Fare n. 57 - Settembre 2022

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Dicembre 2020

Settembre

in questo numero: AGENDA 2030 ONU

In questo numero: SPECIALE FARETE 2022

L’attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile PREMIO MASCAGNI 2020

La comunità delle imprese di nuovo insieme dopo due anni ASSEMBLEA PUBBLICA

Sostenibilità e metaverso i temi al centro della relazione del presidente Caiumi 58° PREMIO ESTENSE

Trentadue storie di tenacia, impegno e cultura d’impresa PREMIO ESTENSE

Le interviste ai quattro finalisti e alla vincitrice del riconoscimento Granzotto

Aquila d’Oro 2020 ex aequo a Pablo Trincia e Concetto Vecchio

50 Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.
ISSN 2785-3071 FARE 57 SETTEMBRE 2022
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sommario

numero 57 settembre

DIRETTORE RESPONSABILE

Raffaella Mazzali

EDITORE

FARE S.r.l.

via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118

DIREZIONE E REDAZIONE

Confindustria Emilia Area Centro

ART DIRECTOR

Lorella Luccarini - Confindustria Emilia Area Centro

STAMPA

LABANTI e NANNI Industrie Grafiche Srl viale Marconi, 10 40011 Anzola dell’Emilia (BO)

PUBBLICITÀ

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FOTO

Archivio Confindustria Emilia Area Centro, Francesca Aufiero, Elisabetta Baracchi, Serena Campanini, Giacomo Maestri, Max Salani Presidente Valter Caiumi

Direttore Generale Tiziana Ferrari

Sede legale e operativa: via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118 www.confindustriaemilia.it

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Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posi zioni di Confindustria Emilia che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione

Valter Caiumi

vita industriale

Marco Taddei,

ICT, motore per l’innovazione

Farete 2022, la comunità delle imprese di nuovo insieme

Raffaella Mazzali

"È tempo di nuovi eroi della normalità" di Generoso Verrusio

"Metaverso, ovvero guardare il futuro" di GV

La relazione del presidente Valter Caiumi

Estense 2022, a Ferrara con le grandi firme del giornalismo italiano di GV

Festival Filosofia, appuntamento nel 2023 con "parola" di GV 107

La sede di via Bellinzona riapre alle imprese di Laura Ansaloni

tutta Italia per diventare ambasciatori dell'approccio STEAM di LA

emilia

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2022
focus di
5
di
Laura Ansaloni, Raffaella Mazzali, Marianna Saguatti e Generoso Verrusio 7
rubrica a cura di Rete ICT 68 Speciale 70
di
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111 Da
112 news
di Marco Taddei, Raffaella Mazzali e Marianna Saguatti 114 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

focus

È stata una bella soddisfazione vedere il successo di FARETE 2022, una sincronia delle principali attività create e messe in campo in questi anni, di cui abbiamo visto il funzionamento insieme a diecimila partecipanti.

Quella è stata anche la miglior opportunità per continuare a tracciare i nostri prossimi obiettivi e condividere quanto stiamo facendo in quella direzione. Abbiamo bisogno di far crescere le nostre pmi, per affrontare meglio il prossimo periodo e le sfide che sono già di fronte a noi. Cambiamenti climatici, pandemia, crisi energetica, e ora anche guerra, mettono in evidenza per tutti le debolezze di un vecchio equilibrio e mostrano la necessità di trovare un nuovo ordine. Come garantire la sostenibilità o l’ingresso dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi mantenendo alta la qualità dell’occupazione? Come individuare e trattenere le nuove professionalità? Come superare le difficoltà del caro energia? Sono solo alcune delle questioni che il continuo cambiamento ci pone.

La nostra agenda associativa si intensifica ancor di più dopo la risposta di FARETE, da cui portiamo a casa centinaia di momenti di confronto con una comunità di imprese che trova nella sua associazione un punto di appoggio, di ascolto e di confronto, per condividere le soluzioni possibili, metterle a terra, reagire e continuare a migliorare. Crescere e migliorare continuando a produrre valore nel rispetto di tutto quello che ci circonda.

L’economia circolare, mai come ora, sta diventando un tema centrale e con l’iniziativa “Albo Circular”, un progetto già presente sulla nostra piattaforma digitale, daremo la possibilità di spunti e contatti per concretizzare soluzioni “circolari” per il proprio business.

Durante i nostri lavori in Assemblea Generale, Marco Savini ci ha mostrato la pervasività del digitale nella vita delle persone e delle imprese. Parlare oggi, per noi imprese, di Metaverso significa toccare il tema dei contenuti e della centralità, di chi ha in sé valori e temi da porre a favore dell’intera comunità. È una dimensione da non trascurare nella redazione dei nostri piani di sviluppo e di crescita.

Dimensione dell’impresa, Sostenibilità dei suoi processi e prodotti, pervasività del digitale. Tre punti di attenzione che abbiamo toccato insieme e che trovano in Confindustria professionisti dedicati per supportarvi nelle riflessioni e conseguenti azioni per scrivere insieme il percorso di crescita della vostra azienda da qui ai prossimi 10 anni.

Infine, nel concludere questo editoriale vorrei ricordare che dopo due anni di lavori, a Modena, siamo tornati nella nostra casa di sempre, completamente riqualificata con una particolare attenzione alla qualità degli ambienti di lavoro. Palazzo Bellinzona sarà il nostro hub per tutti i servizi e ospiterà anche Nuova Didactica, la scuola di Formazione dell’Associazione e la società di servizi specializzata nell’elaborazione di buste paga. Le sale multimediali sono a disposizione di tutti voi, vi aspettiamo. Buon lavoro a tutti.

Valter Caiumi

Presidente

Confindustria Emilia Area Centro

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ALCE NERO PRESENTA IL SUO PRIMO BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ

Sostenibilità economica, sociale e ambien tale: sono questi i tre pilastri del modello imprenditoriale adottato da Alce Nero, il marchio bolognese di agricoltori e trasfor matori impegnati da oltre quarant’anni nel settore biologico, racchiusi all’interno del suo primo Bilancio di Sostenibilità. Il Bilancio di Sostenibilità è stato presentato nell’ambito della sesta edizione di Resi lienze Festival, che si è svolto a Bologna a maggio scorso. Perché questo importante documento risultasse confrontabile e con sultabile da tutti, Alce Nero ha scelto di redigere il report seguendo regole ricono sciute dello standard GRI. Dal 1978, anno della sua fondazione, Alce Nero reputa im prescindibile operare in modo sostenibile su tutti i fronti, considerando contempora neamente la dimensione economica, quella sociale e quella ambientale e il loro recipro co equilibrio. Questo è ancor più valido oggi, alla luce degli effetti del cambiamento climatico e dell’attuale contesto emergen ziale internazionale che sta generando gravi conseguenze umanitarie, ripercussioni sul mercato alimentare e sulla stabilità mon diale. Un momento in cui il biologico si trova ancora una volta a doversi difendere e ricordare la sua natura di pratica agrono mica sostenibile nel lungo periodo, per la terra e per le persone. Una visione lungimi rante che Alce Nero ha nel proprio DNA fin dalla sua costituzione. “In Alce Nero

vita industriale

la dimensione sociale e quella ambientale sono sempre state centrali e rilevanti, alme no tanto quanto l’imprescindibile (per ogni azienda) sostenibilità economica”, afferma Massimo Monti, amministratore delegato dell’azienda. “Abbiamo costruito un mo dello di business che coniuga un profondo rispetto per le persone e una grande atten zione per l’ambiente che tutti noi ospita. Lavoriamo da tanti anni, con determina zione e passione, per portare sulle tavole di chi sceglie Alce Nero un cibo buonissi mo, che nutre in modo corretto, fatto con materie prime eccellenti e coltivate senza veleni, nel rispetto dei territori e dei no stri agricoltori. Il nostro posizionamento è premium perché tutto quello che facciamo deve essere rispettoso e sostenibile; è così da quando esistiamo e non abbiamo in tenzione di mollare, anzi. L’esperienza ci ha insegnato che serietà e coerenza, segui te con costanza e senza compromessi, nel tempo pagano sempre: generano fiducia, rispetto, buona reputazione, legami forti. Generano quei valori solidi, tangibili e in tangibili, comunque gratificanti, che sono il presupposto dell’unica via di crescita, e di ricerca di prosperità, oggi possibile ed accettabile: uno sviluppo che sia, appunto, realmente sostenibile”. E, solo per citare alcuni numeri, nel 2021 Alce Nero è stata la prima marca in Italia per notorietà, con oltre 4 milioni di famiglie acquirenti e 71 milioni di fatturato. Ha servito 53 Paesi, con un’offerta di 334 referenze, tutte biolo giche, realizzate al 62% con materie prime italiane. Tra queste, 31 nuovi prodotti e 32 referenze certificate Fairtrade. Rilevante è anche l’occupazione femminile regi strata, con il 56% di collaboratrici. “Sviluppo sostenibile vuol dire indi rizzare le nostre vite e il nostro agire verso il proposito di una floridezza e di uno stato di bell-essere in cui le persone possano realizzarsi raggiun gendo maggiore coesione sociale e benessere più equamente condiviso, nel rispetto fondamentale e impre scindibile dei limiti fisici e biologici del Pianeta Terra,”, sottolinea Erika Marrone, direttrice qualità, filiere e sostenibilità.

ALMACUBE, L’INNOVATION HUB CHE FA COLLABORARE AZIENDE E STARTUP

Nel 2025 l’Open Innovation diventerà la principale modalità di innovazione nelle aziende, indipendentemente dalla loro di mensione e dal loro settore.

L’innovazione, funzione fondamentale di ogni impresa che intenda rimanere com petitiva in un mercato globalizzato, verrà esercitata sempre di più in maniera colla borativa, attraverso la condivisione di com petenze e tecnologie con partner esterni. Proprio in questo settore opera Almacube, l’innovation hub di Confindustria Emilia e Università di Bologna, che supporta azien de consolidate e realtà emergenti (startup e spinoff) nel loro percorso di crescita e svi luppo, valorizzando le reciproche peculia rità per dare vita a percorsi di co-creazione e co-progettazione finalizzati allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi. “Dalla sua fon dazione nel 1999 Almacube ha accelerato e incubato oltre 300 startup e spinoff”, spiega l’amministratore delegato Andrea Barzetti. “Si tratta di società con tecnolo gie innovative nei settori dell’industria 4.0, dell’internet of things, della farmaceutica, dell’economia circolare, solo per citarne alcuni”. Questo bacino di giovani imprese in forte crescita rappresenta un immenso

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Andrea Barzetti, amministratore delegato di Alma Cube

patrimonio di conoscenze e competenze altamente specialistiche a disposizione delle aziende del territorio, che spesso ignorano la quantità e la qualità delle soluzioni tec nologiche e digitali sviluppate.

“C’è il pregiudizio diffuso che le startup siano entità lontane dal mercato, che non possono contribuire ai piani di crescita di Pmi e grandi imprese”, osserva Barzetti. “Nulla di più sbagliato: gli startupper con cui lavoriamo ogni giorno sono profes sionisti capaci, con importanti esperienze professionali alle spalle, che hanno saputo costruire un team e sviluppare soluzioni a elevato livello di maturità tecnologica e che sono pronti ad avviare collaborazioni con imprese più grandi. Molti di loro hanno già clienti e sanno cosa significa lavorare con realtà strutturate, misurandosi su obiettivi concreti”. Per dare maggior impulso ai pro getti di collaborazione tra aziende consoli date e startup, Almacube ha inaugurato nel 2022 i primi servizi di venture clienting, che permettono alle aziende di validare sui propri impianti e processi le soluzioni più attrattive sviluppate dalle startup. “La di mensione del Venture Clienting permette all’azienda di sperimentare nuove soluzioni realizzate da una startup senza incappare nei rischi connessi alle tradizionali opera zioni di venture capital. Non investe quindi nella startup, ma ne diventa cliente, andan do ad applicare la soluzione innovativa alle proprie necessità”, spiega ancora Barzetti. In questi progetti Almacube opera come un’interfaccia tra i due mondi: supporta l’impresa nella definizione dei fabbisogni di innovazione, mappa e seleziona le startup con le tecnologie più attrattive, conduce azienda e startup in un percorso collabo rativo e di co-progettazione che fa ampio uso della metodologia del design thinking. “Il Venture Clienting è adatto a qualunque azienda che voglia sperimentare o rafforzare il processo di innovazione aperta entrando in contatto con startup, in Italia e nel mon do. Alle aziende dico di non aver paura di sperimentare e di mettersi in gioco: c’è una grande ricchezza di soluzioni innovative sul mercato e strutture come Almacube posso no accompagnare e consigliare le imprese sui migliori modi per avviare progetti colla borativi”, conclude l’amministratore dele gato di Almacube Andrea Barzetti.

ILLUMINAZIONE PUBBLICA 4.0, AL VIA IL NUOVO PROGETTO DI AMMAGAMMA E GRUPPO HERA

Dopo le sperimentazioni sul campo, sono già stati registrati i primi risultati positivi della collaborazione tra Ammagamma, so cietà modenese di data science che offre so luzioni di intelligenza artificiale alle azien de, e Hera Luce, società di illuminazione pubblica del Gruppo Hera. Un progetto in novativo che si inserisce nel solco della pro ficua e consolidata partnership tra Gruppo Hera e Ammagamma, iniziata sette anni fa, volta a favorire e promuovere lo scambio di esperienze, sviluppare nuove competenze attraverso iniziative formative, realizzare progetti per l’uso di big data, modelli di machine learning e di intelligenza artificia le applicati ai diversi settori in cui opera la multiutility, ovvero idrico, ambientale ed energetico, contribuendo al raggiungimen to degli obiettivi per lo sviluppo sostenibi le espressi dalle Nazioni Unite (SDGs). In particolare, per quanto concerne il progetto sviluppato con Hera Luce, gli esperti di Ammagamma hanno elaborato un insieme di modelli di previsione basati su tecniche di IA che hanno permesso di passare da un approccio improntato alla manuten zione ordinaria dei punti luce di un Comune a un approccio che, al con trario, ha al centro la manutenzione predittiva. Questi modelli predittivi tengono conto di numerosi fattori e sono in grado di fornire previsioni su vari indicatori, quali, ad esempio, lo stato dei sostegni dei punti luce, e forniscono informazioni sui rischi di guasti o rottu re. Inoltre, l’integrazione con dati esterni, come la presenza di punti di interesse o la densità abitativa nelle varie zone del territo rio comunale, rende possibile prioritizzare gli interventi manutentivi, ottimizzando i sopralluoghi e le risorse necessarie. “L’ap plicativo per la manutenzione predittiva realizzato da Ammagamma è stato testato in un comune con più di 200 mila abitanti e 25 mila punti luce e ha permesso di dimi nuire del 25% il budget allocato per la ma nutenzione ordinaria”, afferma Alessandro

Battistini, direttore generale di Hera Luce. “L’utilizzo di queste tecniche ha permesso a Hera Luce di avere a disposizione un in sieme di informazioni di estremo dettaglio, che consente di ottenere mappe di priori tà di intervento molto dettagliate, così da ottimizzare i costi legati alle verifiche dei punti luce”, commenta Andrea Bernardelli, business solution manager di Ammagam ma. Hera Luce è la società di illuminazio ne pubblica del Gruppo Hera, una delle maggiori multiutility italiane che opera nei settori ambiente, energia e idrico, con più di 9.000 dipendenti, impegnati ogni gior no nel rispondere ai molteplici bisogni di circa 5 milioni di cittadini. L’orientamento all’economia circolare e alla sostenibilità del Gruppo Hera viene declinato da Hera Luce nei servizi di city lighting attraverso soluzioni improntate alla più alta efficienza energetica e alla circolarità di tutti i compo nenti del sistema di illuminazione pubblica e tramite lo sviluppo di soluzioni smart a servizio delle città che desiderano integrarsi in un modello virtuoso di “circular smart city”.

AQUASOL, L’INNOVAZIONE AMBIENTALE DELLA PULIZIA TECNICA

Sostenibilità, tutela dell’ambiente e sicurez za per le aziende e i lavoratori costituisco no i punti focali della mission di Aquasol, realtà fondata a Bologna nel 2013, che dal 2019 ha sviluppato una nuova tecnologia per affrontare questi temi sempre più all’or dine del giorno nel mondo dell’industria, e per la quale Aquasol può essere un’innova zione ambientale in grado di far incremen

vita industriale

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tare il bilancio di sostenibilità delle azien de che lo introducono nei propri processi produttivi. A spiegare più nel dettaglio le caratteristiche dei prodotti dell’azienda bo lognese è Andrea Gruppioni, founder & CEO di Aquasol, che dal 2008 ricopre il ruolo di circular economy & innovation manager e ha partecipato alla realizzazio ne e allo sviluppo di diversi brevetti. “In sintesi, l’utilizzo dei prodotti Aquasol con tribuisce a ridurre sensibilmente i costi di smaltimento e, non contenendo solventi, non sono necessarie pratiche che coinvol gano i vigili del fuoco, perché non sussisto no rischi di infiammabilità né di stoccaggio in Atex o trasporti in ADR. Nel caso delle pulizie tecniche industriali, grazie alla to tale assenza di solventi è possibile smaltire le risulte costituite dai vari materiali assor benti come semplice ‘rifiuto speciale non pericoloso'”. Questo perché le principali caratteristiche di Aquasol sono quelle di un prodotto privo di tensioattivi, solven ti o composti del cloro o altri inquinanti ambientali, dal forte potere detergente, sgrassante e sanificante. “Abbiamo testato l’applicazione del prodotto in diversi set tori”, prosegue Gruppioni, “e per consoli dare il nostro modello di business abbia mo diversificato la produzione in Aquasol Mec, destinato alle operazioni manuali di disoleazione e/o degrassamento nell’indu stria manifatturiera in generale, nella flui dodinamica, nella verniciatura industriale, automotive, marine, nella manutenzione aeronautica o elettronica di precisione per citarne alcuni; Aquasol Food, destinato alla pulizia tecnica di strumenti e superfici a contatto con gli alimenti in assoluta assen

za di residui chimici. Nell’ottobre scorso, un’importante pubblicazione scientifica sull’International Journal of Food Safety ha testimoniato anche la riduzione della carica batterica del nostro prodotto, e questo, in totale assenza di biocidi, è un grande risul tato”. Si è detto che Aquasol è soprattut to un’innovazione ambientale in grado di far incrementare il bilancio di sostenibilità delle aziende. “A questo proposito, vorrei sottolineare che l’utilizzo dei nostri prodot ti contribuisce efficacemente a ottempera re alla certificazione ISO 45001”, avverte Gruppioni, “che consente alle imprese di attuare un controllo responsabile dei rischi e di aumentare costantemente la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro al fine di pro teggere il personale da eventuali pericoli”. Che conclude: “Questa certificazione cer tamente rappresenta un investimento per l’imprenditore, in termini di gestione e mantenimento nel tempo della conformità alle norme di miglioramento progressivo delle performance aziendali e di maggiore efficienza dei processi, ma essa può con tribuire a ricadute positive sia all’interno dell’azienda che nell’immagine che questa proietta sul mercato. Anche per i lavorato ri, l’applicazione di un sistema di gestione certificato sotto accreditamento costituisce la garanzia di un contesto lavorativo che considera centrale la salute e la sicurezza. Crea un maggiore coinvolgimento, rafforza la motivazione, con potenziali effetti positi vi sulla produttività”.

STUDIO BARBIERI & ASSOCIATI, UN APPROCCIO STRATEGICO ALLA SOSTENIBILITÀ

Lo Studio Barbieri & Associati di Bologna è stato tra i protagonisti di uno dei workshop dell’ultima edizione di Farete, la due giorni di networking dedicata a tutte le filiere pro duttive promossa da Confindustria Emilia che si è svolta presso la Fiera di Bologna il 7 e 8 settembre scorsi. Durante la mani festazione, lo Studio Barbieri & Associati ha affrontato il tema della sostenibilità con un approccio innovativo e strategico per le aziende. Quando si parla di sostenibilità, infatti, si pensa naturalmente all’ambiente,

ma sostenibilità non è solo questo. “Come aziendalisti con più di 40 anni di esperienza vogliamo dare il nostro contributo concen trandoci sulle persone, sulla sostenibilità del loro rapportarsi con il sociale, e anche del fare impresa economica e responsabile. Per fare questo, anche a costo di ribaltare l’approccio dell’ordinaria consulenza ge stionale, affianchiamo le aziende per pro gettare o riesaminare le strategie nell’ottica della sostenibilità, ma con attenzione alla continuità del business”, sottolinea Gian franco Barbieri, fondatore dello Studio. I temi analizzati durante il workshop “Soste nibilità: non solo ambiente” che si è svolto a Farete, ripresi e ulteriormente approfonditi in occasione del webinar del 27 settembre 2022 nell’ambito dell’iniziativa “Associati per Associati”, sono molteplici: gli sviluppi normativi in ambito ESG; la sostenibilità nella governance aziendale, con particolare riferimento all’adeguatezza degli assetti or ganizzativi, amministrativi e contabili, del la contrattualistica aziendale e dei rapporti con le filiere; la sostenibilità della gestione finanziaria e i segnali di allerta per prevenire le crisi; la sostenibilità nelle relazioni con le persone, alla ricerca di equilibrio tra esigen ze e obiettivi spesso diversi; la sostenibilità nel rapporto tra l’azienda e il proprio con testo sociale e geografico, per capire come viene percepita e come possa avvicinare il proprio territorio; la comunicazione della sostenibilità, al confine tra condivisione di scelte virtuose e opportunità di marke ting. “Il nostro è un approccio ‘ribaltato’ rispetto all’ordinaria consulenza in tema di

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Andrea Gruppioni, founder & CEO di Aquasol Gianfranco Barbieri, fondatore dello Studio Barbieri

sostenibilità. La prima cosa è condividere con la governance aziendale le esigenze e le strategie per la sostenibilità del business, analizzando insieme rischi e opportuni tà anche con riferimento ai rapporti con le filiere, per poi inquadrare le stesse nella cornice “ESG” anche alla luce di eventuali azioni in corso; solo dopo potremo definire gli obiettivi e le azioni per l’attuazione delle strategie aziendali e individuare indicatori appropriati per la misurazione dei risultati raggiunti. Affianchiamo poi le imprese nel la fase attuativa dei progetti, sia per quanto riguarda il coordinamento delle attività che per quanto riguarda la gestione degli aspetti economico-finanziari, delle risorse umane e della comunicazione, fino alla predisposi zione del report di sostenibilità”, conclude Gianfranco Barbieri. Per saperne di più: https://www.barbierieas sociati.it/sostenibilità-non-solo-ambiente

CAFFÈ CAGLIARI, CON RISE AGAINST HUNGER A SOSTEGNO DELL’UCRAINA

Un aiuto concreto a favore della popola zione ucraina colpita dalla guerra. È quello portato da Caffè Cagliari, la storica torrefa zione modenese, che è scesa in campo pro muovendo una serie di iniziative insieme a RAH - Rise Against Hunger, l’organizza zione internazionale no-profit nata con l’o biettivo di combattere la fame nel mondo e raggiungere uno sviluppo sostenibile. Il primo passo è stato compiuto con la crea zione di una raccolta fondi a cui l’azienda ha partecipato attivamente insieme ai pro pri dipendenti e collaboratori per sostenere

la causa ucraina e raccogliere le risorse utili per affrontare l’attuale emergenza umanita ria.

Oltre all’attività di crowdfunding, lo scorso 27 maggio, i dipendenti, amici e partner di Caffè Cagliari sono diventati volontari per un giorno con l’obiettivo di assemblare kit alimentari necessari per assicurare un pasto a migliaia di persone. Durante la giornata i volontari, tra i quali anche il responsabile di territorio della sede di Modena di Con findustria Emilia, Alessandro Rossi, il di rettore generale di Modena Volley, Andrea Sartoretti, e i pallavolisti gialloblù Riccardo Gollini e Lorenzo Sala, hanno confezionato 9.000 pasti.

I box, contenenti vari generi alimentari, tra i quali il caffè donato dall’azienda, sono stati poi trasportati su camion per esse re distribuiti dai partners di Rise Against Hunger al popolo ucraino in fuga dalla guerra. Grazie al numero di lotto, riportato su ogni box, tutti i beni sono stati traccia ti ed è stato possibile verificare l’avvenuta consegna ai beneficiari. Inoltre, per ogni ordine ricevuto sul sito www.shopcaffeca gliari.it durante quella giornata il 50% è stato devoluto alla campagna di raccolta fondi per l’Ucraina. Quella di Caffè Caglia ri è la storia di una famiglia modenese che ben rappresenta la tipica storia degli ultimi 150 anni dell’Italia. Il fondatore, Ambro gio Cagliari, partì per il Brasile nel lontano 1895 per andare a lavorare in una fazenda di coltivazione di caffè. In poco tempo di venne un grande esperto della selezione e della tostatura e iniziò ad occuparsi anche della commercializzazione del caffè verde. Da San Paolo giunse a Bordeaux portando in Europa il caffè brasiliano per poi fare ri torno in Italia nel 1909, quando inaugurò la sua bottega di torrefazione e degustazio

ne nel centro di Modena. Caffè Cagliari vanta dunque una tradizione ultracentena ria che è passata attraverso diverse quattro generazioni di famiglia, rappresentate oggi da Alberto e Alessandra Cagliari, rispettiva mente presidente e amministratore delega to dell’azienda. Investendo continuamente in ricerca e innovazione, Caffè Cagliari ha fatto della qualità dei suoi prodotti la pro pria mission aziendale, ottenendo risultati in costante crescita che le hanno permesso di espandersi oltre i confini nazionali. Oggi Caffè Cagliari è una solida realtà presente in duemila pubblici esercizi in oltre 40 Pa esi in tutto il mondo che conta un fattura to di 17 milioni di euro, 80 dipendenti e agenti monomandatari, mille tonnellate di caffè tostato e 150 milioni di tazzine servite all’anno.

CAMST FESTEGGIA

680 MILIONI

DI FATTURATO DI GRUPPO

L’assemblea dei soci di Camst, azienda bo lognese del settore della ristorazione e dei facility services, ha approvato lo scorso 3 luglio il bilancio 2021 registrando 486 mi lioni di euro di fatturato, il 25% in più ri spetto al 2020, con un utile pari a 746 mila euro e un patrimonio netto di 168 milioni di euro. Camst group registra invece un fatturato aggregato di 680 milioni di euro, sommando i fatturati della capogruppo, delle società in Italia (52 milioni) e di quel le all’estero (142 milioni), per un totale di quindicimila dipendenti.

L’assemblea generale dei soci, che ha chiuso un ciclo di nove assemblee territoriali, si è svolta in presenza a Bologna e ha visto una grande partecipazione da parte dei soci la voratori e dei soci sovventori. Durante gli incontri assembleari è stato inoltre votato il nuovo consiglio di amministrazione del la cooperativa con l’ingresso di sette nuovi membri sui sedici che lo compongono ed è stata riconfermata la fiducia a Francesco Malaguti alla presidenza della cooperativa. “Sono soddisfatto di quello che considero un ottimo risultato per il gruppo alla luce delle complessità che il Paese ha attraversa to anche nel 2021 a causa della pandemia e

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nonostante l’aumento dei costi energetici e delle materie prime”, sottolinea il presiden te Francesco Malaguti. “Proseguiremo nella direzione di un futuro in cui il rispetto e la tutela dei nostri dipendenti, delle comuni tà in cui siamo presenti, dei nostri clienti e dell’ambiente saranno i nostri obiettivi principali, insieme al profitto”. Tra i risul tati positivi del 2021, la crescita del settore dei facility services (+29% sul 2020) con un volume di affari record di 75 milioni di euro in totale tra soft, tech e area EMS (Environmental Monitoring System) e un recupero di oltre 90 milioni di euro nella ristorazione collettiva, con il segmento del la scolastica che recupera una posizione di leadership di mercato con un fatturato di 178 milioni di euro nonostante la pande mia abbia comunque condizionato il risul tato. Tra gli impegni del 2022, proseguirà il rafforzamento del brand Tavolamica, i ristoranti self-service per la pausa pranzo di Camst group, con l’inaugurazione di nove locali entro il prossimo autunno, per un investimento totale di oltre tre milioni di euro e 50 nuovi posti di lavoro tra baristi, cassieri, cuochi e addetti alla ristorazione generici.

Nello specifico si tratta di cinque nuove aperture, un’attività di restyling e tre ria perture a insegna Tavolamica. I nuovi locali offriranno la consueta offerta gastronomi ca di qualità con una novità, la nuova li nea di piatti freddi. Sul fronte welfare nel 2021 sono proseguite le attività sviluppate da Camst con servizi “people care” per un supporto concreto nelle necessità di cura di bambini, ragazzi, anziani e non autosuffi

cienti o fragili. Sono state altresì riconfer mate le borse di studio e i bonus università per dipendenti e figli di dipendenti meri tevoli. Per quanto riguarda la diversità di genere, ambito di grande importanza per l’azienda costituita per l’87% da lavoratrici, Camst ha lanciato un progetto interno de dicato alla leadership femminile; ha inoltre rinnovato la collaborazione con D.i.Re As sociazione Donne in rete contro la violenza per una campagna informativa e per avviare l’inserimento lavorativo ancora in corso di donne che hanno vissuto violenza.

CASA DI CURA FOGLIANI, NUOVI AMBULATORI E POLO DIAGNOSTICO ALL’AVANGUARDIA

Cresce l’offerta di servizi da parte della Casa di Cura Fogliani di Modena. Grazie a un investimento di oltre due milioni di euro l’ospedale privato accreditato ha com pletato infatti lo scorso giugno un in tervento strutturale che ha interessato due aree: da un lato lo spazio dedicato alle visite ambulatoriali, dall’altro l’a rea che ospita il polo tecnologico dove vengono eseguiti esami specialistici. Per quanto riguarda gli ambulatori, è stata inaugurata un’ala interamente nuova, frutto di un attento recupero di un un’area adiacente: 400 metri quadrati che ospitano otto ampi e ac coglienti ambulatori oltre a una lumi nosa sala d’attesa. Per gestire al meglio l’accoglienza dei pazienti, il lavoro dei

professionisti è supportato anche da un moderno sistema digitale che, attraverso una serie di monitor informativi, riduce al minimo le attese e garantisce sempre la tutela della riservatezza. L’ospedale privato accreditato Casa di Cura Fogliani ha inol tre potenziato la dotazione di attrezzature destinate alla diagnostica e all’esecuzione di esami specialistici, tra cui una risonanza magnetica di ultima generazione. “Si tratta di una delle soluzioni più moderne presenti sul mercato e che pone all’avanguardia, non solo a livello provinciale, la Casa di Cura. La nuova risonanza magnetica vanta due importanti punti di forza: l’elevata risolu zione, e quindi un maggior dettaglio delle immagini, e standard di sicurezza molto avanzati per pazienti e operatori. Ad oggi, infatti, è l’unica tecnologia di questo tipo sul mercato mondiale a impiegare un nuo vo tipo di magnete, privo praticamente di

Un momento dell'inaugurazione dei nuovi ambulatori alla Casa di Cura Fogliani

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A sinistra: Francesco Malaguti, presidente di CAMST. A destra: il nuovo CDA

gas elio; inoltre, grazie alla sofisticata elet tronica e al tunnel, più largo e più corto, è possibile effettuare esami più brevi, più precisi e meglio sopportati anche dai bam bini e dai pazienti claustrofobici. Conte stualmente è stata attivata anche una nuova TAC di ultima generazione che si distingue prima di tutto per la notevole riduzione di dose (ASIR), mantenendo invariata la qua

lità diagnostica con tempi d’esame molto ridotti”, spiegano dalla Casa di Cura mo denese. L’inaugurazione è stata anche l’oc casione per una riflessione su come sanità pubblica e privata accreditata hanno con tribuito all’efficace contrasto della pande mia attraverso una virtuosa collaborazione.

Va infatti ricordato che la Casa di Cura Fo gliani ha avuto un ruolo importante nella

ARETÉ FESTEGGIA 20 ANNI DI ATTIVITÀ

gestione dell’emergenza assorbendo un nu mero rilevante di interventi che, altrimenti, sarebbero stati rinviati. In particolare, la struttura, che è sempre rimasta Covid free, ha messo a disposizione le sale operatorie e il proprio personale per consentire ad équipes dell’Ausl e del Policlinico di Mo dena di effettuare numerose operazioni, so prattutto in ambito ortopedico, specialità

Areté – The Agri-food Intelligence Company, ha appena spento la sua ventesima candelina. La società bolognese, fondata nel 2002 da Mauro Bruni ed Enrica Gentile, ai quali si è unito, nel giugno 2020, il partner globale CRIF, ha festeggiato infatti con un evento che si è tenuto lo scorso 23 giugno i suoi primi vent’anni di attività.

Con circa 2,3 milioni di fatturato atteso per il 2022, +20% sul 2021, e venti dipendenti, l’azienda è oggi punto di riferimento in Italia e in Europa per i servizi di analisi economica e previsione nei settori dell’agricoltura, del food e dei mercati connessi. Da sempre completamente specializzata sull’agroalimentare, Areté coniuga alla profonda conoscenza del settore, dell’impianto di poli cy che lo governa e dei suoi player, l’utilizzo di strumenti innovativi per la raccolta e l’analisi dei dati in ottica previsiva e strategica. La realtà bolognese, che vanta tra i suoi clienti gruppi di primissi mo piano dell’agribusiness e del food italiano ed europeo, tra i quali Barilla, Granarolo, Eridania, Syngenta, Lindt, Cereal Docks, Fabbri, Colussi e molti altri, oltre che molte tra le principali istituzioni inter nazionali legate al mondo agrifood, è punto di riferimento nazionale nel price forecasting sui mercati agricoli ed alimentari. Un sistema con cui ha contribuito a cambiare, negli ultimi dieci anni, il modo di approcciare gli acquisti e le vendite di materie prime nel settore.

Areté è anche uno dei player europei di riferimento nell’analisi degli impatti delle politiche applicate all’agroalimentare e nelle operazioni di investimento in ambito agroindustriale, nelle quali collabora con alcuni tra i principali fondi del Paese. Per fare tutto questo l’azienda si avvale di un team di economisti, statistici, agronomi e specialisti del settore, capaci di lavorare su progetti multidisciplinari e in diversi Paesi.

L’area di market intelligence e data analytics, attiva da oltre 10 anni su questi servizi, sviluppa modelli previsionali e di ottimizzazione del le scelte aziendali (price foracsting, dynamic pricing, demand plan ning e altri) grazie al mix tra la profonda conoscenza sviluppata nel settore e le competenze di un team di data scientist e matematici. L’unità di policy evaluation è inoltre al vertice in Europa nei servizi di valutazione e impact assessment di politiche applicate all’agricoltu ra e al food, e guida di molti degli studi su questi temi, commissionati negli anni recenti dalla Commissione e dal Parlamento UE, ma an che da governi e istituzioni extra UE e da molti player internazionali del settore, interessati a capire cosa accadrà ai rispettivi mercati a seguito dell’introduzione o della modifica di misure di policy o di normative applicate al settore. Infine, l’area di growth strategies e farm management supporta investitori agroindustriali, fondi di investimento e holding company nello scouting, nella realizzazione e nella gestione di investimenti sullo specifico comparto. Si tratta di una business unit che ha gene rato, negli ultimi sette-otto anni, investimenti per oltre 100 milioni di euro nei settori agrifood e rinnovabili connesse all’agricoltura. “Forti del successo dei nostri servizi di market intelligence e foreca sting sui mercati delle commodity, e anche grazie agli stimoli e al bo ost dati dall’ingresso di Crif, stiamo continuando a investire su data science e analytics applicati al settore”, dichiara Enrica Gentile, am ministratore delegato di Areté. “Un’altra area di grande attenzione è quella dell’agritech, su cui lavoriamo già da alcuni anni attraverso il monitoraggio delle startup e la collaborazione con alcuni gruppi scelti a supporto di un’agricoltura sempre più innovativa, sostenibile e ‘scientifica’", conclude Enrica Gentile.

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nella quale la Casa di Cura Fogliani offre standard qualitativi di alto livello. “Credo che il risultato di questa collaborazione sia stato particolarmente positivo sotto diver si aspetti. Prima di tutto per la salute dei cittadini che, grazie alla sinergia messa in campo, hanno potuto sottoporsi agli in terventi programmati senza che le liste di attesa si allungassero in modo pesante. A livello organizzativo, mi sento di sottoline are che l’oculata gestione di Ausl e Policli nico ha confermato, sul campo, che l’inte grazione tra pubblico e privato accreditato rafforza positivamente l’intera capacità di risposta alla domanda di salute, senza in al cun modo abbassare la qualità”, sottolinea il presidente della Casa di Cura, Gaetano Tripoli.

COOP BILANCIAI, ENRICO MESSORI CONFERMATO ALLA PRESIDENZA

È una scelta nel segno della continuità: En rico Messori anche per i prossimi tre anni guiderà la Società Cooperativa Bilanciai di Campogalliano, in provincia di Mode na, azienda protagonista a livello europeo nel settore dei sistemi di pesatura. Enrico Messori, 56 anni, sposato, due figli, è cre sciuto professionalmente in azienda: dopo aver conseguito la laurea in fisica, è entrato in Cooperativa Bilanciai, assumendo pro gressivamente ruoli di sempre maggiore responsabilità. L’incarico di presidente è

stato assegnato a Messori in occasione della seduta d’insediamento del nuovo consiglio direttivo, eletto a margine dell’assemblea di bilancio svoltasi il 24 giugno che ha ap provato il bilancio del 2021 e ha tracciato le prospettive del prossimo futuro. A uffi cializzare la nomina di Messori sono stati i membri del neoeletto Consiglio di Ammi nistrazione di cui fanno parte, oltre al presi dente, anche Mirco Ferrari, vicepresidente, e Massimo Anderlini, Stefano Cavazzuti, Albano Dugoni, Beatrice Puccetti, Claudia Casali, Fabio Lolli, Luca Massarenti, Ro berta Storchi, Stefano Tosi, Diana Vezzelli e Mirco Gibertini. Durante la stessa riunione è anche stato nominato il collegio sindacale che sarà composto da Remo Zuccoli, pre sidente, Alessandro Clò e Stefano Leonelli. “Si tratta di un grande privilegio, ma anche di una grande responsabilità. Cercherò di continuare a valorizzare le persone e a far crescere Cooperativa Bilanciai, innovando ancora, senza mai venire meno ai valori fondanti del mondo cooperativo. Come sempre sarà un lavoro di squadra, anche perché come hanno dimostrato gli ultimi risultati economici, solo in questo modo la solidità dell’impresa rimane intatta, offren do concrete prospettive di sviluppo”, sotto linea Enrico Messori, confermato presiden te. A proposito di numeri, va ricordato che la cooperativa di Campogalliano nel 2021 ha registrato un trend di crescita costante e coerente rispetto alle previsioni formulate in sede di previsione. I numeri dell’anno scorso confermano un utile che ha raggiun to la cifra di tre milioni di euro a fronte dei 2,3 milioni del 2020. Il fatturato con solidato 2021 del Gruppo, che comprende anche le aziende controllate all’estero da Cooperativa Bilanciai, è pari a 77,6 milioni di euro e registra un aumento del 16% ri spetto al 2020. Sul versante dell’occupazione, l’azienda di Campogalliano, al 31 dicembre dello scorso anno, contava 235 dipendenti contro i 230 del 2020. Nel 2021 sono state effettuate 18 assunzioni (erano 15 nel 2020) a fronte di 13 cessazioni. L’EBIT della Società Coope rativa Bilanciai, ovvero il reddito operativo aziendale, si attesta a 3,5 milioni di euro, sempre in crescita rispetto ai 2,8 milioni del 2020, anche tenendo conto di come l’au mento dei costi, in parallelo alla crescita del

fatturato, abbia mitigato il valore espresso dal risultato ante oneri finanziari. Buone notizie anche sulla solidità finanziaria e in particolare sull’indebitamento complessivo della Cooperativa: quest’ultimo è diminui to in seguito a una gestione efficace e ocu lata del capitale circolante netto. “Ora però dobbiamo pensare al futuro e agire affinché l’ottimo lavoro svolto sino ad oggi possa es sere un trampolino di lancio per proseguire il nostro percorso di innovazione e ulteriore consolidamento. Le premesse per fare bene ci sono anche se siamo ben consapevoli che in questa fase, a partire dal costo delle ma terie prime, le incertezze sono molte”, con clude Enrico Messori.

COSTRUZIONI C.E.C.I. FIRMA IL RESTAURO DEL CASTELLO DI GALEAZZA

Non un progetto ordinario e nemmeno dei più semplici. La missione era ricostruire i solai, il tetto e le parti di murature danneg giate e parte degli arellati del granaio del Castello di Galeazza a Crevalcore, in pro vincia di Bologna, mantenendo inalterate le restanti murature e l’aspetto di tutta la struttura nel suo complesso, cosa impegna tiva considerando le dimensioni delle tra vi che sorreggono i solai e le capriate del tetto. “Abbiamo accettato la sfida”, dicono Andrea, Gabriele e Stefano Gallerani, i tre soci fondatori di Costruzioni C.E.C.I., impresa con sede a Cento, in provincia di Ferrara. “Si è proceduto sfilando le travi ammalorate e infilando le nuove travi che sorreggono i solai. Per il tetto, viste le di mensioni, si è provveduto a costruire le capriate in legno massello direttamente sul posto. Le parti delle murature in cui sia mo intervenuti sono state ricostruite con i mattoni recuperati dalla demolizione della parte ammalorata. Lavorazione impegna tiva, ma assolutamente appagante”, con tinuano i tre soci fondatori. Il Castello di Galeazza sorge nella borgata che prende il nome dalla poderosa torre di avvistamento e di guardia, fatta costruire nella seconda metà del Trecento da Galeazzo Pepoli. La Torre della Galeazza è la parte più antica del castello ed è una delle più belle di tut

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Enrico Messori, presidente della Cooperativa Bilanciai

ta la valle Padana e l’associazione Reading

Retreats in Rural Italy, fondata da Clarck Anthony Lawrence, che organizza eventi per chi ama l’arte, la musica e la lettura, vi si è trasferita nella primavera del 2003.

I concerti e i ricevimenti vengono tenuti al pian terreno, nell’ingresso principale e nelle sale adiacenti al foyer. Una piacevole combinazione di pavimenti in marmo, ca pitelli in terracotta e altri particolari tipici del XIX secolo, e vetri colorati nella porta centrale ne fanno una delle stanze più co lorate. Lo scalone conduce a un ripiano da cui partono altre due scale che conducono i visitatori al piano di sopra con i suoi stu pendi soffitti ed antiche mappe e disegni del castello appesi al muro. Dopo tanti anni trascorsi nei cantieri, nei quali hanno potu to consolidare la loro esperienza, nel 2008

costruzione di abitazioni in condominio con ingresso indipendente classe energetica

A2 a Cento, in provincia di Ferrara, e la co struzione di villette bifamiliari con giardino indipendente classe energetica A3 a Creval core”, concludono i tre soci fondatori.

COSTRUZIONI DALLACASA, INAUGURATO IL COMPLESSO “IL MANEGGIO” DI RASTIGNANO

È stato inaugurato lo scorso 29 giugno a Rastignano, in provincia di Bologna, il complesso residenziale “Il Maneggio”, un progetto firmato Costruzioni Dallacasa, azienda bolognese che da oltre 60 anni

dia, nacque un impianto sportivo adibito a maneggio, per l’epoca molto innovativo: il secondo complesso più importante in cit tà”, ricorda Cristina Dallacasa, amministra tore delegato dell’impresa di costruzioni. L’attività del maneggio è proseguita fino al 2019, quando il mercato ippico e, in gene rale, il mondo dell’equitazione è fortemente cambiato: “Nella maggior parte dei casi, in fatti, l’attività equestre non necessita più di strutture complesse, con una gestione e ma nutenzione molto costose, e questa nuova dinamica ha portato fisiologicamente alla sua chiusura”. Una decisione sicuramente traumatica, prosegue Dallacasa: “Tutta la mia infanzia e la mia adolescenza sono state vissute insieme al mio cavallo in quei luo ghi che me per erano magici”. Grazie alla collaborazione con il comune di Pianoro e

Andrea, Gabriele e Stefano hanno deciso di fondare la loro società, operativa nel settore delle costruzioni sia civili che industriali. Profondi conoscitori delle problematiche dei cantieri per aver vissuto le trasforma zioni dei sistemi di costruzione, e attenti conoscitori dei sistemi innovativi, Andrea, Gabriele e Stefano portano avanti la tradi zione di famiglia, rappresentando la terza generazione di muratori e costruttori. La Costruzioni C.E.C.I. a pochi anni dalla sua costituzione ha affrontato la ricostruzione post terremoto del 2012 e, facendo tesoro dell’esperienza maturata, è oggi impegnata nel miglioramento sismico ed energetico degli edifici, prestando specifica attenzione ai particolari costruttivi. “Con entusiasmo la Costruzione C.E.C.I. guarda ai propri progetti per il prossimo futuro che sono la

opera nel campo dell’edilizia del territorio metropolitano. All’evento ha preso parte anche il sindaco di Pianoro, Franca Filippi ni, che ha inaugurato l’apertura della nuova strada di via Lelli: un intervento che i cit tadini attendevano sia per il riordino della strada di accesso sia per il valore della ri qualificazione del contesto urbano. Infatti, la riqualificazione nasce da un progetto di grande livello estetico e funzionale, in grado di garantire una qualità di vita rispondente alle esigenze di vivere più a contatto con la natura, ma a pochi minuti dal centro di Bo logna. “Mio padre nei primi anni Settanta, unendo la passione per i cavalli con il pro prio mestiere di costruttore edile, progettò e costruì il maneggio denominato Società Ippica Bolognese (Sib). Dopo avere fatto vari sopralluoghi, soprattutto in Lombar

alle altre amministrazioni pubbliche coin volte, l’impresa bolognese ha lavorato alla definizione di un piano di riqualificazione urbana, per rigenerare un territorio ormai incongruo al contesto urbanistico, rior dinando e costruendo anche le dotazioni pubbliche di cui la zona era carente: strada pubblica, parcheggi, cabina elettrica, reti e illuminazione pubblica. “È così che, in tempi molto rapidi, il contesto urbanistico è cambiato radicalmente, a tutto vantaggio della qualità e della vivibilità dei cittadini. Infatti, il permesso di costruzione conven zionato è stato rilasciato nel 2019, dando vita al progetto di realizzazione di 13 ville, di cui cinque monofamiliari e otto bifa miliari, con la caratteristica progettuale di essere su un unico livello compresa l’adia cente autorimessa”, conclude Cristina Dal

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A sinistra: il castello di Galeazza. A destra Franca Filippini, sindaco del Comune di Pianoro, e Cristina Dallacasa, AD di Costruzioni Dallacasa, inaugurano il complesso residenziale "Il Maneggio"

lacasa. La cavedagna, che corre a fianco e a monte del comparto, verrà destinata ad uso pubblico per permettere l’accesso al percorso di trekking Mater dei (il cammino dei santuari Mariani) che passa a monte per giungere, come tappa intermedia, all’Altare Mater Pacis, luogo con un panorama moz zafiato conosciuto dai pianoresi e non solo come “la casa del vento”, nome della vil la poi distrutta durante la Seconda guerra mondiale. L’inaugurazione del complesso “Il Maneggio” è stata anche l’occasione per presentare un ulteriore intervento resi denziale, quello nominato “Le 5 villette”, ultimo lotto posizionato al centro del com parto. Cinque villette a schiera di grande pregio, insieme alle quali verrà completato il complesso residenziale.

COSWELL, SOSTENIBILITÀ

A TUTTO TONDO GRAZIE

AL PROGRAMMA ECOSWELL

Un progetto di sostenibilità che diventa un nome. Da Coswell nasce ECOswell, un programma a tutto tondo, perché parte da processi produttivi completamente allineati a principi di economia circolare, per arriva re a prodotti sempre più verdi. Il percorso di ECOswell copre ogni aspetto della vita del Gruppo Coswell, con sede a Funo di Arge lato, in provincia di Bologna e specializzato nella produzione e commercializzazione di prodotti di largo consumo per la cura e il benessere della persona: dalla produzione, alla ricerca, a nuovi prodotti, sempre più sostenibili. Un cammino che coniuga la lotta agli sprechi, la tutela dell’ambiente e valorizzazione complessiva dei prodotti, unendo impegno etico e profittabilità. La logica è improntata a quella dell’economia circolare: meno sprechi, minor consumo di carta e plastica e un maggior uso del rici clo, in particolare nei sistemi di packaging. All’interno di questo percorso, il gruppo ha appena ottenuto il certificato di com pensazione delle emissioni del programma “Valore ESG” di Omnisyst. I primi risulta ti del progetto sono riscontrabili nei nuovi packaging dei prodotti di toiletries e per sonal care dei marchi L’Angelica, Bionsen, Biorepair e Blanx. Per ogni tonnellata di

plastica vergine sostituita con plastica proveniente da riciclo, ve n’è almeno una e mezza di Co2 ri sparmiata. Nel solo caso dei nuovissimi packa ging Bionsen, parliamo di 210 tonnellate di pla stica vergine in meno in un anno, con un rispar mio corrispondente di circa 315 tonnellate di Co2. Per Blanx e per Biorepair (con un packaging completamente rinnovato), inol tre, c’è stata una riduzione dello spessore e una diminuzione del peso di 0,7 grammi per tubo di dentifricio. Anche L’Angelica ha fatto proprio l’impegno per la sosteni bilità, con una serie di risultati importanti già raggiunti: dal 2021 i drink L’Angelica utilizzano plastica al 100% riciclabile, di cui il 50% è riciclata. E da quest’anno, 2022, i flaconi Bagnodoccia Angelica sono passati alla nuova tecnologia con plastica al 50% riciclata. “La strategia e le politiche del Gruppo Coswell si fondano su tre prin cipi, coerenti e interconnessi: innovazione tecnologica; risparmio energetico; minor impatto ambientale”, racconta Andrea Gualandi, consigliere delegato. Il percorso di ECOswell va, quindi, dai processi e dalla sostenibilità dei siti produttivi ai prodotti stessi, sempre più verdi, riciclabili, sosteni bili. Partendo dalle materie prime, la scelta del Gruppo è stata quella di utilizzare in modo pressoché esclusivo fonti rinnovabili, a basso impatto ambientale, con meno pro dotti di sintesi e minor consumo idrico. Gli imballaggi dei prodotti per la cura della per sona dei marchi Coswell saranno al 100% riciclabili entro fine 2022, con otto anni di anticipo sull’obiettivo UE 2030. Inoltre, si sta completando il processo di riduzione di oltre il 50% dell’utilizzo di plastica da fonti fossili, con tre anni di anticipo rispetto agli obiettivi iniziali.

CRIT RAFFORZA IL PROPRIO NETWORK

CON CLN GROUP

CRIT, realtà modenese specializzata nell’attività di ricerca e innovazione tec nologica applicata all’industria, rafforza il proprio network grazie all’ingresso tra i soci sostenitori di CLN Group, impre sa torinese punto di riferimento nella distribuzione di acciaio presente in otto Paesi con oltre 30 siti produttivi, 7mila dipendenti e oltre 1,2 miliardi di euro di fatturato. Il nuovo socio sostenitore di CRIT ap porta un importante contributo in ter mini di condivisione degli obiettivi strategici. Innovazione e ricerca sono, infatti, due concetti fondamentali per il Gruppo CLN, che opera nella distribu zione dell’acciaio, produzione di ruote per auto, stampaggio e assemblaggio di componenti in metallo per il mercato au tomotive e vede come principali azionisti la famiglia Magnetto (che detiene il 75% del capitale del Gruppo) e una stretta e consolidata collaborazione con Arcelor Mittal. “In un momento in cui la reat tività al cambiamento è fondamentale e occorre rendere efficiente la ricerca, CLN Group è costantemente concentrata al miglioramento dei prodotti e dei processi per offrire un miglior servizio al cliente,

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Marco Baracchi, direttore generale di CRIT

ma allo stesso tempo è impegnata nella ricerca di nuove soluzioni mirate alla si curezza dei lavoratori e all’ecosostenibi lità”, dichiara Gabriele Perris Magnetto, amministratore delegato del Gruppo CLN.

CLN Group è anche partner industria le del Motor Valley Accelerator, il primo acceleratore italiano legato al mondo dell’automotive e della mobility, nato da un'iniziativa congiunta della rete na zionale CDP Venture Capital Sgr - Fon do Nazionale Innovazione, UniCredit e Fondazione di Modena, gestito da Plug and Play e da CRIT. “Questa adesione conferma la centralità di innovazione, collaborazione e ricerca nella strategia aziendale di CLN Group. Una partnership di grande valore per noi e per tutte le aziende dei nostri network. Grazie alle competenze del gruppo CLN, in particolare nella lavorazione di metalli e acciaio, nel mondo dell’automotive e del testing, confidiamo che questa nuova collaborazione possa portare contributi di rilievo per la crescita e l’innovazione delle aziende nostre socie e della stessa CLN, i cui tecnici ed esperti saranno coinvolti fin da subito nelle attività che organizzeremo”, afferma Marco Baracchi, direttore generale di CRIT. CRIT è una società privata con sede a Vignola, in provincia di Modena, nata nel 2000: grazie a uno staff tecnico d’ec cellenza supporta le imprese nei percorsi di innovazione di processo e di prodotto, favorendo il trasferimento di conoscen ze tecnologiche tra le aziende socie. Tra i soci fondatori di CRIT figurano alcu ne delle più importanti realtà industriali italiane, come Ferrari, CNH Industrial, IMA, Sacmi, Datalogic e Tetra Pak. Par tendo dal confronto su temi di interes se condiviso, CRIT organizza scambi di best practices e benchmarking specifici da cui scaturiscono soluzioni tecniche, gestionali ed organizzative. CRIT parte cipa inoltre a importanti circuiti nazio nali e internazionali dell'innovazione, tra cui EFFRA (European Factories of the Future Research Association), SPIRE (Sustainable Process Industry through Resource and Energy Efficiency) e la Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna.

“PRODUCT COST SAVING”

SECONDO CUBO CONSULENZA

Un webinar del format “Associati per as sociati”, che Confindustria Emilia mette a disposizione delle imprese per conoscersi tra loro e presentarsi, ha visto al centro, lo scorso maggio, Cubo, storica società bolo gnese di consulenza, formazione, ricerca e selezione del personale. Il tema dell’incon tro è stato l’illustrazione dell’applicazione dell’Analisi del Valore del Prodotto (AVP) in un’impresa manifatturiera che produce elettrodomestici per la catena del freddo, utilizzati in aziende dolciarie, ristoranti e pasticcerie. “Un caso reale per aiutare i partecipanti al webinar a comprendere concretamente la metodologia presenta ta”, spiegano da Cubo. Per mantenersi agli alti livelli del mercato, l’impresa ave va calcolato che doveva ridurre il costo dei suoi prodotti di almeno il 10%. L’utilizzo dell’AVP avrebbe permesso di raggiun gere tale obiettivo: era quindi necessario ricercare e definire le sole caratteristiche e prestazioni, dette ‘funzioni’, che gli utiliz zatori desiderano e utilizzano per svolge re le loro attività, eliminando quelle non utilizzate. Per procedere, la direzione ha creato un gruppo interfunzionale, facendo interagire progettisti, acquisitori, operation manager, commerciale/marketing, finanza e controllo, consulente/leader del grup po. È stato spiegato, passo dopo passo, il procedimento AVP, le sue caratteristiche e i cambiamenti prodotti. In particolare, è stato evidenziato dalla società di consulenza bolognese che “le proposte di miglioramen to, frutto di attività di brainstorming, sono state così approvate e suddivise fra quelle a basso impatto di progettazione e quelle a medio impatto di progettazione”. Cubo è riconosciuta protagonista per la riduzione dei costi nelle aziende, rendendole agili nel le operation, nella progettazione e nell’uti lizzo delle informazioni. Infatti, da oltre 40 anni, è chiamata da imprese, italiane e multinazionali, per sviluppare interventi di consulenza innovativa, formazione e ricer ca e selezione del personale di medio e alto livello. “Nell’incontro ‘Associati per Asso ciati’ abbiamo voluto accennare alle teorie di base ma, soprattutto, presentare un caso

risolto, evidenziando le eventuali criticità affrontate e soprattutto i risultati economi ci ottenuti”, specifica Gianni Cuppini, pre sidente di Cubo. “Oltre a illustrare l’Avp, il processo per rendere un prodotto stabile, a costi più bassi, eliminando funzioni, parti, gruppi non necessari al suo utilizzo, che è stato protagonista dell’evento realizzato, ne sono stati illustrati altri: FMEA, la ricerca dei guasti e individuazione delle loro riper cussioni sui vari gruppi di un prodotto, evi denziandone la prevedibilità dei danni che verrebbero a crearsi, in modo da eliminarli o renderli ininfluenti; VR, la razionalizza zione di una famiglia di prodotti partendo da un'analisi di un prodotto base per evi denziare i gruppi che sono coinvolti nelle personalizzazioni, in modo da trasformare questi in una sommatoria di sottogruppi fissi e sottogruppi variabili, la cui compo sizione permette di ottenere le personaliz zazioni desiderate; AGILE, il processo con cui l’azienda ottimizza funzioni e processi, eliminando quelli inutili”, conclude Cup pini.

DIGIBITE, SOLUZIONI

PER LA DIGITALIZZAZIONE

AZIENDALE

“Siamo una squadra di professionisti di talento che vuole essere riferimento del mercato per l’eccellenza dei propri servizi e la soddisfazione dei propri clienti”. Paro la del team di DigiBite, realtà nata a Mo dena nel 2018 dalla visione di un gruppo di imprenditori e professionisti che ha

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Gianni Cuppini, presidente di CUBO

BEGHELLI FESTEGGIA 40 ANNI DI INNOVAZIONE

Sono passati 40 anni da quando, nel 1982, Gian Pietro Beghelli creò l’azienda con sede a Valsamoggia, in provincia di Bologna, che por ta il suo nome, specializzandosi nell’illuminazione di sicurezza. L’imprenditore aveva da poco lanciato sul mercato la sua prima lampada di emergenza, un’innovazione pensata durante la grande nevicata del 1976 che lasciò Monteveglio senza luce e la cui neces sità fu ancora più palese durante il terremoto in Irpinia. In quell’oc casione, Gian Pietro Beghelli ebbe l’idea di comprare delle lampade a Hong Kong, tagliarle a mano per inserire la batteria e verniciarle per renderle più belle. Altri tempi. Da allora il mondo è cambiato ra dicalmente e la tecnologia ha fatto passi da gigante, ma l’azienda ha mantenuto intatta la sua mission: innovare e creare prodotti che possano migliorare la sicurezza e la vita delle persone. Come Sa nificaAria, un dispositivo per la sanificazione degli ambienti basato su una tecnologia a raggi UV-C in grado di sanificare l’aria abbat tendo fino al 99,9% di virus e batteri, da utilizzare anche mentre le persone sono presenti negli ambienti. E forse è vero il detto secondo cui da grandi crisi nascono grandi opportunità: l’idea è venuta infatti durante la pandemia da Covid-19, con lo scopo di fornire a scuole, ospedali, amministrazioni pubbliche, aziende, negozi ma anche alle case, una soluzione in grado di abbattere il rischio di contagi e di poter vivere nei diversi ambienti in totale sicurezza. SanificaAria sta avendo un ottimo successo di mercato, sia in Italia che all’estero, e molte scuole se ne sono già dotate. “La nostra speranza è di fare la nostra piccola parte per metterci alle spalle per sempre questo maledetto virus che ha cambiato la vita delle persone”, commenta il fondatore e presidente Gian Pietro Beghelli. Di recente, l’azienda ha inoltre lanciato Salvalavita Phone, una gamma di telefoni cellulari con dotazioni di sicurezza, naturali eredi dello storico TeleSalvalavi ta degli anni Ottanta. Si tratta di telefoni con tasti grandi, volume alto, facili da usare e con un pulsante di emergenza sul retro. Dispositivi pensati per proteggere le persone anziane o che vivono sole non solo all’interno della propria abitazione, ma anche fuori casa, con possibilità di collegamento al servizio del Centro Salvalavita. Entrambi i prodotti rientrano a pieno titolo nella strategia dell’azien da, che punta sulla ricerca e sviluppo, in cui investe il 4% del fattu rato, per continuare a crescere nei mercati di riferimento. In primis l’illuminazione di emergenza, dove la società intende rafforzare la posizione di leadership nel mercato italiano ed europeo, e l’illumina zione tecnica, ambito in cui prosegue nell’integrazione sempre più

l’obiettivo di realizzare e distribuire a li vello nazionale e internazionale soluzioni pratiche e innovative per la digitalizzazio ne dei processi aziendali. La prima solu zione creata dall’azienda modenese, che è già la più desiderata dalle aziende, è Ap pReception, un’applicazione insieme mol to semplice da usare e completa di tutte le funzionalità, che consente alle aziende di gestire in maniera più efficace ed efficien

spinta tra apparecchi di illuminazione ad elevata efficienza ener getica e sistemi di controllo remoto e di gestione della prestazione fotometrica.

“Il risparmio energetico ottenibile con le nostre soluzioni di illumina zione professionale ad elevata efficienza è un tema fondamentale per la transizione ecologica ed avrà sempre più importanza, così come la sicurezza delle persone e la sanificazione degli ambien ti. Siamo al lavoro per presidiare con le nostre innovazioni questi settori di grande attualità, che nel prossimo futuro saranno sempre più rilevanti”, spiega ancora Beghelli. L’azienda bolognese punta sull’innovazione e anche in questo momento sta sviluppando nuovi prodotti. Secondo il presidente Beghelli, le aziende italiane devono puntare sull’originalità se vogliono competere con le grandi multina zionali o con le aziende cinesi che fanno prodotti a basso prezzo. A questo proposito, il Gruppo è impegnato dal 2019 in un processo di riorganizzazione industriale e delle attività commerciali che ha posto al centro della propria strategia il rafforzamento della presenza nei mercati europei, continuando il percorso di reshoring dalla Cina in Europa. Questo percorso assume grande rilevanza alla luce dell’at tuale contesto globale di difficoltà nella supply chain, in particolare dal Far East. Beghelli è stata quotata in borsa nel 1998 e dà lavoro a circa 1.100 dipendenti sparsi tra Europa, Cina, Stati Uniti e Messico. Nonostante Gian Pietro Beghelli sia ancora saldamente alla guida dell’azienda, la gestione della stessa è oggi nelle mani dei figli Luca, Graziano e Maurizio, che hanno avviato un progressivo rafforzamento della struttura con professionalità manageriali provenienti da grandi re altà industriali.

te la registrazione di visitatori, fornitori, ospiti, candidati e dipendenti. AppRe ception unisce una grande attenzione alla cura dell’immagine aziendale e insieme la totale garanzia della sicurezza all’interno dei vari siti aziendali (uffici e stabilimenti) nel rispetto del GDPR. Come sottolinea Omar Valenti, CEO di DigiBite: “Sempre di più, la prima impressione che ci faccia mo di un’azienda è nel momento in cui ci

presentiamo alla reception. Il modo in cui veniamo accolti e in cui ci viene chiesto di registrare i nostri dati ci dice tantissimo dell’azienda in cui siamo entrati. E sappia mo che la prima impressione è quella che conta. Perché è quella che condizionerà le nostre decisioni successive. Grazie ad Ap pReception, l’accesso in azienda diventa un potente strumento di marketing per ché garantisce una registrazione curata, ra

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pida e professionale che fornisce immedia tamente all’ospite un’immagine positiva dell’azienda”. Nel corso degli anni, Digi Bite ha continuato il processo di sviluppo delle proprie soluzioni creando un vero e proprio ecosistema. Queste soluzioni van no da AppE20, da utilizzare durante fiere ed eventi, per raccogliere i dati dei contatti e integrabile con i dati del CRM azienda le, ad App2In, una soluzione ideale per le imprese che vogliono gestire le anagrafiche e i documenti dei fornitori e tenere moni torate scadenze, appalti e subappalti, fino ad AppVeicoli, che permette la gestione dei veicoli in pool compresa prenotazio ne, consegna chiavi e rendicontazione. Il trend di crescita dell’azienda è in continua ascesa: nel 2020, a integrazione dei propri

miscela equilibrata di professionisti di esperienza e di gio vani donne e uomi ni di talento, anche grazie ai rapporti di collaborazione con l’Università e le scuole del territorio e all’investimento in formazione e cresci ta professionale che offriamo. Per questo sono convinto che DigiBite possa con tinuare a essere un riferimento affida bile e innovativo per i nostri clienti attuali e futuri”, conclude Omar Valenti.

DUCATI E BULGARI CORRONO INSIEME NELL’OROLOGERIA SPORTIVA DI LUSSO

servizi, DigiBite ha acquisito una storica web agency di Modena, Intertech Italia, brand con cui ora cura anche la realizza zione di soluzioni integrate di e-commerce e di customer experience e la gestione del le piattaforme social per aumentare l’effi cacia delle attività di social marketing e di social communication per i propri clienti. “Sono orgoglioso della crescita che Digi Bite sta vivendo. A luglio 2021 abbiamo inaugurato la nostra nuova sede a Mode na dove abbiamo più che raddoppiato gli spazi per fornire soluzioni e servizi sempre più eccellenti ai nostri clienti. Per il trien nio 2023-2025 abbiamo in programma un ulteriore ampliamento con l’apertura di sedi commerciali a Milano e a Roma per essere ancora più vicini ai nostri clien ti. Il team di DigiBite è costituito da una

Una collaborazione esclusiva tra due icone italiane nei rispettivi mondi che condivi dono una visione comune dell’innovazione e del design, oltre a una grande passione per la bellezza. Dall’incontro tra Bulgari e Ducati nasce Bulgari Aluminium Du cati Special Edition, un elegante orologio sportivo prodotto in serie limitata di mille unità che celebra l’unione tra la maison di gioielli e la casa motociclista italiana. Una combinazione di eccellenza, performance e passione. Bulgari Aluminium Duca ti Special Edition rivoluziona i cano ni dell’orologeria sportiva di lusso. Il cronografo pre senta un inedito quadrante rosso Ducati e tre con tatori dallo stile sportivo ispira to alla grafica del contagiri Ducati: sfondo nero, indici bianchi, sfera ros

sa. Anche gli indici delle ore fanno riferi mento all’estetica della casa motociclistica di Borgo Panigale. “La collaborazione con Bulgari si basa su tanti elementi che abbia mo in comune, primo fra tutti il fatto che si tratta di un altro brand italiano per cui il design è molto più di un asset azienda le, è una vera e propria ragione d’essere. La ricerca della leggerezza, la cura maniacale dei dettagli, l’impego di materiali pregiati e la realizzazione di un design distintivo e immediatamente riconoscibile, sono i valo ri che ci hanno ispirato in questo progetto. Lavorare a questo progetto con Fabrizio Buonamassa Stigliani, product creation executive director di Bulgari, che conosco da 15 anni, è stato un modo per incrociare le nostre passioni: la moto e l’alta orologe ria”, commenta Andrea Ferraresi, direttore centro stile Ducati. “Ho avuto il grande piacere di visitare ancora una volta la fab brica Ducati a Borgo Panigale e di confron tarmi con Andrea Ferraresi, discutendo dei molti parallelismi tra moto e orologi, del la nostra comune passione per la bellezza della meccanica e dell’approccio del design italiano. Per questa speciale collaborazione il modello Bulgari Aluminium è stato una scelta naturale grazie alla combinazione di materiali, al carattere sportivo e al look ico nico. Il colore rosso e il font riconoscibile che utilizziamo per i numeri sul quadrante sono un cenno all’affascinante universo del le moto Ducati”, evidenzia Fabrizio Buona massa Stigliani, product creation executive director di Bulgari. Realizzato con materiali non convenzionali, l’orologio presenta una cassa in alluminio dal diametro di 40 mm con l’iconica lunetta e il bracciale in cauc

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BREVETTI | MODELLI | DESIGN | MARCHI | COPYRIGHT Abbiamo grandi novità. Ne parliamo domani con quelli dell’R&D. Siamo riusciti a mettere a punto il progetto. … è l’innovazione che rivoluzionerà il nostro mercato per i prossimi 10 anni. Perfetto, ci saremo anche noi! Sempre al vostro fianco per trasformare le idee in valore. www.brunacci.eu

ciù nero, mentre la corona e i pulsanti sono in titanio. Il cronografo è impermeabile fino a 100 metri e il movimento meccanico automatico BVL 130, che batte al ritmo di 28.800 alternanze all’ora, assicura una pre cisione al decimo di secondo. Il fondello in titano, con trattamento DLC antiusura, è personalizzato con marchio Ducati e nu mero di serie, a testimoniare l’unicità di questo pezzo a tiratura limitata. L’orologio è consegnato in un apposito cofanetto in alluminio anodizzato con interno in gom ma e finitura soft touch, con le firme dei due brand Ducati e Bulgari. La collabora zione con un brand italiano come Bulgari è per Ducati un’ulteriore occasione per ce lebrare l’eccellenza del Made in Italy e, allo stesso tempo, un’opportunità per offrire ai propri appassionati esperienze e prodotti che vanno oltre la sfera motociclistica, va lorizzando bellezza, tecnologia e passione. Il cronografo Bulgari Aluminium Ducati Special Edition è già in vendita nei negozi Bulgari, presso i rivenditori autorizzati e sul sito web del marchio.

ENERGY GROUP E DYEMANSION, NUOVA PARTNERSHIP STRATEGICA

È stata presentata in occasione dell’edizione 2022 di Mecspe, la fiera internazionale di riferimento per l’industria manifatturiera che si è tenuta a Bologna lo scorso giugno, la nuova partnership tra Energy Group e DyeMansion. Energy Group, società di Bentivoglio, alle porte di Bologna, da oltre 25 anni attiva nel settore della rivendita di stampanti 3D per applicazioni professiona li e Digital Manufacturing Partner dell’in dustria italiana e DyeMansion, produttore globale di soluzioni di post-pressing, han no ufficializzato la nuova collaborazione che consentirà alle aziende manifatturiere di beneficiare di nuove tecnologie e sistemi integrati per l’ottimizzazione del processo di pulizia, finitura e colorazione superficiale sui prodotti stampati in 3D. In particolare, le soluzioni di post processing DyeMansion oggi disponibili in rivendita presso il polo tecnologico Energy Group sono validate utilizzando PA11 – polimero Poliammide di origine naturale - su stampanti 3D Stra

tasys H350, con tecnologia SAF sviluppata per la produzione additiva di parti ad uso finale, sulle quali l’ottimizzazione ed il fi nishing possono rappresentare un elemen to importante in termine di funzionalità ed estetica. “Questa collaborazione consentirà un’offerta strutturata per fornire all’indu stria nuove opportunità di miglioramento e crescita, specialmente per quanto riguarda la produzione di parti end-use. La partner ship si concentrerà inizialmente sulla riven dita da parte nostra dei sistemi DyeMan sion, con l’obiettivo di fornire all’industria un parco completo di soluzioni per l’otti mizzazione dell’intera filiera, dalla proget tazione (software) alla stampa 3D (macchi ne) fino alla finitura delle parti stampate, unitamente alla consulenza specializzata di un partner di produzione industriale”, af fermano da Energy Group. Quest’anno il palco di Mecspe ha consentito inoltre all’a zienda bolognese di presentare numerose soluzioni in ottica additiva quali il sistema PolyJet Stratasys J55 Prime, la soluzione F370, compatta per prototipazione funzio nale e tooling industriale, la tecnologia P3 di Origin One per fotopolimerizzazione, la

stampante 3D H350 con tec nologia SAF e i sistemi per la stampa 3D a metallo di Xact Metal. “Forte di una esperien za ultraventennale nel mondo della progettazione 3D, Ener gy Group è specializzata nella vendita delle tecnologie addi tive a supporto della progetta zione e per l’ottimizzazione del ciclo di sviluppo del prodotto indirizzate a diversi settori, che spaziano dall’ambito ma nifatturiero a quello medico, educativo o industriale. Energy Group è parte di Soli dWorld Group, un gruppo quotato in Bor sa che riunisce aziende che sostengono l’in novazione digitale 3D della manifattura, proponendo le più moderne tecnologie per Industry 4.0 che permettono di accelerare il passaggio delle aziende alla fabbrica digi tale”, concludono dalla società bolognese.

ENTE CERTIFICAZIONE MACCHINE, NUOVA SOCIETÀ IN UK

Si chiama Ente Certificazione Macchine UK Ltd la nuova società istituita da ECM con sede nel Regno Unito. Una scelta stra tegica quella dell’azienda con headquarters a Castello di Serravalle, Valsamoggia, in provincia di Bologna, specializzata nella certificazione di prodotti, macchinari, at trezzature di lavoro e dispositivi medici, in vista degli innumerevoli cambiamenti che la Brexit ha introdotto per le aziende che vogliono lavorare con la Gran Bretagna. A partire dal 2023, infatti, tutti i prodotti de stinati al mercato UK (Inghilterra, Galles e Scozia) dovranno recare il marchio UKCA. La marcatura CE continua a essere accet tata durante il periodo di transizione, che terminerà il 31 dicembre 2022. Dopo tale data, il marchio CE non sarà più riconosciuto e dovrà essere sostituito dal marchio UKCA. “Dopo la Brexit, il Regno Unito è diventato di fatto un ‘Pa ese terzo’ rispetto all’Unione Europea. Per tanto, produttori o importatori con sede nell’UE che desiderano esportare i propri prodotti in UK, devono avere un manda tario (Authorised Representative) con sede

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DM BROADCAST FESTEGGIA IL DECENNALE CON UN PROGETTO CONTRO L’ANALFABETISMO IN AFRICA

Contrastare l’analfabetismo dilagante in Africa trasmettendo le lezioni via etere: è questo l’ambizioso progetto che UNICEF ha affidato a DM Broadcast, società di Argelato, in provincia di Bologna, che crea sistemi radio/tv chiavi in mano in tutto il mondo, per installare la migliore soluzione broadcast con ma teriali top di gamma e di ultimissima generazione. Oggi sempre più l’analfabetismo è uno dei principali problemi del mondo, specialmente in Africa, dove l’accesso all’educazione in alcuni Stati è un autentico miraggio. Anche se nei primi anni del 2000 sono stati effettuati considerevoli progressi in quest’ambito, la pandemia ha costretto i governi a chiudere le scuole.

Questo ha aggravato una situazione già critica, ad esempio, in Liberia, dove 14 anni di guerra civile hanno colpito il sistema scolastico: oggi l’alfabetizzazione è inferiore al 50% della popo lazione e solo il 20% degli insegnanti è adeguatamente formato; mentre in Zimbabwe, dove una volta vigeva il miglior sistema scolastico dell’Africa, l’istruzione è stata messa in ginocchio da 20 anni di embargo, e a rimetterci sono state soprattutto le zone rurali, nelle quali i bambini, spesso orfani, vivono ai mar gini della società.

Ma se da un lato la pandemia ha aggravato una situazione già precaria, dall’altro è servita a “risvegliare” i governi di questi due Paesi: insieme a Unicef, infatti, il Ministero dell’Educazio ne Primaria e Secondaria (MoPSE) in Zimbabwe e il Ministero dell’Educazione (MoE) in Liberia hanno deciso di offrire a tutti la possibilità di studiare da casa, tramite la radio o la tv, creando dei veri e propri canali educativi a distanza.

“Questo progetto consiste nel trasmettere le lezioni via etere, con un duplice scopo: impartire agli alunni un’educazione di base e tenere formati e aggiornati gli insegnanti. Le registra zioni saranno poi disponibili anche in streaming tramite app, in modo che possano essere seguite in momenti differenti ri spetto a quelli definiti dalla programmazione”, spiegano da DM Broadcast.

Questo tentativo è già stato sperimentato in Zimbabwe a luglio 2020: ha raggiunto una copertura straordinaria, ma si è svilup pato attraverso strutture troppo costose per essere realmente sostenibile. Il MoPSE, per superare quest’ostacolo, ha fatto

in Gran Bretagna”, spiega il presidente di ECM, Luca Bedonni. “La nuova società Ente Certificazione Macchine UK Ltd sarà in grado di adempiere il ruolo di Rappre sentante Autorizzato per le aziende europee che vogliono immettere i propri prodotti sul mercato inglese. La marcatura UKCA (UK Conformity Assessed) copre la mag gior parte dei prodotti che richiedevano la

ristrutturare i suoi vecchi studi presso l’Education Technolo gy Center (ETC), così da poter gestire “in casa” la produzione radio/tv, abbattendo notevolmente i costi.

Unicef ha dunque scelto di affidare il progetto a DM Broadcast. L’azienda bolognese si sta occupando anche di formare tutti gli operatori, così da renderli autonomi nella gestione delle emit tenti, e garantirà l’assistenza online per un anno in Zimbabwe e l’assistenza on site in Liberia, dove il progetto è destinato a diventare radio nazionale del MoE. Tutto questo servirà non solo ad aumentare la scolarizzazione di Zimbabwe e Liberia, ma anche a migliorare la qualità delle lezioni, che saranno già attive da gennaio 2023.

“Un risultato che ci riempie di gioia perché l’Africa è il con tinente con cui lavoriamo di più e conosciamo bene le realtà scolastiche dei vari Paesi. Abbiamo sviluppato tanti progetti analoghi su tanti altri aspetti, ad esempio, con Invisible Chil dren per denunciare i bimbi soldati. Ma si tratta di interventi diversi. Con questo possiamo davvero dare una prospettiva alle popolazioni di Zimbabwe e Liberia, creando anche futuri posti di lavoro in qualità di tecnici. Questo progetto è sicuramente il più bel ‘regalo’ per festeggiare i nostri primi dieci anni di attivi tà”, afferma Didier Muragwabugabo, managing director di DM Broadcast.

marcatura CE e stabilisce requisiti tecnici, procedure di valutazione della conformità e standard applicabili, molto simili a quelli previsti dalla marcatura CE”, continua Be donni. “Ente Certificazione Macchine è in grado di seguire tutta l’attività di verifica della conformità UKCA di terza parte, che include sia la verifica della documentazione tecnica che l’azienda deve redigere in con

formità alla marcatura UKCA, sia i test di laboratorio in base agli standard applicabi li. In caso di valutazione positiva dell’iter, ECM rilascia un certificato UKCA di terza parte attestante la rispondenza del prodotto ai requisiti richiesti. Allo scopo di ampliare il proprio core business con servizi sempre al passo con le richieste del mercato, ECM ha inoltre avviato l’iter di accreditamen

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to per la marcatura UKCA”, conclude il presidente di ECM. Ente Certificazione Macchine è nata nel 1998 a Savignano sul Panaro, in provincia di Modena e si è poi trasferita a Castello di Serravalle. L’atten zione al contesto internazionale ha porta to ECM ad ampliare la propria presenza a livello globale, attraverso la creazione di una fitta rete di partnership commerciali in Cina, Corea del Sud, Vietnam, Singa pore, Iran, Turchia, Pakistan e India. ECM ha inoltre istituito la nuova società con sede negli Stati Uniti, Ente Certificazione Macchine Usa Corp. Nel corso degli anni, ECM ha ampliato i propri settori di com petenza ottenendo l’accreditamento come organismo notificato per diverse direttive europee di prodotto, come organismo ac creditato per la certificazione dei sistemi di gestione qualità secondo lo standard ISO 9001 e come laboratorio di prova accredi tato. ECM è stata inoltre nominata NCB, per operare all’interno dello schema in ternazionale CB IECEE. Nel 2017 ECM, già organismo notificato per sei direttive europee di prodotto, ha ottenuto dal Mi nistero della Salute anche l’accreditamento a emettere la certificazione CE ai sensi del la direttiva dispositivi medici 93/42/CE e, ad oggi, è nella fase finale di designazione come Organismo Notificato per il regola mento MDR 2017/745. Inoltre, è qualifi cata come organismo per la certificazione dei sistemi di gestione qualità in accordo allo standard ISO 13485. Nel 2020, con tinuando il suo percorso di espansione del portafoglio servizi, ECM ha anche ottenu to l’accreditamento per la direttiva RED 2014/53/UE.

UN LIBRO PER CELEBRARE

I 30 ANNI DI EUROSETS

Un libro che racconta le origini con uno sguardo al domani per celebrare il trente simo anno d’attività. È questo il modo con cui Eurosets, realtà del distretto biomedi cale di Medolla, in provincia di Modena, ha deciso di tirare le somme e gioire per i traguardi raggiunti, le sfide accettate e vinte, gli ostacoli affrontati e superati e pensare all’oggi e al futuro. I festeggia menti per questo importante traguardo, che ricorreva in realtà nel 2021, erano stati rimandati a causa della pandemia che ha visto l’azienda impegnata in prima linea per rispondere alle crescenti richieste di dispositivi salvavita per il supporto dell’at tività di cuore e polmoni, impiegati nel trattamento dei pazienti Covid più gravi (come nel caso del macchinario per la cir colazione extracorporea ECMOlife). “Per testimoniare l’impegno svolto in questi anni, abbiamo deciso di narrare la storia di Eurosets attraverso il racconto delle perso ne che hanno vissuto e che tutt’ora vivono l’azienda, partendo dalla fondazione, pas sando attraverso le molte sfide affrontate, fino all’Eurosets di oggi e alla nostra visio ne futura. Abbiamo dunque creato un li bro che rappresenta per noi la celebrazione della vita: l’abbiamo intitolato ‘Essence of Life’, una testimonianza dei valori e degli obiettivi che da sempre ci guidano e che vogliamo continuare a perseguire”, dichia ra Antonio Petralia, amministratore dele gato di Eurosets. Nata nel 1991 dall’idea di Pietro e Vanna Vescovini, influenzati a loro volta da Mario Veronesi che indivi dua nell’area di Medolla e nel mirandole se una zona dove far sorgere una “Silicon Valley” del biomedicale, Eurosets si è fatta spazio tra i colossi mondiali, trovando e occupando un’importante presenza sul mercato in oltre 60 Paesi nel mondo con l’obiettivo di raggiungere entro l’anno un fatturato di 50 milioni di euro. Oggi Eu rosets, che è specializzata nella produzio ne di device che trovano applicazione nei settori cardiopolmonare, ECLS (supporto extracorporeo alle funzioni vitali in caso di grave compromissione della funzionalità

del cuore e/o del polmone), dispositivi per la chirurgia ortopedica, toracica e wound management, è presente sul territorio con una sede che si estende su un’area di 33 mila metri quadri e conta su un team di 250 risorse nella sede italiana, oltre a 17 figure presenti nelle cinque filiali nel mondo (Francia, Belgio, Germania, UK, Cina). E il prossimo obiettivo di Euro sets è di immettere sul mercato dispositivi estremamente compatti, in modo da poter essere utilizzati anche in ambito extraospe daliero, ovvero nei casi in cui il paziente si trovi in grave pericolo di vita e necessiti di essere trasportato presso un’unità di tera pia intensiva o rianimazione.

“La nostra mission è offrire soluzioni in novative che rispondano alle necessità di cura di tutti quei pazienti che non traggo no giovamento dalle terapie tradizionali. Il principio che ispira ogni nostra scelta, ogni strategia aziendale e che ci guida nell’ide azione e produzione dei dispositivi, dai semplici semilavorati ai device monouso fino alle tecnologie e alle apparecchiature d’avanguardia è ‘Every life matters - ogni vita conta’. E questo si traduce anche nella sostenibilità dei nostri processi produttivi e del nostro stabilimento”, conclude An tonio Petralia.

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Luca Bedonni, presidente di ECM

FAAC TECHNOLOGIES, NUOVO NOME E REBRANDING

PER IL GRUPPO BOLOGNESE

FAAC, multinazionale bolognese specia lizzata nel settore dell’automazione e del controllo accessi a uso veicolare e pedonale per applicazioni residenziali e industriali, annuncia l’adozione di una nuova denomi nazione per il gruppo che, dal 4 luglio scor so, è FAAC Technologies. Il nuovo nome intende sottolineare e confermare la for tissima vocazione tecnologica del gruppo, oggi più che mai principio ispiratore della sua azione e motore del suo successo stra tegico e commerciale. Nata a Bologna nel 1965 da un’intuizione del fondatore Giu seppe Manini, FAAC Technologies è oggi un gruppo internazionale guidato da un ben collaudato e fortemente motivato ma nagement team, operativo con 53 società in 29 Paesi dei cinque continenti, otto siti di produzione principali e 16 centri di as semblaggio in tutto il mondo. Conta più di 3.600 dipendenti e riporta oltre 600 milio ni di euro di ricavi (di cui oltre l’80% svi luppati fuori dall’Italia). La nuova denomi nazione sarà affiancata dal payoff “We open worlds”, fortemente evocativo della visione strategica del gruppo, sempre più orientata alla fornitura completa di prodotti e servizi altamente performanti volti a soddisfare al meglio i bisogni di mobilità e connessione delle persone, in tutto il mondo. Il nuovo nome si accompagna ad una si gnificativa revisione dell’identità visiva del gruppo, con l’arrivo di un nuovo logo, nuovi colori e un sito web completamen te rivisto. Le novità in arrivo non riguar dano esclusivamente la veste iconografica del gruppo, ma riflettono un’importante rivisitazione e focalizzazione della Corpo rate Identity, nella quale spicca, oltre a una vision votata alla conquista della leadership di lungo corso nei servizi alla mobilità, una mission volta ad assicurare ritorni top class alla comunità degli stakeholders, in cui all’obiettivo della performance operativa e finanziaria si affianca un altrettanto impor tante obiettivo di “rispetto delle persone, dell’ambiente e dei più rigorosi standard etici”. A luglio scorso, poi, FAAC Techno logies ha annunciato l’acquisizione dell’a

zienda lombarda Tech no-Fire, specializzata nella vendita, installazione, ma nutenzione e riparazione di chiusure tecniche di qual siasi tipo e genere, tra cui porte automatiche, porte blindate, porte tagliafuoco, porte speciali, serrande av volgibili, portoni sezionali e vari altri prodotti di auto mazione accessi in ambito industriale, commerciale e residenziale. Un’operazione da 5,2 milioni di euro che consente a FAAC di so stenere la crescente richiesta di soluzioni di prodotti non residenziali e servizi di manutenzione programmata e riparativa ai grandi clienti, pubblici e pri vati. “L’Italia resta per noi un territorio importante dove continuare ad investire –dichiara il presidente del gruppo, Andrea Moschetti – e Techno-Fire rappresenta il partner ideale per proseguire il nostro per corso di crescita in un settore dinamico ed in continua crescita”. “Questa acquisizione ci permette di internalizzare grandi compe tenze e professionalità che ci consentiranno di meglio soddisfare in Italia la crescente domanda di servizi di manutenzione pro grammata e riparativa e di prodotti non-re sidenziali come barriere, tornelli, controllo accessi e dissuasori”, è il commento di An drea Marcellan, amministratore delegato di FAAC Technologies.

IL GRUPPO FLORIM, SEMPRE PIÙ GREEN, APRE UNO SHOWROOM A PARIGI

Florim, gruppo ceramico di Fiorano Mo denese, in provincia di Modena, ha aderito lo scorso giugno a CO2alizione, l’inizia tiva sostenuta da diverse aziende italiane per aumentare il livello di impegno verso la neutralità climatica attraverso l’adozione di una pratica di governance innovativa che vede lo statuto societario come strumen to della formalizzazione dell’impegno. In particolare, le aziende aderenti si impegna no a evolvere progressivamente il proprio modello di business e il modello operativo verso un’economia a zero emissioni di gas climalteranti, obietti vo che viene integrato all’interno dello statu to societario in modo che diventi una vera e propria finalità dell’im presa, oltre a quella di generare utili, protetta nel tempo, anche in caso di aumenti di capitale e cambi di management, di passaggi generazio nali o di quotazione in borsa. Per Florim, pri ma industria ceramica diventata Società Be nefit e ad oggi l’unica

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Andrea Moschetti, presidente di Faac Technologies Inaugurazione del Flagship Store di Florim in avenue de l'Opèra a Parigi

certificata B Corp, il progetto per arrivare a un equilibrio tra le emissioni e l’assorbi mento di CO2 si intreccia con la strada delle energie rinnovabili e dell’efficienza. L’azien da, in condizioni ottimali, è già in grado di autoprodurre la totalità dell’energia elettrica necessaria al funzionamento dei siti produt tivi delle sedi italiane e, in caso di necessità, acquista dalla rete solo energia prodotta da fonti rinnovabili con certificati di origine.

Tra le attività portate a termine e in essere nuovi pannelli fotovoltaici, l’integrazio ne della flotta con nuove auto con motore ibrido plug-in e nuove colonnine di ricari ca. L’azienda sta inoltre introducendo un adeguamento degli impasti dei prodotti con l’obiettivo di ridurre l’utilizzo di materie pri me, acqua ed energia, ed è in corso un’analisi di fonti alternative per i mezzi di trasporto per la movimentazione delle merci. “Questa modifica dello statuto è un ulteriore tassel lo di una strategia basata su azioni concrete volte a ridurre gli effetti della produzione. La volontà è quella di raggiungere le zero emissioni nette nel minor tempo possibile e un team dedicato è già al lavoro su questo specifico obiettivo. Difficile dare un orizzon te temporale preciso perché è una sfida che necessita di un grande lavoro di squadra che supera i confini aziendali e include i diversi attori della catena di fornitura nonché la di sponibilità di tecnologie innovative”, spiega Claudio Lucchese, presidente di Florim SB. Intanto, proseguono le aperture di nuovi spazi istituzionali Florim nei più importan ti centri del design mondiale. Il Gruppo ha inaugurato recentemente il Flagship Store di Parigi, da sempre punto di riferimento della moda, del lusso e tappa obbligata per i professionisti del mondo del design, dell’ar redamento e dell’architettura. Gli ambienti espositivi del nuovo spazio, in 32 avenue de l’Opéra, moderni ed eleganti, sono stati realizzati in continuità stilistica con gli al tri showroom: la Florim Gallery di Fiorano Modenese e i flagship store di Milano, New York, Mosca, Singapore, Francoforte, Lon dra e Abu Dhabi.

“Continuiamo a investire nell’apertura di nuovi spazi che ci consentono di presidiare le principali capitali mondiali dell’architet tura e del design. Vogliamo avvicinarci ai grandi studi di progettazione, promuovere il prodotto Florim e l’utilizzo delle grandi

lastre, sia per le tradizionali applicazioni che per il nuovo mercato dell’arredo. Il nostro percorso di internazionalizzazione prose guirà ancora nei prossimi mesi con due nuo ve aperture”, conclude Lucchese.

GARC ENTRA IN REGENERATIVE SOCIETY FOUNDATION

Dallo scorso luglio Garc, azienda fondata a Carpi, in provincia di Modena, nel 1975 come impresa generale di costruzioni, e che si è evoluta nel tempo elevando il proprio ruolo di Main Contractor, fa ufficialmente parte di Regenerative Society Foundation, fondazione partecipativa senza fini di lucro nata a settembre 2020 per coinvolgere il maggior numero possibile di organizzazioni nel percorso verso un nuovo modello di svi luppo socioeconomico rigenerativo. Il mo dello di Regenerative Society Foundation ha l’obiettivo di ripristinare il capitale naturale, preservando la biodiversità e gli ecosistemi e perseguendo il co-beneficio delle persone e il benessere del pianeta. A questo scopo la fon dazione accompagna aziende e organizza zioni nello scale-up di progetti rigenerativi e supportando attività rigenerative, quali agri coltura rigenerativa, salvaguardia e recupero degli ecosistemi terrestri e acquatici, ripristi no delle riserve di carbonio, rigenerazione urbana, materiali rigenerativi e produzione sostenibile. La fondazione fornisce ad azien de e organizzazioni vari servizi come gestione e organizzazione della conoscenza ed educa zione, metriche e misurazione, advisory per

lo sviluppo dei progetti, partnership pubbli co-private e attività di comunicazione. Regenerative Society Foundation offre un approccio sistemico, pratico e orientato al progetto in collaborazione con un’ampia rete di imprese e istituzioni; tra queste an che Garc, Società Benefit certificata B Corp, che concretizzerà ancora una volta il proprio impegno per realizzare la transizione ecolo gica e migliorare la salute e la felicità delle persone. Con due terzi del PIL mondiale, lavoro e proprietà intellettuale, infatti, il set tore privato è il principale fattore abilitante di un nuovo paradigma di business rigene rativo e sostenibile e svolge un ruolo chiave nel favorire il rinnovamento dell’economia e della società. “Abbiamo deciso di unirci alla Regenerative Society Foundation per portare avanti il paradigma dell’economia rigenerativa in un’ottica di interdipendenza e l’idea di condividere visioni, esperienze e progetti in simbiosi industriale trova in que sto organo il contenitore ideale per poter essere sviluppata. Siamo alla ricerca di nuovi modelli organizzativi e produttivi e, per que sto, pensiamo che il contributo che potremo ricevere da RSF sia un elemento che rafforza la nostra strategia. D’altro canto, se saremo capaci di condividere esperienze e ricerche su temi che riguardano il nostro settore saremo capaci di ripensare l’intera filiera, incidere sugli impatti della catena di fornitura e inne scare, veramente, il trade off crescita-impatti, accelerando la decarbonizzazione a livello globale”, spiega Andrea Grillenzoni, direttore generale di Garc. Il lavoro della fondazione è supportato da un comitato scientifico multi disciplinare, che svolge un ruolo fondamen tale nella validazione del framework scientifi co di riferimento e dei criteri di misurazione, identificando le esperienze pilota e le lacune cognitive sulla rigenerazione e avanzando proposte per colmare queste lacune. Inoltre, il comitato aiuta la fondazione a valutare i progetti rigenerativi con il maggior poten ziale e supporta le imprese nell’implementa zione. Regenerative Society Foundation ac coglie aziende, Ong, fondazioni, istituzioni, centri di ricerca, università e altre organizza zioni (pubbliche e private) come fondatori, sostenitori o partner ed è co-presieduta da Andrea Illy (presidente illycaffè e co-fondato re Fondazione Ernesto Illy) e Jeffrey D. Sachs (presidente SDSN).

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Andrea Grillenzoni, direttore generale di Garc
conoscere competere crescere Elaborare conoscenza è una scelta strategica per l’industria di successo . PERIZIE PER LE INDUSTRIE, TRASFERIMENTO TECNOLOGICO, ENERGIA, SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE. per la ricerca e la sostenibilità industriale SINERGIE TECNOLOGICHE Srl - Via A. Dal Prato, 82 - 48014 Castel Bolognese (RA) T/F: +39 0546 657002 info@sinergietecnologiche.it | www.sinergietecnologiche.it ✓ CREDITO D’IMPOSTA SULLA RICERCA E INNOVAZIONE ✓ PIANIFICAZIONE E GESTIONE DEI PROGETTI DI RICERCA ✓ CREDITO D’IMPOSTA INVESTIMENTI INDUSTRIA 4.0 ✓ PERIZIE RIVALUTAZIONE BENI STRUMENTALI ✓ CREDITO D’IMPOSTA FORMAZIONE 4.0 INGEGNERI SPECIALIZZATI IN R&S&I ✓ Ing. Dario Carloni | Certificato RAB-4237-IT20 ✓ Ing. Giuseppe Lucisano | Certificato BOB-4236-IT20 ✓ Ing. Paolo Brandolini | Certificato BOB-4217-IT20 www.gommadacancellare.it
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IMPRIMA AL 61° SIMPOSIO AFI DI RIMINI

Al 61° Simposio AFI che si è svolto a Ri mini dall’8 al 10 giugno scorsi c’era anche Imprima, l’azienda presente a Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara, e Mi lano specialista nel campo delle etichette intelligenti. L’evento ha coinvolto i massi mi esponenti del mondo farmaceutico per parlare dei paradigmi di una nuova era e in questa occasione i partecipanti hanno pre so parte a uno stress test che ha avuto come protagoniste le smart label TT Sensor Plus 2, prodotto hi-tech che Imprima promuo ve con successo già da un paio di anni. “I mercati cambiano rapidamente dina miche, ma è proprio nelle situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo at tualmente che si rende necessario trovare il coraggio di guardare oltre l’ostacolo e studiare nuove opportunità”, commenta Leo Ingrosso, Ceo e founder di Imprima. “È importante che il mondo della ricerca e quello dell’industria trovino momenti di confronto in uno spirito di arricchimen to creativo reciproco”. Da anni Imprima ha scelto di investire risorse nella ricerca coinvolgendo altre realtà imprenditoriali e professionisti dalle comprovate esperienze in ambito scientifico e tecnologico. Esplo rare e valicare nuove frontiere nell’ambito dell’identificazione e tracciabilità del pro dotto ha creato una fitta rete di produtti ve collaborazioni, ha fatto nascere nuove idee e avviato progetti ambiziosi. “Sostan ze sensibili alle variazioni di temperatura si possono alterare durante la loro movi mentazione pur sembrando perfettamente integre al momento della consegna, così abbiamo individuato nella tecnologia TT Sensor Plus 2 prodotta da Avery Dennison un’affidabile soluzione per tracciare la tem peratura di prodotti altamente deteriorabi li, proprio come i farmaci. Le case history raccolte in questi anni ci confermano che l’utilizzo di TT Sensor Plus 2 può appor tare vantaggi irrinunciabili a favore della sicurezza delle preparazioni farmaceuti che sia durante il trasporto sulle lunghe e brevi distanze, sia durante le delicate fasi del processo produttivo e di stoccaggio. È

uno strumento inconfutabile e pertanto fondamentale, creato a vantaggio di tut ti: produttori, trasportatori, distributori e soprattutto consumatori finali”, continua Ingrosso. Queste tag registrano tempera ture che vanno da -30 °C a +60 °C con una precisione di circa +0,3 °C / -0,3 °C e sono in grado di effettuare, a intervalli di tempo predeterminati, da 150mila a circa 500mila rilevamenti a seconda che si tratti di TT Sensor Plus 2 o TT Sensor Plus 2 BLE. Grazie alle ridotte dimensio ni, possono essere applicate sia all’esterno dell’imballaggio che al suo interno. I dati raccolti possono essere facilmente scaricati tramite NFC o bluetooth (modello BLE) su smartphone e computer. Il software in dotazione permette di creare profili per sonalizzati per ogni utente, destinatario, farmaco da tracciare, prevede un’app per dispositivi mobili (Android/iOS) e un am biente cloud per la condivisione delle in formazioni. L’interfaccia semplice e intui tiva visualizza la cronologia dettagliata di ciò che è accaduto alla merce durante il suo viaggio evidenziando le criticità. Le infor mazioni raccolte possono essere estrapolate o condivise ma mai contraffatte o cancel late. “TT Sensor Plus 2 e TT Sensor BLE non contengono sostanze o disposi tivi nocivi per la salute e l’ambien te pertanto soddisfano le normative europee REACH, RoHS e sono state approvate dall’ente federale statuni tense FDA.

TT Sensor NFC è inoltre certificato IATA per il trasporto aereo. Credia mo molto in questo prodotto. La de finizione Smart Label queste etichet te se la stanno guadagnando a pieno titolo”, conclude Leo Ingrosso.

INCLUDIA, LA TECNOLOGIA

AL SERVIZIO DELL’INCLUSIONE

Inclusione, integrazione, pari opportunità, responsabilità e impegno sociale; sono tra gli obiettivi dell’Agenda 2030, il documen to, sottoscritto dagli stati membri dell’O nu, che costituisce il nuovo quadro di rife rimento globale e universale per lo sviluppo sostenibile. Sono anche tutti valori in cui Includia, startup innovativa di Modena, crede fortemente, perché nella sua attività intende puntare all’innovazione, lavoran do per l’inclusività tecnologica e sociale. L’azienda nasce dall’esperienza dei suoi fondatori, Marta Luesma Meseguer, Enzo Francesca e Manuel Montini nell’ambito delle Extended Realities (realtà virtuale, re altà aumentata, realtà mista) con l’obiettivo di aiutare le persone ad aumentare la loro qualità di vita in modo da garantire l’in serimento di ciascun individuo all’interno della società indipendentemente dalla pre senza di elementi limitanti attraverso l’uti lizzo di tecnologie immersive e cloud. “Il nostro obiettivo è capire le problematiche con cui si confrontano le persone e lavorare per eliminare le differenze che ostacolano la vita, l’espressione e la creatività di ognu no”, spiega Marta Luesma Meseguer, CEO & founder della startup modenese. Luesma ha più di 20 anni di esperienza in aziende internazionali sia in Spagna che in Italia; la sua carriera professionale è stata molto varia e le ha permesso di avere una visione a 360 gradi di tutte le fasi del business in diversi settori, dal fashion all’elettronica. “Il nostro background di tecnologie immersive e piat taforme cloud ci permette di fornire tutti Enzo Francesca, Marta Luesma Meseguer e Manuel Montini, fondatori di Includia

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gli strumenti necessari, sia software che hardware, per garantire una migliore qua lità di vita e benessere”, indica Enzo Fran cesca, co-founder di Includia. L’idea sulla quale è nata l’azienda è utilizzare soluzioni tecnologiche, che continuano a evolvere, con l’obiettivo di spingere verso il cambia mento del sistema culturale e sociale per favorire la partecipazione attiva e completa di tutti gli individui, puntando alla costru zione di contesti inclusivi capaci di valoriz zare le differenze di tutti, eliminando ogni forma di barriera. I settori in cui la startup opera sono diversi, con un particolare focus sulla didattica, sul medicale e la formazione inclusiva. “L’inclusione scolastica deve ri spettare le esigenze di tutti, progettando e organizzando l’apprendimento e le attività, in modo da permettere a ciascuno di par tecipare alla vita di classe e all’insegnamen to, nella maniera più inclusiva, autonoma ed utile possibile”, approfondisce Luesma. Sul fronte medicale, le smart technology si possono utilizzare nei trattamenti non in vasivi di malattie degenerative, utilizzando i software per la rieducazione cognitiva, adattando gli allenamenti ad ogni pazien te in base alle loro prestazioni, o creando piattaforme cloud per la tele-assistenza.

Altri esempi si possono trovare nelle ma lattie neurologiche, dove si va a stimolare le diverse abilità cognitive, con migliora mento delle interazioni sociali e una ri duzione dell’isolamento del paziente. “Per quello che riguarda la formazione, coltivare la diversità è molto importante, in quanto persone con differenti background possono apportare punti di vista unici e contribu ti originali. Per la creazione di una cultura inclusiva si possono utilizzare soluzioni tec nologiche per la formazione dei manager o strumenti di lavoro per chi soffre la disa bilità”, conclude Marta Luesma Meseguer.

KERAKOLL ADERISCE A CO2ALIZIONE ITALIA

È nata lo scorso 16 giugno CO2alizione

Italia, l’iniziativa a cui hanno aderito oltre sessanta aziende italiane per aumentare il livello di impegno verso la neutralità clima tica attraverso l’adozione di una pratica di governance innovativa che vede lo statuto societario come strumento della formaliz zazione dell’impegno. Tra di loro c’è anche Kerakoll, il gruppo industriale di Sassuolo, in provincia di Modena, punto di riferi mento internazionale nel campo delle solu zioni per l’edilizia sostenibile che ha deciso di aderire a CO2alizione Italia in quanto gli obiettivi dell’iniziativa sono perfetta mente in linea e coerenti con l’approccio allo sviluppo sostenibile che l’azienda, fin dalla sua nascita, ha sempre adottato nei suoi valori imprenditoriali e nell’applica zione operativa quotidiana. Kerakoll offre materiali e servizi per costruire e vivere nel rispetto dell’ambiente e del benessere abi tativo e, con la recente trasformazione in Società Benefit, ha inserito nel proprio sta tuto la finalità di decarbonizzazione, facen do così un ulteriore passo verso un modello di business a zero emissioni. Assecondando il DNA green dell’azienda, Kerakoll ogni giorno realizza prodotti a basso impatto ambientale e privi di sostanze nocive, pro muove iniziative per la decarbonizzazione dei processi produttivi, logistici e della sup ply chain, al fine di minimizzare l’impatto ambientale della fase di trasporto, oltre a partecipare a progetti di economia circola re. “Abbiamo aderito con entusiasmo a que sta iniziativa nella convinzione che il modo più efficace per affrontare una sfida tanto ambiziosa come la lotta al cambiamento climatico sia quello di unire le forze, oltre che con i nostri partner e stakeholder, anche trasversalmente con una squa dra di aziende italiane virtuose dimo strando così senso di responsabilità verso il pianeta e verso le generazio ni future”, spiega Andrea Remotti, amministratore delegato di Kerakoll. Le aziende aderenti si impegnano a evolvere progressivamente il proprio

modello di business e il modello operati vo verso un’economia a zero emissioni di gas climalteranti, obiettivo che viene inte grato all’interno dello statuto societario in modo che diventi una vera e propria fina lità dell’impresa - oltre a quella di generare utili - protetta nel tempo, anche in caso di aumenti di capitale e cambi di manage ment, di passaggi generazionali o di quota zione in borsa. Con la recente integrazione della tutela dell’ambiente in Costituzione, l’Italia ha formalizzato il suo impegno a contribuire a questo obiettivo vitale e può, a sua volta, assumere una posizione di le adership stimolando gli altri Paesi europei e il mondo intero ad apportare il proprio contributo. Oltre all’indirizzo e alle linee guida delle istituzioni, l’inserimento della neutralità climatica tra le finalità statutarie rappresenta la volontà formale del settore privato al raggiungimento dell’obiettivo di protezione del clima, in linea con gli obiet tivi europei di neutralità climatica e quelli nazionali di transizione ecologica.

LIU JO AFFIDA

LA DIREZIONE GENERALE

A PAOLA DURANTE

Liu Jo, azienda di abbigliamento di EIH-Eccellenze Italiane Holding, raffor za la propria struttura affidando a Paola Durante il ruolo di direttore generale. L’a zienda di Carpi, in provincia di Modena, fondata da Marco Marchi, ha scelto per la prima volta di nominare un general mana ger in un’ottica di consolidamento e svi luppo futuro del business. La nomina si inserisce in un percorso di rafforzamento del brand, che ha chiuso il 2021 con un fatturato superiore ai 400 milioni di euro, puntando a un nuovo percorso di crescita che permetta di espandere e consolidare ulteriormente la propria presenza a livello nazionale ed internazionale.

Laureata in economia e scienze politiche, Paola Durante ha ricoperto a lungo il ruolo di managing director presso BofA Merrill Lynch, per poi proseguire il suo percorso lavorativo nel fashion system come direc tor-investor relations & strategic planning presso Moncler. Una carriera costellata da esperienze di rilievo, che la porteranno da

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Andrea Remotti, amministratore delegato di Kerakoll

giugno 2022 a intraprendere una nuova avventura come direttore generale in Liu Jo. “Abbiamo pensato concretamente al futuro di Liu Jo, agli ulteriori passi che vo gliamo intraprendere. Da qui la decisione di aprirsi ad una figura professionale nuo va per la nostra azienda, in grado di porta re linfa ed energia rinnovata a un business model di successo. Con l’ingresso di Paola Durante, che ha alle spalle un percorso la vorativo di successo, rafforziamo la nostra squadra con un profilo di grande rilievo che porterà valore e visione al futuro di Liu Jo”, afferma Marco Marchi. Nata nel 1995 da un'intuizione di Marco e Vannis Marchi con le sue prime linee, il percor so di crescita del brand Liu Jo si afferma prima attraverso il canale multimarca e successivamente, con un ulteriore consoli damento, attraverso il canale monomarca in Italia e all’estero. Dal 2000 al 2006 il progetto stilistico Liu Jo evolve verso la costruzione di un total look completo, nascono le linee di accessori, le collezio ni dedicate al mondo kidswear e vengono siglate le prime licenze. Il 2008 è invece l’anno del jeans icona Bottom Up: viene lanciato con un’innovativa campagna di comunicazione integrata ed è protagonista di uno spot tv entrato nell’immaginario del fashion advertising. Nei due anni suc cessivi la crescita aziendale prosegue grazie all’acquisizione delle licenze underwear e beachwear. La linea accessori debutta in televisione con due campagne esclusive interamente dedicate al lancio della prima it-bag. Tra il 2011 e il 2015 Liu Jo sceglie Kate Moss come nuova ambassador, con

tribuendo a rendere l’immagine del brand ancora più glamour e internazionale. Alla struttura aziendale sempre più dinamica e riconoscibile si legano nuove aperture fon damentali, come il flagship store di Mila no e l’approccio al business online con la nascita del canale e-commerce. In paral lelo debuttano le nuove linee Liu Jo Fra grances e Liu Jo Eyewear, siglando l’inizio di nuove partnership di prestigio nei setto ri perfume ed eyewear. Una nuova identità di racconto prende corpo nel 2020 con le campagne che celebrano le radici e il Dna di Liu Jo, anche attraverso i volti speciali di giovani icone contemporanee, prima fra tutte Kendall Jenner. In questi anni Liu Jo inizia a lavorare a un percorso green che segna un momento importante per la so stenibilità: nasce il manifesto #BetterTo gether, un impegno concreto e un invito al cambiamento.

MAKEITALIA, INAUGURATA

LA NUOVA SEDE

A MODENA

Il 14 luglio 2022 è stata una data partico larmente importante per Makeitalia. L’a zienda modenese è specializzata da oltre 14 anni nel Supply Chain Management, inteso come la gestione e ottimizzazione della catena di fornitura. Attività diven tata cruciale negli ultimi tempi per ogni azienda manifatturiera e che copre le at tività delle aree acquisti, pianificazione,

logistica e qualità. In questo Makeitalia è diventata il punto di riferimento sul mer cato nazionale, e non solo, facendo della Supply Chain il proprio core business sin dalla sua fondazione nel 2008. È stato un momento emozionante: l’azienda ha inau gurato la sua nuova sede a Modena in via Jan Palach 55. Uno stabilimento moderno di quasi tremila metri quadrati con carat teristiche ambientali, di consumo energe tico e confort all’avanguardia. Il tutto a sottolineare l’importante sviluppo dell’a zienda: da un ufficio composto di sole tre persone alla sua fondazione a oltre 110 nel 2022 e con un piano che punta a raddop piare a fine 2024 raggiungendo la quota di 200 collaboratori. Un momento di transi zione significativo per Makeitalia che se gna anche la forte volontà di essere sempre più radicata nel tessuto modenese. “Ci sia mo stabiliti nella città che è sempre stata nei nostri obiettivi: Modena. Dopo tanti anni trascorsi a Castelfranco Emilia non abbiamo mai messo in discussione di spo starci da questa regione, terra di eccellenza mondiale nel settore manifatturiero, di cui ci sentiamo orgogliosamente parte e dalla quale abbiamo ottenuto tanto, come pen siamo di avere dato tanto. Con la nostra nuova sede abbiamo voluto creare un am biente moderno e ancora più confortevole per tutti i nostri dipendenti”, commenta Francesco Tonolo, partner di Makeitalia. Il taglio del nastro è avvenuto assieme al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e al sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli. Alla celebrazione dell’evento hanno partecipato dipendenti,

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A sinistra: Paola Durante, nuovo direttore generale di Liu Jo. A destra: un momento dell'inaugurazione della nuova sede di Makeitalia

110 ANNI DI QUALITÀ, LA MISSION DEL GRUPPO FINI

Una storia di successo, in uno dei settori clou dell’Emilia-Roma gna, per un gruppo votato alla qualità. Il Gruppo Fini è una grande realtà del settore alimentare italiano con una proprietà 100% ita liana (holding Carisma) con tre marchi di grande prestigio: Fini, azienda nata a Modena nel 1912, Le Conserve della Nonna, nata a Ravarino (in provincia di Modena) nel 1973, e Mastri Pastai Bettini, dello storico Pastificio Zaffiri, nato a Sora, in provincia di Frosinone, nel 1889.

Fini ha una storia di successo ultracentenaria alle proprie spalle e proprio quest’anno celebra i suoi 110 anni di vita. Ha avuto il merito di portare in tavola per prima in Italia e nel mondo tutto il gusto dell’autentica tradizione gastronomica emiliana attraverso alcuni dei suoi prodotti più iconici, come i tortellini. “E per ce lebrare degnamente il 110° anniver sario, a partire da maggio scorso”, spiegano dall’azienda, “Fini ha rinno vato completamente la sua gamma di pasta fresca ripiena: ben 15 nuovi prodotti con ricette, ripieni e una veste grafica totalmente nuova per portare sugli scaffali e di lì nelle case degli italiani tutto il gusto dell’autenti co saper fare emiliano”.

Le Conserve della Nonna vanta una gamma di oltre 100 prodotti che spa ziano dalle passate alle confetture, dai sughi alle composte, passando per legumi e pesche scirop pate, pensati per soddisfare tutte le possibili occasioni di con sumo.

Nel Lazio, ai piedi del Parco Nazionale d’Abruzzo, sorge infine il Pastificio Zaffiri, dove nasce la pasta Mastri Pastai Bettini rea lizzata con 100% grano duro del Lazio e pura acqua di sorgente, trafilata al bronzo ed essiccata lentamente a bassa temperatura, per ottenere un prodotto di qualità superiore.

Qualità, autenticità del gusto, estrema cura nella selezione delle materie prime e dei processi produttivi accomunano e caratte rizzano da sempre tutta l’offerta del Gruppo Fini. “L’accurata se lezione delle materie prime, in larghissima parte provenienti dal territorio di riferimento, le lavorazioni semplici e rispettose degli ingredienti, il gusto autentico delle ricette e l’elevata qualità dei

clienti, fornitori, stampa e istituzioni. È stato inaugurato anche il nuovo training center, la Supply Chain Academy, nata per offrire alle imprese corsi di formazio ne sempre in ambito Supply Chain. “La nuova sede offre sia uffici che spazi pro duttivi per poter declinare al meglio tutti i servizi che l’azienda è in grado di erogare:

prodotti che ne scaturisce sono i fattori distintivi che i consu matori ci riconoscono”, confermano dall’azienda.

Questa attenzione si allarga alla sostenibilità sotto l’egida del la mission ‘Non Solo Buono’. “Ci impegniamo in molti ambiti, dalla scelta di materie prime del territorio, per le quali avviene un attento controllo della filiera, all’utilizzo di pack largamente riciclabili, fino allo sfruttamento di energia pulita grazie ai nostri impianti fotovoltaici, che ci permettono di ridurre drasticamen te le emissioni di CO2 e ottimizzare la produzione, insieme ad una corretta gestione delle risorse”, spiegano ancora da Grup po Fini.

“Un prodotto per noi è ‘non solo buono’ quando ha una storia da raccontare, quando è l’espressione di una cultura e di un territorio”. Per questo il Gruppo Fini ha sede a Ravarino, nel cuore dell’Emilia, dove si trovano lo stabilimento della pa sta fresca Fini e quello de Le Conserve della Nonna. “‘Non solo buono’ per noi significa unire le ricette della tradizione, preparate con ingredienti di qualità, con i principi della moderna scienza nutri zionale e coniugare il desiderio di un piatto saporito e autentico con quello di un’alimentazione equilibrata e attenta al benessere dell’organismo”, rimarcano dall’azienda modenese.

Il Gruppo Fini, infine, ha da sempre un approccio molto con creto e pragmatico alla sostenibilità che si articola principal mente secondo tre direttrici. Innanzitutto, l’implementazione di processi produttivi volti a minimizzare l’impatto ambientale, in cui si inseriscono la gran parte degli investimenti fatti nel corso degli ultimi anni presso lo stabilimento di Ravarino. In secon do luogo, la scelta di ingredienti e materie prime di alta qualità che valorizzano territorialità e il “made in Italy”. In ultimo, ma non per importanza, la decisione di utilizzare imballi volti a mini mizzare la creazione di rifiuti e favorire un’economia circolare, come ad esempio le confezioni in vetro per tutti i prodotti Le Conserve della Nonna e i cartoni 100% riciclati e riciclabili con certificazione FSC già utilizzati per tutti gli imballi secondari.

una nuova area logistica che rafforza ulte riormente la volontà di proporre ai propri clienti soluzioni concrete e l’opportunità di essere al loro fianco non solo per gestire l’intera Supply Chain o parte di essa dal punto di vista dei processi, metodi e com petenze, ma anche dei flussi e componenti fisici. La Supply Chain è oggi più che mai

un aspetto cruciale per le aziende. Una te matica di grande attualità in un contesto scosso da varie tensioni, a cominciare dal la pandemia e dalla guerra”, spiega ancora Tonolo.

Insomma, un’occasione per celebrare as sieme alla squadra i traguardi raggiunti e prepararsi alle sfide di domani.

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MEDHIARTIS, CON LE IMPRESE PER AIUTARLE

NEL PROCESSO DI CRESCITA

“L’esperienza è semplicemente il nome che diamo ai nostri errori”, diceva Oscar Wilde. A tutti capita di sbagliare prima o poi. Questo succede in ogni contesto, dal privato all’azienda, proprio perché, essen do l’azienda un organismo prima di tutto formato da persone, queste devono essere capaci di applicare le dinamiche individuali come squadra per raggiungere i successivi obiettivi comuni. “Per far sì che l’errore si muti effettivamente in esperienza, bisogna prima di tutto ascoltarlo, poi va accettato e infine reso parte integrante del processo di crescita attraverso un lavoro metodico, basato su criteri prestabiliti. Nell’analisi dell’errore e nella conseguente reazione, la parte razionale, più tecnica e matematica incontra quella emozionale, più empatica e creativa. Questo incontro diventa possibi le solo se ci si lascia ispirare dalle persone, perché sono l’unico mezzo grazie al quale oggi possiamo dire che sbagliando s’impa ra”. È questa l’idea di Medhiartis, azienda bolognese specializzata nella comunicazio ne tecnica per le imprese. “In un’azienda, la vera innovazione è quella che nasce dall’at tenzione per ogni singolo individuo, inter no ed esterno, perché una collaborazione di successo è frutto, prima di tutto, di dialogo e ascolto. Solo in questo modo si riesce a non avere paura del fallimento, ma anzi gestirlo e tradurlo in opportunità”, spiega no ancora da Medhiartis. Concretamente, però, in che modo l’errore può aiutare il processo di crescita di una realtà? “Noi di Medhiartis abbiamo partecipato a diverse fiere e a tutte le edizioni di Farete prima del blocco causato dal Covid. La fiera è un’im portante occasione per ripensare e riorga nizzare i propri mezzi di comunicazione perché presentarsi nel modo giusto è fon damentale. Eravamo convinti che portare più materiale possibile sarebbe stata la stra tegia più proficua per fare ricordare a tutti il nostro nome. Quindi adottavano sempre la stessa modalità, producendo volantini, cartellonistica, brochure, gadget per avere un ritorno sull’investimento”, continuano ancora dall’azienda bolognese. Ma era dav

vero il metodo giusto di agire? “Abbiamo sfruttato il periodo del Covid lontani dalle fiere per capire come presentarci al meglio e non ricadere nel solito errore quando ne avremmo avuto di nuovo l’opportu nità. Abbiamo preso consapevolezza che la strategia utilizzata nelle scorse edizioni era controproducente sotto diversi punti di vista perché non ha ottenuto i risultati che ci eravamo posti come obiettivo: esse re ricordati nel post fiera e soprattutto che l’investimento per produrre i materiali non fosse superiore rispetto a quanti contatti si sarebbero concretizzati nel periodo succes sivo alla fiera. Per questo motivo, quest’an no abbiamo deciso di sostituire la maggior parte della carta che portavamo con video, animazioni 3D e QR code. Questo ha per messo di risparmiare sui materiali, ridurre decisamente lo spreco di carta, risparmiare tempo e fare in modo che i nostri contatti non tornassero a casa con chili di materia li stampati da dimenticare sul tavolo”, ri marcano da Medhiartis. Medhiartis è una realtà dinamica che negli anni è cresciuta nell’ottica dell’innovazione. “Siamo grafi ci, redattori tecnici e traduttori che, negli anni, hanno sentito l’esigenza di utilizzare gli strumenti tecnologici a beneficio non solo del proprio lavoro ma anche della so stenibilità, della condivisione, del futuro”.

CON MET L’OZONO DIVENTA UN PREZIOSO ALLEATO

Met, azienda di Bologna con produzione totalmente made in Italy, continua a pro porre soluzioni in diversi settori. Tra que ste, alcune che utilizzano l’ozono, come il controllo di residui chimici e organici sulle linee di produzione, l’aumento della shelf life del latte in bottiglia, la potabilizzazio ne dell’acqua nella mensa di una scuola, la riduzione esalazione odorigene nelle di scariche e negli allevamenti. Dai magazzini agli impianti produttivi, dagli spazi angusti fino a quelli all’aperto, l’esperienza di oltre dieci anni porta l’azienda nata a Bologna nel 2008 a essere protagonista nella pro gettazione di generatori a ozono standard e customizzati, un punto di riferimento in Italia e all’estero per i risultati forniti. Se l’ozono si dimostra una nuova frontiera, Met ha saputo come renderlo utile, attra verso il progetto Oxir che si è aggiudicato il pieno riconoscimento nel programma eu ropeo Horizon 2020. “La nostra azienda si è messa in evidenza mediante una tecnolo gia innovativa per la distribuzione di acqua ozonizzata (O3), il controllo delle infezioni e il risanamento delle colture in serra o in campo aperto, con un notevole risparmio non solo in termini economici, grazie alla riduzione delle sostanze chimiche e della manodopera, ma anche un importante be neficio a livello di salute, qualità della vita e del lavoro, riduzione dell’impatto am bientale. D’altronde, le capacità sanificanti dell’ozono applicate alla filiera alimentare, ma anche a quella biomedicale, agricola e

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Gianluca Ranieri, amministratore delegato di Medhiartis

INTIMA MODA CELEBRA 50 ANNI DI ATTIVITÀ: QUANDO TRADIZIONE E MANAGERIALITÀ SI INCONTRANO

all’impresa è stata la scelta vincente: oggi importanti figure spe cializzate ricoprono ruoli strategici per il business per essere sempre più performanti e competitivi, consolidando la posizione di leader sul mercato.

Intima Moda, azienda modenese di beachwear e lingerie, pre sente sul mercato con i brand Verdissima e SièLei, celebra nel 2022 i 50 anni di attività: un importante traguardo raggiunto gra zie alla lungimiranza della proprietà nella scelta di far convivere la tradizione familiare con un’organizzazione altamente mana geriale e moderna.

In questo mezzo secolo di vita l’azienda ha dimostrato resilienza e capacità di innovarsi di fronte a mercati sempre più competiti vi e a eventi capaci di generare sconvolgimenti epocali.

“La vera risorsa in questi anni, in particolare quelli più recenti, sono state le persone di Intima Moda che hanno saputo ade guarsi e aggiornarsi al nuovo corso manageriale con un approc cio positivo e quindi vincente”, dichiara Fabio Franciosi, presi dente dell’azienda. “E pensare che tutto è partito da un piccolo laboratorio di produzione e vendita di corsetteria e oggi siamo oltre 100 persone, tra dipendenti e collaboratori di vendita. Una bella soddisfazione”, prosegue Franciosi. Intrecciare managerialità e tradizione per dare una nuova vision

“Abbiamo avuto il coraggio di cambiare totalmente il modello di business rivedendo ogni aspetto dell’impresa, dal punto di vista commerciale, stilistico, produttivo ed economico-finanziario, optando per un approccio moderno, flessibile e snello”, sottoli nea Marco Zonchello, direttore generale di Intima Moda. “Non meno importante è stato l’aspetto organizzativo: abbiamo intro dotto da tempo un percorso di welfare aziendale che prevede la flessibilità oraria, la settimana corta e lo smart working per la totalità dei dipendenti, questa modalità era già una realtà prima dell’avvento della pandemia, per questo il Covid non ci ha trovati impreparati. Poche aziende di queste dimensioni beneficiano di una struttura così organizzata ed evoluta, e la volontà è quella di continuare a potenziarci inserendo giovani talenti, come già avvenuto di recente, all’interno dei settori più strategici della nostra organizzazione”, continua Zonchello.

Tutto questo si è tradotto negli ottimi risultati raggiunti negli ultimi anni: dal 2015 si è registrato un continuo incremento dei fatturati e nel 2021 la crescita è stata superiore del 25% rispet to all’anno precedente e migliore anche al 2019, con una solida redditività, decisamente più alta rispetto ai benchmark di cate goria.

Per l’importante traguardo dei 50 anni l’azienda si è regalata, oltre al nuovo outlet aziendale, il nuovo flagship store monomar ca Verdissima di Roma, che dopo quello di Lucca, inaugurato lo scorso anno, va ad aggiungersi agli storici di Bologna e Cattoli ca, e si inserisce a pieno titolo in un più ampio piano di espan sione sul territorio nazionale.

in ambito pubblico, consentono di offrire prodotti e ambienti rispondenti ai requisiti di salubrità e qualità richiesti dalle norme europee sulla sicurezza alimentare e quelle sanitarie sugli spazi comuni come mense, ospedali, aree ricreative”, spiegano da Met. Sempre più lo scenario globale chiede l’ado zione di strategie sostenibili che oggi rappre sentano una priorità per affrontare la sfida ambientale. Il mondo dell’industria e delle produzioni non genera soltanto prodotti, ma anche scarti e residui, spesso inquinanti che liberano nell’aria o nell’acqua sostanze chimiche dannose al pianeta e alla colletti

vità. Una criticità globale a cui si somma la necessità di garantire la salute dei cittadini nei circuiti di somministrazione alimentare pubblica come le mense scolastiche, piut tosto che in ambito sanitario. “Dall’ambito medicale a quello agroalimentare, dal settore dei trasporti a quello della sanificazione degli ambienti, Met propone un ampio ventaglio di prodotti e di soluzioni in grado di valo rizzare le capacità sanificanti e deodorizzanti dell’ozono nell’ottica di un’economia e di una produzione sempre più attenta all’im patto ambientale. Qualsiasi sia la richiesta o il settore di riferimento, l’azione di Met si

contraddistingue per un approccio globale che non si limita alla fornitura di un prodot to, ma comprende un servizio qualificato e a 360 gradi nei confronti del cliente. Questo viene accompagnato in tutte le fasi del pro cesso: dall’individuazione della problematica alla consegna della soluzione fino ad arrivare alla formazione specialistica. È questo il me todo che, insieme alla competenza tecnica e alla continua ricerca, ci permette di affer marci come un partner privilegiato in quan to allenato a leggere e interpretare situazioni e necessità di ogni tipo”, concludono dall’a zienda bolognese.

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Agricoltura, territorio, responsabilità e squadra: sono questi i quattro pilastri su cui è fondato il percorso di crescita sostenibile di Molini Pivetti, l’azienda di Renazzo, in provincia di Ferrara, che propone un’am pia scelta di farine di grano tenero e che lo scorso giugno ha presentato il primo report di sostenibilità. Quattro elementi imprescindibili e concatenati l’un l’al tro: l’agricoltura, attraverso un continuo e proficuo legame con chi coltiva ogni giorno la terra; il territorio, con un in cessante impegno nella sensibilizzazione e una forte presenza locale di siti pro duttivi e di stoccaggio; la responsabilità, presente in ogni aspetto imprendito riale, dalla produzione all’innovazione tecnologica, ma anche nei confronti dei professionisti, con la formazione erogata dai corsi fir mati Pivetti Lab. Infine, il concetto di squadra che permea ogni inizia tiva targa ta Molini

Pivetti, sia essa interna o rivolta all’esterno, con esperti agronomi impegnati a collaborare a stretto contatto con gli agricoltori. Non a caso, è proprio una squadra, o meglio una famiglia solida e affiatata, a guidare l’azienda fondata da Va lente Pivetti nel 1875, con la costruzione di un molino a vapore per la macinazione del grano tenero. Di generazione in generazio ne, Molini Pivetti è diventata quello che è oggi: un’azienda italiana specializzata nella produzione di farine di alta qualità per uso professionale e domestico, una realtà con un fatturato di 62 milioni di euro nel 2021 e una capacità produttiva pari a 240mila tonnellate di sfarinati e semilavorati l’anno, che dà lavoro a 75 dipendenti. Una risorsa importante per il territorio in cui è situata, cresciuta grazie alla passione per la tecnolo gia, che ha saputo rinnovarsi trasformando

il piccolo mulino iniziale in un mulino in dustriale capace di macinare grano per tutte le tipologie di utilizzatori. L’azienda conta tre stabilimenti produttivi, sei centri di stoccaggio, due laboratori di ricerca dotati di strumentazioni avanzate, un nuovo ma gazzino automatizzato, oltre a otto tecnici esperti per garantire i più elevati standard qualitativi in ogni fase produttiva, con i marchi Molini Pivetti e Molino San Gio vanni. Tanti successi, raggiunti senza mai

GRUPPO NORBLAST FIRMA LA 3D PRINTING LINE

perdere di vista l’attenzione alla sostenibilità e che ora sono anche certificati da un report che, in questa prima edizione, ha preso in considerazione i dati relativi all’anno 2021, in base a rileva zioni costruite ad hoc, aventi come punto di riferimento i GRI Standard, elaborati dal Global Reporting Initiative. “Questo report è particolarmente importante e si gnificativo per noi, perché racchiude non solo i risultati ottenuti, ma anche i valori alla base di ogni nostra decisione. I nostri quattro pilastri sono elementi irrinunciabi li, alla base della nostra personale idea di sviluppo sostenibile. È grazie a questi pun ti fermi che abbiamo raggiunto i risultati che presentiamo e saranno sempre loro a guidarci in futuro, nella direzione della so stenibilità. Ci impegneremo per proseguire sul cammino intrapreso, sempre al fianco dei ‘nostri’ agricoltori e dei nostri partner d’eccellenza”, dichiara Gianluca Pivetti, membro del board di Molini Pivetti.

“L’additive manufacturing si conferma una tecnologia entusiasmante e dirompente. Oltre a un’attenta definizione del proces so e materiale di stampa, la produzione di componenti mediante fabbricazione additiva può necessitare di interventi di post-processing, per rendere il componen te adatto ai requisiti tecnici ed estetici di progetto. Per tali ragioni Norblast ha messo a punto la 3D printing Line, frutto delle collaborazioni con utilizzatori intensivi di stampanti 3D a polveri plastiche, con ca ratteristiche ottimizzate, al fine di miglio rare le superfici del componente stampato mediante un trattamento di sabbiatura”. Parola del cavalier Remo Norelli, fondato re e presidente del gruppo Norblast, nato a Bologna nel 1977 e forte di un’esperienza di 45 anni come costruttore di pallinatrici e sabbiatrici ad aria compressa. “La nostra impresa ha messo in gioco la propria espe rienza pluriennale, nonché la ricerca con tinua in merito ai processi e alle macchine a disposizione di tutti i settori industriali che utilizzano la stampa 3D. Applicando con successo il know-how, i risultati con giunti di stampa e post processing posso no portare le aziende innovative a risultati straordinari”, continua Norelli. Norblast realizza soluzioni nei più svariati settori: oltre all’additive manufacturing, aeronauti ca e aerospaziale, automotive, biomedicale, energia, fonderia, inox, leghe, meccanica, stampi, utensili. Grazie alla progettazione e costruzione di sabbiatrici e pallinatrici di ultima generazione il gruppo Norblast si conferma un partner accreditato per supportare le aziende nel processo di am modernamento e informatizzazione secon do i parametri di Industry 4.0 prima e di Transizione 4.0 oggi, puntando a fornire non solo macchinari, ma soluzioni capa ci di cogliere le opportunità offerte dal la quarta rivoluzione industriale in atto. “Una specializzazione che ci ha proiettati da protagonista nel mondo della tecnologia dell’additive manufacturing. Questa tecno logia, negli ultimi anni, si è caratterizzata per una costante tendenza evolutiva e una sempre maggiore presenza all’interno dei

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Gianluca e Silvia Pivetti, membri del board Molini Pivetti

cicli di produzione industriale, spostando quindi l’attenzione dall’impiego per fini di prototipazione a obiettivi di produzione su larga scala”, prosegue ancora il fondatore di Norblast Norelli. “La versatilità di questo nuovo paradigma di realizzazione di manu fatti - ‘aggiungere’ materiale ove necessario, invece che ‘sottrarre’ l’eccesso - ha offerto una gamma di vantaggi alle aziende, pro ponendosi così come una delle soluzioni a maggiore impatto sugli ambienti industria li. Con la 3D printing Line i trattamenti possono essere sia manuali che automatiz zati, tramite sistemi massivi. Il risultato è l’automazione del ciclo di lavoro, carican do componenti impolverati ed estraendoli dalla macchina finiti e soffiati. Le attuali necessità di interconnessione con la rete di fabbrica sono soddisfatte con gestione tra mite PLC e accessori di collegamento. L’in terfaccia utente è stata anch’essa ottimizzata per l’utilizzo specifico in ottica user-frien dly per gli operatori dell’ambiente AM”, conclude Remo Norelli.

PROGETTO INSIEME DI NSI, È MVP IL GRUPPO VINCITORE

È MVP il gruppo vincitore della quarta edi zione di “iNSIeme”, il progetto dell’azien da informatica NSI di Castel Maggiore, in provincia di Bologna, che mira a insegnare agli studenti i linguaggi di programmazione software fondamentali per l’accesso al mon do del lavoro. Per questa edizione di iNSIe me, l’Istituto Aldini Valeriani, presso cui si è svolta la premiazione lo scorso 25 maggio, ha commissionato ai ragazzi di 3^B-IN lo sviluppo di un software per gestire le ri

chieste di assistenza sui dispositivi informatici dell’Istituto che verrà poi adottato dalla scuola stessa. I ragazzi di 3^B-IN, divisi in cinque gruppi, hanno seguito lezioni di sviluppo front e back-end, UX/ UI design e comunicazione tenu te dai collaboratori dell’azienda informatica NSI - Think Outside the Box che sono stati propedeuti ci allo sviluppo del progetto e alla loro presentazione. Il gruppo che si è distinto in questa sfida, come detto, è stato MVP con l’app EasyLab. La giuria composta dai collaboratori di NSI ha scelto il gruppo MVP composto da Mattia Morselli, Enrico Vampa, Alessio Napoleta no, Narcis Stamate ed Edoardo Travo come vincitore per la qualità del software prodot to, sia dal punto di vista della UX-UI che delle funzionalità: EasyLab è utilizzabile dalla scuola sin da subito. “Nel 2016 Con findustria Emilia, tramite il Club dell’Al ternanza (club di aziende disponibili a svi luppare progetti con le scuole superiori del territorio), ha associato NSI - Think Out side The Box alla sezione B-IN dell’Istituto Aldini Valeriani: durante i primi tre anni, NSI ha ospitato ragazzi e ragazze di 4^ e 5^ per gli stage obbligatori dell’ex alternanza scuola-lavoro, ora PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e Orientamento)”, spiegano da NSI. “Nel 2019 la professores sa di laboratorio di Informatica Industriale Nadia Amaroli ha proposto di ampliare il progetto coinvolgendo anche i ragazzi del terzo anno: da qui è nato iNSIeme, per mostrare in modo pratico come si lavora in un’azienda informatica e acquisire impor tanti competenze tecniche propedeutiche

per sviluppare un software”, continuano dalla digital transformation company bo lognese. L'obiettivo è appassionare ragazzi e ragazze alla programmazione favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro. L’esito positivo del progetto negli anni ha porta to l’Istituto Aldini Valeriani a modificare il piano di studi della sezione B, anticipando lo studio di importanti linguaggi di pro grammazione utilizzati nel mondo del la voro. “Il nostro viaggio è iniziato nel 2002 e da allora lavoriamo per dare alle aziende la libertà di innovarsi e di garantire ai loro clienti un’esperienza sempre unica. Con due sedi a Bologna e Milano e oltre 150 collaboratori, seguiamo le realtà più piccole così come le grandi aziende, mettendo in campo team selezionati altamente qualifi cati per assisterle in maniera professionale e trasparente. Nel 2018 abbiamo esteso i nostri confini lanciando il branch AlbaNSI a Scutari, in Albania: una software house con l’obiettivo di diventare un hub digitale, prima per il distretto locale e poi per l’Eu ropa”, concludono da NSI.

A HORACIO PAGANI

IL PRESTIGIOSO PREMIO COMPASSO D’ORO

Horacio Pagani, fondatore di Pagani Auto mobili si aggiudica la XXVII edizione del premio Compasso d’Oro istituito dall’A DI, Associazione per il Disegno Industria le, nella categoria Design per la mobilità. Il riconoscimento, attribuito al designer per il progetto di Huayra Roadster BC e ottenuto per la prima volta dall’azienda di San Ce sario, in provincia di Modena, è stato assegnato da una giuria in ternazionale che ha selezionato i migliori 20 oggetti tra le diverse categorie. Istituito nel 1954, il Premio Compasso d’Oro ADI è il più antico, ma soprattutto autorevole, premio mondiale di design, nato da un’idea di Gio Ponti con l’obiettivo di mettere in evidenza il valore e la qualità dei prodotti del design italiano. La cerimonia di premiazione si è tenuta lo scorso 20 giugno all’A

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Gli occhiali Raleri realizzati in collaborazione con Norblast

DI Design Museum di Milano, dove dal 21 giugno all’11 settembre è stata allestita la mostra dedicata a tutti i prodotti che hanno partecipato all’edizione 2022. Huayra Ro adster BC entra così a far parte della Colle zione Compasso d’Oro ADI. Il tratto e lo stile di Horacio Pagani si sono distinti nella categoria “Design per la mobilità” grazie al lavoro compiuto per Huayra Roadster BC: “Un’estrema ispirazione alla bellezza e alla ricerca scientifica in ogni sua forma”, come la definisce Horacio Pagani. Realizzata nel 2019, Roadster BC è frutto di un lavoro meticoloso sull’estetica e di una cura ma niacale dei dettagli, con l’obiettivo di realiz zare una Pagani stradale dai tratti unici che trasmetta sensazioni impareggiabili di gui da. È un’auto estrema, esuberante, plasmata a mano secondo i principi leonardeschi di Arte e Scienza, elementi fondamentali alla base della filosofia creativa di Pagani Auto mobili. “È per me un onore essere premia to tra i migliori designer e come eccellenza del design italiano dalla giuria dell’ADI”, commenta Horacio Pagani, “ma ci tengo a sottolineare che questo riconoscimento va condiviso con il team di designer e tecnici Pagani che fin dall’inizio della mia attività mi ha accompagnato in questa splendida avventura. Senza il loro confronto schietto e costante, la loro passione che ogni gior no infondono nel loro lavoro, tutto que sto non sarebbe possibile”. A fine giugno Pagani Automobili ha poi presentato uffi cialmente al pubblico Huayra Codalunga, la nuova opera di design e tecnologia nata

nell’atelier di San Ce sario. Un progetto rea lizzato a quattro mani con la divisione Pagani Grandi Complicazioni (PGC), dove le pos sibilità di ideazione e personalizzazione per le vetture sono prati camente infinite. Ogni hypercar è il risultato di un lungo e preciso per corso di accompagna mento del cliente per interpretare i suoi gusti e desideri. L’ambizione e lo sforzo collettivo sono di creare un’opera d’arte nel segno dell’eccellenza Pagani per il committente. Per fare ciò, PGC è compo sto da un team multidisciplinare che segue minuziosamente creazione, progettazione e sviluppo di ogni esemplare.

PK, DEL GRUPPO FLODRAULIC, ACQUISISCE SG MAZZONI

Continua l’espansione, iniziata nel 2016, del Gruppo Flodraulic in Europa. Il grup po, con sede a Granarolo Emilia, in provin cia di Bologna, e protagonista nel settore dell’oleodinamica ed elettronica negli Stati Uniti, in Canada e in Europa, ha concluso l’acquisizione di SG Mazzoni, azienda di Castel Maggiore, alle porte del capoluogo, riferimento per il settore della curvatura e sagomatura di tubi. Con questa operazio ne, il gruppo Flodraulic mira a rafforzare significativamente la propria offerta ed es sere sempre più competitivo in un settore

come quello dei tubi, raccordi e fitting in genere. L’acquisizione di SG Mazzoni, che conta una dozzina di dipendenti e ha chiu so il 2021 con un fatturato di 1,8 milioni di euro, è un ulteriore passo nella strategia di crescita annunciata sei anni fa dal gruppo, che ha l’obiettivo di espandere la propria offerta con un disegno industriale ben pre ciso: l’individuazione di aziende altamente specializzate nei diversi ambiti dell’oleodi namica e dell’elettronica per creare un sy stem integrator globale che possa servire i mercati locali grazie alla presenza capillare sul territorio. Il gruppo conta per l’anno 2022 un fatturato in Canada e Usa di circa 330 milioni di dollari e in Europa di circa 43 milioni di euro. Fanno parte del gruppo le imprese Oleobi, riferimento nel settore industriale per la progettazione di unità di potenza intelligenti, Sace, nel mercato mo bile per soluzioni oleodinamiche ed elettro niche integrate, e PK, per la realizzazione di piping rigido e flessibile. E proprio PK, azienda appartenente al gruppo Flodraulic dal 2016, che ha rappresentato un investi mento strategico per l’ampliamento della gamma di prodotti che Flodraulic offre ai propri clienti, ha condotto l’operazione di acquisizione di SG Mazzoni. La storica partnership con Parker sarà dunque ulte riormente rafforzata in virtù delle nuove opportunità: avere a disposizione il por tafoglio prodotti di SG Mazzoni fa sì che il gruppo abbia oggi risposte specifiche a differenti esigenze di mercato, alle quali prima poteva far fronte parzialmente. L’o perazione garantisce continuità a tutti i di pendenti già in forza senza alcuna perdita di personale, anzi si prevede una crescita di opportunità sia interne che esterne, grazie alla crescita della forza commerciale e agli investimenti in macchinari e attrezzature, già pianificati dal gruppo.

“Siamo particolarmente soddisfatti di aver finalizzato l’acquisizione di SG Mazzoni. L’integrazione di questa società all’interno di PK permetterà di completare la nostra offerta di tubo rigido e flessibile. Inoltre, consentirà al gruppo Flodraulic di com petere su mercati ed applicazioni nuove fornendo soluzioni integrate. La strategia, iniziata anni fa, di rinnovamento e inve stimento sta iniziando a delineare uno scenario di crescita e posizionamento sul

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AVERARDO ORTA NOMINATO PRESIDENTE DI E.C.H.O.

È Averardo Orta il nuovo presidente di E.C.H.O. (European Confe deration of Care Home Organisations). L’elezione, che si è svolta a Bruxelles a luglio scorso, ha visto il rinnovo dell’intero Board of Directors per il triennio 2022-2025. Fondata nel 1989 e con sede a Bruxelles, E.C.H.O. è l’organizzazio ne che riunisce a livello europeo le associazioni dei singoli Paesi che promuovono il miglioramento del comparto sociosanitario nel settore dell’assistenza sanitaria territoriale non solo nell’ambito del la terza età, ma anche delle disabilità, attraverso il principio della cooperazione di tutti i suoi stati membri. Sono aderenti alla confe derazione: Anaste (Italia), Bpa (Germania), Care England (Regno Unito), Fed (Spagna), Nevep (Olanda), Pemfi (Grecia), Senioren Unie (Belgio), Synerpa (Francia), Teso (Finlandia), Poland (Polonia), Bps (Bulgaria).

Oltre a Averardo Orta di Anaste (Italia) sono stati nominati all’unani mità: Bernard Meurer di Bpa (Germania) come vicepresidente, Se bastiano Capurso di Anaste (Italia) in qualità di tesoriere e Alberto Echevarria di Fed (Spagna) come segretario generale.

“Oggi più che mai”, sottolinea il neopresidente Orta, “l’assistenza territoriale, che non rientra in quella ospedaliera e che in Italia è rappresentata, ad esempio, da quella domiciliare, dalle RSA, o dalle residenze psichiatriche, sta assumendo un ruolo sempre più impor tante nella cura dei pazienti, che preferiscono avvalersi di queste strutture piuttosto che ricorrere alla ospedalizzazione”. Questo non stupisce in una realtà, comune in tutta Europa, dove la popolazione è sempre più anziana e che, anche grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi farmaci, ha visto aumentare notevolmente la propria aspettativa di vita, portando spesso a una cronicizzazione di quelle malattie che richiedono un’assistenza sanitaria di lungo periodo.

“Tra i primi obiettivi del mio mandato ci sarà quello di presentare una proposta di riforma legislativa che disciplini, tramite direttive europee comuni, questa materia in modo uniforme. Ad oggi, infatti, questo tipo di assistenza è ancora delegata ai singoli stati membri e non è oggetto di legislazione comunitaria; solo con questo importan te passaggio legislativo si potrà garantire a tutti i cittadini europei di poter utilizzare in modo equo i servizi assistenziali sanitari presenti nei differenti Paesi, armonizzando regole e modus operandi diffe renti e limitando al contempo le pratiche di antidumping tra gli Stati, purtroppo sempre più frequenti”, prosegue Averardo Orta. Parlando poi di sanità nazionale, anche in qualità di Presidente dell’Aiop di Bologna, Orta non ha dubbi sul livello di eccellenza che il nostro sistema regionale ha raggiunto e che ha saputo dimostrare anche durante l’emergenza sanitaria di questi ultimi due anni. “La pandemia è stato un evento eccezionale e il nostro sistema sanitario regionale ha reagito repentinamente a una situazione del tutto nuova e imprevedibile; basti pensare che già il 20 marzo 2020 era stato siglato l’accordo, primo in Italia e unico nel suo genere, con cui le strutture pubbliche e private hanno collaborato in modo sinergico per affrontare l’emergenza. A Bologna abbiamo messo a

Il nuovo Board of Directors di E.C.H.O.

disposizione in pochissimo tempo mille posti letto, un numero rag guardevole se consideriamo il bacino di utenza dell’area della Città Metropolitana”, continua Orta.

“Quello che però mi preme sottolineare”, prosegue il presidente di E.C.H.O. e Aiop Bologna, “è che le nostre 13 strutture presenti sul territorio bolognese sono tutte accreditate, il che significa che svolgono una funzione pubblica, dove il cittadino può curarsi senza pagare nulla. Da oltre 20 anni facciamo parte della rete regionale dei servizi e durante la pandemia abbiamo riorganizzato con grande flessibilità ed efficienza la nostra attività per rispondere all’emer genza, ma non è cambiata la nostra natura giuridica: siamo servizi di interesse generale, svolgiamo, cioè, un’attività che è pubblica e che viene portata avanti con una gestione privata; quei mille posti letto che abbiamo messo a disposizione facevano quindi sempre parte della rete dei servizi pubblici”.

“Per questo mi auguro che il rigurgito ideologico anti-privatistico a cui stiamo assistendo negli ultimi tempi non vanifichi una storia di ultraventennale collaborazione e di successi che ha determinato l’elevato indice di gradimento espresso dai cittadini per il nostro sistema sanitario regionale. Togliere gli accreditamenti e ridurre le quote di attività che svolgiamo a supporto della sanità pubbli ca significherebbe arrecare un grave danno a tutti i pazienti: oggi il nostro contributo al sistema sanitario pubblico è a garanzia dei più deboli che hanno meno risorse. Senza tralasciare l’aspetto economico: la Regione compra una prestazione di altissima qua lità pagandola meno rispetto alla stessa erogata da una struttura pubblica: i risultati delle nostre prestazioni sono migliori rispetto a quelle pubbliche e se il 25% di quello che oggi rappresentiamo in Emilia-Romagna fosse assorbito dalle strutture pubbliche non rimarrebbe altra soluzione che aumentare in modo considerevole le spese e le tasse per i cittadini; se invece questa percentuale do vesse crescere si potrebbero garantire più servizi con meno costi, questo significa fare una politica a difesa delle classi più deboli e meno abbienti”, conclude Averardo Orta.

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mercato che ci soddisfa”, commenta Mas simo Dovesi, presidente e amministratore delegato di Flodraulic Europe. “Ci sono ancora sfide importanti da vincere e questo nuovo traguardo ci motiva a proseguire su questo percorso”, conclude Dovesi.

POGGI TRASMISSIONI MECCANICHE

A TUTTA INDUSTRY 4.0

“Gli ingegneri con un palmare ottengono in pochi secondi il report di un determina to lotto di produzione o lo stato delle at trezzature in dotazione”. Il futuro è già at terrato in Poggi Trasmissioni Meccaniche, azienda bolognese specializzata nella pro duzione di pulegge, rinvii angolari e altre soluzioni nel ramo degli organi di trasmis sione come cinghie dentate e trapezoidali. L’impresa, punto di riferimento interna zionale che da più di 60 anni è apprezza ta in oltre 40 Paesi del mondo per il suo approccio innovativo e customizzato, ha varcato anche l’ultima frontiera, in ottica Industry 4.0, con MDconn. Si tratta di un software evoluto, sviluppato internamente per la rilevazione dello stato delle macchi ne utensili, come soluzione specifica per la propria realtà produttiva, dotata di un par co macchine variegato, con differenti pro tocolli. “Mediante MDconn si può moni torare in tempo reale lo stato in cui si trova qualsiasi macchina presente in azienda. Queste informazioni sono correlate all’or dine, per cui di ogni singolo articolo sono evidenziati il lotto, la tempistica, l’operato

re che vi ha lavorato, le eventuali criticità e la resa effettiva. Dati visibili in numeri che, grafici e infografiche che forniscono nell’immediato informazioni sullo stato di avanzamento di un ordine e il suo impatto economico. La sommatoria comprensi va dei dati raccolti mediante il software, costi materie prime, energia, packaging e trasporto, danno come risultanti l’esatto costo dell’articolo, generando uno storico prezioso per migliorare l’efficienza dell’at tività produttiva. Il sistema è integrabile inserendo i consumi energetici effettivi di lavorazione, l’impatto ambientale, il ri sparmio di emissioni”, spiegano da Poggi Trasmissioni Meccaniche. Le novità però non si fermano qui. Di recente infatti l’a zienda, in collaborazione con l’Università di Bologna, ha ideato un innovativo banco prova per misurare le prestazioni dei pro pri rinvii angolari sia in termini di efficien za meccanica che di affidabilità. “Testare la propria tecnologia e acquisire dati utili, per inserire possibili migliorie ed elevare il livello di performance dei rinvii angolari consente di avere tutti i dati di stress test, di endurance, di resa, di surriscaldamento offrendo parametri sempre più precisi e puntuali”, continuano da Poggi Trasmis sioni Meccaniche. Tra i vantaggi, la possi bilità di effettuare test accelerati in modo da verificare la conformità su determinate indicazioni di utilizzo, per cui un rinvio testato e collaudato su un banco prova ha più valore e offre maggiori garanzie, ri spetto a dati calcolati attraverso software e algoritmi di ingegneria. Negli ultimi anni Poggi Trasmissioni Meccaniche si è resa sempre più consapevole della necessità di

creare un ponte tra mondo universitario e d’impresa, sia per sviluppare la ricerca che per perseguire l’obiettivo di formare sul campo nuove generazioni di professionisti e ovviare a quella mancanza di competen ze tecniche e specialistiche che caratterizza il mercato e rappresenta un fattore di di sallineamento tra la domanda dei giovani e l’offerta di lavoro da parte delle aziende.

POGGIPOLINI CRESCE ANCORA E ACQUISISCE AVIOMEC

Un investimento importante nell’industria aeronautica e uno step deciso verso la cre scita strutturale del Gruppo, che ora vale 22 milioni di ricavi. È quello compiuto da Pog gipolini, azienda di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, punto di riferimento nella progettazione e fabbricazione di fis saggi e componenti di precisione in titanio e leghe speciali d’acciaio per automotive e aeronautica, che lo scorso 18 luglio ha com pletato l’acquisizione di Aviomec, impre sa storica, sita a Mornago, in provincia di Varese, in uno dei più importanti distretti aeronautici di Italia, che da sempre si occu pa di lavorazioni critiche per gli elicotteri. “La meccanica di precisione e sistemi verti calizzati di grande complessità per elicotteri e trasmissioni rappresentano per la Poggi polini un mercato decisamente importante: l’acquisizione di Aviomec è strategica per questo cluster di business. L’obiettivo non è soltanto quello di rafforzarci come capa cità industriale e avere una presenza impor

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Michele Poggipolini, CEO di Poggipolini

tante sul territorio, ma anche sviluppare Aviomec verso l’eccellenza nei sistemi di trasmissione. Abbiamo anche acquisito la parte immobiliare, c’è quindi spazio per far crescere l’azienda in tutti i sensi. Vo gliamo puntare sui montaggi offrendo ai clienti un prodotto di grande valore ag giunto, un unicum veramente competiti vo”, dichiara Michele Poggipolini, CEO di Poggipolini. “La famiglia Colombo ha svolto un eccellente lavoro ed è stata in grado di costruire un’azienda di riferi mento nel mercato dell’aeronautica, vo gliamo continuare sulla medesima strada. Inoltre, guardiamo avanti, stiamo lavo rando alla prossima acquisizione, sempre nel mondo aeronautico. Sarà un’acquisi zione complementare al nostro business che ci consentirà di sviluppare in modo rapido la nostra presenza anche all’este ro”, precisa ancora Michele Poggipolini. La Poggipolini, che vanta clienti come Leonardo, Boeing, Safran e GE Avio, è riuscita nel 2021 a ripetere i risultati ot tenuti nel 2020, anno che ha significato record di crescita. Aeronautica e difesa rappresentano il 70% del fatturato, il ri manente è sviluppato nell’automotive e nella formula uno. Aumenta l’export, che rispetto al 2020 rappresenta il 55% dei ricavi. Il 2022 è un anno decisivo, con un obiettivo di crescita stimato del +25%. Notevoli investimenti verranno indiriz zati nel potenziamento del know how, investendo in nuove competenze specia lizzate, sia nel production che nell’engi neering. Dal 1950, data di nascita della Poggipolini con il nonno Calisto, passan do per il figlio Stefano e il nipote Miche le, oggi presidente del Gruppo dei Giova ni Imprenditori di Confindustria Emilia. Dalle piste di Formula 1 ai cieli, la pic cola officina meccanica bolognese degli esordi si è trasformata in una PMI che conta oggi 85 dipendenti tra ingegneri, tecnici e operatori altamente qualificati, in uno dei primi player al mondo nel seg mento della forgiatura a caldo di viteria hi-tech, alle spalle di colossi americani e francesi del settore con fatturati oltre i due miliardi di euro. Imponenti sono gli investimenti in ricerca e sviluppo, il picco è avvenuto nel 2019, con ben sei di milioni di euro, pari al 40% del fatturato.

RINNAI PRESENTA IL PRIMO SCALDABAGNO

A IDROGENO

“Solo fra qualche anno sapremo se la guer ra in Ucarina, entrata con tracotanza nelle nostre vite, sarà stata almeno funzionale a porre come inderogabile il tema della au tonomia delle forniture energetiche, man tenendo gli obiettivi di riduzione delle emissioni che danneggiano il clima”. Parola di Stefano Zaniboni, managing director di Rinnai Italia, filiale della giapponese Rin nai Corporation, presente nel nostro Paese da oltre 20 anni, con una sede a Carpi, in provincia di Modena, che ha lanciato il pri mo scaldabagno domestico full hydrogen. L’idrogeno, infatti, possiede un grande po tenziale energetico, tanto da poter far de collare una navicella spaziale, ma è anche molto flessibile, utilizzabile come carburan te o refrigerante, per generare elettricità o calore. Tutto questo lo rende ampiamente in grado di supportare la richiesta di pro duzione di acqua calda sanitaria in modo ottimale ed ecocompatibile, e così ha fatto Rinnai. L’azienda è partita con il certifica re caldaie e scaldabagni già a portfolio per compatibilità con metano miscelato fino al 30% di idrogeno (soglia superiore agli standard di mercato) e con lo sviluppare la tecnologia della condensazione in ambi to sanitario anche a livello domestico, per consentire l’ottimizzazione dei consumi e dei costi di esercizio delle famiglie. Poi la rivoluzione: il primo scaldabagno alimen tato al 100% a idrogeno. Rinnai già da alcuni anni ha avviato il percorso verso la carbon neutrality, parte integrante del manifesto per l’innovazione rinnai (RIM 2050), e ha scelto di applicare il know-how ultracentenario in materia di combustione anche su questo nuovo vettore energetico: inesauribile, rispettoso per l’ambiente, si curo. Se utilizzato nella rigenerazione del patrimonio edilizio, infatti, l’idrogeno ver de integrato con le rinnovabili può essere la chiave per superare le sfide di sostenibilità entro i termini prestabiliti. “Nel percorso verso una transizione ecologica, necessario per le persone e per il pianeta, l’idrogeno risulta oggi il miglior vettore energetico di sponibile per affiancare l’accumulo di ener

gia elettrica generata da rinnovabili, note per essere discontinue e instabili, poiché dipendenti dalle condizioni atmosferiche. Ci siamo impegnati nello sviluppo delle tecnologie in grado di impiegare l’idroge no verde nel comfort quotidiano perché aprono a un futuro alla portata di tutti: un passo fondamentale nel cammino verso una sostenibilità democratica”, continua il managing director di Rinnai Italia. Questo apparecchio innovativo quanto accessibi le, che utilizza il combustibile delle stelle per la produzione di acqua calda sanitaria nelle abitazioni, funziona da subito anche soluzioni di combustibili blended. “Nello shift a una nuova fonte energetica evitare l’avvicendamento significa, infatti, ridurre il footprint lato fabbricazione e lato uti lizzo: per questo lo scaldabagno è studiato per supportare il nuovo vettore gassoso con la semplice sostituzione di un ugello e un set up elettronico, facilitando la democra tizzazione di uno stile di vita sostenibile. Il successo di questo progetto sta nell’aver trovato le risposte tecniche alle criticità di trattamento dell’idrogeno, come la nuova geometria della camera di combustione, la lean combustion, il sensore UV per la rile vazione di fiamma (quella dell’idrogeno è incolore e non genera corrente di ionizza zione), o l’adozione di materiali appositi, come l’acciaio sinterizzato che, a contatto con l’idrogeno, non è soggetto a infragili mento”, conclude Stefano Zaniboni.

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IN CASA ROBOQBO

QboSapiens è il nome di una delle più re centi novità firmata Roboqbo, azienda di Bentivoglio, in provincia di Bologna, attiva nella progettazione e produzione di sistemi per la trasformazione. Risultato di oltre 40 anni di incessante ricerca e sviluppo con dotta internamente dall’azienda, QboSa piens è stato ideato come luogo di appren dimento, confronto e sperimentazione: perché per Roboqbo il motore dell’innova zione è la conoscenza, soprattutto quando condivisa. “L’obiettivo che guida l’intero progetto QboSapiens è, infatti, quello di porsi come hub formativo, a livello inter nazionale, ove soddisfare non solo la cu riosità di coloro che vogliono scoprire le potenzialità di Qbo Universal Processing System, ma anche accogliere e rispondere alle esigenze di chi, avendo già scelto Qbo, ne vuole scoprire usi sempre nuovi per im plementare la propria gamma di risultati che possono essere prodotti con questo in novativo sistema”, spiegano da Roboqbo, realtà che oggi conta 104 dipendenti per un fatturato di 13 milioni di euro generato nel 68% dall’estero. Non è quindi un caso che, nel contesto del progetto QboSapiens, un ruolo chiave sia giocato proprio dagli spe cialisti del team di ricerca e sviluppo inter no all’azienda, costituito da chef, pasticceri, gelatieri, tecnologi alimentari: sono infatti loro i protagonisti principali nell’erogazio ne della maggior parte dei corsi in qualità di figure dedicate ogni giorno alla crescita e allo sviluppo del sistema Qbo. Ed è per mezzo del loro patrimonio di conoscenze tecniche e tecnologiche, raccolto in decen ni di esperienza, che è possibile perseguire l’obiettivo di far crescere chi sceglie Robo qbo e dare vita a momenti di confronto, nonché di crescita reciproca. Inoltre, grazie alle importanti collaborazioni con rinomati opinion leader attualmente specifiche per i settori di pasticceria, cioccolateria, gelateria e gastronomia, QboSapiens diventa anche un luogo in cui condividere e apprende re dall’expertise messa a disposizione dai grandi Maestri del settore food. “L’offerta formativa viene erogata nella sua totalità

all’interno dell’Aqademia QboSapiens, si tuata all’interno del nuovo headquarter di oltre 10 mila metri quadrati, un moderno spazio contraddistinto da un’attenta sele zione di attrezzature professionali altamen te specializzate e da un innovativo sistema audio e video estremamente funzionale non solo per la formazione in presenza, ma anche per consentire la frequentazione dei corsi in modalità distance, per raggiungere in particolar modo i mercati esteri. Qbo Sapiens è, quindi, conoscenza, confronto, crescita e innovazione: un luogo in cui la trasformazione rivoluziona le sue modalità, con la professionalità, il know-how, la pas sione e la tecnologia di Roboqbo”, conclu dono dall’azienda bolognese.

SERVOMECH, NUOVE APPLICAZIONI PER I SUOI SISTEMI

DI SOLLEVAMENTO

Una nuova interfaccia motore universale da abbinare alla gamma di martinetti mecca nici ad alto rendimento con vite a ricircolo di sfere e con vite trapezoidale. È questa la novità proposta da Servomech, da oltre 30 anni specializzata nella progettazione di so luzioni per il movimento lineare, che con sente di coniugare la meccanica a elevate prestazioni, con i servomotori dei principa li brand in commercio. Le nuove interfacce per servomotori brushless sono, come tutta la gamma dei prodotti Servomech, realizza te nello stabilimento di Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna, e disponibili come componenti standard di magazzino a tut to vantaggio di tempi di consegna rapidi e

costi competitivi. Fin dalla sua costituzione, nel 1989, l’impresa si è caratterizzata per la capacità di anticipare i tempi, diventando un pun to di riferimento nella pro gettazione e costruzione di attuatori lineari meccanici a vite trapezoidale e a ricircolo di sfere, martinetti meccani ci a vite a ricircolo di sfere, martinetti meccanici a vite trapezoidale, rinvii angolari e viti e madreviti a ricircolo di sfere. Una vocazione all’innovazione che c’è ancora oggi. La nuova generazione di sistemi di sollevamento proposta da Servo mech consente di raggiungere alte veloci tà lineari, cicliche a elevata dinamica con significative accelerazioni e decelerazioni, elevata precisione di posizionamento, esatta ripetibilità della posizione ed utilizzo anche con funzionamento continuo. Il sincroni smo tra i vari punti di sollevamento viene realizzato in asse elettrico, con il controllo in posizione o in posizione e coppia. “L’u tilizzo di martinetti con vite a sfere equi paggiati con servomotori, encoder assoluti multigiro e azionamenti in grado di gestire le leggi di moto dei motori e il controllo della corrente richiesta, consentono di otte nere prestazioni ad alta velocità, precisione e ripetibilità”, spiegano dall’azienda bolo gnese. “L’utilizzo di sistemi di sollevamen to a più punti di tipo tradizionale rimane indicato in applicazioni a bassa velocità lineare, con cicli di funzionamento inter

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mittente e predilige l’utilizzo di martinetti meccanici con vite trapezoidale. Tramite differenti configurazioni a seconda del le necessità e degli ingombri disponibili e attraverso le connessioni meccaniche con alberi di collegamento, giunti meccanici e riduttori di rinvio del moto, il martinetto motorizzato trasmette tramite sincronismo meccanico il movimento agli altri punti di sollevamento. I principali limi ti di questa soluzione sono legati alle velocità lineari e di rotazione, alle masse inerziali coinvolte e alla potenza dissipata nei vari organi di trasmissione, alle vibrazioni, alla rumorosità e ai giochi che si possono creare tra le connessioni meccaniche e alla incerta precisio ne di posizionamento relativo dei vari punti di sollevamento”, con cludono da Servomech.

Sopra: Claudio Daolio della direzione cloud, e Giuseppe Nale, CEO di Skybackbone Engenio, alla premiazione. Sotto lo staff Skybackbone

A SKYBACKBONE ENGENIO IL PREMIO OVHCLOUD

“PARTNER DELL’ANNO 2022”

Grande riconoscimento per la cloud com pany di Carpi, in provincia di Modena, Skybackbone Engenio che lo scorso 16 maggio ha ricevuto a Milano, nell’ambito dell’OVHcloud partner program, il pre stigioso riconoscimento quale “Partner dell’anno 2022” da OVHcloud, principale cloud player dell’Unione europea con sede a Roubaix, in Francia. A ritirare il premio, Giuseppe Nale, CEO della factory mo denese, e Claudio Daolio, della direzione servizi cloud, durante l’evento #OVHclou dEngage, dedicato allo stato dell’arte del le tecnologie per il Cloud, al quale hanno partecipato in presenza una cinquantina di aziende, più altre centinaia in streaming. È un periodo particolarmente felice per la tecnologia informatica del cloud com puting, nata nel 1969, che permette di memorizzare, archiviare ed elaborare dati grazie all’utilizzo di risorse hardware e software distribuite e virtualizzate in rete.

In un momento di forte trasformazione di gitale, su un mercato sempre più ibrido e interconnesso, le aziende scelgono il cloud computing come tecnologia in grado di

supportare il cambiamento verso il futuro e investono sempre maggiori risorse nei servizi in cloud. Secondo l’ultimo rappor to della società tedesca di ricerca Statista, il mercato del cloud è in crescita del 5% sui dodici mesi precedenti ed entro il 2025 sfiorerà quota 170 miliardi di dollari, men tre entro il 2024 il 45% della spesa IT delle imprese sarà destinato al passaggio al cloud. “Questo premio è un riconoscimento mol to bello per festeggiare i dieci anni di part nership con OVHcloud. OVHcloud porta i valori europei di sicurezza informatica e sovranità dei dati, in un mercato a stelle e strisce e questo è molto importante per tu telare le nostre aziende”, dichiara il CEO di Skybackbone Engenio Giuseppe Nale. A metà giugno, poi, l’azienda di Carpi è sta ta tra i protagonisti del panel che a Varano de’ Melegari, in provincia di Parma, presso la sede della Dallara Academy, davanti a una platea di giornalisti, ha approfondito il tema della sicurezza informatica, divenuto prioritario anche alla luce del recentissimo Digital Services Act della Ue, introdotto lo scorso 26 aprile. In buona sostanza, que sto atto normativo contiene un rivoluzio nario set di regole per moderare contenuti e tecniche di gestione dei dati. “Il 2022 è un anno di profondo cambiamento degli scenari economici internazionali. Il post

pandemia, l’avvio del PNRR, la situazione del quadrante dell’Europa Orientale”, ha ricordato Giuseppe Nale nel corso dell’e vento, “stanno provocando una forte acce lerazione ai processi di transizione digitale già in atto”. Tra gli intervenuti, oltre a Nale, anche Franco Bertoli, il sette volte campio ne italiano di volley, personalità iconica dello sport mondiale, Denis Cassinerio di Acronis Inc., società internazionale punto di riferimento nel campo della sicurezza informatica, e Andrea Bettoni di Nexion.

EDGE SDN, CYBER SECURITY INDUSTRIALE

DI STOORM5

Il mondo industriale sta affrontando sfi de in rapida evoluzione, l’Industry 4.0 ha favorito la digitalizzazione della fabbrica connettendo macchine e asset industriali e questo ha portato a una informatizzazio ne dei reparti di produzione in cui diventa necessario difendersi dai pericoli informa tici per preservare, da un lato, la continu ità operativa e, dall’altro, la sicurezza degli operatori. Stoorm5, Pmi innovativa fonda ta da ingegneri e ricercatori dell’Università di Bologna, sfruttando le competenze ma turate nella digitalizzazione delle macchine e degli impianti produttivi, ha creato una rete di telecomunicazioni specifica per la messa in sicurezza di macchine e reti indu striali. “La rete si chiama Edge SDN, ed è la prima rete che sfrutta la tecnologia stan dard Software Defined Network (SDN), presente nei moderni switch della maggio ranza dei produttori, per creare un sistema industriale resiliente agli attacchi (brevetto Europeo concesso)”, spiegano dall’azienda bolognese. “La resilienza della rete Edge SDN è dovuta ad un radicale cambiamento nel paradigma della difesa della fabbrica per realizzare un sistema di Zero-Trust Security. Il paradigma difensivo Zero-Trust è piutto sto semplice e può essere descritto con un semplice concetto: ‘Non mi fido di nessuno perché chiunque potrebbe essere un attac cante’. Sfruttando le capacità della Software Defined Network, la rete Edge SDN realiz za la segregazione degli asset industriali gra zie alla quale qualsiasi asset compromesso

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volte nella filiera di Philip Morris in Italia, perché oggi qui nasce un luogo per la for mazione e lo sviluppo delle competenze: un luogo per il presente e per il futuro, che punta sulla crescita del capitale umano”, spiega Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia. “Ci mettiamo al servizio del Paese, per contribuire a migliorare il suo tessuto produttivo e la competitività attraverso oc

È stato inaugurato lo scorso 17 giugno a Crespellano, in provincia di Bologna, il Philip Morris Institute for Manufacturing Competences (IMC), il nuovo centro di Philip Morris per l’alta formazione e lo sviluppo delle competenze legate a Industria 4.0. Un polo per la co noscenza che arricchisce ulteriormente l’eccellenza rappresentata da Philip Morris Manufacturing & Te chnology Bologna, lead site del Gruppo, dove ha sede anche il centro per l’eccellenza industriale inaugurato a ottobre 2021, il più grande del mondo per innovazione per in dustrializzazione, innovazione di processo, ingegnerizzazione e sostenibilità.

L’obiettivo è offrire un punto di riferimento per il Paese per ciò che riguarda la formazione continua e il trasferimento tecnolo gico, favorendo lo sviluppo delle competenze per le professioni del futuro nel mondo manifatturiero. Le attività del Philip Morris IMC, la cui nascita è stata annunciata alla fine del 2020, sono rivolte non solo alle persone che lavorano in tutte le affiliate in ternazionali di Philip Morris e nell’ambito della sua filiera, ma anche a tutto il mondo economico, imprenditoriale, dell’istruzio ne e della formazione, locale e nazionale.

Diverse le realtà istituzionali e accademiche coinvolte nella rea lizzazione del Philip Morris IMC: la Regione Emilia-Romagna, tra i coordinatori del progetto, l’Università di Bologna, i Politecnici di Bari e Torino, quest’ultimo attraverso il Competence Center Cim 4.0, il centro di competenza Bi-Rex, l’ITS Cuccovillo di Bari. E ancora, altri soggetti di eccellenza nell’ambito della formazio ne: Fondazione ITS Maker, i centri di riferimento territoriali per l’innovazione tecnologica Almacube ed ART-ER, l’incubatore di nuove idee imprenditoriali, Co-Start Villa Garagnani, oltre alla collaborazione di Confindustria Emilia Area Centro.

“Una giornata molto importante per tutte le 38mila persone coin

casioni di formazione di alto livello. Lo facciamo anche grazie al coinvolgimento di istituzioni, università, politecnici, istituti tecnici, startup e imprese che, insieme, possono fare la diffe renza”.

In particolare, l’offerta del centro riguarda tre aree fondamen tali per l’industria 4.0: formazione e professionalizzazione; tra sferimento tecnologico e open innovation; ricerca applicata e rapporto università-impresa.

Il Philip Morris IMC si trova nell’area industriale dello stabili mento Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna: una scelta non casuale, in quanto va a completare un sistema di eccellenze per coniugare la ricerca e lo sviluppo di nuove competenze. L’impianto, frutto di un investimento di oltre un miliardo e mezzo di euro, rappresenta una struttura chiave sia per la manifattura di prodotti innovativi senza combustione, sia per le attività di prototipazione e sviluppo, sia per la definizio ne degli standard di sostenibilità per tutti gli impianti produttivi del Gruppo Philip Morris su scala globale. Realizzato secondo i più avanzati standard di sostenibilità ambientale, con l'obiettivo di rispondere ai requisiti identificati per la certificazione LEED del Green Building Council Italia e la certificazione WELL livello Gold, il Philip Morris IMC è totalmente autonomo dal punto di vista energetico, e sarà munito di un parco fotovoltaico per la produzione di energia elettrica.

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PHILIP MORRIS IMC, A BOLOGNA IL NUOVO CENTRO PER L’ALTA FORMAZIONE

non ha la capacità di diffondere le minacce alle altre macchine, eliminando quindi i pe ricoli e rischi di escalation, causa della quasi totalità degli attacchi”, proseguono ancora da Stoorm5. Gli attacchi informatici, in fatti, iniziano quasi sempre dalla compro missione del punto più debole della rete, come una telecamera di sicurezza, un pc con sistema operativo obsoleto o un CNC e poi si diffondono nel resto della azienda creando fermi di produzione che possono durare settimane. “Le strategie usate oggi con successo per proteggere le reti IT azien dali sono però poco efficaci se adottate nel la rete OT industriale, come descrivono la recente normativa internazionale sulla Cy ber security ISA/IEC 62443 per il mercato Europeo e la corrispondente NIST 800-82 per il mercato americano”, evidenziano da Stoorm5. Infatti, la strategia di protezione della rete IT si basa principalmente sull’i dentificazione dei virus e dei malware nel momento in cui cercano di entrare o di diffondersi, mettendo automaticamente in quarantena i pc o i server infetti. “Questa metodologia di difesa risulta però poco effi cace nella rete di fabbrica; infatti, nella rete industriale è molto difficile, se non impos sibile, mettere una risorsa in quarantena in modo automatico, in quanto difficilmente il direttore di produzione o il responsabi le di stabilimento permetteranno di inter rompere automaticamente la produzione in un centro di lavoro perché un software ha rilevato una possibile compromissione. Nella fabbrica è sempre necessario l’inter vento di un operatore che verifichi il mal funzionamento dell’asset e l’impossibilità di continuare a produrre in sicurezza per

poter isolare una risorsa industriale. Questo vincolo è facilmente comprensibile, infatti la fabbrica ha come obiettivo fondamen tale la continuità operativa, e un software di sicurezza non deve comprometterla au tomaticamente, altrimenti farebbe il gioco degli attaccanti rendendo paradossalmente la compromissione della capacità produtti va più semplice”, concludono da Stoorm5.

TECNOSTUDI PUNTA SU INNOVAZIONE E NUOVE STRATEGIE DI MARKETING

L’emergenza sanitaria è stata un duro col po per l’andamento economico del nostro Paese. Negli ultimi due anni molti fatturati sono calati fisiologicamente, in quasi tutti i settori; in particolare, nel 2020, secondo una ricerca targata Businesscoot, nel mer cato delle agenzie pubblicitarie, si è avuto un -11% del valore complessivo rispet to all’anno precedente. Tecnostudi, innovativa agenzia di comunicazione bolognese, fondata nel 1979 da Maria Rosa Piovani che ne riveste a tutt’oggi la carica di presidente, è però riuscita a trasformare una situazione difficile in un’opportunità: investire a favore della crescita aziendale. “L’investimento su nuovi collaboratori, nuove competen ze e in una sede, passata da 130 a 470

metri quadrati, è stata una mossa vincente per dare il via a nuovi progetti. I numeri parlano chiaro: la nostra azienda ha avuto nell’ultimo anno un aumento di fatturato del 33%, da attribuire sia alla forte richiesta di progetti digitali che di quelli più speci fici legati allo sviluppo di nuove strategie di marketing”, spiegano da Tecnostudi. La nuova location, che si sviluppa su tre pia ni, è organizzata secondo i principi della neuroarchitettura. Il risultato ha reso gli ambienti confortevoli, ma allo stesso tem po stimolanti per i più creativi: un posto piacevole in cui stare per un certo nume ro di ore senza uscirne provati e scarichi di energie. L’evoluzione di Tecnostudi ha tro vato coerenza anche con il rebranding che, come dice Elena Sabattini, amministratore delegato dell’agenzia, “nasce dalla volontà di valorizzare le nostre radici mantenendo il naming e il payoff invariati lavorando però sull’immagine con un twist più attuale”. E per quanto riguarda le nuove competenze, le tendenze future nel mercato delle agenzie pubblicitarie saranno rivolte verso l’utilizzo di strumenti che diano dati sempre più pre cisi sui gusti dei target per offrire un servizio sempre più profilato. Per questo Tecnostu di ha ampliato il suo range di competenze con il marketing scientifico. “Il marketing scientifico permette, attraverso un metodo che combina strumenti qualitativi e quanti tativi, di uscire dalla logica dei ‘secondo me’ e di avere dati certi e incontrovertibili di quello che il mercato pensa di noi, di come il nostro target ci valuta e di quali siano i criteri attraverso cui scegliere un fornitore del nostro settore per soddisfare i propri bisogni. Un’analisi di marketing scientifico

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Maria Rosa Piovani, presidente, e Elena Sabattini, amministratore delegato di Tecnostudi

Fleet management

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mette in mano all’azienda uno strumento che le dà un grande vantaggio competiti vo perché racchiude una lettura oggettiva del suo mercato di riferimento e di come proporsi al meglio su di esso”, spiega Elena Sabattini. Nel 2021, inoltre, Elena Sabatti ni ha creato B Side, una startup innovativa che si occuperà di test di neuromarketing tramite strumentazioni, affiancando sia l’a genzia madre che altre realtà che vorranno capire le reazioni emotive che avvengono nel consumatore e che determinano la scel ta di un prodotto/servizio da acquistare. “Guardare il presente e proiettarsi sul fu turo è una nostra prerogativa, l’innovazio ne è l’aspetto che ci accompagna in questo percorso da 43 anni, con clienti fidelizzati che sono con noi da 35 anni. È un atto di fiducia che ci spinge a dare sempre il meglio come persone e come professionisti”, con clude Maria Rosa Piovani.

A PIERO FERRARI

LA CILIEGIA D’ORO 2021

È stata assegnata a Piero Ferrari l’edizione 2021 del Premio Ciliegia d’Oro, prestigio so riconoscimento istituito nel 1981 e pro mosso ogni anno dal Centro Studi Vignola con il sostegno dell’azienda Toschi Vignola e di BPER Banca per rendere omaggio a personalità che si siano particolarmente di stinte in campo sociale, culturale, impren ditoriale, sportivo o umanitario. Il premio è stato consegnato lo scorso 14 maggio nel corso della cerimonia che si è svolta al Tea tro Ermanno Fabbri di Vignola, in provin cia di Modena, alla presenza, tra gli altri,

del Presidente della Regione Emilia-Roma gna Stefano Bonaccini, del presidente del Centro Studi Vignola Massimo Toschi e della sindaca di Vignola Emilia Muratori. La Giuria ha assegnato la Ciliegia d’O ro 2021 a Piero Ferrari riconoscendone il ruolo nell’azienda automobilistica della quale ricopre la carica di Vicepresidente e sottolineando la sua capacità di aver saputo guardare al futuro, interpretando al meglio i trend di cambiamento delle nuove tecno logie, dei nuovi business e di dare fiducia ai giovani nelle aziende da lui gestite nel campo della meccanica e dell’elettronica. È stato inoltre evidenziato il profilo interna zionale del premiato, sottolineando al con tempo la sua affezione e vicinanza al nostro territorio, confermata anche dalla sensibili tà dimostrata in questi anni a sostegno del la sanità modenese. Nato a Castelvetro di Modena il 22 maggio 1945, Piero Ferrari si diploma perito industriale con specializ zazione in meccanica nel 1964, all’Istituto tecnico industriale Fermo Corni di Mode na e l’anno successivo entra nell’azienda fondata dal padre Enzo. Nel 1998 fonda a Modena la High Performance Engineering, impresa di progettazione ingegneristica vol ta a studiare soluzioni tecniche avanzate nei settori motociclistico e automobilistico e nello stesso anno inizia a dedicarsi al risa namento dell’azienda aeronautica Piaggio Aero Industries di cui è stato presidente dal 1998 al 2014. Nel 2004 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha no minato Cavaliere del lavoro. “Questo pre mio ha un grande valore perché arriva dal mio territorio, dalla terra dove sono nato e cresciuto. La vitalità, le idee e gli stimoli che ho ricevuto da qui mi hanno aiutato nelle tante esperienze lavorative della mia vita, dal mondo delle auto, agli aerei, dallo yachting e alla tecnologia. Ringra zio il Centro Studi, To schi Vignola, il Comune di Vignola e BPER Ban ca per avermi assegnato la Ciliegia d’Oro 2021. Una data anche simboli ca perché esattamente 40 anni fa mio padre Enzo riceveva questo premio”,

ha commentato Piero Ferrari ritirando il premio. “Il premio Ciliegia d’Oro è arriva to alla quarantunesima edizione e in questi anni ha celebrato le qualità migliori che il nostro territorio ha saputo esprimere: cul tura, impresa, filantropia, sport. La sua sto ria ha radici profonde. Una storia che è la nostra storia, quella delle nostre città, del nostro territorio. Che racconta chi siamo, il nostro impegno, la nostra fatica, i nostri successi. Racconta le vite di chi non ha mai smesso di sognare arrivando a raggiunge re traguardi di grande valore. Quest’anno il Premio Ciliegia d’oro viene assegnato a Piero Ferrari, affermato imprenditore, in novatore, mentore e filantropo che con dedizione e passione ha fatto conoscere il nostro territorio nel mondo, esaltandone l’operosità e la produttività. È stato una guida per molti giovani a cui ha saputo tra smettere valori e competenze manageriali, e nel periodo buio in cui l’emergenza sanita ria ci ha colpiti, si è schierato in prima li nea sostenendo medici e strutture sanitarie nella lotta al Covid”, ha spiegato Massimo Toschi.

TOYOTA MATERIAL HANDLING FA INCETTA

DI PREMI

Il mondo Toyota Material Handling fa in cetta di premi e riconoscimenti. Lo scor so maggio l’amministratore delegato di Toyota Material Handling Manufacturing Italy, Fabio Giuliani, è stato premiato ai CEOforLIFE Awards 2022. I CEOforLI FE Awards sono un prestigioso riconosci mento assegnato ai CEO che hanno stabi lito nuovi standard di eccellenza attraverso iniziative volte a un futuro migliore e più sostenibile. “Respect for People, un pilastro di riferimento nel nostro sistema valoria le, ci ha guidato secondo il concetto della ‘Humaness’ ovvero stimolare all’interno della fabbrica la crescita personale e pro fessionale per rendere sempre più di valore il lavoro di ciascuno”, commenta Giuliani. “Guidati dai nostri valori e in linea con l’obiettivo dell’Agenda 2030, in TMHMI promuoviamo e ci impegniamo nell’adot tare costantemente politiche orientate allo

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POLITECNICA FESTEGGIA 50 ANNI CON UNA CRESCITA RECORD

Politecnica, società di progettazione integrata, architettura, inge gneria e urbanistica con sedi a Modena, Milano e Firenze, celebra nel 2022 il primo mezzo secolo. Un anniversario prestigioso festeg giato con la chiusura, nel 2021, di un fatturato pari a 21 milioni di euro, in crescita del 14,7% rispetto all’anno precedente, e con un portafoglio ordini del valore di 55 milioni di euro (+ 34,5% rispetto al 2020). In particolare, il valore delle commesse acquisite trami te gara di evidenza pubblica è stato pari a 18,9 milioni di euro (+ 89% rispetto all’anno precedente), mentre i progetti acquisiti sui mercati privati hanno raggiunto un valore di 15,8 milioni di euro, registrando una crescita quasi raddoppiata, + 97,5%, rispetto al 2020. Per quanto riguarda il mercato estero l’azienda modenese si è mantenuta sui livelli degli scorsi anni, attestandosi al 20% del fatturato.

“Sono stati ben 74 gli incarichi progettuali conclusi lo scorso anno. In particolare, si tratta di progetti per il territorio che han no un impatto sulle comunità e sulle persone, spesso basati su percorsi partecipativi, che favo riscono l’accesso ai servizi pub blici, inclusione e dignità sociale, prevedendo allo stesso tempo, le migliori tecnologie per ridurre l’impatto ambientale e per contra stare il cambiamento climatico”, spiegano da Politecnica.

Tanti interventi nel 2021 hanno comportato un intenso lavoro di progettazione partecipata. Pensiamo al nuovo Civic Center a Follo nica, in provincia di Grosseto, alla PTAV per il territorio di Piacenza o al nuovo polo scolastico di Norcia. Anche il progetto del nuovo ponte sul fiume Magra, di alta valenza ingegneristica, ha avuto un grande contributo dalla partecipazione dei diversi stakeholder, e il progetto di trasformazione della stazione di Bergamo, sostenu to dal PNRR, ha risposto a obiettivi di connessione extraurbana e aggregazione della comunità locale. All’estero Politecnica ha lavorato con la comunità di Saint Vincent Island nelle Grenadine. In ambito sanitario, che con l’emergenza Covid e il piano Next Ge neration EU ha acquisito impulso e maggiore rilevanza strategica, due progetti tra tanti: l’ampliamento del nuovo ospedale univer sitario di Køge, in Danimarca, e il complesso intervento mirato a

sviluppo, che supportino le attività pro duttive, la creatività e lo spirito di innova zione”. La premiazione si è tenuta presso l’Università Luiss/Guido Carli a Roma e ha rappresentato l’occasione per valorizza re, condividere e amplificare le attività e i progetti per la vita sia dei CEO che delle

capitalizzare l’esperienza dell’emergenze pandemiche, dotando di più flessibilità, sicurezza e capienza un gruppo di strutture ospe daliere nazionali che vanno dalla Lombardia, all’Emilia-Romagna, alla Toscana.

“Il 2021 è stato un anno di sfide e successi, abbiamo saputo coglie re la ripartenza dopo la fase più difficile dell’emergenza sanitaria. Nel primo anno del piano industriale 2021-2023, la società ha rag giunto e superato i risultati prefissati, crescendo non solo da un punto di vista economico, ma soprattutto per il valore e la dimen sione dei progetti acquisiti. Risultati che testimoniano le compe tenze e l’esperienza della società, in Italia e all’estero, costruendo basi positive per le prospettive a fine triennio, pur in un contesto di mercato incerto e influenzato dall’innalzamento dei costi ener getici e di approvvigionamento delle materie prime”, commenta Francesca Federzoni, presidente di Politecnica.

E per il 2022, anno che segna il 50° anniversario della nascita dell’azienda, gli obiettivi di cresci ta puntano al superamento di 6,5 milioni di euro di patrimonio netto (5,8 nel 2021) attraverso il perse guimento delle principali direttrici del piano industriale: l’incremento della capacità produttiva, lo sviluppo del mercato estero su aree geografiche specifiche (Caraibi, Nord Europa, Sud America), il rafforzamento del mercato privato e pubblico in Italia, cogliendo le opportunità generate dal PNRR, e il pieno sviluppo della sede di Milano.

“Nel medio periodo la strategia di crescita segue le direttrici del piano industriale: dobbiamo far leva su questo momento partico larmente vivace di domanda di ingegneria e architettura in Italia per investire e porre salde basi all’estero, per creare alternative al mercato domestico su cui focalizzarci quando gli effetti del PNRR sfumeranno. Ci auspichiamo, nel 2022, un incremento del monte lavori a 24 milioni di euro, che contiamo di mantenere anche nel 2023, e una crescita del 10% del nostro team”, conclude Federzoni.

aziende che fanno parte della comunità dei CEOforLife in prima fila sull’argomento dell’economia circolare e dello sviluppo sociale. A giugno scorso, poi, è stato pre miato anche l’amministratore delegato di Toyota Material Handling Italia, Leonar do Salcerini. L’Accademia europea per le

relazioni economiche e culturali (Aerec), a conclusione della 62esima convocazione del network professionale che si è tenuta a Roma, gli ha consegnato infatti il “Ricono scimento per l’imprenditoria e la manage rialità”. Toyota Material Handling Europe, infine, ha ricevuto tre premi dal prestigioso

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iF DESIGN AWARDS per la propria gam ma di prodotti: il premio iF Gold 2022 per il BT Reflex E-series, l’iF Design award per Toyota Traigo80, mentre il concept Ultrali fter di Toyota ha ricevuto un premio “proof of design excellence”. Gli iF Design Awards sono riconosciuti a livello internazionale come lo standard di eccellenza nel design, esaminando prodotti e servizi di consumo e industriali in oltre 80 diverse categorie, con il parere di designer protagonisti in aziende come Samsung e Ferrari. I premi sono giudicati da 132 giurati provenienti da più di 20 Paesi che nel 2022 hanno valu tato quasi 11.000 candidature. Nel round finale, 75 esperti di progettazione hanno valutato i prodotti candidati sulla base di cinque diversi criteri: idea, forma, funzio ne, differenziazione e impatto. Toyota Ma terial Handling Manufacturing Italy è par ticolarmente orgogliosa del riconoscimento assegnato al carrello elevatore progettato e prodotto presso lo stabilimento bolognese, Toyota Traigo80 – Carrello elevatore elet trico. “Questi riconoscimenti internaziona li confermano che le direzioni progettuali intraprese dall’azienda stanno dando frut ti nel continuo miglioramento dei nostri prodotti per quanto riguarda sicurezza, ergonomia e produttività”, commenta il direttore ricerca e sviluppo di TMHMI, Francesco Mastroianni.

TRENITALIA TPER, DA UN CONTEST AZIENDALE IL NUOVO LOGO

C’è la passione e la creatività dei dipen denti dietro il nuovo brand di Trenitalia Tper, la società - 70% Trenitalia e 30% Tper - che gestisce il trasporto ferroviario regionale in Emilia-Romagna. Il nuovo logo è infatti stato scelto fra le proposte presentate nell’ambito di un contest azien dale. Tutti i dipendenti sono stati invitati a cimentarsi nella traduzione grafica dei valori identitari dell’azienda per cui lavo rano. Cinquanta i pro getti candidati, cinque i finalisti e infine un vincitore, la cui crea zione andrà gradual mente a caratterizzare il servizio di Trenitalia Tper. Lo svelamen to del logo vincitore è avvenuto lo scorso 22 giugno nella stazione Bologna Centrale, alla presenza di Valentina Orioli, assessore alle infrastrutture del Co mune di Bologna, dei rappresentanti dei soci

- Sabrina De Filippis, direttore direzione business regionale Trenitalia, e Giuseppina Gualtieri, presidente e amministratore de legato di Tper - di Alessandro Tullio, am ministratore delegato di Trenitalia Tper, e di Andrea Corsini, assessore alla mobilità, turismo e commercio della Regione Emi lia-Romagna. Presenti anche Paolo Paolil lo, presidente di Trenitalia Tper, e Paolo Ferrecchi, direttore generale cura territo rio e ambiente della Regione Emilia-Ro magna. Dinamismo e solidità, proiezione verso il futuro e consapevolezza delle pro prie radici. C’è questo nel nuovo logo di Trenitalia Tper. I colori sono un richiamo a Trenitalia (verde scuro), Tper (rosso) e Regione Emilia-Romagna (verde chiaro), tutte e tre presenti e unite simbolicamen te in un gioco di contrasti da cui traspare l’acronimo TTX, che caratterizza i servizi della società sui sistemi informativi del le stazioni. A realizzarlo e stato Antonio Magro, macchinista dal 2003 prima in Trenitalia ora in Trenitalia Tper, vincito re del contest aziendale. Il suo progetto è infatti stato riconosciuto come quello che meglio ha saputo raccontare la storia del la società, nata grazie alla gara per il tra sporto ferroviario bandita dalla Regione Emilia-Romagna, dall’unione di due real tà ben radicate nel territorio nazionale e regionale, ma con la voglia di affermarsi come nuova esperienza societaria, unica, autonoma, sostenibile e con le proprie

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Da sinistra: Alessandro Tullio, Sabrina De Filippis, Andrea Corsini, Antonio Magro, Valentina Orioli, Giuseppina Gualtieri e Paolo Paolillo

persone e i propri clienti al centro. Nata nel 2020, Trenitalia Tper garantisce circa 900 corse giornaliere in Emilia-Romagna con alcune estensioni verso Lombardia, Liguria, Marche e da questa estate anche Piemonte. “Finalmente completiamo que sto primo ciclo con cui Trenitalia Tper esce definitivamente dalla fase di rodaggio. Desidero pertanto ringraziare le colleghe e i colleghi. Insieme faremo correre Treni talia Tper, forti delle nostre solide radici ma orgogliosi di una nostra identità che il nuovo logo ben rappresenta”, dichiara Alessandro Tullio. In Trenitalia Tper lavo rano oggi 1.426 persone. La percentuale femminile supera il 27% fra il personale impiegato come capotreno e tocca il 47% nel settore della vendita e assistenza ai clienti. Sette su 446 le donne macchini sta, una percentuale ancora bassa per una tipologia di lavoro tradizionalmente ma schile, ma gradualmente in crescita. Dalla nascita della nuova società sono state 213 le nuove assunzioni, a fronte di 208 risorse uscite. Attualmente è in corso la selezione per dieci nuovi macchinisti e, entro la fine del 2022, entreranno in azienda altri 12 capitreno e nove assistenti commerciali.

UNIZIP, AL VIA UN INNOVATIVO

PIANO DI SVILUPPO

Un piano di crescita di medio-lungo pe riodo che punta all’espansione sui mercati internazionali, alla digitalizzazione, alla sostenibilità, al welfare aziendale, che si intreccia in modo inconsueto e originale con il mondo dell’arte grazie al progetto “Unizip incontra l’arte”. A presentarlo, durante un incontro con la stampa lo scorso 28 giugno, è stata l’imprenditrice Simonetta Pasini, CEO di Unizip, azienda modenese attiva nel campo dell’ideazione e produzione di chiusure lampo, le zip. Si tratta di un articolato piano che parte dal rafforzamento della posizione sui mercati internazionali, mantenendo fede alla sto ria dell’azienda, che ai grandi numeri ha sempre preferito l’originalità, la creatività e lo stile esclusivo italiano. Qualità che hanno permesso a Unizip di conquistare

la fiducia di molti brand dell’alta moda di fama mondiale e di ottenere due brevetti di design per la particolarità estetica e fun zionale di alcune loro creazioni. Tra i pre stigiosi clienti di Unizip brillano i nomi di Armani, del Gruppo Max Mara, Bot tega Veneta, Alexander Wang, Balenciaga, Herno, Alexander McQueen, Dior, Oak ley, Pangaia. Un investimento importante è previsto nel campo della digitalizzazione. “Ci pensavamo da tempo, ma il lockdown ci ha spinto ad accelerare questo percorso. Ci siamo accorti che molte riunioni po tevano essere organizzate in remoto senza penalizzare in alcun modo il risultato e, soprattutto, senza incidere sulla condivi sione delle informazioni con i nostri par tner. Di fatto andremo a creare uno show

room virtuale in cui le persone potranno entrare ogni volta che ce lo chiederanno”, spiega Simonetta Pasini. Tutto questo sen za rinunciare alla partecipazione alle fiere più importanti che restano appuntamenti fondamentali per chi opera nel settore del la moda.

Parte del riconoscimento del ruolo di pri mo piano di Unizip arriva anche grazie alla crescente e convinta attenzione per scelte produttive che puntano a ridurre il più possibile l’impatto sull’ambiente. L’impresa si propone come valore fon dante lo sviluppo sostenibile dei propri prodotti e ha scelto da tempo di adotta re le linee guida definite dai programmi Detox e Zero Discharge of Hazardous Chemicals (ZDHC), monitorando quo tidianamente i propri processi produttivi al fine di garantire una sempre maggior attenzione alla tutela delle persone e al ri spetto dell’ambiente. Unizip ha una solida storia alle spalle in cui, come spessissimo accade nelle piccole e medie aziende italia ne, il ruolo della famiglia è fondamentale. Simonetta Pasini ne rappresenta infatti la terza generazione. Nel dopoguerra iniziò il nonno Mario che, prima di aprire un suo negozio nel centro di Modena, fre quentava con il suo carretto i mercati della zona, proponendo materiale per i sarti. Fu il padre di Simonetta, Gianni, a far fare il primo salto di qualità all’azienda, gra zie soprattutto all’acquisizione di diverse rappresentanze, tra cui anche quella di storiche aziende produttrici di chiusure lampo. In quel periodo nacque la passione di Simonetta Pasini per le zip e la voglia di creare qualcosa di suo e di unico, da qui il nome Unizip. L’azienda, fondata nel 1995, oggi totalmente di proprietà di Si monetta, fattura oltre tre milioni di euro. Il 40% arriva dall’estero con una preva lenza di Germania, Francia, Portogallo e Inghilterra. Determinante è l’apporto di un gruppo di giovani collaboratori, undi ci in tutto, otto donne e tre uomini. “A loro devo moltissimo: se oggi l’azienda è così dinamica e in costante crescita è per ché posso contare su persone che operano con professionalità e passione e che anche durante il difficilissimo periodo del lock down, sono sempre state al mio fianco”, conclude Simonetta Pasini.

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Simonetta Pasini, CEO di Unizip

OSPEDALE PARCO

In un momento storico di transizione verso modelli di sanità strutturati secondo reti e percorsi integrati, una leva di cambiamento può certamente essere rappresentata dalle nuove tecnologie. L’ambito dell’innovazio ne proprio di recente ha avuto uno svilup po corposo e continuo, in particolare per quanto concerne l’applicazione di tecno logie meccatroniche e robotiche nella ria bilitazione neurologica e ortopedica. Villa Bellombra, presidio ospedaliero riabilitati vo bolognese con una storia quasi centena ria, socio fondatore del Consorzio Colibrì e associato AIOP, ha colto per tempo questa opportunità, dotandosi già da alcuni anni di strumentazioni robotiche all’avanguardia per la riabilitazione del cammino e dell’arto superiore e sviluppando appositi protocolli clinici e riabilitativi, con particolare riguar do ai bisogni della persona con esiti di ictus cerebrale o di trauma neurologico. Oggi la storica sede della Casa di Cura di via Bel lombra a Bologna lascia posto al moderno polo specialistico della riabilitazione che si sviluppa a Casteldebole, alle porte del capoluogo felsineo, costruito sui principi di bioedilizia e bioclimatica. All’interno dell’edificio è presente un’ampia area tecni ca riservata e attrezzata con strumentazio

ni robotiche per la riabilitazione motoria, affiancata alle palestre per quella tradizio nale. La complessità delle strumentazioni è la chiara testimonianza di quanto le nuove tecnologie per la riabilitazione rappresenti no una scelta non occasionale per la strut tura, centro di riferimento nella rete ospe daliera a livello metropolitano e regionale. “La comunità professionale di questo pre sidio è fortemente motivata sul versante dell’innovazione tecnico professionale. Ciò è evidente se si considerano i moltepli ci progetti di ricerca clinica collaborativa, completati, in corso o in fase di avvio, che hanno coinvolto e coinvolgono il gruppo professionale di Villa Bellombra nelle atti vità di ricerca multicentrica italiana sulla ri abilitazione con strumentazioni robotiche”, spiega Roberto Piperno, direttore scien tifico del Consorzio Colibrì. Il professor Piperno, inoltre, mette in luce alcuni im portanti fattori che caratterizzano la nuova Villa Bellombra, in particolare “percorsi e tecnologie innovative, ma anche l’orienta mento a una dimensione di vita nella fase di degenza che si discosta dal tempo di cura tradizionalmente inteso”. Cambia infatti il concetto di ospedalizzazione che nel nuovo polo specialistico presenta elementi e spazi generatori di relazione e vita sociale, con gli spazi comuni dalle caratteristiche di borgo o vicinato e le stanze che si affacciano tut te sulla corte centrale e su un unico piano. Accanto a questo profondo mutamento strutturale si evolve quella che Piperno definisce la “per meabilità” della struttura alla comunità civica. Qui vanno letti, ad esempio, i progetti di promozione delle arti nei luoghi di degenza. “Oggi sappiamo che il risultato del la riabilitazione ospedaliera non è funzione solo della qualità/quantità delle tecni che di riabilitazione. Vi sono anche aspetti meno quantifi cabili che influenzano l’esito della qualità della vita, fattori per così dire ‘soft’, fra i quali l’educazione all’autogestione, alla salute e agli stili di vita, l’attenzione alle problema tiche psicologiche e sociali,

la sollecitazione di ruoli attivi, informati e decisionali della persona. Anche questi aspetti, organizzati in un progetto coerente, rappresentano una potente leva che, assie me alle altre due citate, pone Villa Bellom bra nello scenario di cambiamento che sta modificando il mondo della riabilitazione medica”, conclude Piperno.

WOTHER, L’ACQUA A MISURA DI CITTÀ

È nata a inizio anno Wother, società mo denese con un’idea ben precisa: creare per sonalizzazioni artistiche (in termine tecnico “capsule”) di acqua in cartone per valoriz zare le città italiane. La prima tappa del “viaggio” di Wother è stata Modena, con il patrocinio del Comune. “Wother è un pro getto di marketing territoriale che prende vita dalla commercializzazione di acqua in cartone personalizzata per le città e attra verso pilastri concettuali come la creatività, l’arte visiva, la sostenibilità, la digitalizza zione, concorre a valorizzarne le esperienze e le eccellenze. Il contenitore diventa un oggetto transmediale che si muove e parla attraverso uno smartphone in un raccon to fatto di luoghi da esplorare”, spiegano dall’azienda modenese. Le confezioni della collezione Wother sono personalizzate dal la matita esploratrice del noto illustratore Ale Giorgini. Con il suo tratto pop, l’ar tista è andato alla scoperta di nuovi segni per caratterizzare i luoghi dei suoi viaggi. “Ogni brick è un pezzo d’arte unico, un ricordo da ricordare, un’esperienza vissu ta, una fotografia della contemporaneità. Ogni contenitore è un modo sostenibile di dissetarsi: il brick, composto per il 75% da materia vegetale, è interamente ricicla bile, anche il tappo è bio-based. Contiene l’ottima Acqua Azzurra, l’acqua naturale oligominerale delle Piccole Dolomiti e sia mo l’unico progetto italiano che sfrutta un contenitore per progetti di marketing terri toriale anche con espressione tecnologica”, proseguono ancora dalla realtà modenese. Davide Malagoli, CEO di Wother e figura imprenditoriale conosciuta nella provincia di Modena, commenta così il progetto: “La mia esperienza ormai ventennale nel setto

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INAUGURA LA NUOVA SEDE E INVESTE SUL TERRITORIO

delle capacità tecniche sviluppate nella produzione e della rete relazionale creata negli anni, la società è riuscita non solo a in ternazionalizzare il ruolo del distretto locale, diventando fornitore diretto o indiretto, di importanti aziende globali quali Audi, Ducati, Ford, Mercedes, Bmw, GM, FCA, BRP-Rotax, Lombardini, Hatz, ma anche ad allargare i settori per i quali opera: oltre ai settori automobilistico e motociclistico, quindi, anche quelli agricolo-in dustriale, nautico e dell’hobbistica, fino al comparto dell’energia rinnovabile.

Ha il valore della rinascita e della forza di non arrendersi l’inaugu razione della nuova sede, a Dosso, in provincia di Ferrara, di Teco press, impresa specializzata nel settore della componentistica in leghe leggere e nella produzione di getti di alluminio. Un taglio del nastro tanto più significativo, in quanto ha avuto luogo a dieci anni esatti dal sisma che causò all’azienda ingenti danni, con il crollo di corpi di fabbrica adibiti a fonderia, in cui perdeva la vita anche un dipendente in regolare turno di lavoro, la conseguente perdita dei beni strumentali (isole di pressocolata e forni fusori) e la lesione importante di altri corpi di fabbrica.

Un evento terribile, quello del terremoto e dei suoi effetti, che tut tavia non ha piegato la volontà di riprendersi della realtà emiliana, e ha fatto sì che si siano inaugurati quattro nuovi fabbricati, ubicati nella stessa area dei precedenti crollati e demoliti, con una su perficie industriale paragonabile a quella ante-sisma (circa 28.000 mq coperti). Tecopress è infatti stata destinataria di due contributi importanti, edile e beni strumentali, per opere complessive di cir ca 67 milioni (di cui la Regione ha coperto circa il 60% del totale, mentre l’azienda ha stanziato la rimanente parte), concessi per la ricostruzione del plesso industriale adibito a fonderia di leghe di alluminio. Ma non solo: il nuovo plesso industriale permette signifi cativi incrementi dei valori della produzione, oltre a un consistente aumento dell’organico aziendale e un considerevole avanzamento tecnologico.

Grazie alla tenacia della guida aziendale, che si riconduce alle famiglie Dondi e Accorsi di Cento, Tecopress non ha mollato, e vanta, oggi, 189 dipendenti e 17 isole di lavoro operative, con un fatturato di poco inferiore ai 50 milioni di euro nel 2021. Giovandosi

re della plastica mi ha portato a capire che serve un modo per differenziare l’attuale utilizzo dei contenitori usa e getta nel be verage. In Italia oggi si ricicla non più del 40%-50% di plastica, quindi una buona soluzione sarebbe quella di immetterne meno nel ciclo del consumo a favore di

Ripristinate tutte le isole di pressocolata, il loro numero consen tirà il raggiungimento di un potenziale fatturato di circa 65milioni di euro che determinerà un incremento dei dipendenti, portando il loro numero dagli attuali 189 a circa 250, almeno 30 dei quali alta mente qualificati e laureati. Una crescita di cui beneficerà anche l’indotto, per quelle aziende che oggi lavorano per Tecopress, con un aumento stimato di ulteriori 100 unità.

“Il nuovo sito industriale di Tecopress è finalmente completato, e il sisma 2012 rappresenta un unicum di sacrificio, dedizione e forza che tutti i dipendenti di Tecopress hanno saputo supportare. In dubbiamente, sia la ricostruzione post-sisma che gli investimenti che l’azienda ha potuto compiere hanno trovato il sostegno della Regione e di partner che credono nei nostri progetti, nella nostra realtà e nelle potenzialità che questa impresa esprime, oggi, così come quando venne costituita. Tanto restituisce senso di orgoglio, appartenenza al nostro territorio e fiducia nel futuro”, sottolinea Federico Dondi, CEO di Tecopress.

packaging composti da materia vegetale ma soprattutto mettere in atto azioni creative per allungare la vita dei contenitori, oltre a fare tanta cultura del riciclo”. Federico Lo desani, CMO del progetto, precisa: “Siamo consapevoli che anche il brick, così come il PET e il vetro, ha un impatto ambientale

e proprio per questo cerchiamo - con idee creative e con la tecnologia - di dargli un nuovo utilizzo anche dopo il suo normale ciclo di vita. ‘Lunga vita al brick’ è il nostro motto. Abbiamo immaginato che la nostra ‘acqua da viaggio’ facesse proprio quello per cui è stata pensata: ovvero si muovesse nella

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TECOPRESS

città e parlasse al suo utilizzatore. Tramite lo smartphone, tramite la app Wonder e in modo geolocalizzato, il marker sul brick viene riconosciuto e restituisce, in formato video, la storia del luogo in cui ci si trova. Sono quattro i pilastri del nostro manifesto, ovvero gli intenti che muovono il nostro progetto: produzioni territoriali, cultura del riuso, tecnologia e realtà aumentata, va lorizzazione delle bellezze delle città. Vi in vito a leggervi questo documento sul nostro sito per meglio comprendere la natura del nostro progetto”. Il 7 e 8 settembre Wother è stata protagonista anche a FARETE, la due giorni di Confindustria Emilia a Bolo gnaFiere. “Wother è stata l’acqua dell'even to 2022 di Confindustria Emilia con una grafica studiata per l'occasione dal nostro Ale Giorgini e nel nostro stand abbiamo presentato le prossime tappe del viaggio di Wother e lanciato il nuovo servizio di realtà aumentata Wonder, attivo in esclusiva per il Comune di Modena dallo scorso luglio”, conclude Federico Lodesani.

X DATANET CRESCE

A DOPPIA CIFRA

Il 2021 è stato un altro anno di crescita per X DataNet, software house di Miran dola, in provincia di Modena. I numeri

confermano il ruolo da protagonista della IT company del gruppo Cpl Concordia nella trasformazione digitale di tante azien de italiane, tra cui grandi gruppi e banche storiche. I clienti hanno dato fiducia a X DataNet per portare innovazione e sicurez za nei loro CdA, nelle loro assemblee, nelle loro due diligence e nella gestione dei loro processi documentali. Processi complessi e delicati dove serve un partner tecnologico all’altezza. Per il terzo anno consecutivo, dopo 2019 e 2020, le vendite sono cresciu te ‘a due cifre’. Tante aziende di diversi set tori - bancario, finanziario, manifatturiero,

energetico, cooperativo - hanno dunque valutato e scelto le soluzioni IT made in Italy di X DataNet per rendere più efficaci e sicuri i loro processi. “Il mondo bancario ha avuto un ruolo decisivo: grandi istituti hanno scelto di abbandonare i sistemi pre cedenti per dotarsi dei software di X Data Net. L’aumento del fatturato ha permesso un rafforzamento della struttura e un incre mento del numero dei dipendenti. Nuovi collaboratori e collaboratrici hanno contri buito a potenziare i vari team, impegnati in progetti importanti”, sottolinea Riccardo Polesel responsabile marketing dell’azien da. “L’Italia è un mercato molto particola re, dove le aziende devono rispettare nume rosi vincoli e l’arrivo di normative sempre nuove. X DataNet ha dimostrato di essere pronta a queste sfide”, prosegue Polesel. X DataNet, inoltre, a fine giugno si è confer mata protagonista nel mondo della corpo rate governance in Italia. All’Hotel Melià di Milano sono stati infatti proclamati i vincitori dei TopLegal Corporate Counsel & Finance Awards 2022 e X DataNet ha consegnato i premi ai migliori team legali dei settori “Moda e Lusso”, dove ha vinto Ferretti Group, e “Tecnologia”, dove ha prevalso Unieuro. L’evento è stato, prima di tutto, un’occasione per parlare con tanti general counsel, CFO e responsabili degli affari societari e fare il punto con loro sul le esigenze tecnologiche più importanti e con i processi che vorrebbero migliorare. X DataNet ha confermato la partnership con

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Un momento della cerimonia dei TopLegal Corporate Counsel & Finance Awards 2022 Davide Malagoli, Andrea Bortolamasi e Ale Giorgini
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THE NEW CONCEPT OF BUILDING

Total Quality, società di consulenza del settore indu striale e dei servizi con due sedi in Emilia Romagna, una a Modena ed una a Cento (FE), festeggia nel 2022 i suoi primi 30 anni d’attività. Nata nel 1992 dall’intui zione di Giacinto Ferinando, attuale presidente in ca rica del CdA con l’obiettivo di promuovere nel tessuto manifatturiero la cultura accumulata in esperienze manageriali ed internazionali, è oggi una realtà im prenditoriale solida e in continua crescita.

La società si è ampliata negli anni con nuovi soci: Andrea Arbiz zani, Guido Carotenuto, Leonardo Toffanetti Galletti, tutti manager dell’innovazione qualificati dal ministero dello sviluppo economico. Ciascuno dei quali ha apportato competenze specifiche in ambito tecnico, organizzativo o gestionale maturate in qualificate e diversi ficate esperienze professionali.

Per far fronte alla crescita della domanda del mercato la società si è arricchita recentemente di due nuovi soci di elevato profilo profes sionale Rebustini Nicola e Toffanetti Galletti Riccardo, che permet teranno di rispondere sempre meglio alle richieste dei clienti.

“Il nostro aggiornamento professionale è assicurato dalla continua ricerca e studio nonché da costanti contatti con enti di normazione, organismi di certificazione, università e strutture di ricerca. I nostri esperti più qualificati hanno frequentato corsi di alta specializza zione negli Stati Uniti, in Francia, in Gran Bretagna e in Giappone formandosi sui modelli di management più avanzati”, spiega Andrea Arbizzani.

I soci Ferinando Giacinto e Toffanetti Galletti Leonardo, oltre a svol gere formazione nell’ambito di Total Quality sono stati anche docenti universitari a contratto presso l’Università di Ferrara nell’ambito del corso di laurea magistrale in ingegneria meccanica, attività ancora

TopLegal anche nel 2022 (nel 2021 aveva premiato Trenitalia). “Abbiamo confer mato il nostro supporto ai TopLegal Cor porate Counsel & Finance Awards anche nel 2022”, afferma Alessandro Trionfini, amministratore delegato di X DataNet.

attualmente svolta da Arbizzani, titolare del corso “Organizzazione dei processi produttivi”. Infatti, oltre ai numerosi progetti consulen ziali, Total Quality può vantare l’erogazione di più di 10mila ore di formazione.

“Oltre che delle competenze dei soci ci avvaliamo di numerosi collaboratori, per soddisfare le esigenze dei nostri clienti che sono sempre più diversificate. Tali competenze consentono di operare come partner delle imprese a supporto del management, fornendo concrete risposte e soluzioni a manager e opera tori in un contesto di clienti e mercati sempre più esigenti e competitivi”, prosegue l’amministratore delegato di Total Quality. Ad oggi Total Quality ha accompagnato alla cer tificazione aziendale più di 400 imprese operanti nei più svariati settori tecnologici, produttivi e di servizio e praticamente, su tutto il territorio na zionale, secondo i modelli ISO 9001, IATF 16949 (veicolare), EN 9100 (aerospaziale e militare), ISO 17025 (laboratori di prova), ISO 13485 (dispositivi medici - evoluzione del modello EN 46000), SA 8000 (responsabilità sociale), DLgs 231, ISO 14001 e EMAS (ambiente), ISO 45001 (sicurezza e salute dei lavoratori) BRC ed IFS (alimentare).

“Attualmente le nostre principali aree di sviluppo sono la consulen za organizzativa direzionale, la consulenza per modelli di gestione certificabili in ambito qualità, ambiente e sicurezza, anche in set tori specifici quali l’automotive, l’aerospaziale e il biomedicale, la consulenza tecnica (sviluppo di nuovi prodotti, tempi e metodi, me trologia, controllo dei processi, logistica integrata e distributiva), il temporary management e la formazione”, spiega l’amministratore delegato Andrea Arbizzani.

Dal 1997 la società è associata al sistema Confindustria e dal 2003 è certificata ISO 9001, sia per l’erogazione del servizio di consulenza che per le attività formative, fornendo per ciascun servizio sempre persone con competenze consolidate.

“La sicurezza che diamo ai nostri clienti è di essere una società seria ed affidabile che li potrà seguire nella loro crescita in quan to siamo presenti da 30 anni e ci saremo anche in futuro. Siamo, sempre attenti a stimolarli con idee innovative, con le opportunità offerte dal mercato e dall’evoluzione tecnologica e organizzativa. I nostri clienti sono grandi multinazionali, ma anche piccole o medie aziende”, conclude Arbizzani.

“Il nostro obiettivo è comprendere l’evolu zione delle esigenze tecnologiche dei team legali in Italia e possiamo farlo solo se li ascoltiamo davvero. La presentazione dei due nuovi software, sviluppati durante la pandemia, lo dimostra e conferma la nostra

volontà di investire per soddisfare le loro richieste. Come già accaduto con i Cda digitali, le assemblee online e le due dili gence, noi vogliamo lavorare insieme alle aziende che guardano al futuro della Cor porate Governance”, conclude Trionfini.

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TOTAL QUALITY CELEBRA 30 ANNI DI SUCCESSI

ICT, motore per l’innovazione rubrica a cura di ReteICT

Intelligenza di filiera: nuovi ERP e “web service rest”

Le nuove interazioni dei software gestionali.

L’ERP (Enterprise Resource Planning), ossia il sistema software che fino ad oggi ha consentito alle imprese di gestire i principali processi aziendali, è in una nuova fase evolutiva. L’ERP del prossimo futuro sarà certamente un gestore di processi sempre più completo o ottimizza to, ma, molto più di quanto riesca a fare oggi, potrà dialogare in modo aperto e interattivo con tutte le entità, una sorta di Information Provider che, grazie alle tecnologie Web Services, estrarrà valore dalle informa zioni di processo tramite il deep learning, integrerà robot software e reti neurali di intelligenza artificiale, parlerà con qualsiasi dispositivo o apparato aziendale, dialogherà con qualsiasi software eterogeneo in tutta la catena del “Supply Chain”.

Il futuro della gestione aziendale sarà sempre di più orientato all’inte roperabilità verticale e orizzontale all’interno della supply chain, dove l’automazione e la trasmissione dell’informazione sarà sempre più ge stita attraverso web services attivati da sistemi esperti basati su AI, analogamente a quello che avviene e avverrà sempre di più con l’IOT di fabbrica e di prodotto, creando così una base dati idonea per estrarre valore attraverso il Machine Learning (o addirittura il Deep Learning).

In stretta collaborazione con l’ERP potranno operare anche i cosiddetti robot software (RPA, Robotic Process Automation) ossia sistemi che, imparando direttamente dalle azioni umane e interagendo con gli appli cativi informatici, sono in grado di affiancarsi agli operatori per esegui re in automatico tutte le attività noiose e ripetitive su grandi moli di dati.

L’intelligenza distribuita delle filiere

Le aziende di un paese come l’Italia, in cui le filiere produttive sono costituite soprattutto da aziende medie e piccole, e sono pertanto filiere più lunghe e ramificate, devono assolutamente riuscire a cre are una gestione coordinata e organica della ca tena produttiva, a operare in modo sincrono, con un’intelligenza complessiva di filiera che trae la sua forza dalle intelligenze distribuite sulle singole entità aziendali. Questo è possibile solo se i siste mi informativi delle aziende della filiera riescono a dialogare in tempo reale fra di loro, oltre che con il mondo esterno.

I tempi per attuare questa progressiva trasforma zione devono essere rapidi, perché la velocità con cui tutto il mondo si trasforma è davvero impres sionante.

Per raggiungere questi obiettivi le imprese devono operare in parallelo in 3 direzioni:

1. aprire i propri sistemi informativi verso l’interazione con il mondo esterno, ad es. con un sistema ERP dotato di “web server rest” per poter dialogare in modo agevole con clienti e fornitori, con il web, e fare sistema con la propria filiera;

2. integrare o interfacciare i propri sistemi informativi con sistemi di Intelligenza Artificiale (AI) e con tutte le applicazioni digitali rese disponibili dalle tecnologie;

3. digitalizzare anche tutti i processi interni non gestibili con l’ERP, perché non sarà possibile ottenere un’efficienza aziendale com pleta se prima non sono digitalizzati anche tutti i micro-flussi inter ni, ossia non solo i processi generalmente definiti come “struttu rati” (gestibili tramite ERP), ma anche i processi “non strutturati”, che oggi possono essere gestiti tramite ulteriori strumenti softwa re; ad esempio sistemi BPM (Business Process Modeling) che consentono di modellare l’organizzazione definendone i workflow, oppure sistemi DMS (Document Management System), che con sentono di gestire la redazione, condivisione e archiviazione dei documenti e di altri contenuti che costituiscono il patrimonio in formativo di un'organizzazione, e ne rappresentano quindi un fon damentale asset strategico, ecc.

Nel prossimo futuro alle imprese che fanno parte di una filiera produtti va non verrà richiesto di inviare listini prezzi aggiornati o la disponibilità a magazzino, nessuno vorrà o dovrà più mandare una mail, o fare una telefonata, per conoscere lo stato di avanzamento di un ordine e la data

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L’ERP diventa un sistema in grado di gestire l’azienda dialogando con l’intelligenza che lo circonda e raccogliendo automaticamente tramite il web informazioni utili, con più efficienza per tutta la filiera

di consegna, ma saranno i WEB SERVICES che potranno rispondere immediatamente ai sistemi informatici dei clienti per conto dei for nitori, consentendo di calcolare in tempo reale il prezzo e la data di un prodotto finito all’ultimo stadio della filiera produttiva, sulla base delle variazioni di date e prezzi che stanno anche all’inizio di tale filiera.

Ai fornitori verrà richiesto quali WEB SERVICES saranno in grado di mettere a disposizione, perché l’utilizzo del tempo umano sarà consentito solo per operazioni e processi ad alto valore aggiunto.

L’evoluzione dei sistemi per l’integrazione

Uno dei problemi principali dell’industria per poter raggiungere un buon livello di dialogo con il mondo esterno è evidentemente quello di integrare applicazioni informatiche sviluppate in maniera indi pendente e con un altissimo numero di tecnologie eterogenee. L’integrazione applicativa può essere considerata a diversi livelli: all’interno della stessa azienda, tra partner dell’azienda, verso uten ti generici (clienti, fornitori, ecc.).

L’integrazione è in ogni caso necessaria quando un processo coin volge diversi sistemi informatici: sfruttare Internet come piattaforma globale di integrazione è un’opportunità notevole, soprattutto per l’integrazione tra diverse aziende. L’integrazione tramite internet è resa però più difficile anche dalle politiche di sicurezza (firewall aziendali, restrizioni d’accesso, etc.), ed è per questo che la tecno logia dei Web Service riveste grande importanza. Lo scopo primario di un Web Service è fornire una via estremamente semplice e ver satile per far comunicare componenti software attraverso la rete, ossia garantire l’interoperabilità: e in questo i “web service”, e in particolare i “web service rest”, ne sono la vera chiave: non sono dipendenti da architetture software/hardware particolari, possono essere implementati praticamente con qualsiasi linguaggio, il client e il server possono essere basati su linguaggi e tecnologie diverse.

La nuova architettura software per dialogare col futuro

Le nuove soluzioni ERP non sono ora soltanto un sistema di gestione e pianificazione di tutte le risorse, ma si trasformano in piattaforme che consentono di operare da qualsiasi dispositivo e con qualsiasi forma di interfaccia attuale e futura, di interagire con tutti gli altri ERP della filiera produttiva e commerciale, di integrarsi con i diversi software di intelligenza artificiale, business intelligence, IOT, ecc., e che consente pertanto di accompagnare il business del Cliente nell’intero processo di digitalizzazione dei prossimi anni. L’ERP sarà un gestore di processi sempre più automatizzato e integrato che, oltre a ottimizzare ulteriormente quanto sviluppato finora, per poter eseguire le attività di ogni reparto in modo sempre più rapido e più connesso con le attività degli altri reparti, e oltre a diventare sem pre più flessibile e parametrico, per potersi adattare alle diverse configurazioni organizzative dei diversi reparti o settori industriali,

si evolverà contemporaneamente in altre 2 direzioni:

1) espandere le proprie funzionalità intelligenti, ossia, ad esempio:

• integrare reti neurali di Intelligenza Artificiale per robotizzare ope razioni a zero valore aggiunto (RPA, robot software)

• estrarre valore dai dati di processo tramite Deep Learning

• integrarsi con il mondo dell’Internet of Thing (IOT) e della Realtà Aumentata (AR)

• scaricare in modo automatico tutte le informazioni messe a dispo sizione in tempo reale dal web (mercati, meteo, ecc.)

2) dialogare in modo aperto e interattivo con tutti, ossia assumere an che le funzioni di una sorta di information provider che, grazie alle nuove tecnologie di comunicazione Web Server Rest possa:

• dialogare in senso verticale (all’interno delle aziende) con qualsiasi dispositivo o apparato, e con qualsiasi forma di interfaccia attuale e futura (ad es. interfacce vocali);

• dialogare in senso orizzontale lungo tutta la catena del valore “Supply Chain” con qualsiasi ERP, o Gestionale, o software etero geneo, o semplice servizio secondo le logiche Industry 4.0;

• dialogare con la nascente pubblica amministrazione digitale

Tutto questo, avendo a disposizione i “Web Server Rest”, potrà essere fatto tramite semplici chiamate “API REST”, quindi in modo più semplice e rapido, e da qualsiasi interfaccia. Sarà quindi ad esempio un semplice web services dell’ERP che, in automatico, oltre a rispondere immediata mente ai sistemi informatici dei clienti su domande legate ad argomenti contingenti, ad es. su date di consegna degli ordini, potrà anche esplo rare il mondo che lo circonda e dialogare con esso, così come farebbe un semplice operatore o anche l'imprenditore.

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opo due anni di stop for zato, la nuova edizione di Farete, la due giorni di networking promossa e organizzata dall’asso ciazione degli imprenditori di Bologna, Ferrara e Modena, è stata un successo. La nona edizione della manifestazione, che si è tenuta nei padiglioni 14, 15 e 18 di Bo lognaFiere, si è aperta, come da tradizione, la mattina del primo giorno, mercoledì 7 settembre, con l’Assemblea pubblica. Una nutrita platea di oltre duemila perso ne, tra imprenditori, autorità e istituzioni, ha salutato il ritorno sul palco principale del padiglione 14 del presidente di Con findustria Emilia, Valter Caiumi, che ha presentato la sua relazione, in cui sono stati introdotti i temi del 2022: sostenibilità e metaverso. Ad approfondirli sono stati Alex Bellini, esploratore, speaker motivazionale e performance coach, e Marco Savini, fon datore di Big Rock ed esperto di computer grafica. A moderare la mattinata, invece, Edoardo D’Elia, docente all’Università di Bologna e ideatore di Deckard, una piatta forma di divulgazione scientifica multime diale e del programma StartUp Day meets Humanities, incentrato sull’imprenditoria lità. Anche quest’anno l’Assemblea è stata trasmessa live sulla pagina Facebook uffi ciale di Confindustria Emilia.

Nel pomeriggio, poi, è entrato nel vivo il ricco programma di oltre 90 workshop ed eventi collaterali che da sempre contrad distingue la due giorni di Confindustria Emilia, che quest’anno è tornata a grandi numeri, come nella tradizione delle prece

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Oltre 10mila presenze alla due giorni di Confindustria Emilia tornata in presenza dopo due anni e che si è aperta con l’Assemblea Pubblica e la relazione del presidente Valter Caiumi

denti edizioni: oltre 20mila metri quadrati di stand e più di 550 aziende coinvolte. Tra le iniziative più attese l’International Club, che ha portato a termine circa 700 appuntamenti b2b, la 4^ edizione della Borsa del Turismo Industriale, che ha visto presenti 23 buyers provenienti da numerosi Paesi, l’Open Hub nato per rendere prota goniste 40 startup provenienti da tutta Ita lia, lo spazio Tax & Legal Global Services, in cui più di 40 professionisti si sono messi a disposizione delle imprese per consulenze one to one in ambito fiscale, legale e socie tario su problematiche di specifico interesse in ambito internazionale.

L’ESG Area ha invece ospitato alcuni mo menti di approfondimento, sui tema della Travel Security, dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale e sociale. Un evento di grande impatto, quindi, Fare te 2022, per il quale quest’anno Confindu stria Emilia ha deciso di perseguire anche la certificazione ISO 20121, che attesta la Responsabilità Sociale d’Impresa attraverso l’adozione di una progettazione organizza tiva basata sulla gestione economica degli impatti ambientali e sociali, con l’obiettivo, tra le altre cose, di ridurre l’uso delle risorse e dei costi, aumentare l’efficienza, miglio rare l’efficacia, credibilità e trasparenza e le relazioni con tutti gli stakeholder, tutelare e valorizzare la reputazione aziendale. Sul palco principale di Farete mercoledì 7 settembre è stato protagonista anche il mondo dello sport, in particolare del basket italiano, con la Virtus Segafredo Bologna che ha raccontato il proprio rapporto con i tifosi e il legame con la città e le imprese del territorio.

Anche questa volta, come di consueto, a concludere la due giorni è stato l’evento or ganizzato dal Gruppo Giovani Imprendito ri di Confindustria Emilia. Si è tenuto, in fatti, nel pomeriggio di giovedì 8 settembre “Future Valley Restart”, con la conduzione di Alessandro Milan e Leonardo Manera. Dopo l’apertura del presidente Miche le Poggipolini, ospiti sul palco principale sono stati Monica Liverani, AD di Azimut Capital Management Emilia Romagna Marche e Umbria e Chief Sustainability Officer di Azimut Holding, Claudio Basso, Chief Investment Officer di Azimut Invest ments SA, Francesco Ramazzotti, head of

BTI - BORSA DEL TURISMO INDUSTRIALE

Anche la cultura ha una di mensione economica, e la costruzione, all’interno di Farete, della Borsa del Turi smo Industriale è stata pen sata da Confindustria Emilia proprio per promuovere e favorire la cultura industria le attraverso la riscoperta e la valorizzazione degli impianti industriali e dei prodotti che hanno fatto la ricchezza del nostro paese.

La visita a musei aziendali e a siti di archeologia industriale, unita alla possibilità di visi ta alle imprese produttive, rappresenta un nuovo approccio culturale che arricchisce la gamma di offerta turistica, portando il visitatore a contatto diretto con imprese e prodotti, valorizzando la conoscenza della storia produttiva e della cultura industriale di ciascun territorio.

In Italia ci sono tantissime aziende che hanno una bella storia da raccontare e tramandare in relazione ai prodotti, alla innovazione, al territorio, al mercato e al lavoro. E il nostro terri torio non solo non fa eccezione ma anzi ha una miriade di attrazioni da mostrare. Il servizio offerto a Farete 2022, 4a edizione di BTI nel padiglione 15, è stato, ancora una volta, l’occasione per aiutare le aziende a creare nuove occasioni di business, attraver so il dialogo tra 23 buyers e 45 sellers presenti quest’anno. Da un lato, hanno partecipato tour operator e organizzatori di eventi, italiani ed esteri, specialisti nell’outgoing, interessati ad inserire nelle proprie offerte turistiche visite alle aziende, ai musei aziendali e ai siti di archeologia industriale. Dall’altro, altrettanto protagoniste sono state imprese, strutture ri cettive, musei aziendali, tour operator dell’incoming, società di servizi, APT ed Enti pubblici, associazioni e consorzi d’impresa.

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INTERNATIONAL

“L'occasione giusta, nel posto giusto”: è così che si potrebbe rias sumere questo servizio che, da quando è stato proposto, continua a ottenere grande interesse. L’obiettivo del nostro International Club è di permettere alle imprese manifatturiere associate che espongono a Farete di incontrare buyers internazionali, sfruttare nuove oppor tunità e avviare progetti di sviluppo. Le aziende si iscrivono all’International Club descrivendo cosa fanno e quali clienti cercano nei vari mercati esteri. Confindustria Emilia, insieme a società di consulenza con sede nei mercati esteri, sele ziona i clienti e li invita in Emilia durante la due giorni di networking. E i risultati sono stati, anche quest’anno, molto positivi: ad anima re questi spazi sono arrivati 75 operatori internazionali provenienti da 21 Paesi (Arabia Saudita, Camerun, Canada, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Iran, Kuwait, Lituania, Macedonia del Nord, Olanda, Polonia, Regno Unito, Serbia, Singapore, Slove nia, Sudafrica, Svizzera, Tunisia e Turchia), con un totale di 679 ap puntamenti b2b, in media 62 incontri ogni ora, durante i quali, per le aziende che ne hanno avuto bisogno, è stata fornita anche assi stenza linguistica. Un appuntamento, quindi, che diventa ogni volta un’opportunità da non perdere. Quest'anno la scelta è stata quella di puntare principalmente su Europa, Africa e Medio Oriente: un mix di paesi i cui mercati potevano rappresentare una opportunità per tutte le imprese coinvolte.

products, partnership & open banking di B-Ilty, Fabio Nalucci, presidente di Gel lify, Matteo Maccagnan, amministratore delegato e partner di Studio Torta, Andrea Malacriola, amministratore delegato di Adecco, Matteo Borsari, direttore comu nicazione di Florim Ceramiche, Andrea Moschetti, presidente di FAAC e Franco Stefani, presidente di System Ceramics. Sono stati affidati al presidente Valter Ca iumi i saluti conclusivi di Farete 2022.

Ringraziando tutti gli imprenditori che hanno partecipato e le aziende espositri ci che hanno arricchito questa due giorni di nuove prospettive e nuove proposte, Caiumi ha ricordato l’importanza che sul palco e negli incontri si sia parlato di so stenibilità, di sviluppo, di formazione, di circular economy e di metaverso. “Ci sia mo dati degli obiettivi importanti: ora è il momento di raggiungerli”, ha commenta to il presidente di Confindustria Emilia,

“appuntamento a Farete 2023!”. Molti partner hanno reso possibile la re alizzazione di Farete 2022: il main spon sor Azimut; gli sponsor Toyota Material Handling, Umana, FAV – Fondazione Aldini Valeriani, Hit Servizi Emilia, Nuo va Didactica, Confindustria Servizi - Le Convenzioni Retindustria, Gruppo Mori ni, Due Torri e Buonristoro; gli sponsor tecnici Wother, Pongo Films, Hydroplants ed Etic.

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CLUB

La nona edizione di Farete 2022 ha portato per Open Hub, lo spazio dedicato all’innovazione e alle startup, risultati davvero sorprenden ti. Questo spazio è sinonimo di innovazione, creatività e futuro. Per questo motivo, la Galleria dell’Innovazione ha rappresentato uno dei fulcri più importanti di tutto l’evento, riscuotendo molto successo. E i numeri lo dimostrano: 44 startup e oltre 40 aziende hanno preso parte a più di 140 incontri b2b. Ma altrettanto significativi sono sta ti i numeri riguardanti i wor kshop tematici che si sono svolti nell’Arena Open Hub con oltre 300 partecipanti nelle due giornate. Imprenditori di tutto il terri torio e anche buyer esteri hanno potuto apprezzare e conoscere da vicino solu zioni e tecnologie innova tive in ambito di economia circolare, decarbonizzazio ne dei processi, biomate riali e nuovi materiali per processi e applicazioni industriali, new mobility, Internet of things IOT, intelligenza artificiale, robotica, automazione e digitalizzazione. Nel corso della due giorni startupper, imprenditori e innovation manager si sono incontrati, nello spazio gestito dall’Area Ricerca

Innovazione e Sostenibilità di Confindustria Emilia, con l’obiettivo di sviluppare un matching veloce e coerente con le imprese del terri torio, fare innovazione ad alto impatto e confrontarsi sui principali trend tecnologici. All’inter no di Open Hub è stato pos sibile non solo incontrare le startup presenti, ma anche entrare in contatto con nuovi fornitori e clienti, av viare nuove collaborazioni in ottica di diversificazione del business ed assistere a numerosi workshop e talks dedicati all’Open Innovation, al trasferimen to tecnologico e al mondo delle startup, con focus sul settore manifatturiero. Con Almacube sono stati organizzati tre work shop nell'ambito del percorso Farete Up: “Investire in startup, riconoscere le oppor tunità del mercato”, “Gestire la proprietà intellettuale nei progetti collaborativi”, “Open Innovation: un ponte tra imprese e startup”. L'Arena Open Hub ha ospitato inoltre numerosi incontri e momenti di approfondimento.

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OPEN HUB

TAX & LEGAL GLOBAL SERVICES

Uno spazio pensato per aiutare le imprese a governare una globa lizzazione che comporta sempre nuove competenze anche in set tori molto specifici come quel lo delle normative. Per questo, il Desk Tax & Legal Global Ser vices di Confindustria Emilia, appunto focalizzato sulle nor mative italiane e internazio nali, ha portato a Farete 2022 oltre 40 professionisti, esperti in normative di 33 Paesi esteri, che si sono messi a disposi zione delle imprese che hanno bisogno di aiuto per proiettarsi verso i mercati internazionali. Sono state realizzate consu lenze specialistiche one to one in ambito fiscale, legale e societa rio. È stata anche l’occasione per assistere le imprese in materia di personale espatriato e impatriato in relazione ai diversi paesi del mondo.

Inoltre, sono stati organizzati sette workshop che hanno permes so di approfondire temi di rilevante interesse per le imprese che intrattengono rapporti commerciali con l’estero fornendo loro un aggiornamento sulle ultime novità, come: “Operazioni commer

ciali negli Usa: focus su contratti di distribuzione e consignment stock”, “I rapporti commerciali tra Italia e Regno Unito nell’era post Brexit”, “Negoziare all’estero: galateo degli affari e stili negoziali”, “Blockchain e smart contract: alcuni casi pratici”, “Come gestire gli Incoterms 2020: novità, aspetti legali e suggerimenti pratici”, “Nuovi me gatrends - Strategie e strumenti giuridici a disposizione”, “International Remote Work: la gestione del personale internazionale in nuovi contesti organizzativi”.

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assemblea

“È tempo di nuovi eroi della normalità”

Alex Bellini, esploratore, speaker motivazionale e performance coach, sul palco di

ha

come la

sia un’urgenza del presente

A

lex Bellini, nato ad Apri ca, in provincia di Son drio, nel 1978, negli ulti mi vent’anni ha realizzato imprese straordinarie, ma dice: “Ho percorso più chilometri dentro di me di quanti ne abbia fatti fuori”. Questa è la sua forza e la sua unicità. Nel 2001 partecipa alla Marathon des Sables, corsa di 250 chilometri nel deser to del Sahara. Nel 2002 percorre l’Alaska trascinando una slitta: un’avventura lunga 2.000 chilometri. Nel 2005 attraversa l’At lantico a remi: 11.000 chilometri e 227 gior ni in mare. Nel 2008 ripete l’impresa lungo il Pacifico: 18mila chilometri e 294 giorni di navigazione. “Mi trovavo a 60 miglia da terra”, ha rimarcato Bellini cominciando il suo intervento a Farete. “Avevo navigato per trecento giorni in mare aperto. Mi sono trovato a dover fare i conti con una situazio ne pericolosa che m’imponeva di prendere una decisione in tempi brevissimi: andare avanti o fermarmi, lanciare l’sos e farmi ve nire a prendere. Un esploratore di mestiere va avanti, resiste, persevera, anche testarda mente. Invece ho lasciato spazio a una parte di me un po’ più saggia, morigerata, cauta nell’accettare le sfide. Ho capito che dovevo fermarmi. Avevo sfidato la sorte, superato le cose più incredibili, in quei giorni non sem pre ero uscito vincitore dal confronto con me stesso”.

Nel 2017 attraversa con sci e slitta il più grande ghiacciaio d’Europa, in Islanda. “Non c’è dubbio che quelli che stiamo viven do sono tempi di ambiguità e incertezza. Di quale nuova bussola dobbiamo dotarci, con quali nuovi e sfidanti punti cardinali dobbia mo metterci in cammino? Noi tutti abbiamo la libertà di decidere come interpretare quel lo che ci succede nella vita. Lo spiegava bene Viktor Frankl, lo psichiatra sopravvissuto ai

campi di concentramento.

L’ultima delle libertà umane è quella di decidere il proprio atteggiamento, anche per un solo secondo. Se noi saremo in grado di trasformare un pensiero negativo in un pen siero positivo avremo vinto. È tempo di nuovi eroi della normalità. Gli esploratori del passato tra foreste e ca lotte glaciali devono lasciare il passo, nel vostro caso, agli eroi della normalità, che in azienda significa leader di impresa con una visione illuminata del fu turo”.

Sono sempre di più le aziende che intra prendono un percorso rigenerativo e che si fanno portavoce di un cambiamento che abbia effetti positivi su ambiente e società. “La strada è stata tracciata, non possiamo nascondercelo. Coniugare profitto con filan tropismo e cura per l’ambiente è impresa ar dua, ma voi siete imprenditori non per caso. Oggi abbiamo tutti gli strumenti tecnologici che servono per misurare, pianificare e pro grammare il meglio per il nostro pianeta. Se l’ostacolo è sul percorso e non lo posso supe rare, occorre che quell’ostacolo diventi parte del percorso, non si sfugge”.

Oggi la tempesta socioeconomica è davvero perfetta. “Non è facile, in questo caos siste mico, rimanere in piedi e centrati sui pro pri obiettivi, lo riconosco. Vi invito però a resistere con pazienza, coraggio e resilienza. Tra fallimenti e crisi ne ho passate di tutti i colori. Negli ultimi 15 anni la mia attività di esploratore mi ha portato a orientare la bussola dell’esistenza verso l’interno, verso la mia interiorità. La cosa più importante che posso fare oggi è preoccuparmi di cosa sarà domani. Non è né banale né scontato avere

un occhio sul domani, e oggi più che mai il futuro delle giovani generazioni è un affare nostro. Dal 2019 sono promotore, assieme a mia moglie Francesca e a un gruppo stra ordinario di partner e sponsor, del progetto 10 Rivers 1 Ocean”, ha ricordato Bellini. “L’obiettivo è di navigare i dieci fiumi più inquinati di plastica al mondo allo scopo di promuovere una maggiore comprensione e conoscenza dell’inquinamento da plastica e, al tempo stesso, proporre un nuovo metodo di comunicazione per comprendere e inter pretare le cause dell’attuale crisi ecologica. Le navigazioni le compio a bordo di zattere che costruisco con le mie mani a partire da materiale di recupero che raccolgo nelle vici nanze dei fiumi. Quest’idea, a metà strada tra un’esplorazio ne e un progetto di divulgazione ambientale, nasce dall’esigenza di servirsi dell’esplorazio ne, che per molti anni è stata la chiave per compiere delle vere e proprie auto-esplo razioni, per rispondere alla domanda ‘dove stiamo andando?’. A maggio 2021, passati due anni dall’inizio del progetto, ho naviga to sul Gange, il fiume delle Perle (Cina), sul Nilo e raggiunto a remi il Great Pacific Gar bage Patch”, ha concluso Alex Bellini.

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Farete
sottolineato
sostenibilità

“Metaverso, ovvero guardare il futuro”

Marco Savini nasce a Roma nel 1974. Fon datore di BigRock, una delle scuole di compu ter grafica più impor tanti d’Europa, si occupa di computer gra fica, volo acrobatico e nuove tecnologie nel campo della visualizzazione. Ha scritto tre li bri su Maya, il software di animazione tridi mensionale per antonomasia, ha fatto parte degli AdobeGuru di Adobe e programmato un navigatore aeronautico su iPad.

A Farete ha centrato il suo intervento sul Metaverso, un concetto salito recentemen te alla ribalta delle cronache con l’annuncio di Facebook, che ha deciso di denominare Meta la holding del Gruppo (che controlla le piattaforme Facebook, Whatsapp, Insta gram e gli Oculos) e di avviare un progetto con questo nome, progetto di cui poco alla volta stiamo conoscendo nuovi particolari. “Nel 2020 la pandemia ci ha fatto piombare in un clima di separatezza e distanza”, ha ri cordato dal palco Marco Savini. “Tutti noi, per sopravvivere a questo tsunami, abbiamo dovuto reinventare il lavoro sulla base di call e videoconferenze. È lì, in quel momento, che abbiamo cominciato a parlare sempre più insistentemente di Metaverso”. In futuro le connessioni tra persone aumen teranno in modo esponenziale. Ci vedremo in assenza, da remoto, ma sarà come se fos simo in presenza. “Il virtuale è diventato re ale: provate a domandare a qualche ragazzo cosa pensa di prodotti ludici come Fortnite e Decentraland. Nello stesso istante milioni di giocatori si ritrovano su piattaforme virtuali e condividono svago e spensieratezza, esatta mente come facevamo noi 30 anni fa al bar o nel giro della nostra compagnia di amici”. “Il Metaverso”, ha concluso il suo intervento

dal palco di Farete Savini, “è un non luogo, dove non solo ci vediamo, ma possiamo interagire, passarci gli oggetti, indossiamo i visori ed è come essere uno davanti all’al tro. Basteranno degli occhiali da tutti i gior ni, con i quali al tavolo qui con me potrò interagire con l’ologramma di una persona che è all’estero. Proiettate questa immagine in una classe dei nostri figli, dove al posto della lavagna luminosa c’è l’insegnante che mi dice ‘questa è la Terra’ e la mette sul ta volino, pensate alla stessa cosa fatta con un dinosauro, un’astronave, il nostro corredo genetico. Insomma, avete certamente capito che di Metaverso ne sentirete parlare sem pre di più e in un modo o nell’altro anche le vostre aziende dovranno fare i conti con quest’onda tecnologica”.

Per i prossimi anni, Boston Consulting Group stima un valore del Metaverso tra i 250 e i 400 miliardi di dollari. Il mercato è principalmente composto da quattro ele menti: l’economia degli asset virtuali, per cui un numero crescente di beni virtua li sarà creato da singoli utenti e scambiato tra utenti e aziende (si prevede che il valore delle transazioni per gli asset virtuali, data la loro volatilità, sarà compreso tra 150 e 300 miliardi di dollari entro il 2025); il mercato di hardware e software di realtà aumentata, virtuale e mista che, da quasi 50 miliardi di dollari, sarà equamente suddiviso tra acqui renti consumer e aziende per il 2025; infine, dall’infrastruttura di rete e cloud, e dalle in frastrutture informatiche e di comunicazio ne.

Una visione più orientata al marketing è in vece quella rilasciata sempre a McKinsey Di gital da Matt Ball, uno dei principali esperti di “metaversi”, investitore e scrittore. Secon do Ball assisteremo a due fasi. Per prima cosa

vedremo più marchi, più investimenti, più fusioni e acquisizioni e più utenti in tutto ciò che riguarda il rendering in 3D e in tem po reale. Queste sono tendenze che vanno avanti da diversi decenni e non c’è motivo di credere che il tempo trascorso online, il numero di smartphone in uso e la criticità del digitale per la nostra economia si inverti ranno. Allo stesso tempo dovremo aspettarci una sorta di contraccolpo al Metaverso come tema, come caso di investimento e come punto di priorità degli azionisti, perché la narrativa, almeno nella mia prospettiva, ha superato i prodotti e i ricavi che vediamo ora. Le aziende, naturalmente, devono in vestire molto prima che arrivino entrate e prodotti. Bill Gates ha affermato di credere che nei prossimi due o tre anni la maggior parte degli incontri avverrà nel Metaverso. La realtà è che ci vorrà un decennio o più perché ciò accada.

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di GV

assemblea

La relazione del presidente Valter Caiumi

Pubblichiamo di seguito la relazione presenta ta durante l'assemblea pubblica del 7 settembre Colleghe, Colleghi, Autorità, Gentili Ospiti, Vi confesso che, preparando queste riflessio ni, mi sono chiesto quale fosse l’utile contri buto, per il territorio che rappresentiamo, in una circostanza così delicata, facendo sintesi dei principali punti.

Vorrei evitare infatti che oggi fosse, uno specchio in cui restituisco la tempesta di pa role alle quali siamo quotidianamente espo sti, a volte anche con toni inopportuni. Certo, abbiamo diversi fattori di contesto da tenere a mente prima di passare ai nostri obiettivi e alle nostre visioni.

1. Una Pandemia ancora in corso

2. Una Dipendenza Energetica dall’estero al 77%

3. Il Conflitto in Ucraina

4. L’ esplosione dei costi energetici ad un livello insostenibile e a peggiorare la si tuazione ci vengono chiesti prepayment dai 3 ai 4 mesi di fornitura per chi si trova oggi costretto ad un rinnovo un contratto di gas o energia

5. Meno 1 miliardo di euro l’export in Russia, nel 2022, delle nostre imprese associate

6. Sono 37 anni che non rilevavamo un’inflazione galoppante a questi livelli in Eurozona

7. Emergenza climatica e idrica

8. Discontinuità nelle forniture di com ponenti elettroniche e meccaniche, ed in generale di materie prime

9. Un alto indebitamento del paese Italia in Europa

In questo contesto, di cui abbiamo richia mato solo i principali punti, non è stata con sentita la continuità del mandato di Mario Draghi l’unico leader che aveva riacceso le luci sul paese Italia ridandogli il ruolo che avrebbe sempre meritato.

Sapete bene che la mia Presidenza, che mi

vede oggi per la seconda volta su questo pal co, è stata dedicata ad accelerare il business delle imprese associate, e quindi coerente al mio modo di essere, non mi soffermerò oltre su quello che ci aspettiamo dagli altri. Preferisco investire questo tempo con voi per sottolineare alcuni orientamenti al quale sia mo e/o saremo presto esposti e che ci vedo no coinvolti e connessi direttamente, anche quando pensiamo di non esserlo. Lo ritengo il modo migliore per dare seguito al mio incarico.

Come diceva Edison la visione senza esecu zione è solo allucinazione. Oggi parleremo di tre dimensioni, nell’or dine di connessione ed evoluzione che ci attendiamo: - il pianeta - lo spazio per il pianeta - e il metaverso per l’economia lo faremo come sempre con attenzione a tut ta la nostra comunità, che oltrepassa il peri metro del mondo economico e si apre alla società nella sua globalità. Partiamo dal pianeta per alcune considera

zioni strettamente collegate alla sostenibilità - nelle sue diverse priorità - persone e model li economici.

Quel click, la sostenibilità, che sarà un bian co o un nero, un nuovo gate da cui passare per continuare a viaggiare nel mondo. Quanti cambiamenti abbiamo affrontato, specialmente in questi ultimi anni?

Imprevisti rapidissimi a variabile multipla e sovrapposti, che ci hanno indotto a scelte improvvise e ad accelerazioni impensate. Qual è il tema di oggi?

Il nostro territorio, fortemente manifattu riero, ci invita più che altrove, a reagire allo stimolo di una crescente sensibilità, a strut turare e consolidare percorsi di implementa zione con obiettivi precisi.

Si tratta di un passaggio già deciso, possia mo essere tra i primi, a farne un criterio di selezione per le scelte: dei partner, dei fornitori, delle collaborazioni, e coglierne l’opportunità. Oppure attendere. A noi la scelta. È indubbio che la morfologia del territorio manifatturiero, il suo uso intenso, ci impon gono un’attenzione per averne sempre più

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cura, per viverlo bene e in ultimo lasciarlo meglio di come lo abbiamo trovato alle fu ture generazioni.

La Sostenibilità ha già introdotto nuove re gole di mercato e di cittadinanza, ben più forti di qualsiasi regolamento normativo, che riguarda tutta la società. Nel mondo economico, come ben sappia mo, a partire dai nostri clienti, dal mondo del credito, i segnali si stanno moltiplicando e sono ormai a frequenza continua. Si tratta quindi di una certezza, in particola re per noi che siamo con oltre duemila sedi nel mondo presenti in più di 95 paesi.

È un’evoluzione che va alimentata correg gendo eventuali pratiche inadeguate alla consapevolezza dell’oggi, ma senza demolire il lavoro fatto sino ad ora.

Perché se così fosse, rinnegheremmo i pro gressi delle passate generazioni e non darem mo il giusto riconoscimento a tutti coloro che ci hanno permesso di essere il territorio che oggi siamo.

Al contrario dobbiamo partire dal punto in cui i nostri nonni e genitori ci hanno portato per proseguire la staffetta del miglioramento continuo a cui siamo abituati.

È la sfida del passaggio intergenerazionale di molte nostre imprese.

Dobbiamo anche noi fare il nostro passag gio, e possiamo farlo perché le sensibilità in questi anni hanno messo a frutto percorsi di perfezionamento della qualità della vita nelle nostre aziende e non solo.

Nuovi modelli di lavoro, miglior canaliz zazione delle intelligenze nei processi pro duttivi con l’automazione dei percorsi più ordinari, una sollecitazione continua della creatività manifatturiera a produrre beni sempre più performanti, ergonomici da con segnare nel mondo.

Partendo da qui, se nelle varie evoluzioni in dustriali abbiamo conseguito la performance e la flessibilità e poi l’ergonomia, oggi dob biamo crescere integrando anche la Sosteni bilità. Anche, non solo.

Per noi manifatturieri, vuol dire creare pro dotti sostenibili e recuperabili realizzandoli in modo sostenibile.

Come?

Con attenzione a persone e modelli econo mici.

Le persone

Nel mondo delle imprese e del lavoro in ge nere, spesso ci si concentra sul tasso di disoc cupazione, per trovare un indicatore di qua lità. Più è basso meglio si sta. Non basta più. Aggiungo che le misure messe in campo ne gli ultimi anni, non sembrano concepite né per una continuità del lavoro nel lungo pe riodo, né per un’attenzione alla sua qualità, ma spesso sono utili a colmare, in apparenza, emergenze del momento.

Con un primo rischio: quello di perdere de finitivamente la fiducia dei giovani nel paese. Dobbiamo recuperare il tempo perso con la pandemia per avvicinare ancora di più le diverse generazioni negli ambienti di lavoro, tornando a ricreare le comunità che si con frontano e frequentano, e che sono alla base dei percorsi di crescita umani e professionali di ogni individuo. Non si fa comunità dietro uno schermo.

Dall’altro lato dobbiamo mettere in discus sione, migliorandoli e rendendoli attrattivi tutti i percorsi di crescita e di educazione alla formazione dei nostri ragazzi.

Se non lo faremo, ci ritroveremo una genera zione che deve entrare nel mondo del lavoro apatica e sfilacciata.

Abbiamo dovuto gestire un’emergenza, i modelli di reazione del 2020 e del 2021 non possono oggi essere normalizzati all’ordina rio, questo vale nelle imprese, nelle scuole, nella comunità.

La salvaguardia della società e dei nostri di ritti si basa su un lavoro attivo, dove le rela zioni ne sono parte fondante, e dove deve prevalere il fare all’attesa di trovare il lavoro che piace di più, accontentandosi intanto di un reddito di sussidiarietà.

Questo ci aiuterà ad avvicinare i 7mila under 29 che non studiano e non lavorano, e che oggi vivono tra Bologna, Modena e Ferrara, ad opportunità migliori per il loro futuro.

Vorrei ricordare che il primo articolo della nostra costituzione parla di lavoro. Perché i nostri ragazzi oggi non parlano prioritaria mente di questo?

Oggi parlano forse anche di lavoro, certa mente insieme a tanto altro.

Ma noi sappiamo che se non costruiamo insieme ai giovani una società, dove queste generazioni tornano a percepire la centralità della comunità del lavoro, nel medio lungo periodo le loro insicurezze e instabilità, sa ranno tali da restituire a loro stessi una so cietà fragile e statica.

Cosa possiamo fare per tracciare questa linea di tendenza che è stata drasticamente accen tuata dalla pandemia?

Quanto è importante? È vitale.

E lo sappiamo bene noi, che cerchiamo di costruire insieme percorsi di formazione, orientamento e stimolo, che ci fanno rag giungere ogni anno più di 10 mila studenti di ogni fascia di età.

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Le imprese di domani devono avere i conno tati necessari ad una nuova concezione di ciò che oggi chiamiamo lavoro, e che interpreta il loro percorso di carriera: la ricerca, la for mazione, il fare.

Sempre più queste tre parti dovranno essere connesse per rappresentare in impresa le fu ture generazioni.

I migliori studenti e le migliori studentesse oggi e manager domani dovranno essere co stantemente in formazione, costantemente in esplorazione in un contesto che ha biso gno di risposte sempre nuove e rapide.

Non è più possibile prevedere, per ora e per molti anni le tante variabili in gioco, si ridu ce la visibilità e la capacità di fare previsioni, ci restano solo gambe e intelligenza. E noi imprenditori per quanto tanto ab biamo fatto, sulla reale applicazione della formazione in azienda, anche e soprattutto i migliori dovranno fare ancora di più, per quel ruolo di esempio che fungono per la società.

L’asset del capitale umano e la sua costante formazione sono elementi imprescindibili di una società economica all’avanguardia in grado di rispondere attivamente a tutti gli stimoli e sollecitazioni che abbiamo e che avremo.

Non è il tema di quando e se farla, di limi tare le ore durante il periodo di lavoro, di scegliere le migliori offerte: il passaggio è

più profondo, deve diventare un elemento imprescindibile e costante delle agende dei collaboratori e dei budget delle imprese, a prescindere dalla dimensione.

D’altro canto, c’è un aspetto motivaziona le delle persone, lo studio è dentro e fuori dall’ambito del lavoro, serve a mantenere vivo l’interesse, la creatività per il proprio ruolo.

Per questo è importante avere strumenti mi sti in presenza e da remoto.

Per questo con il nostro portale di e-lear ning Study in action che può ospitare sino a 70mila utenti in formazione continua ogni anno, stiamo continuando ad inserire nuovi percorsi e daremo nelle prossime settimane la possibilità alle imprese di creare percorsi a premialità.

Un Sistema Premiante, che permetterà di incentivare uno sforzo collettivo verso l’au toapprendimento e l’accrescimento del pa trimonio di competenze, dove ciascun’azien da potrà implementare il proprio schema inserendo la formazione all’interno del suo percorso di premialità.

La sostenibilità passa da una cultura della comunità e dalla cura della sua intelligenza. Non c’è scusa di dimensione, di tipologia di business, non si accettano giustificazioni. Non pensiate di essere in anticipo, ma credo che attivandoci oggi, con la giusta intensità, siamo ancora nel tempo del recupero; grazie

anche agli strumenti che vi abbiamo messo a disposizione.

L’innovazione della formazione sta nel pas sare da un modello di dare e ricevere tra im presa e lavoratore, ad un modello aperto di dare formazione alla comunità più allargata. E su questo nel nostro territorio abbiamo esempi virtuosi.

I modelli economici

Una grande opportunità di crescita culturale. Come possiamo far crescere le nostre impre se? Perché dobbiamo crescere?

Sì, tutti.

Non solo le piccole, il messaggio è per tutti, perché anche il più grande di noi non ha la giusta dimensione nel mondo e quindi è a rischio.

Se le grandi devono diventare più grandi, le piccole devono diventare meno piccole. Anche noi, come associazione, dobbiamo potenziare le leve per continuare ad accelera re il business delle nostre imprese.

Come Confindustria Emilia nei prossimi mesi avvieremo con i principali operatori del settore un punto di contatto, aperto a tutti, per potenziare le comunicazioni su opportu nità di crescita delle pmi.

Le piccole e piccolissime imprese non inte ressano, spesso, al mondo della finanza dei private equity, ma custodiscono parti di conoscenza manifatturiera vitali per l’inte ra filiera; ed hanno contribuito negli anni a tanti passi di ricerca collaborativa, spesso inconsapevole allo stesso territorio che ne ha beneficiato.

Efficientare le filiere può voler dire anche unirsi lungo la filiera stessa.

In tanti raccontano di noi, dei nostri risulta ti, ma non è sufficiente, se vogliamo conti nuare ad ampliare il gap è ora di accelerare e performare, per strappare nuove posizioni, e crescere.

E con altrettanta onestà va riconosciuto il fatto che il risultato che, come imprese, por tiamo a casa è frutto di un consolidamento anno per anno, di generazione su generazio ne.

La nostra regione per storia economica e sociale è da esempio per il Paese. Abbiamo lavorato intensamente per questo, e siamo consapevoli di ciò che siamo.

La nostra distintività è data dall’heritage di lunghissima data, passato nelle generazioni;

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dalla ricerca di profondità nell’estensione del le nostre filiere, nelle loro applicazioni, coniu gata ad un’attenzione della qualità della vita, della cultura, dello spontaneo impegno per il sociale e per il territorio.

La nostra distintività è la capacità di combi nare storia e innovazione.

Come vogliamo marcare il nostro posiziona mento oggi e nei prossimi anni?

È con l’eccellenza che guadagniamo il nostro traguardo.

Se mettiamo su un asse di partenza le pre cedenti generazioni e guardiamo due asset importanti del nostro territorio, proviamo a vedere cosa è successo.

La Formazione

Restituiamo certamente alla prossima gene razione una fotografia migliore. Alcuni passi in avanti importanti di collegamenti inter ateneo, di scuole di specializzazione, di un maggior fermento di laboratori misti univer sità e imprese, una sostenuta politica di orien tamento.

Da ultimo una maggior consapevolezza della loro utilità per il sistema economico.

Ma abbiamo molti punti aperti: ancora trop po basse le soglie di accesso nelle lauree scien tifiche, il mondo delle imprese ha bisogno di molti più laureati.

La mobilità

Se plaudiamo al collegamento dell’alta velo cità su buona parte della nostra penisola, che

ci consente di valorizzare la nostra centralità geografica, non siamo certamente altrettanto soddisfatti di come Verona ha scalato il traf fico merci relegando l’Emilia e Bologna in quarta fila; e anche sull’aeroporto, non pos siamo rilevare miglioramenti.

Sollecitiamo una politica di investimenti ra pida, e sequenziale negli anni, concentrata su entrambe le infrastrutture, interporto e aero porto, affinché possano rispondere alle attese e agli standard del nostro territorio. Ricor diamoci che dobbiamo partire attrezzati per la lunga stagione di cantieri aperti che tutti ci auguriamo ma che comunque impatteranno sulla quotidianità di chi vive e di chi passa da Bologna.

Infatti, dopo quasi 40 anni partiranno i la vori del passante nord, un’opera importante che dobbiamo però gestire con responsabi lità, programmazione e tempi certi per dare l’opportunità di ridurre al minimo i disagi che inevitabilmente ci saranno.

Infine, parlando di modelli economici, ci sono già diverse aziende carbon free e tutti saremo indirizzati a lavorare con queste real tà. E chi oggi ci sta solo pensando dovrebbe agire.

Chi arriva prima coglie un’opportunità di cambiamento che è strettamente connessa ad una crescita del vostro business sicura per almeno i prossimi 5 anni.

Il focus sulla sostenibilità passa anche dalla

circular economy.

Di fronte ad un contesto geopolitico par ticolarmente critico che sta rendendo, se possibile, sempre più complesso il proble ma dell’aumento della domanda di materie prime e la conseguente scarsità delle risorse disponibili, la transizione verso un modello economico “circolare” rappresenta, per le imprese e le proprie filiere, un obbligo per continuare ad alimentare la crescita e lo sviluppo, in alternativa all’attuale modello lineare.

Per questo motivo Confindustria Emilia ha deciso di attivarsi lanciando l’iniziativa Albo Circular: un progetto rivolto alle imprese e dedicato interamente all’Economia Circo lare, che potrete vedere da oggi sulla nostra piattaforma digitale.

L’Albo Circular è una piazza aperta, ed in continuo aggiornamento, pensata a suppor to di tutte le imprese che offrono o stanno cercando soluzioni “circolari” per il proprio business, come ad esempio fornitori di servi zi di riciclo, acquirenti di scarti di lavorazio ne e fornitori di materie prime secondarie, con l’obiettivo di rendere i propri servizi, prodotti e processi produttivi più sostenibili sia dal punto di vista economico che am bientale.

Questo però vuole essere solo un punto di partenza. Nei prossimi mesi la piattaforma sarà arricchita di nuove funzionalità, legate al rilascio di un osservatorio permanente di dati e buone pratiche delle nostre imprese,

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con l’obiettivo di creare un portale sempre più fruibile a 360° su questo tema. Stiamo lavorando anche per tradurre in numeri gli sforzi che le imprese del nostro territorio hanno fatto e stanno continuando a fare sul tema della Sostenibilità generando da un lato un Report di sintesi da condivi dere pubblicamente e che possa dare nuo vi spunti a tutti gli Stakeholder coinvolti, dall’altro una scheda sintetica per ogni sin gola realtà aziendale utile per un benchmark e per iniziare la fase di avvicinamento ad una reportistica più adeguata per le nostre PMI.

Infine, consentitemi sul tema Ambiente e sostenibilità una sollecitazione alla nostra regione perché stimoli e accompagni una corretta politica energetica alternativa. Questi ultimi anni hanno inflitto all’Europa uno shock energetico che stiamo pagando tutti, cittadini e imprese. Tra le cause oltre alla ripresa economica post covid, e al con flitto in corso c’è una transizione mal gover nata verso le energie rinnovabili dove eolico e solare, la scienza ci dice che non saranno sufficienti a sostenere il carico dei consumi. È quindi necessario capire cosa fare in ag giunta a ciò che già è stato fatto. Alcuni paesi nel mondo stanno investendo nel nucleare di IV e V generazione, molto più sicuro di altre forme di energia e che ga rantisce emissioni zero. Non esiste una seria obiezione scientifica al nucleare, ci sono pre

occupazioni, angosce comprensibili ma non razionali.

L’Unione europea sta cercando, non sen za difficoltà, di aprire un canale su questa energia, invitiamo gli esperti a non esclude re anche questa via e vorremmo che l’Italia avesse un ruolo forte all’interno del dibattito europeo.

Passando alla seconda dimensione, lo Spazio per il pianeta.

Una dimensione che è sempre più correlata per innovazioni, processi alla diffusione di tecnologie per il pianeta, la sua sostenibilità e per la sua economia.

Alcuni dati.

Il mondo raggiungerà 4 trilioni di dollari al 2030, per poi crescere a 10 trilioni nei suc cessivi dieci anni. Vi sto parlando dell’eco nomia collegata allo spazio.

Una parte consistente della Space Economy sarà figlia dell’integrazione fra le tecnologie dell’ambito space e di quelle della Digital economy e dell’lct, attraverso l’uso di piatta forme software e applicativi di nuova gene razione nonché della stessa intelligenza arti ficiale, del machine learning, dell’internet of things - per citarne alcuni – il tutto facendo leva sulle infrastrutture di telecomunicazio ni, in particolare quelle della quinta gene razione mobile (5G), e delle sue evoluzioni. Un mercato potenziale da trilioni di dollari.

L’Italia vanta, sulla filiera spazio, un ecosiste ma industriale di tutto rispetto: sono circa 300 le aziende, con un giro di affari annuo di 2 miliardi di euro.

Il mercato, inoltre, si sta evolvendo velo cemente con la discesa in campo di nuovi attori, al fianco dei colossi tradizionali dello Spazio.

È dallo spazio che arriveranno molte inno vazioni, che ci consentiranno di migliorare i nostri modelli economici rendendoli più sostenibili, più prossimi alla cultura del re cupero, del ricircolo, dello spreco zero.

Anche sulla connettività, avremo delle tec nologie che permetteranno di ridurre i tem pi per collegare anche e in particolar modo, i territori in via di sviluppo, con nuove appli cazioni, passando dallo spazio, senza riper cussioni sul suolo.

Nello spazio ci saranno servizi che inconsa pevolmente utilizzeremo in molti. Ci sono quindi nuove opportunità di business che si aprono e che presidieremo. Con la forma zione di un gruppo di lavoro dedicato, che ci auguriamo arrivi presto alla massa critica necessaria per dargli la forma di filiera, pas sando magari da un’integrazione su più ter ritori.

Accanto a questa economia sappiamo che il valore dell’e-commerce ha raggiunto i 26,6 trilioni di dollari a livello globale nel 2019, pari a circa il 30% del PIL mondiale. Misurare l’impatto dell’economia dello spa

zio e del digitale è essenziale per compren dere i trend della futura economia nel suo insieme, anche a livello internazionale.

Queste due dimensioni stanno profonda mente influenzando la rivoluzione tecnolo gica in corso.

E veniamo quindi all’ultima dimensione: il metaverso per l’economia.

Secondo molti studi, l’uso della tecnologia digitale sta cambiando sia come, sia cosa i paesi commerciano, e contribuisce a una crescente competitività.

Sebbene la trasformazione digitale stia aprendo nuovi mercati e stia sostenendo una nuova ondata di globalizzazione, ha anche reso il commercio internazionale più com plesso, richiedendo alle imprese di impiegare capacità organizzative specifiche e nuove. Inoltre, le barriere e le politiche che influen zano il grado di apertura e l’accessibilità di questi mercati sono diverse dalle barriere tradizionali e nuove tipologie di flussi come quelli di dati transfrontalieri possono solle vare nuove questioni quando si fa riferimen to alla “protezione del dato”. Il mercato globale è ancora in via di trasfor mazione e definizione.

Pur offrendo notevoli opportunità di cre scita, per funzionare correttamente, come qualsiasi altro mercato, necessita di regole, dal trattamento fiscale al passaggio dei diritti di proprietà, solo per citarne alcune, che sia no condivise tra paesi.

Solo 12 mesi fa il concetto di Metaverso era percepito come una effimera idea, poco comprensibile, di qualche imprenditore ol tre oceano.

In un solo anno la parola dai significati di versi e indeterminati ha scalato le classifiche dei temi più parlati e aggiungo andrà di pari passo con una sempre maggior attenzione al mondo delle criptovalute che fino a ieri era ad esclusivo uso di una nicchia di mercato e di persone.

Cosa faremo su questo Metaverso, come potrà essere utile al nostro business o come dovremo gestirlo per crescere? Sono temi aperti.

Una cosa è certa.

Sino a pochi anni fa tra il parlato e l’agito dei nuovi concetti passavano almeno 5-10 anni. Oggi siamo al brevissimo termine di meno di 12 mesi. Quindi nel nostro ruolo

di anticipatori di stimoli e riflessioni, era doveroso portare il tema all’attenzione della comunità.

Sebbene sia ancora agli inizi, proprio come con l'arrivo dell’iPhone nel 2007, le appli cazioni cresceranno man mano che cresce l’esperienza dell’utente finale: consumatore o impresa che sia.

Quando è stato lanciato lo smartphone non sapendo quanto sarebbe diventato centrale nelle nostre vite, abbiamo passato qualche anno, non più di un paio per la verità, con il doppio binario dell’utilizzo. Già da diversi anni, con il telefono compiamo più o meno consapevolmente molte azioni di vita quoti diana e il percorso è tutt’altro che compiuto.

In poco meno di 10 anni si è fatta una pro fonda evoluzione.

La chiave del metaverso sta in un nuovo en nesimo cambiamento culturale del business e dei consumatori, che incorpora e incorpo rerà elementi di eventi sociali multiutente, insieme alla capacità di effettuare transazioni commerciali fisiche e digitali.

Il web non cresceva più alla stessa velocità, il salto del metaverso è paragonabile ad una rivoluzione industriale del mondo digitale: creatori e sviluppatori stanno volgendo la loro attenzione alla produzione di enormi volumi di nuovi contenuti accessibili e uni ci, da destinare a community ben precise di persone.

È il contenuto e la sua unicità ciò che conti nuerà ad attrarre l’attenzione di nuovi uten

ti.

È di contenuto unico, che sono pieni i nostri territori e le nostre comunità.

Un vantaggio competitivo importante da gestire con oculatezza nella scelta di cosa, come, e con chi condividere.

La formazione e la consapevolezza delle pro prie priorità d’azione faranno la differenza tra utilizzare questa nuova dimensione di tecnologia o subirla.

Molte aziende sono più pronte di quanto potremmo pensare.

Alcuni si avvicinano già allo sviluppo del prodotto in un modo digitale, creando e te stando prodotti “gemelli digitali” in ambien ti virtuali molto prima che inizino i lavori per creare la cosa reale.

Una chiave a multipla apertura che può toccare molti ambiti: gli ambienti virtuali si stanno rivelando un modo eccellente per si mulare processi aziendali prima che vengano implementati, formando la propria squadra di collaboratori in modo estremamente fles sibile.

Le aziende, per esempio, possono vedere in tempo reale come i prodotti e le parti si muovono lungo una catena di fornitura o negli hub logistici, si spreca meno, si guada gna di più in tempo ed efficacia.

È inutile sottolineare le conseguenze positi ve in termini di efficienza, consumi e preci sione che si possono raggiungere con questi percorsi.

Con il metaverso, i mercati si apriranno

esponenzialmente fino a raggiungere nuovi miliardi di persone, con una corrispondente proliferazione della generazione di contenuti e delle attività commerciali.

Un design etico degli sviluppi del funziona mento del metaverso, così come una rego lamentazione, sono però azioni necessarie per limitarne le evidenti distorsioni che un lasciar fare troppo a briglie sciolte compor terebbe.

Ci mettiamo in agenda sin d’ora la promessa di rilasciare un punto di supporto associati vo di orientamento per le imprese nei pros simi sei mesi.

Ma tornando al tema dei contenuti e del

la centralità, di chi ha in sé valori e temi da porre a favore dell’intera comunità. È evidente che per il patrimonio informa tivo che rappresentiamo come associazione, in termini di benchmark e non solo, stante la centralità della nostra manifattura, la forte vocazione all’export che ci consente di essere sempre connessi in un network dove aziende brand leaders si collegano a tutta la filiera, siamo per definizione soggetti chiamati re sponsabilmente a guidare in parte questa progettualità per quel che ci compete. Per questo come territorio vogliamo iniziare a cimentarci anche su questa dimensione, che vuole dire prima di tutto progettare un

ambiente per la comunità, dargli un’identità digitale, per inciso, abbiamo già registrato il dominio confindustriaemilia.eth, per poi animarla con contenuti e interazioni da con dividere in primis facendo base sulle nostre 20 Filiere.

Perché se è vero che siamo il cuore della ma nifattura in Europa, è altrettanto vero che questa dimensione digitale consentirà ai no stri presidenti di filiera, di raggiungere con i contenuti dei loro progetti tutto il pianeta.

I sistemi chiusi funzioneranno sempre meno, perché sono le competenze delle persone che dobbiamo trattenere non le loro conoscenze. Dalla competenza delle donne e degli uomi ni di talento nasceranno sempre nuove co noscenze, questa deve essere la nostra sfida. A conclusione della relazione di questa as semblea 2022 mi viene naturale guardare alle relazioni passate, 4, 10, 20 anni fa.

Abbiamo sfide davvero imparagonabili per portata, tipologia, timing.

Per trovare un filo conduttore delle compe tenze e delle necessità a livelli di crescente pressione da 20 anni a questa parte il tema della dimensione dell’impresa è certamente critico e in questo arco temporale è passato da un’opzione possibile ad una necessità im prorogabile.

L’arrivo del digitale, le convergenze settoriali e le nuove tecnologie che si aggiungeranno creano un’ulteriore barriera alla piccola di mensione, data dagli investimenti in ricerca e Sviluppo, in formazione, dalle politiche di attrattività delle competenze, alla possibilità di raggiungere e consegnare al mercato in tempi sempre più flessibili e rapidi.

Interrogarsi da subito su quale futuro dare alla propria azienda per i prossimi 10 anni e quali azioni compiere già oggi per allora è il miglior contributo etico che ogni imprendi tore e imprenditrice può dare alla comunità di cui fa parte.

Non ci stancheremo mai di dirlo, la conti nuità dell’impresa, preferibilmente a guida Italiana, è un dovere per il valore che essa stessa genera a beneficio di tutti coloro che vivono nella nostra Emilia.

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Estense 2022, a Ferrara con le grandi firme del giornalismo italiano

Marzio Breda, Dacia Maraini, Maurizio Molinari e Mirella Serri sono gli autori dei quattro volumi che si contendono la 58a Aquila d’Oro. A Giovanna Botteri il 38° “Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione”

L’

Estense non si fer ma e continua la sua marcia di avvi cinamento all’edi zione numero 60. Quest’anno, per l’edizione 58, giungono a Ferrara le firme prestigiose di Marzio Bre da con ‘Capi senza Stato. I presidenti della grande crisi italiana’ (Marsilio), Dacia Ma raini con ‘La scuola ci salverà’ (Solferino), Maurizio Molinari con ‘Il campo di batta glia’ (La Nave di Teseo) e Mirella Serri con ‘Claretta l’hitleriana’ (Longanesi).

Il Premio Estense dal 1965 premia l’eccel lenza del giornalismo italiano e contribui sce al dibattito sull’attualità e al confronto democratico sui temi dell’agenda pubblica. A fine maggio la giuria tecnica del Premio Estense, presieduta da Guido Gentili, e composta da Giacomo Bedeschi, Michele Brambilla, Luigi Contu, Tiziana Ferrario, Paolo Garimberti, Jas Gawronski, Giorda no Bruno Guerri, Laura Laurenzi, Agnese Pini e Venanzio Postiglione, nel corso della riunione svoltasi nel prestigioso Palazzo Ro verella di Ferrara, ha selezionato i quattro libri finalisti tra i 45 titoli candidati. Il 38esimo “Riconoscimento Gianni Gran zotto. Uno stile nell’informazione” quest’anno è andato a Giovanna Botteri, giornalista triestina, stori ca inviata di guerra, che ha dato un contributo importante all’analisi del conflitto in Ucraina e dello scenario internazionale.La giuria presiedu ta dal presidente della Fondazione Premio Estense, Gian Luigi Zaina, e composta da sette imprenditori dei territori di Bologna, Ferrara e Mode na (Marco Arletti, Gianna Bigliardi, Nicola Lamacchia, Gianluca Loffre

do, Rudi Ricci Mingani, Andrea Panizza e Paolo Saini) le ha assegnato il premio con il parere favorevole della giuria tecnica.

Il “Granzotto” è stato istituito nel 1985, in memoria di Gianni Granzotto, per vent’an ni presidente della giuria tecnica del Premio Estense, e vuole premiare una personalità vivente, che operando nel campo dell’in formazione si è particolarmente distinta per correttezza, impegno e personalità. L’anno scorso a essere incoronato col Gran zotto è stato Andrea Purgatori. Alla gior nalista freelance Francesca Nava con il suo ‘Il Focolaio. Da Bergamo al contagio na zionale’, edito da Laterza, è invece andata l’Aquila d’oro 2021.

Nel pomeriggio di sabato 24 settembre al Teatro Comunale Claudio Abbado di Fer rara, il conferimento dell'Aquila D'Oro e la premiazione ufficiale di Giovanna Botteri. Il profilo dei quattro finalisti. Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera, racconta e analizza le complesse trasformazioni che hanno caratterizzato il passaggio dalla Prima alla Seconda Repub blica, fino a una Terza che stenta ancora a nascere.

Dacia Maraini, nella sua pubblicazione a metà tra prosa giornalistica e letteratura, lancia un messaggio d’amore nei confron ti della cultura e delle giovani generazioni. La scuola, ci ricorda, è la colonna vertebrale di un Paese che abbia a cuore le sorti della democrazia. Il direttore di Repubblica, Maurizio Moli nari, ci descrive l’Italia nel suo ruolo cru ciale all’interno dello scacchiere internazio nale. Luogo chiave del Mediterraneo e del passaggio tra Occidente e Oriente, l’Italia sembra essere costantemente in bilico tra tensioni e vecchie logiche corporative. Quale futuro? Molinari ce lo racconta in un saggio che ci spiega come stanno davvero le cose e quale potrebbe essere il nuovo volto dello Stivale.

Buon’ultima, Mirella Serri, docente di Let teratura moderna e contemporanea, e colla boratrice de La Stampa, TTL, Rai Storia e Rai Cultura. Con il suo libro ci offre un’im magine differente e non canonizzata di Claretta Petacci, restituendole il vero ruolo politico da lei giocato sullo scenario degli eventi che condussero il Duce dalla gloria indiscussa alla sconfitta.

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MARZIO BREDA CAPI SENZA STATO

I PRESIDENTI DELLA GRANDE CRISI ITALIANA

Accorti equilibristi o benevoli arbitri, discreti notai o decisi interventisti. Sono molti e svariati gli ‘stili di regia’ che i presidenti hanno voluto o dovuto adottare nel corso degli ultimi decenni, stretti da più parti, tra fronti esterni e interni, ed emergenze di varia natura. Ciascuno a suo modo, si sono trovati ad affrontare la Grande Crisi italiana – istituzionale, economica, sani taria, strutturale – e gli importanti cambiamenti che hanno coinvolto tanto la piazza quanto il Palazzo. È questo il filo conduttore con cui Mar zio Breda, da oltre trent’anni acuto indagatore delle dinamiche della politica italiana, raccon ta e analizza le complesse trasformazioni che hanno caratterizzato il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, fino a una Terza che stenta ancora a nascere, in assenza di soggetti che si facciano carico di una vasta e seria rifor ma costituzionale.

Capi senza Stato, cinque presidenti della Repubblica ai raggi X

Quirinalista, ovvero un esperto di fatti legati alla presidenza della Repubblica. Tra i finalisti del Premio Estense 2022 c’è anche Marzio Breda con il suo “Capi senza Stato”. La nostra intervista al giornalista di lungo corso del Corriere della Sera tra fatti e ‘off the record’ degli ultimi cinque presidenti della Repubblica.

19 articoli della nostra Costituzione sono dedicati al presidente della Repubblica. È lui la più tetragona delle garanzie per la tenuta della nostra democrazia?

Secondo i costituenti i capi dello Stato devono essere rappresentanti dell’unità nazionale e garanti della Costituzione, oltre a officiare i riti repubblicani. Per esempio, sciogliere le Camere, nominare i presidenti del Consiglio, promulgare le leggi… un ruolo ‘notarile’, con l’inquilino del Colle nella doppia veste di mediatore-regolatore, di scelte compiute comunque dal sistema dei partiti. Un ruolo rimasto imbalsamato in questa cifra minimalista fino ai primi anni Novanta. Quando tutto naufragò sotto i colpi dell’inchiesta Mani Pulite, che fece tabula rasa dei partiti, mentre l’economia entrava in affanno e la mafia attaccava il cuore dello Stato. Uno scenario cupo, che era stato anticipato con la ‘profezia della catastrofe’ di Cossiga attraverso le sue picconate. È con lui che comincia la metamorfosi dei presidenti ed è così che il Quirinale diventa la camera di compensazione delle crisi, un centro di neutralità e tutela, per un sistema scosso da una transizione ancora irrisolta. Il fatale sviluppo evolutivo ha fatto dei presidenti delle figure camaleontiche e ibride, un po’ simboli e un po’ arbitri, un po’ capitani e un po’ tutori e - soprattutto all’estero - delle autorità morali. Il loro interventismo è giustificato dal potere (non scritto) di mediazione sottinteso a una simile carica. Per venire alla sua domanda, bisogna rievocare Carlo Esposito, padre del costituzionalismo liberale, il quale sosteneva che quando il sistema si inceppa il capo dello Stato diventa legittimamente ‘il motore di riserva’ della Repubblica”

Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Mattarella. Cinque presidenti e altrettanti “stili di regia”. Un trentennio di giornalismo a contatto con la prima carica dello Stato. Come si conserva autonomia e spirito critico?

“ Per superare l’ufficialità e ricostruire, oltre alla scena, i retroscena degli eventi politico-

istituzionali, bisogna coltivare un rapporto con i consiglieri del capo dello Stato. Nelle fasi più critiche è però decisivo il dialogo diretto con gli stessi presidenti, che non è mai facile instaurare. Per fortuna io ho ottenuto la loro fiducia (in qualche caso anche l’amicizia) e ho cercato di farne un uso responsabile. Vale a dire che, quando mi veniva chiesta riservatezza, la garantivo, offrendo comunque ai lettori la genesi delle loro scelte con cognizione di causa. Senza faziosità o storture, e rifuggendo la deferenza acquiescente in cui potevo cadere”

Da quale è riuscito a ottenere il maggior numero di confidenze, seppure off the record?

Da Scalfaro e Napolitano, che furono bersaglio di dure contestazioni durante i loro mandati. Forse per questo volevano motivare dettagliatamente, nelle chiacchierate che mi dedicavano, le proprie decisioni. Ma ho avuto familiarità pure con Cossiga e Ciampi e amicizia me l’ha dimostrata anche Mattarella”

Napolitano e poi Mattarella hanno sfondato il limite del settennato. Perché proprio loro e perché nessuno prima?

“ Napolitano, nel giorno della rielezione, disse: ‘’Si è dischiusa una finestra per tempi eccezionali’’. Aveva ragione e questa frase vale anche per l’esperienza di Mattarella. Uno sguardo retrospettivo ci riporta alla mente quanto la situazione politico-parlamentare fosse paralizzata e i partiti delegittimati. Insomma, rieleggerli era l’unico modo per salvare il salvabile”.

L’elezione di Draghi al Quirinale, direttamente da Palazzo Chigi, avrebbe prodotto una torsione accettabile per il nostro sistema democratico?

“ Einaudi fu eletto capo dello Stato mentre era governatore della Banca d’Italia, ed esercitò il mandato con un’autorevolezza tale da diventare il paradigma del buon presidente. Lo stesso imprinting ebbe Ciampi: entrambi furono, a fasi alterne, degli economisti prestati alla politica. In base a questi precedenti non credo che se il Parlamento avesse votato Draghi (lui pure già al vertice di Bankitalia e poi della Bce) si sarebbe creato un vulnus per la democrazia, né che il sistema sarebbe entrato in torsione. Avrebbe certificato, questo sì, un estremo affanno della classe politica”

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Dacia Maraini: “La scuola nei momenti di crisi può fare la differenza ”

Un libro per capire la scuola italiana, ma soprattutto per spazzare via cliché e luoghi comuni.

Un messaggio d’amore nei confronti della cultura e delle giovani generazioni, che Dacia Maraini, autrice finalista del premio Estense 2022, ci consegna all’interno di un volume a metà tra prosa giornalistica e letteratura. “La scuola”, ci ricorda l’autrice, “può fare la differenza soprattutto in momenti di crisi”.

La scuola come entità salvifica di una (sempre più) scalcinata comunità nazionale. Benché sia, come istituzione, perennemente sotto tiro. Che cosa la spinge a pensare alla sua missione in termini ottimistici?

“Sono ottimista perché vado continuamente nelle scuole e vedo che tanti presidi e insegnanti si danno da fare con coraggio e generosità. Suppliscono all’assenza dello Stato che finora ha sempre tagliato e mai investito in questo settore strategico per la crescita di un Paese che si vuole definire civile”.

Scuola privata contro scuola pubblica, istruzione tecnica contro istruzione liceale. Pare che la tecnologia e la modernità siano appannaggio di una sola categoria tra quelle appena citate. Il dibattito mediatico predilige una visione strumentalmente manichea. A chi conviene di più?

“Non mi sembra che la scuola privata sia tutta puntata sulla tecnologia. Da quello che vedo io, i genitori mandano i figli alla scuola privata per ragioni di controllo e supervisione. Un controllo, è il loro pensiero, che sia capace di combattere bullismo e droga.

Ed è di tutta evidenza che questi genitori sono disposti a pagare salato per ottenere questo obbiettivo, non tanto per prepararli all’istruzione tecnica. Un bel paradosso, non crede? Questa contrapposizione stolta e pretestuosa ingrossa le file di chi vede unicamente nel pubblico il male assoluto della società italiana. Consiglierei un po’ più di cautela nei giudizi”.

Sulla scuola tutti i governi hanno provato a legiferare ma senza riuscire

a migliorarla. Mi pare che su questo punto lei sia d’accordo. Veniamo all’oggi. Qual è il suo giudizio sulla proposta di riforma Bianchi?

“Non conosco in modo approfondito la riforma Bianchi per esprimermi. Ciò che posso dire è che la tendenza degli ultimi decenni è stata di considerare la scuola un’azienda che produce dei tecnocrati. Mentre secondo me la scuola non deve produrre niente, ma solo formare dei cittadini consapevoli e responsabili, senza paraocchi, con la mente aperta e critica. La scuola, detta in altri termini, deve insegnare a pensare con la propria testa confrontandosi coi grandi pensatori del passato e con la Storia nella sua complessità”.

Ma la scuola italiana sforna davvero solo somari, citando il titolo (in chiave ironica) di una recente e bella inchiesta a puntate del Fatto Quotidiano?

“Non sono d’accordo con chi prende sul serio questa provocazione. Ci sono certamente molti somari, ma quelli ci sono sempre stati. Ci sono invece tanti ragazze e ragazzi intelligenti e vogliosi di apprendere e di capire. Sono quelli che, appena usciti dall’università, sono costretti ad andare all’estero per trovare lavoro e si guadagnano subito stima e fiducia.

Vuol dire che la nostra scuola è capace di creare donne e uomini di valore, cavalli di qualità e non somari. Semmai il problema sta nella media. Il fatto che non si investa in giovani e nuovi insegnanti, che le classi siano sempre più numerose, che si stia risparmiando sugli insegnanti di sostegno, fa sì che molti rimangano indietro. Insomma, dalle nostre scuole, abbandonate a sé stesse, vengono fuori i migliori e questo va bene per la meritocrazia, ma non va bene per la generale istruzione delle nuove generazioni”.

DACIA MARAINI LA SCUOLA CI SALVERÀ

Solferino

Come possiamo risollevare le sorti dell’istitu zione più importante per il futuro del Paese dopo una fase difficile come quella che sta af frontando? Dovremmo partire dagli insegnanti motivati e capaci che la sorreggono nono stante i molti ostacoli e dal serbatoio di vita lità degli studenti. E poi naturalmente occorre ridare all’istruzione le risorse e la centralità che merita. La scuola può fare la differenza, soprattutto in momenti di crisi. Dacia Maraini ne è convinta e lo testimonia con il suo impe gno in difesa dell’insegnamento come negli interventi scritti nel tempo e in alcuni intensi racconti raccolti in questo libro: L’esame, Il bambino vestito di scuro e Berah di Kibawa. Da sempre l’autrice si dedica al dialogo con gli studenti e con i loro docenti approfondendo modelli di apprendimento e impugnando que stioni di diritti e di riforma, e in queste pagine racconta una scuola come dovrebbe e potreb be essere, filtrata dagli occhi di scrittrice, di intellettuale civilmente impegnata e anche di docente.

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MAURIZIO MOLINARI

IL CAMPO DI BATTAGLIA

PERCHÈ IL GRANDE GIOCO PASSA PER L'ITALIA

La Nave di Teseo

Le grandi crisi globali oggi passano per l'I talia, perché è il campo di battaglia per le trasformazioni del XXI secolo. Non è la prima volta nella Storia che la nostra Penisola, nel bel mezzo del Mediterraneo, diventa l'epi centro di contese strategiche e rivalità eco nomiche, ma la simultaneità fra ricostruzione europea, populismo, affermazione di nuovi diritti, duello fra Stati Uniti e Cina, competi zione fra potenze nel Mediterraneo e ritorno della minaccia jihadista ci assegna un ruo lo inatteso sul palcoscenico internazionale. Maurizio Molinari racconta il Grande Gioco di cui l'Italia è protagonista, un paese appa rentemente diviso su tutto, che pure ha tutte le carte in regola per tornare a contare nel mondo.

Maurizio Molinari: “Così l'Italia è al centro del palcoscenico geostrategico globale ”

L’Italia, per ragioni storiche e geopolitiche, riveste all’interno della comunità internazionale una grande importanza strategica. E oggi più che mai è un ‘campo di battaglia’ e di sfida per tutto l’Occidente. Il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, con “Il campo di battaglia. Perché il Grande Gioco passa per l'Italia” ce ne spiega le ragioni profonde.

L’Italia, è la tesi del libro, è la cartina di tornasole della capacità delle democrazie occidentali di adattarsi alle trasformazioni del XXI secolo. Che cosa aggiunge lo scoppio della guerra in Ucraina?

“Aggiunge la sfida di un conflitto di tipo ottocentesco che vede la Russia perseguire con le armi la ricostruzione di una propria sfera di influenza attorno ai suoi confini al fine non solo di impossessarsi dell’Ucraina ma di ridefinire l’architettura di sicurezza europea imponendosi anche come protagonista nei mari del Sud. Ovvero, catturare Odessa per impossessarsi delle rotte che portano a Suez e Gibilterra. E più in generale del Mediterraneo. Ciò spiega il legame con i passati interventi militari russi in Georgia, Siria, Libia e Mali così come l’interesse a incalzare Nato e Ue lungo il loro fianco sud, ovvero ancora il Mediterraneo. Al centro del quale c’è il nostro Paese che acquista un valore strategico di primissimo piano perché chi controlla lo Stivale domina gran parte dello scacchieredel “Mediterraneo allargato”. È il prepotente ritorno della Storia che riposiziona l’Italia nel bel mezzo del palcoscenico geostrategico globale”.

Pandemia, guerra, carovita e un nuovo potenziale terrorismo di matrice jihadista: la coperta del benessere e della sicurezza in Europa è destinata a diventare sempre più corta?

“L’Unione europea è sempre cresciuta attraverso le crisi e questa stagione non fa eccezione. Se il Covid ha portato l’Ue a considerare per la prima volta la Salute come un tema di azione comune fra i partner, ora l’Ucraina esalta l’importanza della Difesa europea appena sancita con il debutto dello “Strategic Compass” e spinge i partner Ue ad un’altra novità senza precedenti: coordinare le proprie politiche energetiche. Se a questo aggiungiamo i progressi compiuti negli ultimi anni nella cooperazione contro il terrorismo jihadista e la necessità di adattare il Patto di Stabilità alla sfida dell’inflazione è facile arrivare alla conclusione che la moltiplicazione delle crisi sta obbligando l’Unione ad accelerare la propria integrazione su un doppio binario che il premier uscente

Draghi ha ben riassunto con l’espressione “federalismo e pragmatismo”.

Smart working e green jobs, in che modo l’Italia può dire la sua? “Con l’agenda che ha distinto il governo Draghi: varare o pianificare le riforme che più servono al nostro Paese per conquistare e mantenere la crescita dopo il pesante prezzo pagato dall’economista nazionale al Covid. Lo Smart working è un’opzione che nasce dall’accelerazione digitale che il Covid ha prodotto così come i Green jobs sono uno degli obiettivi dell’Agenda Verde della Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen. In entrambi i casi l’Italia sta dimostrando flessibilità e creatività per raccogliere queste sfide ma è evidente che le prove più difficili sono quelle che stanno per arrivare: perché la transizione ecologica impone una revisione profonda del nostro modello industriale così come lo Smart working porterà ad un ripensamento radicale delle relazioni sui posti di lavoro”.

Che campo di battaglia può essere, invece, il nostro Paese sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici?

“L’Italia è in grado di essere protagonista dell’Agenda Verde della Commissione Europea perché il suo territorio fisico ne fa una piattaforma naturale per lo sviluppo di energie alternative - eolico, solare, idrico, sottomarino - e perché c’è un grande sostegno pubblico a premiare tali politiche. Ciò che manca è invece un piano governativo per lo sviluppo di una nuova generazione di infrastrutture capaci di proteggere la popolazione, che in gran parte si trova a vivere lungo le coste e dunque è più esposta ai rischi che ciò comporta. Serve anche un potenziamento dell’istruzione nelle scuole sui cambiamenti climatici affinché ognuno sappia che cosa implicano per noi tutti”.

L’autunno che ci attende non sarà dei più semplici.

“È un autunno dove l’impatto della crisi energetica e il rischio del ritorno del Covid si sommeranno con le incertezze della guerra in Ucraina, con il risultato di aumentare l’effetto delle diseguaglianze economiche su una popolazione già afflitta da inflazione e calo delpil. È uno scenario da far tremare i polsi dove gravi crisi internazionali e incertezze interne potrebbero innescare fenomeni di protesta sociale molto seri. Per di più sullo sfondo di una situazione politica interna assai precaria, a causa di elezioni politiche che potrebbero avere un esito capace di rimettere in discussione il legame dell’Italia con l’Unione Europea”.

Clara Petacci, la biografia non convenzionale di Mirella Serri

Una rilettura non convenzionale di uno dei simboli del Novecento femminile, suffragata da documenti inediti e da una ricca messe di notizie ricavate da lettere e diari. Con “Claretta l’hitleriana. Storia della donna che non morì per amore di Mussolini” Mirella Serri ci porta indietro nel tempo su uno dei capitoli più controversi della nostra storia recente.

Nel titolo, rispetto alla vulgata tradizionale su Clara Petacci, ci sono almeno due provocazioni. Ce le può spiegare? “Dalla fine della Seconda guerra mondiale Claretta Petacci è stata il simbolo del Novecento femminile coniugato in termini di amore e morte. Il suo martoriato cadavere esposto a Piazzale Loreto ha rappresentato l’emblema di una giovane donna che decise di seguire il suo uomo, correndo assieme a lui tutti i suoi rischi e finendo sotto il mitra dei partigiani. Negli anni Ottanta persino Sandro Pertini, il valoroso comandante partigiano che aveva ordinato l’esecuzione di Benito Mussolini, condannò l’uccisione di Claretta sostenendo che era stata una donna coraggiosa e generosa. Gli storici che hanno scritto fino a oggi di Clara l’hanno trattata con paraocchi maschili e hanno considerato un’attenuante del suo filonazismo e dei suoi intrighi il suo ruolo femminile: da tempo i movimenti delle donne però combattono l’idea che il merito femminile possa consistere nel sacrificio in nome di un uomo”.

A quali fonti storiche “nuove” ha avuto accesso nella stesura del libro?

“Ho utilizzato documenti inediti e una ricca messe di notizie ricavate anche dalle lettere e dai diari di Claretta per smantellare il mito del sacrificio di Clara e ricostruirne la biografia smentendone i luoghi comuni”.

Di biografie su di lei ne sono state scritte tante. Questa, però, è forse una delle poche che ha un punto di vista eccentrico e… femminile.

“I protagonisti non sono personaggi, ma persone ritratte nella loro quotidianità. Sono un’appassionata della ricerca del particolare della vita vissuta. Penso che gli storici e i musei fino a oggi si siano scarsamente dedicati a raccontare come si viveva e quali erano le coordinate mentali in cui ci si muoveva. Così, per esempio, mi sono molto documentata sulle mogli dei gerarchi

tedeschi che li accompagnarono durante il viaggio di Hitler in Italia. Entrare nelle vite delle mogli, delle compagne dei gerarchi mi incuriosiva. Per esempio, nonostante il Reich restituisca l’immagine della famiglia perfetta, molti uomini tradivano le consorti – ed era considerato abbastanza lecito – ma anche molte donne lo facevano. E su questo si chiudevano gli occhi. Mi interessava mettere a confronto la loro vita normale con shopping, pranzi, cene e passeggiate e quella sconosciuta e sotterranea in cui lavoravano a orrendi misfatti”.

Clarice, detta Clara o vezzosamente Claretta, fu una donna cinica, crudele e sfrenata nella sua ambizione. Non proprio una martire né tanto meno una vittima. Eppure, finora è sempre prevalso una sorta di giustificazionismo di genere. Perché? “Claretta quando incontra Mussolini ha vent’anni e tra le prime cose chiede al dittatore di intervenire per aiutare il padre in un processo. Clara è sicuramente attratta dal suo amante ma contemporaneamente è assolutamente determinata a ricavare tutti i vantaggi dalla situazione di privilegio in cui si trova. Per lui sopporta tanti tradimenti – ‘ho più corna in testa di un cesto di lumache’, dice – e per sé stessa e la sua famiglia si dedica al malaffare (traffico d’oro, soldi presi dagli ebrei a cui concedeva certificati). Clara certamente non andava condannata a morte ma andava sottoposta a un regolare processo. Ma quali furono le sue responsabilità? I partigiani che la fecero posizionare a fianco del Duce non eseguirono la sentenza capitale solo per gli imbrogli da lei gestiti fin dalla metà degli anni Trenta ma soprattutto perché Clara a Salò fu la portavoce degli interessi di Hitler presso Mussolini”.

C’è un’altra donna, prendendo a riferimento quel periodo storico, che si può paragonare a Clara?

“Eva Braun, che Hitler sposò poco prima di morire, ma era molto meno intelligente e meno ambiziosa di Claretta. Il rapporto con il Duce fu una strada privilegiata per avere ricchezze e autorità. Non a caso il libro si chiama ‘Claretta l’hitleriana’: a Salò quando il Duce è stanco e provato ed è di fatto prigioniero dei nazisti, lei sposa la causa di Hitler”.

MIRELLA SERRI

CLARETTA L'HITLERIANA

STORIA DELLA DONNA CHE NON MORÌ PER AMORE DI MUSSOLINI

Longanesi

Di lei hanno detto di tutto: che era una ra gazza semplice e un po’ folle; che fu il suo amore cieco per Mussolini (da cui la sepa rava una differenza d’età di quasi trent’anni) a condurla alla morte; che era una fanatica esaltata; che era tanto bella quanto insidio sa. Ma si tratta di una Storia scritta dagli uomini. La nuova indagine di Mirella Serri offre un’immagine differente, restituendo a Claretta Petacci il vero ruolo politico da lei giocato sullo scenario degli eventi che con dussero il leader del partito fascista dalla gloria indiscussa alla sconfitta.

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premio Granzotto

Giovanna Botteri

“Il giornalismo si riappropri della sua missione”

Una laurea in Filosofia e un dottorato in Storia del ci nema alla Sorbona. Poi la grande passione per il gior nalismo con gli inizi sulla carta stampata e l’approdo in Rai. Per 13 anni è stata corrispondente di guerra, da Sarajevo all’Iraq, prima di andare negli Stati Uniti, poi in Cina e adesso in Francia. Giovanna Botteri è la vincitrice dell’edizione 2022 del premio Granzotto. “Umiliato da decenni di servili smo, nei confronti del potere politico e delle lobby, il giornalismo ha in questo preciso mo mento storico un’opportunità unica: tornare a essere credibile agli occhi delle persone. In gioco c’è la democrazia”.

Con la guerra in Ucraina (ri)scopriamo che esiste la propaganda e che del giornalismo ce n’è bisogno come il pane. “Credo che la propaganda ci sia sempre sta ta. Più sottile, subdola, meno plateale for se. Quando ero negli Stati Uniti ho seguito l’inchiesta del Congresso sulle manipolazioni degli hacker russi durante la campagna per le presidenziali del 2016. Un’operazione pensata e organizzata, che ha richiesto anni di prepa razione. La ‘macchina’ creata continua a lavo rare ancora adesso. Complice inconsapevole il social network. Uno spazio libero, senza con trollo. Con tutti i vantaggi e gli svantaggi che questo comporta. Il bombardamento di noti zie, l’infodemia che abbiamo già conosciuto durante il Covid, ha creato confusione, ed ha azzerato le certezze. Di chi fidarsi? A chi crede re? Il giornalismo serio, competente, affidabi le, trasparente entra in gioco proprio in questo momento. Umiliato da decenni di servilismo, nei confronti del potere politico e delle lobby, rovinato da protagonismi inutili, costretto a rinunciare all’approfondimento in nome della necessità di essere immediatamente fruibile, semplicistico e breve, oggi il giornalismo deve riscattarsi. Deve ritrovare il suo senso più pro fondo, etico. La sua passione. Lo so che suona retorico, e magari anche un po’ ridicolo. Ma io penso sia in gioco l’idea stessa di democrazia”.

Che cosa ci dice la vicenda della lista dei

‘putiniani d’Italia’ e del Copasir sullo stato di salute del nostro 'quarto potere'?

“Il dibattito sui ‘putiniani’, sulle ‘liste nere’, sulle prese di posizione del Copasir sugli ospiti delle trasmissioni televisive, credo sia l’esempio più evidente di quello che dicevo.

Il giornalismo non deve avere paura di affron tare tesi o posizioni diverse o opposte. Anzi. Deve spiegare, chiarire, far capire a tutti quello che sta succedendo. I miei bravi e competenti colleghi corrispondenti da Mosca riportano la propaganda russa, una posizione, un pun to di vista, che è importante da conoscere e

perché il grano è bloccato e cosa si rischia con una nuova carestia in Africa, i pro e i contro dell’invio di armi in Ucraina. Perché oltre la propaganda, i punti di vista, le risse televisive, gli interessi, le bugie e le posizioni contrastanti c’è una linea rossa precisa. Che è la realtà dei fatti. Ed è quella che noi dobbiamo sempre e comunque cercare

Se l’estradizione di Juliane Assange negli Usa e la sua condanna a 175 anni fossero confermate come ne uscirebbe il principio della libertà di stampa nel mondo occidentale?

confrontare. I miei bravi e competenti corri spondenti da New York o da Londra fanno lo stesso. Gli inviati sul campo in Ucraina ci raccontano quello che succede. L’orrore di un paese invaso, bombardato quotidianamente, dove si muore e si soffre per mano russa. E dove esiste ugualmente un controllo sulle no tizie da far uscire, una propaganda. Il giudi zio storico sui fatti è semplice. C’è un paese invaso e un paese invasore. Ai giornalisti non spetta giudicare, ma informare. Dare a tutti la possibilità di scegliere, capire fino in fondo il dramma della guerra, delle conseguenze sulla nostra vita. Chi ci legge o ci ascolta deve po ter capire il diritto alla sovranità territoriale, il riconoscimento internazionale di questo dirit to, perché si muore nel Donbass, perché sono scattate le sanzioni, se le sanzioni funzionano, perché i prezzi dell’energia stanno lievitando, perché continua a salire il costo della vita,

“La vicenda Assange è decisamente molto, molto complessa. Wikileaks ha contribuito a far chiarezza su molti aspetti oscuri della guerra in Afghanistan e di quella in Iraq. Sui rapporti fra stati, sugli interessi americani, la diplomazia nascosta. Ha anche contribuito ad affondare Hillary Clinton con le sue ri velazioni in campagna elettorale. I rapporti con la Russia, dove la gola profonda Snow den si è rifugiato, non sono ancora chiari. Né è stato mai chiarito il criterio per cui, di fronte a decine di migliaia di documenti se greti, Assange abbia scelto di far uscire alcune rivelazioni e non altre. Sono questioni che mi piacerebbe rivolgere, sempre e comunque, ad un uomo libero”.

Stati Uniti, Cina e adesso Parigi: una vita, professionalmente parlando, da corrispondente. Quali consigli a un giovane che volesse intraprendere questa specialità del giornalismo?

“Per i ragazzi che si avvicinano al giornalismo e hanno voglia di occuparsi di esteri consiglio subito di studiare. Le lingue, la storia, la geo grafia, l’economia, la finanza. E poi di tener duro, di non arrendersi, di non accettare la soluzione più facile o più evidente. Ho fatto per 13 anni la corrispondente di guerra, da Sarajevo all’Iraq, prima di andare negli Stati Uniti, poi in Cina e adesso in Francia. Spesso mi è capitato di arrivare nei posti con un’idea e di uscirne con un’altra. Questo è importante sempre per noi. Riconoscere i fatti ed accettare la realtà, anche quando fa male”.

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cultura

Festivalfilosofia, appuntamento al 2023 con “parola”

Ifilosofi, e le loro speculazioni, ma anche tante nuove performance artistiche aiuteranno a declinare il tema scelto per il 2023 dal comita to scientifico del Festival Filosofia: parola. La prossima edizione della kermesse, la 23esima, che si terrà a Modena, Carpi e Sassuolo dal 15 al 17 settembre dell’anno prossimo, ripartirà da un fulcro concettuale importante.

“Sarà dedicata a parola, per discutere la centralità del lin guaggio, della lingua e della presa di parola in un’epoca - caratterizzata dal dominio della comunicazione - che paradossalmente sembra tuttavia indebolirla”, hanno rimarcato gli organizzatori. “Si mostrerà il carattere isti tutivo e performativo della parola nei suoi vari registri, stando sul crinale tra natura evoluzionistica e carattere culturale del parlare. Tra ‘lo gos’ e fondamenti teologici, creazione di mondi istituzio nali e fantastici, la parola si rivelerà essenziale alla vita e alla convivenza, con la responsabilità che ne consegue di farne buon uso”.

A conclusione della manifestazione, il sin daco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha commentato l’edizione 2022 (incentrata sulla giustizia) parlando di “entusiasmo per le piazze e le altre iniziative, strapiene, con numeri che ricalcano assolutamente i fa sti pre-covid. Lo spirito del festival e la sua magia hanno centrato l’obiettivo ancora una volta: tanti giovani hanno riempito le piazze appassionandosi a temi difficili come quello dei diritti e inoltre si è consolidato il turi smo internazionale. Ma soprattutto Mode na, Carpi, Sassuolo, hanno ripreso il ritmo di città aperte, luoghi di contaminazione di eventi e parole: ora dobbiamo raccogliere ciò

che abbiamo ascoltato e alzare lo sguardo verso il futuro per trasformare queste rifles sioni in azioni giuste”.

Muzzarelli, inoltre, nel corso della confe renza stampa di annuncio del nuovo tema 2023, ha dedicato un ricordo affettuoso al giornalista dell’Ufficio stampa del Comune di Modena Roberto Serio scomparso pro prio un anno fa.

offerto da Confindustria Emilia, sostenitore istituzionale del festival, con la lectio magi stralis di venerdì 16 settembre di Vittorio Emanuele Parsi, “Potere e risorse. Compe tizione strategica e ordine globale”, che si è svolta a Modena in una piazza Grande stra colma.

“Le piazze erano gremite”, ha detto Anselmo Sovieni, presidente del consiglio direttivo del Consorzio per il Festival Fi losofia, “e quindi siamo tor nati alle più elevate presenze degli anni scorsi. Tantissime le scolaresche, è una consta tazione che ci soddisfa e ci riempie di orgoglio”.

“Stiamo già lavorando da tempo sulla parte strategica del termine dell’anno pros simo”, ha sottolineato il di rettore del festival Daniele Francesconi. “Grande im portanza avranno le azioni performative perché forte è la connessione tra parola e azione. La poesia a esempio sarà un ambito su cui lavo rare”.

Massimo Cacciari, anima del comitato scien tifico del festival, in linea con la sua classica verve, non si è nascosto dietro le espressioni di circostanza e ha definito il festival 2022 “l’edizione più partecipata di sempre”. L’edizione dedicata alla “giustizia”, dunque, si è conclusa con il botto e dalle prime stime successive all’evento emergerebbe un ottimo risultato in termine di affluenza, come si intuiva anche “empiricamente” visitando le piazze delle tre città. Il dato di presenze ufficiale ha sfiorato le 200mila: un ritorno all’affluenza del 2019, prima che la pandemia scombinasse i piani anche del noto e popolare evento modene se. In linea con questo trend anche l’evento

Per la fondatrice e deus ex machina del festival Michelina Borsari, “l’e dizione 2022 ci dice che siamo usciti dal momento critico: il covid ci ha impoveriti anche di parole perché non si parla da soli. Trasferire tutto online è stato di certo un arricchimento, ma anche un venir meno di parole tra noi esseri umani”.

Barbara Carnevali, membro del comitato scientifico, ha concluso sintetizzando così: “Le parole comandano, ordinano, appassio nano, tradiscono, ingannano e non è facile comprendere se le proprie parole sono capite dall’altro col significato che noi desideria mo quando le emettiamo. Quella dell’anno prossimo è una grande sfida perché ci inter rogheremo sulla specificità della natura uma na, il linguaggio”.

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di GV

associazione

La sede di via Bellinzona riapre alle imprese

È

stata inaugurata lo scorso 13 settembre la nuova sede completamente ristruttura ta di Confindustria Emilia in via Bellinzona 27/A a Modena.

A fare gli onori di casa il presidente di Con findustria Emilia Valter Caiumi, il sinda co di Modena Gian Carlo Muzzarelli e il presidente della Camera di Commercio di Modena Giuseppe Molinari. La struttura, completamente riqualificata con una particolare attenzione alla qualità degli ambienti di lavoro, oltre agli uffici di Confindustria Emilia ospita anche la sede e le aule di Nuova Didactica, la scuola di Management e di Alta Formazione dell’As sociazione, e quella di Confindustria Servi zi Emilia, la società di servizi specializzata nell’elaborazione di buste paga e nell’am ministrazione del personale. In totale sa ranno un’ottantina le persone che lavore ranno all’interno della sede.

Grazie alla moderna opera di ristrutturazio ne sono stati recuperati 500 metri quadrati destinati alle varie attività dell’Associazio ne, passando così da 2.000 a 2.500 metri quadrati di superficie utile; senza tralasciare un aspetto importante: la struttura rinno vata rappresenta un nuovo modello di so stenibilità grazie anche a un impianto foto voltaico di ultima generazione e a moderni sistemi per la produzione di energia. “Questa sede vuole essere un esempio vir tuoso di come poter rappresentare, ospitare e accelerare il business delle nostre imprese: una struttura dove si parleranno le lingue del mondo, su cui convergeranno tutte le nostre sedi operative dell’area modenese, dai nostri servizi alle imprese, dalla forma zione alle paghe. Qui, avremo strumenti adeguati per chi deve supportare le imprese e per le imprese stesse, proiettate nell’era digitale”, ha sottolineato il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi, du rante il taglio del nastro.

Colonnine elettriche per auto e spazi di car sharing sono solo alcuni dei servizi che ver ranno messi a disposizione di tutte le azien de nei nuovi spazi di via Bellinzona, oltre a un modernissimo Auditorium e a diverse sale multimediali, dotate dei più avanzati sistemi tecnologici per videoconferenze per rendere sempre più questa sede “la casa del le imprese”, un luogo aperto, dinamico e altamente tecnologico a supporto di tutti gli imprenditori.

Per informazioni e prenotazioni Auditorium e sale contattare: Tirza Purpura email: t.purpura@confindustriaemilia.it Tel. 059 448319

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di Laura Ansaloni

formazione

Da tutta Italia per diventare ambasciatori dell’approccio STEAM

Si è conclusa lo scorso luglio la seconda edizione della scuola estiva Masterclass for STEAM, dopo un programma preliminare online e una settimana di attività in presenza tra l’Opificio Golinelli e il Liceo STEAM International di Bologna

LA

S

ono stati 22 i docenti pro venienti dalle scuole secon darie di primo e secondo grado di tutta Italia, sele zionati tra 175 candidati, che dal 18 al 22 luglio scorsi hanno par tecipato alla seconda edizione della scuo la estiva Masterclass for STEAM. Il percorso formativo residenziale di ec cellenza, ideato e promosso da Confin dustria Emilia Area Centro e Fondazione Golinelli, è nato con l’obiettivo di avvia re un’esperienza di formazione continua dei docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado per la diffusione delle materie STEAM (Science, Technology, Engineering, Art, Math) nella didattica ordinaria e la creazione di una comunità di insegnanti a livello nazionale.

L’idea alla base del progetto è infatti quella di preparare i partecipanti, inse gnanti di area scientifico-tecnologica e umanistica provenienti da tutta Italia, a una progettualità didattica esperienziale, interdisciplinare e coinvolgente, alline andola alle migliori esperienze interna zionali e, in un secondo momento, dare avvio a programmi di formazione tra pari affinché i docenti condividano in modo sistematico metodologie, esperienze e spunti per l’innovazione delle pratiche scolastiche.

Nell’edizione 2022 gli insegnanti hanno lavorato, tra lezioni ispirazionali, work shop tecnologici e laboratori condotti con un approccio esperienziale e coinvol gente, su intelligenza artificiale e rappor to uomo macchina, gioco e gamification, narrazione e linguaggi, co-progettazione e progettazione empatica di esperienze,

sostenibilità e open schooling, inclusio ne e personalizzazione, dati e visualiz zazione. Ospiti internazionali di questa edizione sono stati Louise Archer, pro fessoressa di sociologia dell’educazione all’University College London e ideatrice con il suo gruppo di ricerca dello Scien ce Capital, argomento alla base della sua lezione, in un dialogo con i partecipanti sui modelli di coinvolgimento nelle STE AM volti a rendere i percorsi di forma zione di ragazze e ragazzi più inclusivi e motivanti, e David Stroupe, biologo di formazione, professore associato presso il Dipartimento di Teacher Education della Michigan State University negli Stati Uniti e direttore dell’area di ricerca applicata STEM Teacher Education del

CREATE for STEM Institute. In parti colare, nel suo intervento, Stroupe si è confrontato con i docenti sul tema dell’e quità nelle dinamiche di insegnamento, partendo dal modello della classe come comunità di ricerca scientifica. Tra gli elementi di dibattito anche l’ingiustizia epistemica, quella serie di atteggiamenti che non considerano adeguatamente i punti di vista degli studenti perché scien tificamente errati o di ostacolo alle prati che di insegnamento canoniche. “Anche quest’anno Confindustria Emilia ha sostenuto il progetto Masterclass for STEAM insieme alla Fondazione Goli nelli. Siamo molto soddisfatti dei risul tati raggiunti sia in termini di partecipa zione che di programmazione di questa

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di

seconda edizione”, dichiara Tiziana Fer rari, direttore generale di Confindustria Emilia. “Riteniamo che la cultura tecni co-scientifica e le materie STEAM deb bano trovare un ruolo centrale all’interno del percorso di formazione dei ragazzi per sostenere e continuare a sviluppare le im prese del nostro territorio”. “Nuove imprese e nuovi mestieri saran no necessari in futuro per portare inno vazione in contesti aziendali nazionali e internazionali”, sottolinea Antonio Da nieli, vicepresidente e direttore generale di Fondazione Golinelli. “La scuola rive ste in questo processo un ruolo chiave nel fornire a studentesse e studenti quel ba gaglio di conoscenze necessario non solo per affrontare il futuro, ma per costruirlo. Rendere i giovani capaci di immaginare e creare innovazione è la vera sfida. Diven ta quindi fondamentale formare i docenti che, nel fare proprio un approccio olisti co alla cultura, potranno diventare dei veri mentor. Con Masterclass for STE AM, nato dall’alleanza con Confindustria Emilia Area Centro, ci muoviamo in que sta direzione, dando ai partecipanti gli stimoli e gli strumenti metodologici per ideare, avviare e gestire percorsi trasfor mativi nelle proprie scuole, diffondendo l’approccio STEAM alla didattica e coin volgendo alunni e colleghi in un progetto che contribuisce allo sviluppo del sistema scolastico nel segno dell’interdisciplina rietà e dell’innovazione”.

Da settembre a dicembre 2022 infatti i partecipanti, partendo dal proprio con testo scolastico, supportati da strumenti specifici e dai formatori, svilupperanno delle attività di formazione tra pari che coinvolgeranno almeno altri 200 inse gnanti in tutta Italia, e metteranno a punto progetti sperimentali per gli stu denti. Diventeranno così veri e propri ambasciatori dell’innovazione e di un nuovo modo di fare didattica, promuo vendo la diffusione nelle scuole italiane dell’approccio STEAM come strumen-to per favorire una didattica interdisciplina re e integrata, capace di stimolare negli studenti creatività, pensiero e spirito cri tico, capacità di gestire problemi com plessi, intraprendenza e autonomia.

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news emilia

IN RICORDO DEL NOSTRO GIOVANNI BARTOLOTTI mento, poco prima di mancare. Nell’associazione degli industriali emiliani ha ricoperto ruoli di responsabilità in vari ambiti: responsabile dell’area Ambiente e si curezza, poi direttore dell’area Organizzazione, IT e Servizi di staff, oltre che amministratore delegato di Nuova Didactica, la scuola di Management e formazione dell’associazione. In questo lungo periodo si è guadagnato il rispetto e la stima di una moltitudine di imprese con cui ha lavorato, anche in momenti di enorme difficoltà come il terremoto del 2012.

Una quercia che porta il suo nome per ricorda re il nostro collega e amico Giovanni Bartolotti, che una malattia implacabile ci ha fatto man care, in un soffio e troppo presto. La quercia, crescendo, sarà ben visibile, vicina all’ingres so della “casa” completamente ristrutturata di Modena di Confindustria Emilia, una testimo nianza di affetto da parte di tutti noi. È questo il modo in cui abbiamo voluto ricor darlo, in occasione dell’inaugurazione della sede: non solo perché in via Bellinzona 37/A Giovanni Bartolotti ha lavorato per moltissimi anni, con grande dedizione e competenza, ma anche perché a questa struttura, rifatta dalle fondamenta, lui ha dedicato gli ultimi anni della sua vita, portandola praticamente a compi

POSTE ITALIANE E CONFINDUSTRIA EMILIA INSIEME PER LE AZIENDE DEL TERRITORIO

Poste Italiane e Confindustria Emilia hanno siglato un accordo per l’offerta di servizi e prodotti innovativi a supporto delle aziende associate. Grazie alla capil larità della rete di Poste Italiane, presente con numerosi Uffici Postali sul territorio locale, e al ruolo di Confindustria Emi lia, gli associati potranno beneficiare dei molteplici servizi e prodotti disponibili in base alle loro diverse esigenze. Poste Italiane, che quest’anno celebra i suoi 160 anni al servizio del Paese, e da sempre vicina e presente sul territorio con le proprie risorse, ha prodotto negli ultimi tre anni impatti complessivi di ol tre 37 miliardi a livello aggregato, pari a circa il 2% annuo e creato 187 mila posti di lavoro. Risultati resi possibili grazie alla solida infrastruttura su cui poggia l’azienda che, solamente nelle regioni del

Centro Nord, può contare su oltre 7 mila dipendenti e di 893 Uffici Postali. Molti sono i servizi su cui potranno pun tare le aziende grazie a questo accordo, tra cui Poste Delivery Business Prepaga ta, servizio di corriere espresso nazionali e internazionali e Pick Up Light per il ritiro di corrispondenza destinata in Ita lia e all’estero fino a un massimo di due kilogrammi.

Inoltre, in ambito Postel è disponibile Microsoft 365 Business e Data Certa Di gitale mentre Codice Postepay consente all’associato di accettare, presso il proprio punto vendita, le transazioni CardNot Present effettuate con carte di pagamento Postepay. Invece Pos Postepay, che con sente di accettare presso il proprio punto vendita fisico o in mobilità, le transazioni tramite Mobile POS con carte di paga mento aderenti ai circuiti di cui l’impresa stessa ha richiesto l’abilitazione e Conto Bancoposta Business Link per gestire in cassi e pagamenti operando su web e app. Infine Posta Elettronica Certificata con cui si possono inviare,tramite posta elet

tronica, comunicazioni e documenti con elevato livello di sicurezza oltre a Servizi di Conservazione e Gestione Documen tale per conservare i documenti in moda lità informatica a norma.

L’accordo tra Poste Italiane e Confindu stria Emilia ribadisce il ruolo centrale di Poste Italiane a sostegno delle aziende del territorio.

AL VIA IL PERCORSO

FORMATIVO IN COLLABORAZIONE

CON L’IMC

Si è tenuta il 23 settembre la prima gior nata nell’ambito del percorso formativo “Digital Transformation Capabilities In tro package” realizzato da Confindustria Emilia insieme Philip Morris Manufactu ring & Technology Bologna e a BI-REX, Competence Center Industria 4.0, percor so rivolto alle imprese associate e a tutto il mondo economico, imprenditoriale e

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dell’istruzione e della formazione, locale e nazionale.

Più di 50 rappresentanti del mondo im prenditoriale e accademico emiliano-ro magnolo, si sono confrontati per ap profondire alcuni temi specifici legati al contesto manifatturiero negli spazi del Philip Morris Institute for Manufacturing Competences (IMC), il nuovo centro per l’alta formazione e lo sviluppo delle com petenze legate a Industria 4.0 inaugurato lo scorso giugno nel polo produttivo di Crespellano, in provincia di Bologna che si propone come una piattaforma aperta, di knowledge sharing, attraverso occasioni di formazione di alto livello

La prima giornata del percorso formativo è stata dedicata alle competenze relative alla trasformazione digitale e all’analisi dei dati in un contesto produttivo. L’obiettivo è contribuire a sviluppare le conoscenze nell’ambito di temi che spaziano tra “digi tal transformation”, “data driven decision making”, statistica e “Internet of things”, con un’attenzione particolare all’applica zione di queste competenze nel contesto aziendale. Le tematiche sono state indivi duate grazie a un lavoro di ricerca e map patura delle competenze necessarie futuro svolto da Philip Morris International, con il supporto di partner come Porsche Con sulting e The European House Ambroset ti.

“Le competenze rappresentano un valore irrinunciabile, un fattore strategico fon damentale per la competitività del Paese e delle aziende” – parole di Marco Hannap pel, presidente e amministratore delegato

di Philip Morris Italia, che ha aggiunto – “con il nostro centro ci proponiamo proprio di mettere a disposizione una piattaforma aperta, di knowledge sharing, attraverso occasioni di formazione di alto livello. L’avvio delle attività testimonia che stiamo già andando in questa direzione”. Per Tiziana Ferrari, direttore Generale di Confindustria Emilia, “l’innovazione del la formazione nel nostro territorio, sempre più, sta nel passare da un modello chiuso ad un modello aperto di condivisione del le competenze con la comunità più allar gata. Philip Morris è un esempio virtuoso di questa innovazione, ponendosi parte at tiva di Confindustria Emilia, come attore responsabile della sua filiera al servizio del territorio. È un segnale concreto di quello che chiamiamo la forza del sistema Emi lia”.

È MANCATO GIUSEPPE MAGNONI

È stato un tragico incidente a causare la morte di Giuseppe Magnoni, 77 anni, ti tolare del Salumificio Magnoni a Vigarano Mainarda, che ha fondato e condotto con tenacia per tutta la vita. Sempre appassionato di quello che faceva, accanto alla moglie Valentina, continua va ad aiutare al punto vendita i figli Michele e Roberta, confer mandosi uno dei pila

stri di un’attività che lui stesso ha portato ad essere conosciuta e apprezzata. A ricor darlo, oltre ai moltissimi messaggi di ami ci, clienti e conoscenti, anche il sindaco di Vigarano Mainarda, Simone Bergamini.

ADDIO A SANTE LEVONI

Si è spento a 80 anni l’imprenditore San tino Levoni, fondatore di Alcar Uno e Globalcarni, colossi nel settore dei salumi e della carne. Levoni era membro dell’Or dine dei Maestri Salumieri Modenesi. In Alcar Uno, capostipite del gruppo, da tem po sono presenti gli amatissimi figli: Luca, Lorenzo e Leonardo. A Castelnuovo Ran gone, suo paese natale, è stato ricordato non solo per l’atti vità imprenditoria le ma anche per la sua attiva presenza sul fronte della be neficenza. “Uomo pragmatico e tena ce, che ha costruito una grande impresa”, lo ricorda il sindaco di Castelnuovo, Massimo Paradisi.

SI È SPENTO ABRAMO BONOLLO

Con la morte di Abramo Bonollo viene a mancare uno dei protagonisti dell’eco nomia modenese, che insieme ai fratelli ha fatto dell’azienda di famiglia una delle eccellenze italiane nel settore della distil leria. Aveva 75 anni ed era molto noto a Formigine non solo per l’attività di famiglia, ma anche perché considerato una persona gene rosa e impegnata nella comunità in cui viveva praticamente da sempre, per ché anche se l’azienda era stata fondata nel 1908 in Veneto, nel 1918 suo padre, Luigi Bonollo, figlio del fondatore, scelse Formigine per aprire una distilleria delle vinacce di Lambrusco, cui i sei figli, tra cui Abramo, hanno dato lustro.

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STUDY IN ACTION, IN ARRIVO 80 NUOVI CORSI

Nell’ultimo trimestre del 2022 su Study in Action, la piattaforma e-learning di Confindustria Emilia, sarà pubblicata una serie di nuovi corsi di formazione online, circa 80, dedicati allo sviluppo delle competenze trasversali, le cosiddette “soft Skills”. Study in Action è uno spazio di condivisione di contenuti formativi e percorsi di retraining delle figure profes sionali in grado di colmare il gap tra la domanda e l’offerta sul mercato del lavo ro, una piattaforma rivolta sia a chi sta già lavorando e vuole intraprendere percorsi di riqualificazione professionale mirati, per aggiornarsi e migliorare le proprie compe tenze, sia a chi è in cerca di occupazione o vuole cambiarla. All’interno della piatta forma, che è dinamica e continuamente aggiornata, i contenuti sono organizzati in quattro differenti aree: corsi trasversali con iter formativi divisi per area tematica, per corsi di riqualificazione professionale, corsi condivisi dalle imprese del territorio e un

language hub per la formazione linguistica. L’approccio ai contenuti è basato sull’en gagement delle persone. A seguito di uno studio realizzato con l’obiettivo di indagare le metodologie didattica più efficaci, sono stati selezionati dei corsi che comprendono un’ampia varietà di metodi di apprendimen to: dai magazine ai quiz, dalle interviste ai video animati, dai casi pratici agli sketch co mici e si rivolge a un target professionale che

include aziende di piccole e grandi dimensioni e appar tenenti a qualsiasi settore industriale. I nuovi corsi di formazione online sono il punto di partenza perfetto per la crescita personale e professionale di tutti i mem bri dell’azienda. I nuovi corsi che saranno pubblicati tra ottobre e dicembre 2022 alimenteranno le seguenti macrocategorie: Leadership ispirazionale, Management e lavoro di squadra, Pro duttività, Abilità di ven dita, Comunicazione, Efficacia personale, Competenze digitali. Study in Action è a disposizione di tutte le imprese associate a Confindustria Emilia e, grazie al contributo del Comune di Bologna, è aperto a tutte le imprese con sede legale e/o operativa all'in terno dell’area metropolitana di Bologna. Per tutte le informazioni sul Servizio Study in Action è possibile scrivere a: studyinaction@confindustriaemilia.it

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SAVE THE DATE Venerdì 11 novembre 2022 Aula Marco Biagi de “il Resto del Carlino” Via Enrico Mattei, 106 - Bologna
Generali Shared Services | Nuovo headquarter | CCIAA Bologna

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