Fare n. 61 - Settembre 2023

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Dicembre 2020

Settembre

in questo numero:

In questo numero:

AGENDA 2030 ONU

SPECIALE FARETE 2023

L’attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile

Grande spirito di comunità per i dieci anni della due giorni dell’Associazione

PREMIO MASCAGNI 2020

ASSEMBLEA PUBBLICA

Sul palco il presidente di Confindustria Emilia Caiumi, il presidente di Confindustria Bonomi e dodici storie di innovazione d’impresa

Trentadue storie di tenacia, impegno e cultura d’impresa

PREMIO ESTENSE

Aquila d’Oro 2020 ex aequo a Pablo Trincia e Concetto Vecchio

59° PREMIO ESTENSE

Le interviste ai quattro finalisti e al vincitore del 39° riconoscimento Gianni Granzotto

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Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015. Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.
FARE 61 SETTEMBRE 2023
ISSN 2785-3071

Foresight™ è un servizio che valuta i rischi di sicurezza con l’uso della Threat Intelligence. Non richiede l'installazione di dispositivi o accesso a informazioni riservate da parte del cliente. Inoltre, non richiede tempo e risorse aziendali per usarlo.

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Reboot è il Centro di Competenze per l’Economia Circolare che supporta le aziende nella riduzione delle emissioni di CO2, attraverso tecniche, analitiche, regolatorie, legislative e finanziarie. Promuoviamo il recupero di materia e l’efficienza energetica. GARCAMBIENTE GENERARE. PRESERVARE. EVOLVERE VIA ANNA FRANK, 6A CARPI (MO) | T: +39 059 9128865 | E: garcambiente@garcspa.it

numero 61 settembre 2023

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Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Confindustria Emilia che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione

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sommario magazine Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana focus di Valter Caiumi 5 vita industriale di Marco Taddei, Laura Ansaloni, Silvia Conforti, Raffaella Mazzali, Marianna Saguatti e Generoso Verrusio 7 Speciale 72 Grande spirito di comunità per i 10 anni di Farete di Raffaella Mazzali 75 Bonomi: "Emilia-Romagna esempio per il Paese" di Generoso Verrusio 81 Sul palco di Farete dodici storie di innovazione d'impresa di GV 83 La relazione del presidente Valter Caiumi 87 Estense 2023, a Ferrara torna il giornalismo delle grandi firme di GV 97 Ventiquattro docenti diventano ambasciatori del metodo STEAM 111 Marco Moscatti: "L'impresa non si impara solo sui libri" di GV 114 festivalfilosofia, dalla "parola" alla "psiche" di Marco Taddei 116 news emilia di Marco Taddei, Raffaella Mazzali e Marianna Saguatti 119

L’appuntamento di Farete quest’anno ha manifestato un interesse oltre alle aspettative, che ci proietta in avanti per partecipazione e matching tra imprese. È stato un momento importante per l’associazione e per tutti noi.

A 10 anni dalla sua creazione, ascoltare la sorpresa dei nostri ospiti ci appaga del lavoro fatto, e mostra, una volta di più, quanto valga incontrarsi, discutere insieme. Non si diventa così e non si viene percepiti così se alla base non ci sono atti e fatti concreti. Il vostro entusiasmo, scaturito dalla consapevolezza di ciò che siamo, ci aiuta a tenere la barra dritta verso il nostro obiettivo, mettere sempre più in mostra la nostra comunità attraverso le relazioni.

“Mettere in mostra” non nel senso banale di autoincensarci, ma nel significato profondo di mostrare chi siamo, cosa sappiamo fare, come valorizziamo chi lavora con noi e il nostro territorio.

È quanto stiamo facendo con il progetto Fare Insieme, quasi 200 podcast realizzati sulle nostre imprese associate, con due racconti la settimana; un ritmo che, per quanto intenso, non ha coperto ad oggi neanche il 6% di ciò che siamo. Stiamo costruendo un modello imprese e associazione speciale. Se i cambiamenti ci saranno, e sappiamo che è così, siamo altrettanto consapevoli che l’importanza della filiera contraddistingue anche sviluppo ed evoluzione dei modelli di fare network articolati con al centro contenuti e persone.

E, in occasione di Farete 2023, abbiamo scelto di fare comunicazione proprio attraverso queste imprese e le loro storie, nelle città e in tutta l’area vasta. Non siamo passati inosservati: il feedback è stato anche di sorpresa, ma soprattutto di apprezzamento.

Li avete visti sul palco di Farete: un piccolissimo ma grandissimo campione di noi si è passato la staffetta parlando di come ciascuno ha declinato il concetto dell’innovazione. Sono le imprese in primo piano i nostri testimoni.

I risultati di questa edizione ci portano già a pensare alla prossima edizione di Farete 2024, ponendo sempre al centro l’importanza di essere parte dell’Emilia cuore manifatturiero d’Europa.

Buon lavoro a tutti

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ABK GROUP CONTINUA IL SUO PROGRAMMA DI INVESTIMENTI

Abk Group, azienda del settore ceramico del modenese che ha raggiunto nel 2022 un fatturato di 233 milioni di euro, dopo l’ingresso di Gardenia Orchidea e della francese Devres nel Gruppo, avvenuto due anni fa, continua la propria strategia di crescita ed espansione.

Il gruppo ha infatti annunciato a luglio scorso l’acquisizione del ramo d’azienda della ex Target Group di Fiorano Modenese, comprensiva di marchi, impianti e immobili: una prestigiosa palazzina uffici e seimila metri quadrati di stabilimento. Il portafoglio dei brand del gruppo si amplierà con 14 Ora Italiana e Fuoriformato, entrambi posizionati nel segmento alto di gamma, con una mission fortemente orientata al design e alla decorazione, anche grazie alle produzioni “made to order” che riportano la ceramica artistica su grande lastra.

Parallelamente, Abk Group comunica l’entrata in funzione della nuova linea per la produzione di grandi lastre Full Vein 3D a spessore maggiorato nello stabilimento di Solignano Nuovo, sempre in provincia di Modena, che rappresenta una delle realtà produttive più all’avanguardia ed ecosostenibili a livello mondiale. Frutto di investimenti per 20 milioni di euro dedicati a innovazione e ricerca, questo upgrade tecnologico con -

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sentirà di produrre lastre a vena passante, con la miscelazione digitale controllata di diverse materie prime colorate, e permetterà al Gruppo di raggiungere una capacità produttiva di 13 milioni di metri quadri annui.

“Questi passaggi ci consentiranno di accogliere l’aumento dimensionale che stiamo perseguendo con l’intenso programma di investimenti attuato negli ultimi anni e di creare una sede di rappresentanza commerciale con spazi espositivi dedicati a tutti i brand del gruppo. Un altro importante tassello nel nostro percorso di riposizionamento nel segmento luxury del settore ceramico”, spiega Roberto Fabbri, presidente di Abk Group. Abk produce pavimenti, rivestimenti e lastre di grande formato in gres porcellanato ispirandosi alle tendenze del mondo interior e graphic design, per ambienti interni ed esterni, nel cuore dell’Emilia. In Abk, si legge sul sito internet dell’azienda, “ci rivolgiamo all’universo progettuale home, retail e pubblico con un carattere sempre distintivo e originale, fornendo a progettisti e rivenditori prodotti d’avanguardia, che uniscono estetica ricercata e altissime prestazioni tecniche: pavimenti, rivestimenti e lastre in gres porcellanato per interni ed esterni, anche a spessore maggiorato, con soluzioni modulari e flessibili. Oltre a rispondere al gusto contemporaneo e alle molteplici destinazioni d’uso, la nostra gamma costituisce un vero e proprio sistema di materie facilmente abbinabili tra loro, per stile, colore, formato, in grado di sviluppare una progettazione coordinata e customizzabile”.

Abk è tra i 10 top player del made in Italy per ceramica e gres, con 5mila partner in oltre 80 Paesi del mondo e 600 colla -

boratori la cui età media è di 35 anni. La qualità del prodotto e quella del servizio sono garantite quotidianamente da due realtà ad altissima efficienza tecnologica, a Finale Emilia e a Solignano Nuovo, dalla capacità produttiva totale di 7 milioni di metri quadrati, che operano in sinergia con il polo logistico di Fiorano Modenese.

ACETAIA GIUSTI, CLAUDIO STEFANI PREMIATO NEGLI STATI UNITI

Claudio Stefani, CEO della storica azienda modenese Acetaia Giusti, la più an -

tica casa produttrice di Aceto Balsamico di Modena, è stato premiato lo scorso 26 giugno dalla Italian Language Foundation, negli Stati Uniti, per il suo impegno nel diffondere la cultura dell’eccellenza alimentare italiana attraverso una leadership orientata alla condivisione di solidi valori, alla promozione della bellezza in tutte le sue forme e alla formazione di giovani talenti.

La Italian Language Foundation, fondata nel 2008 da Margaret I. Cuomo, M.D., e Louis A. Tallarini, si dedica alla promozione e al sostegno dell’istruzione della lingua italiana negli Stati Uniti riconoscendo l’importanza strategica dell’italiano in una varietà di ambiti culturali ed economici. Lo scorso 26 giugno la

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Fondazione ha organizzato un importante evento di raccolta fondi presso la prestigiosa Columbus Citizen Foundation a New York e, durante questo evento, Claudio Stefani è stato onorato con la menzione di “Outstanding Leadership Award”, in riconoscimento della propria eccellenza nel settore alimentare italo-americano. Tale riconoscimento è stato ispirato dalla visita di Margaret Cuomo all’Acetaia Giusti, dove ha avuto modo di apprezzare il lavoro di un team orientato all’eccellenza, meticoloso nei dettagli e impegnato a realizzare la visione di leadership condivisa da Stefani, e dal successivo incontro durante un road show di Acetaia Giusti negli Stati Uniti nel corso del quale Claudio Stefani ha raccontato la sua visione imprenditoriale.

“Sono orgoglioso di guidare un team giovane, reattivo e appassionato che lavora quotidianamente per preservare e portare avanti i valori dell’azienda, in Italia e nel mondo”, ha dichiarato al momento della consegna del riconoscimento Claudio Stefani, che ha aggiunto, “questo prestigioso premio è un riconoscimento all’impegno di Acetaia Giusti nel coltivare talenti che siano poi ambasciatori, nel mondo, della cultura della bellezza in tutte le sue possibili espressioni”.

Il “Gran Deposito Aceto Balsamico di Giuseppe Giusti” è la più antica acetaia al mondo, fondata nel 1605 a Modena. Oggi, la storica acetaia è guidata dalla diciassettesima generazione della famiglia: Claudio Stefani Giusti porta avanti brillanti obiettivi di espansione, attraverso una gestione aziendale giovane e flessibile. La sede, in un antico borgo agricolo alle porte di Modena, ospita il cuore della produzione Giusti, tra cui le 600 botti storiche del 1700 e 1800 ancora in attività, e il Museo Giusti: uno spazio dedicato alla trasmissione della storia della famiglia e alla degustazione dell’“Oro nero di Modena”.

I prodotti di Acetaia Giusti sono distribuiti nei corner dedicati all’interno dei punti vendita La Rinascente Milano e Roma, nelle migliori boutique enogastronomiche d’Italia e nelle boutique Giusti, nuovo format retail lanciato nel 2019, oltre che tramite l’e-shop. Per info www.giusti.it

LA RENDICONTAZIONE DELL’IMPRONTA AMBIENTALE FIRMATA ANALYSIS

Uno strumento pensato per calcolare, gestire e monitorare le emissioni dei processi in azienda in modo efficiente ed efficace. È EasyFootprint, il primo calcolatore di impronta idrica e carbonica in Italia, messo a punto da Analysis, realtà bolognese che da quasi trent’anni sviluppa e commercializza i software QualiWare e ActiveDoc.

ancora Guidotti.

Perché un’azienda possa definirsi sostenibile da un punto di vista ambientale deve fornire dati che consentano di dimostrare l’effettiva impronta carbonica, ossia la quantità di emissioni di anidride carbonica rilasciata in atmosfera, e l’impronta idrica, ovvero i volumi di acqua dolce utilizzati nella produzione. “Per farlo è necessario utilizzare strumenti adeguati, che semplifichino la gestione dei dati richiesti ed effettuino automaticamente i calcoli stessi utilizzando fattori di emissione e metodologie validi scientificamente”, continua Pier Alberto Guidotti. “Per questo abbiamo sviluppato EasyFootprint, uno strumento semplice ma strutturato che consente un calcolo corretto dell’impronta ambientale aziendale e permette alle aziende di certificarsi ISO 14046, 14064 e 14067 dando piena evidenza della affidabilità delle informazioni e della modalità utilizzata per acquisirle”.

Come spiega l’innovation manager e CEO, Pier Alberto Guidotti: “È tutta una questione di dati”. Lo rivela l’ultimo studio globale dell’IBM Institute for Business Value (IBV), organizzazione internazionale di ricerca su questioni gestionali ed economiche: tra gli ostacoli principali alla svolta verso una produzione meno impattante ci sono la mancanza o l’inadeguatezza dei dati e la difficoltà nel consolidare e analizzare gli stessi.

A fronte di una maggior consapevolezza sul riscaldamento globale e sulla necessità di un nuovo paradigma economico e produttivo, i risultati 2022 della ricerca “Business for the Common Good”, frutto della collaborazione tra Dynamo Academy e il Sustainability Lab di SDA Bocconi, evidenziano che il 74% delle aziende italiane ha sviluppato un Piano di sostenibilità; tuttavia, solo il 33% di esse associa gli obiettivi inerenti alla riduzione delle emissioni al target di un anno. “Questo perché la maggior parte delle aziende non è in grado di reperire e gestire la mole di dati necessari per stimare la propria impronta ambientale”, evidenzia

Tuttavia, rendicontare l’impronta ambientale con il calcolatore rappresenta un’opportunità che va ben oltre alla semplice analisi annuale o il soddisfacimento di un requisito. Infatti, “attraverso la strutturazione e la centralizzazione dei dati è possibile produrre cruscotti per monitorare le emissioni. Mentre, grazie alle funzionalità integrate nel sistema tipiche di un DSS (Decision Support System), l’utente può simulare nuovi scenari sui consumi al fine di diminuire l’impatto ambientale”, specifica il CEO di Analysis.

Il calcolatore EasyFootprint è stato presentato lo scorso aprile, in occasione dell’evento “Ecodesign e calcolo di Carbon e Water Footprint: roadmap verso la sostenibilità” presso la sede di Modena di Confindustria Emilia Area Centro. Inoltre, “durante la nostra annuale OpenHouse del 25 maggio, abbiamo mostrato come, grazie all’esperienza accumulata negli anni e ai risultati ottenuti, questo sia un valido strumento per supportare le aziende nella rendicontazione delle emissioni aziendali”, conclude Guidotti.

Per maggiori informazioni: https://www. qualiware.it/moduli/carbon-water-footprint/

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STRATEGHI DELLA COMUNICAZIONE E DEL MARKETING, LA VISIONE DEL FUTURO DI APVD

APVD (Alcide Po Visual Design) da oltre 35 anni collabora, dalla sede di Carpi, in provincia di Modena, con centinaia di imprese sul territorio, affiancandole e indirizzandole in un percorso di emancipazione della loro identità e di evoluzione strategica nella comunicazione, utilizzando tutti gli strumenti del marketing.

3d e ultimamente sulla formazione nell’A.I. che già utilizziamo e che avrà un impatto enorme anche nel nostro settore, con il copy, editing foto e video”.

sviluppo”.

“Siamo cresciuti abbracciando la comunicazione in tutte le sue forme, brand identity, pubblicità, industrial design, foto e video, stampa digitale e applicativi web investendo nella rivoluzione internet già dai primi anni Novanta. Da allora migliaia di clienti sono passati, da grandi brand internazionali a piccoli artigiani mantenendo vivo il delicato equilibrio che ci caratterizza oggi: piccoli quanto basta per essere dinamici e flessibili ma grandi abbastanza per gestire progetti complessi”, ricorda il fondatore dell’azienda Alcide Po.

“Nel campo dei servizi, oltre ai diversi software dedicati, stiamo investendo su sviluppatori web e digital, sull’animazione

Dopo l’esperienza della Scuola Politecnica di Design a Milano, la prima scuola di design in Italia, Po ritorna nella sua città, Carpi, nel 1986 per fondare l’azienda. Oggi APVD conta una dozzina di dipendenti e una decina di collaboratori uniti dallo stesso minimo comune denominatore che la caratterizza da sempre, la creatività, con l’obiettivo di non perderla mai di vista. “Abbiamo sempre creduto nella formazione, nella quale abbiamo investito con continuità, soprattutto perché oggi come non mai è fondamentale essere sempre preparati sulle nuove tecnologie e i nuovi orizzonti del marketing”, continua Alcide Po. La presenza in azienda del figlio, Francesco, è la prova che il fondatore crede fermamente nel passaggio generazionale, che avverrà comunque per gradi senza sovvertire l’ordine e l’equilibrio stabilito con fatica in questi anni. “Abbiamo un bellissimo rapporto con i nostri clienti, basato sulla fiducia e sulla stima reciproca, quindi legato molto più alle persone che alle competenze. Ecco che in questa transizione generazionale sarà necessario mantenere inalterato questo rapporto. Serietà, cortesia e disponibilità sono valori che vengono tramandati e sui quali ancora oggi si costruiscono partnership consolidate”, afferma il fondatore di APVD. “Detto questo ci si aspetta che le nuove generazioni, molto più in confidenza di noi sulle tecnologie legate al web, ai social e, in generale, alla comunicazione digitale, possano farne un buon uso strategico. Le prospettive che si aprono con l’intelligenza artificiale saranno il volano per nuove opportunità e forniranno ai giovani imprenditori strumenti eccezionali per la crescita e lo

Anche il tema ambientale è particolarmente sentito: l’azienda carpigiana è impegnata a ridurre l’impatto ambientale utilizzando energie da fonti rinnovabili, illuminazione esclusivamente a led, attrezzature, inchiostri e carte ecosostenibili e, a breve, verranno installati pannelli fotovoltaici. È anche stata installata una colonnina di ricarica destinata a dipendenti, clienti o fornitori in possesso di un’auto elettrica.

“Abbiamo appena ottenuto la certificazione FSC per l’uso di carte provenienti da foreste gestite consapevolmente. Crediamo nella responsabilità sociale dell’impresa e abbiamo politiche di welfare aziendale, come lo smart working, l’estensione con polizze aggiuntive al fondo di assistenza sanitaria integrativo, i premi produzione, le agevolazioni sui buoni mensa”, conclude Alcide Po.

ARETÉ COCCHI TECHNOLOGY

Non si arresta la crescita di Areté Cocchi Technology, il gruppo bolognese a controllo familiare specializzato in tecnologie di nicchia per meccanica, elettronica e applicazioni scientifiche. L’azienda fondata e presieduta da Gino Cocchi, assieme a FAI (Futuro all’impresa), società di advisory e investimento attiva a livello internaziona-

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SI
RILEVA LA TEDESCA REIS ROBOTICS E
ESPANDE NEGLI USA
Lo stabilimento Reis Robotics

AMARE GROUP CELEBRA DIECI ANNI DI AMORE PER L’ECCELLENZA

“La storia di Amare è, soprattutto, una storia di amore: per le nostre radici, per il valore della nostra lunga, consolidata e apprezzata esperienza aziendale, per la sfida di nuovi traguardi imprenditoriali”. Con queste parole Amare Group, azienda modenese di design e produzione specializzata in servizi di lavorazione dell’acciaio e del vetro nel settore delle barche di lusso, celebra il traguardo dei primi dieci anni di attività.

Le origini raccontano tutto della vocazione di una comunità di persone, quale è Amare, dei sogni e dei desideri che hanno motivato le sue ambizioni. “Il nostro sogno, dieci anni fa, è stato quello di dare un’anima alla meccanica industriale che ha caratterizzato per tanti anni il successo conseguito a fianco di grossi gruppi internazionali dell’automotive per interpretare i raffinati desideri della nautica mondiale. Era la vision con cui dalle colline del Molise, dove conserviamo il baluardo operativo della nostra produzione, guardavamo a un mare ampio e infinito di opportunità da cogliere e valorizzare nel nostro quartier generale di Modena”, dichiarano da Amare Group.

A dare forma e concretezza a questi sogni, allora, è stato un gruppo ristretto di giovani pronti a issare le vele del proprio desiderio di esplorare nuove frontiere del business, sostenuti dal timone fermo e deciso di chi aveva già tracciato profonde scie imprenditoriali. “La curiosità, la voglia e l’umiltà di imparare ogni giorno, anche dai nostri errori, sono state contagiose: oggi il nostro team è composto da persone sempre giovani nella ricerca di soluzioni innovative, ma con una straordinaria e affidabile esperienza nella realizzazione dei propri prodotti”, evidenziano ancora dall’azienda modenese. Qualità, queste, molto apprezzate dalla clientela e dagli stakeholders, che hanno permesso ad Amare Group di conquistare la nautica del lusso a uno degli appuntamenti più esclusivi del settore, il DAME di Amsterdam, dove lo scorso anno l’impresa è stata l’unica italiana nominata vincitrice su 1.300 espositori. “Un traguardo frutto di un cammino incredibile, segnato da continui successi in un settore molto esigente, grazie alla nostra capacità di guardare al futuro e, quindi, di innovare”, sottolineano da Amare. Notata e apprezzata all’inizio della propria attività per gli oblò “Infinity” e le passerelle “Vanity”, man mano l’azienda ha consolidato il proprio brand e la propria affidabilità sui mercati internazionali, tanto da spingersi a mettere in cantiere nuovi prodotti, dopo aver lanciato nel 2020 il brand ASW domotic, diventando riferimento per il monitoraggio e cablaggio di sistemi

integrati per yacht e refit. “Tutto ciò sarebbe stato impossibile senza la motivazione e le competenze di ogni componente della straordinaria famiglia di Amare, convinti come siamo che non sono le aziende a essere grandi, ma le persone che le animano. Dietro ogni nostro prodotto c’è il desiderio di bellezza di ognuno, il massimo impegno ad interpretarlo con perfezione, avendo cura dei dettagli, per renderlo utile e attraente ai nostri partner commerciali”, continuano da Amare Group.

La tecnica alleata del gusto: sono questi, in definitiva, i segreti della raffinatezza con cui all’impresa piace distinguersi in un mondo giustamente abituato a vestire di fascino i suoi desideri di novità. E l’eleganza è sempre la somma dei dettagli che la rappresentano, perciò ad essi, cioè alla componentistica della nautica, Amare dedica la massima attenzione: “Fa parte della nostra vocazione, che è quella di essere migliori, connaturata, per tornare alle origini, ai nostri valori personali radicati nel rispetto per noi stessi e per gli altri, nel desiderio di conoscenza, nel lavoro come opera di ingegno e intraprendenza da condividere con coloro che, come noi, hanno scelto di perseguire sempre il meglio, il massimo dei risultati in ciò che fanno”, concludono dall’azienda.

È questo amore per l’eccellenza che spiega la storia di Amare, i successi conseguiti in questi dieci anni di vita, i tanti traguardi a cui l’azienda guarda nella convinzione che il passo decisivo da compiere è sempre il prossimo che la aspetta, perché la strada che ha davanti è la conquista quotidiana di un orizzonte ancora tutto da schiudersi nella meraviglia del proprio cammino.

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le, ha infatti comunicato lo scorso luglio di aver acquisito Reis Robotics, ramo d’azienda di automazione integrata del colosso tedesco della robotica Kuka. In particolare, Reis Robotics offre soluzioni di automazione altamente personalizzate e macchine industriali per saldatura, taglio, fusione e lavorazione al laser, nonché per l’automazione nell’imballaggio, nella lavorazione degli alimenti e nelle industrie ausiliarie, con ricavi annui per circa 40 milioni di euro e 350 dipendenti.

La nuova composizione societaria prevede l’ingresso di Aretè Cocchi Technology con il 70% del capitale sociale, mentre FAI è presente con il 30% per portare a termine l’intervento di turnaround. Gli acquirenti hanno allo studio piani strategici pluriennali per lo sviluppo dell’azienda, che partono innanzitutto dal rilancio del marchio storico Reis Robotics, con cui è stata nota a livello internazionale fino al 2013, anno dell’acquisizione da parte di Kuka.

Il piano di rilancio triennale ha come obiettivo il raggiungimento di quota 60 milioni di fatturato nel 2024, 70 nel 2025 e poi 80 nel 2026. Una crescita, quella del gruppo Areté Cocchi Technology, che corre anche oltreoceano: l’azienda ha infatti inaugurato a maggio scorso una nuova sede negli Stati Uniti, a Chicago. Il quartier generale del gruppo e delle società controllate Multi Electric, CT Pack Usa e Science + Usa è a Franklin Park e occupa 2.500 metri quadrati di un moderno sito industriale, destinato a uffici e fabbrica. Si trova a ridosso dell’aeroporto internazionale O’Hare e a una ventina di miglia da West Chicago, dove c’era lo storico stabilimento di Multi Electric, fabbrica che dal 1917 produce tecnologie e sistemi per il mercato aeroportuale, rilevata nel 2011 dal Gruppo ACT.

La divisione Airfield Technology beneficerà dunque della visibilità e della vicinanza con l’aeroporto O’Hare, tra i cinque scali più trafficati al mondo, con oltre 50 milioni di passeggeri l’anno, un cliente potenziale molto appetibile per il portafoglio prodotti Multi Electric, Ocem Airfield Technology, Augier.

CT Pack Usa potrà potenziare vendite, assistenza e integrazione di impianti completi per il packaging, avvalendosi di una posizione logistica ideale per coprire tutto

il Nord America. Science + Usa con i sistemi di potenza e gli amplificatori RF, dedicati ai settori energia, scienza e medicina, coglierà ulteriori importanti opportunità nella penetrazione del mercato USA.

“La scelta di aprire un presidio diretto per tutto il gruppo ha una valenza strategica che va al di là degli spazi occupati: sarà il trampolino per valorizzare e accelerare le attività di crescita sia operativa che strategica sul mercato Usa. Prevediamo infatti sviluppi importanti che ci permetteranno di raddoppiare i volumi attuali di attività e di raggiungere i 100 milioni di dollari di vendite con le tre business area del Gruppo Aretè Cocchi Technology”, afferma Gino Cocchi, chairman di Aretè Cocchi Technology.

DIGITAL TWIN, ASTRA RESEARCH PRESENTA LA PROPRIA AREA TECNICA

Negli ultimi anni il “Digital Twin” ha guadagnato sempre più importanza nel mondo del lavoro. Per questo motivo, da ormai tre anni la società modenese Astra Research, guidata dal CEO Roberto Rosi, ha iniziato un percorso interno di formazione e di sviluppo di una divisione specializzata. Proprio all’inizio dell’anno Astra ha organizzato un convegno presso l’Ordine degli Ingegneri di Modena per affrontare l’argomento e raccontare alcuni casi pratici di applicazione. Il successo di interesse è diventato lo stimolo per l’organizzazione di un evento a Modena giovedì 26 ottobre nella sede di Confindustria Emilia.

Come spiegano dall’azienda, il Digital Twin, o gemello digitale, è una replica virtuale di un oggetto fisico, di un processo o di un intero sistema; una rappresentazione digitale completa e dettagliata che può essere utilizzata per analizzare, monitorare e simulare il funzionamento di un oggetto reale in tempo reale. “L’applicazione del Digital Twin rappresenta una grande opportunità per le imprese”, sottolinea Roberto Rosi. “Le esperienze sono davvero signifi-

cative: nel settore manifatturiero, ad esempio, un’azienda può creare un Digital Twin di una macchina per monitorarne le prestazioni, identificare eventuali problemi o inefficienze e, in base agli obiettivi, ottimizzare i parametri della macchina attraverso modelli digitali. Un altro vantaggio chiave del Digital Twin è la capacità di condurre simulazioni e test virtuali: le imprese possono utilizzarlo per valutare il comportamento di un sistema o di un processo in diverse condizioni e scenari, senza dover effettuare costosi test nel mondo reale. Inoltre, il Digital Twin può supportare la manutenzione predittiva, consentendo di pianificare interventi tempestivi, evitando fermi macchina improvvisi e riducendo i costi associati alla manutenzione correttiva”.

Ma non è tutto: secondo Simone Pazzaglia, CMO di Astra, “il Digital Twin può anche migliorare la collaborazione e la comunicazione all’interno delle aziende. Condividendolo con i vari reparti e le persone coinvolte è infatti possibile avere una visione comune e condivisa di un oggetto o di un processo e il risultato saranno una collaborazione e un coordinamento delle attività più efficaci, che ridurranno errori e ritardi non solo nell’immediato, ma soprattutto nel futuro”.

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Roberto Rosi, CEO di Astra Research

Un ulteriore aspetto non trascurabile riguarda l’integrazione con tecnologie innovative. Per fare un esempio, il Digital Twin può integrarsi con sistemi di intelligenza artificiale e apprendimento automatico e rendere possibile, attraverso l’analisi dei dati raccolti, lo sviluppo di modelli predittivi e algoritmi intelligenti per migliorare ulteriormente le prestazioni e l’efficienza di un oggetto fisico o di un processo.

“Si tratta di una importante rivoluzione nell’ambito del lavoro, che offre vantaggi significativi alle imprese di ogni settore.

Attraverso la creazione di una replica virtuale di oggetti fisici, processi e sistemi, le aziende possono migliorare le prestazioni, ottimizzare le operazioni, ridurre i costi e raggiungere più facilmente i propri obiettivi”, conclude il CEO di Astra Research, Roberto Rosi.

FULMINEA, L’HYPERCAR MADE IN MODENA DA 2 MILIONI DI EURO

Una hypercar elettrica, di lusso, assemblata a Modena. Il suo nome è Fulminea - nel nome un presagio - e verrà venduta in 61 esemplari, al costo di 2 milioni di euro ciascuna. A capo di questa scommessa produttiva c’è Automobili Estrema, società nata nel 2020, durante il primo lockdown Covid, per un’intuizione di Gianfranco Pizzuto, fondatore e attualmente amministratore delegato dell’azienda.

Il lancio commerciale avverrà entro la fine del 2023. E l’obiettivo, sottolinea Pizzuto,

“è diventare un nuovo marchio automotive italiano di eccellenza nel design, specializzato nella progettazione e nella produzione di supercar a basse emissioni, utilizzando le più recenti tecnologie e i materiali più leggeri e performanti”.

Fulminea sarà la prima hypercar elettrica italiana omologata per la strada e sarà dotata di quattro motori elettrici con una potenza di picco di 1,5 MW (2.040 cavalli) che permetterà un’accelerazione da 0 a 320 km/h in meno di dieci secondi. Il pacco batterie avrà una capacità di 100 kWh con un’autonomia prevista secondo il ciclo WLTP di 520 chilometri. Grazie all’utilizzo delle celle allo stato solido, la batteria ibrida ad alte prestazioni (costruita con la tecnologia ‘cell to pack’) arriverà a toccare una densità energetica da record con ben 450 Wh/kg (equivalenti a 1.200 Wh/l) con un peso di soli 300 kg. Il veicolo avrà invece una massa totale in ordine di marcia di circa 1.500 kg. Il telaio è quasi completamente in fibra di carbonio.

Il logo di Automobili Estrema si ispira agli iconici stemmi del passato, con la forma a scudo, di colore azzurro, e un fulmine incastonato, a simboleggiare la velocità e l’energia pulita. Fulminea sarà lunga poco meno di 4,7 metri, larga 2 e alta appena 1.148 millimetri da terra.

Un progetto nato con questa ambizione richiede sinergie di alto livello. Gianfranco Pizzuto ha trovato una risposta alle sue esigenze all’interno della Motor Valley emiliana dove “ci sono competenze indiscusse nel campo della telaistica, dell’aerodinamica e delle parti meccaniche” e nel distretto torinese dove ci sono “designer, modellisti, e aziende di componentistica che non hanno eguali in termini di competenza e passione”.

“Il messaggio che vuole dare Estrema”, conclude Pizzuto, “è che le nostre grandi ca-

pacità devono trovare il modo di evolversi verso la nuova mobilità. È bello fare motori a 8, 10 o 12 cilindri, e noi li sappiamo fare, ma il mondo è cambiato e il nostro artigianato e la nostra industria devono rivalutarsi e trasformarsi applicando le nuove tecnologie che portano inevitabilmente anche verso l’elettrificazione dei veicoli supersportivi”.

Per la parte relativa alla tecnologia delle batterie, Automobili Estrema si è rivolta oltre confine, trovando nella Imecar Elektronik il system partner ideale. Una volta lanciata la produzione di Fulminea e dopo aver dimostrato l’efficienza dell’innovativo pacco batterie, non è esclusa una joint venture con Imecar per offrire questa tecnologia anche ad aziende terze.

AUTOMOBILI LAMBORGHINI, URUS E HURACÁN GUIDANO I RISULTATI STELLARI

I primi sei mesi del 2023 di Automobili Lamborghini fanno registrare nuovamente risultati record in termini di vendite, fatturato e profittabilità, principalmente grazie al successo commerciale delle famiglie Urus e Huracan, in attesa dell’introduzione sul mercato di Revuelto. Il Super SUV e la Supersportiva V10, sold out fino a fine produzione (prevista nella seconda metà del 2024), risultano determinanti nel raggiungimento di un totale consegne, a livello globale, pari a 5.341 unità, +4.9% rispetto al primo semestre dell’anno precedente. Trend in crescita anche per i ricavi che raggiungono 1.421 milioni di euro, in aumento del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2022, e per il risultato operativo, che sale del +7,2% fino al record di 456 milioni di euro (rispetto ai 425 milioni del 2022). Di conseguenza, si registra anche un miglioramento del Return on Sales (RoS) che si attesta al 32,1%.

“Ancora un semestre record per la nostra azienda e ancora grande orgoglio nel comunicare i risultati raggiunti. Siamo davvero entusiasti di questi numeri, raggiunti grazie a solo due modelli della gamma, in un anno che possiamo definire particolare per Lamborghini. Il 2023, oltre a corrispondere con

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Da sinistra: Gianfranco Pizzuto, founder & CEO di Automobili Estrema, e Roberto Olivo, COO

i 60 anni dell’azienda, ha infatti segnato il lancio di Revuelto, la prima ibrida plug-in della nostra storia e la presentazione della SC63, la vettura da corsa più avanzata mai progettata da Lamborghini che segue Direzione Cor Tauri, la strategia per l’elettrificazione della gamma”, dichiara Stephan Winkelmann, chairman e CEO dell’azienda di Sant’Agata Bolognese.

“Siamo orgogliosi di confermare ancora una volta, dopo diversi anni, il percorso di crescita di Lamborghini. Il trend positivo rafforza la convinzione di chiudere l’anno con ulteriori risultati record su tutte le principali metriche finanziarie, con una profittabilità attesa che conferma Lamborghini tra i principali brand nel segmento del lusso”, aggiunge Paolo Poma, managing director e CFO di Automobili Lamborghini.

A livello di consegne nelle macroaree, la distribuzione delle vetture Lamborghini registra ottimi risultati, con le tre regioni EMEA, America e Asia Pacifico che, rispettivamente, distribuiscono 2.285, 1.857 e 1.199 vetture. A livello di singoli mercati, gli Stati Uniti si confermano al primo posto (1.625 vetture consegnate), seguiti da Re-

gno Unito (514), Germania (511), Chinese mainland, Hong Kong e Macao (450), Giappone (280) e Italia (270).

Le principali novità della prima parte del 2023 restano il lancio della nuovissima Lamborghini Revuelto, che dopo la presentazione dello scorso marzo ha già fatto registrare ordini che coprono oltre due anni di produzione, e il debutto della SC63, il prototipo ibrido di categoria LMDh per competere al vertice dell’endurance.

CALZONI, INAUGURATA NUOVA SEDE A CALDERARA DI RENO

Taglio del nastro per celebrare l’apertura del nuovo impianto di produzione in via Aldina, a Calderara di Reno, alle porte di Bologna, di Calzoni, storica azienda che opera nei settori dell’ingegneria aerospaziale e della difesa con vasta esperienza nella produzione e sviluppo di sistemi di movimentazione complessi e sistemi visuali di ausilio all’appontaggio a destinazione navale, dal 2012 parte della società americana L3Harris Technologies.

L’inaugurazione della nuova sede, che si aggiunge al sito di 11.000 di via De Gasperi, attivo dal 2000, sempre a Calderara di Reno, è avvenuta lo scorso 15 giugno alla presenza dell’amministratore delegato e membro del Consiglio di Amministrazione di Calzoni, Gianmatteo Barbieri, e tra gli altri, del vicepresidente di L3Harris Dave Johnson, della console generale degli Stati Uniti Ragini Gupta, dell’assessore della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla, del sindaco di Calderara Giampiero Falzone

e di alti ufficiali della Marina Militare e dell’Esercito.

La nuova sede di 5.500 metri quadrati è destinata all’assemblaggio, al testing e alla qualifica di sistemi luminosi di appontaggio, veicoli subacquei e sistemi di movimentazione per navi e prevede, inoltre, un service center per la manutenzione e il supporto customer care post-vendita legato a prodotti forniti da altre sedi di L3Harris Technologies.

Fondata nel 1834, Calzoni conta oggi oltre 230 dipendenti dislocati su quattro sedi: i due stabilimenti di Calderara di Reno, gli uffici di Milano e gli uffici di Toms River, New Jersey, negli Stati Uniti. L’impresa bolognese intrattiene rapporti con le principali Marine Militari che si equipaggiano con i sistemi integrati di movimentazione, sensori e payload per sommergibili e per navi di superficie, e con i sistemi luminosi di ausilio all’appontaggio.

“L’azienda - ha evidenziato l’amministratore delegato Barbieri durante il suo discorso - al momento conta circa 230 dipendenti; negli ultimi due anni abbiamo proceduto con 80 assunzioni, e ne prevediamo altre in futuro. Il fatturato dello scorso anno si aggira intorno ai 75 milioni di euro ed è in costante crescita di un 5% annuo. Tra i clienti sono presenti Marine internazionali e cantieri, di cui il 75% sono all’estero, mentre il restante 25% in Italia”.

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“Negli ultimi 20 anni l’azienda è più che triplicata e abbiamo solidi piani di investimento e crescita per i prossimi anni, con impianti a bordo di navi e sommergibili di più di 40 Marine nel mondo”, ha continuato Barbieri.

“Quando un’azienda si amplia investendo sul territorio, e confermando così l’attrattività dello stesso, per noi è e deve sempre essere un motivo di orgoglio. Quando poi si tratta di un’azienda come L3Harris Calzoni, il nostro orgoglio è ancora più forte perché è una realtà con un valore aggiunto, rappresentato dalla storia che la contraddistingue. Storia iniziata nel 1834 grazie alla visione dell’ingegnere Alessandro Calzoni, che oggi si arricchisce sempre di più di un percorso costantemente volto a tecnologia, innovazione, sicurezza e sostenibilità”, ha sottolineato il primo cittadino di Calderara Falzone.

Il sindaco ha poi aggiunto: “Davanti a queste eccellenze, l’amministrazione comunale c’è e ci sarà sempre per ogni supporto necessario perché, chi con coraggio e intuizione investe sul territorio, con importanti ricadute, anche occupazionali, va sempre sostenuto”.

CAMST GROUP, VIA AL PIANO DI DECARBONIZZAZIONE E PREMI A 35 GIOVANI LAUREATI

Camst group, Società Cooperativa Benefit nata nel 1945 a Bologna, tra i principali player nel mercato della ristorazione collettiva e che nel corso degli anni ha ampliato le attività anche al facility management, ha avviato nei mesi scorsi un piano di misurazione del proprio impatto ambientale lungo la catena del valore, al fine di definire un percorso pluriennale di decarbonizzazione. Il progetto sarà strutturato in più fasi di lavoro. La prima consiste nel misurare le emissioni di CO2 dirette e indirette che l’azienda genera durante tutte le fasi della catena di valore: dalla produzione di prodotti agroalimentari al packaging, passando per il trasporto e il magazzinaggio, sino alla distribuzione e all’arrivo nei punti di ristoro, individuandone gli hotspot più inquinanti. La seconda fase si concentra invece

nell’individuare e sviluppare azioni migliorative per mitigare l’impronta ambientale, definendo i target obiettivo. Infine, la fase di compensazione in cui quella parte di emissioni CO2 che non può essere ridotta, andrà compensata con l’acquisto di crediti di carbonio per supportare economicamente progetti certificati ad impatto climatico positivo per l’atmosfera.

“Essere sostenibili significa mettere al centro le azioni, i comportamenti e le scelte di sviluppo, focalizzate non solo sui problemi a breve termine ma anche, e soprattutto, su quelli a lungo raggio”, dichiara Francesco Malaguti, presidente di Camst group. “Continueremo a valorizzare il territorio attraverso l’uso responsabile delle risorse, la riduzione degli sprechi e il rispetto dell’ambiente. Per farlo lavoreremo all’attuazione di progetti di economia circolare, valutando l’impatto della produzione di beni e servizi del nostro business. Grazie all’impegno di tutta la cooperativa, riusciremo a guidare la nostra attività imprenditoriale verso obiettivi concreti e misurabili, rafforzando ulteriormente la nostra natura sostenibile”. Per la misurazione degli impatti ambientali e la definizione della strategia di decarbonizzazione, l’azienda in questo percorso è stata supportata da Ecoinnovazione, spinoff di ENEA, società specializzata nei campi della eco-progettazione, delle analisi di

sostenibilità e dell’economia circolare. Ad accompagnare Camst group nella definizione della nuova analisi di materialità d’impatto secondo le logiche di doppia materialità richieste dalla futura direttiva del reporting di sostenibilità sarà invece SCS Consulting, che vanta una profonda esperienza nel campo della consulenza direzionale e di sostenibilità d’impresa.

E sempre in un’ottica di sostenibilità d’impresa e welfare, l’azienda a fine maggio scorso ha premiato 35 giovani laureati, figli di dipendenti, provenienti da dieci diverse città italiane, che si sono distinti per meriti accademici. Questo riconoscimento è solamente uno dei servizi di welfare che Camst eroga verso i propri dipendenti e le loro famiglie, e rientra pienamente nel modello di impresa sostenibile che, con il passaggio a società benefit, Camst punta a diventare. “Da sempre la nostra realtà è impegnata nell’offrire un aiuto concreto ai propri lavoratori e nel sostenere le nuove generazioni rinnovando ogni anno questo premio, destinato ai giovani laureati figli dei nostri dipendenti, cerchiamo quindi di mantenere entrambi i propositi. Si tratta di un contributo per incentivare i giovani a impegnarsi nello studio e, al contempo, dimostrare il nostro sostegno verso i membri della famiglia Camst”, conclude Francesco Malaguti.

LOGISTICA SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE

GRAZIE A CHIMAR

È iniziato il processo di trasformazione culturale che proietterà il mercato della logistica in una nuova dimensione, quella della movimentazione e dello stoccaggio delle merci in modo sostenibile. Protagonista di questo cambiamento è il Gruppo Chimar, di Limidi di Soliera, in provincia di Modena, tra i più importanti produttori europei di imballaggi industriali che nel 2022 ha fatturato oltre 75 milioni di euro e occupa oltre 500 persone”.

Marco Arletti, amministratore delegato di Chimar, ha sottolineato: “In questa direzione e guardando al futuro vogliamo impegnarci a essere protagonisti di una crescita sostenibile, aperti alle sfide del mercato, alle

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A-ZETA GOMMA SPEGNE 50 CANDELINE E FESTEGGIA CON UN’IMPORTANTE DONAZIONE AL TERRITORIO

Una importante donazione per la rete di soccorso dell’emergenza-urgenza modenese, voluta per celebrare la ricorrenza dei primi cinquant’anni di attività. Risale allo scorso 13 giugno la consegna di un’ambulanza da parte di A-Zeta Gomma, realtà con sede a Sassuolo (MO), attiva nella produzione di cinghie di trasmissione e nastri trasportatori in gomma e PVC/PU. Il veicolo donato sostituirà un mezzo ormai datato nel sistema di emergenza territoriale 118 provinciale che, sul distretto ceramico, vede anche la presenza del volontariato con Croce Rossa di Sassuolo, AVF di Fiorano Modenese, AVAP di Maranello e le altre AVAP dei Comuni montani.

Alla cerimonia di consegna, in occasione della giornata di festeggiamenti del mezzo secolo di attività dell’azienda, hanno preso parte i rappresentanti delle istituzioni del territorio, che al termine della mattinata hanno visitato lo stabilimento di A-Zeta Gomma entrando nel cuore dei reparti per osservare la nascita dei prodotti: tra loro il presidente della Regione

Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il sindaco di Sassuolo, Gian Francesco

Menani, la direttrice generale dell’Azienda USL di Modena, Anna Maria Petrini, la direttrice del Distretto sanitario di Sassuolo, Federica Ronchetti, il direttore del Dipartimento interaziendale di emergenza-urgenza dell’Azienda USL di Modena, Geminiano Bandiera, i sindaci degli otto comuni del Distretto ceramico e gli assessori alla Sanità dei comuni di Sassuolo, Maranello, Formigine e Fiorano Modenese, il direttore delle relazioni, sviluppo territorio e organizzazione di Confindustria Emilia, Giacomo Villano.

“Abbiamo voluto restituire alla comunità almeno una parte di quello che ci ha dato in questo mezzo secolo. La nostra azienda è nata in un garage di Sassuolo nel 1973 e attualmente conta oltre 100 dipendenti con un mercato sia nazionale che internazionale. La strada fatta è tanta, ma non dimentichiamo le nostre radici e con la donazione di questa ambulanza vogliamo rafforzare il rapporto con il territorio, manifestando la nostra gratitudine nei confronti di una comunità che, in questi 50 anni, ci ha permesso di crescere e raggiungere obiettivi importanti. Il regalo del mezzo di soccorso alla rete dell’emergenza-urgenza non è un’azione isolata, ma è parte di un più articolato sistema di iniziative di responsabilità sociale a favore del territorio, in particolare del mondo sportivo giovanile, con l’obiettivo di promuovere i principi

dello spirito di squadra, dell’impegno e della crescita personale”, ha dichiarato Maurizio Pistoni, presidente e fondatore di A-Zeta Gomma, nel corso della cerimonia. L’azienda è nata nel cuore del distretto ceramico come impresa artigiana specializzata nella fabbricazione di riporti speciali su cinghie e nello stampaggio di manufatti in gomma destinati principalmente all’industria locale. Negli anni, la crescita in termini di produzione e fatturato è stata solida e costante grazie anche a una serie di investimenti e acquisizioni che hanno permesso ad A-Zeta Gomma di divenire un player di riferimento a livello nazionale e internazionale nella produzione e commercializzazione di cinghie di trasmissione e nastri trasportatori in gomma e PVC e l’hanno portata a consolidare e rafforzare la propria presenza a livello mondiale tramite una distribuzione capillare e tempestiva. Tutto questo, mantenendo la propria produzione negli stabilimenti di Sassuolo senza mai perdere il focus sulla qualità “tailor made” italiana dei propri prodotti, che da sempre ha un ruolo di rilievo nella scelta delle materie prime e dei macchinari di lavorazione e trasformazione.

“Un punto di riferimento per il nostro territorio come lo è A-Zeta Gomma ha deciso di fare un regalo alla città in occasione del suo cinquantesimo compleanno e di questo non possiamo che andare fieri e ringraziare la proprietà. In questi anni ci siamo resi conto di quanto importante siano il Servizio Sanitario e l’operato di medici e infermieri: donare un’ambulanza a servizio di tutto il territorio, di fondamentale importanza per salvare vite, è davvero un gesto straordinario”, ha aggiunto il sindaco di Sassuolo, Gian Francesco Menani.

“Ringraziamo A-Zeta Gomma per questa preziosa e importante donazione per la rete del soccorso attivo in tutta la nostra provincia. Garantire ai cittadini un pronto intervento capillare e immediato è uno degli obiettivi primari dell’assistenza sanitaria locale sul territorio e siamo grati a tutte quelle realtà private che pensano anche al benessere della comunità in cui sono nate e proseguono la loro storia”, ha evidenziato, infine, Anna Maria Petrini, direttrice generale dell’Azienda USL di Modena.

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nuove tecnologie e alle esigenze delle persone e delle aziende con cui collaboriamo. Vogliamo creare un circolo virtuoso in cui la sostenibilità ambientale, sociale ed economica si alimentino reciprocamente, generando valore condiviso per tutte le parti interessate. La sostenibilità è un percorso in continua evoluzione, in cui è necessario avere consapevolezza dei propri limiti, delle proprie forze e delle priorità di azione”

Chimar in questo contesto ha creato una nuova categoria di packaging definita “Supporti Logistici Sostenibili”.

Il primo modello a entrare in questa categoria è “Giott0”, the circular pallet with 0 waste, un prodotto innovativo che cambia il concetto di pallet, realizzato esclusivamente grazie alla pressatura del legno di recupero post consumo. Una soluzione zero waste, che nasce dal riciclo e resta 100% riciclabile. Il progetto nasce da una partnership con il Gruppo IREN, garanzia di successo nel campo della sostenibilità e dell’economia circolare. Come anticipato da Marco Arletti, “Giott0, per garantire ottime prestazioni nel pieno rispetto dei principi dell’economia circolare, ha una dimensione 120x80 con una portata dinamica di 1.500 Kg e statica di 4.000 Kg. Non necessita di trattamento fitosanitario per le esportazioni ed è inattaccabile da muffe o funghi.

Giott0 viene prodotto mediante cottura a vapore e la sua conformazione, essendo completamente privo di chiodi, garantisce

la sicurezza aziendale senza perdere di efficienza. La resistenza alle deformazioni, la compatibilità con i collar e l’utilizzabilità nei magazzini automatici ne esaltano la prestazione”.

“Giott0 è la massima espressione del concetto di economia circolare, un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione e riciclo dei prodotti il più a lungo possibile; in contrasto con il tradizionale modello economico lineare, fondato sul tipico schema estrarre, produrre, utilizzare e gettare”, continua Marco Arletti.

“Oltre che a movimentare merci è uno strumento utile per redigere i bilanci di sostenibilità per le aziende virtuose. Un utilizzo di 10.000 Giott0, ad esempio, reintroduce nel sistema produttivo 210 tonnellate di rifiuti, evita l’abbattimento di 200 alberi che assorbono circa 5.000 Kg di Co2 all’anno. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’instabilità di mercato che si è riflessa nella difficoltà di reperimento di materia prima e a logiche speculative inaspettate. Giott0, grazie alle sue caratteristiche, elimina tali criticità”, conclude l’amministratore delegato di Chimar.

CMS, GRANDE SUCCESSO PER LA MOSTRA SU 10 DONNE

CE L’HANNO FATTA”

Dopo il successo ottenuto nel 2022 al Cortile del Leccio di Modena, in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, e alla Stazione Rulli Frulli di Finale Emi-

lia, nel modenese ha replicato anche quest’anno, in una nuova sede, la mostra fotografica collettiva a marchio CMS, l’azienda di Marano sul Panaro, in provincia di Modena, che da 48 anni esegue lavorazioni meccaniche conto terzi nei settori del food processing e del packaging alimentare e farmaceutico.

“Da grande non voglio essere una principessa”: questo il titolo dell’esposizione, che racconta le storie di dieci donne emiliane “che ce l’hanno fatta”. Non sono celebrità, ma donne comuni che hanno inseguito i loro sogni con energia, passione e determinazione dimostrando che l’affermazione personale non deve risentire del genere ed è possibile, oggi sempre più, distinguersi anche in contesti d’elezione maschile.

La nuova sede per il 2023 sono stati i portici di via Bonesi, nel cuore del centro storico di Vignola, a due passi dalla maestosa Rocca, dove la mostra è rimasta dal 6 al 31 luglio.

L’attenzione per la Responsabilità Sociale d’Impresa è una caratteristica insita nella filosofia imprenditoriale dell’impresa modenese. Maggiori focus su questo aspetto hanno coinciso con l’ingresso nell’azienda di famiglia, nel 2004, di Elena Salda, oggi amministratore delegato di CMS. “Partendo dalla mia esperienza personale ho deciso di proporre un’esposizione sul tema. Da sempre, ho scelto un approccio alla RSI di lungo periodo, di integrazione con il bu-

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Marco Arletti, amministratore delegato di Chimar con Giott0 Sopra: un momento della tavola rotonda “Parole di donne”. A sinistra: Elena Salda, amministratore delegato di CMS, e Emilia Muratori, sindaco di Vignola
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BANCOLINI SYMBOL COMPIE 40 ANNI. CON UNA STORIA LUNGA QUASI UN SECOLO

Tre generazioni di imprenditori, tre storie da raccontare, un futuro da costruire insieme. Questo il focus dell’evento che, lo scorso 7 giugno presso le tenute agricole Cleto Chiarli di Castelvetro, in provincia di Modena, Bancolini Symbol ha organizzato per festeggiare i 40 anni di attività e per presentare il nuovo logo.

Come la CEO Irene Castelli, rappresentante della terza generazione di una famiglia di imprenditori, ha raccontato alla platea composta da clienti e fornitori, oltre a tutto il personale di Bancolini Symbol, l’impresa di Villanova di Castenaso, appena fuori Bologna, è stata fondata nel 1983; una data che in realtà è solo una tappa di una lunga avventura familiare.

Il nonno “startupper”, Piero Bancolini, nel 1925 trasformò la propria passione per la fotografia in un’attività di produzione e commercializzazione di materiale fotografico e fotomeccanico. Furono sua figlia Adriana e il marito Giampiero Castelli a imprimere una svolta all’attività importando dagli Stati Uniti, nel 1978, la neonata tecnologia del codice a barre, avviando poco dopo la produzione delle pellicole FilmMaster per la stampa dei codici a barre e fondando, nell’aprile 1983 - ed ecco la fatidica data da cui si contano i 40 anni - Bancolini Symbol.

L’evento celebrativo dello scorso giugno ha mostrato con chiarezza il nuovo corso dell’azienda, fortemente caratterizzato dalla visione di Irene Castelli, al timone dal 2019. Il primo intervento è stato quello di Luca Di Bellucci, executive channel manager di Zebra Technologies, che ha ricordato i 40 anni di partnership con Bancolini Symbol e illustrato le opportunità dei tanti “più” richiesti dal mercato - più velocità, più volumi, più varietà, visibilità, valore aggiunto - soffermandosi sulle parole d’ordine che dovranno orientare l’operato delle imprese: accelerare, prepararsi all’espansione, guardare al green e alle nuove opportunità in fatto di automazione, digitalizzazione, evoluzione dell’e-commerce. Con la pacatezza e la profondità che lo contraddistinguono, poi, Ernesto Sirolli, economista, politologo, professore e grande oratore di respiro internazionale, nonché advisor di Irene Castelli, ha espresso la necessità di cambiare: perché i giovani non vogliono più lavorare nelle grandi aziende che non li rappresentano, quando un tempo proprio qui risiedeva il lavoro più ambito? Perché le ondate di grandi dimissioni alla ricerca di un equilibrio che ancora troppo spesso manca tra lavoro e vita privata? Come ha evidenziato Sirolli, oggi il

sistema formativo ed economico di molti Paesi non si allinea con i valori delle persone e con le loro aspirazioni al miglioramento. E proprio in questa direzione si muove il cambiamento che la CEO di Bancolini Symbol ha avviato. Secondo Castelli, la tecnologia deve essere intesa come strumento capace di semplificare la quotidianità delle persone, sul lavoro e non solo, rendendole anche più consapevoli nel prendere decisioni efficaci e migliorative. “Il capitale umano è l’asset strategico di Bancolini Symbol. Ogni rapporto deve basarsi sulla fiducia, costruita senza fretta e senza sosta”, osserva Irene Castelli. Ed è un percorso che va condiviso, come testimoniato dalla presenza, all’evento celebrativo del quarantesimo anniversario di Bancolini Symbol, di tanti partner che a buon diritto possono essere definiti “storici”.

L’azienda ha intrapreso un percorso strutturato per caratterizzarsi come organizzazione positiva, un sistema virtuoso che moltiplica il valore delle singole parti, dove le persone abbiano l’opportunità di esaltare i propri talenti. In questo senso anche i break gastronomici pensati per i festeggiamenti hanno rappresentato l’occasione per valorizzare il talento e premiare il coraggio di chi aveva un sogno e lo sta realizzando: una colazione amabilmente preparata dal Forno Brisa, realtà bolognese certificata Great Place to Work®, e un pranzo magistrale a cura dello chef under 30 n. 1 in Italia, Tommaso Zoboli, che a soli 25 anni si accinge ad aprire in totale autonomia il suo primo ristorante a Modena. Il progresso tecnologico va avanti sempre più rapidamente e Bancolini Symbol vi contribuisce con passione, competenza e serietà, supportando i clienti nelle proprie necessità e visioni. Ma con altrettanti impegno e caparbietà l’azienda coltiva se stessa: Irene Castelli è una grande amante della natura, in primis del mare, che vive non da turista ma da profonda e rispettosa conoscitrice. “Il mare e la natura mi hanno insegnato il valore del tempo, della pazienza, della costanza, così come l’assoluta importanza dell’interdipendenza tra organismi viventi. Persone, territorio, ambiente, tecnologia, tutti sono interconnessi, tutti hanno il diritto di partecipare al benessere portato dal progresso”, conclude la CEO di Bancolini Symbol. Tecnologia che facilita, dunque: sarà per questo che il nuovo logo della società si è fatto semplice ed essenziale, senza però perdere quel codice a barre a cui, in fondo, deve la sua nascita e la sua notorietà.

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Irene Castelli, CEO di Bancolini Symbol, riceve la targa per i 40 anni di storia dell'azienda dalle mani di Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia

siness, con il territorio e il tessuto sociale nel quale opera, per creare un progetto industriale sostenibile, che ponga particolare attenzione alla formazione e alla valorizzazione delle persone, nella condivisione di valori etici e nell’inclusione e parità di genere”, spiega Elena Salda.

Protagoniste della collettiva, curata da Lorenza Zanni con le opere delle fotografe Elisabetta Baracchi, Serena Campanini e Anita Bonfiglioli, sono dieci donne “eccellenti” nel proprio ambito. La rassegna fotografica invita a riflettere sulla multiformità delle donne e sulla loro capacità di crearsi un posto nel mondo, arrivando a ricoprire con pienezza il loro ruolo sociale o professionale senza mai perdere la propria personalità e femminilità.

In occasione della mostra, lunedì 17 luglio, davanti alla Chiesa Plebana di Vignola, si è svolta la serata “Parole di donne”, una tavola rotonda sul tema dell’uguaglianza di genere con alcune delle dieci testimonial: le artiste Federica Poletti e Alice Padovani, la chef Francesca Simoni, la commercialista Angelica Ferri Personali, la linguista e professoressa universitaria Cecilia Robustelli. Alle testimonianze di alcune di loro si sono unite anche quelle di Rachele Barbieri, giovane ciclista modenese in forte ascesa nel panorama internazionale sportivo, e Veronica Guida, project manager di Dynamo Academy, eccellenza nazionale che si occupa di formazione e consulenza ad aziende e istituzioni, accompagnandole in percorsi incentrati sull’inclusione e sulla sostenibilità. Moderatrice della tavola rotonda è stata Eleonora Rovatti, meglio conosciuta come “Vonnight”, creative director e digital strategist che ha curato le interviste di backstage nell’ultima edizione modenese del celebre TedX.

CONSORZIO CPF, UNA REALTÀ IN CONTINUA EVOLUZIONE

“Ogni lungo viaggio inizia con un piccolo passo”. È proprio questa la visione del Consorzio Costruttori Progettisti Ferraresi, un viaggio ancora lungo e ambizioso, nato nel novembre 2013 con un primo timido passo in un bar del centro di Ferrara, quando “quattro amici al bar”, prendendo in prestito la famosa canzone di Gino Paoli, si sono trovati, unendo le proprie forze, per progettare un futuro nel mondo dell’edilizia fatto di coesione, sviluppo e supporto reciproco. Oggi il Consorzio CPF può contare su oltre trenta imprese socie, dalla realtà più strutturata fino all’operaio che ha coraggiosamente realizzato il sogno di mettersi in proprio.

“Il valore aggiunto che ci caratterizza è proprio l’attenzione nella tutela del piccolo artigiano, che deve districarsi fra burocrazia ed esecuzione dei lavori, fra rispetto delle tempistiche di consegna dei cantieri e gestione nei rapporti fra committente, direzione lavori e responsabili della sicurezza”, evidenziano il presidente di Consorzio CPF Tullio Carrà e il vicepresidente Chiara Cerini.

Ecco allora che il Consorzio CPF si interpone fra le imprese socie esecutrici e i committenti supportando le prime e servendo questi ultimi, i quali, attraverso un unico interlocutore, il Consorzio CPF appunto, possono trovare risposte e individuare professionisti cui affidare ogni specialistica lavorazione, dalla realizzazione di opere idrauliche al rifacimento del tetto, dalla posa del cappotto termico alla realizzazione di opere in cartongesso, caratterizzata da una particolare cura nella scelta e nell’utilizzo dei materiali impiegati. “In questo modo l’artigiano ha la possibilità di concentrarsi esclusivamente nello sviluppo del proprio lavoro e della propria arte fatta di passione e sacrifici”, sottolineano ancora Carrà e Cerini.

Ad oggi le specializzazioni di Consorzio CPF riguardano gli isolamenti termici a cappotto in EPS, lana di roccia, sughero; le opere in cartongesso; le opere di restauro; le

facciate ventilate in alucobond, PIZ, ceramica, fibrocemento; i tamponamenti esterni con lastre in fibrocemento; il rifacimento e la manutenzione coperture; le opere edili generali; l’efficientamento energetico e gli impianti fotovoltaici; le opere impiantistiche elettriche e idrauliche; le compartimentazioni REI certificate.

Quanto ai piani per il futuro: “Ci prefiggiamo di ampliare sempre di più i nostri servizi perché il nostro scopo è quello di valorizzare l’attività di ogni nostro socio, al fine di aggregare maestranze qualificate e specializzate nel settore, per offrire al committente un unico referente in grado di erogare manodopera, assistenza di cantiere e supporto tecnico specializzato”, concludono il presidente e il vicepresidente del Consorzio Costruttori Progettisti Ferraresi.

CUBBIT LANCIA L’ADVISORY BOARD E ANNUNCIA DUE NOMINE NEL TEAM EXECUTIVE

A fine giugno 2023, Cubbit, il primo provider europeo di cloud storage geo-distribuito, ha annunciato l’istituzione di un advisory board: le prime persone a prenderne parte sono Alec Ross, esperto di politica tecnologica americana, Mikko Suonenlahti, business builder che vanta un’esperienza di oltre cinquant’anni a supporto di tech founders, e Nicolas Ott, attualmente senior advisor di Ardian Infrastructure nel settore delle Telecomunicazioni. I tre esperti sosterranno la startup bolognese deep-tech nel proprio percorso di crescita internazionale e identificheranno nuove opportunità strategiche per lo sviluppo dell’azienda.

“In Alec, Mikko e Nicolas abbiamo trovato leader internazionali che possono supportare l’ambiziosa espansione di Cubbit in Europa e negli Stati Uniti. Grazie all’innovazione, know-how e voglia di fare che contraddistinguono il nostro team, abbiamo sviluppato una tecnologia abilitante che può essere applicata a una molteplicità di settori industriali e strategici come le telecomunicazioni, la difesa, la manifattura e il settore bancario. Il nostro nuovo advisory board internazionale sarà cruciale per espandere notevolmente la nostra presenza

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BONFIGLIOLI CONSULTING, DA 50 ANNI PIONIERA NAZIONALE DEL METODO LEAN

Si è svolta lo scorso 11 luglio presso l’Admiral Park Hotel di Zola Predosa, alle porte di Bologna, la celebrazione del primo mezzo secolo di attività di Bonfiglioli Consulting, società bolognese di consulenza con respiro internazionale, da cinquant’anni al fianco delle imprese per sostenerne la crescita e l’affermazione sui mercati globali.

L’evento ha visto la partecipazione di Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia Area Centro, che consegnando all’amministratore delegato Michele Bonfiglioli una targa commemorativa della storicità dell’azienda sul territorio ha dichiarato: “Siamo orgogliosi che il nostro territorio emiliano accolga e accompagni lo sviluppo di imprese storiche come Bonfiglioli Consulting, pioniera nell’ambito della consulenza manifatturiera nel nostro Paese, che ha saputo cogliere le opportunità di crescita nel mondo mantenendo salde radici in Emilia”.

La serata di festeggiamento ha coinvolto circa 70

delle oltre 100 persone che oggi lavorano in tutto il mondo per il gruppo Bonfiglioli Consulting, composto da diverse realtà in grado di fornire alle aziende una consulenza integrata in cinque diverse competenze specifiche: Bonfiglioli Consulting, che si occupa di riorganizzazione e ottimizzazione dei processi con la metodologia brevettata della Lean World Class®; Octagona, che offre servizi per l’internazionalizzazione; la Lean Factory School®, il centro di formazione sul campo dove manager, imprenditori, responsabili di servizio e di processo possono testare nella pratica i vantaggi della trasformazione dei processi; SOA, attiva nell’ambito della selezione, valutazione e sviluppo delle risorse umane, perché la trasformazione si fa solo con le persone; DigiBelt, che si occupa invece di Industry 4.0, tecnologia e data science.

Quello dei 50 anni di attività è senza dubbio un traguardo ragguardevole per un’azienda italiana che fa consulenza ed è riuscita ad assumere i tratti di un gruppo internazionale, con oltre 300 casi di successo conclusi annualmente in Italia e nel mondo nell’ambito operations e con 12 uffici in tre continenti, di cui sette diretti e altri

cinque di rappresentanza, configurandosi come uno dei pochissimi soggetti italiani e globali al contempo, in un settore dominato da grandi multinazionali. “Attivi nel campo della consulenza aziendale fin dal 1973, siamo stati pionieri del Lean Thinking in Italia, importando negli anni Novanta il modello giapponese di gestione della qualità totale e il modo di fare qualità tipico delle aziende tedesche. Che poi abbiamo adattato alla realtà produttiva italiana, fatta di pmi, creando un nostro metodo proprietario, la Lean World Class®. In questi 50 anni abbiamo promosso la cultura d’impresa e affiancato centinaia di società nella realizzazione dei propri progetti di cambiamento per sostenerne la crescita e l’affermazione sui mercati globali. Negli ultimi anni ci siamo tra l’altro strutturati per poter supportare in loco le aziende italiane che sono operative all’estero”, commenta l’amministratore delegato dell’azienda bolognese, Michele Bonfiglioli.

A questi obiettivi di sviluppo rispondono recenti investimenti, come l’apertura a fine 2021 di una rete di tre uffici negli Stati Uniti, in Florida, in California e a New York, e l’acquisizione della maggioranza di Octagona nel 2022, dopo una partnership avviata nel 2017, che ha permesso di consolidare la presenza in Corea, Vietnam e India, “un Paese, quest’ultimo - spiega Bonfiglioli - che rappresenta un grande potenziale di sviluppo per le nostre aziende nazionali”. E proprio l’India è al centro della missione organizzata da Bonfiglioli Consulting questo autunno, dal 16 al 20 ottobre, e che sarà riproposta nel 2024 insieme ad altre tre in Giappone, Germania e USA; viaggi aperti a imprenditori e manager che permettono, attraverso visite in azienda e lo studio di case study reali, di ampliare i propri orizzonti e scoprire nuove prospettive.

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Michele Bonfiglioli, amministratore delegato di Bonfiglioli Consulting, riceve la targa celebrativa dei 50 anni di attività da Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia

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sul mercato”, spiega Stefano Onofri, coCEO e co-founder di Cubbit.

“Sin dalla nascita diciotto mesi fa di Next Generation Cloud Pioneers, il nostro programma dedicato alle aziende italiane, stiamo ricevendo riscontri molto positivi dal mercato, con più di 130 imprese che hanno aderito alla rete. Ora ci stiamo preparando a espandere la nostra offerta in tutta Europa. La richiesta di tecnologie che garantiscano la sovranità del dato e la massima sicurezza ci porta a una fase chiave del nostro processo di crescita e la nascita di questo advisory board ne è il primo passo”, aggiunge Alessandro Cillario, co-CEO e co-founder di Cubbit.

Dall’annuncio del programma Next Generation Cloud Pioneers nell’aprile 2022, Cubbit conta ora nel suo network oltre 130 aziende, imprese e istituzioni, tra cui Aeroporto Marconi di Bologna, Amadori, Bonfiglioli, CNP Vita (Gruppo UniCredit), Granarolo, il Comune di Marcheno e SCM Group.

Inoltre, a metà luglio, Cubbit ha annunciato la nomina di due veterani del mondo storage nel suo gruppo executive: come Chief Revenue Officer Richard Czech, imprenditore visionario nel settore dello storage, e come VP Product & Partnership Enrico Signoretti, che negli ultimi anni ha contribuito a creare uno dei più importanti unicorni del cloud.

“Negli ultimi tre anni, abbiamo lanciato e testato con successo la nostra tecnologia geo-distribuita proprietaria su oltre 5.000 clienti e aziende. Ora è giunto il momento di scalare il modello di business a livello

globale e, per farlo, abbiamo bisogno di veterani del settore che possano tracciare la giusta rotta e portare il gruppo al successo”, puntualizza ancora Onofri.

“La nostra è una tecnologia unica e abilitante, nata da un ecosistema italiano: siamo entusiasti di aver a bordo due veterani come Richard Czech ed Enrico Signoretti. È raro che leader visionari lascino gli Stati Uniti per venire a fare la differenza qui in Europa. Si tratta di una significativa dimostrazione della nostra visione riguardo alla direzione che prenderà il cloud storage e della soluzione che stiamo proponendo sul mercato. Il numero di clienti e partner che stanno salendo a bordo ogni giorno lo conferma”, conclude Cillario.

CYBER, MAGAZZINI VERTICALI A CHILOMETRO ZERO

L’ottimizzazione degli spazi del magazzino, con sfruttamento dell’altezza e verticalizzazione degli stock secondo il principio “goods-to-man” è uno dei principali vantaggi che i magazzini verticali dell’azienda ferrarese Cyber garantiscono: “Ne derivano un’indubbia ergonomia lavorativa e la garanzia di una totale sicurezza per gli operatori, in quanto sono i materiali che vanno all’operatore e non l’operatore che deve impiegare tempo, spostarsi, salire in quota e sprecare energia per reperirli”, sottolinea il fondatore e CEO Gabriele Rimondi. Attiva dal 1982, Cyber ha raggiunto e superato l’importante traguardo dei 40 anni di attività posizionandosi come una realtà consolidata del territorio ferrarese apprezzata anche sul piano internazionale. Nata come società di ingegnerizzazione di prodotto nel campo della intralogistica e dei servizi per l’organizzazione delle documentazioni e delle informazioni, fin dalla sua fondazione ha perseguito l’obiettivo di studiare specifiche soluzioni che consentissero ai clienti di risparmiare spazio e velocizzare i tempi di ricerca dei prodotti immagazzinati o dei documenti archiviati, ma anche di elaborare efficaci piani di archiviazione e lavorazione. Come spiega Rimondi, infatti, “una gestione logica e organica dell’intero

magazzino o archivio garantisce un netto miglioramento della produttività giornaliera”. Nel corso degli anni l’azienda ha sviluppato la propria attività nello studio di soluzioni intralogistiche integrate producendo direttamente tutti i sistemi tecnologici necessari e oggi è un punto di riferimento nel settoregrazie ai propri magazzini verticali automatici.

Tutti i magazzini verticali progettati e prodotti da Cyber rispettano i requisiti del Bonus Industria 4.0, consentendo così ai clientidi ottenere un’importante agevolazione. Tra questi, Booster, magazzino verticale a vassoi con traslatore interno; Imag, magazzino verticale a piani rotanti ad alta portata; Klima, magazzino verticale a piani rotanti/traslati a temperatura controllata. “Elettronica, meccatronica, automotive, case farmaceutiche, manifattura tessile, abbigliamento e calzature, produttori di pelletteria, borse, scarpe, distributori e-commerce, laboratori, aziende vinicole sono solo alcuni dei settori in cui Cyber

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Alessandro Cillario, co-CEO e co-founder di Cubbit Gabriele Rimondi, fondatore e CEO di Cyber

EMILIANA

SERBATOI, IL TRAGUARDO DEI QUARANT’ANNI È UN PUNTO

DI PARTENZA

Saper anticipare le esigenze dei mercati, garantire un’eccellenza produttiva e assicurare una risposta concreta a tutte le necessità dei clienti. È soprattutto la combinazione di questi fattori, una vera e propria sfida da affrontare quotidianamente, che ha caratterizzato fino a oggi l’attività di Emiliana Serbatoi, che quest’anno festeggia l’importante traguardo dei 40 anni di storia.

L’azienda di Campogalliano, in provincia di Modena, fondata il 17 giugno 1983 da Gian Lauro e Giancarlo Morselli, è diventata, nel tempo, una realtà di spicco a livello internazionale nel settore della produzione di serbatoi e sistemi di stoccaggio, trasporto e distribuzione del carburante, oltre che per i sistemi di controllo e di gestione dei rifornimenti. Lo scorso giugno l’importante ricorrenza è stata celebrata con una serie di iniziative che ha coinvolto i principali partner dell’impresa ed è culminata con un evento di gala a cui hanno partecipato 350 ospiti provenienti dall’Italia e da tutto il mondo.

“Dal 1983 a oggi è stato un percorso lungo ed emozionante, un viaggio che non sarebbe stato possibile se non avessimo lavorato sempre con passione e impegno, perseguendo la ricerca della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità. Oggi Emiliana Serbatoi, partita da un capannone nella periferia di Modena, abita tutti i continenti: grazie ai nostri commerciali e ai nostri tecnici che viaggiano ogni giorno e all’azione dei nostri dealer, presidiamo l’Italia e decine di Paesi all’estero. E puntiamo ad affrontare sempre nuovi mercati. Ecco perché questo compleanno non costituisce un traguardo, ma semplicemente un punto di partenza verso nuovi orizzonti e rinnovate sfide”, dichiara il CEO Gian Lauro Morselli.

L’evento celebrativo del quarantennale si è svolto nella suggestiva Villa La Personala, a Mirandola di Modena, dove gli ospiti hanno potuto vivere un’esperienza magica assistendo a giochi d’acqua, evoluzioni artistiche e interpretazioni musicali fino all’immancabile epilogo, nella notte, sulla pista da ballo. Madrina della serata è stata la conduttrice televisiva Juliana Moreira, che ha guidato l’appuntamento con simpatia, mentre il presidente della Regione Emilia-Romagna

Stefano Bonaccini ha inviato un video-messaggio di saluto, proiettato sul maxi schermo.

Gli onori di casa sono stati fatti dal CEO Morselli che, presentando sul palco la monografia realizzata per raccontare attraverso le immagini più significative i quarant’anni di attività di Emiliana Serbatoi, ha ricordato il percorso dell’azienda, dagli esordi poco più che artigianali fino ai vari step rappresentati dalla realizzazione di serbatoi, fissi e trasportabili, in acciaio e in materiale plastico, per lo stoccaggio e l’erogazione dei carburanti costruiti nel rispetto delle norme ministeriali, arrivando poi al lancio di sistemi tecnologici per il monitoraggio digitale e in tempo reale dei rifornimenti.

Tra i passaggi principali della storia aziendale anche l’insediamento nel 2001 nello stabilimento di Campogalliano e il raddoppio degli spazi nel 2017; l’acquisizione di una business unit per la lavorazione dei prodotti a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, nel 2013; la partecipazione a fiere in tutti i continenti sin da metà degli anni Ottanta; l’attenzione all’impatto ambientale con l’adozione di materiali e processi sempre più “green”; la vicinanza alle istituzioni sanitarie nel periodo del Covid; gli investimenti sul welfare aziendale. Oggi l’impresa conta oltre un centinaio di dipendenti e ha raggiunto quote di fatturato che sfiorano i 38 milioni di euro, con una suddivisione del volume d’affari equamente spartita tra Italia ed estero. “Abbiamo sempre cercato di cogliere prima degli altri i segnali dei mercati per farci trovare pronti, con soluzioni che rispondessero ai nuovi standard nazionali e internazionali. Cultura del lavoro, rete di vendita, avanguardia tecnologica e assistenza tecnica puntuale animano la nostra attività quotidiana”, ha evidenziato il CEO durante i festeggiamenti.

La serata si è chiusa con il tradizionale taglio della torta: in questo frangente la proprietà è stata raggiunta sul palco dallo staff aziendale per un brindisi comune “a certificare il fatto che siamo davvero una grande famiglia. Questo è uno dei principali elementi di forza di Emiliana Serbatoi”, ha concluso Morselli.

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ha messo a frutto la propria competenza, sempre versatile per soddisfare le esigenze manifestate e per suggerire le soluzioni più idonee”, evidenzia ancora il CEO dell’azienda ferrarese.

Integrati con opportuno software di gestione sempre sviluppato internamente, i magazzini verticali Cyber permettono tra l’altro un monitoraggio costante di tutte le attività di magazzino, grazie alla possibilità di tracciare carichi/prelievi e consultare inventario e giacenze in tempo reale.

“Forte del successo delle proprie installazioni presso importanti strutture industriali in Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia, ora Cyber intende presentarsi e mettersi a disposizione delle proprie consociate emiliano-romagnole come partner specialista in soluzioni di magazzinaggio verticale su misura e a chilometro zero, garantendo un servizio post-vendita veloce, efficace, in prossimità”, conclude Gabriele Rimondi.

DUCATI, IL PRIMO SEMESTRE 2023 È DA RECORD

I migliori dati vendita di sempre per il primo semestre dell’anno. A registrarli è Ducati, che dopo un primo trimestre positivo ha chiuso anche i primi sei mesi del 2023 con dati di consegna in aumento. La Casa motociclistica di Borgo Panigale, a Bologna, ha consegnato la cifra record di 34.976 moto nel corso del semestre, registrando così una crescita del 5% rispetto allo stesso periodo del 2022.

“Questo primo semestre è stato il migliore di sempre per Ducati in termini di consegne. Abbiamo raggiunto il record di 34.976 moto consegnate, dimostrando che i nostri appassionati clienti continuano ad apprezzare la nostra gamma di prodotti, ora più ampia che mai. Le difficoltà di approvvigionamento dello scorso anno sono ormai superate, ma la competizione globale sul mercato è più intensa in questo periodo post pandemia, anche per la maggiore disponibilità dei prodotti. Il nostro impegno per consolidare la soddisfazione dei nostri Ducatisti è più forte che mai e la loro con-

tinua fiducia dà a tutte le persone di Borgo Panigale una motivazione in più”, commenta Francesco Milicia, VP global sales and after sales Ducati.

Alla fine del secondo trimestre del 2023, l’Italia rimane al primo posto tra i mercati Ducati con 6.639 moto consegnate e una crescita del 10% rispetto allo scorso anno.

Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato più importante per l’azienda con 4.505 moto, che corrispondono a una crescita dell’11% rispetto al 2022. La Germania è in terza posizione, con una crescita del 13% e 4.217 moto consegnate.

La moto più apprezzata della sempre più ampia gamma Ducati è la Multistrada V4 in tutte le sue versioni, con 6.382 unità consegnate in tutto il mondo tra gennaio e giugno 2023. La naked sportiva per eccellenza di Ducati, il Monster, è invece in seconda posizione con 4.299 moto consegnate nel mondo, mentre al terzo posto c’è la famiglia Scrambler Ducati 800 con 3.581 moto.

E, come evidenziano dall’azienda, i numeri da record sono per la Casa di Borgo Panigale lo stimolo per guardare avanti e mirare a traguardi sempre nuovi: per il 2024 Ducati ha già presentato cinque nuove colorazioni per le moto in gamma. Gli appassionati possono scegliere la loro SuperSport 950 S nella livrea Stripe Livery che alterna i colori bianco, grigio e rosso, accentuando l’eleganza sportiva della moto. Il Monster è ora ancora più raffinato e contemporaneo grazie alla nuova livrea Iceberg White, mentre l’Hypermotard 950 RVE si aggiorna con la nuova veste Graffiti Livery Evo ispirata alla street art che rende ancora più moderna la

fun bike per eccellenza di Ducati. L’audacia incontra le performance sulla Panigale V2 con la nuova livrea Black on Black Livery, mentre il piacere di vivere l’emozione del viaggio ogni giorno trova una nuova attitudine sportiva sulla Multistrada V2 S con la colorazione Thrilling Black & Street Grey.

A SOLIERA NUOVO IMPIANTO DI POST-CURING PER IL GRUPPO DUNA

Giugno 2023 ha segnato un nuovo traguardo lungo il percorso dell’innovazione continua dei processi e prodotti aziendali del Gruppo DUNA-Corradini, specialista nel settore della chimica fine a partire dal 1957, anno di costituzione della società Gustavo Corradini. Da sempre vocato a ricerca scientifica e investimenti tecnologici, il Gruppo DUNA ha infatti realizzato l’inaugurazione di un nuovo impianto di post-curing per la linea BLACK CORINTHO®, le tavole PUR alta densità (800 e 1100 kg/m3) per tooling e master-modeling ad elevata temperatura.

Grazie all’installazione di una nuova autoclave di ultima generazione presso l’headquarter di Soliera, in provincia di Modena, il Gruppo mira a ottimizzare ciclo produttivo e performance tecnica della sua novità PUR. “Obiettivo di questo ennesimo intervento è la fornitura di un prodotto dalla perfetta stabilità fisico-chimica, che si somma a prestazioni tecniche già d’eccellenza, e la semplificazione delle attività di lavorazio-

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La Panigale V2 con la nuova livrea Black on Black Livery. A destra, Francesco Milicia, VP global sales and after sales Ducati

ne per il cliente finale”, spiega Marta Brozzi, presidente & CEO del Gruppo DUNA.

“L’inaugurazione del nuovo impianto di post-curing dimostra la costante attenzione DUNA verso le esigenze tecniche e produttive del cliente finale, nonché la volontà di agevolarne le attività di lavorazione attraverso la fornitura di un prodotto di facile lavorabilità e ridotto impatto ambientale”. Materiale innovativo e altamente prestazionale per il tooling e la realizzazione di stampi da laminazione diretta e master-model nei settori automotive, aerospaziale, difesa e nelle progettazioni di precisione, BLACK CORINTHO® si caratterizza per resistenza alle elevate temperature (+205°C), ridotti valori di conduttività termica, grande lavorabilità e, grazie all’ultima innovazione tecnologica, massima stabilità fisico-chimica, risultando un perfetto sostituto di alluminio e altri materiali da laminazione tradizionali. Per completare la gamma di tavole da tooling in poliuretano alta densità (800 e 1.100 kg/m3) e supportare il cliente nella fase di loro lavorazione e finitura, DUNA ha inoltre sviluppato due linee di adesivi e sigillanti epossidici, DUNAPOX AD e DUNAPOX Black Sea, perfettamente compatibili con le tavole BLACK CORINTHO® e resistenti alle medesime temperature di esercizio.

“Oltre a massimizzare la performance tecnica di prodotto, la nuova autoclave contribuisce anche a ridurre l’impatto ambientale dell’intero ciclo produttivo, assicurando un rilevante risparmio energetico rispetto a strumentazioni meno efficienti, tuttora largamente impiegate in altre realtà produttive”, prosegue la Direzione del Gruppo

DUNA. Un investimento vocato dunque non soltanto all’eccellenza tecnica, ma anche in linea con il più ampio progetto “SFRIDO ZERO”, l’insieme di iniziative e azioni con cui DUNA dal 2015 persegue la progressiva riduzione dell’impronta ambientale dei propri processi aziendali.

“Orientamento ai processi cliente e produzione sostenibile rappresentano due delle sfide più importanti del fare impresa oggi. Da sempre in DUNA ci impegniamo per mettere la nostra competenza tecnica e tensione innovativa al servizio dei nostri partners, sviluppando soluzioni d’eccellenza, dalla massima efficienza, facilità di implementazione e dal ridotto impatto ambientale”, spiega Guido Campolongo, Chief Technology Officer del Gruppo DUNA. “Il nuovo impianto di post-curing per la linea BLACK CORINTHO® rappresenta l’ennesimo sforzo DUNA per il miglioramento continuo dei prodotti e processi aziendali, con l’obiettivo di rispondere in maniera ancora più mirata alle esigenze di lavorazione del cliente finale e trasformare la gamma nel nuovo benchmark di riferimento per tooling, master modeling e progettazioni di precisione”.

ECM E KTC, AL VIA LA PARTNERSHIP CON L’ENTE DI TESTING SUD-COREANO

È stata formalizzata lo scorso 4 settembre la partnership tra Ente Certificazione Macchine, da quasi 30 anni partner d’impresa nelle attività di certificazione, testing, ispezione e formazione, e KTC - Korea Testing Certification institute, ente di testing e certificazione istituzionale di riferimento della Corea del Sud.

La firma del protocollo di intesa che ha dato il via alla nuova collaborazione è avvenuta in occasione di una visita alla sede ECM da parte di una delegazione guidata

da Sung-il Ahn, ex viceministro del Commercio internazionale e degli affari legali presso il Ministero del Commercio, dell’industria e dell’energia in Corea e attuale presidente di KTC.

L’azienda di Castello di Serravalle, in provincia di Bologna, che offre alle imprese italiane e internazionali un ampio portfolio di servizi in materia di certificazione e testing, è da lungo tempo presente nell’area dell’Est-Pacifico attraverso le ormai consolidate partnership commerciali con ECM Shangai e ECM Korea e con questa operazione mira ad ampliare ulteriormente il proprio core business.

Come spiegano dalla società, infatti, attraverso questa collaborazione i produttori di

tutto il mondo potranno beneficiare dei servizi di due partner autorevoli per immettere i propri prodotti sul mercato europeo e sud-coreano: i produttori che effettueranno l’attività di testing con KTC potranno intraprendere con ECM il percorso di certificazione per immettere i propri prodotti sul mercato europeo; viceversa, i test condotti da ECM verranno riconosciuti ai fini delle domande di certificazione con KTC per la marcatura KC.

“Siamo onorati che un’organizzazione così autorevole abbia scelto di collaborare con la nostra realtà. Questa partnership ci consentirà di consolidare il nostro prestigio al livello internazionale e ampliare i nostri servizi di certificazione in qualità di Organismo Notificato europeo n.1282 per i dispositivi medici e altre direttive di prodotto”, evidenzia con orgoglio l’amministratore unico di Ente Certificazione Macchine, Luca Bedonni.

In occasione dell’evento, Ente Certificazione Macchine ha accolto presso la propria

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sede di Valsamoggia in provincia di Bologna, numerose personalità istituzionali internazionali e del territorio, nonché rappresentanti del mondo delle imprese e del mondo accademico. Dopo la presentazione del progetto a cura del presidente di KTC e del presidente di ECM, il sindaco del Comune di Valsamoggia Daniele Ruscigno ha dato il benvenuto istituzionale ai partecipanti. Il console generale di Corea Kang Hyung Shik ha aperto la sessione di approfondimento sulle relazioni che intercorrono tra Italia e Corea del Sud. Per un punto di vista più tecnico, sono intervenuti Adriano Gilli, responsabile del Settore Attrattività e Internazionalizzazione della Regione Emilia-Romagna, e Morena Fiorentini, responsabile dell’Area Internazionalizzazione di Confindustria Emilia, illustrando alcuni dati sul coinvolgimento delle aziende del territorio verso il mercato coreano. A conclusione della seduta, il professore Antonio Fiori dell’Università di Bologna, presidente di Asia Institute, ha presentato una prospettiva accademica sul contesto diplomatico in cui si sviluppano le relazioni commerciali tra Italia e Corea. Alla cerimonia hanno inoltre partecipato Federica Govoni, assessora del Comune di Valsamoggia; Fabio Dardi, presidente del Consiglio di Municipio di Castello di Serravalle e Kim Kihyeon, console di Corea.

IL 2023 DI ELOGIC, CRESCITA COSTANTE E IMPORTANTI RICONOSCIMENTI

Due ambiti riconoscimenti e un fatturato 2018-2022 in crescita del 15% anno su anno. Sono solo alcuni dei numeri che caratterizzano eLogic, azienda bolognese parte del Gruppo Maggioli specializzata in consulenza e soluzioni digitali, che da tempo - e sempre più - si afferma come partner strategico per le aziende e le pmi che desiderano sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla trasformazione digitale.

E proprio nell’ambito legato ai servizi di comunicazione digitale la digital agency ha

confermato il periodo positivo, ottenendo diversi premi e riconoscimenti nel solo arco del 2023. Nello specifico, l’azienda ha conquistato l’“Excellence Key Award 2023”, uno dei più noti premi italiani dedicati alla comunicazione digitale, assegnato ad aziende del settore caratterizzate nell’ultimo triennio da trend di crescita significativi, e ha ottenuto due menzioni speciali nell’ambito del “Premio Mediastars 2023”, un riconoscimento dedicato ai player del settore della comunicazione pubblicitaria. Uno dei motivi per cui l’impresa bolognese sta ottenendo risultati così soddisfacenti risiede nella propria ecletticità. “eLogic vanta infatti una doppia anima: da un lato offre servizi di consulenza e supporto nella comunicazione digitale e nell’ottimizzazione dei processi interni, dall’altro fornisce soluzioni tecnologiche innovative per soddisfare le esigenze di digitalizzazione delle imprese, in particolare nell’ambito dei servizi cloud”, spiegano dall’azienda bolognese.

Grazie a un’esperienza ventennale e a un approccio fortemente orientato al cliente, eLogic ha conquistato la fiducia di numerose aziende di medie dimensioni e multinazionali che cercano un partner affidabile per guidarle nella loro evoluzione digitale. Oggi la digital agency impiega una quarantina di persone, con un fatturato 2022 di circa 4 milioni di euro, in crescita del 20% rispetto al 2021. La qualità del lavoro svolto dall’azienda bolognese è confermata anche dalle certificazioni ISO 9001 e ISO 27001 ottenute, che testimoniano il suo impegno nell’ottimizzazione dei processi e nella sicurezza informatica, sempre più rilevante in un’era di costante evoluzione digitale. Tra i clienti di eLogic figurano importan-

ti realtà come il Gruppo Villa Maria, il Gruppo Agribologna, Michelin Italiana, Euromaster, Arcaplanet, Gruppo SACMI e iGuzzini, con le quali l’azienda ha collaborato per attività digitali e gestione della comunicazione online. eLogic ha inoltre stretto partnership con imprese come YEXT, specializzata nella visibilità e nella gestione della presenza online di punti vendita, e Progress, punto di riferimento nel campo delle piattaforme di digital experience e marketing automation, per offrire soluzioni ancora più avanzate e potenziare l’offerta nel settore enterprise.

Con una vasta gamma di servizi offerti, che includono la progettazione di strategie di digitalizzazione aziendale, il supporto nella comunicazione e nel marketing digitale (web, social, advertising, ecc.), la realizzazione di soluzioni per la gestione dei processi aziendali e la fornitura di servizi cloud per l’erogazione di piattaforme con supporto e presidio diretto ai clienti, eLogic mantiene una visione costantemente orientata al futuro e l’impegno verso l’innovazione tecnologica.

“I nostri prossimi obiettivi sono rafforzare il team e intensificare l’integrazione con il Gruppo Maggioli e le sue consociate, al fine di ampliare la gamma di soluzioni offerte e mantenere l’alto standard di qualità che da sempre contraddistingue la nostra azienda e la sua costante crescita”, dichiara il CEO Mirko Sancassani.

LA FONDAZIONE FRIGNANO È REALTÀ GRAZIE A 130 IMPRENDITORI

I locali delle ex Scuderie Ducali di Pavullo, in provincia di Modena, che saranno anche la sede dell’associazione grazie al proprietario Giancarlo Lizzeri, hanno fatto da cornice il 14 giugno scorso alla nascita ufficiale della Fondazione del Frignano. Un’idea partita da lontano, nel 2017 quando prese corpo da undici aziende “The First Group”, tutte realtà del territorio: VIS Hydraulics, Mecof, Rioli, Badiali Cisterne, Rovinalti, Mangimi Mesini, Fundo, Campagnola, Auto Dalmazzini, Brusiani Costruzioni, e Vetemontana. L’obiettivo era di formare

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un gruppo di aziende che potessero raccogliere fondi privati tra le stesse per finanziare opere di utilità sociale.

Il seme piantato allora è germogliato oggi nella Fondazione del Frignano, un ente locale costituito per migliorare il benessere di un territorio. Nel frattempo il gruppo è aumentato, ora sono 130 i soci e l’assemblea di giugno ha nominato, in accordo con l’Unione dei Comuni, i cinque membri del Consiglio di Amministrazione: Adamo Venturelli (presidente), Giancarlo Lizzeri, Giampaolo Giovanelli (ex direttore generale dell’Unione e del Comune di Pavullo), Mara Bernardini e Alessandro Rovinalti, mentre revisore dei conti è Giovanni Carlini.

Le Fondazioni di Comunità sono enti che nascono e si sviluppano su iniziativa di soggetti istituzionali, economici e del Terzo Settore del territorio di riferimento al fine di migliorare il benessere e la qualità della vita del territorio attraverso l’implementazione della cultura e della pratica della condivisione e del dono.

Oltre ai soci, erano presenti all’assemblea sindaci o assessori di tutti i comuni del Frignano, Maria Palma Costi, vicepresidente della Provincia, Matteo Tiezzi di Fondazione di Modena, Giacomo Villano di Confindustria Emilia, Roberto Gianaroli di Aero Club Pavullo, e il parroco di Pavullo don Roberto Montecchi. Collegato via streaming anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che ha plaudito al progetto andato in por-

to: “La vostra è la terza fondazione di comunità in regione e l’unica su suolo montano. Come Regione siamo disponibili ad incontrarvi ogni volta che ne avrete bisogno: il vostro lavoro contribuirà a rendere più vivace ed attrattiva la montagna, attraverso progetti che vanno a migliorare la qualità di vita delle persone”. La fondazione non ha scopi di lucro, ma come ente potrà agevolare le idee e il lavoro dei cittadini. “Sentivamo la necessità di contare di più e quindi di trasformare quello che era un gruppo su whatsapp in un ente giuridico”, spiegano dalla fondazione. “Dall’incontro e confronto con Fondazione di Modena, fondazione Cariplo di Milano, e numerosi consulenti, nel 2022 lo studio ha portato alla stesura dello Statuto di quella che oggi è la Fondazione del Frignano, dove si illustrano scopo, territorio d’intervento e governance. Gli obiettivi per quest’anno sono sempre stati chiari: costituire la Fondazione, allargare la cerchia degli imprenditori anche agli altri Comuni del Frignano, iniziare la progettazione per i prossimi anni”.

Tra le altre cose, con questa fondazione, sarà possibile effettuare donazioni di qualsiasi somma, destinare il 5x1000 o anche lasciti in eredità. In più sarà possibile intercettare fondi regionali, da altre fondazioni e, soprattut-

to, dall’Europa, Pnrr compreso. Obiettivo comune è moltiplicare lo sforzo economico (oltre un milione di euro in quattro anni) per progetti su tutto il territorio del Frignano: “L’unico territorio montano in Regione che in questi anni segna un incremento del numero di abitanti”, ha rivendicato il presidente Adamo Venturelli.

GRUPPO FABBRI E BIZERBA, SOLUZIONI CONGIUNTE PER IL CONFEZIONAMENTO

Fornire una soluzione completa per i processi di pesatura, prezzatura, confezionamento ed etichettatura. È l’obiettivo della collaborazione strategica tra Gruppo Fabbri Vignola, rinomata specialista internazionale di sistemi automatici per il confezionamento degli alimenti, e Bizerba, produttore di rilievo mondiale di soluzioni di pesatura per il settore industriale e della vendita al dettaglio, annunciata dalle due realtà lo scorso luglio.

La firma dell’accordo, avvenuta presso la sede di Bizerba, in Germania, nel corso di un incontro tra gli amministratori delegati delle due società, Stefano Pellegatta e Andreas W. Kraut, porta a un nuovo livello la ormai pluriennale collaborazione esistente tra le due aziende, che insieme stanno sviluppando soluzioni innovative per il settore alimentare e creando un valore aggiunto per i retailer di tutto il mondo.

Nello specifico, come spiegano da Gruppo Fabbri Vignola e Bizerba, l’operazione porterà allo sviluppo di una nuova gamma di macchine per l’imballaggio combinate e integrate, che saranno offerte in combi-

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L’Executive Board di Bizerba incontra l’amministratore delegato di Gruppo Fabbri, Stefano Pellegatta, il secondo da sinistra, a Balingen, in Germania, per la firma del contratto

Raccontiamo storie che vale la pena vedere.

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Con competenza e passione.

EUROLAM, IL GRANDE SALTO DELL’AZIENDA DI SERRAMAZZONI CHE COMPIE 25 ANNI

Un fatturato in continua crescita, soprattutto negli ultimi anni, grazie a una lungimirante strategia orientata al settore dell’energia rinnovabile, in particolare al fotovoltaico, che ha portato in parallelo un notevole sviluppo tecnologico e organizzativo.

Quest’anno Eurolam ha potuto festeggiare il traguardo dei 25 anni di attività con la soddisfazione di aver raggiunto anche importanti risultati in termini di fatturato e di aumento del volume dell’attività.

Fondata nel 1998 a Serramazzoni, sull’appennino modenese, come azienda artigianale di carpenteria, oggi è tra le realtà più interessanti nel panorama delle piccole-medie industrie del territorio. La passione e l’impegno nella ricerca di nuove soluzioni tecnologiche da parte dell’amministratore unico

Alessandro Cioni hanno condotto Eurolam verso il miglioramento degli standard qualitativi della produzione e, di conseguenza, alla crescita costante dei risultati.

L’azienda si è sempre distinta per la capacità di innovare e utilizzare attrezzature all’avanguardia, anche nei primi tempi della sua storia quando si dedicava alla lavorazione della lamiera, occupandosi di carpenteria leggera e medio pesante di precisione. Negli anni Eurolam ha ampliato il proprio core business includendo la costruzione di arredamenti metallici contenitivi per apparecchiature elettriche e per i più svariati settori, l’installazione e la manutenzione e impianti elettrici in genere, fino ad approdare al settore del fotovoltaico.

“Eurolam ha raggiunto oggi un’elevata competenza nella progettazione e realizzazione di cabine di trasformazione in configurazione skid/shelter per gli impianti fotovoltaici. Oltre alla progettazione, che si adatta alle specifiche esigenze del cliente,

nazione con materiali d’imballaggio di alta qualità, oltre a un servizio completo di assistenza tecnica e ricambi, tutto attraverso un unico fornitore. L’unione delle competenze delle due realtà renderà infatti possibile la creazione di soluzioni all’avanguardia per il settore del food retail: per citarne alcune, le confezioni stretch ibride basate sull’utilizzo di film monomateriale riciclabili, tutti prodotti dall’azienda con sede a Vignola, in provincia di Modena, rendono il packaging più sostenibile, mentre Bizerba completa la macchina di confezionamento basata sulla tecnologia di avvolgimento con film esten-

siamo in grado di seguire il processo di installazione sul posto e la messa in servizio, fornendo un servizio completo chiavi in mano. Al nostro interno abbiamo tutte le competenze e i profili professionali necessari a rispondere ad ogni esigenza, dalla progettazione fino all’assistenza post-vendita”, spiega Cioni.

Il 2023 è, dunque, un anno molto significativo che conferma il trend di crescita grazie all’ingresso di nuovi progetti su scala sempre più ampia, in Italia e all’estero. “Siamo molto soddisfatti dei risultati, quest’anno abbiamo in essere oltre venti commesse per impianti dislocati in Italia, Europa e Sud America. Spiccano per particolare rilevanza la commessa per Enel Green Power Italia di Piani della Marina, in provincia di Viterbo, in fase di completamento, attualmente il più ampio impianto fotovoltaico italiano, e l’impianto Don Humberto di Enel Chile, di prossima realizzazione nel paese sudamericano”, prosegue l’amministratore unico di Eurolam.

L’azienda dispone di due sedi, entrambe nel comune di Serramazzoni in via Marconi, una dedicata alla lavorazione delle lamiere e l’altra all’assemblaggio. “Abbiamo fatto la scelta di rimanere nello stabilimento storico, ora in fase di ristrutturazione e ampliamento, dove abbiamo collocato gli uffici di progettazione e amministrazione che richiedono spazi maggiori e più funzionali per far fronte alle nuove necessità. Questo significa che investiamo nel nostro lavoro con grande determinazione e fiducia, forti dei risultati raggiunti e con la spinta ad alzare sempre più l’asticella verso altri ambiziosi traguardi futuri”, conclude Alessandro Cioni.

sibile con soluzioni combinate per la pesatura, la prezzatura e l’etichettatura.

“In Bizerba abbiamo trovato un partner d’eccezione che si adatta perfettamente alla nostra realtà e che vanta già una forte presenza nel mondo del retail. Dopo vari colloqui e un ottimo scambio iniziale, possiamo ora passare alla parte operativa per fornire presto ai rivenditori di tutto il mondo un reale valore aggiunto attraverso le nostre soluzioni congiunte”, commenta il CEO di Gruppo Fabbri Vignola, Stefano Pellegatta.

Anche Andreas W. Kraut, CEO e azio-

nista di Bizerba, sottolinea l’importanza della collaborazione: “Bizerba mira a rendere i processi nel retail più intelligenti ed efficienti. Grazie alla collaborazione con Gruppo Fabbri Vignola, marchio di prima classe e riconosciuto in tutto il mondo, stiamo compiendo un altro grande passo in questa direzione: riduciamo al minimo lo sforzo richiesto per la manutenzione dei dati da parte dei rivenditori e consentiamo una perfetta integrazione dei sistemi di vendita al dettaglio e delle soluzioni di imballaggio”.

Le prime soluzioni congiunte saranno di-

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Alessandro Cioni, amministratore unico di Eurolam, riceve la targa celebrativa da Giacomo Villano, direttore delle relazioni, sviluppo territorio e organizzazione di Confindustria Emilia

FARE IMPRESA IN DOZZA, UN VOLUME PER RACCONTARE IL VALORE DELL’IMPRESA SOCIALE

“La fabbrica in carcere e il lavoro all’esterno: uno studio di caso su Fare Impresa in Dozza”. Questo il titolo del volume scritto da Valerio Pascali e Alvise Sbraccia per proporre un’analisi dell’esperienza FID, l’impresa sociale specializzata in metalmeccanica che sorge proprio all’interno della Casa Circondariale di Bologna, presentato lo scorso 23 giugno negli spazi del MAST Auditorium. Presenti all’evento, oltre ai soci di Fare Impresa in Dozza Isabella Seragnoli di GD, Maurizio Marchesini di Marchesini Group e Alberto Vacchi di Ima, anche Andrea Moschetti di Faac - che dal 2019 sostiene il progetto - gli autori della ricerca, i formatori di Fondazione Aldini Valeriani, i tutor e il personale delle aziende che hanno accolto gli ex lavoratori FID. Numerose le autorità: il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, il sindaco di Bologna Matteo Lepore, l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Colla, il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Gloria Manzelli, la direttrice del carcere Dozza Rosa Alba Casella e svariati rappresentati di istituzioni politiche e giudiziarie nazionali e locali. Tra i relatori intervenuti anche Flavia Filippi, giornalista e fondatrice di Seconda Chance, e il governatore Stefano Bonaccini tramite videomessaggio, mentre a moderare è stata la giornalista Antonella Cortese, caporedattrice di Liberi Dentro-Eduradio & TV. L’appuntamento è stato dedicato a Flavia Franzoni Prodi, già consigliere di amministrazione FID e “punto di riferimento costante della nostra impresa sociale”, ha ricordato Maurizio Marchesini. “La sua partecipazione ha sempre rappresentato il momento in cui, passando dalla progettualità all’operatività, si valutavano risvolti concreti delle iniziative che ci apprestavamo ad avviare”. La forte connessione tra lavoro, recidiva e sicurezza è stata al centro dell’intervento del sottosegretario Ostellari: “Il lavoro è lo strumento che meglio di tutti riesce a dare la seconda chance. Stiamo parlando di dati: il 98% delle persone che aderiscono a un percorso trattamentale attraverso il lavoro, quando esce dal carcere, esce anche dal circuito criminale. Così raggiungiamo tre obiettivi: il primo è quello di seguire i principi della nostra Costituzione offrendo a un condannato la possibilità di scegliere una via più sana; il secondo è a vantaggio del carcere, dove la via trattamentale migliora le condizioni di permanenza; il terzo è il futuro della

nostra comunità, se è vero che il 98% delle persone che escono sono migliori”.

Il provveditore Gloria Manzelli ha invece lanciato un appello agli imprenditori a visitare le carceri e offrire un lavoro alle persone in stato di detenzione e affrontato il tema dello spazio negli istituti di pena, mentre gli autori hanno spiegato che la ricerca pubblicata nel volume “mette a confronto gli sguardi degli attori sociali coinvolti nel progetto FID, con riferimento alle fasi di cui esso si compone: dalle procedure di selezione a quelle formative, dalla pratica lavorativa alla transizione verso l’esterno. Lo studio ha evidenziato che FID si propone come modello di inclusione socio-lavorativa funzionale e solido, con prospettive senz’altro migliorabili di integrazione con la rete di servizi di supporto coinvolti nelle delicate fasi del re-entry. In chiave valutativa, i nodi fondamentali appaiono quelli della riproducibilità del modello su base locale, eventualmente da intendersi per i suoi margini di estensione, e della replicabilità in altri contesti”.

A esprimere soddisfazione per un progetto di alto valore sociale tramite un videomessaggio è stato il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Ci impegneremo per strutturare ancora meglio il contributo dell’Emilia-Romagna nel supportare e sostenere coloro che lavorano nel campo del reinserimento dei detenuti”. Lo stesso messaggio è stato trasferito al vasto pubblico dall’assessore Vincenzo Colla, che ha tratteggiato la genesi del progetto FID sin dalle sue prime mosse nel 2012 e sottolineato l’importanza dell’inclusione sociale quale strumento di una convivenza più sicura e più giusta. I saluti conclusivi sono stati affidati al presidente di FID Maurizio Marchesini, che ha delineato i progetti per il futuro dell’impresa in carcere: “Ora ci occuperemo di sciogliere i ‘nodi’ della seconda chance, moltiplicheremo le occasioni di collocamento, solleciteremo gli amministratori affinché intervengano sul tema abitazione e sulla rete dei servizi, aumenteremo le occasioni di contatto con il mondo associativo per favorire relazioni positive, promuoveremo percorsi di sostegno e orientamento per bilanciare il comprensibile disorientamento di fronte alla riconquistata autonomia materiale, sociale e relazionale degli ex detenuti e ci adopereremo perché la società civile possa superare le barriere pregiudiziali che rinforzano il diffuso immaginario del carcere come luogo di esclusione e mera afflizione”.

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Maurizio Marchesini, presidente di Marchesini Group, Matteo Lepore, sindaco di Bologna, e Andrea Ostellari, sottosegretario alla giustizia

sponibili in Paesi selezionati nell’autunno del 2023, mentre il lancio ufficiale sul mercato italiano ed europeo è in programma durante la fiera Cibus Tec, a Parma a fine ottobre 2023.

GRUPPO HERA ACCELERA SULLE RINNOVABILI IN PARTNERSHIP CON F.LLI FRANCHINI

Sempre più transizione energetica per Gruppo Hera. A soli due mesi dalla nascita di Horowatt - la NewCo tra il Gruppo Hera e Orogel per la realizzazione entro il 2024 di un impianto agrivoltaico innovativo e sostenibile nello stabilimento cesenate della cooperativa agricola - avanza spedito il programma per lo sviluppo di soluzioni integrate all’avanguardia nell’ambito delle energie pulite. Oltre all’acquisizione della Tiepolo Srl per costruire un parco solare fotovoltaico a Bondeno (Fe), la multiutility bolognese, attraverso la controllata Hera Comm, ha infatti concluso lo scorso giugno l’acquisizione del 60% di F.lli Franchini, storica azienda riminese con una consolidata esperienza nel mondo della progettazione, installazione e manutenzione di tutti i tipi di impianti tecnologici per aziende, pubblica amministrazione e strutture ricettive, e da 17 anni attiva nel settore della produzione di fonti rinnovabili ad altissimo rendimento per clienti industriali pubblici e privati in tutta Italia. Il restante 40% dell’azienda rimane in capo alla Franchini Group, di proprietà dei fratelli Pierpaolo e Marco Franchini, che mantengono

il ruolo di amministratori delegati.

La partnership con un operatore storico, attivo sia a livello locale che nel panorama nazionale, consentirà a Gruppo Hera di acquisire nuove competenze tecniche in particolare nel mercato fotovoltaico, ampliare il proprio portafoglio di soluzioni per la clientela business e rispondere alla crescente domanda di soluzioni impiantistiche da fonti rinnovabili, rafforzando ulteriormente il proprio presidio nel mercato energy italiano.

“Con questa operazione consolidiamo la nostra capacità di supportare i clienti nel percorso verso la transizione energetica e l’elettrificazione dei consumi con strumenti per l’efficientamento energetico e l’auto produzione”, dichiara Cristian Fabbri, presidente esecutivo di Gruppo Hera. “Inoltre, in piena continuità con le operazioni già concluse in questi anni per i clienti residenziali, questa partnership ci consente di potenziare i servizi a valore aggiunto dedicati alle aziende, espandere la capacità operativa e impiantistica, con benefici concreti per tutti i nostri clienti business”.

La società F.lli Franchini, infatti, vanta oltre mezzo secolo di attività nel settore impiantistico: dal 1959 realizza impianti tecnologici e dal 2006 si è impegnata anche nel settore delle energie rinnovabili, sviluppando progetti per clienti business, in campo alberghiero, portuale, ospedaliero, industriale, retail e museale. La società è il partner di riferimento per i propri clienti del settore industriale, sia pubblico che privato, a cui è in grado di offrire soluzioni integrate in tutte le fasi necessarie all’installazione e manutenzione di impianti elettrici, meccanici, fotovoltaici di grandi dimensioni e di efficientamento energetico. Ha installato negli anni oltre 300 impianti. Questa operazione potenzia la capacità di Gruppo Hera di supportare i propri clienti nel percorso della decarbonizzazione anche attraverso l’installazione di impianti di

produzione fotovoltaica, dai tradizionali sistemi di pannelli fotovoltaici fino ai nuovi modelli di generazione distribuita di energia elettrica come le Comunità Energetiche Rinnovabili.

“Siamo molto onorati che una realtà importante come Gruppo Hera abbia scelto la nostra società per sviluppare il settore delle rinnovabili. Con questo ingresso siamo certi che riusciremo a dare un forte impulso alla nostra attività e consolidare ulteriormente il nostro posizionamento sul mercato, che ci vede già tra i più importanti operatori del settore. Un ringraziamento speciale va a tutti i nostri dipendenti e collaboratori che ci hanno permesso di raggiungere questo importante traguardo e che rappresentano la nostra forza e il nostro futuro”, commentano Pierpaolo e Marco Franchini, amministratori delegati di F.lli Franchini.

HPE GROUP, JOINT LAB DI RICERCA E SVILUPPO CON STMICROELECTRONICS

HPE Group, realtà innovativa modenese che fornisce soluzioni e prodotti ingegneristici per i settori automotive, motorsport e off-highway, e STMicroelectronics, punto di riferimento globale nel mondo dei semiconduttori con clienti in tutti i settori applicativi dell’elettronica, sono impegnate congiuntamente nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative per l’elettrificazione dei veicoli, con particolare attenzione ai sistemi per inverter di trazione. Lo scorso giugno le due società hanno annunciato il lancio di “Prometeo Joint Innovation Lab” un laboratorio congiunto di ricerca e sviluppo con sede a Modena polo globale dell’industria motoristica italiana, dove gli ingegneri delle due imprese potranno sviluppare le conoscenze più recenti a livello scientifico, ingegneristico, industriale e di mercato. Le attività del laboratorio si concentreranno in particolare sulla creazione di un proof-of-concept per sistemi destinati a propulsori elettrici avanzati di veicoli di nuova generazione. Questi sistemi co-sviluppati incorporeranno algoritmi e sistemi di controllo basati sull’intelligenza artificiale (IA) per supportare la ma-

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Da sinistra: il Presidente Esecutivo di Gruppo Hera, Cristian Fabbri, gli AD di F.lli Franchini, Pierpaolo e Marco Franchini, e l'AD di Hera Comm, Isabella Malagoli

nutenzione predittiva dei veicoli elettrici, la potenza digitale e il controllo di trazione. Un’importante area di attività prevede la ricerca e la mappatura di enormi quantità di dati sui parametri di motori elettrici avanzati e la loro elaborazione mediante algoritmi di IA.

“L’unione del know-how di STMicroelectronics e HPE nell’elettrificazione degli autoveicoli è determinante per realizzare innovazione attraverso tecnologie all’avanguardia come la prossima generazione dei nostri microcontrollori Stellar-E, studiati appositamente per l’elettrificazione dei veicoli, e le nostre soluzioni di gestione dell’energia in silicio e in carburo di silicio”, dichiara Marco Monti, presidente dell’Automotive and Discrete Product Group di STMicroelectronics.

Andrea Bozzoli, CEO di HPE Group, aggiunge: “Siamo estremamente soddisfatti della collaborazione con ST e del laboratorio congiunto che stiamo realizzando, sia per il tipo di attività che svolgeremo in questo spazio - che ha sede proprio nella nostra azienda - sia per le nuove prospettive di business che nasceranno da questa collaborazione. Insieme a ST, stiamo sperimentando un cambio di paradigma rispetto ai tradizionali modelli di collaborazione tra OEM e produttori di chip”.

ST, con oltre 50 mila dipendenti e impegnata a diventare carbon neutral entro il 2027, opera come creatore e costruttore di tecnologie a semiconduttore e governa la catena di fornitura nei semiconduttori

con siti manifatturieri allo stato dell’arte. Come produttore integrato di dispositivi lavora con più di 200mila clienti e migliaia di partner per progettare e costruire prodotti, soluzioni ed ecosistemi che rispondano alle loro sfide e opportunità, e alla necessità di supportare un mondo più sostenibile. Con oltre trecento dipendenti, un’età media di poco superiore ai trent’anni e oltre vent’anni di esperienza nei settori automotive, motorsport e off-highway, HPE Group rappresenta una realtà flessibile e dinamica in grado di assistere e supportare le aziende nello sviluppo di progetti, prodotti e soluzioni ingegneristiche innovative e a elevato contenuto tecnologico. L’azienda ha negli anni progressivamente ampliato il proprio know how attraverso l’istituzione di una nuova business unit dedicata ai temi del digitale, dell’AI e dell’elettrificazione, che si è aggiunta alle già consolidate competenze di concept e design, simulazione, prototipazione, testing e validazione, produzione, software e controlli.

GRUPPO IMA, NUOVA CRESCITA IN USA CON BDT & MSD PARTNERS

Un investimento che consentirà di accelerare la crescita di IMA come player di riferimento nell’industria globale di macchinari per il processo e il confezionamento. È stato annunciato lo scorso 31 luglio l’accordo vincolante con cui BDT & MSD Partners, banca d’affari americana che conta tra i suoi investitori anche Warren Buffett, costituita per soddisfare le esigenze specifiche di imprenditori e investitori strategici di lungo termine, si è impegnata a effettuare un investimento di minoranza nel gruppo bolo-

gnese attraverso alcuni suoi fondi affiliati. BDT & MSD Partners acquisirà la sua partecipazione da BC Partners, un’importante società di investimento internazionale, e da altri investitori, mentre la famiglia Vacchi rimarrà socia di maggioranza di IMA.

Fondata nel 1961 e oggi presente in oltre 80 Paesi in tutto il mondo con 53 stabilimenti di produzione, IMA progetta e produce macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, dispositivi medici, cosmetici, tè, caffè e altri prodotti alimentari, nonché soluzioni per la mobilità elettrica e per l’automazione dei processi industriali. La società, che nel 2022 ha registrato un fatturato di circa 2 miliardi di euro, ha installato circa 60.000 macchine e attualmente detiene più di 3.000 brevetti e domande di brevetto.

“L’operazione consentirà a IMA di avviare una nuova fase di crescita globale, anche nel mercato statunitense e di avere un ruolo di leadership nella transizione verso la sostenibilità dei materiali per il packaging. I nostri clienti sono orientati a ridurre al minimo il loro impatto ambientale e noi ci impegniamo a fornire una nuova generazione di soluzioni per il packaging affidabili e innovative”, dichiara Alberto Vacchi, presidente e amministratore delegato di IMA.

“Guidata dalla famiglia Vacchi negli ultimi sessant’anni, IMA ha dimostrato un’eccezionale storia di successo e riteniamo che

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A sinistra: Andrea Bozzoli, CEO di HPE Group. Sopra: Marco Monti, presidente dell’Automotive and Discrete Product Group di STMicroelectronics Alberto Vacchi, presidente e amministratore delegato di IMA

sia ben posizionata per le significative opportunità che si prospettano nel settore. Questo investimento è emblematico della nostra strategia di punta di fornire capitali a lungo termine allineati ai soci e fondatori di attività familiari per aiutarli a raggiungere i loro obiettivi”, afferma Byron Trott, presidente e co-CEO di BDT & MSD Partners.

BC Partners ha collaborato con la famiglia Vacchi per privatizzare la società, precedentemente quotata alla Borsa di Milano, nel corso del 2020, durante la pandemia Covid. Nel periodo in cui BC Partners è stato socio, IMA ha effettuato cinque acquisizioni, sviluppato nuove linee di prodotti e una divisione di automazione di rilievo mondiale, aumentato gli investimenti in ricerca e sviluppo del 30% e rafforzato la propria catena di fornitura. Queste iniziative hanno contribuito a garantire una forte performance finanziaria, con una crescita del fatturato e dell’ebitda rispettivamente di oltre il 50% e del 70% dal momento del delisting della società. Il Gruppo è dunque oggi ben posizionato per proseguire la sua forte crescita, con un portafoglio di ordini record e grazie alle favorevoli condizioni di finanziamento predisposte da BC Partners. Il gruppo si impegna tra l’altro a sostenere i 17 Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite attraverso le proprie attività, anche adottando iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale dei propri processi produttivi. Tra queste, IMA NoP (No-Plastic Program), che mira a introdurre materiali ecosostenibili in tutta la catena di fornitura della società, e IMA Low (Low-Impact Program), volta a ridurre i rifiuti prodotti e a minimizzare il consumo di energia e di acqua.

INSIDE, IL CEO LUCA TARGA È CAVALIERE DELLA REPUBBLICA

Nel corso delle celebrazioni per i 77 anni della Repubblica dello scorso giugno il CEO e responsabile strategico dell’agenzia di comunicazione Inside, Luca Targa, è stato insignito dal Prefetto di Ferrara Rinaldo Argentieri dell’onorificenza di Cavaliere

dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Un titolo attribuito in ragione delle particolari benemerenze che hanno caratterizzato la sua attività professionale e sociale.

In qualità di imprenditore Luca Targa ha ricevuto negli anni numerosi premi, tra cui dieci riconoscimenti per la carriera e 163 a Inside, tra cui cinque come impresa virtuosa e di eccellenza.

“Credo che questo sia davvero uno dei momenti più belli della mia vita. Ritengo un grandissimo onore essere stato nominato Cavaliere della Repubblica, un risultato che mi riempie di orgoglio, soddisfazione ed enorme gioia, credendo profondamente nel merito e nei valori dello Stato”, ha commentato Luca Targa al termine della cerimonia. “Questo traguardo - ha proseguito - è sempre stato tra i massimi obiettivi che mi sono posto come uomo, come manager e come imprenditore. Ho avuto la fortuna di avere in famiglia persone che si sono distinte per valore morale e intraprendenza, costituendo un esempio da seguire. Tra questi i miei due nonni, entrambi Cavalieri della Repubblica. Pensare di aver raggiunto questa meta a 58 anni è davvero un privilegio a fronte di un percorso fatto di sacrifici, visione e forza di volontà. Elementi da sempre centrali nella mia vita, che è splendido veder riconosciuti in questa onorificenza. Ringrazio chi ha sempre creduto in me, supportandomi lungo tutto il mio percorso professionale. Dedico questo momento ai

miei genitori, a tutta la mia famiglia, che rappresenta il mio sostegno più grande insieme agli amici più cari e ai colleghi che hanno condiviso la grande avventura professionale che mi ha portato sino a qui”. L’onorificenza costituisce il culmine di una serie di eventi particolarmente rilevanti che hanno interessato negli ultimi mesi Inside che ha due sedi, una a Ferrara e una a Milano, e lo stesso Targa: a novembre dello scorso anno l’agenzia, associata UNA, è confluita con il 51% nel Gruppo Digital360 che, con più di 800 dipendenti, rappresenta il più grande gruppo italiano per il Martech e il SalesTech.

A maggio è stato siglato un importantissimo accordo tra il Gruppo e il fondo Three Hills Capital Partners finalizzato a sostenere lo sviluppo di Digital360, prevedendo un investimento da parte di THCP fino a un massimo di 64,2 milioni di euro. A seguito dell'operazione, NewCo si è impegnata a sottoscrivere un aumento di capitale in Digital360 per un ammontare compreso tra 16 e 30 milioni. Un intervento che ha portato a superare la fase di partecipazione del Gruppo alla Borsa Euronext Growth di Milano, avviata nel 2017.

La stessa Inside ha chiuso il 2022 con un +30,32% di fatturato rispetto all’anno precedente, un dato che rispecchia il rapporto di crescita degli ultimi 3 anni pari al 30% di media. Infine, risale al 6 luglio l’attribuzione a Luca Targa del riconoscimento per i 25 anni di carriera “Touchpoint Never Ending Story” avvenuta a Milano in occasione della cerimonia di premiazione dei Touchpoint Awards Engagement che, a firma dell’editore Oltre La Media Group, celebrano la capacità di coinvolgimento e l’utilizzo efficace dei punti di contatto tra aziende e consumatori.

OLTRE 1.300 DENTISTI AL SIMPOSIO DI JDENTALCARE

“Il 22, 23 e 24 giugno con il nostro JDSymposium abbiamo accolto a Modena più di 1.300 dentisti provenienti da tutto il mondo. Siamo fieri dei valori della nostra terra ed è stato un onore per noi condivi-

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Luca Targa, CEO di Inside

derli con loro, in un’atmosfera di scambio reciproco e di crescita professionale. Un grande successo per la nostra azienda, reso possibile da un ottimo lavoro di squadra”. Parola di Giacomo Grandi, amministratore delegato di JDentalCare, società modenese specializzata nella produzione di impianti dentali.

Quest’anno il JDSymposium, il congresso firmato JDentalCare dedicato all’implantologia dentale, giunto ormai alla nona edizione ha inaugurato un nuovo format di tre giorni ottenendo risultati oltre le attese.

“Find your way home” è stato il tema alla base dell’evento di quest’anno: dare la possibilità al clinico di costruire un percorso su misura, fatto di esperienze e relazioni, che risponda alle sue esigenze.

Le due giornate dedicate al programma scientifico curato da relatori di livello internazionale sono state precedute, il 22 giugno, da una giornata interamente dedicata ad attività “extra”, che hanno consentito ai partecipanti di immergersi appieno nella realtà aziendale anche attraverso esperienze esclusive proposte dalle realtà di spicco del territorio.

L’affluenza al JDSymposium è stata molto ampia, si sono contate oltre 1.300 partecipanti, provenienti da tutta Italia e da oltre 30 Paesi del mondo. Un risultato eccellente che conferma il grande lavoro svolto dalla squadra JDentalCare, che da più di 15 anni lavora nel campo dell’implantologia dentale in Italia e nel mondo con i suoi 60 distributori.

Il congresso si è svolto presso il Forum Monzani di Modena e durante le sessioni scientifiche sono state illustrate le più recenti tecniche di riabilitazione implantare, flusso di lavoro digitale ed estetica parodontale.

“In particolare modo, è stato affrontato il tema delle gravi atrofie mascellari e del concetto di trattamento Maxilla-For-All®, ideato da JDentalCare, che combina l’utilizzo di impianti pterigoidei, nasali e zigomatici per riabilitare il 100% dei casi di grave atrofia nel mascellare”, spiegano dall’azienda modenese.

Durante le due giornate di congresso sono intervenuti 21 relatori nazionali e internazionali. “Sono lieto di aver preso parte come relatore al JDSymposium 2023. Il congresso, nelle tematiche che affronta, rispecchia la filosofia di JDentalCare: attenzione ai dettagli, qualità dei materiali e tecniche avanzate con l’obiettivo di fornire risultati duraturi ai pazienti”, ha affermato il dott. Rawad Samarani, in rappresentanza dal Libano.

Tra i relatori italiani, il dott. Filippo Casotto: “È stato un grande piacere per me esporre la mia relazione al JDSymposium 2023. Durante il mio intervento ho parlato nello specifico delle frese JD Bone track, strumenti brevettati dall’azienda, che stanno rivoluzionano la chirurgia implantare nell’inserimento a carico immediato e nei post estrattivi”. Anche quest’anno JDentalCare ha scelto Modena, la sua città, come cornice di questo evento. Un territorio fertile da cui l’azienda è partita puntando sull’innovazione, affermandosi come punto di riferimento nel campo dell’implantologia dentale. Qui JDentalCare continua a investire contribuendo concretamente alla crescita e alla conoscenza dell’eccellenza modenese nel mondo.

KERAKOLL OTTIENE LA CERTIFICAZIONE B CORP

Kerakoll, gruppo nato a Sassuolo, in provincia di Modena, nel cuore del più importante comprensorio ceramico mondiale, punto di riferimento internazionale nell’edilizia sostenibile e top player del settore a

livello mondiale, ha annunciato lo scorso luglio di essere tra le prime aziende del settore a diventare B Corp.

L’ottenimento della certificazione B Corp è una pietra miliare nel percorso ESG di Kerakoll, che rappresenta l’evoluzione da una tradizione basata sul green building a un nuovo modello d’impresa in cui il business è forza positiva per generare valore economico, sociale e ambientale. Un tassello ulteriore nel percorso evolutivo di Kerakoll, raggiunto con l’affiancamento di NATIVA, dopo la trasformazione nel settembre 2021 in Società Benefit, attraverso l’integrazione nel proprio oggetto sociale di finalità specifiche di beneficio comune per la società e per l’ambiente da perseguire insieme agli obiettivi economici.

Nel percorso di certificazione è stato considerato l’impatto generato dal Gruppo nel suo complesso, con il coinvolgimento attivo di 11 Paesi in cui Kerakoll è presente e sulla base delle cinque aree oggetto della valutazione: persone, governance, comunità, ambiente, clienti. Tra gli aspetti virtuosi emersi dall’assessment B Corp di Kerakoll: i sistemi di governance basati su principi di etica e trasparenza; il benessere delle persone (condizioni di lavoro, salute e sicurezza, ingaggio e soddisfazione delle persone); le opportunità di crescita (cultura fondata sul merito e pari opportunità, turnover inferiore al 2%); l’impegno costante a supporto di enti no-profit delle comunità in cui Kerakoll opera, lo screening e la valutazione dei fornitori e partner rispetto a pratiche sociali e ambientali; il rispetto delle risorse naturali secondo principi di economia circolare, come l’utilizzo di materiali riciclati, il ripristino paesaggistico e il ricorso

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Fabio Sghedoni, vice presidente di Kerakoll

SESSANT’ANNI DI PHILIP MORRIS IN ITALIA. UNA STORIA DI INNOVAZIONE

Philip Morris celebra sessant’anni in Italia. Anni durante i quali l’impegno nel Paese è sempre cresciuto, fino a comporre una filiera integrata che oggi coinvolge in tutta Italia circa 41mila persone impegnate verso un unico obiettivo: un futuro senza fumo. È proprio alle persone che hanno reso l’Italia protagonista di questa trasformazione che l’azienda dedica la campagna di comunicazione “60 anni di Philip Morris in Italia. Una storia di innovazione”. “Pochi avrebbero immaginato che da una fabbrica di filtri per sigarette sarebbe nata una delle più grandi trasformazioni industriali volta a rendere le sigarette un ricordo del passato attraverso la loro sostituzione con prodotti senza combustione. Una trasformazione attenta a generare valore condiviso per la società, con ricadute positive su tutta la filiera. Tutto questo è stato possibile grazie alle persone, a partire dalle 35 con le quali abbiamo iniziato nel 1963 fino alle circa 41mila di oggi, impegnate in tutta la filiera”, commenta Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia e presidente Europa Sud-Occidentale di Philip Morris International.

La storia dell’azienda nel Paese inizia negli anni del “miracolo economico italiano”, a Zola Predosa, in provincia di Bologna, con l’apertura del sito produttivo di Intertaba, attivo nella produzione di filtri ad alto contenuto tecnologico per il Monopolio italiano. Negli anni successivi la società continua a crescere, ponendo le basi per la svolta che renderà l’Italia il centro della trasformazione dell’intero gruppo Philip Morris a livello mondiale.

Dai primi anni Duemila Philip Morris inizia un percorso volto a sostenere lo sviluppo di una filiera agricola che metta al centro i coltivatori, che grazie agli accordi pluriennali con il Ministero dell’Agricoltura e Coldiretti genera investimenti per oltre 2 miliardi di euro a favore di 1.000 imprese agricole e oltre 22.000 agricoltori in Campania, Umbria, Veneto e Toscana; una filiera corta che negli anni è diventata un modello internazionale di sostenibilità, digitalizzazione e competitività.

Nel 2014 viene annunciato il progetto del primo polo produttivo al mondo per la realizzazione di prodotti innovativi del tabacco senza combustione: Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna diventa il centro internazionale per “costruire un futuro senza fumo”. Un investimento di oltre 1,2 miliardi di euro, reso possibile dalle competenze sviluppate sui filtri ad alto contenuto tecnologico e dalla collaborazione instaurata con i partner locali della filiera agricola, del packaging e della meccatronica.

L’Italia acquisisce così centralità nella strategia di Philip Morris a livello globale, aprendo la strada a un flusso di investimenti che arricchiscono la filiera dell’azienda nel Paese: nel 2021 viene annunciata la realizzazione, presso il polo di Bologna, del Centro per l’Eccellenza Industriale, il più grande al mondo del gruppo per innovazione di

prodotto, di processo e per le buone pratiche di sostenibilità industriale; nel 2022 l’azienda inaugura un centro per l’alta formazione e lo sviluppo delle competenze legate all’Industria 4.0, il Philip Morris Institute for Manufacturing Competences; a completare la filiera, poi, il taglio del nastro di tre DISC (Digital Information Service Center) a Taranto, Caserta e Terni, centri avanzati di assistenza sui prodotti innovativi senza combustione.

Investimenti accompagnati da un’attenzione sempre crescente ai temi di sostenibilità sociale e ambientale, nell’ottica di sviluppare una strategia ESG di lungo periodo. Nell’ambito della dimensione sociale l’azienda si concentra sulla popolazione della propria filiera con iniziative che garantiscano salute, sicurezza, pari opportunità e benessere, che negli anni le valgono le certificazioni “Top Employer” e “Equal Salary”.

Dal 2019, poi, opera per coinvolgere i propri consumatori verso comportamenti più consapevoli e responsabili: “CAMBIAGESTO”, la più grande campagna di sensibilizzazione per prevenire l’inquinamento da mozziconi mai realizzata in Italia, ne è un esempio di grande successo; risale poi al 2021 la sottoscrizione del Codice di Autoregolamentazione promosso da Eurispes per la comunicazione e vendita responsabile dei prodotti senza combustione.

Nel corso degli anni Philip Morris dimostra un impegno continuo e costante anche verso le tematiche di sostenibilità ambientale, sia in ambito agricolo che manifatturiero. La certificazione “Alliance for Water Stewardship”, ottenuta per la prima volta nel 2019 e giunta ormai al suo livello Gold per il sito produttivo di Bologna, testimonia l’utilizzo responsabile delle risorse idriche del territorio. Dal punto di vista energetico il piano congiunto di iniziative messe in campo dall’azienda, volto a minimizzarne l’impatto ambientale, include la realizzazione di un parco fotovoltaico a copertura del 75% del sito di Crespellano e il progetto “Zero Carbon Tech”, pensato per garantire il raggiungimento della carbon neutrality entro il 2025.

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ad energia da fonti rinnovabili; la riduzione dell’uso di sostanze chimiche e basse emissioni VOC (Volatile Organic Compound); l’eco-progettazione dei prodotti e la logistica sostenibile attraverso l’utilizzo di sistemi di trasporto intermodale.

“Siamo orgogliosi di essere tra le B Corp più grandi d’Italia e tra le prime aziende del settore edilizio a entrare a far parte di un movimento globale di leader che si muovono verso la stessa direzione. Il risultato testimonia il nostro impegno a promuovere una cultura aziendale basata sui pilastri ESG, oltre al nostro desiderio di essere un catalizzatore di cambiamento nel nostro settore. Vogliamo dimostrare che è possibile costruire un futuro migliore, in cui la realizzazione di progetti aziendali di sviluppo sia in armonia con l’ambiente circostante e il benessere delle nostre persone e delle comunità in cui operiamo”, ha dichiarato Fabio Sghedoni, vice presidente di Kerakoll. La certificazione B Corp, rilasciata dall’ente internazionale B Lab, rappresenta il riconoscimento alle organizzazioni che si impegnano a rispettare alti standard di performance sociale e ambientale, trasparenza e responsabilità, operando al fine di migliorare, in modo misurabile, il loro impatto positivo verso i dipendenti, le comunità di riferimento e l’ambiente, di evolvere continuamente le proprie pratiche e processi e di perseguire una cultura basata sull’inclusione e la rigenerazione. Ad oggi, sono 240 le aziende italiane certificate B Corp, mentre a livello mondiale lo stesso percorso è stato completato da oltre 7.000 imprese.

KIWA, AL VIA LA FORMAZIONE SUL WHISTLEBLOWING

Una serie di corsi di formazione pensata per fare luce sugli aspetti più salienti del ‘Whistleblowing’. A organizzarla, a partire da ottobre 2023, è la bolognese Kiwa Cermet, realtà di riferimento a livello mondiale nel settore del testing, delle ispezioni e delle certificazioni, che tramite Kiwa Idea eroga corsi e webinar per sviluppare conoscenze e capacità professionali in diversi settori, in collaborazione con la società OneSeal.

Come spiega Kiwa Italia, infatti, le imprese italiane si trovano di fronte a un cambiamento epocale con l’avvicinarsi della seconda tappa applicativa del 17 dicembre del Dlgs 24/2023, relativa alle nuove regole sul whistleblowing, inteso come l’attività del dipendente che, all’interno del proprio ente di appartenenza, pubblico o privato, segnala condotte illecite, non nel proprio interesse individuale ma nell’interesse pubblico affinché non venga pregiudicato un interesse collettivo.

Introducendo misure volte a potenziare i sistemi di segnalazione aziendale degli illeciti, questo decreto rappresenta un’importante evoluzione delle normative esistenti. “Il principale obbligo consiste nell’attivazione di canali di segnalazione che garantiscano, anche tramite il ricorso a strumenti di crittografia, la riservatezza dell’identità della persona segnalante, della persona coinvolta e della persona comunque menzionata nella segnalazione, nonché del contenuto della segnalazione e della relativa documentazione”, sottolinea Kiwa Italia.

I canali di segnalazione possono essere diversi: di norma, si dovrà utilizzare il canale interno all’azienda, ma in casi particolari si potrà fare ricorso a canali esterni (presso l’ANAC - Autorità Nazionale Anticorruzione), alla divulgazione pubblica o alla denuncia all’autorità giudiziaria. Le segnalazioni devono riguardare informazioni acquisite nell’ambito del proprio contesto lavorativo relative a comportamenti, atti od omissioni che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’amministrazione pubblica o dell’ente privato.

“È fondamentale che le imprese attuino correttamente le predisposizioni di legge, in quanto potrebbero incorrere in severe sanzioni previste dal decreto e irrogate dall’ANAC. Le multe per le aziende che non istituiscono i canali di segnalazione, che non adottano procedure per la gestione delle segnalazioni o che si rendono colpevoli di condotte ritorsive variano da 10.000

a 50.000 euro”, evidenzia Kiwa Italia. L’entrata in vigore del decreto si articola in fasi diverse: dallo scorso 15 luglio l’obbligo di predisporre canali di segnalazione si applica ai soggetti pubblici e ai datori di lavoro privati che abbiano impiegato, nell’ultimo anno, una media di almeno 250 lavoratori subordinati a tempo indeterminato o determinato. Questo obbligo si estende anche a coloro che operano in specifici settori, come servizi, prodotti e mercati finanziari, sicurezza dei trasporti, tutela dell’ambiente, anche se non raggiungono il requisito minimo di 50 dipendenti; dal 17 dicembre 2023 questo obbligo sarà esteso alle aziende che abbiano impiegato tra i 50 e i 249 dipendenti nell’ultimo anno.

“Le aziende devono quindi prepararsi adeguatamente al rispetto di queste nuove norme, garantendo un ambiente lavorativo più trasparente e responsabile, tutelando i diritti dei whistleblower e preservando la riservatezza delle informazioni oggetto di segnalazione. Solo così potranno cogliere appieno i vantaggi delle segnalazioni di illeciti e promuovere una cultura aziendale improntata all’etica e alla legalità”, conclude Kiwa Italia.

LA VALLE TRASPORTI, IN POLE POSITION PER LA SICUREZZA STRADALE

La Valle Trasporti, azienda ferrarese attiva nel settore del trasporto persone dal 1989, è la prima impresa di trasporto passeggeri in Emilia Romagna ad ottenere la certificazione del sistema di gestione della sicurezza stradale secondo lo standard ISO 39001 di

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Paolo Mazzolari e Francesca Portella, i relatori dei corsi formativi promossi da Kiwa

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RHEIN83 FESTEGGIA 40 ANNI DI SUCCESSI

Rhein83, azienda bolognese specializzata nella produzione di dispositivi medici per odontoiatria, festeggia nel 2023 il traguardo dei 40 anni di attività. Era infatti il 1983 quando Ezio Nardi, odontotecnico e titolare di un laboratorio in città, grazie alla sua pluriennale esperienza nel settore, individuò una carenza tecnica nella ritenzione di protesi dentali mobili. Fino a quel momento, infatti, si utilizzavano attacchi esclusivamente in metallo e di varie geometrie: questo li rendeva molto costosi e complicati da utilizzare. Viste queste difficoltà, Nardi ideò dei nuovi “attacchi dentali” attraverso l’utilizzo di forme e materiali innovativi che hanno rivoluzionato il processo lavorativo di questi dispositivi dentali; l’idea fu vincente e, ad oggi, questa tecnica è tra le più utilizzate nel settore.

Inizia così l’avventura imprenditoriale di Ezio Nardi che, assieme alla figlia Claudia e a due collaboratori, avvia le prime produzioni e vendite degli innovativi prodotti dando inizio a un percorso di costante crescita, costellata da continui progressi. “Nel corso del tempo, infatti, le soluzioni tecniche per odontoiatria da noi hanno sbaragliato la concorrenza diventando un punto riferimento a livello mondiale, spesso imitate, ma senza successo, poiché nessuno è stato in grado di riprodurre la loro funzionalità”, spiega con orgoglio Claudia Nardi, oggi presidente di Rhein83.

Nel 1990 Rhein83 acquista la sede, dove tuttora risiede, nel cuore di Bologna: “Nel corso degli anni la struttura è stata ampliata per essere adattata alle crescenti esigenze, come la creazione di un’officina meccanica di precisione, di un laboratorio sperimentale e di alcune sale conferenze che hanno reso Rhein’83 centro d’eccellenza per la formazione di odontoiatri e odontotecnici”, continua Nardi.

Nel corso degli anni anche la compagine societaria è cresciuta: alla fine degli anni ’80, infatti, è entrato in azienda Gianni Storni, odontotecnico diplomato, che oggi ricopre il ruolo di direttore tecnico dell’Area Ricerca e Sviluppo, oltre a essere CEO dell’a-

DNV, uno dei principali enti di terza parte che, a livello globale, fornisce servizi di certificazione, verifica e gestione del rischio.

L’azienda a gestione familiare e con una tradizione consolidata da oltre cinquant’anni di esperienza nel mercato della mobilità in bus, è un punto di riferimento in Italia nel mercato del trasporto passeggeri con au-

zienda.

E dieci anni fa c’è stato l’entrata in azienda della terza generazione familiare con l’arrivo del figlio di Claudia Nardi, Nicolò Scaglia, che si occupa di mercati esteri, seguendo e sviluppando la clientela in tutto il mondo. Anche i figli di Gianni Storni sono impiegati in servizi essenziali all’interno di Rhein‘83: Giulia segue infatti la gestione logistica e Gianluca l’ufficio acquisti. Tutto ciò a dimostrazione della volontà di mantenere l’azienda a livello familiare anche nel rapporto con i dipendenti che oggi sono 40, tra addetti, impiegati e dirigenti. Tecnologia, innovazione e sviluppo costante dei prodotti: sono queste le parole chiave che da sempre hanno caratterizzato l’attività dell’azienda bolognese. Nel corso degli anni, infatti, si sono continuamente sviluppate la ricerca di nuovi materiali e la progettazione e realizzazione di prodotti e dispositivi innovativi che soddisfino i bisogni di mercato, prevedendone spesso specifiche esigenze, facilitando al contempo sia l’attività dell’odontotecnico che del dentista e mirando alla soddisfazione e al comfort del portatore di protesi dentale fissa o mobile. È recente, infine, l’acquisizione di un fornitore strategico che consentirà una maggiore specializzazione e sicurezza di produzione per quanto riguarda le componenti plastiche dei dispositivi, ad alto valore tecnologico.

“Tutto questo ci ha portato ad essere tra i primi produttori di settore sia a livello nazionale che internazionale, grazie anche alla costante attenzione per tutti gli aspetti normativi e di certificazioni dei dispositivi che ha permesso di commercializzarli in tutto il mondo”, evidenzia ancora Claudia Nardi.

Quarant’anni di successi, dunque, per Rhein83, che rappresentano però solo una prima tappa di un percorso di crescita e sviluppo aperto alle sfide e alle opportunità che il mercato vorrà offrire.

tobus e, in Emilia-Romagna, è tra le più importanti realtà del settore. Fortemente radicata nel territorio, La Valle Trasporti è socio fondatore della consortile per il TPL ferrarese FE.M – Ferrara Mobilità e del Consorzio di Promozione Turistica del territorio VISIT Ferrara. La titolare Mimma La Valle, insieme al di-

rettore generale Paolo Pastorello, dirige l’azienda secondo moderni criteri gestionali, supportata da uno staff giovane e qualificato. Da sempre impegnata nell’assicurare la massima qualità nei servizi erogati ai clienti e l’applicazione dei principi di responsabilità sociale e piena conformità normativa, l’azienda già nel 1999 aveva ottenuto da

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Gianni Storni, CEO, Claudia Nardi, presidente, e Nicolò Scaglia, responsabile dei mercati esteri, di Rhein83

DNV la certificazione del proprio sistema di gestione qualità secondo lo standard internazionale ISO 9001, seguita dal sistema di gestione ambientale ISO 14001 e dalla certificazione per la salute e sicurezza dei lavoratori ISO 45001. Inoltre, nel 2018, l’Autorità Garante per il Mercato e la Concorrenza (AGCM) le ha conferito il rating di legalità.

“Lavorando nel concorrenziale mercato del noleggio nazionale e internazionale, abbiamo voluto sviluppare servizi di qualità, efficaci e sostenibili, puntando sulle migliori pratiche standard di settore”, ha evidenziato il direttore Pastorello. “Questo nuovo risultato rientra in una politica di continuo miglioramento che ci porta a confrontarci costantemente con le migliori pratiche nel gestire correttamente i rischi legati alla sicurezza stradale, tematica di rilievo sociale e di fondamentale importanza nel nostro settore”.

Morena Lama, Area Manager Centre South Italy Certification & Operations di DNV, ha aggiunto: “La Valle Trasporti è nostro partner da tanti anni. Una realtà ben integrata nel nostro territorio che ha sempre dimostrato di aver compreso pienamente il valore della certificazione e che non si ferma all’ottenimento del risultato ma va oltre, come dimostrato dallo sviluppo, in collaborazione con tutti gli stakeholder, della politica di sicurezza stradale nell’am-

bito della recente ISO 39001”. Oggi l’azienda conta oltre 90 dipendenti e 120 automezzi, con circa 5.200 posti-passeggero disponibili, più di 2,5 milioni di km percorsi ogni anno e un fatturato che nel 2022 ha superato i 6 milioni di euro.

“L’azienda da sempre investe sia nel capitale umano, attraverso corsi formativi e di aggiornamento, sia sul materiale rotabile, acquisendo nuovi e accessoriati automezzi a basso impatto ambientale per ridurre consumi ed emissioni, e dotati di innovative tecnologie per la sicurezza, investendo in una costante manutenzione. Insieme alla mobilità sostenibile, siamo fortemente impegnati anche nella mobilità accessibile; infatti, molti bus sono dotati di pedana per disabili e posti per il trasporto di persone con ridotte capacità motorie”, puntualizza Mimma La Valle.

LABANTI E NANNI, RICAVI IN CRESCITA DEL 25% E NUOVE ASSUNZIONI

Continua il percorso di sviluppo di Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche. L’azienda con sede ad Anzola Emilia, nel bolognese, punto di riferimento nel settore della cartotecnica, ha chiuso l’esercizio fiscale 2022 con ricavi globali che si attestano a 23 milioni di euro, con un incremento del 25% rispetto all’anno precedente.

Parametri positivi per tutti i principali indicatori finanziari, il margine operativo lordo (Mol) ha raggiunto 2.676.106 euro, che verranno in parte investiti a sostegno del piano strategico aziendale, teso a incrementare i livelli di qualità delle produzioni all’in-

segna della sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa.

Tra i driver della crescita, che prosegue ininterrottamente da oltre dieci anni, sia in termini di fatturato che occupazionale, i significativi investimenti in innovazione tecnologica con l’implementazione di macchinari all’avanguardia che hanno permesso di ampliare la gamma di lavorazioni e di nobilitazioni riducendo gli scarti.

Le quote di incremento di fatturato più significative sono state generate dal settore alimentare-caffè, cosmesi e parafarmaceutico-sanitario-medicale. Per consolidare il processo di espansione, l’azienda ha approvato un Piano Strategico triennale 20232025 che punta a consolidare la presenza nei mercati nazionali coniugando gli obiettivi di sviluppo economico e finanziario con l’attenzione ai valori etici, sociali e ambientali. Gli obiettivi di crescita di Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche passano anche dall’ampliamento dell’organico: dopo le 24 professionalità assunte nel 2022, provenienti prevalentemente dal territorio, l’azienda sta cercando otto nuovi profili che contribuiranno ad affrontare le sfide future.

“Siamo decisamente soddisfatti dei buoni risultati raggiunti. Nonostante un contesto generale caratterizzato da diverse criticità, siamo riusciti a centrare tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati”, sottolinea Antonio Bonacini, presidente di Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche. “Per il prossimo triennio puntiamo a incrementare ulteriormente i ricavi complessivi, in-

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Paolo Pastorello, direttore generale, e Mimma La Valle, titolare di La Valle Trasporti Antonio Bonacini, presidente, Andrea Fanti, membro del CdA e direttore commerciale e marketing, e Fabio Bonacini, amministratore delegato e membro del CdA di Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche

vestendo nell’innovazione dei processi per migliorare l’efficienza produttiva e la capacità di competere sul mercato. È previsto, tra gli altri, l’ampliamento del parco macchine per la fustellatura che ci consentirà di aumentare la produttività e gli standard di qualità delle produzioni. Sarà poi strategico rafforzare le nostre quote di mercato, proponendo soluzioni innovative in materia di imballaggi sostenibili. Parallelamente, riteniamo fondamentale consolidare la nostra responsabilità sociale d’impresa per creare valore dentro e fuori l’azienda con iniziative di sostenibilità economica, sociale e ambientale”, evidenzia ancora Bonacini. Nata nel 1953 come piccola bottega tipolitografica, Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche è oggi punto di riferimento nella cartotecnica, grazie alla spinta innovativa impressa dal management guidato da Antonio Bonacini, Andrea Fanti e da Fabio Bonacini. L’idea vincente è stata la scelta di diversificare la produzione, passando dalla carta stampata alla cartotecnica. Fortemente orientata alla sostenibilità, Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche è stata tra le prime realtà a ottenere la certificazione Eco-print©, che garantisce processi produttivi a bassissimo impatto ambientale. L’azienda è, inoltre, dotata delle certificazioni ISO 9001:2015, Catena di Custodia FSC-PFC ed è membro del Circuito Sedex.

LYONDELLBASELL COMPLETA L’ACQUISIZIONE DEL GRUPPO MEPOL

LyondellBasell, azienda di riferimento nell’industria chimica a livello internazionale presente anche a Ferrara con impianti produttivi e il Centro Ricerche “Giulio Natta”, il più grande al mondo per lo studio delle poliolefine, ha completato a luglio scorso l’acquisizione del Gruppo Mepol, produttore di composti riciclati ad alta valenza tecnica con sedi in Italia e Polonia. Mepol e le sue controllate, Polar e Industrial Technology Investments Poland, faranno parte della divisione Advanced Polymer Solutions (APS) di LyondellBasell. Il segmento APS di LyondellBasell produce

e commercializza materiali quali polipropilene, plastiche ingegnerizzate, masterbatch, materiali compositi ingegnerizzati, colori e polveri ed è leader globale nella produzione di compound.

“L’acquisizione guarda al futuro ed è in linea con il nostro impegno per un’economia circolare”, dichiara Torkel Rhenman, vicepresidente esecutivo di Advanced Polymer Solutions di LyondellBasell. “La profonda esperienza di Mepol nei compound riciclati, unita alla strategia e alle dimensioni di LyondellBasell, rappresenta una significativa opportunità per accelerare la crescita del nostro business APS, sfruttando le macro tendenze della circolarità e creando soluzioni per una vita quotidiana sostenibile”.

LyondellBasell sta assumendo una posizione di riferimento nel far fronte alla crescente richiesta di soluzioni circolari e a basso impatto ambientale, con prodotti e tecnologie innovativi, attraverso un approccio integrato alla catena del valore. L’azienda si impegna a produrre e commercializzare almeno due milioni di tonnellate di polimeri all’anno provenienti da fonti riciclate o rinnovabili entro il 2030, per soddisfare le esigenze dei propri clienti.

LyondellBasell è un punto di riferimento nell’industria chimica a livello mondiale e fornisce soluzioni per una vita quotidiana sostenibile. Attraverso tecnologie avanzate e investimenti mirati, è impegnata in prima

linea nella creazione di un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio. In tutto ciò che fa, mira a creare valore per i propri clienti, per gli investitori e per la società. In qualità di uno tra i maggiori produttori mondiali di polimeri e azienda di riferimento nelle tecnologie delle poliolefine, sviluppa, produce e commercializza prodotti innovativi e di alta qualità per applicazioni che vanno dalla mobilità sostenibile alla sicurezza alimentare, dall’acqua pulita all’assistenza sanitaria qualificata. Forte di un’esperienza trentennale, Mepol integra la sostenibilità nella sua strategia industriale, sulla pianificazione e sul controllo delle sue attività di riciclo delle materie plastiche e sulla produzione di compound termoplastici formulati con materiali da recupero. La responsabilità sociale d’impresa per Mepol è da sempre asset strategico che, grazie a una costante attività di ricerca e sviluppo, la pone come leader di mercato per i prodotti eco-sostenibili per svariate applicazioni, dall’arredamento all’automotive, dal settore elettrico a quello elettronico. La mission del gruppo non si limita ad accompagnare il cliente nella transizione ai prodotti riciclati ma si estende nel fornire un servizio di gestione degli scarti e del recupero degli imballaggi, a supporto dei requisiti normativi e della responsabilità estesa del produttore. Per il secondo anno consecutivo a Mepol è stato riservato il riconoscimento per le prime 100 aziende in Italia che si sono distinte per l’ESG score: il Sustainability Award promosso da KON, Credit Suisse e Forbes.

CAMPANONE DI SASSUOLO, VIA AL RESTAURO CON L’AIUTO DI MARAZZI

La Giunta del Comune di Sassuolo, in provincia di Modena, ha approvato negli scorsi mesi il progetto esecutivo dei lavori di restauro delle facciate della Torre Civica di piazza Garibaldi, il “Campanone”, che sarà realizzato grazie anche al contributo di Marazzi Group, colosso del settore delle piastrelle in ceramica e gres porcellanato per pavimenti e rivestimenti. La Torre, edificata tra il 1676 e il 1680 se-

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Mirco Melato, CEO Mepol Group, e Frank Noeltgen, vicepresidente Europa del business APS (Advanced Polymer Solutions) di LyondellBasell

RISE AGAINST HUNGER ITALIA FESTEGGIA 10 ANNI DI ATTIVITÀ

Si è tenuta dal 1° al 3 settembre scorsi a Cervia, in provincia di Ravenna, l’attesa festa per i primi 10 anni di attività di Rise Against Hunger Italia, organizzazione internazionale no profit con sede italiana referente per l’Europa a Bologna. Nella splendida cornice del Grand Prix di Offshore che negli stessi giorni ha visto gareggiare i grandi campioni della motonautica, l’evento nell’evento ha portato sul podio gli Hunger Champions, tutte quelle persone straordinarie che attraverso il proprio contributo e supporto solidale si sono distinte per generosità, aiutando la Onlus nella realizzazione dei propri progetti umanitari.

Ad aprire i festeggiamenti, la giornalista e conduttrice televisiva Claudia Peroni, da sempre volto e voce del motorsport internazionale, che ha chiamato sul palco il presidente Alberto Albieri, insieme ai volontari, ai partner e ai donor. Albieri ha ringraziato personalmente tutti coloro che hanno contribuito a rendere incisivo l’operato di Rise Against Hunger in Italia e nel resto del mondo consegnando gli Hunger Awards, un simbolico gesto di gratitudine nei confronti di coloro che, con spirito di abnegazione, si sono prodigati fornendo risorse materiali, economiche, tempo e dedizione per il sostegno di comunità bisognose.

I primi premi sono stati assegnati al termine dell’ultima gara, con il rientro delle imbarcazioni nei paddock e la consegna delle targhe alla squadra Tornado 50 SR, un equipaggio composto da grandi campioni dello sport come Alberto Tomba e Kristian Ghedina. Rise Aganst Hunger ha voluto riconoscere al dream team la volontà di mettere in gioco nomi così importanti allo scopo di perseguire obiettivi solidali.

Tra i premiati, la nota chef stellata Christina Bowerman, già ambassador di Rise Against Hunger Italia, che ha contribuito con la sua opera di sensibilizzazione ad avviare campagne contro lo spreco alimentare, promuovendo un concetto di cucina sostenibile e prestando il suo volto alle grandi battaglie della onlus. Altro nome che ha reso possibile uno degli eventi di maggior impatto del 2023 è quello di Massimo Bonelli, direttore artistico dello storico Concertone del Primo Maggio. Quest’anno infatti a Roma, grazie alla partnership di Rise, decine di grandi artisti della musica italiana hanno deciso di aderire a una campagna di solidarietà che

condo un progetto dell’architetto ducale

Antonio Loraghi, caratterizza fortemente

Piazza Garibaldi, centro nevralgico della città che ospita durante tutto l’anno mercati, conferenze, spettacoli ed eventi aperti ai cittadini. Negli anni, la Torre ha subìto più interventi per mano di diversi architetti che hanno progettato le coperture e gli ornamenti dalla sua nascita agli ultimi lavori di restauro della piazza, negli anni Ottanta del Novecento, occasione in cui è stata proprio l’azienda Marazzi a donare il quadrante in

ha consentito alla onlus di inviare 250 scatole ad altrettanti bambini in Sudafrica, garantendo loro un anno di cibo e istruzione.

“È stata una grande festa che ha unito i campioni dello sport ai campioni della solidarietà”, commenta Roberta Baldazzi, country manager di Rise Against Hunger Italia. “Non finiremo mai di ringraziare tutti i nostri sostenitori i quali, a vario titolo, ci consentono di guardare al futuro con rinnovata speranza aiutandoci ad avvicinarci, giorno dopo giorno, al nostro ambizioso obiettivo racchiuso in due semplici ma fondamentali parole: Fame Zero”.

ceramica dell’orologio.

Rise Against Hunger Italia è impegnata nella lotta contro la fame attraverso azioni concrete di sensibilizzazione dell’opinione pubblica poiché “crediamo che ciascuno di noi possa essere artefice e protagonista del cambiamento. Attraverso eventi creati a sostegno della nostra causa, produciamo ogni anno milioni di pasti nutrienti da distribuire nei Paesi in crisi umanitaria”.

Le razioni confezionate in occasione degli eventi di confezionamento RAHzioni contro la fame vengono poi distribuite dai partner di Rise Against Hunger Italia e utilizzate come strumento per cambiare la vita delle persone in condizioni di bisogno, promuovendo l’istruzione, fornendo cibo agli studenti, migliorandone la salute, affrontando le disuguaglianze di genere, stimolando la crescita economica e combattendo il lavoro minorile.

“Si tratta di un intervento importante”, sottolinea il vicesindaco di Sassuolo con delega al patrimonio Alessandro Lucenti, “che mira a riqualificare, non soltanto da un punto di vista estetico, uno dei punti di riferimento della nostra città, quel campanone che simboleggia Sassuolo in tutto il mondo. Un intervento che ha una duplice rilevanza: se da un lato puntiamo a mettere in sicurezza e riqualificare il campanone, infatti, dall’altro puntiamo a farne

un simbolo, un volano che incentivi tutti i proprietari degli immobili che circondano piazza Garibaldi a fare altrettanto. Sistemando e riqualificando le facciate degli edifici riporteremmo quello che viene definito il ‘salotto buono’ della città allo splendore che merita. Un ringraziamento particolare, da parte dell’intera città di Sassuolo, va a Marazzi Group che è sempre molto sensibile alle iniziative locali e che si è subito messa a disposizione per reperire i fondi volti a sistemare una torre su cui capeggia l’orolo-

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gio donato a suo tempo proprio dall’azienda ormai quarant’anni fa”.

“Abbiamo un profondo legame affettivo con piazza Garibaldi, dove è ancora presente la drogheria che era di proprietà del fondatore di Marazzi, Filippo Marazzi, e che lasciò per dedicarsi alle ceramiche e fondare l’azienda che conosciamo oggi”, commenta Mauro Vandini, amministratore delegato di Marazzi Group. “Siamo fortemente legati al nostro territorio e crediamo sia importante collaborare con le istituzioni per promuovere azioni di sostenibilità sociale e contribuire, come nel caso del restauro di un elemento simbolo di Sassuolo, alla realizzazione di progetti rivolti a restituire valore alle comunità coinvolte”.

Marazzi è stata fondata nel 1935 a Sassuolo, in un’area che sarebbe diventata il polo all’avanguardia a livello internazionale nella creazione di piastrelle di ceramica di pregio e cresciuto nei decenni insieme all’azienda. Si devono infatti a Marazzi le principali innovazioni tecnologiche, di processo e di design nel settore delle piastrelle che hanno reso l’azienda e il distretto un punto di riferimento per l’intero mondo della ceramica. Una costante attitudine alla ricerca e alla sperimentazione, la capacità di anticipare i cambiamenti e le evoluzioni dell’abitare, dell’architettura e del design, l’attenzione per l’ambiente e la sostenibilità: sono que-

sti i punti di forza che hanno permesso a Marazzi di conquistare i vertici di settore. Oggi l’azienda fa parte di Mohawk Industries Inc., il più grande produttore mondiale nel settore del flooring, e vanta una straordinaria notorietà internazionale sia presso progettisti, architetti e imprese edili che tra i distributori e i clienti finali.

MARZOCCHI POMPE ACQUISTA UN NUOVO IMMOBILE E INVESTE IN R&D

Marzocchi Pompe, azienda con sedi a Zola Predosa e Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna, specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di pompe e motori a ingranaggi ad elevate prestazioni, cresce ancora e acquista un nuovo immobile. Dopo lo stabile di circa 4.800 metri quadrati, per un importo complessivo di 1,15 milioni di euro, comunicato a ottobre 2022, lo scorso luglio l’impresa ha formalizzato l’acquisto di un secondo nuovo immobile, adiacente alla sede di Zola Predosa, che ha una superficie di circa 3.100 mq, dei quali 600 coperti, per un investimento complessivo di 720.000 euro. Questo nuovo sito consentirà al Gruppo di spostare alcune attività che si trovano attualmente nella sede di Casalecchio al fine di aumentare la capacità produttiva, creare un hub di ricerca e sviluppo e migliorare l’efficienza operativa.

“L'acquisizione di questo nuovo immobile che si trova in una posizione per noi strategica è un’altra tappa molto importante del nostro piano di miglioramento dell’efficienza operativa, mirato a renderci sempre più competitivi, e a consolidare quindi la nostra posizione sul mercato. L’obiettivo di questa operazione è in particolare di potenziare e rendere più funzionali le nostre attività di progettazione e di ricerca e sviluppo, fondamentali per il livello tecnico e tecnologico del nostro prodotto e per il nostro servizio ai clienti”, ha dichia-

rato Gabriele Bonfiglioli, amministratore delegato di Marzocchi Pompe, commentando l’operazione.

Il nuovo stabilimento ospiterà infatti anche un hub di ricerca e sviluppo all'avanguardia, dedicato a potenziare ulteriormente, a livello tecnico e tecnologico, le pompe e i motori a ingranaggi per soddisfare le esigenze sempre crescenti del mercato.

E la crescita del Gruppo, che ha chiuso il 2022 con oltre 48,5 milioni di euro di ricavi, non si arresta nemmeno sul fronte estero; a luglio l’azienda ha infatti partecipato, per la prima volta, al Congresso Internazionale VDI “Dritev”, a Baden Baden, in Germania.

Il congresso automotive dell’associazione degli ingegneri tedeschi è uno dei più grandi a livello mondiale e si pone come obiettivo di raggruppare i top player nel mondo delle forniture automotive Oem, tier1 e system integrator. Nella sua parte espositiva, le aziende possono valorizzare le proprie soluzioni esibendo i prodotti e nuove tecnologie.

Durante la manifestazione i potenziali buyer e partner hanno avuto la possibilità di confrontarsi con il team tecnico-commerciale dell’azienda e, in particolare, di visionare le ultime soluzioni della gamma Elika sviluppate appositamente per l’automotive pesante, soprattutto per servosterzi di bus e camion, oltre al resto delle micropompe dedicate al mondo dell’auto.

Fondata nel 1949, Marzocchi Pompe è controllata dalla famiglia Marzocchi, che ne detiene la maggioranza delle azioni ed è presente in azienda con Paolo Marzocchi, presidente del Gruppo, e il figlio Carlo, vicepresidente. Della compagine azionaria

Gabriele Bonfiglioli, amministratore delegato di Marzocchi Pompe

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fanno parte anche il CEO Gabriele Bonfiglioli e altri quattro manager. La produzione è realizzata interamente in Italia nelle due sedi nel bolognese a Casalecchio di Reno e Zola Predosa. Marzocchi Pompe è presente in oltre 50 Paesi attraverso un network distributivo internazionale. I dati preliminari per il primo semestre 2023 confermano l’ottimo andamento anche nel 2023 attestando i ricavi netti totali a Euro 26,6 milioni (+4,4% sul primo semestre 2022), semestre record nella storia del Gruppo.

MECHINNO ADERISCE AL PROGETTO

‘INVEST

IN BOLOGNA - FOR TALENT’

Mechinno, società fondata nel 2006 a Calderara di Reno, alle porte di Bologna, specializzata nella fornitura di servizi industriali ad alto valore aggiunto, per le aziende manifatturiere, di progettazione, ingegneria, prototipazione e additive manufacturing, ha annunciato lo scorso giugno la propria partecipazione al progetto “Invest in Bologna - For Talent”.

Invest in Bologna è un ente locale che rappresenta una federazione di 55 comuni e 7 Unioni di Comuni e opera nell’ambito dell’area sviluppo economico della Città metropolitana di Bologna; è punto di riferimento per gli operatori interessati a investire sul territorio bolognese, così come per i talenti provenienti dal resto d’Italia e

da tutto il mondo che scelgono Bologna e dintorni per realizzare i propri progetti professionali e di vita.

Nello specifico, Invest in Bologna - For Talent ha come obiettivo quello di agevolare il trasferimento sul territorio metropolitano di neoassunti, insieme alle rispettive famiglie, supportandoli non solo nella fase di insediamento nella nuova città, ma facilitando anche l’accesso ai servizi di base del territorio, nonché assistendoli nei vari adempimenti burocratici, per l’accesso nel nostro Paese, nel caso di profili internazionali; si occupa, inoltre, di attività di promozione del territorio e delle diverse opportunità per i talenti nazionali e internazionali.

“La continua ricerca di nuovi talenti da portare a bordo si estende ben oltre i confini emiliani; infatti, le sinergie tra Mechinno e i vari atenei di tutto il territorio italiano ne sono una conferma. Tuttavia, comprendiamo bene che per un nuovo assunto gestire un trasferimento non sia sempre così semplice: dal cercare casa a costi accessibili, alle varie pratiche di trasferimento di residenza, assistenza sanitaria e scuola. Tutto questo può scoraggiare candidati molto validi ad accettare le nostre proposte di lavoro. Da qui nasce la decisione di aderire a questo progetto, volendo accogliere professionisti da tutta Italia e non solo, proprio con l’obiettivo di mettere in condizione i nuovi assunti di avere un percorso di insediamento e inserimento nella nuova realtà quanto più agevole possibile”, commenta Fabio Di Martino, CEO di Mechinno. Fondata nel 2006 da Di Martino assieme al socio e tecnico Gianni Fabbretti, Mechinno oggi è una realtà composta da oltre 140 persone, che fornisce alle imprese manifatturiere servizi industriali di alto livello, flessibili e personalizzabili, che vanno dal concept, al design, alla progettazione alla produzione prototipale. Con una presenza consolidata su

mercato italiano, Mechinno è un importante asset strategico per progetti, in particolare, in ambito automotive, motorsport, industrial machinery e agriculture. “L’obiettivo di Mechinno è quello di mettere a disposizione delle aziende un supporto ingegneristico, basato su un elevato livello di know-how e competenze, aiutandole a sviluppare prodotti innovativi, con un alto standard di qualità e caratterizzate da tecnologie sempre più avanzate. Per questa ragione è fondamentale per noi adottare un’adeguata strategia di recruiting, seria e selettiva, utilizzando diversi canali, per poter inserire nei nostri team talenti provenienti da tutta Italia.”, ha poi aggiunto Di Martino.

MEP, CONFERMATA LA PARTNERSHIP STRATEGICA CON ARCHITA ENGINEERING

MEP e Archita Engineering ancora insieme. Lo scorso luglio è stato confermato e prolungato per altri tre anni, infatti, il rapporto di partnership per l’attività di consulenza strategica, comunicazione, pianificazione media e creazione contenuti nato nel 2019 tra l’agenzia di marketing e comunicazione con sede a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, e il brand bolognese attivo nel comparto B2B per consulenza nei settori energia, sicurezza sul lavoro, finanza agevolata e legalità d’impresa. Come sottolineano da MEP, da quest’anno, inoltre, le attività comprenderanno la pianificazione e lo sviluppo di business case, momenti di networking fisici e online, oltre che webinar tematici per clienti e potenziali clienti. Queste si integrano alle linee di collaborazione già esistenti, contribuendo così alla creazione di nuove possibilità di sviluppo del business.

Nel 2019 la partnership con MEP ha permesso ad Archita Engineering, tra le 500 migliori aziende d’Italia con le più alte performance di crescita di fatturato per il 2018-2021 secondo la classifica stilata dal Sole 24 Ore, di effettuare un riposizionamento aziendale maggiormente in linea con la propria reale identità e il proprio target. La collaborazione è poi proseguita con

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Fabio Di Martino, CEO di Mechinno

ALCUNE AZIENDE CHE SI AVVALGONO DELLA NOSTRA PROFESSIONALITÀ I

OPERAZIONI DOGANALI

ELABORAZIONE DATI INTRASTAT

CONSULENZE DOGANALI

PROCEDURA PRESSO LUOGO

APPROVATO DALLA DOGANA

ASSEVERAZIONI & LICENZE

CONTROVERSIE DOGANALI

CONTINGENTI TARIFFARI

I.T.V. (Informazione Tariffaria Vincolante)

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un rapporto di consulenza più ampio nel 2022, che si rafforza con l’attuale rinnovo triennale.

“In MEP le relazioni con le persone rappresentano una delle colonne portanti del nostro lavoro. Per questo siamo entusiasti di proseguire la collaborazione con Archita Engineering, con cui abbiamo instaurato un rapporto che viene da lontano. Gli obiettivi che si sono posti per il prossimo triennio sono ambiziosi e il fatto che abbiano scelto ancora noi come partner per la comunicazione ci rende orgogliosi per la fiducia rinnovata nel nostro team”, evidenzia Lorenzo Visci, CEO e founder di MEP, che nel 2022 ha tra l’altro festeggiato i primi dieci anni di attività.

“Siamo felici di continuare questo percorso insieme a MEP. In Archita Engineering abbiamo varato un piano industriale che tra i propri asset strategici vede, fra gli altri, l’attività di comunicazione legata al consolidamento e al rafforzamento del brand. E confermiamo MEP quale partner strategico ideale per perseguire questo obiettivo. Ci troviamo in un contesto altamente competitivo e in rapida evoluzione, sempre più dinamico da un punto di vista dell’aggiornamento delle competenze. Vogliamo garantire ai nostri clienti un servizio che punti all’eccellenza, passando attraverso

un’attività di marketing e comunicazione che sia all’altezza dei progetti sviluppati con le aziende”, conclude Matteo Iubatti, CEO di Archita Engineering.

IN MOTORI MINARELLI AVVIATA LA PRODUZIONE DEL NUOVO BOOSTER YAMAHA

È stato celebrato lo scorso 5 giugno l’avvio produttivo del nuovo veicolo elettrico Booster Yamaha che sarà assemblato grazie alla partnership con il gruppo Fantic Motor, presso gli stabilimenti di Motori Minarelli a Calderara di Reno, subito fuori Bologna. Quella tra Yamaha e Fantic è una collaborazione che nasce nel 2019, quando Yamaha Motor Co. Ltd, in Giappone, ha cominciato a fornire alla casa motociclistica italiana il telaio dei suoi modelli offroad YZ e WR.

“La decisione strategica si è rivelata fruttuosa per entrambe le aziende, come confermato dal fatto che, da quel momento, sia Yamaha sia Fantic dominano la scena internazionale del motocross 125cc, vincendo la grande maggioranza degli eventi internazionali di enduro 2 e 4 tempi”, spiegano dal gruppo italiano.

La partnership è proseguita con successo nel 2020 con il passaggio di consegna di Motori Minarelli a Fantic Motor, che usufruisce dei suoi stabilimenti per sviluppare e produrre sia motori che veicoli. Nel 2022, inoltre, Fantic ha lanciato il Caballero 700 e una nuova linea di e-bike tutte alimentate da unità di azionamento Yamaha. E, a giugno, è iniziata la produzione del nuovo Booster elettrico Yamaha, un veicolo elettrico a pedalata assistita progettato per guidare il futuro mercato globale della mobilità urbana di entrambi i segmenti 25 Km/h e 45 Km/h.

“La collaborazione win-win-win tra Yamaha, Fantic e Minarelli esalta il

meglio delle tre aziende e il risultato è di fronte a noi”, sottolinea Vittorino Filippas, direttore generale di Motori Minarelli. In particolare, questo veicolo offre a ogni ciclista la possibilità di sperimentare il comfort di una e-bike unito alle prestazioni di un ciclomotore.

“Dotato di un motore elettrico particolarmente silenzioso Yamaha PW-S2 fornisce un supporto immediato fin dalle prime pedalate, Booster offre cinque diversi livelli di assistenza motore, illuminazione a LED, forcella anteriore con escursione da 80 mm, pneumatici da 20’’ x 4’’ e un display TFT a colori per monitorare velocità, autonomia e capacità residua della batteria. Le nuove caratteristiche Yamaha includono eleganti copri forcella, cavi integrati, un portapacchi posteriore e una vasta gamma di accessori per personalizzare il proprio veicolo. Il nuovo Booster è stato concepito e sviluppato dagli ingegneri di Yamaha Motor Co. Ltd., Yamaha R&D Europe e Fantic Motor”, spiegano ancora dal gruppo italiano.

“Booster ha rappresentato negli anni ‘90 la soluzione perfetta per la mobilità in stile e libertà e oggi stiamo replicando la formula vincente con un nuovo veicolo a emis-

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Lorenzo Visci, CEO di MEP

sioni zero, che fa parte del programma di mobilità sostenibile Switch-On Yamaha. L’esperienza di Fantic in questo campo e la dedizione alla qualità della produzione di Minarelli si adattano perfettamente alle esigenze di Yamaha”, evidenzia Eric de Seynes, presidente di Yamaha Motor Europe.

TRASFERIMENTO LAMPO

NEL NUOVO STABILIMENTO PER LA NUOVA MG

Un trasferimento lampo, dal vecchio stabilimento al nuovo grazie all’aiuto di dipendenti e colleghi imprenditori, senza intaccare, cosa più importante, i tempi di consegna delle lavorazioni. È quanto accaduto a inizio giugno a Giovanni Finelli e alla sua azienda, la Nuova MG di Modena.

“Da via Jacopo Peri, a Modena, ci siamo trasferiti nella prima periferia, a San Damaso in via Rosalba Carriera 15”, racconta il titolare. “E dal primo agosto siamo ufficialmente operativi con il nuovo stabilimento”.

Da un’area di 1.350 di metri quadrati suddivisi in due strutture ai 2.530 metri quadrati il passaggio non è stato indolore. “Abbiamo spostato 65 posti di saldatura e 10 robot. Lo sforzo è stato importante.

È per questo che voglio ringraziare tutti quelli che in modo diverso ci hanno dato una mano, non è scontato trovare una rete così. Ma noi imprenditori emiliani siamo speciali, dopo quello che è successo con il terremoto nel 2012 nulla ci è precluso in termini di solidarietà e capacità di rimboccarsi le maniche”.

Nuova MG opera nel campo della metalmeccanica e copre una vasta gamma di servizi. “Nel nuovo stabilimento abbiamo postazioni di saldatura manuale e robot di saldatura e un’area dedicata completamente agli assemblaggi meccanici, un valore aggiunto, per noi importante è il nuovo servizio di consulenza alle piccole imprese per cercare di aumentare la produttività.

La saldatura robotizzata è il nostro fiore all’occhiello. Siamo in grado di garantire la massima espressione in fatto di sicurezza, controllo e affidabilità del prodotto finito”, sottolinea Giovanni Finelli.

Giovanni Finelli, dopo un’esperienza imprenditoriale a Reggiolo terminata con la vendita delle proprie quote di partecipazione, ha rilanciato Nuova MG nel 2017.

Oggi con 54 dipendenti (29 diretti e 25 in somministrazione) raggiunge un fatturato annuale di circa 3 milioni di euro. “Il nostro cliente principale è la CBM, l’azienda modenese attiva nell’ambito dei sistemi di aggancio, traino e sollevamento attrezzi per trattori agricoli”.

Per Finelli, l’esperienza di inizio giugno con il trasferimento delle maestranze e dei macchinari nella nuova sede evidenzia “l’enorme capacità delle pmi di questa regione. Con i miei collaboratori ci siamo guardati negli occhi e ci siamo dati la carica per trovare il modo di continuare la produzione, senza creare nessun contrattempo e nessun danno ai nostri clienti. Fondamentale è stato il gioco di squadra fatto con le altre aziende che mi hanno supportato in questa fase critica. Vorrei quindi mettere in risalto i nomi di questi amici: Fadimo (impianti di aspirazione), Ramagas (impianti di saldatura robotizzata e manuale), Edil smart (lavori di edilizia), Bagni Paride (impianti elettrici), Primaria (compressori), Pool Impianti, Architetto Ferreri (assistenza tecnica progettuale), Mondo Tecnico Bucciarelli Engineering (consulenti impiantistica)”.

L’economia regionale, conclude il titolare di Nuova MG, “è fatta di queste realtà imprenditoriali che magari non fanno notizia, ma che quotidianamente, e nell’om-

bra, danno un supporto incredibile a tutti noi. Non sono paragonabili alle imprese più grandi e strutturate, ma possono garantire qualità umana e professionalità”.

FIORI GROUP E TEKNOFANGHI SCELGONO OCTAGONA PER COSTITUIRE LE SOCIETÀ IN INDIA

Due nuove operazioni portate a compimento con successo nel mercato indiano: Octagona, società di consulenza di Carpi, che offre servizi di internazionalizzazione alle imprese dal 2002, in questi mesi ha lavorato con impegno nel supportare la crescita internazionale di due importanti aziende italiane.

L’operazione più recente riguarda la costituzione di Fiori Concrete Machines India Pvt. Ltd., società controllata di Fiori Group, con sede a Chennai, in India. Con questa iniziativa l’azienda di Finale Emilia, impegnata nella realizzazione di veicoli fuoristrada per calcestruzzo e dumper per l’edilizia, rientra e consolida il proprio posizionamento in un mercato a forte crescita come quello indiano. L’operazione sottolinea infatti il carattere internazionale del Gruppo: già presente all’estero con numerose sedi dirette e dopo aver concluso nel 2018 una esperienza ultraventennale sempre in India con un partner locale, la nuova società indiana è la base per l’espansione della propria rete commerciale e produttiva sul mercato asiatico, oltre a rappresentare una garanzia di presidio consistente in quel mercato.

La nuova società produrrà localmente i mixer autocaricanti, costituendosi come importante centro nevralgico per le attività di Fiori Group nel Subcontinente. Si tratta di una decisione particolarmente strategica nell’attuale congiuntura economica: con un tasso di crescita del PIL medio del 6% annuo, oggi l’India rappresenta uno dei mercati più ambiziosi dell'intero panorama mondiale.

Per la realizzazione dell’attività, il Gruppo si è rivolta dunque ad Octagona. Forte della sua esperienza sul mercato indiano e delle tre sedi dirette a New Delhi, Pune e Bangalore, la società di consulenza ha ge-

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stito e coordinato l’intero processo di costituzione, predisponendo la contrattualistica richiesta dalla normativa indiana. Inoltre, per assicurare a Fiori Group la piena operatività nel mercato, Octagona già oggi continua ad assistere l’azienda anche nelle sue fasi post-costituzione, attraverso un supporto operativo e legale specifico. Mauro Pelliciari, CEO di Fiori Group, commenta così l’operazione: “L’India rappresenta un mercato strategico per il nostro gruppo e con questa operazione intendiamo offrire maggiore vicinanza e supporto ai nostri clienti locali. A tal proposito, vorrei evidenziare il ruolo svolto da Octagona, tutto questo sarebbe stato impossibile senza l’assistenza di un team esperto, flessibile e presente fisicamente sul campo”. La seconda operazione riguarda l’azienda milanese Teknofanghi. Ad aprile scorso, infatti, è stata perfezionata la creazione di Teknofanghi Water Treatment Asia Pvt. Ltd., a Pune, la prima sede operativa di Teknofanghi nel Subcontinente. L’obiettivo della costituzione è quello di attivare un presidio diretto per la produzione e com-

mercializzazione dei prodotti Teknofanghi destinati al mercato indiano. Anche in questo caso Octagona si è occupata dell’iter necessario alla creazione della nuova società, assistendo la società milanese nella predisposizione dei documenti amministrativi e legali richiesti.

Alessandro Fichera, CEO di Octagona afferma: “In Octagona siamo particolarmente orgogliosi di queste due operazioni per il forte understanding creato con gli imprenditori ed i manager coinvolti nonché per la profondità delle azioni che siamo riusciti a mettere in campo. Il mercato indiano è oggi un interlocutore strategico e privilegiato per le PMI Italiane. Dalla dimensione demografica a quella economica il Subcontinente lancia segnali importanti nei confronti delle nostre imprese che, se ben colte e costruite, offrono opportunità concrete. Per questo stiamo lavorando con grande intensità con sempre più aziende italiane desiderose di aprire una propria presenza stabile in loco”.

ONE EXPRESS, TESTIMONE ED ESEMPIO DI SOSTENIBILITÀ

Evidenziare l’importanza della sostenibilità aziendale come elemento chiave per il successo delle imprese nel contesto attuale, vera e propria necessità per chi desideri operare in modo responsabile e garantire un futuro sostenibile per l’intero pianeta. Questo l’obiettivo dell’evento “L’impresa sostenibile”, che si è svolto lo scorso giugno a Campogalliano, alle porte di Modena, e che ha visto One Express, pallet network che riunisce oltre 135 aziende di trasporto su tutto il territorio nazionale, intervenire nella veste di testimone della soste-

nibilità. Durante l’evento, tra i cui relatori c’era anche Progetto Natù, le attività sviluppate a livello nazionale e locale da One Express e dall’affiliata Due Torri sono state presentate come casi studio di riferimento. Le iniziative delle due realtà bolognesi, entrambe attive nell’ambito della sostenibilità, spaziano dai pannelli solari per la produzione di energia elettrica ai primi bicchieri realizzati in polistirolo riciclato, fino alla piantumazione di 20.000 alberi attuata con l’adesione al Progetto Natù nei comuni di Bentivoglio, Minerbio e San Giorgio di Piano, in provincia di Bologna, con il coinvolgimento di numerose scuole elementari del territorio.

Con il progetto Green Pallet Network, poi, One Express è stata tra le prime realtà ad abbracciare questa filosofia, dimostrandosi socialmente responsabile e coinvolgendo le scuole, i comuni e tutto il network in questo impegno: “Ogni azienda portatrice dei nostri stessi valori rispecchia anche nella concretezza del proprio operato l’ideale raggiungibile dell’impresa gestita come un bene comune, proprio come è per il network. Insieme potremmo dar vita a un grande cambiamento dell’intero sistema societario, nel rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema tutto, per regalare un futuro migliore alle prossime generazioni”, dichiara il presidente Claudio Franceschelli.

Dello stesso avviso anche Andrea Franceschelli, vicepresidente di One Express Italia e vicepresidente e managing director di Due Torri, CEO di More Value: “Un’azienda che guarda al futuro non può non confrontarsi con il presente e con l’impatto ambientale e sociale che ha sul territorio.

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Alessandro Fichera, CEO di Octagona Andrea Franceschelli, vicepresidente di One Express Italia e vicepresidente e managing director di Due Torri, CEO di More Value

One Express, grazie alla presenza capillare di oltre 135 affiliati in tutta Italia, mira ad essere un esempio di rilievo nazionale, ammirato anche oltre i confini italiani”. Un impegno che l’azienda considera parte integrante del proprio percorso e che viene ripreso in tutta la sua comunicazione nazionale e internazionale, come recentemente dimostrato alla fiera Transport Logistic 2023, dove lo stand di 150 metri quadri è stato realizzato con bancali utilizzati per delimitare gli spazi di un’esposizione completamente riutilizzabile. Una sostenibilità vera e non di facciata, così come i frutti brandizzati hanno voluto richiamare l’attenzione del pubblico internazionale sulla riduzione dell’impatto ambientale dell’headquarter di Bologna, che trae energia grazie a un nuovo impianto fotovoltaico.

“Le sfide della sostenibilità rappresentano un nuovo approccio necessario e radicale nei confronti del mondo in cui viviamo e che muoviamo ogni giorno attraverso il network. Guardare i bambini delle scuole partecipare entusiasti alle piantumazioni del progetto One Forest permette di immaginare un cambiamento possibile, di cui ci siamo assunti l’impegno con la determinazione e la qualità che caratterizza ogni iniziativa One Express”, conclude Roberto Taliani, responsabile marketing e comunicazione dell’azienda.

OSPEDALE DI SASSUOLO, NOMINATO IL NUOVO CDA

Rinnovo del Consiglio di Amministrazione e conferma, per il terzo mandato consecutivo, di Mario Mairano alla carica di presidente. Sono questi i principali risultati dell’Assemblea dei soci dell’Ospedale di Sassuolo che si è riunita lo scorso 20 giugno.

I due volti nuovi del CdA sono quelli di Francesca Novaco e Augusto Cavina, entrambi con una consolidata esperienza nel top management della Sanità Regionale, i quali subentrano ad Anna Darchini e Tiziana Mazzini.

Francesca Novaco è laureata in medicina e specializzata in malattie infettive e parassitarie, epidemiologia e sanità pubblica,

igiene e tecnica ospedaliera.

Arriva dalla direzione del Distretto sanitario di Modena dell’AUSL per la quale ha già ricoperto diversi incarichi di vertice: è stata alla guida delle attività socio-sanitarie e direttrice dei Distretti di Castelfranco e poi di Sassuolo (2007/2015) dopo di che ha maturato anche un’importante esperienza a Bologna come direttrice sanitaria dell’Azienda USL tra il 2017 e il 2020. In precedenza, ha ricoperto incarichi anche presso l’Assessorato regionale alle politiche per la salute, dove ha coordinato i programmi di sorveglianza sanitaria per le malattie trasmissibili, e presso l’Agenzia sanitaria regionale nell’area qualità e accreditamento.

Il secondo nuovo componente del Consiglio di Amministrazione è Augusto Cavina: laureato in medicina e chirurgia nel 1977, specializzazione in igiene e medicina preventiva, tecnologie biomediche e igiene e tecnica ospedaliera, è stato direttore dell’USL di Imola (1988/1994), direttore sanitario e poi generale dell’Azienda Ospedaliera Policlinico di Modena (dal 1994 al 2001) e direttore generale per l’Azienda USL di Bologna città (2001/2003). Da gennaio a marzo 2004 è stato scelto anche come Commissario Straordinario per l’AUSL di Bologna e fino al 2005 ha lavorato all’Agenzia Sanitaria della Regione Emilia-Romagna. Nello stesso anno è diventato direttore operativo dell’Area Vasta Emilia Nord e successivamente direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. Nel 2011 approda con la stessa qualifica alla Montecatone R.I. e ne diventa poi presidente e amministratore delegato (2014/2017).

L’Assemblea dei soci, di cui fa parte l’Azienda USL di Modena, ha inoltre approvato il nuovo statuto della società, le cui quote azionarie dal 2022 sono passate al 100%

all’Azienda USL di Modena, rappresentata dalla direttrice generale, Anna Maria Petrini, che ha sottolineato: “Ringraziamo i consiglieri uscenti per l’impegno profuso e auguriamo buon lavoro al nuovo CdA, nel quale si inseriscono figure di consolidata e riconosciuta esperienza nel sistema sanitario regionale, accanto al presidente, la cui conferma è certamente un segno della bontà ed efficacia del lavoro svolto finora. Sono certa che sarà possibile proseguire il percorso di progressiva integrazione già avviato con l’acquisizione delle quote da parte dell’Azienda USL di Modena, perché Ospedale di Sassuolo continui ad essere, e lo sia sempre di più, un nodo fondamentale della rete provinciale, in quella prospettiva di interconnessione tra diverse strutture che oggi è la sola via che consente di mantenere alta la qualità dell’offerta sanitaria per i cittadini di tutta la nostra provincia”.

PELLICONI AI PANDA D'ORO, I PREMI DELLA CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN CINA

Un importante riconoscimento ad abilità, creatività ed efficienza: tutti valori che hanno permesso di portare l’innovazione Pelliconi oltre i confini italiani, fino in Cina. L’azienda di Ozzano dell’Emilia, appena fuori Bologna, specializzata nella produzione di tappi a corona e oggi punto di riferimento a livello mondiale nel settore delle chiusure in metallo e plastica per l’industria del Food & Beverage, è stata tra i protago-

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nisti della dodicesima edizione del Premio Panda d’Oro, con cui la Camera di Commercio italiana in Cina ogni anno premia il lavoro e le strategie d’impresa che le aziende tricolori hanno saputo portare avanti nella propria attività nel Paese asiatico, in particolare nell’area di Shanghai.

La manifestazione si è tenuta il 10 giugno scorso a Shanghai con un super galà, a cui hanno partecipato alcune centinaia di persone. Tra i protagonisti del made in Italy, insieme a Fincantieri, Ferrero e Alfa Romeo, anche Pelliconi, che nella provincia di Jiangsu, non lontano da Shanghai, dal 2017 ha impiantato il primo stabilimento dedicato alla produzione di tappi a strappo, continuando a investire, come dimostrano le due linee di nuova concezione nella creazione di tappi “intelligenti” con molte funzioni avanzate.

Il progetto, che prevedeva un abbattimento dei consumi e performance altamente automatizzate grazie a un accordo con il distretto nazionale high-tech di Changzhou, uno dei poli tecnologici più competitivi della Cina, creato nel 1992, ha portato Pelliconi a produrre tre miliardi di tappi. È anche grazie a questo risultato che l’azienda di Ozzano dell’Emilia è stata premiata nella categoria “Migliore piccola-media impresa”, replicando così il successo del 2017, quando nel corso dell’ottava edizione del Premio Panda d’Oro si era aggiudicata la vittoria nella categoria “Smart”.

La Cina si conferma sempre di più un mercato strategico per le imprese italiane, come dimostrato dai dati sull’interscambio commerciale che nel 2022 ha raggiunto quota 74 miliardi di euro, con una crescita del

36% su base annua. In particolare, grande importanza è ricoperta dagli scambi bilaterali con Shanghai, pari a 16,1 miliardi di dollari nel 2022, valore che garantisce all’Italia il primo posto tra i Paesi dell’Ue.

E proprio su questa consapevolezza è stata strutturata la cerimonia dei Panda d’Oro 2023 che, organizzata dalla Camera di Commercio italiana in Cina con il supporto dell’Ambasciata d’Italia e del Consolato Generale d’Italia a Shanghai, con la partnership media di Class Editori, lo scorso giugno ha avuto come protagoniste le 15 imprese italiane premiate per gli importanti risultati ottenuti dopo il Covid e visto oltre 530 partecipanti tra aziende, imprenditori, soci e amici della Camera nonché i rappresentanti di istituzioni italiane e cinesi.

E Pelliconi porta nel mondo anche il proprio bagaglio di scelte, tra cui un forte impegno verso la sostenibilità, per contribuire a ridurre l’impatto sull’ambiente e a migliorare il benessere sociale ed economico. L’azienda bolognese ha intrapreso da anni una sfida complessa che allo stesso tempo presenta grandi opportunità dentro e fuori l’azienda. Il gruppo ricicla ogni anno più del 97% dei suoi scarti di produzione e allo stesso tempo ha avviato numerosi progetti per combattere il cambiamento climatico, per supportare comunità locali e internazionali e per garantire ai propri dipendenti stabilità e sicurezza sul posto di lavoro.

POLITECNICA, I NUMERI DI UN 2022 IN COSTANTE CRESCITA

Un trend di crescita costante e importanti propositi per il futuro: nell’anno del proprio 50° anniversario Politecnica ha centrato e superato numerosi obiettivi in termini di produttività e sviluppo. L’azienda, tra le maggiori società italiane di progettazione integrata - architettura, ingegneria e urbanistica - con tre sedi a Milano, Modena e

Firenze, presente in 11 Paesi con oltre 300 professionisti, si è riunita lo scorso maggio a Firenze per approvare il bilancio 2022 e nominare il nuovo CdA, confermando la presidenza di Francesca Federzoni, che ricopre il ruolo dal 2011, anche per il prossimo triennio.

Il fatturato complessivo è pari a oltre 25 milioni di euro, con un incremento del 18,4% rispetto al 2021; in crescita anche il portafoglio ordini, che raggiunge il valore di 63,3 milioni, mentre i lavori acquisiti nel corso dell’anno ne valgono 33,6. Come evidenzia Federzoni, “i risultati positivi definiscono una dimensione reddituale e patrimoniale solida e affidabile per lo sviluppo del Piano Industriale 2021-23, finalizzato a capitalizzare la forte domanda di progettazione spinta dal PNRR e dalla transizione energetica ed ecologica”.

Nel 2022, infatti, la crescita del mercato domestico è spinta dal PNRR e dal mercato pubblico che contribuisce allo sviluppo con 15,3 milioni di euro di lavori acquisiti, mentre la quota di mercato privato cresce stabilmente, con 8,4 milioni di euro. In Italia Politecnica si è resa protagonista nel mercato privato della sanità, del lusso e dell’industria; nel pubblico è un riferimento per i grandi ospedali, le infrastrutture e il restauro. L’aumento delle nuove commesse registra anche la netta ripresa dell’attività dei grandi Donors internazionali, che sui mercati esteri costituiscono il mercato di riferimento.

Quest’anno rappresenta tra l’altro un giro di boa per l’attività internazionale che, a Francesca Federzoni, CEO di Politecnica

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un decennio esatto dalla creazione della direzione commerciale estera di Politecnica, raggiunge il traguardo di 11 milioni di acquisito da nuove commesse, con un’incidenza del 48% del valore dei complessivi 55 nuovi progetti del 2022. Segno positivo, infine, anche per quanto riguarda il personale, in crescita del 10% su base annua. “Intendiamo fare ulteriori investimenti nel campo delle risorse umane. Serve governare la crescita e scrivere il futuro: useremo questo momento particolarmente vivace di domanda in Italia per investire e consolidare le nostre attività all’estero. Intendiamo incrementare la nostra capacità produttiva; questo ci consentirà di avere, quando gli effetti del PNRR sfumeranno, mercati alternativi a quello pubblico. Rafforzeremo la nostra presenza a Roma con l’apertura di uffici di progetto e prevediamo di superare i 7,6 milioni di patrimonio netto: un traguardo mai raggiunto prima”, sottolinea Federzoni.

I risultati 2022 sono stati presentati insieme all’Annual Report di Politecnica, che illustra il focus per lo sviluppo sostenibile e analizza le principali iniziative realizzate in ottica SDGs dell’Onu. Confermando il proprio impegno attraverso il ruolo che la progettazione ha per contribuire al benessere di comunità e persone, la società ha infatti aderito a 6 dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030. Tra questi, il raggiungimento della piena parità numerica delle persone della propria organizzazione, che oggi vede una presenza femminile al 47% e una piena parità di remunerazione, con un gap sotto l’1%: tasselli di un mosaico che lo scorso giugno ha portato Politecnica, prima in Italia, a rinnovare la certificazione Gender Equality di IDEM, startup universitaria nata all’Unimore in seno alla Fondazione Marco Biagi.

SUPRA, LA NUOVA SPAZZATRICE FULL ELECTRIC FIRMATA RCM

È stata tra le protagoniste della fiera ISSA PULIRE 2023, che si è svolta a maggio scorso a Milano. La novità di casa RCM, l’azienda di Casinalbo, in provincia di

Modena, specializzata nella produzione di spazzatrici industriali con misure e prestazioni adatte a ogni tipo di situazione, è SUPRA ergonomica, robusta, full electric, è una spazzatrice forte e affidabile anche per lavori gravosi che richiedono grande qualità di pulizia. La macchina ha suscitato interesse per la grande autonomia di lavoro, fino a sei ore, ma anche per la riduzione dei consumi: “SUPRA infatti, risparmia risorse pur mantenendo altissimi standard di pulizia e pulisce in modo green, con un basso impatto ambientale”, spiegano dall’azienda.

“La macchina è completamente elettrica e semplice da usare; garantisce una pulizia rapida di aree di medie e grandi dimensioni, interne ed esterne. Può essere utilizzata sia con scarico manuale che con scarico idraulico”, continuano da RCM.

Questa motoscopa meccanica ha un sistema di aspirazione per il controllo delle polveri ed è dotata del sistema esclusivo di aspirazione sulle spazzole laterali, un brevetto della casa modenese. “L’ampia pista di pulizia di 1.450 mm e una grande superficie filtrante permettono di pulire grandi superfici in tempi ridotti, senza sollevare polvere. Il contenitore rifiuti posteriore ha una grande capacità di carico, maggiore rispetto al contenitore delle altre spazzatrici industriali della stessa categoria. Questo permette di pulire in modo efficace affrontando lunghe sessioni di pulizia e riducendo i fermi macchina”, evidenziano ancora dall’azienda modenese.

Tra le sue caratteristiche anche l’essere ergonomica: il comodo sedile regolabile e il volante inclinato permettono agli operatori di qualsiasi statura una guida ergonomica e confortevole, mentre i comandi più uti-

lizzati sono facilmente individuabili e sono posti in posizione comoda per l’operatore. Supra rappresenta bene RCM, sempre all’altezza delle sfide del mercato: la storia dell’azienda prende origine a fine Ottocento, quando Ippolito Raimondi costruiva ‘moderne’ biciclette a Parma ed era concessionario della ‘Bernardi Auto’. Dopo il trasferimento della famiglia a Modena nell’immediato primo dopoguerra, il figlio Romeo inizia a costruire motocicli per poi passare a motori industriali, marini e trattori agricoli. Nel 1967 viene costituita la RCM di oggi (nel 2017 ha infatti festeggiato il 50° anniversario) che produce la prima spazzatrice italiana e inizia e ben presto diventa una delle principali realtà internazionali nel settore del cleaning.

Con una generazione dopo l’altra alla sua guida, oggi RCM produce una gamma completa di motoscope e lavasciuga ed è tra i pochi player del settore con un range completo di macchine industriali per la pulizia industriale e urbana. L’innovazione e la ricerca sono uno dei segreti del successo dell’azienda di Casinalbo che ha dato spazio sempre più alla robotica: nelle fabbriche 4.0 la pulizia degli ambienti è fondamentale per far funzionare le telecamere dei robot semoventi. Il green deal è attenzione all’ambiente nei fatti, con i prodotti e i sistemi di produzione, non solo a parole: da oltre 30 anni RCM si avvale di un impianto fotovoltaico da 185 kW che copre il 60% dell’energia utilizzata nei propri stabilimenti, riducendo così le emissioni di CO2 per un totale di oltre 5.000 tonnellate.

REFUEL SOLUTIONS, INAUGURATO A MODENA IL NUOVO HEADQUARTER

La società modenese Refuel Solutions, nata nel 2021 come startup innovativa e spin-off dell’Università di Modena e Reggio Emilia, oggi player di riferimento della Motor Valley emiliana e prima realtà del mercato europeo ad aver realizzato un prodotto per la conversione dei motori diesel in biocarburante, ha inaugurato lo scorso 14 giugno il nuovo headquarter in via Cesare della Chiesa 131-133, a Modena.

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La spazzatrice SUPRA di RCM

CIRCULAR FASHION

e sfide dell’economia circolare per il settore moda
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12 ottobre 2023 | H 17.00 Fondazione Fashion
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All’evento hanno preso parte le istituzioni, con il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli che ha tagliato il nastro insieme ai fondatori di Refuel Solutions Federico De Pietri, Adriano Cordisco, Rexhina Saraci e Marco Di Mola, rappresentanti di Unimore, esponenti della finanza italiana e investitori della startup da tutto il Paese.

La cerimonia è iniziata con un focus di Federico De Pietri, co-founder e CTO, sulle sfide europee per rendere la mobilità sostenibile, con un approfondimento della soluzione tecnologica proposta dalla società modenese per una transizione ecologica, il BiodieselKit: “É difficile pensare che la diffusione dell’elettrico possa rispondere agli obiettivi europei. Ma anche qualora riuscissimo ad accelerare ci occuperemmo di automobili, e per i mezzi pesanti in circolazione? Penso che i numeri raccontino una verità da analizzare e affrontare: implementare tecnologie alimentate con biocarburanti è l’unica soluzione per garantire un investimento sostenibile da parte dei proprietari delle flotte. Noi non ci fermiamo ai mezzi pesanti, con il nostro BiodieselKit interveniamo in diversi settori, dalla conversione dei generatori a diesel al mercato navale”.

Ha poi preso la parola Adriano Cordisco, co-founder e CEO, ripercorrendo le tappe fondamentali che hanno portato Refuel Solutions a una crescita considerevole: “Questa sede è un passo fondamentale, segna lo spartiacque tra il nostro recente passato da startup innovativa e un nuovo percorso di azienda. Siamo passati in pochi mesi da quattro soci fondatori a più di quindici appassionati, che tutti i giorni vogliono cambiare lo status

quo della mobilità sostenibile. Abbiamo obiettivi internazionali, i mercati si sono svegliati all’improvviso e ci obbligano ad accelerare. La domanda generata sui biocarburanti è importante e la nostra soluzione è perfetta per questo processo evolutivo”.

Rivolto al futuro e pragmatico, infine, l’intervento del sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli: “Modena vuole rimanere la capitale della Motor Valley anche in questa fase di profonda trasformazione del settore, con le innovazioni che riguardano l’elettrico, così come la guida autonoma e assistita. Abbiamo obiettivi ambiziosi e stiamo investendo anche per diventare un polo importante per le tecnologie legate all’idrogeno. Questo però non significa dimenticare che il processo di conversione sarà lungo e complesso. I ragazzi di Refuel Solutions, con la loro passione e competenza, sono una risorsa importante per il territorio, con soluzioni che rappresentano opportunità decisive per garantire la transizione sostenibile nel mondo dei trasporti e della mobilità”.

LA GRANDE RIPARTENZA DI SAMP: I NUMERI RECORD DEL 2022

Un fatturato globale che in un solo anno è più che raddoppiato: dai 12,9 milioni di euro del 2021 ai 29,3 milioni del consolidato 2022. Per la sola Italia addirittura decuplicato: da 1,5 a 15 milioni. Da 57 a 88 dipendenti in un anno e mezzo, attività produttiva e ordinativi ripresi a pieno regime e un recente accordo con una società franco-belga che consente di ampliare il portafoglio con una nuova linea integrata di prodotti per competere al meglio nel mercato internazionale. Sono gli eccellenti numeri di Samp, il ramo di azienda comprendente la proprietà intellettuale, i marchi, il know-how e il personale di SampSistemi che il Gruppo Svizzero

HVD Partners ha rilevato nel luglio 2021 dalla procedura di concordato preventivo dello storico Gruppo Industriale Maccaferri. Con indici tutti positivi e un numero record di nuove assunzioni, Samp continua con successo nel business che l’ha resa uno dei punti di riferimento a livello globale del suo settore: l’ideazione e realizzazione di macchine di precisione innovative e ad alte prestazioni che vengono fornite alle principali aziende mondiali che producono fili e cavi elettrici in rame e alluminio. Prosegue quindi l’esperienza di una realtà fondata nel 1936 a Bologna che, a quasi 90 anni dalla sua nascita, vede nuovamente importanti prospettive per

il futuro.

Il numero dei nuovi assunti testimonia la volontà non solo di ripartire, ma di svilupparsi oltre i livelli precedenti alla crisi. Da ottobre 2021 a oggi l’organico di Samp è cresciuto di oltre il 60% e a breve termine sono in programma ulteriori ingressi che andranno a incrementare tutti i reparti. Un buon numero degli assunti proviene da Bentivoglio, alle porte di Bologna, o dai comuni limitrofi, segno anche questo che Samp intende continuare a crescere nel tempo riaffermando il suo ruolo di risorsa industriale storica del territorio. In continuità con il passato, l’azienda ha confermato il suo headquarter e una delle sue principali sedi produttive proprio a Bentivoglio, occupando un’area di circa 8.000 metri quadri per la produzione e di oltre 800 per gli uffici.

Sotto la direzione del quartier generale bolognese vengono coordinate le attività a livello globale sviluppate presso gli stabilimenti di Samp USA, Samp China e Samp Do Bra-

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Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena, al taglio del nastro insieme ai quattro fondatori di Refuel Solutions Teodoro Ceglia, amministratore delegato di Samp

RIVIT, DA MEZZO SECOLO PUNTO DI RIFERIMENTO ITALIANO

NEI SISTEMI DI FISSAGGIO

Il traguardo è di quelli importanti: cinquant’anni di attività che hanno portato al consolidamento di un’azienda rilevante per il territorio bolognese e per l’Italia. Rivit, con sede a Ozzano dell’Emilia, appena fuori Bologna, ha celebrato la ricorrenza tonda con un evento celebrativo aperto al territorio, lo scorso 24 maggio, che ha visto tra l’altro l’inaugurazione del primo punto vendita a marchio Mister Worker, piattaforma digitale italiana specializzata nella vendita di utensili di ferramenta che proprio con Rivit si apre alla prima esperienza di negozio fisico.

Player di rilievo nel settore dei rivetti e degli inserti e dei relativi strumenti per l’installazione, dal 2021 Rivit è parte del Fervi Group di Vignola, nel modenese, e oggi si appresta a consolidare il suo approccio al mercato, forte di una diffusa presenza internazionale in oltre 65 Paesi, con due sedi estere in India e Marocco, e con nuove partnership orientate ad ampliare l’offerta merceologica sia a livello nazionale che internazionale. In occasione dell’evento celebrativo dei 50 anni dalla fondazione è stato anche presentato il nuovo amministratore delegato Francesco Montanari, manager con esperienza nella gestione dei mercati esteri per importanti società italiane, a cui Fervi Group ha affidato la guida di Rivit con l’obiettivo di consolidare la leadership nazionale e ottimizzare la presenza internazionale dell’azienda, sia attraverso partnership strategiche sia lavorando sull’organizzazione della struttura e sulla

sil, questi ultimi due anche produttivi. Il Gruppo conta a livello globale circa 200 collaboratori e si rivolge a clienti di tutto il mondo (il 95% degli ordini proviene dall’estero) nei settori dell’energia, dell’automotive, delle infrastrutture, delle costruzioni, dei dati e dei trasporti, offrendo innovazione tecnica ed eccellenza ingegneristica. Recente è poi l’accordo con l’azienda belga Gauder & Co. che consente a Samp di

gamma di prodotti da offrire al mercato. “Cinquant’anni di attività e l’appartenenza a un gruppo dinamico come Fervi Group sono un ottimo punto di partenza per costruire nuove opportunità di crescita. L’obiettivo è continuare a essere sempre più un punto di riferimento, sia per gli operatori dell’industria 4.0, sia in ambito più artigianale, pronti a cogliere sfide e opportunità che un mercato ampio e diversificato come quello del fissaggio propone ai migliori operatori del settore”, evidenzia l’amministratore delegato Montanari. I festeggiamenti hanno visto il coinvolgimento delle istituzioni locali: la Regione Emilia-Romagna, attraverso l’assessore alle attività produttive Vincenzo Colla, ha inviato i suoi auguri per la ricorrenza; la Città Metropolitana di Bologna ha concesso il patrocinio e il Comune di Ozzano dell’Emilia ha partecipato all’evento con le massime autorità locali, a testimonianza dell’importanza che Rivit riveste per il suo territorio di appartenenza.

Dal 1973 l’azienda bolognese fornisce ai settori dell’industria, della rivendita e dell’edilizia prodotti e consulenza su sistemi di fissaggio e utensili per l’assemblaggio e la lavorazione della lamiera. La sua storia si dipana lungo la via Emilia, tra Bologna e Ozzano, con una serie di sedi storiche ampliate negli anni per poter ospitare una realtà in costante crescita e che trova oggi una collocazione di prestigio nella moderna palazzina a bordo dell’Autostrada A14, con uffici direzionali, un moderno magazzino automatizzato e il punto vendita di attrezzature aperto ai professionisti del territorio che, in occasione del cinquantesimo, è diventato il primo negozio fisico del marchio Mister Worker, ad espressione di un approccio al mercato e al cliente moderno e multicanale.

“Il punto vendita, frutto dell’ampliamento e del rinnovamento di uno spazio già esistente, si sviluppa su una superficie totale di circa 600 metri quadri e vuole proporre un’offerta a 360 gradi nei nostri settori. Naturalmente ampio spazio è dedicato all’esposizione delle gamme dei marchi del Gruppo: Rivit, Fervi e Vogel, ma non mancano i prodotti di altri brand che in altri ambiti possono essere nostri competitor, ma che in questo caso abbiamo compreso nella nostra offerta proprio per poter

avvalersi della tecnologia Pourtier per la produzione di macchine rotanti di bassa e media tensione e di fornire ai propri clienti una linea completa e integrata di macchine: da quelle per la trafilatura a quelle per l’estrusione del cavo fino alle macchine rotanti per la produzione di fili e di cavi.

“Dopo l’acquisizione da parte di HVD Partners, Samp ha conservato collaboratori e clienti storici ed è riuscita a proporre un

percorso di crescita e sviluppo che si sta già concretizzando. Oggi possiamo affermare con piacere e orgoglio che Samp, ormai vicina al traguardo del secolo di attività, è viva e in piena salute ed è intenzionata a rimanere a lungo un patrimonio per il territorio bolognese e a confermarsi player mondiale per il settore di riferimento”, dichiara l’amministratore delegato Teodoro Ceglia.

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SETA, PREMIO SPECIALE PER IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ

Uno tra i più importanti riconoscimenti a livello nazionale dedicati alla responsabilità sociale e alla sostenibilità d’impresa. Ad aggiudicarselo, lo scorso luglio, è stata SETA, realtà che gestisce il servizio di trasporto pubblico locale nei territori provinciali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza. Il Bilancio di sostenibilità 2021 è infatti valso all’azienda il premio speciale “Gladiatore dell’inclusione”, attribuito annualmente da BBS - Biblioteca Bilancio Sociale, punto di raccolta che valorizza e rende possibile anche su scala internazionale la consultazione dei bilanci di sostenibilità delle più importanti imprese italiane, e realizzato con il patrocinio di Ministero dell’Ambiente, Unioncamere, Confindustria e Symbola-Fondazione per le Qualità Italiane.

Giunto alla sua ottava edizione, il premio BBS 2023 è stato dedicato al tema “Eccellenza e diversità, l’attitudine a includere le differenze” e assegnato al report di sostenibilità dell’azienda emiliana di trasporto pubblico nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta presso la Fondazione Ambrosianeum di Milano con la seguente motivazione: “Una rendicontazione trasparente capace di trasferire informazioni e dati al proprio pubblico di riferimento, i cittadini, con linguaggio semplice e diretto, valorizzando il paradigma accessibili-

tà-disabilità e innovazione”.

“Questo gradito riconoscimento conferma l’efficacia del percorso di Responsabilità

Sociale d’Impresa avviato da tempo dalla nostra azienda e premia, in particolare, l’impegno profuso ad ogni livello per garantire il diritto a una mobilità accessibile a tutti i cittadini, soprattutto ai soggetti fragili. L’attenzione di SETA alle esigenze di chi sconta maggiori difficoltà nella vita quotidiana è inoltre testimoniata dalle tante azioni concrete messe in campo: l’impegno costante per rinnovare la flotta veicolare e dotarla dei più innovativi apparati di bordo e di idonei ausili per il trasporto dei passeggeri diversamente abili (disponibili oggi su oltre l’80% dei nostri mezzi); l’attivazione di un progetto di inclusione sociale e inserimento nella vita lavorativa dei figli dei dipendenti con disturbo dello spettro autistico, con la realizzazione di laboratori e altre attività mediante l’ausilio di una rete di specialisti; la partecipazione a gruppi di lavoro inter-istituzionale attivati sul territorio”, commenta con soddisfazione Antonio Nicolini, presidente di SETA

Alla cerimonia di premiazione dello scorso luglio è intervenuta in rappresentanza di SETA Costanza Righi Riva, direttore delle risorse umane, che nel ricevere il premio ha ringraziato gli organizzatori e sottolineato che “il significato del Premio speciale ‘Gladiatore dell’Inclusione’ dimostra che condividiamo temi importanti, in particolare quello dell’inclusione sociale che ci sta molto a cuore. SETA ha da sempre grande attenzione per le persone, utenti e dipendenti: mettere la persona al centro fa cambiare prospettiva nella gestione di un’azienda. Da diversi anni SETA investe risorse economiche e umane in questa direzione e nel tempo si è sviluppata al nostro interno una cultura dell’integrazione e dell’accoglienza, che sono diventati valori aziendali condivisi. Questo premio rappresenta

quindi un elemento di sincera soddisfazione e uno stimolo a proseguire lungo questo percorso, ponendo sempre un’attenzione particolare ai soggetti fragili, per garantire loro di poter fruire agevolmente dei nostri servizi”.

SIRA INDUSTRIE CRESCE ED ENTRA NEL SETTORE AUTOBUS CON SITCAR

Il primo semestre del 2023 conferma per Sira Industrie il trend positivo di crescita, pari a circa il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e segna l’ingresso nel settore autobus del gruppo

bolognese, fondato nel 1958 dal Cav. Gaetano Gruppioni e operante in ambiti legati all’utilizzo dell’alluminio con le tre divisioni Die casting, Heating e Engineering, presidiate dalle diverse aziende produttive e commerciali che nel corso di oltre 60 anni di storia hanno permesso a Sira industrie di sviluppare un know-how altamente specializzato.

Il gruppo, che ha visto il proprio fatturato raggiungere i 151 milioni di euro con un incremento del 30% rispetto all’esercizio precedente e l’Ebitda superare i 14 milioni, in crescita del 44%, ha esposto i risultati dell’esercizio 2022 durante l’assemblea di approvazione del bilancio dello scorso

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Antonio Nicolini, presidente, Costanza Righi Riva, direttore risorse umane, e Francesco Patrizi, amministratore delegato di SETA Valerio Gruppioni, CEO di Sira Industrie

7 luglio e nell’occasione ha ufficializzato l’acquisizione di Sitcar, storica realtà della Motor Valley con sede a Formigine, in provincia di Modena, dal 1978 punto di riferimento nella produzione di minibus, scuolabus e veicoli speciali. Nel corso della propria storia Sitcar ha fornito veicoli per ogni esigenza di mobilità in tutto il territorio nazionale dove, ancora oggi, detiene un parco circolante di oltre 2.000 automezzi. L’operazione segna un nuovo capitolo nella strategia di espansione del gruppo bolognese guidato dall’imprenditore Valerio Gruppioni e si propone di riportare il marchio Sitcar ai vertici del mercato di riferimento in un particolare momento storico di transizione del settore, dai veicoli tradizionali a quelli a emissioni zero. Il piano industriale di rilancio di Sitcar prevede il trasferimento della produzione presso la sede centrale del gruppo Sira Industrie, a Pianoro, in provincia di Bologna, con una gamma di prodotti completamente rinnovata e orientata alle nuove trazioni green. “Un team interamente rinnovato, composto da tecnici altamente specializzati nella progettazione e costruzione di autobus, è già all’opera con l’obiettivo di mettere a punto i nuovi modelli, alcuni dei quali saranno presentati già nell’autunno 2023. Le prerogative dei nuovi mezzi saranno alta tecnologia, qualità e attenzione alle necessità della clientela, sia privata sia pubblica”, sottolinea il presidente e CEO di Sira Industrie Valerio Gruppioni, sotto la cui guida la società, che impiega circa 400 addetti, ha consolidato un intenso sviluppo orientato all’internazionalizzazione che oggi consta di nove unità produttive in tre diversi continenti nei settori della pressofusione, dell’automotive e del riscaldamento residenziale.

La newco Sitcar Mobility Vehicles impiegherà a regime 60 addetti, con una previsione di fatturato di 80 milioni di euro, oltre all’indotto. I programmi di medio periodo prevedono l’espansione del marchio e dei prodotti Sitcar Mobility Vehicles anche sui mercati export, sia europei sia extra europei, allo scopo di esportare la tecnologia “made in Italy” ad ogni latitudine.

CON SMURFIT KAPPA GLI STUDENTI DI SAN FELICE CREANO IN MODO SOSTENIBILE

Giocare e allo stesso tempo entrare in contatto con concetti importanti, come economia circolare, riuso, riciclo, sostenibilità, che sono diventati parte integrante della nostra vita e del nostro futuro, in particolare per le nuove generazioni. È quanto accade all’Istituto Comprensivo di San Felice sul Panaro, in provincia di Modena, grazie alla collaborazione con Smurfit Kappa Italia, azienda specializzata nella realizzazione di packaging a base carta. I collaboratori dello stabilimento di Camposanto sul Panaro, sempre nel modenese, dove si realizzano scatole e imballaggi in cartone ondulato, hanno donato alla scuola alcuni pallet in legno utilizzati nei magazzini affinché i ragazzi dell’Istituto potessero dare nuova vita a questi elementi immaginando nuove funzioni. Sono nate così originali fioriere

rale portata come esempio nazionale di riconversione positiva”, spiegano dall’azienda. “Con il progetto che ha coinvolto la scuola di San Felice, ci fa piacere soprattutto essere al fianco delle giovani generazioni e aiutarli oggi a comprendere il valore del riuso e del riciclo per essere domani cittadini migliori”.

Smurfit Kappa in Italia opera con 26 stabilimenti, di cui dieci stabilimenti integrati, quattro scatolifici, due produttori di fogli di cartone ondulato, due cartiere, un impianto dedicato al riciclo e sette stabilimenti di prodotti speciali. Da gennaio 2023 Smurfit Kappa Italia è stata certificata azienda Top Employer per il quarto anno consecutivo.

e sedute a uno o più posti per arredare le aree verdi all’esterno della scuola. I ragazzi si sono anche divertiti a colorare i vari elementi dando sfogo alla loro creatività con risultati davvero soddisfacenti. L’iniziativa fa parte di un progetto di inclusione più ampio denominato “Noi cittadini competenti”.

“Con questo programma abbiamo creato un legame ancora più forte con la comunità locale, dove siamo intervenuti con altri progetti, ad esempio, sostenendo la realizzazione della ‘Stazione’ di Finale Emilia, l’area della stazione degli autobus che era dismessa ed è diventata un hub multicultu-

Fa parte di Smurfit Kappa Group, società parte del FTSE100, che è uno dei più importanti produttori mondiali di soluzioni di imballaggio a base carta, con 47.000 dipendenti, oltre 350 stabilimenti dislocati in 36 Paesi nel mondo e un fatturato di 12,8 miliardi di euro nel 2022.

“I prodotti Smurfit Kappa, che sono al 100% rinnovabili e sostenibili, migliorano l’impatto ambientale dell’attività dei clienti. Grazie a un approccio proattivo, viene condivisa tra azienda e clienti l’esperienza e la competenza per costruire insieme nuove opportunità di successo”, ricordano ancora dall’azienda. “Collaboriamo con i nostri clienti condividendo la conoscenza dei prodotti e del mercato e i trend del packaging per garantire il successo nei loro settori. Possiamo mettere a disposizione una gamma di soluzioni di packaging a base carta senza confronti, costantemente aggiornata grazie a conoscenze e innova-

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‘DUSE 200’, IL TEATRO DUSE DI BOLOGNA FESTEGGIA DUE SECOLI DI APPLAUSI

‘Duse 200’, questo il titolo del programma speciale di iniziative ospitate dal Teatro Duse di Bologna, da settembre a dicembre 2023, per festeggiare due secoli di spettacolo dal vivo sullo storico palcoscenico di via Cartoleria, ovvero da quando, nel 1822, l’ingegnere Antonio Brunetti aprì le porte di quello che sarebbe divenuto prima il Teatro Brunetti e poi l’attuale Duse, il teatro di prosa più antico della città, oggi tra i più prestigiosi a livello nazionale. “Festeggiamo questo importante compleanno orgogliosi del passato, ma con lo sguardo diritto verso il futuro, ben consci che si può innovare e guardare avanti solo se si ha la consapevolezza della propria storia”, commenta il presidente del cda Walter Mramor. Ad aprire le danze del bicentenario, i cui festeggiamenti sono stati posticipati al 2023 a causa delle incertezze della fase post-Covid dello scorso anno, dal 18 settembre al 9 ottobre, il ciclo di incontri ‘Duse Sala Stampa’, condotto dal giornalista Vincenzo Branà con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna: quattro conversazioni, tra cronaca e retroscena, con altrettante firme delle pagine di cultura e spettacoli delle redazioni di Bologna: Claudio Cumani (Il Resto del Carlino), Paola Gabrielli (Corriere di Bologna), Alessia Angellotti (Radio Bruno) e Nicola Pirrone (ANSA).

‘Duse 200’ entra nel vivo con la rassegna ‘Duse & Friends’, che coinvolge una rosa di iconici artisti di Bologna e partner storici del Duse. Il via il 4 ottobre con gli spettatori più piccoli. Sul palco la compagnia Fantateatro, diretta da Sandra Bertuzzi, con lo spettacolo ‘Una notte a teatro’ (dai 4 anni in su). Al centro della storia un attore che, per errore, rimane chiuso nel teatro, di notte, da solo; un viaggio fantastico tra le meraviglie di due secoli di Duse, con un salto nel futuro per vedere cosa sarà il teatro di domani.

Il 6 ottobre in scena gli Oblivion con ‘200, ma anche 20’, un ritorno sul palco dove debuttarono 20 anni fa. Con il loro talento e la consueta ironia Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli spiegano quale sia stato “il ruolo degli Oblivion nel declino del teatro italiano”.

L’11 ottobre sipario su ‘W il Duse!’ di e con Giorgio Comaschi, che rilegge la storia del Teatro coinvolgendo il pubblico in un racconto arricchito da immagini storiche. L’attore, giornalista e scrittore snocciola gli aneddoti più divertenti e bizzarri dei duecento anni del Duse: dai ritardi di Walter Chiari alle bizze di Carmelo Bene, dai trionfi di Giorgio Gaber al tip tap di Ernesto Calindri.

Il 19 ottobre è la volta di Vito in ‘Omaggio al Duse - Storie e racconti della Bologna di ieri, oggi, domani’. Celebrare la storia del Duse significa, infatti, anche raccontare Bologna e i bolognesi. Vito dà dunque vita a personaggi favolistici: dal prete di campagna al tassista di città, dai fenomeni da bar alle ‘rezdore’, senza dimenticare fruttivendoli, meccanici, santi, comunisti, prostitute e maiali, tra

frammenti autobiografici e quadri di vita, vicini e lontani nel tempo.

Spazio all’Opera, il 28 ottobre, per una serata promossa insieme alla Fondazione Luciano Pavarotti. Il concerto, intitolato ‘Opera Incanto’ è un omaggio ai grandi interpreti della musica lirica che hanno calcato le scene del Duse, da Maria Callas fino a Renata Tebaldi.

Si unisce alla festa per il Duse anche Vinicio Capossela con il concerto del 6 novembre, in replica il giorno successivo. Capossela, che proprio in Emilia-Romagna e a Bologna ha mosso i suoi primi passi artistici e da molti anni è una presenza di casa al Duse, presenta il nuovo album ‘Tredici canzoni urgenti’, un disco collettivo e polimorfo che spazia dalla folìa cinquecentesca al reggae and dub anni Novanta.

Si prosegue l’8 novembre con Alessandro Bergonzoni, visionario autore e interprete di una drammaturgia contemporanea che rappresenta perfettamente la capacità del Duse di coniugare tradizione e innovazione. In scena Bergonzoni è al contempo protagonista e narratore di una sorta di serata d’onore in cui utilizza il palcoscenico amico e a lui congeniale del Duse per un evento unico e irripetibile.

‘Duse & Friends’ si chiude il 27 dicembre come si è aperto e cioè all’insegna dei giovani. Largo, dunque, a un’edizione speciale di ‘Bollicine’, il tradizionale concerto di fine anno dell’Orchestra Senzaspine. L’ensemble under 35 diretto da Tommaso Ussardi e Matteo Parmeggiani è stato accolto al Duse fin dal 2013, anno dalla sua nascita. Il concerto si conclude con il ‘Conduct Us’, l’ormai celebre formula interattiva di coinvolgimento del pubblico con cui i Senzaspine invitano gli spettatori a impugnare la bacchetta e dirigere l’orchestra.

Completano il programma ‘Duse 200’ un merchandising commemorativo da collezionare, un focus multimediale destinato alle piattaforme web e social e incentrato sul rapporto che lega il Duse ai più importanti interpreti della scena teatrale nazionale e internazionale, e una mostra fotografica allestita negli spazi del teatro per ripercorrere i momenti più importanti ed emozionanti dell’attività del Duse.

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zioni all’avanguardia. Grazie a un processo produttivo integrato, gli stabilimenti di trasformazione possono approvvigionarsi della maggior parte delle materie prime da cartiere di proprietà del Gruppo, assicurando prestazioni e servizio ottimali”. Smurfit Kappa vanta inoltre un’orgogliosa tradizione a sostegno di iniziative sociali e ambientali e di supporto alle comunità in cui è presente attraverso le quali si sostengono gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

SOCIETÀ DOLCE CRESCE ANCORA, VALORE DELLA PRODUZIONE A 111 MILIONI DI EURO

Sono stati tre anni durissimi, per chi opera nei servizi alla persona. Per l’impatto che il Covid ha avuto sulle persone più fragili e per i costi che i gestori hanno dovuto sostenere per far fronte alla pandemia e agli

to ulteriormente (+6,2%), in linea con l’aumento del Pil in Italia (+6,8%) ed è pari a 111,2 milioni di euro. Una crescita significativa, rispetto a un 2021 che si chiudeva con 105 milioni di euro: “Tengo a dire - ha spiegato alla platea Pietro Segata, presidente di Società Dolce - che siamo cresciuti per linee interne, cioè da soli, grazie alla nostra elevata reputazione e alle nostre capacità, implementando e ampliando le attività direttamente come cooperativa, senza l’acquisizione di altre realtà, come solitamente accade in contesti grandi come il nostro”.

La redditività delle attività educative e sanitarie, nelle tre regioni in cui opera la cooperativa, quindi Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, è tornata quella del periodo precedente alla pandemia, mentre le attività assistenziali risentono di una saturazione non ottimale delle residenze per anziani non autosufficienti (86,4%). Le aspettative delle due revisioni di bilancio sono state raggiunte, come ad esempio l’emissione del prestito obbligazionario, assistita da garanzia SACE, per 4,4 milioni di euro con il tasso fisso del 4,5% e i 400mila euro dell’adesione in qualità di soci finanziatori di Coopfond e General Fond. Ma soprattutto, la crescita. Il futuro?

prevista l’emissione di un ulteriore prestito obbligazionario da 3 milioni di euro, a sostegno dello sviluppo della cooperativa”, conclude il presidente di Società Dolce.

SWISSLOG ITALIA, DANIELE PIRRO È IL NUOVO AD

Quarantaduenne e marchigiano di origine, Daniele Pirro è stato nominato lo scorso giugno nuovo amministratore delegato di Swisslog Italia e Iberia. La sua storia è contrassegnata da esperienze e conquiste professionali: dopo la laurea in ingegneria informatica e dell’automazione, e un master in business administration, inizia la sua carriera professionale con il ruolo di consulente e continua con delle brevi ma significative esperienze in alcune start-up e software house. Cresce nell’ambito industriale dell’automotive arricchendo il suo bagaglio di soft e hard skills fino al 2015, data in cui entra in Swisslog Italia, realtà multinazionale con una storica sede anche a Maranello, in provincia di Modena, attiva nel campo delle soluzioni intralogistiche automatizzate, con il compito di creare il nuovo software hub. Quest’ultimo incarico lo porta in pochissimo tempo a guadagnarsi il ruolo di responsabile regionale per il team software fino a raggiungere il compito della gestione totale a livello EMEA.

aumenti energetici dovuti alla guerra tra Russia e Ucraina. Costi altissimi, in termini di denaro e di vite umane.

È doveroso partire da qui, per raccontare il bilancio di Società Dolce, cooperativa sociale bolognese di servizi alla persona, tra le dieci più importanti a livello nazionale, presentato lo scorso giugno a una gremita assemblea di 200 persone, dopo le assemblee territoriali molto partecipate e approvato all’unanimità.

Il valore della produzione del bilancio consolidato, nel 2022, è incrementa-

Per Segata è possibile migliorare ulteriormente: “L’obiettivo è essere redditivi più degli altri e crescere più degli altri. Uno sforzo enorme, legato all’intenzione di continuare a generare valore aggiunto per i nostri circa 4000 occupati, a copertura delle condizioni di miglior favore a loro riservate e in vista dell’imminente rinnovo contrattuale per il quadriennio 2020-2023. Inoltre, stiamo lavorando alla costituzione della Fondazione di comunità ‘Villa Adalgisa’, il nostro hospice di Ravenna per le cure palliative e alla creazione di un’autonoma agenzia sanitaria, ‘AssistiamoCasa’, con partner qualificati, per un’offerta di home care e home clinic. Inoltre, nel 2026 è

“A seguito delle mie nuove responsabilità in qualità di SVP Strategy and Portfolio e CTO per il gruppo Swisslog, sono con-

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Daniele Pirro, amministratore delegato di Swisslog Italia e Iberia

Siamo un ecosistema di idee, progetti, prodotti e servizi che orbitano tra lo spazio del marketing, interconnessi dalla tecnologia, dal pensiero creativo e dalla sostenibilità. MakeitWonder offre servizi di comunicazione integrata per l’impresa. Non siamo una classica agenzia, ma puoi pensarci come un contenitore di esperienze e di abilità dentro il quale trovare le migliori soluzioni creative per il tuo business. Anche quest’anno siamo stati protagonisti a FARETE, insieme a Wother® e CalendarioInfinito®, tra coloratissimi brick di acqua personalizzata e nuovi progetti innovativi in realtà aumentata. Siamo MakeitWonder, non ci conosci?

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tento di vedere, nel ruolo di managing director di Swisslog Italia, una persona come Daniele che come me è cresciuta in azienda e ne conosce ogni sfumatura. La sua nomina ad amministratore delegato avviene in modo naturale, dato il ruolo di leadership che ha ricoperto nel dipartimento più numeroso in Italia. Daniele è stato determinante nell’avanzamento della crescita del team software e ha realizzato con successo numerosi progetti. Sono fiducioso che, grazie alla sua determinazione e alla passione che mette nel lavoro, porterà Swisslog Italia a raggiungere sempre nuovi risultati”, afferma Alessandro Benzoni, SVP Strategy and Portfolio e CTO di Swisslog commentando la nuova nomina.

Questo cambio di leadership riflette pienamente i passaggi in atto all’interno dell’azienda a livello worldwide e garantirà anche in Italia un ulteriore sviluppo dell’offerta e della presenza del gruppo multinazionale all’insegna della continuità.

“Con piacere e onore accolgo la nuova sfida, il mio obiettivo è dare continuità e proseguire con il percorso intrapreso da Alessandro circa due anni fa. L’innovazione e la tecnologia giocano un ruolo chiave nel campo dell’intralogistica e noi di Swisslog, quali player di riferimento del settore, continueremo a mettere tutto il nostro impegno per rimanere, come sempre, all’avanguardia in termini di sviluppo tecnologico continuando a offrire al mercato soluzioni sempre più innovative e a valore aggiunto per i nostri clienti”, sottolinea Daniele Pirro.

“Il software e le soluzioni digitali stanno diventando sempre più l’elemento di distinzione nel mercato e Swisslog vuole mantenere il suo ruolo di leader. Temi come i big data e l’Intelligenza Artificiale di cui tanto si parla ultimamente (basti pensare a ChatGPT) saranno la chiave per il futuro e richiederanno sempre più competenze altamente specializzate in questi ambiti. Non è un caso che una larga parte del personale di Swisslog Italia lavori nei diversi ambiti dell’universo del software, dalla realizzazione di nuovi progetti al supporto al cliente, dalla consulenza in fase di vendita fino al quality assurance.

Tutto, sempre senza dimenticare o perdere il focus sui prodotti, sulle soluzioni, sui servizi e in particolare sulle competenze delle persone che fino ad oggi, hanno costituito il successo di Swisslog Italia e che rimarranno fondamentali per il nostro futuro”, conclude Pirro.

TETRA PAK, PRESENTATO IL 24° REPORT DI SOSTENIBILITÀ

Nella 24esima edizione del Report di Sostenibilità di Tetra Pak, multinazionale pioniera e punto di riferimento a livello mondiale nell’ambito delle soluzioni per il trattamento e il confezionamento degli alimenti con cinque sedi in Italia, tra cui Tetra Pak Italiana a Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, e Tetra Pak Packaging Solutions a Modena, c’è la conferma dell’impegno e dei progressi compiuti dall’azienda, recentemente inserita da Financial Times e Statista tra gli European Climate Leaders 2023.

Nel corso dell’anno 2022, Tetra Pak ha raggiunto importanti traguardi, riducendo le emissioni operative di gas serra del 39%, mentre l’84% dell’energia elettrica impiegata proviene da fonti rinnovabili.

In questo modo l’impresa è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni per le proprie attività entro il 2030. Inoltre, la vendita di 8,8 miliardi di confezioni realizzate con materiali da fonti vegetali e di 11,9 miliardi di tappi sempre da fonti vegetali si è tradotta in un risparmio di 131 tonnellate di CO2.

Per accelerare la raccolta e il riciclo dei car-

toni per bevande, Tetra Pak investe, su scala globale, circa 40 milioni di euro l’anno. Questo, nel 2022, ha contribuito all’avvio a riciclo di ben 1,2 milioni di tonnellate di confezioni con un obiettivo, per il futuro, ancora più ambizioso: insieme ai partner della Alliance for beverage Cartons and the Environment (Ace), entro il 2030 Tetra Pak ha condiviso l’obiettivo di portare al 70% il tasso di riciclo di questa tipologia di confezioni all’interno dell’Unione Europea.

“Il settore del packaging, e dei cartoni per bevande in particolare, è chiamato a svolgere un ruolo cruciale rispetto alle attuali e imminenti sfide di sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare: contribuire a nutrire in modo sostenibile una popolazione in aumento, tutelando il pianeta. Come azienda leader nelle soluzioni per il trat-

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Paolo Maggi, presidente di Tetra Pak South Europe

tamento e il confezionamento alimentare, rispondiamo a questa sfida impegnandoci quotidianamente a supportare i nostri partner e clienti nell’efficientamento delle supply chain, facendo dell’innovazione sostenibile la cifra distintiva del nostro operato nella filiera agroalimentare”, ha commentato Paolo Maggi, presidente di Tetra Pak South Europe. Come confermato dai recenti dati diffusi da Comieco, il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica con cui Tetra Pak collabora dal 2003, nel 2022 in Italia sono state avviate a riciclo circa 36mila tonnellate di cartoni per bevande, equivalenti a un tasso del 40%. Per il 2023, si punta a incrementare ulteriormente questo dato, anche grazie al recente accordo firmato da Tetra Pak e Comieco con Iren Ambiente per promuovere una serie di attività legate al potenziamento della raccolta e del riciclo dei cartoni per bevande nel territorio emiliano. In ottica di economia circolare a basse emissioni, si confermano strategiche le partnership con Cartiere Saci e con il Gruppo Lucart, realtà di eccellenza nel riciclo dei cartoni per bevande, in grado valorizzare le fibre di cellulosa recuperate in nuovi prodotti in carta ad alto valore aggiunto. In Italia, Tetra Pak collabora inoltre con Ecorevive ed Ecoplasteam, aziende specializzate nel riciclo di PolyAl

(la componente di plastica e alluminio del cartone per bevande), individuando nuove opportunità di mercato e promuovendo i prodotti ottenuti dai materiali riciclati. L’obiettivo di medio periodo è quello di arrivare a utilizzare l’intera capacità combinata delle due aziende, pari a 14 mila tonnellate di PolyAl. In questo scenario si inserisce anche lo sviluppo, congiuntamente a Filoalfa (Gruppo Maip), di Alfapak3D, il filamento per la stampa 3d ottenuto dal riciclo di questa frazione.

VIERREVI E UN SOGNO CHIAMATO NEXTALE

Vierrevi, azienda nata nel 1980 a Mirandola, nella Bassa modenese, e specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione, in più di 40 anni di attività è arrivata ai massimi livelli tecnologici nel suo settore di riferimento, fino a consolidarsi come player diretto per l’Aerospace e la Formula 1. In particolare, si occupa della produzione di pezzi meccanici industriali, prototipi e componentistica varia.

“I nostri servizi”, dicono dal quartier generale dell’azienda, “non si limitano solo a tornitura e fresatura, ma la nostra forza è quella di fornire un prodotto finito, dalla gestione di fasi esterne ai montaggi, fino alle carte di controllo a corredo delle forniture”.

Da questa esperienza e grazie a una squadra affiatata ha preso forma il progetto Nextale, un brand di mountain bike a pedalata assistita “nato e concepito nella Motor-Valley, sintesi delle eccellenze del comparto che, unite a capacità realizzative irripetibili, garantiscono uno stile unico e prestazioni adrenaliniche. “Abbiamo applicato al meglio tutte le nostre conoscenze e competenze, fino ad attingere direttamente all’esperienza acquisita come partner nel circus della Formula 1, dando vita a un prodotto esclusivo dalle grandi ambizioni”.

Lo scorso 21 giugno Vierrevi ha presentato il suo ultimo modello di E-MTB presso

Villa La Personala di Mirandola: si chiama Spectrum, “un prodotto creato da noi dal

primo elemento fino all’ultimo dettaglio, per il raggiungimento dell’eccellenza”, continuano dall’azienda.

Spectrum, dichiara Vierrevi, “è un’icona di stile e prestazioni, un prodotto italiano, unico ed esclusivo, uno status symbol per chi la possiede, un sogno a occhi aperti per chi la desidera. Passione, esperienza e cura dei dettagli traspaiono in tutti i particolari, quelli chiave del telaio, interamente progettati e realizzati all’interno dell’officina meccanica di precisione”.

Un design che rompe parecchi schemi, “estremamente aggressivo, ma intrinsecamente elegante, impreziosito da evidenti segni di artigianalità. Le parti ricavate dal pieno attraverso la lavorazione dell’Alluminio 6082 sono tante come tanti e di pregio sono gli elementi che caratterizzano le nostre e-bike: il cannotto di sterzo realizzato attraverso lavorazioni 3D su macchine a 5 assi, con precisioni al centesimo di millimetro; il carro posteriore che presenta i supporti ruota anch’essi ricavati

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dal pieno, senza saldature, che donano eleganza e robustezza agli attacchi per il freno a disco posteriore; il connettore tubo sella, che, oltre ad elemento di design, consente la replicabilità delle saldature fatte a mano su tutti i nostri telai; i set di forcellini, perno ruota boost, flange e boccole sono tutti ricavati dal pieno ed anodizzati, per una garanzia di durabilità nel tempo e protezione dalle intemperie”.

La passione per il dettaglio si spinge sino alla fascetta stringi sella, ricavata anch’essa dal pieno, anodizzata, e marchiata Nextale. “A garanzia della qualità che offriamo ai nostri clienti”, concludono dall’azienda di Mirandola, “vantiamo due principali tipologie di certificazione: la ISO 9001:2015 e la EN 9100:2018. Quest’ultima, specifica per chi lavora nel settore aerospaziale, attesta il raggiungimento di elevatissimi standard aziendali. Siamo attivi in provincia di Parma, nei principali centri della Lombardia e su tutto il territorio nazionale ed europeo”.

Vierrevi ha partecipato lo scorso settembre alla due giorni di Farete a BolognaFiere e la nuova e-mountainbike Spectrum è stata grande protagonista nello stand aziendale.

A FIORANO MODENESE NASCE LA WELDING ACADEMY DI VSYSTEM

In Italia il saldatore è tra le figure più richieste e difficili da reclutare tra il personale specializzato, in particolare se si parla di saldatori a filo continuo MIG/MAG, TIG, a elettrodo rivestito o ad arco sommerso. Per questo VSystem, impresa di Fiorano Modenese specializzata nell’ambito delle lavorazioni ad alto contenuto tecnologico realizzate su leghe speciali, e STS Certificazioni, società forlivese con oltre trent’anni di esperienza in ambito saldatura, processi speciali, certificazione persone e prodotti, hanno pensato a una soluzione che faccia fronte alla richiesta crescente e largamente insoddisfatta in un distretto come quello modenese dove - tra automotive, medicale e meccanica - la ricerca di saldatori e operai specializzati richiede la formazione di figure sempre più competitive.

Dalla partnership tra le due realtà, player di riferimento nei rispettivi comparti, è quindi nata l’idea di una vera e propria Academy di saldatura con sede presso lo stabilimento di VSystem, recentemente ampliato con un nuovo spazio di produzione dove formare personale qualificato per mercati altamente specializzati e performanti per tipologia di clienti e lavorazioni come il motorsport, l’aerospazio, la difesa, il design, senza escludere tuttavia qualunque tipologia di lavorazione che richieda saldature.

“Coltivavo da tempo il sogno di costruire un percorso di formazione per delle figure professionali assolutamente essenziali per noi e ricercatissime perché difficili da trovare sul mercato. Quando si è aperta

l’opportunità di costruire un percorso con il nostro partner STS Certificazioni ho subito dato la disponibilità sia come docente che come azienda, con l’obiettivo di costruire un vero e proprio hub di formazione a vantaggio di tutto il distretto fioranese e modenese”, dichiara la CEO di VSystem, Silvia Gaiani, a proposito della genesi del progetto.

“Mettiamo a disposizione la nostra esperienza come formatori e valutatori in ambito saldatura, in un’area industriale dove saper ‘saldare’ è una necessità. E nella prestigiosa Motor Valley si deve imparare a farlo bene. VSystem ci ha aperto le porte a una collaborazione che ci permetterà di dare valore alla nostra mission: fare cultura, trasferire esperienza e competenza per un mestiere qual è la saldatura, un’arte antica, ma ancor oggi indispensabile”, aggiunge Silvia Veronese, responsabile marketing STS Certificazioni.

Quanto al dettaglio della struttura e dei servizi della Welding academy, ogni corso può ospitare da un minimo di tre persone a un massimo di sei/sette, che si tratti di personale specializzato o di figure che muovono i primi passi nel mondo della saldatura. I processi di saldatura sia per corsi base che avanzati sono: MIG/MAG 131-135, Elettrodo 111 e TIG 141. Lo spazio per l’alta formazione professionale di VSystem e STS Certificazioni si rivolge a chiunque si sia approcciato alla saldatura ma desideri sviluppare una professionalità fortemente specializzata con obiettivi occupazionali nel settore, ottenuti seguendo un corso di alta formazione che include parti teoriche e pratiche.

Seguendo il percorso virtuoso di qualificazione delle lavorazioni speciali, nel giugno 2021, riconfermata con l’audit del giugno 2023, Vsystem ha conseguito la certificazione UNI EN ISO 3834-2:2006, che definisce gli standard di qualità dei processi di saldatura, che l’azienda applica alla qualifica delle saldature TIG su leghe di titanio (alpha e alpha/beta), su leghe di nichel (inconel 625 / inconel 718) e su acciaio duplex, acciaio 15CDV6, acciaio AISI 630.

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speciale

Grande spirito di comunità per i 10 anni di Farete l'evento

La due giorni di Confindustria Emilia si è aperta con la relazione del presidente Caiumi, seguita dall’intervista al presidente di Confindustria Carlo Bonomi e al talk di 12 imprese che hanno raccontato la “loro” idea di innovazione. Poi spazio al ricco programma di workshop, incontri ed eventi che da sempre contraddistingue l’iniziativa

Se l’anno scorso erano stati la sorpresa e il piacere di essere nuovamente presenti “di persona” ad una edizione di FARETE, quest’anno l’emozione più condivisa è stata la soddisfazione. Soddisfazione di essere nuovamente insieme per una comunità di imprese che ha molto da raccontare.

Il 2023 era una data importante, la decima edizione della due giorni di Confindustria Emilia, l’appuntamento di networking promosso e organizzato dall’associazione degli imprenditori di Bologna, Ferrara e Modena.

L’evento, che si è tenuto mercoledì 6 e giovedì 7 settembre nei padiglioni 16 e 18 di BolognaFiere, si è confermato, una volta di più, come una delle occasioni più importanti per sviluppare opportunità di business e nuove relazioni professionali, oltre che una grande vetrina di lavorazioni, produzione, subfornitura e servizi registrando più di 11mila presenze nei due giorni.

Ad aprire la manifestazione, come di consueto, è stata l’Assemblea pubblica che mercoledì 6 settembre alle 10, alla presenza in platea di oltre duemila persone, tra imprenditori, autorità e istituzioni dei territori di Bologna, Ferrara e Modena, ha visto un programma tutto all’insegna dell’impresa.

Il primo a salire sul palco è stato il presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi, che ha letto la sua relazione, ricca di spunti e sollecitazioni rivolti sia ai colleghi sia al mondo politico e sociale. A seguire, è stato il turno del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, intervistato da Giampaolo Colletti, giornalista collaboratore del Sole 24 Ore e direttore di StartupItalia.

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di Raffaella Mazzali

Quest’anno, in occasione del decennale della manifestazione, il programma ha visto una significativa novità: si è scelto di dedicare attenzione alle tante realtà virtuose dei nostri territori, dando voce, a mo’ di esempio di una grande comunità ricca di esperienze, ad alcune imprese che si distinguono per

la loro unicità di prodotto, per la qualità e l’innovazione del loro saper fare. Davanti al pubblico di FARETE, Giampaolo Colletti ha dialogato con dodici imprenditori che si sono raccontati, mostrando le trasformazioni, gli investimenti, la ricerca alla base della declinazione del concetto di innovazione

delle proprie imprese: Alessandro Cillario, co-founder e co-CEO di Cubbit; Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati Motor Holding; Valentina Bianchini, general manager di Encaplast; Marianna Vollaro, CEO di Endura; Elisabetta Verardo, amministratore delegato di Evotec Modena; Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group; Claudio Mingozzi, global R&D business finance & ADM manager di Basell Poliolefine Italia; Francesco Possati, vicepresidente di Marposs; Federico Ponti, presidente di MET; Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia; Marco Palmieri, fondatore, amministratore delegato e presidente di Piquadro; Michele Poggipolini, amministratore delegato di Poggipolini.

Come ormai è tradizione, l’Assemblea è stata trasmessa live sulla pagina Facebook ufficiale di Confindustria Emilia e il video dell’evento è ancora disponibile sia su Facebook sia sul canale YouTube dell’associazione.

Dal primo pomeriggio, poi, ha preso il via

INTERNATIONAL CLUB

Di anno in anno l’International Club si conferma uno dei momenti più attesi di FARETE. In questa edizione erano presenti ben 65 buyer internazionali provenienti da 22 Paesi (Arabia Saudita, Bahrein, Bosnia ed Erzegovina, Brasile, Camerun, Cina, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Germania, India, Irlanda, Lituania, Macedonia, Marocco, Oman, Romania, Serbia, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica e Svizzera).

Segno che questa occasione gratuita, per le imprese manifatturiere associate che espongono a Farete, è di grande valore, come dimostrano gli oltre 600 appuntamenti b2b fissati con oltre 100 imprese. Oltre ai buyer esteri selezionati dall’International Club, grazie alla collaborazione con SACE, Farete 2023 ha ospitato anche una delegazione di Sumec International Technology Co., il principale importatore cinese di macchinari.

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OPEN HUB

La decima edizione di FARETE ha celebrato anche l’importanza dell’Open Hub, l’area della due giorni dentro a Bologna Fiere dove imprese, innovatori e fornitori di tecnologie possono incontrarsi, conoscersi e avviare nuove collaborazioni in ottica di diversificazione del business. Nel tempo, questo appuntamento si è consolidato e ha preso sempre più consistenza: quest’anno sono state 31 le startup da tutta Italia che hanno animato gli eventi. Numerosi gli appuntamenti fissati tra le startup presenti e oltre 15 corporate mentre all’interno dello spazio eventi Arena Open Hub si sono svolti sette workshop dedicati all’open Innovation, al trasferimento tecnologico, manifattura digitale e al mondo delle startup, con focus sul settore manifatturiero.

Nel dettaglio, i talk e gli incontri riguardavano “Il programma EIC Accelerator: il progetto Palestre a supporto dell'ecosistema dell'innovazione dell'Emilia-Romagna”; “Implementare politiche e azioni di Diversity Equity & Inclusion nelle aziende giova al business - La testimonianza di Gruppo Hera, Kohler e altre aziende leader sul territorio”; “Verso l'Economia Circolare - La Piattaforma Albo Circular di Confindustria Emilia”; “InnovAction Email: Scopri la Potenza dell'Email Marketing come Strategia di Lead Generation!”; “Manifattura digitale - PoV by Gellify”; “Open Innovation: un ponte tra imprese e startup”; “La transizione ecologica finanziata da Fondimpresa: esperienze formative che generano futuro”.

a tutti gli effetti la manifestazione, su oltre 10.000 metri quadrati di spazi espositivi e con oltre 450 aziende coinvolte, per un ricco programma di più di 75 workshop, incontri ed eventi collaterali che da sempre contraddistingue l’evento di Confindustria Emilia, che lo scorso anno è già stato certificato da SGS attraverso la ISO 20121 con l’obiettivo di minimizzare gli impatti ambientali, sociali ed economici, coinvolgendo tutti gli stakeholder nelle attenzioni e negli impegni al fine della realizzazione dell’evento stesso, e che anche quest’anno è in corso di certificazione. Ad arricchire la due giorni di networking, sono state anche in questa edizione le aree tematiche, veri e propri spazi fisici pensati per offrire alle imprese partecipanti opportunità

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BTI - BORSA DEL TURISMO INDUSTRIALE

Come in altri aspetti, l’edizione 2023 di FARETE ha visto una positiva risposta anche sul fronte della Borsa del Turismo Industriale, l’iniziativa pensata da Confindustria Emilia proprio per promuovere e favorire la cultura industriale attraverso la riscoperta e la valorizzazione degli impianti industriali e dei prodotti che continuano a fare la ricchezza del nostro paese.

Sono stati 21 gli operatori provenienti da numerosi Paesi, tra cui Austria, Croazia, Francia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svizzera e Turchia, e 36 i seller che hanno sviluppato oltre 700 incontri b2b nella 5a edizione della BTI. Da un lato, hanno partecipato tour operator e organizzatori di eventi, italiani ed esteri, specialisti nell’outgoing, interessati ad inserire nelle proprie offerte turistiche visite alle

aziende, ai musei aziendali e ai siti di archeologia industriale. Dall’altro, altrettanto protagoniste sono state imprese, strutture ricettive, musei aziendali, tour operator dell’incoming, società di servizi, APT ed Enti pubblici, associazioni e consorzi d’impresa. Ancora una volta si è indirizzata l’attenzione al nuovo approccio culturale che è possibile offrire: i musei aziendali e i siti di archeologia industriale del territorio emiliano, uniti alla possibilità di visita alle imprese produttive, rappresentano un menù che arricchisce la gamma di offerta turistica, portando il visitatore a contatto diretto con imprese e prodotti, valorizzando la conoscenza della storia produttiva e della cultura industriale di ciascun territorio.

di business, di incontro e confronto sempre più strutturate e complete: l’International Club, l’Area Open Hub, la Borsa del Turismo Industriale e il Desk Tax & Legal Global Services.

Durante FARETE, inoltre, le imprese associate interessate hanno potuto incontrare gli studenti e i neolaureati dei corsi di studio dell’Università di Ferrara, approfondire la loro conoscenza e ricevere il loro curriculum vitae. L’area Placement di Unife e Unimpiego erano infatti presenti con uno stand per l’accoglienza dei candidati che hanno fatto visita a Farete nella giornata del 6 settembre, dalle 13 alle 18.

I tempi della seconda giornata della manifestazione sono stati scanditi da due eventi: alle ore 10, il palco principale del padiglione 16 ha ospitato l’incontro organizzato dalla Piccola Industria di Confindustria, dal titolo “Italia-Germania: transizioni, nuove geografie di filiera e opportunità per le PMI”.

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Dopo i saluti del presidente di Confindustria

Emilia, Valter Caiumi, e del vicepresidente per l’internazionalizzazione della Piccola Industria Confindustria e vicepresidente di Confindustria Emilia, Gian Luigi Zaina, in una tavola rotonda moderata dal giornalista del Sole 24 Ore Luca Orlando, si sono confrontati Jan Kistner, head of corporate purchasing di TRUMPF Werkzeugmaschinen SE+Co. KG, Florian Schupp, purchasing & supplier management automotive technolo-

gies di Schaeffler Automotive Buehl GmbH & Co. KG, e Christian Poehlking, CFO & administration director di Boehringer Ingelheim Italia; a concludere l’evento è stato il presidente della Piccola Industria di Confindustria Giovanni Baroni.

Nel pomeriggio, come da tradizione, a chiudere la due giorni è stato l’evento organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria

Emilia. Quest’anno il tema scelto è stato “Future Valley – A.I. 2023! La sfida dell’uomo”. Dopo l’apertura del presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Emilia Marco Moscatti, sul palco principale del padiglione 16, Alessio Jacona, curatore dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale di Ansa.it, ha moderato il dibattito a cui hanno partecipato Claudio Basso, CIO di Azimut Investments; Fabrizio Vecchia, area Manager e responsabile Wealth Management Area Emilia-Romagna di Azimut Capital Management Sgr; Andrea Ma-

DESK TAX & LEGAL GLOBAL SERVICES

Anche quest’anno il servizio Tax & Legal Global Services di Confindustria Emilia, appunto focalizzato sulle normative italiane e internazionali, ha portato a Farete 2023 oltre 40 professionisti, esperti in normative di 33 Paesi esteri, che si sono messi a disposizione delle imprese per consulenze specialistiche one to one in ambito fiscale, legale, societario e commerciale su problematiche di specifico interesse in ambito internazionale.

Lo spazio ha ospitato anche sette workshop molto partecipati riguardanti contrattualistica e fiscalità nazionale e internazionale, permettendo di approfondire temi quali “Difettosità dei prodotti e componenti industriali: le clausole di garanzia e limitazione

lagrida, amministratore delegato di Adecco Italia; Angela Sebastianelli, head of strategy marketing divisione Data Science di Var Group; Pierguido Iezzi, cybersecurity specialist; Brian Ferri, AI developer di Dotenv; Massimo Chiriatti, Chief Technical & Innovation Officer Infrastructure Solution Group di Lenovo Italy; Jonni Malacarne, CEO di Bluetensor (AI Solutions); Carlotta Gruppioni, board member and communications director di Sira Industrie; Sergio Dalla Val, psicanalista, cifrante e scienziato della comunicazione. La chiusura di FARETE 2023 è stata poi affidata al presidente Caiumi. Alla realizzazione di FARETE 2023 ha collaborato anche un nutrito gruppo di sponsor: Azimut Capital Management, che per il secondo anno consecutivo è stato main sponsor dell’evento; Toyota Material Handling, Umana, FAV – Fondazione Aldini Valeriani, Hit Servizi Emilia, Nuova Didactica, Confindustria Servizi; le Convenzioni Retindustria, Gruppo Morini, Due Torri e Buonristoro; gli sponsor tecnici Wother, Pongo Films, Hydroplants, Apple Promotions and Gadgets, Boom, Giocoplast ed Etic.

della responsabilità - Italia/Estero”; “Usa: consigli pratici e spunti di riflessione per l'azienda italiana, l'esperienza del 2022/2023 e previsioni future”; “Business English: le differenti conseguenze di alcuni termini inglesi usati negli accordi e nella corrispondenza commerciale”; “India e Vietnam: aspetti legali, fiscali, contabili e di lavoro”; “IVA nei rapporti con l'Estero”; “Progetto Digital Global Service - La Fatturazione elettronica internazionale. Focus UE”; “Golfo e Africa, nuove dinamiche di mercato e della supply chain: strategie e strumenti giuridici a disposizione”.

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Bonomi: “Emilia-Romagna esempio per il Paese”

Un momento di confronto per fare il punto sul territorio emiliano, con le sue imprese che si contraddistinguono per prodotti unici e innovativi. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, è stato intervistato da Giampaolo Colletti, collaboratore del Sole24Ore e direttore di StartupItalia. E le sue parole non hanno lasciato indifferente la platea degli imprenditori riuniti a Farete 2023.

Sostenibilità. “La sostenibilità ambientale non può prescindere da quella sociale ed economica. È un percorso ineludibile, ma attenzione a non farne una battaglia ideologica staccata dalla realtà. Dobbiamo diventare più bravi a raccontare quello che già da decenni nei nostri impianti produttivi facciamo. Ricordiamoci tutti che, come sistema Paese, siamo secondi al mondo per il riciclo dei rifiuti industriali”.

Internazionalizzazione. “Con oltre 600 miliardi di esportazioni è di tutta evidenza che l’export sia la vera spina dorsale della nostra economia. Oggi quando si parla di internazionalizzazione non si può però prescindere dalla ridefinizione delle catene di fornitura: c’è la necessità di cercare nel mondo nuovi player strategici. La guerra in Ucraina e altre tempeste mondiali hanno dimostrato la necessità di un nuovo modello di sviluppo. Ma per rimanere competitivi abbiamo bisogno di investire. Investire per agganciare la transizione ambientale, energetica e tecnologica. Senza manifattura non c’è Italia e non c’è Europa”.

Infrastrutture. “L’affaire Monte Bianco evidenzia in modo plastico un vulnus atavico di questo Paese: le infrastrutture. Dopo che dal 2022 a oggi, e per ogni mese, abbiamo

denunciato che il problema Monte Bianco avrebbe avuto ripercussioni non solo per la Val D’Aosta ma per tutto il Nord, arriva la frana al Frejus e improvvisamente ci svegliamo e diciamo: che cosa succede al Monte Bianco? Dov’erano tutti quelli che se ne dovevano occupare? Però, come sempre, serve l'evento catastrofico per accorgersi che avevamo un problema. In mancanza di connessioni le nostre imprese non lavorano, senza lavoro non cresce il Paese e non cresce il benessere della nostra società. L’Emilia-Romagna, nel suo funzionamento, al netto delle tare del sistema Paese, è un esempio virtuoso per tutti noi imprenditori. Ognuno di noi

andate le cose per loro…”.

Formazione e Pnrr. “Il Pnrr è una grande opportunità se qualcosa si smuoverà anche e soprattutto nel mondo della scuola e della formazione. Abbiamo purtroppo un sistema formativo ancorato al Novecento. Oggi dovremmo avere il coraggio di rimettere nel perimetro delle fabbriche la scuola e fare di tutto per diventare nei confronti dei nostri ragazzi più attrattivi”.

ha molto da imparare dal complessivo modello di sviluppo di questa regione”.

P come produttività. “In Italia il vocabolario si sfoglia dalla lettera A alla lettera O. Peccato che alla lettera P ci sia il tema nient’affatto banale della produttività. Questo Paese non ha una politica industriale degna di questo nome capace di mettere al centro proprio la produttività. La manifattura italiana è quella che in assoluto, a livello europeo, ha riconosciuto aumenti salariali più alti pur in presenza di incrementi percentuali del Mol più bassi. Chiedete ai colleghi francesi, tedeschi e spagnoli come sono

Una presidenza fatta di orgoglio. “Questi quattro anni sono volati e devo dire che il tempo di annoiarmi non l’ho avuto. Sono stato eletto in pieno Covid, poi c'è stato il problema dello choc delle materie prime, quello energetico, la guerra in Ucraina, la più grande siccità da 70 anni a questa parte, le alluvioni e potrei andare avanti con un lungo elenco. L’immagine bella è quella delle assemblee del sistema di Confindustria quando incontro i colleghi e le colleghe che, in parecchie occasioni, ho avuto modo di definire ‘eroi civili’. Hanno fatto delle cose, in questo periodo, inimmaginabili, e cito solo le 7mila imprese che hanno aperto i loro spazi per la campagna vaccinale. Oggi ce ne dimentichiamo. Purtroppo, il nostro Paese ha poca memoria, ma quello che hanno fatto i miei colleghi è una cosa straordinaria. Lo fanno tutti i giorni per il Paese, un Paese che non ci ama quanto noi lo amiamo, purtroppo, ma questo non ci ferma. Noi andiamo avanti ogni giorno perché sappiamo di avere una grande responsabilità, verso le nostre famiglie, verso la comunità delle famiglie che lavorano nelle nostre imprese e verso i territori. Senso di appartenenza e orgoglio, le due parole chiave della mia avventura confindustriale”.

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Sul palco di FARETE dodici storie di innovazione d’impresa assemblea

Dopo gli interventi di Valter Caiumi e di Carlo Bonomi, l’assemblea generale è proseguita con l’intervista di Giampaolo Colletti a dodici imprenditori che hanno raccontato le trasformazioni, gli investimenti, la ricerca alla base della declinazione del concetto di innovazione delle proprie imprese.

Federico Ponti, presidente di Met. “L’ozono è il più potente battericida e funghicida in ambito naturale. Per ogni cliente c’è una soluzione, pensata attraverso l’ascolto delle singole esigenze, e declinata in progettazione e brevetti dedicati. Le risposte tecnologiche man mano si sviluppano in un settore vengono studiate e ‘migrate’ in un altro. Dalla nostra nascita abbiamo mantenuto lo spirito di ricerca”.

Met è un’azienda di Bologna, player di riferimento nella progettazione di generatori e impianti a ozono totalmente made in Italy. Dall’ambito medicale a quello agroalimen-

tare, dal settore dei trasporti a quello della sanificazione degli ambienti, Met propone un ampio ventaglio di prodotti.

Michele Poggipolini, amministratore delegato di Poggipolini. “La nostra azienda è nata 70 anni fa, ci occupiamo di viti, di fissaggi. Lavoriamo principalmente nel settore aeronautico, dove dobbiamo competere con colossi americani e francesi, che rappresentano il 90 per cento del mercato. Per essere competitivi abbiamo dovuto investire molto in capitale umano e tecnologia. Veniamo dal settore della Formula 1, ma abbiamo dovuto ampliare gli orizzonti, spingendoci in nuove

nicchie di mercato”.

Poggipolini è uno dei primi dieci player al mondo nel segmento della forgiatura a caldo di fissaggi hi-tech. Tra i clienti ci sono Leonardo, Ferrari, GE-Avio, Safran, Mercedes, Boeing, McLaren, Porsche, Lamborghini, Ducati, Bugatti.

Valentina Bianchini, general manager di Encaplast. “Ci occupiamo di packaging per il settore medicale e farmaceutico ed esportiamo in oltre 35 Paesi. L’approccio all’innovazione è stato seguito a partire dalla sostenibilità: attenzione ai costi, scelte strategiche e ricerca sui macchinari e sulle produzioni. L’anno prossimo depositeremo il nostro primo bilancio di sostenibilità”.

Impresa familiare fondata dalla famiglia Neri nel 1980 nel distretto medicale di Mirandola, unisce tecnologie

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evolute, macchinari all’avanguardia e capitale umano d’eccellenza. Oggi i clienti sono grandi multinazionali che operano nel campo dei dispositivi medicali.

Alessandro Cillario, co-founder e coCEO di Cubbit. “La nostra impresa nasce da quattro studenti universitari a Bologna: un ingegnere informatico, un fisico, un giurista e un economista e la nostra idea era di creare una tecnologia che potesse garantire ai dati di essere sicuri, sostenibili, economici. Ci siamo riusciti”.

Startup bolognese di deep-tech, oggi primo provider europeo di cloud storage distribuito. Conta una cinquantina tra dipendenti e collaboratori con un’età media sui 29 anni e più di 10 milioni di euro raccolti da partner e investitori globali.

Marianna Vollaro, CEO di Endura. “La nostra storia è partita tre generazioni fa. Il primo sito produttivo è stato a Ravenna, poi dal 2013 siamo arrivati anche in India. L’innovazione, negli ultimi anni, l’abbiamo affrontata a partire dagli stimoli verso i collaboratori, perché possano esprimere la loro creatività, e anche con forti investimenti in nuovi impianti, nuovi processi, digitalizzazione”.

Endura è una realtà che produce e vende principi attivi per insetticidi domestici e per la salute pubblica. Headquarter a Bologna, la squadra è composta da 130 dipendenti con un’età media sui 40 anni e un fatturato consolidato di 80 milioni di euro.

Francesco Possati, vicepresidente di Marposs. “Creiamo strumenti di misura per i processi produttivi. I nostri clienti installano nelle loro linee di produzione i nostri sistemi per monitorare l’attività. Cerchiamo di rispondere alle nuove domande del mondo industriale ed è nella sensoristica

che troviamo la prima applicazione Marposs di AI. Il secondo aspetto in cui applichiamo l’AI è il controllo di processo: il nostro obiettivo è non solo essere fornitori di un apparecchio di controllo, ma fornire un miglioramento dell’intero processo produttivo dei clienti”.

Marposs è punto di riferimento mondiale nella fornitura alle grandi case costruttrici automobilistiche e nelle applicazioni per i settori aerospaziale, energetico, dell’elettronica di consumo e dei recipienti in vetro: si va dai componenti meccanici prima, durante e dopo il processo di fabbricazione, fino ai controlli di processo e alle condizioni delle macchine utensili. Oggi conta 3.500 dipendenti distribuiti in 25 Paesi e con 80 uffici complessivi. Il fatturato aggregato si aggira sui 500 milioni.

Claudio Mingozzi, global R&D business finance & Adm manager di Basell Poliolefine Italia. “A Ferrara abbiamo 400 ricercatori, il nostro centro ricerche è uno dei più grandi al mondo. La nostra storia nasce da un binomio vincente tra l’industria e il suo capitale umano e il mondo della ricerca universitaria. Questo vale ancora, in particolare per trovare soluzioni riguardanti un materiale come la plastica. Stiamo lavorando a una tecnologia innovativa per il recupero chimico del materiale plastico, per tornare alle materie prime che l’hanno originato”.

Il sito produttivo e il Centro Ricerche di Ferrara di LyondellBasell fanno parte di un complesso multisocietario situato in Emilia-Romagna. Grazie al contributo di circa 900 dipendenti, l’azienda vanta laboratori e impianti pilota, la produzione di catalizzatori e la di produzione di polimeri con le tecnologie Spheripol e Catalloy.

Federica Minozzi, CEO di Iris Cera-

mica Group. “Abbiamo sempre lavorato con l’innovazione e la sostenibilità come pilastri fondanti della nostra azienda e la nostra storia lo dimostra. Per noi il futuro riguarda due grandi temi: la realizzazione del primo impianto in Italia di produzione a idrogeno verde per alimentare i nostri forni e un cambio di paradigma per non pensare alla ceramica come prodotto finito, ma come materia”.

Iris Ceramica Group è punto di riferimento mondiale per il design e per lo sviluppo di superfici naturali in ceramica di alta gamma destinate a soluzioni innovative e progetti di architettura. Il Gruppo, che conta circa 1.500 dipendenti nei più di cento Paesi in cui è presente, ha sede a Fiorano, con sei stabilimenti in Italia tra le province di Modena e Reggio Emilia – e due siti produttivi in Germania e Usa.

Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia. “L’innovazione da noi è totalizzante. In Philip Morris dal 2016 si è deciso di puntare molto sullo stabilimento di Crespellano. Lo abbiamo scelto al posto di uno stabilimento tedesco per un semplice fatto: solo qui avevamo la certezza di trovare un’eccellenza assoluta dal punto di vista dell’ecosistema industriale”.

La storia di Philip Morris in Italia ha compiuto 60 anni: inizia infatti nel 1963, negli anni del “miracolo economico italiano”, a Zola Predosa, in provincia di Bologna, con l’apertura del sito produttivo di Intertaba, specializzato nella produzione di filtri ad alto contenuto tecnologico per il Monopolio italiano. Negli anni successivi l’azienda continua a crescere, ponendo le basi per la svolta che renderà l’Italia il centro della trasformazione dell’intero gruppo Philip Morris a livello mondiale.

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Elisabetta Verardo, amministratore delegato di Evotec Modena. “Siamo una multinazionale la cui missione è sviluppare terapie cellulari. Attualmente siamo impegnati in molte aree, tra cui neurologia, psichiatria, oncologia, malattie metaboliche e infettive. Operiamo a livello globale con 17 siti e impieghiamo oltre 4.900 collaboratori. Emilia?

Vuol dire essere calati in un tessuto produttivo sano, resiliente e ricco di stimoli”.

Evotec Modena è entrata a far parte del gruppo Evotec dal 1° luglio 2022, in seguito all’acquisizione di uno spin-off dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nata come “venture” tra un’azienda biomedicale produttrice di bioreattori per il supporto epatico e tecnologia chemio-ipertermica per il cancro e alcuni ricercatori dell’Università di Unimore, con una lunga esperienza nella terapia cellulare e genica.

Marco Palmieri, fondatore, amministratore delegato e presidente di Piquadro.

“Siamo nati a Gaggio Montano, un paese dell’appennino bolognese. E da lì abbiamo creato un modello organizzativo aperto a tutti i mercati del mondo. Il vero salto culturale, dal punto di vista imprenditoriale, lo abbiamo avuto nel passaggio dal modello b2b al b2c con i canali retail ed e-commerce. Emilia per me significa essenzialmente due cose: attaccamento al territorio e intraprendenza ai massimi livelli”.

Quotato in Borsa Italiana dal 2007, Piquadro ha circa 1.110 dipendenti e il 31 marzo ha chiuso l’esercizio ‘22-’23 a 175,6 milioni, con un utile netto in crescita di oltre il 46% a 6,5 milioni di euro.

Il gruppo, tra i leader del made in Italy di trolley, borse e valigie per il business, oltre al marchio omonimo, ha in portafoglio anche The Bridge e Lancel.

Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati Motor Holding. “Attaccamento e orgoglio sono i due valori

cardine dell’emilianità produttiva. Qui c’è una capacità unica di governare il cambiamento in corsa che davvero non ha pari nel resto d’Italia. Per quanto ci riguarda, dico che il 2023 è stato finora un anno molto positivo. Style, sophistication e performance sono le carte vincenti del brand Ducati”.

Il 2022 è stato un anno straordinario per Ducati con cifre record per vendite, fatturato e utile operativo che si aggiungono alle vittorie eccezionali ottenute nel mondo delle corse, che ha visto la Casa motociclistica bolognese conquistare la tripla corona in MotoGP e WorldSBK. Ducati ha superato per la prima volta nella storia il miliardo di euro di fatturato (1 miliardo e 89 milioni di euro), segnando un aumento del 24% rispetto al 2021 (878 milioni di euro), chiudendo l’anno con il record di 61.562 moto consegnate agli appassionati di tutto il mondo, segnando una crescita del 3,6% rispetto al 2021. (GV)

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assemblea

La relazione del presidente Valter Caiumi

Pubblichiamo di seguito la relazione presentata durante l'Assemblea pubblica del 6 settembre.

Colleghe, colleghi, autorità, Presidente Bonomi, gentili ospiti, Benvenuti.

Grazie a tutti voi per essere con noi oggi ad inaugurare la decima edizione di FARETE.

Per un territorio vocato all’export come il nostro permettetemi di fare prima alcune considerazioni di carattere generale, per poi calarci via via nel nostro perimetro.

CONTESTO MACROECONOMICO

Quello che stiamo vivendo è un ulteriore momento di transizione molto importante del quadro macroeconomico mondiale che può segnare ancora una volta una discontinuità rispetto agli anni precedenti. Il cambiamento climatico, il conflitto in Ucraina con le ricadute umane e sociali, in primis, e tutto quello che conseguentemente ha prodotto sugli approvvigionamenti e sui relativi costi, l’inflazione crescente, il nuovo paradigma del mondo del lavoro, rappresentano solo alcune delle variabili che stanno caratterizzando il contesto macroeconomico mondiale. Se guardiamo l’ultimo secolo, vediamo un’alterazione significativa di molti elementi che hanno condotto ad un cambio di stabilità, che sollecita e cambia situazioni considerate ordinarie sino a pochi anni fa.

Alcuni erano largamente prevedibili e più volte annunciati, ma altri certamente no. La buona notizia è che il progresso di alcune tecnologie utili alla transizione

energetica è stato più rapido delle aspettative, anche se ancora molti scogli e decisioni devono essere affrontati.

Ricordiamoci che le sole energie rinnovabili non saranno sufficienti a coprire né l’attuale nè l’importante impennata prevista di domanda d’energia e quindi dovremo anche considerare le alternative tra cui in primis la nuova generazione del nucleare.

Lato imprese abbiamo mostrato una crescente consapevolezza verso i temi della sostenibilità e abbiamo riorientato di conseguenza le nostre strategie e decisioni di business.

Purtroppo le risorse che avremmo potuto destinare allo sviluppo e alla crescita sarebbero state ben più elevate se non avessimo avuto la bolletta energetica della guerra da pagare.

Aggiungo che, a seguito della pandemia, i policy maker delle maggiori aree geografiche hanno stanziato imponenti programmi di spesa pubblica, destinando

una significativa parte di tali risorse a sostegno della transizione energetica, come è nel caso dell’Europa e degli Stati Uniti.

Queste nuove politiche economiche fanno emergere le autonomie dei singoli Paesi, portandoci ad una gestione nervosa di sussidi, tra aree geopolitiche alleate ma anche concorrenti nell'economia globalizzata.

Il programma di spesa americano, ad esempio, prevede investimenti pubblici per 370 miliardi di dollari in tema di sicurezza energetica e cambiamento climatico a favore delle imprese che investiranno nella produzione made in USA. Si stima che questo programma stimolerà iniziative private per trilioni di dollari, e già molte imprese anche europee stanno riflettendo sull’investire negli Stati Uniti. È ovvio che, se queste politiche di attrattività dei vari Paesi funzioneranno, nel medio periodo i livelli di export potrebbero modificarsi.

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È chiaro che dobbiamo andare anche su quei mercati, ma attenzione dobbiamo anche bilanciare la produzione sul nostro territorio ed essere elementi di attrazione per altre aziende manifatturiere internazionali che vogliono investire nel continente europeo, mettendo in luce i nostri punti di attrattività: la storia manifatturiera, la capacità di ricerca collaborativa lungo la filiera, uniti alla distintività delle competenze delle nostre persone.

L’efficienza e l’attrattività del nostro sistema passano da un lavoro di comunità che necessariamente dipende da tutti gli attori in campo.

L’Europa - che rispetto ai competitor globali paga il non aver perseguito una forte politica internazionale - deve dunque trovare adeguate risposte per incentivare investimenti nel nostro continente e reggere l’urto competitivo accentuato dalle spinte tecnologiche in atto, realizzando una politica industriale di respiro autenticamente europeo.

In assenza di una forte iniziativa comunitaria, il rischio è, e ne vediamo le prime avvisaglie, che prevalgano le iniziative autonome, che rischiano di minare ulteriormente la coesione e accrescere gli squilibri all’interno dell’Unione, a favore degli Stati membri che dispongono di maggior margine di bilancio per adottare politiche fiscali espansive.

Ma anche per questi Paesi sarebbe solo un palliativo, perché non si sfrutterebbe la forza dell’unione e la potenzialità della coesione delle competenze per sostenere la competizione internazionale. Aggiungiamo, parlando di Europa, una forte preoccupazione per un approccio sempre più burocratico, celato da norme che certamente partono dall’interno ma che devono porre le basi per l’accelerazione del business europeo nel più ampio mercato mondiale. Invece, spesso, sono regolamenti che, così come impostati oggi, danneggerebbero fortemente l’intero sistema manifatturiero europeo.

Ad esempio la norma sul riuso degli imballaggi rappresenta un’opportunità, se ben articolata, per affrontare il tema sostenibilità, in modo omogeneo in tutta Europa.

Riteniamo tuttavia che la proposta così come formulata oggi, oltre alle evidenti ricadute economiche negative sulla nostra area di Emilia centro, rischia in ogni caso di andare contro gli obiettivi del Green Deal, di tutta Europa, riportando indietro le lancette dell’orologio del riciclo, compromettendo la funzionalità degli imballaggi nel proteggere i prodotti.

Abbiamo fatto un passo culturale in avanti, anche come cittadini, ed ora non possiamo accettare di tornare indietro. Il riuso non può essere in competizione con il riciclo né viceversa.

Abbiamo bisogno sempre più di una forte presenza di Confindustria ai tavoli europei, ma non è sufficiente, abbiamo bisogno di tutti gli schieramenti politici allineati nella stessa direzione. Lo dico anche alle autorità presenti in sala, abbiamo bisogno di un’Europa più manifatturiera anche nelle azioni di politica economica: abbiamo bisogno di norme che siano sì sfidanti per gli stati membri, ma che ci proiettino con visione strategica anche nei mercati fuori dal continente.

Gli obbiettivi ONU 2030 sono importanti e non li mettiamo in

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discussione, ma attenzione a declinare le norme adeguandole al contesto internazionale reale. La nostra Emilia centro con oltre 2 mila stabilimenti nel mondo sa che altrove le priorità sono diverse, e mentre si attirano dall’altra parte dell’oceano investimenti importanti, a casa nostra non stiamo sufficientemente sfruttando l’opportunità di un nuovo polo geografico delle catene di fornitura, per avvicinare ciò che riteniamo più ad alto valore aggiunto. Siamo forti del bilancio dell’economia italiana che, uscita dal tunnel del Covid-19, evidenzia un Pil cresciuto complessivamente di quasi l’11% in due anni, il 2021 e il 2022, in entrambi i quali è aumentato di più della media mondiale. In questo Paese che non si è fatto mancare quasi nulla, l’Emilia con la sua forza manifatturiera ha giocato un ruolo chiave.

IL CONTESTO ECONOMICO LOCALE

Lo dicono i dati degli osservatori delle nostre 20 filiere che abbiamo presentato a gennaio di quest’anno. Sorrido pensando che solo 4 anni fa, in un’importante relazione nazionale, la nostra regione non era nemmeno citata nel perimetro delle regioni del nord performanti sull’export.

Oggi, alla luce dell’analisi aggiornata, possiamo dire che le nostre aziende mostrano eccellenze importanti e sotto molteplici indicatori si sono dimostrate un passo avanti rispetto al resto del Paese.

La consapevolezza passa dai numeri:

il fatturato medio e il numero di dipendenti medi delle nostre imprese emiliane superano la media nazionale; per oltre il 50% si tratta di aziende esportatrici;

il 32,6% delle imprese ha ottenuto il punteggio massimo per il livello di innovazione raggiunto.

Se il Paese ha fatto bene e noi abbiamo fatto meglio della media del Paese, possiamo dare un significato concreto allo slogan di essere locomotiva distintiva dell’Italia.

Siamo inoltre soddisfatti di confermare che l’outlook 23 del FMI, che ci dava in recessione insieme alla Germania, è stato per il nostro Paese completamente disatteso, perché stiamo crescendo ancora.

Il tema che si apre per noi emiliani, e più in generale per l’Italia, dunque, è capire se questa performance sia spinta da fattori strutturali, o se invece il fenomeno è solo congiunturale. Noi crediamo che sia il frutto di alcune forze congiunte che hanno operato nel sistema economico.

E aggiungo, per la platea che abbiamo oggi, una riflessione: i dati appena condivisi tracciano i macro trend, noi viviamo in proporzione al mondo di micro trend alimentati da business di nicchia dove a volte siamo leader di un mercato mondiale che non raggiunge neanche la size di un miliardo.

Non trascuriamo questa nostra specificità perché nel mondo che ci attende potrebbe giocare un distintivo vantaggio competitivo.

Guardando in generale ai fattori macro che hanno determinato

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l’accelerazione della crescita dal 2021, sicuramente un ruolo chiave è stato giocato dall’importante stimolo fiscale messo in campo dai governi, grazie alla combinazione di bassi tassi di interesse e la disponibilità dei fondi europei, di cui l’Italia è il primo beneficiario, come è noto.

Su PNRR e fondi in generale, crediamo che se ci sono, e sappiamo che è così, parti del Paese che non riescono a investire quanto è stato loro destinato, la regola automatica senza nessun filtro deve essere quella di riattribuire subito le risorse alle regioni che meglio hanno saputo cogliere l’opportunità di investimento.

E, probabilmente, saranno proprio queste aree che faranno da motore di amplificazione su tutto il territorio nazionale, generando nuovo valore.

Altro fattore chiave per supportare la nostra crescita di Emilia manifatturiera è la regionalizzazione delle catene globali del valore, post eventi bellici in Ucraina e, più in generale, con il progressivo raffreddamento delle relazioni dei paesi occidentali con la Cina. Diverse imprese multinazionali infatti stanno spostando o duplicando la propria rete di subfornitura dal continente asiatico all’Europa.

Ne risulta che il nostro sistema di piccole e medie imprese, ha beneficiato nell’ultimo anno di un crescente volume di ordini internazionali.

La rimodulazione complessivamente in corso delle catene del valore rappresenta oggi un’occasione importante per la manifattura italiana (ed i servizi ad essa collegati), soprattutto nella misura in cui sapremo intercettare i cambiamenti legati alla transizione climatica e digitale in atto.

Tanto più rappresenteremo una valida alternativa allineata ai bisogni di domani in termini di qualità e sostenibilità, tanto più saremo in grado di ritornare a posizionamenti di mercato a più stretto raggio di fornitura.

Saranno fondamentali la crescita dimensionale e la adeguata gestione manageriale per affrontare i processi di cambiamento in atto.

Perché, vedete, la globalizzazione, che si

pensava «inarrestabile», è in crisi conclamata e mentre eravamo impegnati a celebrare la fine della pandemia, l’economia mondiale si auto regolava, riconsegnandoci un mondo a catena più corta sulle forniture, e paradossalmente a catena più ampia sulle competenze e sui servizi.

La nostra produttività oggi è limitata dalla dimensione.

Aziende più grandi vuol dire più uomini in produzione, e sono gli uomini che fanno le fabbriche, anche quelle intelligenti, sono gli uomini che fanno la ricerca, poi

ripetuta dalla tecnologia. In questo contesto di confronto aperto, è emerso sempre più un nuovo alert: le geografie dell’export stanno mutando, ci sono nuovi muri che si stanno alzando e diverse sono le azioni e le reazioni. Il reshoring ha un effetto positivo per la nostra manifattura, ma non sarà ininfluente sulle dinamiche del nostro export La nostra regione, che ha nel mercato del mondo più del 50% dei clienti, dovrà riflettere su come continuare a crescere e fare business.

Anche per questo nuovo scenario che si

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sta delineando, la scelta di crescere nella dimensione di impresa è la via più sicura per affrontare le sfide che ci attendono.

Negli ultimi anni, dobbiamo dire che c’è stato un rafforzamento dei bilanci delle nostre imprese, in particolare delle pmi emiliane, che hanno progressivamente ridotto la dipendenza dal credito bancario e aumentato la diversificazione delle fonti finanziarie e del livello di patrimonializzazione. L’attuale scenario, caratterizzato dal ripido incremento dei tassi di interesse e dall’impennata del costo del credito, accentua le tensioni finanziarie delle imprese, e ci richiama a ridare slancio alle iniziative dedicate a favorire l’accesso a fonti finanziarie alternative.

È chiaro che il costo del denaro è oggi alto e certamente non ritorneremo ai livelli del passato recente. La cassa oggi va ben gestita con attenzione all’esigibilità dei crediti.

A luglio 2023 la domanda di prestiti delle imprese è scesa ai minimi dal 2003, questo non è un momento in cui dobbiamo bloccare gli investimenti, cerchiamo fonti alternative ma non fermiamoci.

Infine, e non per importanza, un altro fattore che ha giovato alla miglior performance del Paese è rappresentato dal passo in avanti sugli obbiettivi di decarbonizzazione ed efficienza energetica imposti dall’Europa.

Vorrei tuttavia condividere un’altra riflessione che non può sfuggire alla comunità.

Ovvero, se il mondo dell’industria e dell’agricoltura stanno viaggiando a passo spedito verso gli obiettivi di sostenibilità, al contrario abitazioni, trasporti e il mondo dei servizi non sono affatto allineati a questa tabella di marcia.

Per esempio, il patrimonio abitativo riqualificato è stato appena il 3,1% del totale.

Secondo le prime stime, entro il 2030 occorrerà intervenire su 6 milioni di edifici residenziali, ed è difficile immaginare di centrare l'obiettivo.

CAPITALE UMANO E FORMAZIONE

Parlando di attrattività, Bologna, il nostro capoluogo, negli ultimi dodici mesi ha avuto importanti riconoscimenti. Il centro di calcolo del Tecnopolo, con Leonardo, mette in condizioni il nostro territorio di essere all’avanguardia e attrattivo sui nuovi trend sull’AI e su tutto quando è connesso all’AI con il grande plus di poterlo sperimentare e innovare su una delle manifatture più dinamiche d’Europa.

Aggiungo, parlando di riconoscimento, la donazione di James Anderson, ex studente, con un dono di 100 milioni di dollari per un ambizioso progetto di sviluppo della sede di Johns Hopkins University; a giugno, pochi mesi fa, è stata ufficializzata l’imminente apertura della dodicesima sede nel mondo dell’università dell’ONU.

Si tratta di un’università dedicata all’AI e di come la stes -

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sa intelligenza con l’utilizzo dei big data potrà supportare l’analisi e lo studio dei cambiamenti dell’ambiente con un’attenzione specifica ai connessi temi e problemi delle trasformazioni sociali, economiche e culturali che ne conseguono.

Grazie allo sforzo di tutti gli attori della comunità arriveranno, a Bologna, docenti e ricercatori da tutto il mondo, che contribuiranno sensibilmente a valorizzare il territorio, nell’ottica di potenziare e distinguerci, a livello europeo, per la creazione di nuove competenze, necessarie alle aziende, per traguardare le sfide sui mercati mondiali.

Sappiamo che i trend di aumento della popolazione a livello globale mostrano un marcato rallentamento, con profonde differenze a livello geografico: nel 2050 la metà della crescita demografica sarà ascrivibile a 8 Paesi, tra questi nessuno in Europa o Stati Uniti.

Quindi il tema dell’attrattività dei talenti e delle persone è per noi cruciale, bene che ci siano norme ad hoc per alimentare l’arrivo e il rientro di competenze.

Oggi la difficoltà di reperimento del personale da parte delle aziende italiane è al 46% (nel 2019 era al 25%).

Le realtà non hanno lo stesso tema in ugual misura. Le pmi, per notorietà, struttura, opportunità di crescita, partono svantaggiate nel momento della ricerca, e certamente la frammentazione dimensionale mette in difficoltà l’intero sistema delle pmi.

Gli ultimi dati Excelsior stimano da qui al 2027 un fabbisogno di circa 3,8 milioni di nuovi lavoratori, di cui 2,7 milioni per il naturale turnover e 1,1 milioni di nuove assunzioni.

A fronte di un settore industriale che va veloce, rischiamo di dover rallentare, nella filiera, a causa della mancanza delle competenze necessarie al cambiamento. Crediamo che il mondo della formazione intesa nel suo senso più ampio vada tempestivamente aggiornato e accelerato. Da molto tempo, siamo attivi su questo campo.

Abbiamo una scuola di formazione, Fondazione Aldini Valeriani, che riveste un ruolo importante anche per la società.

Ci piace ricordarvi che in FAV da più di vent’anni recuperiamo gli abbandoni scolastici, ragazzi under 16 che non si presentano più a scuola, inserendoli in percorsi professionali che poi li aprono a un’opportunità di riscatto prima di tutto personale, nel mondo del lavoro e nella società. Solo nell’ultimo anno parliamo di oltre 200 ragazzi residenti nell’area metropolitana di Bologna.

Piu del 70% sono di etnie straniere, ma il 50% circa di loro è, ad oggi, cittadino italiano, residente a Bologna. Il 99% di loro è impiegato entro un mese dal termine del percorso. Siamo soddisfatti del lavoro fatto, ma non appagati perché potremmo fare molto di più. Non possiamo farlo da soli. Vorrei aggiungere che per rispondere al fabbisogno di competenze dobbiamo avere pagine bianche anche per immaginare il mondo della nostra alta formazione universitaria e post universitaria, che dia un’accelerazione a nuovi modelli ibridi di formazione, anche attrattivi di studenti internazionali. E questo è un messaggio anche per le nostre tre università. In un momento in cui anche il re-skilling di alcune filiere in completa transizione energetica ha bisogno di alta formazione, anche in orari complementari a quelli del lavoro, ci piacerebbe che le nostre tre

università fossero sempre più collegate in un unico network emiliano, visibile come un circuito internazionale attrattivo anche per altri giovani, che oggi non riescono a permettersi una permanenza piena sui nostri atenei.

INFRASTRUTTURE PRIVATE E PUBBLICHE

Oggi facciamo fatica non solo a trovare alloggi per studenti e collaboratori, ma ultimamente anche le aree sono sempre meno, e sempre più difficile è individuare nuove zone dove insediarsi. In particolare alle nostre amministrazioni di Bologna e Modena chiediamo un’accelerazione sul riuso delle aree dismesse, serve un piano con tempi e obiettivi dichiarati alla comunità che vada incontro anche all’esigenza palese di nuovi spazi abitativi.

Invitiamo ancora una volta ad un piano di investimenti rapidi, su Interporto e Aeroporto in primis, affinché possano rispondere alle attese e agli standard del nostro territorio. Ci rendiamo conto che abbiamo sollevato questo tema già nella mia prima relazione del 2019, non è stato possibile trovare un punto di incontro a quel tempo. Non avremmo mai pensato che le criticità si accentuassero in un

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tempo così breve. Questo è il momento di un cambio di visione sul piano di ampliamento di Aeroporto per dare velocità al piano degli investimenti. Consapevoli che ne trarremmo i primi benefici nel medio lungo termine.

CONCLUSIONI

Nell’avvicinarmi alle conclusioni, e nell’ottica di una restituzione alla comunità del quadriennio di Presidenza che mi avete delegato di gestire, vorrei ricordarvi per punti alcuni momenti anche dell’attività progettuale, volta ad accelerare il nostro business in un’ottica multidisciplinare dove l’impresa non è solo prodotto, ma è anche comunicazione convergente, intelligenza di comunità, ricerca collaborativa. Con questa bussola a titolo davvero esemplificativo ricordo:

• Settembre 2019. Lo Studio “Le opportunità della New Mobility”- per analizzare l’impatto della nuova mobilità sulle aziende associate.

• Ottobre 2019. Review “Confindustria Emilia per l’Agenda 2030 ONU” - promossa per far emergere un quadro conoscitivo sul contributo dei progetti dell’Associazione rispetto a un benchmark internazionale rappresentato dai 17 Goals dell’ONU.

• Gennaio 2020. Portale Startup - creato per favorire incontro e collaborazione tra startup e imprese, anche attraverso scouting dedicati.

• Febbraio 2020. Study in Action - una piattaforma gratuita di e-learning, per la condivisione di contenuti formativi e percorsi di retraining delle figure professionali. Sono oggi oltre 12mila gli utenti che ne hanno beneficiato.

• Gennaio 2021. Export in Action - il Temporary Export Manager in outsourcing che vi affianca nei mercati esteri. Oltre un milione di euro di

fatturato complessivamente generato da contatti e ordini che abbiamo trovato per voi.

• Ottobre 2021. Future in Actionper l’orientamento consapevole dedicato alla formazione universitaria, 12 università coinvolte, per 9.500 ragazzi partecipanti.

• Novembre 2021. FARE Insieme - i nostri Podcast - quasi 200 ad oggi, per raccontare le esperienze delle nostre imprese.

• Settembre 2022. Albo Circular e Report sostenibilità - per unire domanda e offerta, su scala nazionale, sul tema dell’economia circolare. Abbiamo raccolto dati e creato un modello di valutazione della sostenibilità per un linguaggio comune.

• Gennaio 2023. Desk M&A - nasce con l’obiettivo di sollecitare operazioni di finanza straordinaria per le piccole e piccolissime imprese. Partito a gennaio ha finalizzato, ad oggi, 8 casi andati a buon fine di acquisizione/fusione. La più piccola di queste imprese ha un fatturato di 1,3 milioni e si occupa di verniciatura industriale. Lo dico per stimolare tanti colleghi a riflettere sulla continuità della propria impresa, intesa anche come continuità di territorio di valori e di valorizzazione delle nostre filiere.

Grazie a tutti voi per i contributi e le sollecitazioni, che non avete fatto mancare.

L’assemblea di oggi chiude un periodo di 10 anni di Farete, abbiamo avuto ospiti che ci hanno dato spunti e momenti di confronto.

In questa prima decade, nel momento che stiamo vivendo e con i risultati concreti che la nostra economia sta continuando a portare, quest’anno l’intero FARETE è dedicato a noi, le imprese di Confindustria Emilia, raccontate nei nostri quasi 200 podcast, 2 alla settimana, un ritmo che per quanto intenso non ha coperto

ad oggi neanche il 6% di ciò che siamo. Ed oggi sul palco un piccolissimo ma grandissimo campione di noi, si passerà la staffetta dell’innovazione per condividere cosa siamo e dove andremo. Ancora molto lontani, ne sono certo.

Perché, vedete, la forza della comunità emiliana ha un unico punto di miglioramento: dobbiamo abituarci a perseguire la visibilità del nostro vicino, perché sappiamo di essere unici, ma non possiamo essere noi a dircelo.

Per questo oggi mostriamo a questo palco dodici casi di innovazione, non per autoreferenzialità, ma perché dobbiamo imparare a parlare nella società dei migliori, non sottovalutiamo l’importanza della comunicazione, il peso delle parole, l’effetto positivo dell’emulazione che potrebbe avere. Siamo orgogliosi dei successi emiliani.

Permettetemi in chiusura un ricordo e un segnale di vicinanza ai colleghi della Romagna che lo scorso maggio hanno interrotto la loro attività perché sommersi dal fango. Siamo lontani ancora dal recupero delle condizioni del prima, siamo vicini al Generale Figliuolo e al suo staff per dare dove possibile il nostro contributo. Sono passati pochi mesi, è vero, ma il mercato non aspetta e su quei territori ci sono leader nazionali di nicchie che stanno subendo la concorrenza di altri player esteri.

È quindi obbligatorio riavere la nostra Romagna in ordine, dandoci priorità: partendo dalla pulizia dei letti dei fiumi. Abbiamo tutti la responsabilità di agire e farlo il più velocemente possibile. Al lavoro dunque non solo per il ripristino ma per migliorare l’esistente, senza ideologie, senza burocrazia, con la concretezza che ci ha sempre contraddistinto.

Buona Farete a tutti.

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Bologna: Via Pio La Torre, 2, 40013 Castel Maggiore / + 39 0516327311 Ferrara: Via Montebello, 33, 44121 / +39 0532 241215 Modena: Via Bellinzona, 27/A - 41124 / +39 059 4228300 info@hitserviziemilia.it Soluzioni per l’Amministrazione del Personale dedicate alle Imprese servizi emilia Libera il tuo talento HR dal carico amministrativo, affidando il PAYROLL all’esperienza e alla preparazione di HIT SERVIZI EMILIA scegliendo il servizio modulare e flessibile a te dedicato.

Estense 2023,

a Ferrara torna il giornalismo delle grandi firme di GV

Paolo Borrometi, Ezio Mauro, Marcello Sorgi e Gaia Tortora i quattro finalisti della 59^ edizione del Premio Estense. A Federico Rampini il 39° “Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione”

Lo scorso 24 maggio la giuria tecnica del Premio Estense, presieduta da Alberto Faustini, e composta da Michele Brambilla, Luigi Contu, Tiziana Ferrario, Paolo Garimberti, Jas Gawronski, Giordano Bruno Guerri, Agnese Pini, Venanzio Postiglione, Alessandra Sardoni e Luciano Tancredi, li ha selezionati tra 69 candidati (il più alto numero di candidature nella storia del Premio). Nella stessa giornata, la giuria presieduta dal presidente della Fondazione Premio Estense, Gian Luigi Zaina, e composta da sette imprenditori dei territori di Bologna, Ferrara e Modena (Patrizia Bauer, Luca Cimarelli, Maria Rita Giberti, Paolo Golinelli, Paolo Moscatti, Silvia Pasquali e Giorgio Piacentini) ha assegnato a Federico Rampini il 39° “Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione”. Istituito nel 1985 in memoria di Gianni Granzotto, presidente per vent’anni delle giurie dell’Estense, è conferito a chi si è particolarmente distinto per correttezza, impegno e professionalità nell’ambito dell’informazione. Federico Rampini è editorialista del “Corriere della Sera” e già corrispondente di “Repubblica” da New York dal 2009, ha esordito come giornalista nel 1979 scrivendo per “Rinascita”; è stato vicedirettore del “Sole 24 Ore” e inviato e corrispondente da Parigi, Bruxelles, San Francisco, Pechino. Ha insegnato nelle università di Berkeley, Shanghai e in Bocconi. Nel pomeriggio di sabato 23 settembre al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara, il conferimento dell'Aquila D'Oro e la premiazione ufficiale di Federico Rampini.

Il profilo dei quattro finalisti

Paolo Borrometi è condirettore dell’agenzia

di stampa Agi. Ha iniziato la sua attività in Sicilia e ha fondato il sito “La spia”. Aggredito e minacciato dalla mafia è stato costretto a lasciare la sua terra e a vivere sotto scorta.

Ezio Mauro, direttore della “Stampa” dal 1992 al 1996 e di “Repubblica” dal 1996 al 2016, ha scritto La felicità della democrazia (con Gustavo Zagrebelsky; Laterza, 2011), Babel (con Zygmunt Bauman; Laterza, 2015) e, per Feltrinelli, L’anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione (2017), L’uomo bianco (2018), Anime prigioniere. Cronache dal Muro di Berlino (2019), Liberi dal male. Il virus e l’infezione della democrazia (2020), La dannazione. 1921. La sinistra divisa all’alba del fascismo (2020) e Lo scrittore senza nome. Mosca 1966: processo alla letteratura (2021).

Marcello Sorgi ha cominciato a fare il giornalista a 18 anni al quotidiano “L’Ora” di Palermo, la città dov’è nato e si è laureato in Giurisprudenza. Nel 1979 passa al “Messaggero”, come inviato e poi come notista

politico e nel 1986 alla redazione romana de “La Stampa”, di cui nel 1994 diventa vicedirettore. Dal 1996 al 1998 è in Rai, prima brevemente come direttore del giornale radio, poi direttore del Tg1. Dal 1998 al 2005 è direttore de “La Stampa”, poi editorialista e titolare di una rubrica quotidiana dedicata ai fatti della politica, Il taccuino. Ha curato anche per tre anni la nota politica del giorno del programma di Rai3 Agorà.

Gaia Tortora nasce professionalmente a Teleroma56, storica emittente locale romana, dove conduce per molti anni il telegiornale. Nel 1998 approda a Italia News Network, il canale satellitare all-news di Telepiù, dove conduce il notiziario, la rubrica di approfondimento legata all’attualità “Paralleli” e l’appuntamento settimanale con le grandi firme del giornalismo “Dentro la notizia”. Dal 2005 approda a La7 dove inizia a occuparsi della rassegna stampa per poi passare alla conduzione di “Omnibus”.

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cultura

PAOLO BORROMETI TRADITORI

COME FANGO E DEPISTAGGIO

HANNO SEGNATO LA STORIA ITALIANA

Solferino

La lista dei nomi infangati per distrarre l’attenzione dai delitti è lunga. E la strategia ha un preciso nome in gergo, mascariamento. Quello di Paolo Borrometi è un reportage giornalistico tra anomalie, depistaggi e buchi neri che parte dallo sbarco degli americani in Sicilia nel 1943 per arrivare ai giorni nostri, passando per le bombe degli anni Settanta e la strategia della tensione: da Portella della Ginestra a via Fani, dall’Italicus al Rapido 904, da Bologna a Capaci e Via d’Amelio, fino all’arresto del latitante Matteo Messina Denaro. Una storia, alternativa e potente, del lato oscuro del Paese.

Paolo Borrometi: l’antidoto del giornalismo contro i mascariatori d’Italia

Un Paese allergico alla verità. Che non rimuove il segreto di Stato su Portella della Ginestra e che condanna i suoi servitori e i familiari delle vittime di mafia a un’insostenibile damnatio memoriae. Paolo Borrometi, condirettore dell’agenzia di stampa Agi, è un giornalista minacciato dalla mafia che vive sotto scorta.

Chi sono i traditori e i mascariatori d’Italia e perché sono sempre al loro posto (protetti e incensati)?

“A questa schiatta poco commendevole appartengono i manutengoli del potere mafioso. Si muovono a tutti i livelli, agiscono nell’ombra e sono abili nel ribaltamento e nell’offuscamento della realtà. Occorre partire da un presupposto fondamentale, però, per comprenderne le radici”.

Ovvero?

“La mafia è un abito mentale, è un atteggiamento connaturato all’essere umano. Ce lo hanno ricordato due monumenti della resistenza civile come Rita Atria e Peppino Impastato”.

I veri servitori dello Stato dopo la morte rischiano la damnatio memoriae.

“Sì, anche qui in un capovolgimento comico, se non fosse tragico, della realtà. Sporcati, mascariati in vita, nella morte subiscono un ulteriore e infamante affronto: sono morti perché se la sono andata a cercare. Posso fare un esempio?”.

Prego.

“Giovanni Falcone nel fallito attentato dell’Addaura ha avuto una grandissima colpa: non essere morto. Fintanto che derubrichiamo l’omicidio di mafia a fatto privato e non lo facciamo diventare un fatto collettivo non faremo mai i conti con la nostra storia. E con la nostra coscienza”.

Quanto male fanno i traditori della porta accanto, gli insospettabili misirizzi mimetizzati nella quotidianità?

“Tanto quanto quelli che dal sistema ricevono prebende e assistenza. Ma per certi versi sono ancora più insidiosi. Anzitutto perché sono perennemente sottotraccia, invisibili anche a loro stessi. Chi diventa mascariatore nella sua routine normale, da cittadino normale e, perché no, da funzionario modello, è un manovale della cultura mafiosa. Non sa dire di no al suo superiore gerarchico e decide di combattere una guerra che non è nemmeno sua”.

In Fnsi, il sindacato dei giornalisti italiani, hai le deleghe all’educazione alla legalità e all’analisi delle minacce ai giornalisti. Qual è lo stato del nostro mestiere dal punto di vista delle intimidazioni?

“Per dirla con una metafora il barometro segna tempesta. Ci sono colleghi che subiscono attentati e minacce, per questo sono sotto scorta. Ci sono tanti giornalisti, penso soprattutto a chi lavora nelle periferie del nostro Paese e fa un giornalismo di prossimità, che entra ugualmente nel gorgo dell’intimidazione e della delegittimazione. I metodi li conosciamo: le querele temerarie”.

Come giudichi l’annunciata riforma della giustizia sul tema delle intercettazioni?

“Gli ostacoli al diritto di cronaca non nascono con il governo Meloni, ma sono il frutto di processi di riforma cominciati con esecutivi precedenti e di ogni colore. La riforma Cartabia costituisce indubbiamente una involuzione e l’annunciata riforma Nordio si salda a una base già compromessa”.

L’Italia è il Paese che ai segreti inconfessabili aggiunge misteri su misteri. È una buona sintesi di quasi 80 anni di vita repubblicana?

“Tecnicamente è così. Basti pensare al segreto di Stato opposto alla strage di Portella della Ginestra del primo maggio 1947. Quanti anni sono passati da allora? E quanti ne dovranno passare per avere verità e giustizia?”.

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1922, l’anno dei torbidi in Italia

nel libro di Ezio Mauro

Dopo “L’anno del ferro e del fuoco” e “Anime prigioniere”, Ezio Mauro riprende in mano gli attrezzi del narratore, del giornalista e dello storico. L’oggetto della nuova e sorprendente indagine è il 1922, l’anno della Marcia su Roma, o “il periodo dei torbidi”, usando una terminologia mutuata dalla storiografia russa. “L’anno del fascismo. 1922. Cronache della marcia su Roma” è il racconto lucido e documentato di un golpe lungo un anno.

Che anno è stato il 1922?

“L’anno dei torbidi, potremmo dire, usando la terminologia della Russia. Quattro governi in tre anni, un sistema estenuato e logorato, lo Stato liberale che sta morendo senza accorgersene, la paura del contagio rivoluzionario da Mosca, la scia terribile della guerra. E su tutto una violenza che pratica a ogni ora il sopruso e la sopraffazione, innescando un colpo di stato strisciante che dura un anno”.

Luigi Facta, Giovanni Giolitti, il re Vittorio Emanuele III. Il cordone di sicurezza a difesa della nostra democrazia liberale non ha funzionato con Benito Mussolini. Perché?

“La classe dirigente liberale è divisa e attraversata da veti incrociati, ma nel suo insieme convinta di poter prima utilizzare il fascismo per combattere i socialisti (agrari e industriali finanziano Mussolini con questo obiettivo), per poi assorbirlo nell’orbita di un governo di coalizione, neutralizzandolo e normalizzandolo. Il Re è ossessionato dalla tutela della dinastia più che dalla difesa della democrazia, e teme che il fascismo possa deviare la storia dei Savoia insediando il duca d’Aosta. Incredibilmente, Vittorio Emanuele teme più il Duca del Duce”.

Il re avrebbe potuto firmare lo Stato di assedio.

“Avrebbe dovuto firmarlo. La sera prima, tornato a Roma da San Rossore, non solleva riserve quando Facta gli illustra le misure che il governo sta per prendere. Alle 5 del mattino un Consiglio dei ministri d’emergenza vara lo stato d’assedio. Alle 7 parte l’ordine dal Viminale di arrestare i Capi della rivolta. Alle 9 il Re non firma il decreto, Mussolini capisce di aver vinto”.

Quale fu il ruolo dei quadrumviri Italo Balbo, Emilio De Bono, Cesare Maria De Vecchi e Michele Bianchi?

“Mussolini ha appena ceduto tutti i poteri politici e militari ai quadrumviri, liberandosi di ogni responsabilità in caso di fallimento. Si mostra con la moglie al teatro Manzoni a Milano per smentire le voci sulla Marcia poi si rifugia al Soldo, la casa sul lago di Margherita Sarfatti, da dove si può raggiungere la Svizzera a piedi. Poi condurrà lui da Milano il negoziato col Quirinale, fino all’incarico. Nel quartier generale di Perugia i quadrumviri sono tagliati fuori”.

Mussolini ebbe dal re un’investitura legale dentro una cornice rivoluzionaria. Il colpo di stato ottenuto con un colpo di teatro.

“Sì. È la sublimazione della sua costante ambiguità e insieme della sua abilità tattica. Una cornice eroica per un incarico istituzionale. Un impianto eversivo per una nomina nelle forme tradizionali. Ha poi bisogno della Marcia (a quel punto un semplice corteo) per salvare la leggenda rivoluzionaria”.

Che giornalista è stato il Duce?

“Molto efficace. Squadrista nell’anima dà il suo meglio come polemista, ma anche nei corsivi e negli editoriali. È attento e competente anche negli articoli di politica estera”.

Che anno sarà il 2023?

“Quién sabe…”.

L'ANNO DEL FASCISMO

Feltrinelli

“I fascisti spuntarono pochi minuti prima delle due, protetti dal botto dei petardi nelle vie e nei cortili, mentre i balli erano ripresi dopo il brindisi. Da dentro giungevano le note morbide e i versi innocenti di Abat-jour, ma un colpo di pistola nella strada fermò la musica. ‘Aprite, o sarà peggio.’ Con centocinquantuno bossoli per terra finiva la prima notte di gennaio e cominciava il 1922 italiano, l’anno del fascismo”. Nei mesi bui che conducono alla dissoluzione dello Stato liberale Mussolini, con la sua concezione tragica e spettacolare della vita, incrocia lo spirito del tempo: la politica viene ridotta alla sua dimensione fisica, la ritualità soppianta la cultura. Ezio Mauro racconta l’anno decisivo della frattura tra due epoche: dopo la guerra, davanti al potere declinante delle dinastie, c’è in Italia l’impeto crescente, violento, del nuovo movimento fascista.

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EZIO MAURO

MARCELLO SORGI MURA

LA SCRITTRICE CHE SFIDÒ MUSSOLINI

Marsilio SPECCHI

Un incidente che forse non fu tale, con il sospetto di un coinvolgimento del duce. Così si chiude l’esistenza di Maria Assunta Volpi Nannipieri, in arte Mura. Varie volte, direttamente o indirettamente, la scrittrice incrociò sulla sua strada Mussolini, ma a segnarla per sempre fu un caso di censura che ha dell’incredibile. Il duce si espose infatti in prima persona ordinando di ritirare dal mercato con la massima urgenza un romanzo che a ben vedere anticipava i canoni razzisti da lui stesso imposti di lì a poco. Che cosa provocò quella condanna senza appello? Il carisma che l’aveva resa autrice di punta della casa editrice Sonzogno e seguitissima firma dei settimanali? O rimase impigliata nelle maglie di un intrigo più grande di lei? È questo interrogativo, tra i tanti nella breve e tumultuosa vita di una personalità fuori dal comune, a fornire a Marcello Sorgi lo spunto per un’indagine dagli esiti ben più fecondi del pretesto iniziale.

Ci sono storie cosiddette minori che proprio minori non sono. La storia di Maria Assunta Volpi Nannipieri, colei che sfidò Benito Mussolini, è una di quelle. Marcello Sorgi, giornalista di lungo corso con il gusto della ricostruzione storica, tramite la riscoperta di questa figura femminile a lungo dimenticata e del suo caso di censura ci fa rivivere le contraddizioni di un Paese intero.

Chi era la bolognese Maria Assunta Volpi Nannipieri, in arte Mura?

“Mura è stata una grande giornalista (reportage da tutto il mondo pubblicati su Stampa sera e sul Secolo, grandi inchieste sulle donne) e una grande scrittrice, che arrivò a vendere fino a un milione di copie scrivendo romanzi di letteratura rosa con un pizzico di erotismo, tollerato dal regime, in quanto era stata anche per lungo tempo la fidanzata di Chiavolini, il segretario particolare del Duce. Era bolognese di nascita, ma aveva le sue radici a Gavirate, un piccolo villaggio sulle rive del lago di Varese. Conosceva Giosuè Carducci e in particolare Annie Vivanti, che la iniziò alla scrittura letteraria e dei romanzi rosa. Il nome d’arte lo aveva tratto dalla biografia della contessa russa Maria Tarnovska, in arte Mura, appunto”.

Un romanzo, “Sambadù amore negro”, e una data, il 2 aprile del 1934. L’inizio della sua fine e al contempo un caso di cancel culture ante litteram (e un po’ surreale).

“La vicenda del sequestro del romanzo “Sambadù amore negro”, nel 1934, è uno spaccato sul funzionamento del regime negli anni precedenti le leggi razziali (1938). Avendo pubblicato già altre storie su amori pedofili e lesbici, che probabilmente la riguardavano, Mura non poteva immaginare che sarebbe incorsa nella censura con “Sambadù”. Nessuno lesse il libro. Al sequestro si arrivò per una lotta intestina ai vertici del regime, Ciano, genero di Mussolini, contro il potente capo della polizia Bocchini. A tradire la scrittrice forse fu una copertina che raffigurava una donna bianca abbandonata tra le braccia di un uomo di colore”.

Scrittrice prolifica del filone rosa sentimentale negli anni Venti e Trenta in Italia, giornalista brillante e, fatto non secondario, tutt’altro che ostile al regime fascista. Eppure, la censura la colpisce ugualmente. Una storia paradigmatica dell’idiozia del potere?

“Mura fu la prima a stupirsi del sequestro. I suoi rapporti con i gerarchi e con i vertici del regime erano buoni. E poi si trattò del primo caso di sequestro di un libro, censura che fino a quel momento Mussolini aveva esercitato prevalentemente contro i giornali. Ciano, come già detto, voleva colpire Bocchini e modificare il funzionamento della censura, facendo in modo che ricadesse tra le sue competenze di capo della comunicazione e poi ministro della Cultura. Si andò così a un sistema di censura preventiva, per cui i manoscritti dei libri dovevano essere consegnati prima di essere stampati”.

Morirà a soli 48 anni in un incidente aereo.

“L’incidente aereo in cui Mura perde la vita si trasformerà per qualche tempo in un mistero - poi risolto - per il dubbio che l’aereo fosse stato sabotato proprio per disfarsi della scrittrice”.

Come è nata l’idea di scrivere questo libro?

“L’idea di scrivere questo libro mi è venuta in occasione dell’anniversario della Marcia su Roma, che dà inizio al Fascismo come regime. Invece di dedicarmi alla ricostruzione di ciò che avvenne nella data fatidica dell’anniversario, ho pensato di lavorare su una vicenda laterale, ma poi non troppo, rivelatrice, secondo me, del funzionamento tragicomico del regime negli anni della maturità del Fascismo”.

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Marcello Sorgi: “Nella storia di Mura tutto il cortocircuito della censura fascista”

Gaia Tortora: “Il mio giornalismo a testa alta”

Un libro intenso e vibrante, resoconto preciso di una storia incredibile, allucinante e dolorosa. Gaia Tortora, a 40 anni dall’arresto di suo padre, uno dei volti più noti della Rai insieme a Mike Bongiorno, Corrado Mantoni e Pippo Baudo, racconta la sua storia e quella della sua famiglia in “Testa alta, e avanti”.

Il 17 giugno 1983 comincia il calvario di Enzo Tortora. Il 15 settembre 1986 arriva l’assoluzione con formula piena in appello. Il 17 marzo 1988 la Cassazione conferma. Fu un tragico errore quello che patì, un caso di malagiustizia o che altro?

“Sarebbe stato un errore se quella vicenda si fosse conclusa velocemente. Purtroppo, tutti gli elementi che avrebbero potuto scagionare mio padre non furono presi in esame dai magistrati, a partire dall’uso quantomeno disinvolto, per non dire spregiudicato, dei pentiti. Undici cialtroni che già altre sentenze avevano definito senza alcuna attendibilità decretarono la colpevolezza di un uomo. Non ho nessuna remora a definire questa vicenda un caso da manuale di accanimento giudiziario”.

Che cosa ricordi di quel 17 giugno. Avevi l’esame di terza media… poi dopo aver visto le immagini di papà con le manette ai polsi rimanesti letteralmente senza parole.

“Sì, quel giorno dovevo consegnare la tesina. Ero la sesta a dover essere interrogata, ma diventai la prima. Alla fine dell’esame venne a prendermi mia sorella Silvia e di primo acchito pensai fosse successo qualcosa di brutto a nostra madre. Che ci fosse aria di tempesta, però, lo capii di prima mattina: il telefono cominciò a squillare prestissimo, la radio era accesa ma con il volume basso. E poi il colpo di grazia: vedo papà in televisione salire sul cellulare che lo porterà a Regina Coeli”.

La nostra categoria, per usare un eufemismo, non fu irreprensibile nel notiziare quel fatto. Che cosa non andava nel giornalismo di ieri? E in quello di oggi?

“Nella vicenda di mio padre una certa magistratura è andata a braccetto con una certa informazione. Hanno spolpato un uomo innocente. Ciò che non andava in quel tipo di giornalismo, a mio avviso, è ciò che continua a non funzionare ancora oggi: non si può dare credito alle tesi di una sola procura, sarebbe quantomeno opportuno mettere in moto una procedura accurata di verifica delle fonti e, soprattutto, ricordare che quando si ha a che fare con la vita delle persone non è permesso trasformare la cronaca in un derby tra due tifoserie”.

Tuo padre era un apprezzato collega, scrisse moltissimi articoli soprattutto su il Resto del Carlino. Anche tu e tua sorella Silvia, infine, siete approdate alla carriera giornalistica.

“Quando papà morì avevo 19 anni e in quella fase era già diventato un personaggio televisivo. Ebbi modo di conoscere il giornalista della carta stampata solo a posteriori. Rileggendo alcuni suoi pezzi viene fuori il profilo di un giornalista attento, arguto, documentato e di grandi letture. Io sono diventata una giornalista per reazione allo scempio che mio padre ha dovuto subire”.

Perché questo libro a tanti anni di distanza?

“Non potevo pensarlo né a 14 né a 20 anni un libro così. Banalmente, mi è stato chiesto di farlo e ho pensato che fosse giunto il momento giusto di scriverlo. Vuole essere non tanto e non solo un segnale verso una visione della giustizia come bene di tutti, ma soprattutto uno strumento nelle mani delle persone che hanno passato o stanno passando uno strazio come quello della mia famiglia e che non hanno la possibilità di farsi sentire, si vergognano, soffrono in silenzio e non hanno un conforto”.

Chi era Enzo Tortora?

“Un uomo onesto, una persona perbene che credeva nelle istituzioni, nel suo mestiere, nella giustizia e nella magistratura. Era un uomo divertente”.

Testa alta, e avanti. Per guardare l’ingiustizia negli occhi?

“Per andare avanti nonostante tutto e tutti. Per cercare di cambiare le cose. Soprattutto nella nostra professione”.

TESTA ALTA, E AVANTI

Mondadori

Roma, 17 giugno 1983. Gaia, quattordici anni, esce di casa di primo mattino con lo zaino in spalla. È il giorno del suo esame di terza media. Procede spedita verso la scuola e non sa che, poche ore prima, le forze dell’ordine hanno fatto irruzione in una camera dell’Hotel Plaza e arrestato suo padre per associazione camorristica e traffico di droga. In questo libro Gaia Tortora racconta la sua storia, nella consapevolezza che non sia solo sua: ogni giorno tre innocenti finiscono in carcere per errore, più di mille cittadini l’anno. E i media continuano a comportarsi come fecero con suo padre: titoloni per additare i presunti colpevoli e, quando va bene, trafiletti seppelliti nelle ultime pagine a segnalare l’assoluzione, il proscioglimento, l’errore giudiziario. Condividere il proprio intimo dolore, allora, diventa un modo per combattere contro l’ingiustizia, per impedire che tutto ciò si possa ripetere. E andare avanti, come le diceva suo padre, a testa alta.

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GAIA TORTORA

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premio Granzotto

Federico Rampini

“Per una geopolitica matura più informazione seria e meno chiacchiericcio ideologizzato”

no sguardo mai scontato sui fatti della geopolitica, dell’economia e degli affari internazionali è quello a cui ci ha abituato il 39esimo vincitore del premio Gianni Granzotto, Federico Rampini. Editorialista del Corriere della Sera e già corrispondente della Repubblica da New York dal 2009, ha esordito come giornalista nel 1979 scrivendo per Rinascita. È stato vicedirettore del Sole 24 Ore e inviato e corrispondente da Parigi, Bruxelles, San Francisco, Pechino. Ha insegnato nelle uni-

La guerra in Ucraina ha riacceso l’interesse del giornalismo italiano per la geopolitica. Sui media tradizionali, ma non solo su quelli, sono aumentati gli approfondimenti e i punti di vista. Di questo assunto

“Abbiamo visto tutto il meglio e tutto il peggio di cui è capace il giornalismo italiano. Sono salite le vendite di due buone riviste di geopolitica, Limes e Domino. Il giornale più diffuso, il Corriere della Sera sul quale scrivo, ha investito sulla rete di corrispondenti e inviati all’estero. A me ha chiesto di curare una collana di grandi testi classici di geopolitica. Qualche programma televisivo si è rivolto a veri esperti, ex ambasciatori, generali, studiosi dello Iai o dell’Ispi. Ma all’estremo opposto abbiamo visto dilagare i talk show dove gli stessi tuttologi che pochi mesi prima pontificavano sul Covid, e sul Festival di Sanremo, si sono riconvertiti come esperti di strategie militari. Nell’insieme però credo che sia emerso un nuovo pubblico, con tanti giovani, in cerca di informazione seria, analisi e approfondimenti, non chiacchiericcio ide-

La rivolta del capo del gruppo Wagner, Prigozhin, è stato un golpe o un colpo di “Sappiamo per certo che non è stato un ten-

tativo di golpe. Ma neanche una pura messinscena. È stato un gesto calcolato, dettato dalla rabbia e dalla disperazione, in un contesto di regolamenti di conti tra varie fazioni militari russe. Ha rivelato un regime putiniano più fragile di quanto il resto del mondo credesse”.

America e Cina due imperi… agli antipodi. Nel mezzo un’Europa senza visione (strategica?) e un mondo multipolare che

scosse di assestamento da un ordine multipolare verso un altro ordine multipolare, con le gerarchie e i rapporti di forza che cambiano in favore della Cina ma anche dell’India, dell’Arabia Saudita, tutte potenze che hanno agende in competizione fra loro. Il problema dell’Occidente è che in questa fase la sua cultura e il suo discorso pubblico sono dominati dall’auto-flagellazione e dai complessi di colpa: sentimenti poco adatti a elaborare una chiara strategia in difesa dei propri interessi”.

“Inchieste da fermo” su La7: un esperimento inedito per lei ma anche per chi l’ha seguita in tv. Ha in mente un nuovo programma per la prossima stagione?

ribolle. A quale nuovo ordine mondiale dovremmo prepararci?

“Non esiste e non è mai esistito un ordine mondiale, concetto astratto che viene usato solo per esprimere nostalgia per qualcosa che ci manca, oppure orrore e odio verso qualche potenza che non ci piace. Perfino la Pax Romana è una semplificazione dei manuali di storia perché fu segnata da instabilità e turbolenze. La Pax Britannica, la Pax Americana, non sono mai state veramente tali. Quando rievochiamo gli anni dal 1991 al 2001 come un ‘momento unipolare’ di dominio assoluto dell’America, facciamo una forzatura perché perfino quando l’Urss era crollata e la Cina non era ancora decollata, l’America non controllava pienamente né il Medio Oriente né l’Africa né l’America latina dove accadevano incidenti di ogni sorta, contrari agli interessi americani. Oggi stiamo solo assistendo alle

“Questo bisogna chiederlo a La7. A me piacerebbe. Intanto posso dire di essere molto grato a chi mi ha dato fiducia e ha voluto consentirmi questo esperimento. Non era affatto scontato che funzionasse; gli indici di ascolto ci hanno premiati ben oltre le aspettative. È solo un piccolo test, però è incoraggiante perché significa che esiste un pubblico interessato a programmi di serio approfondimento su temi hard come geopolitica, economia globale, affari internazionali”.

Chi ha paura dell’Intelligenza artificiale?

“Purtroppo, tutti quelli che la capiscono veramente. È un brutto segno, ma fra le centinaia di scienziati che hanno messo in guardia contro i suoi pericoli, ci sono proprio i massimi esperti del settore. Alcuni di coloro che hanno concepito ChatGpt, per esempio, oggi ammettono apertamente di non capire con certezza i meccanismi con cui questa intelligenza artificiale apprende da sola. Io per natura resisto alle narrazioni apocalittiche, diffido dai catastrofismi. Perciò cerco di prestare attenzione anche a tutti gli scenari positivi che vengono proposti. Ma la competenza e l’autorevolezza di quelli che la temono mi fa riflettere”.

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È ancora difficile a volte parlare con un pubblico di non specialisti di argomenti come l’intelligenza artificiale o l’apprendimento automatico o i big data. In un Paese dove la cultura è implicitamente umanistica, questi temi risultano ostici a molti, nonostante i forti punti di contatto con la filosofia (in particolare l’epistemologia) e la logica, materie classiche per eccellenza. È però ormai immediato vedere la grande importanza che hanno oggi queste tematiche, per le nuove tecnologie, la vita di relazione e la ricerca scientifica.

In particolare, è l’intelligenza artificiale che più di recente è salita alla ribalta, dopo l’”inverno” degli anni ‘70 e ‘80. La perdita di entusiasmo di quel periodo si può in parte spiegare col fatto che mancavano gli strumenti hardware, la potenza di calcolo e memorizzazione necessari per tradurre in pratica le idee dei precursori della materia, che nel secondo dopoguerra era chiamata cibernetica, riferendosi al tentativo di simulare artificialmente, tramite la tecnologia, il comportamento del cervello umano ed in particolare la sua capacità di apprendere dall’esperienza.

I limiti tecnologici sono stati superati progressivamente a partire dagli anni 2000, grazie al cloud e ai nuovi microprocessori (e in un futuro prossimo al quantum computing). Oggi tutti parlano di intelligenza artificiale e sembra essere diventata onnipresente. Si pensi ad esempio all’uso costante che ne facciamo nell’ambito della sicurezza informatica, per proteggere i nostri cellulari con la biometria, usando le impronte digitali o il riconoscimento facciale. Come è noto, un algoritmo (cioè, un procedimento statisticomatematico) confronta un’immagine del nostro volto, memorizzata sul dispositivo, con il volto della persona che tenta di accedere. Se la somiglianza è all’interno di uno stretto margine di errore allora

il cellulare si sblocca, altrimenti no. Ovviamente sono possibili (ma poco probabili) sia falsi positivi, per cui il legittimo proprietario del cellulare non riesce ad accedere (il nostro aspetto cambia ogni giorno) sia falsi negativi, per cui un utente non legittimo riesce a sbloccare il dispositivo (tutti abbiamo un sosia, molti un figlio grande, qualcuno un gemello).

Questo tipo di processo decisionale è di solito chiamato “apprendimento profondo”, deep learning, e utilizza degli algoritmi chiamati “reti neurali”, perché il loro comportamento interno assomiglia a quello del sistema nervoso umano: apprende dagli errori e si corregge. Tale comportamento è solitamente descritto coi termini “fare esperienza” in italiano o training nel gergo informatico. Inevitabilmente, quanto leggiamo sui giornali relativamente alla protezione della privacy e alla necessità di controllo (della salute o del territorio) e sicurezza solleva non pochi dilemmi etici perché tali esigenze sono spesso percepite come conflittuali.

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L’intelligenza artificiale e i processi decisionali aziendali di Davide Barbieri

Nonostante la sua diffusione e gli interrogativi che ci pone, il problema principale riguardo l’intelligenza artificiale è che noi non sappiamo cosa sia, nel senso che non siamo in grado di definirla. Potremmo pertanto dire che la tanto declamata intelligenza artificiale non esiste, almeno non stricto sensu. È una buzzword (come direbbero gli esperti di marketing), un termine commerciale usato per vendere diverse tecnologie basate su algoritmi di apprendimento automatico. Non esiste innanzitutto perché è difficile - se non impossibile - definire l’intelligenza. Nessuno a oggi ci è riuscito in modo convincente, nemmeno il grande Alan Turing che col suo famoso test spiegò come riconoscerla. E che cosa è “artificiale”? Anche qui siamo in difficoltà. Provò a rispondere il celebre autore americano di fantascienza Philip K. Dick, nel suo Do androids dream of electric sheep? (famoso soprattutto per la sua trasposizione cinematografica, Blade runner), e anche in questo caso la risposta data era vaga e in pratica di difficile applicazione.

Ciò che esiste senz’altro - e funziona egregiamente - sono gli strumenti di supporto alle decisioni, incluse quelle aziendali. Tra questi, la business intelligence e il machine learning hanno da tempo largo impiego, soprattutto nei casi in cui la decisione da prendere, come spesso avviene, sia di natura binaria: il pezzo è buono o da scartare? Make or buy? Investo o risparmio? Compro o vendo? L’allegato è un virus o è legittimo? L’email è spam o no? A queste risposte le tecniche che collettivamente raduniamo sotto l’ombrello dell’intelligenza artificiale possono rispondere, accrescendo considerevolmente la nostra capacità di fare scelte informate e quindi, probabilmente, giuste.

Purtroppo, un certo timore nei confronti delle novità, cioè di tutto ciò che non si conosce per mancanza di una cultura specifica, ha frenato le aziende, soprattutto le piccole, nel procedere in direzione dell’informatizzazione e dell’automazione dei processi. Questo errore di valutazione, per altro, è stato commesso anche da grandi intellettuali del passato più o meno recente, come il filosofo tedesco Martin Heidegger nei confronti della cibernetica e della tecnologia in generale o come l’italiano Umberto Eco nei confronti di Internet e dei social media.

Purtroppo, le aziende che non innovano restano indietro e perdono competitività. Nel ciclo di vita di un prodotto, sono coloro che per primi ne colgono le potenzialità ad avere i margini più alti. Che si tratti di Google, del cloud computing o di ChatGPT, dopo la perplessità o la paura iniziale, è rapidamente iniziato un processo di normalizzazione che permette di integrare tali tecnologie nei processi aziendali, accettandone i rischi e sfruttandone le opportunità. rischi e sfruttandone le opportunità.

Ne abbiamo parlato a luglio con amici e clienti presso La Personala con Fabio Ferrari, founder di Ammagamma e Davide Barbieri consulente, esperto di Big Data.

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Ventiquattro docenti diventano ambasciatori del metodo STEAM

Si è conclusa lo scorso 21 luglio la terza edizione della scuola estiva “Masterclass for STEAM”, dopo un programma preliminare online e una settimana di attività in presenza tra l’Opificio Golinelli e il Liceo STEAM International di Bologna. Il percorso, promosso da Confindustria Emilia Area Centro e Fondazione Golinelli, ha coinvolto 24 insegnanti provenienti dalle scuole secondarie di primo e secondo grado di tutto il Paese. Selezionati tra oltre 150 candidati, hanno lavorato con un approccio interdisciplinare, tipico della metodologia STEAM, su tecnologie e strumenti integrabili nella quotidianità scolastica: intelligenza artificiale e rapporto uomo macchina, le frontiere della realtà aumentata e virtuale, la dimensione del gioco e la gamification, narrazione e linguaggi, co-progettazione e progettazione empatica di esperienze, sostenibilità e open schooling, inclusione e personalizzazione, dati e visualizzazione.

“Confindustria Emilia ha sostenuto con la massima convinzione anche questa terza edizione di Masterclass for STEAM insieme alla Fondazione Golinelli, un progetto il cui valore è confermato anno dopo anno dagli ottimi risultati in termini di partecipazione e di programmazione. Studiare le materie STEAM oggi significa essere preparati ad unire creatività e conoscenza tecnica per affrontare le sfide del nostro tempo e le opportunità dei mestieri di domani; in questo senso è di fondamentale importanza riportare al centro il ruolo dell’insegnamento e dei suoi professionisti, offrendo ai formatori valide occasioni di aggiornamento e confronto su quella che sarà la didattica del futuro e gli strumenti metodologici per la diffusione della cultura tecnico-scientifica e delle materie STEAM a livello nazionale”, ha dichiarato Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia

“Dare agli studenti gli strumenti per immaginare e dare forma al proprio futuro in maniera innovativa è una sfida quotidiana per i docenti di tutto il Paese. L’alleanza con Confindustria Emilia Area Centro per Masterclass for STEAM si muove in questa direzione, contribuendo allo sviluppo del sistema scolastico nel segno dell’interdisciplinarietà e dell’innovazione. La partecipazione e i risultati di questa terza edizione ci confermano l’importanza fondamentale di formare i formatori, dare loro gli strumenti per fare proprio un approccio olistico alla cultura. Diventeranno parte di quella rete di insegnanti che ha accolto gli stimoli e gli strumenti metodologici appresi durante la Masterclass, avviando e gestendo, nei propri contesti scolastici di riferimento, percorsi trasformativi in grado di coinvolgere alunni e colleghi nella diffusione di un approccio STEAM alla didattica”, ha affermato Antonio Danieli, vicepresidente e direttore generale di Fondazione Golinelli.

Ospiti internazionali ed esperti da tutta Italia hanno accompagnato in diversi momenti i tutor di Fondazione Golinelli durante le lezioni ispirazionali, i workshop tecnologici e i laboratori condotti con un approccio esperienziale e coinvolgente. Il percorso non si esaurisce nella scuola estiva e da settembre a dicembre i partecipanti, partendo dal proprio contesto scolastico, supportati da strumenti specifici e dai formatori, svilupperanno delle attività di formazione tra pari che coinvolgeranno almeno altri 200 insegnanti in tutta Italia e metteranno a punto progetti sperimentali per gli studenti. Diventeranno così veri e propri ambasciatori dell’innovazione e di un nuovo modo di fare didattica, promuovendo la diffusione nelle scuole italiane dell’approccio STEAM come strumento per favorire l’interdisciplinarietà, stimolare negli studenti creatività, pensiero e spirito critico, capacità di gestire problemi complessi, intraprendenza e autonomia.

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Area Centro.
Selezionati tra oltre 150 candidati da tutta Italia, gli insegnanti hanno partecipato a Bologna alla terza edizione del percorso promosso da Confindustria Emilia Area Centro e Fondazione Golinelli che si è concluso a luglio scorso

Marco Moscatti: “L’impresa non si impara solo sui libri”

L’Assemblea del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia dello scorso 28 giugno ha eletto il CEO di Tec Eurolab presidente per il mandato 2023-2027. Classe 1988, laureato con lode in Ingegneria meccanica e dal 2013 nell’azienda di famiglia, Moscatti raccoglie il testimone da Michele Poggipolini di GV

Innovazione nella tradizione: quello che di primo acchito sembra uno slogan trito e ritrito è, in realtà, la pietra angolare del programma di mandato del neoeletto presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia, Marco Moscatti. Che di claim e formule stereotipate, lascia intendere, non ne vuol sentire parlare. “La lucidità è una virtù essenziale nell’era dell’intelligenza artificiale, e non potrebbe esserci lucidità senza conoscenza storica da una parte e cultura della tradizione dall’altra. Un invito: non perdiamo di vista il focus del nostro gruppo e della nostra associazione. Abbiamo bisogno di rinnovare la partecipazione, fare squadra, condividere storie ed esperienze di lavoro che, in un contesto di amicizia, diventano anche esperienze di vita”.

La stretta di mano al posto della call. “Beh, direi proprio di sì. La pandemia ci ha allontanato. La nuova realtà post-pandemia esige una messa in discussione dello standard nelle relazioni umane e professionali: una comunità pragmatica cresce solo se crede all’apertura, e non certo alle distanze, ai blocchi e ai conflitti. E il coinvolgimento di ciascuno si ottiene se ci sono la lealtà e la solidarietà alla base della scommessa e del patto di comunità”.

Oltre a te la squadra del direttivo si compone di cinque vicepresidenti e nove consiglieri.

“I vicepresidenti Luca Avagliano e Annalisa Po hanno la delega rispettivamente per i territori di Bologna e Ferrara, oltre a loro completano il team dei vicepresidenti

Laura Zanasi, Andrea Franceschelli e Mariastella Mancini. Siamo una squadra con competenze e sensibilità diverse. Insieme ai consiglieri eletti (Paolo Acquaderni, Riccardo Altobello, Leonardo Borghi, Simone Checcoli, Maria Eleonora Missere, Silvia Pecorari, Francesco Possati, Federica Reverberi e Rexhina Saraci) ci caleremo nei nostri tre territori di provenienza dando il massimo in termini di impegno e operatività. C’è l’azienda, prima di tutto, ma c’è anche un contesto associativo che ci dà tanto e a cui ci sentiamo legati. Ci fa crescere come individui e come imprenditori. L’Associazione siamo noi, imprenditori junior e senior, e la nostra volontà di contribuire al territorio crescendo insieme”.

In cosa consiste il tuo programma?

“Affinché il nostro gruppo costituisca e sia percepito sempre più come un movimento vitale occorre coinvolgere nei progetti gli oltre 360 giovani imprenditori iscritti, evitando di calare le decisioni dall’alto. Se posso permettermi una semplificazione, dico che l’autorevolezza non si guadagna con l’autoritarismo. Da imprenditori lo abbiamo capito nelle nostre aziende, non ci sfugge la differenza. Venendo al merito della domanda: la nostra missione è contribuire alla formazione della prossima generazione imprenditoriale. Questo obiettivo lo raggiungeremo tramite iniziative di formazione per noi giovani imprenditori, ma anche diffondendo la cultura d’impresa nelle scuole e nelle università. Sarà essenziale il dialogo costante con i senior di Confindustria Emilia, con intraprendenza e propositività sui temi

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associazione

del passaggio generazionale, delle nuove tecnologie e con un rinnovato stile nel modo di intendere il lavoro”.

Ci chiarisci meglio cosa intendi quando parli della formazione della prossima generazione imprenditoriale?

“Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. Questo adagio non è mio ma di Luigi Einaudi, padre del liberalismo italiano. E credo che colpisca nel segno ancora oggi. L’imprenditore è colui che nonostante tutte le

difficoltà ottiene un risultato per la propria azienda e per la sua comunità di riferimento.

Noi giovani imprenditori abbiamo davanti una sfida epocale: navigare nella volatilità, nell’incertezza, nella complessità e nell’ambiguità, eppure portare valore a tutti i nostri interlocutori. In questa missione non siamo soli, la società italiana è un ribollire di nuove istanze e di nuovi protagonisti”.

Il tema del passaggio generazionale non passerà mai di moda.

“E come potrebbe? È lì che si gioca il futuro di tante aziende italiane. Managerializzare va bene, ma non ci si può fermare a questo. Conti in ordine, bilanci a posto, commesse a lungo termine, fornitori selezionati e sistemati nel database… e poi?

Chi si occupa del sogno imprenditoriale e della strategia di lungo periodo nelle

nostre aziende? Dove vogliamo andare, non dico domani, ma tra 10-20-30 anni? Poi c’è una cosa che vorrei aggiungere per completare il ragionamento”.

Che cosa?

“I fondamentali economici dell’Emilia-Romagna sono solidi. Chi vuole fare impresa in questa regione trova condizioni strategiche ottimali. Per continuare a prosperare, però, occorre che nascano nuove imprese in affiancamento a quelle esistenti. Tra 20 anni non basterà appoggiarsi sulle eccellenze attuali, occorrerà avere costruito un tessuto di nuove aziende, startup, e poter contare su nuovi attori imprenditoriali protagonisti delle sfide dell’avvenire”.

Qual è il valore di cui si avvantaggia chi frequenta il Gruppo Giovani Imprenditori?

“La certezza di trovare un milieu culturale unico in cui i problemi e le opportunità, anziché essere visti come personali, divengono elementi di dibattito e ciascuno ha modo di esplorare in modo nuovo le questioni che incontra nella propria esperienza. Non dimentichiamo che il confronto e l’esperienza costituiscono un’integrazione essenziale per la formazione scolastica e accademica”.

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festivalfilosofia

dalla “parola” alla “psiche”

Tre giorni con i maestri del pensiero per indagare i significati e le sfaccettature della “parola”. Da venerdì 15 a domenica 17 settembre scorsi questo tema ha fatto riflettere Modena, Carpi e Sassuolo durante il Festival Filosofia 2023. Una ventitreesima edizione di grande successo, con una larghissima affluenza di pubblico, soprattutto alle lezioni magistrali, che hanno totalizzato complessivamente oltre 95mila presenze, uno dei migliori risultati di sempre, e un riscontro molto positivo per le iniziative organizzate dalla ‘macchina culturale’ messa in piedi dal Festival. Molto soddisfatti gli organizzatori, come conferma il sindaco di Modena

Gian Carlo Muzzarelli: “Abbiamo aperto il Festival augurandoci che ascolto e dialogo ci avrebbero cambiato, dandoci curiosità e voglia di apprendere, capacità di capire i cambiamenti e usare meglio quello straordinario dono che è la parola. Sono certo che questo è quanto sia avvenuto, e mai come in questa edizione - caratterizzata da tanta voglia di stare insieme e lezioni di altissimo livello, in cui i filosofi hanno esposto teorie e divulgato i loro saperi - Modena ha mostrato

il suo volto migliore”.

Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, attività per ragazzi e cene filosofiche per un totale di quasi 200 appuntamenti gratuiti. Tra i relatori dell’edizione del Festival Filosofia 2023 anche Maurizio Ferraris, professore di Filosofia teoretica, presidente del LabOnt (“Laboratorio di Ontologia”) presso l’Università degli Studi di Torino, editorialista del “Corriere della Sera” e della “Neue Zürcher Zeitung”, protagonista della lectio magistralis “Pelle” di Confindustria Emilia, che anche quest’anno ha sostenuto il Festival.

Ferraris ha approfondito la relazione tra intelligenza naturale e intelligenza artificiale interrogandosi sul tema relativo a quale modalità di discussione della relazione tra facoltà umane e potenziale delle macchine possa condurci il caso dell’elaborazione generativa di testi.

Piazze e cortili hanno ospitato 53 lezioni magistrali in cui grandi personalità del pensiero filosofico hanno discusso la centralità del linguaggio, della lingua e della presa di parola in un’epoca – caratterizzata dal dominio della comunicazione – che paradossalmente sembra tuttavia indebolirla. Analizzando la

situazione del discorso nella sfera pubblica, sono emersi i punti critici della comunicazione politica contemporanea. Nel campo delle relazioni sociali si è mostrato quanto la parola debba essere costantemente curata per evitare il degrado dei rapporti tra le persone, come nei casi dei linguaggi d’odio e delle problematiche di genere. Portando a valore i contributi della ricerca scientifica e tecnologica, si è discussa la questione del linguaggio tanto dal punto di vista evoluzionistico, quanto da quello delle sue codificazioni tecnologiche e algoritmiche. Sulla scorta dei principali modelli filosofici e delle loro genealogie, si è tracciato anche il quadro del rapporto tra scrittura e immagine, per mostrare i punti di contatto tra piano espressivo e piano figurativo.

Una decina di appuntamenti sono stati nel segno della conversazione e del dibattito, sia per mettere a confronto diverse posizioni filosofiche, sia per generare un incontro fra teorie ed esperienze artistiche.

L’edizione 2023, confermando lo stretto legame con i maggiori protagonisti del dibattito filosofico, ha anche presentato venticinque voci nuove. Tutte le autrici e gli autori stranieri, con due sole eccezioni, erano al loro debutto al Festival.

Tra i protagonisti ricorrenti si ricordano, tra gli altri, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari (componente del Comitato scientifico del Festival), Barbara Carnevali (componente del Comitato scientifico del Festival), Donatella Di Cesare, Roberto Esposito, Maurizio Ferraris, Umberto Galimberti, Michela Marzano, Stefano Massini, Salvatore Natoli, Massimo Recalcati, Carlo Sini.

Tra chi era al “debutto”: Claudia Bianchi, Alex De Voogt, Silvia Ferrara, Tim Ingold, Sverker Johansson, David Le Breton, Franco Lo Piparo, Eva Meijer, Cecilia Robustelli, Gisèle Sapiro, Françoise Waquet, Maryanne Wolf.

Il programma filosofico del festival ha proposto anche la sezione “la lezione dei classici”:

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Maurizio Ferraris, protagonista della lectio magistralis “Pelle” di Confindustria Emilia

studiose e studiosi autorevoli hanno commentato i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema della giustizia.

Per il pubblico del web, alle ore 18 di ciascun giorno è stata trasmessa in diretta una lezione sui canali del festival, il cui intero programma è ora disponibile online sui canali del Festival.

Se le lezioni magistrali sono state il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo ha coinvolto performance, musica e spettacoli dal vivo. Mentre diversi appuntamenti espositivi sono stati dedicati alla questione del rapporto tra parola e immagine – attraverso un lavoro sulla scrittura o sui prompt linguistici che presiedono alla generazione delle immagini – una serie di esperienze laboratoriali e partecipative ha messo in pratica e in scena l’esercizio della presa di parola, coinvolgendo le questioni del multilinguismo, della lingua madre, delle lingue generazionali, delle pratiche affermative di

soggettività.

Tra i partecipanti: Alessandro Bergonzoni con le sue sperimentazioni linguistiche e concettuali; Gino Castaldo con un racconto di come le parole dei cantautori abbiano plasmato l’immaginario degli italiani; Ascanio Celestini con una narrazione sulla voce collettiva dell’eccidio delle Fosse Ardeatine; Mariangela Gualtieri con un rito della voce poetica; Monica Guerritore con una riflessione su estetica e pratiche artistiche; Saverio Raimondo con una lezione-spettacolo sull’incerto futuro della satira; Pablo Trincia con una testimonianza sul podcast come dispositivo di racconto.

Oltre trenta le mostre e installazioni proposte in occasione del festival da un’ampia rete di istituzioni artistiche pubbliche e gallerie private. L’insieme del programma creativo ha coinvolto e sintonizzato tematicamente una rete di oltre 160 partner culturali.

Al termine della tre giorni della kermesse filosofica, come di consueto, è stato poi svelato il tema della prossima edizione che si terrà a Modena, Carpi e Sassuolo dal 13 al

15 settembre 2024: “psiche”.

“Tenteremo di ricostruire criticamente la condizione del Sé in un’epoca di estrema individualizzazione, nella quale i singoli cercano da soli le vie di salvezza nel mondo. Si tratta di una parola dalla lunga storia, che a lungo si è tradotta come “anima”: si ricostruiranno i lessici della dimensione psichica misurando le connessioni anche con le questioni della coscienza e del corpo, alle frontiere della ricerca scientifica, sollevandone le implicazioni filosofiche di senso. La questione psichica evidenzia l’intensificarsi di un disagio che determina emergenze collettive e chiama a interventi nelle istituzioni della società. Si esploreranno inoltre vari piani che vanno dalle tecniche del Sé alla pluralità delle condotte di vita, segnalando le conseguenze del cercare risposte singolari a questioni collettive, in un’epoca di connessione nella quale le responsabilità degli individui richiamano anche quelle verso il pianeta”, spiega Daniele Francesconi, direttore scientifico del festivalfilosofia.

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MICHELE POGGIPOLINI NUOVO PRESIDENTE DI FONDAZIONE ALDINI VALERIANI

Lo scorso luglio il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Aldini Valeriani, scuola di industrial management di Confindustria Emilia e centro di eccellenza per lo sviluppo tecnico e la promozione dell’innovazione tecnologica, ha nominato nuovo presidente Michele Poggipolini, CEO di Poggipolini, storica azienda innovativa di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, e presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia dal 2019 al 2023.

La crescita della Fondazione ha portato, in questi ultimi sette anni, un buon risultato, dall’aumento quantitativo degli attestati emessi al miglioramento qualitativo degli indicatori di performance.

L’impegno della scuola di industrial management di Confindustria Emilia Area centro si focalizzerà quindi sulla creazione di servizi innovativi ad alto valore aggiunto, volti alla crescita della competitività delle imprese e dello sviluppo delle competenze delle persone, integrando la cultura tecnica con la cultura manageriale. Oltre al neoeletto presidente fanno parte del nuovo CdA di Fav in veste di consiglieri anche Paolo Marzocchi e Giacomo Villano, in quota Confindustria Emilia, e Maura Grandi, in quota Comune di Bologna. Poggipolini, che succede alla presidenza a Sandra Samoggia, erediterà il completamento di alcuni importanti progetti tra cui lo strutturare la relazione con alcuni enti internazionali rappresentanti delle imprese italiane nel mondo (ad esempio, la convenzione con la Camera di Commercio Italo/ Ungherese di Budapest), l’inaugurazione della scuola di Skill Coaching a marchio FAV e la creazione di nuovi eco-sistemi formativi tra giovani e aziende.

“In un momento storico in cui per le imprese italiane puntare alla formazione diventa sempre più strategico, la Fondazione si posizionerà come possibile risposta alla crescente complessità nel reperimento di figure professionali. Sono orgoglioso di questa nomina, Fav è una realtà d’eccellenza che ha già dimostrato di poter ottenere grandi risultati, metterò a completa disposizione l’esperienza internazionale maturata in questi anni di lavoro e la grande determinazione che da sempre contraddistingue la nostra famiglia imprenditoriale. Sono certo che ci dimostreremo un grande gruppo, pronto a sviluppare un nuovo percorso e ad affrontare sfide decisive”, ha dichiarato Michele Poggipolini al momento della nomina.

Lo scorso 8 settembre, poi, lo stesso presidente di Fondazione Aldini Valeriani ha firmato insieme a Stefano Cattorini, general director di Bi-Rex, competence center nazionale con sede a Bologna, la collaborazione sui temi dell’Industria 4.0 per accompagnare le aziende del futuro.

Investire in innovazione digitale e potenziare la propria competitività nel panorama industriale: sono questi gli obiettivi della partnership tra Fav e Bi-Rex. Grazie a questo passo concreto verso una “formazione 4.0” le imprese potranno potranno inoltre beneficiare di una linea di finanziamento prevista dal PNRR, di cui è già titolare Bi-Rex. Una svolta importante per creare l’industria del futuro, un’industria che sarà in grado di compiere un decisivo salto di qualità grazie a digitalizzazione dei processi e sostenibilità.

“La partnership che oggi sigliamo è una grande risorsa per la nostra fondazione, ringrazio il dott. Cattorini per aver supportato la nostra visione. Le aziende chiedono nuove competenze e nuovi strumenti per mantenere la competitività internazionale e questa collaborazione è una risposta concreta alle loro esigenze. Formazione e innovazione sono profondamente collegate, le aziende italiane sono obbligate ad evolvere in modo armonico la propria catena del valore”, ha spiegato Michele Poggipolini commentando l’accordo.

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ADDIO A GIANNA VANZINI

È mancata, a fine giugno, Gianna Vanzini, amministratore unico della Elto di Ferrara, società che dal 1991 è punto di riferimento nel settore del movimento terra e offre attrezzature e soluzioni per ogni tipologia di cantiere.

È MANCATO GIUSEPPE BONOLLO

È morto, nel giugno scorso, Giuseppe Bonollo, che insieme ai fratelli ha fatto dell’azienda di famiglia, con sede a Formigine, a pochi chilometri da Modena, una delle eccellenze italiane nel settore della distilleria. Emiliano di nascita, era discendente della storica famiglia di distillatori veneti che iniziarono a operare nel 1908 grazie al capostipite (e suo nonno) Giuseppe, per poi spostarsi nel 1918 a Formigine. Cavaliere del lavoro dal 1999, è deceduto ad Anagni (Frosinone), dove da giovanissimo aveva iniziato a operare con un opificio nella zona di Osteria della Fontana. L’azienda lo ha voluto ricordare così: “Chiunque abbia avuto a che fare con lui ne testimonia il carisma e la grande generosità d’animo che lo distingueva nei rapporti umani e di lavoro. Viene a mancare un pilastro della nostra famiglia e del comparto distillatorio italiano”.

SCOMPARSO GUIDALBERTO GUIDI

La notizia della scomparsa di Guidalberto Guidi è stata data a inizio luglio, a funerali già avvenuti. Un segno della sua discrezione, in una vita lontana da riflettori e mondanità, pur costellata di incarichi di prestigio. Modenese, classe 1941, ha ricoperto a lungo ruoli all’interno del sistema di Confindustria, dove è stato vicepresidente. Da manager, Guidi ha lavorato anche in Francia, Stati Uniti e America del Sud, ha ricoperto numerosi incarichi nell’amministrazione di importanti imprese italiane ed è stato commissario di una trentina di aziende. L’esperienza imprenditoriale diretta lo ha visto impegnato in Ducati Energia, acquisita a metà degli anni ‘80 insieme ad altri imprenditori, rilevando l’esito industriale dell’unione della divisione condensatori della Zanussi di proprietà Electrolux e della Ducati Elettronica.

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Raffaella Mazzali

Ne è diventato presidente e nel tempo proprietario, allargandone l’attività nella produzione di apparati elettrici, condensatori per lampade e motori e per il risanamento di generatori, entrando in settori quali trasporti e mobilità, energia ferroviaria e arrivando a produrre perfino pale eoliche. All’azienda ha dedicato risorse ed energie fino all’ultimo. Costante impegno verso l’innovazione, riduzione del costo del lavoro attraverso l’abbattimento del cuneo fiscale con risorse provenienti dal taglio delle inefficienze della spesa pubblica erano alcuni dei punti chiave del suo pensiero: temi ancora al centro del dibattito. Guidi lascia la moglie Alessandra Bussi e la figlia Federica, nominata da più di un anno presidente di Ducati Energia.

È MORTO CESARINO BENETTI

Se n’è andato a fine luglio l’imprenditore Cesarino Benetti, fondatore dell’omonima

azienda di Anzola dell’Emilia, alle porte di Bologna. La storica azienda era nata per iniziativa di Benetti in un piccolo laboratorio di via Podgora, a Bologna. Qui Benetti aveva iniziato a occuparsi di impianti elettrici, civili e industriali, specializzandosi nelle cabine di trasformazione e impianti di forza motrice. Nel corso degli anni l’attività è cresciuta e si è trasferita nel capannone di Anzola dell’Emilia, dove è tutt’oggi operativa con successo. È stato ricordato per avere “sempre dedicato la sua vita con semplicità e umiltà al lavoro, considerando l’azienda come sua seconda famiglia”.

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ADDIO A MIRELLA LEONARDI GIACOBAZZI

È morta a metà agosto Mirella Leonardi Giacobazzi, 92 anni, imprenditrice di spicco e protagonista per tutti questi anni del mondo modenese dell’aceto balsamico. Fin dagli inizi socia della Consorteria spilambertese dell’Aceto balsamico tradizionale di Modena, fu tra i fondatori a fine anni ‘80, del Consorzio produttori aceto balsamico tradizionale di Modena. Nel 1990 trasferì la sua acetaia nel sottotetto di Villa Emma, prestigiosa proprietà della famiglia, alle porte di Nonantola, nel modenese. Nel 1993

ha fondato con i figli Angelo, Leonardo e Roberto, l’azienda Fattorie Giacobazzi, per sviluppare con l’esportazione l’antica attività famigliare della produzione dell’aceto balsamico. È stata socia fondatrice anche del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e nel 2000 contribuì a dare vita all’Accademia Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.

È MANCATO PAOLO BERNARDI

A fine agosto è venuto a mancare Paolo Bernardi, presidente e socio fondatore di CAE, azienda di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna. L’azienda, da lui fondata con altri soci, è player italiano nella progettazione, realizzazione e manutenzione di sistemi e tecnologie per il monitoraggio e l’allertamento multirischio. Sotto la sua guida l’impresa ha fatto della ricerca e del miglioramento continuo delle tecnologie e dei servizi offerti il tratto distintivo, creando un sistema dal valore ampiamente riconosciuto a livello nazionale e internazionale. “CAE perde un appassionato e capace imprenditore che ha guidato con correttezza, serietà ed intraprendenza l’azienda, fino a farla diventare la solida realtà di oggi. Il suo esempio e i suoi valori continueranno ad illuminarne il futuro”, hanno ricordato i figli Guido e Giorgio Bernardi.

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