Quaderni del Cimarosa 1 2015

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ANTONIO CAROCCIA

Le pagine degli spettacoli di questi giorni saranno dedicati, perlopiù, alla citata Cavalleria Rusticana.

Anche Giuseppe Martucci, a qualche anno dalla morte, volle cimentarsi in esecuzioni mozartiane; come testimoniano il concerto al teatro Politeama del 26 maggio 1907 e la relativa recensione del 27-28 maggio. Una recensione piuttosto lunga rispetto alle precedenti e questa volta non più anonima ma firmata da Riccardo Forster. È fin da una prima lettura, possiamo notare come non manchino certo spunti e suggestioni degni nota, i quali non si limitano solo ad un mero elenco, ma piuttosto offrono e forniscono al lettore una preziosa e rara perla di critica pre-crociana. L¶ultimo dei quattro concerti di quest¶anno s¶è chiuso con una grande ovazione al maestro Martucci. Egli merita le lodi più serene e meno consuete e facili per quel tanto di superiore vita musicale che gli è riuscito di suscitare in Napoli. Le condizioni non sono fra noi delle più felici e manca quella sicura e disciplinata organizzazione orchestrale, per la cui prontezza il numero delle prove può essere assai esiguo. A Napoli, per concerti di musica vasta e alta, come quelli che informa i programmi del Martucci, è necessario che le prove possano essere abbastanza frequenti. Anche in tal riguardo l¶opera del Martucci è stata animatrice e proficua; ma egli certo non si dissimula che molto c¶è ancora da fare in tale ordine di necessità perché l¶orchestra napoletana diventi, ciò che tutti desideriamo, l¶orchestra sua.

La recensione poi continua facendo riferimento alla mancanza di prove orchestrali, quasi a voler scagionare da eventuali negligenze il direttore, sull¶accoglienza del pubblico e infine inizia l¶analisi dei brani, fino a quanto Forster annota sul brano mozartiano: Con brio, con lesta accentuazione delle sue limpide giocondità e naturalezze geniali è stata eseguita l¶ouverture di Così fan tutte del Mozart. Per concludere poi: Il maestro Martucci dalla immensa folla plaudente è stato evocato parecchie volte alla ribalta. Un saluto, nel quale sono incluse per l¶avvenire le più belle e fiduciose speranze.

Ben altro impatto ebbe l¶orchestra del San Carlo degli anni µ30 diretta da Franco Capuana, in modo particolare mi riferisco alla fortunata serie dei concerti autunnali del 1931, in cui più volte furono eseguite composizioni mozartiane. Proprio in occasione di questi concerti iniziava a farsi strada uno dei più promettenti e astri della critica musicale napoletana: Alfredo Parente, che allora ventiseienne firmava i suoi primi articoli con la sigla a.p. Ecco cosa scriveva il 13 ottobre del 1931, in occasione del terzo concerto dell¶orchestra napoletana: Quello di domenica è stato senza dubbio il più riuscito dei tre concerti orchestrali. La folla accorsa al San Carlo per questo terzo concerto sinfonico (folla vera e propria e tanta da costringere i benemeriti organizzatori della Federazione Fascista ad aggiungere numerose poltrone) dimostrò all¶orchestra stabile san carliana ed al suo direttore, maestro Franco Capuana, reduci dalla significativa vittoria romana, il compiacimento più schietto per i risultati raggiunti. La recensione poi prosegue nella compiacenza e retorica usuale del tempo, ma appena dopo queste prime battute, Parente cambia registro e offre al lettore un¶analisi dettagliata, con un forte spirito creativo, comunicativo ed espressivo, in cui con grande competenza e dovizia di particolari annota i pregi e i difetti dell¶esecuzione, dispensando perfino utili consigli, senza ri53


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