai beneficiari del progetto. 200 euro - organizzazione, da parte dei beneficiari del progetto, di 8 incontri con le altre donne del distretto per la condivisione delle esperienze e la trasmissione delle conoscenze 1.500 euro - computer


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FOCUS

FOCUS

ECUADOR

SiERRA lEONE

Dove: nelle provincie di El Oro, Guayas y Los Ríos Quando: dicembre 2008 - 2010 Perché: In Ecuador le persone di origine afro-ecuadoriana sono discriminate nei confronti della popolazione bianca, in termini di accesso all'istruzione, ai servizi sanitari, al lavoro e alle abitazioni. Secondo un censimento nazionale, la popolazione nera registra una percentuale di persone che vivono sotto la soglia di povertà del 70,6%, molto superiore alla cifra corrispondente a quella dei bianchi, pari al 40,5%. In questo contesto, sono le donne afro ad essere più discriminate: in quanto povere, nere e donne.

Dove: nei distretti di Kono, Kailahun, Koinadugu e Western Area Quando: gennaio 2010 - 2013 Perché: In un contesto agricolo, patriarcale e tradizionale come quello della Sierra Leone, le donne non hanno eguale accesso alle risorse produttive, non hanno voce in capitolo nella divisione delle entrate a seguito della vendita dei raccolti, non esercitano i diritti di eredità, per cui, quando restano vedove (e ci restano molto giovani), sono costrette a sposare il fratello del marito per poter restare nella propria casa e continuare a sostenere i propri figli.

Guayaquil, Ecuador. 20 marzo 09. In marcia con la popolazione nera. Ph. COOPI

Scopo: Favorire l'integrazione e la coesione sociale. Obiettivi: ● Formare e coinvolgere le donne afro-ecuadoriane nella tutela dei propri diritti e nella valorizzazione della propria cultura; ● Indire una campagna nazionale di conoscenza e sensibilizzazione sulla realtà delle comunità afrolatinoamericane, da realizzare assieme al contributo delle associazioni di donne e delle istituzioni locali; ● Posizionare la lotta alla discriminazione razziale nell'agenda dell'opinione pubblica e della politica. Beneficiari diretti: 4.000 donne

le ultime della classe

La condizione di sottomissione all’uomo non è solo degradante da un punto di vista morale, ma porta anche una serie di rischi. Ad esempio con la costrizione alle continue gravidanze in condizioni sanitarie molto difficili. Una cifra basta per capire quali sono i rischi a cui si va incontro: oltre 160 mila donne africane muoiono ogni anno durante il parto (o nelle settimane seguenti) o dopo aborti clandestini ad alto rischio. Questo per non parlare delle complicazioni che possono seguire il parto, le infezioni e le malattie che una pressoché assente o comunque scadente copertura sanitaria non riesce a prevenire e curare.

Sierra Leone. Beneficiarie del progetto di sviluppo agricolo. Ph. Marco Serena

Scopo: Garantire l'esercizio dei diritti di proprietà delle donne. Perché ciò permette di affermarsi come elemento produttivo nella società, avere un'alternativa in casi di violenza domestica e, infine, avere dignità di essere umano pari a quella dell'uomo. Obiettivi: ● istituire corsi di alfabetizzazione per donne; ● realizzare corsi di formazione sui diritti delle donne; ● animare attività di sensibilizzazione nelle comunità, coinvolgendo le stesse beneficiarie del progetto; ● promuovere una campagna nazionale sui diritti di proprietà. Beneficiari diretti: 9.425 uomini e donne

Come se ciò non bastasse, le donne sono, da sempre, le vittime più esposte all'infezione del virus dell'Hiv. per quanto la conoscenza sui rischi sia relativamente diffusa, le donne in Africa subiscono, una volta di più, la loro scarsissima facoltà decisionale all'interno dei rapporti familiari e di coppia.

le note positive

parlando di donne nel Sud del mondo non si può dimenticare che ci sono anche degli spiragli di miglioramento. Le donne, infatti, oltre a svolgere i compiti più gravosi e pesanti, sono anche capace di organizzarsi per provare a cambiare le cose e migliorarle.

Sono quasi sempre le donne, ad esempio, quelle che accedono ai progetti di microcredito che tante Ong portano avanti, sono loro che si organizzano per dare un sostegno alle più deboli o creare possibilità di uscire da un circolo vizioso in cui si trovano. Ci sono settori, come ad esempio quello della moda o dell’agroalimentare, in cui le donne hanno saputo ricavarsi uno spazio importante. Si tratta di eccezioni all’interno di una situazione molto difficile, ma comunque sono segnali importanti che, si spera, possano portare ad un cambiamento. È solo aiutando le donne che si potrà far rialzare comunità, come quella africana o sud americana, che oggi sono in ginocchio. CO O P I N E W S


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A P P ROFO N D i ME N TO

a cura di isabella Samà e Marcello Volta - traduzione dallo spagnolo di carlos Pagnozzi

COOPi è donna Ecco cosa diciamo dell’8 marzo

Perù. 2008. Premiazione concorso “Colorando un mondo sicuro”, Ph. Luca Bonacini

affrontare per raggiungere la libertà e l’uguaglianza dei diritti, specialmente delle condizioni lavorative, ma anche continuare nel compito di combattere la povertà, la discriminazione, lo sfruttamento sessuale. Ambiti in cui c’è ancora molto da fare”. E il ruolo della donna nel tuo lavoro? “il problema femminile è molto sentito, ci sono ancora tanti problemi da affrontare. Ma si stanno facendo passi avanti importanti, anche se la strada è ancora lunga. L’obiettivo è continuare su questa strada. Ad esempio il settore della cooperazione, e cooPi in particolare, ha concesso molte nuove opportunità alle donne. Non solo attraverso la partecipazione in sé come beneficiarie dei progetti, ma anche nella esecuzione e/o direzione di questi progetti sia nelle aree amministrative che operative. Questo per me significa molto”. Quando e come sei arrivata a COOPI? “Sono arrivata a cooPi nel febbraio 2003. Non ero molto consapevole di cosa fosse una organizzazione Non Governativa, ma avevo il desiderio di conoscere ed imparare qualcosa dalla cooperazione internazionale. Mi sono trovata subito a mio agio e accolta”.

Cooperazione Internazionale, indubbiamente una declinazione al femminile. Lo confermano i dati dei nostri collaboratori, che per la maggior parte sono rappresentati da donne. Donne che occupano posti di responsabilità: fino all'anno scorso, Carla Ricci, recentemente premiata dall'Associazione Italiana Donne Dirigenti d'Azienda, era alla direzione di COOpI; molte altre, poi, sono responsabili o rappresentanti paesi; altre ancora guidano aree di lavoro o sedi locali. Anche sul campo, COOpI valorizza le donne e sceglie di puntare sul personale locale. Ecco a voi la storia di Blanca Sarango e Adèle Aimée Momazo-Yamo, colonne portanti di COOpI rispettivamente in Ecuador e in Repubblica Centrafricana.

BlANCA

Il Sud America è un territorio in cui le sfide da affrontare, soprattutto per le donne, sono tante. Dove per l’uguaglianza tra i sessi si è lottato tanto ma ci sono ancora molti problemi. per questo abbiamo scelto di farci raccontare da Blanca Sarango, amministratrice in Ecuador, cosa significa

vivere e lavorare in quei territori da un punto di vista femminile. “L’8 marzo - dice - per noi è l’occasione di continuare a lottare per i diritti della donna ma anche di continuare a combattere contro la sottomissione della donna all’uomo”. Quindi un doppio significato. “Sì, esatto. celebrare la Giornata internazionale della Donna non vuole dire soltanto ricordare l’immensa lotta che le donne hanno dovuto Bolivia, Ph. Michele Falaschi

Perché questa scelta? E perché COOPI? “Dal mio punto di vista la cooperazione è una delle colonne portanti per lo sviluppo dei popoli più poveri. cooPi in Ecuador è stata capace di tendere una mano al bisogno impellente del più debole. in questo senso cooPi ha cercato di aiutare i più bisognosi, di appoggiare i meno abbienti, di unire le mani in successione fino a raggiungere il caduto. Questo stile ha suscitato in me interesse e simpatia, così mi sono avvicinata a questa ong e, quando c’è stata la possibilità di entrare direttamente, l’ho presa al volo”.


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Quindi sei contenta della tua scelta? “Posso dire sinceramente che amo il mio lavoro in COOPI. Hanno creduto in me, nel mio talento e nelle mie capacità e, grazie a loro, ho avuto l’occasione di crescere professionalmente. Qui ho sentito affiorare la libertà di spirito di cui ogni persona dovrebbe godere. Tutto questo ha generato in me la necessità e l’esigenza di rispondere ai donatori con un lavoro responsabile, efficace, diligente, trasparente e leale”. Lavori per COOPI da tanti anni. È un lavoro difficile? “Lavorare per i più poveri arricchisce molto. Poi io lavoro con persone di diverse nazionalità con una grande vocazione di solidarietà e cooperazione per assistere chi ne ha più bisogno. Ciò è diventato parte della mia vita. Sono grata in primo luogo a Dio, che mi ha portato a fare questo lavoro, e in secondo luogo a COOPI, specialmente a quelle persone che, con la loro fede in me, mi hanno permesso di dimostrare quello che posso offrire, e a quelle che giorno per giorno condividono un compito di cambiamento, sviluppo e apprendimento reciproco. Questo ci ha fatto diventare una piccola famiglia, unita in tutto e per tutto”.

ADELE

Si chiama Adèle Aimée Momazo-Yamo e da diversi anni lavora come segretaria per i progetti di COOPI in Repubblica Centrafricana. Abbiamo scelto lei, in vista dell’8 marzo, per raccontarci le condizioni di vita e di lavoro in Africa per il genere femminile. “In Repubblica Centrafricana - spiega - dobbiamo distinguere due situazioni diverse. Da una parte le donne che vivono in città, che spesso hanno un lavoro e che hanno gli stessi diritti, o quasi, degli uomini. Dall’altra le persone che vivono nell’entroterra, dove invece sono costrette a lavori duri e faticosi per mandare avanti una famiglia”. Quindi due situazioni molto diverse. “L’ambiente conta molto. Le donne che hanno potuto studiare e trovarsi un lavoro in città possono fare cose che quelle che vivono nelle campagne nemmeno si sognano. Basti pensare all’accesso all’acqua potabile, nei villaggi all’interno non arriva e quindi le donne sono costrette a fare molta strada a piedi, magari svegliandosi molto presto, per poter portare un po’ d’acqua a casa”.

Camerun, Yaoundé. 2006. Progetto artigianato. Ph. COOPI

Ma le donne che vivono in campagna hanno un lavoro? “La maggior parte è contadina, coltiva i campi attorno al villaggio. Ma spesso hanno anche altri compiti. La sera, quando tornano dopo una lunga giornata di lavoro, devono preparare il cibo per la famiglia, magari macinando la maniocas”. La situazione è comunque leggermente migliore rispetto a tanti altri paesi. “In RCA le donne rappresentano un terzo delle donne assunte, gli uomini occupano comunque la maggior parte dei posti di responsabilità. Ad esempio nel governo attuale ci sono solo 3 donne su 30 ministri. Le donne, inoltre, incontrano molte difficoltà durante gli studi e nelle campagne più arretrate si sposano molto presto e quindi spesso non finiscono gli studi. Questo non gli permette di avere un futuro”.

Ora arriva l'8 marzo, la festa della donna. Come si festeggia in RCA? “Devo dire che in Repubblica Centrafricana questa festa non si celebra come in altri paesi. Sono circa cinque anni che c’è una maggiore attenzione a questo tema. Il ministero degli Affari sociali organizza diverse manifestazioni come fiere o mostre. Poi vengono organizzate attività da diverse associazioni, ad esempio l’associazione delle donne avvocato gestisce delle conferenze o dibattiti alla radio o alla televisione”. Che ruolo svolgi in COOPI? In cosa consiste il tuo lavoro? “Sono in qualche modo la porta di comunicazione di COOPI con il mondo esterno: ho un ruolo di collegamento tra il personale della Ong, le autorità amministrative e gli altri partner che lavorano per lo sviluppo nel paese. È un compito estremamente delicato essere capaci di accogliere le persone e presentare l’immagine della nostra associazione”. CO O P I N E W S


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DA l C A M P O

di Andrea Martinetti

Un sogno realizzato: portare l'acqua in una delle zone più aride del mondo La testimonianza di Andrea Martinetti, cooperante di COOPI in Bolivia che, negli ultimi anni, ha ripetutamente colpito questa zona.

l’intervento di COOPi

“che cosa fai se l’unico liquido che riesci a recuperare in 3 giorni è acqua torbida, raccolta scavando nel letto secco del fiume? La bevi, ecco cosa fai. E non stai troppo a pensare al fatto che è sporca o contaminata dalle evacuazioni degli animali”. Con queste parole Agustín, capo della comunità di Los Naranjos in Bolivia, sintetizza la situazione della propria comunità per quanto riguarda il consumo di acqua. Non c’è il desiderio di impressionare nelle sue parole; piuttosto la lucida constatazione di una difficile realtà. Siamo nella parte sud orientale della Bolivia, dove comincia il famoso Chaco, regione semi-arida caratterizzata da una vegetazione rada e composta prevalentemente da piccoli arbusti. Los Naranjos è una delle 13 comunità del municipio di Villa Vaca Guzmán dove COOpI, insieme alla FAO, sta portando a termine un progetto volto a mitigare gli effetti devastanti di una prolungata siccità

Mentre la FAO si occupa dei problemi collegati all’agricoltura e all’allevamento di bestiame, noi come COOpI lavoriamo sul settore idrico. Cosa fare per migliorare la situazione drammatica di questa zona? La risposta a questa domanda passa attraverso gli alberi. Sembrerà strano ma alcune piante locali sono in grado di purificare l’acqua permettendo di poter sfruttare nel modo migliore la poca risorsa presente nella zona. Grazie ai frequenti incontri con gli abitanti delle comunità e al clima partecipativo che pervade la gente di questo dipartimento, sono state individuate piante locali che meglio si prestavano al processo di purificazione dell’acqua. Il passo successivo è stato quello di avviare dei corsi che riuscissero a far passare alla popolazione locale le metodologie da mettere in atto per purificare l’acqua. È stato spiegato a tutti come trattare, con dei semplici accorgimenti e utilizzando materiali interamente reperibili nell’ambiente circostante, l’acqua torbida fino a renderla chiara, libera dai batteri e

Bolivia. Municipio di Villa Vaca Guzmán. 2009. Corso di potabilizzazione dell'acqua. Ph. Andrea Martinetti

soprattutto sicura per il consumo umano. Un passo avanti fondamentale che potrebbe, se verrà applicato correttamente, garantire una vita molto migliore a centinaia di famiglie. Ma il progetto avviato in Bolivia non riguarda solo questo. La maggior parte delle nostre risorse di tempo e di denaro è stata dedicata alla progettazione ed esecuzione di opere infrastrutturali che potessero portare ad un cambio deciso e duraturo nelle condizioni di vita delle persone, almeno per quanto concerne l’approvvigionamento d’acqua potabile. Con il supporto di una impresa locale di costruzioni idriche, abbiamo individuato alcune sorgenti d’acqua nelle montagne circostanti alcune comunità e abbiamo costruito sistemi di tubature per incanalare questo prezioso liquido, propriamente filtrato, e renderlo accessibile agli abitanti portando un cambiamento, anche in questo caso, che potrebbe migliorare davvero la vita di un’intera comunità.

Un sogno che diventa realtà

Il sole sta quasi tramontando quando terminano i lavori. Ora, nel centro di Los Naranjos, c’è un nugolo di bambini festosi; se il mio sguardo riuscisse a trovare un pertugio fra i loro profili saltellanti, potrei scorgere una fontanella con un rubinetto: acqua, acqua per tutti. potabile e vicino a casa. Agustín mi si avvicina e, dopo qualche istante di silenziosa contemplazione (della fontana, non di me), mi dice, quasi sottovoce: “Questo cambia di molto le nostra vita di tutti i giorni!”. “Mi auguro che la cambi in meglio”, scherzo io. Lui conferma e, dopo un’altra pausa, aggiunge: “Quando hai sete, l’acqua è anche meglio della birra!”. Sorrido. È proprio giunto il momento di iniziare i festeggiamenti.


DA l C AMP O

15 a cura di COOPI Etiopia

Addis Abeba, quando l’istruzione cambia la vita

La storia di una giovane che ha partecipato ai corsi professionali avviati da COOPI nella capitale dell’Etiopia

Addis Abeba è una delle città più povere del mondo. I problemi sono enormi, ma le difficoltà più grandi sono per i giovani che spesso non hanno un futuro. Non possono permettersi di studiare e quindi rimangono bloccati nel circolo vizioso della povertà. proprio in questa direzione è intervenuta COOpI attraverso l’attivazione di diversi corsi professionali che hanno dato la possibilità a tanti giovani di cambiare il loro futuro.

Sentayehu, da povera a imprenditrice

Si chiama Sentayehu Wabela e ha 22 anni. Vive nel quartiere di piazza ad Addis Abeba (Etiopia). Dopo la morte di sua madre, ha vissuto con il padre che guadagno molto poco. Nonostante la situazione drammatica, era riuscita a finire la scuola primaria, ma si sentiva come una analfabeta. Credeva di non avere un futuro, pensava di non riuscire a cambiare la propria vita. Anche se era interessata a continuare gli studi la sua condizione economica non le consentiva di realizzare le sue ambizioni. A cambiare la situazione è arrivato il progetto di formazione professionale avviato da COOpI ad Addis. Sentayehu è stata scelta per partecipare ai corsi. Aver frequentato i corsi di formazione ha permesso a Sentayehu di soddisfare la sua voglia di futuro. COOpI l’ha sostenuta pagandole l’iscrizione alla scuola, il materiale didattico necessario per frequentarla, i costi di trasporto e un’indennità che le ha permesso di sostenere comunque la sua famiglia. Sentayehu, inoltre, ha avuto il contributo di un tutor che l’ha seguita nel suo percorso, guidandola durante il suo lavoro e cercando di aiutarla a raggiungere gli obiettivi che si era data. Il corso è stato

Etiopia. 2008. Formazione professionale, Ph. Vittorio Oppizzi

molto impegnativo per Sentayehu, ma grazie alla collaborazione degli istruttori è riuscita a prendere il diploma di elettricista. “Senza l’aiuto di COOPI - ha detto alla fine dei corsi - non sarei mai riuscita a uscire dalla mia situazione di povertà qui ad Addis Abeba. Mio padre non guadagnava abbastanza per permettermi di studiare, ma grazie a questo progetto sono riuscita a farcela”. Sentayehu oggi ha un lavoro da dipendente, ma il suo obiettivo è di mettersi in proprio e aprire una propria azienda. “COOPI - conclude - mi ha cambiato la vita, dandomi una opportunità di lavoro e un futuro”.

il progetto

La storia di Sentayehu è rappresentativa dell’importanza del progetto avviato da COOpI in due dei quartieri più poveri di Addis Abeba. L’intervento, lanciato nell’ottobre del 2006 in collaborazione con il Ministero degli Esteri italiano, è mirato a dare un’opportunità a giovani dai 15 ai 29

anni che sono riusciti a completare le scuole primarie ma non hanno la possibilità di continuare gli studi e quindi di avere un futuro. Il progetto si basa su diversi componenti. prima di tutto l’istituzione di corsi tecnici (ad esempio meccanica, elettricista, sartoria) che sono finanziati e gestiti da COOpI. I corsi sono stati un vero successo. La maggior parte degli allievi ha trovato quasi subito un lavoro. Un’altra parte del progetto prevedeva dei corsi per l’avviamento al lavoro (ad esempio: creare idee di business, competenze di economia per formare un’impresa). A questo tipo di corsi hanno partecipato 90 giovani che hanno potuto così avere le nozioni di base per poter avviare una loro società in tutta autonomia. “Questo progetto - spiega il capo progetto di COOpI ad Addis, Cristian De Luca - migliora le condizioni di vita e di lavoro dei giovani e avrà importanti ripercussioni positive per le loro famiglie e le comunità in cui abitano”. CO O P I N E W S


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SO ST EG N O A D iSTAN Z A

di Diana Nahum

6 modi per dirvi grazie Jere Jef, Tenkey, Amasengenallo, Webale, Singuila, Gracias

"il 24 dicembre il cortile della scuola materna si è riempito di genitori e bambini venuti a festeggiare insieme il Natale. i bambini hanno rappresentato i canti e i balli che avevano preparato per i loro genitori; non sono mancati dolci e succhi per tutti e il regalo ricevuto grazie ai sostenitori italiani: 4 metri di stoffa per realizzare un abito nuovo”. (Espérance oudang, Notre Dame de l’Espérance, Senegal) "Abbiamo comprato stoffe colorate e fatto confezionare abiti nuovi per tutti bambini dei nostri progetti. con che orgoglio li hanno indossati durante la festa di Natale! in quell’occasione, poi, ciascuno di loro ha ricevuto un pacco con palloni, bambole, macchinine, dolci e caramelle. È stata una vera gioia per tutti”. (Natacha, referente per il Sostegno a distanza, Repubblica centrafricana)

Senegal. Natale 2009. Notre Dame de l’Espérance, Ph. COOPI

Dal Senegal, dalla Sierra Leone, dall’Etiopia, dall’Uganda, dalla Repubblica Centrafricana e dal perù: GRAzIE da parte di tutti i bambini che hanno ricevuto i regali di Natale di voi sostenitori! Abbiamo scelto un progetto per paese per testimoniare l’importanza dei vostri doni natalizi, che ci hanno permesso di consegnare ai bambini un gioco o un abito nuovo, ma soprattutto di organizzare una festa natalizia indimenticabile: raro momento di svago e spensieratezza.

Repubblica Centrafricana. Natale 2009. I bambini del progetto CHRAM, Ph. COOPI

“Lo scorso Natale è stato il Natale più bello degli ultimi anni per i bambini del nostro centro. La festa è iniziata il 5 dicembre, il primo giorno delle vacanze natalizie, con un pomeriggio di giochi, musica e intrattenimento e si è conclusa il 10 gennaio con il battesimo di 80 bambini. Sono stati giorni speciali dedicati ai preparativi natalizi fino al 24 quando, dopo la Messa, tutti i bambini hanno partecipato a una gran festa con danze, doni e un ricco pranzo. i bambini ricorderanno con gioia queste felici settimane e ringraziano cooPi e i loro sostenitori”. (Fratello Sonny, Missionari della Povertà, Uganda)


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“Grandi preparativi hanno preceduto la festa natalizia di quest’anno: i bambini si sono impegnati con entusiasmo per imparare canti e danze per i loro genitori e preparare bigliettini di auguri colorati e disegnati. Durante la festa, hanno cantato e ballato e hanno ricevuto i tanto attesi regali: vestiti, giocattoli, libri di esercizi scolastici, caramelle e dolci. i bambini ne sono stati davvero felici”. (Mahlet oda, referente del Sostegno a distanza, Etiopia)

Etiopia. Natale 2009. I bambini del centro Sara Cannizzaro, Ph. COOPI

"il più bel regalo per i bambini è stata la festa e il pranzo che abbiamo organizzato presso il nostro orfanotrofio. Era tanto tempo che non ne facevamo una e per questo è stata tanto speciale!”. (Mama Melrose, responsabile dell’orfanotrofio di Grafton, Sierra Leone) "All'Hogar San camilo è stato un Natale davvero speciale: gli operatori del centro hanno rappresentato un presepe vivente che ha emozionato grandi e piccini. Al gran pranzo natalizio è poi seguito uno spettacolo e poi giochi e premi per i bambini. in conclusione, dopo la tradizionale “cioccolata ñavidena”, le famiglie hanno ricevuto cesti alimentari che contenevano, tra l’altro, il tipico panettone italiano!” (Gabriel, referente per il Sostegno a distanza, Perù)

Grazie! Perù. Il presepe rappresentato dagli operatori dell’Hogar S. Camilo, Ph. COOPI

Un diritto al mese “Un diritto al mese” è la nuova rubrica che inaugureremo presto sul sito

www.adottareadistanza.org. Come suggerisce il nome stesso, di volta in volta faremo il punto su uno dei diritti dell'infanzia e spiegheremo le iniziative che COOPI intraprende per tutelarlo e promuoverlo attraverso il Sostegno a distanza. Si inizierà con il diritto a esercitare i propri diritti, per il quale COOPI ha lavorato in Perù, presso la Sagrada Familia. L’obiettivo è stato quello di far conoscere la Convenzione dei Diritti dei Bambini affinché i piccoli siano consapevoli di quali sono i loro diritti e abbiano quindi la possibilità di reclamarli. Gli insegnanti hanno parlato con i bambini della Convenzione e dei loro diritti e, affinché ognuno potesse riflettere e esprimersi, hanno consegnato fogli e matite invitandoli a fare un disegno sul tema discusso. Il diritto ad avere una famiglia il diritto alla pace, il diritto alla salute e al cibo sono solo alcuni dei temi che hanno colpito di più i bambini e ai quali hanno dedicato i loro disegni.

Ho diritto ad avere una famiglia.

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A Z iE N D E S O l iDAl i

A cura dell'Area Aziende e Fondazioni

Convegno ONG e imprese Una partnership possibile per lo sviluppo? Il 23 febbraio si è tenuto a Milano, presso l’Università Bocconi, il convegno sul tema "ONG e IMpRESE: una partnership possibile per lo sviluppo?" Il convegno è stato promosso da COOpI in collaborazione con il Master in Management delle imprese sociali, non profit e cooperative della Sda Bocconi, il Centro ELACID dell’ Università San Buenaventura di Cartagena (Colombia), con il contributo di Aretè, società che si occupa di psicosociologia del consumatore e significato del consumo, di Banca Etica, Vita Consulting e Link 2007. Una occasione per favorire l’incontro ed il confronto tra ONG ed imprese, fornendo approfondimenti teorici e pratici volti ad indagare sul tema della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) come strategia aziendale e la partnership con le ONG come strumento utile nel quadro strategico di realizzazione di una politica aziendale responsabile e sostenibile. per scaricare i contenuti e gli interventi del convegno, consulta il sito www.coopi.org; per approfondimenti specifici, contatta l'Area Aziende di COOpI al numero 02 3085057, chiedendo di Licia Casamassima o Marianna Cogliano.

Speciale operazione Tavola solidale 2010 Dopo il successo di Operazione tavola Solidale in occasione del Natale, COOpI ha deciso di riproporre l’iniziativa per tutto il 2010. La tua azienda deve organizzare un evento, una cena, una convention, un team building? Rivolgiti a COOpI: ti consiglieremo una serie di prestigiosi locali, ristoranti, società di catering e agenzie di team building che hanno scelto di affiancarci nella lotta alla povertà. tutti gli aderenti si impegnano a devolvere il 10% della vostra cena/evento in favore dei progetti di lotta alla malnutrizione e sicurezza alimentare di COOpI.

Ecco chi ha già aderito all’Operazione tavola Solidale: il Blue Note, il Food & Fashion Restaurant, Il Globe, La Maison Espana, il Revel, lo Shambala, lo Speakeasy, il teatro7, il Detto Fatto, l’Area Kitchen, Olinda Catering e lo studio Valori In Corso di Milano; 7cotolette di Remondò; il Cotto, il Viaggio, il Sa tanca di Roma; il Karmacola e l’Al Andalus di Torino; La Cantina Barbagianni e Da Que’ Ganzi di Firenze, La pergoletta di Pisa. L’elenco è in continuo aggiornamento. per maggiori informazioni sul progetto e sui locali che hanno aderito: www.coopi.org; Area Aziende, 02 3085057 Perù. 2008. Presentazione concorso “Colorando un mondo sicuro”. Ph. Luca Bonacini

COOPi e le aziende 2010. Scopri cosa possiamo fare insieme. COOPI lavora da diversi anni al fianco delle Aziende e delle Fondazioni con lo scopo di costruire relazioni di lungo periodo. Affiancare COOPI significa poter contare su professionalità e competenze di un team dedicato, significa condividere obiettivi e valori e sviluppare insieme idee e progetti che portino dei ritorni tangibili e misurabili in termini di comunicazione e visibilità. Con COOPI potrete scegliere tra il sostegno diretto ad uno dei nostri progetti, l’appoggio ad una campagna, il contributo e la partecipazione agli eventi sul territorio. Tra le attività che proponiamo per il 2010, citiamo il Sostegno a distanza, Africa 16.000, Tavola solidale, Campagna “Tutti in classe!”, Campagna “L'ambiente giusto fa sviluppo”, “Margherite azzurre: un fiore contro la povertà”... e tanto altro. Scopri cosa possiamo fare insieme, contattando l’Area Aziende e Fondazioni al numero 02 3085057 e consultando l’apposita area dedicata alle aziende sul sito www.coopi.org


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RElAZiONi CON i DONATORi

a cura dell'Area Donatori

GB Plange e COOPi: prima la merenda, poi tutti in classe! COOPI, con il sostegno di GB Plange, rilancia la campagna “Tutti in classe!” per garantire ai bambini del Sud del mondo il diritto fondamentale all’istruzione

Ex bambini soldato - Rep. Dem. del Congo Obiettivo: Riabilitazione fisica, psicologica dei bambini e reinserimento nelle loro famiglie o comunità di appartenenza Azioni: · Supporto medico e psicosociale · Supporto al reinserimento nelle comunità e nelle famiglie · Reinserimento scolastico Beneficiari: 3.700 bambini Bambini più vulnerabili - Perù Obiettivo: Garantire l’accesso a scuola e migliorare lo stato psicofisico. Favorire l'inserimento professionale per ex ragazzi di strada Azioni: · Attività scolastiche · Assistenza, cure mediche e sostegno psicologico · Corsi di formazione professionalizzanti per i ragazzi di età più adulta Beneficiari: 70 bambini e ragazzi

Il prossimo 25, 26 e 27 marzo, COOpI sarà presente, grazie all’aiuto dei suoi volontari, presso i punti vendita e i panifici partner di GB pLANGE, azienda leader nel settore della panificazione. Sarà l’occasione non solo per provare il nuovo prodotto “Bimbo Merenda”, appena lanciato sul mercato dall’azienda, ma anche per conoscere nel dettaglio i progetti che si sostengono aderendo alla campagna “tutti in classe!”. Ecco alcune informazioni sui progetti realizzati da COOpI per regalare ai bambini del Sud del mondo la possibilità di andare a scuola e di essere promotori e attori della crescita dei loro paesi.

Bambini disabili nel sistema scolastico - Senegal Obiettivo: tutela del diritto all'istruzione per bambine, bambini e ragazzi disabili Azioni: · Fornitura dell’equipaggiamento per l’accesso a scuola e per l’apprendimento · Formazione del personale didattico e sensibilizzazione della comunità locale · Costruzione di 2 scuole date in gestione a organizzazioni locali Beneficiari: 1.280 bambini 100 scuole - Repubblica Centrafricana Obiettivo: Miglioramento della scolarizzazione primaria nella prefettura di Lobaye, fornitura del materiale didattico, riabilitazione degli edifici scolatici Azioni: · Costruzione e ristrutturazione degli edifici scolastici · Formazione del personale scolastico · Distribuzione di kit didattici e fornitura di arredi Beneficiari: 250 insegnanti, 150 autorità locali, 43.500 bambini

Dona subito! c/c postale 990200 - intestato a: COOPI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. c/c bancario: Banca Popolare Etica - filiale di Milano - IBAN IT 06 R 05018 01600 000000102369 intestato a: COOPI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. Online Dal sito www.coopi.org - Carta di credito Telefonando al numero 02/3085057 Causale: Fondo COOPI per l'istruzione

Grazie per quanto potrai fare! Ecco cosa puoi fare con:

10 euro: banco - 25 euro: matite colorate per una classe - 50 euro: quaderni per una classe - 100 euro: 6 letti per i Centri COOPI 500 euro: formazione per 5 operatori del Centro - 3.000 euro: ristrutturazione di una scuola (sistemazione tetto, servizi igienici)


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Bomboniere solidali. Un giorno speciale, insieme “pensiamo che il senso di una bomboniera sia quello di lasciare un ricordo capace di perdurare nel tempo. Quando è venuto il momento di scegliere cosa regalare ad amici e parenti in occasione del nostro matrimonio, ci siamo chiesti: come fare perché il ricordo della nostra festa restasse vivo nel tempo? Con le bomboniere solidali di COOpI, abbiamo trovato la risposta. Con la nostra donazione, infatti, abbiamo sostenuto la campagna di COOpI “tutti in classe!”, grazie alla quale sarà possibile garantire a tanti bambini del Sud del mondo un’istruzione adeguata e regalare la speranza di un futuro migliore a chi è meno fortunato di noi. I nostri cari hanno apprezzato molto questa scelta, preferendo questa testimonianza di aiuto verso chi ha più bisogno rispetto ad un oggetto che, nel tempo, avrebbe perso di significato”. Daniele e Gloria, Bergamo, 18 Luglio 2009 In occasione del tuo matrimonio, scegli un regalo che lascia il segno. Con il tuo contributo potrai decidere a quale progetto di COOpI destinare la donazione. Il tuo aiuto si trasformerà in acqua, cure mediche, formazione scolastica, costruzione e riabilitazione di scuole, ospedali e pozzi d’acqua. potrai scegliere gli articoli tra: partecipazioni; scatoline portaconfetti; pergamene di ringraziamento per tutte le occasioni più importanti: matrimonio, cresima e comunione, battesimo, laurea. Visita il sito www.coopi.org/proposte/propostesolidali. potrai inoltre personalizzare le bomboniere, telefonando all’Ufficio Relazioni con i Donatori (Jacopo Brusca) tel. 02 30.85.057 int. 263, e-mail: amici@coopi.org

Ecco come ci state aiutando a combattere la fame

Ciad. Ph. Guglielmo Zambiasi

Cari amici e care amiche, amiche, nel 2009 vi abbiamo lanciato l’appello “Aiutaci a combattere la fame” nelle regioni del Sud del mondo in cui lavoriamo. Ebbene, avete risposto in 2.112, permettendoci di raccogliere ben 39.782 euro! Vogliamo con questa lettera ringraziarvi di cuore per quanto avete fatto. Ora a noi spetta illustrarvi come stiamo spendendo le vostre donazioni, alla luce del Patto che abbiamo sottoscritto con voi (il “Patto con i Donatori”, in cui ci impegniamo a rendicontare in maniera trasparente la gestione economica e finanziaria dei fondi raccolti). A Freetown, capitale della Sierra Leone, grazie ai vostri preziosi contributi, gli operatori di COOPI possono ora acquistare dei mulini per macinare il grano e altri macchinari per migliorare la fase di trasformazione e lavorazione dei prodotti agricoli. Questi strumenti, affiancati a corsi di formazione, permetteranno alle cooperative agricole locali della città di raggiungere un’autonomia tecnica, gestionale ed economica che avrà ricadute positive sulle condizioni di vita di oltre 16.000 persone. Nel distretto del Kasai Orientale, in Repubblica Democratica del Congo, abbiamo potuto acquistare sementi di miglior qualità e stiamo organizzando corsi di formazione sulle tecniche di coltivazione più avanzate; inoltre, acquisteremo un camion per migliorare la logistica e la rete di distribuzione consentendo così ai 6.600 beneficiari di questo progetto di migliorare la qualità e la quantità delle produzioni agricole e di commercializzare i loro prodotti in maniera più efficiente. Insieme a voi, dunque, potremo garantire che le persone beneficiarie dei nostri progetti possano avere accesso al cibo e ricevere sostegno all’agricoltura familiare; possano essere formati sulla sicurezza alimentare per ridurre il rischio di malattie facilmente evitabili come il colera e la diarrea; possano migliorare la catena di commercializzazione dei loro prodotti e avviare attività generatrici di reddito. È un risultato davvero incoraggiante che è avvenuto grazie alla vostra generosità. Grazie per quello che avete fatto e per quanto continuerete a fare in futuro.

Marta Medi, Marta Medi, responsabile Ufficio Relazioni con i Donatori

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DA l l' i TA l i A

a cura dell'Area Eventi

Africa, un continente lungo 16.000 km di solidarietà Con Motoforpeace Onlus, per migliorare la vita delle donne in Etiopia

Etiopia - 2009. Ph. Riccardo Venturi

FOCUS ETiOPiA Dove: Wareda di Belogegenfoye, Stato del Benishangul Gumuz Quando: da settembre 2007 a novembre 2010 Perché: le donne sono la parte più sfruttata delle società, sono quelle che lavorano di più ma quelle che hanno meno diritti. Per questo COOPI ha deciso di far partire un progetto dedicato proprio alle donne etiopi. L’idea è quella di partire dalla base, aiutando e sostenendo i bisogni delle più deboli. Scopo: La base della sussistenza in Etiopia è l’agricoltura e l’allevamento. Nella maggior parte dei casi, questi gravosi compiti sono destinati alle donne che sono costrette a lavorare senza sosta per dare qualcosa da mangiare alle proprie famiglie. Per questo il progetto mira al potenziamento dello sviluppo agricolo e dell'allevamento, in modo da migliorare l'autosufficienza alimentare delle donne dei villaggi. Obiettivi: Il sostegno alle donne viene dato sia direttamente attraverso interventi di sensibilizzazione e di formazione sia in forma indiretta attraverso la costruzione di infrastrutture e all'appoggio alle locali istituzioni. Beneficiari diretti: donne e bambini di Wareda di Belogegenfoye Risultati attuali: Grazie all’avvio del progetto, sono stati raggiunti diversi risultati: 1. Un netto miglioramento dell’approvvigionamento idrico per le donne che lavorano nei campi; 2. La consegna di 6 macine alle donne beneficiarie; 3. La formazione di 500 donne in materia di gestione domestica, in stretta collaborazione con le autorità locali 4. L'estensione della rete idrica di Soge ad uso di 1/3 della popolazione locale. Quota da coprire: 18mila euro Finanziatore principale: Ministero Affari Esteri

Sostenere una popolazione attraverso un viaggio su due ruote. Questo l’obiettivo portato avanti dalla nuova iniziativa organizzata da COOpI, in collaborazione con MotoForpeace Onlus. Si chiama Africa 16.000 e il nome vuole ricordare i chilometri che i motociclisti dell'associazione percorreranno lungo tutto il continente africano, dallo stretto di Gibilterra, punto di partenza, a Città del Capo, punto di arrivo. MotoForpeace è stata fondata nel 2000 da personale di polizia di Stato italiana ed europea e da carabinieri, che hanno deciso, nel loro tempo libero, di dare un’importante contributo alle realtà che ne hanno più bisogno, sostenendo organizzazioni di cooperazione internazionale che lavorano direttamente sul campo. Quest’anno COOpI diventa protagonista di questa avventura solidale, perché Motoforpeace sosterrà un progetto avviato in Etiopia nel 2007, che vuole migliorare le condizioni di vita delle donne e dei bambini (vedi box). Inoltre quest’anno sarà possibile acquistare i chilometri di viaggio, contribuendo a finanziare il progetto in Etiopia. per maggiori informazioni: www.africasedicimila.it La missione umanitaria si concluderà in Sud Africa in concomitanza con i mondiali di calcio, dove i nostri motociclisti incontreranno la squadra degli azzurri.


DA ll' i TAl iA

23 di Valentina iacovelli

Bacino del Congo. la sfida dello sviluppo sostenibile Attività rivolte alle scuole e al territorio toscano per parlare di sviluppo e tutela delle risorse naturali Repubblica Democratica del Congo. Una donna si approvvigiona di legna. Ph. Livio Senigalliesi

Nei mesi di dicembre 2009 e gennaio 2010, COOpI ha coinvolto 180 bambini e bambine delle scuole primarie della regione toscana nel progetto “Il tuo ambiente più giusto!”, in collaborazione con WWF Italia e grazie al contributo della Fondazione Monte dei paschi di Siena. Siamo partiti dal racconto del progetto realizzato in Repubblica Democratica del Congo, ed in particolare nel parco Nazionale del Kahuzi Biega, nella Riserva Nazionale di Itombwe e nella Foreste Comunitarie di Bushema e Lulingu - veri e propri polmoni verdi della terra. Agli studenti abbiamo spiegato come le stesse comunità residenti nei pressi del parco adottano sistemi di utilizzo sostenibile delle risorse naturali e questo è stato il la per innescare una riflessione sui temi della tutela ambientale.

Allo scopo di sensibilizzare un più ampio pubblico sui temi trattati, oltre alle attività rivolte alle scuole, è stata organizzata una giornata seminariale presso l’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Siena, l’8 febbraio 2010. La giornata ha visto, fra gli altri, la partecipazione del Sen. Roberto di Giovanpaola, di Marcello Fondi, Consigliere per il G8 e la Cooperazione Decentrata, di Claudio Ceravolo, Vice presidente di COOpI e di Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei paschi di Siena. La tavola rotonda è stata moderata da Marco

Giorgietti, giornalista di Famiglia Cristiana. In tale occasione, inoltre, è stata presentata una mostra fotografica sulle attività e gli interventi realizzati nella regione del Sud Kivu, grazie alle fotografie di Livio Senigalliesi e dei fotografi che da anni collaborano con WWF. per raggiungere e coinvolgere anche le amministrazioni locali della provincia di Siena, la mostra toccherà altre 4 tappe e potrà essere visitata presso le sale comunali dei Comuni di Montalcino, Sam Gimignano, Monteroni d'Arbia e Castel Nuovo Berardenga sino alla fine di marzo 2010. per maggiori informazioni sulle tappe della mostra e sul progetto, consultare il sito www. coopi.org CO O P I N E W S


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MO N D O CO O Pi

SCEGli Di DONARCi il TUO 5x1000

Per te non costa nulla, ma per noi può essere un grandissimo aiuto. Nella prossima dichiarazione dei redditi scegli di destinare il tuo 5 per mille a COOPI. Ti basterà un firma nell’apposito modulo, indicando il codice fiscale di COOPI: 80118750159 (trovi tutte le informazioni nell’allegato). Potrai assicurare acqua, cibo, salute, istruzione e un futuro migliore a tanti uomini, donne e bambini che vivono nel Sud del mondo. Loro non hanno molte possibilità di scelta, tu sì.

A UNA GiOvANE ECUADORiANA lA BORSA Di STUDiO "PAOlO GiORGi"

È stata assegnata a Maria Augusta Torres Albaco la borsa di studio "Paolo Giorgi" per il 2010. Il finanziamento, che COOPI ha istituito da due anni, è dedicato alla memoria di uno dei fondatori e anime della nostra organizzazione. La Commissione per l'assegnazione della Borsa, composta da Sebastian Vadalà, Jairo Agudelo Taborda e Viviana Gomez della Scuola di Specializzazione Latino Americana in Cooperazione allo Sviluppo dell'Università San Buenaventura a Cartagena, in Colombia, ha selezionato Maria per l'Ottava edizione della Specializzazione in "Cooperazione Internazionale per lo Sviluppo". Maria Torres è originaria di Quito in Ecuador; dopo la laurea in relazioni internazionali all'università di Quito, ha compiuto un intenso percorso professionale che l'ha portata a Nuova Delhi in India e poi alla Direzione generale dei rifugiati a Lago Agrio in Ecuador. Ora per lei si aprono le porte della Scuola di Specializzazione più prestigiosa dell'America Latina.

l'8 MARZO iN SiERRA lEONE. UNA FESTA DEllE DONNE ChE hA il SUO PERChé.

Un grande evento di piazza, con bande e danze tradizionali, ma non solo. L’8 marzo, in Sierra Leone, è l’occasione per celebrare la Festa delle Donne, chiedendo un impegno concreto contro la violenza domestica e sessuale. Quest’anno, infatti, nel quartiere di Waterloo (nella capitale Freetown) si terrà una grandiosa festa, animata dalle donne che sono state o sono tuttora beneficiarie dei progetti di sviluppo agricolo e diritti umani di COOPI. Le “donne di COOPI” incontreranno le autorità tradizionali per fare pressione su di loro, affinché cambino i meccanismi di risoluzione dei casi di violenza, che ad oggi garantiscono maggiori protezioni agli uomini anziché alle donne. Si tratta di uno splendido esempio di leadership femminile, perchè l'evento è completamente voluto, pensato e organizzato dalle rappresentanti delle 5 associazioni agricole con le quali COOPI sta lavorando e perché per la prima volta, donne analfabete, senza cariche specifiche e di loro iniziativa, prendono la parola pubblicamente per affermare i loro diritti. Per informazioni: www.coopi.org

UN PREMiO PER CARlA RiCCi

Il 12 dicembre scorso, Carla Ricci di COOPI ha ricevuto a Milano il "Premio AIDDA Lombardia 2009" (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda), per aver messo a disposizione del non profit le competenze acquisite nel settore profit durante la sua carriera lavorativa. Carla Ricci è stata alla Direzione di COOPI dal 2006 al 2008 ed è stata premiata in riferimento al progetto realizzato in Bolivia, a Kami, sotto il suo coordinamento. Grazie alla nostra Ong, è stato possibile costruire una centrale elettrica che ha portato luce e riscaldamento ai 6.000 abitanti che vivevano a 5.000 metri di altitudine.


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