Dalla Città del Parco ai Laboratori della Città del Quarto Paesaggio

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Dalla Città del Parco ai Laboratori della Città del Quarto Paesaggio

riposizionare nel contemporaneo valori e nuovi stili di vita. Gli abitanti della Città del Parco dovevano riconoscersi in un nuovo spazio mentale dove il modello cooperativo e concorrente della Natura fosse sposato per mantenere e trasmettere, innovandolo, il modello di biodiversità naturale, sociale e culturale. La costruzione urbana per paesi doveva subire una evoluzione per reti fino a riconoscere il valore prioritario delle reti e dei servizi ecologici esistenti resi contemporanei dal riconoscimento internazionale in termini di beni comuni e superiori. Non a caso negli anni di riferimento di elaborazione e finanziamento del piano sono stati coniugati con determinazione e passione tutti i presupposti della copianificazione: comunicazione e partecipazione, condivisione, concertazione e collaborazione, fino al sogno che tutti concorressero al processo. Per le ragioni già introdotte a partire dal finanziamento ma soprattutto nella fase esecutiva la pianificazione collaborante e concorrente ha avuto fasi critiche fino a dar luogo a fenomeni di regressione che hanno fatto perdere al Parco Nazionale ed alle istituzioni locali la loro credibilità di collante per risorgenze e per ricucire i fenomeni di frammentazione che in ogni caso hanno riguardato l’intero territorio nazionale ed internazionale (Europa nella crisi finanziaria dominante). Per la pianificazione del paesaggio un nemico forte è apparso all’orizzonte: la politica e la classe dirigente di riferimento si è arrotolata su se stessa e non ha saputo mostrare la passione giusta nel momento giusto e l’improvvisazione maligna ha sconvolto sia la visione jazzistica che quella di musica esatta della pianificazione. La poesia, l’arte e la conoscenza che pure avevano ispirato l’espansione della consapevolezza sono state messe da parte ed è prevalsa la visione dell’adesso. La governance strategica apparsa come componente identitaria forte tra il 1997 ed il 2002 aveva rafforzato l’idea che il termine “Città del Parco”, oltre che indicare la costruzione di una infrastruttura complessa e diffusa, stava diffondendo l’immagine che le istituzioni, le professioni e gli abitanti oltre che altri attori 111


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