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Castel Govone
Castel Govone
La storia di Castel Govone è così travagliata e in parte ancora ignota da sembrare quasi scritta dal genio del mistero Edgar Allan Poe. Le attuali conoscenze su quale fosse l'aspetto di questo importante complesso, che fu per 4 secoli la splendida residenza dei Marchesi Del Carretto, sono scarse e riguardano in genere le strutture esterne e gli apprestamenti militari. Del Govone, centro nevralgico del Finale per tutto il periodo marchionale, palazzo di rappresentanza per buona parte del periodo spagnolo, non esistono, valide rappresentazioni esterne, né affidabili descrizioni degli ambienti interni e della loro sistemazione. La costruzione più antica sulla collina del Becchignolo era una casa-fortezza (XII-XIV), eretta nel lato Nord del complesso, la quale, nei secoli trascorsi ha subito continui ampliamenti. Attorno al castello nel ‘400 vennero costruite nuove mura difensive, per resistere agli attacchi delle artiglierie e intorno al 1490, si registrò l'ampliamento di Castel Gavone, con l'innesto della torre dei Diamanti, uno dei più originali e significativi esempi dell'architettura militare dell'epoca5 .
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Le pareti della torre, originariamente erano di una tinta giallo ocra, colore che simulava al meglio la tonalità dell’oro; mentre, le pareti del palazzo retrostante la torre, realizzate con laterizi e vari materiali lapidei, erano rivestite con finti blocchi di pietra disegnati sull’intonaco per rendere ancor più possente il complesso14. A metà del '500 il Finale fu coinvolto nella settima guerra franco-spagnola, i francesi invasero le langhe e isolarono il Finale anche dal mare; parte della popolazione, ormai ridotta alla fame, si ribellò ai funzionari del marchese incaricati di riscuotere nuove tasse. L'evento fornì alla Repubblica di Genova il pretesto per intervenire, inviò oltre 4000 soldati e numerose artiglierie. 5
Fig. 4 Disegno di Castel Govone, anonimo, 1850 circa 5
Dopo una fiera resistenza e oltre un mese di bombardamento, venne negoziata una tregua e il marchese lasciò il Finale, affidando il castello ad un rappresentante di Andrea Doria. Per oltre 40 anni il castello restò nelle mani della famiglia Doria, quindi a Giovanni Alberto Del Carretto, e successivamente da Spagnoli o Tedeschi. 5

Fig.5 Descrizione dei danni riportati dalla fortezza osservati dalla sommità della torre5
Dal 1602 al 1625 il castello restò ad essere una residenza privilegiata, era la dimora del primo governatore spagnolo, persona dotata di grande autorità ed autonomia. Per circa 90 anni il castello ebbe quasi esclusivamente funzioni militari. Il brusco epilogo si ebbe il 18 luglio 1715. Genova, aveva acquistato il Marchesato a caro prezzo e decise di demolire tutte le fortezze per impedire che si potessero nascondere rivoltosi o truppe nemiche. Anche il palazzo interno, che non poteva certo essere considerato una struttura militare venne demolito. Al posto di un castello ora vi era un terreno e delle rovine, dalle quali il proprietario poteva solo cercare di trarre qualche beneficio. Infatti, durante il dominio genovese, le rovine del castello furono utilizzate come materiale da costruzione dai finalesi. Ne beneficiarono edifici pubblici, fra cui palazzi importanti di Finalborgo e congregazioni religiose.
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Anche i contadini della zona prelevarono materiale per la costruzione delle loro case, fino alla fine dell'800. I terreni attorno al castello, che furono teatro di battaglie, vennero trasformati per la coltivazione di grano, ortaggi e pascolo per gli ovini. Nonostante l'opera distruttrice degli uomini e le ingiurie del tempo degli oltre 280 anni trascorsi dalla distruzione, il Govone ed i suoi ruderi continuano a rappresentare per i finalesi il simbolo della città. Quelle rovine, dove svetta la splendida torre dei diamanti, riescono ancora a diffondere nel visitatore un grande fascino. L'avvio, nel 2002, delle prime indagini archeologiche nel Castello e la predisposizione di un progetto di conservazione e restauro di parte della rocca carrettesca, inducono a sperare che venga finalmente sollevato il velo d'oblio che ha ricoperto troppo a lungo questo complesso. 5

Fig. 6 Vista generale degli scavi di “Area 2000” 5
5 Ezio Ivaldi, Alberto Peano Cavasola, Rina Pizzuti, Franco Ripamonti, Ipotesi su CASTEL GOVONE, Finalborgo, Centro storico del Finale, 2002, pp 20-45
14 Fabrizio Lena, da intervista rilasciata al sottoscritto a Borgio (SV) in data 20 luglio 2020.