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L’attacco alla vita
Apro questo Sì alla Vita dando il benvenuto con molto piacere e con gioia a Monica Mondo, conduttrice di Soul, che sarà la curatrice della rubrica C’è Vita sulla Terra
Il bimestre marzo-aprile porta sempre con se delle date importanti: il 25 marzo è idealmente la Giornata Internazionale per la Vita; in Italia speriamo che diventi almeno Giornata Nazionale per la Vita Nascente. Il 25 aprile è la festa dell’Annunciazione, quindi del concepimento. Il 19 marzo è la festa del papà, di San Giuseppe, custode della vita.
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Il 21 marzo è primavera: ogni concepimento è un po’ primavera. In questo periodo cade la Pasqua (quest’anno il 9 aprile), in cui siamo coinvolti, perché il passaggio dalla morte alla vita è l’esperienza che il bambino concepito fa passando dalla vita nel grembo alla vita fuori dal grembo, ed è anche l’esperienza di ogni madre che sceglie la vita.
In tutto questo abbiamo scelto di dedicare questo numero alla proposta di legge di modifica dell’articolo 1 cc per riconoscere la capacità giuridica del bambino concepito, tanto vilipesa di recente e ignorata negli anni.
La proposta è del MpV italiano e viene da lontano, quindi va conosciuta nel contenuto, nel senso e nelle motivazioni. Il protagonista di questo numero è il bambino embrione per il quale il Si alla Vita intende fare una battaglia culturale, partendo dall’onestà intellettuale. È in corso un attacco alla vita, lo sappiamo, aggressivo, violento, disumano, frutto di un inganno che impedisce il dialogo, ogni dialogo. «Il dialogo è l’incontro tra due (o più) “tu” dell’altro, … il dialogo diventa il linguaggio della relazione» scrive Johnny Dotti. La conseguenza del “no alla vita” (nascente e morente) e del sì ad aborto, eutanasia, &C., è la distruzione del dialogo. Chi dice “no alla vita” non dialoga, aggredisce, impone non propone, è contro la donna e l’uomo. A noi, al popolo della vita il compito di riportare il dialogo in questa società che nega i diritti civili. Come? Con “ragione e sentimento”, intelligenza e cuore, esperienza e scienza…per mostrare la realtà che è semplice, ecosostenibile, biologica. «Ingannare significa dare una versione diversa della realtà; … ingannare significa mascherarsi ... Tre cose sostengono l’inganno: l’imitazione che è in antitesi con la verità; l’accusa che è in antitesi con il diritto e la menzogna che è in antitesi con la giustizia» scrivono Paola e Davide La Fede, iconografi, nel presentare l’icona dell’attacco alla vita, cioè della Vergine e il drago, in mostra, insieme ad altre opere, dal 5 al 21 maggio a Brescia.
L’aborto fa male. La legge che lo ammette è integralmente ingiusta. Verità, giustizia, diritto, quindi, si costruiscono dal bambino concepito. Non abbiamo paura, dunque, di affermare la verità del reale, perché il dialogo e il bene ripartono solo così.
di Elisabetta Pittino