FARE 68 - GIUGNO 2025

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In questo numero:

ASSOCIAZIONE

in questo numero: AGENDA 2030 ONU

Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998

Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.

Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998

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Giugno

Dicembre 2020

L’attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile

Sonia Bonfiglioli eletta presidente di Confindustria Emilia

61° PREMIO ESTENSE

PREMIO MASCAGNI 2020

Trentadue storie di tenacia, impegno e cultura d’impresa

Selezionata la quartina finalista dell’edizione 2025

PREMIO ESTENSE

FARETE 2025

Aquila d’Oro 2020 ex aequo a Pablo Trincia e Concetto Vecchio

Il 3 e 4 settembre a BolognaFiere l’appuntamento con la 12a edizione ISSN 2785-3071

3 - 4 settembre 2025

BolognaFiere - pad. 16/18 Ingresso Nord

La tua rete sta sabotando il tuo business.

Stai perdendo fino al 70% di produttività mentre i concorrenti avanzano.

Le aziende leader tra Modena, Bologna e Ferrara hanno già risolto questo problema. Infrastrutture obsolete e cablaggi inadeguati non rappresentano un semplice inconveniente tecnico, ma una vera emorragia di efficienza che:

Blocca il team di lavoro nei momenti decisivi. Compromette le comunicazioni strategiche. Ti espone a costi imprevisti preventivabili.

Il programma TCN è la soluzione che trasforma la rete da problema a risorsa, per dire addio a interruzioni e rallentamenti e rendere l’operatività continua e affidabile.

Scegli il nostro servizio di cura della fibra. Viaggia libero, verso un business senza barriere.

The new concept of building

Trasformiamo le tue idee attraverso il Regenerative Design for Manufactoring, governiamo tutto il ciclo di vita, dalla sua ideazione e al suo mantenimento analizzando tutti gli impatti, economici, ma anche ambientali e sociali.

Garc SpA SB è un’impresa rigenerativa certificata B Corp che opera nel settore delle costruzioni come EPC (Engineering, Procurement, and Construction), gestendo il ciclo completo dell’edificio e garantendone, come O&M (Operation and maintenance), l’efficienza operativa.

Bellezza, sicurezza ed efficienza si fondono per dare vita al vostro progetto, migliorando il benessere di chi lo vive.

numero 68 giugno 2025

DIRETTORE RESPONSABILE

Raffaella Mazzali

EDITORE

FARE S.r.l.

via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118

DIREZIONE E REDAZIONE

Confindustria Emilia Area Centro

ART DIRECTOR

Lorella Luccarini - Confindustria Emilia Area Centro

STAMPA

LABANTI e NANNI Industrie Grafiche Srl

viale Marconi, 10 40011 Anzola dell’Emilia (BO)

PUBBLICITÀ

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PUBBLÌ concessionaria editoriale S.r.l. corso Vittorio Emanuele 113 41100 Modena tel. 059 212194 - fax 059 226627 pubbli@pubbli.it

FOTO

Archivio Confindustria Emilia Area Centro, Francesca Aufiero, Elisabetta Baracchi, Serena Campanini, Giacomo Maestri, Max Salani

Presidente Sonia Bonfiglioli

Direttore Generale

Tiziana Ferrari

Sede legale e operativa: via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118 www.confindustriaemilia.it

Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 6858 del 26.11.1998

Poste Italiane S.p.A.

Spedizione in abbonamento Postale 70% Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015. Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Confindustria Emilia che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione

vita industriale di Marco Taddei,

Care imprenditrici, cari imprenditori,

l’ennesimo conflitto di questi giorni ci sottolinea una volta di più le tensioni geopolitiche a cui siamo esposti, come imprenditori e cittadini.

Tensioni che ridisegnano equilibri globali, transizioni digitali e ambientali che cambiano i nostri modelli produttivi, nuove priorità sociali che interrogano il ruolo stesso dell’impresa.

In questo scenario, la nostra responsabilità è duplice: guidare il cambiamento all’interno delle nostre aziende e contribuire attivamente alla costruzione del contesto in cui esse vivono.

Il mandato che ho assunto come Presidente di Confindustria Emilia nasce da questa consapevolezza. Le imprese sono protagoniste del presente e attori responsabili del futuro. Questo è possibile solo se affrontiamo la complessità con spirito costruttivo, con concretezza e, soprattutto, insieme. Non si cresce da soli, non si affrontano le transizioni da soli, non si costruisce innovazione da soli.

Partendo dall’importanza della condivisione vi abbiamo rilasciato, in queste prime settimane di lavoro, due strumenti. Da un lato la piattaforma di collegamento diretto con i tribunali delle nostre città per conoscere, in modo rapido e diretto, situazioni di impresa o di parti di essa a cui ridare continuità aziendale, dall’altro la mappatura e condivisione delle fiere per capire quali eventi funzionano davvero, chi partecipa e perché, offrendo agli associati un cruscotto informativo utile: ottimizza risorse, orienta le scelte e crea connessioni tra imprese che spesso non sanno nemmeno di condividere la stessa fiera.

Stiamo lavorando anche al primo percorso di formazione imprenditoriale, vi invieremo a settembre il programma, segniamo già le date del 5 e 6 febbraio, sarà un momento importante per noi e le nostre future generazioni.

Vogliamo che l’Associazione sia non solo una piattaforma di rappresentanza, ma anche un vero motore di accelerazione del business. Per questo il viaggio in Arabia, a ottobre, è stato pensato in ottica di sviluppare nuove relazioni su progetti concreti come Neon, che andremo a visitare.

Concludo ricordando a tutti che l’Associazione vive del contributo di idee, esperienze e visioni dei suoi associati. La sua forza coincide con quella delle persone che scelgono di esserci, di dare tempo, di proporre soluzioni, di condividere.

È con questo spirito mi auguro saremo in tanti a Farete, il prossimo 3 settembre, non solo come espositori, ma come protagonisti di una rete viva e vitale.

Il futuro non si aspetta. Si costruisce. E si costruisce insieme.

Confindustria Emilia Area Centro

3F FILIPPI,

Marco Taddei

Laura Ansaloni

Silvia Conforti

Raffaella Mazzali

Marianna Saguatti

I DIPENDENTI INSIEME PER UN GESTO DI SOLIDARIETÀ

“Un gesto di solidarietà che fa la differenza”. Sono le parole con cui l’Associazione MondoDonna Onlus commenta la recente iniziativa di 3F Filippi, che, a seguito di un accordo con Fondazione Banco Alimentare Emilia-Romagna ETS e Felsinea Ristorazione, da inizio 2025 offre il proprio contributo per sostenere una loro comunità donando le eccedenze alimentari derivanti dalla mensa aziendale. A elevare ulteriormente il valore di questo progetto è l’impegno volontario dei dipendenti dell’azienda bolognese, che se ne fanno carico dal punto di vista operativo in orario extralavorativo. Secondo l’accordo di collaborazione, 3F Filippi, che ha fatto la storia dell’illuminazione in Italia e rappresenta oggi una realtà al servizio di professionisti e progettisti in cerca di soluzioni di qualità, ogni giorno dona pasti preparati con cura dalla mensa aziendale amministrata da Felsinea Ristorazione per offrire un aiuto concreto alle mamme ed ai bambini ospitati all’interno di una struttura di accoglienza di MondoDonna Onlus. E sono direttamente i dipendenti dell’azienda con sede a Pianoro, in provincia di Bologna, sulla base di una programmazione settimanale e in nome e per conto di Banco Alimentare Emilia-Romagna, a provvedere volontariamente, al termine del normale orario di lavoro, al ritiro delle eccedenze alimentari debitamente raccolte e confezionate da Felsinea Ristorazione. L’intero processo, dalla gestione del cibo residuo che avanza giornalmente dal pranzo meridiano e che sarebbe destinato a diventare rifiuto organico da smaltire fino alla consegna all’ente o associazione di riferimento, avviene sotto la supervisione di Banco Alimentare Emilia-Romagna. Dal 1991 il Banco in regione opera per dare nuovo valore al cibo combattendo gli sprechi, al servizio delle persone e del pianeta e nel solo 2024 ha recuperato quasi 9.000 tonnellate di cibo, ridistribuite a 130.000 persone in stato di bisogno tramite la collaborazione di 721 partner convenzionate nel territorio. Dal canto suo, da sempre 3F Filippi è impegnata nel guardare verso il

vita industriale

futuro senza mai dimenticarsi della propria storia e della propria comunità, con un focus particolare sugli obiettivi di sviluppo sostenibile proposti dall’Agenda 2030. “L’accordo di collaborazione che abbiamo stipulato con Felsinea Ristorazione e Banco Alimentare Emilia-Romagna ci consente di evitare preventivamente il manifestarsi di diversi problemi relativi alla gestione dei rifiuti e allo stesso tempo ci offre importanti vantaggi. Il corretto recupero dell’eccedenza alimentare, infatti, ne permette il consumo coerentemente con le finalità di utilizzo a beneficio di persone bisognose, incentiva lo spirito solidaristico dei volontari e rafforza il carattere sostenibile dell’azione aziendale”, evidenziano da 3F Filippi. “La nostra iniziativa dimostra, ancora una volta, come la collaborazione tra imprese e realtà sociali possa creare un impatto reale e positivo. Insieme, possiamo fare la differenza”, concludono dall’impresa bolognese.

ACETAIA GIUSTI

FESTEGGIA UN 2024

DA RECORD

Acetaia Giusti, la più antica casa produttrice di Aceto Balsamico di Modena al mondo, ha chiuso il 2024 registrando un fatturato record di 21 milioni di euro. L’azienda, guidata da Claudio Stefani, fa segnare un incremento del 20% rispetto al 2023 e un tasso di crescita annuo composto del 28% negli ultimi quattro anni. Grande successo è anche la conferma

del riconoscimento “Great Place to Work”, assegnato dall’omonima società di ricerca, tecnologia e consulenza organizzativa che analizza gli ambienti di lavoro raccogliendo e analizzando le opinioni dei collaboratori. Un risultato che attesta l’impegno di Acetaia Giusti nel valorizzare le persone, garantendo loro un ambiente inclusivo e stimolante e permettendo di coltivare le proprie capacità e un buon equilibrio tra la vita privata e professionale. “Siamo estremamente orgogliosi dei risultati raggiunti nel 2024, che rappresentano un importante riconoscimento del nostro percorso di evoluzione continua e dell’impegno nella diffusione di questo straordinario prodotto nel mondo. Il nostro successo parte dall’impegno costante e dalla dedizione del nostro team e passa attraverso la volontà e la capacità di innovare e rinnovarci quotidianamente; guardiamo al 2025 con grande entusiasmo: continueremo a portare l’eccellenza

del nostro Balsamico nel mondo, con uno sguardo sempre più attento e concreto ai temi della sostenibilità e della crescita delle nostre persone”, ha dichiarato Claudio Stefani, CEO di Acetaia Giusti. A contribuire alla crescita dell’azienda è lo sviluppo del commercio estero, che vale il 60% delle vendite totali, con Germania (27%), Stati Uniti (22%) e Corea del Sud (20%) come principali protagonisti. Negli Stati Uniti, la revisione del modello commerciale e le attività di PR e comunicazione digitale hanno rafforzato il posizionamento del brand, portando a un aumento del 50%. In Corea del Sud, la presenza della filiale e l’apertura di tre negozi all’interno dei principali department store del paese hanno permesso di registrare un incremento del 50%. La Germania, mercato estero di punta, continua a riconoscere Giusti come brand di riferimento nel segmento del Balsamico, con una crescita del 17%. In Italia, il marchio ha consolidato la sua posizione con un aumento del 7%, mentre il canale retail diretto, rappresentato dalle Boutique Giusti, ha visto una crescita del 30% a parità di punti vendita, a cui si aggiungono due nuove aperture avvenute nell’ultimo trimestre: Firenze, in via del Corso, e la seconda location di Milano, in Corso Como. L’e-commerce ha giocato un ruolo chiave nella strategia di espansione globale, con una crescita del 70% rispetto al 2023, grazie a campagne mirate di comunicazione e all’ottimizzazione dell’esperienza utente. Casa Giusti, infine, ha accolto oltre 40.000 visitatori, il 70% dei quali provenienti dall’estero, con un incremento del fatturato del 35% rispetto al 2023. Situata alle porte di Modena, all’interno di un borgo agricolo di metà Ottocento completamente restaurato, Casa Giusti è il luogo dedicato al racconto della storia e dei segreti dell’azienda, un vero e proprio percorso esperienziale che si sviluppa tra le botti centenarie della famiglia. Il 2024 ha visto Giusti rafforzare anche il proprio organico con 30 nuovi ingressi, portando il totale dei dipendenti a 90 (+50% rispetto al 2023); molte, inoltre, le attività riguardanti il welfare aziendale tra le quali la flessibilità oraria, un pacchetto di welfare personalizzato e l’introduzione di un bonus bebè di 2.000 euro per ogni nuova nascita.

A-CUBE API:

LA GESTIONE FLUIDA

DEI DOCUMENTI DIGITALI

Cinquanta milioni di fatture elettroniche gestite, 90mila utenti finali raggiunti e oltre 250 clienti diretti tra software house e imprese. Sono i numeri dal 2019 di A-Cube, che testimoniano la fiducia nel servizio e l’affidabilità delle soluzioni proposte dall’azienda nata tra Ferrara e Milano e specializzata nello sviluppo di soluzioni informatiche API-centriche per semplificare i processi di digitalizzazione e invio dei documenti tra imprese e pubblica amministrazione. La sua piattaforma consente a software eterogenei di dialogare in modo fluido, semplificando l’integrazione tra sistemi diversi, anche in contesti complessi e strutturati. Al tempo stesso, A-Cube garantisce che ogni processo sia conforme alle normative vigenti. La compliance, in questo contesto, non è solo un requisito tecnico, ma un elemento cruciale per operare legalmente e in sicurezza: significa assicurarsi che ogni documento rispetti le regole fiscali, i formati standard imposti dalle autorità e le specifiche di sicurezza richieste per proteggere i dati sensibili. Fondata con l’obiettivo di rendere più fluida e sicura la gestione dei documenti digitali, A-Cube è infatti cresciuta negli anni grazie a un’infrastruttura scalabile, flessibile e integrabile con qualsiasi software gestionale. La tecnologia modulare sviluppata permette un rapido adeguamento alle normative di fatturazione elettronica in ogni Stato, offrendo sia funzionalità che risolvono singole necessità che sistemi completi per una gestione documentale semplice e sicura. In quanto access point accreditato alla rete PEPPOL, sempre più utilizzata nel mondo come standard per l’invio di documenti digitali, A-Cube opera già a livello internazionale facilitando la digitalizzazione dei processi documentali e di pagamento in Europa ma non solo. Con un ambiente di test gratuito, costi flessibili e un supporto dedicato, A-Cube si propone quindi come partner tecnologico di riferimento per le imprese che vogliono affrontare la trasformazione digitale in modo sicuro e innovativo. Il costante investimento in ricerca e sviluppo garantisce infatti soluzioni sempre aggiornate e pronte a rispondere alle sfide del mercato globale. Tra queste, quelle relative all’obbligo

di invio di scontrini elettronici in Italia dal 2026; alla gestione di fatture e scontrini elettronici per chi utilizza il gateway di pagamento Stripe con una app dedicata e gratuita; allo scambio di documenti digitali tramite la rete PEPPOL in Italia e all’estero; alla lettura dei movimenti bancari e alla gestione automatizzata dei pagamenti fornitori, integrabile con qualsiasi gestionale. A-Cube è supportata da Azimut Digitech, un fondo di investimento che punta sull’innovazione tecnologica, ha recentemente conseguito la certificazione ISO 27001, riconoscimento internazionale per la gestione della sicurezza delle informazioni, ed è entrata a far parte di Assosoftware e Confindustria Emilia, consolidando ulteriormente la propria presenza sul mercato italiano e internazionale.

AEMILIA WORKNET

PARTNER STRATEGICO

PER LA SOSTENIBILITÀ AZIENDALE

“Il supporto di un team di professionisti con competenze trasversali permette alle imprese di affrontare le sfide della sostenibilità aziendale con sicurezza e successo, costruendo una reputazione solida e moderna, ma soprattutto sostenibile”. Parola di Sergio Stelitano, socio fondatore di Aemilia Worknet, società

vita industriale

tra professionisti consulenti del lavoro, con sedi a Bologna, Ferrara e Modena. “Investire nella sostenibilità delle risorse umane significa guardare al futuro con consapevolezza, migliorando le condizioni di lavoro e contribuendo alla crescita responsabile dell’azienda. In un contesto lavorativo in continua evoluzione, le imprese sono sempre più chiamate a sviluppare pratiche che non solo favoriscano l’efficienza operativa, ma che siano anche sostenibili sotto il profilo sociale e ambientale. La gestione strategica delle risorse umane gioca un ruolo chiave in questo scenario, contribuendo non solo al benessere dei dipendenti, ma anche alla costruzione di un ambiente di lavoro equo, inclusivo e orientato alla valorizzazione delle diversità”. È su questi temi che Aemilia Worknet si propone come partner strategico per le aziende che desiderano implementare pratiche di sostenibilità nelle risorse umane, affiancandole nell’ottimizzazione dei processi di gestione del personale anche in outsourcing e accompagnandole lungo il percorso verso la certificazione UNI/PdR 125:2022 e nella gestione delle strategie ESG. “Grazie alla sinergia nata tra i consulenti del lavoro di Aemilia Worknet STP e i dottori commercialisti dello Studio Barbieri & Associati, è possibile gestire concretamente e a 360 gradi l’intero processo di implementazione delle strategie ESG dal punto di vista economico, finanziario e HR”, continua Stelitano. Un approccio

sostenibile nell’ambito delle risorse umane si basa su politiche e strategie che promuovono l’equità, l’inclusione e il benessere organizzativo. Le imprese che adottano queste pratiche offrono ai propri dipendenti condizioni di lavoro migliori, come orari flessibili, politiche di conciliazione vita-lavoro, attenzione al welfare, ambienti lavorativi salubri; sono iniziative atte al miglioramento della qualità della vita dei lavoratori, ma che si traducono anche in un incremento della produttività, della riduzione del turnover e in un rafforzamento dell’attrattività aziendale nei confronti di talenti qualificati. “Un aspetto di questa trasformazione è anche l’inclusività, che rappresenta un valore aggiunto per le organizzazioni moderne, dove un ambiente di lavoro inclusivo consente di valorizzare le diversità e garantisce pari opportunità di crescita professionale indipendentemente dal genere, dall’etnia o da altri fattori”, prosegue il presidente di Aemilia Worknet. “In questo contesto, l’ottenimento della certificazione per la parità di genere UNI/PdR 125:2022 assume un’importanza strategica, dimostrando concretamente agli stakeholders l’impegno dell’azienda verso l’inclusione e il miglioramento delle opportunità per tutti i dipendenti. Si tratta di una certificazione che offre vantaggi tangibili, migliorando la reputazione aziendale e rafforzando la competitività nel mercato del lavoro”. Oltre alla certificazione di parità di genere, un ulteriore strumento efficace per le imprese che desiderano intraprendere un percorso completo di sostenibilità è l’adozione dei criteri ESG (Environmental, Social and Governance), che rappresentano un quadro di riferimento per le aziende che vogliono sviluppare una gestione responsabile e sostenibile, integrando politiche che rispettano l’ambiente, promuovono il benessere sociale e adottano pratiche di governance trasparente ed etica.

SCUOLE EDILI, VISITE GRATUITE IN CANTIERE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

Il tema della sicurezza del lavoro resta al centro del dibattito economico e sociale. Per questo risulta ancora più importante l’iniziativa intrapresa dalle Scuole edili di Bologna, Ferrara e Modena, che hanno attivato il servizio di consulenza tecnica in materia di sicurezza e salute nei cantieri edili da parte dei rispettivi CPT (Comitato Paritetico Territoriale per la prevenzione infortuni, igiene e ambiente di lavoro). Si tratta di uno strumento prezioso per le imprese che vogliono garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso della normativa, promuovendo un approccio collaborativo alla prevenzione degli infortuni sul lavoro. Il servizio si basa su visite in cantiere effettuate da tecnici qualificati, che individuano eventuali criticità riscontrate e forniscono indicazioni per superarle o migliorarle. In uno spirito di collaborazione con le imprese e con i lavoratori, vengono individuate e consigliate da parte del tecnico CPT le misure di prevenzione e protezione più adeguate a sanare situazioni potenzialmente pericolose. Come previsto dagli accordi nazionali e dalla natura dell’ente stesso, i sopralluoghi tecnici non hanno carattere né ispettivo né sanzionatorio. Si può attivare il servizio attraverso una richiesta alla Scuola edile di riferimento nelle rispettive province; l’impresa interessata può richiedere la visita del CPT, tramite la compilazione di un modulo, specificando le proprie necessità ed esigenze. Per la richiesta della visita, le imprese affidatarie dei lavori (quindi non i subappaltatori) potranno far riferimento alle istruzioni disponibili ai seguenti link: www. edili.com/cpto/visite-in-cantiere, per i cantieri situati nella provincia di Bologna; www.edil-

vita industriale

Sergio Stelitano, socio fondatore di Aemilia Worknet

Un team di oltre 120 ethical hacker in possesso dei più importanti attestati di sicurezza internazionali.

Centro di Penetration Test certificato Crest e accreditato Nato Top Secret. La massima professionalità certificata per un test sicuro ed efficace.

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L’unico Penetration Test che rilascia il Certificate of Security Excellence

formestense.it/servizi/servizio-consulenza-cpt, per quelli nella provincia di Ferrara, www. scuolaedilemodena.it/notizie/visitetecnichedicantiere.html, per i cantieri nella provincia di Modena. Per quanto riguarda il sopralluogo in cantiere, il tecnico CPT effettua la visita in loco, valutando lo stato di sicurezza e individuando eventuali punti critici. Tipicamente i controlli che vengono fatti sono: verifica della conformità della documentazione (POS, ecc.), verifica della formazione degli addetti e relativi attestati, analisi delle condizioni ambientali del cantiere e dei fattori di rischio, verifica dell’uso corretto dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), ecc. Tutta la visita viene effettuata avendo un rapporto positivo con il personale di cantiere ed evitando di interferire negativamente con le lavorazioni in atto. Al termine del sopralluogo, viene redatta dal tecnico CPT e consegnata all’impresa una relazione sulle condizioni riscontrate nel cantiere, che sintetizza l’analisi svolta, le eventuali criticità riscontrate, i possibili miglioramenti da adottare concordando anche i tempi di attuazione. In alcuni casi, viene concordata una seconda visita per verificare l’attuazione delle misure suggerite. Il servizio di visita in cantiere è gratuito per le imprese iscritte alla Cassa Edile, in regola con i versamenti. Per le imprese non iscritte, il servizio è a pagamento ed è possibile ottenere preventivi personalizzati contattando la Scuola edile o il CPT di riferimento.

Per info: ANCE EMILIA 051/231540info@anceemilia.it

FESTIVAL DELLO SVILUPPO

SOSTENIBILE, SI È CHIUSA

CON SUCCESSO L’EDIZIONE

2025

Grande successo per l’edizione 2025 del Festival dello Sviluppo Sostenibile, la tre giorni di conferenze e workshop promossa dall’Associazione per la Responsabilità Sociale di Impresa per parlare di sostenibilità in tutte le sue accezioni che si è svolta gli scorsi 14, 15 e 19 maggio a Modena e ha coinvolto relatori di livello nazionale in una riflessione su cyberbullismo, moda etica e comunicazione sostenibile. Nella prima giornata ampio spazio è stato dato alle scuole con una mattinata dedicata al

cyberbullismo, un tema che è stato introdotto con la proiezione del cortometraggio “Selfie” di Aleo Film. Insieme al produttore Alessandro Leo ne hanno discusso il regista Giulio Manicardi, l’attrice Asia Galeotti e la psichiatra e direttrice dell’UOC Dipendenze patologiche Ausl di Bologna Maria Luisa Grech. Fair Fashion in primo piano nel pomeriggio con tre portavoce della moda etica, Matteo Ward, CEO di Inside Out Fashion textiles & Home, Marina Spadafora, coordinatrice di Fashion Revolution Italia, e Niccolò Cipriani, fondatore di Rifò. Comunicazione sostenibile, invece, al centro della seconda giornata. La transizione tra falsi miti e realtà è stata al centro della discussione con Andrea Barbabella, responsabile clima ed energia della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e

coordinatore di Italy for Climate I4C, e Rita Salimbeni, giornalista ambientale collaboratrice de “Il Sole 24Ore”, che nel 2022 ha lanciato un podcast sulla sostenibilità trasversale. Per comunicare correttamente la sostenibilità Giovanni Rossi, già presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, ha presentato il nuovo Codice deontologico dei giornalisti, che contiene al suo interno principi su sostenibilità ambientale e sociale: nonostante l’avvento dell’intelligenza artificiale, la figura del giornalista resterà centrale, soprattutto nella verifica delle fonti. Mai come in questa edizione la persona è al centro della sostenibilità, sia nel comunicare che nelle scelte di imprese, governi e cittadini. Interessantissima la discussione sulla IA con Fabio Ferrari, fondatore di Ammagamma, e Rita Cucchiara, professore ordinario di ingegneria informatica e direttore del Centro Interdipartimentale AIRI di Unimore e direttore della sede di Unimore del dottorato nazionale “IA per la Società”. Infine, l’ultimo pomeriggio del Festival è stato l’occasione per presentare la terza survey sulle imprese dell’Emilia-Romagna, con un focus sul loro impegno verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 ONU. Dopo la presentazione dei risultati dell’indagine, condotta da Focus Lab e che ha coinvolto 40 imprese modenesi, in rappresentanza di 10 settori produttivi per circa 30mila dipendenti, l’evento ha visto un confronto tra Elena Salda, CEO di CMS e presidente dell’Associazione per la RSI, Andrea Grillenzoni, presidente di Garc, Lorenzo Scaramelli, area sostenibilità della Camera di Commercio di Modena e Vittorio Molinari, assessore all’Ambiente ed economia circolare del Comune di Modena. Anche quest’anno il Festival si è chiuso con nuove consapevolezze sulla sostenibilità e con una grande soddisfazione sia per la partecipazione agli eventi che per le iniziative collaterali come il Labirinto della Sostenibilità, una installazione verde ideata da THE ROOOM e a cura dell’Associazione per la RSI con la collaborazione di Mutina Ar-

vita industriale

Specializzati nelle logistiche distributive

Porrini Group progetta soluzioni di Logistic Transport su misura, accompagnando il cliente verso soluzioni personalizzate. A supporto della Supply Chain In & Out, la divisione Logistica studia e progetta Idee grazie ad una Business Unit di Giovani e motivati ingegneri logistici.

AIRFLUID FESTEGGIA 35 ANNI DI ATTIVITÀ E SI REGALA UN NUOVO BRAND

Lo scorso 30 maggio, per celebrare i suoi primi 35 anni di attività, Airfluid, azienda di Castel Guelfo, in provincia di Bologna, attiva nel settore delle forniture industriali, ha riunito collaboratori, familiari e consulenti aziendali per una serata speciale all’insegna della condivisione e della gratitudine. Un momento di festa, ma anche di riflessione sul percorso fatto e sulle sfide future.

Alla fine degli anni Ottanta, riflettendo sul modello aziendale dell’epoca, emerse la consapevolezza che il mercato delle forniture industriali stava attraversando un cambiamento significativo: dalla curiosità verso le novità di prodotto si stava evolvendo verso la richiesta di soluzioni applicative. Questa riflessione spinse Stefano Battelani, amministratore di Airfluid, ad avviare nel 1990 un’attività imprenditoriale indipendente, fondata su un modello organizzativo nuovo, capace di rispondere alle crescenti esigenze del mercato.

“Il nostro obiettivo era costruire una struttura organizzativa in grado di offrire un servizio completo e, successivamente, soluzioni a elevato valore aggiunto. A distanza di 35 anni, posso affermare che questa formula ci ha permesso di fidelizzare la clientela e di generare le risorse necessarie a sostenere un ciclo virtuoso di crescita”, dichiara l’amministratore di Airfluid.

Airfluid si propone oggi come partner globale per la progettazione e fornitura di componenti e sistemi per l’automazione, la lubrificazione, sistemi di trasporto, nonché per la realizzazione di impianti per il vuoto, l’aria compressa, i gas e i fluidi a bassa pressione. L’azienda studia, progetta e realizza soluzioni complete e performanti, in grado di soddisfare un ampio ventaglio di esigenze produttive nei settori più diversificati, dall’alimentare alla meccanica, operando secondo un modello di business B2B. “L’elemento centrale del nostro DNA sono i clienti. Questo principio è rimasto immutato: ciò che è cambiato è il modo in cui rispondiamo alle loro necessità. In un contesto in continua evoluzione, è fondamentale sapersi adattare. Negli anni abbiamo investito nella formazione e nella crescita delle nostre risorse, costruendo una squadra affiatata, pronta a rispondere con professionalità e tempestività ai cambiamenti del mercato”, prosegue Battelani.

L’attività ha avuto inizio in un piccolo capannone a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna. In seguito, l’azienda si è trasferita nella zona industriale di Castel San Pietro Terme e, nel 2013, con l’espansione dell’area produttiva, ha trovato sede definitiva a Poggio Piccolo, nel comune di Castel Guelfo di Bologna, oggi cuore della Packaging Valley.

Nel tempo, Airfluid ha riorganizzato le proprie attività in quattro business unit: Sistemi, Impianti, Componenti e Servizi. La BU Sistemi si occupa della progettazione e realizzazione di soluzioni

customizzate (trasportatori, telai, protezioni, automazioni, lean production), dalla progettazione alla produzione interna. La BU Impianti gestisce la realizzazione di impianti fissi e a bordo macchina per aria compressa, vuoto e gas inerti. La BU Componenti distribuisce marchi leader di componentistica industriale, con un backoffice allenato a dare soluzioni mirate alle esigenze dei clienti in tempi brevi e la rapida evasione degli ordini garantita da un sistema logistico equipaggiato con magazzini automatici interfacciati Industria 4.0. Infine, la B.U. Servizi fornisce supporto operativo alle altre tre unità con installazioni, montaggi, riparazioni e trasformazioni sia in sede che presso i clienti, offrendo così una proposta completa che risponde alle esigenze dei clienti a 360°.

La costante evoluzione di Airfluid, guidata dalla capacità di anticipare i cambiamenti del mercato, ha spinto l’azienda a un importante passo di rinnovamento: la nascita del nuovo brand SICS by Airfluid.

“Il nome Airfluid rimane la nostra ragione sociale, ma sentivamo l’esigenza di un’identità che riflettesse appieno il presente e il futuro dell’azienda, sempre più orientata a sistemi e servizi avanzati. Da qui, la scelta di dar vita a SICS, un marchio che rappresenta le nostre competenze, la nostra creatività, la capacità di adattamento e la visione verso il futuro”, spiega ancora Battelani. Il percorso di rebranding ha visto il coinvolgimento attivo di tutti i collaboratori, portando all’individuazione condivisa dei valori che guidano l’impresa: passione, fiducia, responsabilità, creatività, determinazione e crescita. Ogni responsabile d’area si è fatto promotore di uno di questi valori, assumendosi l’impegno di esserne portavoce all’interno e all’esterno dell’organizzazione.

“Con SICS, Airfluid compie un passo deciso verso il futuro e si prepara ad affrontare le sfide del domani con passione, determinazione e spirito di squadra, continuando a crescere accanto ai propri clienti”, conclude l’amministratore Stefano Battelani.

vita industriale

Stefano Battelani, amministratore di Airfluid

borea Consorzio Forestale Impresa Sociale, che ha richiamato ben 2.874 visitatori in piazza Grande. “Il Festival dello Sviluppo Sostenibile si è confermato un importante momento di confronto e apprendimento che ci ha permesso di ascoltare professionisti ed esperti, che con le loro riflessioni ci hanno aiutato a comprendere diversi aspetti della sostenibilità”, commenta Elena Salda.

AXYON AI, NUOVO ROUND DI INVESTIMENTI

DA 4,3 MILIONI DI EURO

Axyon AI, fintech modenese punto di riferimento nello sviluppo di soluzioni tecnologiche basate sull’intelligenza artificiale (IA) predittiva per il settore dell’asset management, ha ottenuto nei mesi scorsi un ulteriore finanziamento da 4,3 milioni di euro guidato da CDP Venture Capital. All’operazione hanno partecipato anche i venture capital statunitensi Green Sands Equity e Montage Ventures, la holding italiana Investment Opportunity 1 e SIMEST per conto del Fondo F.394, gestito in accordo con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), come co-investitori. Dalla sua fondazione, avvenuta nel 2016, Axyon AI ha raccolto così capitali per un totale di 11,9 milioni di euro da investitori italiani e internazionali, inclusi alcuni VC della Silicon Valley. Quest’ultimo fundraising segna un nuovo capitolo nel suo percorso volto a rivoluzionare il settore della gestione degli investimenti con una tecnologia IA all’avanguardia. La nuova iniezione di capitale ne favorirà l’espansione e consentirà di sviluppare soluzioni innovative per lo sviluppo dell’IA nella gestione degli investimenti. “Questo round di finanziamento, sostenuto ancora una volta dai nostri attuali azionisti, riafferma la fiducia nella nostra visione e accelera la nostra espansione oltre i mercati attuali. L’intelligenza artificiale ha dimostrato di essere un alleato potente per i fund manager tradizionali e quantitativi che cercano di migliorare le loro strategie di investimento con intuizioni precise e basate sui dati. Con questo ultimo inve-

stimento, saremo in grado di espandere la nostra presenza commerciale, migliorare la copertura delle nostre soluzioni e fare ulteriori passi avanti nell’avanguardia dello sviluppo dell’IA nei mercati finanziari”, ha dichiarato Daniele Grassi, CEO e co-founder di Axyon AI. Sin dalla sua fondazione nel 2016, Axyon AI è all’avanguardia nell’analisi predittiva basata sull’intelligenza artificiale, mettendo a disposizione dei gestori di investimenti una tecnologia innovativa per migliorare il processo decisionale. La società ha recentemente ampliato la sua offerta di segnali basati sull’IA e di strategie alimentate dall’IA con due soluzioni innovative: AI-powered factors (fattori quantitativi di alta qualità, normalizzati e pronti all’uso, progettati per ottimizzare la tecnologia IA e addestrare efficacemente i modelli) e AI-Compass, un sistema di allerta avanzato generato dall’IA che fornisce insight sugli sviluppi del mercato, sulle tendenze emergenti e sui rischi potenziali, fornendo un valido complemento all’analisi quantitativa. Axyon AI lavora con i fund manager per scoprire opportunità di alpha con l’IA attraverso le sue classifiche di asset ottimizzate basate sull’IA, strategie “out-ofthe-box” su azioni, futures ed ETF e implementazioni su misura per i clienti; è tra i fornitori di tecnologia IA più innovativi al mondo per i servizi finanziari, essendo uno dei pochi a sperimentare applicazioni di Quantum computing al settore della gestione degli investimenti.

BARBIERI & ASSOCIATI, “SOSTENIBILITÀ: LIBERI TUTTI?”

“Recentemente è entrato in vigore il provvedimento ‘Omnibus Stop-the-Clock’ della Commissione Europea in tema di sostenibilità, che anticipa significative semplificazioni e rinvia di due anni gli obblighi di rendicontazione previsti dalla CSRD per le grandi imprese con più di 250 dipendenti e per le PMI quotate; restano invece invariati gli obblighi per le grandi imprese quotate con oltre 500 dipendenti”, ricorda Gianfranco Barbieri, partner dello Studio Barbieri & Associati Dottori Commercialisti. Che prosegue: “Il provvedimento rinvia inoltre al 26 luglio 2028 gli obblighi di due diligence previsti dalla CSDDD per i gruppi più grandi, oltre 5000 dipendenti, mentre restano invariati per le imprese con almeno 3000 dipendenti al 26 luglio 2028 e per le Imprese con almeno 1000 dipendenti al 26 luglio 2029”. Le imprese possono quindi occuparsi ora, liberamente e senza complicati formalismi, delle questioni di sostenibilità, che ritengono economicamente compatibili con le proprie gestioni e rilevanti sotto ogni aspetto per sé stesse. “Questi due anni di sospensione non devono essere vissuti come un ‘vuoto temporale’, ma come una preziosa opportunità di libertà organizzativa, per rivedere e aggiornare i processi aziendali, produttivi, commerciali e amministrativi, primariamente da un punto di vista economi-

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Da sinistra: Giacomo Barigazzi, COO e co-founder, Daniele Grassi, CEO e co-founder, e Jacopo Credi, CTO e co-founder di Axyon AI

co, anche in funzione dell’avviata transizione digitale ed ecologica in corso”, prosegue “al di là degli obblighi delle future normative, la sostenibilità è un asset imprescindibile per la competitività economica e reputazionale delle imprese”, ricordando anche che “le squadre di Barbieri & Associati e Aemilia Worknet, dal 2024 in partnership, sono pronte per affiancare le Imprese nelle prossime sfide imprenditoriali. Saremo presenti anche a FARETE 2025”. Per le realtà prossime alla prima rendicontazione ESG, la sospensione dell’obbligo presenta apparenti immediati vantaggi economici, come il risparmio per il rinvio degli adempimenti formali, ma anche rischi, ora difficilmente stimabili, per i maggiori costi di una successiva ripresa dei progetti interrotti. Le imprese potrebbero utilizzare questo tempo per meglio programmare, pianificare e controllare gli effetti dell’impatto dei fattori ESG sui propri processi, e consolidare le prassi e le procedure di sviluppo e monitoraggio delle proprie supply-chain. Ciò consentirebbe non solo di conservare vantaggio competitivo e reputazionale, premiato da consumatori e investitori attenti alla sostenibilità, ma anche di prepararsi ai prossimi obblighi normativi, impegnativi, seppure alleggeriti come preannunciato. “Per le imprese fin qui escluse dall’obbligo, la sostenibilità rimane una sfida strategica”, rimarca Barbieri. “Le B2C sono spinte a adeguarsi dalla domanda crescente dei consumatori, sensibili agli indicatori ESG. Diversa, ma di analoga difficoltà, la

situazione delle imprese fornitrici B2B, che, magari senza obblighi per dimensione, devono allinearsi alle aspettative dei clienti al vertice delle filiere, pure loro probabilmente obbligati dal 2028. Rispondere oggi ai criteri ESG da parte di queste, ne rafforzerebbe la posizione nelle supply-chain, proteggendole dai rischi di esclusione”. In conclusione, “Il provvedimento ‘Omnibus Stop-the-Clock’ rappresenta un’opportunità strategica per le imprese che, anziché fermare i progetti ESG, approfitteranno del maggiore tempo loro concesso per riposizionare gli investimenti necessari ad accrescere la propria cultura aziendale, e le modalità di fare impresa, orientandole al futuro”.

BCC FELSINEA CHIUDE IL 2024

CON IL MIGLIOR RISULTATO

DI SEMPRE

Nonostante un contesto economico globale incerto, BCC Felsinea, realtà nata nel 2017 dall’unione di due BCC (ex Casse Rurali) fondate nel 1902 in provincia di Bologna, quella di Castenaso e quella di Monterenzio, ha chiuso il 2024 registrando il miglior risultato di sempre. L’utile netto della banca è infatti salito a 13,2 milioni di euro, segnando un incremento dell’11,4% rispetto al 2023, consolidando la sua crescita costante e la solidità finanziaria. Al 31 dicembre 2024, la raccolta complessiva di BCC Felsinea ha raggiunto 1 miliardo e 884 milioni di euro (+134 milioni): un traguardo trainato sia dalla raccolta diretta (+5,3%) che dalla raccolta gestita (+9%). Nonostante una lieve flessione dello 0,3% negli impieghi vivi, la banca ha erogato 840 nuovi mutui, per un totale di oltre 130 milioni di euro, a supporto di imprese, famiglie e del terzo settore. Anche il numero di clienti è aumentato di circa 1.200 unità rispetto all’anno precedente, segno della crescente fiducia che il territo-

rio continua a riporre nella banca. Inoltre, la banca cooperativa ha continuato a investire nel proprio sviluppo, con l’assunzione di 20 nuovi dipendenti tra neolaureati e professionisti esperti, portando il totale a 198. È stata inoltre inaugurata una nuova filiale a Maranello, il quarto sportello nel modenese, dopo Montese, Pavullo nel Frignano e Vignola, ampliando così l’area di competenza a 66 comuni tra le province di Bologna, Modena, Firenze, Prato e Pistoia; in provincia di Bologna e Modena ha 24 filiali. Il direttore generale di BCC Felsinea Andrea Alpi commenta: “I risultati ottenuti nel 2024 sono la prova della capacità di BCC Felsinea di creare valore attraverso scelte strategiche mirate e l’impegno quotidiano dei propri collaboratori. La banca continua a distinguersi per un modello fondato sulla centralità della persona, la fiducia e il bene comune, valori che continueranno a guidare il nostro percorso anche nelle sfide future”. Dopo la nascita nel 2017, a partire dal 2018 si è unita al gruppo anche BCC Alto Reno, attiva dal 1899 nella zona di Porretta Terme, ampliando così l’operatività della banca anche all’alto Appennino bolognese e modenese. A seguito della riforma del credito cooperativo, dal 1° gennaio 2019 BCC Felsinea aderisce al Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale, tra i primi dieci gruppi bancari italiani per attivo e solidità patrimoniale. “Le BCC operano secondo i valori fondanti del credito cooperativo: cooperazione, mutualità e localismo, contribuendo al benessere delle comunità e allo sviluppo economico, sociale e culturale dei territori, con una forte attenzione alla responsabilità sociale. Sono banche a mutualità prevalente, ispirate a principi come centralità della persona, par-

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Gianfranco Barbieri, partner dello Studio Barbieri & Associati Dottori Commercialisti

tecipazione, solidarietà e sostenibilità”, spiega Andrea Rizzoli, presidente di BCC Felsinea, “e il loro modello continua a giocare un ruolo cruciale per lo sviluppo sostenibile, inclusivo e relazionale dell’Emilia-Romagna”. “Secondo uno studio, negli ultimi cinque anni, le BCC in Emilia-Romagna hanno rafforzato la loro presenza aprendo nuovi sportelli, in controtendenza rispetto agli istituti bancari tradizionali, che stanno invece chiudendone. Inoltre, operano in numerosi comuni, anche piccoli, in molti dei quali sono l’unica presenza bancaria. E sono proprio le aree rurali o marginalizzate quelle in cui l’impatto della presenza delle BCC si fa più forte: il mantenimento di punti di accesso fisico in queste zone, infatti, ha contribuito allo sviluppo delle comunità e delle imprese del territorio sia attraverso lo strumento del credito sia da un punto di vista occupazionale”, conclude il presidente Rizzoli.

INAUGURA BIO5 SALUTE, L’ESPERIENZA BIO5 AL SERVIZIO DELLA COMUNITÀ

È stata un grande successo la giornata di inaugurazione con cui, lo scorso 5 aprile, BIO5 Salute ha aperto le porte al pubblico. La nascita del nuovo poliambulatorio medico specialistico, con sede in via Corticella a Castel Maggiore, alle porte di Bologna, segna una importante evoluzione per BIO5, che va ad ampliare i propri servizi con un poliambulatorio all’avanguardia specializzato in medicina, riabilitazione, fisioterapia e diagnostica ecografica. Con oltre 40 anni di esperienza nel settore sanitario, la società ha consolidato la propria esperienza come punto di riferimento nella medicina del lavoro e nella sicurezza ambientale grazie al suo approccio scientifico e ai suoi laboratori interni clinico, chimico e microbiologico. Così, l’open day ha offerto una ampia serie di iniziative dedicate alla salute, alla prevenzione e al benessere e i partecipanti hanno avuto l’opportunità di accedere a servizi gratuiti come esami del sangue, valutazioni fisioterapiche personalizzate e test specialistici. È stato inoltre possibile incontrare gli esperti del centro, esplorare le aree mediche e la palestra riabilitativa e par-

del nastro anche il sindaco di Castel Maggiore, Luca Vignoli, che ha dichiarato: “L’apertura di una struttura sanitaria articolata e di qualità come quella rappresentata dal progetto di BIO5 Salute apporta un arricchimento del nostro territorio, nell’auspicio che l’integrazione delle offerte sanitarie pubbliche e private possano dare risposte sempre più efficaci alle criticità che il nostro sistema di tutela della salute registra negli ultimi anni. La città di Castel Maggiore augura quindi ogni fortuna a questa impresa”. L’open day, che ha messo in luce l’impegno concreto di BIO5 nel rafforzare i servizi di prossimità con investimenti mirati in infrastrutture e tecnologie avanzate a beneficio della comunità locale, ha offerto una opportunità unica per conoscere da vicino l’approccio innovativo di BIO5 Salute e ha in effetti riscosso un ottimo successo tra i partecipanti, a cui a fine giornata è stato offerto un piacevole aperitivo di saluto.

tecipare a momenti formativi su tematiche quali riabilitazione, medicina dello sport e nutrizione clinica e sportiva. “Con l’apertura di BIO5 Salute facciamo un passo avanti nella nostra missione, integrando la medicina del lavoro con un poliambulatorio innovativo che mette al centro la persona nella sua totalità, per garantire un percorso di salute completo e personalizzato”, ha commentato Mariastella Mancini, direzione aziendale di BIO5, nel corso dell’evento. “Crediamo che innovare significhi avere il coraggio di guardare avanti, investire nel benessere delle persone e offrire servizi sempre più efficaci e tecnologicamente avanzati. Per questo, oltre all’assistenza individuale, costruiamo per le aziende servizi di welfare su misura, progettando corsi di formazione, prevenzione e benessere per migliorare la qualità della vita dei lavoratori e promuovere ambienti di lavoro più sani e sicuri. Questa nuova realtà rappresenta il nostro impegno concreto per il territorio e la comunità, perché prendersi cura della salute significa garantire alle persone un supporto a 360 gradi, affinché possano vivere e lavorare con serenità e benessere”. Presente al taglio

BONFIGLIOLI CONSULTING PRESENTA

“AI

OPERATIONS FORUM 2025”

“L’industria sta cambiando. Evoluzione o rivoluzione? L’obsolescenza dei modelli manifatturieri tradizionali è il tema per le operations del presente. L’AI e la Gen AI stanno trasformando le aziende, portando un cambiamento radicale nel modo in cui il valore viene creato, consegnato e catturato sul mercato da materiale a immateriale, da make a serve. Nel momento in cui le imprese si trovano a navigare in questo panorama in rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale, la comprensione delle sfumature delle applicazioni di AI e Gen AI diventa fondamentale”. Per analizzare nel dettaglio tutti questi temi, la società bolognese Bonfiglioli Consulting presenta “AI operations Forum 2025”, il principale appuntamento in Italia dedicato ai leader delle operations, che si terrà mercole-

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Sopra: lo staff di BIO5 con il sindaco di Castel Maggiore, Luca Vignoli, sotto Mariastella Mancini, direzione aziendale di BIO5

BALTUR FESTEGGIA 75 ANNI TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE

Baltur celebra quest’anno con orgoglio il suo 75° anniversario, un traguardo importante che testimonia l’evoluzione e il successo di una realtà che da decenni è sinonimo di innovazione, qualità e affidabilità nel settore del riscaldamento e della climatizzazione.

“Siamo alla terza generazione di imprenditori, caso raro tra le imprese familiari”, sottolinea Riccardo Fava, fin dal 1999 amministratore delegato e direttore generale di Baltur, “e fra pochi anni entrerà in gioco la quarta, vale a dire i miei figli, che attualmente stanno studiando e preparandosi per potermi affiancare, in futuro, nella gestione dell’azienda”.

Baltur inizia la produzione di bruciatori domestici nel 1950, in una piccola officina a Cento, in provincia di Ferrara, fondata dagli imprenditori Giuseppe Ballanti e Ferdinando Tura, ai quali deve il suo nome. A fine anni ’50 entrano in società i fratelli Fava e con il loro ingresso si realizza la nuova fabbrica. Negli anni ’80 la società viene acquisita da Augusto Fava e dai suoi fratelli Arturo e Lino, che trasformeranno la piccola azienda di Cento nell’impresa internazionale di oggi. Negli anni le potenzialità del settore si esprimono appieno e Baltur diventa un punto di riferimento.

L’intuizione, la passione e la visione imprenditoriale guidano altre due generazioni alla gestione dell’azienda: Enrico e Gianni, figli di Augusto, poi Riccardo Fava, attuale amministratore delegato e direttore generale.

In questi decenni, l’azienda centese ha saputo crescere e adattarsi alle sfide di un mercato in continua evoluzione, iniziato con lo sviluppo economico dell’Italia nel primo dopoguerra fino ad arrivare ai giorni nostri con lo sviluppo delle energie rinnovabili e dei sistemi a idrogeno. Attraversando diverse epoche storiche, è diventata un punto di riferimento nelle tecnologie della combustione, distinguendosi per il forte impegno verso l’innovazione tecnologica, la ricerca di una sempre migliore efficienza energetica e l’uso responsabile dell’energia.

Da 75 anni il core business di Baltur è rappresentato dai bruciatori, sia per uso domestico che industriale, venduti in Italia e all’estero. Negli anni il catalogo è stato via via ampliato con i prodotti comfort, vale a dire caldaie a gas, condizionatori e refrigeratori, pompe di calore e solare termico, per arrivare ai giorni nostri ai sistemi ibridi, al fotovoltaico e alle caldaie H2 Ready, certificate per il funzionamento con miscele di metano e idrogeno.

“Per una media impresa come Baltur, è fondamentale attuare strategie che le permettano di rimanere uno dei riferimenti

assoluti nel proprio settore ben sapendo di doversi confrontare anche con concorrenti di ben maggiori dimensioni”, evidenzia Riccardo Fava. “Per questo, la proprietà ha sempre investito risorse significative in ricerca e sviluppo, fino ad arrivare nel 2019 all’inaugurazione di un nuovo laboratorio ricerca e sviluppo, tra i più grandi d’Europa e dotato di attrezzature all’avanguardia, un vero gioiello all’interno del quale vengono progettati e testati i nuovi prodotti”.

Il team R&D di Baltur è costantemente impegnato nell’analisi tecnica e progettazione di bruciatori standard e fuori standard a bassissime emissioni, che garantiscano un minor impatto ambientale mantenendo elevati gli standard di performance e qualità che distinguono Baltur.

A livello commerciale, Baltur ha costruito e consolidato negli anni la propria posizione sul mercato nazionale e internazionale con un’articolata e capillare rete di vendita in Italia (oltre 700 referenti) e con distributori e clienti in 50 Paesi del mondo.

La vision di Baltur è costantemente proiettata al futuro: nel 2026 sarà tra le prime aziende del proprio settore a presentare il Bilancio di Sostenibilità adeguandosi con largo anticipo alla Direttiva Europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), un elemento di merito che le permetterà di distinguersi ulteriormente. “Crediamo fortemente nei valori e nei principi che sono alla base di un bilancio di sostenibilità, che sarà peraltro allineato e coerente con la strategia di prodotto e di posizionamento che riguarda Baltur e le imprese del settore, vale a dire la transizione energetica”, conclude Riccardo Fava.

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Riccardo Fava, amministratore delegato e direttore generale di Baltur

dì 22 ottobre 2025 negli IBM Studios di Milano. “L’evento offrirà ai partecipanti una finestra esclusiva su come le fabbriche del futuro evolveranno nei prossimi 3-5 anni. L’occasione per scoprire, attraverso esperienze concrete, come l’intelligenza artificiale e le tecnologie avanzate possano cambiare il panorama delle operations ed essere un vantaggio competitivo”, spiegano da Bonfiglioli Consulting. Ospiti d’eccezione, le voci guida dell’AI nelle operations dal mondo industriale, accademico e tecnologico: Francesco Ubertini, ex-rettore dell’Università di Bologna e oggi presidente di Cineca Consorzio Interuniversitario e di IFAB, International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development, nonché presidente della filiera Digital di Confindustria Emilia, e Alec Ross, autore bestseller globale, professore distinto alla Bologna Business School e consigliere per l’Innovazione del Segretario di Stato durante l’amministrazione Obama, condivideranno insight esclusivi e strategie visionarie, fornendo un quadro chiaro degli scenari futuri e delle applicazioni concrete dell’AI nelle operations. La mattinata si aprirà con una sessione plenaria ispirazionale, in cui saranno svelati i risultati del benchmarking study “What’s next nelle operations?”. Questa indagine, giunta alla seconda edizione, è una ricerca e un osservatorio permanente sulle operations sviluppato con gli obiettivi di fotografare lo stato dell’arte e le best practice di riferimento nelle operations, scoprire il livello di sviluppo delle operations verso il futuro e identificare le opportunità di miglioramento e si propone di rappresentare una bussola essenziale per comprendere il presente e anticipare il futuro delle aziende manifatturiere italiane. Il pomeriggio sarà l’occasione per apprezzare casi di reale applicazione. Per questo Bonfiglioli Consulting, nel suo ruolo di consulente, abilitatore del cambiamento e guida nella conoscenza delle dinamiche aziendali e di mercato lancia una “Call for AI-IDEAS” ovvero una chiamata per tutti coloro che hanno piacere di presentare progetti pilota o vere e proprie trasformazioni che hanno impatto sulle operations e che hanno già intrapreso con successo il percorso verso la fabbrica del futuro, in Italia o all’estero.

“AI Operations Forum mette a disposizione il palcoscenico giusto per poter raccontare e confrontarsi direttamente con decision maker in sessioni che offriranno ispirazione pratica e strategie concrete, affrontando dimensioni critiche della trasformazione operativa. Questi momenti di confronto diretto offriranno ai partecipanti l’opportunità unica di apprendere da chi ha già fatto il passo verso l’AI nelle operations, trasformando le idee in azioni concrete”, concludono da Bonfiglioli Consulting.

CARTIERA CRESCE E OTTIENE

ANCHE LA CERTIFICAZIONE PER LA PARITÀ DI GENERE

Cartiera, laboratorio di moda etica che ha portato una nuova attività di produzione artigianale, inclusione e sostenibilità in un luogo simbolo del lavoro industriale, l’ex cartiera Rizzoli, a Lama di Reno, frazione di Marzabotto, sull’Appennino bolognese, ha ottenuto l’anno scorso la certificazione UNI/PdR 125 per la parità di genere, a conferma dell’impegno per un ambiente di lavoro equo, sicuro e partecipato. È una sfida economica, sociale e ambientale: al posto della vecchia cartiera, c’è un labo-

ratorio che ne porta il nome, ma racconta una nuova storia. Non più carta, ma accessori in pelle e tessuto, in un’impresa che fonde il meglio delle tecniche artigianali italiane con un forte impegno sociale e ambientale. “Il laboratorio ha sede in quella che un tempo era la residenza del direttore dell’ex cartiera Rizzoli, chiusa nel 2006, la stessa industria che, per decenni, aveva rappresentato il cuore produttivo della zona, arrivando a impiegare oltre 600 persone”, spiegano dall’azienda. “Oggi quello stesso spazio è tornato a generare valore: si lavora con pellami e tessuti altrimenti destinati allo smaltimento, recuperati da aziende dell’alta moda e del settore automotive, dando vita a una nuova filiera circolare”. E l’azienda bolognese prosegue: “Cartiera nasce nel 2017 dall’esperienza della cooperativa Lai-momo e del programma Ethical Fashion Initiative dell’International Trade Centre delle Nazioni Unite, e oggi rappresenta il settore B della cooperativa sociale Abantu, con 15 artigiane e artigiani che lavorano stabilmente nel laboratorio. Il progetto è una risposta concreta a diverse urgenze del nostro tempo: la disoccupazione, lo spopolamento dei territori, l’inclusione lavorativa di persone vulnerabili, il recupero di abilità artigianali e, non ultimo, la sostenibilità nel sistema moda”. Gli scarti diventano risorsa e gli oggetti prodotti - borse, zaini, pochette e altri accessoriraccontano un altro modo di fare impresa, fondato sulla qualità, sulla responsabilità e sull’impatto sociale e ambientale. Ma non solo: Cartiera sviluppa anche linee personalizzate per clienti aziendali, realizzando articoli su misura utilizzabili come omaggi, oggetti promozionali o materiali di comunicazione, in una logica che coniuga artigianato e servizio. Realtà come Automobili Lamborghini, Fendi, Gucci, Dhl, Ikea e molte altre hanno già scelto

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Michele Bonfiglioli, CEO di Bonfiglioli Consulting

Cartiera per costruire progetti a forte valenza etica, ambientale e sociale. “Dentro a Cartiera si parla italiano, ma anche wolof, bangla, arabo, francese e inglese: undici le nazionalità rappresentate, per una produzione che è anche spazio di dialogo e inclusione. Dal 2017 a oggi sono stati formati oltre 250 operatori e operatrici nei settori della pelletteria e dell’amministrazione, con l’avvio di tirocini e assunzioni regolari, e sono state recuperate oltre 20 tonnellate di pelle”, continuano dall’azienda. I numeri raccontano una realtà in crescita: il valore della produzione è salito a oltre 600 mila euro nel 2024, in un percorso di consolidamento del fatturato e dei canali di vendita, sia B2B - oggi preponderante - sia B2C, anche grazie al lancio della piattaforma e-commerce. E per chi desidera toccare con mano la qualità e i valori dei prodotti Cartiera, c’è anche uno store fisico nel cuore di Bologna, in via Boldrini, dove ogni oggetto è occasione di racconto e incontro. “Cartiera è un’impresa sociale che produce con la logica della moda etica, offrendo a chi vi lavora un’opportunità concreta, regolare e professionalizzante, fuori dalle logiche di precarietà spesso associate ai percorsi di inclusione. E, a chi acquista o collabora, propone un progetto dal forte contenuto valoriale”, concludono da Cartiera.

CAT PROGETTI, INNOVAZIONE E CRESCITA NEL 2025

Il 2025 sta rappresentando per CAT Progetti un anno di svolta, caratterizzato da una profonda trasformazione organizzativa e da un’espansione strategica in nuovi settori. Attraverso investimenti mirati, l’utilizzo di finanziamenti e ricorrendo agli opportuni supporti professionali di esperti esterni, l’azienda con sede a Sasso Marconi, in provincia di Bologna, intende rafforzare, nel proprio piano di sviluppo, la sua posizione nel mercato, ponendo le basi per una crescita sostenibile e duratura. Prosegue infatti l’opera di trasformazione di CAT Progetti, impresa che fa parte del prestigioso gruppo Marchesini e si distingue nel cablaggio di macchine automatiche per il packaging. Dal 2024 l’azienda si è focalizzata sulle innovazioni organizzative e sul potenziamento del controllo aziendale; tali percorsi sono stati sostenuti anche ricorrendo a finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ottenuti grazie alla collaborazione con consulenti specializzati e partner istituzionali. “Abbiamo, così, avviato una profonda riorganizzazione operativa dei processi

interni, adottando un modello organizzativo più flessibile e orientato alla collaborazione interfunzionale per una gestione integrata di tutti i reparti prodottivi”, spiegano da CAT Progetti. “Questa nuova impostazione ha permesso e promette di permettere sempre di più una maggiore integrazione tra le diverse aree aziendali, migliorando la comunicazione e l’efficienza operativa”. “L’adozione di strumenti digitali avanzati e soluzioni personalizzate hanno facilitato la gestione delle commesse, consentendo un monitoraggio in tempo reale delle attività e una migliore allocazione delle risorse. Questo approccio ha portato a una riduzione dei tempi di produzione e a un incremento della qualità dei servizi offerti”, proseguono dall’azienda. Parallelamente alla riorganizzazione operativa, CAT Progetti ha investito significativamente nel rafforzamento del controllo aziendale. Sempre grazie a consulenze specializzate e all’utilizzo di fondi ottenibili attraverso varie fonti, l’impresa ha implementato sistemi di controllo più robusti, in linea con le best practice internazionali. Questi sistemi evoluti hanno migliorato la capacità di CAT Progetti di monitorare le performance, gestire i rischi e garantire la conformità normativa. Inoltre, l’adozione di indicatori chiave di performance (KPI) ha permesso una valutazione più precisa dell’efficacia delle strategie aziendali, facilitando decisioni informate e tempestive. “Siamo sempre stati focalizzati sul settore del packaging e in particolare sulle fasi di cablaggio industriale, ma ora abbiamo ampliato il nostro raggio d’azione in settori di rilievo per le filiere nazionali e anche internazionali. Questa strategia di diversificazione settoriale ci consente di proporci a nuovi mercati e settori con sufficiente capacità di adattamento”,

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Il presidente, Andrea Marchesini Reggiani, la direttrice operativa, Tatiana Di Federico e uno degli artigiani di Cartiera, Bassirou Zigani

ricordano ancora da CAT Progetti. “Infatti, abbiamo adattato le nostre competenze nel cablaggio di macchine industriali per rispondere alle specifiche esigenze di nuovi mercati. Questo ha comportato l’adozione di nuove tecnologie e l’aggiornamento delle competenze del personale, garantendo la qualità e l’affidabilità dei servizi offerti. Con una visione orientata all’innovazione e alla qualità, CAT Progetti si conferma come un partner affidabile e dinamico nel panorama dell’automazione industriale, in grado di soddisfare le esigenze di differenti filiere produttive”, concludono dall’azienda di Sasso Marconi.

CAMBIO AL VERTICE DI CEE:

ALESSANDRO ACQUADERNI

È IL NUOVO PRESIDENTE

Si è concluso un capitolo importante nella storia del Consorzio Esperienza Energia (CEE), società di servizi nata nel 1999 su iniziativa delle associazioni territoriali bolognesi, Confindustria Emilia e Legacoop Bologna, con l’obiettivo di accompagnare le imprese nell’ingresso nel mercato dell’energia, appena liberalizzato. Oggi il Consorzio conta 270 soci industriali e ha conosciuto una crescita costante sotto la guida di Gianmatteo Barbieri, amministratore delegato di Calzoni, realtà di Calderara di Reno, alle porte di Bologna, che lo ha diretto per quasi otto anni, imprimendo una forte spinta verso l’innovazione e la sostenibilità. Lo scorso 19 maggio, in occasione dell’assemblea dei soci, si è concluso il mandato del Consiglio di amministrazione ed è stato presentato il primo Bilancio di Sostenibilità della società, con risultati concreti

per l’ambiente e per il benessere delle persone. “Tra i dati più rilevanti emersi: una riduzione del 50% delle emissioni di CO₂ grazie alla nuova sede inaugurata nel 2024, altamente efficiente e alimentata al 100% da energia green; politiche di welfare aziendale e mobilità sostenibile che hanno già contribuito a una diminuzione annua di 6 tonnellate di CO₂; investimenti in progetti educativi e ambientali, realizzati in collaborazione con scuole, università e realtà del territorio”, spiega il presidente uscente Barbieri. Durante il periodo di presidenza di Barbieri, CEE ha registrato una crescita del fatturato pari al 200%, raggiungendo quasi 3,5 milioni di euro nell’esercizio 2024 e un’organizzazione che conta 24 dipendenti. Un risultato che testimonia il consolidamento della struttura e della sua capacità di affrontare le sfide di un mercato in continua evoluzione. “In questi otto anni abbiamo costruito molto più di numeri: abbiamo creato valore, rafforzato la squadra e posto le basi per un futuro sostenibile”, racconta ancora Gianmatteo Barbieri. “Il primo Bilancio di Sostenibilità non è un punto d’arrivo, ma l’inizio di un impegno concreto e continuo verso l’ambiente, le persone e il territorio”. L’assemblea dei soci ha quindi rinnovato il Consiglio di amministrazione nominando all’unanimità come presidente Alessandro Acquaderni, CEO di SIT - Società Italiana Tecnospazzole di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, per il triennio 20252027. “Colgo con spirito di grande impegno e determinazione l’incarico che mi è stato affidato alla guida di CEE con l’ambizione di proseguire il ciclo positivo di crescita e di rinnovamento della società a servizio dei nostri soci e del territorio, per far fronte alle nuove sfide che la transizione energetica impone al nostro tessuto imprenditoriale”, ha affermato il neoeletto presidente Acquaderni. Nel corso dell’assemblea è intervenuto anche Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, con un’analisi sui mercati dell’energia e del gas, approfondendo le implicazioni degli scenari geopolitici, la transizione green e l’impatto

delle rinnovabili. L’assemblea non è stata solo un momento istituzionale, ma anche l’occasione per presentare ai soci le strategie ESG (Environmental, Social, Governance) che guideranno CEE nei prossimi anni. “Il Bilancio di Sostenibilità nasce con l’obiettivo di valorizzare il percorso compiuto e avviare una politica di miglioramento continuo, a beneficio di dipendenti, stakeholder e dell’intero ecosistema in cui la società opera”, conclude Alessandro Acquaderni.

CREATIVE HUB BOLOGNA, IL VALORE DELL’AI PER LE IMPRESE CULTURALI

“Creative Hub Bologna promuove l’innovazione e supporta i talenti e le startup con un network internazionale e un approccio globale alla formazione e alla ricerca”. Con queste parole il fondatore Massimiliano Magagni, presenta la creatura da lui fondata nel 2021 nell’ambito di Creative Hub Academy. “La nostra storia nasce a Bologna nel 1999 come Music Academy: in questi 25 anni, l’Academy ha ampliato l’offerta formativa per includere tutte le sfaccettature delle industrie creative: dalla performance strumentale e canto, alla composizione per discografia, cinema e videogiochi, fino alla produzione cinematografica, programmazione 3D/VR e ingegneria del suono. Nel 2021, Music Academy è diventata Creative Hub Academy, riflettendo l’espansione delle sue attività e il suo impegno verso l’innovazione tecnologica, ed è stato creato Creative Hub Bologna, un incubatore di talenti e startup”, spiega ancora Magagni, che racconta come AI e immersività stiano ridefinendo le imprese creative. “Il mondo delle imprese culturali e creative si trova ancora a un bivio tra tradizione e innovazione”, evidenzia Magagni. “Si teme che la macchina possa ‘rubare’ il mestiere all’artista, che l’autenticità venga meno. Ma l’intelligenza artificiale non sostituisce la creatività: la amplifica. Oggi, software basati su algoritmi generativi possono creare colonne sonore, generare video, scrivere testi o persino co-progettare oggetti d’arte. Questi strumenti non intendono rimpiazzare l’artista, ma offrirgli una tavolozza più ampia con cui dipingere. Sono assistenti, alleati, moltiplicatori del po-

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CARPINVEST, 40 ANNI DI STORIA A TUTELA DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE

Dal 1985 al fianco delle imprese italiane e internazionali per supportarle nella tutela del proprio patrimonio, rispondendo alle esigenze reali dei clienti e seguendo le evoluzioni che hanno interessato sia il sistema produttivo sia gli scenari dei mercati commerciali in questi ultimi 40 anni, e in particolare nell’ultimo decennio, da quando le dinamiche di vendita sono state stravolte dall’approdo nella dimensione online. È l’identikit di Carpinvest Group, lo studio che ha sede in via Marx 97 a Carpi, in provincia di Modena, sorto e specializzato in primis nella tutela della proprietà intellettuale e nella brand protection, grazie alla collaborazione iniziale proprio con un’azienda originaria del territorio emiliano che era diventata velocemente un riferimento nazionale e che sul finire degli anni Ottanta seppe interpretare i trend della moda diventando emblema di un’intera generazione.

“Da quell’inizio, l’attività è cresciuta, si è specializzata, diversificata, ma sempre mantenendo la finalità distintiva, ovvero collaborare con i propri clienti per tutelare il valore e l’esclusività di un’azienda, che risiede nelle idee, nei prodotti e nell’identità, perché l’uso illecito di un marchio e il furto di proprietà intellettuale possono causare danni economici e reputazionali irreparabili”, spiegano da Carpinvest.

“In 40 anni i clienti che si sono affidati alla nostra consulenza ci hanno permesso di spaziare dalle più prestigiose fiere orafe con l’impegno di salvaguardare imprese famose in tutto il mondo, ai circuiti internazionali per tutelare protagonisti della Formula 1, al lavoro nell’ultimo decennio a fianco di club della Serie A di calcio”, sottolineano ancora dall’azienda carpigiana.

e della proprietà intellettuale, con particolare attenzione alla brand protection, sia fisica che online”.

Negli anni, Carpinvest Group si è dimostrato un partner commerciale di riferimento, in grado di rispondere concretamente alle problematiche aziendali, fornendo una consulenza strategica che fonda la propria valenza sull’esperienza operativa maturata sul campo, non accontentandosi di risposte teoriche, ma potendo offrire soluzioni pratiche già testate e validate nel tempo.

“Un cliente deve essere accompagnato dall’analisi del problema, alla risoluzione pratica dello stesso, attraverso soluzioni taylorizzate sulle specifiche esigenze. Ecco che servizi quali le investigazioni a carico di dipendenti e collaboratori, la tutela dell’IP, le attività di brand protection e la due diligence, che rappresentano soltanto una parte della nostra offerta, non sono più concepiti quali comparti a sé stanti, ma diventano strumenti investigativi che possono lavorare in sinergia, portando a risultati più completi e vincenti”, evidenziano ancora dall’azienda.

“Migliaia di ore di attività on site hanno formato la nostra competenza nelle indagini a carico di persone fisiche e giuridiche: oggi la nostra esperienza è il risultato diretto delle molteplici sfide che abbiamo affrontato collaborando con aziende leader nel segmento del lusso, nell’ambito multiutility, nel settore finanziario, nonché con i più prestigiosi studi legali in ambito nazionale”.

E da Carpinvest Group continuano: “Ogni esperienza ha fatto maturare la nostra conoscenza delle problematiche quotidiane delle imprese, spaziando dalla perdita di fiducia nei confronti di dipendenti e collaboratori, alla verifica di fornitori e partner commerciali, l’urgenza di una completa tutela del know-how

La metodologia operativa, studiata e collaudata di Carpinvest e l’esperienza investigativa in questi decenni si sono sviluppate e dedicate oltre che al servizio di tutela del patrimonio industriale, anche a un altro aspetto fondamentale delle aziende, il valore delle loro risorse umane perché il successo delle imprese è in gran parte frutto delle competenze che sono in grado di sviluppare. “È appunto nell’ambito delle investigazioni a carico di dipendenti e collaboratori che abbiamo sviluppato la capacità di rispondere a tutte quelle problematiche che ciascuna azienda, almeno una volta, può trovarsi ad affrontare. L’assenteismo ingiustificato, l’abuso della legge 104/92, il ‘doppio lavoro’, la concorrenza sleale, sono alcune delle criticità che, attraverso indagini mirate e discrete, il nostro team di investigatori esperti risolve, raccogliendo prove concrete per tutelare l’azienda da comportamenti fraudolenti, fornendo supporto all’area legale per eventuali azioni disciplinari”, concludono da Carpinvest Group.

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Dall'alto, Luca Ascari e Manuela Rabboni, amministratori di Carpinvest

tenziale umano”. “Nel nostro lavoro quotidiano al Creative Hub Bologna, utilizziamo l’AI non solo per prototipare idee in tempi rapidi, ma anche per sviluppare nuovi format formativi, esperienze personalizzate e contenuti immersivi per il pubblico. L’intelligenza artificiale diventa così un ponte tra la sensibilità dell’artista e l’efficacia dei linguaggi contemporanei”, prosegue il fondatore di Creative Hub Bologna, che è anche direttore generale e progettista culturale. Le tecnologie immersive aprono nuovi mercati e modelli di business per chi opera nella creatività. “Non è un caso che l’Emilia-Romagna sia oggi considerata una delle regioni più avanzate in Italia sul fronte delle imprese culturali e creative”, ricorda Magagni. “Il territorio offre un tessuto fertile fatto di istituzioni pubbliche lungimiranti, distretti tecnologici, università, centri di produzione culturale e reti professionali. Secondo dati recenti, le imprese culturali e creative regionali superano quota 8.000, con più di 100.000 occupati stimati entro il 2025. È un ecosistema in piena crescita, che non solo contribuisce al Pil, ma genera benessere, attrattività, identità”. “Lo sviluppo dei giovani talenti mi sta particolarmente a cuore”, avverte Magagni. Non possiamo parlare di futuro della cultura senza coinvolgere chi quel futuro lo vivrà (e lo creerà). Per farlo, servono spazi attrezzati, mentor qualificati, tecnologie aggiornate. Ma soprattutto serve una visione: non quella della cultura come attività accessoria, ma come asse strategico per lo sviluppo sostenibile, sociale e professionale delle nuove generazioni”. “Il bello di questo momento storico è che stiamo assistendo alla nascita di mestieri che fino a ieri non esistevano. AI trainer per la musica, im-

mersive experience designer, curatori di contenuti in realtà aumentata, prompt engineer, avatar performer: per chi ha talento e visione, le opportunità sono immense. E non solo nei grandi centri urbani: anche le aree interne, le piccole città, i borghi possono diventare nodi vitali della nuova filiera culturale, grazie al digitale”, conclude Massimiliano Magagni.

CRIT, OLTRE 500 SCOUTING

TECNOLOGICI REALIZZATI

IN 25 ANNI

Nel 2025 CRIT, società modenese specializzata nella ricerca e analisi di informazioni tecnico-scientifiche e in attività di sviluppo di progetti di ricerca, celebra il suo primo quarto di secolo di attività e un traguardo che parla da sé: oltre 500 attività di scouting tecnologico realizzate al fianco delle imprese. Un numero che racconta non solo una storia, ma il valore di un servizio che negli anni si è evoluto profondamente, fino a integrare oggi anche le potenzialità rivoluzionarie dell’intelligenza artificiale generativa. “Lo scouting tecnologico nasce come servizio di ricerca e analisi informazioni tecnico-scientifiche a supporto dell’innovazione in azienda. Non si tratta solo di ‘cercare informazioni’, ma di accompagnare le imprese e aiutarle a definire una strategia tecnologica coerente con i trend del settore in cui operano. In sintesi: essere in grado di fare le scelte giuste al momento giusto”, sottolinea Marco Baracchi, direttore generale di CRIT. In un mondo dove il cambiamento tecnologico corre sempre più veloce, investire in innovazione non è più un’opzione, ma una necessità. Ma per innovare davvero servono conoscenze aggiornate, visione strategica e capacità di cogliere le opportunità giuste al momento giusto. Ecco perché lo scouting tecnologico è uno strumento fondamentale: permette di ridurre i rischi legati all’innovazione, accelerare i tempi di sviluppo, scoprire nuove tecnologie, costruire partnership strategiche e trovare competenze chiave che possono fare la differenza. In questi 25 anni CRIT ha supportato decine di aziende in settori diversissimi, mettendo la conoscenza al servizio dell’innovazione per esplorare temi che spaziano dall’automazione all’intelligenza artificiale, dall’elettrificazione all’idrogeno, dai sensori ai materiali innova-

tivi. E ogni volta una buona attività di scouting ha posto le basi per trasformare un’idea embrionale in un successo imprenditoriale. “Ogni attività di scouting - aggiunge Baracchi - comincia da un confronto con l’azienda cliente, per definire gli obiettivi della ricerca e il livello di approfondimento necessario. Poi entra in gioco il nostro team, che combina l’uso di banche dati specialistiche, l’accesso a reti di ricerca e università e strumenti avanzati di analisi delle informazioni. Oggi possiamo contare anche sulla Generative AI, che ci aiuta a esplorare una mole ancora maggiore di dati, generare sintesi intelligenti, individuare connessioni tra tecnologie diverse e scoprire opportunità emergenti prima che diventino mainstream. Tuttavia, l’AI è una leva, non una scorciatoia: ciò che fa davvero la differenza è la nostra capacità di leggere, interpretare e contestualizzare le informazioni rispetto agli obiettivi strategici dell’azienda. Perché la vera innovazione nasce dall’unione tra tecnologia e visione”. CRIT, insomma, è un partner strategico in grado di tradurre la complessità tecnologica in conoscenza utile e mirata. Affidarsi a CRIT significa ottenere informazioni strategiche e non generiche, risparmiare tempo e risorse, ridurre i rischi di investimento, accedere a competenze di valore, anticipare i trend e cogliere nuove opportunità. Il futuro si costruisce partendo dalle buone idee, ma anche, e soprattutto, dalle informazioni giuste. Ecco perché, dopo 25 anni, CRIT continua a essere un punto di riferimento per chi vuole innovare in modo solido, consapevole e competitivo.

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Marco Baracchi, direttore generale di CRIT

ANCORA INSIEME I MARCHI ICONICI

DELLA MOTOR VALLEY

È stata svelata al pubblico lo scorso aprile, con l’evento di presentazione The Art of Unexpected inserito nel contesto della Milano Design Week, la settimana di riferimento mondiale per il design, la nuova Ducati Panigale V4 Lamborghini, la moto nata dalla collaborazione tra la Casa di Borgo Panigale e quella di Sant’Agata Bolognese. Si è aperto così il terzo capitolo della collaborazione tra Ducati e Lamborghini, due realtà simbolo del Paese che rappresentano l’eccellenza italiana nel mondo e condividono gli stessi valori di tecnologia sofisticata, sportività ed esclusività. Due marchi iconici che affondano le proprie radici nel cuore della Motor Valley, dove la passione si fonde con l’ingegno e la competenza dando vita a opere d’arte su due e quattro ruote, come la nuova Ducati Panigale V4 Lamborghini: il risultato di un connubio ancora una volta capace di far sognare gli appassionati sin dal primo sguardo, unendo tecnologia, prestazioni e bellezza così come già accaduto con Ducati Streetfighter V4 Lamborghini e Diavel 1260 Lamborghini. Questo nuovo episodio dell’incontro tra le due aziende ha come protagonisti i modelli più prestazionali e sofisticati nella gamma dei due marchi, la Panigale V4 S, l’ultima generazione di Superbike Ducati, e la Lamborghini Revuelto, il nuovo paradigma nell’ambito delle supersportive. Entrambi rappresentano la massima espressione di sportività dei due brand e sono equipaggiati con i motori più “nobili” e prestazionali: il motore Desmosedici Stradale Ducati e il V12 Lamborghini. “Quando due design inconfondibili come quelli di Lamborghini e Ducati si incontrano, non può che nascere un progetto di successo, espressione dei valori di italianità e bellezza che ci contraddistinguono; con questa collaborazione, Ducati ha saputo interpretare e tradurre lo spirito di sportività estrema ed esclusività di Revuelto, riprendendo sulla moto dettagli ed elementi identificativi del nostro dna stilistico, dando vita a un oggetto unico che unisce performance, emozione e carattere in puro stile Lamborghini”, dichiara Stephan Winkelmann, chairman e CEO di Automobili Lamborghini. Ad ispirare la

nuova Panigale V4 è la Revuelto, la prima supersportiva ibrida HPEV (High Performance Electrified Vehicle) di Automobili Lamborghini, nuovo punto di riferimento in termini di prestazioni, tecnologia di bordo e divertimento alla guida. “Con la Panigale V4 Lamborghini la collaborazione tra queste due icone della Motor Valley si arricchisce di un nuovo capitolo che conferma e rafforza i valori che ci ispirano: eccellenza italiana, sportività e prestazioni con un design sempre distintivo; ci siamo ispirati alla Lamborghini Revuelto associando così i modelli più esclusivi e rappresentativi delle due aziende. Questa scelta conferma il nostro desiderio costante di offrire agli appassionati oggetti unici, da collezione, di straordinaria bellezza e in grado di regalare le più forti emozioni di guida”, afferma Claudio Domenicali, amministratore delegato Ducati. Per realizzare la V4 Lamborghini, il Centro Stile Ducati ha lavorato insieme a quello Lamborghini per disegnare l’inconfondibile livrea e una serie di componenti unici ispirati alla Revuelto, creando una esclusiva moto in serie numerata e limitata a 630 esemplari. In aggiunta ai 630 esemplari, Ducati propone una serie ancora più esclusiva, denominata “Speciale Clienti”, disponibile solo per 63 clienti Lamborghini. Questi ultimi, attraverso l’interazione diretta con il Centro Stile Ducati, potranno trasferire sulla propria Ducati Panigale V4 Lamborghini “Speciale Clienti” lo schema colori della propria Lamborghini oppure scegliere fra combinazioni di colore suggeriti dal Centro Stile Ducati. Le consegne della Ducati Panigale V4 Lamborghini avranno inizio a settembre 2025.

ERRE COMPANY, A FORMIGINE ATTIVO IL TESTING LAB

Un’importante novità è sbarcata da qualche mese a Formigine, nel modenese, nel cuore della Motor Valley, dove ERRE Company, azienda piemontese attiva da oltre dieci anni nel settore dei servizi per l’automotive, ha attivato il Testing Lab, una struttura industriale di 700 metri quadri, suddivisa in aree dotate di strumenti e attrezzature avanzate. È un laboratorio in continua evoluzione, attrezzato per effettuare prove specifiche in funzione delle esigenze dei clienti. Pochissime aziende oggi, a livello nazionale, sono in grado di offrire questo tipo di servizi: il Testing Lab è partito con test ciclici a fatica su componenti, in particolare i sedili. “L’integrazione nello stesso luogo di strumenti di laboratorio per prove fisiche con strumenti di simulazione virtuale rende questo progetto assolutamente innovativo. Si può parlare in generale di ‘Test Design’, ovvero la capacità di concepire le specifiche tecniche della prova sulla base dell’oggetto della validazione e delle sue condizioni d’utilizzo”, racconta Rosario Radice, CEO di ERRE Company. “Il fulcro dell’area è un sistema robotizzato di ultima generazione totalmente automatizzato che consente, tramite un braccio meccanico a sei assi, di testare diverse tipologie di componenti, riproducendo in modo preciso situazioni realistiche e quotidiane, come i movimenti di ingresso e uscita

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in abitacolo e le sollecitazioni alle quali sono sottoposti i vari sistemi del veicolo. Le potenzialità del sistema robotizzato del Testing Lab sono ampie e applicabili a settori eterogenei. In particolare, la possibilità di impostare percorsi complessi nello spazio e ripeterli ciclicamente, garantisce standard di precisione elevati e consente di testare qualsiasi prodotto che necessiti di una prova di durata durante il suo sviluppo”, spiegano dall’azienda. Il Testing Lab di Formigine è stato, inoltre, implementato per arricchire la capacità di testing e validazione e poter fornire prove cicliche su una notevole quantità di parametri quali: resistenza, rigidezza, requisiti funzionali, durata e degrado funzionale, polmonamento e ammaccabilità, rilievi digitali di superfici e punti, isteresi e prove scoppi bag statici a differenti temperature. Ospita una camera oscura e un sollevatore per eseguire due ulteriori tipologie

che lavora in modo integrato e sinergico per offrire proposte complete a 360° nei settori automotive e aerospazio, ferroviario e industriale, healthcare e biomedicale grazie a significative competenze interne che lavorano per offrire un approccio sistemico e con la capacità di pensare fuori dagli schemi convenzionali.

EUROCERT ENTRA

A

FAR PARTE

DEL GRUPPO HDB

Eurocert, storico organismo di certificazione notificato nato nel 1999 e specializzato nell’offerta di servizi a imprese e condomini, con sede direzionale a Granarolo dell’Emilia,

di prove: test di fotometria e di tenuta fumi delle scocche. Tra i servizi che il laboratorio offre c’è il costante supporto di analisi virtuali attraverso strumenti di simulazione basati sui dati degli elementi finiti e sulle ultime tecniche di Data-Driven Science & Engineering. ERRE Company è una società torinese nata nel 2013, una realtà aziendale unica e dinamica di matrice interamente italiana che da sempre lavora con un approccio da “atelier”, puntando sulla personalizzazione dei servizi che offre al cliente, e fornisce consulenza nell’ambito dell’ingegneria e del design, attraverso supporto on site al cliente o in modalità work package. Una squadra di ingegneri, designer e tecnici specializzati, per un totale di 140 risorse distribuite nelle sedi di Moncalieri (headquarter) e Formigine,

qualità organizzativa e l’efficienza operativa. L’obiettivo è garantire alle aziende, agli amministratori di condominio e ai condomini un supporto strutturato, affidabile e all’avanguardia. Grazie a un’organizzazione sempre più solida, i clienti potranno contare su un partner in grado di offrire un servizio superiore in termini di sicurezza e gestione degli adempimenti normativi. Con questa operazione la nuova realtà si afferma come punto di riferimento del settore in Italia. Questo si tradurrà in un valore concreto sia per i nuovi clienti che per quelli già fidelizzati. In particolare, i benefici saranno una maggiore efficienza gestionale, una presenza capillare sul territorio nazionale, una riduzione dei rischi e la certezza di affidarsi a un’organizzazione d’eccellenza, costituita da persone competenti e altamente qualificate. “Sono entusiasta di accogliere Eurocert nel nostro gruppo. Que-

alle porte di Bologna, è entrata a fare parte di HDB, holding milanese di proprietà della famiglia Dallagiovanna. L’impresa bolognese, che in oltre 25 anni di attività ha superato 1 milione di ispezioni svolte in tutta Italia fornendo i servizi a circa 250.000 immobili, annovera fra i propri clienti condomini, grandi industrie, aziende sanitarie, gruppi alimentari, piccole e medie imprese, aziende universitarie, gruppi bancari, catene alberghiere, società del settore GDO, amministrazioni comunali. Con il suo ingresso nel gruppo il percorso di continua crescita di HDB - di cui fanno già parte, tra le altre, realtà come ICT Genesia, C.S.D.M. e IeS Degasperiprosegue e si rafforza. Questa unione non è solo un ampliamento societario, ma un passo strategico per potenziare ulteriormente la

sta unione rappresenta un passo fondamentale per consolidare la leadership e offrire ai clienti e collaboratori un servizio sempre più performante. Crediamo fermamente nel nostro progetto di crescita e siamo pronti a investire risorse significative per garantire standard qualitativi sempre più elevati. La nuova struttura rappresenta un’opportunità unica: poter contare su un partner capace di affiancare i clienti in modo efficace nella gestione della sicurezza con vantaggi esclusivi e personalizzati. La fiducia che ci avete accordato fino ad oggi è lo stimolo per migliorarci costantemente. Siamo pronti ad affrontare le sfide del futuro con determinazione, convinti che, unendo le nostre forze, potremo raggiungere traguardi incredibili”, commenta Matteo Dallagiovanna, socio di HDB.

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EUROSETS, LE TECNOLOGIE SALVAVITA

DAL CUORE DELL’EMILIA

Tecnologie salvavita nate nel cuore dell’Emilia-Romagna e più precisamente a Medolla, nel distretto biomedicale dell’area nord di Modena, pronte a rivoluzionare le procedure di soccorso in emergenza anche nelle zone più isolate o difficili da raggiungere. A presentarle è Eurosets, azienda biomedicale del Gruppo Villa Maria, che in occasione di EuroELSO 2025, il congresso scientifico più importante al mondo specializzato nelle tecniche di supporto extracorporeo andato in scena ad aprile scorso, ha proposto in anteprima due dispositivi all’avanguardia: Xtreme Rescue e Landing

Ettore Sansavini, presidente del CdA, e Antonio Petralia, vicepresidente esecutivo e CEO di Eurosets

Breathe. L’Emilia-Romagna si conferma dunque culla dell’innovazione in ambito sanitario: con Xtreme Rescue, Eurosets firma il suo terzo dispositivo per supporto extracorporeo ECLS (ExtraCorporeal Life Support) più leggero al mondo (meno di 7 kg), progettato per essere utilizzato in caso di necessità con il suo “fratello maggiore” denominato Colibrì, entrambi facilmente trasportabili anche in elicottero o ambulanza. Realizzato con materiali hi-tech come alluminio, titanio, kevlar e fibra di carbonio, è in grado di sostituire temporaneamente la funzione meccanica del cuore e dei polmoni in pazienti particolarmente critici, aprendo nuovi scenari per i soccorsi tempestivi in aree remote, montane o nelle città metropolitane. Fino a poco tempo fa, questa tecnologia era disponibile esclusivamente all’interno di ospedali specializzati, ma

grazie alla miniaturizzazione è oggi possibile l’utilizzo di queste macchine salvavita anche all’esterno dell’ambiente ospedaliero, contribuendo a salvare persone con gravi disfunzioni cardiache e polmonari che non trovano giovamento con la terapia farmacologica. Un altro dispositivo presentato per il lancio commerciale all’EuroELSO 2025 è Landing Breathe, un capnometro per il monitoraggio avanzato della capacità respiratoria unico nel suo genere, progettato per essere collegato al ventilatore del paziente e in grado di misurare e calcolare automaticamente parametri cruciali durante i trattamenti ECMO (Extracorporeal Membrane Oxygenation). Collegato al sistema di monitoraggio Landing Advance, Landing Breathe fornisce informazioni essenziali sull’efficacia della terapia, supportando al meglio i clinici nella gestione del paziente.

In occasione del congresso, Eurosets si è unita all’azienda italiana Jetson, specializzata in mobilità aerea, per immaginare, in uno spazio appositamente allestito, la propria visione futura riguardo ai mezzi di soccorso: veicoli volanti ultraleggeri come il Jetson ONE, un monoposto eVTOL in grado di decollare e atterrare verticalmente anche in spazi ridotti. Attualmente in fase di test vicino ad Arezzo, in Toscana, Jetson ONE rappresenta una soluzione per raggiungere rapidamente località remote o difficilmente accessibili, aprendo nuove possibilità ai soccorritori per effettuare interventi tempestivi. “L’integrazione delle soluzioni avanzate di Eurosets con la mobilità innovativa offerta dal Jetson ONE apre scenari futuri entusiasmanti per effettuare interventi di soccorso al di fuori dell’ambiente ospedaliero”, commenta Antonio Petralia, vicepresidente esecutivo e CEO di Eurosets. “Immaginiamo un futuro in cui dispositivi come Xtreme Rescue o Colibrì possano essere trasportati rapidamente in aree remote o città metropolitane grazie a velivoli eVTOL, garantendo interventi salvavita tempestivi. Questa sinergia tra tecnologia medica all’avanguardia e mobilità aerea personale rappresenta un passo significativo verso l’abbattimento dei tempi di soccorso”, conclude Petralia.

FIDAS BOLOGNA, L’IMPORTANZA

DI UNA DONAZIONE DI SANGUE

FIDAS Bologna OdV, da oltre 70 anni, è impegnata nell’attività di sensibilizzazione dei cittadini e delle istituzioni sull’importanza della donazione e nella fidelizzazione di coloro che già hanno scelto di donare. “Il nostro compito è portato avanti, in stretta collaborazione con la parte pubblica, grazie al lavoro di personale e volontari che credono nel valore della solidarietà e nell’indispensabile apporto che ognuno di noi può dare per salvare una vita”, spiega Sara Mezzetti, responsabile comunicazione di Fidas Bologna. In Italia quasi 1.800 pazienti vengono trasfusi ogni giorno, grazie alla generosità di tanti donatori e donatrici. Tuttavia, molta strada resta da fare per poter garantire la continuità negli anni futuri al mondo delle donazioni. “I giovani (dai 18 ai 29 anni), infatti, sono la fascia di età meno rappresentata come numero di donatori attivi (meno del 18% di tutti i donatori) e anche come numero di donazioni pro-capite, pari a 1,5 contro le 2,3 della fascia più adulta (dai 50 ai 65 anni)”, ricorda Mezzetti. “Ciò significa, inevitabilmente, che nel giro di qualche anno saremo a rischio di grave carenza se nuovi donatori non subentreranno a sostituire coloro che vengono dimessi. Inoltre, a livello nazionale siamo in grave carenza di plasma, la componente liquida del sangue,

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CHIMAR, 25 ANNI DI INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ

Ha da poco raggiunto il prestigioso traguardo del primo quarto di secolo di attività CHIMAR, azienda punto di riferimento nella progettazione e realizzazione di imballaggi industriali e servizi integrati di logistica. Headquarter a Limidi di Soliera, in provincia di Modena, e una presenza capillare nel nord Italia con più di 35 sedi e 500 collaboratori assicurano vicinanza territoriale e reattività alle necessità dei clienti, dalla Liguria al Veneto, passando per Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Trentino-Alto Adige. Da sempre orientata al futuro, CHIMAR offre soluzioni rapide e innovative per soddisfare le esigenze del mercato, mantenendo un’attitudine sartoriale grazie a uno staff di esperti tecnici che progettano soluzioni di imballaggio industriale su misura. Questa visione ha permesso all’azienda di sviluppare, già dai primi anni 2000, piani di welfare aziendale, progetti per il benessere della comunità locale e iniziative per la protezione dell’ambiente, anticipando le attuali priorità globali in ambito ESG.

Come spiegano dall’azienda, infatti, “CHIMAR pone grande attenzione agli approvvigionamenti di materiali, utilizzando per i propri manufatti, legname certificato proveniente da foreste gestite responsabilmente. L’innovazione però non si limita al solo utilizzo di materie prime certificate, ma contestualmente prevede il redesign dell’imballo e l’impiego di materiali di origine riciclata o rigenerata”. Con oltre 1.500 clienti attivi e 17.000 anagrafiche sviluppate ogni anno, l’azienda modenese sviluppa e realizza imballi custom con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale dei packaging prodot-

indispensabile per garantire terapie salva-vita e per la ricerca scientifica”. Per questo è fondamentale l’opera di sensibilizzazione e informazione che l’associazione bolognese svolge costantemente. “Potete immaginare una pianta che vive senza la sua linfa? Un cuore che batte senza il suo sangue? Decisamente no. Allo stesso modo, non si può pensare al

ti. “Questo obiettivo viene conseguito attraverso la progettazione mirata dell’imballo, studiato su misura, in modo da ridurre la quantità di materia prima impiegata con conseguenze positive sulle emissioni di CO2 e parallelamente con un vantaggio economico per il cliente, senza dimenticare le necessità di preservare il manufatto imballato, la tipologia di trasporto e le esigenze logistiche dei clienti”, proseguono da CHIMAR. Esempio perfetto di economia circolare applicata al settore della logistica è Giott0, il pallet certificato PEFC, sviluppato da CHIMAR, in partnership con la multi-utility IREN, e realizzato mediate l’utilizzo di legno post-consumo proveniente dalle isole ecologiche, che così rientra nel ciclo produttivo, evitando l’abbattimento di legno vergine.

La strategia ESG di CHIMAR, insieme alle altre imprese del gruppo, lo scatolificio CBM e La Bottega dell’Artigiano, che realizza imballaggi industriali a Bologna, ha portato alla definizione di un piano strategico triennale dal 2023 per raggiungere ambiziosi obiettivi di miglioramento. Queste attività hanno permesso il conseguimento di target fondamentali in tutte le aree Environment, Social e Governance, tra cui la realizzazione di un piano di efficientamento energetico, con l’installazione di impianti fotovoltaici per l’autoproduzione di energia green con conseguenti riduzioni delle emissioni di CO2; l’ottenimento della certificazione per la Parità di Genere, UNI PdR 125:2022, a testimonianza della volontà di creare un ambiente lavorativo di valore equo, meritocratico e imparziale; la realizzazione della prima analisi di clima interno e il rafforzamento della struttura di welfare; l’implementazione di criteri sociali e ambientali nella selezione della catena di fornitura. Ulteriormente rinforzata anche la formazione interna: a partire da gennaio 2025 è stato avviato un progetto di Academy che ha visti impegnati più di 40 dipendenti su training tecnici/operativi e di soft skills.

“Il futuro prossimo ci vedrà impegnati su numerosi fronti: dalle sfide di mercato alle innovazioni tecnologiche, dalle evoluzioni normative alle regolamentazioni internazionali. Tutto il nostro gruppo vive con piena consapevolezza l’importanza delle tematiche ESG, in una connessione locale e globale che apporterà benefici ai nostri stakeholder. Ci impegneremo quotidianamente per migliorare le nostre performance e creare un circolo virtuoso in cui sostenibilità ambientale, sociale ed economica si alimentino reciprocamente, generando valore condiviso per tutti”, dichiara Marco Arletti, amministratore delegato di CHIMAR.

lavoro quotidiano di cura all’interno dei nostri ospedali senza le donazioni di sangue”, aggiunge Luciano Signorin, presidente di FIDAS Bologna. “Il sangue è indispensabile alla vita ed è necessario per poter curare diverse malattie e prestare servizi di emergenza. Non è riproducibile artificialmente, può solo essere donato”. Inoltre, è importante trasmet-

tere informazioni corrette e puntuali, perché spesso si pensa che il sangue venga utilizzato prevalentemente in situazioni di emergenza. In realtà, l’uso del sangue per situazioni emergenziali corrisponde solamente al 3% dell’impiego complessivo delle sacche raccolte. Questo significa che il 97% delle sacche viene utilizzato in situazioni di routine: dalle

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Giovanni Arletti, presidente del CdA, e Marco Arletti, amministratore delegato di CHIMAR

sale chirurgiche ai trapianti, dai reparti ginecologici ai malati oncologici, arrivando fino ai reparti grandi ustionati e ai pazienti talassemici, solo per riportare alcuni esempi. Mezzetti sottolinea anche che “diventare donatore o donatrice è semplice, solidale e consente anche di prendersi cura di sé e degli altri: chi ha tra i 18 e i 59 anni, pesa almeno 50 kg e gode di un generale stato di buona salute può prendere contatto con FIDAS Bologna per prenotare la propria visita di idoneità alla donazione”. FIDAS è presente sul territorio bolognese, collaborando in particolar modo con i centri trasfusionali dell’ospedale S. Orsola e dell’ospedale Bellaria (sono disponibili parcheggi gratuiti per i donatori in entrambi gli ospedali) e in vari punti prelievo attivi in provincia. Importante sapere anche che è possibile promuovere la donazione di sangue all’interno della propria realtà aziendale, ospitando un banchetto informativo dei volontari Fidas o un momento di sensibilizzazione che è possibile strutturare ad hoc. Per informazioni: www.fidasbologna.org e sara.mezzetti@ausl.bologna.it

FONDAZIONE RSN, NUOVI

SOSTENITORI PER IL BELLARIA

RESEARCH CENTER

Si possono chiamare “nuovi alleati per la ricerca”: il progetto del nuovo Bellaria Research Center diventa sempre più vicino grazie a nuovi partner del territorio, a un fronte comune tra impresa, cooperazione e sanità per promuovere la ricerca neurologica e costruire un futuro migliore per i pazienti. È questo lo spirito che anima i nuovi ingressi nella compagine di sostenitori della Fondazione Ricerca Scienze Neurologiche (RSN) che, con sede presso l’Ospedale Bellaria di Bologna, è impegnata nella realizzazione del Bellaria Research Center, candidato a diventare un polo scientifico d’eccellenza, un laboratorio di alleanze tra pubblico e privato, tra impresa e società civile. Dopo gli importanti contributi di fondatori e sostenitori, quali tra gli altri Crif, Rekeep, Logimatic, Emil Banca, Selenella, Bimbo Tu, Asp Città di Bologna, la fattiva collaborazione di Lepida e l’appoggio di Virtus, tante altre importanti realtà si schierano al fianco di Fondazione RSN per realizzare il polo scientifico.

Un progetto ambizioso, destinato a ospitare i laboratori dell’IRCCS - Istituto delle Scienze Neurologiche e numerosi ricercatori: il cantiere è già avviato, ma mancano ancora 500 mila euro per completare l’obiettivo di un milione. Tra i nuovi sostenitori spicca Romagnoli F.lli, che ha deciso di contribuire al progetto in nome di un’impresa responsabile e radicata sul territorio: “Chi ha la fortuna di stare bene ha anche il dovere morale di restituire qualcosa alla collettività”, dichiara il presidente Giulio Romagnoli, evidenziando come “la ricerca sia una responsabilità condivisa, da cui dipendono benessere e salute pubblica”. A rafforzare la rete solidale attorno alla Fondazione RSN anche Farmacia Cooperativa di Bologna, con i suoi 125 anni di storia, che ha rinnovato l’impegno a favore della salute pubblica attraverso una donazione significativa. “Vicinanza, prevenzione, relazione: la farmacia oggi è anche un presidio sociale”, spiega il presidente Massimo Mota, “e sostenere la ricerca è un passo coerente con i nostri valori”. Ha scelto di sostenere il progetto anche Società Dolce, cooperativa sociale impegnata in ambiti che vanno dalla disabilità alla salute mentale. “Siamo contenti di contribuire a un’iniziativa che rilancia la centralità di Bologna nella ricerca neurologica”, afferma il presidente Pietro Segata. La cooperativa, con oltre 4.000 dipendenti, porta con sé un impegno quotidiano nei confronti delle fragilità, condividendo con la Fondazione la visione di un sistema sanitario avanzato e inclusivo. Anche Campa, storica mutua sanitaria integrativa bolognese, ha scelto di affiancare la Fondazione con un contributo pluriennale. “Siamo nati per promuovere la salute in modo mutualistico”, dichiara il presidente Federico Bendinelli, “e non potevamo mancare nel sostenere un progetto così cruciale per la ricerca neurologica”. Infine, l’adesione del Consorzio Innova, attivo nei settori dell’edilizia e dei servizi per enti pubblici e privati, rappresenta un ulteriore tassello della cooperazione tra il mondo produttivo e la

I sostenitori di Fondazione RSN

sanità. “Vogliamo contribuire concretamente al benessere della comunità, sostenendo un’iniziativa che guarda al futuro della salute con spirito innovativo”, ricorda il direttore generale Gianluca Muratori”. “Grazie a queste nuove adesioni, ci avviciniamo sempre più alla realizzazione del centro. Le malattie neurologiche sono in crescita: investire nella ricerca significa garantire speranza, cure efficaci e migliore qualità della vita a chi ne è colpito”, sottolinea Daniele Ravaglia, presidente della Fondazione RSN.

GRANTERRE, LA ROADMAP VERSO LA SOSTENIBILITÀ

CON HERA E CPL

Il percorso di efficientamento energetico dei processi produttivi intrapreso da GranTerre, tra i principali player del food made in Italy e punto di riferimento nella produzione di salumi e formaggi stagionati, raccoglie i primi importanti risultati grazie alla collaborazione con il Gruppo Hera, una delle maggiori multiutility italiane, e Cpl Concordia, società specializzata nella progettazione, realizzazione e gestione di sistemi energetici. Dopo la firma nel 2023 dell’accordo quadro tra le tre realtà industriali, che prevede un investimento di circa 20 milioni di euro in cinque anni, è stato infatti realizzato ed è già in funzione in località Montecavolo, nel comune di Quattro

vita industriale

Castella in provincia di Reggio Emilia, il primo dei nove impianti che nei prossimi anni permetteranno di razionalizzare i consumi degli stabilimenti italiani di GranTerre, passando dal 27% al 50% di energia autoprodotta e perseguendo così gli obiettivi aziendali di carbon neutrality. Altri tre impianti sono in fase di realizzazione presso i relativi stabilimenti, mentre è stato avviato lo studio di fattibilità per altre cinque soluzioni impiantistiche in altrettanti siti produttivi. Una volta conclusi, gli interventi di efficientamento portati a termine grazie al know-how maturato dal Gruppo Hera, anche attraverso la propria ESCo Hera Servizi Energia (HSE), e Cpl Concordia, permetteranno a GranTerre, oltre che di ottenere significativi risparmi energetici aumentando considerevolmente l’autoproduzione di energia, un beneficio ambientale quantificabile in circa 3.800 tonnellate di anidride carbonica evitate ogni anno, che corrispondono alla CO2 assorbita annualmente da un bosco di 35 ettari. Sono molteplici le direzioni che i tre Gruppi industriali stanno esplorando per rendere sempre più sostenibili i processi produttivi del colosso alimentare: la costruzione di impianti fotovoltaici senza consumo di suolo, impianti di cogenerazione e trigenerazione e, più in generale, l’ampio ventaglio di tecnologie in grado di razionalizzare i consumi e garantire l’incremento dell’efficienza energetica in settori particolarmente energivori come quelli della trasformazione delle carni e il lattiero-caseario. A seguire il primo intervento relativo all’impianto fotovoltaico nel reggiano, che permette di produrre energia pulita ottenuta dal sole per un totale di 258 MWh all’anno, destinata interamente al sito produttivo, risparmiando all’ambiente l’emissione di oltre 60 tonnellate annue di anidride carbonica, la roadmap

verso la decarbonizzazione di GranTerre prevede ulteriori tre iniziative mentre cinque sono attualmente in fase di studio. Entro la fine dell’estate è prevista la realizzazione di un impianto di cogenerazione presso lo stabilimento Salumifici GranTerre di Zola Predosa, Bologna, che produrrà contemporaneamente energia elettrica, acqua calda e vapore al servizio del sito produttivo fornendo allo stesso il 74% del fabbisogno di energia elettrica, il 34% del fabbisogno di vapore e il 95% di quello di acqua calda, evitando l’emissione in atmosfera di quasi 900 tonnellate di CO2 annue. Tra i progetti in dirittura d’arrivo si conta poi l’installazione, nei prossimi mesi, di un impianto fotovoltaico e uno di cogenerazione rispettivamente nei siti produttivi GranTerre di Sommacampagna, Verona, e Chiusa, Bolzano.

GRUPPO HERA PIONIERE

NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

È stata avviata nel modenese, da parte di Inrete Distribuzione Energia, società del Gruppo Hera, la prima immissione a livello nazionale di una miscela di gas naturale e idrogeno al 5% in una rete di distribuzione gas a servizio di un’area residenziale. La sperimentazione è stata possibile grazie al protocollo, unico in Italia, sottoscritto di recente da Inrete Distribuzione Energia, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e Comitato Italiano Gas (CIG), che permette di testare, rispettando le più stringenti prescrizioni sulla si-

Da sinistra: Cristian Fabbri, presidente esecutivo del Gruppo Hera, Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera, Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, Fabio Braglia, presidente della Provincia di Modena, Dina Lanzi, presidente del CIG, Giovanni Gargan, sindaco di Castelfranco Emilia, e Federico Bronzini, amministratore delegato di Inrete Distribuzione Energia

curezza, miscele di gas metano con blending fino al 10% di idrogeno nelle reti di distribuzione, con l’obiettivo di creare le condizioni favorevoli alla progressiva abilitazione di miscele con percentuali crescenti di gas a basso contenuto di carbonio fossile nelle reti, dando così un concreto contributo alla transizione energetica.

Alla presentazione dell’iniziativa dello scorso 31 marzo a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, erano presenti il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia, il sindaco di Castelfranco Emilia Giovanni Gargano, il presidente esecutivo del Gruppo Hera Cristian Fabbri, l’amministratore delegato del Gruppo Hera Orazio Iacono, l’amministratore delegato di Inrete Distribuzione Energia Federico Bronzini e la presidente del CIG Dina Lanzi. La sperimentazione, portata avanti in accordo con l’amministrazione comunale di Castelfranco Emilia e in collaborazione con numerosi partner, si è conclusa il 3 aprile e ha previsto in particolare l’immissione di una miscela con il 5% di idrogeno in un tratto isolato di rete che serve circa 40 famiglie della città emiliana, tutte opportunamente informate. Il progetto si concluderà indicativamente a fine anno quando, in base ai risultati ottenuti, si valuterà l’opportunità di testare miscele con una quantità ancora superiore di idrogeno, fino al 10%. Questo vettore energetico a basso impatto ambientale potrà contribuire alle esigenze di decarbonizzazione dei territori valorizzando l’infrastruttura gas esistente in Italia, che costituisce un unicum a livello europeo per estensione e capil-

vita industriale

ACCELERATORI DI SVILUPPO.

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TECNOLOGIA AVANZATA E DESIGN MADE IN ITALY NEI 45 ANNI DI CLIMART ZETA

Climart Zeta celebra un importante traguardo, 45 anni di attività, raggiunto grazie a un percorso fatto di esperienza, evoluzione e impegno. L’impresa bolognese, specializzata in impianti di riscaldamento e condizionamento, guarda avanti combinando tradizione e innovazione per offrire soluzioni all’avanguardia.

L’azienda affonda le sue radici negli anni ‘70, quando nasce come ditta individuale a Bologna, fondata da Renato Zanarini, affiancato dalla moglie Argia Mazza e dal dipendente Alessandro Zanelli. Inizialmente, si dedicava alla commercializzazione e alla manutenzione di prodotti per il riscaldamento e il condizionamento.

Il 20 giugno 1980 segna un momento chiave nella storia della società: la trasformazione in società in nome collettivo con l’ingresso del dipendente Alessandro Zanelli come socio. In questa occasione viene adottato il nome Climart Zeta snc, una denominazione che trae ispirazione dalle iniziali dei cognomi dei soci e dall’idea di “climatizzare con arte”.

Negli anni successivi, l’azienda riduce l’attività di commercializzazione per concentrarsi sull’installazione e sulla manutenzione di impianti tecnologici, ampliando la propria influenza sul territorio bolognese. Con l’aumento della clientela e l’espansione delle attività, nel dicembre 1990 Climart Zeta si trasforma in srl, con l’ingresso nella compagine societaria del dipendente Fabrizio Florini. Uno dei principi cardine dell’impresa è sempre stato il riconoscimento delle competenze individuali e lo sviluppo delle professionalità in un ambiente familiare e costruttivo. Questo spirito ha reso il team aziendale particolarmente coeso, tanto da poter essere considerato una vera e propria famiglia. In questo contesto, nel gennaio 2003 avviene il passaggio generazionale con la successione dai fondatori Zanarini e Mazza al figlio Alessandro Zanarini e l’ingresso di nuovi soci: Davide Nassetti, Cristina Tinarelli e Roberto Sabattini.

“Qualità, efficienza, praticità e convenienza sono i capisaldi che da sempre orientano e guidano l’attività di Climart Zeta e ne hanno fatto un marchio affidabile e capace di soddisfare le esigenze dell’utente finale attraverso soluzioni tanto performanti quanto economiche”, spiegano dall’azienda.

Infatti, da sempre, Climart Zeta coniuga tecnologie avanzate e prestazioni elevate con il design raffinato tipico del made in Italy. L’attività aziendale si sviluppa attraverso una doppia capacità d’intervento: da una parte, la creazione di soluzioni ex novo e perfettamente rispondenti alle esigenze reali e potenziali di uno stabile,

larità, senza modificare gli impianti termici esistenti. “Siamo di fronte a un passo avanti importante verso la transizione energetica. Grazie al proprio ecosistema industriale e tecnologico avanzato e all’impegno del Gruppo Hera, l’Emilia-Romagna si conferma ancora una volta laboratorio nazionale di innovazione in un’ottica sostenibile”, ha sottolineato Michele de Pascale in occasione della presen-

Da sinistra Fabrizio Florini, vicepresidente; Cristina Tinarelli, consigliere; Alessandro Zanarini, presidente; Davide Nassetti, consigliere; Roberto Sabattini, consigliere

pubblico o privato, industriale o commerciale; dall’altra, l’attitudine a ottimizzare impianti già esistenti in un’ottica di significativo risparmio energetico ed economico.

Oggi, con 45 anni di storia alla spalle, Climart Zeta guarda al futuro con la consapevolezza di essere un punto di riferimento per qualità, efficienza e attenzione ai dettagli tecnico-estetici, i pilastri su cui si fonda il suo lavoro. L’approccio globale al cliente si traduce in un servizio premium, con manutenzioni programmate e sistemi di telegestione all’avanguardia: grazie a un monitoraggio costante, gli impianti sono infatti in grado di segnalare anomalie in tempo reale, consentendo interventi rapidi ed efficienti, prima ancora che l’utente se ne accorga.

“Il nostro successo è frutto del lavoro di squadra, della collaborazione e della condivisione di valori. Questa solidità si riflette anche nella responsabilità sociale di Climart Zeta che si concretizza nel sostegno a numerose associazioni del territorio e in un impegno costante verso la sostenibilità ambientale. Realizzare impianti a basso impatto energetico non è solo una scelta tecnica, ma un vero e proprio valore aziendale. Lo dimostrano le numerose soluzioni all’avanguardia sviluppate nel corso degli anni e i progetti innovativi come la sede di Villanova di Castenaso, in provincia di Bologna, pensata secondo i principi della sostenibilità e della domotica”, concludono da Climart Zeta.

tazione. “Il nostro modello di impresa integra la crescita industriale con una sostenibilità concreta. Come multiutility il nostro ruolo è cambiato negli anni e da distributori di commodity siamo diventati abilitatori della transizione energetica attraverso le nostre infrastrutture. Per questo il nostro piano strategico 2024-2028 prevede 2,5 miliardi di euro di investimenti, sui 5,1 miliardi complessivi, per una rete sempre più efficiente, digitalizzata e resiliente, mantenendo l’eccellenza sulla qualità del servizio. Un percorso che non può prescindere dalla leva dell’innovazione. Questa ci consente, infatti, di tracciare sempre nuove strade, per supportare l’evoluzione dei nostri business di pari passo con la crescita sostenibile dei territori serviti anche nel lungo termine”, ha commentato Orazio Iacono.

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vita industriale

HERMES INVESTIGAZIONI

OTTIENE LA CERTIFICAZIONE

UNI EN ISO 27001

“Ha mosso i primi passi nel lontano 1953 a Bologna: il nostro studio investigativo da oltre settant’anni è una realtà solida ed estremamente dinamica nel valorizzare ogni servizio con professionalità, meticolosità, competenza e discrezione. L’innovazione, data dalla ricerca costante di nuove tecnologie e dalla continua formazione, anche per tutti gli aspetti economico-giuridici, ha permesso di costruire una storia di valore, in cui esperienza e visione si fondono per fare di noi un partner affidabile di chiunque abbia bisogno di verità e chiarezza”. Così dalla sede bolognese di Hermes descrivono l’attività dello studio investigativo che racchiude nel claim “Nel dubbio, meglio indagare” la propria mission. “E con la certificazione UNI EN ISO 27001, ottenuta lo scorso aprile, il nostro lavoro investigativo vede certificata la propria competenza ed efficienza, attraverso la piena adesione ai principi identificativi nel Sistema di gestione per la sicurezza delle Informazioni, dei requisiti richiamati dalla norma e dei requisiti legislativi, normativi e regolamentari, con particolare riferimento al Regolamento Europeo 679/16 in materia di privacy GDPR. Inoltre, siamo associati a Federpol, la Federazione Italiana degli Istituti privati per le investigazioni”, proseguono dalla società bolognese. “Forniamo risposte affidabili e dettagliate per risolvere dubbi, sospetti e illeciti di ogni natura. Inoltre, siamo fiduciari delle maggiori compagnie assicurative per le quali realizziamo accertamenti e indagini di primo e secondo livello, con particolare esperienza nell’ambito delle frodi assicurative. Il nostro team di professionisti mette a disposizione tecnologie, dati e collaboratori esperti per tutelare la serenità e gli interessi di tutti coloro che si affidano a noi”. Le prime indagini risalgono alla fine degli anni 50 periodo in cui la società ha affiancato soprattutto istituti bancari per il recupero di informazioni commerciali, protesti, valutazioni di affidabilità correlate principalmente alle aperture di conti correnti. Indagine dopo indagine, Hermes è così diventata una delle agenzie investigative più accreditate di Bologna e ben presto un pun-

to di riferimento su tutto il territorio nazionale. In così tanti anni di attività, ha redatto più di un milione di report e informazioni commerciali e risolto più di centomila casi investigativi, valutando le procedure operative con il supporto di tecnologie innovative, sempre al passo con i tempi, e adeguate alle circostanze. “In tutte le indagini applichiamo un processo lavorativo semplice ma efficace, attento a garantire la sicurezza delle informazioni e tutelare la privacy dei clienti e dei soggetti investigati. Per noi è fondamentale il primo colloquio con il cliente durante il quale si valuta la liceità dell’interesse investigativo e si definisce la strategia investigativa. Poi, procediamo con le attività di osservazione statica e dinamica, durante le quali raccogliamo tutto il materiale utile allo scopo da raggiungere. Al termine, redigiamo una relazione dettagliata contenente informazioni e immagini ritenute da noi utili e pertinenti allo scopo oggetto di indagine. La relazione ha valenza legale ed è quindi utilizzabile in sede di un eventuale giudizio come prova documentale. Ciò rappresenta una garanzia per il mandante che può anche avvalersi della testimonianza dei nostri operatori investigativi, dipendenti e dichiarati in Prefettura che, pertanto, potranno essere sentiti come testimoni in fase di giudizio per la convalida delle prove”, concludono dall’agenzia investigativa Hermes 1953.

CAMPUS IL SENTIERO, SIMULAZIONE NUMERICA AVANZATA PER LE IMPRESE

Ottimizzare le performance di un macchinario, ridurre i costi e abbreviare i tempi di sviluppo: sono questi alcuni dei vantaggi che la simulazione numerica fluidodinamica (CFD) offre alle imprese.

A promuoverne l’applicazione nei processi di progettazione industriale è Il Sentiero International Campus, centro di ricerca industriale con sedi a Schio, nel vicentino, Castelvetro e Modena. La simulazione numerica avanzata consente di prevedere il comportamento dei fluidi all’interno di componenti e sistemi complessi - come scambiatori di calore, valvole e sistemi di sterilizzazione dell’aria - senza la necessità di costruire fisicamente un prototipo. Il Sentiero International Campus, grazie alle competenze sulle simulazioni in CFD (Computational Fluid Dynamics), supporta le aziende del settore farmaceutico, energetico e alimentare con la simulazione del comportamento dei fluidi, di scambio termico, di combustione e di radiazione termica. “La simulazione numerica avanzata rappresenta una leva strategica imprescindibile per le imprese che vogliono innovare ed eccellere”, evidenzia Nicola Pretto, numerical simulation competence owner de Il Sentiero International Campus. “La mia esperienza mi ha permesso di constatare in prima persona come l’integrazione della simulazione multifisica nel processo di progettazione si traduca in vantaggi tangibili: riduzione dei costi, accelerazione dello sviluppo e acquisizione di dati tecnici di elevata affidabilità. Possiamo approcciarci alla simulazione numerica non solo come uno strumento di analisi, ma come partner per l’innovazione di un’azienda, capace di guidarla verso un futuro più sostenibile e più performante”. Per parlare di casi d’uso, una applicazione pratica nel settore biomedicale ha riguardato la previsione e l’ottimizzazione del comportamento di un sistema di sterilizzazione dell’aria con lampade UV, focalizzandosi sull’ottimizzazione della turbolenza e del tempo di esposizione per massimizzarne l’efficacia del processo. Altri esempi di applicazione includono:

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Gian Luca Galli, amministratore unico di Hermes 1953

ottimizzazione di scambiatori di calore; analisi e ottimizzazione di riscaldatori d’aria; simulazione di processi di combustione e radiazione termica; analisi d’interazioni fluido-struttura in sistemi complessi; simulazione di flussi multifase in processi industriali, come la miscelazione di liquidi e gas; simulazione di dinamica cinematica con Recurdyn per l’ottimizzazione di meccanismi; analisi di dinamica esplicita per simulare impatti e deformazioni ad alta velocità. Grazie alle competenze avanzate nel campo della simulazione numerica, Il Sentiero International Campus supporta le imprese in diversi settori, tra cui: CFD (Ansys Fluent), con simulazione di flussi fluidodinamici, scambio termico, combustione e radiazione termica; meccanica e termica (Ansys Mechanical), con analisi di stress, deformazioni e trasferimento di calore, anche in condizioni accoppiate; dinamica cinematica (Recurdyn), con simulazione del movimento di sistemi meccanici complessi; dinamica esplicita, con simulazione di impatti e deformazioni ad alta velocità.

L’IMPEGNO DI IM.TECH

Negli ultimi anni, si è registrato un forte aumento della domanda di profili come il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp) e dell’Addetto del servizio di prevenzione e protezione (Aspp), che sono centrali rispetto alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Si tratta di professionisti incaricati di

gestire e migliorare ogni aspetto legato alla sicurezza nei luoghi di lavoro: non si limitano alla conformità normativa, ma diffondono la cultura della prevenzione, con effetti positivi anche su clima organizzativo e produttività. In un mercato sempre più complesso, trovare Rspp e Aspp qualificati è diventata una sfida per le imprese, che hanno bisogno di figure capaci di unire conoscenza normativa ed esperienza pratica, sviluppata direttamente sul campo e adattata alle specifiche esigenze operative. Per rispondere a queste esigenze, la società bolognese Im.Tech ha potenziato il percorso formativo interno, progettando un programma su misura per formare tecnici specializzati, modellati sulle necessità dei clienti. “Se inizialmente supportavamo solo nella selezione, oggi ci viene sempre più spesso richiesto di partecipare attivamente alla ricerca dei candidati”, spiegano dall’azienda. “D’altra parte, la salute e la sicurezza sul lavoro sono un pilastro fondamentale per ogni realtà produttiva. Ogni impresa, indipendentemente da dimensioni o settore, ha il dovere di garantire ai lavoratori un ambiente sicuro, conforme alle normative e rispettoso della persona. Non è solo un obbligo legislativo, ma un valore aziendale”. La formazione avviene con l’affiancamento a tecnici senior, combinando attività teoriche e pratica sul campo. I partecipanti operano in contesti diversi, affrontando situazioni reali. Il vero valore aggiunto è l’approccio sartoriale: il piano didattico è personalizzato sulle esigenze del cliente finale, per favorire la conoscenza diretta delle dinamiche organizzative e produttive. “Proprio perché crediamo che queste figure siano strategiche per un’azienda moderna e sicura, da

anni investiamo nella formazione di futuri Rspp e Aspp Il nostro approccio è concreto: le risorse individuate con il cliente vengono inserite in un percorso di almeno un anno, volto a far acquisire competenze specifiche legate ai rischi dell’azienda di destinazione”, continuano dalla società bolognese. “L’obiettivo è formare professionisti in grado di inserirsi nell’azienda con un buon livello di autonomia, dotati di competenze solide e pronti ad adattarsi, crescere e integrarsi nel contesto operativo. Il vantaggio per l’impresa è doppio: può contare su una risorsa già formata e operativa e ridurre tempi e costi legati alla formazione interna”. E l’azienda conclude: “Siamo convinti che investire in sicurezza significhi creare valore. Per questo, le figure formate da Im.Tech rappresentano una risposta concreta e qualificata: professionisti strategici, pronti a contribuire alla costruzione di un futuro più sicuro per tutti”. Im.Tech è stata fondata nel 1989 dall’ingegner Giuseppe Sermasi, che ha intuito come le tematiche dell’ambiente e della sicurezza dei lavoratori, allora ancora poco considerate, fossero destinate in futuro a diventare di grande importanza, anche sotto l’aspetto legislativo. Nel 2008 nasce Im.Tech Engineering, specializzata in ingegneria ambientale, mentre nel 2011 le due società si sono fuse dando vita all’odierna Im.Tech. Oggi, il fondatore è affiancato dai soci storici Narciso Barison, Andrea Bartolini, Claudio Bendanti, Francesca Fabbri cui si sono aggiunti dal 2024 i nuovi soci Maurizio Campolo, Simone Giovannini, Enrico Lombini e Marco Sermasi; insieme hanno guidato con successo la crescita aziendale, fino all’attuale assetto che prevede anche la sede di Imola, che si affianca a quella principale di Bologna.

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Analisi fluidodinamica di una valvola per applicazioni alimentari

EMIL BANCA FESTEGGIA 130 ANNI DI STORIA

“La cooperazione fa la forza. Il cammino e i risultati ottenuti in questi 130 anni lo dimostrano: un lungo periodo, costellato da incredibili cambiamenti, durante il quale tanti uomini di buona volontà si sono messi assieme per il bene delle loro comunità”: sono le parole del presidente Gian Luca Galletti a presentare il traguardo raggiunto da Emil Banca, la banca di credito cooperativo attiva in tutte le province emiliane e nel mantovano, che festeggia 130 anni di storia e chiude con oltre 60 milioni di utile il bilancio 2024. Una storia che guarda alle origini sì, ma anche al futuro, senza mai dimenticarsi del presente. Lo scorso 11 maggio al mattino si è tenuta l’assemblea generale all’Unipol Arena di Casalecchio, che ha visto la partecipazione di circa 1.500 soci della Bcc aderente al Gruppo Iccrea e attiva a Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Ferrara, Piacenza e Mantova, con all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio 2024. In serata, sempre al Palazzo dello Sport alle porte di Bologna, in circa seimila hanno poi partecipato alla festa organizzata per celebrare i 130 anni dalla fondazione di Bcc, nata dall’aggregazione di 19 piccole Casse Rurali locali, le prime delle quali costituite nel 1895 a Baricella, nel bolognese, e a Gualtieri, nel reggiano. All’assemblea sono stati presentati gli ottimi risultati conseguiti dalla Banca nel corso dell’anno scorso. “Nel corso del 2024 sono cresciuti impieghi e raccolta con i mezzi amministrati che a fine anno superavano gli 11 miliardi e mezzo di euro”, ha dichiarato il direttore generale Matteo Passini commentando i numeri del bilancio, e ha aggiunto: “Rispetto al 2023 sono migliorati anche gli indici di rischiosità e la sostenibilità del reddito, oggi meno legato alla variazione dei tassi, con una maggiore incidenza delle commissioni sull’utile finale che dimostra come la clientela si affidi sempre di più alla Banca per la gestione delle proprie esigenze finanziarie. Diminuisce fino allo 0,6% invece il rapporto sofferenze lorde/impieghi. Cresce quindi anche la solidità della Banca con il Cet1 che passa dal 15,2% di fine 2021 al 18,7% del dicembre 2024, oltre 9 punti percentuali sopra il requisito minimo da rispettare su base consolidata per il Gruppo BCC Iccrea”.

lioni di euro. Oltre l’80 per cento è andato al Fondo di Riserva Legale, aumentando così patrimonio e margini di azione della Banca, mentre sei milioni di euro sono stati destinati ai circa 56 mila soci, tra dividendi (con una rendita del 4,2%) e rivalutazione delle quote (dello 0,8%).

Nel 2024 la Banca ha sostenuto circa 1.400 iniziative sul territorio per un investimento, tra sponsorizzazioni sociali e erogazioni liberali, di oltre 2,7 milioni di euro. In queste risorse sono comprese quelle spese in autonomia dai 33 comitati soci locali, che anche per il 2025 avranno a disposizione 900 mila euro.

“Dal 1973 al 2017 ben 15 aggregazioni hanno trasformato tante piccole realtà locali, da Bologna a Piacenza, in una grande Banca Cooperativa”, ha commentato ancora il presidente Gian Luca Galletti, “che nonostante la nuova dimensione regionale non ha perso il modo di essere, il carattere, i valori che ci hanno tramandato quei soci fondatori che, a fine ‘800 sull’onda della Rerum Novarum di Papa Leone XIII, ebbero il coraggio di battersi contro un futuro di povertà e marginalità”.

L’assemblea ha anche eletto un nuovo componente del Cda: Mauro Libè, 64 anni, originario di Parma, prima senatore e poi deputato della Repubblica, vanta un’ampia esperienza istituzionale e manageriale maturata in ruoli di rilievo, sia nel settore pubblico che in quello privato. La sua carriera si distingue per una profonda competenza nelle politiche energetiche, nelle infrastrutture strategiche e nella governance aziendale.

Il bilancio 2024 si è chiuso con un utile complessivo di 60,5 mi -

La storia di Emil Banca parte nel 1895 quando vennero fondate le prime due realtà che, nel corso dei decenni, sono poi confluite nell'attuale società: si tratta della Cassa Rurale e Prestiti di Baricella (Bologna) e la Cassa Rurale e Prestiti di Gualtieri (Reggio Emilia). Poi, lungo il cammino, la loro storia si intreccia con altre 17 casse prima di arrivare ai giorni nostri, con molte trasformazioni nei cambi di denominazione, nonché fusioni per incorporazioni. Oggi la cooperativa di credito conta oltre 56.000 soci e quasi cento sportelli ed è una delle più grandi del nostro Paese, pur riuscendo a essere percepita come una banca locale attenta alle persone e alle zone in cui è insediata.

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Da sinistra Matteo Passini, direttore generale, Gian Luca Galletti, presidente, e Mauro Libè, nuovo componente del CdA di Emil Banca

IS MODENA

TOP IB SCHOOL IN ITALIA E SECONDA IN EUROPA

“Questo incredibile risultato riflette il duro lavoro e la dedizione di tutta la nostra comunità scolastica: studenti, educatori e famiglie. Grazie a tutti per aver fatto parte del nostro viaggio verso l’eccellenza”. Con queste parole Paul Barrie, preside della international School of Modena, commenta il traguardo conquistato per l’anno scolastico 2024-2025 dall’istituto, che si è classificato al primo posto tra le “Top IB School” in Italia e al secondo posto tra le Top IB School in Europa (Fonte Education Advisers Ltd, società di consulenza nel settore education). Un riconoscimento che è stato conferito grazie al punteggio ottenuto dai suoi diplomati e in base ai valori di comprensione, inclusione e rispetto interculturale garantiti dalla scuola e che sono alla base della filosofia del curriculum di studi IB. Nello specifico International School of Modena ha registrato un punteggio medio di 38,5 da parte dei suoi diplomati 2023-

2024. Fin dalla sua fondazione nel 1998, International School of Modena ha offerto un ambiente dinamico e stimolante, che vanta uno status di eccellenza nell’istruzione privata riconosciuto a livello internazionale e che si distingue per l’approccio pionieristico e per i risultati da primi in classifica. Nato per supportare lo sviluppo scolastico e la crescita personale degli studenti attraverso un curriculum IB (International Baccalaureate) specializzato e un programma ricco e dettagliato, l’istituto mira a

preparare gli adulti di domani spronandoli a essere “lifelong learners”. L’International School of Modena, infatti, è stata tra le prime scuole del territorio a offrire l’IB continuum dai 3 ai 18 anni di età: un percorso di studi che porta al conseguimento dell’IB Diploma, un titolo riconosciuto dall’IBO - International Baccalaureate Organization (fondazione educativa senza scopo di lucro nata a Ginevra nel 1968 che definisce i programmi per il conseguimento dell’International Baccalaureate) che apre le porte ai migliori atenei del mondo. In 27 anni di attività International School of Modena ha accolto nei suoi spazi studenti delle più diverse nazionalità (attualmente sono ben 35!), provenienze ed esperienze, diventando un punto di riferimento non solo per le famiglie straniere trasferitesi in territorio modenese, ma anche per quei genitori italiani che scelgono per i propri figli un percorso di studi internazionale. Per tutti gli studenti della scuola il denominatore comune è possibilità di vivere un’esperienza stimolante, dove il rigore accademico è sempre arricchito da un approccio olistico alle materie e dalla possibilità di crescere in un contesto multiculturale, variegato e al tempo stesso inclusivo. International School of Modena fornisce infatti gli spazi, il tempo, gli strumenti e le risorse necessarie non solo per portare a termine con successo il percorso di studi ma anche per coltivare i talenti naturali. Dallo sport alle discipline artistiche, la scuola offre un sostegno determinante per la pratica delle attività co-curricolari e anche un ricco programma di attività extra-scolastiche. “Un’altra caratteristica del percorso IB è la possibilità per l’allievo di essere sempre un passo avanti nella costruzione del proprio curriculum così da arrivare alla scelta dell’Università in modo consapevole e con un profilo adeguato alle richieste del mercato, grazie alla definizione del proprio specifico percorso già durante il Middle Years Programme”, concludono da International School of Modena.

IQC-POMIAGER, APPLICAZIONI

CONCRETE E VANTAGGI REALI PER LE IMPRESE CON L’AI

L’intelligenza artificiale generativa ha raggiunto un livello di maturità tale da poter essere integrata nei flussi aziendali, migliorando l’efficienza, la coerenza operativa e la qualità delle decisioni. Il Gruppo IQC-Pomiager di Bologna ha sviluppato e implementato una suite di soluzioni AI finalizzate a supportare attività critiche nei settori della sicurezza, della formazione, della compliance normativa e della gestione delle conoscenze aziendali, con estensioni integrate su blockchain per garantire tracciabilità e certificazione dei dati. “Il nostro obiettivo è trasferire tecnologie avanzate nelle organizzazioni attraverso strumenti accessibili, modulari e conformi,” afferma Giuseppe Adduce, CEO del Gruppo IQC-Pomiager. “L’intelligenza artificiale non deve essere percepita come un salto nel buio, ma come una leva concreta per migliorare ciò che già esiste, sotto pieno controllo. La transizione è già in corso: l’intelligenza artificiale è oggi uno strumento operativo, capace di adattarsi a contesti complessi e certificare ogni passaggio critico. Il momento per adottarla è adesso”. Un primo ambito applicativo è quello della sicurezza e ispezione tecnica: per un’azienda multiservizi che gestisce oltre 40.000 verifiche l’anno, è stato sviluppato un sistema di automazione dei controlli basato su AI generativa. Il sistema gestisce classificazione degli esiti, produzione assistita della documentazione e registrazione dei dati in tempo reale, con un impatto stimato di oltre otto milioni di euro annui, oltre al recupero di tempo delle risorse. Nel settore delle PMI, le soluzioni IQC-Pomiager facilitano il trasferimento del know-how tecnico-decisionale, spesso concentrato nel titolare. L’AI organizza dati storici di lavorazione, criteri di preventivazione e scelte progettuali. I collaboratori sono supportati nella gestione delle commesse e nella definizione delle offerte, riducendo la dipendenza da figure chiave. “Nelle imprese di servizi appaltanti, l’AI è utilizzata per i controlli su servizi esternalizzati in itinere, ovvero durante l’erogazione”, spiegano dall’azienda bolognese. “I dati sono accessibili in tempo reale tramite dashboard e interrogabili in linguaggio naturale dalla sta-

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LABANTI E NANNI ENTRA

A FAR PARTE DEL GRUPPO

ARTI GRAFICHE REGGIANE

zione appaltante. Il sistema consente la condivisione delle competenze certificate degli operatori tramite profili digitali verificabili. In questo caso, la blockchain viene impiegata per la notarizzazione selettiva di evidenze, rafforzando la fiducia tra appaltatore e appaltante. Per la compliance normativa, in particolare rispetto al D.Lgs. 231/2001, le soluzioni permettono la generazione automatica della modulistica, l’archiviazione delle evidenze raccolte e la verifica contestuale dei documenti nelle fasi di approvazione. L’AI contribuisce a ridurre il rischio di responsabilità e a rafforzare il modello organizzativo”. Nel settore pubblico, l’AI è stata applicata alla gestione di domande di accreditamento e bandi. I sistemi controllano i requisiti, segnalano anomalie e producono report a supporto delle decisioni. A livello internazionale, una corte di giustizia ha adottato la tecnologia per il controllo digitale della modulistica (oltre 200.000 documenti all’anno) e per la consultazione di precedenti simili. L’AI non produce giudizi, ma restituisce basi informative strutturate utili ad accelerare l’istruttoria. “Tutte le soluzioni sono progettate per ambienti ad alta riservatezza. I dati rimangono all’interno dell’infrastruttura del cliente. La neutralità dei modelli linguistici, privi di interessi personali, è un vantaggio nei contesti che richiedono terzietà, tracciabilità e affidabilità”, concludono da IQC-Pomiager.

Il Gruppo Arti Grafiche Reggiane, realtà con oltre 60 anni di esperienza nella progettazione e produzione di soluzioni di packaging su misura, ha acquisito il 90% di Labanti e Nanni Industrie Grafiche, storica azienda di Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna. Le due imprese hanno infatti annunciato congiuntamente lo scorso aprile l’operazione che porta così la società bolognese a far parte del più grande polo italiano del settore cartotecnico e tra i principali player europei nel packaging. Con questa operazione, Arti Grafiche Reggiane consolida infatti la propria posizione sul mercato e nasce un gruppo che può contare su nove stabilimenti produttivi, tre centri di ricerca e sviluppo, oltre 750 collaboratori e un fatturato aggregato superiore ai 240 milioni di euro. L’ingresso di Labanti e Nanni nel Gruppo AGR segna quindi l’inizio di una nuova fase strategica per entrambe le realtà, creando una sinergia che arricchisce il gruppo di un prezioso know-how produttivo nel segmento del packaging industriale di alta qualità. Grazie alla condivisione delle competenze e delle risorse, Labanti e Nanni potrà inoltre beneficiare di tecnologie avanzate, sistemi di produzione interscambiabili e strumenti di misurazione dell’impatto ambientale all’avanguardia, potenziando ulteriormente la propria offerta di soluzioni innovative, performanti e sostenibili. Questa acquisizione amplia anche il ventaglio di prodotti offerti, che spazia dal packaging cartotecnico tradizionale e microonda a soluzioni espositive (POP/ POS), display multimediali e strumenti per creare legami di valore con il cliente, permettendo alle due aziende di affrontare il mercato con una proposta ancora più completa e diversifica-

ta. Il modello operativo di AGR garantisce, infatti, non solo qualità costante in tutte le fasi, ma anche continuità produttiva in ogni circostanza, grazie alla condivisione di know-how tra imprese specializzate e alla piena compatibilità delle tecnologie impiegate. Il Gruppo Arti Grafiche Reggiane è da sempre orientato a coniugare innovazione, competitività e responsabilità ambientale. In questo contesto, Labanti e Nanni potrà contribuire attivamente alla progettazione di soluzioni sostenibili anche attraverso strumenti come il Life Cycle Assessment (LCA) e il Carbon Footprint Tool, già implementati da AGR per misurare e ridurre l’impatto ambientale dei prodotti. “Continueremo a operare nel rispetto di valori come innovazione, qualità e sostenibilità mantenendo inalterata la nostra identità. Questa nuova alleanza rappresenta per tutti i nostri clienti e per lo staff aziendale una straordinaria opportunità: nuovi servizi, maggiore solidità, visione internazionale, con la garanzia di restare il partner affidabile e competente che il mercato conosce”, dichiarano i CEO di Labanti e Nanni, Andrea Fanti e Fabio Bonacini. “Questo nuovo ingresso nel nostro Gruppo rappresenta l’inizio di un percorso ancora più ambizioso, orientato a generare valore per clienti, fornitori e partners ed a consolidare il posizionamento di AGR come punto di riferimento a livello nazionale ed europeo, con la certezza di poter contare su una squadra coesa e competente e sulla piena condivisione di valori e di visione industriale”, sottolinea Giacomo Cantagalli, presidente di Arti Grafiche Reggiane.

vita industriale

Giuseppe Adduce, CEO del gruppo IQC-Pomiager
Da sinistra: Andrea Fanti, Simona Cantagalli, Antonio Bonacini, Giacomo Cantagalli, Mario Cantagalli e Fabio Bonacini

MECHINNO PUNTA

SULLA VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE

Con il 2025 Mechinno, realtà di Calderara di Reno, nel bolognese, che fornisce servizi ad alto valore aggiunto di progettazione, ingegneria e prototipazione per le imprese manifatturiere, affronta la propria traiettoria evolutiva con una strategia che punta su innovazione, diversificazione e valorizzazione delle competenze. Dopo un 2024 influenzato da dinamiche macroeconomiche complesse, con una contrazione significativa nei settori automotive e agromeccanico, l’azienda ha risposto con prontezza, rafforzando la propria struttura operativa e puntando su specializzazione e qualità. “Abbiamo confermato la nostra capacità di adattarsi a un contesto altalenante, trasformando le sfide in leve di riposizionamento”, spiega Fabio Di Martino, CEO di Mechinno. “Il 2025 segna l’inizio di un ampliamento della nostra azione strategica verso mercati ad alto potenziale, in particolare difesa ed energia. Al contempo, l’azienda continua a investire con determinazione nei suoi ambiti storici (automotive, machinery, agricoltura/ off-highway) con un approccio basato su flessibilità, proattività e rafforzamento delle relazioni con i clienti, puntando su sinergie più strutturate e risposte progettuali ad alto contenuto tecnico. Un pilastro della nostra strategia per il 2025 è rappresentato dall’adozione di tecnologie avanzate integrate nei servizi e nei processi interni. La divisione Officine Mechinno, interamente dedicata alla prototipazione e alla stampa 3D, svolge una funzione centrale come laboratorio tecnologico e leva per accelerare lo sviluppo prodotto, rendendolo più efficiente, rapido e sostenibile. In parallelo, l’implementazione dell’intelligenza artificiale contribuisce all’ottimizzazione dei processi aziendali, potenziando la produttività e migliorando l’efficacia”, sottolinea ancora Di Martino. Anche il modello operativo sta evolvendo, con una crescente tendenza all’adozione di un approccio progettuale integrato, assumendo la responsabilità dell’intero ciclo di sviluppo. La formula “chiavi in

mano” diventa sempre più richiesta, permettendo a Mechinno di gestire progetti dalla fase di concept fino alla validazione finale, offrendo soluzioni su misura e un supporto strategico a valore aggiunto. “Le attività vengono realizzate nella nostra sede, in spazi riservati e accessibili solo a personale autorizzato, a garanzia della massima sicurezza dei dati e della tutela delle informazioni sensibili”, ricorda il CEO di Mechinno. “In quest’ottica, ci siamo dotati di un’infrastruttura IT conforme ai più elevati standard di cybersecurity, come attestato dalla certificazione TISAX, sottoponendoci regolarmente ad audit per garantire la solidità del sistema di gestione della sicurezza”. Al centro di questa trasformazione resta il capitale umano: Mechinno continua a investire nello sviluppo delle proprie persone attraverso la T&D (Training & Development) Academy, una divisione dedicata alla formazione dei neoassunti e alla crescita tecnica, al consolidamento delle competenze verticali e alla valorizzazione dei talenti. L’offerta formativa è caratterizzata da contenuti mirati e trasversali, rafforzando l’integrazione tra formazione e attività progettuali. Sono previsti, inoltre, percorsi specifici su tecnologie di tendenza, tra cui stampa 3D, progettazione elettrica e sistemi PLM. “Lo sguardo al futuro è ambizioso, ma concreto. Vogliamo rafforzare il nostro posizionamento come partner di riferimento per la manifattura italiana, combinando competenza ingegneristica, visione strategica e capacità di innovare. La direzione è tracciata: generare valore, accompagnare la trasformazione industriale e contribuire allo sviluppo di un ecosistema produttivo più avanzato, sicuro e competitivo”, conclude Fabio Di Martino, CEO di Mechinno.

MENÙ, OLTRE NOVANT’ANNI

AL SERVIZIO

DELLA RISTORAZIONE

È il 1932 quando Romolo Barbieri fonda a Cavezzo, appena fuori Modena, il salumificio che porta il suo nome. È solo il primo passo di una lunga storia imprenditoriale che porterà alla creazione di Menù, oggi realtà di riferimento nella produzione di specialità alimentari destinate alla ristorazione professionale: condimenti, salse e creme, funghi, primi piatti, pietanze, preparati per dolci e dessert. A caratterizzare Menù fin dalla sua nascita è sicuramente il legame con il territorio. Gli uffici si trovano ancora a Cavezzo, nell’edificio che un tempo ospitava il salumificio, mentre i reparti produttivi sono nella vicina Medolla. E proprio questo legame forte con la sua terra ha permesso a Menù di superare anche grandi difficoltà come il terremoto che nel maggio del 2012 ha distrutto gli uffici e lo stabilimento produttivo. Il sisma e la necessaria ricostruzione sono stati l’occasione per migliorarsi, implementando i processi produttivi, organizzativi e logistici e riorganizzando il layout produttivo in linea con le attuali normative. Il catalogo di Menù conta oggi oltre 1.000 referenze dalla prima colazione alla cucina, dalla pizza al dessert: specialità alimentari per supportare ogni tipo di preparazione e di attività di ristorazione, dal bar alla piccola trattoria passando per le cucine dei grandi ristoranti. Ai suoi clienti Menù offre ricette creative e idee sempre nuove che seguono l’evoluzione del gusto e i trend della ristorazione, mantenendo costanti la qualità delle materie prime, l’igiene della lavorazione, la sicurezza delle confezioni. Lo stabilimento di Medolla misura quasi 50.000 metri quadrati di superficie ed è per buona parte realizzato con strutture in legno antisismiche, nel rispetto dei criteri della bioedilizia e in linea con le più avanzate e innovative tecnologie. Qui ogni giorno vengono lavorate materie prime freschissime e altamente selezionate che provengono principalmente dalla fiorente campagna emiliana e dai principali mercati nazionali ed esteri. Nello stabilimento, a tecnologie già affermate si associano macchine a elevata capacità produttiva, che sono un valido ausilio per mantenere alto il livello della produzione senza che ciò vada a scapito

vita industriale

Fabio Di Martino, CEO di Mechinno

30, 20, 10: TRE ANNIVERSARI IN UN SOLO ANNO PER ENERGY GROUP

Questo è un anno speciale per Energy Group, consulente per la produzione digitale e rivenditore di stampanti 3D per applicazioni professionali, il cui polo tecnologico ha sede a Bentivoglio, in provincia di Bologna, perché coincide con tre diverse ricorrenze. Nel 2025 Energy Group festeggia infatti i 30 anni di attività e, allo stesso tempo, celebra 20 anni di partnership con Stratasys e 10 anni in SolidWorld Group. Numeri che riflettono un percorso importante a beneficio del settore industriale e manifatturiero, resi possibili dalla vision dei tre fondatori dell’azienda, Cinzia Milioli, Lucio Ferranti e Mirco Paltrinier i. L’additive manufacturing è una tecnica di produzione ormai piuttosto diffusa, ma 30 anni fa la situazione era molto diversa e l’azienda bolognese era impegnata inizialmente nella fornitura di prodotti e soluzioni CAD 2D e 3D per l’industria manifatturiera e l’architettura e del relativo hardware (plotter, workstation, ecc.).

“Sin da subito ci siamo impegnati nell’offrire vere e proprie soluzioni, ascoltando le esigenze degli utenti e dando loro le migliori risposte possibili”, spiega Cinzia Milioli, marketing manager di Energy Group. “Poi è capitato l’impensabile: una delle due principali imprese produttrici dei software per la progettazione che distribuivamo è stata acquisita e il prodotto non era più disponibile per la rivendita, è stato allora che abbiamo preso la decisione che avrebbe cambiato per sempre la nostra azienda”.

iniziavano a comprendere le potenzialità di questi strumenti, in particolare nell’ambito della prototipazione rapida: anziché qualche settimana per il prototipo di un oggetto, adesso era sufficiente una decina di ore. È così che, nel 2005, abbiamo venduto la prima stampante 3D con tecnologia FDM di Stratasys”.

L’avventura nella stampa 3D di Energy Group è dunque iniziata ufficialmente 20 anni fa, nel 2005, grazie alla partnership con Stratasys, primo produttore mondiale di stampanti 3D a resina e polimero per l’industria. Player di riferimento nel settore, Stratasys ha sviluppato le proprie stampanti in capacità e dimensioni. Oggi l’offerta affianca ai più tradizionali modelli FDM quelli con tecnologia PolyJet, P3, SAF e stereolitografia. “Per far crescere il business delle stampanti FDM era necessario catturare l’interesse dei potenziali utilizzatori, affiancare le aziende nel processo di scelta al fine di supportarle al meglio”, precisa ancora Ferranti. “Abbiamo costruito letteralmente da zero il mercato, facendo crescere l’interesse; questo, unito alla tenacia e alla professionalità che il team di Energy Group ha sempre dimostrato, ci ha portati a collaborare con aziende di rilievo internazionale”.

“Sul mercato si stava affacciando la stampa 3D; naturalmente si trattava di macchine elementari rispetto a quelle attuali, ma già se ne potevano intravedere le potenzialità”, conferma Lucio Ferranti, presidente e CEO di Energy Group. “Per certi versi è stata una scommessa, ma se oggi l’additive manufacturing si è diffuso in Italia un po’ è anche merito nostro e delle scelte innovative che abbiamo fatto anni fa”. Energy Group ha infatti contribuito in modo determinante al suo sviluppo; non solo sul fronte della vendita delle macchine, ma anche su quello della comprensione della tecnologia e della sua promozione in vari settori.

“Alle prime fiere, le stampanti 3D incuriosivano”, aggiunge Mirco Paltrinieri, responsabile vendite di Energy Group. “E si

Nell’ottica di un flusso di lavoro digitale, la progettazione 3D e l’additive manufacturing rappresentano passaggi strettamente connessi tra loro per ottenere il massimo nel settore manifatturiero. “Nel 2015 avevamo ormai raggiunto un livello di competenza di tutto rispetto nel nostro ambito”, prosegue Paltrinieri. “Sul mercato c’erano altri player interessati a proporre questo tipo di macchine: come SolidWorld, ad esempio, che vantava già una posizione predominante nell’offerta di software di progettazione. Ne è nata così una collaborazione proficua per entrambe le aziende, che ci ha permesso di incrementare in modo esponenziale la portata delle rispettive offerte”. Ecco dunque il terzo anniversario e i dieci anni di partnership con SolidWorld, il cui obiettivo era di offrire attraverso un’unica realtà tutte le più moderne tecnologie digitali 3D utili per supportare le aziende nel passaggio verso la Fabbrica 4.0. Grazie all’integrazione con Energy Group e con altri partner, il risultato è stato raggiunto nel migliore dei modi.

vita industriale

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della qualità. Allo stabilimento si affianca un magazzino altamente automatizzato, uno dei più grandi in Italia, che con i suoi 26 metri di altezza e 46 metri di luce su un’unica campata può contenere 29.000 posti pallet. Di recente realizzazione è una nuova area dello stabilimento, oltre 7.000 metri quadrati destinati all’innovativo confezionamento in busta. Negli stabilimenti di Medolla sono state studiate e applicate tecnologie rivoluzionarie capaci di dar vita a referenze che garantiscano un alto livello organolettico, in termini di gusto, profumo e consistenza, nel massimo rispetto della materia prima. Tra queste la tecnologia Menù Evolution, unica nel suo genere, che dà il nome a un’intera linea di prodotti di qualità eccelsa tra cui salse, referenze ittiche, vegetali e dolci. Si tratta di un’innovativa sterilizzazione dinamica che permette di agire sul prodotto in ‘movimento’, riducendo notevolmente i tempi di trattamento termico. E ancora: l’Asettico, un trattamento termico del prodotto ultrarapido perché avviene esternamente alla confezione; Menù Evolution Fresh, una combinazione di tecnologie alimentari che permettono il trattamento a freddo dei prodotti.

MET AL MACFRUT 2025: L’UE CERTIFICA

L’OZONO COME BIOCIDA

In occasione dell’edizione 2025 di Macfrut, la fiera internazionale di riferimento per il settore ortofrutticolo che si è svolta a Rimini dal 6 all’8 maggio scorsi, MET Ozone Expert, player di riferimento nella progettazione di generatori e impianti a ozono totalmente made

in Italy, ha annunciato un importante traguardo per sé e per l’intero comparto dell’ozono: l’ufficializzazione della certificazione dell’ozono come biocida da parte della Comunità Europea. Al Padiglione B3, i tecnici dell’azienda bolognese, unica già certificata in Italia, alla luce di questo determinante riconoscimento che rivoluziona l’intero comparto ortofrutticolo, hanno presentato le nuove applicazioni sviluppate, fornendo consulenze personalizzate sull’integrazione della tecnologia a ozono nei vari contesti operativi e evidenziando le opportunità determinate da questo significativo cambiamento. L’entrata in vigore di questa certificazione, attesa da anni e prevista per il 31 luglio 2025, porterà finalmente alla definizione del quadro normativo che regola la costruzione dei generatori di ozono e la realizzazione degli impianti: dal momento dell’entrata in vigore solo le aziende autorizzate e conformi alle nuove disposizioni potranno legalmente operare in questo ambito. “Questa nuova fase apre le porte a uno sviluppo più sicuro, regolamentato e sostenibile dell’utilizzo dell’ozono”, sottolineano da MET Ozone Expert, che si conferma punto di riferimento per innovazione, affidabilità e conformità normativa. In Italia, infatti, l’azienda bolognese è l’unica realtà autorizzata aderente al Consorzio EUOTA, da anni impegnata nella progettazione di impianti secondo standard rigorosi e allineati alla normativa europea. Con un approccio orientato all’individuazione di soluzioni su misura l’azienda è in grado di operare in qualsiasi settore interpretando di volta in volta situazioni ed esigenze specifiche. Dall’ambito medicale a quello agroalimentare, dal settore dei trasporti a quello della sanificazione degli ambienti, MET propone un

ampio ventaglio di prodotti e di soluzioni in grado di valorizzare le capacità sanitizzanti e deodorizzanti dell’ozono nell’ottica di un’economia e di una produzione sempre più attente all’impatto ambientale. “La nuova regolamentazione avrà effetti immediati e concreti: gli impianti realizzati da aziende non autorizzate potranno essere dichiarati legalmente inutilizzabili, con tutte le conseguenze del caso per chi non rispetta i nuovi parametri”, concludono da MET Ozone Expert. La normativa europea rappresenta un passaggio fondamentale per un settore che, finora, ha sofferto la mancanza di controllo e professionalità, generando confusione e sfiducia attorno a una tecnologia dalle enormi potenzialità. In molte aree del mondo l’ozono viene impiegato con successo per la sanificazione, il miglioramento della qualità dell’aria e la tutela della salute, confermandosi uno strumento efficace sia dal punto di vista ambientale che sanitario.

vita industriale

Federico Ponti, presidente del CdA di MET

IMAS AEROMECCANICA: 50 ANNI DI INNOVAZIONE AL SERVIZIO DELL’AMBIENTE

E DELLA SICUREZZA

Cinquant’anni fa nasceva, in una piccola officina di provincia, un’idea semplice ma ambiziosa: progettare soluzioni per migliorare l’aria nei luoghi di lavoro. Oggi quella stessa idea è diventata una realtà internazionale. Imas Aeromeccanica compie 50 anni nel 2025 e festeggia un percorso fatto di crescita, innovazione e impegno concreto nella protezione della salute dei lavoratori e nel rispetto dell’ambiente.

Fondata nel 1975 in Emilia-Romagna, cuore manifatturiero dell’Italia, Imas Aeromeccanica ha mosso i primi passi come impresa familiare, specializzata in impianti di aspirazione per piccoli laboratori artigiani. Nel tempo, grazie a una visione lungimirante e all’investimento continuo in ricerca e sviluppo, l’azienda ha saputo evolversi, ampliando la propria offerta tecnologica e conquistando mercati sempre più esigenti.

Oggi Imas Aeromeccanica è una realtà consolidata nella progettazione e realizzazione di impianti di aspirazione industriale, filtrazione aria e trattamento delle emissioni non solo nel territorio italiano, ma anche un punto di riferimento a livello globale con impianti installati in Medio Oriente, dalle Americhe centrale e latina all’Australia, dal Magreb a tutti i Paesi europei.

L’impresa progetta e costruisce integralmente impianti di aspirazione e impianti di filtrazione per la depurazione e filtrazione di fumi, polveri, nebbie oleose e dei più svariati agenti inquinanti presenti nell’aria degli ambienti lavorativi. La struttura aziendale consente a Imas Aeromeccanica di mantenere sotto il proprio controllo ogni aspetto del processo produttivo così da garantire i propri impianti sia dal punto di vista qualitativo che di installazione, adottando materiali di prima scelta e personale qualificato.

Migliaia di impianti installati in più di 60 Paesi testimoniano la solidità e l’affidabilità di una realtà che ha fatto dell’eccellenza tecnica il proprio marchio di fabbrica. La vocazione internazionale, però, non ha mai fatto perdere di vista i valori originari: qualità artigianale, attenzione al cliente, flessibilità nelle soluzioni e forte senso di responsabilità.

La centralità del tema della sicurezza sul lavoro è da sempre un pilastro della filosofia aziendale. I sistemi firmati Imas Aeromeccanica non si limitano a garantire l’efficienza produttiva: sono progettati per tutelare la salute degli operatori, riducendo l’esposizione a polveri, fumi e sostanze nocive. In un contesto industriale in cui la compliance normativa è sempre più stringente, Imas Aeromeccanica offre una competenza consolidata nella gestione delle emissioni in atmosfera, assicurando il rispetto dei limiti previsti dalle normative europee e internazionali.

Come sottolineano dall’azienda con sede a Ozzano dell’Emilia, alle porte di Bologna, a rendere possibile questo traguardo è una squadra di circa 80 persone tra tecnici, ingegneri e colla-

boratori che ogni giorno lavorano con passione per affrontare le sfide ambientali dell’industria moderna. La capacità di personalizzare ogni impianto sulle specifiche esigenze del cliente rappresenta uno dei maggiori punti di forza di Imas Aeromeccanica, insieme a una produzione interna completamente integrata, che consente il controllo totale della qualità in ogni fase. Guardando al futuro, l’azienda continua a investire in innovazione e sostenibilità, con l’obiettivo di rendere l’industria sempre più sicura, pulita e responsabile. “Cambia la tecnologia di filtrazione, cambiano i materiali e migliora la nostra competenza, per il resto siamo sempre Imas Aeromeccanica. Essere sul mercato da 50 anni non è un caso e quanto fatto di buono in questi anni è visibile nei nostri impianti. Il cinquantesimo anniversario non è un punto di arrivo, ma una tappa importante di un viaggio che guarda lontano, con lo stesso spirito con cui è cominciato: migliorare l’aria, migliorare la vita”, concludono con orgoglio da Imas Aeromeccanica.

vita industriale

MODULA PRESENTA FLEXIBOX, IL NUOVO SISTEMA AUTOMATIZZATO DI STOCCAGGIO VERTICALE

Flessibilità, personalizzazione e rapidità: sono solo alcune delle principali caratteristiche di Flexibox by Modula, il nuovo sistema automatizzato di stoccaggio verticale che punta a ridefinire gli standard del settore del picking. Progettato per rispondere alle esigenze di comparti dinamici e complessi come retail, e-commerce, automotive e grande distribuzione, Flexibox è la nuova proposta dell’azienda punto di riferimento nell’intralogistica fondata nel 1987, che ha sedi a Fiorano Modenese, in provincia di Modena, e a Salvaterra di Casalgrande, nel reggiano. “Una soluzione all’avanguardia che combina efficienza operativa, scalabilità e innovazione tecnologica, garantendo prestazioni eccellenti”, come spiegano da Modula. Il sistema è in grado di gestire, infatti, fino a 180 cassette all’ora, ottimizzando le operazioni di picking grazie alla capacità unica di prelevare simultaneamente da nove cassette per ciclo. Questo approccio riduce drasticamente tempi e procedure di prelievo, aumentando la velocità e snellendo i processi. Inoltre, Flexibox offre scalabilità nativa: le aziende possono iniziare con una singola unità e aggiungere ulteriori moduli in base alle necessità, adattandosi facilmente alla crescita dei volumi. Flexibox è stato presentato in anteprima alla stampa lo scorso 28 febbraio nel corso di un evento nello stabilimento di Fiorano Modenese al quale hanno preso parte Franco Stefani, founder e president, Massimiliano Gigli, CEO e market operation director e Claudio Formaggio, R&D manager di Modula. Grazie a un design compatto e ottimizzato, questo nuovo sistema automatizzato consente infatti di stoccare centinaia di cassette standard (600 x 400 millimetri) in spazi estremamente ridotti. “Questa caratteristica massimizza l’utilizzo degli ambienti di lavoro e razionalizza la gestione dello spazio e del tempo, rendendo Flexibox ideale per realtà con vincoli strutturali o logistici. Inoltre, è possibile sfruttarne al massimo l’altezza, fino a 20 metri, superando i limiti di altre soluzioni di mercato, che spesso non raggiungono tali livelli”, spiegano ancora dall’azienda emilia-

na. Per fare tutto questo decisivo è il ‘cuore tecnologico’, ovvero l’elevatore centrale e la forca telescopica, strumenti progettati per incrementare le prestazioni e assicurare un picking più fluido e preciso. Grazie alla funzionalità di chiamata immediata, Flexibox consente di richiamare un singolo articolo direttamente in baia, bypassando eventuali ordini complessi: una soluzione ideale per gestire richieste specifiche in tempi record. “La meccanica robusta e semplificata minimizza i tempi di manutenzione e abbatte i fermo-macchina, migliorando così la continuità operativa e favorendo il ritorno sull’investimento economico. Flexibox si distingue anche per la possibilità di essere facilmente integrato con altri sistemi di Modula, come Modula Lift, per gestire prodotti di qualsiasi dimensione e peso; un altro punto di forza di questa innovativa tecnologia è la compatibilità non solo col software Wmw di Modula, ma anche con gli applicativi di terze parti, come conveyor, Amr e robot. Modula Flexibox rappresenta dunque una scelta strategica per chi desidera innovare i propri processi, migliorare la gestione del magazzino, abbattere i costi e garantire tempi di risposta rapidi. Grazie alla combinazione di design innovativo, alte prestazioni e attenzione all’ambiente, questo sistema è la soluzione ideale per affrontare le sfide della logistica moderna, restando competitivi in un mercato in costante evoluzione”, concludono da Modula.

NIER INGEGNERIA LANCIA

LA PIATTAFORMA MATRISKILLS

MatriSkillS, una piattaforma HR progettata per supportare imprese ed enti nella gestione integrata del proprio capitale umano è l’ultima fatica di NIER Ingegneria Società Benefit, società bolognese che opera da oltre 40 anni nel campo della consulenza ingegneristica, con un forte orientamento alla sostenibilità, alla sicurezza e all’innovazione tecnologica. Grazie a team qualificati e multidisciplinari ha maturato nel tempo solide competenze nello sviluppo di software utility basate su tecnologie web e mobile. “Disponibile come software as a service (saas), MatriSkillS è più di un gestionale HR. È uno strumento completo che fornisce una visione complessiva del ciclo di vita professionale in azienda e costituisce un supporto operativo e strategico che, grazie all’integrazione della business intelligence, migliora la capacità di analisi e gestione dei dati del personale aziendale”, spiegano da NIER Ingegneria. “MatriSkillS centralizza tutte le informazioni dei dipendenti: dati anagrafici, esperienze, competenze e storico retributivo sono sempre aggiornati e facilmente consultabili. La definizione chiara dei ruoli aziendali e delle competenze richieste garantisce che ogni posizione sia ricoperta dalla persona giusta, con le capacità adeguate. La matrice delle competenze offre una visione chiara delle abilità di ciascun dipendente, mentre i CV vengono sempre mantenuti aggiornati, uniformati a un template predefinito e pronti per essere scaricati e condivisi (ad esempio, per partecipazione a gare o bandi)”, ricordano dall’azienda bolognese. Inoltre, grazie allo scadenzario integrato, la gestione delle scadenze importanti, come visite mediche e termini contrattuali, diventa semplice e intuitiva. “MatriSkillS, inoltre, integra le funzionalità di people review & evaluation che consente di: creare percorsi di crescita personalizzati, definire obiettivi condivisi, misurare le competenze tramite scale di valutazione con rappresentazioni grafiche e monitorare le performance nel tempo. Analisi avanzate consentono di evidenziare eventuali scostamenti tra competenze attese e reali, a supporto di decisioni sulla formazione e la mobilità interna. La nuova piattaforma supporta

vita industriale

Franco Stefani, founder e president di Modula

anche il processo di recruiting, dalla pubblicazione delle candidature al colloquio tecnico”, evidenziano ancora da NIER Ingegneria. “Infatti, permette di identificare rapidamente le competenze chiave per ogni posizione, rendendo il recruiting mirato ed efficiente. La gestione centralizzata dei colloqui, con annotazioni e valutazioni condivise, consente di prendere decisioni rapide e informate. Inoltre, è possibile monitorare tassi di assunzione, turnover, inclusione e retribuzioni, migliorando la valorizzazione dei dipendenti e l’efficacia delle scelte di acquisizione di talenti”. E proseguono: “La gestione dei fornitori è anch’essa strutturata: MatriSkillS consente di definire criteri di qualifica conformi alla ISO 9001, di valutare prestazioni dei fornitori e monitorarle nel tempo al fine di garantire la qualità. È modulare, flessibile e configurabile, caratteristiche che lo rendono una soluzione ideale per le aziende che vogliono gestire in modo strategico le

proprie risorse, mantenendo aggiornato il patrimonio di competenze. Inoltre, è progettato con un forte focus su sicurezza informatica e privacy, rispettando i più alti standard di cybersecurity”. MatriSkillS si propone così come un alleato fondamentale per affrontare le sfide della digitalizzazione e costruire imprese più agili, reattive e competitive.

NIMAX E DOMINO SYSTEMS

INSIEME PER UN FUTURO

PIÙ SOLIDO E CONNESSO

Nimax, azienda bolognese partner di riferimento per le imprese nell’ambito della marcatura, etichettatura e ispezione avanzata, ha annunciato lo scorso aprile, nel corso di una conferenza stampa nella sede bolognese di Confindustria Emilia, l’ingresso nel proprio Gruppo di Domino Systems, realtà danese conosciuta e apprezzata per la sua eccellenza nello stesso settore, attraverso l’acquisizione della quota di maggioranza. Con sede a Copenaghen, Domino Systems porta con sé una solida tradizione di innovazione tecnica, relazioni durature con i clienti e una forte presenza sul territorio. L’azienda continuerà il suo percorso sotto la guida di Mikkel Wichmann, confermato CEO e figura centrale in questa nuova fase. Si tratta di un’unione che segna una evoluzione importante: non solo in termini di dimensioni, ma soprattutto di prospettiva. “Per noi non è solo una questione di crescita, ma di visione condivisa”, evidenzia infatti Nicola Montanari, CEO di Nimax. “Con Domino condividiamo valori fondamentali: fiducia, innovazione e attenzione al cliente. Insieme, stiamo creando una piattaforma più ampia e connessa, dove competenze, tecnolo -

Nicola Montanari, CEO di Nimax

gie e idee possono circolare liberamente, generando nuove opportunità per i nostri clienti in tutto il mondo”. L’operazione include tra l’altro anche Wichmann Systems, gruppo di controllate attivo in Africa orientale, e va ad estendere la presenza di Nimax in mercati emergenti e ad alto potenziale come Kenya, Tanzania e Uganda. L’acquisizione di maggioranza da parte della realtà bolognese ha portato alla creazione di quattro nuove società a marchio Nimax: Nimax Danmark, Nimax Kenya, Nimax Tanzania e Nimax Uganda. Questo importante traguardo rafforza la capacità del Gruppo di servire clienti internazionali con presidi diretti in aree strategiche e ad alto potenziale. L’integrazione delle nuove sedi nella struttura Nimax consente di estendere l’offerta tecnologica, i servizi post-vendita e il modello organizzativo che ha reso l’azienda bolognese un punto di riferimento nel mercato industriale italiano. Come sottolinea Nicola Montanari, questo accordo è anche il punto di partenza per progetti ambiziosi: piattaforme digitali integrate, supply chain più efficienti e una rete di talenti sempre più ampia. Con strumenti come l’app MyNimax, servizi potenziati dall’intelligenza artificiale e un forte investimento nella formazione e nell’intelligenza dei dati, il gruppo è pronto a supportare le imprese in Danimarca, in Africa Orientale e oltre. “Entrare a far parte del gruppo Nimax significa aprirsi a una visione più ampia”, commenta Mikkel Wichmann. “Non si tratta solo di crescere, ma di creare ispirazione. I nostri clienti ritroveranno la stessa attenzione e qualità di sempre, con il valore aggiunto di un team più grande e una struttura internazionale alle spalle”. Fondata oltre 50 anni fa nel cuore della Packaging Valley italiana, Nimax si è negli anni ritagliata un ruolo di primo piano a livello nazionale nel campo della progettazione e fornitura di soluzioni per la codifica e marcatura, dei sistemi di ispezione e controllo, del labelling e dei servizi integrati per la produzione industriale e oggi conferma la propria evoluzione in un player internazionale, che guarda al futuro con entusiasmo senza dimenticare le proprie radici.

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INSIDE, 40 ANNI DI INNOVAZIONE E COMPETENZE NELLA COMUNICAZIONE INTEGRATA

Inside, storica agenzia di comunicazione ferrarese fondata nel 1985, ora parte del Gruppo Digital360, celebra nel 2025 il suo quarantesimo anniversario. A guidarla dal 1999 è il CEO Luca Targa, che proprio lo scorso anno ha tagliato il traguardo dei 25 anni alla guida dell’azienda e che è divenuto recentemente responsabile dell’area brand positioning e web della business unit Connect del Gruppo Digital360.

“Arrivare alle 40 candeline per Inside Comunicazione è un traguardo importante, che ho vissuto come un momento di grande orgoglio. Quarant’anni sono una testimonianza di resilienza e capacità di innovazione”, sottolinea Targa.

“Quando ho rilevato l’azienda, nel 1999, eravamo un piccolo studio di comunicazione. Oggi, all’interno di Connect, Gruppo Digital360, siamo un’eccellenza nel digital marketing e nella comunicazione integrata. Il 2024 è stato un anno di consolidamento dopo una crescita media del 30% annuo, ma soprattutto ha confermato la fiducia dei nostri clienti. Un sondaggio interno ha rivelato un livello di soddisfazione superiore alle attese: il merito è del nostro approccio meticoloso e della capacità di integrare creatività e tecnologia”.

L’elemento che più distingue la società ferrarese dalla concorrenza è il raggiungimento dell’equilibrio tra innovazione e competenza offerta dai professionisti di Inside Comunicazione. Sono stati fatti investimenti rilevanti, precocemente, nell’intelligenza artificiale, ma sempre con un obiettivo chiaro: potenziare, non sostituire, il lavoro degli esperti. Si uniscono algoritmi avanzati alla capacità di interpretare il contesto, un fattore che nessuna macchina può replicare. Inoltre, è stata ampliata l’offerta di servizi MarTech e ConsulTech, aiutando le imprese a trasformare i dati in strategie concrete.

“Può essere utile comprendere come funzionano questi approcci”, rileva il CEO di Inside Comunicazione. “Il MarTech è la fusione tra marketing e tecnologia. Partiamo dai dati per creare campagne personalizzate, usando IA e machine learning per analizzare performance e trend. Ma non ci fermiamo all’adv: aiutiamo le imprese a prevedere scenari futuri e a ottimizzare

ogni touchpoint. Il ConsulTech è consulenza ad alto tasso tecnologico: lavoriamo a stretto contatto con il management delle aziende per definire visione, missione e purpose aziendale, poi traduciamo tutto in strategie di comunicazione integrata. È un lavoro su misura, che richiede competenze trasversali e una formazione continua”.

“Dal 2022 siamo entrati a fare parte di Digital360 ed è stata una svolta improntata alla crescita”, prosegue ancora Targa. “Digital360 è un ecosistema unico in Italia: 130 milioni di fatturato, 1.600 clienti, 1.200 dipendenti e progetti in tutto il mondo. Per noi, significa accesso a competenze trasversali e a mercati internazionali. Un esempio? Lo scorso anno abbiamo inaugurato la nuova sede milanese del gruppo. Per il nostro team è un’opportunità straordinaria per confrontarsi con grandi professionisti, oltre a realtà che operano dall’Europa al Sud America”. Uno dei fiori all’occhiello della società ferrarese è la partecipazione alle fiere. “Oggi le fiere richiedono un approccio data-driven. Noi partiamo dal branding: identità visiva, tono di voce, messaggio chiaro. Poi usiamo la marketing automation per coinvolgere il target già prima dell’evento, aumentando engagement e lead. Durante la fiera, monitoriamo in tempo reale il comportamento del pubblico, trasformando i dati in azioni immediate. Il risultato? Un ROI misurabile e contatti che diventano clienti”.

Luca Targa ha appena compiuto 60 anni e festeggiato 25 anni alla guida di Inside: “Sono numeri che mi emozionano. Dietro ogni risultato ci sono persone che hanno creduto in questo progetto. Vorrei ringraziare tutti, dal passato al presente: senza di loro non avremmo raggiunto questi traguardi. Sono anni fatti di sfide, ma anche di sorrisi e collaborazioni indimenticabili. Se c’è un consiglio per le nuove generazioni di marketer è di non delegare tutto all’intelligenza artificiale. La tecnologia è uno strumento potentissimo, ma sono la creatività e il pensiero critico a fare la differenza. Inside è arrivata a 40 anni perché ha saputo unire innovazione e competenze: questa è la ricetta per la competitività”.

vita industriale

Luca Targa, CEO di Inside

KIRIS FESTEGGIA 10 ANNI DI CONSULENZA AD ALTO

VALORE AGGIUNTO

Il 1° giugno 2025 ha rappresentato un traguardo importante per Kiris: società ESCo di consulenza specializzata in energy management, certificata UNI CEI 11352, con sede a Vignola, in provincia di Modena, ha celebrato infatti dieci anni di attività al servizio delle imprese.

Fondata nel 2015 da Veronica Messa, EGE certificata e CEO, Kiris nasce da una visione precisa: trasformare la sostenibilità in un obiettivo concreto e misurabile per le imprese, coniugando risparmio energetico, innovazione e competitività. Forte di una solida formazione tecnica e di anni di esperienza nel settore industriale, Veronica Messa ha dato vita a una realtà giovane e dinamica, oggi riconosciuta per l’elevata qualità dei servizi e per la capacità di affiancare le imprese, anche non energivore, nell’adozione di modelli gestionali evoluti e sostenibili richiesti dal contesto normativo e ambientale.

IN VISITA ALL’AZIENDA NOBILI

“In dieci anni, Kiris ha lavorato al fianco di aziende dei comparti produttivi più energivori come quello alimentare, ceramico, manifatturiero, metalmeccanico, offrendo percorsi su misura di analisi, ottimizzazione e certificazione: un supporto tecnico-specialistico che va ben oltre la consulenza tradizionale, puntando su una visione integrata e orientata ai risultati. I servizi di Kiris, infatti, spaziano dalle diagnosi energetiche all’implementazione dei sistemi di gestione ISO 50001, dalla definizione di strategie di decarbonizzazione all’implementazione di strumenti digitali per il monitoraggio dei consumi, dalle consulenze di energy management fino al supporto nella creazione e gestione di comunità energetiche, dai bilanci energetici ai bilanci di sostenibilità. L’obiettivo comune è quello di ridurre gli sprechi, contenere i costi, ottimizzare l’uso dell’energia e migliorare la sostenibilità aziendale, in un contesto normativo e di mercato in continua evoluzione”, spiega Veronica Messa.

E nel fare questo Kiris si distingue per un approccio rigorosamente tecnico, personalizzato e pragmatico: ogni progetto, infatti, è costruito in base alle specificità dell’impresa cliente, con un servizio chiavi in mano che va dalla diagnosi iniziale fino alla piena attuazione delle soluzioni proposte. “Un ulteriore elemento distintivo è l’identità valoriale dell’azienda: una leadership femminile in un settore ancora prevalentemente maschile, che ha saputo affermarsi attraverso la competenza, l’ascolto e la crescita condivisa”, prosegue la CEO di Kiris. “Il nostro team, multidisciplinare e affiatato, è animato da una cultura dell’innovazione orientata alla creazione di valore durevole, sia per le imprese che per l’ambiente; con lo sguardo rivolto al futuro, ci prepariamo ad affrontare le nuove sfide dell’evoluzione normativa e tecnologica, dall’Industria 5.0 all’integrazione tra digitale, ambiente e benessere organizzativo, con la stessa energia, passione e professionalità che ci contraddistingue fin dall’inizio. Il nostro è un cammino fatto di passione e professionalità sempre animato dallo stesso entusiasmo, ma con una maturità nuova, costruita sul lavoro, sulla responsabilità e sull’energia delle persone che ogni giorno contribuiscono a scrivere la storia di Kiris. Celebriamo dunque dieci anni di consulenza ad alto valore aggiunto, con la consapevolezza che la sostenibilità, oggi, non è solo una scelta etica, ma una leva strategica per la competitività industriale”, conclude Veronica Messa.

L’azienda Nobili, storica realtà di Molinella che quest’anno festeggia gli 80 anni di attività, punto di riferimento nella produzione di macchine agricole, in particolare trince, irroratrici ed elevatori ad alta tecnologia e personalizzazione, ha accolto lo scorso 28 marzo l’arcivescovo cardinale Matteo Maria Zuppi. L’incontro si è svolto nell’ambito della visita pastorale alla zona di Molinella, in provincia di Bologna, che ha avuto luogo da giovedì 27 a domenica 30 marzo. Il programma di queste giornate, che ha attivato la partecipazione di molte realtà civili e religiose della zona per permettere all’arcivescovo di incontrare le comunità presenti sul territorio e di dialogare con giovani, famiglie, anziani, ammalati, chiese e strutture di cura e aggregazione, prevedeva anche la visita a un luogo di lavoro. Nel corso dell’incontro, l’arcivescovo Matteo Maria Zuppi è stato accolto all’interno dei reparti produttivi dell’impresa e si è intrattenuto con gli addetti e i titolari Guido, Giancarlo e Giacomo Rossi, alla scoperta di una realtà che ha fatto della condivisione di competenze tra le varie aree aziendali una garanzia della qualità, personalizzazione e longevità delle proprie macchine agricole. Infatti, l’impresa di Molinella ha nella sua mission la produzione di macchine che aiutino l’agricoltura: “La qualità di una macchina agricola, la sua efficienza in campo, la sua tecnologia avanzata, fanno la differenza nel lavoro quotidiano di un agricoltore. E fanno la differenza anche per Nobili”, spiegano dall’azienda. “Ogni nostra irroratrice, ogni nostra trincia, ogni nostro elevatore sono frutto di ricerca costante, cura del dettaglio, esperienza che arriva da lontano. Avanguardia, evoluzione e personalizzazione non sono solo parole, per noi di Nobili: sono una missione, uno stile aziendale che deve, necessariamente, andare di pari passo con professionalità e competenza. Per questo siamo in grado di produrre trince, atomizzatori ed elevatori ideali a soddisfare le mutevoli necessità di agricoltori e contoterzisti, macchine agricole tra le più affidabili nel tempo esistenti sul mercato”. Nobili è un marchio storico la cui produzione viene

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Le 3 socie di Kiris, Veronica Messa, CEO & founder, Elisabetta Cleopazzo, finance & accounting manager, Martina Chezzi, head of energy efficiency

progettata, sviluppata e realizzata completamente nello stabilimento di Molinella, attraverso una gestione moderna. Progresso tecnico ed eccellente coordinamento tra la fase produttiva e la commercializzazione contraddistinguono il funzionamento dell’azienda. La gamma di trince, irroratrici ed elevatori Nobili si presenta ampia, articolata e con un’impareggiabile scelta di modelli, tutti caratterizzati da evoluzione tecnologica, possibilità di personalizzazione e lunga durata nel tempo. “L’alta qualità delle nostre macchine agricole ci ha permesso di ottenere una posizione di rilievo non solo sul mercato nazionale, ma anche in Europa e in tutto mondo, con una quota export che oggi supera il 75%”, confermano dall’azienda. Un risultato importante, ottenuto anche grazie all’impegno profuso ogni anno nel partecipare alle fiere di settore in Italia e all’estero, per mostrare prodotti e tecnologie made in Italy. Come la fiera nazionale dell’agricoltura di Agriumbria di Bastia Umbra che si è tenuta a marzo e dove Nobili ha mostrato tutte le ultime tecnologie in ambito viticolo, frutticolo, campo aperto e manutenzioni, caratterizzate dall’attenzione

al mondo del biologico e dell’ecosostenibilità. Tra i prossimi appuntamenti anche Agrilevante a Bari, in ottobre, esposizione internazionale di macchine, impianti e tecnologie per le filiere agricole e la zootecnia.

GUIDA PAESE SMART:

OCTAGONA ACCOMPAGNA

LE IMPRESE NEGLI USA

Un supporto concreto alle pmi italiane interessate a sviluppare la propria presenza nel mercato statunitense. È la “Guida Paese Smart”, nata dall’esperienza ultraventennale di Octagona, società di Carpi, nel modenese, che supporta la crescita delle imprese italiane all’estero, e del gruppo Bonfiglioli Consulting di cui fa parte, nei progetti di internazionalizzazione con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Washington DC su iniziativa del Consolato Generale d’Italia a Los Angeles e del Consolato Generale d’Italia a San Francisco, e con il contributo di ICE Agenzia di Los Angeles, Italy-America Chamber of Commerce West e INNOVIT - Italian Innovation and Culture Hub di San Francisco. Il focus di questo volume, introdotto dalle voci autorevoli di Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, e Federico Rampini, editorialista del Corriere della Sera, è su undici stati chiave: “Guida Paese Smart” propone storie di successo, tips & tricks, dati macroeconomici e strategie operative per chi desidera comprendere e affrontare con successo il mercato della regione occidentale degli Stati Uniti, con particolare riferimento a California, Nevada, Arizona, New Mexico, Washington, Oregon, Utah, Montana, Idaho, Alaska e Hawaii. “L’obiettivo della guida è illustrare le principali modalità di accesso al mercato con indicazioni operative sulle strategie di investimento più efficaci, dalle forme di collaborazione con le organizzazioni e gli enti territoriali, all’acquisizione di realtà distributive sul territorio, fino all’apertura di

nuovi sedi o stabilimenti produttivi”, spiegano da Octagona. Tra gli elementi distintivi della guida figurano i profili economici degli stati analizzati, con dati su PIL, crescita annua e settori strategici; una panoramica sulle opportunità di investimento, incentivi e strutture di supporto alle imprese; una roadmap operativa per l’ingresso nel mercato: dalla scelta della forma giuridica alla logistica, fino alla gestione del capitale umano; approfondimenti normativi e fiscali, inclusi aspetti doganali e bancari; la testimonianza di casi studio di imprese italiane già attive negli Stati Uniti con successo: Polyglass Usa, International Game Technology, Eurostampa North America, Landi Technologies, Dainese Usa, Ducati North America, Omnia Technologies Usa e GemaTEG. Partendo dagli elementi distintivi e differenzianti dell’azienda (value prepositition, prodotti, approccio al mercato e posizionamento del brand) e dall’analisi delle specificità di ogni stato analizzato, questa guida accompagna l’impresa nella definizione di una strategia d’ingresso coerente con gli investimenti pianificati e gli obiettivi da raggiungere. “La West Coast americanadinamica, articolata e aperta all’innovazione - offre margini concreti di sviluppo per l’imprenditoria italiana. Investire in conoscenza, prima ancora che in capitale, è il primo passo per costruire una presenza solida e competitiva oltreoceano”, evidenziano ancora da Octagona. “Sono fermamente convinta che questa ‘Guida Paese Smart’ rappresenterà un ulteriore prezioso strumento a disposizione dei nostri operatori economici interessati a scoprire una regione estremamente dinamica e diversificata, caratterizzata da elevatissimi livelli di ricerca tecnologica e di innovazione”, sottolinea Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti.

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ONE EXPRESS OTTIENE

LA CERTIFICAZIONE

UNI EN ISO 9001

L’aver ottenuto, nel febbraio scorso, la certificazione UNI EN ISO 9001 per One Express, azienda bolognese che dal 2008 è il corriere espresso punto di riferimento nazionale e internazionale per il trasporto di merci su pallet, è il coronamento di un percorso di impegno costante verso la qualità e la sostenibilità, una

testimonianza della ferma volontà di crescere in modo responsabile, rispettando l’ambiente. Si tratta di un percorso, quello verso la sostenibilità e l’innovazione, con l’obiettivo di rendere la logistica più eco e responsabile, attraverso scelte operative e tecnologie verdi, intrapreso con impegno fin dal 2021 da parte di One Express. Oggi, il pallet network bolognese ha raggiunto un traguardo importante: l’assegnazione ufficiale della certificazione rilasciata dall’ente di certificazione QUASER, giunge come coronamento del costante lavoro di miglioramento e ottimizzazione dei processi aziendali, riconoscendone standard elevati in ambito organizzativo, operativo e di gestione della qualità. L’ambiente è da sempre al centro delle politiche aziendali di One Express. La realtà bolognese ha, negli anni, avviato un processo di transizione ecologica che si è concretizzato in numerose azioni e iniziative a favore della sostenibilità, come il Progetto One Forest che promuove la riforestazione urbana e l’educazione ambientale nelle scuole, integrando contestualmente diversi strumenti operativi eco-sostenibili che contribuiscono a ridurre l’impatto ambienta-

le delle proprie attività, ma anche abitudini quotidiane, come l’adesione a RiVending, il progetto di economia circolare che ha permesso di recuperare nel 2021 60mila bicchierini da caffè in PS, 60mila palettine in PS e 30mila bottiglie in PeT. Uno degli aspetti chiave della strategia ambientale riguarda la digitalizzazione dei processi. One Express, infatti, ha ridotto al minimo l’utilizzo della carta, adottando strumenti operativi rigorosamente ‘paper-free’. L’attenzione all’ambiente si estende anche alla gestione delle merci negli hub di One Express, dove vengono utilizzati pallet eco-sostenibile Eur Epal in legno, molto più efficaci sotto il profilo ambientale rispetto ai pallet in plastica o cartone, con un impatto ambientale inferiore di cinque volte rispetto ai pallet in plastica, che offre una maggiore possibilità di riutilizzo. Inoltre, One Express nasce con un programma di ottimizzazione delle tratte. L’azienda, infatti, da sempre è impegnata ogni giorno a migliorare l’efficienza dei trasporti, ottimizzando i tempi di percorrenza e le emissioni di CO2 prodotte dai veicoli, migliorando le prestazioni operative e riducendo contestualmente l’impatto ambientale. Tra i fautori di questa politica green ed ecofriendly, oltre al presidente Claudio Franceschelli e tutto il Cda, c’è Roberto Taliani, responsabile assicurazione qualità e sicurezza, che commenta così questo risultato: “Il conseguimento della certificazione UNI EN ISO 9001 rappresenta un traguardo fondamentale per One Express, frutto di un impegno costante nel miglioramento dei nostri processi e nella ricerca dell’eccellenza. Questa certificazione non è solo un riconoscimento della qualità del nostro operato, ma anche un segnale forte verso i nostri affiliati e clienti: garantiamo standard elevati, efficienza e un servizio sempre più affidabile. Inoltre, il nostro percorso verso la sostenibilità prosegue con determinazione, perché crediamo che qualità e responsabilità ambientale debbano andare di pari passo per costruire un futuro più sostenibile per il nostro settore”.

I FONDATORI DI PACK RACCONTANO MENTORING E COACHING NELLE STRATEGIE D’IMPRESA

Come sviluppare talenti, rafforzare la leadership e promuovere una cultura aziendale innovativa: sono questi i temi al centro di un nuovo libro, “Mentoring e coaching per le aziende: il metodo Pack per lo sviluppo delle persone”, edito da Franco Angeli e nelle principali librerie e piattaforme online. A scriverlo sono i fondatori della startup HR tech Pack Pietro Maria Picogna e Giacomo Gentili. “Il volume nasce per affrontare l’importanza del mentoring aziendale con un approccio scientifico e pratico, pensato per integrare mentoring e coaching nelle strategie d’impresa”, spiegano i due imprenditori-autori. “Attraverso teoria, esercizi e casi studio, il libro offre strumenti concreti per valorizzare il capitale umano e trasformare la formazione in un asset strategico”. Il metodo Pack, al centro del saggio, vuole rappresentare uno spunto di profonda riflessione nella gestione delle risorse umane. Basato sull’analisi dei dati e su un approccio digitale in continua evoluzione, ha come obiettivo quello di favorire la personalizzazione dei percorsi di crescita e di misurare l’impatto del mentoring e del coaching in azienda. Il libro esplora le

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A sinistra: Claudio Franceschelli, presidente del CdA, a destra: Roberto Taliani, responsabile assicurazione qualità e sicurezza di One Express
Pietro Maria Picogna e Giacomo Gentili, fondatori della startup HR tech Pack

MOTORI BONORA, UNA STORIA LUNGA 80 ANNI

Nel 2025 Motori Bonora celebra un duplice anniversario: non si festeggia solamente l’80° anniversario dell’azienda, ma si ricordano anche i 100 anni trascorsi dalla nascita del fondatore Giorgio Bonora, imprenditore classe 1925 scomparso nel 1992. Fondata nel 1945 a Cento, in provincia di Ferrara, Motori Bonora è specializzata nella produzione di “motori elettrici asincroni”.

Controllata e gestita direttamente dalla famiglia Bonora, ora alla seconda generazione, con Diego, figlio di Giorgio, che dal 1992 ne ha preso le redini, occupa stabilmente 40 addetti e svolge internamente la maggior parte delle lavorazioni meccaniche e di assemblaggio, dedicando particolare attenzione alla qualità del prodotto e al servizio alla clientela.

In questi ottant’anni di impegno ed esperienza, Motori Bonora è diventato sinonimo di qualità, caratteristica che ha sempre contraddistinto i motori elettrici trifase e monofase made in Cento. La nascita dell’impresa di famiglia è saldamente legata alle fasi della ricostruzione post-bellica e all’esperienza dell’Istituto professionale “Fratelli Taddia” di Cento, vera e propria fucina di tecnici, da cui è uscito anche Giorgio Bonora che, con i suoi collaboratori dell’epoca, comincia facendo riparazioni e poi si specializza nella costruzione di veri e propri motori elettrici.

Il salto avviene nel 1952, quando l’azienda comincia a proiettarsi verso la produzione industriale. Ben presto si amplia la gamma di produzione, con gli elettroutensili, le elettropompe, i compressori, i generatori. La diversificazione dell’attività produttiva prosegue fino agli anni Ottanta, quando l’azienda decide di concentrarsi esclusivamente sui motori elettrici.

Dal 1998 Motori Bonora si è spostata dal centro cittadino alla periferia, con uno stabilimento che occupa 21 mila metri quadrati, dei quali settemila coperti. Dopo un periodo di sviluppo arrivano le prime difficoltà e la necessità di operare una scelta strategica, che arriva nei primi anni 2000: limitarsi ai prodotti standard significa fare i conti con l’invasione dei prodotti d’importazione, per lo più provenienti dall’estremo oriente. La risposta è puntare sulle proprie capacità e orientarsi sulla specializzazione, con produzioni fatte appositamente su richiesta dei clienti. Motori Bonora non vende più semplicemente un prodotto, ma un servizio, una soluzione tecnica. I motori elettrici trifase e monofase vengono venduti direttamente all’utilizzatore finale e trovano impiego principalmente nei settori della movimentazione e automazione industriale. In particolare, nelle soffianti, pompe per liquidi, nella trasmissione di potenza, nelle macchine per la lavorazione del legno, ceramica, ferro e nelle macchine alimentari.

Un passaggio dalla produzione in serie a quella fatta “su misura” del cliente che ha funzionato. Questo cambio di passo ha consentito di concentrarsi su prodotti in esecuzione speciale a maggior contenuto tecnologico, limitando così l’impat -

to della forte concorrenza dei prodotti d’importazione a basso costo, molto presenti nel segmento dei motori standard.

La focalizzazione su prodotti customizzati, spesso progettati appositamente in base alle specifiche esigenze della clientela, ha spinto l’azienda a dedicare importanti risorse all’area R&D ed all’ufficio tecnico ed effettuare investimenti significativi nel reparto “lavorazioni meccaniche”. Questa strategia ha anche portato a instaurare dei veri rapporti di partnership sia con i clienti che con i fornitori (in molti casi, aziende leader nel loro segmento).

Inoltre, spesso in contrasto con la tendenza di mercato, negli anni Motori Bonora ha sempre di più puntato su di un prodotto made in Italy: oggi oltre il 99% dei fornitori sono italiani (il 97% si trovano in Emilia-Romagna o in una regione confinante). Nell’ambito di una strategia industriale perseguita nel pieno rispetto dell’ambiente, nel 2010 Motori Bonora ha realizzato un impianto fotovoltaico integrato della potenza di 191kWp, che consente la produzione autonoma di buona parte dell’energia necessaria per l’attività, riducendo così le emissioni di CO 2 per circa 104,5 T/anno. Inoltre, l’impegno dell’azienda in questo contesto viene realizzato anche con l’immissione sul mercato di un sempre maggior numero di prodotti rispondenti ai più alti standard di efficienza, con la gamma High Efficiency IE2 e Premium Efficiency IE3 (per l’Europa) e la gamma certificata “UL - Energy Verified” (per Usa e Canada).

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Diego Bonora, CEO di Motori Bonora

differenze tra i due strumenti, la loro complementarità e le best practice per implementarli con successo, fornendo al lettore una guida chiara e applicabile. Le testimonianze di esperti come Pino Mercuri, Tania Ferrari, Pamela Petruzzi, Gianluca Piraino e Ilaria Cosentini arricchiscono il racconto con esperienze reali, offrendo spunti pratici per chi opera nel mondo delle risorse umane. Il testo si rivolge in particolare a HR Manager e HR Director, professionisti che desiderano integrare mentoring e coaching nelle loro strategie di sviluppo dei talenti, con un metodo scientificamente validato e supportato da strumenti digitali innovativi. “La crescita di un’azienda passa sempre attraverso la crescita delle persone. Con questo libro vogliamo dimostrare che mentoring e coaching, se supportati da metodo e dati, non sono solo strumenti di sviluppo, ma potenti acceleratori di talento e innovazione”, sottolineano ancora gli autori. Gli autori, giovani imprenditori inseriti tra i migliori under 30 dalla rivista Forbes, portano con loro un bagaglio di esperienze internazionali e una profonda conoscenza del settore. Pietro Maria Picogna, CEO e co-founder di Pack, ha vissuto e lavorato in quattro continenti, maturando competenze nel settore finanziario prima di fondare la piattaforma Pack; fondatore di GenQ e fondatore di Italian Tech Club, ha tenuto lezioni presso università come ESADE, UNIMI e UNIBO. Giacomo Gentili, CPO e co-founder di Pack, ha un background in international management e un’esperienza consolidata come business developer e innovation. Per approfondire i temi del mentoring e del coaching aziendale, sono in calendario presentazioni e incontri di approfondimento con al centro il volume edito da Franco Angeli. I primi si sono tenuti a fine maggio: il 27 a Roma, presso Starting Finance, il 28 a Bologna, nella sede di Confindustria Emilia, e il 29 a Milano, negli spazi di Datapizza. Oltre a scoprire il metodo Pack direttamente con gli autori, i partecipanti hanno potuto confrontarsi con esperti del settore e assistere a talk esclusivi organizzati in collaborazione con Starting Finance e Datapizza: un’occasione utile per chi vuole capire come mentoring e coaching possano trasformare il futuro delle imprese.

PELLICONI AL G20:

MARCO CHECCHI ENTRA NELLA “B20 TASK FORCE”

Marco Checchi entra ufficialmente a far parte della “B20 Task Force on Industrial Transformation & Innovation” del G20. La prestigiosa nomina consentirà all’amministratore delegato di Pelliconi, realtà bolognese punto di riferimento a livello mondiale nella produzione di chiusure per il settore food & beverage, di partecipare alle conversazioni che danno forma all’economia mondiale e di collaborare con i leader aziendali coinvolti nell’ambito del G20 per affrontare le sfide e le opportunità che la trasformazione industriale e la promozione dell’innovazione comportano. Per la prima volta, nel 2025 ad ospitare il G20 - il cui tema sarà “Solidarietà e uguaglianza attraverso lo sviluppo sostenibile” - sarà un Paese africano, il Sudafrica.

prospettive su urgenti questioni economiche e commerciali globali, assicurando che la voce della comunità imprenditoriale venga ascoltata ai massimi livelli della governance economica internazionale. Dal canto suo Pelliconi è da sempre concentrata nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia e sostenibili: “Credo fermamente che l’innovazione abbia un ruolo fondamentale nello sviluppo di un’economia sostenibile e che l’impegno per la sostenibilità debba essere sempre più trasparente e misurabile”, sottolinea Marco Checchi. Nel panorama del packaging alimentare e delle bevande, infatti, l’attenzione alla sostenibilità e alla

A coordinare il forum sarà l’organizzazione imprenditoriale nazionale Business Unity South Africa (BUSA). La competenza e l’esperienza dei membri della “B20 Task Force on Industrial Transformation & Innovation” contribuiranno a dare forma e a sostenere le politiche che guidano la crescita economica e lo sviluppo, per supportare la crescita inclusiva, accelerare il progresso tecnologico e migliorare la resilienza della catena del valore globale. Nei prossimi mesi e fino al Summit in programma a novembre 2025 tutte le Task Force del B20 saranno impegnate in una serie di meeting per delineare raccomandazioni politiche sul tema “Crescita inclusiva e prosperità attraverso la cooperazione globale” e coinvolte in incontri bilaterali con il governo sudafricano e altri stakeholder mondiali. Il Business 20 (B20) rappresenta il forum di dialogo ufficiale del G20 con la comunità imprenditoriale globale. Istituito nel 2010, è uno dei più influenti engagement group del G20 e riunisce leader aziendali dei Paesi membri del G20 e non solo. Ogni anno, il B20 fornisce ad aziende e organizzazioni una piattaforma per esprimere le proprie

funzionalità è sempre più centrale. In questa direzione si inserisce l’impegno di Pelliconi nello sviluppo di soluzioni innovative come i resealable caps, un connubio tra innovazione e funzionalità in grado di rispondere concretamente alle esigenze dell’industria: ridotto impatto ambientale, sicurezza del prodotto e ottimizzazione dei processi. “Pelliconi continua a investire in soluzioni tecnologiche capaci di coniugare efficienza produttiva, sicurezza alimentare e rispetto per l’ambiente. Perché anche un piccolo dettaglio, come un tappo, può fare la differenza nel costruire un futuro più sostenibile e responsabile”, conclude Checchi.

PIETRO GALLIANI RICEVE

IL CREDIT REPUTATION

AWARD 2024

Pietro Galliani, azienda con sede a Vergato, in provincia di Bologna, e che fa parte di Galliani Industrie, gruppo di riferimento nel mercato della lavorazione di argento, 1

vita industriale

Official dialogue forum of the G20 Join us in shaping global economic growth

LA P.E.I. DI GIORGIO TABELLINI CELEBRA 45 ANNI DI ATTIVITÀ CON FONDAZIONE ANT

Tenendo fede all’impegno di “sicurezza ed etica prima di tutto”, Giorgio Tabellini festeggia il doppio anniversario di P.E.I. e S.P.E.R. offrendo uno screening gratuito del tumore alla tiroide alle Cucine Popolari di Bologna e alla Mensa San Vincenzo de’ Paoli di Cremona

La massima da sempre seguita da Giorgio Tabellini è “Vola basso, schiva i sassi e mira in alto”; seguendola con costanza, l’imprenditore è arrivato a festeggiare i 45 anni di vita dell’azienda P.E.I., da lui fondata a Calderara di Reno, alle porte di Bologna, e i 40 anni dell’odierno braccio produttivo del gruppo, che è la S.P.E.R. di Solarolo Rainerio, in provincia di Cremona, guidata col socio Vittorio Mardegan.

Partito nel marzo 1980 in un’officina di cento metri quadrati con tre dipendenti (“una madre con la figlia e un sedicenne”), Tabellini, 81 anni, è oggi al vertice di un gruppo tra i principali del settore in Europa che conta 420 dipendenti (anche in Serbia e Brasile), 60 milioni di fatturato annuo, con una quota export del 50% in venti mercati mondiali, oltre 70 brevetti internazionali e 34mila metri quadrati di aree produttive coperte.

Oltre a celebrare questo anniversario speciale, che riguarda le sue imprese, con una festa a cui partecipano tutti i collaboratori, Tabellini ha scelto un’iniziativa benefica, accanto a Fondazione ANT Onlus, per restituire “in minima parte, ma con il cuore” qualcosa ai territori che hanno permesso a P.E.I. e S.P.E.R. di raggiungere questi obiettivi. Si tratta di due giornate di prevenzione gratuita per il tumore alla tiroide dedicate alle persone in condizione di fragilità sociale, offerte nei prossimi mesi ai frequentatori delle Cucine Popolari di Bologna e della Mensa San Vincenzo de’ Paoli di Cremona, dove verranno collocati ambulatori mobili per la diagnosi precoce nelle date che verranno presto comunicate.

rame e alluminio, ha ricevuto, per l’anno 2024, il prestigioso Credit Reputation Award, un riconoscimento conferito alle imprese che si sono distinte per la puntualità e la trasparenza nei rapporti con gli istituti di credito. La cerimonia di premiazione si è tenuta il 20 marzo scorso all’Hotel Melià di Milano, dove Stefano La Malva,

P.E.I. (acronimo di Protezione Elaborazioni Industriali) è specializzata nell’ambito della sicurezza sul lavoro e delle protezioni per le macchine utensili. La sua genesi è molto speciale: “Era il primo ottobre 1969”, racconta Giorgio Tabellini, “avevo 25 anni, allora ero capo officina di un’azienda a Bologna. Stavo mettendo in lavorazione una macchina utensile e ci finii dentro, lasciandoci tre dita della mano destra. Mentre ero ancora sdraiato sul lettino dell’ospedale Rizzoli presi due decisioni: che dovevo tornare a studiare e che dovevo dedicarmi alla protezione dagli infortuni sul lavoro. Ricominciai a studiare di sera e mi diplomai in ragioneria, poi mi iscrissi alla facoltà di economia, ma non riuscii a finire per il lavoro sempre più impegnativo: ero socio di un’azienda a Pontecchio Marconi prima di fondare la P.E.I. All’epoca non c’erano protezioni nella lavorazione delle macchine utensili, e lì mi inserii con un obiettivo: proteggere gli operatori da infortuni come quello che avevo subìto io”.

“Il nostro è un settore strategico”, commenta ancora Giorgio Tabellini, “perché nessun’area industriale può essere coerente se non può costruirsi tutta la sua componentistica. Nel futuro la dimensione sarà fondamentale per reggere la sfida del mercato, basta avere ben chiaro che il ritorno degli investimenti non può mai essere in tempi brevi, come invece pretende chi fa speculazioni. Per continuare a crescere occorre ingegnarsi tanto e non accontentarsi mai”.

“Chi produce reddito per te non può mai essere visto solo come un numero, ma deve sentirsi parte integrante dell’insieme di persone che fa funzionare l’azienda. L’etica viene prima del denaro. Non si risparmia sulla sicurezza: se ci si comporta bene, assolvendo a tutti gli obblighi anche più onerosi, alla fine ci si guadagna sempre”, conclude Giorgio Tabellini.

responsabile finanziario e amministrativo, ha ritirato il premio a nome dell’azienda. Pietro Galliani è stata fondata all’inizio del ventesimo secolo ed è parte di un gruppo industriale che è ancora, come in origine, a conduzione familiare. L’azienda produce metalli non ferrosi semilavorati da 120 anni. L’attività si sviluppa attualmente nel-

la laminazione di argento ultrasottile, rame, alluminio e altre leghe standard e speciali, e nella laminazione con vari polimeri. I prodotti realizzati e la massima precisione e versatilità con cui si adatta il risultato alle specifiche esigenze dei clienti permettono di servire una vasta gamma di mercati, con particolare attenzione ai cavi dati, alle bat-

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vita industriale

Giorgio Tabellini, presidente del CdA di P.E.I.

terie agli ioni di litio, ai fusibili elettrici, al settore medico, agli elementi riscaldanti e a molti altri. “Il Credit Reputation Award è basato su una rigorosa analisi dei dati forniti dalle aziende partecipanti alla Banca d’Italia, che valuta l’affidabilità e la correttezza finanziaria delle imprese. Il riconoscimento ricevuto da Pietro Galliani sottolinea non solo la solidità e l’integrità dell’azienda, ma anche la sua capacità di mantenere standard elevati in un contesto economico sfidante”, spiegano dall’azienda di Vergato. Durante la premiazione, Stefano La Malva ha evidenziato come questo premio rappresenti un importante segnale di fiducia per le imprese situate nell’Appennino bolognese, dove le condizioni logistiche e gli scenari economici non sempre favorevoli rendono l’attività imprenditoriale particolarmente complessa: “Questo premio è un riconoscimento della nostra dedizione e del nostro impegno a operare con trasparenza e integrità, anche in tempi incerti. La Pietro Galliani, con la sua lunga storia e con il radicamento nel territorio bolognese, continua a dimostrare che è possibile eccellere e contribuire positivamente all’economia locale nonostante le avversità. Questo premio rafforza ulteriormente il nostro impegno verso la crescita sostenibile e l’etica aziendale, pilastri fondamentali della nostra filosofia imprenditoriale”. L’azienda bolognese, fondata nel 1906, è un esempio della storia industriale della regione, dove il connubio tra tradizione e innovazione, tecnologia e valore umano, territorio e visione globale diventa un saldo intreccio di esperienza e

intraprendenza che trova concretezza nell’impegno quotidiano: non basta essere protagonisti nel mercato globale, ma si deve essere sempre pronti a fare quel passo in più verso il miglioramento e il superamento delle aspettative. “Attualmente realizziamo oltre 150 prodotti standard tramite vari processi di produzione e siamo specializzati nella creazione di prodotti su misura, per garantire ai nostri clienti la miglior soluzione per ogni specifica necessità”, spiegano ancora dall’azienda, che esporta oltre l’80 per cento della produzione. “La nostra produzione si distingue per l’eccellenza del risultato. Precisione e affidabilità sono le caratteristiche principali di ogni singolo prodotto che esce dai nostri laboratori. Mettiamo la nostra esperienza a disposizione di clienti selezionati e sviluppiamo soluzioni personalizzate per ogni tipo di esigenza”, concludono da Pietro Galliani.

PRESENTATA A MECSPE

LA NUOVA SERIE HPA DI SERVOMECH

La serie HPA - High Performance Actuators - nasce per soddisfare applicazioni con carichi elevati in ingombri esterni ridotti, grazie all’uso di viti a rulli satelliti, che offrono maggiore capacità di carico, durata fino a nove volte superiore rispetto alle viti a ricircolo di sfere; disponibile in sei grandezze, garantisce precisione e flessibilità d’uso, con integrazione per servomotori e fissaggi standard ISO 8132. È la novità che Servomech, impresa di Anzola Emilia, in provincia di Bologna, grande protagonista nel settore del movimento lineare, ha voluto presentare ufficialmente al Mecspe di Bologna, a marzo scorso, confermando una volta di più la propria missione di in-

novazione. L’azienda, fedele al suo slogan “nuove idee nel movimento lineare”, è infatti sempre attenta alle esigenze di mercato e anticipa le tendenze per offrire soluzioni performanti e all’avanguardia. Con questa nuova gamma, Servomech rafforza la sua posizione nel settore, offrendo un’alternativa ai cilindri idraulici anche di grande potenza. “L’idea alla base dello sviluppo della Serie HPA nasce dall’esigenza di estendere il range applicativo degli attuatori lineari e martinetti meccanici, attualmente disponibili con vite trapezoidale e a ricircolo di sfere, per soddisfare applicazioni con carichi anche molto elevati”, spiegano da Servomech. Per questo motivo, già dal 2020, Servomech ha avviato un importante progetto interno per la produzione di viti e madreviti a rulli satelliti. “Nel corso del 2024, presso il nostro stabilimento produttivo di Anzola Emilia sono stati installati tre macchinari tecnologicamente avanzati per la realizzazione di questi componenti che saranno integrati nei nuovi attuatori lineari e martinetti meccanici”, continuano dall’azienda.

Dopo aver completato con successo i test interni sui primi campioni, l’azienda è pronta a portare il prodotto sul mercato, offrendo soluzioni sempre più performanti e in linea con le esigenze dell’industria moderna. “Gli attuatori lineari della Serie HPA sono ideali per applicazioni che richiedono elevate prestazioni, efficienza energetica e controllo preciso di posizione, velocità e forza applicata. I principali settori di utilizzo includono: industria pesante, industria della plastica, siderurgia, macchinari per la lavorazione dei metalli, automazione industriale. Tutti gli attuatori della Serie HPA sono predisposti per l’integrazione con servomotori dei principali brand, offrendo ai progettisti la libertà di scelta del

vita industriale

Stefano La Malva, responsabile finanziario e amministrativo di Pietro Galliani

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PLASTICAL, 60 ANNI DI INNOVAZIONE NELLO STAMPAGGIO DI MATERIE PLASTICHE

Festeggia 60 anni di attività nel 2025 Plastical, fondata nel 1965 a Cadriano di Granarolo dell’Emilia, alle porte di Bologna, impresa specializzata nella progettazione, costruzione e stampaggio conto terzi di materie plastiche e tecnopolimeri. Con molti decenni di esperienza, un know-how consolidato e un team giovane e qualificato, Plastical è in grado di offrire soluzioni su misura per numerosi settori industriali.

“Tra le prime in Italia ad avviare l’attività nel settore, la nostra realtà si è affermata nel tempo per qualità, competenza e affidabilità. Sin dall’inizio, l’attenzione al cliente, la qualità dei prodotti e la rapidità del servizio sono stati i pilastri della nostra filosofia”, spiegano dall’azienda. “La nostra mission si fonda sull’aggiornamento costante, la ricerca di nuovi materiali e la flessibilità nelle tecniche di stampaggio, con supporto diretto al cliente nella progettazione e industrializzazione del prodotto, da un lato. Mentre dall’altro, si intende perseguire con forza una sempre maggiore presenza e penetrazione del marchio Vario System in tutte le sue declinazioni di mercato”.

Dopo la fondazione, già nel 1966 inizia la collaborazione con l’americana Sunbeam (gruppo Chrysler), acquistando una pressa a iniezione da 550 tonnellate, all’epoca la più grande in Emilia-Romagna. Due anni dopo, nel 1968, viene aperto il reparto di metallizzazione con tecnologia alto vuoto. Negli anni ’80 Plastical diventa fornitore di Ferrero e Guaber (oggi Coswell). Negli anni ’90 entra nel settore moda, collaborando con brand come Mandarina Duck, Prada, Piquadro e Redwall. Ad oggi, l’azienda si avvale di un ufficio tecnico interno in grado di seguire autonomamente qualsiasi progetto curando dall’ideazione alla produzione industriale, ponendo particolare cura sia alla fase di progettazione attraverso i più moderni strumenti di modellazione 3D, incluso il reversal engineering e le analisi FEM, che di produzione, garantendo qualità costante e il successo anche dei progetti più complicati, come per esempio i casi di metal replacement con materiali particolarmente pregiati quali i super polimeri e tecnopolimeri rinforzati. “Quello degli investimenti in macchine a iniezione sempre più moderne e precise è un percorso da sempre intrapreso da Plastical, dando molta importanza alle tecnologie che aggiungono valore per i clienti come, per esempio, la tecnologia bimateriale che consente la lavorazione simultanea di due materiali termoplastici in un unico stampo grazie a gruppi di iniezione indipendenti e alla presenza di tavole rotanti. Nel 2020 abbiamo sviluppato il primo prodotto bi-materiale per il settore di riferimento: la Placchetta Top V6, che nel 2021 ha ottenuto il brevetto europeo”, evidenziano ancora dall’azienda.

Ad oggi, sono ormai 20 anni che sono utilizzati i migliori software gestioni sia ERP che MES che garantiscono puntualità ed efficienza.

Proprio nel 2025 Plastical ha deciso di intraprendere un rinnovamento di tutti i software utilizzati assicurandosi i prodotti più all’avanguardia nei rispettivi settori.

“Nel 2007 siamo entrati nel mercato delle protezioni attive per frutteti e vigneti tramite l’acquisizione di Attiplast e abbiamo iniziato a sviluppare e ampliare la gamma di prodotti interamente progettati e prodotti dall’azienda.

Due anni dopo nasce il marchio Vario System, dedicato alla produzione e commercializzazione di componenti tecnici per sistemi di protezione di frutteti e vigneti. Tra il 2010 e il 2015 è partito il processo di internazionalizzazione per i prodotti Plastical a marchio Vario System: ad oggi, il marchio è presente attraverso una rete di distributori nell’intera area dell’Unione Europea, esclusi i paesi scandinavi; in Russia, Kazakistan, Uzbekistan, Armenia e Azerbaigian; in Egitto, Algeria e Marocco; in Sud America e Canada, per un totale di 23 Paesi serviti e 1.500 ettari coperti ogni anno”, proseguono da Plastical.

Nel 2010, per i 45 anni, è stata ristrutturata la sede di Cadriano, oggi edificio in classe B con impianto fotovoltaico da 100 kWp, pompe di calore, pavimento radiante e cappotto isolante, mentre è iniziato a maggio 2025 il rinnovamento e il raddoppio della potenza dell’impianto fotovoltaico sul tetto dello stabilimento arrivando a 200 KWp per una produzione superiore a 200.000 KWh all’anno. L’azienda ha anche deciso di implementare un sistema di energy monitoring attraverso una dashboard energetica che analizza i consumi elettrici in continuo e che darà indicazioni preziose su come e quando consumare per ottimizzare la spesa.

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motore più adatto alle proprie esigenze. Un ulteriore punto di forza è il sistema di rilubrificazione ottimizzato che garantisce la presenza del lubrificante solo dove necessario, evitando sprechi e dispersioni, anche in caso di elevate dinamiche di funzionamento. Infine, grazie alle caratteristiche di costruzione e agli accessori conformi allo standard ISO 8132, la Serie HPA rappresenta una valida alternativa ai cilindri idraulici, anche per applicazioni di grande potenza”, evidenziano da Servomech.

I cataloghi e i manuali sono accessibili online tramite QR code direttamente sui prodotti, permettendo ai clienti di consultare rapidamente la documentazione necessaria. “Attraverso il sito web www.servomech.it, è possibile configurare i prodotti, scaricare i modelli 3D e ottenere assistenza dal team commerciale e tecnico, sempre pronto a supportare clienti nazionali e internazionali in tutte le fasi, dalla progettazione alla spedizione”, concludono da Servomech.

SINAPSI ADOTTA

AMAZON BEDROCK:

AI GENERATIVA PER LE PMI

Sinapsi, azienda con sede a Imola, in provincia di Bologna, e oltre 25 anni di esperienza nello sviluppo di soluzioni software per le piccole e medie imprese che gestiscono i processi post-vendita di installazione, assistenza e manutenzione, è tra le prime realtà nel panorama nazionale ad aver adottato Amazon Bedrock per l’AI generativa. Amazon Bedrock è un servizio di Amazon Web Services (AWS) completamente gestito che mette a disposizione una selezione di modelli di fondazione (Foundation Models - FM) ad alte prestazioni delle principali aziende di AI. AWS ha reso disponibile Amazon Bedrock nella Regione AWS Europe (LLM), consentendo così ai clienti di individuare e accedere con facili-

tà a Large Language models (LLM) ad alte prestazioni per i loro specifici casi d’uso. “In qualità di Partner SAP Business One e AWS, Sinapsi guida oggi la trasformazione digitale in questo settore industriale attraverso soluzioni cloud integrate con intelligenza artificiale generativa. Amazon ha riconosciuto Sinapsi come partner certificato AWS, citandola tra le realtà italiane più innovative nell’adozione di modelli AI all’interno dell’ecosistema Bedrock”, spiega Stefano Manara, CEO di Sinapsi. La suite Logica, progettata e sviluppata interamente da Sinapsi, include strumenti verticali per settori specifici, dalla manutenzione alla logistica, e una soluzione ERP in cloud pensata per accompagnare la crescita delle micro e piccole imprese. Ogni componente è concepito per integrarsi con l’AI generativa, dando vita a un ecosistema software in grado di adattarsi e crescere insieme all’azienda. “Sinapsi ha integrato Amazon Bedrock nella piattaforma Logica per portare l’intelligenza artificiale generativa direttamente dentro i processi aziendali, con applicazioni pratiche e immediate”, continua Manara. Le funzionalità AI attivate in Logica comprendono l’automazione documentale, con la generazione automatica di report e riassunti, l’analisi semantica dei testi per l’estrazione di concetti e relazioni dai documenti aziendali, la creazione di assistenti conversazionali connessi ai dati gestionali, la ricerca semantica avanzata per rendere più intuitiva la consultazione dei

dati e, infine, la generazione e l’editing video a supporto del training e delle attività operative del personale. “Con l’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa, alimentata da Amazon Bedrock, abbiamo compiuto un passo significativo nell’ottimizzazione delle nostre offerte educative. Generando automaticamente tag precisi dalle trascrizioni video, abbiamo incrementato la ricercabilità e l’accessibilità dei nostri contenuti del 68%. Questo consente di offrire un’esperienza e-learning più raffinata ed efficace, permettendo agli utenti di navigare facilmente e apprendere dai nostri video risorse”, commenta Francesco Strazzullo, CTO di Sinapsi. “Dal 2023 forniamo soluzioni integrate con agenti AI, le cui principali problematiche sono la reale integrazione nei processi operativi e il controllo e monitoraggio dei costi. Con l’adozione di Bedrock, Sinapsi ha trovato una risposta adeguata. Il servizio potenzia i nostri ERP in cloud, offrendo ai nostri utenti un accesso immediato a strumenti avanzati e alla consultazione di un grande volume di dati per prendere decisioni rapide ed efficaci: si arricchisce l’utilizzo del patrimonio di dati storici dell’azienda, assicurando continuità di know-how di processi operativi”, conclude il CEO di Sinapsi, Stefano Manara.

“TRANSIZIONE ESG E 5.0”, IL WORKSHOP PROMOSSO

DA SINERGIE TECNOLOGICHE

La Transizione 5.0 e il suo legame con i principi ESG (Environmental, Social, Governance) sono stati al centro del workshop “Transizione ESG e 5.0”, che si è svolto lo scorso 6 marzo al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna. L’evento, promosso dalla società di consulenza bolognese Sinergie Tecnologiche e UniCredit con l’intervento di KPMG e la collaborazione dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale, ha riunito esperti e imprese per discutere di una trasformazione ormai irreversibile per il mondo dell’industria. Il workshop si è aperto con interventi di contesto da parte di figure chiave del settore. Paolo Brandolini di Sinergie Tecnologiche ha illustrato l’approccio agli incentivi

vita industriale

Stefano Manara, CEO di Sinapsi

disponibili per le imprese che intendono adottare la Transizione 5.0, mentre Francesco Fanelli e Massimiliano Navarra di UniCredit hanno esaminato gli strumenti finanziari a supporto di tale percorso. Luciano Colangelo di KPMG ha invece posto l’accento sul ruolo strategico delle PMI in questa trasformazione. Tra i temi trattati, anche il valore del capitale umano. Daniele Vacchi, presidente dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale, ha evidenziato il peso determinante delle nuove generazioni e del loro coinvolgimento attivo nei progetti di Transizione 5.0. Il cuore dell’evento è stato il confronto con le realtà industriali che hanno già avviato processi di trasformazione grazie agli strumenti di incentivazione. Andrea Anderlini, amministratore unico di Anderlini Meccanica, ha raccontato come, utilizzando in modo strutturato le opportunità di incentivazione per la transizione energetica e l’efficientamento d’impresa, abbia migliorato la competitività della sua impresa. Luca D’Adam, senior industrial controller & project manager di Smeg, ha poi illustrato le molteplici azioni intraprese dalla sua azienda per lo sviluppo del prodotto e del processo, con un focus sulla sostenibilità sociale. In particolare, ha sottolineato il valore di un nuovo approccio industriale che ha permesso a Smeg di riportare in Italia fasi produttive precedentemente delocalizzate. L’esperienza di Renato Dall’Agata, direttore tecnico e R&S di Fava, ha evidenziato come una visione di lungo termine, supportata dagli incentivi, abbia favorito l’introduzione in azienda di una nuova generazione di impianti innovativi, data-driven e applicabili a

contesti inimmaginabili fino a pochi anni fa. Questi sistemi, diffusi a livello globale, consentono di ottenere significative efficienze energetiche e una drastica riduzione dello spreco alimentare. Uno dei messaggi emersi con forza dal workshop è stato il legame tra innovazione tecnologica e sostenibilità: la Transizione 5.0 non riguarda solo la digitalizzazione o l’automazione dei processi, ma coinvolge anche una trasformazione culturale e organizzativa che parte dalle persone e dalla governance aziendale. Gli strumenti di incentivazione rappresentano di certo un’opportunità per accelerare questa evoluzione, ma la chiave del successo risiede nella capacità di avere una visione chiara e una solida competenza tecnica, fattori imprescindibili per affrontare il futuro con consapevolezza. La Transizione 5.0 è dunque già realtà: il mondo imprenditoriale è chiamato a coglierne le sfide e le opportunità, trasformando il cambiamento in un motore di crescita sostenibile.

SISMOCELL, TRIPLICATI

I RICAVI CON LA SICUREZZA SISMICA PER LE IMPRESE

Da startup innovativa ad azienda di riferimento nel settore dell’antisismica per l’industria: l’azienda bolognese Sismocell registra una crescita significativa. Negli ultimi tre anni sono stati triplicati i ricavi, mentre continuano gli investimenti di oltre il 15% del fatturato in attività di ricerca e sviluppo. E non solo, offre servizi e soluzioni sempre più complete affiancando

il percorso di messa in sicurezza aziendale con supporto tecnico specializzato, dai dettagli esecutivi al calcolo dei progettisti, integrandolo coi parametri dei dispositivi di tipo meccanico. “Il nostro obiettivo non è solo garantire la sicurezza sismica, ma permettere alle imprese di continuare a produrre anche dopo un evento critico, proteggendo il valore economico del loro lavoro”, spiega Andrea Vittorio Pollini, responsabile ricerca e sviluppo e membro del board di Sismocell. D’altra parte la sicurezza sismica è un tasto particolarmente delicato per il territorio emiliano. E la storia di Sismocell inizia proprio dopo il terremoto del 2012, quando due violente scosse colpiscono l’Emilia, lasciando un seguito disastroso, non solo in termini di vite umane, ma anche per l’economia dell’intera area. A pagare un prezzo alto sono, infatti, anche le imprese: capannoni industriali che crollano o diventano inagibili a causa delle loro fragilità costruttive. In molti casi si tratta di strutture prefabbricate con elementi semplicemente appoggiati e senza collegamenti efficaci, non in grado di resistere alle sollecitazioni sismiche. “Da quell’esperienza nasce Sismocell”, spiegano dall’azienda, “con una missione precisa: offrire soluzioni avanzate di sicurezza sismica per l’industria, capaci di proteggere non solo le persone ma anche il tessuto produttivo, garantendo la continuità operativa alle imprese anche subito dopo un sisma. In collaborazione con l’Università di Bologna e con il supporto di centri di ricerca come il CIRI Edilizia e Costruzioni, Sismocell sviluppa un primo dispositivo antisismico, SismoCell, realizzato in acciaio e fibra di carbonio e proget-

vita industriale

tato per creare connessioni dissipative tra le travi e i pilastri”. Poi è la volta di SismoBox, che consente di collegare tegoli e travi, e più di recente di SismoShock, che collega i pannelli di tamponamento e gli elementi strutturali. Tutti funzionano a fusibile dissipativo: non irrigidiscono la struttura, ma la rendono capace di “accompagnare” il terremoto, preservandone l’integrità. Queste soluzioni consentono agli elementi strutturali di muoversi in modo controllato durante il sisma, assorbendo energia e prevenendo i crolli. Si tratta di tecnologie facilmente adattabili alle diverse tipologie costruttive: i dispositivi Sismocell, possono infatti essere installati anche in presenza di fitte reti impiantistiche e sono dotati di marcatura CE, conforme alla normativa europea EN 15129.

“Oggi la nostra azienda è in grado di offrire soluzioni per realizzare ogni tipologia di collegamento nei capannoni prefabbricati ed è diventata il principale riferimento nel campo della sicurezza sismica per l’industria. Offre supporto tecnico ai progettisti, realizza dispositivi customizzati e continua a investire in ricerca e sviluppo. Ma soprattutto, è diventata un partner strategico per le imprese. Riesce anche, proprio grazie alla preparazione dello staff tecnico, a coordinare in modo adeguato le varie fasi degli interventi con le esigenze aziendali che dipendono dallo svolgimento delle opere. Facciamo in modo che, dopo un terremoto, le imprese possano continuare a fare ciò che sanno fare meglio: lavorare”, concludono da Sismocell.

SIT E SPAZZOLIFICIO BUSTESE,

NASCE UN GRANDE GRUPPO

NEL MONDO DELLE SPAZZOLE

Si allarga la famiglia di SIT - Società Italiana Tecnospazzole. La società di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna, con 117 anni di storia e oggi alla quinta generazione della famiglia Acquaderni, ha annunciato infatti ad aprile scorso l’accordo siglato con Spazzolificio Bustese, azienda di Arconate, in provincia di Milano, con quasi 80 anni di esperienza nella produzione di spazzole tecniche industriali, che entra ufficialmente a far parte del gruppo. L’operazione rappresenta un importante passo di crescita e consolidamento per il gruppo, che conterà ora 160 persone per quasi 3.000 clienti serviti in oltre 70 Paesi e un totale di quasi 5.000 tipologie diverse di spazzole tecniche che vengono prodotte ogni anno, ma soprattutto un esempio virtuoso di come due imprese familiari, profondamente radicate nel proprio territorio e accomunate da una visione industriale e umana, possano unirsi sotto il segno dei valori condivisi: attenzione alle persone, passione per il mestiere, responsabilità e spirito di squadra. Tullio Tellini manterrà il ruolo di amministratore delegato di Spazzolificio Bustese che, con un fatturato superiore ai 3 milioni di euro, continuerà a operare in piena autonomia produttiva nella storica sede di Arconate, dove 35 persone portano avanti quotidianamente una manifattura d’eccellenza rivolta a centinaia di clienti in tutto il mondo. A loro si aggiungono ora i 125 collaboratori di SIT. Anche il parco clienti si amplia: i quasi 400 clienti serviti ogni anno da Bustese si uniscono infatti ai 2.500 del Gruppo SIT. A sorprendere è anche la varietà produttiva: ogni anno, Spazzolificio Bustese realizza circa 1.200 articoli unici, che vanno ad aggiungersi ai 3.500 articoli distinti prodotti da SIT che raggiungono applicazioni in-

dustriali in tutto il mondo: dalla tipografia al tessile, dalla lavorazione del metallo all’automotive, passando attraverso l’aerospace e la meccanica di precisione, l’eccellenza made in Italy prende forma, una setola alla volta. “Innovazione nella continuità è la nostra purpose e crediamo che questa unione rappresenti appieno questo spirito: da una parte l’esperienza, la storia e il know-how di Spazzolificio Bustese, dall’altra la volontà comune di guardare avanti insieme, con umile entusiasmo, per affrontare le sfide future della spazzolatura tecnica”, afferma Alessandro Acquaderni, CEO di SIT, che guida l’azienda insieme ai fratelli Marco e Paolo, al padre Andrea e a un’affiatata squadra di manager. Nel suo discorso durante un recente evento interno del Gruppo SIT, Tullio Tellini ha parlato di “forte emozione, fede nella spazzolatura tecnica e sincero entusiasmo nel costruire insieme il futuro con la squadra SIT”. L’obiettivo condiviso è chiaro: rafforzare il servizio al cliente, sviluppare soluzioni tecniche avanzate, creare nuove opportunità per le persone già presenti in SIT e in Spazzolificio Bustese, e per quelle che si uniranno a questo progetto nei prossimi anni. “Il fattore umano e valoriale è stato semplicemente tutto,” conclude Alessandro Acquaderni. “Abbiamo iniziato a conoscerci nel 2022, ma solo nel 2024, dopo due anni di collaborazione commerciale, ci siamo resi conto di quanto fossimo allineati nei valori profondi. Questo ha reso naturale dare forma a un progetto comune”. L’unione tra queste due realtà è anche un messaggio positivo per il territorio e per il tessuto industriale italiano: un esempio di come la tradizione manifatturiera possa rinnovarsi guardando al futuro, senza perdere la propria anima.

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Il dispositivo Sismocell
Da sinistra: Alessandro e Andrea Acquaderni, Tullio Tellini, Paolo e Marco Acquaderni

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LA CERTIFICAZIONE

PER LA PARITÀ DI GENERE

So.sel, azienda modenese che da oltre 30 anni fornisce servizi gestionali e commerciali alle multiutility, ha ottenuto nei mesi scorsi l’attestato per la parità di genere (UNI/PdR 125:2022), a conferma del suo impegno e della sua capacità di creare un ambiente di lavoro sempre più attento all’equità e all’inclusione. La certificazione, con validità triennale, è stata rilasciata da Si Cert, ente certificatore accreditato, a seguito di un processo di audit che ha riconosciuto l’impegno concreto di So.sel nel valorizzare la diversità e nel favorire significativamente i processi di inclusione all’interno della società.

Si tratta di un ulteriore passo in avanti nel percorso continuo di crescita aziendale, iniziato sin dal 1999 con la prima certificazione di qualità e sviluppato poi negli anni seguenti con la certificazione ambiente (14001), salute e sicurezza (45001), responsabilità sociale (SA8000) nel 2017 e qualità del servizio contact center 18295-1 nel 2020. Mediante la creazione di un comitato aziendale sulla parità di genere, l’azienda modenese si pone l’obiettivo di garantire un’architettura di opportunità eque e trasparenti a tutti i lavoratori e le lavoratrici e di dare loro la possibilità di esprimere la propria unicità e le proprie capacità, per rafforzare anche il senso di appartenenza a So.sel. “Siamo orgogliosi di aver ricevuto questo riconoscimento, frutto dell’approccio strategico che abbiamo maturato sui temi della diversità, dell’inclusione e della parità di genere; come azienda al servizio di multiutilities abbiamo la responsabilità di contribuire al cambiamento culturale proposto anche dai Sustainable Development Goals (SDGs) definiti nell’ambito dell’Agenda 2030, cercando di essere un modello di riferimento virtuoso nella valorizzazione di questi temi. Un obiettivo che continueremo a portare avanti per perseguire una crescita sostenibile, integrando sempre di più gli ambiti ESG nei nostri piani aziendali”, spiega Andrea Malagoli, amministratore dele -

gato di So.sel. “L’ottenimento di questa certificazione conferma che all’interno di So.sel è forte la convinzione di dover proseguire nella creazione di uno spazio di riflessione sociale, e non solo di valore economico. L’attenzione all’equilibrio di genere si traduce sicuramente in un ambiente di lavoro più inclusivo, ma anche in una migliore allocazione del talento di tutte le persone, che nasce solo dalla legittimazione di punti di vista diversi”, continua ancora Malagoli. Venendo, infatti, da un’esperienza quasi decennale nell’ambito della certificazione sulla responsabilità sociale, molti dei requisiti da rispettare erano già temi centrali della politica aziendale e pertanto già pienamente raggiunti. Nello specifico, per So. sel fondamentale importanza rivestono l’equità remunerativa e la presenza femminile nelle figure apicali aziendali (dal CdA, ai responsabili di settore, fino ai referenti e team leader). “Questa nuova certificazione conseguita ci aiuterà a porre ancora più attenzione nella gestione del lavoro, del personale e nel miglioramento dell’ambiente lavorativo per renderlo ancora più inclusivo. Il dialogo e il confronto aperto e diretto con responsabili e referenti restano fondamentali per la nostra azienda”, conclude Alessandra Fascia, responsabile del settore call center e back office di So.sel.

DA SORCE E VANNINI

LA TECNOLOGIA SIMPLY CONNECT

È la novità dell’ultimo anno: da marzo 2024, infatti, Sorce e Vannini è distributore unico ed esclusivo per Bologna e provincia di una nuova e rivoluzionaria tecnologia che promette di cambiare radicalmente la gestione di tutti gli accessi automatizzati delle aziende. Si tratta di Simply Connect, la tecnologia FAAC grazie alla quale è possibile poter controllare e gestire, semplicemente usando il cellulare, tutti gli accessi automatizzati di cui un’azienda dispone. Questa nuova soluzione è stata progettata con il fine soprattutto di poter garantire a tutti coloro che lavorano in azienda la massima sicurezza, nonché una semplificazione di molte attività ordinarie con il conseguente risparmio di tempo. “I vantaggi che offre Simply Connect, che è installabile su tutte le automazioni FAAC e anche di altri brand, sono molteplici, in particolare per le imprese: innanzitutto, con una sola app da cellulare, si possono aprire e controllare tutti gli spazi automatizzati di un’azienda come cancelli esterni, magazzini, sale conferenze, parcheggi, per garantire la massima sicurezza a tutti coloro che vi lavorano all’interno; è possibile personalizzare gli accessi, che sono poi modificabili in qualsiasi

vita industriale

Da sinistra: Stefania Po, ufficio amministrazione; Adriano Cornaglia, responsabile ufficio gare; Barbara Goretti, responsabile amministrazione; Andrea Malagoli, presidente CdA; Alessandro Zironi, responsabile Certificazioni e RSPP, e Alessandra Fascia, responsabile call center e back office

LABORATORIO TEST, CINQUANT’ANNI DI SALUTE E INNOVAZIONE

Era il 1975 quando il laboratorio Test veniva fondato da un gruppo di docenti dell’Università di Modena specializzati in diverse aree disciplinari quali genetica medica, istopatologia, microbiologia e tossicologia, e da altri colleghi di area sanitaria, tra i quali anche il Professor Gianfranco Vivoli, docente di igiene presso lo stesso ateneo.

Fin dall’inizio il progetto si è concretizzato con lo sviluppo di una attività laboratoristica di alta qualità che nel tempo si è caratterizzata per il rigore scientifico applicato ai diversi servizi erogati con particolare attenzione per l’ambito della Medicina del Lavoro e del welfare aziendale.

Nasceva così a Modena una struttura sanitaria innovativa che, nel corso degli anni, avrebbe saputo distinguersi per l’affidabilità dei servizi, la qualità scientifica e l’attenzione al paziente. Oggi, a distanza di cinquant’anni, il laboratorio celebra una storia di crescita costante, innovazione e radicamento nel territorio. Nel tempo il laboratorio ha ampliato la propria presenza e i propri servizi, diventando un punto di riferimento per cittadini, medici e imprese. Oggi la sede principale si trova in viale Verdi a Modena, dove è attivo anche il centro diagnostico, un polo sanitario moderno e multidisciplinare in cui operano oltre 40 medici specialisti. A questo si affiancano la sede di Formigine, con laboratorio analisi e un poliambulatorio, e quella dedicata alla medicina del lavoro in via Corassori, sempre a Modena.

Sopra, da sinistra: Alessandro Rossi, direttore generale, Gianfranco Vivoli, direttore scientifico, e Roberto Vivoli, direttore sanitario di Test

dicina del lavoro, la biotossicologia, l’igiene ambientale e le analisi alimentari, rappresentando un partner affidabile per imprese di ogni dimensione.

Sebbene negli anni questo specifico settore abbia visto la concentrazione della proprietà di molte strutture sanitarie private in grandi multinazionali e società finanziarie, il Laboratorio Test ha mantenuto la propria indipendenza e continua ad operare con una compagine societaria in cui sono presenti, oltre ad alcuni soci fondatori, altri soci che operano sia all’interno dello stesso laboratorio che in diverse altre strutture sanitarie.

“Professionalità e utilizzo di strumentazione all’avanguardia come Roche, Beckman Coulter, Biomerieux, Perkin Elmer, Hologic sono state il binomio vincente che ci ha accompagnati nei nostri 50 anni di vita, permettendoci di crescere, ampliarci e offrire servizi sempre più mirati, in linea con le aspettative del singolo utente privato o del mondo del lavoro”, dichiara il professor Vivoli.

Il laboratorio offre infatti un ampio ventaglio di esami: oltre alle analisi di base, vengono eseguiti test altamente specialistici in settori come la genetica medica, la citoistopatologia e la tossicologia. Grazie a un team di professionisti qualificati e a un’organizzazione capillare, Laboratorio Test riesce a rispondere tempestivamente alle esigenze diagnostiche più diverse. Inoltre, un ruolo importante è svolto anche nell’ambito aziendale. Il laboratorio modenese fornisce infatti servizi integrati per la me-

La struttura tecnica è oggi guidata da una squadra direzionale coesa e competente: la dottoressa Sara Verri, direttrice dell’area laboratori; la dottoressa Laura Cavani, direttrice tecnica del laboratorio di Modena; la dottoressa Sara Arlandini, a capo della sede di Formigine; mentre il Centro Diagnostico è sotto la direzione sanitaria del dottor Roberto Vivoli, specialista in medicina del lavoro. Attualmente operano nella struttura 33 dipendenti, prevalentemente di sesso femminile (oltre 80%), di cui quasi il 60% è laureato in discipline scientifiche. Inoltre, il laboratorio si avvale della collaborazione di oltre 40 medici specialisti e altri 30 operatori sanitari.

Guardando al futuro, Laboratorio Test punta a rafforzare i propri centri di eccellenza a livello regionale e ad affermarsi in alcuni ambiti specialistici anche a livello nazionale. Un altro obiettivo strategico è l’avvio di un processo di digitalizzazione delle analisi, che renderà i servizi ancora più rapidi, efficienti e integrati.

“La crescita del laboratorio è stata resa possibile grazie alla forte attenzione prestata all’ampliamento e alla qualificazione dei settori analitici offerti ai pazienti, senza tralasciare il grande impegno di tutti i collaboratori che hanno contribuito allo sviluppo della nostra attività. Mezzo secolo di storia non è solo un traguardo, ma anche un’occasione per dire grazie: a chi ha fondato, lavorato, creduto e costruito questa realtà. Oggi guardiamo con orgoglio al passato e con entusiasmo al futuro, continuando ad essere, ogni giorno, al servizio della salute”, conclude il professor Vivoli.

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momento, ai vari spazi aziendali a seconda della mansione o ruolo di dipendenti, fornitori, visitatori occasionali; ogni dipendente, collaboratore o fornitore potrà aprire e chiudere personalmente ogni accesso solo se preventivamente autorizzato con lo smartphone dalla proprietà dell’azienda o da chi da essa è preposto a svolgere il ruolo di supervisione degli accessi; infine, vi è la possibilità di gestire gli accessi automatizzati anche con i comandi vocali di Google Assistant e Alexa”, spiegano da Sorce e Vannini. “Simply Connect è installabile in qualsiasi zona, grazie a wi-fi, LAN o rete dati mobile; è garantita l’operatività in ogni momento, anche in caso di assenza di internet, grazie alla tecnologia bluetooth, ed è predisposta la manutenzione predittiva con un monitoraggio costante e continuo da remoto del funzionamento degli accessi automatizzati da parte dell’installatore, pronto a intervenire su eventuali guasti in modo rapido e immediato”, proseguono dall’azienda bolognese. Sorce e Vannini da oltre 40 anni è un importante punto di riferimento per Bologna e provincia come partner ufficiale FAAC per un’ampia gamma di soluzioni automatizzate per ogni tipo di edificio, sia per privati che per aziende di qualsiasi tipologia e dimensione. Da gennaio 2024 l’azienda ha cambiato proprietà, essendo stata acquisita da Assigeco, importante broker assicurativo milanese che ha l’obiettivo, attraverso un piano di reindustrializzazione già attivato, di rendere ancora più performante e moderna questa società. Con più di 16.000 clienti gestiti negli ultimi cinque anni e un fatturato 2024 che si attesta sui 5 milioni di euro, Sorce e Vannini Service è riconosciuta sul territorio bolognese per i suoi servizi che arrivano fino anche al “chiavi in

mano” di cancelli automatizzati, basculanti elettriche per garage, sistemi di controllo accessi, tornelli, soluzioni automatizzate per parcheggi, porte industriali, dissuasori per il traffico, barriere veicolari, ingressi speciali. Completano l’ampia gamma di soluzioni offerte da Sorce e Vannini anche sistemi di allarme e videosorveglianza.

STERIGENICS ITALY,

COLLABORATORI AL CENTRO

CON IL WELFARE AZIENDALE

“Crescere come azienda significa crescere come comunità”. Forte di questa convinzione, da sempre Sterigenics Italy, realtà di Minerbio, in provincia di Bologna, parte del gruppo Sotera Health Company, pone grande attenzione ai propri collaboratori, garantendo un ambiente di lavoro positivo, sano e inclusivo, al territorio e alla comunità locale in cui opera. All’inizio del 2025 l’azienda ha ottenuto la certificazione UNI/ PdR 125:2022 per la parità di genere, rilasciata da DASA Group, ente certificatore accreditato. In particolare, il processo di certificazione ha comportato una valutazione approfondita, basata su indicatori qualitativi e quantitativi in sei aree critiche: cultura aziendale, governance, processi di selezione, opportunità di carriera e crescita professionale per le donne, equità retributiva, congedo parentale e conciliazione vita-lavoro. Un impegno quello di Sterigenics Italy che non si ferma alle sole certificazioni, ma che punta in modo tangibile al welfare di tutti i collaboratori e al ruolo di protagonista attivo nella comunità locale. A metà giugno, a testimonianza di tutto questo, si è tenuto il Family Day aziendale: una giornata di festa e condivisione in cui le famiglie dei collaboratori sono potute entrare in azienda e hanno potuto prendere parte a laboratori creativi, giochi e visite guidate. Sempre a sostegno della conciliazione tra vita

Marco Fantoni, amministratore delegato di Sterigenics Italy

privata e lavoro, pensando al benessere dei collaboratori e delle loro famiglie, Sterigenics ha promosso i centri estivi gratuiti per i figli dei dipendenti: un servizio che offre ai più piccoli, nei mesi estivi, durante la chiusura scolastica, varie attività educative, sportive e ludiche. Inoltre, sono partite nei mesi scorsi sessioni di formazione sul benessere mentale, incontri aperti a tutti i livelli aziendali per fornire strumenti concreti su temi quali gestione dello stress, ascolto attivo, equilibrio emotivo e benessere psicologico. E, per rafforzare lo spirito di squadra anche fuori dall’ufficio, l’azienda ha organizzato lo scorso inverno una giornata sulla neve, tra discese sugli sci, escursioni e relax. Tutte queste iniziative si aggiungono a benefit già attivi da diversi anni: dalla frutta fresca quotidiana in azienda alle attività di prevenzione sanitaria, che includono screening periodici, incontri con specialisti e campagne di sensibilizzazione. Quest’anno l’azienda ha partecipato anche all’iniziativa “Salute in Comune”, promossa dal comune di Minerbio, che ha permesso a dipendenti, mogli, compagne e figlie di accedere a screening gratuiti per la prevenzione dei tumori al seno. “Crediamo che il vero motore della crescita siano le persone, per questo Sterigenics continuerà a investire nel loro benessere, con la convinzione che un ambiente di lavoro sano e positivo sia il primo vero passo per ogni successo, presente e futuro. Un’azienda che non si limita a parlare di welfare, ma lo rende realtà quotidiana. Con iniziative concrete, ascolto attento e una visione chiara:

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costruire un ambiente in cui lavorare significhi anche crescere, sorridere, vivere meglio”, dichiara Marco Fantoni, amministratore delegato di Sterigenics Italy. Fondata nel 1969 come Gammarad Italia, nel 2014 l’azienda è entrata a far parte del gruppo Sterigenics International diventando Sterigenics Italy. Oggi, Sterigenics fa parte del gruppo Sotera Health Company che conta 64 stabilimenti in tutto il mondo e oltre 3.000 dipendenti, un punto di riferimento mondiale nei servizi di sterilizzazione conto terzi per i settori farmaceutico, dei dispositivi medici, del packaging farmaceutico, della sicurezza alimentare e nei trattamenti avanzati di chimica dell’irraggiamento.

STOORM5, FOCUS SU NIS2

E CYBERSECURITY INDUSTRIALE

Edge SDN è la risposta di Stoorm5, realtà bolognese che ha maturato dieci anni di esperienza nel settore della digitalizzazione industriale, alle esigenze di protezione richieste dalla NIS2. Infatti, la direttiva europea NIS2 è diventata realtà, introducendo un nuovo paradigma di responsabilità per le aziende industriali e le infrastrutture critiche: non basta più proteggere i dati, occorre garantire la continuità operativa dei processi produttivi, anche in presenza di attacchi informatici. Nel contesto dell’Industry 4.0 e 5.0, dove l’interconnessione tra IT e OT espone la rete industriale a minacce sempre più sofisticate, la cybersecurity industriale diventa una componente fondamentale della resilienza aziendale. Fermare un impianto non significa solo perdere produttività, ma può compromettere la qualità, la sicurezza fisica e la fiducia del mer-

cato. “Edge SDN è un sistema di protezione della rete brevettato che utilizza l’infrastruttura esistente per creare una barriera di sicurezza attorno ai sistemi critici, isolando le minacce e assicurando la continuità operativa”, spiegano da Stoorm5. “Si tratta di una tecnologia che supera l’approccio tradizionale della sola prevenzione, introducendo un modello attivo di resilienza. Edge SDN assicura piena conformità alla direttiva NIS2, rispondendo anche ai requisiti di altre normative chiave come la IEC 62443, Dora per il settore finanziario e la nuova normativa macchine, che introduce obblighi specifici in materia di sicurezza digitale per i costruttori e utilizzatori di macchinari industriali”. Edge SDN oggi protegge numerosi impianti, dal settore manifatturiero a quello del food e beverage, e infrastrutture critiche e l’efficacia del suo approccio è stato riconosciuto da importanti premi nazionali, come il Premio Speciale CIOsumm.IT 2024 nella categoria Information & Cybersecurity, assegnato nell’ambito del contest promosso da Digital360 per valorizzare i migliori progetti di trasformazione digitale in ambito aziendale e pubblico. E ancora, il Premio America Innovazione 2025, un riconoscimento nazionale riservato alle migliori startup e PMI italiane impegnate in percorsi di innovazione tecnologica ad alto impatto tecnologico. “Accanto alla tecnologia, la nostra società offre anche servizi strategici di audit e assesment, che aiutano le aziende a valutare il proprio livello di conformità, identificare punti deboli, implementare le misure correttive e proteggere l’investimento esistente in infrastrutture industriali e soluzioni digitali”, proseguono dall’azienda bolognese. In conclusione, Stoorm5 si propone come un partner strategico per tutte le imprese che vogliono affrontare le sfide dell’evoluzione industriale in ottemperanza alla NIS2, con un approccio integrato, flessibile e basato su esperienza reale nel campo OT e cybersecurity. “Che si tratti di progetti di digitalizzazione, messa in sicurezza degli impianti o adeguamento normativo, siamo in grado di accompagnare le imprese lungo l’intero percorso, garantendo sempre protezione, conformità e continuità operativa”, concludono da Stoorm5.

STRADA DEL JAZZ, UN PROGETTO DI VALORE A CUI ASSOCIARE IL PROPRIO MARCHIO

La notte bianca jazz quest’anno è alla quindicesima edizione: si tiene venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 settembre 2025 nel centro di Bologna. Attraversa varie fasce di età, con la sua dimensione creativa, glamour, vicina allo spirito giovane, che regala atmosfere suggestive, dando vita a espressioni molteplici, dalla più sofisticata alla più soft, introducendo a esperienze mai banali, ma allo stesso tempo non elitarie, capaci anzi di sedurre un pubblico ampio. È un evento di grande richiamo per pubblico e media, tipico di situazioni in cui giovani, musica, cultura, tradizione, glam si incontrano in un momento di entertainment diffuso, ma non dispersivo, dove ogni parte del centro storico potrà essere illuminata da un momento speciale. Durante la tre giorni della Strada del Jazz il centro storico sarà pedonalizzato, tutti i negozi saranno aperti fino a sera tardi, i bar e i ristoranti proporranno cocktail e menù dedicati al Jazz. Tra gli sponsor, oltre al Comune di Bologna e a Bologna Estate, anche la Fondazione del Monte, la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Emilbanca, Confindustria Emilia Area Centro e molte imprese. “Sono molte le possibilità per le aziende di essere protagoniste aderendo come sponsor, tra cui: il sito web www.lastradadeljazz.it, le pagina Facebook e Instagram dedicate all’evento con link attivo dello sponsor; 50mila cartoline per street marketing con logo dello sponsor; annunci pubblicitari, con logo dello sponsor, nella settimana precedente l’evento su Il Resto del Carlino, La Repubblica Bologna, Il Corriere della Sera edizione Emilia-Romagna”, spiega Paolo Alberti, dell’organizzazione generale di Strada del Jazz. Tra i tanti festival italiani, la Strada del Jazz, ha una caratteristica unica: la posa delle stelle di marmo sulla centralissima Via Orefici/Caprarie dedicate ai grandi interpreti americani che hanno suonato in città negli anni d’oro del Bologna Jazz Festival di Alberto Alberti. “La Strada del Jazz è soprattutto un evento sociale e lo stare in strada, ad ascoltare la musica jazz, è un momento di libertà, un’occasione di incontro, di socia-

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Da sinistra: Alessandro Pernafini, Maurizio Lenzi e Aldo Campi di Stoorm5

lizzazione, di partecipazione alla vita civile e culturale di Bologna, in cui grandi musicisti e piccole jazz band con il loro swing rendono possibile un grande connubio intergenerazionale e interculturale”, continua Paolo Alberti. Per molto tempo via Caprarie/Orefici è stata il crocevia del jazz internazionale a Bologna per la presenza al civico 3 del Disclub di Alberto Alberti. Dalla fine degli anni Cinquanta fino a metà degli anni Settanta Bologna è stata la meta ambitissima per i cultori della musica jazz. La città ha ospitato sedici edizioni di uno dei primi e forse più importanti Festival Jazz europei, organizzato da Alberto Alberti. Sui palcoscenici dei teatri cittadini e anche al Palazzo dello sport si sono esibiti i nomi più significativi dell’intera storia del jazz. Per ricordarli, sul marciapiede di via Caprarie/Orefici, viene posata ogni anno una stella di marmo dedicata a uno di loro.

L’Hollywood Boulevard del Jazz bolognese si è arricchito ogni anno di grandi stelle, cominciando nel 2011 con Chet Baker, proseguendo nel 2012 con Miles Davis e Lucio Dalla, nel 2013 Ella Fitzgerald e Henghel Gualdi. Nel 2014 Duke Ellington e Thelonious Monk. Nel 2015 Sarah Vaughan e Dizzy Gillespie. Nel 2016 Dexter Gordon e Cedar Walton. Nel 2017 Max Roach. Nel 2018 Charles Mingus; 2019 Gerry Mulligan. Nel 2020 Gato Barbieri, nel 2021 Benny Goodman, nel 2023 Bill Evans, nel 2024 Amedeo Tommasi e Jimmy Villotti.

INDUSTRIA E AI, TECO OFFRE

SPAZIO A UN DIBATTITO

L’importanza dell’intelligenza artificiale per l’industria, le evoluzioni continue che si susseguono da diversi anni a questa parte e il futuro che legherà questi due mondi sono stati al centro di un dibattito organizzato nel marzo scorso da TECO, tra i principali protagonisti in Italia nella distribuzione di cavi per i settori industriale e automotive. L’evento “AI e industria: sfide, opportunità e impatto per le imprese”, promosso da TECO presso la sua sede di Castel Maggiore, alle porte di Bologna, ha voluto accendere i riflettori sul potenziale trasformativo dell’AI per il tessuto produttivo, in particolare per le PMI: si è tenuto un vivace confronto tra istituzioni, imprese, mondo accademico e associativo, con l’obiettivo di delineare il futuro tecnologico del Paese. Dopo il saluto di benvenuto di Giorgia Roversi, general manager di TECO, sono intervenuti il viceministro delle imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini, il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, e Giorgio Prodi, professore di economia applicata all’Università di Modena e Reggio Emilia e direttore dell’MBA Hybrid presso la Bologna Business School. Valentini ha dichiarato: “Non dobbiamo avere paura dell’intelligenza artificiale. L’AI rappresenta una leva competitiva fondamentale per le imprese italiane e un’opportunità straordinaria per rafforzare le

eccellenze dell’Emilia-Romagna. Ringrazio TECO per aver promosso questa iniziativa che stimola un dialogo concreto tra mondo produttivo e innovazione”. Il vicepresidente Colla ha invece sottolineato che “digitalizzazione e innovazione sono pilastri dello sviluppo del nostro territorio. L’AI può supportare in modo decisivo la modernizzazione delle PMI, permettendo loro di affrontare le sfide globali con strumenti più avanzati e sostenibili”. Nel suo intervento, il professor Prodi ha ricordato che “l’intelligenza artificiale è un ambito strategico su cui l’Europa deve investire per non rimanere indietro nella competizione globale. Ma è anche uno strumento che va gestito con attenzione, garantendo una governance che bilanci innovazione, inclusione e sostenibilità”. A questi interventi, è poi seguita una tavola rotonda, moderata da Luca Zorloni, direttore di Wired, che ha visto la partecipazione di voci autorevoli del panorama imprenditoriale. Claudio Bassoli, presidente e amministratore delegato di Hewlett Packard Enterprise, ha evidenziato: “L’AI non è più solo una tecnologia emergente, ma uno strumento strategico per ottimizzare i processi industriali e creare valore. Le imprese che investono oggi in AI si stanno preparando al futuro”. Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia, ha aggiunto: “L’intelligenza artificiale offre una straordinaria opportunità di crescita. È fondamentale che le aziende, soprattutto le medie e piccole, siano accompagnate in un percorso consapevole e sostenibile di adozione delle tecnologie”. A concludere l’evento, le parole di Giorgia Roversi: “Siamo orgogliosi di aver ospitato questo momento di dialogo e confronto, che ha messo in luce quanto sia urgente e strategico integrare l’AI nei processi produttivi per un futuro più competitivo e responsabile”. TECO è una realtà specializzata nella progettazione, consulenza e vendita di oltre 1500 cavi speciali made in Italy e 5000 referenze di passacavi e componenti selezionati dai migliori partner tecnologici del settore disponibili a stock all’interno di un magazzino efficiente e completamente digitalizzato. Fondata nel 1982 da Roberto Roversi, nel corso degli anni l’azienda è cresciuta grazie alle sue competenze tecniche e a un impegno costante verso l’innovazione, distinguendosi per la sua dedizione nell’offrire soluzioni altamente tecnologiche e servizi di eccellenza ai clienti in tutto il mondo. Per info www.tecoit.com

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IL PREMIO

CILIEGIA D’ORO 2024

A ERIKA COPPELLI

Erika Coppelli, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale modenese “Il Tortellante” ha ricevuto il Premio Ciliegia d’Oro 2024. Il prestigioso riconoscimento, istituito nel 1981, è promosso ogni anno dal Centro Studi Vignola con il sostegno dell’azienda Toschi Vignola e di BPER Banca per rendere omaggio a personalità che si sono particolarmente distinte in campo sociale, culturale, imprenditoriale, sportivo o umanitario. In particolare, la giuria ha assegnato il

riconoscimento a Erika Coppelli “per il costante e straordinario impegno nel ruolo di presidente dell’Associazione Tortellante, che rappresenta un’eccellenza nel campo del sociale, dedicata alla promozione dell’inclusione delle persone autistiche. Attraverso percorsi esperienziali innovativi, finalizzati a favorire l’autonomia e il potenziamento delle loro capacità, Erika Coppelli ha saputo creare un modello che va oltre l’assistenza, offrendo opportunità di crescita personale e professionale per chi vive situazioni di fragilità. Il suo operato non si limita alle persone direttamente coinvolte, ma si estende anche alle loro famiglie, che trovano nell’Associazione un supporto concreto per affrontare le difficoltà quotidiane e una guida preziosa per il delicato momento del ‘dopo di noi’”. Laureata in giurisprudenza, Erika Coppelli è dal 2018 presidente de il Tortellante Aps di Modena, associazione di promozione sociale che sostiene i ragazzi con disturbo dello spettro autistico e le loro famiglie, creando un luogo di socializzazione e condivisione e offrendo ai ragazzi la possibilità di intraprendere

un percorso lavorativo, attraverso la produzione di pasta fresca. Nel 2022 l’equipe scientifica de Il Tortellante, in collaborazione con Unimore, ha pubblicato uno studio che dimostra l’efficacia dei progetti dell’associazione, sulla rivista “Research in Developmental Disabilities” della casa editrice scientifica olandese Elsevier. Nel 2023 Il Tortellante ha ricevuto il premio Bontà di EmiliaFoodFest, mentre nel 2024 una delegazione dell’associazione è volata a New York per partecipare alla Conferenza annuale della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Sempre nel 2024 si è svolto per la prima volta in Italia il G7 sulla disabilità che ha offerto un’importante piattaforma per discutere strategie e politiche mirate a promuovere l’inclusione delle persone con disabilità: il Tortellante era presente con una delegazione di ragazzi e operatori. “Ricevere il Premio Ciliegia d’Oro 2024 è per me un onore profondo e una grande emozione. Questo riconoscimento non è solo un tributo personale, ma un segno tangibile dell’importanza del lavoro che ogni giorno portiamo avanti con il Tortellante. Dedico questo premio ai ragazzi, alle famiglie e a tutte le persone che credono in un futuro più inclusivo. È insieme a loro che costruiamo un modello di autonomia, dignità e integrazione, dove la fragilità diventa risorsa e la comunità si fa davvero rete. Grazie di cuore a chi ha scelto di premiare questa visione”, ha dichiarato Erika Coppelli ritirando il premio durante la cerimonia dello scorso 17 maggio. “La Ciliegia d’Oro è un riconoscimento che vuole premiare chi, con passione e tenacia, sostiene i valori del nostro territorio. Assegnare il Premio Ciliegia d’Oro a Erika Coppelli significa riconoscere il grande valore del suo impegno nel costruire spazi concreti di dignità, autonomia e inclusione, con un bellissimo progetto che parla di territorio, di tradizione, di cucina, ma soprattutto di umanità”, ha sottolineato Massimo Toschi, presidente del Centro Studi Vignola.

Da sinistra: Massimo Toschi, presidente del Centro Studi Vignola, Emilia Muratori, sindaca di Vignola, ed Erika Coppelli, presidente dell'associazione "Il Tortellante"

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Da sinistra: Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia, Giorgia Roversi, general manager di TECO, Claudio Bassoli, presidente e amministratore delegato di Hewlett Packard Enterprise, e Luca Zorloni, direttore di Wired

VAR ONE OTTIENE

QUATTRO PREMI SAP

Per Var One il 2025 si è aperto con importanti riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, che premiano non solo i risultati raggiunti, ma anche il profondo processo di trasformazione organizzativa avviato dal gruppo. Var One, parte di Var Group, azienda gold partner di SAP, con oltre 15 sedi dirette in tutta Italia, due delle quali in Emilia-Romagna, è oggi protagonista di una visione innovativa del business e del mondo del lavoro. Abbandonando l’approccio a ‘silos’ in favore di un modello integrato basato su soluzioni complete e sinergiche, l’azienda promuove un nuovo modo di operare sul mercato, mettendo al centro le esigenze del cliente, la collaborazione tra competenze diverse e la velocità di adattamento al cambiamento. Var One, con le sue varie filiali e un ecosistema composto da oltre 40 imprese, si conferma un punto di riferimento per le PMI italiane nel settore ICT. Forte di un’esperienza trentennale come rivenditore delle soluzioni SAP, l’azienda continua ogni anno a consolidare la propria posizione sul mercato, tracciando nuove linee guida per affrontare un contesto economico e tecnologico in continua evoluzione. In questo contesto, i premi ricevuti assumono un valore ancora maggiore. I primi due riconoscimenti, “Partner of the Year” e “Market Expansion”, sono stati conferiti a febbraio durante il SAP Partner Kick-Off Meeting Italy, a conferma del successo della collaborazione con SAP Italia, in particolare nell’ambito dell’ERP SAP Business One. Questi premi sottolineano l’efficacia dell’approccio strategico adottato da Var One, che appare capace di cogliere nuove opportunità di mercato.

Poche settimane dopo, a Barcellona, in occasione del SAP Partner Summit for Midmarket, evento che riunisce i partner SAP a livello globale, Var One ha ottenuto altri due prestigiosi riconoscimenti internazionali: “Net New Name Award” e “Highest Revenue Award”. Premi che testimoniano l’impegno costante verso l’innovazione, la crescita e una solida partnership con SAP, fondata su obiettivi comuni e una visione

condivisa.

“Questi riconoscimenti non sono solo motivo di orgoglio, ma la conferma che la strada intrapresa, fatta di integrazione, innovazione e ascolto del mercato, è quella giusta”, afferma Alberto Frambrosi, amministratore delegato di Var One. “In un mondo in continuo cambiamento, abbiamo scelto di evolvere il nostro modello organizzativo per offrire soluzioni e competenze sempre più complete e sinergiche. Siamo convinti che il vero valore risieda nelle persone e nella capacità di lavorare insieme per generare innovazione concreta”. La nuova struttura organizzativa di Var One riflette una forte attenzione alla comprensione delle dinamiche di mercato, all’anticipazione dei trend tecnologici e alla valorizzazione del ruolo strategico dei vendor nel sostenere la crescita del business. L’obiettivo è chiaro: fornire alle PMI italiane non solo strumenti tecnologici, ma anche visione, metodo e supporto per affrontare le sfide della digital transformation. In Emilia-Romagna, Var One è presente con diverse sedi operative, espressione concreta della vicinanza territoriale che caratterizza da sempre l’approccio dell’azienda. Una presenza capillare che consente di mantenere vivo il contatto umano, offrendo consulenza e supporto personalizzati. Oltre la tecnologia, infatti, Var One crede fortemente nel valore delle relazioni, nell’ascolto attivo dei bisogni dei clienti e nella capacità di costruire insieme percorsi di crescita e innovazione. È grazie a questa visione aperta e dinamica che Var One e il suo ecosistema continuano ad affermarsi.

WIENERBERGER, LE INIZIATIVE PER LA SOSTENIBILITÀ

Un momento di condivisione della cultura aziendale sul tema della biodiversità. Si è svolta lo scorso 12 aprile “Fiori di sostenibilità”, la giornata della biodiversità di wienerberger che ha coinvolto le scuole del territorio, i dipendenti, le loro famiglie e le autorità locali. L’occasione conviviale ha visto l’organizzazione di visite guidate attraverso un vero e proprio percorso sostenibile che, a partire dalla scuola elementare di Bubano - un piccolo borgo nel comune di Mordano, in provincia di Bologna - e passando per l’impianto produttivo wienerberger si è concluso nell’area scelta per la vera e propria semina dei fiori. In risposta all’urgente necessità di preservare la biodiversità in un contesto di cambiamenti climatici e il crescente impatto antropico, l’azienda produttrice di laterizi già da anni ha adottato un vero e proprio piano d’azione, il “Biodiversity Action Plan”, finalizzato a preservare e sviluppare la flora e la fauna all’interno e nei pressi dei propri impianti produttivi. Nel 2021 wienerberger ha avviato la definizione e implementazione di iniziative significative presso lo stabilimento produttivo di Mordano, quali l’installazione di arnie, l’aumento della piantumazione di alberi e l’installazione di nidi e di “bug hotel”. wienerberger Italia, da sempre impegnata nello sviluppo di soluzioni per l’involucro edilizio all’avanguardia per la costruzione di edifici energeticamente efficienti e duraturi, riconosce la necessità di un approccio olistico alla sostenibilità ambientale. Negli ultimi anni, l’azienda ha focalizzato sempre più le proprie risorse e strategie sulla compatibilità tra produzione di materiali per l’edilizia e tutela dell’ambiente, dimostrando un impegno costante verso pratiche e processi ecosostenibili. Si inserisce in questo solco, ad esempio, l’ideazione di pareti massive in laterizio che offrono eccellenti livelli di comfort sia durante il gelido inverno che nei periodi di intenso calore estivo, garantendo una efficace protezione termica che consente di ridurre i consumi energetici e aumentare il benessere abitativo. Grazie all’elevato spes-

vita industriale

sore della muratura e al design accattivante degli elementi di finitura a vista in laterizio wienerberger, infatti, è possibile realizzare pareti massive dall’estetica raffinata e ad alta efficienza energetica, riducendo i costi di raffreddamento e riscaldamento senza la necessità di un cappotto termico. Risale poi allo scorso maggio il lancio, in collaborazione con Yacademy, della prima edizione del corso in Earth Architecture, un programma di alta formazione per scoprire le potenzialità del laterizio. “Questo progetto didattico d’avanguardia e altamente specializzante, che raccoglie le più rilevanti esperienze internazionali del settore e offre tre borse di studio a copertura totale del costo di iscrizione per gli studenti più meritevoli, fornirà una preziosa esperienza pratica e un networking di alto livello nel campo della progettazione sostenibile in laterizio. Formati all’uso di uno fra i più antichi e suggestivi materiali da costruzione nelle proprie forme più diverse, i progettisti impareranno a conoscere gli stru-

menti tecnici per un adeguato utilizzo delle tecniche costruttive in terracotta nell’architettura”, spiegano da wienerberger.

XIBER SUPPORTA

LE IMPRESE

NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

Ogni estate il sistema energetico nazionale è messo sotto pressione da temperature elevate e picchi di consumo, con conseguenti aumenti dei costi dell’energia, soprattutto per l’industria. Il cambiamento climatico e le incertezze del mercato rendono l’efficientamento energetico una necessità strategica. In questo contesto XIBER ESCo, del Gruppo TESYA, supporta le imprese nella transizione energetica con soluzioni multi-tecnologia integrate. Affidarsi a XIBER significa investire oggi per un futuro più efficiente, sostenibile e competitivo. Parlare di efficientamento energetico non è più un’opzione, ma una priorità strategica che permette di trasformare l’energia da costo a vantaggio competitivo. Per farlo servono una visione ampia, competenze in continua evoluzione e una pianificazione capace di guardare al medio-lungo periodo. Le soluzioni di XIBER integrano diverse tecnologie: impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo a batteria, elettrifi-

cazione dei processi industriali, pompe di calore, sistemi di illuminazione efficiente e servizi avanzanti. Un unico interlocutore affidabile accompagna il cliente in tutte le fasi del progetto: dalla diagnosi energetica e finanza agevolata, alla progettazione e realizzazione delle soluzioni, fino all’assistenza post-installazione con programmi di manutenzione, monitoraggio da remoto e ottimizzazione dei parametri di esercizio. Scegliere un partner unico significa evitare sprechi di tempo e risorse, semplificando la gestione tecnica e amministrativa dei progetti e trasformando la complessità in un’opportunità di crescita concreta: risparmi economici misurabili, maggiore indipendenza energetica, riduzione delle emissioni e rafforzamento della competitività sul mercato. Questa strategia permette di mettersi al riparo dalle fluttuazioni imprevedibili dei costi dell’energia e di pianificare con maggiore stabilità il futuro della propria impresa. “Un esempio concreto? Una nota azienda del settore alimentare del territorio, con consumi annui pari a 14.000 MWh di energia elettrica e 91.000 Sm³ di gas, per una spesa energetica complessiva di 3.200.000 euro e circa 3.800 tonnellate di CO₂ emesse. XIBER ha progettato e realizzato un intervento integrato che ha previsto l’installazione di un impianto fotovoltaico da 1.500 kWp, l’elettrificazione del riscaldamento degli uffici, un sistema di Power Quality, tecnologia dedicata al risparmio energetico grazie alla riduzione delle perdite di rete, l’upgrade degli smart meter, l’installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici e un sistema completo di asset management e manutenzione. I risultati? Una riduzione del 30% della spesa elettrica, -40% sul gas, -30% sulle emissioni di CO₂ e un tempo di ritorno dell’investimento inferiore a cinque anni”, dichiarano da XIBER. Nel pieno di un’estate che si preannuncia ancora una volta critica sotto il profilo energetico, la sfida non è solo resistere al caldo. È investire, oggi, per costruire un futuro più efficiente e sostenibile. E farlo con il giusto alleato può fare la differenza: “XIBER è la soluzione per affrontare con lucidità e competenza questa transizione: un partner affidabile per trasformare l’efficienza energetica in vantaggio competitivo”, concludono dall’azienda.

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Speciale Assemblea Generale 2025

TECHNOLOGY FOR PASSION

Un grande Gruppo per grandi traguardi. Cinque realtà al servizio dei settori: Formula 1, Motorsport, NASCAR, Aeronautica, Elicotteristico.

Sonia Bonfiglioli eletta presidente di Confindustria Emilia

Valter Caiumi cede il testimone all'ingegnere Sonia Bonfiglioli che ha indicato come vicepresidenti Andrea Pizzardi e Fabio Tarozzi per il mandato che scadrà nel 2029

Èstato un appuntamento particolarmente importante quello di venerdì 16 maggio, a Palazzo Albergati di Zola Predosa, in provincia di Bologna, per Confindustria Emilia Area Centro. La convocazione all’Assemblea generale privata prevedeva il voto per il rinnovo della presidenza dell’associazione. E la partecipazione è stata particolarmente alta.

A inizio seduta, gli imprenditori presenti sono stati chiamati ad approvare la Delibera Contributiva 2026, passata all’unanimità; poi, il bilancio di esercizio 2024, il preventivo 2025 e il bilancio consolidato 2024. Quindi si è aperto il voto per il nuovo presidente. Il Consiglio Generale dello scorso 15 aprile aveva indicato Sonia Bonfiglioli quale nuova presidente per il prossimo quadriennio 2025-2029, e i vicepresidenti da lei indicati, Andrea Pizzardi e Fabio Tarozzi.

Durante il voto, ha preso la parola Valter Caiumi, per il suo ultimo discorso da presidente dell’associazione e le sue prime parole sono state per l’organizzazione: “Colleghe e colleghi, si conclude il mio percorso di sei anni alla guida di Confindustria Emilia. Un periodo segnato da profonde trasformazioni, sfide globali e un rinnovato impegno per il consolidamento del sistema industriale del territorio. Grazie al lavoro di tutti, l’associazione ha rafforzato la propria autorevolezza, ampliato il raggio delle proprie attività e sviluppato nuove iniziative”.

Dopo aver tracciato le attività e gli impe-

gni svolti in questi anni, Caiumi ha concluso: “Questi sei anni hanno rappresentato un periodo di importante trasformazione per Confindustria Emilia e per tutto il sistema imprenditoriale del territorio. Grazie alla collaborazione tra imprese, istituzioni e mondo accademico, si è costruito un modello associativo sempre più orientato all’innovazione, alla sostenibilità e alla competitività internazionale.

L’eredità di questo mandato è un’associazione più forte, più inclusiva e pronta a rispondere alle sfide future con strumenti innovativi e una visione strategica chiara. Il percorso tracciato è solido e sono certo che avrà un futuro florido. A me, in questi anni, avete insegnato il valore del benchmark, la ricerca del confronto, l’importanza e la responsabilità di rappresentare tutte e tutti al meglio. Esco più forte da questa esperienza consapevole di far parte di un territorio di cui vado molto orgoglioso. Grazie a tutti per l’impegno e la partecipazione in questo straordinario percorso collettivo”.

Sul podio di Palazzo Albergati è salita, quindi, l’ingegnere Sonia Bonfiglioli che ha illustrato ai presenti le linee guida del suo mandato, condivise con i vicepresidenti Pizzardi e Tarozzi (di cui trovate un estratto qui nella rivista).

L’assemblea si è conclusa con l’elezione all’unanimità di Sonia Bonfiglioli a presidente di Confindustria Emilia per il quadriennio 2025-2029.

Skybackbone Engenio e NICIM: una nuova alleanza per accelerare la trasformazione digitale del manifatturiero

Skybackbone Engenio, esperta in Cloud Computing e Cybersecurity, ha annunciato una partnership strategica con NICIM per creare la “fabbrica digitale del futuro”.

Il primo risultato è “NICIM Cloud Solution”, una serie di moduli Cloud già integrati con NICIM, il MES più diffuso nelle imprese manifatturiere italiane.

Questa collaborazione, basata su oltre 30 di esperienza nel settore manifatturiero, offre una soluzione tecnologica scalabile, semplice e sicura, conforme alle normative e direttive sulla protezione dei dati e sicurezza informatica (GDPR, NIS2,...).

L’obiettivo è rafforzare la competitività delle imprese industriali italiane, accelerando la digitalizzazione e promuovendo innovazione e crescita sostenibile con soluzioni semplici e pronte all’uso.

Luca Bulgarelli | Sales Director Skybackbone Engenio Paolo Campo | CEO

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Sonia Bonfiglioli è presidente del Consiglio di amministrazione di Bonfiglioli Riduttori. Sposata, con due figli, è laureata in Ingegneria Meccanica, MBA presso Profingest (ora BBS) e AMP - Advanced Management Program presso IESE. Dal 2010 è presidente del Consiglio di amministrazione di Bonfiglioli Riduttori, azienda leader nell’automazione industriale che progetta, fabbrica e distribuisce una gamma completa di motoriduttori, motori elettrici, riduttori epicicloidali, inverter e PCBA. Fondato a Bologna nel 1956 dal padre Clementino Bonfiglioli, oggi il Gruppo Bonfiglioli è presente in oltre 80 Paesi in cinque continenti, con 23 filiali, 18 stabilimenti produttivi e oltre 4.700 dipendenti nel mondo.

Sonia Bonfiglioli ha ricevuto nel 2015 il titolo di Cavaliere del Lavoro e nel 2018 è stata premiata come Imprenditore dell’anno EY. Ad aprile 2019 è divenuta vicepresidente di Confindustria Emilia Area Centro.

Dal 16 maggio 2025 è presidente di Confindustria Emilia Area Centro per il quadriennio 2025-2029.

VICEPRESIDENTE

Andrea Pizzardi è amministratore delegato di Iperwood. Classe 1979, ha iniziato la sua attività lavorativa fin da giovane nell’azienda del padre. Attività legata alla realizzazione di porti turistici e costruzione pontili galleggianti. Nel frattempo, si laurea in Economia delle Amministrazioni Pubbliche e delle Istituzioni Internazionali con specializzazione nel ramo imprese e mercati finanziari e continua la propria esperienza nella società di famiglia divenendone responsabile amministrativo e finanziario. Nel 2007 con l’ingresso di Invitalia e Cassa di Risparmio di Cento entra a far parte del CdA. Nel 2010 decide di dedicarsi appieno ad un nuovo progetto e intraprendere un’attività completamente in proprio legata allo sviluppo commerciale e industriale di Novowood, materiale per rivestimenti green e innovativo, divenendo nel 2011 amministratore di Iperwood, oggi azienda leader nel proprio settore.

Dal 1° giugno 2022 è presidente della Piccola Industria di Confindustria Emilia e membro del Consiglio di Presidenza dell’Associazione per il quadriennio 2022-2026. Dal 14 giugno 2024 è presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna per il quadriennio 2024-28.

Fabio Tarozzi è amministratore delegato di Gruppo B&T. Classe 1965, nato a Formigine, in provincia di Modena è vicepresidente di Federmeccanica. Amministratore delegato di Gruppo B&T, realtà internazionale specializzata in impianti “chiavi in mano” per l’industria ceramica e del quarzo agglomerato, guida un’organizzazione presente in oltre 12 Paesi con 24 società nel mondo che oggi conta su 800 dipendenti e un fatturato fino a 230 milioni di euro. Dopo la laurea in Economia e Commercio all’Università di Modena, entra nel 1993 nel Gruppo Barbieri & Tarozzi, dove sviluppa la rete commerciale globale e contribuisce all’integrazione strategica con il Gruppo Nassetti e il Gruppo Siti (Novara). Nominato direttore generale nel 2003 e amministratore delegato nel 2007, ha promosso l’espansione internazionale e il consolidamento industriale, assumendo anche la presidenza di Projecta Engineering, Foshan SITI B&T in Cina e Ancora già nel 2015. Ha ricoperto inoltre la presidenza dell’Associazione Costruttori Italiani Macchine per Ceramica dal 2012.

FABIO TAROZZI, VICEPRESIDENTE

Le linee guida del presidente Sonia Bonfiglioli associazione

Premessa: le aziende vivono se si trasformano, muoiono se rimangono statiche

Stiamo vivendo una grande trasformazione che sconvolge equilibri geopolitici consolidati, tecnologie, modelli di business e stili di vita. Nonostante questo, noi come imprenditori non possiamo non continuare, con chiarezza di visione e determinazione, il cammino di evoluzione e trasformazione che vede coinvolte le nostre imprese, le nostre persone e noi stessi.

I nuovi grandi elementi che oggi vanno considerati da chi fa impresa sono le tensioni geopolitiche che si manifestano con la nuova arma dei dazi e che si affiancano alle sfide e ai percorsi trasformativi già avviati della digitalizzazione e sostenibilità. Noi, con le nostre imprese, rappresentiamo l’economia

reale del nostro territorio e del Paese e dobbiamo, nonostante queste incertezze e difficoltà, restare concentrati sulle nostre fabbriche e sui loro processi, sempre propositivi e costruttivi verso investimenti e innovazione. Mentre gli effetti e gli impatti della 4a rivoluzione industriale sono ancora da mettere a terra in maniera sistematica e diffusa, ci dobbiamo misurare con i paradigmi nuovi della 5a rivoluzione industriale. In questo contesto fare impresa non può prescindere dalla sostenibilità ambientale. Questa deve però rappresentare un percorso concreto, meno dogmatico e teorico, riconoscendo temi come la neutralità tecnologica a vantaggio dei risultati; per contro l’evoluzione verso processi asserviti da cobot si sono rivelati, in molte applicazioni e per evidenti motivi di costo, utopistici. In questa continua evoluzione tecnologica e sociale, guardando ai paesi che si stanno imponendo per

la modernità dei processi produttivi adottati, stanno già emergendo nuovi “pillars” che potrebbero costituire le basi dell’Industry 6.0: demografia e “life balance”, uniti a una nuova guerra commerciale che esporrà la manifattura europea, italiana e del nostro sistema territoriale a grandi minacce.

Le imprese hanno sempre avuto un grande valore di sviluppo e crescita, sociale quanto economica, ma oggi fare impresa non può prescindere da una profonda e visibile valorizzazione e difesa del nostro patrimonio industriale, consapevoli però che le regole e i punti di forza di ieri possono essere oggi meno efficaci, sforzandoci proprio per questo di mantenere e accrescere la nostra forza come singole imprese e come sistema, arricchendo nel nostro lavoro quotidiano il contesto sociale ed economico in cui operiamo. Per questo, la fase che ci aspetta non è solo di consolidamento ma è anche di evoluzio-

ne perché occorre cogliere questi bisogni, trasformarli in progetti concreti e realizzarli, per essere come imprese e imprenditori non solo esempio ma anche guida e supporto. Queste quindi le Linee Guida che mi piacerebbe sviluppare e realizzare insieme nei prossimi quattro anni:

1. Sicurezza, Sostenibilità ed Efficacia sul Lavoro: un percorso di comunità

2. Formazione e Digitalizzazione: competenze per far crescere l’impresa e noi come imprenditori

3. L’Associazione come motore per accelerare il Business

4. Nuove Filiere per continuare ad essere un’area attrattiva

5. Networking per condividere esperienze formative e opportunità

1. Sicurezza, Sostenibilità ed Efficacia sul Lavoro: un percorso di comunità La sicurezza sul lavoro, unita alla sostenibilità ed efficacia dei processi produttivi, è il primo punto su cui lavorare per creare quell’attenzione, prevenzione e consapevolezza che originano prima di tutto dall’interno delle imprese per poi aprirsi alle rappresentanze del mondo del lavoro e agli altri interlocutori. Il “saper fare” è sempre stata una caratteristica e un orgoglio del nostro territorio, delle nostre imprese e delle nostre persone. Il “modus operandi” non può però restare congelato a modalità superate dal tempo che avanza. Nuove tecnologie che garantiscano prima di tutto sicurezza per chi opera, sostenibilità sia sociale sia verso l’ambiente e, infine, quell’efficacia ed efficienza necessarie per restare concorrenziali in un contesto oggi di fortissima competizione, sono tutti elementi imprescindibili per fare impresa.

Ci è richiesto un cambiamento continuo che è prima di tutto un percorso di comunità, per accendere un faro sulle tante imprese virtuose e promuovere un confronto costruttivo e concreto con le forze politiche e le organizzazioni sindacali. Occorre avere una corretta percezione delle nostre imprese, della grande difficoltà e complessità che il nostro sistema economico sta già affrontando e della sempre maggior efficacia richiesta, dovendo operare in un contesto economico di minor crescita e competizione più aggressiva.

Altra grande sfida è la difficoltà nel reperire

le competenze, non solo per mismatch formativi ma anche per un fattore demografico e sociale: le nuove generazioni saranno numericamente in calo e comunque non più disposte a fare molti dei lavori manuali dei genitori. Ai nostri figli e ai tanti giovani, per converso, se non vogliamo perderli in una continua migrazione verso altri Paesi, dobbiamo offrire ambienti di lavoro moderni, tecnologicamente evoluti e proiettati ad affrontare nuove sfide. Dobbiamo per questo avviare processi di automazione più diffusi che offrano una maggiore sicurezza per chi lavora ma anche un supporto alla carenza di competenze e una risposta alla richiesta di un migliore “life-balance”.

La sfida ma anche l’opportunità per attirare le nuove generazioni deriverà anche dal riconoscere che le persone che lavorano nelle nostre imprese devono essere preziose per il loro cervello e non per la forza delle braccia, perché per questo ci sono i robot. Questo a prescindere dal ruolo che una persona ricopre.

Il nostro obiettivo:

Far crescere la consapevolezza che la sicurezza sul lavoro e la sostenibilità dei processi adottati sono un obiettivo comune di imprese e sindacati, partendo da una cultura comune di valorizzazione delle nostre attività produttive. Lo sforzo comune deve essere quello di renderla il più possibile diffusa all’interno delle nostre imprese, unita alla necessità imprescindibile di essere più competitivi ed efficaci.

Come farlo?

• Con percorsi di formazione e attività “on the job” (5S, TPM, formazione standardizzata per i nuovi assunti) a chi opera nei vari processi, condividendoli con le rappresentanze del mondo del lavoro, diffondendo e mettendo a fattor comune le best practices delle imprese per ridurre i punti di debolezza, partendo anche da temi come la corretta manutenzione degli impianti.

• Con un tavolo/osservatorio per esaminare casi critici, casi virtuosi, e sperimentazioni.

2. Formazione e Digitalizzazione: competenze per far crescere l’impresa e noi come imprenditori

Conoscenze unite a competenze avanzate e diffuse sul territorio sono da secoli uno dei segreti degli ecosistemi più dinamici ed innovativi. Se guardiamo alle origini e al successo di tante nostre aziende, uno degli indiscussi elementi chiave sono state le eccellenti scuole tecniche che hanno dato la forza di un sapere concreto all’effervescente crescita di quegli anni.

Le Aldini Valeriani sono state centrali per Bologna come il Corni per Modena e il Copernico-Carpeggiani per Ferrara. Ognuno di questi istituti ha contribuito alla formazione di professionalità tecniche che hanno alimentato le industrie di punta dei rispettivi territori, diventando veri e propri incubatori di talenti per l’economia locale. Se questo era vero ieri, oggi è ancora più urgente e necessario. Investire in formazione e digitalizzazione è infatti una scelta strategica imprescindibile per ogni impresa che voglia crescere e rimanere competitiva. Le persone sono il cuore di ogni azienda e formarle significa permettere loro di acquisire le competenze necessarie a supportare la trasformazione verso processi più sicuri ed efficaci, restare al passo con l’evoluzione del mercato e contribuire in modo propositivo ai processi aziendali. Questo non solo migliora la qualità del lavoro, ma rende anche l’azienda più attrattiva per i talenti e per i giovani favorendo un ambiente di crescita continua. Allo stesso tempo, puntare sulla digitalizzazione consente di rendere i processi più snelli ed efficienti; automatizzare le attività ripetitive, migliorare la gestione dei dati e adottare nuove tecnologie permette di ridurre gli errori e concentrarsi su ciò che davvero porta valore. Un’azienda digitalizzata è più flessibile e pronta ad affrontare i cambiamenti, siano essi nuove opportunità di mercato o situazioni di crisi. Formazione e digitalizzazione vanno quindi di pari passo e rappresentano le fondamenta su cui costruire un’impresa solida, innovativa e capace di affrontare le sfide future con resilienza e visione.

I primi ad avere questa sensibilità dobbiamo essere noi imprenditori, dobbiamo continuamente aggiornare la nostra stessa competenza.

Non esiste però una “scuola” dedicata alla formazione degli imprenditori, eppure, in un momento così complesso, caotico e tra-

sformativo, la necessità di momenti in cui confrontarsi, apprendere e crescere insieme, rappresenta non solo un’opportunità ma un reale bisogno, per mettere a fattor comune best practices, esperienze e visioni.

Tre quindi le linee di azione in quest’area:

• Formazione diffusa per costruire le competenze che non si trovano

• Formazione dedicata agli imprenditori, aperta alle future generazioni

• Digitalizzazione dei processi e delle imprese per una transizione come sistema

Formazione per costruire le competenze

È un dato di fatto che negli ultimi anni la ricerca di profili ha mostrato un trend in continua crescita di richieste non andate a buon fine, con particolare riferimento a competenze tecnico-scientifiche.

Le barriere in ingresso, dagli alti costi della vita unita all’indisponibilità di alloggi, hanno ulteriormente complicato un quadro già di per sé critico.

Pur continuando a lavorare per l’attrattività e la risoluzione del problema abitativo, siamo consapevoli che questi tempi di risposta sono troppo lunghi.

Va individuata una soluzione più rapida ed efficace che, già nel medio termine, possa aiutare le imprese, almeno per alcune pro-

fessionalità.

Il nostro obiettivo:

Individuare soluzioni anche all’estero di competenze “ready to work” da integrare in presenza o in modalità da remoto. Per le PMI, ove possibile, favorire grazie all’associazione la condivisione di risorse (per esempio manager in comune tra più imprese).

Come farlo?

Partendo dai bisogni delle imprese di competenze simili:

• Nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024, sono arrivate nella nostra area (Bologna, Modena, Ferrara) 6.086 persone richiedenti protezione destinate a strutture SAI e CAS. Questo dato evidenzia la rilevanza del sistema di accoglienza in regione come potenziale punto di contatto per il reclutamento di futuri lavoratori da integrare, opportunamente formati, nel mercato del lavoro locale. Sono persone che almeno per i primi 18 mesi hanno una soluzione abitativa nel pacchetto di accoglienza. Andremo a sviluppare una progettualità, mirata all’inserimento lavorativo, con il supporto anche della nostra Fondazione Aldini per un primo

campione iniziale di persone selezionate in funzione del percorso professionale e/o di una loro possibile “qualificazione” in tempi medio brevi.

• Attraverso la formazione e riqualificazione di personale in mobilità, in cassa integrazione, o comunque in età lavorativa e non impiegato.

• Attraverso una maggiore attività di re-skill e up-skill anche delle risorse impiegate, perché la trasformazione tecnologica delle imprese non sia una minaccia ma un’opportunità.

• In aggiunta, consapevoli che la conoscenza tra le persone passa anche dalla condivisione di momenti di formazione tra i collaboratori delle imprese, nelle imprese. Abbiamo immaginato di potenziare la nostra piattaforma “Study in Action” come vera “Academy delle Academy” che cercherà di condividere tra le diverse “academy interne” alle aziende dei percorsi di formazione per i collaboratori di tutte le imprese associate partendo dal tema “società 5.0” entrando nel merito di processi di gestione e flussi informativi.

Formazione dedicata agli imprenditori e future generazioni

Il nostro obiettivo:

Dare vita ad un percorso pluriennale, con momenti annuali costruiti ad hoc, per gli imprenditori e le future generazioni imprenditoriali per aggiornarsi e confrontarsi.

Come farlo?

• Ogni anno costruiremo appuntamenti, di un paio di giornate, di alta formazione. Occasioni per “staccare la spina” lasciando spazio alla creatività, per ritrovarsi in un contesto stimolante e dedicare tempo alla crescita personale e professionale, favorendo l’innovazione da un lato e lo scambio delle

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migliori esperienze e novità dall’altro. Un momento che solo chi è parte della nostra comunità potrà vivere, dedicato esclusivamente agli imprenditori e alle loro future generazioni, per condividere le best practices che rendono unico il nostro territorio.

Digitalizzazione e smart industry

La transizione digitale dell’industria manifatturiera è oggi una priorità per rafforzare la competitività delle imprese e accompagnarle nel percorso verso una nuova generazione di “fabbriche intelligenti”. Delle nostre 20 filiere 13 sono caratterizzate da una forte prevalenza di processo produttivo rispetto al servizio. Proprio in queste realtà vogliamo entrare in produzione al fianco degli imprenditori, esplorare gli stabilimenti, comprenderne l’organizzazione interna e contribuire a fare ordine nei processi.

Il nostro obiettivo:

Lo scopo comune da perseguire è digitalizzare, automatizzare e rendere più sicure, più efficienti e più produttive le imprese del nostro territorio, generando valore e benessere.

Come farlo?

• È necessario mettere a fattor comune le migliori competenze disponibili nei

nostri stabilimenti: tecnici, ingegneri, operatori e manager. Occorre accompagnare le imprese in un’evoluzione che riduca il peso delle attività manuali ripetitive e a basso valore, sostituendole con soluzioni automatizzate, robotizzate e con sistemi interconnessi in grado di elevare il livello di controllo, qualità e intelligenza dell’intera catena produttiva.

Le fabbriche devono diventare luoghi in cui il sapere tecnico incontra l’innovazione, capaci di adattarsi rapidamente ai cambiamenti, migliorare la competitività e attrarre nuovi talenti.

3. L’Associazione come motore per accelerare il Business

La nostra associazione deve essere sempre più uno stimolo per potenziare le nostre imprese, affiancandole nei vari momenti del loro sviluppo. Tra questi emerge il supporto alle tante start up che in questi anni sono nate e cresciute, favorire le integrazioni tra PMI, supportare il passaggio generazionale con una logica “open” per scongiurare il rischio di perdere anelli preziosi del nostro territorio e delle nostre filiere.

I servizi della nostra associazione sono già oggi distintivi e preziosi ma possiamo ulteriormente potenziarli con particolare riferimento alle criticità comuni, come il costo dell’energia e dei trasporti, che sono sempre

più un fattore penalizzante per lavorare nel nostro territorio uniti alla scarsa sostenibilità per come oggi si realizzano.

Due sono le linee di azione già individuate e su cui vogliamo soffermarci:

• Gestione del passaggio generazionale per garantire la continuità

• Crescita nei mercati

Gestione del passaggio generazionale per garantire la continuità

Si presta giustamente un’enorme attenzione alla grande difficoltà di riuscire a far sopravvivere e crescere il maggior numero possibile di start up ma non dobbiamo dimenticarci che il nostro territorio è anche particolarmente ricco di medie e piccole imprese che non hanno una successione. Queste sono un enorme patrimonio che non possiamo permetterci di perdere.

Al 31 dicembre 2024 delle 3.363 aziende associate a Confindustria Emilia 436 imprese presentano la figura apicale, il presidente del consiglio di amministrazione o l’amministratore delegato, con età pari o superiore a 75 anni. Sono aziende con dipendenti e un indotto importante, spesso associato a un know how storico, strategico per intere filiere.

L’aggregato di queste 436 realtà rappresenta infatti un fatturato complessivo di 13 miliardi di euro e occupa 23.429 collaboratori. Oltre il 50% di questo campione non ha definito in modo chiaro tempi e modalità per il passaggio generazionale o non ha una successione interna.

Il nostro obiettivo:

Continuità e crescita dell’impresa, patrimonio del nostro territorio, promuovendo lo spirito imprenditoriale nelle nuove generazioni e il “passaggio di testimone” per competenze.

Come farlo?

Non c’è una risposta unica per tutti. Dobbiamo consolidare il lavoro fatto sino ad ora con il nostro portale M&A, arricchendolo di nuove opportunità per entrambe le parti sale/buy.

In aggiunta a ciò, inseriremo una nuova progettualità dedicata a:

• creare la consapevolezza negli impren-

ditori che le nostre aziende, come i figli, non sono nostri ma devono appartenere al domani

• Costruire una comunità di giovani donne e uomini interessati al ruolo dell’imprenditore costruendo per loro un percorso di formazione. Per la concretezza del progetto occorre inoltre individuare partner finanziari di supporto al passaggio di consegne.

Crescita nei mercati

Confindustria Emilia nel 2021 ha lanciato Export in action, un servizio di supporto dedicato a tutte le aziende che prevede un pacchetto gratuito di circa 8/12 ore mensili per un anno, per ogni impresa, finalizzato a cercare nuovi clienti in Italia e all’estero, formando al tempo stesso, se richiesto, il personale commerciale dell’azienda.

Nel periodo 2021-2024 sono 236 le imprese che ne hanno beneficiato per un fatturato complessivamente generato dai nostri funzionari di oltre 7 milioni di euro, senza oneri di trasferta né di altro genere.

Il nostro obiettivo:

Potenziare il servizio con nuovi inserimenti di personale, dando continuità oltre i 12 mesi.

4. Nuove Filiere per continuare ad essere un’area attrattiva

Il territorio emiliano ha bisogno di diversificare parte della sua manifattura su nuove filiere su cui far convergere parte della capacità produttiva che oggi non trova più lo stesso spazio nelle filiere tradizionali.

Da un’analisi dei mega trend emergono alcuni spunti più vicini al nostro territorio sui quali poter concentrare il nostro sviluppo, non trascurando il fattore trasversale dell’intelligenza artificiale:

Aerospazio e Difesa

La filiera dell’Aerospazio e Difesa rappresenta un ambito strategico ad alto contenuto tecnologico e fortemente orientato all’innovazione. Le imprese emiliane possono giocare un ruolo chiave grazie alle competenze distintive in meccanica di precisione, elettronica avanzata e materiali compositi. Le recenti politiche nazionali ed europee per l’autonomia strategica e la sicurezza incentivano gli investimenti pub-

blici e privati, aprendo nuove opportunità di partnership e accesso a programmi di ricerca e sviluppo. Questi settori, più di altri, godranno del beneficio di richiedere nelle catene di fornitura operatori del territorio, privilegiando quindi costruttori, nel nostro caso, europei. Dobbiamo quindi non sottovalutare la crescente competizione tra i sistemi produttivi dei paesi del nostro continente. L’utilizzo efficace dell’intelligenza artificiale può costituire un asset cruciale per il controllo autonomo di sistemi, l’analisi predittiva dei dati e l’ottimizzazione di missioni e logistica militare, offrendo spazi di applicazione anche in altri ambiti, a prescindere dalla dimensione delle imprese. Il nostro territorio ha già un forte focus di PMI con competenze digitali che dobbiamo però ulteriormente potenziare e diffondere.

Agricoltura di Precisione

La transizione verso un’agricoltura più sostenibile e tecnologicamente avanzata è una leva di rilancio per le imprese agroindustriali emiliane. La filiera della “Precise Agriculture” si alimenta di innovazioni in sensoristica, robotica, intelligenza artificiale e gestione dei dati, promuovendo efficienza, tracciabilità e riduzione degli sprechi. L’IA consente di elaborare grandi volumi di dati agronomici, climatici e satellitari per supportare decisioni intelligenti in tempo reale, valorizzando l’esperienza agricola lo-

cale e aprendo nuovi spazi di innovazione per imprese e startup. A questo si affianca il settore di prodotti per l’agricoltura sostenibile, che ha già radicato nel nostro territorio aziende innovative di eccellenza.

New Mobility

Il paradigma della mobilità sta evolvendo rapidamente verso forme più sostenibili, interconnesse e digitalizzate. La filiera della New Mobility offre opportunità di diversificazione per le imprese emiliane attive nei settori dell’automotive, dell’elettronica, dell’energia e dell’ICT. L’elettrificazione dei veicoli, lo sviluppo di infrastrutture intelligenti e i servizi di mobilità condivisa richiedono nuove tecnologie e modelli di business. Intelligenza artificiale e interconnessione sono alla base della guida autonoma, della manutenzione predittiva, della gestione dinamica dei flussi di traffico e della logistica integrata e intra logistica, rappresentando un potente catalizzatore per lo sviluppo di nuove competenze e soluzioni locali.

Trattamento e Riciclo delle Acque

La gestione sostenibile delle risorse idriche è una priorità globale, e il settore del trattamento e riciclo delle acque è in forte espansione. Le imprese emiliane possono cogliere significative opportunità grazie alla capacità di sviluppare impianti e soluzioni tecnologiche per il riuso, la depurazione e

l’efficientamento energetico. La spinta normativa europea (come il Green Deal e la direttiva sulle acque reflue) e l’emergenza climatica rendono il comparto sempre più strategico. Più in generale, tutto il settore del riciclo dei diversi materiali avrà una forte espansione, perché saremo sempre di più condizionati da uno scenario a risorse limitate che richiedono lo sviluppo di una vera economia circolare.

Biomedicale

Il Biomedicale è già oggi uno dei settori più dinamici del tessuto produttivo emiliano, con importanti insediamenti industriali, distretti specializzati e collaborazioni consolidate con il mondo accademico e sanitario. Le imprese possono sviluppare nuove soluzioni in ambito medicale, diagnostico e terapeutico, anche grazie all’integrazione con le tecnologie digitali, la stampa 3D e i dispositivi indossabili. L’intelligenza artificiale sta trasformando la medicina attraverso diagnosi assistite, analisi di immagini, personalizzazione dei trattamenti e sviluppo farmaceutico accelerato, offrendo opportunità strategiche anche per le PMI

innovative della regione.

Il nostro obiettivo

Individuare e condividere nuove opportunità su cui investire/diversificare per bilanciare la contrazione del mercato dei business maturi.

Come farlo?

Promuovendo focus group per ognuno di questi settori, partendo dalle aziende del territorio che già ci operano, per coinvolgere altre aziende del nostro territorio.

5. Networking per condividere esperienze formative e opportunità.

L’associazione è luogo di incontro e condivisione di esperienze e conoscenze. Ottimizzare e moltiplicare i momenti di confronto è un’opportunità per tutti.

Oggi abbiamo molti momenti di networking da FARETE, che nel 2025 giunge alla 12a edizione e si terrà il 3 e 4 settembre, ai factory tour aziendali (nel 2024 sono state organizzate 15 visite aziendali coinvolgendo 720 partecipanti).

Il nostro obiettivo: Incrementare le opportunità di networking e conoscenze.

Come farlo?

• Certamente, in primis, consolidando tutte le iniziative già in corso e rendendo anche le riunioni degli organi attività di network, itineranti nelle aziende, con momenti aperti a tutte le imprese.

• Promuovendo ogni anno un viaggio all’estero, concepito come occasione per esplorare i cambiamenti e le dinamiche che avvengono a livello internazionale in ambito economico, tecnologico e produttivo. Questo momento non solo arricchirà il nostro bagaglio formativo, e la coesione del gruppo, ma arricchirà i partecipanti di collegamenti

diretti internazionali. La prima iniziativa, già definita per l’autunno 2025, prevede un viaggio di lavoro in Arabia Saudita per meglio conoscere le opportunità che il paese può offrire.

Conclusioni

Care Colleghe, Cari Colleghi, viviamo un tempo che ci interroga con urgenza, che rompe i vecchi equilibri e ci impone di uscire dalle nostre zone di comfort. Ma è proprio in questi momenti che si misura il valore di una comunità imprenditoriale coesa, che non ha paura di guardare avanti, di mettersi in gioco, di cambiare per continuare a creare valore.

Abbiamo davanti a noi sfide complesse, ma anche grandi opportunità. La transizione che stiamo attraversando non è solo tecnologica, ma culturale e sociale, e richiede un’attitudine ancor più costruttiva, coraggiosa, capace di unire visione e responsabilità.

Per questo, le linee guida che vi ho condiviso non sono un elenco di buone intenzioni ma l’inizio di un percorso concreto che dobbiamo costruire insieme, passo dopo passo. Abbiamo il dovere di essere protagonisti del cambiamento, non spettatori. Di trasformare l’incertezza in possibilità, e la complessità in direzione.

Serve uno sguardo lucido, ma anche la volontà di scommettere:sulle persone, sulle competenze, sull’innovazione, sulla collaborazione tra imprese. Perché da soli si può andare forse più veloci, ma è solo insieme che si va lontano. Come ci ha insegnato Papa Francesco “Nessuno si salva da solo”.

E allora, in questo scenario in continua evoluzione, il nostro impegno sarà duplice: radicarci nei nostri valori industriali – la concretezza, la qualità, il lavoro ben fatto – e al tempo stesso proiettarci nel domani, con coraggio, intelligenza e spirito di comunità. È questo il senso della responsabilità che oggi condividiamo. È questo l’invito che vi rivolgo: costruiamo insieme un territorio più forte, più attrattivo, più umano.

Il domani non è scritto. Tocca a noi scriverlo, con le scelte di oggi.

Un piano industriale straordinario per il futuro

dell’Italia e dell’Europa

Per la prima volta, la sede dell’assemblea annuale di Confindustria non è stata Roma, ma è stata scelta Bologna: “Vogliamo ricordare la presenza capillare della nostra Associazione su tutto il territorio nazionale. Confindustria è un sistema unico, ramificato in tutto il Paese”

Oltre duemila imprenditori, esponenti politici e istituzionali; quasi cinquemila persone collegate in streaming sui siti di Sole 24 Ore, Ansa, Luiss e stampa estera. Confindustria quest’anno ha scelto Bologna per la sua assemblea annuale, un segno tangibile di attenzione ai territori, un nuovo corso per sottolineare la pro -

fonda anima industriale dell’intero Paese. Alla presenza del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, l’evento si è aperto sulle note dell’inno europeo e di quello nazionale cantato dal coro dell’Antoniano, a rimarcare la chiave simbolica della giornata: un’Europa e un’Italia dai destini incrociati sul piano industriale e sociale che devono tornare a correre guardando al futuro. Dal palco, il presidente Emanuele Orsini ha spiegato “Oggi siamo a Bologna, e non a Roma come da tradizione, anche per ricordare la presenza capillare della nostra Confindustria, su tutto il territorio nazionale. Confindustria è un sistema unico, ramificato in tutto il Paese”. Ha, quindi, tracciato il percorso: in un contesto globale in rapido cambiamento,

di RM

l’industria europea reclama un ruolo da protagonista per non restare schiacciata nella competizione internazionale per le risorse strategiche o soffocata da una deriva regolatoria autoinflitta. Da qui la proposta di un grande piano europeo di rilancio, un “New Generation EU per l’industria”, che mobilitando risorse pubbliche e private rivitalizzi un ecosistema manifatturiero messo all’angolo da un eccesso di ambientalismo ideologizzato e da una strisciante diffidenza industriale.

La sfida è all’altezza delle ambizioni ma anche delle potenzialità, però servono regole più semplici, meno burocrazia, e soprattutto più coerenza tra obiettivi e strumenti normativi. Orsini ha messo in discussione scelte che rischiano di penalizzare intere filiere, come l’automotive, ancora esposta alla spada di Damocle del divieto europeo sui motori endotermici entro il 2035.

Similmente, ha stigmatizzato l’integralismo green che ha aggredito l’industria negli ultimi anni, dal packaging al CBAM passando per l’inquinamento speculativo dell’ETS. Il presidente ha invitato a considerare la transizione ambientale con pragmatismo e senza compromettere la competitività economica continentale, la stessa che ha dato vita e forza al modello di welfare europeo dal dopoguerra ai giorni nostri, e che rappresenta la migliore garanzia di un futuro prospero anche per le nuove generazioni.

Alta l’attenzione sui temi internazionali, in particolare sulla guerra commerciale, con lo spettro dei dazi statunitensi da combattere con l’antidoto del negoziato e con l’apertura a nuovi mercati che permettano di centrare l’obiettivo di 700 miliardi di euro di export l’anno. Sul punto è stata ricordata la creazione e la messa a disposizione del Paese, da parte di Confindustria, di ExpAnD, uno strumento digitale per mappare le potenzialità di export dei prodotti italiani in tutto il mondo.

In coerenza con la visione europea e internazionale, Orsini ha esposto la proposta di un Piano industriale straordinario mirato anche nel nostro Paese, con al centro energia, semplificazione e riforme, investimenti e persone.

Delegazione Imolese, Alessandro Curti è il nuovo presidente

L’imprenditore, che succede a Marco Gasparri, resterà in carica fino al 2029. L’Assemblea di Zona Permanente ha inoltre eletto Andrea Costa nuovo vicepresidente

Cambio al vertice della Delegazione per il “Circondario Imolese” di Confindustria Emilia. L’Assemblea di Zona Permanente, che si è riunita lo scorso 29 maggio nella Sala Stampa dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola (BO), dopo aver ringraziato il presidente uscente Marco Gasparri per l’impegno profuso in tutti questi anni, ha infatti eletto Alessandro Curti come presidente della Delegazione per il quadriennio 2025-2029. Curti succede a Gasparri, che è stato dal 2002 consigliere e poi, dal 2011 al 2025, presidente della delegazione imolese. Laureato in ingegneria meccanica all’Università di Bologna, Curti è presidente di CMA tec di Toscanella di Dozza, in provincia di Bologna. CMA (Costruzione di Macchine e Attrezzature), nata nel 1968, si è costantemente mantenuta all’avanguardia nei settori delle macchine utensili speciali e dell’automazione; diventata CMA tec, nel 2011 è entrata a far parte del gruppo Curti Costruzioni Meccaniche, realtà di Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, player di riferimento nell’automazione industriale. L’Assemblea ha, inoltre, eletto Andrea Costa come vicepresidente per il quadriennio. Costa è fondatore, amministratore delegato ed executive vicepresident EU operations di Yogi Tea, alla guida di TeaPak SB. “Accolgo con gratitudine e senso di responsabilità questo incarico. Il Circondario Imolese ha un patrimonio imprenditoriale, educativo e sociale straordinario: la mia priorità sarà rafforzare i legami tra imprese, scuola e territorio con le proprie Istituzioni, perché solo da questa rete nasce innovazione duratura e benessere condiviso. Ritengo vi sia una diffusa richiesta di momenti di socializzazione che aiutino gli imprenditori a conoscersi tra loro. In un tempo di grandi trasformazioni, tecnologiche, come ad esempio l’intelligenza artificiale, e geopolitiche, sento il dovere di rappresentare un’industria che guarda avanti, ma che non dimentica le proprie radici. Vogliamo essere protagonisti dello sviluppo sostenibile, investendo in giovani, in ricerca, e in una cultura d’impresa che crea valore per tutti”, ha dichiarato il nuovo presidente della Delegazione imolese Alessandro Curti.

Da sinistra, Andrea Costa, vicepresidente, Alessandro Curti, presidente, Marco Gasparri, presidente uscente della Delegazione Imolese di Confindustria Emilia Area Centro, e Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia Area Centro

61° Premio Estense, selezionata la quartina finalista cultura

Saranno Milena Gabanelli con Simona Ravizza, Gad Lerner, Marzio G. Mian e Paolo Rumiz a contendersi l’Aquila d’Oro 2025. Assegnato a Corrado Augias il 41° Riconoscimento Gianni Granzotto. Sabato 27 settembre a Ferrara la cerimonia di premiazione

“Ottanta libri. Pagine da sfogliare, storie da scoprire e riscoprire. Un viaggio nel modo di fare giornalismo, nei modi diversi di interpretare questo mestiere e di portarlo sulle pagine di un libro”. Con queste parole Alberto Faustini, presidente della giuria tecnica del Premio Estense, lo scorso 10 giugno ha aperto la conferenza stampa che si è tenuta nella meravigliosa cornice del salone d’onore della Pinacoteca a Palazzo Diamanti a Ferrara e nel corso della quale è stata svelata la quartina finalista della 61^ edizione del riconoscimento, promosso da Confindustria Emilia, che dal 1965 valorizza l’eccellenza del giornalismo italiano.

Milena Gabanelli e Simona Ravizza con “Codice Rosso. Come la sanità pubblica è diven-

tata un affare privato” (Ed. Fuori Scena), Gad Lerner con “Gaza. Odio e amore per Israele” (Ed. Feltrinelli), Marzio G. Mian con “Volga Blues. Viaggio nel cuore della Russia” (Ed. Feltrinelli) e Paolo Rumiz con “Verranno di notte. Lo spettro della barbarie in Europa” (Ed. Feltrinelli). Saranno loro a contendersi l’Aquila d’Oro 2025 che verrà assegnata sabato 27 settembre nel corso della cerimonia di premiazione in programma al Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara.

A scegliere tra gli 80 volumi candidati, numero record nella storia della manifestazione, come di consueto è stata la giuria tecnica del Premio Estense, presieduta da Alberto Faustini, e composta da Davide Berti, Giorgia Cardinaletti, Francesco Costa, Tiziana Ferrario, Paolo Garimberti, Giancarlo Mazzuca, Agnese Pini, Venanzio Postiglione, Alessandra Sardoni, Fabio Tamburini e

Luciano Tancredi

Contestualmente, la giuria composta dal presidente della Fondazione Premio Estense, Gian Luigi Zaina, e da dieci imprenditori espressione dei territori di Bologna, Ferrara e Modena (Marcello Bergamini, Riccardo Fava, Paolo Molinari, Laura Padovani, Mauro Padovani, Francesco Possati, Maria Silvia Salami, Donatella Sighinolfi, Giovanni Tamburini e Luca Targa) ha assegnato, con il parere favorevole della giuria tecnica, il 41° “Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione” a Corrado Augias che il prossimo 27 settembre sarà premiato con la Colubrina d’Argento. Il riconoscimento, istituito nel 1985 in memoria di Gianni Granzotto, presidente per vent’anni delle giurie dell’Estense, è conferito a chi si è particolarmente distinto per correttezza, impegno e professionalità nell’ambito

dell’informazione.

Giornalista, scrittore e autore e conduttore televisivo, Corrado Augias, dopo diverse esperienze giornalistiche come inviato per «L’Espresso», «Panorama» e «la Repubblica», approdò alla televisione e insieme al direttore di Raitre, Angelo Guglielmi, partecipò alla nascita della cosiddetta “TV-verità” che cercava di istituire un rapporto il più diretto possibile con la realtà. Ideatore di alcuni fortunati programmi televisivi da «Telefono giallo» a «Babele», da «Città segrete» alla più recente creatura «La gioia della musica», ultimo programma ideato per la Rai prima del passaggio a La7 ancora una volta con un fortunato programma di cultura: «La Torre di Babele». La sua attività di scrittore spazia dal teatro alla narrativa, alla saggistica. I suoi numerosi libri sono tradotti nelle principali lingue. Tra i titoli più recenti pubblicati da Einaudi Le ultime diciotto ore di Gesú (2015), I segreti di Istanbul (2016), Questa nostra Italia (2017), Il grande romanzo dei Vangeli (con Giovanni Filoramo, 2019),

Breviario per un confuso presente (2020), I segreti di Roma cristiana (2024, pubblicato nel 2022 con il titolo La fine di Roma), La vita si impara (2024).

“Questa edizione ha registrato un numero record di candidature, 80 libri con storie e pagine da scoprire. È stato impegnativo scegliere i quattro titoli finalisti che raccontano modi diversi di fare giornalismo: Paolo Rumiz ci racconta lo spettro delle barbarie in Europa, Milena Gabanelli e Simona Ravizza documentano le falle del sistema sanitario nazionale, Gad Lerner ci porta a Gaza con tutte le sue contraddizioni e Marzio G. Mian nel Volga, in una Russia poco conosciuta”, sottolinea il presidente della giuria tecnica, Alberto Faustini.

“La discussione degli imprenditori per l’assegnazione del Riconoscimento Granzotto è stata molto partecipata. Abbiamo scelto Corrado Augias, una persona mite che attraverso un viaggio interiore ha sconfinato il campo del giornalismo tradizionale, proponendo una visione filosofica permeata da valori eti-

ci e morali fondamentali in un momento di frammentazione sociale e di individualismo imperante”, afferma Gian Luigi Zaina, presidente della Fondazione Premio Estense. “Il Premio Estense continua a distinguersi come una delle più importanti occasioni per valorizzare il giornalismo e la cultura nel nostro Paese. La selezione della quartina finalista rappresenta un momento centrale di questo percorso, capace di offrire spunti di riflessione profondi sulla realtà che viviamo. In qualità di main partner del Premio Estense per il terzo anno consecutivo, crediamo fortemente che la finanza possa e debba sostenere attivamente iniziative culturali di alto profilo, contribuendo alla crescita delle persone, allo sviluppo delle imprese e al benessere delle comunità, anche attraverso eventi sul territorio – come quelli che abbiamo organizzato lo scorso anno e che saranno riproposti anche in questa edizione – che vedranno protagonisti i finalisti e i loro racconti. È proprio su questa visione integrata tra cultura, economia e responsabilità sociale che si fonda il sodalizio con Confindustria Emilia Area Centro e il nostro impegno ad investire in ciò che crea valore duraturo per il Paese”, afferma Monica Liverani, amministratore delegato di Azimut Capital Management e CSO e consigliere di Azimut Holding, anche quest’anno main sponsor del Premio Estense.

La 61esima edizione del Premio Estense si realizza con la media partnership di ANSA, RAI Cultura e RAI Radio1.

Corrado Augias, vincitore del riconoscimento "Gianni Granzotto. Uno stile nell'informazione"

GLI 80 LIBRI CANDIDATI AL PREMIO ESTENSE 2025

• A ROMA NON CI SONO LE MONTAGNE . Ritanna Armeni . Ponte alle Grazie

• AGRO PUNJAB. LO SFRUTTAMENTO DEI SIKH NELLE CAMPAGNE DI LATINA Francesca Cicculli e Stefania Prandi . Nottetempo srl

• AL GHALAS . Luca Foschi . Bompiani

• AL VERDE. MANIFESTO DEI TEMPI MODERNI . Roberto Sommella . Rubbettino

• ALI DI PIOMBO - 1977 : CRONACA DI UN ANNO TRAGICO E APPASSIONATO . Concetto Vecchio . Utet

• B. UNA VITA TROPPO . Filippo Ceccarelli . Feltrinelli

• BENITO. STORIA DI UN ITALIANO . Giordano Bruno Guerri . Rizzoli

• CANTI DI GUERRA. CONFLITTI, VENDETTE, AMORI NELLA MILANO DEGLI ANNI SETTANTA . Stefano Nazzi . Mondadori

• CARO LUCA TI SCRIVO... . Luca Goldoni - Luca Liguori . Minerva

• C'ERA UNA VOLTA IN ITALIA. GLI ANNI SETTANTA . Enrico Deaglio . Feltrinelli

• CI DICE TUTTO IL NOSTRO INVIATO . Ennio Cavalli . Rubbettino

• CINQUANT'ANNI DI MAFIA. STORIA DI UNA GUERRA INFINITA . Saverio Lodato . BUR Rizzoli

• CODICE ROSSO . Milena Gabanelli e Simona Ravizza . Fuoriscena / Solferino

• COME PARLA UN POPULISTA . David Allegranti . Mimesis Edizioni

• COMPLIMENTI PER LA TRASMISSIONE. UN IMPAVIDO TELEBESTIARIO DELLA TV ITALIANA . Francesco Specchia . Baldini+Castoldi

• CONTROSTORIA DELL'ITALIA . Giampiero Mughini . Bompiani

• CONTROVENTO. LA VERA STORIA DI BETTINO CRAXI . Fabio Martini . Rubbettino

• DENTRO IL GRANDE GIOCO . Emilio Mola . Rizzoli

• DIRTY POLITICS . Luca Mencacci . Rubbettino

• DUE LINGUE DUE VITE . Franco Debenedetti . Marsilio editori

• DYNASTY . Mario Giordano . Rizzoli

• ECOFASCISTI. ESTREMA DESTRA E AMBIENTE . Francesca Santolini . Einaudi

• ERA MIO FIGLIO E VOLEVA UCCIDERMI . Cristina Battista - Monica Marchioni . Minerva

• GAZA. ODIO E AMORE PER ISRAELE . Gad Lerner . Feltrinelli

• HANNO VINTO I RICCHI . Riccardo Staglianò . Einaudi

• I MARSIGLIESI . Gabriele Cruciata . SEM (Feltrinelli)

• IL BOMBAROLO . Paolo Morando e Massimo Pisa . Feltrinelli

• IL CINEMA È UN PRISMA . Antonio Tricomi . Guida editori

• IL COLLE . Nicola Graziani . Nutrimenti

• IL COSTRUTTORE. LE CINQUE LEZIONI DI DE GASPERI AI POLITICI DI OGGI . Antonio Polito . Mondadori

• IL DELITTO DI SAMAN ABBAS . Giammarco Menga . Newton Compton Editori

• IL DONO. VITA E PRODIGI DI MARIA DOMENICA LAZZERI . Pino Loperfido . Edizioni Del Faro

• IL FOLLEMENTE CORRETTO. L’INCLUSIONE CHE ESCLUDE E L’ASCESA DELLA NUOVA ÉLITE . Luca Ricolfi . La nave di Teseo

• IL MIO SILENZIO È UNA STELLA . Sabrina Pisu . Einaudi

• IL MONDO CAPOVOLTO PERCHÉ IL NUOVO SUD UNIRÀ (FINALMENTE) L’ITALIA . Roberto Napoletano . La nave di Teseo

• IL REGNO FRAGILE . Tiziana Prezzo . People Edizioni

• IL SALVATORE DI BAMBINI. UNA STORIA UCRAINA . Nello Scavo . Feltrinelli

• IL SENTIERO DEI DIECI . Davide Lerner . Piemme

• IL TRONO È L'ALTARE . Maria Antonietta Calabrò . Edizioni Cantagalli

• INTELLIGENZA ARTIFICIALE. POSSIBILITÀ INFINITE, RISCHI ENORMI . Bruno Geraci . Oligo Editore

• IRAN A MANI NUDE . Mariano Giustino . Rubbettino

Le schede dei libri

cultura

• ISRAELE TRA ABISSO E SPERANZA. VIAGGIO NELL'ANIMA DI UN PAESE . Adam Smulevich . Minerva

• JERUSALEM SUITE . Francesco Battistini . Neri Pozza

• KYIV. UNA FORTEZZA SOPRA L'ABISSO . Elena Kostioukovitch . La nave di Teseo

• LA FATTORIA DEGLI UMANI . Enrico Pedemonte . Treccani Libri

• LA LETTERATURA COME UNA DELLE ARTI EQUESTRI . Hans Tuzzi . Italo Svevo Edizioni

• LA LIBRERIA DEGLI INDECISI. LETTURE CHE CI INSEGNANO IL CORAGGIO DI NON SCEGLIERE . Giorgio Zanchini . Mondadori

• LA MUMMIA DI LENIN . Ezio Mauro . Feltrinelli Editore

• LA PIÙ BELLA. PERCHÉ DIFENDERE LA COSTITUZIONE . Luca Sommi . Baldini+Castoldi

• LA VITA S'IMPARA . Corrado Augias . Einaudi

• LE MIE COSE PREFERITE . Susanna Tartaro . Marsilio editori

• LIBERIAMO MORO DAL CASO MORO . Angelo Picariello . Edizioni San Paolo

• L'IRREGOLARE. UNA VITA DI GIANNI DE MICHELIS . Paolo Franchi . Marsilio editori

• L'ITALIA DI ROCCO CHINNICI . Alessandro Averna Chinnici - Riccardo Tessarini . Minerva

• L'UNICORNO. ASCESA E CADUTA DELLA STARTUP CHE VOLEVA SALVARE IL MONDO DALLA PLASTICA . Marco Madonia e Gianluca Rotondi . Baldini+Castoldi

• L'UOMO E IL MARE . Stefano Tamburini . Il Foglio

• MALA. ROMA CRIMINALE . Francesca Fagnani . SEM (Feltrinelli)

• NORD NORD . Marco Belpoliti . Einaudi

• OLTRE IL SOGNO . TREDICI STORIE DI DONNE, DI VOLLEY E D'ORO . Fabrizio Monari . 66thand2nd

• PENSARE STANCA . David Bidussa . Feltrinelli

• PORTAMI AL MARE . IN VIAGGIO PER LA CALABRIA CON IL GARANTE DELLA SALUTE TRA DIRITTI NEGATI E SPERANZE RITROVATE Domenico Latino . Officine Editoriali da Cleto

• PRADA. UNA STORIA DI FAMIGLIA . Tommaso Ebhardt . Sperling & Kupfer

• SAN BERLINGUER. L’ULTIMO CAPO DEL POPOLO COMUNISTA . Marcello Sorgi . Chiarelettere

• SENZA EREDI . Marcello Veneziani . Marsilio Editori

• SILVIO HA FATTO ANCHE COSE BUONE. VITA E OPERE DI BERLUSCONI ALLA PROVA DEI FATTI . Ferruccio Pinotti . Ponte alle Grazie

• SOLO LA VERITÀ LO GIURO . Antonio Padellaro . PIEMME

• SOTTO LA PELLE DEL MONDO . Dario Fabbri . Feltrinelli

• SOTTO LA SABBIA. LA LIBIA, IL PETROLIO, L’ITALIA . Giampaolo Cadalanu . Gius. Laterza & Figli Spa

• SPETTRI . Monica Maggioni . Longanesi

• SUPERBONUS. COME FALLISCE UNA NAZIONE . Luciano Capone e Carlo Stagnaro . Rubbettino

• TEMPO DI RITORNO . Ferdinando Cotugno . Ugo Guanda Editore

• TRE COLPI DI GENIO E UNA PESSIMA IDEA . Silvia Bencivelli . Bollati Boringhieri Editore

• TROPICO MEDITERRANEO . Stefano Liberti . Gius. Laterza & Figli Spa

• TRUMP. LA RIVINCITA Glauco Maggi . Mind Edizioni

• UN FUTURO GIOIOSO DAVANTI Sandro Gilioli . Nutrimenti

• UNA COSA SOLA. COME LE MAFIE SI SONO INTEGRATE AL POTERE . Antonio Nicaso - Nicola Gratteri . Mondadori

• UNO STRANO DONO. STORIA DI UN GIORNALISTA DI GUERRA CHE HA IMPARATO A FAR PACE CON LA DISABILITÀ . Nico Piro . Solferino

• VERRANNO DI NOTTE . Paolo Rumiz . Feltrinelli

• VITE AL FRONTE . Luca Steinmann . Rizzoli

• VOLGA BLUES. VIAGGIO NEL CUORE DELLA RUSSIA . Marzio G. Mian . Feltrinelli

I quattro libri finalisti

CODICE ROSSO. COME LA SANITÀ PUBBLICA È DIVENTATA UN AFFARE PRIVATO

Milena Gabanelli e Simona Ravizza - Ed. Fuori Scena

Era un modello per il mondo intero. Si è sgretolato. Siamo in tanti ad averne avuta esperienza diretta, non esisteva però ancora un libro che in profondità, con documenti, report riservati, storie, testimonianze e dati aggiornatissimi, raccontasse come si è arrivati al tracollo della sanità italiana e alla deriva di un sistema dove per chi non ha soldi diventa sempre più difficile curarsi, ma, come leggerete, non basta potersi permettere visite ed esami a pagamento per sentirsi al sicuro. Che cosa rivela Codice rosso? Che in sala operatoria finiscono chirurghi senza aver eseguito un numero minimo di interventi necessari per padroneggiare il bisturi; che se abbiamo un’emergenza e dobbiamo correre all’ospedale, non è improbabile che a visitarci ci sia un medico gettonista arruolato attraverso cooperative e in servizio da più di dieci ore; che il grande affare delle assicurazioni arriva a generare interventi non necessari ma praticati lo stesso per ricevere i rimborsi, con conseguenze drammatiche; che nel privato c’è perfino chi sta lavorando a programmi per individuare ipocondriaci e proporgli pacchetti d’esami e visite a pagamento; e molto altro. Milena Gabanelli e Simona Ravizza, che ormai da anni con Dataroom raccontano le falle del Servizio sanitario, mettono nero su bianco la condizione in cui versano gli ospedali (trovate le liste degli istituti – anche blasonati – con macchinari vecchi e inadatti; punti nascita e Pronto soccorso da evitare), lo svilimento della medicina di base e delle professioni mediche, gli interessi e le strategie delle lobby dei sindacati di categoria (medici di famiglia, farmacisti, eccetera) per difendere lo status quo, l’ordinaria follia a cui è sottoposto chi deve prenotare una visita e perfino chi deve gestire una malattia anche grave, e la speculazione che ruota attorno alle residenze per anziani. Infine, come tutto questo sia funzionale alla sanità a pagamento, che a sua volta veicola un inganno non sempre visibile. La denuncia ha un unico obiettivo: rendere consapevoli i cittadini delle vere ragioni di un malfunzionamento, in modo che non si possa più raccontar loro menzogne, e pretendere quindi dalla politica la competenza necessaria a riparare gli immensi errori commessi finora.

Milena Gabanelli è una delle più autorevoli e riconosciute giornaliste italiane. Negli anni Novanta ha fatto scuola introducendo il videogiornalismo nel nostro Paese. Nel 1997 ha inventato Report, considerato da pubblico e critica il miglior programma di giornalismo investigativo, di cui è stata autrice e conduttrice fino al 2016. Nel 2018 ha fondato la nuova rubrica del «Corriere della Sera» Dataroom.

Simona Ravizza è giornalista d’inchiesta al «Corriere della Sera». Per quindici anni ha seguito la cronaca milanese, attualmente è caposervizio della redazione di Dataroom, per la quale si occupa di sanità, immigrazione e politica. Nel 2020 ha vinto il premio giornalistico Premiolino.

GAZA. ODIO E AMORE PER ISRAELE - Gad Lerner - Ed. Feltrinelli

Cosa vuol dire essere ebrei dopo il 7 ottobre? Il fanatismo di Hamas, la guerra di Netanyahu, l’apocalisse che incombe sul Medio Oriente. C’è ancora spazio per la politica? E quale futuro si profila per lo Stato d’Israele, divenuto paladino della destra mondiale? Israele fu sinonimo di salvezza. Ma intanto un virus infettava il sionismo e snaturava la sua aspirazione messianica, portandola dall’universalismo al tribalismo. Dopo essere stati un focolaio del pensiero critico nel mondo occidentale, gli ebrei si sono ritrovati, per una sorta di rovesciamento paradossale, dal lato del dominio. Dopo il Rinascimento, vediamo lo spettro di una guerra civile ebraica? “Decidere, dunque, che posizione assumere. Schierarsi in nome del mio vincolo di appartenenza al popolo ebraico, del mio amore nonostante tutto per questo Israele che da anni mi appariva prossimo allo snaturamento? Schierarsi e basta, a costo di tacere, di fronte all’aggressione subita, il cumulo di premonizioni sinistre che pure non giungevano a farmi concepire un tale esito sinistro? Tacere per non espormi all’accusa di tradimento che già in passato mi era stata rivolta e che sapevo mi sarebbe di nuovo toccata?” Gad Lerner affronta in queste pagine tutti i nodi politici e identitari che si delineano per il futuro del popolo ebraico, a partire da uno dei più grandi traumi della sua storia recente.

Gad Lerner

Nato a Beirut nel 1954 da una famiglia ebraica, a soli tre anni si è dovuto trasferire a Milano. Come giornalista, ha lavorato nelle principali testate italiane da inviato o con ruoli di direzione. Ha ideato e condotto vari programmi d’informazione televisiva alla Rai, La7 e Laeffe. Ha diretto il Tg1. Ora scrive su “Il Fatto Quotidiano” e “Nigrizia”. Con Feltrinelli ha pubblicato Operai (1988, 2010), Tu sei un bastardo. Contro l’abuso delle identità (2005), Scintille (2009), Concetta. Una storia operaia (2017) L’infedele (2020) e ha curato, insieme a Laura Gnocchi, Noi, Partigiani. Memoriale della Resistenza italiana (2020).

cultura

VERRANNO DI NOTTE. LO SPETTRO DELLA BARBARIE IN EUROPA - Paolo Rumiz - Ed. Feltrinelli

La notte è più nera poco prima dell’alba. E la notte in cui è entrata l’Europa appare cupa e senza ombre, un cristallo senza luce. La lunga notte, scandita dal battere delle ore, è quella ora cantata da Paolo Rumiz. E sono tante le sue storie: gli idioti, coloro che vivono guardandosi l’ombelico, spaventati dalla complessità del mondo, il virus strisciante del nazionalismo razzista e antifederalista, la macchina del fango di una stampa becera e velenosa, la diffusione scientifica di un pensiero destrorso, come una serpe, i confini che tornano a chiudersi lungo linee già spezzate da conflitti di sangue, la guerra qui e non più altrove, alle nostre porte. Ma c’è anche il bene, il bene che non vende e non fa notizia. Ma esiste. Sono i polacchi che accolgono immigrati terrorizzati nelle case rurali al confine con la Bielorussia, i contadini che si battono contro la distruzione dell’ambiente, arabi ed ebrei raccolti in preghiera comune nel momento più difficile durante l’ecatombe di Gaza, ci sono i libri che salvano, sempre. In Verranno di notte Rumiz presta la sua lingua acuminata e poetica – testimone, oracolo e sciamano –, ritrova le parole perdute per farne emergere il senso nascosto, e con forza onnipotente rompe gli schemi e inverte in un attimo il corso della Storia. Quando l’alba è vicina è il momento in cui le fisarmoniche della notte si mettono a suonare.

Paolo Rumiz (Trieste, 1947) ha scritto – in gran parte per l’editore Feltrinelli – più di venti libri, di cui molti dedicati all’esplorazione dei territori. Figlio di una delle frontiere più mobili d’Europa, deve ad essa – e al sogno di superarla – il registro della sua scrittura. Legge le mappe e i libri con la stessa avidità, e considera le scarpe altrettanto importanti dei blocnotes ai fini della narrazione. La sua passione – scrive il “New York Times” – è ascoltare le periferie senza voce. Fra i suoi libri: Tre uomini in bicicletta (con Francesco Altan; 2002), È Oriente (2003), La leggenda dei monti naviganti (2007), La cotogna di Istanbul (2010, nuova edizione 2015; Audiolibri Emons-Feltrinelli, 2011), la riedizione di Maschere per un massacro. Quello che non abbiamo voluto sapere della guerra in Jugoslavia (2011), Trans Europa Express (2012), Come cavalli che dormono in piedi (2014), Il Ciclope (2015), Appia (con Riccardo Carnovalini, 2016), Il filo infinito. Viaggio alle radici d’Europa (2019), Il veliero sul tetto. Appunti per una clausura (2020), Canto per Europa (con le illustrazioni di Cosimo Miorelli, 2022) e Una voce dal Profondo (2023). È stato tradotto in America, Francia, Germania, Spagna, Polonia e Paesi dell’ex Jugoslavia.

VOLGA BLUES. VIAGGIO NEL CUORE DELLA RUSSIA - Marzio G. Mian – Ed. Feltrinelli

Vista da Occidente, la Russia è oggi una terra lontana, misteriosa, ostile. Dall’invasione dell’Ucraina sembra sprofondata in un buio ancora più fitto che ai tempi più bui dell’Unione sovietica, come un pianeta a sé stante, un mondo reso sinistramente lontano e inaccessibile dalla guerra. Sfidando i paranoici controlli dei servizi di sicurezza, Marzio G. Mian è, tuttavia, riuscito a viaggiare per seimila chilometri nella pancia, nel cuore e nell’anima della Russia. Ha scelto per farlo la rotta maestra della sua storia: il Volga, il fiume, la matushka, la madre della Madre Russia, secondo le parole di Mikhail Pietrovsky, direttore dell’Ermitage. Sulle sue sponde si è radicata, infatti, la fede ortodossa dopo il crollo di Costantinopoli, è sorto l’impero zarista, si è affermato quello sovietico con la Battaglia di Stalingrado e l’industrializzazione forzata di Stalin, si è consolidato il progetto neo-imperiale dell’autocrazia post-sovietica di Vladimir Putin. “Patria” dei tatari, dei cosacchi, dei monaci-santi, degli sciamani, di Razin, Pugaciov, Lenin, Kerenskij, Gonciarov, Pushkin, Gorky, Chlebnikov, della Russia arcaica e rurale, di quella metropolitana e dei grandi spazi pieni di nulla, delle steppe e dei sovkhoz, delle fabbriche e delle izbe, della tradizione più reazionaria e della rivoluzione più spietata, il Volga è il fiume in cui Europa e Asia si incontrano o si dividono, a seconda se la bussola della Storia russa indica Oriente oppure Occidente. Viaggiando da Nord a Sud, dalla sorgente nella regione del Valdaj, tra San Pietroburgo e Mosca, fino ad Astrakan sul mar Caspio, passando per Tver, Dubna, Rybinks, Jaroslav, Nizhniy Novgorod, Kazan, Uljanovsk, Samara, Saratov, Volgograd, senza mai incontrare uno straniero, senza ascoltare altra lingua che il russo, Mian svela l’“altro fronte” del feroce scontro in atto con l’Occidente, il fronte di un popolo fatto di molte nazioni e tenuto insieme dal brutale, fragile, antico sogno di una civiltà imperiale.

Marzio G. Mian ha svolto inchieste e reportage in 58 paesi del mondo per i media italiani e internazionali. Nel 2023 ha ottenuto a Berna il True Story Award, premio per il miglior reportage internazionale. Ha fondato la società giornalistica non profit The Arctic Times Project, con sede negli Usa, che si propone di raccontare sul campo le conseguenze del cambiamento climatico nella regione artica. Ha co-fondato il gruppo giornalistico River Journal Project, racconto multimediale dei temi d’attualità attraverso i grandi fiumi del mondo. Collabora con Internazionale, L’Espresso, Rai, Sky Italia, Harper’s, Reportagen, Revue XXI, Le Temps, Neue Zürcher Zeitung. È tra i giornalisti affiliati al Pulitzer Center di Washington. È stato per sette anni vicedirettore di Io Donna, il magazine femminile del Corriere della Sera. Tra le sue pubblicazioni: Guerra bianca, Maledetta Sarajevo (con Francesco Battistini), Tevere controcorrente e Artico. La battaglia per il Grande Nord.

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cultura

L’ALBO D'ORO DEL PREMIO ESTENSE

2024 - Francesco Costa: Frontiera, Perchè sarà un nuovo secolo americano

2023 - Gaia Tortora: Testa alta, e avanti

2022 - Marzio Breda: Capi senza stato. I presidenti della grande crisi Italiana

2021 - Francesca Nava: Il Focolaio. Da Bergamo al contagio nazionale

2020 - Pablo Trincia: Veleno

Concetto Vecchio: Cacciateli!

2019 - Francesca Mannocchi: Io Khaled vendouomini e sono innocente

2018 - Federica Angeli: A mano disarmata

2017 - Giovanni Bianconi: L’assedio

2016 - Sabrina Pignedoli: Operazione Aemilia

2015 - Jas Gawronski: A cena dal Papa

2014 - Domenico Quirico, Pierre Piccinin da Prata: Il Paese del male

2013 - Gianluca Nicoletti: Una notte ho sognato che parlavi

2012 - Federico Fubini: Noi siamo la rivoluzione

2011 - Gianni Del Vecchio, Stefano Pitrelli: Occulto Italia

2010 - Benedetta Tobagi: Come mi batte forte il tuo cuore

2009 - Rosaria Capacchione: L’oro della camorra

2008 - Enzo Bettiza: La primavera di Praga

2007 - Cesare De Seta: Viaggi controcorrente

2006 - Aldo Cazzullo: I grandi vecchi

2005 - Pasquale Chessa: Guerra civile 1943 1945 1948

2004 - Ettore Mo: I dimenticati

2003 - Bianca Stancanelli: A testa alta

2002 - Stefano Malatesta: Il grande mare di sabbia. Storie del deserto

2001 - Lucio Villari: Niccolò Machiavelli

2000 - Stefano Lorenzetto: Dimenticati

1999 - Paolo Mieli: Le storie la storia

Giuseppe Pederiali: Padania felix

1998 - Fernanda Pivano: Viaggio americano

1997 - Alberto Arbasino: Lettere da Londra

1996 - Raffaele Crovi: Parole incrociate

L’ALBO D'ORO DEL RICONOSCIMENTO GRANZOTTO

2025 - Corrado Augias

2024 - Antonio Caprarica

2023 - Federico Rampini

2022 - Giovanna Botteri

2021 - Andrea Purgatori

2020 - Massimo Franco

2019 - Lucia Annunziata

2018 - Franco di Mare

2017 - Giovanni Floris

2016 - Antonio Polito

2015 - Lilli Gruber

2014 - Milena Gabanelli

2013 - Giulio Anselmi

2012 - Stefano Folli

2011 - Bruno Vespa

2010 - Joaquìn Navarro Valls

2009 - Beppe Severgnini

2008 - Enrico Mentana

2007 - Vittorio Feltri

2006 - Giovanni Minoli

2005 - Biagio Agnes

1995 - Folco Quilici: L’Africa

1994 - Claudio Marabini: Voci e silenzi di Romagna

1993 - Alfredo Cattabiani: Santi d’Italia

1992 - Igor Man: Diario arabo

1991 - Furio Colombo: Il terzo dopoguerra

Alberto Pasolini Zanelli: La caduta dei profeti

1990 - Saverio Vertone: Il collasso

1989 - Giorgio Manganelli: Improvvisi per macchina da scrivere

1988 - Ettore Mo: La peste la fame la guerra

1987 - Vittorio Zucconi: Il Giappone tra noi

1986 - Federico Zeri: L’inchiostro variopinto

1985 - Vittorio Sgarbi: Il sogno della pittura

1984 - Giulio Nascimbeni: Il calcolo dei dadi

1983 - Rosellina Balbi: Hatikvà. Il ritorno degli ebrei nella Terra Promessa

1982 - Piero Ostellino: Vivere in Cina

1981 - Ilario Fiore: La Spagna è differente

1980 - Lucio Lami: Il grido delle formiche

1979 - Beatrice Barbiellini Amidei: Carovana di carta

1978 - Gian Carlo Vigorelli: Diario europeo

1977 - Antonio Spinosa: L’ultimo sud

1976 - Giuseppe Longo: Italia dove

1975 - Enzo Biagi: Russia

1974 - Guido Piovene: L’Europa semilibera

1973 - Gianfranco Piazzesi: La svolta dell’America

1972 - Ennio Flaiano: Le ombre bianche

1971 - Carlo Laurenzi: Le rose di Cannes

1970 - Vittorio Gorresio: Roma. Ieri e oggi

1969 - Adriano Buzzati Traverso: L’uomo su misura

1968 - Sergio Maldini: Il giornalista riluttante

1967 - Alberto Ronchey: L’ultima America

1966 - Enzo Bettiza: La nuova cultura tedesca

1965 - Carlo Bo: Siamo ancora cristiani?

Alberto Cavallari: La Russia contro Kruscev

2004 - Barbara Spinelli

2003 - Gad Lerner

2002 - Tiziano Terzani

2001 - Ferruccio De Bortoli

2000 - non è stato assegnato

1999 - Sergio Romano

1998 - Mario Cervi

1997 - Guglielmo Zucconi

1996 - Piero Angela

1995 - Enzo Bettiza

1994 - Ugo Stille

1993 - Geno Pampaloni

1992 - Baldassarre Molossi

1991 - Arrigo Levi

1990 - Enzo Biagi

1989 - Egisto Corradi

1988 - Eugenio Scalfari

1987 - Alberto Ronchey

1986 – Enrico Mattei

1985 – Indro Montanelli

Il 30˚Premio Estense Scuola all’IIS Vergani Navarra di Ferrara cultura

Èl’IIS Vergani Navarra di Ferrara (classe 2^A), con il lavoro “Oltre lo sguardo”, l’istituto vincitore del Premio Estense Scuola 20242025, trentesima edizione del riconoscimento promosso e organizzato da Confindustria Emilia Area Centro e Fondazione Premio Estense, con il contributo di Azimut Capital Management, Hit Servizi Emilia, Lavoropiù e Quisisana Ospedale Privato Accreditato.

Secondo posto ex aequo per IIS Luigi Einaudi di Ferrara (classi 4^B e 2^S) con “U.S.A. – Una Storia Aperta” e ITE Salvemini di Casalecchio di Reno, nel bolognese, (classe 4^A) con il lavoro “Beyond”, vincitore anche del Premio del Pubblico 2025, istituito per la prima volta in quest’edizione del concorso. Gli studenti degli istituti superiori delle province di Bologna, Ferrara e Modena che hanno preso parte all’iniziativa erano chiamati, come da tradizione, a realizzare dei lavori di gruppo prendendo spunto dall’opera giornalistica vincitrice dell’ultima edizione del Premio Estense, “Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano” di Francesco Costa, edito da Mondadori, riproponendone una rilettura originale con l’approfondimento degli aspetti ritenuti più significativi e importanti, realizzando un elaborato originale e creativo,

di Silvia Conforti
Dall'alto: primo classificato l'IIS Vergani Navarra di Ferrara (classe 2^A), l'IIS Luigi Einaudi di Ferrara (classi 4^B e 2^S) e l'ITE Salvemini di Casalecchio di Reno, secondi ex aequo

che poteva assumere diverse forme espressive.

I progetti vincitori sono stati proclamati lo scorso 23 maggio nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta presso il “Teatro Nuovo” di Ferrara e alla quale sono intervenuti il vincitore dell’Aquila d’Oro 2024, Francesco Costa, la presidente della giuria del Premio Estense Scuola, Annalisa Po, l’assessore alla cultura del Comune di Ferrara, Chiara Scaramagli, e una rappresentanza dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, ambiti territoriali di Ferrara, Bologna e Modena.

A decretare il podio della trentesima edizione del Premio Estense Scuola è stata la giuria composta dalla presidente Annalisa Po, dagli imprenditori Amanda Bianchini, Umberto Gabrielli e Davide Papola, dalle docenti Cinzia Dezi, Felicia Paola Diana e Federica Montevecchi e dallo stesso Francesco Costa.

“È un’emozione e una soddisfazione difficili da descrivere. I libri si scrivono, poi vanno nel mondo e diventano quello che le persone vogliono che siano. Il fatto che ragazzi così giovani abbiano saputo rielaborarlo, farlo proprio e trasformarlo in qualcosa di nuovo, da portare sul palco, è la più grande gratificazione che uno scrittore possa desiderare”, ha raccontato il vincitore dell’Aquila d’Oro 2024 al termine della premiazione.

Il Premio Estense Scuola 2025 ha celebrato non solo le emozioni, ma anche la profonda sensibilità dei ragazzi verso i grandi temi dell’attualità: gli stessi affrontati da Francesco Costa nel suo “Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano”.

Emozioni riscontrate dalla giuria nel progetto vincitore “Oltre lo sguardo”, realizzato dalle studentesse e dagli studenti della classe 2^A dell’IIS Vergani Navarra di Ferrara, coordinati dai docenti Chiara Paganini e Fabio Piazzi, come dichiarato dalla presidente, Annalisa Po: “Il tema del libro di Costa è estremamente attuale e vicino alla sensibilità dei ragazzi, che si confrontano ogni giorno con le stesse dinamiche che viviamo tutti. I lavori e le performance che hanno presentato sono stati davvero straordinari. È un onore per me presiedere la giuria di questo premio, e spero che questa sia solo la seconda tappa di un lungo percorso”. “Siamo felicissimi di questa vittoria, perché

i ragazzi sono riusciti a ritrovare nel loro vissuto quotidiano - e quindi nel nostro progetto - le tematiche affrontate nel libro: la violenza, il concetto di frontiera che devono ancora attraversare in quanto giovanissimi, e l’esistenza di confini, fisici e non. Ci abbiamo messo grande impegno, cercando anche

di andare oltre ciò che si studia a scuola. Per esempio, per la creazione delle musiche abbiamo utilizzato l’intelligenza artificiale: uno strumento innovativo che ci ha permesso di dare un tocco in più al nostro lavoro”, ha commentato Chiara Paganini, docente dell’istituto Vergani Navarra di Ferrara.

Francesco Costa, vincitore dell'Aquila d'Oro 2024, Annalisa Po, presidente della Giuria del Premio Estense Scuola, e Chiara Scaramagli, assessore alla Cultura del Comune di Ferrara

FARETE 2025

costruire un nuovo futuro

Oggi più che mai abbiamo il dovere di interrogarci sulle traiettorie future dell’economia globale. Per questo motivo, l’Assemblea pubblica di Confindustria Emilia Area Centro, che come da tradizione aprirà la due giorni di Farete, promossa e organizzata dall’Associazione, in programma mercoledì 3 e giovedì 4 settembre nei padiglioni 16 e 18 di BolognaFiere, quest’anno consentirà una riflessione aperta con voci autorevoli, che metteranno a confronto visioni, modelli e prospettive delle due grandi potenze mondiali: Stati Uniti e Cina.

Dalle ore 10 sul palco principale del padiglione 16, dopo la prima relazione pubblica da presidente di Confindustria Emilia di Sonia Bonfiglioli, dialogheranno sul tema “Costruire un nuovo futuro: Cina e Stati Uniti a confronto” Federico Fubini, inviato ed editorialista di economia, vicedirettore ad personam del Corriere della Sera e consigliere scientifico di Limes, e Yasheng Huang, professore di economia e management globale Epoch Foundation e professor of international management al MIT Sloan School of Management. A concludere i lavori l’intervento del presidente di Confindustria Emanuele Orsini

La due giorni di networking dedicata alle imprese sarà animata, come di consueto, da un ricco programma di workshop tematici, incontri ed eventi collaterali. La manifestazione si configura come una piattaforma strategica dedicata alla crescita, alla formazione e allo sviluppo di relazioni nel cuore del tessuto industriale emiliano. È un appuntamento fondamentale per tutte le imprese che desiderano generare nuove opportunità di business e networking, sia a livello nazionale che internazionale. Farete, che quest’anno giunge alla dodicesima edizione, non è semplicemente una fiera, ma rappresenta un punto di riferimento per il mondo imprenditoriale, un luogo in cui le

idee prendono forma e le relazioni si trasformano in opportunità concrete.

Sulla scia della fortunata esperienza dello scorso anno, che ha visto il debutto del Villaggio dell’IA tra le aree tematiche di Farete, anche nel 2025 la filiera Digital di Confindustria Emilia Area Centro metterà a disposizione delle imprese uno spazio di scambio e condivisione sui temi dell’Intelligenza Artificiale. L’obiettivo del Villaggio dell’IA sarà quello di rendere riconoscibile e visibile il sistema produttivo emiliano e il territorio in cui opera Confindustria Emilia come vocato all’applicazione dell’IA nei servizi e nei processi produttivi delle imprese associate. In particolare, l’intenzione della filiera Digital è porre l’accento su un tema concreto quale è quello dell’adoption nel distintivo contesto tecnologico messo a disposizione dal territorio.

Attraverso l’International Club, poi, le imprese manifatturiere associate a Confindustria Emilia avranno l’occasione gratuita di incontrare operatori internazionali, selezionati dall’area Internazionalizzazione dell’Associazione, interessati a collaborazio-

ni con realtà del nostro territorio.

L’innovazione e il mondo delle startup sono due elementi centrali della manifestazione di Confindustria Emilia e saranno protagonisti nello spazio dedicato dell’Open Hub dove verranno organizzati incontri b2b tra imprese, startup e innovation manager e si svolgeranno workshop e talk sull’Open Innovation per dare alle aziende l’opportunità di accedere a risorse esterne, come conoscenze, competenze e tecnologie utili per migliorare e accelerare il processo di innovazione.

Il Desk Tax & Legal Global Services, infine, grazie ai consolidati rapporti internazionali con professionisti dislocati in varie aree del mondo, offrirà consulenze specialistiche one to one, per supportare le imprese nella costituzione di sedi societarie all’estero, nell’ampliamento delle reti vendita e nella comprensione delle normative locali.

Una due giorni per aggiornarsi, approfondire, facilitare incontri e connessioni, scambiarsi idee e fare network, ma soprattutto per guardare avanti con consapevolezza e costruire insieme un futuro più solido.

ambiente

Sostenibilità, patto tra Confindustria

Emilia e Riserva della Biosfera appennino tosco-emiliano

È stato stipulato un protocollo di collaborazione per la promozione del progetto “Crediti di sostenibilità” e la sensibilizzazione delle imprese operanti nel territorio emiliano verso le tematiche della sostenibilità e della neutralità climatica

Il protocollo d’Intesa siglato a giugno scorso tra Confindustria Emilia e il Parco nazionale Appennino tosco-emiliano in quanto soggetto coordinatore della omonima Riserva della Biosfera Mab Unesco, è finalizzato a promuovere il progetto “Crediti di Sostenibilità”.

Lo scopo generale di questo innovativo progetto è di contribuire ad aumentare la resistenza climatica delle foreste appenniniche nelle province di Modena, Reggio Emilia, Parma, Lucca e Massa Carrara per preservarne la capacità di generare i loro importanti servizi ecosistemici, come l’assorbimento della CO 2, la conservazione della biodiversità, la regolazione del ciclo idrico, la conservazione del suolo e le funzioni turistico-ricreative delle foreste.

Da parte sua, Confindustria Emilia sostiene il progetto acquistando direttamente 100 crediti e si impegna a promuovere tra le imprese associate la conoscenza e l’acquisto dei Crediti di Sostenibilità, nonché l’importanza e le corrette modalità per definire e attuare strategie climatiche aziendali (secondo le norme ISO14064 e 14067), finalizzate alla riduzione delle emissioni clima-alteranti, generati dai propri cicli produttivi e organizzativi, e alla compensazione di quelle non eliminabili. Il protocollo garantisce inoltre ai propri associati priorità nella assegnazione dei Crediti di Sostenibilità e una scontistica dedicata.

Il Parco nazionale “Appennino tosco-emiliano” e l’Ente per la Gestione dei Parchi e della Biodiversità “Emilia Centrale”

si impegnano a supportare Confindustria

Emilia in azioni di promozione, sensibilizzazione formazione finalizzate a stimolare i propri associati a intraprendere strategie di sostenibilità.

“La cura del territorio è una responsabilità condivisa che coinvolge anche il mondo dell’impresa. Le foreste e i parchi della nostra area sono un patrimonio prezioso non solo per il loro valore ambientale, ma anche per il benessere delle comunità e l’identità del nostro territorio. Sostenere progetti che ne favoriscano la tutela, come quello dei Crediti di Sostenibilità, significa contribuire concretamente alla resilienza climatica e alla qualità della vita. Ognuno di noi può giocare un ruolo attivo in questa visione, il mondo delle imprese, con l’impegno di questo

protocollo, ha dato il suo contributo”, dichiara Sonia Bonfiglioli, presidente di Confindustria Emilia.

“Siglando questo protocollo di intesa, stringiamo un’importante alleanza per stimolare la cultura della sostenibilità e della responsabilità sociale delle imprese del territorio della Riserva della Biosfera MAB UNESCO, incoraggiandole a sostenere la resilienza ai cambiamenti climatici dei boschi dell’Appennino e la capacità di assorbimento di CO 2”, evidenzia Fausto Giovanelli, presidente Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano.

“Questo è un patto che rafforza la collaborazione tra le comunità di crinale appenninico e quelle che vivono ed operano alle sue pendici. Acquistando

i Crediti di Sostenibilità le aziende modenesi possono prendersi cura delle foreste d’Appennino e della biodiversità che in essa vive, sostenendo la diffusione di modelli innovativi di gestione forestale sostenibili”, afferma Luciana Serri, presidente dell’Ente per la gestione dei Parchi e della Biodiversità Emilia Centrale. Il progetto Crediti di Sostenibilità è nato con l’obiettivo di promuovere la gestione forestale sostenibile/responsabile su area vasta, allo scopo di contribuire a migliorare il livello di biodiversità delle foreste della Riserva della Biosfera Appennino tosco-emiliano, il loro adattamento nei confronti degli effetti negativi della crisi climatica. E ancora, migliorare l’azione di mitigazione del cambiamento climatico, implementando gli stock di carbonio nei serbatoi forestali attraverso il miglioramento della capacità di assorbimento e stoccaggio della CO 2 e la riduzione delle emissioni in atmosfera. Si vuole, contemporaneamente, offrire alle imprese uno strumento per compensare gli impatti ambientali prodotti dai loro cicli produttivi e dalle loro organizzazioni che non siano attualmente eliminabili o riducibili in altro modo.

Quindi, i Crediti di sostenibilità sono il riconoscimento economico ai servizi ecosistemici che le foreste generano e una tonnellata di CO 2 equivalente assorbita costituisce l’indicatore quantitativo principale sulla base del quale questi vengono, e per questo possono essere utilizzati per compensare le emissioni connesse ai cicli produttivi che le imprese e le organizzazioni non sono ancora in grado di evitare.

Il protocollo prevede che la Riserva della Biosfera e Confindustria Emilia abbiano reciprocamente uno scambio informativo riguardo alle iniziative intraprese riguardo ai temi della sostenibilità, intesa come fondamentale opportunità di sviluppo locale dei territori e, contemporaneamente, come opportunità per le imprese di innovazione, ricerca e sviluppo anche in una logica di più forte circolarità delle proprie produzioni nei confronti del territorio, che costituisce l’ambiente sociale e culturale di radicamento della propria presenza.

ORGOGLIOSI DI VOI

Dall'alto il Bologna F.C.1909, vincitore della Coppa Italia 2025, l'U.S. Sassuolo Calcio, campione della Serie B 2024/ 2025 e promosso in Serie A, e la Virtus Pallacanestro Bologna vincitrice dello Scudetto 2025, il 17° della sua storia

Supporto ai migranti

Confindustria Emilia firma un accordo

con Questura di Bologna e Cuamm sociale

È stato siglato e presentato a maggio scorso il progetto d’intesa tra Confindustria Emilia Area Centro, Questura di Bologna e Medici con l’Africa Cuamm per lo svolgimento di attività di volontariato presso

gli sportelli dell’Ufficio Immigrazione

Ottimizzare l’accoglienza e diminuire i tempi di attesa agli sportelli dell’Ufficio

Immigrazione: è questo l’obiettivo del protocollo siglato tra la Questura di Bologna e Medici con l’Africa Cuamm, con il supporto di Confindustria Emilia Area Centro. Sono circa 400 gli utenti che l’Ufficio Immigrazione della Questura di Bologna riceve quotidianamente per il disbrigo delle attività di competenza, tra queste la ricezione delle istanze di rinnovo/rilascio permesso di soggiorno, il fotosegnalamento, la ricezione di istanze di protezione internazionale, la consegna titoli di soggiorno elettronici. La molteplicità di queste attività richiede la presenza di diversi fronte office situati all’interno della struttura, dove il personale, con notevole impegno, si occupa di gestire l’elevato numero di utenti con efficienza e allo stesso tempo con rapidità. L’elevata mole di utenza non rende però sempre agevole il loro lavoro, motivo per cui è nata la collaborazione con Cuamm, la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane.

Confindustria Emilia in tale contesto si è offerta di collaborare con Cuamm per finanziare il progetto di volontariato presso l’Ufficio

Immigrazione, a supporto della Questura di Bologna, per migliorare e ottimizzare il servizio di accoglienza giornaliero dell’utenza, diminuendo i tempi di attesa. I volontari saranno formati dai poliziotti dell’Ufficio

Immigrazione e verranno impiegati prevalentemente, ma non in via esclusiva, in attività di accoglienza, occupandosi di indirizzare gli utenti agli sportelli preposti, effettuando atti-

vità di mediazione linguistica e potenziando il servizio di informazione anche attraverso la distribuzione di opuscoli.

“Confindustria Emilia crede in un’integrazione che sia autentica, fondata sul rispetto reciproco. Per questo abbiamo scelto di sostenere la Questura di Bologna con volontari multilingua di Cuamm, grazie ai quali sarà possibile ridurre i tempi di attesa dell’ufficio Immigrazione e facilitare l’accoglienza delle persone straniere. Da sempre riconosciamo l’importanza di aiutare le persone a orientarsi, a sentirsi accolte e a comprendere il contesto culturale e sociale in cui si trovano. D’altronde è lo stesso approccio che adottiamo come imprenditori ogni volta che investiamo in altri paesi: partire dalla conoscenza e dal rispetto per la cultura locale”, evidenzia Sonia Bonfiglioli, presidente di Confindustria Emilia.

“La collaborazione con CUAMM risponde all’atteggiamento e alla linea che la Polizia di Stato si è data come dovere nell’approccio con i cittadini extracomunitari. Si tratta di persone che, per varie motivazioni, si trovano comunque in una situazione di fragilità e gli sportelli dell’Ufficio Immigrazione della Questura rappresentano spesso il primo

Un momento della conferenza stampa: al centro Don Dante Carraro, direttore Medici con l’Africa Cuamm, Antonio Sbordone, questore di Bologna, Sonia Bonfiglioli, presidente Confindustria Emilia e Tiziana Ferrari, DG di Confindustria Emilia

incontro con il nostro Stato. È per questo che dobbiamo mostrare, in take frangente, il volto dell’accoglienza e dell’efficienza che ci sono propri”, sottolinea il Questore Antonio Sbordone.

“Come Medici con l’Africa Cuamm siamo onorati di dare il via a questa importante collaborazione qui a Bologna e ringrazio il questore Antonio Sbordone, la Polizia di Stato e insieme anche Confindustria Emilia Area Centro, per aver pensato a noi. Si tratta di un impegno che abbiamo già avviato e sperimentato a Padova e che porta risultati significativi. I nostri volontari, qui a Bologna, saranno impegnati in un lavoro di affiancamento e aiuto a chi arriva nel nostro paese e ha bisogno di un volto e una voce amica. Il nostro cuore e il nostro impegno sono in Africa, ma in questo modo possiamo fare la nostra parte anche qui, nel nostro paese, per renderlo un po’ più accogliente”, conclude Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm.

I NOSTRI SERVIZI

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I.T.V. (Informazione Tariffaria Vincolante)

LA BORSA DI STUDIO

“MARIO POSSATI” 2025

ALL'UCRAINA ANNA FRATSYVIR

È stata assegnata ad Anna Fratsyvir la Borsa di studio “Mario Possati” 2025, riconoscimento giunto quest’anno alla sua trentatreesima edizione. È infatti dal 1992 che la Borsa, promossa e finanziata da Confindustria Emilia Area Centro e Marposs e intitolata alla memoria dell’imprenditore bolognese, fondatore dell’azienda punto di riferimento mondiale nell’elettronica di precisione, permette a giovani talenti specializzandi nella sede bolognese della SAIS (School of Advanced International Studies) dell’Università americana Johns Hopkins, che quest’anno festeggia il suo 70° anno di attività, di perfezionare la propria formazione presso una delle principali realtà accademiche nel campo degli affari internazionali a livello mondiale. La scelta di premiare la studentessa ucraina Anna Fratsyvir rappresenta una conferma della vocazione originaria della Borsa di Studio “Mario Possati”, riaffermando l’impegno a sostenere i percorsi formativi degli studenti provenienti dall’Est Europa. Questo riconoscimento si inserisce in una linea di continuità che valorizza il legame storico e culturale con l’area geografica, confermando l’intento di offrire opportunità concrete a studenti meritevoli che affrontano sfide significative nei propri Paesi d’origine, supportando in questo caso una brillante rappresentante della giovane generazione ucraina. Interessatasi sin da giovane alle dinamiche della comunicazione governativa e delle relazioni internazionali, Anna Fratsyvir si è laureata con lode presso l’Istituto di Relazioni Internazionali dell’Università Nazionale Taras Shevchenko di Kyiv, in Ucraina, dove ha conseguito una laurea triennale in Relazioni Internazionali. Alla solida preparazione accademica ha affiancato un attivo impegno nella società civile e nelle istituzioni: è co-fondatrice della ONG “STUPOR”, impegnata nell’orientamento professionale dei giovani, e dal 2023 ricopre il ruolo di coordinatrice di gruppo presso il Consiglio dei Giovani del Ministero degli Affari Esteri ucraino. Ha

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maturato esperienze significative sia presso il Parlamento Europeo, lavorando con le commissioni ECON e AFET, sia al Ministero degli Esteri ucraino, collaborando con il Dipartimento del Protocollo. Finalista del programma Ukraine Recovery Youth Leadership, in collaborazione con Yale, ha partecipato come speaker a numerosi forum europei e si è distinta anche nel campo del giornalismo politico, prima con “Svidomi” e successivamente come giornalista televisiva per il canale pubblico “Suspilne”. Presso la Johns Hopkins University SAIS Europe, intende approfondire le proprie competenze in governance e affari internazionali, con l’obiettivo di contribuire attivamente alla diplomazia e alle riforme istituzionali in Ucraina. Alla cerimonia di consegna, che si è svolta lo scorso 15 aprile nella sede bolognese di Confindustria Emilia Area Centro, oltre ad Anna Fratsyvir, sono intervenuti Alberto Possati, membro del CDA di Marposs, Edoardo Possati, vicepresidente, e Francesco Possati, vicepresidente; l’allora presidente di Confindustria Emilia Area Centro, Valter Caiumi, insieme al direttore generale, Tiziana Ferrari; il rettore della

Johns Hopkins University SAIS Europe, Renaud Dehousse, insieme al direttore dello sviluppo, Gabriella Chiappini.

INAUGURATO

IL LICEO STEAM INTERNATIONAL DI CARPI

Lo scorso 5 giugno, presso il polo tecnologico universitario di via Corbolani, futura sede della scuola a partire da settembre 2025, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione del nuovo Liceo Steam International di Carpi, un progetto innovativo che unisce formazione d’eccellenza e visione internazionale. Il tradizionale taglio del nastro ha visto la partecipazione di Fabio Tarozzi, vicepresidente di Confindustria Emilia, Riccardo Schiavi, principal del Liceo Steam Emilia, Tiziana Ferrari, direttore generale di Con-

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Da sinistra Francesco Possati, Edoardo Possati, Valter Caiumi, Anna Fratsyvir, Renaud Dehousse, Tiziana Ferrari, Alberto Possati e Gabriella Chiappini

findustria Emilia, Mario Arturo Ascari, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Carpi, Giuliano Albarani, assessore alla Scuola del Comune di Carpi e don Gildo Manicardi, vicario della Diocesi di Carpi. Subito dopo, l’Open Day ha aperto le porte a studenti, studentesse e famiglie per scoprire da vicino l’offerta formativa della scuola, con laboratori pratici dedicati a science & robotics. Un assaggio concreto del metodo STEAM dove scienza, tecnologia e creatività si incontrano per costruire il domani.

AL VIA IL PORTALE

DELLE PROCEDURE CONCORSUALI

Un innovativo servizio digitale per trasformare le crisi aziendali in opportunità di sviluppo: Confindustria Emilia, in collaborazione con i Tribunali di Bologna, Ferrara e Modena, ha presentato lo scorso 12 giugno il nuovo Portale delle Procedure Concorsuali, uno strumento all’avanguardia pensato per supportare le imprese del territorio.

Il portale, accessibile tramite il sito web “Aree Industriali” di Confindustria Emilia, consente alle imprese associate di ricevere informazioni tempestive e dettagliate su aziende, rami d’impresa e lotti di beni aziendali soggetti a procedure concorsuali. L’obiettivo? Favorire la riconversione di situazioni critiche in nuove opportunità di crescita e insediamento produttivo.

Grazie a un sistema di matching avanzato, le imprese potranno consultare in tempo reale l’elenco delle procedure concorsuali attive; ricevere notifiche personalizzate via mail con la frequenza desiderata; selezionare il tipo di informazioni d’interesse (es. siti aziendali, lotti di beni, settori industriali specifici); contattare direttamente il professionista responsabile della procedura. Questo strumento rappresenta un’importante leva strategica per la competitività del tessuto imprenditoriale emiliano, offrendo la possibilità di intercettare in tempo utile occasioni di investimento e recupero di risorse produttive.

“Il nostro obiettivo è fornire alle imprese un servizio di valore aggiunto, che consenta di trasformare le crisi in opportunità concrete per il rilancio del territorio”, dichiara Sonia Bonfiglioli, presidente di Confindustria Emilia.

“Gli uffici giudiziari sono sempre più interes-

sati dal governo delle crisi d'impresa. Il tessuto economico dei distretti industriali manifesta sempre più le necessità di crescite orizzontali realizzate per il tramite di processi di fusione e/o di acquisizione di aziende. Le procedure concorsuali devono intercettare questa necessità rendendo immediatamente visibili le aziende e i beni oggetto delle attività di liquidazione e vendita”, afferma Pasquale Liccardo, presidente del Tribunale di Bologna.

DECEDUTO FRANCESCO BERSELLI

Lutto nel gruppo Varvel, che opera nel settore delle trasmissioni di potenza dal 1955. È morto alla fine di marzo Francesco Berselli, presidente del gruppo. Figlio del fondatore Cesare Berselli, è stato un punto di riferimento costante per tutti, facendo dell’impresa non solo un luogo di lavoro, ma una grande famiglia.

SCOMPARSO PIERLUIGI POGGI

È mancato all’età di 86 anni Pierluigi Poggi, fondatore e guida storica di Poggi Trasmissioni Meccaniche, azienda bolognese tra le più importanti nel settore della meccanica di precisione. Figura rispettata e stimata per la sua integrità, lungimiranza e profonda dedizione al lavoro, Poggi ha costruito nel corso di decenni una realtà solida e innovativa, grazie alla sua visione ha saputo far crescere un’impresa familiare fino a renderla un punto di riferimento a livello internazionale nel suo settore, mantenendo sempre al centro le persone e i valori che lo hanno guidato per tutta la vita.

MORTO ALDO HUGO SALLUSTRO

Aldo Hugo Sallustro, storico patron e amministratore delegato del Gruppo Panini, si è spento a 75 anni. Argentino di nascita (a Buenos Aires), modenese per vocazione, era alla guida di Panini dal 1991, rimanendo al timone della storica azienda, che vende ancora oggi cinque miliardi di figurine l’anno, mentre la società veniva venduta più volte. Poi nel 2016 ne è diventato proprietario insieme alle sorelle Baroni.

DECEDUTO ANGELO GIOVANNINI

È scomparso Angelo Giovannini, fondatore, insieme alla moglie Enza Braglia, del “Ricamificio Enza” di San Giovanni in Persiceto nel 1979. Dal 1994 in azienda sono entrati i due figli, Monica e Riccardo, e dal 2013 l’azienda è diventata Arem Italia, specializzata in tessile, abbigliamento, patches con personalizzazioni per il mondo dello sport, aziende, strutture alberghiere e ristorazione.

SCOMPARSO PAOLO CASSOLI

Profondo cordoglio nel Gruppo Cassoli per la morte di Paolo Cassoli, fondatore e presidente, figura centrale dell’industria meccanica italiana e uomo dalla straordinaria umanità. Classe 1933, Cassoli nel 1949, a soli 16 anni, depositò il suo primo brevetto e da quel primo gesto nacque un lungo percorso di innovazione. Nel 1964 fondò Cassoli Macchine Automatiche: poi accanto al figlio Stefano, Paolo Cassoli ha guidato la crescita del gruppo.

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