Dalla Città del Parco ai Laboratori della Città del Quarto Paesaggio

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Dalla Città del Parco ai Laboratori della Città del Quarto Paesaggio

collettivi si riconoscevano dentro cornici regolative capaci di influenzare in modo nuovo l’uso del suolo. Una visione di paesaggio emergeva con forza fino a voler appartenere ad una tassonomia diversa e specifica per far percepire sia visivamente che scientificamente che si trattava di un paesaggio a grande urbanità contemporanea (comportamenti) e a grande funzionalità ecologica, dove il sublime era anche a portata di piede o d’asino. Le metafore culturali della Valle delle Orchidee, della Valle degli Asini, della Valle delle Farfalle, del Parco Genetico, della Valle della Biodiversità, della Casa del Filosofo, della Casa del Pastore, di Fontana quando piove etc.. erano e sono luoghi reali di percezione dell’architettura del paesaggio presenti nella Città del Quarto Paesaggio, allora e per diversi anni percepita come Città del Parco. La dizione quarto paesaggio è nata dopo un convito (convegno con buon cibo e buon vino a Maratea) in cui Jilles Clement ha dovuto riconoscere che dopo il Manifesto per il Terzo Paesaggio, il progetto Città del Parco il suo design visivo (Metropolitana della mente e laboratori di ricerca e sviluppo, vedi allegato) fosse anch’esso un manifesto della nuova città dentro ad uno scenario di area vasta di quarto paesaggio. Il Manifesto del Terzo Paesaggio e quello del Quarto possono essere inseriti dentro i tentativi di architettura del paesaggio, la storia ancor breve di questa disciplina ha fatto e farà. La tassonomia non ancora consolidata di terzo e quarto paesaggio presuppone l’idea che non vi sia città senza paesaggio e paesaggio senza città, superando definitivamente l’idea di una definizione di paesaggio come non città. Su questo presupposto, e distinguendo la definizione di territorio da quella di ambiente, e dando inoltre al paesaggio un connotato valutativo sulla interazione tra territorio ed ambiente, è possibile concepire una politica economica per la città e per il paesaggio dando carattere sperimentale al rilancio di una disciplina in evoluzione: l’architettura del paesaggio.

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