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Paola, la Bella
«Anche “zia” Paola ora scorrazza in bicicletta per il Paradiso», ha scritto a tambur battente sul “Centuplo” il nostro Giorgio Gibertini, appena ricevuta la notizia della scomparsa di Paola Labella, la responsabile scuola del Movimento per la Vita in anni per noi difficili come quelli iniziali del Terzo millennio.

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Giorgio la ritrae plasticamente in sella alla sua, altrettanto storica, bicicletta. E la rappresenta come “zia”. Non solo perché aveva molti nipoti, ma anche perché è stata moralmente la zia di tantissimi giovani del nostro Movimento. Forse il più nipote di tutti, per il fatto di essere stato responsabile nazionale Giovani e anche per la comune origine milanese, era proprio Giorgio. Il quale nel suo ricordo la ringrazia particolarmente per avergli insegnato a pregare: «Durante le faccende: dico un Pater Ave Gloria e il Signore mi capirà». Un’istantanea che ci porta alla fede buona, concreta, della brava gente che popola ancora il nostro Paese, e che tiene botta anche grazie a quei Pater Ave Gloria…
Quella di Paola è una figura davvero da tenere a mente, da mettere in luce visto che lei per prima ha sempre cercato il nascondimento e il lavoro umile e silenzioso. Era il grado zero del protagonismo, eppure non mancava a nessun incontro, dai seminari nazionali a quelli locali, per stare vicina ai “suoi” ragazzi, assistendoli e spronandoli a dare sempre il meglio.
Ha ancora ragione Gibertini quando se la rappresenta in Paradiso: «Lo vedo pieno di gente come te, sempre allegra, sempre alla ricerca del bello, a volte anche prolissa ma… sempre disposta ad ascoltare».
È vero, Paola non aveva il dono della sintesi, ma riusciva comunque ad arrivare al nocciolo dei problemi e soprattutto a risolverli grazie al raro dono dell’ascolto, che le permetteva di mettere a frutto anche i talenti altrui. Non seguiva la linea retta, procedendo invece per volute in cui a volte si perdeva … Ma era tale la fede nella causa e tale la tenacia, che prima o poi arrivava inesorabilmente al bersaglio o trovava qualcuno che l’aiutava a raggiungerlo.
Ci sono tanti modi per stare al mondo e per combattere le buone battaglie del mondo. Quello di Paola era lo “sperpero”. Lo stesso, se ci si consente l’azzardo, di Madre Natura che quando genera un uomo nuovo utilizza da 40 a 120 milioni di spermatozoi. Il contrario dell’avarizia (non a caso peccato capitale).
E grazie allo sperpero ha tenuto in piedi la baracca, aiutando molti ragazzi a diventare dei protagonisti pro life , proprio lei che protagonista non ha mai voluto esserlo.
Ma lassù in Cielo, cara Paola, lo siete tutti e il bello è che non vi importa nulla di esserlo. Ecco la gioia piena. Ma che nessuno ti levi d’attorno l’amata bicicletta!