COOPI News novembre 2012

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COOPINEWS

N O T I Z I A R I O S U I P R O G E T T I U M A N I T A R I D I C O O P I N E L M O N D O

Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In legge 46/2004) art. 1 comma 1 LO/MI

MIGLIORIAMO IL MONDO INSIEME NOVEMBRE 2012

Sekukkulu Nungi! Buon Natale!


IN QUESTO NUMERO: 04 .08 IN PRIMO PIANO • Salviamoli dalla malnutrizione > La rinascita del bambino malnutrito > Quando il cibo è un'illusione > Il sole splende a Chamkango e… diventa cibo 09.11 APPROFONDIMENTO • La politica torna a parlare di cooperazione internazionale • Muovi l’Italia, cambia il mondo 12.15 speciale • Rapporto COOPI 2011 16.21 dal campo • Gli schiavi del nuovo millennio • A sud di Addis Abeba • Un barlume di speranza per la Somalia 22.23 MONDO COOPI 24.28 NATALE COOPI • Opportunità di collaborazione per le imprese • Stufo dei soliti regali? Regala un banco! • Non è Natale senza doni e non è Sekukkulu senza polli… Fai il tuo regalo a un bambino! • Un panettone davvero speciale, dai bambini per i bambini • A.A.A. Persone speciali cercasi • Regali al Good Shop 29.30 sostegno a distanza • Yglène, la bimba che è tornata a sentire • adottareadistanza.org cambia look! • Un tetto da costruire • Un tè per conoscersi di persona 31.32 RELAZIONE CON I DONATORI • Diario di viaggio in Sierra Leone scritto di getto con la penna e col cuore 30.31 DALL'ITALIA • Bags for Africa terza edizione: raccolti 22.000 euro! • Noi non ce ne freghiamo Il prossimo numero ad Aprile 2013.

DONAZIONI

Le donazioni a favore di COOPI possono essere dedotte o detratte. Per poter usufruire della agevolazioni fiscali previste dalla legge, è sufficiente che, al momento della dichiarazione dei redditi, si alleghi la ricevuta delle donazioni (bollettino postale o estratto conto bancario), senza bisogno si altri attestati. Poiché COOPI è ONG Organizzazione Non Governativa riconosciuta idonea ai sensi della legge n. 49 del 26/02/1987 - ma anche ONLUS - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale ai sensi del D. Lgs. n. 460/97, chi effettua una donazione può decidere liberamente il trattamento fiscale di cui beneficiare.

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Testata n. 685, registrata presso il Tribunale di Milano il 23.12.94 - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In legge 46/2004) art. 1 comma 1 LO/MI


COOPINEWS / Editoriale

coopI news

Un codice etico per

coopi

Subito dopo la trasformazione di COOPI in Fondazione, abbiamo iniziato a lavorare su un possibile Codice Etico e di Condotta per COOPI. La nostra organizzazione, già da qualche tempo, sentiva l’esigenza di avere norme chiare e trasparenti che definissero i diritti e i doveri di tutti i portatori di interesse che ruotano attorno alle molteplici attività di COOPI. Ma perché COOPI si deve dotare di un Codice Etico? Il “vecchio” cooperante che ha fatto della spinta etica il motore delle sue scelte di vita, a volte davvero scomode e contro corrente, fa fatica a capire il perché di questo lavoro. Gli sembra che COOPI, per sua natura, sia portatore di grandi valori etici, che la ragione stessa di esistere di COOPI risponda ad una spinta etica; quindi scriverli, metterli in un Codice, serve solo a burocratizzarli, istituzionalizzarli, togliere loro spontaneità. Noi che abbiamo lavorato molto alla sua stesura, ci siamo resi conto ben presto che non è così; al contrario, abbiamo visto che il Codice Etico poteva diventare uno strumento importante di crescita culturale e di miglioramento della qualità nel lavoro d’ogni singolo collaboratore di COOPI. Così come lo stiamo costruendo, il nostro Codice non è un insieme di norme rigide ed astratte, ma uno strumento duttile e flessibile per prevenire ogni comportamento non confacente alla mission di COOPI. È costituito da un “nucleo duro”, che illustra mission e vision della Fondazione, e da una galassia di allegati e documenti che regolano i rapporti di lavoro all’interno di COOPI e le relazioni con beneficiari, fornitori, donatori. Parte integrante del Codice Etico e di Condotta è il regolamento generale di organizzazione, che definisce in modo chiaro le responsabilità di ogni operatore, a qualsiasi livello. È stato poi costituito un Organismo di Vigilanza che, in piena autonomia ed indipendenza, ha il compito di studiare la struttura e le procedure in atto, per individuare possibili anomalie e mancanze nella prevenzione dei reati e suggerirne le correzioni da adottare. In un mondo sempre più complesso, non bastano le buone intenzioni per renderci esenti dagli obblighi di legge. E campi quali la tutela della salute dei lavoratori, l’ambiente o la tutela della privacy nascondono insidie nelle quali è facile imbattersi, se non si è molto attenti. Non dimentichiamo poi di lavorare in ambienti in cui la corruzione è molto diffusa, e che è necessario avere strumenti che ci permettano di non abbassare la guardia. Dotarsi di un Codice Etico e di Condotta non significa, quindi, scrivere una volta per tutte un documento sacro e immutabile, ma al contrario avere diversi strumenti in continua evoluzione, per conseguire un miglioramento continuo nell’azione di tutti i giorni. Questo insieme di documenti è stato già visto diverse volte dal Consiglio di Amministrazione, presentato una prima volta ai Soci Fondatori di COOPI in giugno e sarà nuovamente rivisto nel corrente mese di dicembre, presentato ai collaboratori e alle Sedi estere. L’Organismo di Vigilanza è già operativo e in questo momento sta lavorando soprattutto sulle norme sulla sicurezza sul lavoro. Un processo avviato, una strada da percorrere per rendere la nostra Fondazione uno strumento sempre più efficace di lotta alla povertà ed alle disuguaglianze.

NOVEMBRE 2012

Direttore responsabile: Claudio Ceravolo Direttore esecutivo: Isabella Samà Coordinamento editoriale: Daniela Aprile Comitato di redazione: Lorenzo Bianchi Carnevale, Elena d'Andrea, Giacomo Franceschini, Ennio Miccoli, Barbara Nese, Isabella Samà Redazione: Daniela Aprile, Licia Casamassima, Claudio Ceravolo, Jacopo Brusca, Francesca Castellari, Luisa Colzani, Eleonora Erdas, Paola Fava, Giacomo Franceschini, Diana Nahum Isabella Samà, Chiara Zaru Grazie a: AGF, Olycom, Giulia Calligaro, Alessandro Gandolfi, Alain Tchamba, Ferdinand N'Jue Ricerca iconografica: Daniela Aprile, Laura Carbonara, Chiara Zaru Foto di: Archivio COOPI, Franco Cavassi, Rossella Cursio, Margherita Dametti, Paola Fava, Alessandro Gandolfi, Vicenza Lofino, Fabio Lovino, Davide Montenovi, Alain Tchamba Progetto grafico: Tosicampanini Stampa: Brain Print & Solution s.r.l. COOPI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ONG Onlus via F. De Lemene 50 - 20151 Milano

Claudio Ceravolo

Etipoia, 2012. Ph. Alessandro Gandolfi

Presidente di COOPI Cooperazione Internazionale

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COOPINEWS / IN PRIMO PIANO di Chiara Zaru e Jacopo Brusca, Ufficio Comunicazione e Fundraising

Salviamoli dalla malnutrizione

Niger, 2012. Archivio COOPI

nutrizione, Alain Tchamba, ci ha illustrato come in sole due settimane Mosela sia potuto ritornare guarito al suo villaggio, grazie alle cure ricevute nel Centro nutrizionale sostenuto da COOPI e UNICEF. Giacomo Franceschini, Responsabile dell’Ufficio Emergenza, ci ha riepilogato qual è lo stato della crisi alimentare che sta attraversando il Niger. Oltre alle malattie legate alla scarsa alimentazione, nel mese di settembre, delle forti alluvioni hanno devastato quel poco di raccolto che gli agricoltori erano riusciti ad ottenere. Si è rapidamente sparsa un’epidemia di colera. COOPI, ad aprile, ha avviato un progetto di supporto alle autorità sanitarie locali nella lotta alla malnutrizione severa. Fin’ora abbiamo già contribuito a salvare la vita a diverse migliaia di bambini ma moltissimo resta ancora da fare. Infine, Paola Fava, Consulente COOPI per le tecnologie innovative in Malawi, a Kasungu e Likoma Island, ha riportato la propria testimonianza sul progetto dedicato alle energie rinnovabili come strumento di accesso alla sicurezza alimentare. È stata completata la realizzazione dei pannelli, sono giunti i generatori della società Terna e stanno per essere ultimati i canali di irrigazione. Grazie a questo progetto, sono partite spontaneamente piccole realtà imprenditoriali e commerciali che garantiscono ora il sostentamento di centinaia di famiglie. Quelli che leggerete sono solo alcuni dei costanti aggiornamenti che dimostrano che molto è stato compiuto, ma resta ancora tanto da fare.

Da un paio di anni, ci sentite chiedere fondi per aumentare il numero di bambini da salvare dalla malnutrizione. Questo Natale non faremo eccezione. La malnutrizione è una piaga silenziosa, perché non immediatamente visibile. Le sue conseguenze sono però spietate, perché incidono sullo sviluppo economico e sociale dell’intera comunità. Un bambino malnutrito può sviluppare deficit cognitivi oltre che fisici. Se il futuro di una popolazione è affidato alle nuove generazioni, la malnutrizione mina alle basi le possibilità di sviluppo della comunità. COOPI lo sa bene ed è per questo che ritiene prioritario intervenire contro questa grave problematica. Per comprendere a fondo cosa significa vivere minacciato dalla malnutrizione e come la nostra associazione interviene, vi invitiamo a leggere le testimonianze di tre nostri colleghi. Le loro storie riflettono i due tipi di intervento che COOPI mette in campo per frenare la malnutrizione materno-infantile: il primo, le cure sanitarie; il secondo, il lavoro sistemico (su agricoltura, allevamento, acqua, energie rinnovabili, formazione, ecc.) per la sicurezza alimentare. Commovente è la storia di Parisien Mosela, il bimbo di 3 anni colpito da malnutrizione acuta nel villaggio di Omauwa, provincia di Maniema, in Repubblica democratica del Congo. Il Coordinatore nazionale del settore

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La rinascita del bambino malnutrito di Alain Tchamba Coordinatore COOPI del settore Nutrizione in Repubblica Democratica del Congo

Parisien è un bambino congolese di 4 anni. Arriva nel Centro sanitario di COOPI in condizioni disperate: la malnutrizione lo ha reso debole, malato, irriconoscibile. Grazie alle terapie, in meno di un mese, Parisien guarisce. Tornato al villaggio, il suo caso fa scalpore. Il capo villaggio comincia a convincere tutti che è bene portare i bambini malnutriti nei centri di salute. Il contesto. Maniema è una delle province della Repubblica Democratica del Congo. Da nord a sud, è divisa in 7 territori che si chiamano Lubutu, Punia, Kailo, Pangi, Kibombo, Kasongo e Kabambare. Una ricerca antropometrica promossa dal Pronanut (Programma Nazionale di Nutrizione) nell’ottobre 2010 e finanziata da Unicef nella provincia di Lubutu, ha rilevato una prevalenza del tasso di malnutrizione globale acuto del 19,8%, con un tasso del 6,7% di malnutrizione acuta severa.


La gestione della malnutrizione Grazie al progetto finanziato da ECHO e Unicef, noi di COOPI trasferiamo i bambini che soffrono di malnutrizione severa ed hanno complicazioni mediche nei Centri di Stabilizzazione (SC), mentre i bambini vittime di malnutrizione, ma che non presentano altre patologie, sono sottoposti al nostro Programma Terapeutico Ambulatoriale (OTP). Vi mostriamo il caso di un bambino di cui ci siamo occupati e che era affetto da malnutrizione severa associata ad altre patologie. L’ammissione nel Centro di Stabilizzazione Parisen Mosela, un bambino di soli 4 anni del villaggio di Omauwa, è stato ricoverato presso il Centro di Stabilizzazione COOPI di Obokoté a Lubutu, l’11 aprile 2012, per Kwashiorkor, sindrome conosciuta in Italia con il nome di “marasma infantile”, associato a setticemia e desquamazione della pelle. Durante il suo ricovero, dall’11 al 25 aprile, presso il Reparto Pediatrico costruito da COOPI e finanziato da Echo e Unicef nel 2011/2012, Parisien ha ricevuto il trattamento terapeutico che gli ha permesso di risolvere completamente le complicazioni mediche. Al Centro di Stabilizzazione, Parisien è stato nutrito con il latte terapeutico F15 e gli è stata somministrata un’antibioticoterapia a largo spettro, unita al violetto di genziana applicato sulle lesioni.

Parisien al momento della dimissione dal Centro dopo 4 settimane di cura.

programma terapeutico di COOPI, è stato nutrito con alimenti terapeutici pronti all’uso (RUTF), mentre veniva curato in maniera sistematica con medicinali mai assunti prima. La famiglia di Parisien ha rispettato tutti gli appuntamenti del Centro medico e, a seguito degli incontri, ha cambiato la percezione sui benefici della medicina moderna. Il bambino è uscito dal Programma Terapeutico Ambulatoriale completamento ristabilito con un P/T>=1,5 ET. In seguito, gli agenti comunitari incaricati del monitoraggio hanno continuato a seguire Parisien a domicilio. Il ritorno al villaggio Il 2 Maggio 2012, a seguito della piena guarigione, il piccolo Parisien e la mamma sono tornati al loro villaggio. Il caso di Parisien ha spinto il capo villaggio a sensibilizzare la sua comunità sui benefici del programma nutrizionale offerto ai bambini malnutriti da Echo-Unicef ed eseguito da COOPI. In questa maniera siamo riusciti a riportare il sorriso sul viso di molti bambini.

Repubblica Democratica del Congo. Al centro Alain Tchamba. Archivio COOPI

Il trattamento nel Programma Terapeutico Ambulatoriale Dopo 14 giorni di permanenza presso il Centro di Stabilizzazione, il 26 aprile, il piccolo Parisien è stato trasferito presso un ambulatorio di COOPI a Makodo, per consolidare il suo stato nutrizionale. All’interno del

Ph. Alain Tchamba

Per rispondere in maniera immediata ed adeguata a questa crisi nutrizionale che poteva contribuire ad aumentare sia la morbilità che la mortalità dei bambini con meno di 5 anni, COOPI, nonostante le difficoltà a raggiungere la popolazione colpita in questa area del Paese, ha adottato un approccio integrale (la cosiddetta “gestione integrata della malnutrizione acuta”) per prevenire e farsi carico dei casi di malnutrizione severa di questa fascia d’età.

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COOPINEWS / IN PRIMO PIANO Niger, 2012. Archivio COOPI

Quando il cibo è un'illusione

di Giacomo Franceschini, Responsabile Ufficio Emergenza

A settembre Giacomo Franceschini è stato in Niger per una missione di monitoraggio del progetto di lotta alla malnutrizione infantile di COOPI. La nonna costretta ad allattare. Al Centro Sanitario di Tillabéri, in Niger, c’è tensione nell’aria. Una bambina di 9 mesi malnutrita, ed affetta da infezioni respiratorie e malaria, è in preda ad una crisi respiratoria e vomita. Mi avvicino con cautela e scorgo, tra le braccia ed i corpi di medici ed infermieri in azione, la piccola attaccata al seno di una donna, troppo anziana per essere sua madre. Chiedo quanti anni abbia la donna e se la bambina sia sua figlia. Mi raccontano che la mamma è morta a causa del colera, che la bambina ed i suoi due fratelli sono stati affidati alla nonna ultra settantenne. La piccola è malnutrita e gravemente malata, i medici e gli infermieri di COOPI se ne occupano, ma piange, probabilmente cerca la mamma e la nonna allora la attacca al suo seno arido, perché solo così, nell’illusione di cibarsi, interrompe il suo pianto. L’alta frequenza delle crisi alimentari. Il Niger, tra i paesi più poveri al mondo (penultimo nella graduatoria dell’Indice di Sviluppo Umano), si trova nel pieno di una carestia che colpisce più di 18 milioni di persone

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in 6 paesi dell’Africa saheliana. Solo in Niger, 5,5 milioni di persone, più di un terzo dei suoi 16 milioni di abitanti, sono esposte a forte insicurezza alimentare. Si stimano in 1 milione i bambini malnutriti e 400.000 quelli che soffrono di malnutrizione severa . In Niger 1 bambino su 5 non raggiunge il quinto anno di vita. Le crisi alimentari ricorrono almeno ogni dieci anni in Sahel, ma recentemente, per una moltitudine di ragioni come l’impatto dovuto al cambiamento climatico, stanno diventando sempre più frequenti. Le ultime e più importanti crisi alimentari si sono registrate nel 2005 e nel 2008, e l’ultima nel 2010. Una tale frequenza non permette, soprattutto alle popolazioni più vulnerabili, una ripresa economica e sociale in grado di sviluppare una capacità di resistenza alle crisi che possa così attenuarne gli effetti. Il supporto tecnico di COOPI. La situazione si presenta davvero drammatica ed è una corsa contro il tempo. COOPI, grazie ad un contributo dell’Ufficio Umanitario della Commissione Europea (ECHO) ha avviato dallo scorso aprile una missione di risposta umanitaria alla crisi con un intervento di lotta alla malnutrizione severa dei bambini di età fino a 5 anni nelle due Provincie di Tillabéri e di Filingué, ai confini con il Mali. Portare aiuti in quella zona del paese è un’impresa difficile. Le zone al confine con il Mali sono considerate altamente insicure per gli operatori umanitari, per via di gruppi terroristici che rapiscono gli occidentali allo scopo di finanziare la guerriglia nel Nord del Mali. Medici, nutrizionisti, infermieri, altro personale tecnico è stato dislocato


COOPINEWS COOPINEWS/ /AZIENDE IN PRIMOSOLIDALI PIANO da COOPI nei punti nevralgici per rafforzare i Centri Sanitari e nutrizionali dei due Distretti Sanitari. Si distribuiscono farmaci e prodotti nutrizionali terapeutici forniti dall’Unicef, si completano i cicli di vaccinazioni e si curano i bambini che oltre alla malnutrizione soffrono anche di altre patologie, spesso letali. COOPI ha organizzato un sistema di allerta e di evacuazione dei casi urgenti verso gli ospedali di riferimento, nei quali opera con proprio personale medico e paramedico per le cure pediatriche. La corsa in mezzo al deserto. I centri sanitari e nutrizionali sono invasi ogni giorno da nuovi casi, e nei reparti pediatrici dei due Distretti ogni letto accoglie mediamente un paio di bambini. COOPI, per riuscire a curare il maggior numero di pazienti possibili, prevede la costruzione di un hangar nei due ospedali da adibire a pediatria d’urgenza. Mi avvicino ad una mamma che tiene avvolto ad un telo il suo piccolo di pochi mesi, un insieme di pelle ed ossa. Le chiedo come può essersi ridotto così suo figlio. “Ho dovuto percorrere molti chilometri a piedi, per raggiungere il Centro Sanitario. Quando il mio bambino non si nutriva più o vomitava continuamente mi sono decisa e mi sono messa in marcia”. Sono zone desertiche, sabbiose e poco abitate. Si registra un problema di accessibilità ai Centri Sanitari, le mamme percorrono decine e decine di km a piedi per raggiungere il primo centro sanitario ed i dati in nostro possesso ci fanno pensare che nonostante gli sforzi non riusciamo ad arrivare dappertutto, e che dalle zone più remote i bambini non arrivino. COOPI sta quindi organizzando delle cliniche mobili che ci permetteranno di andare verso la popolazione più isolata, per pesare e misurare i bambini, distribuire gli alimenti, prestare le cure necessarie e, se necessario, evacuare i più gravi verso l’ospedale. Anche il colera incombe. Gli effetti dei cambiamenti climatici non producono solo siccità e carestia. Quest’anno infatti la piovosità è stata nettamente al di sopra della media stagionale ma è arrivata in maniera violenta e devastante, arrecando seri danni alle colture ed allagando grandi parti del paese. Sono circa 500.000 le persone colpite dalle alluvioni che hanno perso la casa e buona parte del raccolto. Il distretto di Tillabéri si sviluppa lungo il fiume Niger, sulle cui sponde nascono numerosi villaggi. L’acqua del fiume è utilizzata per innaffiare piccoli orticelli, per lavarsi, per lavare panni e stoviglie, ma anche per abbeverarsi e far abbeverare il bestiame. L’acqua porta la vita, ma in Niger anche la morte. Ad oggi solo nella regione di Tillabéri, lungo il fiume Niger, si sono registrati 4.499 casi di colera, con 81 decessi. Nella regione la popolazione che ha accesso all’acqua potabile non supera il 38%.

4.500 bambini sono salvi Grazie alla campagna “Salviamo 7.000 bambini nigerini dalla malnutrizione severa”, che abbiamo lanciato a fine settembre con l’sms solidale, siamo riusciti a raccogliere oltre 70.000 euro. Con questi fondi, sarà possibile garantire cibo altamente proteico a oltre 4.500 bambini per un mese.

Ma ancora molto resta da fare. In Niger, migliaia di bambini aspettano solo il loro turno per morire di fame. Prima che arrivi quel momento, prima che non ci sia più niente da fare, aiutaci.

• Con 16 euro puoi fornire alimenti terapeutici speciali per un mese ad un bambino malnutrito. • Con 20 euro contribuisci all’acquisto di medicinali per i casi gravi di malnutrizione. • Con 40 euro assicuri la presenza di un pediatra per un giorno. • Con 55 euro regali una cura completa per un bambino con malnutrizione severa.

Fai una donazione: • in posta: CC postale sul conto 990200 intestato a COOPI - Cooperazione Internazionale - ONG ONLUS.

Niger, 2012. Ph. Rossella Cursio

• in banca: CC Banca Popolare Etica IBAN: IT 06 R 05018 01600 000000102369 intestato a: COOPI - Cooperazione Internazionale - ONG ONLUS. • online: con carta di credito su www.coopi.org

È il tuo turno di agire. Grazie! 7


COOPINEWS / IN PRIMO PIANO

Il sole splende a Chamkango e… diventa cibo di Paola Fava, Consulente per le tecnologie innovative in Malawi

Mangiare se la stagione lo permette. In Malawi, l’80% della popolazione vive in zone rurali. Parlare di Malawi significa dunque parlare di una popolazione che vive di agricoltura di sussistenza. Il raccolto principale (mais, arachidi, patate) avviene tra aprile e luglio, ovvero durante la stagione secca. Solitamente, per una famiglia media, tali colture sono sufficienti a soddisfare le esigenze di cibo fino a novembre. Durante il periodo successivo (dicembre-marzo), conosciuto come “annual hungry season”, le famiglie, per ovviare al problema della scarsità di cibo, fanno affidamento sulla disponibilità di cassava ed altri alimenti di base. Piccole quantità di mais o ortaggi vengono anche coltivati nei “dimba“, terreni ricchi di acqua, da cui possono essere ricavati due raccolti annuali addizionali, il più importante dei quali a febbraio. Il solare arriva a Chamkango. Anche la vita delle comunità del villaggio di Chamkango era legata, fino a poco tempo fa, alla stagionalità del raccolto. Oggi Chamkango è dotata di un impianto ad energia solare, installato accanto ad una diga, costruita da COOPI in passato, a sostegno di un gruppo di 50 agricoltori cui fa capo un Comitato di irrigazione, composto da 10 membri (5 uomini e 5 donne) e nominato dalle autorità governative locali. L’impianto ad energia solare è stato ultimato nel mese di settembre 2012 ed è costituito da 6 pannelli fotovoltaici, una pompa sotterranea, due serbatoi d’acqua ed i canali di irrigazione. L’acqua della diga, attraverso una pompa alimentata dall’energia fornita dai pannelli fotovoltaici, viene distribuita nei canali permettendo di irrigare i campi limitrofi. Aumenta il cibo disponibile. Grazie al sistema introdotto, gli agricoltori sono in grado di estendere la superficie coltivabile dagli attuali 4 ettari fino a 10 ettari. Secondo quanto discusso durante gli incontri con il Comitato di irrigazione, la maggior parte del terreno coltivabile sarà adibito alla tradizionale coltivazione di mais, che verrà parzialmente conservato per consumo domestico e parzialmente venduto nei mercati. Verranno anche coltivati pomodori, cipolle, fagioli, carote e arachidi principalmente per consumo domestico. Oltre alla possibilità di aumentare la superficie coltivabile e diversificare il raccolto, il sistema ad energia solare, garantendo irrigazione costante, offre la possibilità di aumentare il numero di raccolti all’anno da 1 a 3 e ridurre quindi gli effetti dell’insicurezza alimentare. Fiorisce il piccolo commercio. Oltre all’attività agricola vera e propria, l’installazione dei pannelli fotovoltaici ha attratto alcuni piccoli imprenditori che, pagando una quota fissa mensile al Comitato di irrigazione, usufruiscono dell’energia elettrica prodotta dai pannelli ed hanno avviato piccole attività commerciali, come barbieri e piccoli bar.

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Chamkango, Malawi. Archivio COOPI

Chamkango è una delle sei località nel distretto di Kasungu, in Malawi, dove COOPI sta realizzando il progetto “Energy Facility” finanziato dall’Unione Europea, introducendo l’utilizzo di energie rinnovabili per il supporto all’agricoltura ed allo sviluppo di piccole attività generatrici di reddito.

Con l’aumento della produzione agricola e della generazione di attività commerciali, il Comitato di irrigazione deve dimostrare la capacità di risparmiare per coprire i costi di mantenimento del sistema. Oltre a ciò, le famiglie, che riceveranno anche kit solari e stufe a risparmio energetico, dovranno in cambio piantare degli alberi come misura contro la deforestazione. Il progetto si pone quindi l’obiettivo di responsabilizzare le comunità sul tema dell’energia e prevede l'organizzazione di corsi di formazione su come impiegare le risorse generate dall’impianto per produrre reddito da reinvestire a sostegno della comunità. E domani... La combinazione tra una maggior e più variegata produzione, accanto allo sviluppo di nuovi business locali, ha dato speranza ai membri del Comitato di irrigazione, che sperano un giorno di poter creare un trading center ed una piccola cittadina intorno all’impianto di pannelli fotovoltaici. Per ulteriori approfondimenti sul tema, consiglio il seguente libro: ‘Il ragazzo che catturò il vento’ di Kamkwamba William con Mealer Bryan, edizioni Rizzoli.


COOPINEWS / approfondimento

La politica torna a parlare di cooperazione internazionale

Mario Monti. Ph. Franco Cavassi_AGF

di Claudio Ceravolo, Presidente di COOPI - Cooperazione Internazionale

Quando un Presidente della Repubblica definisce "etico imperativo di solidarietà" e "critico investimento strategico" la cooperazione; quando un Presidente del Consiglio afferma che la cooperazione è "politica estera nel senso più nobile della parola", significa che la cooperazione diventa aspetto cruciale della politica italiana. Forum della Cooperazione Internazionale (Milano 1, 2 Ottobre 2012)

20 anni di disinteresse. Il 2012 è stato un anno importante per tutta la cooperazione del nostro Paese. Da molti anni oramai eravamo abituati a registrare in Italia un gran disinteresse per la cooperazione: i finanziamenti pubblici oramai ridotti a percentuali misere, che ci pongono agli ultimi posti tra i paesi industrializzati; una legge che dopo venticinque anni chiedeva urgentemente una revisione, ma i cui progetti di riforma finivano sempre nel cassetto alla fine di ogni legislatura; l’assenza di una regia politica, il ritirarsi del Governo Italiano da tutti i momenti di responsabilità nelle Agenzie Internazionali (Fondo Globale, OMS, Unicef)… Ma quello che più disturbava, negli anni passati, non era l’affievolirsi delle risorse giorno dopo giorno: era la consapevolezza che il disinteresse non fosse un momento transitorio legato alle ristrettezze economiche, bensì una mancanza di convinzione nell’utilità dell’intervenire sui grandi temi della lotta alla povertà e al sottosviluppo. Tutti noi operatori delle ONG avevamo chiarissima la percezione che la cooperazione fosse vissuta dai nostri Governanti come un orpello, uno sfizio che si fa finché ce lo si può permettere, ma che si taglia immediatamente alle prime difficoltà. Il Forum della Cooperazione. Fortunatamente ora è arrivato un salutare scossone nelle acque stagnanti: il Ministro Riccardi ha saputo riportare la cooperazione al centro del dibattito politico e culturale. Il Forum della Cooperazione di Milano ha raccolto – lo sappiamo bene – anche critiche severe da parte di molte ONG. Noi riteniamo che anche i critici più radicali non possano negare che per la prima volta dopo vent’anni la politica italiana ha ricompreso la cooperazione internazionale nel perimetro degli interessi vitali per il Paese. Quando un Presidente della Repubblica definisce “etico imperativo di solidarietà” e “critico investimento strategico” la cooperazione, quando un Presidente del Consiglio afferma che la cooperazione è “politica estera nel senso più elevato e nobile della parola”, non siamo più di fronte alle abituali frasi di circostanza che i politici in un recentissimo passato pronunciavano, portando un fugace saluto ai vari convegni organizzati su questo tema. Il fatto stesso che il Presidente Monti abbia assicurato la propria presenza durante tutta la sessione di lavoro, o che ben 7 Ministri in carica abbiano partecipato ai lavori, testimonia che per davvero oggi il dibattito sulla cooperazione è uscito dalla schiera ristretta degli addetti ai lavori per diventare aspetto cruciale della politica italiana. Il problema della scarsità

di risorse economiche è stato poi affrontato con molta onestà, senza nascondere le difficoltà ma con l’assicurazione da parte del Ministro Grilli di un’inversione di tendenza rispetto agli scorsi anni. E infatti già nella legge di stabilità, ora in discussione, si osservano timidi segnali in questo senso. Molte ONG italiane si sono dichiarate critiche verso il Forum, e in particolare per la presenza di soggetti privati e per l’importanza assegnata loro. Non va dimenticato, però, che in tutto il mondo oggi si riflette attentamente sul ruolo dei soggetti privati nei processi di sviluppo e che all’ultimo Forum di Busan sull’efficacia degli aiuti molto spazio è stato dedicato a questo tema. Il rapporto con i privati. Sicuramente è necessario definire con esattezza lo spazio della cooperazione, che non può coincidere con gli interessi commerciali di qualcuno né essere confusa all’interno di interventi di tipo militare. Se affermiamo però che missione della cooperazione è combattere con efficacia tutte le forme di povertà, non possiamo escludere ideologicamente gli interventi dei privati, laddove questi siano davvero efficaci per fare uscire dalla povertà intere popolazioni. Penso ad esempio ad interventi nel campo energetico o delle comunicazioni; per alcune imprese sono core business, ma sono ugualmente strategici per superare alcune situazioni di arretratezza che son parte della cosiddetta “trappola della povertà”. La posizione di COOPI. COOPI ha da tempo una posizione chiara a questo riguardo: nessun pregiudizio ideologico a collaborare con imprese private, laddove si ritenga che questa collaborazione possa portare benefici alle comunità con cui lavoriamo. Senza nel contempo accettare compromessi né rinunciare al dovere di denuncia di situazioni lesive dei diritti umani, laddove esse si verificassero. In conclusione, per noi dire - come hanno fatto taluni – che il nostro Governo piega la cooperazione verso il mercato, o che mira solo all’internazionalizzazione delle imprese italiane, significa non capire che il quadro internazionale della cooperazione è radicalmente mutato in questi ultimi anni, in cui si sono affacciati nuovi donatori, in cui i popoli del Sud hanno affermato con forza la volontà di decidere autonomamente sulle politiche di cooperazione, in cui rischia di sparire il concetto stesso di “aiuto pubblico allo sviluppo”. Siamo di fronte a nuove sfide, da affrontare con intelligenza, senza pregiudizi, con onestà intellettuale: siamo contenti che dopo molti anni anche la politica italiana ricominci a parlare di queste cose.

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COOPINEWS / approfondimento a cura di Isabella Samà, Resp. Ufficio Stampa e Comunicazione Istituzionale

Muovi l’Italia, cambia il mondo

Il Forum della Cooperazione internazionale si è tenuto a Milano, dal 1° al 2 ottobre. “Ho convocato il Forum – spiega il Ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi – con l’obiettivo di rimettere la cooperazione al centro del dibattito pubblico. Negli ultimi decenni, infatti, la cooperazione ha perso il contatto con il Paese ed è diventata sempre più autoreferenziale. Inoltre, attorno alla cooperazione c’è stato molto silenzio da parte della politica e dei partiti, un silenzio pesante che tradiva disinteresse, perché le vere preoccupazioni sembravano stare altrove”. Ed invece lo sviluppo del Paese passa per la cooperazione. “Muovi l’Italia, cambia il mondo” è stato lo slogan scelto per il Forum. Alla base c’è la convinzione che bisogna rimettersi in movimento, sprigionare nuove energie, sbilanciarsi positivamente verso “altri” mondi, ritrovare la vocazione dell’Italia. Il Forum è stato, nelle intenzioni di Riccardi, un appuntamento per dare un futuro all’Italia nel mondo: se l’Italia non coopera, non si muove; un’Italia che non coopera, declina. Ci siamo lasciati troppo andare all’idea del progressivo e inesorabile declino. “Il declino non è un destino già scritto ma una malattia interiore che lentamente sta corrodendo il Paese. Le difficoltà non si possono negare, ma è pur vero che, paradossalmente, è proprio il bisogno che libera risorse ed energie solidali. Ci si è chiesto se possiamo permetterci, in un momento di crisi, di preoccuparci degli altri. Ebbene, io ritengo che la cooperazione non è un lusso al di sopra delle nostre possibilità, ma una delle strade per uscire dalla crisi. Fare cooperazione è nell’interesse di noi tutti”.

Le 3 reti di Ong italiane (Link2007 - di cui COOPI è membro, CINI e Ong Italiane) hanno presentato un appello al Parlamento e alle forze politiche italiane, per dare seguito alle premesse di lavoro condivise al Forum della Cooperazione. In particolare, le ong chiedono di approvare la nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo e di includere il tema della cooperazione nei programmi politici ed elettorali. La revisione normativa rimane una priorità inderogabile, dopo ben 15 anni di tentativi falliti in successive legislature. Occorre chiudere definitivamente la lunga fase della legge 49 del 1987, la cui sola evocazione porta al secolo scorso, ad un mondo che non c’è più, a rapporti tra Stati che sono radicalmente cambiati e a modalità di cooperazione in parte superate. Una riforma legislativa entro la fine di questa legislatura è possibile. Con i necessari emendamenti, il testo predisposto dal Senato può accogliere i principali punti di forza individuati nei gruppi di lavoro preliminari al Forum, a partire da quelli più volte evidenziati dalle Ong: l’unicità del riferimento politico - un Ministro dedicato o un Viceministro agli Esteri con mandato rafforzato in linea con le migliori esperienze europee; la forte regia interministeriale, per il coordinamento delle attività e la coerenza delle politiche; il fondo unico; l’agenzia attuativa di cui si sente l’esigenza da tempo, il coinvolgimento dei territori e dei soggetti pubblici e privati interessati; la valorizzazione delle Ong; il miglioramento della qualità e dell’efficacia; il riallineamento delle risorse per onorare gli impegni internazionali e assumere un ruolo significativo nella Comunità internazionale. Per approfondimenti. www.coopi.org

Andrea Riccardi. Ph. Franco Cavassi_AGF

(Liberamente tratto dai documenti del Forum). Per approfondire il tema: www.forumcooperazione.it

Dare seguito al Forum della Cooperazione Internazionale

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COOPINEWS / AZIENDE SOLIDALI

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COOPINEWS / speciale

Rapporto COOPI 2011 Vogliamo riportare in questo numero del COOPI News alcuni dati, estrapolati dal Rapporto Annuale, che forniscono in maniera chiara e sintetica una fotografia di ciò che abbiamo realizzato nell’anno passato.

Numero progetti per area geografica e Paesi COOPI realizza 208 progetti internazionali, in 23 paesi del mondo: 168 in Africa, 36 in America latina e 4 in Medio Oriente. Area geografica / Paesi

N° Progetti

N° Paesi

Africa

168 15

Rep. Dem. del Congo Somalia Ciad Sierra Leone Repubblica Centrafricana Etiopia Malawi Costa d'Avorio Sudan Uganda Senegal Madagascar Camerun Kenya Marocco

45 30 16 9 18 10 10 4 5 8 1 1 1 9 1

America latina

36

Haiti Guatemala Bolivia Paraguay Colombia Ecuador Perù

4 7 8 3 3 2 9

Medio Oriente Palestina

4 4

Settori di intervento

N° progetti

Sicurezza Alimentare 48 Salute 45 Assistenza Umanitaria 40 Servizi socio-economici 34 Acqua 18 Educazione 11 Governance E Diritti Umani 8 Migrazioni 2 Energia 2 Totale

208

Migrazioni 434 Governance E Diritti UmanI 9.817

Salute 2.546.964

Energia 35.579

7

Educazione 85.039

totale beneficiari 5.651.314

Servizi socio-economici 178.929 Acqua 757.194

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Il settore su cui interveniamo con il maggior numero di progetti è quello della sicurezza alimentare, a cui seguono quello della salute e dell’assistenza umanitaria (cfr. la tabella qui sopra). Con 2 progetti, in Etiopia e Malawi, nel 2011 siamo intervenuti in un nuovo ambito di azione: l’energia. Ci rendiamo conto, infatti, che l’accesso all’energia, soprattutto se sostenibile e alternativa, è condizione necessaria per favorire un corretto ed armonico sviluppo. Nel complesso sono quasi 6 milioni le persone raggiunte dal nostro intervento.

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I settori di intervento per n° progetti e n° beneficiari

Sicurezza alimentare 906.593

Assistenza Umanitaria 1.130.765

Ai 210 progetti umanitari nei 9 settori di intervento, si aggiungono i 28 progetti di Sostegno a distanza a favore di 2.621 bambini. In partnership con associazioni e ong locali vogliamo creare un contesto di tutela dei diritti dell’infanzia efficace e duraturo nel tempo. N.B. I dati e le informazioni si riferiscono al 2011, perché la tempistica per la raccolta e l’elaborazione dei dati provenienti da Africa, America Latina e Medio Oriente è lunga. A ciò si aggiungono i controlli e le verifiche da parte degli organi competenti.


COOPINEWS / AZIENDE SOLIDALI Numero progetti e bambini sostenuti per paese al 31/12/2011

Sierra Leone

Uganda

Per첫

Senegal

Repubblica Centrafricana

Etiopia

Haiti

Rep. Dem. del Congo

Totale

Sostegno a distanza

Progetti per paese

5

4

5

3

6

4

1

1

28

Bambini sostenuti per paese

246

462

420

405

506

273

152

157

2.621

Numero progetti di cooperazione per tipologia di intervento COOPI ha condotto 90 progetti di emergenza e 118 di sviluppo. Sommando a questi i progetti di Educazione allo sviluppo condotti in Italia e i progetti di Sostegno a distanza, COOPI ha realizzato in totale 238 progetti di cooperazione internazionale.

90 Emergenza

28 Sostegno a distanza

2 Educazione allo sviluppo

I NUMERI DI COOPI NEL 2011

23 Paesi 210 Progetti 2.621

Bambini adottati a distanza

28

Progetti di Sostegno a distanza

129

Operatori internazionali

totale progetti 238

4.500

Operatori locali

66

Collaboratori in Italia 118 Svilupppo

350 Volontari 5

Sedi regionali in Italia Potete scaricare il Rapporto annuale 2001 dal sito: www.coopi.org/it/ chisiamo/ associazione/ rapporto-annuale/

43.623.932 Bilancio (in euro) 5.651.314 Beneficiari diretti 13


COOPINEWS / speciale Se possiamo proseguire nel grande obiettivo della qualità e della sostenibilità dei progetti e dell’organizzazione, lo dobbiamo a quanti hanno espresso o rinnovato la loro fiducia nei nostri confronti e a quanto hanno scelto di operare con noi. Un grazie sentito, dunque, a tutti i nostri donatori - donatori istituzionali, pubblici e privati -, ai nostri partner - università, centri di ricerca, associazioni della società civile -, ai nostri operatori umanitari, collaboratori e volontari. Cooperazione internazionale cammina sulle gambe di tutti noi.

Ennio Miccoli Direttore di COOPI Cooperazione Internazionale

Bilancio 2011 Al Consiglio di Amministrazione della Fondazione COOPI - Cooperazione Internazionale 1. Abbiamo svolto la revisione contabile del bilancio d’esercizio della Fondazione COOPI - Cooperazione Internazionale chiuso al 31 dicembre 2011. La responsabilità della redazione del bilancio in conformità alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione compete ai membri del Consiglio di Amministrazione di COOPI - Cooperazione Internazionale. È nostra la responsabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e basato sulla revisione contabile. La presente relazione non è emessa ai sensi di legge, stante il fatto che COOPI - Cooperazione Internazionale nell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2011 non era obbligata alla revisione contabile ex art. 2409-bis del Codice Civile. 2. Il nostro esame è stato condotto secondo i principi di revisione emanati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e raccomandati dalla Consob. In conformità ai predetti principi, la revisione è stata pianificata e svolta al fine di acquisire ogni elemento necessario per accertare se il bilancio d’esercizio sia viziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso, attendibile. Il procedimento di revisione comprende l’esame, sulla base di verifiche a campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenuti nel bilancio, nonché la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli amministratori. Riteniamo che il lavoro svolto fornisca una ragionevole base per l’espressione del nostro giudizio professionale. Per il giudizio relativo al bilancio dell’esercizio precedente, i cui dati sono presentati ai fini comparativi secondo quanto richiesto dalla legge, si fa riferimento alla relazione da noi emessa in data 5 luglio 2011. 3. A nostro giudizio, il bilancio d’esercizio di COOPI - Cooperazione Internazionale al 31 dicembre 2011 è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione; esso pertanto è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della Fondazione. Milano, 1 giugno 2012 - PKF Italia S.p.A.

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Fioranna Negri

Rendiconto della gestione in euro PROVENTI Entrate progetti Quote sociali Donazioni Rimborsi e proventi vari Proventi finanziari

2011

2010

41.826.986 34.084.943 6.700 8.625 1.143.356 817.829 12.318 111.017 634.572 471.921 43.623.932 35.494.335

ONERI Oneri sostenuti per progetti 39.868.580 32.244.967 Personale e collaborazioni di sede 1.618.403 1.629.070 Oneri istituzionali 694.424 477.677 Oneri generali 572.261 394.630 Oneri finanziari 863.972 746.299 43.617.640 35.492.643 Risultato di Associazione 6.291 1.692

Donazioni e contributi in euro Unione europea Organizzazioni internazionali Governo italiano ed Enti Locali Donazioni private Altri governi Altri proventi TOTALE

Stato patrimoniale in euro Attivo Immobilizzazioni nette Crediti verso finanziatori Crediti verso altri Liquidità Ratei e risconti attivi Risconti progetti in corso TOTALE ATTIVO

2011

2010

2011

2010

21.692.697 17.551.379 14.636.389 11.029.580 2.69.014 1.637.677 3.087.780 2.595.024 1.655.884 2.345.857 43.541.764 35.159.516 82.167 334.819 43.623.931 35.494.335

1.058.626 938.416 5.064.673 5.358.401 681.244 902.610 6.463.949 4.753.861 - 20.617.187 20.943.994 33.885.679 32.897.282

Passivo

Fondo comune Utile d’esercizio TOTALE PATRIMONIO NETTO Fondi per rischi ed oneri Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato Debiti verso banche Altri debiti a breve Ratei e risconti passivi Risconti progetti in corso TOTALE PASSIVO

126.007 109.422 6.291 1.691 132.297 111.114 79.961 961 119.749 109.500 2.860.877 2.518.434 3.915.688 3.366.580 23.407 15.033 26.753.701 26.775.661 33.885.679 32.897.282


COOPINEWS / AZIENDE SOLIDALI Donazioni e contributi a COOPI

Come sono utilizzati i fondi

(in milioni di euro)

Da dove vengono i fondi

100 40

94%

35

0,19% Altri proventi

80

7,08% Donazioni private

30

20

40

15 10

20

6%

5 2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

0

Sede e attività in Italia

Progetti

Impiego dei fondi per settori di intervento 18,70% Salute

5,66% Governo italiano ed Enti locali

60

25

3,80% altri Governi

49,73% Unione europea

0

33,55% Organizzazioni internazionali

Impiego dei fondi per area geografica 13,29% Servizi socio economici

80,99% Africa

10,71% America Latina e Centrale

8,92% Acqua

23,40% Agricoltura

2,92% Italia

5,62% Altro 3,79% Formazione

5,38% Medio Oriente

2,56% Governance e diritti umani 23,49% Assistenza umanitaria

0,20% Migrazione 0,03% Energia

Diventa Socio partecipante di COOPI! Chiunque si sente vicino a COOPI, ne approva lo spirito e contribuisce anche minimamente alle attività che conduciamo quotidianamente, può divenire Socio Partecipante. Diventando Socio, ciascuno può essere più coinvolto nella vita quotidiana di COOPI, ricevendo regolarmente documentazione sulle attività che abbiamo in corso, venendo invitato alle attività che i diversi gruppi locali mettono in campo un po’ in tutta Italia. A norma di Statuto poi, non appena verrà raggiunto il numero di 100 Partecipanti, verrà costituito il Collegio dei Partecipanti. Esso potrà formulare pareri e proposte sulle attività e sui programmi della Fondazione e potrà indicare al Collegio dei Fondatori candidature per il Consiglio di Amministrazione della Fondazione.

Per aderire e avere maggiori informazioni: scrivi alla Segreteria Generale - segreteria@coopi.org o chiama il numero 02.3085057 Quota di adesione: 20 euro

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COOPINEWS / DAL CAMPO di Giulia Calligaro, Giornalista

Il popolo Guaranì, una delle poche etnie che la dominazione spagnola non è riuscita a sottomettere, sta finalmente uscendo dal regime di schiavitù dentro al quale ha vissuto per più di un secolo. Ma la paura di quei tempi è ancora viva e i padri non riescono più a guardare in faccia i loro figli.

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La faccia malinconica dei boliviani. Il viaggio richiede pazienza, il cuore aperto al racconto che verrà, lo sguardo pronto a frugare sotto la pelle delle cose. Quasi ventiquattro ore di aereo, bus, macchina servono per raggiungere Camiri, la capitale petrolifera delle terre basse della Bolivia nel territorio del Gran Chaco. Una conca di edifici squadrati dentro l’abbraccio di promontori verdi che rimandano di là a un’idea di incontaminato. Ma sarebbe un guaio raggiungere questa meta con idee facili sul Sudamerica. E peggio ancora non scorgere dietro la baldanza degli indios, che la notte sbattono bicchieri colmi di alcol di bassa qualità o gonfiano le guance con manciate di foglie di coca, l’altra faccia della malinconia. Guidati dallo staff di Coopi, che proprio a Camiri da due anni collabora con l’Assemblea del popolo Guaranì, una delle 36 etnie amerinde del Paese più indigeno del continente e nel Chaco la più diffusa, valichiamo dunque l’orizzonte e risaliamo, seguendo interminabili strade sterrate e piste di fango, i solchi più terribili incisi dalla storia su questa terra. La paura ancora impressa. Ci vuole quasi un giorno intero di viaggio per raggiungere la comunità di Laurel. Qui, dentro tende di fortuna donate dalle organizzazioni umanitarie, diciotto famiglie Guaranì stanno cercando di ripartire dopo generazioni di cattività dentro i grandi latifondi. I racconti che riusciamo a poco a poco a conquistare non sembrano storie del ventunesimo secolo. C’è la paura ancora impressa negli occhi delle donne, sottoposte dai padroni ad ogni sorta di sopruso; c’è il corpo piegato e ritorto degli uomini che sanno di

essere stati umiliati, picchiati, puniti davanti ai loro figli. E gli stessi bambini che guardano con facce e speranze da bambini e forse potranno, con le pagine ancora vergini della loro giovane vita, cancellare i capitoli più duri già trascorsi. Il ritrovamento dell’identità. “In questo momento è fondamentale che vengano aiutati a riscoprire le loro radici e la loro identità. E Coopi assiste la comunità nell’avvio della coltivazione di piccoli appezzamenti di terra per un minimo di commercio e perché riprendano un po' per volta in mano la gestione del proprio sostentamento”, ci viene spiegato dal Capitano zonale Guaranì Gerardo Suarez, responsabile di quest’area. La storia del popolo Guaranì è stata per secoli un inno alla libertà, tanto da resistere persino alla dominazione spagnola. Non però alle logiche di potere seguite alla ripartizione delle terre tra pochi, culminate nel massacro di Kuruyuki nel 1892, origine della schiavitù per molti di loro rimasti senza il territorio originario. Da circa dieci anni è ripartita, proprio con la costituzione dell’Assemblea del popolo Guaranì, loro principale organo rappresentativo, e con la denuncia di enti internazionali, la lotta per la liberazione e la riconquista delle terre. L’immobilismo del governo. Il governo centrale, complice anche la presenza dal 2006 di Evo Morales, il primo presidente indigeno latinoamericano, in realtà ha risposto con riconoscimenti e provvedimenti legislativi: “Ma molte delle leggi approvate restano carta morta” chiarisce Valentina Favero, responsabile in Bolivia per Coopi: “Parte del nostro lavoro è perciò aiutarli a interfacciarsi nel modo più efficace con le istituzioni”. Se molti Guaranì sono usciti dai recinti delle grandi ‘haciendas’ padronali, oltre 500 famiglie sono ancora in stato di schiavitù e gran parte di quelle liberate sono tuttora molto lontane dall’utopica ‘Tierra si mal’ - terra senza dolore - su cui era basata la loro cultura originaria. Bolivia. Ph. Fabio Lovino

Bolivia. Ph. Fabio Lovino

Gli schiavi del nuovo millennio


COOPINEWS / AZIENDE SOLIDALI di Alessandro Gandolfi, Photoreporter

A sud di Addis Abeba

L’arrivo ad Addis Abeba. Ad attenderci all’aeroporto di Addis Abeba c’è Roberto Orlando, il responsabile di COOPI in Etiopia. Ci troviamo lì perché, nelle due settimane che ci attendono, verranno mostrati a uno scrittore (Gianni Biondillo) e a un fotografo (il sottoscritto) le attività che COOPI sta svolgendo nel Paese dell’Africa orientale, in particolare a sud, verso i confini con il Kenya e la Somalia. Ma la prima tappa del viaggio è vicinissima, è a Nifas Silk Lafto, un quartiere a sud-ovest della capitale. Si tratta del “Sara Cannizzaro Child Minders Association” con il quale COOPI collabora da tempo (Sara Cannizzaro, di 11 anni, figlia di italiani che vivevano ad Addis Abeba, morì in seguito alla puntura di un insetto, così i genitori decisero di creare un’associazione caritatevole a suo nome). Il centro ospita 160 bambini cosiddetti “vulnerabili”, problematici, tutti senza il padre ma non ancora diventati bambini di strada. E si spera che non li diventino mai! Il centro serve proprio a questo, a educarli e a fornire alle madri – spesso poverissime – le conoscenze sufficienti per garantirsi un lavoro. Verso sud. Un mattino presto, dopo qualche giorno trascorso nella capitale, imbocchiamo Bob Marley Square e puntiamo a sud. La prima sosta arriva a Shashemene, un villaggio dove vive una comunità di giamaicani devoti al rastafarianesimo, comunità alla quale Hailé Selassié, lo storico imperatore etiope, decise di dare ospitalità. Dopo aver dormito ad Awassa, si riparte subito attraversando la verde e fertile terra di Oromia. Poi l’asfalto improvvisamente finisce. La prossima tappa è Negelle, siamo quasi al confine con la Somalia: di qua cristiani ortodossi, di là musulmani.

Etiopia. Ph. Alessandro Gandolfi

Etiopia. Un paese con una storia millenaria, un popolo orgoglioso ed una capitale in crescente fermento economico e culturale. Ma più si scende a sud verso la Somalia, più le persone assomigliano a fantasmi senza pace. “Ma non ci sono liti, la convivenza è pacifica” spiega Antonella Mentasti, che rappresenta COOPI a Negelle. Antonella sta seguendo per conto dell’ong una serie di progetti locali legati all’agricoltura, alla gestione del bestiame e all’acqua. Da quando il prezzo della benzina è aumentato, le pompe per l’acqua funzionano con generatori elettrici alimentati a energia solare (e pompare l’acqua dal sottosuolo è importante, visto che in caso contrario qui non ci si fa problemi a bere la fangosa acqua del fiume, piena di sterco animale). Con Antonella e Roberto ci spostiamo nel villaggio di Dirir, dove COOPI sta insegnando tecniche agricole a una comunità di ex pastori nomadi oggi divenuti stanziali. La carestia è stata tremenda, l’anno scorso, e i campi non hanno partorito nulla con gravi conseguenze per la popolazione e gli animali. Al confine con la Somalia. Il viaggio prosegue verso sud seguendo la strada che i fascisti costruirono da Mogadiscio verso l’Etiopia. Tappa successiva e meta finale è Filtu, un polveroso villaggio di confine pieno di carretti trainati da asini. Da qui in poi, la via che porta in Somalia è costeggiata di fantasmi umani, più di trentamila persone vestite di nulla, che vivono in tende di fortuna fatte di plastica e legno. Passiamo loro a fianco pure noi come fantasmi, fermandoci qua e là; siamo diretti a Ben Higli, dove COOPI sta realizzando un progetto per ampliare un bacino destinato alla raccolta dell’acqua piovana. La siccità è il male peggiore da queste parti, e questo lago perso nel nulla desertico della regione somala servirà migliaia di persone che gravitano attorno a questo luogo. Forse anche i poveri sfollati lungo la via, che per una tanica d’acqua si fanno ogni giorno decine di chilometri a piedi.

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COOPINEWS / DAL CAMPO

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Addis Abeba, bambina sostenuta a distanza grazie a COOPI in collaborazione con “Sara Cannizzaro Child Minders Association� Le fotografie sono di Alessandro Gandolfi/ParalleloZero


Due donne durante una tempesta di sabbia nella regione del Somali, in Etiopia, dove COOPI interviene per contrastare la siccitĂ .

Una donna beneficiaria nel villaggio Dhahayal in casa con i suoi due figli.

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COOPINEWS / DAL CAMPO di Ferdinand N’Jue, Coordinatore dei programmi di COOPI in Kenya, Uganda e Somalia

Somalia. Archivio COOPI

Un barlume di speranza per la Somalia Questo è il racconto dell’ultima missione di supervisione svolta in Somalia. A rischio della propria incolumità, lo staff internazionale di COOPI incontra i colleghi somali, per offrire loro supporto tecnico e umano, superando difficoltà culturali e logistiche considerevoli. Il tutto per accompagnarli nel loro lavoro in territori di emergenza e insicurezza, a favore delle comunità colpite dalla carestia e dalla guerra e per garantire la qualità e tracciabilità degli interventi realizzati.

Benvenuti a Mogadiscio. Le spiagge incontaminate, ma vuote, le file ordinate e apparentemente infinite delle casupole degli sfollati danno il benvenuto, mentre si scende dall'Oceano Indiano per giungere all’aeroporto internazionale “Aden Adde” di Mogadiscio. Avevo lasciato Nairobi alle 7.00 del 23.07.12, con i responsabili del settore acqua, agricoltura, allevamento e con il nostro esperto di igiene, a bordo del volo umanitario della Comunità Europea. L’aeroporto serve da quartier generale per le truppe dell'Unione Africana (AMISOM) che sostengono la battaglia del Governo somalo contro i militanti islamici di Al Shabaab. Il gruppo militante controlla ampi settori della Somalia meridionale ed è stato cacciato da Mogadiscio nel 2011. Al Shabaab ha però continuato con attacchi mirati a colpire obiettivi militari e politici nella capitale e nel resto del Paese. L'aeroporto è anche considerata la zona più sicura della città. Le agenzie delle Nazioni Unite e gli uffici dei donatori istituzionali si trovano al suo interno, mentre altre agenzie umanitarie nei pressi. C'è inoltre un grande insediamento di sfollati lì vicino. Mogadiscio ne ospita circa 184.000. La storia travagliata della Somalia. La Somalia è passata da disastro a disastro negli ultimi 21 anni, dopo il crollo del Governo centrale. è classificato come uno dei paesi più poveri e violenti del mondo, afflitto da milizie contrastanti, clan rivali,

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signori della guerra, banditi e pirati. Una devastante siccità, la peggiore degli ultimi 60 anni, ha afflitto il Corno d'Africa nel 2011. 13 milioni sono state le persone colpite direttamente. Migliaia le vittime. Nel sud della Somalia, epicentro della crisi, se ne contano 4 milioni. Decine di migliaia di persone, soprattutto bambini, sono morti di fame o hanno ceduto a malattie legate alla malnutrizione. Più di un milione di somali ha lasciato il Paese e molti di loro sono rifugiati nei campi profughi delle vicine Kenya ed Etiopia, mentre 1,3 milioni di somali sono internal displaced ovvero rifugiati interni. Il programma di risposta all’emergenza. COOPI ha risposto alla grave siccità attraverso un programma integrato multidonors (ECHO, CHF, UNICEF, Trocaire, AGIRE) denominato FAWER che sta per “Risposta all’Emergenza Cibo, Acqua e Igiene”. Iniziato nel maggio del 2011 e tuttora in corso, ha interessato direttamente 100.000 persone di 14 distretti del sud della Somalia. Tradotto: 15.000 famiglie tra le più vulnerabili hanno ricevuto razioni alimentari mensili e approvvigionamenti quotidiani di acqua potabile, attraverso il sistema dei voucher. La componente di “cash for work” adoperata nell'ambito del programma FAWER ha permesso ai beneficiari di guadagnare una somma di denaro volta a soddisfare alcuni bisogni di base, come la sanità e l'istruzione, e al tempo stesso per ripristinare la capacità produttiva delle famiglie e le


Agire in contesti insicuri. A causa dell’inaccessibilità di alcune zone e della diffusa insicurezza, le azioni nel sud della Somalia sono state attuate principalmente attraverso la gestione remota, fin dal 2009. La realizzazione delle attività è delegata quindi allo staff nazionale, sotto la guida e il supporto del personale internazionale che effettua missioni regolari di supervisione nella maggior parte dei distretti. Non è facile lavorare in questo contesto. Gli uffici delle agenzie umanitarie sono stati saccheggiati; l’accesso a internet è limitato e inaffidabile; i militanti hanno vietato l'uso del GPS, le fotografie e il coinvolgimento delle donne nelle attività di progetto; inoltre hanno circoscritto le attività di comunicazione e il movimento interno. COOPI ha personale somalo ben formato, che lavora con noi da oltre 10 anni, esperto e rispettato a livello locale, con legami forti all'interno delle comunità.

Lo staff ha mantenuto un alto grado di responsabilità e neutralità e ci permette di essere una delle poche agenzie internazionali che operano direttamente nel sud della Somalia. Nonostante ciò, la situazione è volatile ed i rischi rimangono. Un barlume di speranza. Le elezioni politiche hanno creato il primo Governo dopo più di vent’anni. Nonostante sporadici spari ed esplosioni, tornando a Mogadiscio, percepisco che l'aria è piena di rinnovata speranza per un cambiamento. Il volto di Mogadiscio sta mutando con la ristrutturazione di vecchi edifici e nuove costruzioni in arrivo, e con il ritorno dei somali dalla diaspora che vogliono partecipare al processo di cambiamento e sfruttare le opportunità emergenti. Il cambiamento non può che volgere al meglio, in questo contesto. Sono timoroso mentre diciamo addio ai nostri team locali, al termine della nostra riunione di 3 giorni. Viaggeranno per tornare nelle loro rispettive regioni. Mentre il volo per Nairobi impiegherà solo due ore, ci vorrà una settimana per alcuni di loro per tornare ai loro distretti. Il loro viaggio sarà pieno di rischi, le condizioni stradali difficili, i mezzi di trasporto pubblici fatiscenti, incontreranno blocchi stradali e persino sospetti, una volta tornati, in quanto provenienti dal territorio controllato dal Governo. E quando si saranno ambientati di nuovo, dovranno iniziare il processo di identificazione e monitoraggio, svolgere le indagini di riferimento e tutto quello che già fanno molto bene. Fornire razioni alimentari d'emergenza e acqua potabile alle famiglie disperate per la crisi, gli interventi di supporto ai mezzi di sussistenza per promuovere la resilienza delle famiglie e della comunità. Si vede un lampo negli occhi di questi uomini e donne, un barlume di speranza che le cose andranno meglio, una speranza condivisa da tutta la Nazione. Somalia. Archivio COOPI

infrastrutture della comunità (canali di irrigazione, strade e bacini d'acqua). Questa operazione è utile per ridurre il rischio di shock futuri. Inoltre, al fine di supportare il rilancio dei mezzi di sussistenza, tutti i beneficiari del programma hanno ricevuto strumenti per la produzione (sementi per l’agricoltura e farmaci per il bestiame). Invece le famiglie degli sfollati interni, in contesti urbani, normalmente legati al piccolo commercio per la propria sopravvivenza, hanno ricevuto degli input per rilanciare o promuovere le loro attività. Gli interventi attraverso i voucher sono possibili in Somalia perché i mercati sono funzionanti a livello locale, grazie al dinamismo dei commercianti somali e alla buona disponibilità di cibo in alcune zone. Il problema principale per la popolazione è l’accesso fisico, talvolta, ma soprattutto economico ai beni di prima necessità.

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COOPINEWS / MONDO COOPI a cura di Daniela Aprile, Ufficio Stampa e Comunicazione Internazionale

GUATEMALA Ottobre 2012 - L’esercito guatemalteco e la PNC (Polizia Nazionale Civile) hanno represso violentemente e disperso più di 5.000 manifestanti indigeni che esercitavano il loro diritto a manifestare nell’ambito di una protesta promossa dall’organizzazione dei 48 Cantoni di Totonicapán, dipartimento ovest del Paese. Le autorità hanno lanciato gas lacrimogeni, picchiato i dimostranti e sparato colpi di fucili “Galil” uccidendo 6 persone (anche se altre fonti parlano di 9 morti) e ferendone almeno 40. COOPI è presente nel Paese dal 1973 operando prevalentemente per la tutela dei diritti umani delle comunità indigene e per la gestione delle emergenze causate dai disastri naturali.

PERù Agosto 2012 - COOPI, nella piazza centrale del Distretto di El Carmen, situato nella Provincia di Chincha, ha inaugurato “DE JUNCO Y AZÚCAR”, uno spazio nel quale 6 gruppi di artigiani locali (ArteSur, Artesania Melchorita, Flores del Juncal, Mama Deydamia, Mama Yola e Morenas del Juncal) espongono e vendono i loro prodotti. Per i piccoli artigiani peruviani, che nel 2007 hanno perso tutto a causa del terremoto che ha colpito la zona, rappresenta una grande opportunità per mostrare le loro capacità produttive ed essere più competitivi nel mercato nazionale.

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COOPINEWS / AZIENDE SOLIDALI

EUROPA Luglio 2012 - Il Parlamento europeo approva l’introduzione del tema “Educazione allo sviluppo e alla Cittadinanza Globale” nei curricula scolastici dei paesi membri. In questo modo si vuole favorire una strategia europea comune e a lungo termine in materia di educazione allo sviluppo, sensibilizzazione e cittadinanza globale attiva.

PALESTINA Novembre 2012 - Riprendono le ostilità tra Israele e Palestina. Silvia Izzo, copo progetto COOPI a Gaza city, è uscita dalla Striscia ma siamo ancora preoccupati per il nostro staff locale che invece non può uscire da Gaza a causa dell'embargo imposto da Israele nel 2007. Appena a giugno ci eravamo rallegrati del fatto che i nostri colleghi in Palestina avevano avuto la possibilità di visitare Gerusalemme e incontrare i colleghi in Cisgiordania. COOPI auspica la fine delle violenze ed il rispetto degli obblighi del diritto internazionale.

KENYA Luglio 2012 - Lo staff di COOPI porge un commosso saluto a George Odhiambo Sembe, 49 anni, scomparso prematuramente lo scorso 18 luglio a Mandera, in Kenya, dopo una breve malattia. George ha iniziato a lavorare con COOPI nel 2008. Era coordinatore di progetti per la riduzione dei rischi derivanti dalla siccità nella provincia di Mandera, al confine Nord Kenya – Sud Etiopia.

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COOPINEWS / NATALE COOPI di Licia Casamassima, Responsabile Area Aziende e Fondazioni

Opportunità di collaborazione per le imprese Natale con coopi significa augurare ai più poveri

Christmas partner Gli auguri di Buon Natale, con COOPI valgono doppio: un omaggio a collaboratori, clienti, fornitori e dipendenti, e anche un progetto concreto di solidarietà. L’azienda può acquistare i prodotti natalizi COOPI a scelta sul catalogo on line: www.coopinataleaziende.it. In alternativa può destinare il budget dedicato alle strenne natalizie, direttamente a un progetto umanitario nel Sud del Mondo. I dipendenti possono essere coinvolti nella scelta del progetto da sostenere e nelle donazioni. Christmas event partner L’azienda organizza la sua cena natalizia aziendale con COOPI, per dare un significato più profondo ad un momento dell’anno che è condivisione di risultati, ma anche di valori d’impresa. Carta, Nastri e Solidarietà Campagna dedicata alle imprese retail, interessate a coinvolgere i volontari COOPI per il confezionamento dei doni natalizi, presso propri punti vendita. Raccolta fondi e sensibilizzazione della clientela su un progetto solidale. Cause related marketing partner L’impresa associa ad uno dei suoi prodotti o servizi, una campagna natalizia solidale a favore di COOPI. Una percentuale delle vendite andrà a sostenere uno o più progetti umanitari. Un modo per vendere di più, facendo del bene.

BEST PRACTICE COOPI & ELGON

> Christmas partner > Progetto: D come sviluppo, il futuro della Sierra Leone è Donna

COOPI & COIN

> Carta, Nastri e Solidarietà > Campagna: Insieme x 100.000

COOPI & SEPHORA

> Carta, Nastri e Solidarietà > Campagna: Insieme x 100.000

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del mondo: acqua, cibo, salute, istruzione, protezione, opportunità. 100 euro = 10 banchi per una classe scolastica in uno dei centri COOPI sostenuti a distanza

150 euro = Cure ad un bambino gravemente malnutrito

per 1 settimana (circa 90 gg il trattamento completo)

300 euro = Kit di primo soccorso per un centro sanitario 500 euro = Kit di prima assistenza per una famiglia: 6 coperte, 6 materassi, 20 kg di riso, 8 scatole di pomodori, 20 kg di zucchero, 16 sacchi di farina

1.500 euro = Kit per trazione bovina: aratro, carro, giogo, corde 3.000 euro = Riabilitazione di un pozzo 4.500 euro = Corso annuale di alfabetizzazione, leadership e micro-imprenditoria per 30 donne

VANTAGGI PER L’AZIENDA

• Brand awareness • Coinvolgimento degli stakeholder • Azione concreta di CSR • Ottimizzazione del budget destinato al Natale


COOPINEWS / RELAZIONE CON I DONATORI di Jacopo Brusca, Ufficio Relazione con i donatori

Stufo dei soliti regali? Regala un banco! Ah questi regali… Per molti, ormai, sono diventati un dovere, una scadenza da rispettare, un modo per lavarsi la coscienza nei rapporti interpersonali. A Natale ancor di più si sente questo meccanismo. Ricicli di regali inutili o non voluti, si spendono soldi per oggetti che non piaceranno. COOPI ti permette di fare un bel regalo, artigianale e solidale: collane e braccialetti dal Perù e dall’Uganda, panettone, biglietti d’auguri, kit Io non Me ne Frego e molto altro. E se proprio sei reticente a un regalo materiale, puoi sempre fare un regalo speciale: una capra, matite colorate, un banco e mille altre cose necessarie e indispensabili per i nostri beneficiari, che gratificano chi li acquista e chi li riceve.

Doni che ti permettono di garantire risorse fondamentali ai beneficiari dei nostri progetti. Scegli quello che preferisci, sono tutti utili, belli e solidali:

E 20 E 50 E 100 E 250 E 300 E 500

matite colorate per una classe 3 capre 10 banchi per una classe 1 computer per laboratorio informatico sostegno a distanza per un anno formazione per 5 operatori locali

A Natale non fare un regalo banale, che sia artigianato o un regalo speciale, sceglilo solidale! GRAZIE!

Fai una donazione • in posta: CC postale sul conto 990200 intestato a COOPI - Cooperazione Internazionale - ONG ONLUS. • in banca: CC Banca Popolare Etica IBAN IT 06 R 05018 01600 000000102369 intestato a: COOPI - Cooperazione Internazionale - ONG ONLUS.

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2

• online: con carta di credito su www.coopi.org • al telefono: con carta di credito, telefonando allo 02.3085057, Ufficio relazione con i donatori.

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Artigianato peruviano 1. Collana Achira, 10 e 2. Bracciale Huayruro, 5 e 3. Collana Palmito, 10 e 4. Bracciale Achira, 5 e 5. Collana Cactus, 10 e 6. Bracciale Tagua, 5 e 7. Collana Tagua Anelli, 10 e 8. Collana Anelli, 10 e 9. Collana Achira Hua, 10 e 10. Collana Rettangoli , 10 e

9 Visita il sito www.natalesolidale.org

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COOPINEWS / NATALE COOPI di Diana Nahum, Responsabile Sostegno a distanza

Pierre, Natacha, Bruno, Pamella, Ethel, Mahlet, Faida, Efrain: tutti i nostri operatori negli 8 paesi in cui sosteniamo bambini a distanza hanno scritto per segnalarci i desideri che hanno espresso i bambini per Natale. Il Natale, infatti, si festeggia quasi in tutto il mondo. Ma nella maggior parte dei casi, come racconta Dina, è senza doni poiché le famiglie concentrano i loro sforzi nella preparazione del pranzo e non hanno le risorse per fare un regalo ai figli. Ed è per questo che ci rivolgiamo a voi! Siamo certi che anche quest’anno vorrete accontentare i desideri dei nostri piccoli beneficiari, poiché fare loro un dono significa anche restituirgli il diritto di essere bambini: di avere una sorpresa, ricevere

un pacchetto, scartare un regalo, giocare e godere di qualcosa di “superfluo”. L’anno scorso grazie alle vostre donazioni abbiamo potuto regalare giochi, libri, vestiti, ombrelli e molto altro. Quest’anno i regali che ci sono stati maggiormente richiesti sono degli abiti nuovi per “essere più belli” il giorno di Natale, esattamente come desidera Dina. La lista completa dei desideri espressi dai bambini di ciascun progetto è disponibile sul nostro sito www.adottareadistanza.org Per acquistare un abito nuovo a un bambino o a una bambina sono necessari in media 15 euro. Fai subito la tua donazione!

GRAZIE!

e….. quest’anno gli auguri ve li facciamo in ugandese: Sekukkulu Nungi!

SAD. Archivio COOPI

Non è Natale senza doni e non è Sekukkulu senza polli… Fai il tuo regalo a un bambino!

Il Sekukkulu di Dina

SAD. Archivio COOPI

Dina ci racconta come festeggia con la sua famiglia.

Sekukkulu

Il Natale in Uganda è molto diverso dal Natale in Italia: nessun regalo ma solo amore, cibo, famiglia e vestiti nuovi. Sekukkulu Nungi!

“Nella mia famiglia i preparativi per Sekukkulu iniziano ad ottobre con la scelta del pollo che finirà sulla tavola e che sarà curato affinché diventi bello grasso fino al giorno del pranzo con tutta la famiglia. Il pollo è il vero protagonista della festa: tutti, anche chi non se lo può mai permettere, ne avranno uno per Sekukkulu; sarebbe troppo triste un Sekukkulu senza pollo! A casa mia la sera prima di Sekkukulu è davvero eccitante: il profumo delle pietanze in cucina riempie l’aria mentre noi bambini siamo impegnati a pulire e spazzare per terra. Per il giorno di Sekkukulu ci facciamo belli: quando può mamma mi regala un vestito nuovo e io lo indosso con grande orgoglio. Poi, iniziano ad arrivare tutti i parenti, ognuno con un piatto in dono, preparato con particolare cura, per arricchire il nostro pranzo: riso, cassava, patate dolci… Poi finalmente si inizia: e tutti mangiamo fino a non poterne più. Dopo il pasto iniziano i giochi, le canzoni, i racconti e si va avanti così per ore mentre si aggiungono parenti e amici in visita e noi stessi ci allontaniamo per andare a salutare altre famiglie. Il giorno dopo, purtroppo, la magia è destinata a finire: tutto ritorna come prima e a me rimane il mio “boubou*” nuovo e ancora qualche avanzo del giorno precedente!” *Il boubou è l’abito tradizionale della maggior parte dei paesi africani, prodotto con belle stoffe colorate.

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Da Lima all’Amazzonia passando per l’Italia: il panettone innesca la catena della solidarietà.

SAD. Ph. Ugo Panella

Un panettone davvero speciale, dai bambini per i bambini Una catena della solidarietà unirà questo Natale i bambini di Lima e quelli di Yurimaguas (Amazzonia) beneficiari di due diversi progetti di COOPI, uno in favore dei bambini orfani e abbandonati ospiti nel Centro Sagrada Familia e sostenuti a distanza, l’altro in favore dei bambini che vivono in situazioni di emergenza nei villaggi della selva recentemente colpiti da gravi inondazioni. A Lima, infatti, i bambini che seguono normalmente i laboratori presso il forno della Sagrada Familia saranno coinvolti in attività dedicate ai bambini dell’Amazzonia: in occasione del Natale produrranno un panettone per ognuno dei loro piccoli amici. Perché questa catena della solidarietà possa completarsi, l’anello mancante siamo noi! Partecipa anche tu, personalmente o tramite la tua azienda, acquistando i panettoni per i bambini: per ogni panettone sono sufficienti 7 euro e farai felici due bambini, a Lima e in Amazzonia.

Fai la tua donazione entro il 20 dicembre!

Come funziona la catena della solidarietà: tu fai la tua donazione acquistando virtualmente un panettone, un bambino della Sagrada Familia prepara il panettone, COOPI consegna il panettone, un bambino in Amazzonia riceve il panettone.

Buon Natale!

Piegando e ripiegando i tre fogli di carta verdi e blu che avete trovato allegati al COOPINews nascerà questo piccolo albero di Natale.

1. Foglio con la faccia colorata in su, piegare sulla diagonale, aprire il foglio, piegare sulla diagolale opposta

2. Rivoltare il foglio con la faccia bianca in su, piegare a metà, aprilo, piegare l'altra metà.

4. Piegare la falda da destra a sinistra fino a sovrapporre il bordo esterno al centro.

3. Con il foglio in questa posizione, utilizzando le pieghe (diagonali e perpendicolari) ottenute, portare i primi 3 angoli del modello verso il basso. Appiattire. Ora abbiamo 4 falde e ognuna di esse dovrà essere piegata a metà .

5. Rialzare la falda appena piegata, aprirla e appiattirla. Piegare verso sinistra la mezza falda. Ripetere in sequenza i passaggi 4 e 5 per le altre tre falde.

7. Tutte le falde sono state piegate fino a ottenere una figura triangolare. Tagliare ora le punte che sbordano.

8. Aprire il modello per dare forma all'albero. Ripetere la piegatura per gli altri due fogli e sovrapporre i tre modelli ottenuti per formare il nostro albero di Natale.

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COOPINEWS / NATALE COOPI di Marta Bolognino, Area Volontari, Gruppi e Territori

A.A.A. Persone speciali cercasi è il nome dell’iniziativa natalizia che, per il terzo anno consecutivo, vede i volontari COOPI impegnati a confezionare i regali in diverse catene commerciali. Dal 7 al 24 dicembre, i volontari COOPI e chiunque abbia voglia dedicare un po’ del suo tempo ad una buona causa, impacchetteranno i doni natalizi nei punti vendita COIN, SEPHORA ed UPIM di 37 città italiane. L’obiettivo è quello di raccogliere fondi per la campagna Insiemex100.000, per dare un aiuto concreto ai bambini che soffrono fame e malnutrizione in Niger. di Francesca Castellari, COOPI Good Shop

Regali al Good Shop Ti senti in colpa ogni volta che esci da un negozio con sacchetti e sacchettini sotto braccio? Niente paura! Da oltre un anno il tuo charity shop di fiducia è al tuo fianco: il COOPI GOOD SHOP non ti lascerà solo neanche nella scelta dei regali di Natale. In Via Luca Signorelli 1, nell’animata zona di Paolo Sarpi a Milano, trovi un piccolo emporio della solidarietà dove acquistare senza sensi di colpa i tuoi regali natalizi: economici, perché al Good Shop i saldi più buoni di Milano li trovi tutto l’anno; preziosi, perché arrivano da ogni parte del mondo; e solidali ovviamente, perché acquistando al Good Shop contribuisci alle attività di COOPI. Al Good Shop puoi trovare: abbigliamento, accessori, giacche e piumini, bigiotteria, borse, valigie, casalinghi, libri, cosmesi naturale, gadgets, tanto artigianato etnico e ricercato. Rendi il tuo regalo inestimabile, sapendo che a fare del bene non si sbaglia mai! Ma il Good Shop, che ad ottobre ha compiuto il suo primo anno di vita, non è uno store qualsiasi, bensì trenta metri quadri concentrati per tutte le età e per tutti i gusti. In questo primo anno di attività, mese per mese abbiamo realizzato un calendario culturale che ci ha permesso di raggiungere tutti voi. A gennaio abbiamo incontrato Gianni Biondillo che seduto sul divano rosso del Good Shop ha anticipato la storia del suo ultimo romanzo; durante la settimana della moda milanese a febbraio, abbiamo capito che la moda e la solidarietà possono camminare di pari passo, grazie a Stefanel, che ha dato una seconda vita ai suoi prodotti, e alle persone che sono venute a fare “buoni” affari al Good Shop; ad aprile invece abbiamo visto come le carcerate di Bollate sono state brave a re-inventare materie prime-seconde per il

Per dare il proprio contributo a questa importante iniziativa, si può scegliere di: • partecipare come volontari e dedicare qualche ora del proprio tempo a confezionare doni; • acquistare i regali presso uno dei punti vendita che aderiscono all’iniziativa e recarsi al banchetto COOPI per la confezione. Ci trovate a: Bari, Bassano del Grappa (VI), Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Como, Firenze, Forlì, Genova, Lecco, Livorno, Lucca, Mestre (VE), Milano, Napoli, Novara, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Pisa, Rimini, Roma, Rovereto, Salerno, Taranto, Terni, Torino, Trento,Treviso, Udine, Varese, Verona, Venezia, Vicenza. Perché il mondo si migliora anche dall’Italia! Per maggiori informazioni sull’iniziativa visita la pagina dedicata al Natale su www.volontaricoopi.org Good Shop. Archivio COOPI

Carta, Nastri e Solidarietà

Fuorisalone2012, durante il quale una poltrona realizzata con vecchi palloni da calcio è stata la protagonista; i clienti hanno potuto ammirare opere d’arte in un galleria insolita, grazie ai privati artisti che hanno donato le loro creazioni per arricchire le pareti del Good Shop; a luglio, 13Ricrea ha riempito di colore il negozio con arredamenti insoliti e inaspettati; a settembre, Stefano Stranges ha concesso i suoi scatti fotografici per contribuire a suo modo all’operato di COOPI. Tante le aziende che hanno donato i loro prodotti in questi mesi, facendo trovare ai clienti del Good Shop sempre qualità e bellezza: dalla temeraria Tucano Urbano alla raffinata Nannini, dal ricercato Alviero Martini alla tenera One for Two, dalla distinta Melegari&Costa alla affabile Stefanel, per citare solo gli ultimi arrivi. Così come sono state tante le persone che hanno apprezzato. Tanti coloro che si sono avvicinati a temi sensibili quali la cooperazione ed il volontariato grazie a questa finestra su COOPI. Un’anticipazione per tutti i sostenitori: a dicembre al Good Shop troverete un sacco di nuovo artigianato, originale ed esclusivo dal Sud del mondo. Entra nel mondo della solidarietà e concludi questo anno nel modo migliore, acquista per i tuoi cari o per te stessa un dono speciale al Good Shop, informati su come partecipare, vieni alle riunioni dei volontari COOPI che si riuniscono in Via Signorelli 1, iscriviti alla newsletter o vieni a curiosare, insomma buy good feel good! Lo staff del Good Shop ti aspetta anche su facebook: goodshop.milano Per info: goodshop@coopi.org


COOPINEWS / sostegno a distanza di Diana Nahum

Quando il terremoto ha colpito Haiti, nel gennaio 2010, Yglène aveva 8 anni. È stata ferita ad un orecchio a causa del crollo di alcune macerie ed è stata operata d’urgenza perchè rischiava di perdere l’udito. A distanza di un paio di anni, Yglène ha iniziato nuovamente a lamentare dolori forti. Grazie al supporto della scuola St Paul Dalmas, dove la bambina frequenta la terza elementare, ha potuto fare gli esami necessari che hanno evidenziato una grave infezione dovuta a polveri e corpi estranei che erano rimasti nella ferita durante la prima operazione. Era urgente intervenire perché l’infezione poteva degenerare, compromettendo l’udito oltre che mettere in pericolo la vita della bambina. Tuttavia, la mamma disperata, non aveva le risorse per sostenere l’intervento: abbandonata dal marito e senza più né la casa né il lavoro (persi entrambi a causa del terremoto) non avrebbe mai potuto far fronte alla situazione. A giugno abbiamo deciso di lanciare un appello per trovare i fondi necessari per l’operazione. Immediatamente, hanno risposto le signore Leda e Mariagrazia che vogliamo ringraziare di cuore per la loro sensibilità e generosità. Lo scorso 17 settembre Yglène è stata operata; l’intervento è andato bene, la bimba ha smesso di soffrire e ha recuperato l’udito. “La mamma - ci racconta la signora Volmar, insegnante di Yglène continua a ringraziare e la sua gratitudine spesso si trasforma in lacrime di gioia.” Qui sotto, un estratto della lettera che abbiamo ricevuto da parte sua.

Yglène e le sue amiche. Archivio COOPI

Yglène, la bimba che è tornata a sentire

Oltre all’appello per Yglène, quest’anno abbiamo raccontato sul nostro sito le storie di tanti bambini che avevano bisogno di un supporto particolare. Grazie a voi, 2 bambini gravemente malati hanno potuto ricevere cure specialistiche, 2 sono stati operati e 6 bambini disabili hanno ricevuto sedie a rotelle, tutori o arti artificiali. La loro vita è cambiata concretamente grazie al vostro contributo e sia noi sia le loro famiglie ve ne siamo estremamente riconoscenti. Purtroppo, sono numerosissimi i casi che necessitano di un supporto urgente e che ci vengono segnalati giornalmente dai nostri colleghi che lavorano a stretto contatto con i bambini. Per questo, vi invitiamo a visitare la sezione degli appelli speciali del nostro sito: www.adottareadistanza.org. Ogni singolo contributo è prezioso. Grazie!

Cari benefattori, nel salutarvi vi ringraziamo per l’impegno che avete profuso nel rendere possibile l’intervento per la piccola Yglène che, anche se la ferita deve ancora guarire del tutto, ha ritrovato l’udito. Grazie a tutti i donatori che ci hanno permesso di realizzare un intervento così difficile. Siamo rimasti molto toccati dal vostro amore nell’aiutare gli altri e dalla vostra sensibilità.

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COOPINEWS / sostegno a distanza di Diana Nahum

adottareadistanza.org cambia look! Dal mese di novembre il sito dedicato al Sostegno a distanza ha un nuovo look! Troverai tante storie, informazioni e immagini dai nostri progetti. Potrai anche lasciare i tuoi commenti o scrivere la tua testimonianza ma soprattutto condividere sui social network gli appelli e le notizie, per coinvolgere i tuoi amici affinché sempre più persone si uniscano al nostro impegno in favore dei bambini.

Vieni a trovarci su www.adottareadistanza.org! di Diana Nahum

Un tetto da costruire Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno risposto ai nostri appelli per fornire nuovi banchi alla scuola di Massabendu (Sierra Leone), per regalare un generatore di corrente alla scuola St Paul di Haiti, dove sosteniamo a distanza 169 bambini e per ricostruire il tetto di una delle case del Centro Cima (Perù) che ospita 80 bambini e ragazzi. Per la scuola di Massabendu abbiamo raccolto 3.400 euro: potremo acquistare 90 banchi nuovi che dedicheremo alle classi dei bambini più piccoli (la prima e la seconda) affinché possano stare seduti in modo ordinato, favorendo anche la concentrazione durante le lezioni, e non rischino di farsi male con i banchi rotti e traballanti che hanno avuto fino ad oggi. Prosegue la raccolta fondi per i bambini delle altre classi: dobbiamo acquistare altri 210 banchi (38 euro ciascuno) affinché sia possibile sostituire i vecchi banchi di tutta la scuola. Per Haiti, invece, abbiamo raccolto 1.045 euro. Le donazioni superano addirittura di 128 euro la cifra che dovevamo raggiungere. In questo modo, oltre ad acquistare il generatore per portare luce nelle classi, potremo offrire qualche volta la merenda ai bambini che partecipano ai laboratori creativi del sabato, organizzati per intrattenere i piccoli mentre i genitori lavorano. Purtroppo non abbiamo, invece, raggiunto i 1.418 euro necessari per riparare il tetto di CIMA: ne mancano ancora 877. Ci stiamo impegnando per riuscire a raccogliere tutta la cifra e vi terremo informati non appena sarà possibile riparare il tetto. Nel frattempo, chi volesse dare il suo contributo può fare una donazione su uno dei seguenti conti:

c/c postale n. 305201 intestato a COOPI - Cooperazione Internazionale - ONG ONLUS Sostegno a distanza. c/c bancario IBAN: IT 94 L 05018 01600 000000512215 intestato a COOPI. Causale: riparazione del tetto di CIMA Riparare il tetto è urgente: 14 ragazzi sono stati sistemati in modo temporaneo e stanno aspettando di poter tornare a dormire nel loro letto. GRAZIE!

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di Luisa Colzani

Un tè per conoscersi di persona “Grazie per averci aggiornati sui vostri progetti futuri e su tutto ciò che avete già realizzato. È stato davvero toccante sentire la voce proveniente dal lontano Perù, tramite Skype, della Responsabile di un Centro d’aiuto. Che realtà dura per quei bambini! Quanto c’è ancora da fare… Cercherò di coinvolgere più persone possibili e mi auguro di riuscire nel mio intento.” Daniela “Carissima Luisa, grazie a voi per il pomeriggio trascorso sabato a Firenze in compagnia di COOPI. Siamo stati molto felici di conoscere l’associazione “personalmente”. (…) Ascoltare i vostri resoconti sui progetti, le situazione nei vari Paesi, ci fa credere ancora di più di aver fatto la scelta giusta. Grazie ancora, cercheremo di coinvolgere gli amici in qualche iniziativa che porti fondi per tutti i bambini nel mondo che hanno tanto bisogno.” Rossella e Carlo Siamo noi a ringraziare Daniela, Rossella e Carlo, e tutti i donatori del Sostegno a distanza che hanno partecipato ai nostri incontri organizzati nei mesi scorsi a Firenze, Padova, Roma e Milano permettendoci di farci conoscere da vicino e nello stesso tempo di dare un volto a chi ogni giorno ci dà fiducia e condivide i nostri obiettivi. Sono stati per noi momenti preziosi e di grande valore umano, poiché ci hanno permesso di migliorare il nostro lavoro e ci hanno dato la possibilità di condividere concretamente la nostra esperienza e quella di chi opera sul campo. Per questo motivo, anche nel 2013 proporremo altri incontri dedicati a voi che, come noi, state dalla parte dei bambini. Li organizzeremo a Milano, Roma, Firenze, Padova, Torino, Bologna e vi informeremo in modo tempestivo sulle date precise.

Se abitate in altre città e volete organizzare un incontro, non esitate a contattarmi al numero 023085057 oppure scrivete a colzani@coopi.org A presto!


COOPINEWS / RELAZIONE CON I DONATORI di Renzo Gattico, Donatore

Nel mese di ottobre Renzo Gattico è stato in Sierra Leone, accompagnato da Novella Maifredi, Responsabile di COOPI per la Sierra Leone, per visitare le tre scuole di Gbaidu, Gbondu e Massabendu prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione e ampliamento, finanziati con la sua generosa donazione. A marzo 2013, lui e sua moglie Pietra torneranno nel Paese per vedere l’avanzamento dei lavori, ma nel frattempo ha condiviso con noi il suo diario di viaggio.

Renzo Gattico. Archivio COOPI

Diario di viaggio in Sierra Leone scritto di getto con la penna e col cuore

> Domenica 14 Ottobre Comincia l’avventura! Alle 6:00 del mattino incontro all’aeroporto di Milano Novella, la mia compagna di viaggio. Partenza per Parigi prevista per le 8:00, poi volo per Freetown, capitale della Sierra Leone. A bordo ci avvisano che partiremo con un’ora di ritardo (noi per il cambio a Parigi abbiamo un’ora…). Cominciamo bene!!! Di corsa riusciamo ad arrivare prima che chiudano il portellone. Alle 16:00, ora locale, atterriamo all’aeroporto di Freetown. Un pulmino scassato ci porta sulla riva dell’oceano dove prendiamo una barca diretta in città. Qui incontriamo Sabine che ci porta in casa COOPI dove conosco Simona e Antonio che, con Sabine, formano un trio fantastico, dei veri stakanovisti. Spaghettata e poi a nanna, domani ci aspetta una dura giornata, dobbiamo trasferirci a Koidu. > Lunedì 15 Ottobre Di buon mattino andiamo negli attigui uffici di COOPI, sbrighiamo un po’ di burocrazia e poi partiamo con il fuoristrada per Koidu. Equipaggio composto da: autista Shiker (che per me è diventato Shaker, poi capirete perché); Sabine, Coordinatrice COOPI in Sierra Leone; Ethel,

Responsabile dei progetti di Sostegno a distanza nel Paese; Novella e il sottoscritto. Partenza soft, strada asfaltata per un paio di ore, poi la musica cambia: strada addio, si trasforma in pista… e che pista! È un susseguirsi di buche, fango, camion impantanati che la bloccano. Per percorrere gli ultimi 100 km impieghiamo 8 ore (da lì Shaker). Arriviamo a Koidu verso sera, cena con pollo e riso e poi di nuovo a nanna, domani per me è il gran giorno: la visita alla prima scuola. > Martedì 16 Ottobre Di buon ora ci raggiunge Joseph, il fantastico assistente di Ethel, e partiamo per Gbaidu. Sono teso e curioso di vedere cosa troverò. Quasi tre ore di sballottamenti e passaggi nel fango. Dalla foresta sbuchiamo in una grande radura dove, in fondo al grande prato, scorgo la scuola. Da dentro i bambini vedono i fuoristrada e si sente un coro infinito di urla di gioia! Iniziamo con i saluti di rito al preside, agli insegnanti, al capo villaggio e un attimo dopo mi trovo circondato da una miriade di bambini e bambine, tutti vogliono darmi la mano. È un’emozione indicibile, mi manca la voce e ho le lacrime agli occhi. Alla mia età non pensavo di poter vivere emozioni così grandi. Si cerca di rimettere un po’ di ordine e le donne cominciano a cantare, subito seguite dai bambini. Novella mi traduce i canti, io parlo pochissimo l’inglese!

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Ci spostiamo tutti nel vicino villaggio dove Joseph mi presenta alla comunità. Dal capo villaggio ai rappresentanti delle “frazioni” vicine arrivano ringraziamenti e richieste per il futuro. Prima fra tutte la pompa per l’acqua che in questo momento rappresenta l’esigenza più grande. I ringraziamenti si sprecano e arrivano i loro regali per noi: banane di tutti i tipi, zucche, pannocchie e persino un pollastro con tanto di cordicella legata alla zampa. Scattano le foto di rito e mi ritrovo nuovamente in mezzo ai bambini, con grande felicità loro e mia. È ora di ripartire, la strada è lunga e difficoltosa. Domani si va a Gbondu. > Mercoledì 17 Ottobre Solito tragitto “ballerino” e ci troviamo bloccati nel fango con il fuoristrada. Dopo mille tentativi riusciamo a sbloccarlo e così arriviamo a Gbondu dove i bambini ci stanno aspettando nel prato, la macchina è subito circondata. È qualcosa di emozionante, pensavo di essermi temprato, ma è impossibile restare impassibili davanti a queste manifestazioni di gioia e a questi occhioni che ti guardano stupiti… Qui a Gbondu ho anche l’opportunità di incontrare il bambino che mia moglie sostiene da tempo. È bellissimo trasformare la foto nella realtà del bambino e vederlo sorridere. Anche oggi riunione con il capo villaggio e dignitari locali, foto con i bimbi, regali di pannocchie, banane e zucche e poi sorpresa: uno spettacolo organizzato per noi con le giovanissime e bravissime ballerine locali, alunne della scuola, con i costumi tradizionali e la pelle dipinta con disegni. È l’ora degli addii, anzi dell’arrivederci, visto che tra pochi mesi tornerò da loro!

Face to Face. Archivio COOPI

> Giovedì 18 Ottobre Partenza per Massabendu. Poco prima della scuola due lunghe file di bambini ci aspettano per darci il benvenuto. Scendiamo dal fuoristrada e fra queste due “ali di folla” veniamo accompagnati alla scuola dove scatta il rituale di abbracci e mani da stringere, soprattutto dei più piccoli. L’emozione è forte, il nodo alla gola è sempre lì. La scuola è la più grande delle tre, il circondario è popoloso. Sono tanti i rappresentanti dei villaggi circostanti e l’aula fatica a contenerli tutti. Anche qui come nelle altre due scuole la richiesta principale per il futuro, il più prossimo possibile, è la stessa: la pompa per l’acqua. Senza la pompa, che permette l’accesso all’acqua pulita, resta come unica fonte di acqua solo il fiume che è lavatoio e fogna, con tutte le tragiche conseguenze del caso. Foto, abbracci, saluti con i bimbi e si riparte, Koidu ci aspetta, strada permettendo! Domani si parte prima dell’alba per Freetown.

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Renzo Gattico. Archivio COOPI

COOPINEWS / RELAZIONE CON I DONATORI

> Venerdì 19 Ottobre Il viaggio per la capitale è stato meno peggio del previsto, solo un blocco stradale con due camion appoggiati l’uno sull’altro a ostruire la "pista" e brillantemente superato con abile e spericolata manovra del nostro Shaker. Per sera siamo a casa COOPI, dove ritroviamo Simona e Antonio. > Sabato 20 Ottobre Lascio Sabine, Novella e Simona lavorare e, con Antonio e Ibrahim (altro autista), andiamo a vedere il santuario degli scimpanzé e a fare piccoli acquisti per i miei meravigliosi compagni d’avventura che voglio qui ricordare: • Simona, Antonio e tutti i collaboratori locali, grazie!!! • Novella, straordinaria compagna di viaggio e impagabile traduttrice. • Joseph, il vero cordone ombelicale con le scuole. • Ethel, grande coordinatrice e tramite delle scuole. • Shaker, grandissimo driver! • E infine Sabine, una ragazza camerunense che dimostra in continuazione come possa essere grande una piccola donna. Grazie a tutti voi, questi pochi mesi passeranno in fretta e potrò riabbracciarvi. Grazie a COOPI che con poco riesce a fare tanto, con il prezioso lavoro di questi meravigliosi ragazzi. Vorrei che tutti potessero avere la fortuna che ho avuto io di vedere tutto ciò con i miei occhi e con il mio cuore, ma se sono riuscito a trasmettere un minimo delle mie emozioni a te che stai leggendo sono sicuro che farai qualcosa di importante. Ogni gesto, ogni aiuto, piccolo o grande che sia sarà linfa vitale per queste comunità. Grazie a tutti, Renzo.

FACE TO FACE: il viaggio continua Il Programma Face to Face, volto a trovare nuovi donatori regolari e a sensibilizzare quante più persone sui nostri importanti progetti, continua il suo viaggio a vele spiegate! A settembre è nato a Cagliari un nuovo team tutto rosa di instancabili dialogatrici, mentre i team di Milano, Padova e Roma continuano senza sosta il loro prezioso lavoro. Un ringraziamento speciale va a chi ogni giorno si ferma a dialogare con i nostri ragazzi, ma soprattutto a tutti coloro che, con fiducia e generosità, sono entrati a far parte del nostro gruppo speciale di donatori regolari che credono nella nostra causa e sostengono i nostri progetti. Il loro aiuto è prezioso perché ci permette di pianificare in anticipo i nostri interventi e, quindi, di proseguire il nostro impegno con le popolazioni del Sud del mondo. Se anche tu vuoi entrare a far parte di questo gruppo speciale di donatori compila subito il modulo RID allegato e invialo agli uffici di COOPI. Grazie a tutti!


COOPINEWS / dall’italia di Chiara Zaru Ufficio Stampa COOPI

Bags for Africa terza edizione: raccolti 22.000 euro! Secondo la gran parte degli osservatori, l’emancipazione femminile in Africa è considerata una delle basi da cui partire per innescare il processo di sviluppo di un Paese. Purtroppo, in molto posti, come la Sierra Leone, le donne subiscono ancora l’influenza del diritto consuetudinario secondo il quale nessuna donna, ad esempio, può detenere i diritti della terra che coltiva. COOPI lavora da tempo affinché le comunità locali riconoscano il ruolo fondamentale della donna. Grazie ai 22.000 euro raccolti con Bags for Africa, sarà possibile continuare i corsi di formazione per donne leader, mirati a rafforzare le loro capacità di leadership. Anche gli uomini potranno beneficiare dei fondi raccolti. Per loro saranno organizzati dei percorsi di formazioni tesi a far loro rispettare i diritti delle donne. Infine, verrà organizzata una campagna di advocacy a livello comunitario. Erano dunque molto motivate le 400 persone presenti in Triennale mercoledì 14 novembre. Non solo perché la loro offerta sarebbe andata a favorire concretamente lo sviluppo socio economico delle donne della Sierra Leone, ma anche perché a fine serata si sarebbero portate a casa veri e propri pezzi unici, progettati esclusivamente per Bags for Africa. 45 lotti che sono stati aggiudicati facilmente vista la loro originalità. Alcune borse più di altre sono state contese: Alberta Ferretti, Balenciaga, Gucci e Salvatore Ferragamo. La serata è stata animata inoltre da diverse persone che hanno contribuito a rendere l'evento ancora più speciale. Oltre alle case di moda, erano presenti anche la vice Presidente di Camera della Moda, Giovanna Gentile Ferragamo, il conduttore televisivo Enzo Miccio che in più di un’occasione è riuscito a far salire il prezzo della borsa dopo aver convinto le signore che quello sarebbe stato “un pezzo adatto sia per il giorno che per la sera”. Incantevole la regia della direttrice di Christie’s Italia, Clarice Pecori Giraldi, mentre fondamentale è stato nella promozione dell’evento il supporto di Vanity Fair, rappresentato quella sera da Paola Saltari. Bags for Africa cresce visibilmente anno dopo anno. Un valido indicatore di questa tendenza è l’accresciuto numero dei partner che quest’anno hanno deciso di sostenere l’evento. Uno di questi è sicuramente lo IED (Istituto Europeo di Design) che

ha partecipato con un concorso dedicato ai giovani stilisti. 7 di loro, diplomati al master Fashion Design, hanno realizzato una borsa battuta insieme a quelle dei “big”. La vincitrice è stata Martina Maggiorelli per la borsa prodotta con più criteri di “artigianalità” e “sostenibilità”. La sua pochette è stata infatti realizzata con scarti di tessuto ridotti a strisce e lavorati a telaio. PARTNER DELL’INIZIATIVA: Camera Nazionale della Moda Italiana, Christie’s Italia, Istituto Europeo di Design, Morino Studio, Vanity Fair AZIENDE CHE HANNO ADERITO: Agatha Ruiz de la Prada, Alberta Ferretti, Alcantara, Alviero Martini 1a Classe, Anteprima, Antonio Marras, Araldi 1930, Balenciaga, Brunello Cucinelli, Carta e Costura, Cividini, CoSTUME NATIONAL, Cristiano Burani, Daniela Gerini, Daniela Gregis, Eduardo Wongvalle, V°73 by Elisabetta Armellin, Ermanno Scervino, Fratelli Rossetti, GABS, Giuliana Teso, Giuseppe Zanotti Design, Gucci, John Richmond, Marella Ferrera, Martino Midali, Moschino, Philipp Plein, Raffaella Curiel, Renato Balestra, Rodo, Salvatore Ferragamo, Stefanel, Tod's, Trussardi, Valentino Orlandi, Viktor & Rolf, Vivienne Westwood. DESIGNER IED MODA: Banya Kim, Caroline Donaldson, Elisa Bonizzoni, Giulia Ceragioli, Martina Maggiorelli, Sandra Ilmer e Francesco Fantini, Tecla Frigerio.

Alla Triennale di Milano, Mercoledì 14 novembre ha avuto luogo la terza edizione di Bags for Africa, l’asta evento organizzata da COOPI per raccogliere fondi in favore del progetto “D come sviluppo, il futuro della Sierra Leone è donna”.

GRAZIE A: IDMC, VISCONTI BANQUETING, LIMONI, ICMA, GREY18, STRAF Hotel&bar, Studio legale Michela Cocchi. Un grazie speciale a: Alfonso Granieri e Angela Sicolo, per il progetto Combo for Africa.

Ph. Margherita Dametti, Davide Montenovi

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COOPINEWS / dall’italia di Isabella Samà

Quest’anno “io non me ne frego” si è volto al plurale: su 6 piazze italiane è diventato “noi non ce ne freghiamo”. Sì, perché quest’anno la campagna istituzionale di COOPI ha introdotto un’importante novità: ha incluso nella sua battaglia civile tutte le realtà che non se ne fregano, da quelle sociali a quelle sportive, da quelle culturali a quelle commerciali. Tutti hanno fatto la loro parte per arricchire una due giorni di manifestazioni, promossa dai nostri gruppi locali e dedicata alla lotta contro la povertà e la disuguaglianza, che colpiscono in forme acute le popolazioni più vulnerabili del mondo.

Uganda 2012. Ph. Vicenza Lofino

Noi non ce ne freghiamo

Le iniziative più belle

Tra le iniziative organizzate dai nostri volontari, mi piace ricordare: il coinvolgimento della comunità senegalese del Pigneto, a Roma, sfrattata delle case in cui vive da venti anni, che ha suonato insieme ai componenti dell’Orchestra di Piazza Vittorio in apertura del tour “Io non me ne frego” a giugno, intervallati dalla lettura di testi e poesie sull’Africa di Teodoro Ndjock Ngana dell’associazione Kel’Lam; le tavole rotonde dedicate alla campagna “Sulla fame non si specula”, riguardanti le speculazioni finanziarie e la crisi alimentare, a cui hanno partecipato giornalisti e accademici e che a Trento ha visto la proiezione di corti cinematografici, tratti da “Tutti nello stesso piatto, Festival Internazionale di Cinema Cibo & VideoDiversità”; l’organizzazione a Milano di due workshop gratuiti, uno relativo alla carriera di cooperante internazionale e l’altro relativo alla professione di fotoreporter “umanitario”, a conclusione del tour.

Oltre 500 i perché

Ed ogni anno è una sorpresa il numero di persone che si sentono coinvolte, che prendono la parola scrivendo il loro “perché” non se ne fregano, che ringraziano perché si trova un momento pubblico per rivendicare l’importanza di sapere cosa succede nel mondo e che ribadiscono il senso di solidarietà senza frontiere. A tale proposito è stato molto bello leggere gli oltre 500 “perché” registrati per il concorso “Il perché più bello”: alcuni sottolineavano la consapevolezza di far parte di un destino comune, altri esprimevano rabbia per i potenti che se ne fregano, altri ancora riconducevano la felicità ad una questione di diritto, altri ancora invocavano la possibilità di produrre un cambiamento nel mondo.

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I vincitori del concorso coopi

A vincere l’iniziativa, sono stati: al primo posto, “io non me ne frego perché tu sei me” (Riccardo Baldinotti); al secondo posto, “io non me ne frego o il futuro mi fregherà” (Lorenza Cervara); al terzo posto, “io non me ne frego perché questa è casa nostra. E se una parete cede, presto anche il resto crollerà” (Giorgia Campilani). Il primo classificato ha vinto la stampa di 100 magliette “Io non me ne frego”, di cui 10 gli verranno regalate; il secondo, il kit composto da 1 maglietta, 1 braccialetto, 1 pallone gonfiabile e 1 mousepad “Io non me ne frego”; il terzo la maglietta “Io non me ne frego”.

Un supporto speciale

A decretare i vincitori è stata l’attrice Laura Marinoni, che ha scoperto COOPI grazie ad un’amica (Giulia Calligaro, vedi pag. 16) andata in Bolivia sui progetti di difesa dei diritti umani. “Ho capito subito che volevo esserci”. Detto, fatto. Ha conosciuto COOPI e ne è diventata testimonial, mentre progetta di andare in missione sul campo per dare un contributo concreto alla causa, magari tenendo un laboratorio di teatro. Tra chi ci sostiene anche con continuità e simpatia, non possiamo dimenticare Michael Miley, batterista del gruppo metal, “Rival sons”, che esibisce spesso la maglietta “Io non me ne frego” ai suoi concerti in giro per il mondo.


Milano (Fiera Milano Rho)

Giugno 2012, INMNF all'Heineken jammin Festival e al Gods of Metal.

Roma (Pigneto)

15-16 giugno prima tappa del tour IO NON ME NE FREGO 2012. Tante le attivitĂ organizzate tra cui aperitivi solidali, flashmob, letture di poesie sull'Africa e spettacolo della comunitĂ senegalese del Pigneto e di alcuni componenti dell'Orchestra di Piazza Vittorio.

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