#cheauto! - Luglio / Agosto 2020

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Nr.

49

Luglio/Agosto 2020

0 0 , 0 €

Nissan Frontier

DESERT RUNNER

non fatela arrabbiare

Il sound della Corvette

!

La nuova DR F35


Nr.

49

Luglio/Agosto 2020

IN QUESTO NUMERO

8

22 38 38

50 50 62

74 74

#chefoto! #cheroba! Re Bobby

#chebella!

Hyundai Prophecy

#chemacchina! Mini Cooper S 60 Years

#chefuoristrada!

Non fatela arrabbiare! - VIDEO

#chenovitĂ ! DR F35 - VIDEO


PRONTI A PERCORRERE LE STRADE DEL FUTURO.

Il mondo della mobilità sta cambiando e così pure l’esperienza di guida che i vostri clienti si aspettano. Il futuro della mobilità sta per essere riprogettato sulle ali di Monroe.

MONROEINTELLIGENTSUSPENSION.COM © 2 0 2 0 T E N N E C O E M E A B V B A , A D R I V ™ C O M P A N Y.


Nr.

49

Luglio/Agosto 2020

IN QUESTO NUMERO

82 90

110

I tecnici del suono

90

Mazzanti fase 3 - VIDEO

98

Firmata Osnabrück

106

Andiamo a riciclare!

110

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#chestoria!

#cheleggenda!

Aston Martin DB2 Vantage

Cheauto magazine Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo

Periodico mensile digitale Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com Periodico non soggetto all’obbligo di registrazione ai sensi dell’art. 3-bis del Decreto Legge 103/2012

Pubblicazione online ILLIUM LLC (DANIA BEACH – FL – USA)

Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Collaboratori Alessandro Camorali (stile & design) John Close (sport) Marco Cortesi Gian Maria Gabbiani (test) Salvo Venuti (off road) Grafica e Impaginazione Diego Galbiati

#cheauto

TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Tutti i materiali e i contenuti presenti in questa pubblicazione inclusi testi, fotografie, illustrazioni, video sono protetti da copyright e/o altri diritti di proprietà intellettuale. I materiali e i contenuti presenti su questo periodico si intendono pubblicati per un utilizzo personale e non commerciale del lettore. Il lettore accetta e garantisce di non copiare e/o distribuire integralmente o parzialmente i contenuti di questo periodico o di effettuarne un utilizzo commerciale. Il lettore accetta inoltre di non riprodurre, distribuire, mostrare, modificare, adattare, tradurre e derivare altri prodotti dal quanto pubblicato in questo periodico.





#chefoto!


LA “NUOVA” STRATOS SI APPRESTA A DEBUTTARE NEL REGNO UNITO. LA CREATURA DELLA MAT (MANIFATTURA AUTOMOBILI TORINO) GUIDATA DA PAOLO GARELLA, SARÀ INFATTI TRA LE STAR DI SALON PRIVÉ, L’ESCLUSIVO EVENTO INGLESE DI FINE SETTEMBRE. LA BELLISSIMA GT, CHE PARTE DA UNA FERRARI 430, PRESENTA MOLTE PARTI IN CARBONIO E ACCIAIO “ALLEGGERITO”, E ARRIVA A PESARE QUASI 100 CHILOGRAMMI MENO DELLA FERRARI DA CUI DERIVA. IL MOTORE È OVVIAMENTE L’OTTO CILINDRI DEL CAVALLINO, CAPACE DI 540 CAVALLI


#chefoto!

“SI È TRATTATO DELLA VITTORIA DI DAVIDE CON GOLIA” EBBE A DIRE COLIN CHAPMAN IN OCCASIONE DELLA PRIMA VITTORIA IN FORMULA 1 DELLA LOTUS. ACCADDE ESATTAMENTE 60 ANNI OR SONO, QUANDO STIRLING MOSS GUIDÒ MAGISTRALMENTE LA SUA LOTUS 18 ALLA VITTORIA IN UN GRAN PREMIO DI MONACO AFFLITTO DA UNA PIOGGIA BATTENTE… E IL SECONDO CLASSIFICATO PAGÒ OLTRE UN MINUTO DI RITARDO! AD OGGI IL MARCHIO LOTUS VANTA 81 SUCCESSI NELLA MASSIMA FORMULA FOTOGRAFIA © BERNARD CAHIER/ THE CAHIER ARCHIVE



#chefoto!


LA FORMULA E RIPRENDERÀ L’ATTIVITÀ IN AGOSTO PRESSO L’AEROPORTO TEMPELHOF DI BERLINO. LO STORICO CAMPO DI AVIAZIONE TEDESCO È STATO SCELTO PER CHIUDERE LA STAGIONE OSPITANDO TRE DOPPIE GARE IN RAPIDA SUCCESSIONE, TRA IL 5 E IL 12 AGOSTO. OGNI COPPIA DI GARE UTILIZZERÀ UNA DIVERSA CONFIGURAZIONE DI PISTA, PRESENTANDO OPPORTUNITÀ PER STRATEGIE DIFFERENTI E IMPREVEDIBILI. LA FORMULA E AVEVA COMPLETATO CINQUE EVENTI PRIMA DELLA SOSPENSIONE, A CAUSA DELLO SCOPPIO DEL CORONAVIRUS, E IL PILOTA DEL TEAM DS TECHEETAH ANTONIO FELIX DA COSTA È ATTUALMENTE IN TESTA ALLA CLASSIFICA, SEGUITO A 11 PUNTI DA MITCH EVANS, DEL PANASONIC JAGUAR RACING. L’EVENTO BERLINESE SARÀ A PORTE CHIUSE CON LA PRESENZA DEL SOLO PERSONALE ESSENZIALE


#chefoto!

SONO PASSATI VENTI ANNI DAL PRIMO SUCCESSO AUDI A LE MANS. LA CASA TEDESCA HA LASCIATO UN SEGNO PROFONDO NELLA STORIA DELLA CLASSICA DI DURATA, VINCENDO DAL 2000 IN POI BEN 13 VOLTE SU 18 PARTECIPAZIONI. QUEL PRIMO SUCCESSO VIDE AL VOLANTE ANCHE UN PILOTA ITALIANO, EMANUELE PIRRO, CHE DIVISE LA VETTURA CON IL TEDESCO FRANK BIELA E IL DANESE TOM KRISTENSEN. I TRE, QUELL’ANNO, AVEVANO GIÀ VINTO LA 12 ORE DI SEBRING NEGLI USA



#chefoto!


MOLTI ORGANIZZATORI HANNO ALZATO BANDIERA BIANCA DI FRONTE ALLA PANDEMIA CORONAVIRUS, CHI RINVIANDO LE MANIFESTAZIONI ALL’AUTUNNO/INVERNO, CHI RINVIANDOLE AL 2021 E QUALCUNO CANCELLANDOLE DEL TUTTO. CHI PROPRIO NON SI È ARRESO È INVECE IL PROMOTER DELLA SERIE AMERICANA SCORE DESERT RACES, CHE CI STA PROVANDO FINO IN FONDO, PUR COSTRETTO A RIDURRE IL CALENDARIO 2020 A DUE PROVE SOLTANTO (ENTRAMBE IN BAJA CALIFORNIA - MESSICO). QUESTE LE NUOVE DATE: • SAN FELIPE 250, 22-27 SETTEMBRE, SAN FELIPE • BAJA 1000,17-22 NOVEMBRE, ENSENADA


#chefoto!

CENTODIECI ANNI DI STORIA: UN TRAGUARDO CHE POCHI POSSONO VANTARE, TAGLIATO IL 24 GIUGNO DA ALFA ROMEO. UNA LEGGENDA CHE SI RINNOVA E RAPPRESENTA OGGI UN AUTENTICO RITORNO ALLE RADICI DI ALFA ROMEO, QUELLE CHE AFFONDANO NEL MONDO DELLE PRESTAZIONI PARLANDO DI PRESTAZIONI, NON SI PUÒ TRASCURARE COME ALFA ROMEO SIA STATO IL PRIMO COSTRUTTORE A TRIONFARE NEL PRIMO GRAN PREMIO E NELL’EDIZIONE INAUGURALE DEL MONDIALE DI FORMULA 1, NEL 1950 CON NINO FARINA A BORDO DI UN’ALFA ROMEO 158 “ALFETTA”. IL SUCCESSO È STATO POI BISSATO NEL 1951 DA JUAN MANUEL FANGIO SULL’ALFETTA 159 (NELLA FOTO)


#ca!



La nuova rivista/mensile/digitale

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#che___! #cheroba

BOBBY UNSER, IL RE DELLA PIKES PEAK FOTO SHAWN GRITZMACHER


RE BOBBY LA RACE TO THE CLOUDS UNA FAMIGLIA HA SEGNATO PIÙ DI CHIUNQUE ALTRO LA STORIA DELLA LEGGENDARIA PIKES PEAK, LA GARA IN SALITA PIÙ FAMOSA DEL MONDO. AL PUNTO CHE GLI AVVERSARI USAVANO DIRE “…TANTO VINCE SEMPRE UN UNSER…” Fotografie “Volkswagen AG” ove non indicato diversamente


#cheroba!

BOBBY, AL JUNIOR E ROBBY UNSER FOTO CHRIS JONES

al giugno del 1916, per ben 95 volte, una gara in salita ha attirato l’attenzione di tutti gli appassionati di automobili, di motociclette e di corse. Come pochi altre eventi (Indy 500, la 24 Ore di Le Mans o il G. P. di Montecarlo) la Pikes Peak è riuscita a costruirsi un solido status, a ritagliarsi un proprio prestigioso e importante ruolo nella storia dello sport automobilistico, a prescindere dalle categorie, dai campionati o dal luogo. Poche storie, la Pikes Peak è la Pikes Peak. Punto. Conosciuta come una lunga, velocissima (e pericolosa) gara in salita, la Pikes Peak si disputa su una picco delle Montagne Rocciose, alto oltre 4.300 metri, nei pressi di Colorado Springs. Da sempre questa cronoscalata si è distinta per alcune peculiarità altrove introvabili. Anzitutto il percorso, all’inizio totalmente sterrato poi via via sempre più asfaltato, ma solo dal 2012 totalmente bitumato. Si parte da un’altitudine di 2.860 metri per raggiungere il rifugio in vetta, a 4.300 metri e, ovviamente, queste altitudini non rendono le cose facili sia per i motori che per i piloti. Per questo è chiamata la “Race to the Clouds”, ovvero “la corsa verso le nuvole”. E poi c’è il fatto di ammettere al via qualunque tipo di vettura, monoposto comprese, senza dimenticare le moto. Infine ci sono i piloti, e che piloti!

AL UNSER SENIOR FOTO ERIC ANDERSON

Dal 1916, quando mr. Spencer Penrose (che aveva in concessione la strada) decise di organizzare la gara, la Pikes Peak ha attirato piloti di ogni estrazione e da ogni luogo. All’inizio principalmente americani ma poi, negli ultimi decenni, anche molti europei e giapponesi… e comunque sempre piloti di altissimo livello. Un esempio per tutti Mario Andretti, che fece sua la “Race to the Clouds” nel 1969. Ma quando si parla di Pikes Peak non si


NEL 1946, LOUIS UNSER GAREGGIÒ CON UNA MASERATI 8CTF E RIUSCI’ A PRIMEGGIARE ANCHE CON LA MONOPOSTO ITALIANA


#cheroba!

NEL 1956 BOBBY UNSER STABILÌ IL NUOVO RECORD IN 14’27” CON UNA MONOPOSTO PREPARATA DALLO ZIO JERRY



#cheroba!

possono dimenticare le intere famiglie di conduttori che ne hanno segnato il cammino. E una spicca su tutte: la famiglia Unser.

GLI UNSER NON SONO L’UNICA FAMIGLIA CHE HA LASCIATO IL SEGNO ALLA PIKES PEAK. IL NOME VAHSHOLTZ È UNA LEGGENDA NELLE CLASSI PIÙ PICCOLE. LEONARD VAHSHOLTZ NEL 1993 VINSE IN DUE CATEGORIE, “SPRINT CARS” E “SUPER TRUCKS” E TRA LE DUE GARE RIENTRÒ SULLA LINEA DI PARTENZA IN ELICOTTERO: “IN SEGUITO QUESTA POSSIBILITÀ È STATA BANDITA – COMMENTO ANNI DOPO LEONARD – QUINDI TERRÒ IL MIO RECORD PER L’ETERNITÀ”. SUO FIGLIO CLINT VINSE NELLO STESSO ANNO TRA LE MOTO E INSIEME, PADRE E FIGLIO VAHSHOLTZ HANNO COLLEZIONATO 32 VITTORIE DI CLASSE. IL NIPOTE DI LEONARD, CODIE È ATTUALMENTE UNO DEI MIGLIORI MOTOCICLISTI. NELLE FOTO LEONARD PRIMO NEI SUPER TRUCK NEL “93 E CLINT SU UNA FORD NEL “99. IL TEAM “PADRE-FIGLIO” ROD E RHYS MILLEN HA ANCH’ESSO OTTENUTO UN BOTTINO DI VITTORIE NOTEVOLE. ROD SI È ASSICURATO LA SUA PRIMA DI CINQUE VITTORIE COMPLESSIVE NEL 1994 SU UNA TOYOTA (FOTO) STABILENDO IL RECORD SUL TRATTO STERRATO. RHYS MILLEN (DUE VITTORIE COMPLESSIVE) HA INVECE DETENUTO PER QUALCHE TEMPO IL RECORD PER I VEICOLI ELETTRICI

Su 95 edizioni 26 volte la vittoria è andata a qualcuno con il cognome Unser. Originaria della Svizzera, questa famiglia ha contribuito come nessun altro a fare la storia della seconda gara più antica degli Stati Uniti, battuta per anzianità di servizio solo dalla 500 Miglia di Indianapolis. Ancor prima che mr. Spencer Penrose finisse di costruire la nuova strada a pedaggio, i tre fratelli Unser (Louis, chiamato Louie, Joe e Jerome Henry, detto Jerry) amavano cimentarsi sulla mulattiera che portava in vetta, partendo di Colorado Springs, loro città natale. Ed essendo in tre si arrangiavano con una moto e un sidecar. Quando in seguito Jerry si rivelò un ottimo meccanico automobilistico, Louie e Joe decisero nel 1929 di partecipare alla gara. Ma Joe fu coinvolto in un incidente durante le prove della 500 Miglia di Indianapolis e toccò quindi a Louie aprire la via del successo degli Unser sulla “America’s Mountain”, come viene indicata la Pikes Peak. Nel 1934, Louie Unser ottenne la prima di di nove vittorie complessive, ponendo fine alla serie di vittorie di Glen Shultz, pilota che l’anno precedente l’organizzatore dell’evento aveva ribattezzato “King of the Mountain” in virtù delle sue molteplici vittorie. Negli anni prima e dopo la seconda guerra mondiale, i duelli di Louie Unser con Al Rogers (cinque vittorie) rimasero memorabili. Come quella volta che Louie fu vittima di un testacoda all’ultima curva e tagliò il traguardo a marcia indietro… vincendo! Louie ci provò fino alla bella età 71 anni: “Sono l’unico che abbia mai pagato la quota di iscrizione con un assegno di vecchiaia”… ma l’organizzatore non glielo permise.


MENTRE LA PANDEMIA DI COVID-19 CONTINUA A COLPIRE TUTTI IN TUTTO IL MONDO, IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA PIKES PEAK INTERNATIONAL HILL CLIMB HA DECISO DI RIMANDARE 98ESIMA EDIZIONE DELLA GARA. LA GARA NON SI SVOLGERÀ IL 28 GIUGNO 2020, MA SARÀ INVECE PROGRAMMATA PER DOMENICA 30 AGOSTO. TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SONO COSTANTEMENTE

IL DEBUTTO DI BOBBY ALLA PIKES PEAK, NEL 1955

PUBBLICATI SUL SITO WEB WWW.PPIHC.ORG


#cheroba!

MA SE CON DIECI VITTORIE COMPLESSIVE BOBBY UNSER È IL NUMERO 1 NELLE STATISTICHE E SUO ZIO LOUIE E’ AL SECONDO POSTO (NOVE TITOLI) IL TERZO MIGLIORE DI SEMPRE, CON OTTO VITTORIE COMPLESSIVE, È IL GIAPPONESE NOBUHIRO TAJIMA, CHE I FAN E I CONCORRENTI CHIAMANO RISPETTOSAMENTE “MONSTER” PER IL SUO STILE DI GUIDA AGGRESSIVO E LA PRESTANZA FISICA. NELLA FOTO LO VEDIAMO CON LA SUZUKI BIMOTORE DEL 1993 E CON LA MONOPOSTO ELETTRICA CON CUI, NEL 2013, FU SECONDO ALLE SPALLE DI SÉBASTIEN LOEB

Ma a quel momento il testimone era già stato trasmesso alla seconda generazione di Unser. Jerry Unser Sr. e sua moglie Mary avevano avuto quattro figli: tutti piloti da corsa! Due di loro, Louis Junior e Jerry Junior (gemelli) riuscirono a vincere nella categoria “Stock Cars” ma subito dopo per la famiglia venne anche il tempo del dolore e della sofferenza. Jerry Jr. perì in un incidente durante la Indy 500 mentre una vigliacca sclerosi multipla costrinse Louis Jr. ad appendere il casco al chiodo per sempre. Ma Louis Jr. si rivelò poi un eccellente tecnico tanto da divenire uno dei migliori team leader del suo tempo. E gli altri due fratelli? Robert William (chiamato Bobby) e Alfred (Al Sr.) riuscirono persino a superare i successi di Zio Louie. Entrambi hanno vinto molto, non solo sulla Pikes Peak, ma anche alla leggendaria Indianapolis 500. “Senza i nostri successi sulla Pikes Peak, probabilmente non avremmo avuto l’opportunità di correre a Indianapolis” afferma Bobby. “Indipendentemente da dove ho corso – ricorda Al Sr., due successi alla Pikes Peak e quattro volte vincitore a Indy – Bobby era di solito il mio più forte concorrente”. E se Bobby Unser è convinto: “Il buon Dio mi ha messo sulla terra per vincere questa gara”… gli altri concorrenti spesso erano costretti ad ammettere: “… Tanto vince sempre un Unser”. Ma i fratelli Unser sono stati più che ottimi conduttori. Hanno anche avuto idee geniali dal punto di vista tecnico: Come quella volte che… “All’inizio non avevamo soldi per gomme nuove – afferma Bobby – e una volta, quando stavamo controllando i nostri pneumatici, abbiamo trovato alcuni dadi di bullone incastrati nel battistrada”. Tirate le somme i due si resero conto che le gomme avevano mostrato una trazione migliore, erano una specie di gomme “chiodate per caso”.


AL UNSER, DUE VOLTE TRIONFATORE ALLA CRONOSCALATA IN COLORADO. LA FOTO È DEL 1965: NOTARE LE PROTEZIONI PER IL PUBBLICO…


#cheroba!


LA PRIMA VITTORIA DEGLI UNSER: NEL 1934, LOUIS UNSER (DETTO LOUIE) DIEDE INIZIO ALLA INCOMPARABILE SERIE DI SUCCESSI DI FAMIGLIA


#cheroba!

E ovviamente anche quell’anno il nome Unser apparve in cima alla lista dei risultati.

IL FIGLIO DI BOBBY UNSER, ROBBY, HA CONTINUATO LA TRADIZIONE DI FAMIGLIA VINCENDO NEL 1992 MA PERDENDO IL DUELLO CON PAUL DALLENBACH NEL 1993

JERI UNSER È STATA LA PRIMA RAPPRESENTANTE FEMMINILE DELLA FAMIGLIA A COMPETERE A PIKES PEAK. NEL 2003, HA STABILITO UN RECORD NELLA CLASSE (ALLORA PIUTTOSTO NUOVA) DEI VEICOLI ELETTRICI

Bobby Unser (che vanta tre vittorie nella Indy 500) alla fine ha stabilito uno strabiliante record con dieci vittorie complessive su Pikes Peak, record che detiene ancora oggi. E lui, senza ombra di dubbio il vero “King of the Mountain”. In realtà Bobby aveva completamente chiuso con le corse negli anni settanta, ma nel 1985 alla Pikes Peak accadde una cosa che gli diede da pensare. Una ragazza francese, Michèle Mouton, non solo fu la prima donna a vincere, ma ottenne anche il nuovo tempo record con l’Audi quattro. Da buon yankee, un po’ conservatore e un po’ campione di razza, Bobby Unser non poté stare a guardare: “Una ragazza detiene il record? Non potevo permetterlo!”. Così all’età di 52 anni, nel 1986, Bobby tornò sulla Pikes Peak, conquistando la vittoria assoluta e il nuovo record… e per lui il mondo tornò come doveva essere. Nel frattempo, la terza generazione della dinastia degli Unser si era già affermata sull’America’s Mountain. Robby Unser, figlio di Bobby, aggiunse alle statistiche di famiglia altri quattro titoli di “King of the Mountain” mentre la figlia Jeri fu la prima Unser femmina a competere nella Race to the Clouds nel 1998. E, dimostrando di essere brava quanto gli Unser maschietti, nel 2003 stabilì il record della cronoscalata nella classe dei veicoli elettrici. Alfred Jr. (chiamato Little Al) è stato invece uno più grandi interpreti della serie IndyCar, vincendo due volte la Indy 500. Al ha vinto Pikes Peak solo una volta, nel 1983, anche a causa del fatto che ormai il motorsport stava divenendo sempre più professionale e non lasciava molto tempo ai piloti per dedicarsi ad eventi al di fuori del loro principale impegno.


IL 1951 FU UN ANNO IN TONO MINORE: LOUIS UNSER (QUI ALLA CURVA DETTA GEORGE’S CORNER) ARRIVÒ SOLTANTO QUARTO


#cheroba!


IL RITORNO, A 52 ANNI, DEL “RE” BOBBY UNSER. TORNÒ IN GARA NEL 1986 CON UN’AUDI QUATTRO: VINSE E FECE IL NUOVO RECORD

#ca!


#chebella!

LA PROFEZIA DELL’EST HYUNDAI PROPHECY CONCEPT


QUANDO SI ANALIZZA UNA CONCEPT CAR È SEMPRE NECESSARIO LIBERARSI DAGLI STEREOTIPI. AL CONTRARIO, OGNI VOLTA CHE SI OSSERVA UN NUOVO LAVORO BISOGNA CERCARE DI CAPIRNE I CONTENUTI E IL VALORE ASSOLUTO IN TERMINI DI NOVITÀ PRIMA DI CRITICARNE L’AUDACIA di Alessandro Camorali (titolare di Camal Studio e docente IAAD)


#chebella!


evo ammettere che vedere la Nissan Prophecy, appena la presentarono, mi fece storcere il naso. Avevo passato settimane a elogiare il lavoro avveniristico di Tesla con il Cybertruk per poi cadere io stesso nella retorica del car design, quella che esiste un solo tipo di futuro, un trend condiviso. In realtà, quest’epoca di rottura e rinnovamento, portata dalle vetture a propulsione elettrica, sta diventando anche l’opportunità per uscire dai canoni dell’ordinario e del prevedibile. Per natura, messa davanti ad un nuovo quesito, la mente umana tende a ricreare percorsi che già conosce. E in termini di design, e soprattutto di auto-

motive design, la trappola solita è il “sembra questo” o “sembra quello”... Quindi, analizzando il concept Hyundai, per prima cosa vorrei affermare cosa non sembra. Non sembra una Porsche, come i più invece potranno sostenere. La linea di profilo che parte dal cofano e arriva al posteriore ha una continuità quasi sbagliata, senza nessuna interruzione, mentre la fiancata, così semplice nella sua realizzazione, in realtà spacca i dogmi del nostro lavoro, creando una forma a “banana” rovesciata troppo forzata per essere un errore ma… una provocazione.


#chebella!

UNA DELLE CARATTERISTICHE PIÙ SINGOLARI DI PROPHECY È IL MECCANISMO DI STERZO. INVECE CHE UN VOLANTE MONTATO DI FRONTE AL GUIDATORE, PROPHECY È CONTROLLATO DA DUE JOYSTICK SITUATI A SINISTRA E A DESTRA: UNO SULLA CONSOLE CENTRALE E L’ALTRO SUL RIVESTIMENTO DELLA PORTIERA. CIÒ NON SOLO CONSENTE UNA POSIZIONE DI SEDUTA PIÙ COMODA DURANTE LA GUIDA, MA LIBERA ANCHE SPAZIO SUL CRUSCOTTO PER ALTRE FUNZIONALITÀ. IL 90% DELLE FUNZIONI DEL VEICOLO PUÒ ESSERE CONTROLLATO TRAMITE I PULSANTI SUI JOYSTICK, QUINDI NON È NECESSARIO CHE IL GUIDATORE TOLGA LE MANI DAI COMANDI, AD ESEMPIO, PER CAMBIARE LA MUSICA. QUESTA CONFIGURAZIONE ERGONOMICA, NOTA COME INTUITIVE HUMAN INTERFACE, HA ANCHE IL VANTAGGIO DI AUMENTARE LA SICUREZZA DI BORDO



#chebella!

Non sembra una Tesla, nonostante le sue superfici “piene” senza troppe aperture e con sinuosità spalmate in ogni passaggio, senza tensioni di teorici o andamenti. Riesce a diversificarsi dal competitor americano creando una berlina più elegante nel suo insieme, un richiamo alle forme non minimaliste ma Déco. Non sembra una Mercedes EQ, perché nonostante tanto linguaggio “elettronico”, soprattutto nei suoi interni, il brand coreano riesce a liberarsi dal proprio family feeling di volta in volta, cercando la propria nuova identità senza retaggi scomodi. Ora vi dirò invece cosa la Prophecy è per me...

Come detto le forme della Prophecy hanno un chiaro richiamo agli anni “30 e “40 del secolo scorso, così come il precedente concept Hyundai 45 si rifaceva agli anni “70 e “80. L’intento dei designer è di riportarci in un’era fatta di eleganza, dove l’uomo era rimesso al centro del progetto e l’interazione con la natura prendeva vita negli oggetti industriali o architettonici. Le forme esterne sono semplici ma allo stesso tempo mirano ad enfatizzare al massimo alcuni dei trattamenti, portandoli alla soglia dell’errore. Tutte le linee profili in vista laterale tendono a creare un visibile arco con l’apice nel centro vettura, nessun’altro teorico a contrasto attenua l’insieme quasi



#chebella!

DOPO LA “45”, PROPHECY È IL SECONDO VEICOLO HYUNDAI AD ESSERE COSTRUITO UTILIZZANDO LA ELECTRIC GLOBAL MODULAR PLATFORM “E-GMP”, LA PRIMA PIATTAFORMA EV DEDICATA DI HYUNDAI. UNA PIATTAFORMA EV DEDICATA APRE UN MONDO DI POSSIBILITÀ PER NUOVE FUNZIONALITÀ DI DESIGN E COMFORT. I PROPULSORI ELETTRICI SONO MOLTO PIÙ COMPATTI RISPETTO ALLE LORO CONTROPARTI A COMBUSTIONE INTERNA, IL CHE SIGNIFICA CHE NON È NECESSARIO UN AMPIO COFANO ANTERIORE O UNA CONSOLLE CENTRALE INGOMBRANTE. CIÒ CONSENTE AI PROGETTISTI DI RECUPERARE SPAZIO PER L’USO DEI PASSEGGERI E DI REINVENTARE LA GAMMA DI ESPERIENZE IN AUTO.


organico delle forme, eccezzion fatta per il brancardo che, appoggiandosi sulla fiancata, crea un colpo di luce importante per la valorizzazione del volume. L’anteriore e il posteriore sono concepiti per portarci nel XXI secolo, grazie ai fari a led che paiono il vero family feeling proposto dal brand. Realizzati con particolari in plexiglass trasparente, creano una tridimensionalitá che trascende la propria funzione, diventando l’unico vero dettaglio degli esterni. Una volta accesi pongono l’accento sulla modernità del concept senza essere troppo in contrasto con l’insieme, nettamente più sobrio. Anteriormente compaiono dal volume morbido del frontale in modo discreto, senza comprometterne le

linee. Sul posteriore si crea una cavità ad U rovesciata, che a tratti sembra troppo in basso per le proporzioni dell’auto, che funge allo scopo di creare un drappo di carrozzeria per intravedere giusto la “tecnica” necessaria. Un alettone integrato, più funzionale che estetico a causa della linea ellittica dell’auto, aiuta a compensare i vortici di bassa pressione sul posteriore che ne minerebbero la stabilità in velocità (ricordate le Audi TT prima serie?). Il capitolo interni è ampio ed interessante. Ormai le case automobilistiche hanno dirottato molte risorse verso questo aspetto delle proprie vetture, a volte dandone un peso nettamente superiore rispetto all’esterno. Basti pensare ai contenuti tecnici e


#chebella!

all’interazione uomo macchina degli esterni e degli interni anche solo negli ultimi 10 anni. Oggi pensiamo alle auto di domani come ad un’estensione di casa, del posto di lavoro o anche solo del nostro smartphone… purtroppo o per fortuna lo decideranno i posteri. Quindi se osserviamo gli interni del concept Hyundai ritroviamo quel gusto Déco di cui parlavo prima ma proiettato ai giorni nostri. Il manierismo del dettaglio supera la sua utilità dal momento che schermi e pulsanti digitali si sono tolti da questo insieme di forme più lavorate, diventando superfici decorative e lasciando al solo tunnel centrale il ruolo di protagonista. Una cloche spaziale svetta nella zona centrale

e dona all’intorno una sensazione di retro-futurismo alla Jules Verne, con tanti led blu!!! In definitiva, se penso ai mercati internazionalei in cui sono presenti delle berline Hyundai non fatico ad immaginare la Prophecy che, in modo del tutto naturale, inizi ad essere consuetudine gradita sulle strade e, perché no, nei parcheggi delle compagnie di noleggio negli aeroporti! Infine permettetemi un caldo invito: osservando questa, come altre, concept car è necessario liberarsi dagli stereotipi! Ogni volta che si analizza un nuovo lavoro bisogna cercare di capirne i contenuti e il valore assoluto in termini di novità prima di criticarne l’audacia.


#ca!


#chemacchina!


Mini 60 Years LA SCELTA DA PARTE DEL MARCHIO MINI DI PUNTARE MOLTO SULLE EMOZIONI “SANGUIGNE” POTRÀ ESSERE UN’ARMA CONTRO LA CRISI DELL’AUTO CAUSA CORONAVIRUS? IL BRAND DI CASA BMW HA PUNTATO IN DIREZIONE OPPOSTA A CHI AUSPICAVA DI TRASFORMARE L’AUTO IN UN PRODOTTO... USA E GETTA di Marco Cortesi


#chemacchina!

costruttori automobilistici hanno sbagliato tutto…. certo, forse stiamo esagerando per catturare l’attenzione del lettore. Però in un momento come quello che la crisi da Coronavirus ha imposto, una riflessione è d’obbligo. Con la ripresa delle vendite che stenta ad arrivare, il settore corre un grave rischio e viene da chiedersi se tutto il flusso di comunicazione e immagine generato dalle stesse case automobilistiche negli ultimi anni (tranne rari casi) non abbia contribuito ad accentuare il problema. I numeri e la razionalità, nei momenti di crisi, notoriamente diventano armi a doppio taglio. E’ infatti innegabile che, nel corso degli ultimi anni, la comunicazione automotive abbia progressivamente limitato il lato emozionale o (perfino peggio) lo abbia confinato al campo dell’emozione tecnologica fine a se stessa, allontanando le sensazioni più “sanguigne” e sportive come brutte, sporche e cattive. In questo senso, Mini rappresenta invece quasi una mosca bianca, per com’è riuscita ad affermare una propria personalità, e l’impressione è che potrà “spendere” il capitale di emozione costruito per resistere meglio di altri e reagire per prima alle difficoltà. Dopotutto, quello dell’utilitarismo è un bel gioco. Ma se anche il cliente inizia a giocarlo, sei fritto: le vetture con cui giriamo oggi sono eccezionali, infinitamente più robuste, sicure e di qualità rispetto alle antenate anche solo degli anni ’80… e la dura verità è che non hanno bisogno di essere sostituite spesso come in passato.


VA DETTO CHE PARTE DEL TENTATIVO DI TRASFORMARE L’AUTO IN BENE DI CONSUMO LO HA GIOCATO ANCHE LA CACCIA ALLE STREGHE FINTO-AMBIENTALISTA, LA SPINTA “FORZATA” A PENSIONARE AUTO POCO INQUINANTI PER PRENDERNE DI NUOVE, LEGGERMENTE MENO INQUINANTI. CON QUESTA STRATEGIA, MOLTI COSTRUTTORI SI SONO MESSI SEMPRE PIÙ ALLA MERCÉ DI INCENTIVI STATALI, DI GARANZIE DATE DA GOVERNI… ORA ALLE PRESE CON ALTRI PROBLEMI. MA LA COSA CHE ANCHE IN QUESTO CASO MINI INSEGNA, È CHE EMOZIONE ED ECOLOGIA SONO TUTT’ALTRO CHE SCOLLEGATE. UNA VETTURA PIÙ BASSA, LEGGERA, AERODINAMICA È ANCHE... PIÙ UTILE PER L’AMBIENTE, RIDUCENDO LE EMISSIONI BEN PIÙ DI ALCUNI SISTEMI TECNOLOGICI OGGI TANTO IN VOGA


#chemacchina!

DESIGN PRECISO E RAFFINATO E NUOVI CONTENUTI DEFINISCONO LA NUOVA COUNTRYMAN, APPENA ARRIVATA SUL MERCATO. LA NUOVA GENERAZIONE VEDE ANCORA UNA VOLTA UNA SIGNIFICATIVA OTTIMIZZAZIONE IN TERMINI DI SPAZIO, VERSATILITÀ, FUNZIONALITÀ E COMFORT DI MARCIA. IL MODELLO IBRIDO PLUG-IN MINI COOPER SE COUNTRYMAN ALL4 (CONSUMO DI CARBURANTE COMBINATO: 2,0 - 1,7 L / 100 KM; CONSUMO DI ENERGIA COMBINATO: 14,0 - 13,1 KWH / 100 KM; EMISSIONI DI CO2 COMBINATE: 45 - 40 G / KM) UNISCE L’EFFICIENZA DELLA MOTORIZZAZIONE IBRIDA (CON TRAZIONE INTEGRALE SPECIFICA) AL PIACERE DI GUIDA ESCLUSIVAMENTE ELETTRICO. OLTRE AL MODELLO IBRIDO PLUG-IN, LA NUOVA MINI COUNTRYMAN È DISPONIBILE CON TRE MOTORI A BENZINA E TRE MOTORI DIESEL DOTATI DELLA PIÙ RECENTE TECNOLOGIA MINI TWINPOWER TURBO. I MOTORI HANNO VISTO UN ULTERIORE SVILUPPO E COPRONO UNO SPETTRO DI POTENZA CHE VA DA 75 KW / 102 CV A 140 KW / 190 CV (CONSUMO DI CARBURANTE COMBINATO: 6,3 4,1 L / 100 KM; EMISSIONI DI CO2 COMBINATE: 144 107 G / KM). INOLTRE QUESTI PROPULSORI SODDISFANO GIÀ LO STANDARD DI EMISSIONI EURO 6D, CHE NON SARÀ VINCOLANTE FINO AL 2021. QUATTRO DI QUESTI POSSONO ESSERE COMBINATI CON IL SISTEMA DI TRAZIONE INTEGRALE ALL4 SU RICHIESTA

Se si guardasse solo agli aspetti puramente numerici e razionali, rimpiazzando l’auto quando è indispensabile o smette di funzionare, verrebbe meno buona parte degli acquisti. Parallelamente, stiamo scoprendo che l’emozione indotta dalla tecnologia non è “buona” come credevamo dal punto di vista commerciale. Tentare di dare a una vettura lo stesso tipo di appeal di un oggetto tecnologico, come fosse un nuovo modello di smart phone, significa parametrare male due cose diverse. I telefoni sono ormai un costoso bene di consumo, mentre è impensabile trasformare l’auto in un bene di consumo: è per definizione un bene durevole, per costi, feeling, utilizzo. A maggior ragione, in un momento in cui tutti sono costretti ad operare delle “spending review”. Al contrario, a fare la differenza restano la forma, il feeling, il rumore, la gioia di guida, come peraltro ci dimostra la tenuta del mercato motociclistico (-11% a maggio contro il -49% delle auto). Una Mini Cooper, magari S, coccola e trasmette qualcosa di molto positivo e godurioso: il “go-kart feeling”, la particolarità del design, le linee iconiche. E’ una connessione simile, anche se ovviamente minore, a quella di una moto. Un “pacchetto” sicuramente offerto ad un prezzo “premium” ma che, per converso, promette di emozionare il suo utilizzatore a lungo, mantenendo anche alto il valore. Mentre tanti spingevano per un auto “tecno-gelida” la strategia Mini è andata nella direzione opposta ed è stata una scommessa che potrebbe pagare.



#chemacchina!

Per arginare i contraccolpi economici di una situazione complicatissima servono motivazioni che vanno oltre a quelle dell’auto precisa, tecnologica, pulita e del 26,5 % più efficiente rispetto alla precedente. Forse non è bello dirlo, ma serve dare al pubblico motivazioni e stimoli per fare acquisti irrazionali ed irresponsabili che, basandosi solo sulla necessità, forse non dovrebbero essere fatti. L’abbiamo detto, lo stile della Mini, anche con la crescita dimensionale della versione F56 lanciata nel 2015, rimane inconfondibile ed equilibrato. Le proporzioni e l’architettura della scocca sono quelle tipiche del marchio, sottolineate dagli stilemi tradizionali: la calandra esagonale, i gruppi ottici e le luci posteriori con grossa cornice cromata, la fascia nera che avvolge la carrozzeria senza soluzione di continuità, la gobba sul cofano, lo spoiler sul lunotto, le cornici dei finestrini “a giorno”. Nata per festeggiare i 60 anni del marchio, la Mini Cooper S 60 Years Edition si presenta bene nel brillante colore British Racing Green IV, con le strisce sul cofano dedicate all’anniversario e i cerchi in lega 60 Years Spoke a 2 colori. Il logo “60 Years” è posizionato anche sui portellini laterali degli indicatori di direzione e sui battitacco del guidatore e del passeggero anteriore. All’interno, il logo è presente anche nelle finiture specifiche del modello, sui poggiatesta anteriori e sul volante. Il design creato per celebrare l’anniversario è utilizzato anche nella proiezione a terra del logo, visibile quando viene aperta la portiera del guidatore.



#chemacchina!

L’equipaggiamento di serie include un volante sportivo in pelle e sedili con finitura (di altissima qualità) in pelle marrone scuro con cuciture a contrasto verdi. I sedili poi sono sicuramente il punto forte dell’abitacolo per la percezione di qualità che conferiscono. Materiali e assemblaggi sono quelli che hanno contraddistinto i recenti standard del marchio. Lo strumento centrale fornisce tutte le informazioni relative all’infotainment incluse quelle relative alla navigazione (optional). Anche se non certo a buon mercato, il sistema di bordo di casa Mini si conferma uno dei migliori di tutto il panorama automotive per velocità e accuratezza, arricchito anche dall’integrazione con Apple CarPlay e Android Auto (disponibili però solo in abbinata al navigatore) e il display touchscreen, che si affianca all’efficiente rotella cliccabile iDrive. Le informazioni sulla guida sono invece radunate nel cluster dietro il volante, dalla buona leggibilità nonostante la grande mole di dati comunicata al guidatore. Utile optional anche l’head-up display. La guida è dove la Mini, in particolare il modello Cooper S oggetto di questa prova, offre il meglio di sé. Le doti qualitative e dinamiche del telaio sono eccezionali rispetto alla tipologia di vettura, e anche il motore, pur disponendo di meno di 200 cavalli (soglia ormai alla portata delle “piccole”) risulta pastoso e soddisfacente, con una sonorità veramente sportiva. Un 2.0 è sempre un 2.0, tra l’altro accoppiato ad un cambio sportivo a doppia frizione estremamente veloce, preciso e performante.



Certo, tanto ben di Dio non può non farsi pagare a caro prezzo, per via di contenuti indubbiamente presenti, ma è tutto sommato un bilanciamento che ci sta. La vera pecca è il fatto che un comparto telaistico di questo livello, elemento di sicurezza attiva non indifferente, non trovi una dotazione sufficiente in termini di assistenza alla guida. Strumenti utili, anzi oggi indispensabili, come frenata d’emergenza con riconoscimento dei pedoni e assistenza alla corsia, ormai di serie anche su molte vetture entry-level, sono completamente assenti. La speranza è che presto possano arrivare aggiornamenti per mettersi al passo coi tempi. L’aspetto della vita quotidiana è comunque tutto a favore della Mini, che fa divertire in città e fuori, e premia nel suo approccio da molti punti di vista. Non è penalizzato troppo il comfort di guida (in particolare con i cerchi da 17”) stante che, si sa, il “Go Kart feeling” ha bisogno di un forte feedback nella lettura dell’asfalto. E non sono soprattutto penalizzati consumi ed emissioni, grazie ad un’ottimizzazione elevata e alle caratteristiche intrinseche del corpo vettura: si può arrivare a percorrere 14 chilometri con un litro nel mondo reale, anche con situazioni di marcia in città. Dopo il lancio della versione totalmente elettrica, per la Mini “tradizionale” è un momento decisivo. Nel 2021 è atteso l’annuncio della nuova generazione, che porterà innovazioni tecnologiche e di sicurezza, ma dovrà continuare a rilanciare la propria identità in un panorama non facile. Una bella sfida per il gruppo BMW.



#chemacchina!

LA TEMPESTA COVID-19 NON È ANCORA PASSATA DEL TUTTO MA IL CAMPIONATO MONOMARCA ORGANIZZATO DA MINI ITALIA SI PREPARA COMUNQUE PER UNA NUOVA ADRENALINICA STAGIONE. TEAM E PILOTI SI SFIDERANNO DURANTE CINQUE WEEKEND DI GARA SUI PIÙ CELEBRI CIRCUITI NAZIONALI, DA LUGLIO AD OTTOBRE, ALL’INTERNO DEGLI ACI RACING WEEKEND PROMOSSI DA ACI SPORT. PROTAGONISTE SARANNO LE DUE TIPOLOGIE DI VETTURE GIÀ IN PISTA NEL CORSO DELLE ULTIME STAGIONI: LA MINI JOHN COOPER WORKS CHALLENGE PROE LA MINI JOHN COOPER WORKS CHALLENGE LITE, SVILUPPATE GRAZIE AL PREZIOSO SUPPORTO DI PROMODRIVE AUTOMOTIVE. ENTRAMBE BASATE SU MINI JOHN COOPER WORKS 3 PORTE, I DUE MODELLI SONO ESTREMAMENTE PRESTAZIONALI (IL PRIMO VANTA 265 CV E IL SECONDO 231 CV) E SONO DOTATI DI UN ALLESTIMENTO SPECIFICO RACING GRAZIE AD UN SAFETY KIT E UN AERODYNAMIC KIT CHE NE ESALTANO LE PERFORMANCE, AUMENTANDO SICUREZZA E GARANTENDO DIVERTIMENTO DI GUIDA


#ca!


#chefuoristrada!


A L E T A F N NO E R A I B B A R AR

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NISSAN FRONTIER DESERT RUNNER

UN VEICOLO SENZA MEZZI TERMINI, PENSATO PER LE GARE NEI DESERTI. ANCHE SE IL NOME È QUELLO DI UN PICKUP… LA REALTÀ VI LASCERÀ SENZA FIATO

di Niccolò Gargiulo


#chefuoristrada!

00 cavalli di pura adrenalina. E’ proprio il caso di dire: non fatela arrabbiare! Ai conoscitori del Nissan Frontier, il popolare pickup di medie dimensioni di Nissan, il nome Desert Runner non suona affatto nuovo. Desert Runner è infatti una delle cinque configurazioni di Frontier disponibili, una versione dedicata alla guida fuoristrada grazie a uno speciale pacchetto di design e funzionalità sulla base della configurazione 4x2. Però mai nessun Desert Runner è andato vicino a quello presentato nello scorso autunno a Las Vegas e che illustriamo in queste pagine. Il Frontier ha infatti subito una trasformazione significativa grazie alla “cura” del preparatore MA Glen Arm (MA Motorsport, Maryland) che, lavorando in tandem con Nissan Motorsport ha prodotto un vero gioiello, che risulta parente della versione di serie solo in virtù del nome. Il pick-up presentato è quindi diventato una vera e propria vettura da corsa, lasciandosi alle spalle la propria natura di veicolo per il lavoro e il tempo libero. La trasformazione è iniziata sotto il cofano, con la sostituzione del motore di serie da 4 litri V6 con il propulsore del Nissan TITAN 5,6 litri Endurance V8, ricostruito e perfezionato con specifiche daracing, con l’aggiunta del turbocompressore



#chefuoristrada!

NISSAN HA DA POCO LANCIATO IN ITALIA LA NUOVA VERSIONE DI NAVARA N-GUARD, IL PICKUP PREMIUM A DOPPIA CABINA ORA PROPOSTO CON INTERNI PARTICOLARMENTE CURATI E CON CARROZZERIA IN QUATTRO COLORAZIONI INEDITE. NAVARA N-GUARD VANTA PRESTAZIONI OTTIMALI, CHE LO RENDONO UN COMPAGNO AFFIDABILE SU STRADA E OFF-ROAD, CON CAPACITÀ DI TRAINO FINO A 3.500 KG E DI CARICO DI OLTRE 1.100 KG. NUOVO L’IMPIANTO FRENANTE (QUATTRO FRENI A DISCO) E NUOVE LE SOSPENSIONI POSTERIORI. IL MODELLO È SPINTO DAL MOTORE TWIN TURBO NAVARA DA 190 CV E 450 NM ED ACCOPPIATO AD UN CAMBIO MANUALE A 6 RAPPORTI OPPURE AUTOMATICO A 7 RAPPORTI. TUTTE LE VERSIONI SONO DOTATE DEL SISTEMA DI TRAZIONE INTEGRALE PART-TIME NAVARA, CON BASSI RAPPORTI PER IL FUORISTRADA


SUL MERCATO AMERICANO È APPARSO DA POCO IL NISSAN FRONTIER 2020, CHE DISPONE DI UN NUOVISSIMO MOTORE V6 A INIEZIONE DIRETTA DA 3,8 LITRI (310 CAVALLI) E TRASMISSIONE AUTOMATICA A 9 RAPPORTI. TRA LE INNOVAZIONI: AVVIO CON PULSANTE, POMELLO DEL CAMBIO IN PELLE, STERZO CON INCLINAZIONE MANUALE, BLOCCAGGI DELLA PORTIERA E ALZACRISTALLI ELETTRICI CON AUTOABBASSAMENTO LATO CONDUCENTE. DUE I PACCHETTI DI OPTIONAL: MIDNIGHT EDITION (SPECIALI TRATTAMENTI ESTERNI NERI E CERCHI IN LEGA DI ALLUMINIO NERI DA 18 POLLICI) E SPECIAL EDITION (COMPUTER DI BORDO, GRIGLIA CROMATA SATINATA, PARAURTI POSTERIORE IN TINTA E CERCHI IN LEGA DA 18 POLLICI). SARÀ DISPONIBILE NELLE VERSIONI KING CAB, CREW CAB SHORTINTERASE E CREW CAB LONG WHEELINTERASE, TUTTE CON SCELTA TRA 2 E 4 RUOTE MOTRICI


#chefuoristrada!

Garrett GTX3584RS, intercooler custom, albero a camme Jim Wolf Technology, pistoni e valvole e altre parti (inclusi gli scarichi) appositamente costruite da MA Motorsport. Questo nuovo propulsore V8 scarica a terra più di 600 cavalli, è capace di quasi 950 Nm di coppia e lavora in tandem con la trasmissione manuale a sei marce con frizione JimWolf Technology e volano leggero. La rielaborazione delle sospensioni è egualmente stta assai “aggressiva” con l’aggiunta del kit BTF Fabrication, ammortizzatori King Racing Triple Bypass e molle Giant Motorsports Link Killer al posteriore. Il Forntier Desert Runner poggia su bellissime ruote Fifteen 52 Turbo Mac HD e pneumatici BFGoodrich Baja T/A da 37 pollici. Per quanto riguarda il design esterno le modifiche più vistose riguardano i parafanghi, le pedane anteriori e posteriorie e l’alloggiamento della ruota di scorta, tutte componenti creati appositamente per il Desert Runner da Fiberworx Pre Runner. Rigid Industries ha invece fornito il pacchetto di luci mentre la pellicola che ricopre la carrozzeria è stata creata da Speed Designs. L’interno della vettura è stato invece allestito senza badare a particolari comfort o fronzoli, ma con robuste protezioni e una gabbia di sicurezza realizzata in casa da MA Motorsport. Infine un tocco di Made in Italy, grazie ai sedili e al volante forniti da Sparco.



#chefuoristrada!

CARATTERISTICHE TECNICHE PARTE COSTRUTTORE TELAIO FRONTIER KING CAB DESERT RUNNER

NISSAN

MOTORE 5,6 LITRI ENDURANCE V8 MODIFICATO – 600 CAVALLI E 900NM DI COPPIA

NISSAN

ALBERO A CAMME, VALVOLE, MOLLE E PISTONI (RAPPORTO DI COMPRESSIONE 10.5:1)

JIM WOLF TECHNOLOGY

TURBOCOMPRESSORE GTX3584RS

GARRETT

INTERCOOLER, IMPIANTO IDRAULICO E SCARICHI

MA MOTORSPORT

UNITÀ DI CONTROLLO ELETTRONICA, GT MAF

UPREV

RADIATORE IN ALLUMINIO

CSF

KIT SOSPENSIONE ANTERIORE

BTF FABRICATION

AMMORTIZZATORI ANTERIORI 10” 2,5” TRIPLE BYPASS, AMMORTIZZATORI POSTERIORI 16” 3.5” TRIPLE BYPASS

KING OFF-ROAD RACING SHOCKS

SOSPENSIONI POSTERIORI LINK KILLER DA 64”

GIANT MOTORSPORT

RUOTE BLOCK BRONZE TURBOMAX DA 17”X8.5”

FIFTEEN52

GOMME BAJA T/A 37X12.50R17

BFGOODRICH

KIT FRIZIONE, VOLANO LEGGERO

JIM WOLF TECHNOLOGY

TRASMISSIONE MANUALE A 6 MARCE

NISSAN

ADATTATORE DELLA TRASMISSIONE A 6 MARCE

DRIVEN DESIRES

ALBERO DI TRASMISSIONE

THE DRIVESHAFT SHOP

DIFFERENZIALE AIRLOCKER

ARB

SEDILI PRO ADV, VOLANTE, CINTURE DI SICUREZZA

SPARCO

DISPLAY DEL CRUSCOTTO C125

MOTEC

GABBIA DI SICUREZZA, PARAFANGHI, PEDANE, ALLOGGIAMENTO RUOTA DI SCORTA

MA MOTORSPORT

LUCI SUL TETTO E LUCI ANTERIORI

RIGID



#chefuoristrada!

IRROMPE SUL MERCATO USA LA NUOVA ROGUE, DA NOI CONOSCIUTA COME X-TRAIL. MOLTISSIME LE NOVITÀ, A COMINCIARE DAL DESIGN ESTERNO, MOLTO RINNOVATO E “ATTUALIZZATO”. GLI INTERNI SONO ANCH’ESSI MIGLIORATI ALL’INSEGNA DEL COMFORT MENTRE SUL FRONTE DELLE ASSISTENZE ALLA GUIDA E DELL’INFOTAINMENT LA ROGUE FA UN DECISO PASSO AVANTI SI PORTA AL PASSO CON I TEMPI. SONO DISPONIBILI CINQUE MODALITÀ DI GUIDA: ALL-WHEEL DRIVE - OFF-ROAD, SNOW, STANDARD, ECO E SPORT, ATTIVATI DAL CONDUCENTE TRAMITE UN SELETTORE MONTATO SULLA CONSOLE CENTRALE.IL MOTORE È UN 4 CILINDRI IN LINEA DOHC DI 2,5 LITRI, DA 181 CAVALLI E SISTEMA DI INIEZIONE DIRETTA. SARÀ IN VENDITA DA QUESTO AUTUNNO NEGLI USA… E IN EUROPA?


#ca!


#chenovità!

BELLA… MA NON VOLA! DR F35

Foto aereo MSgt John Nimmo Sr.- www.defenseimagery.mil


CON LA DR F35 PROSEGUE IL PERCORSO DI INNALZAMENTO COMPLESSIVO DELLA TECNOLOGIA E DELLA QUALITÀ PRODUTTIVA. SPINTA DA UN PROPULSORE 1.5 TURBO BENZINA DA 156 CV, È DISPONIBILE ANCHE CON ALIMENTAZIONE BENZINA/GPL, CHE GARANTISCE BASSI CONSUMI, BASSE EMISSIONI, NESSUNA ECOTASSA E NESSUN BLOCCO ALLA CIRCOLAZIONE


#chenovità!

UNA RETE CAPILLARE DI CENTRI DI ASSISTENZA IN TUTTA ITALIA È A DISPOSIZIONE DEI CLIENTI DR. DA SOTTOLINEARE ANCHE L’ESISTENZA DI UN SERVIZIO DI ASSISTENZA, ATTIVO 24 ORE SU 24, AL NUMERO VERDE 800 000 116 VALIDO ANCHE DALL’ESTERO. BASTA UNA TELEFONATA PER RICEVERE TRAINO, AUTO SOSTITUTIVA, PROSEGUIMENTO DEL VIAGGIO, SPESE DI ALBERGO, RECUPERO AUTO. IL TUTTO GRATUITAMENTE COME PREVISTO DAL CONTRATTO DI ACQUISTO DELLE VETTURE DR

attezzare un’automobile con la stessa sigla di un aereo militare è cosa senz’altro sorprendente. Ma, se ci pensiamo bene, cosa interpreta aggressività, velocità, prestazioni senza limiti meglio di un aero da caccia? Ma anche eleganza, leggerezza e duttilità sono aspetti facilmente abbinabili alla creatura firmata Lockheed. L’abbinamento è senz’altro ambizioso ma, per scendere sul concreto, la cosa che più colpisce in questo nuovo corso DR è il tentativo di uscire dagli schemi di design che imperversano in questi ultimo anni. Tentativo riuscito, verrebbe da dire, in quanto sia la DR 5.0 (lanciata tre mesi fa) che questa F35, oltre ad apparire decisamente gradevoli, possono vantare una spiccata personalità stilistica, che le renderà immediatamente riconoscibili. Oltre tutto pare che sul design della F35 si sia speso in prima persona il grande capo Massimo Di Risio… La ricerca di qualcosa di diverso e originale si esplicita soprattutto nel frontale, caratterizzato da una griglia con una particolarissima inversione di inclinazione, da una serie di 4 condotti di aspirazione satinati e da uno skidplate in tinta. La Casa molisana lo chiama design “idrodinamico”, perché ispirato al naturale scorrere dell’acqua. Un girovita ondulato si estende poi dagli indicatori di direzione fino alla parte posteriore dell’auto, conferendole una sensazione di forza e dinamismo. Tutto ciò garantisce un’ottima aerodinamica con un CX tra i più bassi della categoria: 0,338. Il fanale posteriore a LED è costituito da tre elementi di luce verticale che creano un piacevole effetto estetico/funzionale, mentre i cerchi in lega da 19 pollici di serie ed il doppio tubo di scarico integrato



#chenovità!

nello skidplate, confermano il look aggressivo della F35. In perfetta filosofia DR, l’unica versione disponibile è full optional di serie e lascia al cliente la sola scelta del colore ed eventualmente dei cerchi in lega maggiorati da 20”. Una lunghezza di 447 cm ed un passo di ben 267 cm, fanno si che l’abitacolo sia molto spazioso e confortevole. Nella grande plancia, dalle linee pulite ed essenziali, spicca lo schermo touch da 9 pollici attraverso il quale si gestisce il sistema infotainment di ultima generazione con connettività smartphone (Apple CarPlay ed Android mirror screen). Il quadro strumenti, LCD da 7 pollici, prevede la possibilità di scegliere fra tre temi (Dynamic, Fantasy, Passionate) con differenti effetti cromatici. Accensione e spegnimento del motore sono gestiti da un tasto Start/Stop keyless. Notevole la presenza di ben quattro telecamere, per una visione a 360° (solo sulla versione con cambio automatico) e del park assist con 8 sensori di parcheggio. Gli interni in ecopelle, i sedili anteriori riscaldabili (solo sull’automatica), la climatazizzazione e il tetto panoramico (con apertura parziale) completano la generosa dotazione di serie. La DR F35 è spinta da un propulsore 1.5 turbo benzina da 156 CV, capace di una coppia massima di 230 Nm /1750-4000 rpm. La trasmissione a 6 rapporti (con doppia frizione a secco) è prevista sia manuale che automatica; in entrambi i casi si è badato a raggiungere una velocità e precisione del cambio di marcia, a tutto vantaggio del comfort di guida. Il cambio automatico prevede lo switch tra modalità Sport ed Eco, oltre alla modalità sequenziale.



#chenovità!

Come tutte le DR, grazie alla tecnologia bimodale che la casa molisana ha sviluppato sin dai suoi esordi, è disponibile con alimentazione benzina/GPL. Bassi consumi, basse emissioni, nessuna ecotassa e nessun blocco alla circolazione, rappresentano oggi un vero plus. Come la DR 5.0, anche la F35 si contraddistingue rispetto ai precedenti modelli per un miglioramento concreto sul fronte della sicurezza, sia attiva che passiva. Il sistema di costruzione 6D-BODY del telaio prevede molteplici connessioni ad anello longitudinale e laterale, che rendono la struttura ben collegata e più robusta. Questo avanzato concetto di costruzione del telaio permette non solo di assorbire efficacemente il carico da impatto frontale, ma anche di disperdere uniformemente l’energia dell’impatto laterale. Il telaio, a gabbia integrale, è in massima parte realizzato in acciaio ad altissima resistenza, piegato a caldo, in grado di garantire un’alta rigidità alla flessione. Stabilità in marcia ed in frenata sono garantite dalla centralina Bosch ESP 9.3 con processore 4 core. Per parte loro sistemi quali l’Hill Holder Control e l’Hill Descent Control consentono di affrontare senza problemi ripartenze in salita e discese con un’elevata pendenza, anche con l’ausilio del freno si stazionamento elettrico, senza dimenticare il costante monitoraggio di pressione e temperatura degli pneumatici, grazie all’impianto TPMS. Completano il quadro i 6 airbag di cui 2 frontali anteriori, 2 laterali anteriori, 2 a tendina (solo sull’automatica). Il prezzo di listino della F35 è di € 23.900 per la versione manuale, € 25.900 per quella automatica. In entrambi i casi la versione con l’alimentazione bimodale benzina/GPL costa € 1.000 in più.


#ca!


#chestoria!

i tecnici del suono UNA NUOVA SFIDA PER TENNECO


CONTENUTO PUBBLI-REDAZIONALE

LA SOCIETÀ FORNISCE ALLA PRIMA CORVETTE A MOTORE CENTRALE ALCUNE INTERESSANTI SOLUZIONI PER LA GESTIONE TERMICA E ACUSTICA, CON UN ESCLUSIVO DESIGN DEL SISTEMA DI SCARICO


#chestoria!

opo averla ammirata e riammirata, ora tutti in Europa la aspettiamo in strada. La prima Corvette della storia a motore centrale si appresta a rompere le uova nel paniere ai consolidati primattori della scena superGT del vecchio continente, con soluzioni tecnologiche di prima linea e un prezzo super-competitivo. Quest’oggi però vorremmo contrare la nostra attenzione su alcune componenti davvero interessanti della, già di suo, interessante coupé yankee. Vi piace il distintivo sound della Corvette? E vi intrigano le sue prestazioni muscolose? Bene, sappiate che ciò è reso possibile anche grazie ad alcune avanzate tecnologie che Tenneco ha sviluppato per la Corvette. I Business Group Clean Air e Powertrain di Tenneco forniscono infatti il sistema completo di silenziatori per lo scarico, oltre a una serie di componenti per il motore Small Block V-8 LT2, giunto all’ottava generazione. “L’architettura a motore centrale della Corvette ha richiesto soluzioni tecniche creative per soddisfare le esigenze di installazione e di gestione del calore del sistema delle emissioni - afferma Patrick Guo, Executive Vice President Tenneco - Abbiamo lavorato con GM, unendo la nostra esperienza nell’integrazione di sistemi a quella del team di sviluppo della Corvette, per fornire tecnologie che consentissero di realizzare un veicolo ad alte prestazioni, ma a ridotte emissioni”. I sofisticati sistemi per le emissioni destinati ai veicoli ad alte prestazioni spesso incorporano valvole attive che possono variare la contropressione



#chestoria!

del sistema, per assicurare il giusto equilibrio tra prestazioni, caratteristiche del suono e rispetto delle normative sulle emissioni.

CON SEDE A LAKE FOREST, ILLINOIS, TENNECO È UNO DEI PRINCIPALI PROGETTISTI, PRODUTTORI E DISTRIBUTORI MONDIALI DI PRODOTTI E DI SOLUZIONI TECNOLOGICHE AFTERMARKET, RIDE PERFORMANCE, CLEAN AIR E POWERTRAIN PER MERCATI DIVERSIFICATI, TRA CUI QUELLI DI VEICOLI LEGGERI, AUTOCARRI, OFF-HIGHWAY, L’INDUSTRIALE E IL POST-VENDITA. NEL 2019 IL FATTURATO SI È ATTESTATO A 17,45 MILIARDI $ E L’AZIENDA CONTA CIRCA 78.000 DIPENDENTI IN TUTTO IL MONDO. IL 1° OTTOBRE 2018, TENNECO HA COMPLETATO L’ACQUISIZIONE DI FEDERALMOGUL, FORNITORE OEM E AFTERMARKET LEADER A LIVELLO GLOBALE. INOLTRE, LA SOCIETÀ PREVEDE DI SEPARARE LE PROPRIE ATTIVITÀ PER FORMARE DUE NUOVE SOCIETÀ INDIPENDENTI: UNA SOCIETÀ AFTERMARKET AND RIDE PERFORMANCE E UNA NUOVA SOCIETÀ POWERTRAIN TECHNOLOGY

Il sistema di emissioni della Corvette si distingue per la presenza di quattro valvole elettroniche fornite da Tenneco. L’unità di scarico tradizionale è dotata di due nuove valvole, caratterizzate da una maggiore resistenza al calore e progettate per lavorare di concerto con il sistema Active Fuel Management, in modo da supportare la funzione di disattivazione dei cilindri con lo scopo finale di assicurare un’efficienza ottimale e minori emissioni. Queste valvole si aprono e chiudono per controllare il suono allo scarico della Corvette quando la vettura passa da una modalità motore ad un’altra. E’ stata anche applicata una tecnica non convenzionale di miscelazione con flussi incrociati tra le sezioni sinistra e destra dello scarico assicura un’acustica ottimale in tutti gli intervalli di carico. Infine non va dimenticato il design con bassa contropressione, caratterizzato da 4 terminali di scarico che consentono a GM di soddisfare gli obiettivi di potenza ed emissioni con e senza la disattivazione dei cilindri. Lo scarico opzionale `performance exhaust´ incorpora due ulteriori valvole elettroniche, poste nel retro, che assicurano una maggiore differenziazione acustica, contribuendo a creare la caratteristica distintiva del suono della vettura quando il pilota seleziona le varie modalità di guida: `Stealth mode´ per velocità di crociera, `Sport mode´ per una guida più dinamica o `Track mode´ per una piena esperienza “pistaiola”.


TENNECO FORNISCE A GENERAL MOTORS UN SISTEMA COMPLETO DI SILENZIATORI PER LO SCARICO PER LA NUOVA CHEVROLET CORVETTE STINGRAY 2020, LA PRIMA CORVETTE DI SEMPRE A MOTORE CENTRALE. NELL’IMMAGINE L’OPZIONALE “PERFORMANCE EXHAUST” UN’INNOVATIVA DISPOSIZIONE DELLA VALVOLA: LA NUOVA VALVOLA ELETTRONICA SVILUPPATA DA TENNECO CON ATTUATORE DISACCOPPIATO GLI SCUDI TERMICI MULTISTRATO SVILUPPATI DA TENNECO SONO COSTITUITI DA UN SANDWICH ISOLANTE POSTO TRA DUE STRATI DI SOTTILE ACCIAIO INOSSIDABILE, RIDUCENDO AL MINIMO IL PROFILO, IL PESO E LO SPAZIO INSTALLATIVO


#chestoria!

Tenneco ha inoltre sviluppato una serie di soluzioni termiche che consentono al sistema di emissioni della Corvette di gestire in maniera più efficace le alte temperature risultanti dall’architettura a motore centrale. Queste soluzioni includono l’utilizzo di scudi termici multistrato (costituiti da un sandwich isolante posto tra fogli sottili di acciaio inossidabile), progettati per prevenire indesiderati trasferimenti di calore ai componenti adiacenti, e una nuova disposizione della valvola con design disaccoppiato, che riduce l’impatto del calore sull’elettronica della valvola stessa. “Questa innovativa disposizione della valvola - spiega Dmitri Konson, Vice President Global Engineering, Tenneco Clean Air - con attuatore disaccoppiato dal corpo valvola, rappresenta un passo in avanti nella progettazione delle valvole con attuatore e, quando combinata con gli sviluppi più recenti nei materiali utilizzati per la valvola, ne consente l’utilizzo su architetture a motore centrale e su altre caratterizzate da temperature estremamente elevate allo scarico”. Il sistema di emissioni della Corvette è frutto di un’attività congiunta condotta dai team per l’ingegnerizzazione e il prodotto (ubicati a Grass Lake nel Michigan e ad Edenkoben, in Germania) e viene costruito nello stabilimento di Smithville, Tennessee, appartenente alla Business Unit Clear Air di Tenneco. Il Business Group Powertrain di Tenneco fornisce anche una gamma di componenti per il motore ad alte prestazioni Small Block V-8 LT2, che comprende pistoni, fasce elastiche, boccole, sedi valvola, guide valvola e prodotti per la protezione dei sistemi.


#ca!


#chestoria!


CROWDFUNDING MAZZANTI

LA FASE 3

PER NOI UNA SVOLTA ERA NECESSARIA - DICE LUCA MAZZANTI SENTIVAMO LA NECESSITÀ DI STRUTTURARCI MEGLIO, DI PASSARE AD UN LIVELLO “ART-INDUSTRIALE” E IL CROWDFUNDING HA RESO POSSIBILE QUESTO IMPORTANTE STEP


#chestoria!

n questo periodo sentiamo parlare di Fase 2 e Fase 3 quasi ogni giorno, ora e minuto. L’emergenza Covid 19 ci ha reso familiari valori e significati inediti per parole sino a ieri assolutamente innocue. Ma, ringraziando il Cielo, in questo caso la Fase 3 ha tutt’altro significato. Rappresenta un’evoluzione logica (e positiva) e non l’uscita da una dolorosa emergenza. Il perno attorno cui ruota questa particolare Fase 3 è Luca Mazzanti e la sua creatura Mazzanti Automobili, microazienda toscana da anni in rampa di lancio nel complicato settore delle one off e delle hypercar. “Per noi una svolta era necessaria – sostiene Mazzanti – dopo anni a produrre one off “pure” sentiamo la necessità di strutturarci meglio, di passare ad un livello di artigianalità evoluta, capace di produrre serie di auto in edizioni limitate, per poter pianificare una piccola linea di produzione. Parliamo sempre di pochi esemplari, cinque o sei all’anno, ma con pianificazione e metodi di lavorazione più evoluti e efficienti”. E per raggiungere questo traguardo avete pensato al crowdfunding… “TheMissingLink.it, il nostro stratega e advisor finanziario, ci ha spinto verso questa strada. Il crowdfunding è un procedimento, ormai assai diffuso, attraverso il quale un imprenditore ha l’opportunità di reperire capitali online, per sviluppare una nuovo progetto. In cambio dei finanziamenti l’imprenditore offre delle quote della sua società. Noi abbiamo lanciato una campagna crowdfunding attraverso la piattaforma “CrowdFundMe”



#chestoria!

e devo dire che è stato un successo addirittura superiore alla attese. Per la prima campagna di raccolta ci eravamo prefissi un traguardo di 300.000 Euro… e invece siamo arrivati a 611.000 Euro, grazie a 183 investitori. Davvero incredibile!” Ora quindi avete tanti nuovi soci? “La Mazzanti Automobili resta una srl – specifica Mazzanti – che ha messo sul mercato il 20% delle proprie quote. Era possibile entrare nella raccolta anche con cifre modeste, anche con solo 500 euro. Quindi credo che, più che soci, abbiamo trovato tanti sostenitori, persone che hanno creduto nel nostro progetto e nelle prospettive che abbiamo presentato. Ovviamente ora sono tutti possessori di quote societarie e parteciperanno agli utili, ma solo chi ha investito più di 20.000 Euro avrà diritto di voto e potrà partecipare attivamente alla vita aziendale”. Quindi per Mazzanti ora sia apre concretamente una Fase 3, dopo la Fase 1 del debutto con la Antas (2005) e la fase 2 di consolidamento con la Evantra (2011) è finalmente arrivato il momento di “fare sul serio”. “Certamente – prosegue Luca Mazzanti – non era più possibile restare in una dimensione poco più che artigianale. E anche in questo senso il crowdfunding ci ha dato una grande mano. Infatti tra i tantissimi finanziatori c’è anche una quota rilevante (più del 10%) di aziende. Alcune di queste poi (ne sono arrivate anche da Gran Bretagna, Francia e Svizzera) fortemente connesse al nostro mondo e, in questi casi, l’ingresso in società ha portato alla costruzione di vere e proprie partnership tecniche.


CROWDFUNDME È UN PORTALE DI EQUITY CROWDFUNDING CHE CONSENTE AGLI IMPRENDITORI DI TROVARE INVESTIMENTI ACCOMPAGNANDO LE STARTUP E LE PMI INNOVATIVE DALLA STESURA DEL LORO BUSINESS PLAN FINO AL COMPLETAMENTO DELLA RACCOLTA DI CAPITALI. IL CROWDFUNDING È UN PROCESSO DI FINANZIAMENTO COLLETTIVO, CHE PARTE DAL BASSO; UN CANALE DI ACCESSO AL CREDITO ALTERNATIVO ALLE BANCHE. DOPO LA CONDIVISIONE ONLINE DI PROGETTI IMPRENDITORIALI SI RACCOLGONO FONDI PER LA LORO REALIZZAZIONE. ATTRAVERSO LA PARTECIPAZIONE DI PIÙ PERSONE CHE, CONTRIBUENDO FINANZIARIAMENTE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO, DIVENTANO SOCI DELLA SOCIETÀ STESSA


#chestoria!

LUCA MAZZANTI, FONDATORE E PROPRIETARIO DI MAZZANTI AUTOMOBILI NASCE NEL 1974. DA SEMPRE APPASSIONATO DI MOTORI, HA FORMATO IL SUO BACKGROUND NEL SETTORE COME CARROZZIERE, PREPARATORE E RESTAURATORE DI AUTO STORICHE DI GRANDE PRESTIGIO. SUCCESSIVAMENTE, SI DEDICA ALLA PRODUZIONE DI “ONE-OFF”, COME LA ANTAS, CARATTERIZZATE DA STILEMI ESTREMAMENTE PERSONALI E INTERAMENTE FATTE A MANO, CHE DIVENTERANNO LA BASE DELL’ATTUALE REALTÀ. È COSÌ CHE, NEI PRIMI ANNI 2000, LUCA REALIZZA IL SUO SOGNO DI DIVENIRE UN COSTRUTTORE DI HYPERCAR, CONCRETIZZATO CON L’ARRIVO DELLA EVANTRA, UNA MUSCOLOSA VETTURA “SENZA COMPROMESSI”, OGGI PRODOTTA NELLE VERSIONE 771 E NELLA VERSIONE “ESTREMA MILLECAVALLI”


Sono ben 8 le aziende al momento coinvolte in questo processo e contribuiranno alla nostra crescita fornendo macchinari, strumentazioni, materiali e software di primissimo livello”. E i prossimi passi quali saranno? “Sul fronte finanziario stiamo pensando a diverse evoluzioni con l’obiettivo di mantenere alta l visibilità sul mercato e, al tempo stesso, continuare il percorso di innovazione finanziaria. Sicuramente ci rivolgeremo ad un pubblico internazionale (la raccolta appena conclusa era rivolta prevalentemente al mercato italiano) ed anche ad investitori in cripto-asset, a cui offrire una partecipazione allo sviluppo commerciale dell’azienda. Il tutto dovrebbe portarci ad ampliare e rafforzare ancora i nostri canali di approvvigionamento ed anche a qualificare sempre più la compagine societaria”. Questo sul piano finanziario. Ma da punto di vista automobilistico cosa ci dobbiamo aspettare? “Per quest’anno il completamento di tre Evantra già vendute, due Millecavalli e una 771. Saranno automobili evolute rispetto a quelle viste in passato: c’è una nuova fanaleria e un ulteriore sviluppo aerodinamico sulla Millecavalli, ma le maggiori novità arriveranno dal powertrain. Per il futuro, invece, stiamo lavorando a un paio di progetti molto ambiziosi. Anzitutto una nuova piattaforma modulare, sulla quale poter sviluppare vari modelli: sarà la base delle nostra nuova hypercar e anche dell’hypersuv a cui stiamo pensando. E poi c’è un orizzonte “ibrido” tutto da esplorare… senza fretta…”. #ca!


#chestoria!

Firmata OsnabrĂźck VW CABRIOLET


DA OLTRE 70 ANNI VOLKSWAGEN SFORNA MOLTE VETTURE “SCOPERTE” DI GRANDE SUCCESSO E PARECCHIE DI QUESTE SONO STATE PRODOTTE A OSNABRÜCK, UN SITO SPECIALIZZATO NELLA PRODUZIONE DI CABRIOLET. VALE ANCHE PER LA NUOVA T-ROC CABRIOLET


#chestoria!

osa c’è di più godurioso di una cabrio e di una bella giornata estiva? Poche altre cose garantiscono più relax e gioia di vivere… Nel 1913 a Osnabrück, Wilhelm Karmann, vero pioniere della produzione di serie di auto convertibili e coupé, registrò un brevetto per un meccanismo di apertura del tettuccio che avrebbe rivoluzionato la produzione di quel tipo di automobili. Molti anni e molte vetture dopo l’azienda di herr Karmann era diventata una realtà importante, tanto da arrivare a produrre ben 332.000 di iconici veicoli soft-top Volkswagen tra il 1949 e il 1980, e tra queste la Karmann Ghia, una coupé/cabrio sportiva costruita sul telaio del Maggiolino, che la rivista tedesca Gute Fahrt nel 1955 descrisse come “uno dei veicoli più belli di il mondo”.

E’ DEL 1979 LA VOLKSWAGEN 1303 CABRIOLET, UNO DEGLI ULTIMI MAGGIOLINI CABRIOLET MAI PRODOTTI

Vale la pena anche ricordare un aneddoto che precedette il lancio della mitica Golf Cabrio. Wilhelm Karmann aveva inizialmente sviluppato il veicolo senza roll bar ed è esattamente così che lo presentò all’allora direttore dello sviluppo della Volkswagen, Ernst Fiala, nel 1976. “Mai senza roll bar!” fu la risoluta risposta di Fiala… e fu con quella generosa barra di sicurezza che in seguito tutti la conoscemmo. La Golf Cabriolet stabilì parametri di riferimento in un segmento emergente in quell’epoca,


SI COMPONEVA DI TRE TRATTATI LA PACE DI VESTFALIA, CHE NEL 1648 POSE FINE ALLA GUERRA DEI TRENT’ANNI E ALLA GUERRA DEGLI OTTANT’ANNI TRA LA SPAGNA E LE PROVINCE UNITE. UNO DEI TRATTATI VENNE FIRMATO A OSNABRÜCK, UN’IMPORTANTE CITTÀ DELLA VESTFALIA, PROPRIO NEL PALAZZO CHE FA DA SFONDO NELLA FOTOGRAFIA DELLA T-ROC CABRIOLET, CHE OGGI È DIVENUTO SEDE DEL MUNICIPIO. LA PACE VENNE POI COMPLETATA CON IL TRATTATO DEI PIRENEI, DEL 1659, CHE MISE FINE ALLE OSTILITÀ TRA SPAGNA E FRANCIA


#chestoria!

LO STABILIMENTO DI OSNABRÜCK È STATO OPERATIVO FINO AL 2009 SOTTO L’INSEGNA DELLA KARMANN E IN PASSATO HA PRODOTTO DIVERSI MODELLI VOLKSWAGEN DI PICCOLA SERIE, TRA CUI LE “SCOPERTE” PIÙ CELEBRI QUALI IL MAGGIOLINO ALLA GOLF E LA KARMANN GHIA. L’ANNO DA CUI TUTTO EBBE ORIGINE È IL 1913, QUANDO WILHELM KARMANN REGISTRÒ IL PRIMO BREVETTO CHE, ALCUNI DECENNI DOPO, AVREBBE TRASFORMATO LA SUA ATTIVITÀ DI OSNABRÜCK IN UN’AZIENDA DI RESPIRO INTERNAZIONALE. INFATTI I SUOI “MECCANISMI PER IL TETTO RIPIEGABILE” AVREBBERO RIVOLUZIONATO LA PRODUZIONE DELLE AUTOMOBILI SCOPERTE

COMPIE QUARANT’ANNI LA GOLF I CABRIOLET, UN VERO CLASSICO

grazie ad elementi tra cui la sua capote imbottita e impermeabile. Ne furono prodotte in tutto 388.525 unità fino al 1993. Tuttavia la storia di Karmann sfiorò il collasso alcuni anni dopo, rischiando di restare vittima del calo mondiale delle vendite di vetture aperte. L’azienda fu costretta all’amministrazione controllata nell’aprile 2009 a causa della mancanza di ordini ma poco dopo arrivò in soccorso “mamma” Volkswagen, che acquistò il sito della fabbrica Karmann, prese il controllo delle singole divisioni e integrò la società nel gruppo. Attualmente la Volkswagen Osnabrück copre l’intero ciclo, dallo sviluppo tecnico alla progettazione di sistemi, dalla produzione di utensili all’ingegneria automobilistica. Il sito può sviluppare e produrre in toto un veicolo, dalla primissimo schizzo all’auto finito e oggi a Osnabrück si produce la T-Roc cabriolet, l’unica decapottabile del marchio. La nuova T-Roc porta per la prima volta il design del veicolo a cielo aperto nel segmento dei SUV Volkswagen. La vettura, che si avvale del pianale modulare trasversale MQB, è lunga 4,27m., il passo misura 2,63m. mentre la larghezza è pari a 1,81m. e l’altezza è di 1,52m.. Sono disponibili due efficienti motori benzina con sovralimentazione turbo e iniezione diretta. Il motore 1.0 TSI è un tre cilindri in grado di scaricare a


A RICHIESTA, LA T-ROC CABRIOLET È DISPONIBILE CON DUE ELEMENTI DI VISUALIZZAZIONE E DI COMANDO DIGITALI: LA STRUMENTAZIONE DIGITALE ACTIVE INFO DISPLAY (DI SERIE SU R-LINE) E IL SISTEMA DI INFOTAINMENT DISCOVER MEDIA. QUEST’ULTIMO FA PARTE DELLA NUOVISSIMA GENERAZIONE DEI SISTEMI DI INFOTAINMENT E DISPONE DI UNA ONLINE CONNECTIVITY UNIT CON ESIM INTEGRATA INCLUSA, CHE COLLEGA LA VETTURA IN RETE SIA CON L’AMBIENTE CIRCOSTANTE SIA CON GLI SMARTPHONE DEGLI UTENTI E CONSENTE L’UTILIZZO DI MOLTE NUOVE FUNZIONI E SERVIZI DELL’OFFERTA WE CONNECT E WE CONNECT PLUS. A REGALARE UN PIACERE D’ASCOLTO RILASSATO CI PENSA IL SOUND SYSTEM BEATS A DODICI CANALI (A RICHIESTA)


#chestoria!

terra una potenza di 115 CV e una coppia di 200 Nm (disponibile solo in versione Style), mentre il 1.5 TSI arriva a 150 CV e 250 Nm. Il cambio manuale a sei marce e la trazione anteriore sono di serie. A bordo regna un piacevole comfort acustico, merito anche delle numerose guarnizioni di porte e finestrini, mentre caratteristiche tecniche aggiornatissime garantiscono la massima sicurezza. Un sistema di protezione antiribaltamento si innalza da dietro i sedili posteriori, in una frazione di secondo, non appena il veicolo supera una certa accelerazione laterale o una certa angolazione. Il telaio del parabrezza ha un rinforzo extra e funge da vero roll bar, mentre il sottoscocca, i pannelli laterali, le traverse e le porte sono stati tutti modificate. Ma c’è un dettaglio che è rimasto una costante dal Maggiolino alla Golf, sino alla T-Roc Cabriolet: la tradizionale capote in tessuto nero costituita da tre strati. L’azionamento elettroidraulico apre e chiude la capote in modo completamente automatico rispettivamente in nove e undici secondi, anche a vettura in movimento fino a una velocità di 30 km/h. Il test di tenuta viene poi condotto in una galleria della pioggia che simula un forte acquazzone, li dentro la T-Roc Cabriolet è soggetta a queste condizioni da tutti i lati per circa dieci minuti prima di effettuare un’ispezione dettagliata per verificare eventuali infiltrazioni d’acqua.


PRENDE FORMA L’ALLEANZA GLOBALE VOLKSWAGEN-FORD. GLI ACCORDI DEFINITIVI SARANNO FIRMATI A BREVE DA ENTRAMBE LE PARTI. LA PRIMA FASE DELLA COLLABORAZIONE PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI TRE PROGETTI NELL’AMBITO DELL’ELETTRIFICAZIONE E DEI VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI. SEGUIRANNO ALTRI PROGETTI, OLTRE ALL’INVESTIMENTO IN ARGO AI, AZIENDA SPECIALIZZATA IN PIATTAFORME PER LA GUIDA AUTONOMA. ATTRAVERSO LA COLLABORAZIONE, ENTRAMBI I COSTRUTTORI PREVEDONO DI CREARE EFFICIENZE SIGNIFICATIVE, DERIVANTI DALLA CONDIVISIONE DEI COSTI DI SVILUPPO E DALLE SINERGIE PRODUTTIVE. L’ALLEANZA GLOBALE VOLKSWAGEN-FORD (CHE NON COMPRENDE LA PARTECIPAZIONE INCROCIATA) DOVREBBE GENERARE EFFICIENZE ANNUALI PER ENTRAMBE LE AZIENDE

LA BELLISSIMA KARMANN GHIA, NATA IN COLLABORAZIONE CON IL FAMOSO CARROZZIERE ITALIANO, CHE LA STAMPA TEDESCA NOMINÒ “UNO DEI VICOLI PIÙ BELLI DEL MONDO”

#ca!


#chestoria!

ANDIAMO A RICICLARE…

LA PLASTICA È INSOSTITUIBILE NELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA ATTUALE, PER QUESTO L’INDUSTRIA TENDE AD AUMENTARE COSTANTEMENTE LA QUANTITÀ DI PLASTICA RICICLATA UTILIZZATA NELLA COSTRUZIONE DI UNA VETTURA


er le proprie caratteristiche, la plastica è insostituibile nell’industria automobilistica: per questo Škoda (ma non solo!) lavora per aumentare costantemente la percentuale di plastica riciclata a bordo delle sue auto. Possiamo affermare che questa è una tendenza ormai abbastanza generalizzata tra i grandi gruppi industriali. L’obiettivo nella progettazione delle nuove auto è aumentare senza sosta la percentuale di materiali

riciclabili e, visto che devono rispettare gli stessi requisiti di qualità degli altri materiali, questi vengono introdotti solo dopo ricerche approfondite. “In passato si investiva molto nello sviluppo di materie plastiche con proprietà eccellenti e diverse, senza però prestare troppa attenzione alle tecnologie di riciclaggio e riutilizzo” spiega Jan Sláma, membro del team Sviluppo Tecnico di ŠKODA, che si occupa dello sviluppo dei materiali e della loro durabilità.


#chestoria!

“I materiali che scegliamo non devono avere limiti in termini di funzionalità del componente finale” aggiunge la sua collega Radka Kubínová. Ne consegue che i materiali riciclati vengono utilizzati per lo più in punti del veicolo dove i componenti devono rispettare requisiti meno rigorosi, come nei passaruota o sulle protezioni contro gli urti del telaio.

Ma possono anche essere impiegati per applicazioni più impegnative, per esempio la copertura del canale di drenaggio che si trova alla base del parabrezza, e nel prossimo futuro per il rivestimento del bagagliaio. Le plastiche riciclate possono derivare da parti inutilizzate generate durante la produzione di componenti (i cosiddetti materiali riciclati post-industriali), ma il riciclo riguarda anche materiali che sono stati già utilizzati (materiali riciclati post-consumo, ad esempio le bottiglie). In quest’ultimo caso però, solitamente, non vengono riciclati al 100%. “Vanno integrati con alcune nuove sostanze - racconta Lukáš Zuzánek, membro del team di sviluppo

materiali - e ogni lotto di produzione deve essere perfettamente controllato. Un ottimo esempio sono le coperture di plastica sotto i tergicristalli, la cui produzione comprende il 50% della plastica proveniente dagli involucri delle batterie” La plastica, come detto, è insostituibile nell’industria automobilistica. Ha sostituito il metallo in molte applicazioni, contribuendo a ridurre il peso delle auto, la produzione di CO2 e il consumo di carburante. Un processo un po’ più complicato è l’utilizzo di materiali riciclati all’interno dell’abitacolo, per via delle caratteristiche stringenti in materia di emissioni e odori. A oggi le tecnologie di riciclo delle bottiglie in PET si sono rivelate efficaci per la produzione di moquette e pavimenti, mentre i tessuti riciclati vengono utilizzati per lo smorzamento del pavimento. “Nel caso del polipropilene, l’uso di materiali riciclati è più difficile perché si degradano durante la successiva lavorazione. Quindi le materie prime devono essere di qualità sufficiente oppure bisogna applicare un metodo di riciclo chimico” conclude Kubínová. Una delle nuove sfide è proprio capire come alzare la percentuale di materiali plastici riciclati all’interno delle auto. Tra le possibilità in fase di sviluppo ci sono le fibre ottenute da porzioni inutilizzate di cocco, lino, barbabietola o fondi di caffè, che verrebbero usati come riempitivi della plastica. Tutto questo sempre con l’obiettivo di conservare le risorse naturali e sfruttare il più possibile il materiale di scarto.


I RIVESTIMENTI DI OGNI SEDILE DELLA NUOVA AUDI A3 SONO FATTI PARTENDO DAL RICICLO DI 45 BOTTIGLIE DI PLASTICA DA 1,5 LITRI. IL PROCESSO INIZIA CON LA RACCOLTA DELLE BOTTIGLIE USATE, CHE POI VENGONO LAVATE E TRITURATE IN PICCOLI FIOCCHI PER RICAVARE UN GRANULATO. QUESTO VIENE QUINDI UTILIZZATO PER CREARE I FILI DI POLIESTERE CON CUI POI SI REALIZZA UN FILATO PLASTICO. “QUESTO GRANULATO NON È COSÌ PURO E LEVIGATO COME QUELLO PRODOTTO IN MODO INDUSTRIALE, INOLTRE L’OPACITÀ È MENO REGOLARE, QUINDI IL GRANULATO HA MENO CAPACITÀ DI ASSORBIRE IL COLORE E HA BISOGNO DI PIÙ TINTA. TUTTE PECULIARITÀ CHE RENDONO IL POLIESTERE RICICLATO PIÙ DIFFICILE E COSTOSO DA PRODURRE”

#ca!


#cheleggenda!

70 ANNI

e non sentirli ASTON MARTIN DB2 VANTAGE

NEL 2020 CADE IL 70° COMPLEANNO DI VANTAGE, UN NOME CHE HA CONTRADDISTINTO ALCUNE VERSIONI SPORTIVE DI ASTON MARTIN. L’ESORDIO RISALE AGLI INIZI DEGLI ANNI ’50 CON LA DB2. UNA V8 VANTAGE FU ANCHE PROTAGONISTA IN “ZONA PERICOLO” FILM DELLA SERIE 007 DI JAMES BOND



#cheleggenda! er il mondo dell’automobile il 2020 sarà un anno ricco di compleanni. E in prima linea tra i festeggiati c’è Vantage, un nome che da 70 anni affianca le versioni più sportive e più prestigiose di Aston Martin. Aston Martin è uno dei più gloriosi marchi dell’industria automobilistica britannica. L’elenco sarebbe lungo: RollsRoyce, Bentley, Jaguar, MINI, Lotus, Land Rover… peccato però che di inglese è rimasto poco e tutti i marchi citati, viste le brutte acque in cui navigavano, sono stati acquisiti da società straniere nel corso degli ultimi venti/trent’anni.


La storia della Aston Martin è lunga e a dire il vero anche un po’ travagliata, almeno sotto l’aspetto della proprietà. Dal 1913, anno della nascita, l’azionariato è cambiato parecchie volte ma, dagli inizi degli anni cinquanta, il nome Vantage è rimasto ben saldo, a rappresentare il DNA di assoluta sportività delle vetture Aston Martin… e ora Vantage festeggia il suo settantesimo compleanno con trentaseimila candeline, tante sono infatti le vetture costruite che portano questa firma. Dall’esordio della DB2 Vantage, passando per le iconiche auto degli anni sessanta DB4, DB5 e DB6,

e fino agli attuali modelli. Tutte hanno contribuito a rendere più esclusive e affascinanti le auto Aston Martin nel mondo. Il nome Vantage apparve per la prima volta accanto al marchio Aston Martin nel 1950, con il debutto dell’Aston Martin DB2. L’allestimento Vantage era già allora sinonimo di sportività e quindi della presenza di un motore potenziato e più prestazionale. Grazie all’utilizzo di carburatori SU HV6 più grandi e a un maggior rapporto di compressione, il 2.600 cc. della DB2 riusciva ad erogare 125 cavalli, 20 in più della versione di base.


#cheleggenda!


LA VANTAGE ODIERNA È PROGETTATA NON SOLO PER APPARIRE BELLA MA ANCHE IN FUNZIONE DELL’AERODINAMICA. LA VETTURA È DOTATA DI UN MOTORE V8 DOPPIO TURBO DA 4,0 LITRI CON UNA POTENZA DI 503 CV, ABBINATO A UN CAMBIO AUTOMATICO A 8 VELOCITÀ ZF. CIÒ PERMETTE ALLA VANTAGE UNA VELOCITÀ MASSIMA DI OLTRE 310 KM/H.. QUESTA VANTAGE È ANCHE LA PRIMA VETTURA DI PRODUZIONE ASTON MARTIN A MONTARE IL DIFFERENZIALE A CONTROLLO ELETTRONICO “E-DIFF” ED È COSTRUITA SULLA ALLA STESSA PIATTAFORMA IN ALLUMINIO DELLA DB11


#cheleggenda! Ma c’è da sottolineare che una ventina di cavalli negli anni cinquanta non erano cosa da poco! L’arrivo delle versioni Vantage più prestazionali e attraenti, attirò sul brand l’attenzione di un numero sempre maggiore di appassionati e, come se non bastasse, un’iniezione di notorietà arrivò anche dal cinema grazie ai film di James Bond, che dagli inizi degli anni sessanta regalarono alle Aston Martin una carriera cinematografica di cui ancora non si vede la fine. Nel 1987, nella pellicola Zona Pericolo, l’agente segreto guidava una V8 Vantage, un’auto che nella

versione Volante (ossia cabrio) piacque assai al Pirncipe Carlo d’Inghilterra, tanto che l’Aston Martin ne costruì 20 esemplari denominati V8 Vantage Volante Principe di Galles. Quella V8 Vantage era spinta da un motore 5400 di cilindrata che nella versione più potente arrivò a 432 cavalli. Attualmente nella gamma Aston Martin c’è un modello che porta il nome Vantage. Si tratta di una coupè 2 posti da alte prestazione con un prezzo di listino di poco superiore ai 162 mila euro.

DA POCHE SETTIMANE È POSSIBILE ORDINARE (A CIRCA 800.000 EURO) QUESTO GIOIELLO ASTON MARTIN V12 SPEEDSTER, CHE SARÀ PRODOTTO IN SOLO 88 ESEMPLARI. CREATA DALLA DIVISIONE “Q BY ASTON MARTIN”, SI ISPIRA ESPLICITAMENTE ALLE VETTURE DA GARA CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL BRAND ANGLOSASSONE. “LA V12 SPEEDSTER SI INSERISCE PERFETTAMENTE NELLA DINASTIA DELLA DBR1 VINCITRICE A LE MANS NEL 1959 E DEL NOSTRO CONCEPT DEL CENTENARIO CC100 SPEEDSTER CONCEPT DEL 2013. NEL SETTORE CENTRALE DELLA VETTURA, CI SONO ANCHE RICHIAMI ALLA DB3S DEL 1953”. LA V12 SPEEDSTER UTILIZZA ELEMENTI SIA DELLA DBS SUPERLEGGERA CHE DELLA VANTAGE ED È SPINTA DA UN 5.2 LITRI V12, DOPPIO TURBO, CHE GARANTISCE 700 CAVALLI E 753NM DI COPPIA, MENTRE IL CAMBIO AUTOMATICO È UNO ZF A 8 RAPPORTI. L’AUTO È CAPACE DI ACCELERARE DA 0 A 100KM/H IN 3.5 SECONDI E DI SUPERARE I 300 KM/H DI PUNTA MASSIMA


“Le vetture sportive Vantage e Vantage AMR di oggi – ha dichiarato Andy Palmer, attuale presidente del gruppo A.M. Lagonda – rappresentano l’ultima interpretazione di ciò che questa parola incredibilmente evocativa significa per gli automobilisti di tutto il mondo. I settant’anni di Vantage nel 2020, ci consentono di godere di questo nostro straordinario patrimonio di auto sportive. Vantage è sempre stata sinonimo di ambizione ingegneristica, prestazioni entusiasmanti e bellezza eccezionale, e sono lieto che i modelli di oggi siano più che all’altezza degli standard stabiliti dai loro iconici antenati.”

#ca!


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