Trentino Industriale Agosto - Settembre 2023

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Nuovi paradigmi per una società inclusiva e sostenibile

Con ndustria Trento si prepara a lanciare le proposte per il futuro del Trentino

ENERGIA E SERVIZI PER L’AMBIENTE

Canteri: “Energia e ambiente una cosa sola”

SFIDE 5.0

SPECIALE VAL DI FIEMME

Felicetti: “La forza dell’intraprendenza”

ASSOCIAZIONE

Legalità: Con ndustria Trento sigla il protocollo

AGOSTO SETTEMBRE 2023

ANNO 64 · N°04
Il futuro degli impianti, per noi è già il presente. Sostenibilità. Innovazione. Centrali produzione e trasformazione energia Impiantistica industriale Co-trigenerazione Vapore ed olio diatermico Teleriscaldamento Food & Beverage Terziario ed alberghiero Viale Venezia, 96 - 38056 Levico Terme (TN) Tel. +39 0461 707084 - Fax +39 0461 701745 HOLLÄNDER IDROTERMICA Pohl Franco S.r.l. info@hollander.it www.hollander.it
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Gusto Trentino
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34 Il nettare degli dei 37 L’acqua, ricchezza di un territorio 40 Verso un uso intelligente della materia

44 Legge 6: presentati i nuovi criteri 45 Legalità: Confindustria Trento sigla il protocollo 47 #WelfareTrentino: nuovi ingressi

sommario 03 rubriche 10 copertina 16 speciale energia 26 speciale territorio 34 aziende 44 education 58 associazione 60 internazionalizzazione editoriale
Agire con chiarezza di idee e determinazione il punto
La sfida delle sfide: la competenza copertina
Sei grandi sfide trasformative per il Trentino speciale energia 16 Energia e ambiente sono una cosa sola 18 Mentalità pubblica, efficienza privata 20 Quando dagli scarti nascono nuovi business 23 L’azienda che dà ossigeno all’indoor speciale territorio 26 La forza dell’intraprendenza 28 La ricetta per la vera sostenibilità 31 Energie a servizio della comunità aziende
7
9
10
associazione
education
internazionalizzazione
49 L’innovazione trentina protagonista a Rimini 51 Ipsp 2023: vince il team Elixe 54 Nuove professioni dalle scienze umane 56 Sviluppare le soft skills con il gioco
58 5.0: Youth in action!
60 Trasferte e distacchi in Europa 63 Quando l’export è il proprio dna

Direttore Responsabile

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Agire con chiarezza di idee e determinazione

Leggere i segni del presente è difficile.

C’è una narrazione che ricorre al motivo dell’emergenzialismo. Ha facile presa sugli spiriti impazienti, sugli animi indolenti, che cercano risposte facili e veloci. Ma purtroppo non esistono risposte facili a situazioni e domande complesse. Anzi, mi permetto di dire che le risposte facili, banali, superficiali sono spesso elemento strumentale per non farci riflettere ed approfondire le tante emergenze e la velocità con la quale queste emergenze si susseguono.

Ce n’è un’altra, che riconosce la complessità dei problemi e delle soluzioni, che interroga gli eventi per ricostruirne la trama e i percorsi, per riconoscere le tracce di una tendenza, per risalire alle cause e prevederne gli effetti. È fatta per chi accetta di fare fatica, di studiare, di impegnarsi, finanche di mettersi in discussione, per tentare di spostare la curva di un andamento e di condizionare – in meglio, ça va sans dire – gli esiti.

Per capirci: un conto è dire “Vaia”, un conto è parlare di cambiamento climatico. Il riscaldamento globale, i mutamenti geopolitici, i grandi flussi migratori, il progresso tecnologico, sono moti profondi che si manifestano, nelle cronache quotidiane, sotto forma di episodi, di eventualità, di occorrenze, ma che meritano la fatica di una considerazione globale ed una comprensione maggiormente profonda.

Di fronte ad essi, siamo chiamati a reagire con chiarezza di idee e determinazione. È per questo motivo che da un paio d’anni, come Associazione, abbiamo avviato un percorso specifico per analizzare e conoscere il contesto, con l’obiettivo di ragionare sul futuro del Trentino a partire dai fenomeni con i quali, al pari del resto del mondo, ma con le sue specificità, deve fare i conti. Con il progetto “Duemilatrentino – Futuro Presente” ci siamo occupati di quelle che riteniamo le principali sfide che il Trentino deve affrontare: ne parliamo nelle pagine che seguono, anticipando l’analisi degli scenari che andremo a presentare in occasione dell’Assemblea del prossimo settembre. Si tratta della globalizzazione, che sta trasformando le catene del valore e che ci porta ad operare in un contesto di competizione internazionale crescente; degli effetti del cambiamento climatico, che comportano conseguenze anche sulle attività economiche: molto significativo il Rapporto della Banca d’Italia che quest’anno oltre ad avere la consueta fotografia dell’andamento del credito ha messo al centro la sostenibilità ed il futuro accesso da parte delle nostre imprese direttamente connesso alla sostenibilità, dell'impressionante accelerazione imposta da un nuovo step della rivoluzione tecnologica in atto; della transizione demografica, con il calo della natalità e l’invecchiamento della popolazione; del rapporto con il tempo del lavoro, della famiglia, dell’”otium”, con il denaro, con i desideri e con le ambizioni personali; della povertà crescente e delle giuste pretese di un livello di vita dignitoso.

In risposta a questi fenomeni, il 18 settembre presenteremo alla comunità e alla classe dirigente quelle che riteniamo azioni prioritarie, affidandole a chi si candiderà a governare il Trentino per i prossimi cinque anni. Offrendo, come sempre, il nostro aiuto.

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 editoriale 07

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La sfida delle sfide: la competenza

Facendo la conta dei fenomeni globali di fronte ai quali il nostro territorio è chiamato a trovare una risposta trentina, ci siamo resi conto che c’è un aspetto trasversale, che è di per sé la soluzione di tutti i problemi: la “competenza”. Appare chiaro che la competenza non si improvvisa: perché implica lo studio del contesto e del metodo. Non vi è modo di affrontare alcun tipo di problema, piccolo o grande che sia, se non attraverso la competenza. Perché solo attraverso essa si è in grado di immaginare strategie inedite per fare fronte ai molteplici problemi che i molti fenomeni globali ci pongono e per i quali anche il nostro territorio è chiamato a rispondere. Basti pensare alla transizione demografica, ai nuovi stili di vita e di lavoro, alla prova dell’inclusione sociale ed economica, agli effetti del cambiamento climatico, e alle possibilità e criticità connesse all’avanzamento tecnologico.

Occorre governare questi processi, farli nostri, migliorarli attraverso il sistema valoriale che caratterizza ancora il nostro territorio. Ma questa tradizione valoriale si deve aprire alle nuove tecnologie, ai nuovi modi di affrontare i problemi, all’innovazione. Per fare questo occorrono donne e uomini preparati e competenti.

Ecco il motivo per cui alle sei sfide trasformative che abbiamo identificato nel corso del lavoro condotto nell’ambito del progetto Duemilatrentino, abbiamo aggiunto dunque quella, ulteriore e necessaria, della formazione.

Quest’ultima sfida ci coinvolge tutti, a tutte le età, in qualsiasi contesto e settore. Ed è una sfida avvincente perché ognuno di noi può decidere di mettersi in gioco e crescere.

Ecco perché, come Confindustria Trento, ci stanno così a cuore la costruzione e il consolidamento delle “competenze per il futuro”, anche attraverso il ripensamento e l’adattamento del sistema formativo, la conseguente necessità di orientare gli studenti e le loro famiglie sull’evoluzione delle competenze richieste dal mercato del lavoro.

Ci concentriamo molto, moltissimo, sulla scuola e sul ruolo dell’impresa come luogo formativo di eccellenza per i giovani, evidenziando l’opportunità di una maggiore presenza del sistema imprenditoriale e associativo nei percorsi formativi e informativi di superiori e università.

Questo il tema fondamentale del nostro Position Paper, che anticipiamo in questo numero di Trentino Industriale, ma che presenteremo alla nostra Assemblea di settembre.

Ma non manchiamo di ricordare che il sistema formativo dovrebbe contribuire stabilmente a fornire gli strumenti per un apprendimento continuo ormai richiesto in tutto l’arco della vita, rendendo la scuola un “hub” per la conoscenza diffusa, aperto non solo ai giovani con un’offerta dedicata e specialistica, ma anche ai lavoratori per attività di reskilling e upskilling.

La formazione significa ricchezza non solo per il singolo ma per tutto il Sistema. Tutti dovremmo quindi avere la possibilità di accedere ad una formazione continua capace di creare competenza, tanto più la classe dirigente. Abbiamo bisogno di decisori preparati, per inverare il sogno di una Società Trentino 5.0.

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 il punto 09

Sei grandi sfide per il Trentino

Dalla globalizzazione, al cambiamento climatico, dalle nuove tecnologie ai nuovi stili di vita e di lavoro, dall’invecchiamento demografico all’inclusione sociale ed economica.

18 settembre, in occasione dell’Assemblea annuale dell’Associazione, Confindustria Trento lancerà una serie di proposte pensate per realizzare, in Trentino, il modello di “Società 5.0”. Le iniziative, elaborate a seguito di uno studio di tre anni, per il quale l’Associazione è stata supportata dal think tank The European House - Ambrosetti

e sostenuta da Sparkasse, sono connesse alle grandi sfide trasformative per il Trentino, per ciascuna delle quali sono stati enucleati specifici ambiti di focalizzazione che rappresentano le questioni chiave su cui il Trentino deve concentrare la propria attenzione nei prossimi anni.

Ma quali sono, le sfide associate al paradigma della “Società 5.0”? Si tratta dei fenomeni legati alla nuova globalizzazione, al cambiamento climatico, a disruption e convergenza tecnologica, ai nuovi stili di vita e di lavoro, all’invecchiamento demografico, all’inclusione sociale ed economica. A queste aree si aggiunge inoltre l’ambito trasversale legato alle competenze

INVECCHIAMENTO DEMOGRAFICO

INCLUSIONE SOCIALE ED ECONOMICA

6 grandi sfide trasformative per il trentino

10 TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 copertina copertina
IL NUOVI STILI DI VITA E DI LAVORO NUOVA GLOBALIZZAZIONE
FORMAZIONE
DISRUPTION E CONVERGENZA TECNOLOGICA CAMBIAMENTO CLIMATICO

del futuro, alla nuova formazione e all’attività di orientamento di studenti e famiglie. Vediamo, di comprendere meglio quali sono i contorni delle grandi sfide trasformative per il Trentino.

Nuova globalizzazione

La ridefinizione degli equilibri globali e delle catene globali del valore determinano nuove opportunità e priorità di posizionamento per i sistemi economici e produttivi nei mercati internazionali.

La grande sfida che si presenta oggi per il Trentino in relazione al quadro geopolitico globale è rappresentata dalla necessità di promuovere la comprensione dei nuovi scenari e di adattare l’organizzazione e i modelli territoriali e aziendali. Ne possono essere un esempio le nuove dinamiche legate al “friendshoring”, che consiste nell’espandere la collaborazione tra aziende amiche, condividendo risorse, informazioni e competenze, al fine di aumentare l’efficienza, ridurre i costi e migliorare la resilienza delle catene di approvvigionamento. Questa tendenza mira a creare relazioni a lungo termine basate sulla fiducia reciproca, promuovendo la stabilità e la flessibilità nell’ambiente aziendale globale.

Con riferimento al posizionamento provinciale nelle catene globali del valore, le esportazioni del Trentino si concentrano soprattutto nei mercati di prossimità, ovvero Europa e Stati Uniti. È invece ancora contenuto il tasso di penetrazione delle esportazioni trentine in mercati ad alta crescita, come Turchia, Cina, ASEAN, India, Brasile, Arabia Saudita, Marocco ed Emirati Arabi Uniti.

Alla luce della necessità di ampliare il perimetro dei mercati internazionali di destinazione per le produzioni provinciali, emergono alcune opportunità connesse a nuove forme di commercializzazione ed esportazione di beni e servizi. Nello specifico, l’export digitale, inteso come vendite sul canale online a clienti stranieri, si caratterizza per essere una leva strategica

di proiezione internazionale delle produzioni italiane. Tali opportunità sono tanto più rilevanti in un contesto di forte crescita dell’e-commerce. La diffusione limitata dell’e-commerce nel sistema imprenditoriale trentino deve essere sfruttata come leva per rafforzare le vendite a clienti stranieri tramite il canale digitale.

Cambiamento climatico

Anche in Trentino hanno iniziato a manifestarsi gli effetti del riscaldamento globale: le calamità naturali comportano conseguenze sulle attività economiche, a iniziare dall’agricoltura e dal turismo. Il cambiamento climatico comporta la definizione e l’attuazione di strategie di contrasto e adattamento agli impatti delle dinamiche climatiche attraverso azioni integrate per la transizione energetica e la sostenibilità. In materia di decarbonizzazione dei propri sistemi economici, il Trentino registra ad oggi un buon posizionamento, favorito dall’ampia dotazione di fonti energetiche rinnovabili. La provincia di Trento è infatti il quarto territorio italiano per produzione da fonti rinnovabili sul totale dei consumi. Allo stesso tempo, il territorio risente di un’evidente dipendenza dall’idroelettrico, che garantisce il 94% della generazione elettrica provinciale. Se si esamina la produzione da fonti energetiche rinnovabili al netto dell’idroelettrico a confronto con gli altri territori italiani, il Trentino passa dal quarto al terzultimo posto. Da questo scenario emerge la necessità per il Trentino di sviluppare ulteriormente anche le altre fonti energetiche rinnovabili. La transizione sostenibile del territorio deve interessare anche la valorizzazione dei paradigmi di economia circolare, la tutela delle risorse naturali e la promozione di modelli di trasporto sostenibile.

Disruption e convergenza tecnologica

La disponibilità di competenze allineate al nuovo scenario di mercato è un tema che interessa il sistema produttivo nazionale: circa tre imprese italiane su cinque dichiarano di riscontrare difficoltà di reperimento nel corso della ricerca

11 TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 copertina

di personale da assumere. Queste difficoltà si presentano soprattutto per competenze e mansioni specifiche e per mansioni manuali e tecniche. Anche il Trentino evidenzia una carenza di competenze della forza lavoro, in media, di 2,1 punti percentuali in più rispetto al Nord-Est. In 13 settori di attività sui 14 esaminati, lo skill mismatch in Trentino è superiore rispetto ai livelli medi del sistema-Paese. Nel nostro territorio si riscontra in generale un’accentuata carenza di lavoratori: la quota di lavoratori di difficile reperimento supera di 7,4 punti percentuali la media nazionale. In termini di competenze specifiche, le difficoltà di reperimento sono maggiormente avvertite nell’istruzione tecnica superiore. Un ulteriore punto di attenzione riguarda il reperimento di competenze specialistiche a carattere scientifico, che risulta particolarmente critico rispetto ad altri territori italiani. È infatti molto ridotta la quota di laureati in discipline STEM. Una delle sei sfide chiave che i decisori della comunità politica e imprenditoriale del Trentino dovranno affrontare è dunque rappresentata dalla disruption e dalla convergenza tecnologica. Per gestire questa sfida nell’ottica di una “Società 5.0”, gli ambiti di focalizzazione delle aziende trentine sono tre: l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori; la promozione dell’applicazione di nuove tecnologie ad alto potenziale di sviluppo (come ad esempio intelligenza artificiale e realtà virtuale), la progressiva conversione delle produzioni industriali nei settori in cui la trasformazione è già in atto.

Nuovi stili di vita e di lavoro .

Negli ultimi anni, il mondo del lavoro è stato protagonista di mutamenti profondi e rapide evoluzioni. Il periodo pandemico e post-pandemico hanno accelerato fortemente le tendenze già in atto: tra i principali aspetti meritevoli d’attenzione da parte dei lavoratori italiani nella scelta del proprio lavoro la conciliazione dei tempi vita-lavoro è diventata ormai prioritaria, ancor più del riconoscimento economico.

Nasce da ciò l’esigenza per le aziende di offrire sempre maggiori occasioni di lavoro di qualità, quale mezzo necessario per accrescere e consolidare la propria competitività. Il welfare ha assunto negli ultimi anni un ruolo trainante nella recente trasformazione del mondo del lavoro, andando a cogliere le aspettative dei lavoratori sempre più attenti a misure di flessibilità lavorativa, esigenze di sicurezza e benessere personale.

La capacità delle imprese di essere attrattive deve, da un lato, conciliare sempre più i bisogni e le priorità valoriali dei candidati e, dall’altro, affrontare le difficoltà di reperimento della forza lavoro. Le aziende devono attuare mirate strategie di talent attraction, specialmente per farsi scegliere dalle nuove generazioni. Per i giovani, nella scelta del posto di lavoro assumono un ruolo fondamentale aspetti quali l’employer branding, la corporate reputation, la sostenibilità, diversity & inclusion, parità di genere, purpose, engagement. Risulta inoltre sempre più importante la retention, ovvero la capacità di trattenere in azienda i propri dipendenti. A tal fine, si deve: creare ambienti di lavoro stimolanti, inclusivi e gratificanti; garantire un’adeguata formazione e aggiornamento delle competenze professionali; fornire opportunità di carriera; favorire un clima lavorativo positivo e una cultura organizzativa capace di valorizzare i contributi del singolo individuo.

Invecchiamento demografico

La gestione delle dinamiche demografiche rappresenta un’esigenza fondamentale per i territori alla luce dei suoi potenziali impatti: sul mondo del lavoro (in termini di diminuzione della base lavorativa a disposizione), sul sistema di welfare (in termini di nuovi bisogni di assistenza e cura, e quindi anche nuove spese e necessità di evoluzione dei servizi), ma anche sul sistema sociale nel suo complesso, chiamato ad affrontare una forte evoluzione all’interno della propria struttura, con sempre meno giovani, nuclei famigliari più atomizzati e crescenti esi -

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genze di inclusione della popolazione straniera. Dal punto di vista demografico, la principale dinamica è certamente quella connessa al progressivo invecchiamento della popolazione. Come evidenziato nel Capitolo precedente, negli ultimi vent’anni la Provincia autonoma di Trento ha registrato un peggioramento nei principali indicatori demografici, come il tasso di dipendenza, il tasso di dipendenza degli anziani e il tasso di vecchiaia. In termini di quota di popolazione attiva, tali dinamiche si sono tradotte in una diminuzione di 3,5 punti percentuali, arrivando al 63,2%. Inoltre, secondo il modello di proiezione demografica elaborato dall’Istituto di Statistica della Provincia autonoma di Trento, entro il 2050 la popolazione al di sotto dei vent’anni potrebbe ridursi dell’8,2% rispetto ai livelli del 2023, a fronte di un incremento del 30,4% della popolazione over 64 anni.

Inclusione sociale ed economica

Analizzando il patrimonio sociale del Trentino, vi sono due ambiti principali di criticità, legati alla dimensione dell’abitare e all’integrazione degli stranieri. Da un lato, in Trentino gli immigrati regolari residenti incidono per l’8,9% sulla popolazione residente, rispetto al 10,6% dell’Al -

to Adige e in linea con l’8,2% medio nazionale. Tuttavia, si riscontra una diffusa difficoltà per gli stranieri a trovare alloggi e ad integrarsi nei servizi alla persona. Dall’altro, se si esamina il fenomeno die migranti, in Trentino-Alto Adige si contano 1.788 immigrati, per l’88% ospitati in centri di accoglienza. Sul territorio provinciale, essi si concentrano principalmente nel comune capoluogo: le valli sono di fatto escluse dai percorsi di accoglienza. Proprio le valli potrebbero invece beneficiare dell’attuazione di programmi di accoglienza e formazione per neoresidenti extracomunitari, anche in considerazione dei problemi nel reperire manodopera. Uno dei temi chiave connessi all’inclusione sociale ed economica è connesso all’inclusione della popolazione femminile all’interno del sistema sociale ed economico del territorio: in Trentino al 2022 il gap nel tasso di occupazione nella fascia 15-64 anni tra uomini e donne è pari a 12 punti percentuali. Rispetto al periodo pre-pandemico, tale divario si è ridotto solo di 0,7 punti percentuali.

Inoltre, l’occupazione femminile si caratterizza per essere particolarmente esposta a un rischio di disparità salariale, soprattutto per quanto riguarda la fascia di età più avanzata e in oc -

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cupazioni di basso livello. Il fenomeno delle nuove povertà e di forme di disagio e difficoltà dei nuclei familiari è in crescita. Nonostante il tasso di povertà relativa familiare sia tra i più bassi d’Italia (5,5%), un dato che induce alla riflessione è offerto dalla crescita del numero di persone in stato di bisogno incontrate dalla Chiesa di Trento, raddoppiato tra il 2017 e il 2021 attraverso l’attività dei Centri di Ascolto Caritas presenti sul territorio diocesano.

Nuove competenze, sistema formativo e attività di orientamento

Trasversalmente a queste sei direttrici di trasformazione per il Trentino e le sue imprese, vi è un’ulteriore sfida collegata alla costruzione delle “competenze per il futuro”, al ripensamento e adattamento del sistema formativo e alla conseguente necessità di orientare gli studenti (e le rispettive famiglie) sull’evoluzione delle competenze richieste dal mercato del lavoro. Infatti, come già emerso in relazione al fenomeno di skill mismatch in Trentino, oltre alla definizione di politiche attive nel mondo del lavoro (principalmente per le occupazioni di base), è

necessario rafforzare i corsi di formazione professionalizzante e definire nuove modalità di confronto tra domanda e offerta.

È inoltre utile favorire una maggiore presenza del sistema imprenditoriale e associativo nei percorsi formativi e informativi di scuole superiori e università, per fare comprendere agli studenti quali sono le competenze richieste dal mercato del lavoro e le opportunità di carriera in determinati settori economici. Questo agevolerebbe non solo la capacità di orientare i giovani alle nuove professioni, ma valorizzerebbe lo strumento dell’alternanza scuola-lavoro finalizzato all’inserimento in azienda.

In parallelo, il sistema formativo dovrebbe introdurre corsi finalizzati a costruire le competenze “soft” che sono sempre più richieste nelle nuove professioni (problem solving, lavoro di squadra, capacità di imparare dalle proprie esperienze, errori e insuccessi – la cosiddetta “learning agility”), rendendo la scuola un “hub” per la conoscenza diffusa, aperto non solo ai giovani con un’offerta didattica personalizzata e specialistica, ma anche ai lavoratori per attività di reskilling e upskilling.

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Energia e ambiente sono una cosa sola

Canteri, il tema dell’energia è molto vivo nel dibattito pubblico. Concorda sull’esigenza di creare ampie riflessioni su questo argomento?

Le sfide poste dalla transizione sostenibile ci mettono di fronte sicuramente a responsabilità nuove, è innegabile. Per fare questo però risulta necessario partire da un presupposto imprescindibile: quando oggi si parla di energia, necessariamente bisogna essere consapevoli che si sta parlando di ambiente. Potrebbe sembrare scontato, ma non sempre è stato così. Da questo principio le aziende della nostra Sezione cercano costantemente di affinare sempre di più questo stretto rapporto, sfida fondamenta intorno alla quale progettare il nostro futuro.

Partendo dunque da questa visione che attività state portando avanti come Sezione Energia e Servizi per l’Ambiente?

Scendendo nella dimensione pragmatica delle cose, le azioni che stiamo mettendo in campo sono diverse. Anche in continuità con il position paper presentato dall’Associazione dedicato alla “Transizione Sostenibile”, abbiamo ad esempio organizzato due momenti di confronto tra aziende.

Il primo ha trattato la nuova direttiva europea che renderà obbligatorio a sempre più imprese la realizzazione di rendicontazioni non finanziare e, dunque, di realizzare azioni orientate alla sostenibilità (in tutte e tre le sue dimensioni).

Il secondo invece, di natura molto più tecnica, ha analizzato con minuzia le opportunità che potrebbero derivare dagli investimenti sostenibili, grazie all’intervento di Ambienta Sgr, e le potenzialità dell’idrogeno in termini di produzione di energia e quindi di innovazione dei processi industriali. Un evento, quest’ultimo, che si è tenuto proprio negli spazi di SolydEra, azienda già attiva da tempo su progettualità che coinvolgono l’idrogeno.

Parallelamente, stiamo anche monitorando gli sviluppi legati alla nuova normativa che riforma le procedure di tracciabilità dei rifiuti, il cosiddetto “RENTRI”, ovvero la messa in opera a fine 2024 di un registro elettronico che si occuperà di digitalizzare i processi che oggi si svolgono per larga parte in modalità cartacea. Come Sezione abbiamo in programma di sensibilizzare le aziende non per informarle sugli obblighi a cui dovranno adeguarsi, ma soprattutto su come aggiornare le dotazioni tecnologiche in loro possesso così da essere integrabili e renderle comunicanti con questo nuovo sistema. Guardando al Trentino quali sono i temi che andrebbero trattati invece in ottica di sistema sul fronte dell’energia e dell’ambiente?

È giusto accelerare ulteriormente sulle comunità energetiche: un cambio di paradigma che, se messo a terra correttamente, permetterebbe di mettere in piedi micro-sistemi territoriali in grado di poter sensibilizzare la comunità all’uso

16 TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 speciale energia speciale energia
Intervista a SIMONE CANTERI, Presidente Sezione Energia e Servizi per l’Ambiente. PRESIDENTE di FEDERICO PESSOT, Comunicazione Istituzionale, Confindustria Trento Simone Canteri

delle energie rinnovabili e al contempo migliorare le performance in ambito sicurezza energetica. In questo momento la determinazione e le tecnologie, per attivare progetti di questo tipo ci sono, manca però una legislazione chiara che dia le giuste regole per intraprendere tali percorsi. Andare in ordine sparso senza un impianto normativo rischia di essere controproducente per tutti.

accade a Bolzano, trasformare i rifiuti residuali dal processo di raccolta differenziata in energia, cedibile gratuitamente o a prezzo calmierato alle famiglie e alle imprese limitrofe. Comprendiamo dunque che all’orizzonte si intravede un futuro quantomeno impegnativo per questo settore. Dobbiamo essere fiduciosi?

Sempre nell’ottica di generare un rapporto positivo tra energia e ambiente auspichiamo, anche a fronte del Piano provinciale per la gestione dei rifiuti urbani redatto dall’Appa nel 2022, che si realizzi in provincia un impianto di trattamento per il rifiuto residuo. I nostri sforzi dovrebbero concentrarsi sulla creazione di economie circolari che permettano al Trentino di risultare il più possibile indipendente nella chiusura del ciclo nel trattamento dei rifiuti. L’impianto di trattamento (termovalorizzatore o gassificatore che sia) può, esattamente come

Certo, in qualità di imprenditori non potremmo non esserlo. È innegabile che veniamo da due anni decisamente difficili che ci hanno messo a dura prova, ma proprio perché abbiamo saputo gestire bene la recente crisi energetica sono convinto che le aziende del settore siano certamente in grado di affrontare questi grandi cambiamenti paradigmatici in corso. Per questo, concepire le produzioni energetiche al plurale e in ottica di reale differenziazione ci permetterà di costruire un sistema flessibile a grandi sconvolgimenti, meno impattante sull’ambiente, e dunque generare valore positivo per aziende e persone. È necessario istituire un dibattito che non veda l’idroelettrico, i pannelli solari, le centrali a biomassa, il gas, etc. in contrapposizione, ma al contrario come strumenti complementari per completare con successo la transizione sostenibile in corso. Concludo, reti di distribuzioni corte ed efficienti non significa solo meno consumi, ma soprattutto meno impatto sull’ambiente, ma soprattutto benefici tangibili che si riflettono sulle comunità di riferimento in cui insistono queste iniziative imprenditoriali.

Confindustria Trento organizza un momento di confronto con Notai e Commercialisti per parlare dello Statuto come strumento aziendale di crescita per coloro che vogliono dare solidità alle buone performance della propria impresa. L’appuntamento è fissato a Palazzo Stella per giovedì 28 settembre alle ore 17.

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Quando oggi si parla di energia, necessariamente bisogna essere consapevoli che si sta parlando di ambiente
Lo statuto delle società: da adempimento normativo a strumento di crescita aziendale

Mentalità pubblica, efficienza privata

Società in house, AmAmbiente impiega l’utile ricavato dalla vendita dell’energia elettrica per calmierare i prezzi delle bollette e investe la parte non distribuita ai soci per migliorare servizi e impianti.

per il 2022 si è aggiudicata un posto sul podio della classifica dei Comuni Ricicloni. AmAmbiente, società che opera nella fornitura dei servizi essenziali del ciclo idrico, dell’igiene ambientale, delle energie rinnovabili, dell’illuminazione pubblica e delle onoranze funebri, con un pro-capite secco residuo Kg/a/ab di 49,5 kg/ab/anno, nella sezione dei comuni sotto i 100mila abitanti, è risultata seconda solo alla Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai in Sardegna. Un successo consolidato da tempo, ma anche un impegno quotidiano di una realtà creata con l’intento di offrire servizi sempre più efficienti e innovativi. Nata dalla fusione delle ex municipalizzate Stet (Servizi Territoriali Est Trentino) e Amnu (Raccolta rifiuti e servizi funebri e cimiteriali), AmAmbiente è un’azienda a capitale interamente pubblico, con sede a Pergine Valsugana, alla quale aderiscono attualmente 23 comuni dell’Alta e Bassa Valsugana per un totale di 25mila utenti.

“Si è iniziato a pensare alla fusione a partire dal 2013 – spiega Manuela Seraglio Forti , presi -

dente di AmAmbiente – e il percorso si è concluso con la nascita della nuova società il 1 gennaio 2022. È stato un cammino lungo e articolato, ma ben ponderato. Volevamo riuscire a creare una realtà dalla mentalità pubblica, ma dall’efficienza tipica di un’impresa ‘privata’. Innovazione, lungimiranza, efficienza e trasparenza sono infatti le parole chiave del nuovo assetto. Una società in house nella quale l’utile netto, proveniente quasi interamente dalle sue quote azionarie in aziende del territorio (Dolomiti Energia, SET, Primeiro Energia etc) viene distribuito tra i comuni azionisti innescando così un ciclo virtuoso di miglioramento continuo attraverso asset strategici e investimenti. “Il fatto di essere una società pubblica – spiega Forti – ci permette di svincolarci dal mero profitto. L’utile che ricaviamo dalla vendita dell’energia elettrica prodotta dall’impianto di trigenerazione (teleriscaldamento di Pergine Valsugana) viene utilizzato per calmierare i prezzi delle bollette; mentre l’utile non distribuito ai soci viene investito per migliorare i servizi e rinnovare gli impianti”. Un sistema equo e trasparente vocato allo sviluppo e alla crescita del territorio il

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ANCHE di GENNY TARTAROTTI

cui fatturato nel 2022 ha raggiunto i 22milioni di euro con un utile di circa 4 milioni. Come impiegarli dunque? “Rivedere la rete idrica (3.091 milioni di litri d’acqua potabile distribuita) – illustra Forti – è sicuramente una priorità. Ci sono zone con molta acqua e altre in cui è necessario il pompaggio. Realizzare acquedotti intercomunali in modo da garantire una distribuzione omogenea rappresenta una soluzione efficace. Studiare l’utilizzo di fonti energetiche alternative, come l’energia geotermica, è un altro obiettivo al quale stiamo lavorando. Ma anche, e come manager proveniente dal privato, è un punto che ritengo imprescindibile, tendere al continuo miglioramento dell’organizzazione interna. Solo con un team di collaboratori soddisfatti e motivati possiamo ambire a realizzare gli obiettivi che ci prefiggiamo e a produrre quel valore sul territorio che auspichiamo”. 140 sono ad oggi le persone impegnate in AmAmbiente per la cura e la salvaguardia del territorio. Rifiuti, acqua, energia sono tematiche che riguardano tutti direttamente. “Molto c’è ancora da fare a livello culturale – commenta Forti – . La sostenibilità è una priorità di cui tutti siamo responsabili. Ma solo con una corretta informazione è possibile operare scelte consapevoli e spesso la conoscenza di queste tematiche da parte dei cittadini è incompleta. È per questo che in AmAmbiente organizziamo visite guidate presso i nostri impianti, in modo da

permettere a tutti di conoscere l’intero processo di produzione, distribuzione o raccolta. Per quanto riguarda i rifiuti, ad esempio, abbiamo raggiunto percentuali altissime nella differenziata (92,89%), ma dobbiamo tenere presente che almeno per il momento non è possibile raggiungere lo ‘zero waste’, l’azzeramento della produzione di rifiuti. Rimane una quota di materiale, come ad esempio i pannolini, che non possono essere riutilizzati o il cui processo di riciclo è troppo costoso”. Se sicuramente da un lato un ragionamento ampio va fatto a monte, ossia all’atto di produzione e distribuzione dei prodotti, discorso complesso non risolvibile in breve tempo, dall’altro come sottolinea Forti: “è necessario e doveroso concentrarsi sulle necessità contingenti. Ogni anno in Trentino più di 80 mila tonnellate di rifiuti non differenziati devono essere incenerite e per farlo dobbiamo rivolgerci fuori regione, accettando i prezzi di mercato che al momento si aggirano intorno ai 300 euro a tonnellata. Se invece potessimo usufruire di un termovalorizzatore qui in Trentino, non solo potremmo ridurre notevolmente i costi che scenderebbero intorno agli 100/120 euro a tonnellata, ma sul modello Bolzano (azienda in house) potremmo vendere a terzi l’energia prodotta dai rifiuti (fonte alternativa e sostenibile di energia sempre disponibile), utilizzare il ricavato per restituire alla Provincia parte delle risorse spese per la realizzazione dell’impianto e calmierare così le tariffe dei cittadini”. Per quanto riguarda l’inquinamento, timore di molti, Forti rassicura: “Uno studio dell’APPA (l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente), evidenzia come una discarica emetta inquinamento in quantità 8 volte più alte di un impianto di termovalorizzazione. Pertanto l’inquinamento che produciamo allo stato attuale con la discarica di Ischia-Podetti è notevolmente maggiore di quello che produrremmo con il termovalorizzatore”. (gt)

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Quando dagli scarti nascono nuovi business

come risposta alle necessità delle aziende di gestire in modo adeguato i rifiuti prodotti, Ecotop è frutto dell’esperienza, dell’intuizione e del lavoro di Matteo Barbetta che, dopo aver lavorato per diversi anni come consulente aziendale nel settore ambientale ha deciso di non limitarsi ad offrire ai propri clienti soluzioni, per quanto efficaci e innovative, ma di proporsi come interlocutore unico, gestendo in prima persona anche il ritiro, il recupero o lo smaltimento dei rifiuti industriali. Così, a cavallo tra il 2007 e il 2008, Barbetta fonda Ecotop, una srl specializzata nella consulenza e nella gestione di tutti i tipi di rifiuti pericolosi e non. Negli anni Ecotop svilupperà sempre più la propria vocazione green implementando il processo dell’End of waste, grazie al quale gli scarti cessano di essere tali e tornano a costituire una nuova materia prima. L’azienda attualmente conta 25 collaboratori, distribuiti tra le sedi trentine di Arco e Mori e quella veneta di Rivoli Veronese, tratta più di 60mila tonnellate di rifiuti all’anno, delle quali il 98% viene riciclato e reimpiegato generando un ciclo virtuoso di economia circolare. “Quello che ci proponiamo di fare – spiega

Barbetta – non è solo di offrire alle imprese che si rivolgono a noi proposte modulabili e personalizzate, ma di farlo attraverso soluzioni sostenibili ad alto valore aggiunto. L’impatto zero non è sufficiente. Dobbiamo puntare all’impatto negativo. Solo in questo modo possiamo creare margine per quelle categorie industriali che, almeno per il momento, non possono ridurre il proprio impatto ambientale”. Un’attenzione nei confronti dell’ambiente che non è greenwashing. Ecotop infatti da un paio di mesi ha concluso il percorso che le ha consentito di diventare una Società Benefit. “Siamo molto orgogliosi di questo risultato – commenta Barbetta – . Siamo convinti che integrare la sostenibilità nel proprio modello di business generi valore non solo per l’azienda, ma anche per l’intero territorio”. Tra i progetti avviati da Ecotop con finalità di beneficio comune, c’è anche la coltivazione di un oliveto realizzato su un terreno di 10mila m² in provincia di Verona. “All’interno dell’oliveto – spiega – vorremmo realizzare una land art nella piena convinzione che sia fondamentale instaurare con il territorio che ci ospita uno scambio reciproco. Tutto questo – prosegue – non può però trovare un completo compimento senza un parallelo e costante impegno in innovazione”. Da

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Fondata da Matteo Barbetta, Ecotop ha implementato negli anni il processo dell’End of waste, grazie al quale gli scarti cessano di essere tali e tornano a costituire una nuova materia prima. NATA di ALESSANDRO DE BERTOLINI

sempre infatti Ecotop investe in Ricerca e Sviluppo focalizzando il proprio modello di business sullo studio di soluzioni personalizzate in base alle esigenze dei clienti al contempo efficaci e innovative. Il tutto nell’ambito di un asset organizzativo all’avanguardia che al protocollo in cloud affianca moderni sistemi di gestione del magazzino (tramite droni) e di geolocalizzazione, gestiti attraverso appositi software. Se le imprese che si rivolgono a Ecotop per il ritiro e la gestione dei rifiuti sono situate soprattutto nel Nord Italia, quelle che acquistano i rifiuti come nuova materia prima sono collocate su tutto il territorio nazionale. “Negli anni – prosegue – abbiamo costruito un network di aziende che ci permette di gestire clienti su tutto il territorio nazionale, ponendoci come interlocutore unico. Un modello economico virtuoso che, mettendo in contatto chi produce rifiuti e chi li lavora per farne una nuova materia prima, chiude il ciclo. Un valore aggiunto anche grazie ad una gestione efficiente di tutta la parte logistica. Mi spiego meglio. Una corretta gestione della logistica con aziende partner, consente,

ad esempio, di evitare che i camion percorrano delle tratte senza carico, riducendo in questo modo le emissioni di CO 2. La collaborazione tra partner rappresenta un asset importante per essere più sostenibili e raggiungere più facilmente anche gli obiettivi Esg. Sentiamo una forte responsabilità nei confronti dell’ambiente ed è per questo che mettiamo in atto tutte le azioni possibili, da quelle più strutturate e ad alto impatto a quelle apparentemente poco significative”.

Tra i progetti che non generano un valore economico e che per questo potrebbero apparire di secondaria importanza, ma che in realtà ricoprono un ruolo importante in termini di sostenibilità, figura la promozione e l’installazione delle reverse vending. Queste macchine, ecocompattatori che selezionano i rifiuti riducendone il volume – spiega – , non generano profitto, ma consentono di recuperare quelle piccole parti di materiale che altrimenti verrebbero scartate. Fra i programmi più ambiziosi invece, per la cui realizzazione Ecotop è in attesa di ricevere l’autorizzazione proprio in queste settimane, figura un progetto di recupero dei materiali tessili. “Da tempo anche il settore del fashion, uno dei più inquinanti, si è messo in discussione rallentando la produzione, riciclando, puntando sull’upcycling e anche noi vogliamo farne parte”. (gt)

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L’azienda che dà ossigeno all’indoor

Nata intorno a un progetto di ricerca innovativo, Tamas Spa si occupa della sanificazione degli ambienti – civili, ospedalieri, industriali – a partire dall’aria che respiriamo.

LAVORARE

avendo a cuore il benessere delle persone: nel mandato che gli investitori affidano alla nascente Tama Service – oggi Tamas Spa – c’è l’impulso alla valorizzazione delle risorse umane coinvolte nell’avventura imprenditoriale in fase di abbrivio. Ma c’è anche, se vogliamo, la stessa ragione d’essere dell’impresa: che sorge intorno a un innovativo progetto di ricerca per il controllo delle contaminazioni batteriche all’interno dei condotti aeraulici. Altrimenti detto, per il controllo degli inquinanti indoor. È il 2014, e il progetto, coordinato dall’ex Pvb Claudio Ferigolli , attende solo un partner industriale che possa trasformare un’ottima (e necessaria) intuizione in un’attività imprenditoriale.

Ferigolli si confronta con un amico di vecchia data, Enrico Garbari , che intuisce la portata del progetto e coinvolge

Giovanni Coletti , patron della Tama: un’azienda che in fatto di depurazione dell’aria ha esperienza da vendere. Coletti ci sta, e ci sta anche ISA, che supporta l’acquisizione di Pvb Cleaning, un ramo d’azienda di Pvb Solutions, allora in fase di concordato. Tutti i lavoratori vengono reimpiegati nella nuova Tama

Service: per 280 famiglie – è il caso di dirlo - è puro ossigeno.

“Siamo nati da una situazione di crisi – spiega Garbari dagli spazi di viale Olivetti, presso il quartiere Le Albere di Trento, dove Tamas ha sede -. Certamente anche per questo è così importante per noi creare valore: essere e diventare sempre più un’azienda solida, in grado di salvaguardare e garantire l’occupazione attenta ai risultati ed alla qualità del servizio per i nostri Clienti, alla qualità della vita ed alla crescita professionale dei nostri collaboratori”.

La specializzazione dovuta alla tecnologia sviluppata da Ferigolli è il fiore all’occhiello di una filiera di servizi altamente “tecnologici “ sinteticamente chiamata “Acqua – Aria – Fuoco” che spazia dalle sanificazioni nel settore alimentare agli interventi speciali per il contrasto della Legionellosi e per il servizio antincendio delle cappe aspiranti ad investimenti in ricer-

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ca e sviluppo di robot per facilitare le attività di bonifica per garantire le condizioni di sicurezza igieniche nei condotti aeraulici alla divisione di facility management: “Siamo in grado di sanificare condotti, impianti di condizionamento e ambienti, contenendo più di quattrocento ceppi batterici, più di sessanta ceppi fungini, più di dieci ceppi sporigeni, più di sessanta ceppi virali comprese le principali tipologie di batteri e virus”. Il pensiero va immediatamente al Covid 19, ma la quantità di virus e batteri che potrebbero attentare ogni giorno alla nostra salute è immensa. “Per questo – continua Garbari – al portafoglio clienti ereditato dalla storica Pvb Cleaning si aggiungono, nel tempo, centinaia di committenti, che portano l’azienda addirittura ad internazionalizzarsi”. Fra i committenti notevoli degli ultimi anni, oltre ad alcune tra le maggiori realtà del sistema industriale e sanitario del nostro territorio, c’è Palazzo Chigi, per il quale abbiamo curato la messa in sicurezza degli ambienti e dal quale nel 2022 ci è arrivato un encomio. Il nostro cliente estero di punta è invece il Gruppo Schneider, per il quale gestiamo, dalla Val d’Aosta a Catania, tutti gli stabilimenti e tutti i siti.

Nell’estate del 2020, Coletti lascia le quote di Tama Service per concentrarsi sulle numerose altre sue attività, da Tama Aernova alla Fondazione trentina per l’autismo Casa “Sebastiano”. L’azienda assume il nome di Tamas e un nuovo presidente: Paolo Spagni . Oggi, Tamas fattura 10 milioni di euro all’anno, e impiega circa 350 dipendenti.

Anche e soprattutto per loro, Tamas ha deciso di definire, applicare e mantenere attivo un Sistema interno di Gestione conforme alle norme ISO 9001 e ISO 14001, che prende in considerazione le tematiche della salute e sicurezza dei lavoratori, oltre che l’impatto verso la società, la comunità, il territorio. Siamo orgogliosi del cammino intrapreso, volendoci misurare “prima” al nostro interno volontariamente da oltre due anni ci siamo dotati di un rating ESG che cerchiamo costantemente di migliorare.

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Logistica: come ridurre incidenti ed infortuni?

Cemiat sceglie la strada dell’high tech puntando tutto su soluzioni software ed hardware estremamente all’avanguardia

Secondo l’Agenzia d’Informazione dell’Unione Europea in materia di sicurezza e salute sul lavoro (Osha) ogni anno si verificano 85 morti per carrelli elevatori, 34.900 lesioni gravi e 61.800 lesioni non gravi. Per invertire questo pericoloso trend l’azienda trentina sta lavorando anche ad un progetto condiviso con gli enti pubblici del territorio finalizzato alla stesura di linee guida specifiche per riuscire a costruire e diffondere una nuova ‘cultura della sicurezza’. Situazioni a rischio medio: così vengono classificate dalla normativa italianale attività connesse alla gestione del magazzino. Eurostat afferma che l’1% degli incidenti nelle fabbriche dell’UE è causato da attrezzature di movimentazione mobilie che questo 1% ha provocato il 10% di tutte le lesioni fisiche. Secondo l’Osha, si verificano ogni anno 85 morti per carrelli elevatori, 34.900 lesioni gravi e61.800 lesioni non gravi. Numeri ancora troppo alti per un comparto sempre più ‘intelligente’ e targato 4.0, in cui però risulta determinante la componente umana: velocità eccessiva, errori di manovra, distrazione, sottovalutazione del rischio di instabilità dovuta a carichi pesanti sono tra le principali cause di ribaltamento e collisione.

Consapevole di questo scenario,

Cemiat, l’azienda trentina del gruppo Piazzalunga, propone un pacchetto completo di soluzioni software e hardware con l’obiettivo di minimizzare gli incidenti e gli infortuni. Dispositivi ottici e acustici di segnalazione, sistemi basati su tecnologie radio e su telecamere ad intelligenza artificiale, sensori di retromarcia e misuratori di distanza a laser o ultrasuoni, limitatori selettivi delle performance o delle funzionalità delle macchine: la gamma di soluzioni che Cemiat può mettere in campo è in grado di integrarsi in tutte le situazioni ambientali e operative.

“Le tecnologie che abbiamo a disposizione ci permettono di agire su più fronti – ha affermato Luana Piazzalunga, CEO dell’azienda. Grazie alla partnership con Toyota, che non a caso è stata la prima azienda del settore ad integrare la tecnologia telematica nei carrelli elettrici come dotazione di serie, offriamo soluzioni di fleet management che monitorano a distanza la flotta, programmando la manutenzione delle macchine per mantenerle alle condizioni ottimalI. I nostri dispositivi di sicurezza comunicano, raccolgono dati e avviano, all’occorrenza, alert o azioni correttive automatizzate. Abbiamo, inoltre, una divisione che supporta le aziende nella progettazione dei flussi logi-

stici: scegliere i mezzi di movimentazione corretti sulla base delle aree di stoccaggio e allestirli con gli apparati di sicurezza e gli strumenti di visualizzazione più adeguati sono attività fonda- mentali, non solo per tutelare il personale, ma anche per ridurre i costi operativi e di manutenzione delle strutture”.

Tecnologia sì ma anche formazione: “Ricordiamoci che, tecnicamente, non stiamo parlando di sistemi di sicurezza – ha precisato Giuseppe Castagneto, Co-CEO di Cemiat – ma di sistemi di assistenza all’operatore: l’uomo mantiene la totale responsabilità del controllo del carrello. Per questo è fondamentale che la formazione in materia di sicurezza sia un tema portante ad ogni livello aziendale, dagli operatori ai vertici, ma anche nelle agende delle istituzioni che possono dire la loro”. Proprio da qui nasce la stretta collaborazione che Cemiat ha avviato con gli enti pubblici del territorio per la stesura di un manuale dedicato all’utilizzo sicuro dei carrelli elevatori. Un progetto in fase di sviluppo e finalizzato alla costruzione di una nuova ‘cultura della sicurezza’.

Per informazioni contattare

il numero 0461 961320

o visitare il sito: www.cemiat.com

25 informazione pubblicitaria TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 Cemiat Srl Via Klagenfurt, 74 | Trento (TN) Tel. 0461 961320 | info@cemiat.com www.cemiat.com

La forza dell’intraprendenza

LA nata lungo tutte le componenti della vita aziendale. Infatti sono convinto che la credibilità di un’impresa passa sempre in primo luogo da ciò che fai, poi, in un secondo momento, da quello che certifichi. In Val di Fiemme siamo bravi in questo: sono numerose le aziende che man mano stanno eliminando dai processi produttivi i derivati del petrolio, montando pannelli fotovoltaici, installando caldaie a biomassa e in generale trovando metodi sempre più efficaci per ridurre al minino il loro impatto sull’ambiente.

Val di Fiemme, quando si parla di Trentino, è spesso citata come un esempio virtuoso di economia di montagna. Dal punto di vista industriale cosa vi rende così unici?

Questa è una domanda che ricorre spesso, molti infatti si chiedono come sia possibile che in Val di Fiemme ci siano così tante aziende che fanno bene, per non dire benissimo. La risposta è abbastanza semplice: abbiamo una naturale propensione all’intraprendenza, elemento che non è esclusivo degli imprenditori, ma anche dei lavoratori e di tutte le persone che abitano il territorio. Questo approccio, che fa scorgere opportunità in ogni cosa, ci ha permesso di sviluppare un settore industriale che, solo considerando le associate a Confindustria Trento, conta 22 aziende che generano lavoro per più di mille persone. Un risultato non scontato considerato che siamo una piccola comunità inserita in un territorio profondamente condizionato dalle asperità che ci impone la montagna. A proposto di territorio montano: in un periodo in cui la sostenibilità è tema centrale per molti, dal vostro punto di vista privilegiato, in termini pratici cosa significa investire in quest’ambito?

Il termine sostenibilità, per quanto eccessivamente “inflazionato”, è di certo un tema da affrontare con assoluta serietà e concretezza. Mi spiego meglio: noto, nel contesto generale, che nelle aziende a volte ci si concentra più su come rientrare nei parametri delle certificazioni di sostenibilità, piuttosto che sviluppare processi produttivi con il minor impatto possibile sull’ambiente. Come aziende dovremmo avere la sensibilità di comprendere che la sostenibilità deve partire dal prodotto e poi essere decli -

Parlando di ambiente e Val di Fiemme, oggi il tema della gestione del bosco è presente più che mai. Ci può spiegare cosa sta succedendo? Negli ultimi anni l’industria del legno sta vivendo fenomeni inediti che ci pongono davanti a sfide nuove, mi riferisco in particolare a Vaia e al bostrico. Se per la prima abbiamo registrato un’ottima risposta da parte del territorio, in relazione al secondo punto c’è grande preoccupazione in quanto il contenimento del fenomeno risulta più difficile del previsto. Relativamente al bostrico infatti, non esiste una soluzione definitiva che ci potrebbe permetterci di arginare la sua diffusione, problema che diventa ancor più complesso se consideriamo i cambiamenti climatici in corso che: da una parte influiscono sulla propagazione di questa “epidemia”, e contemporaneamente rende imprevedibile la conclusione di questo ciclo di diffusione che solitamente dura 4/5 anni.

Anche qui ritorna la parola sostenibilità: contenere il nostro impatto sugli ecosistemi naturali non è una questione di paesaggio come alcuni pensano, ma di vera e propria sopravvivenza dell’ecosistema montano nella sua componen -

26 TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 speciale Val di Fiemme speciale territorio
Intervista a MARCO FELICETTI , Vice Delegato di Territorio per la Valle di Fiemme di FEDERICO PESSOT, Comunicazione Istituzionale, Confindustria Trento

te ambientale, economica e sociale. Per questo, dovremmo cercare di costruire un dialogo virtuoso tra imprese, istituzioni e territorio al fine di comprendere come rilanciare l’economia del legno traumatizzata da Vaia e dal bostrico: non basta tagliare piante e venderle al miglior offerente, ma vedere nell’abbondanza di legno l’opportunità per far nascere nuove iniziative che accrescano il valore relativo alla filiera del legno.

Dunque, anche allargando lo sguardo, che spazi di sviluppo e miglioramento scorge per il settore industriale e produttivo della Valle?

Le nostre parole chiave sono crescita e competitività. Partiamo dall’assunto che nonostante siamo un piccolo sistema economico in ambiente montano riusciamo a generare ottimi livelli di Pil e numeri soddisfacenti in termini di occupazione. Questo “essere bravi” ci pone però nella condizione di cogliere l’opportunità di far crescere ulteriormente la nostra competitività. Per compiere questo passo, l’attuale scenario ci impone di lavorare tanto su uno specifico punto: le imprese devono imparare ad allargare il loro spettro d’intervento andando oltre gli aspetti produttivi. Infatti come aziende è fondamentale cominciare ad essere noi promotori attivi di progetti a favore della cittadinanza, all’interno di in un dialogo attivo con le istituzioni locali. Su questo abbiamo individuato tre macro-temi: viabilità, attrattività della manodopera, produzione energetica. Che in breve significa: In termini di viabilità vanno progettate soluzioni per portare i lavoratori in azienda con mezzi alternativi alla macchina, in un territorio dove lo spazio è limitato per definizione vanno disegnati nuovi e più efficienti modi di intendere la mobilità.

In contesto dove molte aziende stanno crescendo dobbiamo pensare a progetti per attrarre lavoratori che possano arrivare da tutto il Trentino, e non solo. Per questo è fondamentale sviluppare iniziative di residenzialità sostenibile, ovvero slegare il mercato degli alloggi a fini turistici da quello che si rivolge ai lavoratori, i

quali sono in grado di garantire una presenza più stabile sul territorio. Nella pratica stiamo cercando di capire come riutilizzare delle strutture turistiche dismesse, così da tracciare una sorta di “corsia preferenziale” per coloro che arrivano in valle per lavorare nelle nostre aziende. In merito alla produzione energetica ampliare l’utilizzo delle centrali a biomassa può fornire nuove soluzioni ai problemi di approvvigionamento energetico che hanno insistito sulle aziende negli ultimi due anni. Nell’ottica di generare esperienze di economia circolare, questa tecnologia ci permette di sfruttare materie prime di scarto (il legno) già presenti sul territorio per produrre energia. Questo ci può mettere nelle condizioni di: essere meno dipendenti dal gas e dagli sconvolgimenti geopolitici ad esso collegati, e allo stesso tempo fare un passo avanti verso la completa produzione di energia da fonti sostenibili.

È chiaro che i margini di miglioramento sono tanti: per questo sono convinto che con lo spirito di intraprendenza citato all’inizio, abbiamo certamente le capacità per dare ancora più linfa a questa valle che nel tempo si è già dimostrata capace di grandi cose.

27 TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 speciale Val di Fiemme
Marco Felicetti

La ricetta per la vera sostenibilità

L’azienda è profondamente legata a un concetto di cittadinanza di impresa che la vede impegnata in un ruolo attivo nella comunità, un modo per favorire lo sviluppo della comunità di riferimento.

Pastificio Felicetti ha sempre mantenuto una forte connessione con la Val di Fiemme, in primis perché il territorio fornisce elementi essenziali a rendere unici i suoi prodotti. Nei primi anni del Novecento, Valentino Felicetti ebbe l’intuizione che l’acqua di sorgente e l’aria d’alta quota potessero conferire alla pasta di grano duro un sapore

IL riconoscibile e fortemente distintivo. Decise quindi di acquisire un pastificio già esistente a Predazzo, dando così vita al Pastificio Felicetti. La storia gli ha dato ragione. A un secolo di distanza, la ricetta della pasta Felicetti è ancora la stessa, acqua di sorgente, aria di montagna e farina di grano duro, mentre l’azienda è riuscita a farsi riconoscere sul mercato per la particolarità del sapore dei suoi prodotti. Una particolarità riconosciuta dai consumatori ma anche dai tanti chef che da un punto all’altro dell’Italia, e non solo, hanno imparato ad apprezzarne le qualità e l’hanno inserita nei loro menu. L’azienda ha inoltre sempre inteso la dimensione sociale, tanto interna quanto esterna, come uno dei capisaldi delle proprie strategie di sostenibilità. Il pastificio è infatti costantemente impegnato a mantenere solido il legame con il territorio attraverso la realizzazione di iniziative di solidarietà, di promozione di eventi sportivi e di tutela della salute e del benessere attraverso una corretta nutrizione, mediante progetti collaborativi e iniziative di solidarietà. Questa vicinanza alla comunità locale ha anche fatto sì che Felicetti decidesse di costruire un secondo sito produttivo in valle. Negli ultimi anni, la richiesta di pasta da parte del mercato era cresciuta notevolmente, rendendo palese la necessità di aumentare la produzione. Fin all’inizio, la famiglia Felicetti era convinta della necessità di costruire anche il secondo stabilimento in Val di Fiemme, sia per continuare a utilizzare quegli ingredienti che rendono unici i suoi prodotti, sia per la competenza e il senso di appartenenza dei dipendenti. A maggio 2022 il Pastificio Felicetti ha così inaugurato il suo stabilimento di Molina, un sito produttivo fortemente improntato alla sostenibilità energetica, alimentato da un impianto di trigenerazione progettato per coprire l’intero fabbisogno energetico. Il nuovo stabilimento ha permesso a Felicetti di aumentare la produzione di pasta da 20 mila a 35 mila tonnellate all’anno, venendo così incontro alla crescente domanda da parte del mercato.

L’azienda è profondamente legata a un concetto di cittadinanza di impresa che la vede impegnata in un ruolo attivo nella propria comunità, con la convinzione che il proprio contri -

28 TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 speciale Val di Fiemme
Riccardo Felicetti

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buto possa favorire in modo fattivo lo sviluppo e la crescita del territorio in cui è inserito. Per questa ragione, negli anni si è resa protagonista di importanti iniziative benefiche, donando oltre 18.000 kg di pasta ad associazioni umanita -

rie. Il Pastificio collabora inoltre con la Magnifica Comunità di Fiemme, istituzione che risale al XII secolo e che tutt’oggi gestisce in modo autonomo parte del patrimonio boschivo e immobiliare del territorio delle Dolomiti.

Alleanza tra SAT e le imprese per la sostenibilità

Attenzione costante per l’ambiente, consapevolezza della scarsità delle risorse naturali, una montagna in cerca di nuovi equilibri. Parte da qui la costruzione di una rete tra SAT e partner privati, enti accademici, museali, istituzionali per lo sviluppo e la promozione del vivere eco e green. È partito quest’anno, in collaborazione anche con La Sportiva , il progetto “Ecolution in quota” per la sensibilizzazione e la diffusione di una gestione ambientale sostenibile ed efficiente partendo dalle strutture di accoglienza in quota: i rifugi. Alle importanti partnership in essere si è aggiunta di recente anche quella tra SAT e Acqua Surgiva, del Gruppo Lunelli, per monitorare lo stato e l’estensione dei ghiacciai del Trentino. Il sostegno di Acqua Surgiva sarà rivolto all’attività della Commissione Glaciologica SAT, che ha realizzato, a partire da luglio 2021, un sistema di analisi per monitorare lo stato e l’estensione dei ghiacciai del Trentino, tema a cui Acqua Surgiva, che proviene dal ghiacciaio dell’Adamello, nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta, è da sempre particolarmente sensibile.

30 TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 speciale Val di Fiemme

Energie a servizio della comunità

BioEnergia Fiemme è una realtà che da 25 anni si distingue per le proprie iniziative di economia circolare con l’obiettivo di fornire energia termica ed elettrica all’abitato di Cavalese.

BIOENERGIA

Fiemme, è una realtà che ormai si può definire storica. Un’azienda nata nel 1999, ispirata dalla stipulazione del Protocollo di Kyoto che già alla fine degli anni ’90 ammoniva sulle cause e i rischi collegati al surriscaldamento globale. A Cavalese invece l’obiettivo principe era riscaldare il paese utilizzando gli scarti provenienti dalla filiera del legno, consapevoli che una materia prima così preziosa per il territorio dovesse essere sfruttata in ogni sua forma. Il motto dell’azienda, non a caso, recita: “Tutto merita una seconda possibilità”.

Cavalese, per dare il via ad un progetto del genere, non è stato scelto casualmente: essendo un centro abitato di circa 4mila abitanti e 800 potenziali allacciature private, con anche utenze importanti come diverse scuole, un ospedale, il palaghiaccio poteva prestarsi bene ad essere riscaldato in maniera sostenibile da una centrale a biomassa.

Quello di BioEnergia Fiemme è stata da subito un’idea ambiziosa, che nel tempo ha dato però i suoi frutti: “L’obiettivo che ci eravamo posti 25 anni fa di allacciare tutto il paese non era affatto scontato, ma che oggi abbiamo sostanzialmente rag -

giunto – racconta Mario Giacomuzzi , presidente di Bioenergia Fiemme –. L’efficienza e la qualità del servizio hanno reso ormai ordinario quello che qualche decennio fa non lo era”. I dati infatti parlano di circa 780 utenze attive, ovvero più del 90% del totale.

Quella della centrale a biomassa non è però solo una storia di numeri, ma un vero e proprio percorso che con i giusti tempi ha saputo evolversi e ampliarsi tenendosi saldo ai principi dell’economia circolare e del voler servire la propria comunità.

Un viaggio che nei primi 10 anni di attività ha caratterizzato l’impianto per fare del teleriscaldamento “puro”, ovvero bruciare gli scarti di lavorazione del legno – provenienti esclu -

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sivamente da realtà locali – per produrre calore da trasportare nelle abitazioni private. Un perno fondamentale su cui poggiare la propria attività, ma che con l’espandersi delle utenze e l’evoluzione del mercato, ha portato l’azienda a intraprendere un importante investimento: nel 2011 pertanto entra in funzione l’impianto di cogenerazione. Questo ha permesso all’azienda di produrre allo stesso momento sia energia termica che elettrica. Un vero e proprio cambio di passo che ha aumentato in modo decisamente significativo il rapporto tra materia prima utilizzata e valore generato. Bastano poi altri 4 anni per assistere allo sviluppo successivo all’interno dei processi produttivi dell’azienda. È proprio uno di quei casi dove le difficoltà si trasformano in opportunità. La centrale soffriva del fatto che durante l’anno la richiesta di energia non è costante (d’inverno il fabbisogno energetico è molto più alto che in estate), ma la necessità di mantenere sempre attivo l’impianto poneva l’azienda davanti alla scelta di decidere se abbassare la quantità di energia elettrica generata. BioEnergia Fiemme scelse invece un’altra via: la produzione di pellet. “Crediamo veramente che la materia prima che ci donano i nostri boschi sia estremamente preziosa, – sottolinea Giacomuzzi – per questo abbiamo deciso di utilizzare l’energia in eccesso per l’essicazione di ulteriori scarti a favore della produzione del pellet”. La stella polare di ogni scelta strategica dell’azienda rimane l’economia circolare: in questo caso dall’eccesso di produzione energetica, e dal recupero di ulteriori scarti di lavorazione nasce l’espansione

della produzione e dunque nuove opportunità di business.

È chiaro pertanto come la sostenibilità per BioEnergia Fiemme sia un approccio innato in qualsiasi attività che porta avanti, anche le più inaspettate. Nel 2022 ad esempio, durante le fasi più acute dell’emergenza pandemica, l’azienda ha deciso di regalare mille litri di igienizzante mani alle case di riposo di Predazzo e Tesero, il tutto prodotto all’interno della centrale a biomassa utilizzando parte dell’energia in eccesso. Anche da qui l’idea di rafforzare con convinzione l’esperienza imprenditoriale di Magnifica Essenza: un’azienda del gruppo che recuperando gli aghi di conifera provenienti dal bosco, ne ricava pregiati oli essenziali dalle innumerevoli qualità benefiche. Questo però grazie ad un processo produttivo estremamente innovativo che recupera l’energia termica dei fumi della centrale per distillare i principi attivi alla base di questi prodotti. Anche in questo caso la volontà è stata quella di espandere le attività aziendali, rimanendo però ben ancorati al principio che il benessere dell’ambiente, e quindi anche delle persone che vivono il territorio, sia un elemento imprescindibile quando si fa impresa, soprattutto in montagna.

Conclude Giacomuzzi: “La storia della nostra azienda racchiude lo spirito e la sensibilità di una comunità che da più di 20 anni ha compreso il significato di sostenibilità in tutte e tre le sue dimensioni: economica, ambientale e sociale. In quanto non può esserci crescita aziendale senza una minuziosa cura del proprio territorio di riferimento”.

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Acque reflue industriali: da rifiuto a risorsa grazie all’osmosi inversa

Tra gli ultimi impianti realizzati da Trentino Acque srl, quartier generale a Trento, c’è anche un sistema di osmosi inversa per il recupero delle acque reflue aziendali pretrattate da un depuratore con comparto di ultrafiltrazione.

In questo momento storico di cambiamenti climatici e crisi idrica, è fondamentale scegliere una gestione sostenibile dell’acqua attraverso comportamenti virtuosi rivolti alla riduzione di sprechi e costi di approvvigionamento, con un maggior controllo sulla qualità dell’acqua.

I sistemi di trattamento dedicati, disponibili sul mercato attualmente e per lo più legati a processi di osmosi inversa - come quello di cui parliamo oggi - consentono il recupero del 70% dell’acqua utilizzata, con la possibilità di raggiungere

anche il 90%. Si tratta di impianti compatibili con portate giornaliere da 20 mc fino ad arrivare anche a 1.000, pertanto efficaci sia su piccole unità che presso strutture più grandi.

In ambito industriale, l’acqua recuperata può essere ricondotta ai processi produttivi o all’alimentazione di caldaie e torri di raffreddamento, ai lavaggi delle aree esterne o a scopi irrigui. Quando si parla di osmosi inversa, si intende un processo tecnologicamente avanzato che sfrutta una membrana semipermeabile e la pressione idrostatica per rimuovere dall’acqua soluti e impurità. Questo tipo di impianti si compone di una serie di moduli, la cui azione depurativa è in grado di restituire un’acqua altamente pura

A Chiusanico (IM), sede della conserviera Clas spa, è stato

consegnato un impianto costituito da due linee parallele autonome che possono funzionare in diverse configurazioni; capacità di trattamento 140 mc al giorno, per un funzionamento ordinario che produce 100 mc di acqua osmotizzata; conducibilità tra 300 e 600 μS/cm. La particolarità di questa installazione risiede nella sua natura modulare. Si tratta, infatti, di un impianto assemblato su skid e inserito all’interno di un box prefabbricato, con l’intento di non imporre interruzioni dell’attività e non impegnare lo spazio dedicato alla produzione. Le due linee possono lavorare singolarmente, in alternativa, come in contemporanea e questo significa il doppio della quantità di acqua lavorata.

Trentino Acque, Gruppo STA, gode di un team di esperti locali, cresciuti nel settore del trattamento delle acque e dispone di mezzi e attrezzature specifiche per lo svolgimento delle attività di progettazione e realizzazione, conduzione e manutenzione degli impianti per l’industria e il servizio idrico integrato.

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Il nettare degli dei

Dalla passione per le api nasce nel 2005 Al Naturale, un laboratorio erboristico e cosmetico dove ogni giorno vengono valorizzati i prodotti dell’alveare, alleati preziosi per uno stile di vita sano.

il profumo fresco della lavanda e quello balsamico della calendula ad accogliere i visitatori al Maso delle Erbe a Tesero in Val di Fiemme, dove Armando Monsorno alleva api e coltiva erbe officinali. L’azienda agricola, ultimo step di una strategia vincente di diversificazione orizzontale, è frutto di un lungo percorso di valorizzazione dell’apicoltura e delle sue peculiarità. “Ho acquistato alcune arnie, un po’ per gioco e un po’ per interesse, quando avevo 23 anni – racconta Armando – . Venni punto più volte e decisi di lasciare perdere. Dopo dieci anni però, sentii nuovamente il richiamo dell’alveare e decisi di riavvicinarmi”. Stavolta Armando ne rimane affascinato, quasi ammaliato. Decide di fare della sua passione un lavoro e nel 2005 fonda Al Naturale, un laboratorio erboristico e cosmetico, dove ogni giorno vengono valorizzate le potenzialità delle api e

le proprietà dei loro prodotti. Nei suoi diciotto anni di storia Al Naturale, che oggi conta 11 collaboratori (tutte donne) e un fatturato in crescita, con un incremento del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è diventata un’azienda sempre più strutturata con laboratori all’avanguardia, dove ogni anno vengono utilizzati più di 120 quintali di miele, rigorosamente made in Italy, e dove oltre alla realizzazione di prodotti per il proprio brand, vengono lavorate linee conto terzi. Sono infatti più di 1200 le aziende apistiche che hanno deciso di affidarsi all’esperienza di questa realtà per la lavorazione delle proprie materie prime e la realizzazione di prodotti personalizzati e originali sia nella formulazione che nella

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È
aziende

grafica. “Puntiamo sulla qualità prima di tutto, ma anche sull’organizzazione e l’efficienza –spiega – . Se riceviamo un ordine entro le 10.30 del mattino per le 15.00 del pomeriggio il lotto è in partenza. In un giorno viene consegnato fin sotto Napoli, in due giorni in Sardegna e Sicilia. Commerciamo in tutta Italia, ma non solo, abbiamo iniziato a spedire dei campioni anche in altri Paesi Europei, in Canada, in America e perfino a Taiwan”. Se Al Naturale opera principalmente come B2B anche il consumatore finale può acquistare i prodotti che desidera tramite l’e-commerce online o presso il punto vendita limitrofo al laboratorio. “Il prodotto più gettonato – confessa Armando – sono gli stick labbra. Ne vendiamo più di 70mila all’anno. Il segreto sta nella formulazione semplice con cera d’api”. Una tradizione antichissima, quella dell’utilizzo del miele e delle piante per la cura e il benessere della persona, che oggi vive un nuovo slancio e che Al Naturale si propone di promuovere attraverso una filosofia basata sul valore e l’importanza di uno stile di vita sano e a contatto con la natura. “Credo sia importante far conoscere alle persone l’importanza delle api e dei doni che la natura ci offre. È per questo che nel 2019 abbiamo dato inizio a Beesalus: un progetto innovativo nel settore dell’apiterapia, pensato

per permettere a esperti e consulenti del benessere di acquisire o approfondire la conoscenza di questo settore attraverso corsi di formazione online. Da questa iniziativa è nata anche una linea di prodotti di altissima qualità a marchio Beesalus specifici per farmacie ed erboristerie”. Oltre a Beesalus, Al Naturale, produce anche la linea Bee Vigor, pensata per gli sportivi e una gamma innovativa di integratori bio venduti in contenitori in pec riciclato, dagli astucci in cartoncino anch’esso riciclato e con inchiostro certificato ecoprint. “I costi sono indubbiamente maggiori – afferma – ma anche la qualità lo è e questo ci permette di fare la differenza”. (gt)

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L’acqua, ricchezza di un territorio

Al fine di offrire ai clienti un’esperienza di qualità, le Terme di Comano hanno promosso una rinnovata visione del termalismo mettendo in connessione i propri servizi con una componente leisure.

il legame tra un’azienda e il territorio che la ospita è spesso basato su una profonda relazione di scambio, quello tra le terme e il luogo in cui sorgono si contraddistingue per la sua profonda intimità, per il suo essere quasi se non totalmente simbiotico. Così le acque ricche di bicarbonato, calcio e magnesio che sgorgano ad una temperatura costante di 27 gradi in un angolo di Trentino situato tra le Dolomiti di Brenta e il Lago di Garda, hanno determinato l’identità di questi luoghi, un tempo periferici, rendendoli ricercate mete turistiche. Le Terme di Comano, sorte nei pressi della sorgente sono diventate negli anni un centro termale d’eccellenza in Italia e in Europa per la cura delle patologie della pelle. Note in tutta Europa, hanno conosciuto un successo crescente fino a raggiungere nel 2022 un fatturato record di 7 milioni di euro e un indotto di 33 milioni di euro. Un trend in crescita. Ogni anno sono infatti più di 9mila i curanti (di cui l’80% italiani e il 20% stranieri) che si recano in questa oasi di relax per poter godere delle proprietà anti-infiammatorie, lenitive e rigeneranti delle sue acque che donano idratazione, freschezza

e morbidezza alla pelle. Anche se il comparto termale è stato duramente colpito dalla pandemia, il 2022 ha segnato l’inversione di tendenza con una crescita del 3% rispetto all’anno precedente. Un trend, fanno sapere dall’azienda, determinato sicuramente dall’apertura nel 2021 del centro snitario Comano Med, un poliambulatorio che offre un’ampia proposta di servizi specialistici e diagnostici di cura e prevenzione che nel corso del 2022 si è arricchito di numerosi professionisti e ha investito su nuove e moderne tecnologie segnando un +29% di fatturato. Ma un ruolo significativo nella ripresa e nella crescita costante lo hanno avuto sicuramente anche le azioni strategiche intraprese a partire dal 2022 con l’obiettivo di rilanciare l’attività sia a livello commerciale, con particolare attenzione al B2B, sia a livello di comunicazione e brand awarness con investimenti importanti nel mondo digital. Il 2023 sta segnando un’ulteriore fase di rinnovamento con un’inedita proposta di valore: ‘La vacanza che resta sulla pelle e nel cuore’. Un claim

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che esprime una rinnovata visione del termalismo mettendo in connessione i servizi dell’azienda termale con una componente leisure al fine di trasformare la permanenza del cliente sul territorio in una vera e propria esperienza di qualità, moderna e dinamica. Alla base del progetto c’è l’intenzione di creare una rete con tutti gli attori della comunità, in sinergia con Garda Dolomiti, per proporre una vacanza che combini tutti gli elementi del Metodo Comano per la cura e il benessere della persona (acqua termale, ricerca scientifica, esperienza terapeutica e natura), con eventi e attività per il tempo libero.

Proprio in quest’ottica il Grand Hotel Terme di Comano (unità di business facente parte dell’azienda Consorziale Terme di Comano) ha ampliato le proprie attività con nuove proposte food and beverage per una pausa pranzo all’insegna del benessere e della qualità. L’iniziativa fa parte di una rinnovata proposta gastronomica, curata dall’executive chef Christian Venturini e fortemente voluta dal nuovo direttore del Grand Hotel Terme di Comano, Christopher Sanchez , basata su slow food e materie prime locali, che comprende diverse alternative, dislo -

cate tra hotel, centro termale e parco, capaci di andare incontro alle più disparate esigenze di clienti e visitatori.

Proprio al fine di soddisfare il più possibile i bisogni dei clienti anche l’organizzazione del Centro Termale è stata rivista con l’introduzione del nuovo orario continuato, pensato per incontrare le esigenze sia di chi sceglie le Terme di Comano per una vacanza, sia di chi lo vive come residente e cliente termale che in questo modo può usufruire delle cure e dei trattamenti anche durante la pausa pranzo. L’offerta Termale, guardando, e spesso anticipando, i trend di mercato, sta attuando una revisione creando percorsi, giornalieri o di più giorni, da seguire per ottenere specifici obiettivi: non solo di salute e/o cura ma anche di bellezza e mantenimento delle performance. Grazie all’attenta supervisione dell’equipe medica e all’applicazione del Metodo Comano l’offerta evolve con i nuovissimi percorsi Detox – Destress Detossinante una giornata per ricaricarsi dove la protagonista è l’acqua di Comano, e il percorso Stili di Vita, integrato e multidisciplinare dove trattamenti di benessere si associano ad un attento e consapevole regime nutrizionale. (gt)

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Verso un uso intelligente della materia

Alla Galvanica Trentina si studia per diventare più green. Sperimentato un processo che favorisce la produzione di materia riutilizzabile, riduce i rifiuti e ottimizza i processi produttivi.

VALORIZZARE

i rifiuti per renderli una risorsa: questa l’idea de La Galvanica Trentina Srl, protagonista in Trentino e in Italia di un progetto altamente innovativo senza precedenti. In azienda, infatti, è stato realizzato un progetto di ricerca e sviluppo finalizzato a trasformare il “problema” dello smaltimento dei rifiuti in un valore aggiunto.

Questo progetto è stato sviluppato con il supporto della Provincia autonoma di Trento: La Galvanica Trentina, infatti, ha ottenuto la concessione di un contributo a valere sulla Legge provinciale per gli incentivi alle imprese (L.P. 6/99 art. 5) che promuove la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale di nuove e originali conoscenze per innovare prodotti, processi o servizi.

“L’obiettivo de La Galvanica Trenti-

na – fanno sapere dall’azienda – consiste nell’implementare un sistema avanzato di trattamento delle acque di scarico e di gestione delle vasche di processo, finalizzato all’ottimizzazione dei processi, alla riduzione dei rifiuti e al loro recupero”.

Per capire meglio di cosa si tratta, occorre entrare nel merito del ciclo produttivo de La Galvanica, azienda leader nel comparto dei rivestimenti galvanici dei metalli, con certificazioni di qualità ISO 9001 e ambiente ISO 14001, con un’esperienza di oltre 80 anni alle spalle che nell’ultimo decennio ha sempre incrementato la produzione. “Negli ultimi cinque anni – continuano – la crisi dei rifiuti in Italia, causata dalla continua richiesta di conferimenti in discarica e dalla scarsità di spazio in queste ultime, ha portato a un incremento del 144% del costo per lo smaltimento dei fanghi di depurazione inorganici ricchi di metalli: il principale rifiuto prodotto dalle galvaniche (assieme ad acidi di decapaggio esausti). Nella Galvanica Trentina, azienda di piccole dimensioni, il quantitativo annuale prodotto ammonta a circa 250.000 kg. Considerando che lo smaltimento di fanghi in impianti autorizzati incide per l’86% sulla struttura dei costi dei rifiuti, ne consegue che in questo intervallo di tempo il costo sostenuto per la gestione di questo rifiuto è aumentato del 123%. Si evidenzia che al costo di lavorazione della zincatura in termini di materie prime ed energia bisogna aggiungere 16,00 €/t per lo smaltimento di rifiuti. Pertanto, si ha un’incidenza importante sul costo di lavorazione.

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Inoltre, da un punto di vista normativo, il fango prodotto dall’industria galvanica è caratterizzato come rifiuto speciale pericoloso a causa della presenza di nichel e zinco. Oltre a causare una spesa sempre maggiore (che si somma alle spese generali per la produzione), il materiale prodotto deve essere conferito in discarica previa stabilizzazione, andando quindi ad occupare spazio in questi siti, già di per sé molto ridotto”.

Ed è proprio qui che entrano in campo ricerca e sviluppo. “Poiché attualmente si tende ancora ad utilizzare processi semplici e obsoleti per il trattamento delle acque reflue – precisa l’ing. Freddi, responsabile del progetto – abbiamo studiato e testato trattamenti che permettano di ottenere rifiuti che possono essere valorizzati, quindi con significativi miglioramenti in termini di impatto ambientale e consumo di risorse. Inoltre, parallelamente, si è sperimentato e in parte già applicato, un sistema di gestione di alcuni processi chimicofisici che ha permesso un aumento di produzione del 10%, una riduzione del 90% del materiale che deve essere rilavorato perché non conforme e che porterà ad una sostanziale semplificazione del trattamento delle acque reflue con considerevole riduzione dei chemicals utilizzati. Mediante le tecnologie studiate e testate, in una futura applicazione in scala reale, si stima sia possibile un risparmio del 50% rispetto alla spesa attuale per la medesima voce, con conseguente maggior competitività sul mercato attraverso l’offerta di una lavorazione anche molto più “green” rispetto alla concorrenza. Ne deriverà, inoltre, una maggior disponibilità di risorse economiche da destinare alle linee produttive, concretizzabile nell’aumento del personale impiegato”.

Per lo studio delle soluzioni innovative La Galvanica Trentina non si muove da sola. “Lavoriamo in collaborazione con l’Università di Trento, in particolare con il DICAM (Dipartimento in Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica), e con l’Ing. Michele Lorenzon, con il quale abbiamo sperimentato nuove tecnologie di trattamento per la separazione degli inquinanti, e che renderanno possibile il netto miglioramento della nostra impronta eco-

logica. Si sono testati processi di precipitazione selettiva, ossidazione, resine a scambio ionico sia per acque reflue che per liquidi concentrati, processi chimico-fisici di cristallizzazione e a monte una conduzione ottimizzata di alcuni processi”.

Queste sperimentazioni sono state finalizzate a un vero e proprio “uso intelligente” della materia. “Il risultato della ricerca – precisano dall’azienda – è nel prossimo futuro l’implementazione di un sistema avanzato di gestione del 70-80% dei processi chimico-fisici basato sui risultati dei test effettuati a scala di laboratorio, che quindi utilizzino un minor quantitativo di risorse, migliorino la produzione, producano materia riutilizzabile e infine rifiuti in quantità più che dimezzate, non classificati più come pericolosi e più facilmente conferibili in impianti autorizzati”.

Così, è stato maturato un know-how esclusivo che si auspica di incrementare, per portare La Galvanica Trentina ad un approccio sempre più ecologico, creando una lavorazione sempre più sostenibile sia ambientalmente che economicamente, e che sia anche di esempio per molte realtà produttive del territorio”.

Si sottolinea che contestualmente all’innovazione processista legata agli aspetti ambientali, l’azienda sta anche sviluppando un progetto di Lean Manufacturing, di efficientamento energetico e di digitalizzazione. Inoltre ha già provveduto a sostituire i trattamenti a base di Cromo VI con soluzione REACH e ROHS conformi (a base di Cromo III).

(adb)

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L’agenzia di comunicazione che ascolta le aziende

La conoscete quella storiella dei due giovani pesci e del vecchio pesce? Be’, eccola qua: due giovani pesci nuotano nell’oceano e incrociano un vecchio pesce che nuota in direzione opposta. Il vecchio pesce alza leggermente il cappello in segno di saluto ed esclama «Buongiorno ragazzi, com’è l’acqua oggi?». I due giovani pesci si guardano perplessi e continuano a nuotare; dopo un po’ uno dei due guarda l’altro e chiede: «cosa diavolo è l’acqua?». Per definire Archimede, l’agenzia di comunicazione di Trento fondata da Gabriele Dalla Costa e Mauro Vicentini, bisognerebbe innanzitutto definire la comunicazione; ma definire la comunicazione è precisamente come definire…ciò in cui siamo immersi fin da piccoli. Ecco, ce la caviamo abbastanza con le parole – o almeno così dice qualcuno – ma non fino a questo punto. In una lettera all’amico Russell, Wittgeinstein sosteneva che «il problema fondamentale» fosse proprio questo: capire «che cosa può essere detto» con le parole e che cosa, invece, può essere «solo mostrato». Non sappiamo se avesse ragione

Wittgeinstein, ma proviamo a fidarci. Piuttosto che dirvi chi siamo, proviamo a mostrarvi quello che ci piace fare, con competenza, passione e impegno. Ad Archimede ci piace accogliervi nel nostro nuovo open space di Trento e ci piace il caffè. Per prima cosa, quindi, vi accompagniamo in cucina e ve ne offriamo uno. Bevuto il caffè, di solito, ci piace sederci (sempre in cucina, o in salotto, se vogliamo stare rilassati, in sala riunioni, se dobbiamo concentrarci) e ci piace ascoltarvi.

Ora, lungi da noi essere retorici, ma negli anni abbiamo capito che forse la chiave della comunicazione sta proprio in questo: ascoltare. Quindi vi ascoltiamo. Ascoltiamo chi siete, cosa fate e cosa offrite, cosa sognate di essere e di fare. Vi ascoltiamo e facciamo domande e discutiamo insieme per capire come possiamo aiutarvi a realizzarli, questi sogni.

Il più significativo processo evolutivo che ha interessato la nostra azienda nei suoi oltre vent’anni di attività è andato proprio in questa direzione: ci siamo trasformati da una web agency pura in

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un’agenzia di comunicazione a tutto tondo. Ciò che ci piace fare ora è aiutare la vostra azienda a ripensarsi, a definirsi in un’identità chiara e riconoscibile, a raccontarsi in maniera creativa ed incisiva, ad aumentare la propria presenza ed efficacia sul mercato.

Dopo avervi ascoltato, aver fatto domande, aver discusso insieme, se necessario analizziamo le caratteristiche del vostro settore, il comportamento dei vostri competitor e il vostro. L’obiettivo è cercare di stabilire a che punto siete nel percorso verso una comunicazione performante. Una volta fatto ciò, progettiamo una strategia comunicativa ad hoc, implementando i canali e gli strumenti più adatti alle vostre esigenze nella maniera migliore per voi. Dalla progettazione di una nuova brand e visual identity fino all’attuazione di campagne online ed offline che la potenzino e creino conversioni a partire da essa. Evoluzione, infatti, non vuol dire eliminazione.

L’anima primordiale della web e digital agency è più viva che mai in noi.

Ciò che vi serve è un sito web o un’app?

Per noi progettare, sviluppare e pubblicare siti web e app è naturale come nuotare. Per la creazione di siti web utilizziamo Umbraco, il nostro cms proprietario, mentre per i blog ci appoggiamo a WordPress. Anche per la realizzazione di APP iOS e Android potete fare affidamento sui nostri creativi e i nostri developer: i primi le pensano, i secondi le fanno. Avete già un sito bello e ricco di contenuti ma è come una barca attraccata in porto che non naviga?

Che web agency saremmo se non fossimo anche un’agenzia di digital marketing? Grazie ai nostri servizi di ottimizzazione e posizionamento dei siti all’interno dei motori di ricerca, all’editing e pubblicazione di redazionali web, alle campagne di annunci sponsorizzati (Google AdWords, ReMarketing, AdWords per Video, Facebook, ecc.), alla creazione e pubblicazione di banner, al direct email marketing, e a tanti altri servizi (buzz marketing, viral marketing, impiego di usergeneratedcontent)

portiamo la vostra barca fuori dal porto e vi insegniamo a navigare in mare aperto. Volete migliorare la vostra presenza sui social?

Grazie al nostro servizio di social media management avete a disposizione un team di persone con competenze specifiche per elaborare una strategia strutturata di presenza e comunicazione su questi canali: non solo cureremo al meglio la qualità della vostra immagine e ci occuperemo di interagire con i vostri clienti, ma troveremo il modo di rendere la vostra azienda ancora più visibile. Insomma, cosa è che ci piace fare? Ci piace aiutarvi a definirvi e raccontarvi nel modo migliore possibile, a essere più visibili e, di conseguenza, a migliorare la vostra presenza e la vostra efficacia sul mercato. Ad esserci! Ascoltiamo le vostre parole per trasformarle in parole nuove o in immagini. Le animiamo all’interno del vostro sito web. Le rimpiccioliamo nella vostra app e nei social network. Le facciamo grandi per il vostro spot al cinema.

È questo che da sempre ci piace fare. Perché in fondo, parafrasando un noto scrittore, tra ciò che pensiamo, ciò che vogliamo dire, ciò che diciamo, ciò che gli altri vogliono capire, ciò che intendono, ciò che comprendono... ci sono troppe possibilità di sbagliare comunicazione. È per questo che vale la pena provare.

Agenzia di comunicazione

Via Brennero, 190 - 38121 Trento

T: +39 0461 961018 - info@archimede.eu

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Legge 6: presentati i nuovi criteri

A Palazzo Stella un appuntamento per illustrare le ultime modifiche ai criteri per la concessione degli aiuti all’internazionalizzazione e ai servizi di consulenza.

è tenuto a Palazzo Stella, lo scorso giugno, un seminario tecnico per presentare le importanti modifiche ai criteri per la concessione degli aiuti all’internazionalizzazione e ai servizi di consulenza, a valere sulla Legge provinciale n. 6/1999, introdotte con Delibere di Giunta provinciale di dicembre 2022 e marzo 2023.

L’evento, organizzato in collaborazione con Trentino Export e che ha visto la partecipazione di 150 imprese associate, è stato aperto dalla presidente del consorzio Barbara Fedrizzi e dal direttore generale Roberto Busato. Entrambi hanno sottolineato l’importanza dello strumento agevolativo che da più di vent’anni accompagna le imprese trentine nei loro progetti di crescita. In attesa dell’approvazione dei criteri attuativi della nuova legge provinciale sugli incentivi, prevista per il prossimo autunno, ha proseguito Busato, si è voluto offrire alle imprese un’occasione di confronto sulle ultime modifiche intervenute, che hanno impattato in maniera importante soprattutto per quanto riguarda i contributi dedicati alla partecipazione alle manifestazioni fieristiche internazionali e alle missioni all’estero.

Una panoramica generale è stata fatta dal dirigente generale di Apiae, l’Agenzia provinciale per l’incentivazione delle attività economiche, Daniele Bernardi e da Francesco Marchi , dirigente del Servizio agevolazioni dell’Agenzia.

In seguito, è stata presentata la nuova procedura automatica, che rappresenta un’istruttoria semplificata e rapida per alcune tipologie di investimenti. Per volere dell’Assessore Spinelli, nell’ottica di garantire maggiore liquidità alle imprese e al fine di superare la complessità che la compensazione fiscale presentava, a partire dal 1° gennaio 2023 i nuovi criteri consentono alle imprese di ottenere l’aiuto erogato in unica soluzione, mediante accredito sul conto corrente.

Inoltre, Confidi Trentino Imprese ha terminato il servizio di istruttoria e valutazione delle domande di contributo, che è tornato in capo ad Apiae. Il seminario è stato quindi anche l’occasione per far conoscere agli imprenditori i funzionari provinciali incaricati di istruire le prossime pratiche di agevolazione.

L’evento si è concluso con un’ampia sessione di domande e richieste di chiarimenti, oltre che a un’anticipazione dei prossimi bandi in corso di pubblicazione come quelli riguardanti i progetti di ricerca e sviluppo, l’assunzione di manager qualificati in azienda e l’efficientamento energetico delle strutture produttive.

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Legalità: Confindustria Trento sigla il protocollo

L’intesa dà attuazione al protocollo di legalità centrale tra Viminale e Confindustria. Le imprese potranno richiedere l’acquisizione della documentazione antimafia relativa ai propri fornitori.

CONFINDUSTRIA

Trento e il Commissariato del Governo di Trento hanno sottoscritto un accordo per il rafforzamento della cooperazione istituzionale contro le infiltrazioni criminali nell’economia.

Il protocollo è stato siglato dal Commissario del Governo di Trento, il prefetto Filippo Santarelli , e dal presidente dell’Associazione Fausto Manzana . Grazie all’intesa - con la quale è stata data attuazione al protocollo di legalità, siglato a livello centrale tra Viminale e Confindustria il 1° giugno 2022 - le imprese associate a Confindustria potranno richiedere, tramite la banca dati nazionale unica antimafia, l’acquisizione della documentazione antimafia relativa ai propri fornitori, laddove gli stessi non siano già presenti nelle “White List” o nell’anagrafe antimafia degli esecutori.

Il prefetto ha sottolineato che “l’accordo ha l’obiettivo di sostenere, in questa fase di rilancio dell’economia, il settore imprenditoriale, prevenendo e contrastando le eventuali ingerenze della criminalità organizzata. Ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa, soprattutto in vista della realizzazione delle opere previste dal Pia -

no Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Il presidente Manzana ha rilevato che “per la nostra Associazione, e per le imprese che a cascata aderiranno al Protocollo, siglare questo accordo significa assumere un ruolo fondamentale per contribuire alla costruzione di un’economia sana, dove la concorrenza sia basata sul merito e sulla capacità imprenditoriale e non alla messa in atto di pratiche scorrette. Grazie a questo protocollo di legalità le imprese potranno selezionare i propri fornitori, ottenendo anche dei benefici dal punto di vista reputazionale nei rapporti commerciali contribuendo alla costruzione di un tessuto imprenditoriale ancora più forte”.

Festa grande per Eleuterio Arcese, imprenditore e uomo d’associazione, che lo scorso 2 luglio ha compiuto 90 anni. Il traguardo è stato celebrato a Riva del Garda, nel corso di un evento fastoso al quale ha preso parte, per un omaggio, anche Confindustria Trento. Il nostro Consiglio Generale ha inoltre dedicato ad Arcese un tributo speciale in occasione dell’ultima riunione prima della pausa estiva.

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Fausto Manzana (a sinistra) con Filippo Santarelli Eleuterio Arcese viene premiato dal direttore generale di Confindustria Trento Roberto Busato

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#WelfareTrentino: nuovi ingressi

Il progetto, promosso da Confindustria Trento e RetImpresa, raccoglie nuovi consensi tra le imprese trentine: entrano nella rete Manica, Novurania, Seppi e Sovecar.

AUMENTA

ancora il numero di aziende che hanno deciso di unirsi alla Rete #WelfareTrentino. Novurania Spa, Manica Spa, Seppi M. Spa e Sovecar Srl SB portano infatti a venti le realtà aderenti al Gruppo, coordinato da Confindustria Trento.

Novurania Spa, azienda di Tione attiva da circa settant’anni nel campo della produzione di tessuti spalmati in gomma, privilegiando l’utilizzo di materiali riciclabili e le lavorazioni a basso impatto ambientale, ha aderito al progetto nel mese di aprile e con l’inizio dell’estate ha avviato la piattaforma per la gestione dei flexible benefit. Già attiva anche la piattaforma di Manica Spa, storica azienda di Rovereto,

leader nella produzione di solfato di rame per l’industria e la zootecnia e di agrofarmaci a base di rame, che ha concluso rapidamente tutto l’iter di attivazione. Di fine giugno gli ingressi di Seppi M. Spa, storica azienda di Mezzolombardo, leader nella produzione di macchine per l’agricoltura professionale, per la manutenzione del verde pubblico e per la silvicoltura, e del Gruppo Sovecar, con sede principale a Spini di Gardolo e tre aziende attive sul mercato: la storica SOVECAR Carrelli (vendita e assistenza per carrelli e transpallet per l’industria), Italnolo (tuttonoleggio per aziende e privati) e CLIMAcenter (servizi di climatizzazione e impianti per l’utilizzo di energie rinnovabili).

A beneficiare dell’allargamento della Rete saranno dunque i circa quattrocentocinquanta lavoratori impiegati tra le Giudicarie, Trento e Rovereto, grazie ai quali continua ad aumentare il numero di dipendenti complessivamente coinvolti nella rete, già ampiamente al di sopra quota 5mila.

A sei anni e mezzo dal lancio del progetto, i nuovi ingressi dimostrano ancora una volta il costante interesse, da parte della compagine imprenditoriale trentina, per l’iniziativa sostenuta dall’Associazione.

Passaggio di consegne nel Coordinamento

Provinciale Imprenditori

Alla fine di giugno, come previsto dallo statuo del Coordinamento Provinciale Imprenditori, nel corso della riunione del Consiglio del Coordinamento Provinciale Imprenditori è stato effettuato il passaggio di consegne alla Presidenza da Giovanni Bort, presidente di Confcommercio del Trentino a Mauro Paissan, presidente di Confesercenti del Trentino, il quale presiederà il tavolo che riunisce tutte le associazioni di categoria del Trentino per i prossimi 12 mesi.

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L’innovazione trentina protagonista a Rimini

Al We Make Future Festival di Rimini tra i maggiori espositori c’era anche una delegazione di aziende trentine guidata da Confindustria Trento e Trentino Sviluppo.

15 al 17 giugno 2023 una delegazione di aziende trentine guidata da Confindustria Trento e Trentino Sviluppo ha partecipato al We Make future Festival di Rimini: la fiera Internazionale e il festival dedicato all’innovazione tecnologica e digitale più importante e partecipato d’Italia. Un evento di primo piano nel panorama fieristico italiano, il quale si pone come una piattaforma di business, formazione e cultura per accelerare la transizione digitale del Paese. Queste le premesse che hanno portato Confindustria Trento e Trentino Sviluppo a ritenere questo evento il giusto palco per presentare e dare maggiore luce

alle eccellenze del “Sistema trentino dell’innovazione”. “Trentino, Innovative by Nature”, il motto che ha caratterizzato tutte le aziende presenti, concetto, quello della vocazione all’innovazione, che si pone in chiara continuità con le attività svolte a febbraio durante il Word Artificial Intelligence Festval di Cannes, che hanno proprio l’obiettivo di creare sinergie trasversali sui temi dell’innovazione sia in ottica di sviluppo territoriale, ma anche di apertura verso contesti di business sempre nuovi. Dunque realtà strutturate, startup, istituzioni e un centro di ricerca, tutti insieme per dimostrare come il nostro sistema sia capace di valorizzare e far dialogare tutte le espressioni imprenditoriali che hanno a cuore la digitalizzazione del mondo economico in tutte le sue molteplici forme. La delegazione trentina era quindi, in ordine alfabetico, composta da: Aersafe, B2 labtech, BaolFly, Bluetensor, Certiblok, Confindustria Trento. Cosman, Dedagroup, Fondazione Bruno Kessler, Gpi, Igloo, Meeva, Neurab, Novotic, Onebra, Ruma, Social IT, Trentino.ai, Trentino Sviluppo, TxC2, Yore.

Una partecipazione che ha voluto far risaltare questo approccio anche in un’ottica divulgativa e di confronto. Infatti, ve -

Il presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana è intervenuto a Rimini per presentare le peculiarità del sistema Trentino

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DAL

nerdì 16 giugno Fausto Manzana , presidente di Confindustria Trento, è intervenuto sul palco dedicato ai temi del futuro con uno speech intitolato “Verso un’idea di Società 5.0: il caso del Trentino”, dove ha dichiarato: “Abbiamo il vanto di essere un territorio che più di molti altri: fa, organizza e soprattutto condivide esperienze virtuose. Ma non vogliamo accontentarci di quanto fatto finora, al contrario abbiamo il compito di rilanciare la sfida: per imprese e istituzioni questo è il momento in cui assumersi la responsabilità di progettare un domani sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. La sfida è oggi, e non possiamo permetterci di perderla”.

Un intervento che ha presentato il Trentino e i primati del suo sistema produttivo in un contesto nuovo, dimostrando la capacità di destare un sincero interesse anche da parte delle persone presenti al We Make Future Festival, grazie a chiavi interpretative che hanno presentato l’idea chiara di come il Trentino voglia essere protagonista nel far convergere i temi della Transizione Sostenibile e quella Digitale in un’unica sfida per affrontare il futuro.

I numeri del We Make

Approccio condiviso anche dal presidente di Trentino Sviluppo, Sergio Anzelini , che così ha sottolineato il significato dell’iniziativa: “A Rimini abbiamo accompagnato aziende che sono il risultato tangibile dell’importante investimento fatto dal nostro territorio in percorsi di accelerazione e nei servizi di supporto alle startup, con idee brillanti che sono diventate concrete ed ora sono pronte per proporsi su palcoscenici nazionali. Una presenza organizzata in una logica sinergica, assieme ad altri attori del territorio, così da rendere evidente la filiera che il sistema territoriale vuole esprimere”. Tutto questo in un contesto fieristico del tutto innovativo, dove al più tradizionale spazio espositivo sono stati affiancati molteplici eventi formativi su 36 macro-temi legati alle tecnologie digitali, tra cui: l’intelligenza artificiale, la robotica, ma la tecnologia come strumento d’inclusione, la sostenibilità in tutte le sue declinazioni. Il fatto di mantenere nello stesso momento una vocazione generalista, ma che poi sapesse in momenti specifici e ben organizzati andare veramente a fondo sui temi, ha permesso alle aziende della delegazione di confrontarsi su molteplici aspetti con i maggiori player di questo settore per: acquisire nuove e più consolidate prospettive di sviluppo, dare i giusti stimoli alla competitività delle aziende trentine e non ultimo identificare inedite opportunità di collaborazione.

Il We Make Future Festival è stato dunque un acceleratore di cultura, formazione e innovazione per operare come strumento al servizio della società, mettendo in connessione il sistema produttivo italiano, il Trentino dunque non poteva mancare (fp).

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023
Festival: Oltre 60mila presenze da 85 Paesi Più di 670 espositori 2.000 tra startup e investitori Più di 1.000 speaker e oltre 130 ospiti istituzionali, nazionali e internazionali
Future

Ipsp 2023: vince il team Elixe

Soddisfazione è stata espressa anche dalle altre imprese che hanno aderito all’iniziativa - Girardini Srl di Tione e Sepr Italia Spa di Mezzocorona - che adotteranno le soluzioni messe a punto dai talenti a loro abbinati.

al termine l’edizione 2023 di IPSP, Industrial Problem Solving with Physics, che ha visto impegnate per un’intera settimana tre squadre di giovani talenti, al lavoro per risolvere i problemi industriali e tecnologici di altrettante imprese del territorio.

Tutti i team di lavoro hanno assolto egregiamente il compito affidato loro nell’ambito dell’iniziativa promossa da Università di Trento in collaborazione con Confindustria Trento, Trentino Sviluppo e Fondazione Hub Innovazione Trentino, trovando soluzione ai problemi posti dalle aziende che avevano aderito,

tramite bando, al progetto: Girardini Srl, Elixe Srl e Sepr Italia Spa.

Tra essi, il comitato scientifico che ha esaminato e valutato i lavori ha proclamato un solo vincitore: si tratta della squadra che ha operato per conto di Elixe, azienda di Spini di Gardolo attiva nel settore dei macchinari di produzione per il rivestimento e il trattamento di tubi di acciaio. Il problema sottoposto riguardava lo studio di un sistema di irraggiamento UV all’interno di un cilindro per la realizzazione di rivestimenti organici per la protezione di metalli. Soddisfazione è stata espressa anche da Girardini e Sepr Italia, che adotteranno le soluzioni messe a punto dai talenti a loro abbinati. Nel caso di Girardini, azienda di Tione specializzata nella progettazione e costruzione di stampi, stampaggio a freddo, verniciatura e assemblaggio, il team di Ipsp è stato capace di perfezionare il processo di saldatura di un perno conduttivo in acciaio su una lamiera di zinco magnesio utilizzata per la copertura di un motore elettrico per automobile. Nel caso di Sepr Italia, leader nell’ambito delle soluzioni refrat -

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È GIUNTA
Il team di Elixe Foto: ©UniTrento ph Pierluigi Cattani Faggion

tarie più avanzate per l’industria del vetro con stabilimento a Mezzocorona, Ipsp è stata l’occasione per ottimizzare il processo di finitura di semilavorati in materiale refrattario elettrofuso.

I tre progetti sono il frutto del lavoro di 24 fra studenti e studentesse di laurea magistrale e di

dottorato, laureati e laureate, ricercatori e ricercatrici in fisica, matematica, ingegneria e informatica. Le squadre hanno operato per una settimana sfruttando risorse, strutture e supporto del Dipartimento di Fisica.

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Il team di Girardini Team Il team di Spr Italia Team Foto: ©UniTrento ph Pierluigi Cattani Faggion Foto: ©UniTrento ph Pierluigi Cattani Faggion
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Nuove professioni dalle scienze umane

Una ricerca della Fondazione Collegio San Carlo e Umana Spa, presentata nell’ultimo incontro dell’HR Group, evidenzia il ruolo significativo degli umanisti in ambito aziendale per le sfide del futuro.

maggio, presso la sede di Gpi Spa, Confindustria Trento ha organizzato, in collaborazione con Umana Spa, un nuovo appuntamento dell’HR Group, occasione sempre gradita agli HR manager delle aziende associate per incontrarsi e confrontarsi su tematiche di loro interesse.

Argomento di giornata le nuove professioni che nascono dalle scienze umane, tematica che ha incuriosito i numerosi partecipanti anche per il grado di approfondimento e cura con la quale è stata sviscerata dai relatori Giuliano Albarani , presidente Fondazione Collegio San Carlo e  Francesco Colla , responsabile sviluppo progetti di Itinere, Divisione di Umana Spa. L’introduzione dei lavori è stata curata da Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento e Maria Raffaella Caprioglio , presidente di Umana Spa, che, dopo un saluto e ringraziamento ai presenti, oltre che a Gpi Spa per l’ospitalità, hanno dato la parola ai due relatori, i quali hanno presentato un interessante progetto condotto nel 2022 da Fondazione San Carlo Modena, con il supporto di Itinere (una divisione di Umana Spa), dal titolo “Futuro

competente: saperi e pratiche per uno sviluppo sostenibile”. Lo scopo di tale ricerca – realizzata sui collegamenti creativi tra le diverse discipline, la valorizzazione dei talenti, gli investimenti in formazione e innovazione – era quello di valutare le competenze e le conoscenze più richieste dalle aziende per affrontare le sfide del futuro prossimo, cercando di trovare una soluzione atta ad attenuare il noto divario tra istruzione superiore e mondo del lavoro.

In particolare, la Fondazione Collegio San Carlo ha concentrato il proprio interesse sulla formazione in ambito filosofico-umanistico, quello di più specifica pertinenza alla Fondazione stessa, che spesso viene percepito come distante da quanto concretamente richiesto dalle aziende al mercato del lavoro.

Le interviste hanno riguardato 50 imprese di diverse dimensioni e settori, principalmente concentrate in Emilia-Romagna e 21 studenti/alumni umanisti: nello specifico, alle imprese è stato richiesto quali siano le abilità, conoscenze e competenze che ricercano sul mercato del lavoro e le pratiche nelle quali vedono funzionale la contaminazione dei saperi provenienti da discipline umanistiche con la realtà aziendale.

Viceversa, agli studenti ed alumni umanisti è stato chiesto quali saranno secondo loro le abilità, conoscenze e competenze fondamentali per posizionarsi nel mondo del lavoro del futuro (prossimo), nonché di individuare dove si trovi il punto di connessione tra i loro percorsi di studio ed il mondo del lavoro stesso, anche e soprattutto alla luce della transizione digitale ed ecologica in atto.

La presentazione delle risposte formulate da imprese e studenti/alumni ha piacevolmente sorpreso i presenti, i quali hanno dato vita ad un vivace confronto interpretativo sui risultati della ricerca, portando all’attenzione dei relatori la loro esperienza personale rispetto al posizionamento dei saperi umanistici all’interno delle mansioni lavorative svolte nelle proprie realtà aziendali. È stata questa l’occasione per ragionare insieme sulle evidenti criticità di un sistema scolastico nazionale che non aiuta i ragazzi a farsi trovare pronti al mondo del

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A FINE di ANDREA MARSONET, responsabile Area Lavoro e Welfare, Confindustria Trento

lavoro al termine dei loro percorsi di studio. Volendo qui provare a sintetizzare i risultati del progetto presentato dai due relatori, dalle risposte ricevute dalle aziende della ricerca emerge come, seppur manchi ancora da parte loro una piena considerazione degli umanisti all’interno dei ruoli aziendali, nel momento in cui le aziende sono state stimolate su come affrontare le sfide del futuro ed a quali risorse attingere per continuare a competere sul mercato, hanno quasi tutte riconosciuto aperture significative in termini di contaminazione con i saperi umanistici.

Il risultato della ricerca condotta su quale sia l’identità professionale degli studenti/alumni ha restituito, invece, un interessante, ed in parte inaspettata, consapevolezza da parte di quest’ultimi sull’importanza che ricoprono nelle sfide aziendali presenti e future: nonostante

gli umanisti riferiscano poca conoscenza delle dinamiche aziendali, si ritengono portatori di quelle competenze, maturate nei percorsi di studi, che aiutano a traghettare nelle transizioni che le imprese sono oggi chiamate ad affrontare. Gli studenti o giovani laureati si fanno portatori della convinzione che il sapere umanistico è meno soggetto a obsolescenza del sapere tecnico: conclusione questa che diversi HR manager presenti all’evento si sono sentiti di sposare. Infine, a conclusione dell’evento non è mancato l’ormai tradizionale rinfresco, sempre utile occasione per i partecipanti di scambiarsi idee e fare rete, uno dei principali obiettivi che l’HR Group persegue.

Considerata la gradita partecipazione all’evento, l’Associazione è già al lavoro per organizzare nuovi workshop dedicati agli HR manager delle aziende associate.

Ricordando… Luciano Dallago

Lo scorso 18 giugno ci ha lasciato Luciano Dallago, ceo Dalmec, vicepresidente, fondatore e cuore pulsante del gruppo Dalmec. Uomo di immenso valore, capace di scelte imprenditoriali visionarie e vincenti, con la sua amata squadra di collaboratori ha portato Dalmec al vertice del suo settore in tutto il mondo.

L’Associazione si stringe ai familiari e ricorda con commosso calore una colonna portante dell’industria trentina, esempio per molti di come il successo di un’azienda sia l’effetto di importanti investimenti, e sia motore della crescita delle persone, della comunità, del territorio.

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Sviluppare le soft skills con il gioco

Assoservizi sta curando lo sviluppo delle soft skills di oltre cento studenti universitari, per la ricerca e l’ingresso nel mondo del lavoro, attraverso un percorso formativo Game Based.

come oggi le soft skills sono considerate così importanti in azienda: le competenze trasversali sono ricercate in ogni contesto lavorativo, sia per l’assunzione sia per raggiungere il proprio successo personale e professionale.

Nasce da questa riflessione l’accordo tra Assoservizi e Job Guidance - Università di Trento per un percorso formativo di sviluppo delle soft skills per la ricerca e l’ingresso nel mondo del lavoro, con una modalità basata sul coinvolgimento individuale e su esercitazioni di tipo aziendale. Più di cento studenti dell’Università di Trento hanno fino ad ora partecipato all’assessment e ai successivi corsi di formazione sulle principali competenze trasversali richieste dal mondo del lavoro. A ottobre si riparte. Il progetto Soft Skills prevede

infatti l’offerta a studenti e studentesse dell’Ateneo di corsi basati su metodologie game-based – solo per dirne alcuni gamification, game based learning, serious game – prevalentemente online, ma anche in presenza, in italiano e inglese. Inoltre, per alcune di queste tematiche, sono state previste edizioni con la metodologia Lego® Serious Play®.

Prima di iniziare i corsi viene offerta la possibilità di effettuare un assessment per valutare le proprie competenze relative agli argomenti che verranno trattati. Questo assessment iniziale aiuta a identificare le aree di miglioramento e a personalizzare l’esperienza di apprendimento per soddisfare le esigenze individuali. Fornisce una panoramica chiara delle competenze attuali degli studenti e crea una base solida per lo sviluppo delle competenze necessarie per il successo professionale. Il valore aggiunto di Assoservizi è che in questa fase è in grado di portare agli studenti l’esperienza diretta con le aziende e la testimonianza delle esigenze del tessuto industriale, accorciando le distanze tra i giovani e il mondo del lavoro.

Il progetto Soft Skills è stato progettato da Federico Diener , area formazione Assoservizi, assieme a due formatori che hanno più di 20 anni di esperienza come consulenti e formatori aziendali, e che collaborano da tempo con la società di servizi di Confindustria Trento: Francesco Apuzzo , che tiene i corsi sia in italiano che in inglese, garantendo un’esperienza formativa accessibile a un pubblico internazionale, e Gian

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MAI di FRANCESCO APUZZO e GIAN PAOLO BARISON, docenti e consulenti Assoservizi

Paolo Barison , che ha introdotto un approccio innovativo all’apprendimento delle soft skills utilizzando la metodologia LEGO® SERIOUS PLAY®. Con questa metodologia gli studenti hanno condiviso un’idea comune di soft skills e hanno potuto analizzare i loro punti di forza e debolezza.

Uno degli aspetti distintivi del progetto Soft Skills è l’utilizzo di una metodologia game-based per l’apprendimento. I corsi sono progettati per essere interattivi e coinvolgenti, incorporando strumenti digitali e dinamiche di serious game per rendere l’acquisizione delle soft skills un’esperienza stimolante e divertente. Leadership e problem solving appaiono due soft skills molto richieste dalle aziende. Chi non si è mai trovato a dover scegliere come gestire i rapporti con i propri collaboratori e capire quale stile di leadership fosse il più adeguato a quell’obiettivo e a quelle persone? E come collaboratori, qual è lo stile di leadership che più ci affascina? Partendo dalle teorie della leadership di Bales e Slater e da una presentazione dei diversi stili di leadership con il modello di Goleman ci si è focalizzati su come l’evoluzione dei sistemi organizzativi aziendali richieda oggi una leadership più carismatica, capace di orientare e coinvolgere verso un obiettivo e a volte di utilizzare il modello del coach per aiutare i col -

laboratori a prendere la strada giusta per loro. Nel modulo dedicato al problem solving, queste tecniche hanno aiutato la sviluppo del pensiero strategico e del pensiero creativo, facendo capire agli studenti che vi sono tecniche di analisi con cui fare problem solving - come ad esempio il diagramma di Ishikawa - ma è anche importante allenarsi a tenere aperti vari punti di vista e diverse tecniche di ragionamento.

I corsi offerti coprono una vasta gamma di ulteriori competenze trasversali: “lavorare per obiettivi” offre la possibilità di apprendere come stabilire e perseguire gli obiettivi in modo efficace mentre la “gestione del tempo” aiuta a ottimizzare l’uso delle risorse a propria disposizione. L’”intelligenza emotiva” potenzia la consapevolezza e la gestione delle emozioni, mentre la “negoziazione e la gestione dei conflitti” sviluppa abilità di empatia, comunicazione e risoluzione di situazioni complesse.

L’esperienza è utile per avvicinare il mondo universitario alle esigenze aziendali, che sappiamo non si esauriscono al momento dell’assunzione e dell’apprendistato, perché sulle soft skills si può e si deve lavorare per lungo tutto l’arco della vita lavorativa. Il Lifelong Learning deve diventare una filosofia personale di miglioramento di sé.

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5.0: Youth in action!

Confindustria Trento ha lanciato quest’anno il premio “5.0: Youth in action!” destinato ai migliori manifesti sulla società 5.0 prodotti dalle scuole che hanno partecipato quest’anno ai progetti “Eureka! Funziona!” e “Tu Sei”

NELL'AMBITO

del progetto Duemilatrentino, come era accaduto anche lo scorso anno con lo “Youth in action for sustainability”, Confindustria Trento ha lanciato quest’anno il premio

“5.0: Youth in action!” destinato ai migliori manifesti sulla società 5.0 prodotti dalle scuole che hanno partecipato quest’anno ai progetti “Eureka! Funziona!” e “Tu Sei”. I migliori lavori saranno presentati in occasione dell’Assemblea annuale di Confindustria Trento, il prossimo 18 settembre a Riva del Garda.

I progetti di sistema si sono svolti anche quest’anno con i migliori esiti.

La quindicesima edizione di Tu Sei ha coinvol -

to 467 studenti, 15 istituti scolastici con 59 insegnanti, 15 aziende. Quattordici i progetti in concorso, più tre biennali alla prima annualità. Il bilancio delle edizioni condotte fin qui sfiora il tetto degli 11mila studenti coinvolti, con 274 realizzazioni, 263 partecipazioni da parte delle scuole, 287 da parte delle aziende. L’edizione 2022/2023 di Eureka! Funziona!, dedicata alla pneumatica, ha coinvolto 11 istituti comprensivi con 24 classi, per un totale di 426 studenti. Il totale delle edizioni, dal 2017 e sin qui, vanta la partecipazione di 57 istituti scolastici, 119 classi e 1.890 bambini.

Delegazione trentina all’assemblea Anita 2023

Lo scorso mese di giugno, all’Hotel Parco dei Principi di Roma, si è tenuta l’Assemblea generale di ANITA. Quest’anno l’Assemblea ha visto il passaggio di consegna alle redini dell’associazione da Thomas Baumgartner , l’altoatesino presidente di Fercam Spa, in carica dal 2014, a Riccardo Morelli , titolare dell’azienda umbra Morelli Logistica e Servizi Srl. Nella due giorni di incontro, il neoeletto presidente Morelli ha indicato quale sarà la rotta di ANITA nel prossimo futuro: la sua visione dell’autotrasporto perseguirà la decarbonizzazione, una miglior reputazione, per poter attrarre nuovo personale, una maggior integrazione con le altre tipologie di trasporto (intermodalità), il rinnovo del parco mezzi con conseguente innovazione del settore.

In rappresentanza di Confindustria Trento era presente la delegazione composta da Lucia e Stefano Pedot della Autotrasporti Pedot Srl, da Gustavo Rosa della Corriere Rosa Srl e da Lucio Sandri della Sandri Autotrasporti Srl. (gs)

58 TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 education education

GLI ARTIGIANI DELLE TUE FINESTRE

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IL CALORE DEL LEGNO, LA FORZA DELL’ALLUMINIO

Trasferte e distacchi in Europa

La libera prestazione di servizi è uno dei principi cardine del Mercato Unico Europeo. La Direttiva 96/71/CE bilancia la tutela dei diritti dei lavoratori e la libertà di movimento.

LA LIBERA

prestazione di servizi è uno dei principi cardine del Mercato Unico Europeo, che consente alle imprese situate in uno Stato dell’Ue di operare in altri Stati membri (cd. libertà di stabilimento) anche attraverso l’invio di proprio personale per lo svolgimento di una prestazione di servizi.

Al fine di bilanciare la tutela dei diritti dei lavoratori e libertà di stabilimento, il legislatore comunitario è intervenuto attraverso la Direttiva 96/71/CE (cd. Direttiva Madre).

Chi è il lavoratore distaccato?

Secondo la Direttiva 96/71/CE, un “lavoratore distaccato” (art. 2, comma 1) è quel lavoratore che, per un periodo limitato di tempo, svolge il proprio lavoro in uno Stato diverso da quello in cui è abitualmente impiegato. È dunque evidente che in questa definizione rientrano anche le trasferte effettuate per lo svolgimento di una prestazione transnazionale di servizi.

Il “business traveller” è un lavoratore distaccato?

Ai fini dell’applicazione delle normative sul distacco transnazionale, è necessario fare riferimento alla normativa di ciascun

Paese per verificare eventuali esenzioni nel caso in cui l’attività non costituisca una prestazione di servizi (es. partecipazione a corsi di formazione o riunioni interne).

Tuttavia, indipendentemente dalla durata e dalla tipologia di attivià svolta in altro Stato membro, in caso di trasferta per motivi di lavoro (inclusi i business trip) è sempre necessario richiedere il modello A1, come ribadito dalla Commissione europea.

Negli anni il legislatore comunitario, per far fronte a diversi fenomeni elusivi (quali distacchi fittizi e le c.d. letter box companies), intervenne attraverso la Direttiva 2014/67/UE (cd. Direttiva Enforcement). Questa direttiva ha introdotto un sistema coordinato di adempimenti amministrativi per i prestatori esteri che inviano personale in un altro Stato membro e ha consentito agli Stati membri di istituire appositi regimi sanzionatori contro i soggetti inadempienti.

Quali sono gli obblighi della società “distaccante”?

Le società che inviano proprio personale in Ue devono rispettare una serie di obblighi imposti dagli Stati membri, tra cui:

• Obbligo di invio di una notifica preventiva alle autorità competenti dello Stato membro Ue ospitante.

• Obbligo di conservazione la documentazione relativa al distacco (es. contratto di lavoro, buste paga, modello A1, etc.).

• Obbligo di rappresentanza, attraverso la designazione di una persona di contatto, in caso di richiesta da parte delle autorità competenti e delle parti sociali dello Stato membro ospitante.

L’ultimo intervento normativo in materia di lavoratori distaccati in UE è rappresentato dalla Direttiva 2018/957/UE che, nata con lo scopo di rivedere ex-novo la Direttiva Madre 96/71, amplia l’elenco di condizioni minime di lavoro e occupazione, introduce la parità retributiva, il concetto di “distacco di lunga durata” e una norma anti-elusiva per contrastare il fenomeno del cosiddetto rotation posting.

60 TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2023 internazionalizzazione
internazionalizzazione
di LAVINIA AIOSA, Global Mobility & EU Posting Manager ECA Italia

Quali sono gli standard minimi di tutela da garantire ai lavoratori distaccati?

In caso di invio di personale nell’ambito di una prestazione transnazionale di servizi, il datore di lavoro è tenuto a garantire, se di maggior favore, le stesse condizioni di lavoro e occupazione previste nello Stato membro ospitante per un determinato elenco di materie. Queste sono riportate all’art. 3 della Direttiva 96/71/ CE e includono, tra le altre, condizioni salariali, periodi massimi di lavoro e minimi di riposo, salute sicurezza e igiene sul luogo di lavoro. In ottica di maggiore tutela, la Direttiva 2018/957/ Ue ne ha ampliato il contenuto e ha introdotto la piena equiparazione retributiva tra lavoratori distaccati e lavoratori locali e l’obbligo di garantire sia condizioni di alloggio adeguate che indennità o rimborsi a copertura delle spese di viaggio, vitto e alloggio per i lavoratori lontani da casa per motivi professionali.

Cosa prevede il nuovo “Decreto trasparenza”?

Al fine di garantire una sempre maggiore equità ai lavoratori in UE, la direttiva 1152/2019 si è posta l’obiettivo di rendere più trasparenti e prevedibili le condizioni di lavoro applicabili ai lavoratori, perfezionando l’obbligo - già previsto dalla direttiva 533/91/CE - per i datori di lavoro di fornire ai propri lavoratori un’informativa completa.

In recepimento della direttiva 1152/2019, il d.lgs. 27 giugno 2022 n. 104, noto come “Decreto trasparenza” ha introdotto, per quanto attiene alle prestazioni di lavoro all’estero, una nuova formulazione dell’art. 2 del D. Lgs. N. 152/1997, prevedendo che, in caso di datore di lavoro che distacchi in uno Stato membro o in uno Stato terzo un lavoratore nell’ambito di una prestazione transnazionale di servizi, questo sia tenuto a fornire allo stesso, per iscritto e prima della partenza e indipendentemente dalla durata dell’assegnazione, le seguenti informazioni:

a) il paese o i paesi in cui deve essere svolto il lavoro all’estero e la durata prevista;

b) la valuta in cui verrà corrisposta la retribuzione;

c) le eventuali prestazioni ulteriori in denaro o in natura inerenti agli incarichi svolti;

d) ove sia previsto il rimpatrio, le condizioni che lo disciplinano;

e) la retribuzione cui ha diritto il lavoratore conformemente al diritto applicabile dello Stato membro ospitante;

f) le eventuali indennità specifiche per il distacco e le modalità di rimborso delle spese di viaggio, vitto e alloggio;

g) l’indirizzo del sito internet istituzionale dello Stato membro ospitante in cui sono pubblicate le informazioni sul distacco.

Il datore di lavoro è dunque tenuto a verificare preventivamente la retribuzione spettante conformemente al diritto applicabile nel Paese estero – come già previsto dalle direttive sul distacco transnazionale – e informarne il dipendente attraverso, ad esempio, apposita lettera di trasferta/distacco.

Gli obblighi, i meccanismi di controllo e l’impianto sanzionatorio variano considerevolmente da uno Stato membro all’altro, rendendo complesso per le aziende adottare un approccio armonizzato e coerente nell’invio di lavoratori in Ue.

Questo mosaico di obblighi ha generato un considerevole onere amministrativo per le aziende che, anche per brevi trasferte, inviano lavoratori nei Paesi dell’Ue, comportando in diversi casi un rischio significativo di esposizione a sanzioni - non solo di natura amministrativa.

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Quando l’export è il proprio Dna

FONDERIA

avviata nel 1895 da Agostino Menestrina , la Menestrina Srl viene militarizzata, durante la Prima guerra mondiale, per sostenere la produzione bellica.

L’azienda esce completamente distrutta durante la Seconda guerra mondiale a causa dei bombardamenti aerei che sconvolgono lo scalo ferroviario di Trento, al quale ancora oggi è limitrofa. Ricostruita, è nel Dopoguerra e grazie alla terza generazione dei fratelli Pino e Mario Menestrina che si afferma nella progettazione e costruzione di macchinari (prima) e impianti per la lavorazione del bitume (poi), raggiungendo un ruolo di leadership a livello internazionale che la porta a collaborare con i principali players mondiali nel campo della produzione di membrane impermeabilizzanti a base bituminosa e delle pavimentazioni stradali con bitumi modificati e altri bitumi industriali.

Con la quarta generazione –quella attuale, rappresentata da Massimo Menestrina – prosegue lo sviluppo dell’azienda che grazie anche a un potenziamento dell’area progettazione, ricerca e sviluppo consente a Menestrina di rimanere fra i leader di mercato per la progettazione e

costruzione di impianti per la lavorazione del bitume e ad essere fra le prime aziende a livello internazionale a cimentarsi con successo in progetti di economia circolare e ecosostenibilità.

La vostra è una azienda decisamente internazionalizzata, ci può spiegare il motivo?

MM: Il nostro mercato di riferimento è tipicamente affine all’Oil&Gas, quindi una tendenza all’internazionalizzazione ne è la logica ed intrinseca conseguenza. Pino Menestrina già trattava con Paesi del Mediterraneo e del Golfo Persico negli anni sessanta e nei primi anni ottanta approcciammo con successo il mercato Nord Americano.

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Intervista a MASSIMO MENESTRINA e PIERO PAGANINI, Ceo e Cfo di Menestrina Srl

Come ritiene l’attuale situazione economica italiana, specie nel vostro settore. Vede segnali positivi?

PP: Difficile. Da anni purtroppo non produciamo commodities. I nostri clienti hanno bisogno di stabilità e prospettive solide per fare i loro investimenti, parliamo di impianti industriali. Condizioni economiche quindi ma anche socio-politiche stabili che negli ultimi anni non ci sono state.

Secondo lei quali sono le maggiori difficoltà che si affrontano nell’approcciare un mercato estero?

PP: A prescindere dalla globalizzazione ad oggi messa in discussione, ogni Paese è una realtà a sé stante, con cultura usi e consuetudini che bisogna conoscere prima di affrontare qualsiasi mercato. Allo stesso modo le normative tecniche internazionali non sono sempre allineate, la contrattualistica internazionale ha spesso basi giuridiche completamente diverse e gli aspetti finanziari non sono assolutamente da sottovalutare.

Quali sono i vostri mercati esteri di riferimento e quale il “peso” delle attività internazionali ad oggi sul vostro business?

MM: Negli ultimi dieci anni, accanto agli Stati Uniti ed al Nord America in generale, l’area geografica del Pacifico e Sud-Est Asiatico ha avuto notevole peso ed una crescita continuativa. L’export per la nostra azienda è quasi la totalità del nostro fatturato totale.

Come valuta i servizi e la collaborazione con Trentino Export?

MM: La nostra è una collaborazione che parte da lontano: mio padre Pino Menestrina è stato uno dei suoi ideatori, socio fondatore ed iniziale amministratore della Cooperativa. Mio padre ha sempre creduto nell’importanza di riunire le forze per poter disporre di servizi di supporto aggregati di alto livello anche su un territorio che nel 1975 non era molto attrezzato all’esportazione dei propri prodotti.

La vostra è una realtà aziendale importante e strutturata, ma secondo lei – guardando an -

che a realtà meno articolate – quali potrebbero essere le motivazioni che potrebbero spingere una impresa ad affidarsi a Trentino Export nel proprio processo di internazionalizzazione?

MM: Le stesse, già citate, che hanno spinto allora a costituire la Trentino Export. La possibilità di poter accedere a servizi e ad un supporto qualificato e professionale, disponibili indipendentemente dalla propria grandezza e forza aziendale.

Sig. Paganini quali sono i vostri obiettivi per il futuro? State pensando a nuovi mercati?

PP: Tramite Trentino Export stiamo sviluppando il mercato brasiliano dove peraltro siamo già presenti e altri mercati come Polonia e l’area geografica dei Balcani. Sempre con l’ausilio di Trentino Export stavamo cominciando ad avere importanti rapporti commerciali anche con la Russia, ma purtroppo sappiamo tutti cosa è successo.

Che consigli si sente di dare ad un imprenditore che ha abbia voglia di affrontare un percorso di internazionalizzazione della propria azienda?

MM: Non cercare di re-inventare la ruota con il fai-da-te. Avere il coraggio di chiedere consiglio a chi ha le competenze e le esperienze (entrambe dimostrabili) per accompagnare un percorso certamente non facile, ma altrettanto certamente appagante a vari livelli. Consiglierei senza dubbio di bussare alla porta di Trentino Export.

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