C magazine #4

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Bolero no dell’Altrove testo

Marco Sacchetti

D’Rivera. Potersi abbandonare completamente alla poesia dell’Amore, infrangendo le barriere del sesso e del Tempo, costituisce per i caraibici una delle più sublimi forme di passione e ritualità applicate alla vita quotidiana. Nell’intensità del canto e della danza vengono sublimate la ricerca e le modalità espressive di queste energie erotiche ancestrali, biologiche e mitologiche. Il Bolero è una forma moderna di corteggiamento e di sfogo interiore, fatta di seduzione lessicale, vocale e gestuale. “Luz Roja”, uno dei tre episodi del film digitale “Tres veces Dos” (diretto dal giovane Esteban Insausti), rende molto bene l’Effetto Bolero della solitudine metropolitana, narrando l’incontro casuale tra uno psicoterapista ossessionato da insolite fantasie sessuali (tipo “Vedo nudo” di Risi) e una locudora (speaker) non vedente, di una famosa Radio Habanera. Una Lada ferma ad un semaforo bloccato sotto la pioggia torrenziale; dall’autoradio il piano “filin” di Emiliano Salvador, l’atmosfera ovattata isola i clacson…E’ successo tutto in pochi secondi oppure si è trattato solo di un sogno\incubo (pesadilla) o una masturbazione del desiderio? (Metafora di Eleguà?) “En cada barrio o reparto hay un bolero que anda por allì…” (In ogni quartiere periferico o satellite c’è un bolero nell’aria).

lità dei solar e delle soteas, tetti e terrazze erose dalla salsedine, descritti nei raccontini erotico\morbosi, da quello sporcaccione di successo che risponde al nome di Pedro Juan Gutierrez. Tutto gronda “Efecto Bolero” e un po’ di lussuria, come nel vibrato vocale “strappacuore” della seducente Blanca Rosa Gil (“Sombras”, “Besos de Fuego”), “Dama della Noche” all’Alì bar di San Miguel Del Padròn, o come in una strofa di un altro “bolerazo” da lei interpretato con voracità (“Ansiedad”) che dice: “Dejame besarte los labios hasta verle sangrar…”. Struggimento e fantasia romantica nelle “Lagrimas Negras” di Matamoros, revisitate dall’ugola lacerata del “gitano universale” Diego Cigala, accompagnato dal vetusto e brillante principe della tastiera Bebo Valdes e dal sax incantatore di Paquito

Il Bolero oltre ad essere un genere di riferimento musical-poetico per tutto il continente Latinoamericano è un veicolo di seduzione sottile e una fabbrica d’illusioni ritmomelodiche, capaci di stregare i temperamenti romantici e più sensibili. Uno scatto di consapevolezza sull’ineluttabile mutazione dei sentimenti e delle passioni più intime. Quello che più conta dell’Effetto Bolero, come “state of mind” è il punto d’osservazione: la sensazione lucida di vedersi dal di fuori, pur nella sofferenza dell’abbandono o nell’ansia dell’attesa. “Terapia dell’Ombra”, nel rilevare i pochi punti certi sulla mappa di un cuore troppo lacerato dai dubbi e dalle delusioni. Si riflette cantando a voce sommessa e poi crescendo fino ai registri più acuti, sulle passioni appena sbocciate o sul punto di svanire. Si confessano congedi, tradimenti, risentimenti e perfino intimidazioni (“Para que sufras”); memorie nostalgiche (“Hoy como Ayer”), dissacrazione del dolore, come in “Dolor y Perdon”, coniata dal fuoriclasse “Barbaro del ritmo” Benny Moré. E infine, anche quando senti quel languido “richiamo della foresta”, ascoltando “Esperaré”, del trio venezuelano Hermanos Rodriguez, ripensando dolorosamente allo sguardo innocente di un figlio o una figlia lontani, alienati dai conflitti di una “famiglia mista” ormai allo sfascio, il Tempo del vissuto ricomincia a scorrere come un nastro all’indietro, in “camara lenta” (a rallentatore) rievocando odori, sapori, melodie, volti; rimpastando fotogrammi di luminose memorie sentimentali e rassicuranti paesaggi dell’anima, nell’attesa e nella speranza di un nuovo confortante incontro… Si tratta più che mai di un lacerante, struggente e spietato “Effetto Bolero”. “Ho nostalgia di noi, ho nostalgia di me, mi manca il Chiflador -Ti regalo un sorriso se mi regali un peso- Più tardi si vedrà Ho nostalgia di noi, ho nostalgia del buio anche se la mia pelle ora conosce una carezza Ma la mia bocca sente ancora il sapore dolce di Popular e d’incertezza”. (S.La.M. Project, da “El Chifladòr”)

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