Confini11

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SCENARI

RINASCIMENTO

Se la storia non è maestra di vita per i posteri non serve a molto, così come i posteri servono a poco se non sanno trarre dalla storia ogni lezione utile a non perpetuare catastrofici errori ed a trarne utili spunti per orientare il presente. La storia italiana è oltemodo ricca di ammonimenti e di spunti, tanto numerosi quanto le vestigia del suo plurimillenario passato. Dal Rinascimento, ad esempio, si può attingere a piene mani. Rappresentò il felice incontro tra politica e cultura, tra principi e artisti, tra governanti e scienziati, tra signori e architetti, tra il potere e il bello. Un incontro tanto fecondo da costellare la penisola di opere superbe e di sublimi capolavori. Un incontro che ha reso l'Italia ancora più unica, bella, preziosa e appetibile per visitatori che provengono, ormai da secoli, da ogni angolo del mondo per nutrirsi di bellezza, di arte, di cultura. Questo incontro fu reso possibile dalla lungimiranza dei governanti, dal loro amore per il bello, dalla curiosità per il nuovo, dalla sensibilità per il talento, dall'orgoglio di migliorare i regni, dal desiderio di essere ricordati, dallo spirito di competizione e di emulazione tra le corti. In altre parole da un humus culturale che ha dato frutti durevoli e fecondi, soprattutto per le successive generazioni che hanno ereditato un patrimonio che fa invidia al modo. E' su questa lezione della storia che dovrebbero riflettere i politici, i governanti, le élites italiane. Abbiamo una politica grigia che non si nutre di bellezza, né di arte o di cultura, salvo rarissime eccezioni, che non si arricchisce di scienza e conoscenza, che non valorizza i talenti e poco li considera. Anche per questo i cervelli scappano, non si sentono accolti, apprezzati, coltivati, non c'è nulla a impedire che emigrino in paesi più accoglienti. E così vanno, raminghi ed esuli, a cercare miglior fortuna lontano da una patria avida, meschina, maligna. Ma non solo non si valorizzano i talenti, la stessa sorte tocca ai beni culturali, lambiti spesso solo da una colpevole incuria. Eppure la vera ricchezza nazionale, la inimitabile materia prima è costituita dagli immensi giacimenti ambientali, paesaggistici e culturali, ma pochi se ne curano davvero e le risorse sono sempre scarse e spesso mal impiegate. Basterebbe guardarsi intorno, prendere a modello altri paesi come la Francia, ad esempio, dove la prima cosa che noti è la diffusa cultura del territorio per cui ogni borgo, ogni appezzamento, ogni traccia del passato, ogni bellezza naturale è reso accogliente, lindo, gradevole, fruibile. La seconda è il coraggio delle scelte, la capacità di innovare, di valorizzare anche contaminando e di


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