C mag #2

Page 1

ARTE

C U L T U RA

COSTUME

magazine

SOCIETÁ


magazine

C magazine Gennaio 2014 anno 1 numero II Mensile Straybop di arte, cultura, politica, costume e società registrato al Tribunale di Reggio Calabria aut. N.5 del 19/03/2007

Fondato da: S.La.M. Project

Direttore Responsabile: Ginaski Wop

Art director: S.La.M. Project Redazione: via Pasquale Andiloro 41/g · 89128 Reggio Calabria tel. e fax 0965.29828 Hanno collaborato a questo numero: Federico Bonelli - Erika Grapes - Jan Hassermann Andrea Lehotska - Domenico Oriente - Luis Rizzo Alfonso Russo - Pino Scotto - Ruben Toms Alfonso Tramontana - Enrico Tromba - Francesco Villari

Illustrazione di Copertina: MoniR

Concept del mese: Donne

Editore: Farandula s.a.s. via Pasquale Andiloro 41/g · 89128 Reggio Calabria tel. 0965.29828

Progetto grafico: S.La.M. Project per Officine Farandula

Pubblicità: Farandula Editore - luisrizzo.cmag@gmail.com

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore. ©Farandula. Chiuso in redazione il 29 dicembre 2013 alle ore 20:00


#Edisommario

Voglio una donnaaaaa!” urlava lo zio Teo di Amarcord in preda alla più lucida follia... “Voglio una donnaaaa!”. L’Ingrassia felliniano avrebbe l’imbarazzo della scelta sfogliando o cliccando le pagine del nuovo numero di C magazine. Il Concept di questo mese è infatti dedicato all’universo femminile. La donna 2.0 che si rende protagonista indiscussa, e ben venga, dello spazio che ha conquistato nella società contemporanea. Attraverso le testimonianze e i punti di vista delle 10 donne che compongono il numero di gennaio, abbiamo tentato di far luce su chi sia realmente e cosa voglia davvero la nuova donna del nuovo millennio. Volti e nazioni differenti, quelli che contraddistinguono le nostre protagoniste. Ma due punti di vista ricorrenti: desiderio di libertà e affermazione, e un forte senso di pace e armonia vitale. Come contraddire simili premesse?! Se il mondo in cui viviamo è frutto di secoli di dominio maschile, non resta che far posto al matriarcato, o ad un sistema ginarchico che dir si voglia, e sperare in un progresso quantomeno emotivo. Non è dato sapere al momento cosa ne sarà del maschio... il più sfigato si rinchiuderà in casa. In chat, o a leggere riviste maschili e a pomparsi di ormoni in palestra e farsi modellare le sopraciglia dall’estetista. I più intelligenti invece, ne osserveranno la fenomenologia e si confronteranno e si lasceranno sedurre. Uscendo sconfitti dal confronto se è il caso, ma pur sempre sedotti...come Donald Sutherland nei panni di Casanova che perde a braccio di ferro con la gigantessa... “a femmena cchiù forte do mund!” In questo Edi-Sommario vi segnalo il cover beat dedicato a Liza Donnelly autrice del libro Women on Men che risponde alle domande poste da Federico Bonelli. In tema di musica, il rock di AlteriA che presenta il suo nuovo lavoro discografico. Per quanto riguarda la letteratura, invece, l’intervista realizzata da Ruben Toms alla scrittrice africana Aminata Fofana. Spazio aperto a una donna-socialmente imapegnata: Caterina Vetro e il suo progetto di solidarietà Rainbow Project. Io personalmente, ho incontrato a Madrid la fotografa Eva Rico Aparicio che ha presentato la sua personale: Femmes; mentre, le nostre “teste di Cerbero” hanno fatto una chiaccherata con Lady Fetish Dea, regina del bdsm italiano. Non mancheranno approfondimenti relativi a cinema, poesia, benessere, libri, costume e società, e le consuete rubriche a cura e di Andrea Lehotska e Pino Scotto. E da questo mese C magazine da inizio a due nuovi spazi: Usi e Abusi, che segna il percorso psico-esistenziale di personaggi noti che per condizione hanno fatto della dissolutezza il proprio status simbol, ma anche la causa di autodistruzione personale (e questo mese una donna geniale come Ami Winehouse sarà la protaginista); mentre nella pagina in cui i sensi gustativi e musicali si incontrano, metteremo a disposizione dei lettori il nostro bancone del cocktailbar di redazione (sì, abbiamo anche un cocktail-bar!) con la rubrica G.Audio, che a partire da questo numero offrirà cocktails inventati dal nostro bartender di fiducia, ad hoc con il Concept del mese. Buona lettura. Cheers! Ginaski Wop


AlteriA

i fake non mi interessano testo

Erika Grapes

AlteriA è una donna con un’energia inesauribile. cantante e autrice di talento, vj a rock tv, giornalista per rai 5, speaker radiofonica per rocknrollradio e dj. ha calcato per anni i palchi italiani insieme ai nospeech, (diventati poi NoMoreSpeech) e al progetto rezophonic. nel 2013 ha intrapreso la carriera solista con l’album di debutto enCORE. noi di C magazine l’abbiamo intervistata per voi


#Music

D

opo anni di concerti con il progetto No More Speech, debutti da solista con il tuo primo album “Encore”. Cosa è rimasto, in questo nuovo album, della tua esperienza precedente e quali sono, da un punto di vista artistico e personale, le novità. Dalla esperienza precedente sono rimasta io, assieme a Nando de Luca (basso) e Roberto Fabiani (batteria). Anche se è un progetto solista, loro sono parte integrante di questo percorso. Poi è rimasta intatta, anzi è cresciuta, la ‘cazzima’, la passione per questo ‘lavoro’ e la determinazione nell’andare avanti. Dal punto di vista artistico è cambiato molto: intanto la composizione del disco, che è nato a quattro mani. Ogni canzone è stata scritta da Nando, per quanto riguarda la musica; io invece mi sono occupata di melodie vocali e testi. Il sound è cambiato, abbiamo esplorato nuove contaminazioni, al rock abbiamo aggiunto un po’ di elettronica. È un disco eterogeneo e non scontato. Recentemente hai suonato su due palchi importanti: lo Sweden Rock Festival con i Klogr e in-

sieme al progetto Rezophonic al Sziget Festival. Che emozioni hai provato ad esibirti in questi contesti? Hai aneddoti da raccontare? Ti senti pronta per una sfida internazionale? Ahimè allo Sziget Festival non ho partecipato perché ero impegnata nelle registrazioni di enCORE (era agosto ed io ero rintanata in studio). Lo Sweden Festival invece è stata una gran bella esperienza. Avevo gia’ suonato all’estero ma mai così ‘distante’. La Svezia mi ha stupita per l’incredibile organizzazione e per la dignità che dà ad ogni band/artista: all’interno di un festival dove gli headliner erano i Kiss, anche i Klogr sono stati trattati con il massimo dell’attenzione e supporto. Per quanto riguarda aneddoti be’... Ce ne sarebbero. La cosa matta è stata che i Klogr mi hanno ‘raccattata’ alle 4 del mattino dopo un mio djset a Milano con il furgone, ci siamo fatti non so quante ore di furgone vedendo una splendida alba in Austria e un tramonto stupendo in Danimarca. Comunque sì, ho davvero voglia di suonare all’estero, mi sento pronta, non lo dico con presunzione, ma davvero dopo tutti questi anni di live in Italia ho voglia di mettere un po’ il naso fuori.


il rock and roll è un’isola felice dove si vive di groove, passione e spontaneità. Non è una moda. Il rock and roll o lo si ha dentro davvero oppure non vale


Questo numero di Concept Magazine è dedicato alla donna 2.0.: i vari aspetti della femminilità negli anni 2000. La tua immagine è senza dubbio quella di donna emancipata, che porta avanti con passione e serietà la propria carriera facendo scelte in autonomia e con intelligenza. Quali consigli ti senti di dare ad una giovane musicista agli inizi del suo percorso artistico? Rischio di ripetermi, ma di sicuro consiglio di prendere la cosa seriamente, studiare e migliorarsi ma soprattutto cercare di capire a fondo cosa davvero si ha intenzione di fare e di dire. Se si hanno le idee confuse, se si è poco sicuri di quel che si fa, difficilmente potremmo farlo comprendere agli altri. Poi, per carità, è tanto facile scriverlo qui ma spesso mi perdo anch’io!! In Cool Tour su Rai5 e anche a Rock TV hai avuto modo di intervistare numerose artiste. Quale risposta a quale domanda ti ha colpita di più? Una risposta che mi ha spiazzato abbastanza è stata data ad una domanda facile: “quale musica stai ascoltando in questo periodo della tua vita” e la risposta è stata “non ascolto musica al di fuori della mia!” Eheh, ma non vi dico chi era. Comunque due sono state le interviste più belle e più importanti per me: quella a Slash (tremavo come una foglia) e quella a Piero Pelu’ (quando ero piccolina avevo la camera tappezzata di poster dei Litfiba)! Cosa è il rock n roll? Il rocknroll è un’isola felice dove si vive di groove, passione e spontaneità. Non è una moda, non è ‘vestirsi con le borchie’, non è farsi i tatuaggi... È anche questo volendo, ma il rocknroll o lo si ha dentro davvero oppure non vale.

La tua carriera artistica inizia a 16 anni con i milanesi Chakrah e la tua voce viene subito notata da Mario Riso. Quando hai iniziato a studiare canto? Quali sono le voci femminili del rock (ma anche del jazz o della musica leggera) più belle di sempre? Come hai detto tu ho iniziato a 16 anni.. Mi ricordo ancora l’annuncio trovato su un sito musicale. Questa band milanese che cercava una cantante: chiamai quel numero dicendo ‘sono la cantante che cercate’ e mentii pure, quando mi domandarono se conoscevo i Toto e gli Europe (ero piccolina, stavo inziando ad approcciare il mondo del rock)! Comunque iniziai così a suonare con i Chakrah, prove su prove e i primi live. Non avevo ancora iniziato a studiare e mi feci molto male alle corde vocali: dopo 4 mesi mi dovettero operare per un polipo alle corde vocali! Azz ... Da lì ho capito l’importanza della tecnica nel canto e ho iniziato a studiare, non solo canto ma anche logopedia. Spesso, erroneamente, si pensa che il rock non abbia bisogno di ‘leziosità’’ ma solo istinto. Credo invece che la passione, l’istinto e le viscere debbano essere supportati da una buona tecnica che permetta di non rovinarsi a furia di cantare duro. Per quanto riguarda le voci femminili, la maestra rimane Mina, una cantante straordinaria. Nel rock sono molte di più le voci maschili ad affascinarmi (Robert Plant e David Coverdale su tutti) ma di sicuro trovo eccezionale Skin. Ho da poco scoperto Florence & the Machine: lei ha un controllo della voce ed una timbrica pazzesca. Comunque è pieno di belle voci; quello che fa la differenza è la capacità di catturare, quella magia che alcuni artisti davvero hanno.

Sul palco ti muovi con la grinta di Tina Turner e una vocalità a metà strada fra Linda Perry e Amy Winehouse. Con il tuo nuovo singolo “Sickness” scopriamo in AlteriA una profondità espressiva che va oltre l’indiscutibile talento tecnico. Quali sono, a tuo parere, gli aspetti ancora da migliorare? Senza voler scadere in frasi scontate... C’e sempre da migliorare e migliorarsi. Davvero. La voce è uno strumento vivo, cresce con noi, invecchia con noi e acquisisce esperienza nel tempo. Sto lavorando molto su questo e anche sull’interpretazione, sulla capacità di riuscire davvero a far arrivare quello che cerco di comunicare con le mie canzoni. Sono certa però che una caratteristica fondamentale per poter arrivare a chi ti ascolta sia la spontaneità. Personaggi troppo costruiti, progetti non genuini, specie in un genere come il rock, non hanno futuro. Quando io mi innamoro di un artista succede proprio per questo e cioè quando mi trovo davanti un artista sinceramente appassionato e coinvolto in quello che fa, quando vedi un artista sorridere e gioire sul palco in maniera sincera. Io amo questo nella musica. I fake non mi interessano. I tre album che hai ascoltato di più in assoluto. La canzone più bella da cantare che sia mai stata scritta. Aiuto. Questa è una domanda difficilissima davvero. I dischi più ascoltati sono stati di certo quelli dei Led Zeppelin (la mia band del cuore), ma anche 17Re dei Litfiba, White Pony dei Deftones. La canzone piu’ bella da cantare ... Babe I’m gonna leave you. Adoro. Dove sarà possibile vederti dal vivo prossimamente? Il 23 novembre è iniziato il tour di promozione di enCORE. Fino a marzo saremo in giro per l’Italia, l’obiettivo è quello di arrivare in tutte le regioni. Per adesso siamo stati a Napoli, Firenze, Udine, Verona, Milano, ma prossimamente saremo a Bergamo, Torino, Pisa, Aosta... Insomma più ce n’è e piu’ sono contenta. Contenta di poter suonare l’album dal vivo, conoscere gente e condividere il palco con la mia meravigliosa band. Vi aspetto dal vivo! Sul sito alteria.it ci sono tutte le date in continuo aggiornamento. Grazie per questa intervista. Concludiamo, come da rito, nel modo che preferisci! Per prima cosa grazie di cuore per questo bellissimo spazio che mi avete concesso e per questa chiacchierata!! In bocca al lupo per questo magazine e grazie per la passione che mettete nel vostro lavoro, supportando anche realtà alternative ed emergenti!! long live rnr.


)L COCKTAIL GIUSTO PER LE TUE ESIGENZE 1/3: progetti grafici e comunicazione creativa per la pubblicitĂ ed il marketing. 1/3: editoria, produzioni, stampa di: libri, CD, DVD, brouchure, leaflet, manifesti, locandine, biglietti da visita. 1/3: produzione e postproduzione video.

A tutto questo aggiungete una spruzzatina di: creazione loghi e marchi, realizzazione di immagini aziendali ed organizzazione d’eventi.

Farandula sas la trovi in: via P. Andiloro 41/g ¡ 89128 Reggio Calabria tel / fax 0965.29828 ¡ mob 333.6557448 info@farandula.it

pagina.indd 12

27-01-2009 17:54:06


Ridatevi Fuoco...Bastardi! a cura e di

Pino Scotto

Pino Scotto, ogni mese, risponde alle domande dei lettori. Invia una mail a: staffcmag@gmail.com

Leo - “Ciao Pino, ti sei mai chiesto cosa pensano di te altri artisti?..ti sei chiesto come mai non ti si sente mai in radio? Grande Pino... PS: non ho nemmeno un tuo album perché non si trovano nei negozi e nemmeno su emule per scaricarli! ciao Bo$$!!” Ciao Leo, anzitutto di cosa pensano gli altri artisti (risata) e non, non mi è mai interessato un cazzo! E sul fatto che non trovi i miei dischi né da comprare né da scaricare mi sembra strano, visto che solo dell’ultimo album se ne sono scaricati (rubati) 50mila!!! Comunque, ti ho risposto anche se sinceramente ad una domanda del genere non c’era poi molto da dire.. Infine, non mi si sente mai in radio perché le cose che cantiamo, io ed altri artisti come me, sono scomode e fanno un po’ paura... Katia – “Ciao Pino, hai ascoltato il nuovo progetto acustico degli Skunk Anansie? Cosa te ne pare? Hai in cantiere anche tu qualcosa di più acustico?” No, non l’ho ascoltato, ma ti posso assicurare che il mio prossimo progetto che uscirà ad aprile sarà qualcosa di inaspettato e, naturalmente per me, un’altra sfida. Max – “Ciao grande! So che hai abbracciato il movimento di Grillo. Non temi che il potere, una volta raggiunto, potrebbe corrompere anche lui e i suoi parlamentari?” Sicuramente il rischio esiste perché, come dico sempre io, il problema sono gli esseri umani...che son delle merde... Nonostante ciò sono convinto che oggi il Movimento 5 stelle sia l’unica alternativa politica che ci rimane, visto che tutti gli altri sino ad oggi, nessuno escluso, ci hanno dimostrato più che ampiamente di essere una massa di ladri, bastardi ed incompetenti. Alba – “Grande Pino, hai anticipazioni sul tuo nuovo lavoro? Sono previsti featuring? Ricordo ancora il pezzo con gli Extrema e J.Ax. ” L’unica anticipazione che posso darti è che come al solito sarà un’altra sfida... Per quanto riguarda le collaborazioni per adesso è tutto per aria, visto che il disco uscirà come al solito a metà aprile. Dopodiché ci vedremo on the road!


#CoverBeat


La Donna Sopra liza donnelly, di professione vignettista. è una donna saggia, portabandiera di un umanesimo al femminile allo stesso tempo sottile, ironico e intelligente. pubblica sul the new yorker da oltre trent’anni ma non solo. ha parlato al tedx e alle nazioni unite, pubblica regolarmente su forbes.com e su una mezza dozzina di blog e gira il mondo come inviato culturale del dipartimento di stato americano. ha pubblicato

15 libri tematici, l’ultimo women on men dedicato all’umorismo al femminile che ho letto prima di intervistarla. io non la conoscevo affatto prima di avere in mano il libro; e ora che ho avuto il piacere di farlo, anche attraverso delle domande e delle risposte, non posso che consigliare a tutti di esplorare il suo lavoro, magari on-line se proprio non vi va di procurarvi qualche bella copia su carta del the new yorker fregandolo in biblioteca. per quanto riguarda me, liza con il suo humor e il suo occhio affettuoso sulla realtà ha molto da insegnare riguardo a come vede il mondo, con perspicacia e disincanto, l’altra meta’ del cielo.

testo

Federico Bonelli

W

omen on men si apre con il disegno di una bionda, nuda, impegnata in un iconico salto di danza. Mi ricorda non so perché le immagini un po’ cliché dei film sexy degli anni ’60 pieni di “europee nudiste”. Sembra libera, felice, non ha preoccupazioni sul proprio corpo o sul modo in cui appare. Rappresenta il tuo “stato di grazia”? A me piace disegnare la forma femminile, se vuoi, anche “in forma libera”. Credo che ciò a cui pensavo usandola come simbolo d’apertura, è che lei (come anche altre figure nel libro) serve a rappresentare la mia versione al femminile dell’uomo qualsiasi. Felice, giocherellona, libera e che se la ride.

Questo è possibile riscontrarlo nella storia in molte minoranze. Ovviamente le donne non sono una minoranza in senso stretto, ma precedentemente non avevano posizioni di controllo nella società. Quindi, come dinamica di gruppo, si usava l’umorismo per autodifesa. Chiaramente ci sono delle eccezioni, come ad esempio l’attrice americana Phyllis Diller che si prendeva gioco degli uomini benissimo. Penso anche alla scrittrice Dorothy Parker. Entrambe scherzavano anche sulle donne, naturalmente. Ma volendo parlare in generale, lo humour ha avuto fino a poco fa una connotazione al maschile. Adesso cambia tutto. Le donne stanno irriverentemente imponendo il loro umorismo sugli uomini con gran soddisfazione.

Nella tua introduzione racconti che per una donna lo humour doveva rimanere privato, tra donne, e che solo recentemente l’umorismo al femminile è diventato mainstream. Ci puoi fare qualche esempio? Per le persone che sono oppresse l’umorismo è in genere confinato all’interno. Burlarsi dell’oppressore sarebbe ovviamente troppo pericoloso!

Come molti altri, conosco il modo americano di corteggiarsi solo da fonti secondarie, sia “Harry ti presento Sally” o “Sex and the City”. In questo corteggiamento la prova del nove, l’appuntamento, sembra un evento abbastanza standardizzato. È davvero così? No, è proprio il contrario! Quello che vedi al cinema o in televisione è uno stereotipo di ciò che davvero succede.


#CoverBeat

Liza Donnelly è nata a Washington D.C. ma vive e lavora a New York. È l’autrice del libro Women on Men

Women on Men - 2013 ©Narrative Library - p. 221


E puoi immaginare dei modi differenti? La parola “appuntamento” è piena di problemi, dovremmo ritirarla dal mercato delle parole e trovarne un’altra. In America si usa dire sempre di più: “hooking up” (“attaccare all’amo”) e non sono neppure ben sicura di cosa davvero voglia dire. Certo, il modo migliore sarebbe di fare amicizia con una persona, conoscerla, conoscerne bene le idiosincrasie, i difetti, e poi semmai innamorarsi pure, se non ti è già successo. Be’, osservando il tuo libro, quello che succede spesso è che tu noti qualcuno ad un party mentre sorseggi il tuo drink, gli dai un appuntamento che poi è inevitabilmente una cena con del vino; dopo il sesso c’è un altro giro di bicchieri (forse la sigaretta non si usa più perché è politicamente scorretta), e mentre parli degli alti e bassi della tua relazione con un’amica sorseggi caffè. Direi che il momento iconico ha sempre bisogno di qualcosa da bere. Qual è il tuo drink preferito? Ahah, questa è divertente. È vero... ma forse solo nei miei disegni. Devo pur dare ai personaggi qualcosa da fare mentre dicono la battuta! Dici che dovrei insegnare ai miei pupazzetti a fare cose differenti?! A me piace il caffè. E anche un buon bicchiere di Pinot nero.

Le persone con cui finirai per stare meglio non sono mai come te le eri costruite a tavolino. E ci stai perché in definitiva ti piacciono così. Io ipotizzo che gli uomini usino le bretelle per nascondere la pancia. Tu che ne dici? Ma dai, come fanno le bretelle a nascondervi la pancia? Sono solo delle fettucce d’elastico! Per me le bretelle sono un tentativo un po’ patetico di mostrare gusto, di farsi notare, e quindi meritano come minimo di essere oggetto di ridicolo. Nel tuo gioco a trovare gli equivalenti tra battute al maschile e quelle al femminile c’è del cameratismo? Ma certo, e perché no?!

Mi ricordo che venni a New York nel 1995 e la odiai. Odiavo il fatto che le persone che mi chiedevano una moneta fossero tre volte me; odiavo che a ogni passo mi sembrasse di essere sul set di un film, e odiavo la commistione di lusso e miseria; odiavo l’idea che tutto fosse misurabile in dollari e che mi avessero fatto trovare un preservativo usato sotto il letto in albergo. Credo che la città negli ultimi venti anni sia cambiata parecchio. Se volessi dare una seconda possibilità a New York da dove dovrei cominciare? La Grande Mela è il luogo in cui hai sempre vissuto e voluto vivere? Non propongo che basti mettere Io sono cresciuta a Washington DC. Arrivai a NY da studente la donna sopra... e capii subito che avrei dovuto fare in modo di viverci. Adodobbiamo imparare a dividerci ro la moltitudine di persone diverse che puoi trovare a New York City. Certo è costosa, a volte sporca e può’ sembrare che equamente il compito la gente sia attaccata ai soldi (come nella maggior parte delle e a starci un po’ per uno città). Ma mi piace guardare oltre questa apparenza e vedere come tutte queste persone si possano accomunare dalla voglia di viversi un sogno. A proposito del concetto anglosassone di “having sex”: mi E poi, nonostante la fama, i Newyorchesi sono molto amichesembra che consista nel connettere uno stato emozionale voli e hanno un modo molto tipico di ridere. con una cosa che si può avere. Può andare con tutto quello Devono poterlo fare perché vivono così ammonticchiati gli uni shopping e quel sorseggiare. A me, invece, piace più l’idea sugli altri! Su dai... dacci un’altra occasione! di “Fare l’amore” (to make love). Mi sembra di capire che le tue battute sul sesso abbiano anche la funzione catartica di “Caro, lo sai che ti amo anche se non ti faccio il retweet controbilanciare secoli di umorismo al maschile. Veramen- vero?”. te ti basta mettere la donna sopra? Quale credi che sia la frontiera del non capirsi nella società di oggi, e quale il ruolo del tempo impiegato nella rete, o Ah, questa è una domanda provocatoria! Io non credo che il possesso debba entrare in nessuna forma di nella medesima stanza di fronte a due schermi differenti? relazione tra i sessi. L’amore è condividere l’ammirazione e la- Sai, siamo ancora all’interno di un periodo di apprendimento sciarsi andare. Se ami qualcuno lo lasci essere ciò che vuole es- per quanto riguarda i “social media”. Ma devo dire che sono sere, e in effetti lo aiuti a diventarlo. Però per generazioni, alle un’entusiasta di questi mezzi quando riesco a usarli responsadonne è stato impedito di diventare ciò che volevano essere. È bilmente. Li vedo come un modo per connetterci col mondo, venuto il momento di pareggiare il bilancio. Non propongo che un’occasione per capire cosa di umano ci accomuni. basti mettere la donna “sopra”... dobbiamo imparare a dividerci equamente il compito e a starci un po’ per uno. Quindi il social media non è un’intimità di seconda mano o Lo so che a prima vista il titolo del libro strizza l’occhio al dop- un mezzo totalizzante? È divertente? piosenso, ma in realtà intendo riferirmi più al diritto di parola. Be’, è divertente. Ma può finire per essere troppo uno strumenIl titolo del libro implica che ora che le donne hanno diritto a to di controllo. Bisogna stare attenti a come lo si usa e a come palare possono dire quello che vogliono. lui usa noi. Per conto mio credo che la migliore reazione all’orgasmo sia la risata. Tu che ne pensi? Ti è mai capitato di ridere mentre facevi l’amore? O dopo? Qualche volta! A pensarci bene il sesso è un’attività bizzarra. Penso sia proprio questo il punto cruciale: non pensare! “Sono innamorata dell’idea di te, ma non di te” è una delle battute che ho più amato nel libro. È qualcosa che hai mai detto a qualcuno? No! non sono così veloce nella vita vera. Di rado le mie vignette corrispondono a cose successe davvero nella mia realtà. Lì parlo di qualcosa che a un certo punto della nostra vita abbiamo fatto un po’ tutti. Ci siamo fatti un’idea dominante di ciò che volevamo nel nostro partner. Poi lui non si conforma ai nostri desideri e sembra un problema. Dovremmo rilassarci e, come si dice in America, “go with the flow”.

“Lo sai, è come quando il tuo uomo comincia a usare una parola nuova... e la usa parecchio??? Fallo smettere. Le parole devono essere approvate. Da TE”... Quindi, questo gioco di ruoli, la donna contro l’uomo, tutti contro tutti, serve a mettere tutti a proprio agio. Ma qual è per te la società ideale? La società che meglio rispetta l’essenza dell’essere donna? Appunto! La società perfetta in cui le donne rispettano gli uomini, e gli uomini le donne, e le donne le donne, e gli uomini gli uomini…e ogni possibile variazione di genere nel mezzo si rispetta! E in cui tutti diamo spazio agli altri per fargli realizzare ciò che sono nel migliore dei modi possibili. Se tu muori prima di me posso sedere sulla tua poltrona? Se non ci si siede prima qualcun altro fai pure!

13


arl’armonia G.audio l’armonia del gusto G.audio DIRETTAMENTE DAL BANCONE DELLA REDAZIONE DI C MAGAZINE, IL NOSTRO BARMAN DI FIDUCIA DOMENICO ORIENTE CI PROPONE UN COCKTAIL DI SUA INVENZIONE... NATURALMENTE IN TEMA CON IL CONCEPT DEL MESE E ASSOCIATO AD UN BRANO MUSICALE.

Femme Fatale Il Femme Fatale va servito nella coppa Asti. Categoria: Pre-dinner Sparkling Ingredienti: 2cl Grand Marnier; 3cl Martini Rosato; 2cl Chambord; 6cl Spumante Rosè Colore del coktail: Rosso porpora

Preparazione: Versare i liquori in un Mixing Glass con ghiaccio e shakerare per 4 secondi. Filtrare con lo Strainer in una coppa Asti precedentemente raffreddata. Completare versando lo spumante. È possibile guarnire il vostro coktail con lamponi freschi e scorza di lime.

Colonna sonora consigliata per la vostra bevuta: “Romeo is Bleeding”di Tom Waits.

Foto by Luis Rizzo

Variazioni: È possibile utilizzare al posto dello spumante uno Champagne Rosè Nicolas Fevillatte Brut Rosè


)L COCKTAIL GIUSTO PER LE TUE ESIGENZE 1/3: progetti grafici e comunicazione creativa per la pubblicitĂ ed il marketing. 1/3: editoria, produzioni, stampa di: libri, CD, DVD, brouchure, leaflet, manifesti, locandine, biglietti da visita. 1/3: produzione e postproduzione video.

A tutto questo aggiungete una spruzzatina di: creazione loghi e marchi, realizzazione di immagini aziendali ed organizzazione d’eventi.

Farandula sas la trovi in: via P. Andiloro 41/g ¡ 89128 Reggio Calabria tel / fax 0965.29828 ¡ mob 333.6557448 info@farandula.it

pagina.indd 12

27-01-2009 17:54:06

15


10 Donne! a cura e di

L

Andrea Lehotska

e donne pensano (ebbene sì, pensano!) che essere maschio porti una serie di vantaggi già dalla nascita. Da subito ci si indirizza a lui come a un ‘grande ometto’. Durante l’adolescenza gli cambia la voce mentre la femmina, spesso, si tiene quella da Paperino. La mattina non deve fare altro che con un occhio semiaperto passarsi il rasoio. Il nodo della cravatta non va rifatto ogni volta, ma solo leggermente allentato e sfilato. Se ha il pelo sulle braccia è persino più uomo. Non gli si incastra il tacco nel motorino. Riesce a dormire non solo quando russa lui, ma anche quando russano gli altri. Parcheggia in retromarcia in due mosse. Non è così. Tutti questi ‘vantaggi’ li paga cari. Per una vita intera ha a che fare con il sesso opposto. Quel sesso che ha un sesto senso per ‘voler parlare’ proprio quando vuoi guardarti per l’ennesima volta Bastardi senza gloria. Quel sesso che proprio quando piove e la terra ti invita a svaccarti sul divano con una birra in mano, vuole andare all’Ikea perché OGGI è la giornata giusta per trovare una mensola. Quel sesso che per una battutina alla quale in pubblico avrebbe riso, la fa chiudere come un riccio e la penitenza è la solita di tutti i tuoi sbagli: niente sesso! E poi si meravigliano perché l’uomo passa da una donna all’altra: scusate, donzelle, ma anche voi vi provate sessantatré gonne finché non trovate quella giusta, no? E così, mentre a voi una risulta troppo lunga, una troppo opaca, una troppo banale, l’uomo subisce lo stesso eterno calvario con voi, donne-gonne.


La Delusa Lei è sensibile. E tutti gli uomini sono stronzi, infedeli, bugiardi e ingrati. Pensano a una cosa sola e dopo averla avuta, la mollano. Non capisce che più ti descrive la sua suerte e più ti convinci che la cosa giusta da fare è imitare il comportamento dei tuoi predecessori per non confonderla facendo un’eccezione. Ovviamente, se te la dà la prima sera, è perché non lo fa mai, ma con te è diverso. Se poi la richiami, per eccessivo entusiasmo dovuto alla sbronza o per eccesso di testosterone, stai tranquillo che ti fa notare che tutte le sue amiche sono già mamme mentre lei … L’Amicona La conosci da 47 minuti ma ti sembra di conoscerla da sempre. Può esser più divertente che stimolante perché - diciamoci la verità per quanto sia gnocca, tutte le volte che ti tira amichevolmente una pacca sulle spalle, perdi ogni accenno di erezione. Zero mistero. L’esagerata confidenza ti proietta l’immediato futuro: mentre la stendi e tieni la spalliera a mo’ di gladiatore, ti informa che dopo bisogna che schiacciate quel brufolo sulla scapola. La mattina ti chiede se ti dispiace fare un salto a prenderle gli assorbenti. Un solo accoppiamento con te la autorizza a riscaldarsi i piedi sulle tue cosce, a rispondere al tuo cellulare mentre sei in doccia, a fare la gara di rutto libero. Se non fosse per il décolleté, uscire con Ibrahimovic sarebbe uguale. L’Isterica Chi se ne frega della guerra civile in Thailandia, chi se ne frega della macchina rigata o del vostro maglione preferito lavato a 90 gradi e uscito infeltrito: le si è rotto un tacco/unghia/ matita per le labbra. Puoi assistere a una colorata scala di irritanti emozioni invidiate anche dai migliori protagonisti delle tragedie napoletane. Sembra il trailer di un film horror, senza pubblicità né la possibilità di fare ‘pausa’. Il suo dialogare si limita a un monologo paragonabile a rumori insensati, durante i quali o commenta all’infinito l’ovvio o ridacchia con molari a vista o analizza l’inutile. Maniaca della comunicazione, se rispondi solo al terzo squillo, stai scopando con un’altra; se le regali i fiori hai qualcosa da farti perdonare; se ti scappa una doppietta, è solo perché ti sei arrapato al lavoro guardando la segretaria. Ti aggiorna sui suoi insignificanti spostamenti dalla cucina al salotto ogni cinque minuti, non ti dà il tempo di mancarti. T’obbliga a dirle quale delle sue amiche ti scoperesti ‘se dovessi’, per poi rinfacciarti che proprio quella ha più cellulite di tutte. Quando le fai notare che hai bisogno di più spazio, dopo due tentati suicidi palesemente fake, si fa togliere le tonsille … Paris Hilton dei poveri. L’Intellettuale Poco dopo essersi presentata ‘piacere, Nina’ ti tira fuori nomi dei romanzi Ottocenteschi, non sempre letti né bellissimi. L’analisi dell’impressionante globalizzazione in Giappone ti porta ad annuire per compiacere il suo intelletto coltivato che aggiorna - stile applicazione i-Phone - solo per impressionare. E tu devi pure sentirti inferiore perché c’hai messo troppo a pensare al nome della moneta laosiana e il sudoku kil-

La Gelosona Prima di concedere le sue grazie, ti chiede dove la porti a Capodanno per accasarti già ora, non importa che sia il due di gennaio. Quando ti chiama - sempre - invece di dire Ciao, sputa un ‘Dove sei?!”, e ogni tua serata in birreria con amici equivale a un addio al celibato con sei lavoratrici siberiane che non vedono l’ora di saltarti addosso. Non capisce che se fosse così, l’avresti mollata da tempo per dedicarti alla cultura dell’Est. La sua ossessione si diviQuella che si distingue de tra il tuo cellulare e la tua ex fidanzata, non Prevedibile nell’imprevedibilità. “Io non sono importa che proprio per questo motivo, l’ulcome le altre” è la sua frase di battaglia, e ci tima fidanzata risale a 13 anni fa e c’hai solo crede seriamente. limonato. Appena fai una cosa carina, invece Come se bastasse dichiararlo per distinguersi. di esser grata e riconoscente, commenta tra i Inutile dire che è esattamente uguale a tutte denti: “Sì, ma tu fai così con tutte”. Se la ‘tradiquelle che sostengono la stessa cosa. Un im- sci’ in quei due giorni che la conosci, si apposta portante punto le sfugge: che siccome un uomo con la macchina sotto casa tua, scrive minacce vuole sempre farsi un’altra, le converrebbe as- col rossetto sul cancello, nasconde le chiavi per somigliarci un minimo… non farti uscire/entrare in casa TUA, contatta uno sciamano messicano e ti strappa una ciocca di capelli per un rito voodoo. Se ti tradisce La Femminista lei, è perché o ‘ha bevuto’, o te lo sei meritato Vuole gli stessi tuoi diritti ma rifiuta gli stessi perché tanto prima o poi la tradirai. doveri. Si batte contro la violenza sulle donne ma ti lancia spazzole e ficca unghie nel polso appena pronunci una cosa sbagliata in pub- La Cagacazzi blico. Vuole votare ma l’unica differenza tra la La vedi così infuriata, scioccata, fuori di sé, che destra e la sinistra la sa applicare durante l’ac- come minimo il terremoto dell’Aquila deve esquisto delle calzature. sersi espanso sotto casa vostra. No, non hai abEntra in politica per dire ‘no alla droga’ - quin- bassato la tavoletta del water! di sì alle pere - e “no alla riapertura delle case Già che c’è, ti chiede se è ingrassata. Attento: chiuse” (non sia mai avesse dei parenti chiusi un sì fa di te uno stronzo e un no un bugiardo. dentro). La puntualità va rispettata se chiedi di Un po’ come quando compri le sigarette e puoi vedere 5 minuti di Milan contro Juve, ma va scegliere tra la scritta che ti rende impotente ignorata quando le servono ‘10 minuti per riti- e quella che ti fa morire più giovane. Diventa rare un vestito’. Pulire i fornelli è un tuo dovere una furia quando i suoi megaocchiali da sole di coppia, lavare la macchina è una cosa da uo- te la fanno sembrare una lontana parente di mini. La festa degli innamorati è per le donne; qualche mosca, idem per gli stivaloni bassi con il tuo unico diritto è quello di riservare un ta- tanto di pelo che tu associ alla montagna e non volo al ristorante, dove lei romperà le palle per a una passeggiata in aprile. il menu, per poi mangiare un’insalata. Veste il suo mammifero con frange per farlo assomigliare a se stessa, non notando che se Dio gli ha dato ben quattro zampe funzionanti e lui La Snob non le usa per addobbarsi, un motivo ci sarà. Ha due espressioni di base: quella dove stor- Vuole avere sotto controllo anche l’organizzace il naso (‘Macchina usata? Bleah”) e quella in zione degli attrezzi in garage nonostante sotto cui esclama una serie di squillanti ‘Adoooooo- il termine ‘chiave inglese’ si immagina una USB roooooo” (fa molto Dior, fa molto Parigi). comprata a Londra. Sorride con apparente nonchalance quando le Durante l’accoppiamento fissa spesso impasi dice che è veramente radical chic, ma dentro ziente la tua erezione come se ci capisse qualdi lei il suo ego cresce a dismisura. Lo stesso cosa, e quando alla fine si decide di dirti qualeffetto gonfiante le fanno la parola comunista, cosa all’orecchio, non è ‘Fammi ciò che vuoi”, ambientalista, attivista, e quasi tutte le parole ma ‘Guarda che domani devo alzarmi presto”. che finiscono con -ista. Tranne la parola ‘sciampista’, perché prima di sposarsi lo è stata, ma ora non lo è più perché ha cambiato il chiwawa La Fastidiosa Tiffany nella Luis Vuitton per un carlino Rolex Tocca il culmine esordendo con un ‘Dobbiamo al guinzaglio tempestato di Swarowski. parlare’ o ‘Sai che giorno è oggi?... No?!... Un Non si trucca perché non ha nulla da dimo- anno, due mesi, tre settimane e sei giorni dal strare a nessuno, porta le ballerine, odia i saldi, nostro fidanzamento!” (deciso da lei). non concepisce il take away, va alle feste per Butta i tuoi biglietti ricordo del Moto GP apfare vedere alle sue amiche l’ultimo acquisto. parentemente inutili e quando li cerchi, sostieSi interessa all’arte perché va di moda, non ne di non ricordarsi dove siano; ride quando importa che ‘Urlo di Munch’ lo scrive senza la Homer dei Simpson inciampa, ma quando le acca. Dichiara altrettanto di adoraaaare gli ar- racconti una barzelletta sulle bionde, continua tisti ma poi ti chiede che lavoro fai. a fissarti come se le sfuggisse il punto. Si rivolÈ più interessata che interessante, comincia le ge a te come a ‘coccinella, tesoro, amoruccio, frasi con Io, esce con le simili a lei per avere un cucciolo, orsacchiotto’, uguale se ti sta servencerto status, ma si sente nettamente superio- do la cena, vuole dei grattini o siete in banca a re. Urla già prima della penetrazione e quan- chiedere il mutuo. Davide diventa Dudù, Mardo ti sorprendi un attimo, ti fa pure notare che co Mimì, Tommaso Titì. Almeno nove volte al nessuno si era mai lamentato di lei. È talmente giorno, soprattutto durante il coito, dice ‘ non sicura della sua indispensabilità che finisce le sporcare”. frasi con ‘Se non lo fai, ti …..”. Mi lasci? Pro- È convinta che l’adorino tutti tranne tua mametti cazzo! dre, tua sorella ed il tuo migliore amico. ler lo finisci in 40 minuti invece di 37. Ma appena può, salta il convegno su energia ecosostenibile e si fa due giorni di saldi da Zara. Per una così, il sesso non è abbastanza intellettuale, lo fa solo perché ha letto che aumenta la produzione di endorfina, ma preferirebbe guardare ‘Via col vento’. A questo punto conviene quasi fidanzarsi con Umberto Eco.

17


#Books


Intervista alla

Piccola luna di amore e speranza aminata fofana è nata il giorno in cui fioriva il grande baobab dopo un tempo immemorabile. è un’artista eclettica e da anni vive ormai a roma. la sua carriera si muove fra musica, moda e letteratura. ammiro molto i suoi lavori, e l’incontro ha un sapore mistico, etereo. la prendo alla larga, voglio avvicinarmi a lei in punta di piedi.

testo

Ruben Toms

Q

uali sono stati gli ultimi film che hai visto? Vedo poco i film e guardo solo i Simpson che mi fanno impazzire. Soprattutto il personaggio di Lisa. Mi ci identifico molto e trovo che mi assomigli tanto come carattere. Perché è l’incompresa della famiglia. Diciamo la strana, quella che rompe gli schemi.....

Cara Aminata, top model, scrittrice, cantautrice… era questo quello che volevi fare da grande? Da grande volevo diventare come il mio amatissimo N’Bemba, Fodè Moussa, mio nonno il grande sciamano. Regalare, come faceva lui, speranze e sorriso a una miriade di persone che attraversavano la savana sotto il sole cocente per essere curati o ...Adesso ho rotto il ghiaccio e prendo un bel respiro e chiudo gli occhi. consigliati. Provo a immaginarla bimbetta che gioca scalza nel suo piccolo villag- Vedere tutta quella gente arrivare con i volti cupi e segnati e poi vegio di capanne di fango e terra e sassi. Con lei fratelli, sorelle e cugini derli andare via in una esplosione di luce. numerosi. Guinea, a Frighiabè, e la piccola Aminata tende le orecchie verso i Aminata, adesso, e sono emozionato, se dico Nelson Mandela che suoni dell’immensa foresta circostante e ne rimane rapita. rispondi? C’è il nonno, un uomo di Ginnah Bjè, che è uno sciamano che segne- Mandela? Oh, penso a lui come a un fiore di loto che nasce nel fango rà profondamente la sua vita. A lui è dedicato il bellissimo romanzo ma i suoi candidi petali diventano un faro che illumina tutta l’umad’esordio “La luna che mi seguiva”. nità. ...Adesso riapro gli occhi. Non mi par vero, la sto intervistando. Quali sono i tuoi progetti futuri? Cara Aminata, la luna ti segue ancora? Sto scrivendo un nuovo romanzo dal titolo “La spia del destino”. Si, certo. La luna mi segue sempre. Anche se a volte, inghiottita dal ritmo veloce della città, mi sento orfana di Lei… la mia luna. Allora Puoi anticipare ai lettori di C magazine la trama? rallento e mi raccolgo in mezzo alla natura. Parla di un uomo di Wall Street, cinico, avido che non guarda in faccia Ci parlo e gli dico “sono io, Aminata Karonin, la piccola luna”. Anche nessuno. se so benissimo che Lei non si è mai dimenticata di me. A quel punto Ad un certo punto della sua vita gli accade un evento significativo. Si sento il suo richiamo anche tra i grattacieli di New York. spara in bocca. Mentre stanno tentando di rianimarlo, una lacrima scende dal suo ...Richiudo gli occhi. Aminata adesso è grande. viso e dentro quella lacrima vede sfilare la sua vita e “da morto” lui E’ una donna bellissima e sprigiona energia pura e potente. Arriva a impara a vivere. Roma per fare la modella, poi Parigi e Londra. E lì incide con la Mercury l’album internazionale “The Greatest Dream”. Grazie per il tempo che mi hai concesso, sinceramente non vedo Collaborano con lei i Massive Attack e Wy Cleef. l’ora di leggere il tuo nuovo romanzo. Guardo e riguardo il suo video su youtube “Love will be on your side”. Grazie a te Ruben. 19


Femmes

...le donne di Eva testo

Ginaski Wop

foto

Eva Rico Aparicio

La Pepa Tencha - artistico bar de copas nel cuore di Madrid – apre le porte del suo club alla fotografa spagnola Eva Rico Aparicio con la sua personale: Femmes. Una expo fotografica voluta dall’artista che offre la sua visione della femminilità e dell’essere donna nella contemporaneità del nostro tempo strizzando l’occhio a eleganze e atmosfere vintage, di altri tempi. Fra birra alla spina e un ambiente multiculturale - tale è il mood che si respira alla Pepa Tencha di Calle Apodaca - prende forma la chiaccherata con Eva e le “sue” donne.


#ContemporaryArt

La donna contemporanea lavora. Siamo più presenti e attive. Siamo il timone della società come voi

L

a tua personale s’intiola Femmes... titolo chiaro e che non lascia spazio a fraintendimenti. Come mai hai focalizzato la tua ispirazione e attenzione sull’universo femminile? Cosa ti ha spinto a realizzare questa mostra? Ho preferito muovermi in un universo che conosco bene. Inoltre ho la fortuna di essere circondata da amiche molto belle e di talento. Donne forti e lavoratrici, versatili e poliedriche. Quindi ero certa che non sarei caduta nella monotonia e avrei potuto realizzare il lavoro così come lo avevo immaginato nella mia ispirazione, nella totale libertà di espressione.

Sì, sono d’accordo. Il tacco è un elemento che ci rende ancora più femminili anche nel portamento. Ma l’asèetto feticistico nell’arte è diverso che nella vita reale... basti pensare all’uso che ne è stato fatto nel cinema, da tutte le dive del grande schermo e della canzone. Io credo che il glamour necessiti visivamente del tacco alto. “Calpestare” con decisione ma con eleganza. Senza mai stridere.

Sei nata quasi a cavallo di quell’epoca che segnò il cambio socio politico della Spagna. Come interpreti l’evoluzione della donna post franchista con particolare attenzione all figura della donna La donna che rappresenti spesso ha uno sguardo che si allonta- del nuovo millennio? na dall’oggettività. Ci vedo un’astrazione. La donna che rappre- La donna contemporanea lavora. Siamo più presenti e attive. Siamo senti si guarda allo specchio, fuma ad occhi chiusi, o guarda nel il timone della società come voi. Adesso la donna può viaggiare senvuoto. Cosa sta cercando? za dover ricevere il permesso del marito. Siamo meno sottomesse. In effetti si tratta di una ricerca interiore. La mia donna vuole sen- Decidiamo, fumiamo e se lo vogliamo divorziamo senza suscitatirsi bella, libera, e amare la vita con estrema passione. re alcuno scandalo. Una donna single non rappresenta la fine del mondo come un tempo: adesso siamo padrone della nostra vita. A guardare gli scatti pare quasi che la tua donna non abbia bi- Continua ad esistere il maschilismo ma non è più così radicale sogno di denudarsi per mostrarsi. Non sono presenti scatti di come un tempo e noi donne – e le mie Muse ne sono un esempio nudo. – vivono la propria esistenza nella totale autodeterminazione, lavoTrovo sia più interessante insinuare che mostrare. Lasciare im- rando, guadagnando e realizzandosi attraverso la professione che maginazione agli occhi dello spettatore. Non rivelare la totalità. È hanno scelto. per tale ragione che ho scelto in alcuni scatti di ritrarre solo alcuni dettagli: una mano con una sigaretta fumante, un pezzo di volto, o Da quali fardelli ancora dovete liberarvi? il corpo a figura intera di spalle disteso sul pavimento come stesse Dovremmo raggiungere le alte sfere del potere. Tutto sarebbe difriposando. ferente. Ho letto uno scritto di una donna india che sosteneva che Questo ha influito anche sula scelta delle luci. Volevo ricreare un’ le donne danno la vita, la luce e non il contrario. Lei sosteneva che atmosfera di altri tempi... come quando si utilizzavano solo le luci se noi donne gestissimo il potere decisionale della società probabilnaturali. Magari una luce che filtra da una finestra nel pomeriggio. mente ci sarebbero meno guerre nel mondo. Per una forma mentis Senza flash naturale e insita in noi donne. Con questo non voglio intendere che siamo migliori, solo penso che siamo meno distruttive. In molto scatti il corpo della donna si confonde con strumenti musicali come un pianoforte. Nell’armonia del corpo femminile Puoi descriverci la tua tecnica di lavoro? che genere di musica ci vedi? Tutta l’operazione è stata low cost. Le ragazze si son truccate e Il movimento dato dalle curve di un corpo femminile sotto un certo pettinate da sole, non mi sono avvalsa di uno staff particolarmente aspetto è sovrapponibile ad uno spartito musicale. Io lavoro sempre cospicuo. Non ho quasi utilizzato Photoshop o altri programmi di con musica di sottofondo, e la cosa mi aiuta nell’atto creativo. post produzione. Mi sono avvalsa principalmente di elementi naSe dovessi immaginare una musica che identifichi le mie Muse, di- turali. Come dicevo prima, nel mio lavoro ho solo bisogno di una rei Classica, elegante, sexy. buona luce e del concetto che voglio esprimere. Per questo progetto in particolare, volevo qualcosa di molto naturale. Non volevo utiÈ ricorrente nel tuo lavoro l’immagine dettagliata di piedi e lizzare 40 flash sul set o spendere chissà quanti soldi per la protacchi a spillo. Io ci vedo una matrice feticista. Trovi che la rap- duzione. In tempi di crisi così forte bisogna avvalersi dell’ingegno. presentazione del feticismo identifichi in pieno l’essenza della Dietro a una foto apparentemente semplice c’è un grande lavoro... femminilità? almeno è così nel mio caso.

21


)L COCKTAIL GIUSTO PER LE TUE ESIGENZE 1/3: progetti grafici e comunicazione creativa per la pubblicitĂ ed il marketing. 1/3: editoria, produzioni, stampa di: libri, CD, DVD, brouchure, leaflet, manifesti, locandine, biglietti da visita. 1/3: produzione e postproduzione video.

A tutto questo aggiungete una spruzzatina di: creazione loghi e marchi, realizzazione di immagini aziendali ed organizzazione d’eventi.

Farandula sas la trovi in: via P. Andiloro 41/g ¡ 89128 Reggio Calabria tel / fax 0965.29828 ¡ mob 333.6557448 info@farandula.it

pagina.indd 12

27-01-2009 17:54:06


Copyright Of Eva Rico Aparicio

Copyright Of Eva Rico Aparicio

#ContemporaryArt

Femmes

...le donne di Eva

23


e

#Usi

Amy winehouse


#u&a

C

ome un veliero in fuga, come un cristallo blu notte così scorre la vita di Ami Winehouse. Bandiera folle in preda a venti di tempesta. Sublimi battiti al petto e disperata voglia di mordere insieme schegge di vetro e spezie d’Oriente. A distinguerla un gene musicale di rara intensità, di struggente bellezza. Voce profonda, espressione di un’anima articolata e sensuale, finestra aperta su un mondo di cose a volte piene al tatto, più spesso viste irragiungibili senza ricorrere all’uso smodato delle molteplici droghe che assumeva. Cose che forse riteneva negate a chi subisce il vuoto che ha dentro. Scuole inglesi e lezioni di chitarra, adolescenza inquieta come tanti, primo gruppo fondato a 12 anni e Sara Vaugen ad ispirarne il talento. Primi dischi ed enorme successo in un crescendo devastante di alcool e stupefacenti. Cosa spinge un vero artista all’abuso del proprio genio? Cosa lo fa sentire superiore ed emarginato al contempo? Immaginiamo che sia la frustazione che lo consegna nudo ad un mondo normale, o forse un padre percepito lontano o quel grande Amore che non ritorna. O quell’uomo ideale che si infrange contro lo specchio dell’illusione.

Probabilmente tutto questo. Tutto insieme. Sensualità per sedurre tutto, e fiumi di vodka e barbiturici per sedurre se stessa. Per lenire il freddo inverno dell’anima con il calore che solo i 40 gradi distillati riescono a dare. Il crak come astrazione da ciò che forse non si accetta nemmeno in se stessi, come negazione di un’immagine riflessa nello specchio del music business... che non ha mai tempo per gli psicodrammi. Gli applausi non bastano a colmare il vuoto che ha reso geniale il timbro vocale. E l’io del genio tende ad alimentarsi con il veleno caldo dell’autodistruzione. Del resto, come disse Truman Capote: “Quando Dio ti consegna un dono ti da anche una frusta... e questa frusta serve ad auto-fustigarti.” Voce profonda come le radici di un disagio perenne. Questa è stata Amy. Ventisette anni per vivere e morire, forse per scelta o forse per caso. Una vita in pasto ai molti che hanno saputo approfittare e giudicare. Perle di musica e bellezza per chi sa vedere e capire. Amy Winehouse si spegne il 23 luglio del 2011 a Londra nel quartiere di Camden a causa di un letale mix di benzodiazepine, vodka e crak.

testo

Alfonso Russo

i don’t ever wanna drink again i just ooh just need a friend i’m not gonna spend ten weeks have everyone think i’m on the mend 25


#Costume&SocietĂ


Caterina Vetro

Nessuna causa è troppo grande da non poter essere affrontata Caterina Vetro è una donna come ce ne vorrebbero di più. Cocciuta come solo una calabrese idealista e del leone sa essere, ha deciso che le cose che non vanno bene in questo mondo sono troppe per starsene semplicemente lì a guardare. Si è rimboccata le maniche e ha cominciato a darsi da fare. Psicologa ed esperta in interventi in Paesi in Via di Sviluppo (PVS), nel 2011 ha fondato insieme al rocker Pino Scotto “Rainbow Belize”, a cui si sono aggiunti con il tempo i progetti fratelli Rainbow Cambodia e Rainbow Guatemala sotto il nome unico di Rainbow Projects. Ogni centesimo ricavato dalla raccolta fondi per questi progetti è stato investito per cercare di dare un futuro a centinaia di bambini che vivono per le strade, nelle discariche di queste regioni. bambini senza casa, orfani o abbandonati dalle famiglie, vivono in condizioni disumane e di estrema precarietà igienica, esposti ad ogni tipo di abuso e violenza.

Grazie ai Progetti Rainbow e al lavoro sul campo di Caterina, giorno dopo giorno, si stanno costruendo eco-cliniche e programmi didattico-riabilitativi per regalare a questi piccoli esseri umani la possibilità di crescere il più possibile sani e protetti e di costruirsi attraverso l’istruzione una prospettiva di vita alternativa alla prostituzione o al crimine.

testo

Erika Grapes

D

a alcuni anni porti avanti, insieme a Pino Scotto, i progetti umanitari Rainbow Projects. Ideali e grande concretezza. Quali obiettivi sono stati già raggiunti? In quale direzione stanno procedendo i lavori? Vorremmo tutti cambiare un po’ il mondo.. purtroppo non ci sono riusciti neanche i grandi profeti! Quello cui assisto quotidianamente nei paesi dove operiamo – Centro America e Sud Est Asiatico - mi fa però comprendere che ognuno di noi nel nostro piccolo è in grado di fare qualcosa di davvero significativo. È totalmente fuorviante pensare che queste cause siano talmente grandi da non poter essere affrontate.. Noi lavoriamo con fondi modesti rispetto a grandi ONG e ONLUS, ma in questi 3 anni siamo riusciti a dare una vita dignitosa a tanti bambini, che siano essi bambini di strada, orfani, bambini della discarica... Abbiamo costruito una piccola clinica per curarli, sosteniamo programmi educativi, creiamo piccole attività imprenditoriali per le madri di famiglia, facciamo amare la musica ai bambini.. in quei Paesi si è affamati di novità, di cultura... mentre noi le diamo spesso per scontate! Sei una donna italiana, hai girato il mondo e hai conosciuto culture molto diverse, nel vivo della loro verità. In cosa siamo fortunate noi italiane? Cosa dovremmo imparare o re-imparare dalle nostre sorelle ad altre latitudini/longitudini? Bella domanda in questa contingenza storica... Probabilmente ti avrei risposto in modo molto differente qualche


non si fa il proprio dovere perchè qualcuno ci dica grazie, lo si fa per principio, per sÊ stessi, per la propria dignità ... - Oriana Fallaci -


anno fa... La cultura, la musica, le arti in generale sono parte integrante della vita delle nostre “sorelle” in altri continenti, che oltre al lavoro che eseguono per sostenere la loro famiglia (in molte società la donna è deputata alla ridistribuzione del reddito familiare, dunque ha la responsabilità economica), portano avanti la memoria storica dei loro popoli e le loro tradizioni. Noi “occidentali” dovremmo imparare un po’ questo: valorizzare le nostre risorse e il retaggio storico -culturale per affrontare la crisi di questo tempo. Purtroppo, credo invece ci sia decadenza in tal senso in quanto l’influenza dei media di massa ci sta allontanando da un modello di recupero artisticoculturale.. In tale contingenza storica, appunto, noi italiane siamo un po’ “privilegiate” nell’appartenere ad una società impostata su un modello patriarcale laddove l’impegno e la responsabilità economica della famiglia non grava primariamente sulla figura femminile... È molto comune nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS), o come si dice anche “nel Sud del Mondo”, vedere la donna che lavora nei campi dal mattino alla sera con i figli piccoli appresso o legati alla schiena, per poi occuparsi delle faccende domestiche, mentre l’uomo riposa tranquillamente sotto l’ombra di qualche grande albero. Non voglio creare pregiudizi né immagini distorte ma questo è ciò che mi ha sempre colpito maggiormente: come facciano a lavorare così tanto e in situazioni psicofisiche così demandanti... E noi accetteremmo una tale situazione o piuttosto saremmo lì a rivendicare il nostro diritto femminista? In questo numero di Concept Magazine, dedicato alla Donna 2.0 - La donna negli anni 2000, abbiamo pubblicato l’articolo inedito di una fondatrice della Dianic Wicca, Szuszanna Budapest, che insegna alle donne a cercare la divinità femminile (Grande Madre) attraverso la solidarietà fra donne e un rapporto diretto (non filtrato dalla razionalità) con la natura e con sé stesse. Qual è il tuo punto di vista sulle religioni in quanto psicologa? Ti piacerebbe vivere in una società matriarcale? La donna, è certo, ha una complessità psico-emozionale che deriva da una diversa strutturazione fisiologica, dunque porta con sé sensibilità che non appartengono all’universo maschile. Trovo però giusto valorizzare entrambe le dimensioni dell’essere umano in qualsiasi aspetto della vita, in quanto idealmente reciproci. Piuttosto, si dovrebbe lavorare di più sul bilanciamento del femminile e maschile in ognuno di noi. Le religioni sono teosofia, filosofie del Divino, qualsiasi esse siano, e sempre svolgono la funzione di far riflettere l’umanità sull’ulteriore. Non sono una convinta credente di una specifica religione. Mi sono confrontata con varie religioni (anche indigene, dunque orientate alla divinazione di elementi naturali) e ho sempre trovato le mie risposte nel rapporto non mediato tra uomo e natura come espressione del divino. Rintracciare il Divino attorno mi ha aiutata a guarire sia fisicamente che psicologicamente. Ma non tutti la pensiamo allo stesso modo e per me il dibattito religioso è ostico tanto quanto quello politico. Ti senti femminista? Mi sento più votata all’equità che al femminismo, che considero più un concetto appartenente alla nostra società occidentale e ai bisogni che da essa derivano nei confronti della figura femminile. Mi sembra alquanto fuori luogo parlare negli stessi termini in società laddove non esistono ancora i Diritti Umani fondamentali per l’uomo. Quando ci si confronta con molte

culture (nel mio caso anche indigene come i Maya in Guatemala e i neri Garifuna in Belize) ci si rende conto di come anche solo una stessa parola nella comunicazione verbale e gli stessi gesti in quella non verbale assumano dei significati così differenti!!! Dunque ciò che per la nostra società è femminismo va intercalata e riadattata culturalmente. Forse nei paesi dove si sta riuscendo a ridurre la pratica aberrante delle mutilazioni genitali femminili (infibulazione) si può già parlare ampiamente di femminismo!!! Se avessi la possibilità di promulgare tre leggi valide a livello planetario, quali sarebbero? In questa contingenza storica spingerei sicuramente leggi sull’ambiente! Non per togliere priorità agli aspetti umani, ma quello che vedo quotidianamente soprattutto in Asia per quanto attiene all’inquinamento e contaminazione, e allo sfruttamento ambientale di multinazionali senza coscienza in entrambi i continenti asiatico ed americano (miniere, palma da olio, mais e soia transgenici.. e molto altro) è talmente grave ed allarmante che se non si prendono provvedimenti seri da subito, l’umanità sarà a forte rischio di sopravvivenza. Animali e foreste soffocati dalla plastica, aria contaminata da diossina, fogne a cielo aperto, scarichi chimici nei corsi d’acqua. Sono tutti scenari del medesimo disastro ambientale che affligge il Pianeta. Primo tra tutti, comunque, razionerei l’utilizzo della plastica! Nei Paesi in Via di Sviluppo, ricettacolo della pattumiera di tutto il mondo occidentale, si vedono forti e chiari i risultati dello sfacelo ambientale. Finché l’Occidente non cambierà abitudini e comportamenti di consumo, i PVS saranno sempre più violati da un punto di vista ambientale. Questa cosa sono in pochi a dirla perché ci sono ovviamente interessi geopolitici ed economici celati troppo grossi! Come spieghi la violenza gratuita che viene perpetrata su animali, donne, bambini? Ci sono luoghi dove la vita umana vale qualche dollaro, cosa ci si può aspettare? La cultura del rispetto della vita è un concetto lato in molti luoghi. In molti paesi, tra cui il Guatemala, ci sono bambini sicari che vengono reclutati dal sistema criminale per uccidere perché essendo minori non sono passibili di pene giudiziarie. In Sud Es Asiatico la prostituzione minorile non è solo un fenomeno creato dagli occidentali che pagano per andare con bambine, ma anche dalle stesse famiglie che vendono i figli ai bordelli per 300 dollari al mese: una forma garantita di pensione. In Cambogia ci sono decine di migliaia di minori, tra cui anche bambini, arruolati nell’industria del turismo sessuale. Se gli stessi governi non alzano un dito per arginare questi fenomeni vergognosi, ci si può aspettare che venga insegnato a scuola il concetto di rispetto? Grazie mille per l’intervista. Un messaggio finale per i lettori di Concept Magazine! Viaggio da 10 anni, ne ho viste e tuttora ne vedo di tutti i colori ogni giorno. La mia pelle e la mia coscienza si sono ispessite per tollerare tutto ciò .. ma ritengo che ognuno di noi dovrebbe credere fermamente di essere in grado di cambiare il piccolo mondo a cui appartiene! A poco servono discorsi che spesso sento dalle persone del tipo “eh ma tanto ormai cosa vuoi fare, i problemi sono talmente grandi che non si può fare più nulla..” NO!! Si può fare invece tantissimo, ma bisogna crederci e impegnarsi ognuno per un micro mondo un po’ migliore attorno a noi.

29


Dea è Donna! testo

Erika Grapes

Z

Budapest è una delle madri fondatrici del movimento moderno delle streghe, nato a Los Angeles nel 1971 con la congrega di Susan B. Anthony. Zsuzsanna divenne famosa nel 1975 per essere stata arrestata a Venice Beach con l’accusa di avere letto i tarocchi, attività allora vietata dalla legge. Dopo aver combattuto per la sua causa in nove anni di battaglie, Zsuzsanna vince, rendendo la lettura delle carte un’attività legale per tutti. Femminista e attivista impegnata nell’incoraggiamento della spiritualità della donna, in opposizione ai sistemi religiosi dominanti di stampo patriarcale, Zsuzsanna è anche una nota scrittrice, giornalista e sceneggiatrice. Attualmente vive a Aukland, in California, e presiede al movimento da lei fondato negli anni ‘70 della Wicca Dianica, sistema di congreghe aperto a sole donne, che si rifà al culto romano di Diana ed esalta la libertà e l’indipendenza assoluta delle donne. Z Budapest sarà in Europa fra il 26 aprile e la metà di maggio per una serie di rituali e conferenze*. Noi di Concept Magazine l’abbiamo contattata per chiederle di parlarci della situazione odierna della spiritualità femminile: “Dov’è la Grande Madre oggi? In quali modi si manifesta?” E Zsuzsanna ci ha risposto inviandoci questo articolo inedito, che qualcuno troverà forse un po’ tecnico, ma che ribadisce l’importanza di un aspetto fondamentale nella ricerca dei misteri femminili: l’abbandono istintivo ed al tempo stesso co-attivo ad una forza sacra e di cui ciascuna donna è spiritualmente figlia: il divino femminino.

Istruzioni di buon rituale per Sacerdotesse distratte testo

S

ono passati molti anni da quando ho iniziato ad insegnare alle donne a creare rituali insieme. Con ogni libro (9 titoli) ho aggiunto qualche informazione su come adeguare i rituali a diverse esigenze, come piegarli e variarli, mantenendone inalterata la sostanza. Ho ordinato 12 Alte Sacerdotesse, che ne hanno a loro volta elette altre: il sacro lavoro dei misteri delle Donne (1) si sta compiendo graziosamente in tutto il mondo. Sì. Ma non ne ho più monitorato i progressi. Non so realmente ciò che accade nei cerchi (2), cosa viene insegnato a nome mio, in che modo sono stati “adattati” i miei rituali. Ogni tanto partecipo ad un circolo per avere il polso della situazione. La ragione per cui non vado così spesso è che temo di annoiarmi. Di

Zsuzsanna Budapest

vedere che il mio lavoro è stato annacquato. Sedermi lì e pensare a qualche modo per defilarmi al più presto. E’ dura per me affrontare una mia sacerdotessa e dirle che il suo cerchio è una cagata. Molti circoli di donne si accontentano della varietà “clinica”, un workshop che fa la parodia di un vero circolo. Le buone intenzioni non sono sufficienti qui. O hai l’abilità di trasmettere un’esperienza di elevazione del potere spirituale oppure semplicemente lo spieghi. Il primo si chiama sacro Cerchio (o Circolo), l’altro si chiama Workshop. Certo, uno può seguire l’altro, ma non possono avvenire nel medesimo momento. C’è un’enorme differenza fra un workshop e un rituale. Ma abbiamo bisogno di entrambi.


#About

Lasciatemi spiegare.

I

n un workshop viene coinvolta la parte Sinistra del cervello. Il workshop insegna le tecniche, si fa un gran parlare puramente informativo, a volte viene letto un libro, si condividono delle storie, si parla, si scrivono cose su piccoli pezzetti di carta, li si brucia, si fa girare uno specchio, una coppa d’acqua, passando da un’attività ad un’altra. Focalizzare l’attenzione delle donne su un particolare aspetto della Dea (3), approfondire... tutto questo è ancora workshop. Abbiamo bisogno di queste cose negli stadi iniziali del Sentiero. Abbiamo bisogno di rinfrescare le nostre menti con la mitologia antica, abbiamo bisogno di imparare i diversi aspetti della Dea, colei dai Diecimila nomi. Abbiamo anche bisogno di leggere più libri su di lei, scoprire come la Dea è stata filtrata attraverso altre menti. Questo approfondirà la nostra immaginazione. Un buon workshop ci insegna a vedere la realtà in modo differente, attraverso le nuove lenti dei paradigmi della Triplice Dea (4). Imparare cose sulla natura e le sue leggi. Cominciare a fare domande migliori e anche permettere a sé stesse di mettersi in discussione. Un workshop è come andare ad una buona scuola di magia. Quindi che cosa è un cerchio magico? È un tempio, portatile. È un incontro vivo con la divinità femminile, è un evento leggermente strutturato, dove dobbiamo vestire la forma con il contributo di tutte. C’è un’Alta Sacerdotessa. Una parola arcaica che indica una funzione necessaria: la direttrice delle energie. Come una direttrice d’orchestra, una brava Alta Sacerdotessa ci impiega nel cerchio a seconda delle nostre forze, chiedendoci di contribuire senza disturbare l’attività dell’emisfero destro del cervello. Un buon rituale utilizza principalmente il cervello destro. Il cervello primordiale. Qui è dove sono conservati tutti i nostri ricordi genetici. Qui è dove le parole hanno poco significato, solo il canto, il cantare, il tatto, il mangiare, il danzare, il baciare. Dal momento in cui si inizia il cammino lungo la via del cervello Destro, bisogna restarci. Non è possibile fare avanti e indietro, nulla di magico può essere ottenuto dallo strattonare la mente delle persone da una parte all’altra. L’inconscio non può mantenere l’attenzione oltre un’ora circa. Un buon rituale dovrebbe concludersi entro questo limite di tempo. Qualsiasi cosa si prolunghi oltre un’ora farà crollare le energie. I rituali più lunghi non sono migliori. Ciascun passo deve far strada al passo successivo, allacciandovisi come in un macramé ben intrecciato. Esattamente come lo spazio oscuro che contiene l’universo visibile, gli istinti attenti dell’Alta Sacerdotessa, tengono insieme le energie del cerchio. Poiché non osservo me stessa mentre lavoro il cerchio, non so esattamente che cosa faccio quando lo sto facendo bene. Tutto ciò che posso darvi è il mio paesaggio interiore. Internalizzo il cerchio intero, io sono in tutte le donne là presenti, sentirò i loro punti deboli nel mio stesso corpo. Poi andrò là e le incoraggerò ad emettere il suono hum con più leggerezza, non come un tagliaerbe. O insegnerò loro ad automonitorarsi ponendo le proprie mani in cima sulla sommità del capo e percepirne le vibrazioni. Un buon rituale ha un inizio ben definito, una parte centrale con uno scopo e un finale soddisfacente in cui si ritorna pienamente nella dimensione materiale di sè. Il primo passo consiste nel tenersi per mano, mettere le mani sulla schiena l’una dell’altra. Toccarsi. Questo stabilirà una corrente elettrica che da questo momento in poi sarà la nostra principale connessione. Il rituale ha inizio con l’unificazione del gruppo, che respirerà all’unisono, il respiro si evolverà in un humming (almeno 2 minuti) e in un canto (il tempo che ci vuole). Queste sono le pietre miliari di un rituale Dianico. L’humming serve a purificare i chakra e ad unificarli. Il canto serve a liberare il cuore dai sentimenti, armonie e discordanze fatte suono. Questa fase può andare avanti per un po’ di minuti. Io ascolto attentamente e riesco a riconoscere il suo affievolirsi prima che accada. La parte mediana del rituale deve essere leggermente al di sopra di queste abilità. L’hum, ad esempio, supporta molto bene le invocazioni ai quattro angoli (5) e fa sì che tutte le partecipanti siano coinvolte. In un circolo Dianico, ciascuna fa qualcosa (hum, canto, preghiera) per tutto il tempo. Non si parla, si lavora innanzitutto alla prima esplosio-

ne di energia, che potrà poi venire raccolta dal resto del gruppo. Tutte le preghiere galleggiano sull’onda dei respiri o dell’hum. Se imparerete questo semplice requisito, il vostro lavoro sarà considerevolmente più efficace. Una volta nel cerchio, non c’è spazio per letture da un libro o da pezzetti di carta. Mi acciglio parecchio di fronte a questo tipo di mosse maldestre. Non esiste altro parlare che il declamare poesie o il cantare. Tutto deve arrivare dal cuore. Il cervello destro è il cervello creativo, poesia spontanea, benedizioni, preghiere, mai materiale scritto in precedenza, a meno che non lo conosciate a memoria. Pensate che sia difficile? Non se le fondamenta del cerchio sono state poste solidamente. Se l’Alta Sacerdotessa ha fatto praticare al gruppo la respirazione insieme, l’hum insieme, se il cervello destro è stato coinvolto appropriatamente, non è difficile. Un buon circolo dovrebbe avere più di un canto. Tre è un buon numero. Tre canti possono essere insegnati all’inizio del cerchio, per essere certe che tutto fluirà bene quando sarà arrivato il momento di usarli. Non puoi insegnare roba nuova nel bel mezzo del circolo. Questo vale per ogni cosa di cui avrai bisogno nel cerchio: dovrai insegnarla PRIMA che il Cerchio abbia inizio. Mi prendo dieci, quindici minuti per preparare il mio gruppo di donne alla struttura di base. Ad esempio insegnare dei passi di danza, nel caso della Danza a Spirale, un’attività frequente. È opportuno fare un po’ di prove tecniche, avvisare dei possibili pericoli, ad esempio gli ultimi componenti della Danza a Spirale potrebbero disperdersi se la danza inizia ad elevarsi etc. Le donne impareranno presto queste cose e le metteranno in atto. Porto nel cerchio un po’ di giocosità magica, che coinvolge le donne. Esclamo “La Dea è viva!” E loro rispondono “Magia in atto.” Poi diciamo i nostri nomi, “Z è viva”, tutti rispondono “Magia in atto!” Poi il nome della prossima donna “... è viva!” etc. Ci si mette un po’ di tempo per esclamare tutti i nostri nomi se il circolo è grande, ma resta sempre attivo, nessuno sbuffa dalla noia. Poi arriva il momento di accendere le candele, generalmente verso metà di un circolo. Le donne chiedono aiuto per le loro vite. Quello è il ruolo di una buona spiritualità, creare una porta per gli esseri umani per chiedere un intervento divino. Questo è conosciuto come potere della preghiera in tutte le religioni. Nella nostra lo facciamo accendendo una candela di colore appropriato e aprendo le nostre braccia e le nostre preghiere dal cuore. Queste preghiere devono essere supportate e ascoltate da tutte. Raramente le donne trovano questo tipo di supporto, di ascolto, che trovano nel cerchio. Qui il discorso è breve, ma appropriato. Se può essere fatto in rima, meglio ancora, ma a volte penso che le donne abbiano semplicemente bisogno di pregare in qualsiasi modo sentano di farlo. Di sottofondo a questa attività continua l’hum, solo un po’ più sottovoce, cosicché la donna che sta pregando ad alta voce può essere sentita. Prestiamo attenzione all’hum nello stesso momento. Questo viene fatto bene per tutto il tempo. Per avere pazienza con i movimenti di ciascuna e il tempo richiesto per la preghiera, ci vuole un po’ di spirito di sorellanza. Coloro che hanno bisogno di sedersi, che lo facciano. Non c’è magia nella sofferenza nel cerchio. Se il rituale si svolge all’aperto, è opportuno vestirsi in base alle condizioni metereologiche. Non è il caso di sfoggiare un abito nuovo in materiale sari trasparente o qualcosa di infiammabile. Sii una strega di buon senso. Io indosso biancheria intima lunga, se ho in programma un circolo all’aperto. Mi metto scarpe calde e robuste se devo scalare una montagna o una collina. Anche la fine del rituale deve essere organica. Si sente quando l’energia sta diminuendo, è bene non aspettare che tutto evapori da sé. A quel punto chiamerai a raccolta le donne prima che accada. Creerete ancora un cono di potere (6) e questa volta riporrete le note di ringraziamento ai suoi quattro angoli, come avete fatto all’inizio chiamando a voi l’energia. Queste due parti devono combaciare, tutte le divinità chiamate devono essere ringraziate come si conviene e congedate. Infine avrete un’occasione di far uscire l’energia, ma questa volta cia-



scuna di voi sarà potenziata dal rituale... Perciò che si elevi! Pronunciate una preghiera per “la pace nel mondo”, per “possa cadere il patriarcato”, qualche grande desiderio e indirizzatelo verso il suo obiettivo sull’onda del più elevato grido di energia delle donne. La parte conclusiva del cerchio è amore. Abbracciatevi l’una con l’altra o in un abbraccio di gruppo. Vi aiuterà a tornare con i piedi per terra. Oppure continuate, sempre in modo materiale, a celebrare la Dea. Cercare di “tornare sulla terra” toccando un pavimento di legno o di cemento non ha senso, a meno che non tocchiate la Terra stessa. Potrete condividere del buon pane fresco e imboccarvi a vicenda con le parole “Possa tu non patire mai la fame!”, offrirvi bevande a vicenda e dire “Possa tu mai soffrire la sete!” FESTEGGIATE!

Q

uesta è l’ultima parte di un buon rituale, il nutrirsi a vicenda, gli auguri di abbondanza. Il cibo è il modo più piacevole per tornare a radicarsi. Mangiate finché sentirete i vostri piedi sotto di voi. Io mi attengo a queste semplici regole, che lavorano con la parte Destra del cervello. Perciò, vi prego, siate chiare: o state facendo un circolo o un workshop. Non delegate il vostro compito di Alta Sacerdotessa ad altri perché quelle di noi presenti, sono venute qui per vivere momenti magici. Vogliamo che il cervello destro sia coinvolto. Circoli noiosi non sono magici. Abdicare dal vostro ruolo di Alta Sacerdotessa non è fico. Abbracciarlo e spandere il miracolo del sacro è il vostro privilegio. Esiste un concetto di doppia leadership, questo non è per circoli sacri, ma per i workshop. In un workshop potrete avere due insegnanti, semplicemente organizzate. Questo rafforzerà l’interesse nell’argomento da due punti di vista diversi. Ma per un cerchio, dovrete rivolgervi alla donna la cui leadeship è più magica, colei che è in grado di allacciare le energie fra loro come una tela delicata. È un talento come un altro e non tutti ne siamo dotati in egual misura. C’è chi sa cantare e chi sa cantare l’opera lirica. Le donne sono venute per l’esperienza sacra, non per essere oggetto di sperimentazione o di pratica da parte delle loro sorelle che operano con il cervello sinistro. Eseguite il lavoro del circolo solo se siete in grado di intonare finemente nel cerchio l’agglomerato di energie delle donne presenti. Dovrà svolgersi senza momenti noiosi, senza sbirciare appunti, senza esitazione. Sarà anche necessaria della grazia e bellezza. Altrimenti sarà esattamente come nella vecchia chiesa che ci siamo lasciate alle spalle. Stare sedute per tutta la durata di un lungo noioso “servizio religioso”. Ora dobbiamo sviluppare e insistere su cibo per le nostre anime di qualità superiore. Ci vuole un po’ di devozione, un po’ di buona volontà, un po’ di senso divinosul fugace sacro. Tutte noi veniamo dalla Dea E a lei torneremo Come una goccia di pioggia Che scorre verso l’oceano.

* Zsuzsanna Budapest sarà in Germania, presso Arkuna Frauen nelle giornate del 26 e 27 aprile, in Austria per il rituale di Beltane del 30 Aprile, parteciperà al Goddess Conference a Vienna il 1-3 Maggio; e ad altre conferenze, ancora, il 9-10 e 11 maggio 2014. Il 16 maggio, di ritorno negli Stati Uniti, parteciperà al workshop di Susan Weed a Woodstock. http://zbudapest.com http://dianic-wicca.com NOTE (1) Il Dianismo, o wicca dianica, è una delle molteplici correnti wiccan, particolarmente incentrata sulla femminilità e sul potere femminile. Figura centrale della credenza dianica è la Dea Madre, concepita come colei che dà la vita e ha dato origine ad ogni cosa. Dunque la wicca Dianica può essere intesa come una corrente enoteistica in quanto, tende ad escludere la venerazione del Dio, e prevede l’adorazione e il contatto con la sola Dea nelle sue varie forme. (2) Il cerchio magico (o circolo magico) è un rituale di origini molto antiche che ha avuto una riscoperta e rivalutazione nell’odierno movimento spirituale neopagano. (3) Dea o Grande Madre. La Grande Madre sarebbe una divinità femminile primordiale, presente in quasi tutte le mitologie note, in cui si manifesterebbe la terra, la generatività, il femminile come mediatore tra l’umano e il divino. Essa attesterebbe l’esistenza di una originaria struttura matriarcale delle civiltà preistoriche, composte da gruppi di cacciatori-raccoglitori. (4) I tre aspetti della Dea sono la Giovane, pura e rappresentazione del nuovo inizio; la Madre, generatrice della vita, disponibile e compassionevole; e la Vecchia Saggia, rappresentante il culmine della vita nella totale conoscenza ed esperienza. Questi aspetti rappresenterebbero il ciclo della vita: nascita, vita e morte, che si riproducono all’infinito in un cerchio continuo. (5) I quattro angoli corrispondenti alle quattro direzioni (Nord-Sud-Est-Ovest) e ai quattro elementi collerati (Nord= Terra; Sud=Fuoco; Est=Aria; Ovest=Acqua). (6) Il cono di potere è un metodo utilizzato nei rituali magici, specialmente quelli di stregoneria, che consiste nel creare una corrente di energia che parte dalla base circolare formata dal cerchio di streghe partecipanti al rituale, diretta verso l’alto in direzione di un punto preciso, che costituirà la punta del cono. Un famoso stregone inglese, Gerald Brousseau Garnder, nella notte del 31 luglio 1940 (Lummas), ha organizzato un cono di potere in Inghilterra per impedire alle forze di Hitler di invadere la Germania.

33


)L COCKTAIL GIUSTO PER LE TUE ESIGENZE 1/3: progetti grafici e comunicazione creativa per la pubblicitĂ ed il marketing. 1/3: editoria, produzioni, stampa di: libri, CD, DVD, brouchure, leaflet, manifesti, locandine, biglietti da visita. 1/3: produzione e postproduzione video.

A tutto questo aggiungete una spruzzatina di: creazione loghi e marchi, realizzazione di immagini aziendali ed organizzazione d’eventi.

Farandula sas la trovi in: via P. Andiloro 41/g ¡ 89128 Reggio Calabria tel / fax 0965.29828 ¡ mob 333.6557448 info@farandula.it

pagina.indd 12

27-01-2009 17:54:06


#Poetry

Parole Accese a cura e di

Francesco Villari

Q

uando il gioco si fa muro, i muri cominciano a giocare. Muri sui quali sono state scritte le parole migliori. Muri sui quali sono stati disegnati cazzi. Muri sui quali di certo “Dio c’è”. Muri davanti ai quali ti fermi e non piangi solo perché intravedi uno spiraglio a breve termine. Quel numero di telefono dovresti passarmelo.

‘Round Midnight

N

ello zaino ho ancora attaccata una spilletta raffigurante una pistola nera su sfondo rosso, è disegnata di fianco. Non si può togliere perché la ruggine, sedimentando, ne è oramai corpo unico. Ti prende la smania, quella vecchia immagine da anni di piombo non vorresti vederla mai più. Ma ti rendi conto che a conti fatti contano solo i voti che prendi. È a scuola che impari a fregarli tutti con il sorrisetto della prima ora, quella dell’interrogazione da volontario. Quella del “Ma quant’è sveglio questo ragazzo!”, che vale già di suo un voto e mezzo. La mediocrità non te la venderanno a prezzi alti. Per quelli ci sono i viziosetti che possono permetterselo. Che lo meritano, perché lo meritano. E la pagano, perché la pagheranno. La mediocrità del post cornetto sarà sufficiente a farti superare il livello per il quale ci ha perso più nottate. Questa volta sarà diverso. I reni di Ireneo dovrai colpirli forte. La precisione conta quanto la destrezza. Muoviti sempre. Muoviti come se stessi scappando da te stesso per poter prendere lui. È facile se non ti fissi con il pubblico. È facile se non guardi il culo alla signorina che annuncia l’inizio della sesta ripresa. Sarebbe facile se solo occupassi l’ultimo posto della catena alimentare. L’eliminazione dei vizi di forma è un pentacolo che sorride senza denti ed ha il difetto di fottersene ventiquattr’ore su ventiquattro. È uno stato d’allerta che non ha letto le regole ed ha firmato per un pareggio. Ma al peggio non c’è mai fine, come ci ha insegnato il professore di diritto. Al rovesciarsi delle governance saranno guai per tutti. Il posto che hai sognato è occupato da generazioni di musi lunghi. Allunga le tue mani oltre la tua portata. Oltre la navigazione a vista ci stanno le isole e poi le sirene. Non penso alle mensole con le falene se penso ai tuoi libri appoggiati alla polvere. Povero me che mi ostino a spettegolare con il prossimo mio come con me stesso. Voglio un riconoscimento. Voglio una preghiera sulla mia tomba in mare. Delle quattro mura potrei farne a meno. Colpisci e veloce reagisci. Poi sparisci. Quando il gioco si fa muro, i muri devi cominciare ad abbatterli.

a cura e di

Jan Hassermann

P

rima ch’io mesca la raggelante sequela. Prima ch’io dia la stura al magmatico fervore, al raggelante raggiro del dissenso. Angeli guerrieri vengano a custodire l’archetipo del fu. Oceani d’orgoglio sferzati dalle gote violette di Eoli annichiliti preparano catastrofi dai pochi dolcemente attese come unguenti leggeri atti a lenire le propaggini dell’Io funesto. Raggelati allo scatto seguimmo i fotogrammi di un transfert che scorre al ritardo sequenziale. Ottiche dilatate si schiudono alla nostra inadeguata bellezza. Potrà mai guardare l’uomo l’altro uomo rimirandone la sola anima? Elfi, paggi, folletti, si dimenano ironici lambendo le traslucide sponde di un brado, abbacinante divenire. Aracne tesse trine e merletti.

35


#RiservaUrbana

La Casa Tonda è meglio della Casa Bianca a cura e di

L

Ruben Toms

a casa tonda - titolo originale The Round House - è una denuncia delle violenze impunite contro le donne native americane. Ha vinto il National Book Award 2012. Romanzi di quelli che lasciano senza fiato, che quando lo riprendi rimani a bocca aperta, incredulo, per la storia che hai appena finito di leggere. Ti stropicci gli occhi e guardi e riguardi la copertina del libro edito da Feltrinelli. C’è un “acchiappasogni” e dietro c’è un sole che inizia a sorgere tra gli alberi di un bosco. Ambientato nel 1988 in una Riserva del Nord Dakota. Scritto da Louise Erdrich della Turtle Mountain Band of Chippewa. La scrittrice fa un ritratto composito di una comunità e s’inventa un mistero avvincente. C’è Joe, un adolescente nativo americano che chiamano Oops. C’è la madre di Joe che subisce uno stupro e lo stupratore tenterà anche di bruciarla viva. C’è il padre di Joe che è il Giudice della Riserva: che un giorno sì e l’altro pure consulta il “Manuale di Diritto Federale Indiano” di Felix S. Cohen. Libro con rilegatura rosso ruggine graffiata, lunga costola crepata e su ogni pagina reca commenti manoscritti. Sarà lui a doversi occupare dell’orrendo crimine commesso e acciuffare il responsabile. Ma finora il Giudice si è sempre occupato di liti tra vicini, furtarelli, piccole truffe, ubriachezza, un pò di droga. E sente il peso di tale responsabilità. Così il giovane Oops si sentirà in dovere di far luce sul caso. Non dirò altro, absolutely da leggere. Aggiungo: La casa tonda è meglio della Casa Bianca! Per concludere, l’86 % degli uomini che violentano le donne native americane sono bianchi. E purtroppo anche tanti indiani commettono violenza sulle loro donne. Dura verità che molti tra i nativi americani ancora oggi rifiutano di vedere. Domanda: perchè nel 2012 il Congresso USA non ha voluto estendere la Violence Against Women Act alle donne native americane? Louise Erdrich - pagine 384 - Feltrinelli


#16:9

cinemAltrove a cura e di

Federico Bonelli

avevo letto della vita d’adele quando ha vinto a cannes, dopo che hanno crocifisso

Abdellatif Kechiche per le scene spinte, dicendo che solo una donna aveva il diritto di parlare dell’amore saffico... figurarsi un uomo, eterosessuale, e per di piu’ d’origine araba. tanto per servire il pregiudizio nella variante piu’ schifosa. il film l’ho visto ieri. eh sì! il vostro recensore/misuratore non e’ uno che va a vedere l’ultimo film uscito, piuttosto uno che si affanna a recuperare le puntate precedenti, vi rincorre.

S

e vi aspettate un film per vojeurs, che vi costringa ad accavallare le gambe e vi rivitalizzi il lavorio di coppia lasciate perdere. È una storia d’amore, tra una ragazzina di liceo, Adele e una studente di Belle Arti aspirante pittrice, Emma. Kechiche rimane addosso ad Adele, le stà vicino, sul viso, per tutto il film. Ma ci sono altre cose nascoste nel film, preziose. Avrebbe detto Rousseau: « Sors de ton enfance, ami, réveille-toi ! » Emma esce dall’infanzia, risvegliandosi “mercè d’amore” (come nei sonetti di Giordano Bruno) e il risveglio in fondo si giustifica con se stesso. Torniamo alla storia d’amore, saffica per destino e non necessariamente tale, che si svincola dai costrutti sociali con i loro pregiudizi senza doverli neppure combattere più di tanto, ne svela la vecchiezza, perché poi, in fondo nessuno ci crede piu’ troppo, solo i brutti. E con delicatezza Adele evita di portarli a scuola, o in famiglia, per pudore non per vergogna. Adele impara molte cose in questo viaggio, a mangiare le ostriche per esempio, e che le porte del sentire autentico sono porte in cui si entra da soli. Adele fa esperienza, un’ esperienza fisica, passionale, emozionale. Attraverso la passione Adele sente. Per questo è vicina la macchina da presa, per questo ci fa sentire i corpi, gli umori, i brividi. La regia si concentra nel mostrarci cosa sia “sentire”. Non è scontato, e lo potrete osservare per il tempo dovuto e dalla distanza più intima possibile. E non mi riferisco solo al sesso, di cui s’era parlato fin troppo. Mi riferisco all’emozione. Su quella siamo ancora impreparati, è un mistero. Citavo Rousseau. Non è un caso, perché la polemica che ha investito la regia dopo Cannes è figlia di un contesto sociale preciso. Il film entra in questi pregiudizi (non sugli omosessuali, ma di classe, di censo). Le questioni di classe non prescindono dalla liberazione politica, o sessuale. E in questo la scrittura del film è estremamente attenta, precisa, con rimandi visivi rigorosi. Adele non ha altra piccola vanità che di essere bella in blu, sempre un po’ triste se fuori posto. Léa Seydoux, attrice molto pulita nei panni di Emma, è la pittrice autoreferenziale, e in fondo viziata, capace di una durezza spietata nel perseguire se stessa. Adèle Exarchopoulos, sulla cui faccia passano le tre ore di storia, è splendida, costantemente in bilico tra un disegno di Manara e una moc-

ciosa. La bravura della regia è di aver trovato nel montaggio il modo di non farla mai cadere negli estremi: è pur vero che hanno girato 300 ore di materiale... Quindi: non è un film sull’omosessualità, ne’ uno per vojeur. È un film sull’amore, sulla sua durezza del labirinto che porta prima alle porte del cielo e poi a quelle dell’inferno, non sempre in quest’ordine, e sulla solitudine. E ora qualche nota per chi di noi vuole fare film oltre che vederli e guarda con un certo occhio. Non credete che sia stato facile. Ci vuole un amore eccezionale per l’arte per rendere così vivi questi personaggi, per seguirli mentre fanno l’amore, mentre si muovono o parlano o si annusano o leccano. Amore incondizionato per l’arte non solo del regista ma di tutta la crew, se pensate che in media ci sono 6/7 persone sul set insieme a loro, a reggere microfoni, attenti alla messa a fuoco, a seguire le coreografie, ad aggiustare una luce o un filo di trucco, a cogliere uno scricchiolio... E quello che noi vediamo poi al cinema, grandissimo sullo schermo, è il risultato di questo artigianato sublime: due esseri umani con la loro infinita bellezza mentre fanno l’amore, sorridono, mangiano, si innamorano, si odiano, tremano... A proposito, siccome il film ricalca le impronte del miglior Cassavetes prendetevi l’opera omnia del regista greco americano e riguardatela nei dettagli. Soprattutto Faces e Killing of a Chinese Bookie. Kechiche nel suo lavoro gli deve molto, per la messa in scena e il lavoro con gli attori e il modo con cui gli fa portare il testo; per le scelte di cinematografia, con luci minime e quasi sempre due camere per non dover fare più takes quando l’energia è quella giusta. Il film è girato molto bene. Da Sofian el Fani che opera con coerenza drammaturgica alla fotografia. Ha girato a mano, e con una lente piuttosto veloce (leggo in rete che si tratta di zoom Angénieux 28-76 mm T2.6 su un corpo canon C300, un bel matrimonio di vecchia scuola e digitale). Un’ ultima cosa, che ho apprezzato molto: i famosi quadri di Emma, la pittrice viziatella e stronza, non si vedono molto, ma servono solo per rimbalzare la luce. Vedere il loro colore pieno di ego usato per rimbalzare sulla faccia di “carne e sangue” di Adele la dice lunga sulla gerarchia dei personaggi per Kechiche. 37



Soltanto per

la mia

dea

si definisce una manipolatrice, una figura di cui l’uomo ha timore, ma della quale l’uomo non può fare a meno. testo

CERBERO



#About

C

erto, c’è una volontà di potenza, una volontà di dominio e di essere dominati. Insomma, le figura dello schiavo e del padrone entrano potentemente nella storia del pensiero più di duecento anni fa, con la Fenomenologia dello Spirito di Hegel. FetishDea crede davvero che si possa, o che sia possibile, ridurre l’essenza dello spirito umano a questo gioco di parti? «Innanzitutto starei molto attenta all’uso dei termini: più che di schiavo, parlerei di servo. L’occorrenza di servo ha un significato più morbido; poi, altra cosa è portare a schiavitù una persona, altra cosa è la figura del servitore. Nel mio sito parlo di una lady e del suo servitore. Per quanto concerne la mia esperienza, le posso dire che, tendenzialmente, è gente di cultura, di potere e piuttosto libera dagli impegni lavorativi quella che mi contatta. Gli uomini, diciamo, privi di cultura hanno paura di ciò che non conoscono e non hanno voglia di investire altre energie, anche dal punto di vista psicologico. Chi mi contatta è gente che sente il bisogno di abbandonarsi, di mettersi a nudo nella totalità della parola, lasciarci gestire da una donna, da cui ovviamente devono essere attratti e di cui devono avere fiducia». Il rapporto servo-padrone non si limita all’istante del comando, ma si prolunga nel tempo. Può dirci qualcosa di questo particolare modo di vivere il tempo? «La fantasia, il sogno di chi mi scrive è quello di essere dominati a vita. Il desiderio del 99% di questi sottomessi è quello di trovare una padrona, una lady per vivere semplicemente in funzione di lei. Vorrebbero vivere di questo, nel senso letterale del termine: abbandonare famiglia, lavoro e quant’altro per essere servitori a tempo pieno e a tutti gli affetti. Ovviamente si tratta di un sogno irrealizzabile e loro lo sanno». Dare la propria vita in gestione a un altro? «Sì, esatto, proprio questo. Così dicono: “Io vorrei non avere bisogno di niente, mangiare i suoi avanzi, restare nella sua ombra; lei mi può mettere dove vuole, io non la condiziono…”». Si sa: sadismo e masochismo sono due aspetti della psicologia umana, quella stessa psicologia che si declina come amore, bellezza e appagamento. Si tratta d’imposizioni e di “violenze” commesse e accettate volontariamente. Ed è per questo che la loro pratica può entrare a far parte di uno stile, di un’arte o di un comportamento sociale diffuso. Ora, esiste un’estetica del comando, un’estetica della “violenza”, contro di sé e contro gli altri. Qual è secondo lei il confine tra bellezza e violenza? «Il potere è violenza ed è bellezza. La bellezza del potere è innegabile, il potere esercita un fascino. Sai che, in quel momento, c’è un accordo tra le parti e la bellezza della situazione sta, a mio avviso, nel detenere il potere su quella persona. Quindi parlerei di una bellezza cerebrale, più che estetica».

che cercano in ogni modo di ostacolarne la carriera. D’altra parte, a volte il problema è delle donne stesse che ritengono addirittura giusto il fatto d’essere dominate. Recentemente parlavo con una ragazza, estranea all’ambiente Fetish, a cui piace letteralmente essere maltrattata: aveva un compagno con cui è stata insieme undici anni, lei sapeva benissimo che lui, durante la settimana, la tradiva fingendo improbabili impegni di lavoro e lui, oltretutto, la picchiava costantemente. Allora io la esortavo a prendere in mano la situazione, a fare una denuncia. Ma lei non considerava minimamente questa possibilità: so che mi tratta male, diceva, ma sono innamorata... E se permette, prima di lasciarla vorrei specificare una cosa sul mondo del fetish che è molto più articolato di quanto possa sembrare: c’è il feticista, diciamo classico o standard frustato, che ama i piedi, ama annusare la pelle, le calze usate e quant’altro… Costui non vuole assolutamente essere frustato, non ama il dolore. Al contrario, ci sono uomini che di questa dimensione sensibile del feticismo non sono interessati, loro vogliono essere dominati cerebralmente, aggrediti verbalmente e, in breve, sentirsi una nullità. C’è, poi, chi si disinteressa di questa dimensione mentale e ama solamente e semplicemente il dolore fisico. La bravura della lady sta nel capire quello che la persona vuole; sta nel “pre”. Insomma, prima di parlare con l’aspirante servitore devo già inquadrarlo e capirne desideri e limiti. Dico questo perché ho constatato che, se faccio venire la persona da me per un colloquio preliminare si perde tutto il fascino, la fantasia e si va a cadere troppo nel confidenziale. Bisogna accogliere la persona già entrando nel ruolo e nelle parti... Capisce, non è facile!».

Certo, è la stessa cosa che accade nella situazione psicanalitica. Il paziente non deve presentarsi allo psicanalista: senza nulla sapere del paziente, nel momento in cui il paziente varca la soglia dello studio la psicanalisi è già iniziata. ...Concludo rimandando alla lettura delle mie storie su Raramente tra servo e padrone s’instaura un rapporto ses- www.fetishdea.com. suale… ∙ «Quasi mai». Infatti, ma c’è un aspetto piuttosto strano: tra servo e padrone s’instaura un feeling molto intenso e profondo, nel quale non si esclude praticamente niente di ciò che concerne l’ambito della condivisione affettiva e mentale. Ecco, perché l’atto sessuale è l’unica cosa che viene sistematicamente esclusa da questo rapporto? «Sinceramente, non so spiegarle il perché. Io faccio parte del rango delle dominatrici professioniste, ho fatto di questa mia attitudine, di questo mio modo di essere, una professione. Organizzo feste, eventi nei quali accorrono anche dominatrici non professioniste e, le dirò, ho visto molti casi di matrimonio tra dominante e dominato. A me colpisce, ovviamente, il fatto che un uomo possa e voglia vivere tutti i giorni della sua vita così; sa, un conto è fantasticarlo, come prima le dicevo, un conto è farlo veramente!». “Adorare la donna”. L’arte seduttrice è propriamente femminile; forse la donna ha un’innata propensione al dominio. Eppure noi viviamo in una società, soprattutto quella italiana, in cui la donna è ancora dominata, nella quotidianità e nella vita sociale. Siamo sempre uno degli ultimi paesi in Europa (anche) per l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro… «Le donne potenti fanno paura ad alcuni tipi di uomini,


#About

Carne Fresca testo

U

Erika Grapes

n giorno compi 30 anni e ti si apre un mondo che prima ignoravi. Nella testa degli uomini si è sviluppata un’idea bizzarra, secondo cui quando una donna compie 30 anni diventa vecchia, mentre un uomo di 30 ...beh...ha solo 30 anni: ha tutta una vita davanti. Cioè, fino ai 29 anni, si è tutti ventenni.. il giorno del tuo trentesimo compleanno..improvviso gap generazionale fra te e i tuoi coetanei maschi. Naturalmente poche donne arrivano preparate a questo misterioso incantesimo. In genere ne sono consapevoli solo quelle che hanno avuto fidanzati o amanti più anziani e che sono state abituate a discorsi del tipo “eh tu sì che sei giovane, non come mia moglie!”, come se un dato cronologico di per sé contenesse un merito o un demerito. Al massimo, un po’ di dubbi possono sopraggiungere se si è state esposte alla discografia di Vasco Rossi per troppo tempo. A me non era mai capitato di sentire frasi di questo tipo prima del trentesimo anno di età. Primo perché non mi sono mai messa insieme a uomini sposati: mi sembravano poco affidabili in termini di fedeltà sentimentale, poi perché gli uomini molto più grandi di me che mi corteggiavano, mi ricordavano irrimediabilmente mio padre o mio nonno. Infine perché, non so per quale motivo, con i miei più o meno coetanei, mi sono sempre trovata più in sintonia. Non sto parlando di una differenza di età di 5-10 anni, parlo di dislivelli più marcati. Man mano che i 30 anni di una donna diventano 31, poi 32, poi 33 etc.... e non vieni più scambiata per una molto più giovane della tua età, cominci a leggere sul labiale di alcuni tuoi coetanei, mentre sfogliano distrattamente il più grande catalogo postalmarket della storia, parole

agghiaccianti che ti catapultano virtualmente nella stanza frigorifero di una macelleria: “Carne fresca”. Ok. Torni indietro con la mente a quando eri tu “carne fresca”, magari ai tempi del liceo, o dell’università. Non sapevi di essere “carne fresca”, tuttalpiù sapevi se quei jeans ti facevano il culo grosso o se il parrucchiere ti aveva fatto un taglio di capelli agghiacciante. Avevi gli stessi interessi di ora: arte, yoga, letteratura, viaggi. Ma eri in una fase diversa. L’amore ti riempiva le giornate, il sesso, wow! Ti fidanzavi con ragazzi di cui eri innamorata e la verità naturale del vostro amore ti rendeva più bella. Poi, come una puntina storta su un giradischi, improvvisamente ti viene in mente quella compagna di scuola che aveva il fidanzato molto più grande di lei: non sorrideva mai, se non per finta, si vestiva come una sciura** e addirittura aveva due rughe profonde di amarezza a segnarle i lati della bocca..a 18 anni! Tu scrivevi il nome del tuo innamorato sul diario, con tanti cuoricini che ora troveresti imbarazzanti e poesie di scarsissimo valore letterario, ma piene di emozioni. La tua compagna di scuola tornava dal weekend e parlava della macchina nuova del suo uomo, del ristorante chic dove l’aveva portata, del bracciale d’oro che le aveva regalato...mai di lui! A volte ti veniva il dubbio che le piacesse veramente, il suo uomo. Specialmente quando fissava quel compagno di scuola carino, sospirando. Avresti voluto fare a cambio? Fammi pensare...no. Quello che gli uomini che dicono “carne fresca” e che cercano carne fresca, probabilmente non hanno ancora realizzato è che loro stessi non sono “carne fresca” e che una giovane donna, per quanto spirituale o intellettuale possa mostrarsi, comunque se ne accorge.


E le ragazze giovani non sono stupide come questo tipo di uomo ama pensare. Se ne accorgono istintivamente se le hai appiccicato in fronte un’etichetta con la data di scadenza. E anche se hai studiato tanto, hai un buon lavoro e “un’esperienza sessuale superiore ai loro coetanei” (ehm), probabilmente verranno con te perché hai un buon lavoro. Punto. Perché magari sono cresciute con in casa mamma che sospirava tutto il giorno perché papà passava troppe ore serali in ufficio, ma la casa era comunque bella e le hanno insegnato che è questo quello che conta. Avere una casa bella. Quindi obbediscono alle regole e cercano un uomo come papà. In tutto e per tutto. Soprattutto nell’età, per avere meno concorrenza sul mercato. Chissà se il fidanzato maturo con la macchina nuova, ad un certo punto, alla data di scadenza, ha poi sostituito la ragazzina dal sorriso tirato con una ragazzina più giovane. Succede a molte donne, a quanto ho sentito dire. Non in tutti i casi, è evidente: l’amore non ha confini troppo nitidi, quindi ben vengano le eccezioni felici. Ma torniamo al segmento specifico della popolazione maschile di cui stiamo parlando. Quelli che cercano Carne fresca, ma non per amore. No perché c’è qualcosa di perverso nel rapporto fra una teenager e un signore attempato. Questo lo sanno tutti. Ma c’è un qualcosa di perverso anche nella mente di una donna che sa che il suo unico pregio agli occhi del suo uomo è la giovane età. Ma ce la fa? Lo sa che si tratta di un accordo a tempo determinato? Molto spesso, se le guardiamo bene, le ragazzine che hanno fidanzati vecchietti, sono un pochino meno carine delle loro coetanee. Non so ancora se una cosa influenza l’altra oppure se è semplicemente perché il cacciatore di carne fresca medio, quindi non straordinariamente ricco o famoso, non può “permettersi” una ragazza giovane E molto carina. Il maschio acquirente di carne fresca, se lo guardiamo da vicino, è sempre un po’ bavoso, poverino. Un po’ come un cane in calore. Forse per questo non ragiona con grande lucidità, non so. Per l’acquirente di carne fresca, il tipo di donna, o meglio, di ragazza a cui è interessato, non deve necessariamente avere una personalità (che trova fondamentalmente inutile ai suoi fini). Più la donna è giovane e più il suo valore sale. Come fosse un’azione quotata in borsa. Il maschio acquirente di carne fresca si vanta con l’amico di quanto è giovane e figa la sua nuova fidanzata facendo paragoni con la fidanzata dell’amico stesso (ed eventualmente riproponendosi di sostituirla, se la morosa dell’amico è meglio). Consumismo puro. Poi esiste il campionato generale, esiste da secoli, per la conquista della più bella. Il nome Elena vi dirà qualcosa. Il maschio acquirente di carne fresca punta al top di gamma. Il top di gamma, in ambito di mercato, costa. Seguendo lunghe strisce di bava, arriverete a quella che è considerata la “Top di gamma” del momento. Spesso lo è solo perché lo dicono tutti, non perché effettivamente abbia qualità estetico-erotiche straordinarie o perché piaccia allo specifico maschio acquirente di carne fresca in questione. La battaglia sarà dura e sanguinosa, combattuta a suon di Like e strizzatine d’occhi virtuali maliziose. Questo per i maschi acquirenti di carne fresca meno abbienti, che avranno probabilmente poche possibilità,

a meno che la Elena in questione sia una donna cresciuta a pane e Cime tempestose. Per i maschi acquirenti di carne fresca dotati di un arsenale più convincente (tradotto in cifre), le possibilità di aggiudicarsi il premio potrebbero aumentare. Certo, si tratta di un premio. La donna giovane è un fottuto trofeo. Non lo sapevamo? Forse il binomio donna-oggetto vi suonerà familiare. Se non si tratta di premio, si tratta di merce di scambio, come purtroppo accade in paesi poveri dove esistono famiglie che non si fanno tanti problemi ad affittare le proprie bambine ai bordelli locali. E’ bello tutto questo. Non so. E’ naturale? Personalmente, quando penso a certi estremi della questione, credo che non ci sia nulla di naturale in uno stupro pagato, semmai si tratta di pratiche comunemente accettate dalle varie comunità, perché economicamente funzionali. Se ne sono consolidate nei secoli di porcherie, se vogliamo andare sull’argomento. Ora non voglio sembrare una femminista lesbica perché non sono né femminista, né tantomeno lesbica, però parlando con certi uomini e scoprendo il loro modo di rapportarsi al gentil sesso, mi viene tanta voglia di restare single. Pensandoci bene sono quasi felice di non sembrare più una fanciulla in fiore, ma semplicemente una donna, perché questa nuova condizione estetica esclude tecnicamente un buon numero di teste di cazzo fra i miei pretendenti. Non mi piacerebbe annoiarmi davanti ad un uomo che scruta scientificamente le mie occhiaie, aggiornando mentalmente il mio “valore sul mercato”, mentre siamo magari a cena. Negli occhi del mio uomo voglio vedere la sua anima. Esattamente come facevo venti anni fa. E se la sua anima fa schifo? Beh. Non credo di essere interessata. L’anima cambia con il tempo? In alcuni casi sì. “Ma guarda che per un uomo l’amore è una cosa, il sesso è un’altra cosa”, mi dicono amici magari più grandi di me che però, sempre secondo la bugia che si cantano e si suonano dell’uomo che non invecchia mai, si sentono sempre arzilli e baldanzosi. Mi piacerebbe tanto sapere cosa significa amore per loro. Alla scuola dell’amore che ho frequentato, di solito esiste una persona speciale con cui sei felice di condividere il tuo tempo, i tuoi pensieri e il tuo letto. Stare insieme ad un uomo che distingue fra sesso e amore (tradotto in italiano “che ha sia la moglie sia l’amante..o gli piacerebbe tanto averne una. Di amante.”) è una fregatura sia se sei la moglie “Tesoro, ti amo tanto, ma mi fai cagare” sia se sei l’amante “Belle tette, ma di quello che pensi non mi frega un cazzo”. A cosa serve? In cambio di che? Se esiste un “mercato”, care donne, di ogni età, forse è arrivato il momento di stabilire noi stesse il nostro valore e il valore che diamo al nostro corpo e ai nostri sentimenti. 10.000 euro? 100.000 euro? un uomo “che compra” non spenderebbe cifre maggiori di queste, perché in macelleria c’è tanta offerta e un continuo ricambio di carne fresca e fidatevi che qualsiasi donna (sì, anche le altre, anche quelle che detestiamo) vale molto, ma molto di più. 43


)L COCKTAIL GIUSTO PER LE TUE ESIGENZE 1/3: progetti grafici e comunicazione creativa per la pubblicitĂ ed il marketing. 1/3: editoria, produzioni, stampa di: libri, CD, DVD, brouchure, leaflet, manifesti, locandine, biglietti da visita. 1/3: produzione e postproduzione video.

A tutto questo aggiungete una spruzzatina di: creazione loghi e marchi, realizzazione di immagini aziendali ed organizzazione d’eventi.

Farandula sas la trovi in: via P. Andiloro 41/g ¡ 89128 Reggio Calabria tel / fax 0965.29828 ¡ mob 333.6557448 info@farandula.it

pagina.indd 12

27-01-2009 17:54:06


#Wellness

Perchè d’inverno è meglio

...l’omeopatia! testo

Alfonso Tramontana

“ci sono state due grandi rivelazioni nella mia vita. la prima è stata il bebop, la seconda l’omeopatia” - Dizzy Gillespie -

U

na sensuale canzone di Paolo Conte inizia esaltando le qualità della donna nella stagione invernale. D’inverno la donna è più algebrica, pensosa, afgana, forse anche “più intelligente...” Pur concordando sull’alchimia delle immagini evocate dall’artista è anche vero che l’inverno con le sue improvvise escursioni climatiche, il freddo, il vento è la stagione delle influenze e dei raffreddori. L’omeopatia può essere un rimedio naturale e praticamente privo di effetti collaterali per affrontare al meglio queste situazioni. Non bisogna mai dimenticare che l’omeopatia è una medicina che cura l’individuo nella sua unicità, per cui non è mai completamente corretto parlare di rimedio omeopatico per il raffreddore, per la febbre o per l’influenza. La prescrizione deve sempre tener conto della situazione individuale di ogni singola persona che, nel caso dei malanni invernali, sviluppa una sindrome influenzale in maniera soggettiva e specifica per cui viene richiesto un rimedio personalizzato. Sono centinaia i rimedi omeopatici e con varie “diluizioni” che possono essere utili nel trattamento e nella prevenzione dei malanni invernali. Questa breve rubrica quindi non vuole essere altro che un “incontro” con una scienza tuttavia discussa, controversa ed in evoluzione parlando in generale di quelle condizioni che comunemente possono essere affrontate con l’omeopatia anche in maniera integrata con i farmaci tradizionali (i rimedi omeopatici non interagiscono generalmente con le medicine convenzionali). Ecco un breve elenco dei rimedi più utilizzati nella stagione invernale: Aconitum napellus: dopo l’esposizione a freddo secco, colpi di vento, sbalzi climatici. Aiuta a prevenire e a trattare nelle primissime fasi il raffreddore ed i sintomi influenzali. Il soggetto aconitum è ansioso per il suo stato di salute,

spesso in preda a palpitazioni e tachicardia con senso di fine imminente. Ha paura di raffreddarsi. Belladonna: per le febbri alte con sudore ed arrossamento, in genere “segue” la fase di aconitum napellus. La “chiave” sintomatologica di belladonna è la repentinità dei sintomi, il calore ed il rossore. Dulcamara: sintomi ossei peggiorati dal freddo umido. Per alcuni è il rimedio delle “donne francesi” data la particolare popolarità fra le signore in Francia dove il clima umido è frequente. Eupatorium Perfoliatum: per i dolori ossei durante una sindrome influenzale. Assomiglia molto al classico paracetamolo quando ci si sente tutte le ossa “rotte” e dolenti. Phytolacca deandra: per le faringodinie (dolore alla faringe) con tonsille gonfie. Sempre per la gola (tonsille, faringe e laringe) Lachesis per l’infiammazione che inizia sul lato sinistro della gola o Lycopodium (lato destro). Arsenicum album: in tutti i processi debilitanti, nelle convalescenze come ricostituente specialmente in soggetti ipocondriaci. Gelsemium: febbri con convalescenza, con tremori e inquietudine. Petroleum: per le mani screpolate e fissurate dal freddo. Cocculus Indicus: per i viaggiatori che sono soggetti ad abbassamento delle difese immunitarie nel corso dei loro contintui spostamenti Per la prevenzione dell’influenza esistono vari “vaccini”omeopatici. Uno dei più conosciuti è l’Oscillo coccinum che sembra poter prevenire con una somministrazione settimanale l’insorgere dell’influenza. D’inverno forse è meglio curarsi in maniera naturale con l’omeopatia e, se la donna descritta da Paolo Conte avesse bisogno di un aiuto per “accendere” il suo desiderio e quello del suo partner anche d’inverno, convincendolo magari a non andare in gita per “dedicarsi” a lei, potrebbe incontrare nell’omeopatia un valido alleato.. Ma questo è un altro argomento. 45


)L COCKTAIL GIUSTO PER LE TUE ESIGENZE 1/3: progetti grafici e comunicazione creativa per la pubblicitĂ ed il marketing. 1/3: editoria, produzioni, stampa di: libri, CD, DVD, brouchure, leaflet, manifesti, locandine, biglietti da visita. 1/3: produzione e postproduzione video.

A tutto questo aggiungete una spruzzatina di: creazione loghi e marchi, realizzazione di immagini aziendali ed organizzazione d’eventi.

Farandula sas la trovi in: via P. Andiloro 41/g ¡ 89128 Reggio Calabria tel / fax 0965.29828 ¡ mob 333.6557448 info@farandula.it

pagina.indd 12

27-01-2009 17:54:06


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.