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Comunicare con il Digitale

Lawrence Lessig

Derrick de Kerckhove

Nord, Cuba, l’Iran e lo Yemen, fa invece riflettere che in esse siano inclusi anche il paese più popolato della terra (Cina), quello con la più alta percentuale di utenti Internet (Corea del Sud), uno dei più ricchi (Emirati Arabi) e, oltre ad Egitto, Russia e Turchia, persino un’apparentemente insospettabile democrazia come l’Australia. L’introduzione al rapporto dice: “Internet rappresenta la libertà, ma non dappertutto. Con il pretesto di proteggere la morale, la sicurezza nazionale, la religione e le minoranze etniche, le tradizioni spirituali e culturali, molti stati ricorrono al filtraggio del Web per bloccare alcuni contenuti. I loro governi non si fanno scrupolo di consentire ai loro cittadini solo una connettività parziale”. Pretesti con i quali si cerca di mascherare la realtà. La ragione vera è che questi paesi hanno paura della Rete perche è di fatto incontrollabile. Oramai il Web è a portata di tutti. Tutti possono esprimere le proprie opinioni mediante un blog, un sito, un gruppo su Face-book. Se si sa come fare, vi sono inoltre molti modi per far circolare le notizie a velocità fulminee. Ecco perché molti paesi ne hanno paura. La cultura dell’innovazione

(*) Su questo tema, ma anche e soprattutto sul passato, il presente e il futuro della Rete, consiglio di leggere il notevole saggio “Eretici Digitali” di Massimo Russo e Vittorio Zambardino, cui si può accedere on line a questo indirizzo: http://www.ereticidigitali.it/ lindice-di-eretici-digitali/

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Ne hanno paura perché o non hanno capito quella che è la caratteristica fondamentale delle Rete o, pur avendola intuita, non sanno come convivere con essa se non in modo conflittuale. E questa caratteristica si chiama ‘cultura dell’innovazione’, ed è la vera rivoluzione resa possibile da Internet. Di fatto Internet è un’infrastruttura del tutto priva di intelligenza la cui unica funzione è quella di trasportare ‘pacchetti’ di dati da un punto all’altro del pianeta. Perché allora un qualcosa di sostanzialmente ‘stupido’ ha avuto tanto successo? Dov’è l’intelligenza? Ebbene l’intelligenza è nei computer che a essa si collegano. Ed è importante

quindi distinguere ‘con che cosa si fa Internet’ da ‘che cosa si fa con Internet’. (*) Internet può utilizzare qualsiasi supporto per trasportare i nostri pacchetti di dati: doppini telefonici, fibre ottiche, radiofrequenze. Si possono perfino inventare nuovi metodi per trasmettere questi dati senza che cambi nulla di quello che ci si può poi fare. È evidente quanto questo fatto sia vantaggioso e consenta grandi risparmi nella gestione delle risorse della Rete, che è poi la ragione prima del successo di Internet. Ma ce n’è una ancora più importante: se l’intelligenza, o meglio, le applicazioni che rendono intelligente la Rete si trovano nei computer ad essa collegati, nuove applicazioni possono essere continuamente sviluppate, testate e rese operative senza che sia necessario intervenire sull’infrastruttura sottostante. E questo significa che chiunque abbia un minimo di competenza tecnica - e ce ne sono ormai tanti di questi ‘chiunque’, basta pensare al fenomeno ‘Open Source’ - può svegliarsi la mattina e inventare una nuova applicazione, un nuovo servizio, a costi ridicoli rispetto a quelli che sarebbero stati necessari prima che nascesse la Rete. In definitiva la Rete la fanno le persone, non le macchine. Chiunque abbia le necessarie conoscenze, può sviluppare nuovi software che fanno qualcosa di nuovo e di diverso, perché Intenet Rete, ancorché stupido, permette di farlo. Non sono protocolli matematici quelli che consentono di fare innovazione sulla Rete e di sconvolgere la cultura, sono le applicazioni che l’intelligenza umana produce, la sua visione delle cose, le soluzioni nuove a problemi vecchi, o nuovi problemi e nuove soluzioni. Ed è questo che fa paura perché, come in fondo osserva Lessig, la guerra a Internet è una guerra che non si può che perdere. Ora che ci sono gli strumenti, non si può più impedire alle persone di comunicare ed essere creative come mai era stato loro possibile.


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