Trentino Industriale agosto - settembre 2025

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Territorio, futuro e responsabilità condivisa

La s da della sostenibilità per le imprese trentine

SPECIALE

ASSOCIAZIONE

Sanità privata trentina, servono salari equilibrati

ECONOMIA Innovazione condivisa per un futuro digitale

Le imprese al centro dell’Agenda 2030

I HAVE A GREEN

UN'IMPRONTA 5.0

PER IL TRENTINO

Confindustria Trento ha lanciato un Manifesto di azioni concrete per realizzare l’idea di un Trentino 5.0: equo, inclusivo, sostenibile, caratterizzato dal più alto grado di benessere diffuso. Le metteremo in pratica, come imprese. E le proponiamo alla comunità.

10 AZIONI PER UN’IMPRESA ATTRATTIVA

Ridurre l’impronta carbonica dei processi•Introdurre pratiche di economia circolare•Adottare piani di mobilità sostenibile a livello aziendale o interaziendale•Favorire l’occupazione femminile, l’inclusione e l’equità lavorativa•Promuovere sistemi di welfare e wellbeing aziendali•Compiere azioni di impegno sociale per la comunità•Realizzare la transizione digitale in chiave 5.0•Aumentare la quota di internazionalizzazione•Perseguire la crescita dimensionale, anche attraverso reti di impresa e aggregazioni•Potenziare la formazione continua e collaborazioni con scuole e università

10 AZIONI PER UN TRENTINO ATTRATTIVO

Incentivare e promuovere pratiche sostenibili e di tutela delle risorse naturali•Attivare un piano casa per i lavoratori e le loro famiglie•Rafforzare la viabilità e il trasporto pubblico per la mobilità di lavoratori e merci•Innovare il modello della sanità attraverso telemedicina e nuove tecnologie•Offrire servizi di supporto all’occupazione femminile e alla genitorialità•Introdurre percorsi di integrazione per lavoratori stranieri•Puntare su un sistema educativo e formativo di eccellenza e interconnesso con le imprese•Creare e rafforzare aree produttive funzionali e poli dell’innovazione strategici•Digitalizzare la P.A. e favorire la semplificazione delle procedure•Sviluppare un sistema educativo plurilingue e una complessiva offerta culturale di respiro internazionale

L’industria dell’informatica per l’innovazione del territorio

Euroedit: sostenibilità su carta (e non solo)

Oltre gli obiettivi, dentro la sostenibilità

Innovazione condivisa per un futuro digitale 26 IA e digitalizzazione a supporto della competitività

Cloudfabric cresce tra innovazione e territorio 31 Accountable, la novità Digital Robotics 34 Lizard, vent’anni di innovazione digitale

36 L’impegno collettivo diventa poesia

38 20 anni di Carapace

41 Bilancio UE, ambiziosa proposta della Commissione

42 Sanità privata trentina, servono salari equilibrati

44 Cultura, evoluzione, strategia e innovazione

46 L’Intelligenza Artificiale nei processi aziendali

47 Le risorse umane incontrano l’AI

48 Brevetti, innovazione e crescita industriale

50 Acque meteoriche, proroga agli obblighi TULP internazionalizzazione

52 Incoterms® 2020, il passaporto per l’export

53 Un ponte tra Europa e Africa per il business economia

54 Le imprese al centro dell’Agenda 2030 education

56 Formazione d’eccellenza per il futuro

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Francesco Orefice

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Redazione

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TRENTINO INDUSTRIALE

Anno 66 | N. 04 Agosto - Settembre 2025

PUBBLICITÀ

La pubblicità su Trentino Industriale significa: 6 mila copie ogni numero; invio a tutte le industrie aderenti a Confindustria Trento e ad un selezionato elenco di imprese artigiane, turistiche, commerciali e di servizi; invio ai professionisti trentini: ingegneri ed architetti, commercialisti e consulenti aziendali, notai ed avvocati, giornalisti...; invio a università, istituti di ricerca, scuole e centri di formazione professionale; articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco; presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori; autorevolezza di una voce “targata” Confindustria.

TARIFFE

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I prezzi indicati vanno maggiorati di IVA. L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.

Dal 26 al 28 settembre, torna Trentodoc Festival! Tre giorni di emozioni tra degustazioni, show cooking, talk tematici e incontri speciali, nei palazzi storici di Trento e nelle case spumantistiche del Trentino.

I have a green

Per il titolo di questo giornale, abbiamo scelto di ispirarci a uno fra i discorsi più iconici della storia contemporanea. Punto di riferimento per quanti si battono ancora oggi a favore dell’inclusione e dell’equità sociale, abbiamo voluto estenderlo, per assonanza, anche al fronte ambientale, lungo il quale si esprime anche quella visione collettiva e trasversale che è priorità condivisa dall’industria trentina ben prima di diventare uno slogan. Chi fa impresa con serietà sa che la sostenibilità non si fa per decreto: la sostenibilità nasce da una scelta consapevole che si rinnova ogni giorno. Non è una moda, né una rincorsa al consenso. È il frutto di scelte impegnative e lungimiranti, di una cultura d’impresa che non insegue il risultato a scapito del valore e della qualità.

Il Rapporto SDGs 2025 dell’ISTAT lo conferma: il 65% delle imprese manifatturiere di maggiori dimensioni ha adottato misure strutturate di sostenibilità ambientale, e oltre il 40% ha avviato progetti di digitalizzazione. I settori industriali guidano la transizione: automotive, chimica, cartario, legno e alimentare investono in innovazioni che generano impatto positivo e vantaggio competitivo.

Proprio per questo, chi ha fatto della sostenibilità una pratica quotidiana può permettersi di dire, senza paura di essere frainteso: il Green Deal europeo, così com’è, va ripensato. Non nei principi, ma nei tempi e nelle modalità. Quando la transizione ecologica si traduce in rigidità normativa sorda alle dinamiche di mercato, rischia di frenare proprio quelle imprese che da sempre ne sono il motore.

Gli ESG sono una leva potente ma fragile: richiedono metodo, visione e concretezza. Lo dice bene il vicepresidente Marcello Lunelli, al quale ho affidato una tra le deleghe strategiche del mio Consiglio di Presidenza: “ESG e Transizione ambientale”. Proprio su questi principi si fonda il programma operativo che Confindustria Trento ha avviato.

La transizione ecologica è una sfida complessa, ma anche una straordinaria opportunità. Secondo la Commissione Europea, entro il 2030 i settori legati alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica saranno tra i più dinamici. Il Trentino può essere protagonista, ma serve rafforzare il trasferimento tecnologico e garantire un quadro normativo snello.

La sostenibilità non è ideologia. È visione. E l’industria trentina è pronta a guidarla.

Lorenzo Delladio Presidente di Confindustria Trento

LA SOLUZIONE ALLE SFIDE PIÙ COMPLESSE.

Centrali produzione e trasformazione energia

Impiantistica industriale

Co-trigenerazione

Vapore ed olio diatermico

Holländer realizza gli impianti della pista da Bob di Cortina per Milano Cortina 2026: un’opera collaudata in pre-omologazione nei tempi previsti grazie a organizzazione, competenza e professionalità.

Abbiamo portato a termine con successo la prima fase della realizzazione degli impianti tecnologici con la pre omologazione da parte del Comitato Olimpico della nuova pista da Bob di Cortina d’Ampezzo, infrastruttura strategica per le Olimpiadi Milano Cortina 2026. Un risultato reso possibile grazie a una perfetta organizzazione dei lavori, alla capacità produttiva dell’azienda e all’elevato livello di competenza e professionalità del proprio team.

Un’opera complessa e altamente sfidante, realizzata in condizioni climatiche avverse e completata nei tempi ristretti imposti dal Comitato Olimpico, ed attualmente in corso di completamento e rifinitura.

HOLLÄNDER S.r.l.

Viale Venezia, 96 - 38056 Levico Terme (TN)

Tel. +39 0461 707084 - info@hollander.it - www.hollander.it

L’industria dell’informatica per l’innovazione del territorio

Tra i fatti degni di nota di questi mesi estivi, l’attività della nostra Sezione Informatica e Tecnologie Digitali ci ha offerto il pretesto di un resoconto, al quale dedichiamo lo speciale delle pagine interne di questo giornale.

In questo numero di Trentino Industriale raccontiamo dunque priorità e direttrici di lavoro del presidente Roberto Loro e dei suoi colleghi, gli obiettivi di una collaborazione originale e fattiva con le imprese altoatesine del medesimo settore, e poi, come sempre, alcune storie emblematiche: case history aziendali che dimostrano come il digitale non sia solo tecnologia, ma visione, cultura, responsabilità e collaborazione. Il valore dell’informatica come leva strategica per l’innovazione è ben presente al nostro territorio, che lo ha colto con lungimiranza tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Ripercorrendo le cronache di quegli anni cogliamo alcune tra le tappe più significative di un percorso che si è espresso nel pubblico e nel privato, nella ricerca, nell’economia e nella formazione, trasformando profondamente il territorio, per renderlo uno dei più avanzati in Italia per infrastrutture digitali e servizi. Penso alla nascita di Informatica Trentina, al lancio del primo corso di informatica all’Istituto Marconi di Rovereto, al rilancio dell’Irst nella direzione di un progresso tecnico scientifico capace di far sentire i benefici sull’attività dell’intera provincia. Si parlava allora di un sostegno tecnologico alle imprese, e della nascita di nuove iniziative in settori tecnologicamente avanzati “per la realizzazione di un processo di reindustrializzazione del Trentino, fondamentale per la ripresa economica”. È degli stessi anni l’apertura della nostra Associazione al settore terziario avanzato e la costituzione in Confindustria Trento, della Sezione del Terziario Innovativo, ovvero dei “produttori di sistemi d’ausilio alla razionalizzazione delle attività aziendali”.

La visione di quell’avanguardia è oggi più attuale che mai.

Siamo di fronte a una nuova rivoluzione: quella dell’Intelligenza Artificiale. Ancora una volta, il nostro territorio si dimostra pronto a raccogliere la sfida. E ancora una volta Confindustria Trento intende contribuire, come in passato, a dare gambe a questa trasformazione. In un ecosistema aperto all’interno del quale imprese, istituzioni, università, centri di ricerca, poli tecnologici, possono e devono lavorare insieme per generare innovazione, dunque crescita e benessere diffuso.

Perché l’innovazione - credo che sia oramai assunto accolto e collettivo - è tra gli asset principali dell’attrattività di un territorio.

Roberto Busato

Direttore Generale di Confindustria Trento

ESG: la leva per crescere

MARCELLO LUNELLI, vicepresidente di Confindustria Trento, parla di acqua, economia circolare, check-up ESG e altre azioni che guidano il percorso trentino verso la transizione ambientale.

VICEPRESIDENTE Lunelli, in questo mandato Le è stata assegnata la delega “ESG e Transizione ambientale”, una delega del tutto nuova che cavalca l’onda della grande mole legislativa prodotta negli ultimi anni sul tema dall’UE. Come ha accolto questa nuova sfida, soprattutto considerando che l’intero meccanismo presenta elementi di grande potenzialità, ma al contempo di forte fragilità?

È sotto gli occhi di tutti come l’Accordo di Parigi e l’Agenda 2030, nel 2015, abbiano segnato

un punto di svolta per l’affermazione della sostenibilità a livello globale. Un impulso ulteriormente rafforzato, nel 2020, dal Green Deal europeo, che ha reso il tema non solo centrale nelle agende politiche, ma anche mainstream nel dibattito pubblico ed economico. Da allora, la produzione normativa dell’Unione Europea si è intensificata in modo significativo, imponendo alle imprese la necessità di presidiare attivamente questo ambito. La nuova delega alla sostenibilità rappresenta per Confindustria Trento un impegno concreto verso le imprese associate: vogliamo accompagnarle in un percorso che, pur complesso, si sta rivelando sempre più strategico. Secondo un recente studio di PwC, circa il 60% delle imprese analizzate ha già integrato nei propri piani industriali obiettivi climatici specifici, e il 37% – quasi un’azienda su tre – dichiara di voler rafforzare i propri standard e requisiti in materia ESG. È un segnale chiaro: l’interesse e l’attenzione verso la sostenibilità sono in crescita costante, anche nel tessuto imprenditoriale italiano e trentino.

Dobbiamo guardare agli ESG come a una leva che consente di moltiplicare la forza delle strategie aziendali e di ottenere vantaggi tangibili – in termini di competitività, attrattività di talenti, accesso a nuovi mercati e consolidamento della reputazione. Allo stesso tempo, però, è una leva fragile: richiede un investimento iniziale significativo, la costruzione di un sistema robusto di raccolta dati, monitoraggio e rendicontazione, e la consapevolezza che i benefici non sono immediati. Ma è una sfida stimolante, che vale la pena affrontare con visione, metodo e concretezza.

Parlando di concretezza, il Suo programma operativo si compone di cinque punti: supporto dell’Associazione all’adozione del “Marchio ESG Trentino”; check-up di sostenibilità per misurare e migliorare le imprese; maggior valore all’acqua; attivare un network per la simbiosi industriale e azioni di economia circolare; sviluppo di una mobilità alternativa. Può raccontare cosa Confindustria Trento sta realizzando o ha in previsione di realizzare?

L’iniziativa provinciale di un nuovo marchio trentino legato ai temi ESG ha un potenziale molto interessante. Come Confindustria Trento, abbiamo partecipato attivamente ai tavoli tecnici contribuendo con suggerimenti mirati per migliorarne la credibilità ed efficacia. Se vogliamo che il nostro territorio sia immediatamente associato ai valori della sostenibilità, questa iniziativa può rappresentare un passaggio strategico. Tuttavia, per essere davvero utile, il marchio dovrà rappresentare una sfida proporzionata alla dimensione e alla capacità dell’attività economica coinvolta: deve premiare l’impegno reale, non appesantire le imprese con ulteriore burocrazia. In quest’ottica, è fondamentale che sia sovrapponibile e compatibile con i sistemi di rating ESG già diffusi. Un esempio concreto di supporto alle imprese in questo ambito è stato il nostro “Check-up di sostenibilità”, uno strumento snello e operativo, pensato per aiutare le aziende a misurare il proprio livello ESG e a individuare possibili traiettorie di miglioramento. Il ciclo si è concluso con il convegno del 9 luglio scorso, occasione in cui abbiamo favorito anche la creazione di un primo network tra le imprese coinvolte. Ora stiamo valutando un secondo ciclo del servizio, che includa anche le realtà già partecipanti, differenziando però l’offerta in base al grado di maturità raggiunto sui temi della sostenibilità. Spesso il nostro lavoro più prezioso si sviluppa dietro le quinte, come nel caso delle iniziative di simbiosi industriale ed economia circolare. In molte occasioni abbiamo messo in contatto aziende che, dialogando tra loro, hanno potuto generare sinergie concrete. Le esperienze più riuscite diventano poi vere e proprie case history, che utilizziamo per raccontare l’impegno delle imprese trentine nei confronti della sostenibilità, anche nei contesti istituzionali. Un altro ambito in cui registriamo grande attenzione è la mobilità alternativa. Si tratta di un settore in cui, a fronte di un impegno relativamente contenuto, le aziende possono ottenere risultati significativi, ad esempio sul piano

dell’attrattività per i dipendenti o nella riduzione del traffico locale. Il primo progetto territoriale in questo ambito è stato avviato nel Linfano con un cluster di sei imprese, e si è concluso a fine 2024 con l’individuazione di soluzioni condivise sia private che pubbliche. Oggi siamo impegnati con la “fase 2” per l’attuazione delle proposte emerse. Parallelamente, è partito un secondo progetto in Val di Fiemme, con conclusione prevista all’inizio del 2026.

Infine, c’è il punto sull’acqua che nel Suo programma è quello che La vede maggiormente coinvolta. Può spiegare il motivo per cui lo ritiene un tema particolarmente strategico per il futuro del Trentino? Ho lasciato volutamente per ultimo questo punto, perché l’acqua rappresenta l’aspetto che intendo presidiare con maggiore attenzione durante il mio mandato. Purtroppo, il valore percepito di questo bene è molto basso, in parte a causa del suo prezzo di mercato. Ma la sua rilevanza per il sistema produttivo è enorme: senza acqua non è possibile raffreddare i macchinari per l’estrusione di componenti industriali, irrigare i campi per la produzione agricola o far girare le turbine delle centrali idroelettriche. È mia intenzione, entro la fine del mandato, mappare in modo chiaro gli utilizzi industriali dell’acqua, con l’obiettivo di incentivare modelli sempre più orientati allo “zero liquid discharge”. In parallelo, ritengo sensato che le acque depurate – se sottoposte a trattamenti avanzati e conformi ai parametri normativi – possano essere reimpiegate in agricoltura, evitando di scaricarle direttamente nei corpi idrici ricettori. È una prospettiva che unisce sostenibilità e gestione efficiente delle risorse, e su cui credo valga la pena si investa seriamente.

Sostenibilità: il futuro è condiviso

Al convegno “Sustainability Now” imprese, esperti e territori si confrontano su ESG e transizione sostenibile. Un bilancio ricco di esperienze, visioni e buone pratiche dal progetto di Confindustria Trento.

UN pomeriggio denso di contenuti, testimonianze d’eccellenza e confronto: si è tenuto con grande partecipazione il convegno “Sustainability Now: nuove frontiere della sostenibilità”, promosso da Confindustria Trento come momento di sintesi e valorizzazione del percorso avviato con il nuovo servizio “Check-up di sostenibilità ESG 360°”. Nel corso del 2024, Confindustria Trento ha infatti lanciato questo strumento dedicato alle imprese associate con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui temi della sostenibilità e della rendicontazione ESG, offrendo una fotografia approfondita e personalizzata della maturità sostenibile delle aziende.

Giunto alla conclusione del suo primo ciclo, il progetto ha già coinvolto numerose realtà imprenditoriali del territorio. Il convegno ha rappresentato l’occasione per fare un primo bilancio e, soprattutto, per dare voce a chi ha intrapreso questo percorso con convinzione, condividendo esperienze, risultati e buone pratiche.

Marcello Lunelli , vicepresidente di Confindustria Trento con delega ESG e transizione ambientale, ha aperto i lavori sottolineando il ruolo strategico

della sostenibilità per la competitività del sistema produttivo trentino. A seguire, Camilla Lunelli , direttrice della comunicazione e delle relazioni esterne di Ferrari Trento, ha offerto un’immersione nel modello sostenibile del Gruppo Lunelli, eccellenza del Made in Italy nel mondo del bere. Ospite d’eccezione dell’evento è stata Sara Monelli , sustainability manager di Pirelli, che ha presentato la strategia di sostenibilità e gli ambiziosi target del gruppo, portando una visione internazionale e di lungo periodo.

Gianluigi Salvagno , referente ambiente e sostenibilità di Confindustria Trento, ha quindi illustrato le principali evidenze emerse dal primo ciclo del Check-up ESG, fornendo una fotografia chiara dei punti di forza e delle aree di miglioramento per le imprese locali.

A conclusione del percorso, è stato conferito un attestato di partecipazione alle aziende che hanno completato il “Checkup di sostenibilità ESG 360°”, dimostrando un forte impegno nei confronti della sostenibilità e dell’innovazione responsabile.

Foto: Marco Loss

Il Gruppo Santini celebra 80 anni di attività e presenta il suo terzo bilancio di sostenibilità

Intervista doppia a Mauro e Andrea Santini

Nell’anno dell’80° anniversario, il Gruppo Santini conferma il proprio impegno verso uno sviluppo sostenibile con la pubblicazione del terzo Bilancio di Sostenibilità

Ne parliamo con Mauro e Andrea Santini, alla guida della storica impresa altoatesina.

Mauro Santini, che evoluzione rappresenta questo terzo bilancio?

M.S.: È un passaggio di maturità

Dal “raccontare” siamo passati al “rendicontare”, adottando per la prima volta lo standard GRI in accordance e il nuovo approccio ESRS

Una scelta che riflette la volontà di analizzare in modo trasparente impatti, rischi e opportunità ESG.

Andrea Santini, quali risultati emergono dal bilancio 2024?

A.S.: Sul fronte ambientale oltre il 70% della flotta è conforme alla normativa Euro 6. Abbiamo avviato la transizione al biocarburante HVO, dove tecnicamente possibile, e introdotto sistemi digitali di tracciamento per ridurre consumi e impatti. È un percorso graduale, ma con obiettivi chiari.

E nel contesto altoatesino?

M.S.: La strategia è coerente con il Piano Clima Alto Adige 2040 Inoltre, il nostro Piano Spostamenti Casa-Lavoro, riconosciuto dal Comune di Bolzano, incentiva la mobilità sostenibile dei collaboratori.

Ci sono novità sul fronte energetico e digitale?

A.S.: Usiamo solo energia da fonti rinnovabili, autoprodotta o certificata green. Stiamo sviluppando un piano di decarbonizzazione conforme agli standard CSRD e rafforzato la digitalizzazione: piattaforme avanzate per gestione dati e documenti, supporto ai clienti e accompagnamento all’introduzione del RENTRI, con formazione e consulenze mirate.

Un bilancio fatto solo di numeri?

M.S.: I numeri contano, ma il vero valore sono le persone: collaboratori, partner e clienti. Accompagniamo imprese ed enti con consulenze e corsi, favorendo una transizione sostenibile e digitale

Che significato ha l’80° anniversario?

A.S.: È un traguardo che rafforza la nostra responsabilità. Il modello familiare ci permette di restare fedeli ai valori fondanti e al tempo stesso di agire in modo rapido e proattivo, guardando al futuro senza perdere le radici

Cosa significa per voi fare impresa sostenibile?

Significa generare valore oltre al capitale. Ogni scelta — servizi, investimenti, trasporti — è occasione per bilanciare efficienza, impatto e visione di lungo periodo. La sostenibilità non è un modello rigido, ma un equilibrio dinamico che richiede flessibilità, coerenza con i

principi ESG e ascolto degli stakeholder. Non è una soluzione preconfezionata, ma un equilibrio dinamico tra strategia, contesto e responsabilità.

F.lli SANTINI

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Gruppo Santini

Via Giotto 4a | 39100 Bolzano Tel. +39 0471 195195 www.grupposantini.com

Le imprese coinvolte in questa prima edizione sono: Alphacan Srl, Be-Innova Srl, Color Glass Srl, Ecotop Srl SB, Edizioni Centro Studi Erickson Spa, Euroedit Srl, Furlani Carni Srl, Galante F.lli Srl, Girardini Srl, Idea Cap Srl, Iperjet Srl, Lean Evolution Srl, LeMur Srl, Macro Design Studio Srl, New Engineering Srl, Novotic Srl, Paganella 2001 Spa, QUAD Automazioni Srl, SEPR Italia Srl, SMARTENGINEERING Spa, Trento Funivie Spa, Tumedei Spa, Zobele Holding Spa.

L’appuntamento ha confermato l’importanza di creare spazi di confronto tra imprese, esperti e territori, valorizzando le esperienze reali come motore di cambiamento e innovazione responsabile.

Foto: Marco Loss
Foto: Marco Loss

Volti e imprese della sostenibilità

Una selezione delle aziende che hanno ricevuto l’attestato del “Check-up di sostenibilità ESG 360°”. Un riconoscimento all’impegno per la sostenibilità e l’innovazione.

Color Glass Spa
Ecotop Srl SB
Euroedit Srl
Foto: Marco
Loss
Foto: Marco Loss
Foto: Marco Loss
SEPR
Italia Spa
LeMur Srl
Idea Cap Srl
Foto: Marco Loss
Foto: Marco Loss

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New Engineering Srl
Zobele Holding Spa
Tumedei Spa
Foto: Marco Loss
Foto: Marco Loss
Foto: Marco Loss

Euroedit: sostenibilità su carta (e non solo)

Nel B2B, dove la sostenibilità è sempre più un asset strategico, Euroedit ha implementato un modello integrato di eccellenza tecnica e responsabilità ambientale, creando valore condiviso per l’intera supply chain.

IN un mercato interconnesso, sempre più attento ai criteri ESG, distinguersi non significa soltanto garantire qualità tecnica, ma condividere valori e visione con tutta la filiera. Euroedit, azienda con sede a Trento Nord, che opera nel settore della realizzazione di cartine geografiche e materiali stampati per l’industria farmaceutica e cosmetica, l’ha capito bene. La sostenibilità non può (o non può più) essere trattata come un’iniziativa separata, ma va integrata nella strategia core dell’impresa. “Abbiamo avviato un percorso sistematico in termini di sostenibilità nel 2015 quando su impulso di un nostro cliente abbiamo deciso di approcciare il settore Pharma”, spiega Barbara Scarpa, oggi alla guida dell’azienda – fondata nel 1981 dai genitori Dario e Anna Maria Scarpa –– insieme al fratello Massimo “La nostra elevata esperienza tecnica in pieghe complesse, anche in formati estremi, che vanno da 1,60 m di entrata fino a 1,5 cm, è ciò che ci ha permesso di affacciarci a questo nuovo mondo dagli standard qualitativi elevatissimi e dalle procedure meticolose”. Un approccio rigoroso che si riflette anche nell’attenzione profonda ai criteri ESG. “Abbiamo iniziato a operare al fianco di

aziende all’avanguardia sul fronte della sostenibilità, già certificate con riconoscimenti come EcoVadis, Bcorp, Società Benefit. Collaborare con loro è stato, ed è tuttora, uno stimolo prezioso che ci spinge verso il miglioramento continuo e la ricerca di soluzioni sempre più responsabili”. Non una risposta a un obbligo normativo, dunque, ma una decisione consapevole: allinearsi ad alti standard ambientali e sociali per costruire una filiera sostenibile, trasparente e certificabile. Euroedit ha colto il cambiamento, trasformandolo in un percorso di crescita dentro e fuori l’azienda. Un passo importante che ha comportato non solo la realizzazione di ambienti conformi alle rigide procedure GMP (Good Manufacturing Practices), ma anche una profonda riorganizzazione interna. “Abbiamo selezionato e formato le persone più adatte a un cambio di mansioni, lasciando a tutti la massima libertà. Purtroppo, alcuni collaboratori non hanno

accettato il cambiamento e hanno deciso di andarsene. Ci è dispiaciuto molto. Abbiamo perso delle persone molto valide”, racconta con rammarico. Chi è rimasto, invece, oggi è parte attiva del cambiamento. Dieci collaboratori, su quindici totali, che gestiscono linee produttive ad alta complessità e un sistema di controlli incrociati su ogni lotto per garantire tracciabilità, sicurezza e conformità. Anche il reparto cartografico è sempre in continua evoluzione. Le carte geografiche sono state nobilitate grazie all’utilizzo di materiali sempre più innovativi ed efficienti, unitamente alla progettazione di formati originali e ad una cura grafica che le rendono oggetti originali. E grazie a questo, nonostante l’epoca digitale, continuano a godere di un ottimo mercato. “La domanda di cartine raffiguranti le città ha registrato una contrazione – precisa –, ma la richiesta di mappe che rappresentano paesaggi naturali continua a rimanere alta”.

Non solo un metodo operativo, ma una cultura aziendale che coinvolge l’intera supply chain. E la partecipazione al Check - up di sostenibilità ESG 360°, promosso da Confindustria Trento, si inserisce proprio in questo modello operativo: “È stata un’occasione per fare il punto sullo stato attuale e definire le strategie future.

Ne sono emerse azioni concrete e la spinta verso la prima certificazione, quella sulla parità di genere, che nel nostro settore – ancora molto maschile – ha un valore enorme. Inoltre, il fatto che il percorso sia certificato si è rivelato positivo anche nei confronti degli istituti di credito che lo hanno valutato molto favorevolmente”. L’impegno di Euroedit non si ferma ai documenti o alle procedure. Anche i piccoli gesti quotidiani raccontano una sostenibilità diffusa: niente plastica monouso, ma erogatori d’acqua filtrata e borracce per tutti, energia solo da fonti rinnovabili, illuminazione LED, impianti di climatizzazione efficienti. Un lavoro continuo fatto anche di colloqui privati e periodici con i dipendenti per monitorare il sentiment e migliorare il benessere sul luogo di lavoro. L’azienda, che da sempre investe molto in ricerca e sviluppo, ha iniziato a ripensare i materiali introducendo carte riciclabili come stonepaper e grasspaper, a valorizzare gli scarti e, obiettivo per il prossimo futuro, cercare partner per dare una seconda vita ai residui di lavorazione. “In Germania e in Svizzera diventano buste o borse. Ci piacerebbe fare lo stesso, magari collaborando con una cooperativa sociale”, aggiunge Barbara, il cui sogno è quello di una rete di aziende con cui condividere best practice e creare un sistema virtuoso. “E in questo Confindustria potrebbe ricoprire un ruolo rilevante”, conclude.

Oltre gli obiettivi, dentro la sostenibilità

SEPR Italia Srl anticipa gli obiettivi del Gruppo Saint-Gobain integrando sostenibilità, innovazione e responsabilità sociale. Un modello virtuoso che valorizza persone, territorio e visione industriale.

QUANDO si fa parte di un grande gruppo, il percorso verso la sostenibilità è solitamente tracciato: obiettivi comuni, strategie condivise, tempistiche definite. Ci sono casi, però, in cui alcune realtà – senza averlo pianificato – si scoprono già oltre i traguardi fissati. È il caso di SEPR ITALIA Srl, impresa trentina appartenente al Gruppo SaintGobain, attiva nella produzione di materiali ceramici refrattari per l’industria del vetro. “Per quanto riguarda le emissioni Scope 1 e 2, obiettivo del Gruppo è di arrivare ad una riduzione del 33% entro il 2030. Noi siamo già al -91%”. Francesco Ghielmetti , managing director dello stabilimento di Mezzocorona dal 2022, sottolinea come il sito trentino sia all’avanguardia in tema di sostenibilità. “Essere in Trentino rappresenta un grande vantaggio da questo punto divista, perché in questo territorio l’attenzione per i temi legati alla sostenibilità è elevata già da molto tempo”. Quello raggiunto da SEPR ITALIA non è il risultato di obblighi imposti dall’alto, ma il frutto di un percorso intrapreso con consapevolezza e coerenza. “Già dal 2018 siamo certificati ISO 50001 (che attesta l’efficienza del sistema

di gestione dell’energia) e dal 2021 ISO 14064 (certificazione per la misurazione, monitoraggio, rendicontazione e verifica delle emissioni di gas a effetto serra) – spiega Chiara Conter, supply chain & sustainability manager –. Essere parte di un gruppo quotato in borsa comporta precisi obblighi normativi, ma per noi la sostenibilità è molto più di un adempimento formale: è parte integrante della strategia aziendale e un valore condiviso a tutti i livelli dell’organizzazione. La sostenibilità fa parte del nostro modo di lavorare quotidiano. Abbiamo introdotto iniziative di coaching e momenti di confronto e oggi sono gli stessi collaboratori (130 nel sito di Mezzocorona) a chiedere di essere coinvolti attivamente”. Un impegno che si traduce in pratiche concrete dentro e fuori dall’azienda. “Tra i progetti più apprezzati – aggiunge Ghielmetti – ci sono ‘Le colazioni con il management’: incontri informali in piccoli gruppi per favorire il dialogo e il confronto tra collaboratori e direzione. Due volte all’anno, ci riuniamo invece con tutto il team per condividere i risultati raggiunti e gli obiettivi futuri. Nell’ambito delle politiche di responsabilità sociale vorremmo introdurre la possibilità per i dipendenti di convertire tre ore lavorative in tre ore di volontariato, valorizzando così il contributo attivo alla comunità. Azioni semplici, ma cariche di

significato che creano connessione, rafforzano il senso di appartenenza e attivano un circolo virtuoso dall’impatto duraturo. Come la messa a disposizione di una piazzola per l’atterraggio dell’elisoccorso nei mesi in cui il campo sportivo di Mezzocorona è occupato. Sul fronte ambientale, un passo importante è stato compiuto con l’attivazione, lo scorso 18 luglio, di un impianto fotovoltaico di grandi dimensioni: circa 18mila mq installati a terra e 10mila sui tetti dello stabilimento. L’energia prodotta in eccesso viene immessa nella rete, contribuendo alla transizione energetica del territorio. Un insieme di azioni che non sono isolate, ma che rappresentano i singoli tasselli di un sistema integrato che si fonda su un’unica visione: quella di un’azienda che mette al centro la sostenibilità, le persone e il legame con il territorio. In linea con questa visione SEPR ha deciso di partecipare al Checkup di sostenibilità ESG 360° di Confindustria Trento. “Siamo abituati a confrontarci internamente con le varie realtà del Gruppo – spiega Conter – ma abbiamo pochi confronti con realtà esterne. La proposta di Confindustria si è rivelata un’ottima opportunità per entrare in contatto con altre aziende operanti sul territorio e osservare da vicino le buone pratiche messe in atto da loro”.

“La valutazione ci ha permesso di analizzare in modo approfondito la situazione attuale e delineare una strategia mirata per intervenire sulle aree in cui possiamo ancora migliorare – aggiunge Ghielmetti – . Uno dei primi passi sarà quello di implementare la Gender Diversity. Se negli uffici abbiamo raggiunto un buon equilibrio, portare una maggiore componente femminile nello stabilimento è molto più difficile. Non è facile trovare delle donne disposte a lavorare in questo settore. Credo sia legato a una questione culturale italiana, perché all’estero, dove ho avuto modo di lavorare in diversi stabilimenti del Gruppo Saint-Gobain, questo problema non si presenta con la stessa intensità”. Ma non solo. “Vogliamo agire anche sullo Scope 3, incrementando il trasporto su rotaia

e il riutilizzo della materia prima secondaria. Attualmente contiamo il 99% di scarti riutilizzati e valorizzati. Manca ancora un 1%”, precisa Conter.

Tra le prime azioni concrete previste in ottica di collaborazione con il territorio, figura l’installazione delle colonnine di Re-cig, start-up di Civezzano specializzata nella raccolta di mozziconi di sigarette che vengono riutilizzati per realizzare un materiale plastico (acetato di cellulosa) utilizzabile per produrre nuovi oggetti.

‘Making the world a better home’ recita la ragion d’essere di Saint-Gobain. Non tradotto per consentire ad ognuno di attribuire al termine “home” un significato personale: casa, ambiente, comunità, futuro. Diverse interpretazioni, quindi, che SEPR ITALIA riesce ad incarnare in tutte le dimensioni. (gt)

La storia di Saint-Gobain in Italia ha origine nel 1889 con la costruzione dello stabilimento di Pisa per la produzione del vetro. Oggi conta 42 siti, circa 2.100 dipendenti e un fatturato di 1,1 Mld di euro nel 2024.

Leader mondiale nell’edilizia leggera e sostenibile, Saint-Gobain progetta, produce e distribuisce materiali e servizi per i mercati della costruzione e dell’industria. Le soluzioni integrate per la ristrutturazione di edifici pubblici e privati, l’edilizia leggera e la decarbonizzazione dell’edilizia e dell’industria si sviluppano attraverso un processo di innovazione continua e garantiscono sostenibilità e performance. Il Gruppo, che celebra il suo 360° anniversario nel 2025, rimane più impegnato che mai nella sua ragion d’essere “MAKING THE WORLD A BETTER HOME”.

Attacchi informatici: un rischio reale per le imprese trentine

Perché il rischio cyber non è più solo una questione tecnica – ma anche una responsabilità gestionale

Il rischio numero uno a livello globale

Nel 2025, gli attacchi informatici si confermano come il principale rischio aziendale a livello globale, secondo l’Allianz Risk Barometer Il danno medio per singolo attacco ammonta a 4,78 milioni di euro (fonte: Diligent). In Trentino, le aziende – soprattutto le PMI – operano in un contesto digitale complesso e sempre più vulnerabile. Molte realtà utilizzano sistemi non aggiornati, fanno affidamento su fornitori IT esterni e non dispongono di una strategia di sicurezza formalizzata. A ciò si aggiunge la Direttiva europea NIS2, in vigore dal 2024, che introduce obblighi di sicurezza e responsabilità crescenti per molti settori anche a livello locale.

Quando l’attacco riesce: conseguenze concrete Un attacco riuscito può comportare il blocco della produzione, la perdita di dati sensibili e un danno reputazionale difficilmente recuperabile. In alcuni casi reali, la mancanza di documentazione, assenza di formazione e una risposta lenta hanno aggravato gli effetti dell’attacco. NIS2 impone non solo misure tecniche, ma anche analisi dei rischi periodiche, gestione degli incidenti e formazione continua dei dipendenti. Le sanzioni previste e il rischio di responsabilità personale per amministratori e dirigenti rendono la questione ancora più urgente. Secondo studi recenti, il 60 % delle PMI colpite da un attacco cyber grave cessa l’attività entro sei mesi. Oggi, il rischio informatico va considerato parte integrante della governance aziendale.

Una risposta integrata: Cyber Risk + D&O

Per affrontare i rischi cyber in modo efficace serve un approccio integrato. Una polizza Cyber Risk ben strutturata non sostituisce i sistemi di sicurezza IT, ma li completa, offrendo copertura per danni economici e supporto immediato: consulenza legale, gestione della crisi, ripristino dei dati e comunicazione.

Se abbinata a una polizza D&O, che protegge amministratori e dirigenti da eventuali responsabilità personali, si ottiene una difesa completa: per l’impresa e per chi la guida. Questo binomio è oggi fondamentale per garantire la continuità operativa e la credibilità aziendale.

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Innovazione condivisa per un futuro digitale

Intervista a ROBERTO LORO, presidente della Sezione Informatica e Tecnologie Digitali di Confindustria Trento.

QUALI sono oggi i temi centrali dell’attività della Sezione Informatica e Tecnologie Digitali?

La nostra sezione si fonda su due pilastri: la conoscenza e la collaborazione. Conoscenza intesa come condivisione di esperienze, competenze e visioni tra le imprese associate, e collaborazione come apertura verso il territorio, le istituzioni, l’università e le altre sezioni di Confindustria Trento in un’ottica di innovazione sistemica. È un approccio che ci consente di affrontare le sfide tecnologiche con una prospettiva ampia e inclusiva, valorizzando le diversità e le complementarità tra le aziende.

Come si traduce questo approccio nella composizione della sezione?

La nostra forza risiede proprio nel mix di aziende che la compongono: piccole, medie e grandi realtà che operano in ambiti differenti, dall’IoT all’agricoltura digitale, dai servizi software per la sanità e la finanza fino alla moda e alle PMI. Questa varietà ci permette di essere un grande laboratorio di innovazione, dove le competenze si contaminano e si rafforzano. È un valore strategico che ci distingue e ci rende capaci di generare impatti concreti sul territorio.

Quali sono le principali sfide tecnologiche che state affrontando?

Le sfide sono molteplici e in continua evoluzione. Per questo abbiamo attivato tre gruppi di lavoro tematici: uno sull’Intelligenza Artificiale Generativa, uno sulla Cybersicurezza e uno sull’Attrazione dei talenti. Questi gruppi non sono solo luoghi di confronto, ma veri e propri motori di progettualità. L’obiettivo è duplice: da un lato, promuovere la collaborazione tra le imprese accompagnandole nel percorso di trasformazione digitale; dall’altro, facilitare l’incontro con i giovani talenti, creando occasioni di dialogo e di crescita reciproca. Per questo crediamo molto nel valore del legame tra imprese, università e mondo della ricerca. È fondamentale che gli studenti e ricercatori possano conoscere le realtà produttive del territorio e che le imprese possano intercettare le competenze emergenti.

di NICOLA MASCIA, Area Progetti Speciali, Confindustria Trento
Roberto Loro

Recentemente avete avviato anche un dialogo con Confindustria Alto Adige. Quali sono gli obiettivi di questa collaborazione?

Abbiamo già avuto due appuntamenti con la Sezione ICT di Confindustria Bolzano, l’ultimo dei quali si è svolto il 10 luglio a Bolzano, con un evento di pitching tra aziende delle due sezioni. L’obiettivo è favorire una conoscenza reciproca più profonda e confrontarci sulle sfide comuni. Crediamo che la collaborazione interterritoriale sia una leva importante per affrontare temi come la transizione digitale, la sostenibilità e l’internazionalizzazione.

Ci sono iniziative future che la sezione sta preparando?

Stiamo lavorando a un evento che si terrà entro il 2025, pensato per favorire l’incontro tra le nostre aziende più innovative e il mondo della ricerca. Sarà un’occasione per mettere in dialogo le eccellenze del territorio, stimolare nuove sinergie e rafforzare il ruolo della sezione come catalizzatore di innovazione. Vogliamo che questo evento sia anche un momento di apertura verso i giovani, per mostrare loro le opportunità che il settore ICT può offrire.

In conclusione, qual è la visione che guida il suo mandato come presidente?

La mia visione è quella di una sezione aperta, dinamica e inclusiva. Una comunità di imprese che non si limita a condividere obiettivi economici, ma che si riconosce in valori comuni: la curiosità, la responsabilità, la voglia di costruire insieme. In un territorio come il Trentino, dove il tasso di espatrio è tra i più alti d’Italia, è fondamentale creare condizioni attrattive per i talenti. E questo si fa investendo nella qualità delle relazioni, nella cultura dell’innovazione e nella capacità di fare rete.

Formazione su Intelligenza Artificiale e Cybersecurity corso di 24 ore

Confindustria Trento propone alle aziende associate la possibilità di iscriversi ad un corso di formazione con finanziamento PNRR (sconti diretti in fattura dal 50% al 100%) sulle tematiche di Intelligenza Artificiale e Cybersecurity. Le 24 ore di lezione, suddivise in 3 giornate da 8 ore cadauna (10, 17 e 24 settembre 2025), si svolgeranno a Palazzo Stella nelle aule di Assoservizi Srl, la società di servizi di Confindustria Trento. La prima parte del percorso formativo, relativa all’Intelligenza Artificiale, è tenuta dagli esperti del Consorzio Trentino.ai Scarl. La seconda parte, sulla Cybersecurity, è erogata dagli esperti di Be-Innova Srl.

La mia visione è quella di una sezione aperta, dinamica e inclusiva.

Una comunità di imprese che non si limita a condividere obiettivi economici, ma che si riconosce in valori comuni: la curiosità, la responsabilità, la voglia di costruire insieme

Il corso è rivolto a tutte le imprese che intendono offrire alle proprie risorse una formazione di base su Intelligenza Artificiale e Cybersecurity. Ogni impresa può iscrivere al massimo due partecipanti.

L’iniziativa rientra nel progetto DIPS - Digitalization and Innovation of Public Services, nato per accompagnare piccole medie imprese e pubblica amministrazione nel loro percorso di digitalizzazione.

Per informazioni:

Sofia Greganti

Area Innovazione e Digitalizzazione E: innovazione@confindustria.tn.it T: 0461 360016

IA e digitalizzazione a supporto della competitività

Le imprese ICT di Trento e Bolzano uniscono le forze per affrontare la sfida dell’innovazione. Collaborazione e competenze al centro della transizione digitale.

L’ INTELLIGENZA Artificiale e la digitalizzazione sono fondamentali per favorire l’innovazione e la competitività delle imprese. Decisiva in questo senso è la presenza di un ecosistema territoriale di imprese ICT con competenze elevate e capaci di collaborare. Proprio per favorire sinergie tra le imprese associate, la Sezione ICT di Confindustria Alto Adige e la Sezione Informatica e Tecnologie Digitali di Confindustria Trento hanno organizzato nei giorni scorsi un evento di pitching ospitato nella sede di Confindustria Alto Adige a Bolzano con dodici imprese (sei di Confindustria Alto Adige e sei di Confindustria Trento) che hanno presentato le proprie competenze e attività.

Le sei imprese appartenenti alla Sezione Informatica e Tecnologie Digitali di Confindustria Trento che hanno partecipato all’incontro sono: Delta Informatica Spa : nel 1980, cinque giovani neolaureati, animati da determinazione, intraprendenza e spirito di iniziativa, danno avvio a un ambizioso percorso imprenditoriale, fondando una piccola cooperativa. Da allora, l’organizzazione ha intrapreso un’evoluzione costante che l’ha condotta a diventare

un’impresa 5.0, mantenendo saldi i valori di responsabilità sociale d’impresa e uno stile imprenditoriale coerente e consapevole. A oltre quarant’anni dalla sua fondazione, Delta Informatica continua a essere un punto di riferimento nel settore IT, supportando aziende, enti e professionisti nel rispondere alle crescenti esigenze tecnologiche, con un’attenzione particolare ai processi di trasformazione digitale che interessano ogni ambito lavorativo, sociale e culturale.

HPA – High Performance Analytics Srl : è uno spin-off accreditato dell’Università di Verona e Artificial Intelligence Competence Center (AICC) di Terranova, che dal 2017 progetta e sviluppa soluzioni custom di Intelligenza Artificiale per PMI e Grande Impresa. Il claim “Math to Innovate” sottolinea le profonde competenze in ambito matematico maturate in oltre 20 anni di ricerca in ambito accademico.

Iotique Srl : software house con sede a Rovereto, è specializzata nello sviluppo di piattaforme IoT personalizzate. Fondata nel 2020 con il nome Igloo, oggi conta oltre trenta clienti B2B. L’azienda realizza dashboard web e app mobile intuitive, backend solidi, sicuri e scalabili, curando anche l’intero processo di messa in produzione e hosting. Il suo approccio si distingue per cicli di rilascio brevi, grande flessibilità nell’adattare le specifiche in corso d’opera e per la concessione di una licenza illimitata sul codice sorgente consegnato.

Peter Werth e Roberto Loro

Optoi Srl : è un’azienda specializzata in sensoristica nata a Trento nel 1995. L’azienda è passata da essere uno spin-off della Fondazione Bruno Kessler a diventare un Gruppo composto da cinque aziende high-tech. Negli anni la realtà ha superato i cinquanta dipendenti, con clienti appartenenti al settore industrial ma anche mobility, medical, energy e green. Ha mantenuto la vocazione alla ricerca e sviluppo per poi specializzarsi nella progettazione e produzione di dispositivi in silicio. L’assetto attuale del Gruppo è frutto di acquisizioni mirate, del decollo di startup innovative, della crescita internazionale con società controllate all’estero e di altre operazioni strategiche.

Socialit Srl : nasce come impresa focalizzata sulla consulenza e sviluppo di software per il settore sociosanitario. Da subito si è distinta per l’impegno nel mettere la tecnologia al servizio delle persone e delle organizzazioni, accompagnandole nel percorso di innovazione digitale. La sua vision è quella di rendere l’innovazione accessibile, contribuendo a costruire un futuro sostenibile in cui tecnologia e progresso sociale crescano insieme. La sua mission è trasformare le idee in realtà concrete, sostenendo imprese e comunità e promuovendo lo sviluppo e il benessere condiviso.

Trentino DataMine Srl : Intacture è un progetto di Trentino DataMine, una società risultato di un partenariato pubblico-privato composto dall’Università di Trento, Covi Costruzioni, Gpi, deda e ISA - Istituto Atesino di Sviluppo. Il progetto prevedee un impegno finanziario di 50,2 milioni di euro. Incastonato in una montagna della Val di Non, è il primo e unico Data Center civile europeo costruito all’interno di un sito minerario attivo. La realizzazione di Intacture, in spazi minerari sotterranei progettati ad hoc, permette di ridurre al minimo l’occupazione di suolo e l’impatto ambientale.

L’incontro, aperto dal direttore di Confindustria Alto Adige, Josef Negri e a cui hanno preso parte circa 35 tra imprenditori e manager delle imprese coinvolte, ha evidenziato la competitività delle imprese regionali dell’ICT e come esse siano pronte per affrontare le sfide dell’IA e della transizione digitale in un contesto in crescita: una impresa su cinque nel nostro Paese dichiara di voler investire in IA nel prossimo biennio e il fatturato realizzato on line dalle imprese con almeno 10 addetti in Italia in 10 anni è praticamente triplicato. “L’alleanza tra imprese dell’ICT specializzate in ambiti diversi e complementari tra di loro è decisiva per favorire la digitalizzazione e l’applicazione dell’IA a sostegno della competitività delle imprese. Affinché le nuove tecnologie abbiano successo è fondamentale il fattore umano: servono persone qualificate e per questo è decisiva la collaborazione tra il mondo delle imprese e quello della formazione, in particolare quello universitario con il quale già da anni lavoriamo in modo fruttuoso”, sottolinea Peter Werth , Konverto Spa, presidente della Sezione ICT di Confindustria Alto Adige.

“Crediamo molto in queste occasioni di conoscenza come base per future collaborazioni e progetti condivisi. La digitalizzazione e le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, sono talmente strategiche che è necessario far squadra. Siamo convinti che, collaborando, possiamo giocare un ruolo importante anche a livello internazionale. Questo ci permetterà di accompagnare le imprese nella transizione digitale e renderle più competitive, valorizzando allo stesso tempo i nostri territori e chi ci lavora e vive” chiarisce Roberto Loro , Dedagroup Spa, presidente della Sezione Informatica e Tecnologie Digitali di Confindustria Trento.

Starpool celebra 50 anni di benessere

Un viaggio lungo mezzo secolo tra innovazione e cultura del Wellness

Nel 2025 Starpool festeggia cinquant’anni di attività dedicate al benessere, un percorso che ha trasformato la visione del wellness in Italia e nel mondo. Fondata nel 1975 da Ardelio Turri, l’azienda ha saputo unire innovazione e tradizione, coniugando le radici del termalismo romano con tecnologie d’avanguardia.

Dal primo bagno di vapore artigianale nel garage di famiglia, Starpool è cresciuta fino a diventare un sistema integrato di soluzioni per il benessere: saune, bagni di vapore e mediterranei, percorsi sensoriali e spazi dedicati al corpo e alla mente. L’ingresso nell’hospitality negli anni ’80 e la nascita, nel 2012, del protocollo scientifico sp.a_system® hanno segnato una svolta: il wellness non è più solo relax, ma una pratica basata su evidenze scientifiche, mirata a gestire stress, sonno, performance e longevità.

Oggi Starpool opera in decine di Paesi con distributori e filiali estere, collaborando con architetti e designer internazionali e offrendo migliaia di configurazioni personalizzate per hotel, spa, centri medici, palestre, sport e clienti privati. Nel 2024 il fatturato ha superato i 25 milioni di euro, con una crescita del 15% rispetto all’anno precedente. Ricerca e innovazione restano il cuore pulsante: con numerosi brevetti e partnership di eccellenza, l’azienda propone soluzioni all’avanguardia come il galleggiamento asciutto di Zerobody Dry Float e la crioterapia non invasiva di Zerobody Cryo.

Il design iconico dei prodotti Starpool trasforma ogni ambiente in un luogo di autentica rigenerazione. Casa Starpool, la sede storica nelle Dolomiti, e Casa Starpool Milano, showroom nel Design District, incarnano questa filosofia, offrendo spazi dedicati al benessere e all’innovazione.

La sostenibilità è parte dei valori aziendali: con software come Green Pack ed Eco Spa Technology, Starpool riduce consumi ed emissioni. Nel 2025 nasce anche Wood Recovery Project: un piano quinquennale per riforestare la Val di Fiemme, colpita dalla tempesta Vaia e dall’epidemia di bostrico, iniziativa che riafferma la responsabilità verso territorio e biodiversità.

Cinquant’anni di Starpool significano innovazione, design, salute e responsabilità ambientale, in un percorso che guarda al futuro con la stessa passione dei primi giorni. Come sottolinea Riccardo Turri, CEO: “Più siamo consapevoli dei nostri bisogni, più possiamo contribuire a migliorare quelli dei nostri clienti. Perché il benessere parte da noi.”

Cloudfabric cresce tra innovazione e territorio

L’azienda trentina consolida la sua leadership nell’IT con nuove acquisizioni, internazionalizzazione e focus su cloud e cybersecurity. Un percorso trentennale che unisce radici locali e visione globale.

CONTINUA a crescere Cloudfabric, l’azienda trentina della famiglia Benassi che opera da oltre 30 anni nel settore IT come partner per le aziende per la trasformazione digitale e per la cybersecurity. Il Gruppo Cloudfabric conta oggi su un team di 40 dipendenti più cinque collaboratori esterni impegnati su tre sedi differenti: Trento, Tione e Rovereto.

Alla base della crescita alcuni passi fondamentali che hanno scandito le strategie dell’impresa: la scelta di diventare Manager Service Provider (MSP), la decisione di aumentare competenze e giro di affari attraverso l’acquisizione di altre aziende del settore e la determinazione a internazionalizzare alcuni rami di business.

Roberto Benassi, figlio di Giorgio, che fondò l’azienda a Trento nel 1990, sottolinea l’importanza di questi passaggi. “Nel 2005 –spiega Roberto, titolare dell’azienda assieme alla sorella Monica – abbiamo deciso di operare come azienda MSP, un cambio di passo. Se, fino a quel momento, ci limitavamo alla vendita di materiali informatici e all’erogazione di manodopera, dal 2005 in avanti abbiamo iniziato a gestire l’informatica come servizio con SLA garantiti. Su queste basi è iniziato

nel 2009 un percorso di evoluzione verso il cloud che ci ha portato a passare dai 10 collaboratori di un tempo al nostro team attuale, oltre 40 persone. Negli stessi anni si è concretizzato un percorso di acquisizioni aziendali (la prima nel 2015, la seconda nel 2018, la terza nel 2020) grazie al quale abbiamo aperto nuove sedi sul territorio e ci siamo costituiti come un Gruppo. Infine, potenziando in particolare la nostra area di progettazione e scrittura software, abbiamo cominciato a lavorare all’estero aumentando costantemente il numero di clienti stranieri e intraprendendo un forte percorso di internazionalizzazione”. Così l’azienda ha assunto un volto nuovo operano oggi tra i leader del mercato in Trentino. “Realizziamo soluzioni IT e le gestiamo con gli strumenti dei migliori partners per trasformarle in investimenti redditizi e duraturi per il business del cliente”. Nelle principali competenze rientrano i sistemi cloud, le piattaforme di comunicazione e workgroup, i digital workspace, i sistemi di sicurezza informatica attiva e passiva, networking e voip. Il focus è su tutto ciò che costituisce un abilitatore della trasformazione digitale.

Il legame con il territorio è sempre rimasto al centro di una visione aziendale che non ha mai smesso di puntare sulle virtù della conduzione famigliare. “Non vedrei la nostra azienda in un altro luogo”, sottolinea Benassi. “Proprio il legame con la nostra terra ci ha recentemente spinto verso un percorso di certificazione B-Corp, per portare l’azienda verso standard di sostenibilità, trasparenza e responsabilità sempre più elevati con evidenti ricadute positive in termini di impatto ambientale nei luoghi in cui operiamo”.

Delle tre sedi – Tione, Trento e Rovereto – quella del capoluogo rimane la principale. I servizi che fornisce sono rivolti soprattutto a una clientela italiana, a cominciare dal Trentino, l’Alto Adige e i territori limitrofi. A Rovereto invece è insediata la divisione software, che si relaziona con i mercati di tutta Europa.

Cloudfabric si rivolge ad aziende piccole, medie e medio-grandi. Proponendosi come “partner per la trasformazione digitale”, i margini di personalizzazione sono sempre stati e rimangono

elevatissimi. “Vogliamo garantire al nostro cliente – prosegue Benassi – un vantaggio competitivo sul mercato custodendo, utilizzando e condividendo in modo sicuro le informazioni: questa la nostra mission. Perciò lavoriamo in rapporto strettissimo con la nostra committenza. Prima cerchiamo di conoscere a fondo le imprese che si rivolgono a noi, poi elaboriamo soluzioni su misura che vengono studiate e analizzate assieme ai nostri interlocutori”. Per essere sempre più vicini alle aziende, gestione dei dati in cloud e cybersecurity sono oggi il core principale del Gruppo Cloudfabric e gli ambiti che impegnano maggiormente il team di Benassi su più fronti e in ricerca e sviluppo. A breve sono previste nuove assunzioni e dall’azienda fanno sapere che è attualmente in corso un nuovo iter di acquisizione aziendale.

Accountable, la novità Digital Robotics

Dalla contabilità alle strategie aziendali: Digital Robotics lancia uno strumento intuitivo e predittivo per guidare le decisioni di manager e imprenditori con dati affidabili e scenari simulati.

A fianco delle imprese per sviluppare sistemi di analisi per l’aumento delle performance aziendali con il nuovo software “Accountable”: questo l’obbiettivo di Matteo Bazzanella e S tefano Malchiodi , soci fondatori di Digital Robotics.

Matteo e Stefano – il primo è laureato in fisica e computazione con un dottorato in fisica teorica conseguito in Svezia, il secondo è ingegnere gestionale con specializzazione logistico produttiva – hanno fondato la società un paio di anni fa e ora sono ai blocchi di partenza. “Non volevamo limitarci ai servizi di consulenza”, spiegano. “Così abbiamo scelto di puntare sulla progettazione di software per metterci a disposizione delle aziende con un nuovo prodotto. Si chiama Accountable e stiamo per lanciarlo sul mercato”. Bazzanella e Malchiodi hanno skills importanti maturate in anni di esperienza in ambiti come il machine learning, l’automatizzazione dei processi, il controllo di gestione, l’analisi e la pianificazione aziendale. Hanno operato in Italia e all’estero in diversi settori, tra cui l’energia rinnovabile, il manufacturing e i servizi. Quando hanno capito dove potersi muo -

vere, individuando una nicchia di mercato adatta a nuovi percorsi di ricerca e sviluppo software, hanno fondato la società autofinanziandosi. “Occupiamo il 50% del nostro tempo per fornire servizi di consulenza alle imprese e con questa attività ci finanziamo”, spiegano. “L’altra metà del tempo è dedicata invece alla progettazione del nuovo software, ora in fase di lancio. Stiamo effettuando gli ultimi test-drive con aziende partner con cui collaboriamo e siamo sul punto di rilasciare una demo. Saremo pronti in autunno”. Il nuovo software Digital Robotics si colloca a metà strada tra il settore della contabilità aziendale e quello dell’interpretazione dati per l’elaborazione delle strategie a opera di governance e management. “Abbiamo scelto di muoverci in questa nicchia”, continuano i soci: “Il prodotto a cui stiamo lavorando è dedicato ai manager d’impresa e a coloro che devono prendere

Matteo Bazzanella e Stefano Malchiodi
Il nuovo software Digital Robotics si colloca a metà strada tra il settore della contabilità aziendale e quello dell’interpretazione dati per l’elaborazione delle strategie a opera di governance e management

decisioni importanti sulla pianificazione delle strategie di sviluppo”.

Partendo dai dati emersi dalla contabilità e dalla rendicontazione, il software consente l’analisi dei dati e favorisce la creazione di modelli previsionali e di sviluppo. “Accountable è lo strumento per guidare l’impresa con decisioni fondate su dati reali e simulazioni contabili rigorose”, sottolineano i soci fondatori. “Il software si collega direttamente alla contabilità aziendale, trasformando anche dati provvisori o in corso di aggiornamento in una base solida per analisi e previsioni affidabili. Gli scenari futuri vengono simulati nel rispetto delle logiche contabili, integrando tutte le voci di bilancio, dal conto economico allo stato patrimoniale e alla cassa. È possibile creare modelli di controllo, definire schemi personalizzati – gestionali o civilistici – e adattare il sistema alle esigenze del management. Il risultato è una fotografia dinamica e credibile dell’impresa: uno strumento che affianca il processo decisionale con dati, rendiconti e previsioni affidabili, ogni giorno. Una delle applicazioni più immediate è nella redazione di business plan e piani di liquidità, oltre che nei rendiconti di controllo di gestione, dove il rigore contabile e la capacità di simulazione si rivelano fondamentali per valutare scenari di sviluppo e sostenibilità finanziaria”. Tra le caratteristiche principali, sarà molto semplice da utilizzare. “Entriamo ora nella fase

di roll-out – continuano Bazzanella e Malchiodi – con una graduale introduzione del prodotto sul mercato. Un momento importante, che serve anche per verificare la praticità del nostro software. Uno strumento intuitivo, di immediato utilizzo, che non richiederà percorsi di formazione onerosi a carico dell’azienda. È questo uno degli obbiettivi che ci siamo dati”. Il software sarà personalizzabile, ma allo stesso tempo parte da una versione base che nasce per soddisfare ogni esigenza di raccordo tra la rendicontazione efficacie dei dati contabili e la necessità di ottenere una rappresentazione coerente dell’andamento aziendale passato, presente e futuro. È proprio in questo ambito che Digital Robotics ha scelto di operare, dopo il riscontro di una carenza di software sul mercato per la gestione di queste situazioni.

Chiara, infatti, la mission della società: “Vogliamo rispondere alle esigenze delle PMI con lo sviluppo di software partendo dalle necessità del cliente: costruiamo sistemi automatizzati in grado di analizzare i dati a disposizione e restituire delle risposte che possono modificare, rafforzare e correggere i processi decisionali all’interno dell’azienda. Ci piace definire questi software intelligenti come dei robot digitali , che svolgono delle mansioni grazie a processi automatizzati basati sull’intelligenza artificiale e sul machine learning. Da qui il nome Digital Robotics”. (adb)

Massimiliano

Vece

Lizard, vent’anni di innovazione digitale

Dalla progettazione di spazi multimediali allo sviluppo di soluzioni basate sull’IA, l’azienda trentina amplia i suoi orizzonti. Un percorso che unisce esperienza, ricerca e visione etica della tecnologia.

DALL’ALLESTIMENTO degli spazi multimediali all’implementazione dell’intelligenza artificiale per massimizzare l’efficienza operativa: questa la mission di Lizard, azienda trentina del settore digital protagonista nella fornitura di soluzioni tecnologiche e innovative. “Siamo nati nel 2004 per creare e gestire infrastrutture IT per le imprese specializzandoci nella progettazione di allestimenti multimediali, ma dal 2018 abbiamo costituito in azienda una divisione autonoma sull’Intelligenza artificiale, che si è imposta tra i nostri core principali”. Massimiliano Vece, amministratore delegato e fondatore di Lizard, racconta così il nuovo volto dell’azienda. “In questo modo abbiamo puntato sul settore dell’AI per l’ottimizzazione dei processi e per ridurre le attività ripetitive con soluzioni innovative per i nostri clienti”.

Con sede a Trento in via Detassis, Lizard ha da poco compiuto vent’anni. Il suo team di professionisti opera per creare soluzioni tecnologiche all’avanguardia proponendosi come partner per le aziende. Dalle imprese di piccole dimensioni ai grandi gruppi, il 90% del fatturato è realizzato in Italia. Il ramo tradizionale dell’azienda

ha sviluppato un forte know-how nella progettazione di spazi multimediali per aziende private e pubbliche amministrazioni. Qualsiasi posto in cui ci sia bisogno di integrare sistemi audio-video professionali combinati con l’architettura degli spazi (sale conferenze, auditorium, palazzetti dello sport, punti vendita, gallerie e luoghi espositivi). I servizi sono a 360°: audio e videoconferenze, trattamenti acustici, digital signage, digital workspace, arredi tecnici e multimediali, space booking, video as a service, sport ledwall, realità aumentata. Parallelamente, Lizard si è specializzata fin dagli inizi nella creazione e gestione di infrastrutture IT: cloud service, network e security, cybersecurity e data protection, security awareness, adozioni di tecnologie hardware per postazioni di lavoro. Il nuovo ramo d’azienda, invece, ha puntato sull’Intelligenza artificiale come core per far crescere il business. “Ho fondato questa divisione nel 2018 – sottolinea Massimiliano Vece – per sfruttare le potenzialità dell’Intelligenza artificiale, una rivoluzione tecnologica e sociale che corre velocissima, dieci

volte più veloce delle tempistiche con cui si è diffuso l’utilizzo di internet alla fine degli anni ’90”. Oggi, sei anni dopo, con un portfolio di soluzioni in produzione presso importanti clienti, Lizard ha consolidato la propria posizione anche in questo ambito: “Lavoriamo con i settori privato, pubblico, bancario e finanziario offrendo una gamma di soluzioni innovative basate sull’Intelligenza artificiale che possiamo personalizzare. Anche in questo caso, infatti, siamo in grado di realizzare prodotti custom made che possano essere applicati su larga scala in tutti i contesti amministrativi, disegnando i processi e integrandoci con soluzioni legacy elevando la protezione e la tutela del dato. I servizi offerti sono finalizzati a fornire soluzioni per l’automazione di processi ma anche per l’elaborazione di analisi predittive e l’ottimizzazione delle risorse. Ci definiamo una azienda “ del fare” ”. Ricerca e sviluppo chiedono in questo senso grandi risorse e investimenti al team di Lizard. “Sfruttando le potenzialità dell’Intelligenza artificiale – fa sapere l’amministratore delegato – stiamo sviluppando una nuova tecnologia per la quale abbiamo recentemente depositato brevetto. Una soluzione innovativa che troverà applicazione su due tipologie di prodotti. Da un lato, la realizzazione di un nuovo strumento applicativo dedicato alle pubbliche amministrazioni italiane, circa 12.000 sul territorio nazionale. Dall’altro, la messa a punto di una piattaforma di formazione on-line multidisciplinare”. In un momento in cui l’Intelligenza artificiale sta cambiando il modo di fare impresa nel settore IT (e non solo), Lizard interpreta così il cambiamento. “Abbiamo a che fare con una trasformazione epocale”, conclude sul punto Massimiliano Vece. “Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione industriale ed economica che investe tutta la società. Così dobbiamo guardare alla diffusione dell’Intelligenza artificiale. È un fenomeno di portata globale che non possiamo fermare ma che dobbiamo governare. Se sapremo farlo – se sapremo governala – con un approccio Etico, sono convinto che si tradur-

rà in una straordinaria opportunità di crescita sociale e individuale sia in termini culturali sia in termini di competenze specifiche settore per settore. Ma, per fare questo, occorre conoscere a fondo l’IA, fare formazione e informazione, promuovere conoscenza in modo professionale e a più livelli. Come impresa che opera nel settore DIGITAL, ci sentiamo protagonisti e vogliamo fare la nostra parte”. (adb)

L’impegno collettivo diventa poesia

Dr. Schär celebra il legame con i propri collaboratori attraverso l’arte, trasformando parole ed emozioni in un murale collettivo. Un progetto che unisce identità, cultura e sostenibilità nel cuore del Trentino.

DR. SCHÄR , azienda fondata nel 1922 in Alto Adige, nel cuore delle Alpi, torna a celebrare il legame con i propri collaboratori attraverso l’arte. Presso lo stabilimento di Borgo Valsugana è stata ultimata la realizzazione dell’opera murale partecipata avviata lo scorso anno, un’iniziativa che conferma il valore della cultura come motore di coinvolgimento e ispirazione per l’azienda altoatesina leader mondiale nel senza glutine e nell’alimentazione specifica. Il progetto, intitolato ‘InPegno. ConCura’, è realizzato dal poeta e artista internazionale ivan, con la curatela di Arte Sella. Questa nuova fase dell’opera continua a dare voce ai collaboratori della sede trentina di Dr. Schär, ciascu-

no dei quali ha contribuito con una parola per descrivere il proprio legame con l’azienda e i colleghi. Queste parole sono state poi intrecciate dall’artista in una poesia inedita, che prende vita su una delle pareti esterne dello stabilimento di produzione del pane, trasformandola in una testimonianza visiva e collettiva dello spirito aziendale.

Come già avvenuto per la facciata principale dello stabilimento, che riporta il trittico “FAR BENE, CUORE, PASSIONE”, anche questa nuova opera rappresenta un’espressione di arte partecipata, in cui la voce della comunità aziendale si traduce in segno tangibile di identità condivisa. Un progetto che unisce valori e sostenibilità: il murale è infatti realizzato con tinte minerali e sostenibili di Calchèra San Giorgio, azienda del territorio, in linea con l’impegno di Dr. Schär per un futuro più responsabile. “Con il progetto ‘InPegno. ConCura’ abbiamo voluto rendere evidente qualcosa che spesso rimane invisibile: il legame autentico che unisce le persone all’interno della nostra azienda – commenta Ulrich Ladurner, presidente di Dr. Schär – Questo murale non è solo un’opera d’arte, ma una dichiarazione collettiva di appartenenza e di cura. Il contributo di ciascun collaboratore è diventato poesia, e la poesia si è trasformata in segno tangibile di ciò che siamo, e che ogni giorno realizziamo, insieme”.

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20 anni di Carapace

A vent’anni dalla nascita del concept, il Carapace, la cantina-scultura realizzata in Umbria da Pomodoro per la famiglia Lunelli, si conferma un unicum che fonde architettura, scultura e vino.

SONO passati vent’anni da quando, nel 2005, Arnaldo Pomodoro immaginò il Carapace, la prima cantina-scultura al mondo, progettata per le Tenute Lunelli nel cuore dell’Umbria. Quella visione si conferma oggi come un unicum che celebra una storia di bellezza e passione ed è diventata un punto di riferimento per tutti coloro che ricercano esperienze autentiche, in cui arte, natura e saper fare italiano si fondono in armonia. Il progetto prende vita nei primi anni Duemila, quando la famiglia Lunelli si innamora del Sagrantino e del suo territorio, e acquisisce alcuni storici vigneti a Montefalco e Bevagna. Era il 2001, e già due anni dopo, nel 2003, viene prodotta la prima annata di Montefalco Sagrantino. La famiglia Lunelli decide allora di affidare la realizzazione della cantina ad Arnaldo Pomodoro, a cui era legata da un’amicizia di vecchia data e da precedenti collaborazioni. Quando il Maestro visita la tenuta, concepisce subito l’idea dell’opera, capace di integrarsi con la natura e celebrare l’arcaicità dei luoghi. “Ho pensato al Carapace come a un elemento che potesse emergere dalla terra, come una grande cupola che

richiama la forza e la potenza della natura. Un luogo dove il vino nasce dentro la scultura”, aveva affermato il Maestro. Dall’intuizione, nel 2005, alla realtà: il Carapace viene inaugurato nel 2012. La forma richiama appunto il carapace di una tartaruga, animale simbolo di longevità, elemento che accomuna l’opera al Montefalco Sagrantino, vino identitario del territorio, noto per la sua straordinaria capacità di invecchiamento. Le crepe che attraversano la superficie della cupola rameica richiamano i solchi del terreno umbro, a simboleggiare il tempo e la sua azione sul vino. Un elemento scultoreo a forma di dardo, di un rosso acceso, che si conficca nel terreno, dà ancora più forza alla scultura nel paesaggio. Il risultato è un’opera assolutamente unica, la prima scultura al mondo in cui sia possibile vivere e lavorare.

Appena inaugurato, il Carapace riceve il Premio UNESCO “La Fabbrica nel Paesaggio” e partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione “Le architetture del Made in Italy”. Da allora, è diventato una meta imprescindibile per gli amanti dell’arte e del vino. Fra i più recenti riconoscimenti internazionali, l’inserimento tra le 50 migliori cantine al mondo dai World’s Best

Vineyards 2024, con il prestigioso titolo di “Highest New Entry”, al venticinquesimo posto. Il legame tra la famiglia Lunelli e Arnaldo Pomodoro risale al 1984, quando Gino Lunelli incontra per la prima volta il Maestro. Da quel momento nasce un sodalizio culturale e umano che porterà alla creazione di opere significative: dal disco per i 90 anni di Ferrari Trento (1992) alla monumentale spirale Centenarium posizionata all’ingresso delle Cantine Ferrari (2002), fino al Carapace. Un rapporto che continua ancora oggi, che si sviluppa in un più ampio impegno verso la cultura e la responsabilità sociale d’impresa, grazie al sostegno di Tenute Lunelli alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, di cui Matteo Lunelli è membro del Consiglio di amministrazione.

Un percorso artistico e culturale, quello del Carapace, che ha al centro i vini che vi nascono: vini che esprimono il carattere del territorio umbro ma coerenti con lo stile enologico di Tenute Lunelli, improntato innanzitutto all’eleganza. Anno dopo anno, il Montefalco Sagrantino Carapace, i Montefalco Rosso Lampante e Ziggurat, a cui si è aggiunto a partire dalla vendemmia 2015, il Carapace Lunga Attesa, hanno conqui-

stato i più alti riconoscimenti delle guide italiane e il plauso della critica internazionale. Il ventesimo anniversario del Carapace è l’occasione per affermare il valore di un progetto enologico e culturale fondato sull’eccellenza e sulla sostenibilità, che promuove e impreziosisce il territorio all’insegna del Bello e Buono.

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Bilancio UE, ambiziosa proposta della Commissione

La Commissione UE propone un maxi-bilancio da 2mila miliardi per il periodo 2028-2034. Crescita, difesa e innovazione al centro del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale.

di GIANLUCA FEDRIZZI, Area Economia d’Impresa, Confindustria Trento

OGNI sette anni, la Commissione europea è tenuta a presentare il cosiddetto “Quadro Finanziario Pluriennale”, un bilancio a lungo termine che stabilisce le priorità di spesa dell’Unione per un periodo di sette anni in vari settori: dall’agricoltura alla ricerca, dalla coesione territoriale all’energia. La Commissione ha cominciato a lavorare al prossimo programma finanziario, presentando una proposta da quasi 2mila miliardi di euro per il settennato 20282034, quasi il doppio rispetto all’attuale QFP che copre il periodo 2021-2027, in risposta all’incerta situazione mondiale.

Parlando dinanzi al Parlamento, Piotr Serafin, Commissario europeo per il bilancio, ha spiegato che l’obiettivo della Commissione è di “sostenere gli Stati, le imprese e i partner”.

Al centro della strategia di bilancio, e come emerso anche dal “Rapporto Draghi” sul futuro della competitività europea, sono previsti 865 miliardi destinati alla politica di coesione e all’agricoltura, oltre all’introduzione di un nuovo Fondo per la Competitività da 409 miliardi per investire in quattro settori chiave: transizione pulita e decarbonizzazione, transizione digitale, salute, biotecnologie, agricoltura, difesa e spazio.

In stretta connessione, il quadro di ricerca dell’UE, con il suo programma Horizon Europe del valore di 175 miliardi di euro, continuerà a finanziare l’innovazione di livello mondiale.

Pertanto, Horizon Europe e il Fondo per la competitività offriranno sostegno per l’intero percorso di investimento di un progetto (dalla fase di ideazione alla fase di espansione) e ridurranno sia i costi per i potenziali beneficiari sia i tempi di erogazione. Il bilancio settennale contribuirà anche a costruire un’Unione europea della difesa in grado di proteggersi, rimanere connessa e agire rapidamente ogni volta che sarà necessario. La finestra “difesa e spazio” del Fondo per la competitività stanzierà 131 miliardi di euro a sostegno degli investimenti nella difesa, nella sicurezza e nello spazio, cinque volte di più rispetto all’attuale QFP.

In particolare, verranno sostenuti la componente relativa alla mobilità militare e gli investimenti in infrastrutture a duplice uso, che contribuiranno a dare un forte impulso alla sicurezza informatica e alle infrastrutture.

Dal progetto di bilancio presentato, mancano ancora le stime dei contributi che dovranno essere versati dai 27 Stati membri. La proposta entrerà ora nella fase del complesso negoziato con Consiglio e Parlamento.

Maurizio Gianordoli

è il nuovo

Vicepresidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Trento

Il Comitato Piccola Industria di Confindustria Trento si è riunito presso la Fondazione Bruno Kessler, in un contesto fortemente evocativo di innovazione e ricerca. Durante l’incontro, convocato dal presidente

Elio Pisoni , è stato annunciato un importante avvicendamento: Serena Beber ha lasciato il ruolo di vicepresidente per ragioni professionali. A lei vanno i più sentiti ringraziamenti per il prezioso contributo offerto. In sua sostituzione è stato nominato Maurizio Gianordoli , che subentra secondo le modalità previste dal regolamento interno, avendo ricevuto il maggior numero di voti tra i candidati nel corso delle ultime elezioni.

Sanità privata trentina, servono salari equilibrati

Confindustria Trento e Aiop chiedono impegno condiviso per allineare le retribuzioni tra pubblico e privato accreditato. La sinergia è fondamentale per garantire efficienza e continuità dei servizi sanitari.

IN queste settimane il dibattito sulla “questione salariale” del personale sanitario è stato di stretta attualità sia a livello locale sia nazionale.

La Giunta Provinciale ha impegnato ingenti risorse per il rinnovo del contratto collettivo della sanità pubblica, circa 30 milioni nel recente assestamento di bilancio: l’assessore Mario Tonina ha dichiarato: “La Provincia autonoma di Trento garantirà le risorse

necessarie per il miglioramento della situazione stipendiale e per l’adeguata gratificazione degli operatori sanitari. Nella fase attuale anche da parte dei territori è doveroso riconoscere adeguati livelli stipendiali, come ha fatto, ad esempio, l’Alto Adige che deve tener conto dell’attrattività in termini di livelli delle retribuzioni di aree confinanti come Svizzera e Austria”. Sulla questione interviene Chiara Toller, presidente dalla Sezione Sanità e cura della Persona di Confindustria Trento: “Va apprezzato l’impegno della Provincia a sostenere il potere d’acquisto dei dipendenti pubblici: analogo sforzo si auspica venga intrapreso anche per sostenere la contrattazione del settore delle strutture sanitarie accreditate impegnate ad erogare servizi nell’ambito della sanità pubblica. Noi e i nostri collaboratori -aggiunge- lavoriamo in un’ottica di proficua sinergia con il Servizio Sanitario Provinciale: medici, infermieri, tecnici sanitari, oss e tutto il personale impiegato a vario titolo nel comparto sanità sono il motore della nostra attività, ma negli ultimi anni lamentano la crescente differenza stipendiale rispetto ai colleghi che operano negli ospedali pubblici nonostante, proprio come questi ultimi, non abbiano mai mancato di offrire un contributo essenziale al mantenimento degli alti livelli di performance della sanità trentina”.

“Questa competizione, pur fisiologica entro certe soglie, ha assunto effetti distorsivi sui flussi di personale sanitario dal privato accreditato al pubblico. Inoltre, la disparità retributiva ha effetti negativi sull’efficienza generale del sistema, sulla motivazione e sul riconoscimento professionale dei nostri collaboratori che si sentono operatori sanitari di serie B” afferma il presidente di Aiop Trentino, Michele Lorusso , che prosegue: “Per questo motivo, è necessario un impegno concreto da parte di tutti i soggetti, a partire dalle istituzioni pubbliche, a sostenere, anche attraverso risorse dedicate e strumenti innovativi, un percorso di progressivo allineamento economico”. La posizione dei rappresentanti del comparto è univoca: “Dobbiamo favorire una equilibrata distribuzione del personale sanitario tra i due ambiti, tanto attraverso lo sviluppo di un piano per il fabbisogno di professionisti nel campo

Chiara Toller

Va apprezzato l’impegno della

Provincia a sostenere il potere d’acquisto dei dipendenti pubblici: analogo sforzo si auspica venga intrapreso anche per sostenere la contrattazione del settore delle strutture sanitarie accreditate impegnate ad erogare servizi nell’ambito della sanità pubblica

Webinar

“Road to R.E.N.T.Ri.”: imprese a confronto sulle nuove scadenze ambientali

medico-sanitario, quanto attraverso i percorsi di laurea in medicina e infermieristica e i corsi di formazione delle altre professioni sanitarie.”

“Siamo disponibili a promuovere una contrattazione decentrata nel settore con l’obiettivo di avvicinare le condizioni economiche minime del personale tra le strutture pubbliche provinciali e quelle accreditate: ciò, inevitabilmente, potrà avvenire solo attraverso specifici adeguamenti incrementali delle tariffe applicate per l’attività sanitaria ospedaliera.”

In questo senso ha recentemente scelto di agire la Provincia autonoma di Bolzano per favorire l’attrattività rispetto ad aree confinanti come Svizzera e Austria.

“Crediamo che un modello in cui la Provincia concorre alla copertura degli effetti economici della contrattazione funzioni, lo abbiamo fatto in passato e riteniamo che anche oggi l’autonomia trentina possa seguire questa traiettoria: il settore è pronto a fare la propria parte”.

Si è tenuto nelle scorse settimane il webinar “Road to R.E.N.T.Ri” rivolto alle imprese chiamate ad affrontare le nuove scadenze ambientali. Organizzato da Confindustria Trento in collaborazione con Confindustria Alto Adige e l’Albo Nazionale Gestori Ambientali, l’incontro ha rappresentato un’importante occasione di aggiornamento per le imprese chiamate a confrontarsi con le nuove scadenze previste dal sistema R.E.N.T.Ri. Ad aprire i lavori è stato Mauro Santini , presidente del Gruppo Gestori Ambientali di Confindustria Alto Adige. A seguire, Daniele Gizzi , presidente dell’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, ha fatto il punto sullo stato dell’arte del R.E.N.T.Ri. a sei mesi dall’avvio, tracciando un bilancio provvisorio del percorso già intrapreso. L’intervento centrale è stato affidato ad Alessandra Verdone , formatrice R.E.N.T.Ri per l’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, che ha illustrato tutte le implicazioni legate alla seconda scadenza prevista per le imprese con più di 10 dipendenti.

A concludere il webinar è stato Matteo Barbetta , presidente della Sezione Energia e Servizi per l’Ambiente di Confindustria Trento, che ha ribadito l’impegno dell’Associazione nel sostenere le imprese in questo delicato passaggio normativo.

Cultura, evoluzione, strategia e innovazione

Formare figure HR capaci di affrontare le nuove sfide del lavoro è oggi una priorità.

Il Master di Assoservizi nasce per rispondere a questa urgenza, con un percorso completo e concreto.

IL mondo del lavoro sta cambiando, il ruolo delle risorse umane diventa sempre più strategico per un’azienda che deve stare al passo coi tempi, l’HR deve mantenere un delicato equilibrio tra esigenze dei lavoratori e richiesta di obiettivi sempre più sfidanti da parte del datore di lavoro: trattenere, ingaggiare, motivare e stare la passo con gli aggiornamenti normativi sono le competenze richieste per chi agisce il ruolo. Assoservizi propone il nuovo Master in Human Resources, in partenza il 23 ottobre 2025, per formare professionisti in grado di affrontare con competenza e visione strategica le sfide legate alla gestione del capitale umano. Il Master nasce dalla collaborazione con Confindustria Bolzano e ISMO, i partecipanti seguiranno le lezioni del master tra Trento e Bolzano; un contesto ideale per apprendere senza allontanarsi dal territorio. Ma c’è di più. Sono spazi di contaminazione, dove partecipanti con percorsi e background diversi si incontrano, si confrontano e crescono insieme. Questo scambio continuo tra profili eterogenei arricchisce l’esperienza formativa, creando una vera comunità di apprendimento.

Il programma abbraccia tutti i principali ambiti HR: dalla selezione alla formazione, dalla gestione organizzativa allo sviluppo delle persone. I moduli formativi si alternano a laboratori pratici, case study e testimonianze di professionisti che operano già da diversi anni nel settore.

Per tutte le persone che vogliono conoscere il mondo delle risorse umane, per chi vuole aggiornare le proprie competenze e per chi desidera costruirsi un percorso professionale nei dipartimenti HR di aziende e organizzazioni

Il master è articolato in moduli, con possibilità di poter partecipare anche ai singoli interventi.

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L’Intelligenza Artificiale nei processi aziendali

Dall’Università al mondo produttivo, l’Intelligenza Artificiale entra nei flussi aziendali. Confindustria Trento guida il dialogo tra imprese e innovazione.

COME cambierà il modo di lavorare grazie agli agenti intelligenti? Questa la domanda chiave da cui è partito il primo seminario del nuovo ciclo di eventi dedicati all’Intelligenza Artificiale promosso da Confindustria Trento, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell’Informazione (DISI) dell’Università di Trento e la Fondazione Bruno Kessler. Il seminario, dal titolo “Agenti Intelligenti: applicazione nei processi e nelle funzioni aziendali”, si è svolto nella sede di Confindustria Trento e in videoconferenza, con la presenza di circa un centinaio di aziende. Si tratta del primo appuntamento del 2025 del ciclo promosso nell’ambito delle attività del Digital Innovation Hub del Trentino, nato per accompagnare le imprese nella transizione digitale. Ad aprire i lavori i saluti istituzionali di Alfredo Maglione , vicepresidente per la Transizione digitale e innovazione tecnologica di Confindustria Trento: “Gli agenti intelligenti non sono più fantascienza, ma realtà concreta che può trasformare il modo di fare impresa. Come Confindustria Trento, crediamo fermamente che accompagnare le nostre aziende in questa tran -

sizione tecnologica sia fondamentale per mantenere la competitività del sistema produttivo trentino”.

Sono quindi intervenuti Paolo Giorgini dell’Università di Trento, Paolo Busetta di Delta Informatica – Trentino AI e Enrico Zanetti di HPA – High Performance Analytics che hanno analizzato l’evoluzione degli agenti software autonomi e le loro applicazioni concrete nei contesti aziendali.

Dai sistemi simbolici agli agenti basati su modelli di linguaggio di nuova generazione (LLM), l’incontro si è infatti focalizzato sull’impatto reale che queste tecnologie stanno già avendo nel migliorare efficienza, flessibilità e capacità decisionale dei processi aziendali.

Il seminario ha confermato il crescente interesse delle imprese trentine verso soluzioni di Intelligenza Artificiale applicata, segnando un nuovo passo avanti nel percorso condiviso tra impresa, ricerca e innovazione. (sc)

TEAM WAVE: giovani imprenditori a Caldonazzo per fare squadra e creare connessioni

Nelle scorse settimane il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento, in collaborazione con il Gruppo Giovani ANCE Trento, ha organizzato TEAM WAVE, una giornata esperienziale sul Lago di Caldonazzo. L’evento ha coinvolto i giovani imprenditori con l’obiettivo di rafforzare il senso di appartenenza, creare nuove connessioni e stimolare la collaborazione interassociativa. Il programma ha alternato tornei sportivi, attività di team building, momenti di networking informale e una cena conviviale in riva al lago. TEAM WAVE ha rappresentato un’occasione concreta per avviare nuove relazioni, valorizzare le diversità associative e promuovere una cultura della cooperazione. La giornata si è distinta per il format dinamico e coinvolgente, pensato per favorire dialogo, fiducia e spirito di squadra.

Le risorse umane incontrano l’AI

Tecnologia, investimenti e nuove sfide HR al centro dell’incontro promosso da Confindustria Trento. Focus su AI Generativa, scenari futuri e strategie per affrontare il cambiamento.

INTELLIGENZA artificiale, scenari finanziari in evoluzione e nuove competenze per affrontare il cambiamento: questi i temi al centro dell’ultimo incontro dell’HR Group di Confindustria Trento, organizzato in collaborazione con Praxi e Laborfonds.

Dopo i saluti istituzionali di Sara Campedelli , delegata per Lavoro, Welfare e Parità di Genere di Confindustria Trento e di Andrea Marsonet , responsabile Area Lavoro e Welfare dell’Associazione, l’incontro è entrato nel vivo con un workshop esperienziale condotto da Andrea Del Monte di Praxi Spa, dedicato all’applicazione concreta dell’Intelligenza Artificiale Generativa (AI Gen) nel business e in particolare nell’ambito HR.

Il workshop ha introdotto i partecipanti ai meccanismi e alle potenzialità dei modelli generativi, come ChatGPT, Gemini e Copilot. Il loro impiego si sta rapidamente diffondendo anche nelle risorse umane, dove si rivelano utili in attività come lo screening dei CV, la creazione di job description, la formazione e l’assistenza ai dipendenti tramite chatbot. Uno degli aspetti centrali affrontati è stato il “prompt engineering”, ovvero l’arte di porre domande efficaci all’intelligenza

artificiale per ottenere risposte pertinenti e utili. Attraverso esercitazioni pratiche, i partecipanti hanno appreso come strutturare richieste complesse, creare assistenti virtuali personalizzati e sfruttare l’AI per ottimizzare processi aziendali, accelerare brainstorming e aumentare la produttività.

Nello specifico, i partecipanti si sono divisi in piccoli gruppi e con l’ausilio di alcuni pc portatili messi a loro disposizione dall’Associazione si sono messi in gioco testando i principali strumenti generativi di IA presentati nel corso dell’incontro.

L’occasione, oltre che un prezioso momento di test sull’apprendimento, è stata certamente utile a rafforzare lo spirito di collaborazione ed il network tra HR, una delle principali finalità delle riunioni periodiche organizzate dall’Associazione.

La presentazione ha anche toccato temi etici e normativi, sottolineando come l’Unione Europea, con l’AI Act, sia impegnata a regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale per garantire trasparenza, non discriminazione e responsabilità.

In un contesto in cui la tecnologia è sempre più potente, la centralità dell’essere umano resta imprescindibile: l’AI va vista come alleata e non come sostituta, in una logica di collaborazione uomo-macchina.

A seguire, Stefano Pavesi , direttore generale di Laborfonds, ha offerto un’analisi puntuale sulle strategie di investimento in un’epoca di volatilità e trasformazione dei mercati. L’approccio suggerito è quello del “life-cycle investing”: calibrare il rischio in base alla distanza dalla pensione, restando fedeli alla propria strategia nel lungo periodo e valorizzando strumenti sostenibili ed ESG.

Non è mancato il sempre positivo dibattito tra i partecipanti, che hanno condiviso esperienze, domande e considerazioni, confermando l’interesse e l’utilità dell’incontro per affrontare le sfide del futuro in modo consapevole e innovativo.

L’incontro si è concluso con il consueto brindisi conviviale tra i numerosi partecipanti, occasione sempre gradita per stimolare il network tra le realtà del nostro territorio.

di

Brevetti, innovazione e crescita industriale

Imprese, giuristi ed esperti si sono confrontati sulle nuove opportunità offerte dalla Riforma del Codice della proprietà industriale, tra tutela dei brevetti e sviluppo della ricerca.

IN un contesto economico in cui innovare non è più un’opzione, ma una necessità, la proprietà intellettuale si conferma un asset strategico per le imprese italiane. Con questo spirito si è tenuto a Trento il convegno “Proteggere l’innovazione industriale: R&S e brevetti come leve di sviluppo”, un appuntamento organizzato da Confindustria e Fondazione Mai, in collaborazione con Fondimpresa e Confindustria Trento per fare il punto sulle opportunità offerte dalla recente Riforma del Codice della proprietà industriale (Legge 102 del 24 luglio 2023), che punta a rendere più accessibile ed efficace il sistema della proprietà intellettuale per le imprese.

Dopo i saluti istituzionali di Alfredo Maglione , vicepresidente con delega alla Transizione digitale e innovazione tecnologica di Confindustria Trento, e Diana Bracco , presidente della Fondazione Giuseppina Mai, i lavori sono entrati nel vivo con gli interventi di esperti del settore.

Nicoletta Amodio , executive adviser Ricerca e Innovazione di Confindustria e direttrice della Fondazione Mai, ha sottolineato l’importanza della proprietà intellettuale come leva per la ricerca industriale. A seguire,

Stefania de Feo di Confindustria ha illustrato nel dettaglio i contenuti della riforma e, in particolare, il nuovo articolo 65, che introduce strumenti più efficaci per la valorizzazione dei risultati di R&S. Paolo Markovina patent manager Electrolux, ha poi approfondito le linee guida e le clausole contrattuali nei rapporti di collaborazione tra imprese e università, evidenziando l’importanza di accordi chiari e tutelanti per entrambe le parti.

La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda che ha visto confrontarsi esponenti del mondo imprenditoriale e della consulenza: Silvio Antonioni responsabile Ricerca e Sviluppo Girardini Srl, Luca Mion responsabile Area Trasferimento Tecnologico e Open Innovation, Fondazione HIT, e Stefano Pajola avvocato e consulente in proprietà industriale, Eureka Srl. I relatori hanno condiviso esperienze e buone pratiche sull’utilizzo strategico della proprietà industriale per stimolare l’innovazione e favorire la crescita.

Il convegno ha rappresentato un momento chiave per rafforzare la consapevolezza delle imprese sul valore dei brevetti e degli strumenti giuridici a tutela dell’innovazione, in un’ottica di sviluppo sostenibile e competitivo del tessuto produttivo nazionale. (sc)

Formazione digitale: la leva strategica per la competitività aziendale

Dal Trentino all’Europa: perché investire oggi significa essere leader domani

Tecnologia e AI: un’opportunità concreta, non futuristica

Il mercato italiano della formazione digitale vale circa 500 milioni di euro, ma rappresenta appena il 5% di quello europeo. Un dato che rivela due verità: il percorso verso la digitalizzazione è ancora lungo, e le imprese che sapranno anticipare questa evoluzione avranno un vantaggio competitivo enorme. Non è più una tendenza, ma una trasformazione strutturale: il digital learning può ridurre i costi fino al 50% e aumentare la produttività del 18%. Gli investimenti sono destinati a raddoppiare entro il 2028: il momento di agire è adesso.

Un nuovo modo di imparare L’apprendimento non è più legato a un’aula o a un orario fisso. Oggi il paradigma è flessibile e integrato:

• Sessioni sincrone per il confronto in tempo reale.

• Corsi on-demand per la massima autonomia.

• Aula fisica per le competenze pratiche.

Accanto a queste modalità, podcast video e audio (microlearning) arricchiscono l’esperienza: pillole brevi, fruibili da smartphone, che si inseriscono nel flusso di lavoro e stimolano l’apprendimento continuo. Non è una moda: è un metodo efficace, supportato dalle neuroscienze.

Le piattaforme digitali stanno evolvendo rapidamente, offrendo oggi funzionalità che solo pochi anni fa sembravano futuristiche. Grazie all’Intelligenza Artificiale e agli analytics, i sistemi formativi possono personalizzare i percorsi, monitorare i progressi e suggerire contenuti su misura, adattandosi al ruolo, agli obiettivi e al ritmo di apprendimento di ciascuno. Con l’avvento dell’AI, questa capacità crescerà ancora, trasformando la formazione in un processo strategico e continuo.

Takeaway:

• Perché investire nella formazione digitale oggi

• +18% produttività : dipendenti più formati, aziende più competitive.

• –50% costi: il digital learning riduce le spese rispetto alla formazione tradizionale.

• ROI misurabile: percorsi personalizzati e metriche chiare.

• Talenti fidelizzati: la formazione è leva chiave per attrarre e trattenere le persone migliori.

ADEVICO: UNA PIATTAFORMA, MOLTE POSSIBILITÀ

Edutech mette a disposizione Adevico, una piattaforma LXP (Learning Experience Platform) di nuova generazione che supporta le aziende nel disegnare la soluzione più adatta alle proprie esigenze. La piattaforma si integra con i sistemi informativi aziendali, rendendo i processi formativi pienamente connessi e ottimizzati

Non ci limitiamo alla tecnologia: offriamo assistenza e supporto continuo per costruire una roadmap chiara e sostenibile. Dalla definizione della strategia alla misurazione dei risultati, siamo un partner affidabile, pronto ad accompagnare le imprese nel tempo.

Acque meteoriche, proroga agli obblighi TULP

Slittano di tre anni i termini per l’adeguamento alle norme provinciali sulla gestione delle acque di dilavamento. La proroga accoglie le richieste del sistema produttivo locale.

CON Deliberazione n. 1239 del 26 luglio 2021, la Provincia autonoma di Trento ha introdotto – all’art.18-bis del Testo unico provinciale sulla tutela dell’ambiente dagli inquinamenti (TULP) – una serie di disposizioni in materia di gestione delle acque di prima e seconda pioggia, nonché delle acque di lavaggio delle aree esterne o derivanti da superfici scolanti. Secondo quanto stabilito dalla norma, i soggetti obbligati avrebbero dovuto ottenere l’autorizzazione allo scarico e completare gli interventi di adeguamento entro il 26 luglio 2025, a quattro anni dall’entrata

Confindustria Trento si è fatta promotrice per richiedere una proroga dei termini, accompagnata da chiarimenti tecnici e dalla proposta di escludere alcune attività dall’ambito di applicazione della normativa

in vigore del provvedimento. Tuttavia, alla luce delle criticità applicative emerse e delle numerose richieste provenienti dal sistema produttivo locale, Confindustria Trento si è fatta promotrice per richiedere una proroga dei termini, accompagnata da chiarimenti tecnici e dalla proposta di escludere alcune attività dall’ambito di applicazione della normativa. L’istanza presentata è stata accolta e, con Deliberazione n. 1085 del 25 luglio 2025, la Giunta Provinciale ha ufficialmente disposto una proroga di tre anni per adempiere agli obblighi derivanti dall’art. 18-bis del TULP. Eventuali modifiche di natura tecnica saranno valutate e approfondite in una fase successiva. Ma quali imprese sarebbero tenute all’adeguamento? La Deliberazione individua i soggetti obbligati tra gli operatori nei settori specificati ad art. 1, comma 2, che svolgono nelle aree esterne una o più delle seguenti attività: lavorazioni o riparazioni meccaniche, stoccaggio o lavorazione di rifiuti e stoccaggio, travaso o distribuzione di sostanze pericolose, oli combustibili, carburanti, presidi sanitari e fitosanitari Per le acque di prima pioggia, è previsto che vengano raccolte in apposite vasche di contenimento dimensionate per accogliere l’intero volume meteorico iniziale, e successivamente inviate a trattamento entro le prime 48 ore di tempo asciutto. Le acque di seconda pioggia, invece, devono essere trattate solo se espressamente richiesto dall’autorità competente nel provvedimento autorizzativo. In questi casi, possono essere convogliate e trattate insieme a quelle di prima pioggia anche senza sistemi di contenimento, a condizione che il trattamento avvenga in modo continuo. Un’ulteriore disposizione riguarda le acque di lavaggio delle piazzole impermeabili utilizzate per la pulizia e disinfezione dei mezzi in ingresso alle aziende zootecniche: queste vengono classificate come acque reflue industriali e devono essere gestite come rifiuti, tramite sistemi adeguati di stoccaggio e smaltimento. Confindustria Trento continuerà a seguire con attenzione l’evoluzione del quadro normativo e fornirà tempestivamente ogni aggiornamento utile, non appena saranno disponibili eventuali ulteriori chiarimenti o modifiche.

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Incoterms® 2020, il passaporto per l’export

Imprese e istituzioni a confronto nel seminario organizzato da Confindustria Trento, ADM e Trentino Export. Focus su aspetti pratici, criticità e soluzioni operative nel commercio internazionale.

IN un mondo dove spedizioni, documenti e clausole contrattuali possono determinare il successo o il fallimento di una transazione internazionale, conoscere a fondo gli Incoterms® 2020 è più che mai cruciale. È con questo spirito che si è svolto il seminario tecnico “L’importanza degli Incoterms® 2020”, un appuntamento organizzato in sinergia da Confindustria Trento, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – Direzione Territoriale Trentino-Alto Adige e Trentino Export.

L’incontro ha visto una partecipazione numerosa e qualificata da parte delle imprese del territorio, a conferma dell’interesse e dell’importanza attribuita al tema. Obiettivo del seminario è stato quello di fornire un supporto concreto alle aziende nella gestione delle operazioni con l’estero, affrontando sia gli aspetti giuridico-commerciali sia quelli doganali e operativi. Il seminario è stato aperto dai saluti istituzionali della vicepresidente di Confindustria Trento per l’Internazionalizzazione e Sviluppo dei mercati esteri Barbara Fedrizzi , e dal direttore territoriale Trentino-Alto Adige Stefano Girardello , che hanno introdotto la tematica mettendo in evidenzia l’importanza del -

la collaborazione tra Confindustria e Agenzia delle Dogane e Monopoli. Successivamente è intervenuto Ingemar Vienna , esperto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha illustrato i principali profili applicativi degli Incoterms®, analizzandone l’impatto sulla determinazione del valore in dogana, sulla compilazione del Documento Amministrativo Unico (DAU) e sulla documentazione di trasporto. Particolare attenzione è stata dedicata alla struttura e la logica di funzionamento degli Incoterms® 2020; ai principali cambiamenti rispetto alla versione del 2010; al corretto utilizzo degli Incoterms® e alle criticità più frequenti riscontrate dalle imprese nell’applicazione operativa.

Il seminario si è inserito nel quadro delle iniziative promosse da Confindustria Trento per rafforzare le competenze delle imprese associate e agevolare il loro posizionamento sui mercati esteri. L’evento ha inoltre evidenziato l’importanza della collaborazione tra mondo produttivo e amministrazione doganale, finalizzata a garantire certezza normativa e fluidità nelle operazioni internazionali.

Un ponte tra Europa e Africa per il business

Trentino Export guida una missione imprenditoriale in Marocco. Un’occasione strategica per le PMI trentine di esplorare opportunità in settori chiave e rafforzare la presenza internazionale.

TRENTINO Export in collaborazione con Confindustria Trento e Confindustria Alto Adige organizza dal 26 al 30 ottobre 2025 una missione commerciale in Marocco. Questa iniziativa è stata pensata per rafforzare i legami economici tra il Trentino-Alto Adige/Südtirol e uno dei Paesi più dinamici del continente africano. Il Marocco è oggi un mercato in forte espansione e una delle economie più stabili e promettenti dell’intero continente africano. Con una crescita costante del PIL, un accordo di libero scambio con l’Unione Europea, una posizione geografica strategica tra Europa e Africa subsahariana e un solido impegno verso le riforme economiche, il Paese offre numerose opportunità in settori chiave. Agroalimentare e trasformazione agricola, infrastrutture e costruzioni, automotive e componentistica ed energie rinnovabili sono tra i principali settori di interesse per le aziende regionali. L’iniziativa si inserisce nel quadro delle strategie di penetrazione nei mercati MENA (Middle East and North Africa) che Trentino Export ha iniziato nel 2022 e mira a supportare le PMI regionali nell’avvio o nel consolidamento di

relazioni commerciali, industriali e tecnologiche con controparti locali. Il Marocco rappresenta oggi una piattaforma logistica e produttiva strategica alle porte dell’Europa, con una rete di accordi di libero scambio che copre oltre 50 Paesi (tra cui UE, USA e numerosi Stati africani). Il Paese offre poi un ambiente favorevole agli investimenti grazie a un quadro normativo in evoluzione orientato al business, zone franche industriali ad alto incentivo fiscale e stabilità macroeconomica e infrastrutture in espansione. Nel 2024 (fonte Istat), l’Italia è risultato il quarto partner commerciale europeo del Marocco e uno dei principali fornitori di tecnologia e macchinari industriali. Gli obiettivi della missione imprenditoriale saranno principalmente quelli di favorire l’incontro tra imprenditori del Trentino-Alto Adige/Südtirol e operatori economici marocchini attraverso l’organizzazione di incontri business to business personalizzati, visite aziendali e tour industriali, presentazioni delle opportunità di investimento e networking con autorità locali e istituzioni. Un team di esperti di Trentino Export fornirà supporto nella selezione dei partner, nella preparazione degli incontri e nell’assistenza linguistica e logistica durante l’intera missione. L’itinerario della missione toccherà le città di Casablanca, cuore economico del Paese, e Rabat, capitale politica e istituzionale, dove saranno previsti anche incontri istituzionali con rappresentanti economici locali e con le rappresentanze diplomatiche italiane. Vi sarà in ogni caso la possibilità di estensione su richiesta verso aree industriali ad alto potenziale come Tangeri e Agadir. Questa missione commerciale in Marocco rappresenta molto più di un viaggio d’affari: è un’opportunità concreta per aprire nuove strade, conoscere una cultura economica emergente e rafforzare il posizionamento internazionale del Trentino-Alto Adige/Südtirol. Ottobre 2025 sarà il momento giusto per guardare oltre i confini, con visione e spirito di collaborazione.

di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export

Le imprese al centro dell’Agenda 2030

Il Rapporto SDGs 2025 dell’ISTAT fotografa i progressi e le criticità dell’Italia verso l’Agenda 2030. Le imprese emergono come protagoniste della transizione ecologica e digitale, tra opportunità e sfide di competitività.

IL nuovo Rapporto SDGs 2025 dell’ISTAT offre una fotografia aggiornata dei progressi dell’Italia rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Un quadro che evidenzia luci e ombre, ma soprattutto richiama con forza al ruolo cruciale delle imprese nel guidare la transizione verso un’economia più inclusiva, innovativa e sostenibile.

Secondo il rapporto, negli ultimi 5 anni il tessuto produttivo italiano ha compiuto passi avanti significativi in diversi ambiti chiave: riduzione dell’intensità energetica, maggiore diffusione di investimenti in innovazione green e incremento di pratiche legate all’economia circolare. Tuttavia, permangono criticità sul fronte della produttività del lavoro e della diffusione delle competenze digitali, due elementi centrali per garantire competitività e sostenibilità di lungo periodo.

L’impegno delle imprese tra innovazione e sostenibilità

L’ISTAT rileva come il settore privato stia giocando un ruolo crescente nel raggiungimento degli SDGs. Circa il 65% delle imprese manifatturiere con oltre 250 addetti ha adottato almeno una misura strutturata di soste -

nibilità ambientale, mentre oltre il 40% ha avviato progetti di digitalizzazione e automazione dei processi.

Sul fronte dell’economia circolare, il 32% delle imprese manifatturiere dichiara di aver introdotto pratiche di recupero, riuso o riciclo delle materie prime, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale delle produzioni e a creare nuovo valore economico. Anche le PMI mostrano segnali di cambiamento: il 28% delle piccole imprese ha avviato almeno un progetto di efficienza energetica o riduzione degli sprechi.

Sul fronte della ricerca e sviluppo, l’Italia registra una crescita costante della spesa in R&S sul PIL, pur restando sotto la media europea. Le imprese sono i principali attori di questo trend, contribuendo per quasi i due terzi agli investimenti complessivi. Una quota sempre maggiore di queste risorse è destinata a progetti connessi alla transizione ecologica e digitale, coerenti con gli obiettivi dell’Agenda 2030.

In questo senso, i settori che più hanno investito nel migliorare il proprio impatto ambientale attraverso l’innovazione sono proprio quelli industriali, con in testa il settore dell’automotive, con il 68,9% di imprese che hanno introdotto una o più innovazioni con effetti positivi per l’ambiente. A seguire il settore cartario (60,5%), quello della chimica (59,2%), del legno (57,3%) e dell’alimentare (53,9%).

Green Deal: transizione necessaria, ma serve semplificazione

La transizione verde è il cuore della strategia europea ma, come ha più volte sottolineato Mario Draghi , la decarbonizzazione non può significare, per l’Europa, perdere posti di lavoro verdi per eccessiva rigidità normativa o mancanza di infrastrutture adeguate. L’obiettivo deve essere quello di aumentare la produttività delle imprese e renderle protagoniste del cambiamento, garantendone la competitività.

Una linea che trova pieno riscontro anche nella posizione industriale italiana: le imprese chiedono un quadro normativo chiaro, accesso rapido ai fondi e procedure snelle, per poter trasformare gli obiettivi ambientali in opportunità concrete di crescita e innovazione.

Il Green Deal rappresenta una svolta fondamentale per un futuro sostenibile, ma per tradursi in un’opportunità reale per le imprese italiane ed europee, è essenziale che la transizione sia accompagnata da strumenti normativi semplificati, coordinamento multilivello e accesso facilitato ai finanziamenti. Solo così la sostenibilità potrà contribuire davvero al miglioramento del benessere socioeconomico e alla competitività delle nostre imprese nel contesto globale.

Opportunità per la competitività e la crescita

La transizione ecologica, pur complessa, rappresenta una straordinaria leva di sviluppo. Secondo le stime della Commissione Europea, entro il 2030 i settori legati alle energie rinnovabili, alla mobilità elettrica e alle tecnologie per l’efficienza energetica saranno tra i mercati a più alta crescita, con un potenziale di milioni di nuovi posti di lavoro qualificati.

L’Italia e l’Europa hanno già mostrato leadership in comparti strategici come il fotovoltaico, l’idrogeno verde, le smart grid e il riciclo avanzato dei materiali critici: filiere dove la capacità di innovazione delle imprese può tradursi in vantaggio competitivo globale. In questi ambiti il Trentino rappresenta un’eccellenza con centri di ricerca all’avanguardia e imprese innovative

I settori che più hanno investito

nel migliorare il proprio impatto ambientale attraverso l’innovazione sono proprio quelli industriali, con in testa il settore dell’automotive, con il 68,9% di imprese che hanno introdotto una o più innovazioni con effetti positivi per l’ambiente. A seguire il settore cartario (60,5%), quello della chimica (59,2%), del legno (57,3%) e dell’alimentare (53,9%)

che, se saremo capaci di migliorare trasferimento tecnologico e sinergie, si potrà tradurre in grandi potenzialità di crescita economica oltre che sostenibile per tutto il territorio. Per le nostre imprese, la sfida non è quindi soltanto ambientale ma anche di business: cogliere la transizione significa accedere a nuovi mercati internazionali, rafforzare il proprio posizionamento e intercettare la crescente domanda mondiale di soluzioni sostenibili. Una strategia che, se accompagnata da politiche industriali coerenti, anche a livello provinciale, e da un quadro regolatorio snello, può trasformare la sostenibilità in un vero motore di crescita. (nm)

Formazione d’eccellenza per il futuro

Presentata la seconda edizione dell’Executive MBA nato dalla collaborazione tra università e Confindustria. All’Open Day, testimonianze dirette e prospettive di crescita per manager e imprenditori del futuro.

SI è svolto presso la sede di Confindustria Trento, l’Open Day della seconda edizione dell’Executive Master of Business Administration (EMBA), il corso di alta formazione nato dalla collaborazione tra l’Università di Trento, l’Università di Udine, Confindustria Trento e Confindustria Udine.

L’evento ha rappresentato un momento di confronto e approfondimento, durante il quale i presenti hanno potuto conoscere da vicino le caratteristiche del Master, che prenderà avvio a novembre 2025.

Ad aprire i lavori i saluti istituzionali di Luca Arighi , vicepresidente di Confindustria Trento che ha dichiarato: “Siamo particolarmente soddisfatti, perché già alla prima edizione il percorso di alta formazione che abbiamo proposto insieme, associazioni delle imprese industriali e Università, ha riscosso un grande successo: le iscrizioni si erano esaurite in pochi giorni e i partecipanti riferiscono di un’esperienza molto positiva e utile alla propria professionalità e alle proprie imprese. La formazione dei manager, dei dirigenti e degli imprenditori, nello scenario socio-economico e competitivo di questo tempo, è un obiettivo

centrale del programma di questo quadriennio. L’EMBA di Trento ha già evidenziato le caratteristiche per cui si qualifica come un’eccellenza nel panorama dei Master e troverà di certo grande attenzione in Trentino, come pure fuori provincia”. Il programma è poi proseguito con la presentazione del percorso formativo a cura di Marco Sartor, direttore del Master, e di Marco Formentini, vicedirettore, seguita dalle testimonianze di alcuni partecipanti alla prima edizione attualmente in corso. L’Executive Master of Business Administration si conferma un percorso pensato su misura per imprenditori, manager e professionisti che intendono sviluppare competenze manageriali avanzate senza rinunciare ai propri impegni lavorativi. La seconda edizione del Master si svolgerà in presenza presso l’Università di Trento, indicativamente un weekend al mese, il venerdì dalle 17.00 alle 21.00 e il sabato dalle 9.00 alle 18.00.

Per informazioni:

Tutti i dettagli sul programma e le modalità di iscrizione sono disponibili sul sito ufficiale del Master: www.uniud.it/emba-trento

Le Banche dal cuore trentino

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