#cheauto! Giugno 2020

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Nr.

48

Giugno 2020

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SEI PERSONAGGI... a Montecarlo l’incredibile intreccio di sei storie

E INTANTO A ROTTERDAM...


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#chefoto! - VIDEO #cheroba!

Sei personaggi... - VIDEO La Formula 1 rifiorisce - VIDEO

#chebella! Kia XCEED

Koenigsegg Gemera

#chemacchina! Renault Kadjar

#cheleggenda! Alfa Romeo 6C 2500 Villa d’Este - VIDEO


PRONTI A PERCORRERE LE STRADE DEL FUTURO.

Il mondo della mobilità sta cambiando e così pure l’esperienza di guida che i vostri clienti si aspettano. Il futuro della mobilità sta per essere riprogettato sulle ali di Monroe.

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#chestoria!

In principio era un gioco - VIDEO Immersi nella passione

#chefuoristrada! Chi cerca trova

Cheauto magazine Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo

Periodico mensile digitale Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com Periodico non soggetto all’obbligo di registrazione ai sensi dell’art. 3-bis del Decreto Legge 103/2012

Pubblicazione online ILLIUM LLC (DANIA BEACH – FL – USA)

Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Collaboratori Alessandro Camorali (stile & design) John Close (sport) Marco Cortesi Gian Maria Gabbiani (test) Salvo Venuti (off road) Grafica e Impaginazione Diego Galbiati

#cheauto

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#chefoto!

LA FIAT 600 MULTIPLA È UNO DEI SIMBOLI DELL’ITALIA DEL BOOM ECONOMICO, L’ANTESIGNANA DELLE MODERNE MONOVOLUME. OGGI LA MULTIPLA TORNA A SPLENDERE GRAZIE A RUOTE DA SOGNO, LA POPOLARE “FACTORY/MUSEO/CLASSIC SHOW ROOM” EMILIANA. DOPO UN ACCURATO RESTAURO LA VETTURA È ADESSO EQUIPAGGIATA CON UN MOTORE ELETTRICO “BRUSHLESS TRIFASE ASINCRONO” CHE LE GARANTISCE UNA POTENZA DI 29 CV. MANTENENDO LA POTENZA DELLA 600 MULTIPLA DEL PASSATO, NON VENGONO ALTERATI GLI EQUILIBRI DELL’AUTOMOBILE, ANCHE GRAZIE ALLA DEL CAMBIO MANUALE ORIGINALE. LE BATTERIE AL LITIO DI ULTIMA GENERAZIONE PERMETTONO UN’AUTONOMIA CHE PUÒ ARRIVARE FINO A 400 KM (CON IL PACCO BATTERIE AGGIUNTIVO), GARANTENDO UNA ELASTICITÀ DI UTILIZZO SU QUALSIASI STRADA E UNA VELOCITÀ DI PUNTA DI 95 KM/H



#che___!! #chefoto

AUTOMOBILI LAMBORGHINI INSIEME A BITSTAMPS HA LANCIATO, POCHE SETTIMANE OR SONO, IL SUO PRIMO FRANCOBOLLO DIGITALE TRAMITE UNA SPECIFICA APP, NATA PER CREARE FRANCOBOLLI DIGITALI DA COLLEZIONE. LA PRIMA OPERA È DEDICATA ALLA HURACÁN EVO RWD SPYDER, MODELLO PRESENTATO ALL’INIZIO DI MAGGIO 2020, DOPO LA RIAPERTURA AZIENDALE SEGUENTE ALLO STOP A CAUSA


DELL’EMERGENZA COVID-19. IL FRANCOBOLLO FA PARTE DI UNA SERIE TEMATICA DIGITALE DEDICATA ALLA STORIA DELLA CASA DI SANT’AGATA E AD OLTRE 20 DELLE SUE VETTURE ICONICHE, LA AUTOMOBILI LAMBORGHINI COLLECTION. IL FRANCOBOLLO DIGITALE DELLA HURACÁN È DISPONIBILE SCARICANDO L’APP BITSTAMPS E SARÀ EMESSO CON UNA TIRATURA LIMITATA/NUMERATA DI 20.000 PEZZI


#chefoto!


IL 12 AGOSTO DEL 1968 UN SINGOLARE PRIMATO FU CONQUISTATO DA SUZUKI E DAL COMPIANTO STIRLING MOSS SULL’AUTOSTRADA DEL SOLE. AL VOLANTE DELLA PICCOLA FRONTE SS, MOSS, AFFIANCATO DAL MOTOCILISTA MITSUO ITO (IL PRIMO GIAPPONESE A VINCERE IL TT ALL’ISOLA DI MAN), PERCORSE IL TRATTO DA MILANO A ROMA IN 4 ORE E 27 MINUTI, ALLA RISPETTABILE MEDIA DI 124 KM/H. PROSEGUENDO POI PER NAPOLI LA MEDIA SCESE A POCO PIÙ DI 121 KM/H. DA NOTARE LA FRONTE SS AVEVA UN MINUSCOLO MOTORE DI 360 CC. CAPACE DI 25 CAVALLI. MA PESAVA SOLO 420 CHILI E… ALLORA IN AUTOSTRADA NON C’ERANO LIMITI DI VELOCITÀ!


#chefoto!

LA NUOVA OPEL MOKKA ARRIVERÀ NEGLI SHOWROOM ALL’INIZIO DEL 2021 MA NEL FRATTEMPO PROSEGUONO LE PROVE PRESSO IL TEST CENTER RODGAUDUDENHOFEN IN GERMANIA, CON L’OBIETTIVO PRINCIPALE DI MIGLIORARE LA SICUREZZA IN OGNI CONDIZIONE DI GUIDA. LA PIATTAFORMA CMP (SU CUI È ALLESTITO LA NUOVA MOKKA) CONSENTE L’USO DI MOTORIZZAZIONI DI OGNI GENERE, 100% ELETTRICHE OPPURE A COMBUSTIONE INTERNA. GRAZIE ALL’USO DI ACCIAI AD ALTA RESISTENZA IL PESO DEL VEICOLO È STATO RIDOTTO FINO A 120 CHILOGRAMMI IN MENO RISPETTO AL MODELLO ATTUALE, CON INTERASSE E DIMENSIONI DEGLI PNEUMATICI QUASI UGUALI



#chefoto!


DA INNUMEREVOLI ANNI, PRESSO LA SEDE DELLA ROLLS ROYCE A GOODWOOD, NEL WEST SUSSEX, VIENE COLTIVATA UNA PARTICOLARE E BELLISSIMA ROSA, CHIAMATA PHANTOM ROSE. SE NE OCCUPA PHILIP HARKNESS, LA CUI FAMIGLIA COLTIVA ROSE DAL 1879 ED HA PIÙ VOLTE VINTO PRESTIGIOSI PREMI AL FAMOSISSIMO CHELSEA FLOWER SHOW. ORBENE, UN SINGOLARE CLIENTE ROLLS HA CHIESTO DI POTER GODERE DELLA PHANTOM ROSE ANCHE A BORDO DELLA SUA VETTURA. NE È DERIVATO UN ESTESO RICAMO DI OLTRE UN MILIONE DI PUNTI, CHE HA RIGUARDATO TUTTI I RIVESTIMENTI (IN PELLE O TESSUTO) PRESENTI A BORDO. IL LAVORO È STATO SENZ’ALTRO RIMARCHEVOLE (VEDI VIDEO) MA IL RISULTATO ESTETICO LASCIA PIÙ CHE PERPLESSI


#chefoto!


COMPLETATA DURANTE IL DURO PERIODO DI PANDEMIA DA COVID-19, QUESTA BELLA BRABHAM BT26 COMPETITION È STATA RECENTEMENTE CONSEGNATA ALLA SQUADRA BRITANNICA HORSEPOWER RACING PER PARTECIPARE AL BRITCAR ENDURANCE CHAMPIONSHIP, FATTO CHE RAPPRESENTERÀ IL DEBUTTO IN PISTA DELLA HYPERCAR AUSTRALIANA. LA VERSIONE COMPETITION DELLA BT26 È SPINTA DA UN V8 ASPIRATO DA 700 CAVALLI, ABBINATO AD UN CAMBIO SEQUENZIALE A SEI RAPPORTI. LA CASA STA INOLTRE PRODUCENDO ALCUNE ESEMPLARI IN VERSIONE STRADALE, IN OSSEQUIO A ORDINI GIUNTI DA AUSTRALIA, NUOVA ZELANDA ED EUROPA


#chefoto!


POCHI GIORNI FA È RICORSO UN IMPORTANTE ANNIVERSARIO PER MASERATI. INFATTI IL 23 MAGGIO 1940 MASERATI TRIONFÒ PER LA QUARTA VOLTA CONSECUTIVA NELLATARGA FLORIO, CHE SI CORREVA IN QUEL PERIODO A PALERMO, SU UN CIRCUITO ALL’INTERNO DEL PARCO DELLA FAVORITA. PRIMO AL TRAGUARDO FU GIGI VILLORESI CON LA 4CL DI 1491 CC., ALLA MEDIA RECORD DI 142,288 KM/H. TRA I PARTECIPANTI (ANCH’EGLI SU MASERATI) UN GIOVANISSIMO ALBERTO ASCARI, AL SUO PRIMO ANNO DI CORSE. VILLORESI VINSE COSÌ L’ULTIMA GARA DISPUTATASI IN EUROPA PRIMA DEI TRAGICI EVENTI BELLICI

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#cheroba!

SEI PERSONAGGI… L’INCREDIBILE INTRECCIO DI UNA STORIA DI CINEMA E CORSE


NON SONO I SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE, MA L’INTRECCIO CHE LI LEGA SI È RISOLTO DOPO ANNI, QUALCHE GIORNO FA, IN UNA TERSA ALBA MONEGASCA

Fotografie @Scuderia Ferrari Press Office - ©Felien Verot Pixel Video Courtesy of “Watch Us Production”


#cheroba!

n incredibile intreccio. Una storia che parte da lontano ha legato per decenni sei personaggi e un luogo.

Foto tratta da Pinterest

Tutto ebbe inizio negli anni trenta del secolo scorso, quando Louis Trintignant riuscì a dare sfogo alla sua passione per la velocità e le automobili, diventando pilota di buon valore. Ma le corse a quei tempi non facevano sconti e nel 1933 si portarono via monsieur Trintignant, durante una sessione di allenamento a Péronne, in Piccardia. Il fratello di Louis Trintignant, di nome Maurice, nato nel 1917, incontrò invece ben altri successi. E’ lui il secondo personaggio dell’inteccio. Pilota di talento, messosi in luce con le Gordini, ebbe l’onore e l’onere di correre con la Ferrari e di vincere per la Casa di Maranello il Gran Premio di Montecarlo del 1955. A proposito di quel trionfo Enzo Ferrari (terzo personaggio di questa storia) commentò così nel suo libro PILOTI CHE GENTE: ”… ricordo che a Montecarlo, nel 1955, rilevammo al termine delle prove di non avere rapporti sufficientemente bassi. Nulla da fare: mancava il tempo materiale per far arrivare da Modena i pezzi e così lo invitai a usare soltanto le prime tre delle quattro marce del cambio. Fece tutta la corsa senza mai innestare a quarta e vinse il Gran Premio…” Trintignant è ancora oggi ricordato per essere un pilota dalla guida pulita e molto rispettoso della meccanica. Per la Ferrari aveva vinto l’anno prima la 24 Ore di Le Mans, in coppia con l’argentino José Froilán González, ma vale anche la pena ricordare che tornò a vincere a Monaco, nel 1958, questa volta su una Cooper.



#cheroba!

Nel frattempo, nel 1937, era nato a Parigi il quarto dei nostri personaggi, Claude Lelouch. Regista di grande valore, raggiunse la vetta del successo neppure trent’enne, quando nel 1966 un suo film venne ammesso all’ultimo secondo al Festival del Cinema di Cannes… per poi aggiudicarsi la Palma d’oro ex aequo con l’italiano Pietro Germi, che aveva presentato “Signori e Signore”. Il film di Lelouch si chiamava “Un homme et une femme” (Un uomo e una donna) e ottenne un clamoroso successo globale, confermando il talento di un attore francese dal cognome ingombrante, e ricorrente, in questa vicenda: Trintignant. Nato a Polens nel 1930, nel 1966 Jean Louis Trintignant (il quinto dei sei personaggi) era già un attore di fama internazionale ma, all’epoca, pochi collegarono due fatti. Il primo: nel film Trintignant recitava la parte di un pilota automobilistico. Il secondo: Jean Louis era nipote di due veri assi del volante, gli zii Louis e Maurice, come vedremo più avanti, quei due zii gli avevano trasmesso in generosa quantità i geni di della loro passione. L’amore per la velocità accumunava Jean Louis Trintignant e Claude Lelouch, regista talentuoso e coraggioso, che l’anno seguente ebbe la bizzarra idea di girare un cortometraggio passato poi alla storia: “C’était un rendez-vous” L’idea del breve film era semplice e folle al tempo stesso: raccontare le peripezie di un giovane che rischiava di arrivare tardi ad un appuntamento con una ragazza a Montmartre e che, di conseguenza, era stato costretto ad attraversare Parigi a tutta velocità, infischiandosene di limiti e semafori.

Il corto venne girato all’alba, guarda caso con una Ferrari, condotta a tavoletta per le strade di una Parigi a quell’ora deserta. La leggenda che per molti anni accompagnò questa impresa narrava che vi fosse al volante Jacky Ickx (che, guarda caso, sarebbe divenuto pilota Ferrari nel 1968)… ma molti anni dopo Lelouch ammise di essere stato lui stesso a guidare la sua potente Ferrari 275 GTB. Nel frattempo Jean Louis, l’attore, aveva saltuariamente coltivato la sua passione, partecipando a parecchie competizioni, anche importanti come il Rally di Montecarlo, la 24 Ore di Spa e la 24 Ore di Le Mans. Le corse gli portarono soddisfazioni e pure una terza moglie, Marianne Hopefner, a sua volta pilota di buon livello con la quale condivise più volte gli abitacoli nelle gare di durate e nei rally. Come abbiamo visto i nomi e le storie di questi cinque personaggi si intrecciano in modo incredibile e ripetitivo. Quasi ci fosse un occulto copione a guidarne i passi verso un luogo e verso il sesto personaggio. Il luogo non può essere che Montecarlo, scenografia di alcune delle pagine più belle e memorabili della storia delle corse, tra le quali, come abbiamo visto, le uniche due vittorie in Formula 1 di Maurice Trintignant. E ovviamente il sesto personaggio è monegasco, pilota Ferrari e ora anche protagonista di un film di Claude Lelouch. Finalmente le tessere del mosaico paiono davvero tutte tornate al loro posto: cinque dei sei personaggi hanno recitato sino in fondo la loro parte, il palcoscenico adesso è tutto per il sesto, Charles Leclerc. V.G.



#cheroba!

lcuni appuntamenti non possono essere mancati. Si onorano anche nelle circostanze più difficili e può capitare che divengano l’occasione per creare qualcosa di unico e memorabile. All’alba di domenica 24 maggio (proprio nel giorno in cui era in programma il Gran Premio) nel Principato di Monaco è divenuto realtà “Le grand rendez-vous”,

un inconsueto cortometraggio diretto da Claude Lelouch. Le telecamere del regista francese hanno seguito da vicino una Ferrari SF90 Stradale guidata da Charles Leclerc, in un giro lungo il percorso di gara per arrivare a un misterioso “grande appuntamento”. Il film si rifà alle atmosfere di una delle gare più care ai tifosi e alle atmosfere di “C’était un rendezvous”, il corto girato da Lelouch a Parigi nel 1976. La SF90 Stradale ha misurato sul circuito monegasco le sue muscolose caratteristiche: 1000cv di potenza massima, un rapporto peso/potenza di 1,57 kg/cv e 390 kg di carico aerodinamico a 250 km/h. Ma il rombo del motore V8 ibrido, capace di sprigionare una potenza complessiva di 1000 CV, è stato soprattutto un messaggio di ottimismo e un primo segnale di ripartenza per il motorsport, per il cinema e la vita sociale, nella speranza di superare la pandemia grazie al comportamento responsabile, all’impegno e alla solidarietà di tutti. Ferrari ha voluto questa collaborazione per far sentire il suo supporto ai tifosi, clienti e sostenitori, esprimendo la speranza di poterci lasciare progressivamente alla spalle un periodo doloroso, anche in vista della ripresa della stagione di F.1, che è prevista a luglio. Con lo stesso spirito negli scorsi mesi la Casa di Maranello ha dimostrato il suo impegno nella lotta contro il Covid-19 attraverso contributi concreti, dalle raccolte fondi alla distribuzione di attrezzature sanitarie negli ospedali, dalla produzione di valvole per respiratori nello stabilimento di Maranello al recente esempio di transfer tecnologico rappresentato dal ventilatore polmonare, FI5, che è stato offerto in open source a livello globale.



#cheroba!

AL CORTOMETRAGGIO HA PARTECIPATO IN VIA ECCEZIONALE S.A.S. ALBERTO II DI MONACO. ERANO PRESENTI INOLTRE IL PRESIDENTE DI FERRARI JOHN ELKANN, I PRINCIPI ANDREA E PIERRE CASIRAGHI CON LA MOGLIE DI QUEST’ULTIMO, LA PRINCIPESSA BEATRICE BORROMEO, OLTRE A UN PUBBLICO CHE, GRAZIE AL PROGRESSIVO ALLENTAMENTO DELLE MISURE DI LOCKDOWN, HA POTUTO SEGUIRE LE RIPRESE DA STRADE E BALCONI CON L’ATTENTA SUPERVISIONE DELLE AUTORITÀ LOCALI. LA PRESENTAZIONE DEL CORTOMETRAGGIO È PREVISTA PER IL PROSSIMO 13 GIUGNO



#cheroba!

E’ STATA PUBBLICATA POCHE SETTIMANE OR SONO LA PRIMA PUNTATA DI 100X1000, LA SERIE VOLTA CELEBRARE LO STORICO TRAGUARDO DEI 1000 GP DISPUTATI, CHE LA SCUDERIA FERRARI RAGGIUNGERÀ IN QUESTA STAGIONE. IL PROGETTO SI SVILUPPERÀ ATTRAVERSO IL RACCONTO DI CENTO TRA LE PIÙ SIGNIFICATIVE APPARIZIONI DELLA SQUADRA ITALIANA NELLE GARE VALIDE PER IL CAMPIONATO DEL MONDO DI FORMULA 1. LA DATA DI LANCIO DELL’INIZIATIVA, IL 21 MAGGIO, NON STATO È CASUALE: LA PRIMA PUNTATA RACCONTA INFATTI DELLA NASCITA DELLA SCUDERIA FERRARI E DEL PRIMO GRAN PREMIO DISPUTATO, QUELLO DI MONACO DEL 21 MAGGIO 1950. LA PIATTAFORMA DI RIFERIMENTO SARÀ IL SITO UFFICIALE DELLA SCUDERIA FERRARI, FORMULA1.FERRARI.COM


#ca!


#cheroba #che___!

LA FORMULA 1 RIFIORISCE SULLA STRADA PER ZANDVOORT CON MAX E ALEX


LA FORMULA 1 QUEST’ANNO AVREBBE DOVUTO RITORNARE SUL CIRCUITO DI ZANDVOORT PER IL PRIMO GRAN PREMIO OLANDESE DOPO 35 ANNI. MA IL CORONAVIRUS CI HA MESSO LO ZAMPINO… Fotografie Rob Smalley / Red Bull Content Pool


#cheroba!

entre la pandemia COVID-19 ha messo in pausa il calendario della Formula 1, qualcuno ha pensato che non sarebbe stato giusto far perdere totalmente ai fans olandesi la straordinaria atmosfera che si sarebbe creata attorno al primo Gran Premio di casa di Max Verstappen. Già, perché dopo tanti anni il Gran Premio d’Olanda aveva ritrovato una sua collocazione nel calendario iridato e un rinnovato autodromo di Zandvoort era pronto ad aprire le sue porte all’enorme folla dei tifosi di Max. Ma il maledetto virus si è messo di traverso, scombussolando la vita a più o meno tutti gli abitanti del globo. Quindi per celebrare Max e il “suo” mancato Gran Premio gli strateghi di Red Bull hanno pensato ad un vero e proprio tour d’Olanda in Formula 1, con tanto di super-produzione cinematografica al seguito. Qualcosa di straordinario si è quindi concretizzato sotto gli occhi degli olandesi: un nuovissimo film realizzato proprio pochi giorni prima che fossero applicate le restrizioni sociali che ben conosciamo. “Dutch Road Trip: From Port to Zandvoort” (questo il nome del video) vede Verstappen e Albon impegnati in un in adrenalinico viaggio attraverso dieci iconiche località dei Paesi Bassi, al volante delle urlanti Red Bull Racing RB7 e RB8. Il film si apre con una coppia di RB7 che emerge dai container nel porto di Rotterdam e, dopo un’esplosiva esibizione ad alta velocità tra container dello scalo marittimo, i due piloti si sono diretti verso le strette viuzze della campagna olandese, senza farsi mancare un passaggio a fianco dei tradizionali i mulini a vento e attraverso alcune serre stracolme di fiori.



#cheroba!



#cheroba!

VERTSAPPEN E LA RED BULL NON SONO NUOVI AD ESPERIENZE FUORI DAL COMUNE. AD ESEMPIO, NELL’INVERNO DEL 2016 FURONO PROTAGONISTI DI UN’ALTRA IMPRESA E DI UN ALTRO FILM INCREDIBILE, SULLE ALPI DI KITZBÜHEL, IN AUSTRIA. MAX ALLORA GUIDÒ LA SUA FORMULA 1 SULLA FAMOSISSIMA PISTA DI DISCESA LIBERA HAHNENKAMM, PER CIRCA UN CHILOMETRO E MEZZO, DAVANTI A 3.500 ATTONITI SPETTATORI. L’AUTO ERA STATA OVVIAMENTE PREPARATA IN MODO SPECIALE E MONTAVA CATENE DA NEVE DI MISURA PIUTTOSTO INCONSUETA

Le monoposto hanno poi affrontato le strade acciottolate dell’Aia (tra lo stupore e l’entusiasmo dei passanti) prima di raggiungere le dune di sabbia della spiaggia, dove sono state affiancate da Jeffrey Herlings, campione del mondo MXGP del 2018, per una clamorosa acrobazia aerea. L’ultima tappa del viaggio è stata, ovviamente, il circuito di Zandvoort, dove Max e Alex hanno avuto un primo assaggio della pista appena rinnovata. “Se non possiamo correre, penso che sia comunque importante poter offrire qualcosa ai nostri fan - ha dichiarato Verstappen - L’idea di questo film è nata da Red Bull ed è stato molto piacevole mostrare a tutti un po’ di Olanda. Penso che sia qualcosa di molto speciale e, lasciatemelo dire, in Red Bull sono gli unici a fare questo tipo di cose. Normalmente vedi vetture di F1 su una pista noi invece abbiamo fatto cose folli anche sulla neve o in spiaggia. Per i cittadini si tratta di un’opportunità irripetibile: vedere una monoposto davanti alle loro case! Inoltre ho potuto compiere alcuni giri del nuovo circuito di Zandvoort e sono molto contento di questo. Certamente non vediamo l’ora di tornare a gareggiare… questo è quello che tutti desiderano - ha aggiunto - … non vedevamo l’ora di avere un Gran Premio nei Paesi Bassi… ma nel frattempo spero che a tutti piaccia questo film. “ Anche per Alex Albon, il lancio del film nel fine settimana del “mancato” Gran Premio di Olanda ha perfettamente senso. “Ovviamente questo fine settimana avremmo dovuto correre a Zandvoort, ma non è così semplice ora. Con tutto ciò che sta succedendo sono davvero felice di essere in grado di dare ai fans qualcosa con cui guardare avanti. Lo abbiamo filmato a gennaio ed è stato molto divertente.



#cheroba!



#cheroba!

Penso che il film sia uscito brillantemente e spero che a tutti piaccia”. Girare questo film ha anche rappresentato un’enorme sfida tecnica, che ha coinvolto troupe cinematografiche, droni multipli e chiusure stradali in tutto il paese. Ma nessun luogo ha rappresentato una sfida più complessa degli stretti confini delle serre di uno dei più grandi coltivatori di fiori olandesi, come ha spiegato il coordinatore del team di supporto dell’Aston Martin Red Bull Racing , Mark Willis: “Un’auto di Formula 1 non è progettata per viaggiare lentamente, a 90 chilometri orari, che è la velocità massima dei mezzi delle troupe coinvolte. Viaggiare in prima marcia per tutto il tempo non fa bene alla macchina, il motore tende a surriscaldarsi e possiamo riscontrare problemi. Queste auto sono progettate per gareggiare nei Gran Premi e ciò a cui le abbiamo sottoposte non è certamente ciò per cui sono state create”. Anche il team manager Tony Burrows ha molto apprezzato l’esperienza di portare le monoposto di F.1 a casa dei fans olandesi: “Le auto sono state guidate in città, nelle serre, su una zona appositamente preparata della spiaggia e poi, finalmente, in pista. Il ciak attraverso la serra di fiori è stato il mio preferito… normalmente non vediamo un’auto di Formula 1 circondata da fiori! La serra aveva le dimensioni di un campo da calcio, è stato incredibile da vivere durante la realizzazione e nel video ci sono riprese fantastiche. Altra cosa che mi è piaciuta e che ha reso questa esperienza incredibile è stato vedere il pubblico avvicinarsi alla vettura di F.1, quasi timidamente, e poi godersi il rumore e l’adrenalina durante le riprese”.



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#chebella!


UN VESTITO ALL’EUROPEA KIA XCEED

TANTA BUONA TECNOLOGIA IN UN ABITO CUCITO CON MAESTRIA MA NON NUOVISSIMO. L’ANALISI ESTETICA DI ALESSANDRO CAMORALI QUESTO MESE SI DEDICA A RADIOGRAFARE LA NUOVA CROSSOVER DI CASA KIA

di Alessandro Camorali (titolare di Camal Studio e docente IAAD)


#chebella!

DA POCO INTRODOTTA, LA VARIANTE PLUG-IN HYBRID DELLE KIA XCEED PRESENTA UN PACCO BATTERIA DA 8,9 KWH, UN MOTORE ELETTRICO DA 44,5 KW E UN MOTORE GDI A 4 CILINDRI DA 1,6 LITRI. LA POTENZA TOTALE E LA COPPIA EROGATA È DI 141 PS E 265 NM, A PARTIRE DA 1.000 GIRI, E CONSENTONO ALL’AUTO DI ACCELERARE DA 0 A 100 KM/H IN 11,0 SECONDI. IL RECUPERO DI ENERGIA PERMETTE DI RACCOGLIERE ENERGIA E RICARICARE LA BATTERIA MENTRE SI PROCEDE PER INERZIA O IN FRENATA, MIGLIORANDO L’EFFICIENZA COMPLESSIVA DELLA CATENA CINEMATICA. XCEED È IN GRADO DI PERCORRERE FINO A 58 CHILOMETRI CON L’ENERGIA ELETTRICA A ZERO EMISSIONI (CICLO COMBINATO NEDC)

sservando per la prima volta la Kia Xceed ho avuto una sensazione di dejavu, per un attimo ho creduto di aver erroneamente digitato male il nome del brand nel motore di ricerca web, a favore di un noto marchio tedesco… difficile per me non notare una certa somiglianza del suv coreano. Indubbiamente la Mercedes GLA ha rappresentato un punto di riferimento per i designer di tutto il mondo, a partire dall’aspetto in generale fino ad assimilarne il percepito senso di solidità teutonica, attraverso trattamenti stilistici attenti e ben bilanciati. Con questa XCeed non stiamo quindi parlando di innovazione o rottura in termini di design, ma di una pregevole esecuzione tecnico/stilistica su di un veicolo che, grazie a queste attenzioni, riesce ad elevare il proprio rango sociale, nella gerarchia dei brand mondiali, ad uno status indubbiamente più vicino alle nobili “casate” europee. Con una lunghezza di 4.395 mm e un’altezza di 1.495 mm, XCeed presenta il mix dimensioni ideale fra i mid-suv più convenzionali, coniugato però a un approccio alla guida da vettura sportiva, ottenuto anche grazie ad un baricentro più favorevole. Costruita sulla piattaforma comune di Ceed, XCeed offre invero uno spazio interno generoso, sia per gli occupanti anteriori, sia per quelli posteriori. La linea in laterale è filante nonostante i natali da suv; un muso basso e un lunotto molto inclinato dissimulano il segmento di appartenenza strizzando l’occhio ai volumi di una coupé.



#chebella!

XCEED OFFRE UN’AMPIA GAMMA DI TECNOLOGIE DI ASSISTENZA ALLA GUIDA E DI SICUREZZA. FRA LE DOTAZIONI DISPONIBILI: SMART CRUISE CONTROL CON STOP & GO, BLIND-SPOT COLLISION WARNING, FORWARD COLLISION AVOIDANCE ASSIST CON RILEVAMENTO DI AUTO E PEDONI, INTELLIGENT SPEED LIMIT WARNING, LANE KEEPING ASSIST E HIGH BEAM ASSIST. IL DRIVER ATTENTION WARNING CONSIGLIA AI CONDUCENTI DI FARE UNA PAUSA SE RILEVA SEGNI DI AFFATICAMENTO. E’ DISPONIBILE ANCHE IL LANE FOLLOWING ASSIST (LFA), CHE RIENTRA NEI SISTEMI DI GUIDA AUTONOMA DI LIVELLO 2. ATTRAVERSO UNA SERIE DI SENSORI ESTERNI IL SISTEMA È IN GRADO DI MONITORARE IL TRAFFICO, DI VERIFICARE LA POSIZIONE DEGLI ALTRI VEICOLI RENDENDO POSSIBILI I CAMBI DI CORSIA IN TOTALE SICUREZZA. IL SISTEMA AGISCE SU STERZO E ACCELERATORE, CONTROLLANDO ANCHE IL MANTENIMENTO DI CORSIA



#chebella!

Gli archi ruota, doppi e in plastica nera, ingrandiscono visivamente il vano ruota riducendo la porzione di carrozzeria sui parafanghi che, unitamente all’ampia vetratura, riescono ad eludere la massa e nascondere le reali proporzioni facendole apparire più sportive e “leggere”. Le superfici della fiancata sono ben tirate, sia come teorici che come sezioni, e sono così in grado di donare riflessi netti e dal percepito solido. LE MOTORIZZAZIONI A BENZINA INCLUDONO L’APPREZZATO 3 CILINDRI TURBO 1.0 A INIEZIONE DIRETTA T-GDI DA 120 CV E 172 NM DI COPPIA E IL RECENTE “KAPPA” 4 CILINDRI T-GDI DA 1,4 LITRI E 140 CV. IN QUESTO CASO LA COPPIA È DI 242 NM DISPONIBILE A UN REGIME FRA 1.500 E 3.200 GIRI/ MINUTO. TUTTE LE MOTORIZZAZIONI A BENZINA (INCLUSO L’1.6 T-GDI), SONO DOTATE DI UN FILTRO ANTIPARTICOLATO CHE RISPONDE AI REQUISITI EURO 6D TEMP. DI SERIE UNA TRASMISSIONE MANUALE A 6 MARCE, DISPONIBILE A RICHIESTA IL CAMBIO DCT AUTOMATICO A DOPPIA FRIZIONE E 7 RAPPORTI. AL VERTICE DELLA GAMMA XCEED È EQUIPAGGIATO CON L’1.6 T-GDI DA 204 CV E 265 NM DI COPPIA; SI TRATTA DEL MOTORE PIÙ POTENTE FRA QUELLI DISPONIBILI CHE PERMETTE DI ACCELERARE DA 0 A 100 KM/H IN 7,5 SECONDI. NELLA GAMMA DIESEL IL COMMON RAIL A INIEZIONE DIRETTA CRDI DA 1.6 LITRI È DISPONIBILE SIA NELLA VERSIONE DA 115 CV, SIA IN QUELLA DA 136. CON LA SOLA ESCLUSIONE DELLA MOTORIZZAZIONE 1.0 T-GDI, TUTTI I MODELLI POSSONO ESSERE EQUIPAGGIATI CON LA TRASMISSIONE AUTOMATICA A DOPPIA FRIZIONE E 7 RAPPORTI DCT

Il frontale ha tanto materiale e la piccola calandra sembra forse un po’ sottodimensionata rispetto le pretese d’aria sottostanti. In generale la calandra Kia non vive di tanta personalità e varrebbe la pena (è la mia personale opinione) che la casa coreana investisse un po’ in un nuovo family feeling, all’altezza del livello che sta raggiungendo con il resto delle tecnologie messe in campo. Il posteriore è ben piantato per terra, con fanali ben fatti ed un paraurti/diffusore imponente, da cui svettano i due scarichi altrettanto dominanti. Forse in questa vista mi ricorda un po’ di più un’ispirazione germanica. Gli interni sono difficili da spiegare; si vede un tentativo di stare al passo con i brand europei ma il confronto è ancora difficile. Appare un pochino banale la soluzione di plancia e tunnel, a parer mio decisamente inferiore rispetto alla ricerca e alla qualità che invece trovo nei pannelli porta. Inoltre in alcune configurazione si trova un filo di disordine nella scelta di colori e materiali, tipico dei gusti asiatici un po’ troppo “forzati” per noi europei.


KIA XCEED È TRA LE PRIME AUTO A OFFRIRE IL SISTEMA TELEMATICO UVO CONNECT, CHE FORNISCE INFORMAZIONI TRAMITE IL TOUCHSCREEN DI BORDO E LO SMARTPHONE. DOTATO DI SERVIZI KIA LIVE E DI UN DISPLAY LCD TFT DA 10,25 POLLICI OPZIONALE, IL SISTEMA UTILIZZA UNA SCHEDA SIM DEDICATA. FRA LE INFORMAZIONI LE CONDIZIONI DEL TRAFFICO, LE PREVISIONI METEOROLOGICHE, I PUNTI DI INTERESSE E LA DISPONIBILITÀ DI PARCHEGGI. UVO CONNECT CONSENTE ANCHE DI ANALIZZARE DATI DIAGNOSTICI SUI VIAGGI, PIANIFICARE UN PERCORSO O CONTROLLARE LA POSIZIONE DELL’AUTO IN QUALSIASI MOMENTO. IL SISTEMA DI NAVIGAZIONE TOUCHSCREEN DA 10,25 POLLICI È DOTATO DI CONNESSIONE MULTIPLA BLUETOOTH E PERMETTE DI CONNETTERE DUE DISPOSITIVI MOBILI CONTEMPORANEAMENTE COSA CHE CONSENTE UNA DOPPIA VISUALIZZAZIONE IN CONTEMPORANEA


#chebella!

XCEED OFFRE UN COMPORTAMENTO DI GUIDA ASSAI MIGLIORATO GRAZIE UNA NUOVA TECNOLOGIA PER LE SOSPENSIONI. IN VIRTÙ DEI NUOVI FINE CORSA IDRAULICI, CHE OTTIMIZZANO LO SMORZAMENTO DELLE VIBRAZIONI SULL’ASSALE ANTERIORE, IL SISTEMA FILTRA LE IMPERFEZIONI DELLA STRADA MIGLIORANDO COMFORT E ASSORBIMENTO DELLE ASPERITÀ E RALLENTANDO LE OSCILLAZIONI IN MODO PIÙ PROGRESSIVO. LA MAGGIORE ALTEZZA DA TERRA HA RICHIESTO UNA DIVERSA TARATURA DELLE SOSPENSIONI, ORA PIÙ MORBIDE, CON L’OBIETTIVO DI OFFRIRE MAGGIOR COMFORT E STABILITÀ. LO STERZO, PRECISO E REATTIVO, PRESENTA RINNOVATE REGOLAZIONI DELL’UNITÀ DI CONTROLLO ELETTRONICO DEL SERVOSTERZO



#chebella!

I sedili, i comandi e i materiali a parer mio danno ancora un percepito di qualità non altissima, a discapito e in contrasto con l’esterno, che invece può giocarsela con i brand di prima fascia. Rimanendo all’interno va sottolineato invece come la plancia, caratterizzata da plastiche lucide, sembra puntare ad un target più giovane e meno premium. Per riassumere: anche se la qualità di stile e di realizzazione sono indubbiamente alti, il complesso viene un po’ svalutato dalla mancanza di coerenza e soprattutto di originalità. Non vorrei essere sembrato troppo duro con la Kia XCeed che, ci tengo a dirlo, rimane un’ottima soluzione di fascia media, con qualità e design sicuramente curati ma, a mio parere troppo anonimi o già visti. Credo che una Casa in ascesa come quella coreano debba avere il coraggio di trovare, in una rottura di stile, la chiave per penetrare nuovi mercati e nuovi target di clienti. La sensazione è di tante energie spese per rincorrere soluzioni europee già acquisite, piuttosto che spingere verso una propria identità, in modo magari folle e allo stesso tempo coraggioso. Kia XCeed si presenta al mercato italiano con una gamma composta da tre varianti di allestimento Urban, Style ed Evolution e con un prezzo di listino d’attacco di 22.750 € per l’entry level con motore benzina turbo a tre cilindri 1.0 T-GDi da 120 cv.


#ca!


#chebella!

LA MEGA-GT KOENIGSEGG GEMERA

PER IL COSTRUTTORE SVEDESE È LA PRIMA VETTURA A QUATTRO POSTI ED È GIÀ STATA RIBATTEZZATA LA PRIMA MEGA-GT AL MONDO. L’IMPRESSIONANTE PROPULSIONE IBRIDA ARRIVA AD UNA POTENZA COMPLESSIVA DI CIRCA 1.700 CAVALLI. GEMERA SARÀ PRODOTTA IN 300 ESEMPLARI SOLTANTO di Niccolò Gargiulo



#chebella!

l design dell’anteriore ricorda esplicitamente il primo prototipo della casa svedese, la CC del 1996. Ma questa Genera arriva 25 anni dopo e porta con se tutto il carico di esperienze e di successi Koenigsegg: “Fino ad ora le più alte performance sono sempre state riservate per vetture biposto con limitato spazio per i bagagli. - ha dichiarato il fondatore di Koenigsegg, Christian von Koenigsegg - La Gemera segna il debutto di una categoria di vetture completamente nuova, dove l’idea di una megacar estrema si amalgama a spaziosi interni e ad una profonda consapevolezza per l’ambiente. L’abbiamo chiamata Mega-GT”. Sin dalla nascita di Koenigsegg, 25 anni fa, il costruttore svedese si è sforzato di creare delle “supercar” nel vero senso della parola. Oggi questa Mega-

GT si avvicina all’idea di perfezione e è in grado di accogliere quattro passeggeri con ampio spazio per i propri bagagli. Si tratta di un grande passo nella strategia aziendale, intrapreso per portare anche famiglie e gruppi di amici a fruire di questi veicoli unici. Nonostante i quattro posti la Gemera fa registrare prestazioni superiori a molte supercar biposto, sia elettriche che con motore a benzina, nonostante la casa svedese abbia dichiarato che nel creare la Mega-GT i tecnici si siano concentrati sul comfort, pensando più che altro a coloro che desiderano godersi una gita fuoriporta in stile e sicurezza. Gemera Mega-GT presenta infatti preziosi dettagli in grado di aumentare il comfort vissuto a bordo quali, ad esempio, quattro porta bevande con funzionalità di riscaldamento o raffreddamento.



#chebella!


LA CONFIGURAZIONE DEL MOTORE FREEVALVE DELLA GEMERA CONSENTE UN MAGGIOR CONTROLLO DELLE PRESTAZIONI GRAZIE AD UN SISTEMA INTELLIGENTE CHE “DECIDE” COME FAR OPERARE LE VALVOLE, A SECONDA DELLE CONDIZIONI DI GUIDA. L’ELETTRONICA DI UN MOTORE FREEVALVE PUÒ INFATTI AZIONARE LE VALVOLE DI ASPIRAZIONE E DI SCARICO IN MODO INDIPENDENTE E DI CONSEGUENZA MASSIMIZZARE LE PRESTAZIONI, OTTIMIZZARE I CONSUMI E REGOLARE LE EMISSIONI


#chebella!

Non mancano i display per l’intrattenimento dei passeggeri (sia anteriori che posteriori), caricatori per cellulari wireless, Apple CarPlay, internet e Wi-Fi di bordo, ben 11 casse stereo, videocamere interne ed esterne e quattro luci per la lettura. I poggiatesta sono riscaldati e hanno la funzione memory foam e la climatizzazione è suddivisa in tre zone, infine da sottolineare anche che portiere e portabagagli sono gestibili dal telecomando tramite la funzionalità Autoskin. Con una impressionante potenza totale di 1,27 MW (1700 cavalli) e 3500 Nm di coppia, la Gemera raggiunge i 100 Km/h in soli 1,9 secondi ed è capace di toccare i 400 Km/h in maniera fluida e con apparente facilità. I tre motori elettrici scaraventano a terra 1100 cavalli (800 kW) ai quali bisogna ag-

giungere circa 600 cavalli e 600 Nm che provengono dal motore 2 litri biturbo Freevalve da 3 cilindri, soprannominato Tiny Friendly Giant… il piccolo gigante amichevole. La Gemera è fornita di serbatoio per etanolo Gen 2.0 o metanolo CO2-neutral, consentendo alla supercar di vantare le stesse emissioni zero di una vettura full-electric. Aspettando che queste fonti di energie rinnovabili di seconda generazione diventino ampiamente accessibili la Gemera può essere utilizzata anche con carburante EB5 o, nel peggiore dei casi, con normale benzina commerciale. La batteria da 800V consente un’autonomia di 50 Km in modalità full-electric e può tranquillamente raggiungere i 300 Km/h in totale silenziosità.



#chebella!

PER IL FONDATORE E CEO CHRISTIAN VON KOENIGSEGG L’IDEA DI REALIZZARE LA GEMERA RISALE AL 2003. IL CONCETTO DI AMALGAMARE IL DESIGN DI UNA HYPERCAR BIPOSTO, A MOTORE CENTRALE, CON UNA CONFIGURAZIONE 2+2 SENZA COMPROMETTERE COMFORT O PRESTAZIONI SEMBRAVA UN’IMPRESA QUASI IMPOSSIBILE… MA DOPO SEDICI LUNGHI ANNI IL SOGNO SI È PERÒ REALIZZATO GRAZIE A SOLUZIONI INGEGNERISTICHE UNICHE COME LE PORTIERE O L’ASSENZA DEL MONTANTE B. IL DESIGN DEI SEDILI ANTERIORI È QUASI FANTASCIENTIFICO: LO STAMPO IN FIBRA DI CARBONIO È ULTRALEGGERO (SIAMO ATTORNO A SOLI 17 KG), I SEDILI SONO REGOLABILI ELETTRONICAMENTE E SONO RIVESTITI DI MATERIALI MEMORY FOAM, GARANTENDO MASSIMO COMFORT PER I PASSEGGERI



#chebella!

L’uso ottimizzato del sistema di propulsione ibrido consente invece di viaggiare per 950 Km portando l’autonomia complessiva attorno ai 1000 Km. Il passo macchina di 3000 mm consente grande stabilità in rettilineo, mentre la funzionalità delle quattro ruote sterzanti consente alla Gemera grande agilità nell’affrontare le curve più impegnative, grazie ad un raggio di sterzata comparabile a quello di vetture sensibilmente più corte. Le ruote sterzanti posteriori consentono un migliore controllo anche ad alte velocità. Gemera sfrutta appieno anche che la distribuzione della potenza su due assi assi per regalare un piacere di guida unico e in totale sicurezza. Sul fronte sicurezza la robusta monoscocca in fibra

di carbonio, sei airbag, controllo di stabilità, controllo di trazione, ABS ed elettronica ADAS 2,5 di ultima generazione, costituiscono un bouquet. La Mega-GT di Koenigsegg è stata costruita per ottenere omologazioni a livello mondiale. Prima di una nuova categoria di veicoli di lusso, Gemera mantiene tutti i tratti estetici che la rendono inequivocabilmente una Koenigsegg, come il parabrezza ricurvo che prende ispirazione dal cupolino degli aerei da caccia, il montante A nascosto, le linee semplici e sinuose e le ampie aperture di raffreddamento. La Gemera monta le bellissime portiere (brevettate Koenigsegg) dette Automated Twisted Synchrohelix Actuation Doors, in grado di aprirsi con una caratteristica rotazione, in virtù dell’assenza del montante B.


NON ABBIAMO POTUTO AMMIRARLA DIRETTAMENTE AL SALONE DI GINEVRA MA LA KOENIGSEGG JESKO ABSOLUT È, E SARÀ PER SEMPRE, LA PIÙ VELOCE KOENIGSEGG MAI COSTRUITA. LA CASA HA INFATTI DICHIARATO CHE NON TENTERÀ DI PRODURRE AUTOMOBILI CAPACI DI SORPASSARE LE PRESTAZIONI DELLA JESKO ABSOLUT. LA NUOVA HYPERCAR VANTA COME MINIMO 1600 CAVALLI (IN CONDIZIONI OTTIMALI LA POTENZA POTREBBE ESSERE PERFINO SUPERIORE) E SFRUTTA APPIENO IL BASSISSIMO COEFFICIENTE AERODINAMICO DI 0,278 CD E UN’AREA ESPOSTA AL VENTO DI SOLI 1,88 M2. PENSATA PER ESSERE IL PIÙ AERODINAMICAMENTE EFFICIENTE POSSIBILE, JESKO ABSOLUT È PRIVA DI INGOMBRANTI SPOILER CON UN DESIGN ESTERNO CHE PRENDE ISPIRAZIONE DALLE LINEE DEGLI AEREI DA CACCIA. L’HYPERCAR VERRÀ MESSA ALLA PROVA NEI PROSSIMI MESI E CI SI ATTENDE CHE POSSA FA REGISTRARE UNA VELOCITÀ IN RETTILINEO SUPERIOREAI 530 KM/H!

#ca!


#chemacchina!


IL MID SUV CHE NON TRADISCE Renault Kadjar

AUTOMOBILE DI GRANDE SOSTANZA HA CONQUISTATO UN’AMPIA FETTA DI CLIENTI GRAZIE A UN DESIGN RASSICURANTE, ALLE DOTI DINAMICHE E AL COMFORT. NELLA VERSIONE 4X4 RENAULT KADJAR PARE A SUO AGIO ANCHE SU STRADE IMPERVIE E SUPERIFICI SCIVOLOSE


#chemacchina!

ella sua declinazione con motore diesel da 150 cavalli e trazione integrale, Kadjar vi soprenderà. Dopo averlo provato in città, su strade extraurbane o in autostrada, lasciatevi tentare da un po’ di sano off road… Renault Kadjar risponderà docilmente alle sollecitazioni, mettendo in mostra doti fuoristradistiche davvero inaspettate, tali da fargli superare in agilità ostacoli impervi e cavarsela benone su fango o neve. Pertanto, la clientela che ha questo tipo di esigenza deve senz’altro orientare la sua scelta verso questa versione. Il nuovo Renault Kadjar (nuovo per modo di dire visto che è sul mercato da un anno e mezzo) approfitta a piene mani del know-how dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi relativamente alla trasmissione integrale ma, come vedremo più avanti, non trascura il comfort e la qualità a bordo. E’ quindi vero che questo prodotto Renault riesce a far riemergere l’anima sportiva e off road dei suv prima maniera, quelli che volevano essere dei fuoristrada “civilizzati” prima di trasformarsi (con il passare degli anni) soprattutto in eleganti e abbondanti vetture “ogniuso”. Ma è altrettanto ovvio che la clientela tipica a cui punta Kadjar non sia in cerca di un veicolo estremo. Il segmento è quello dei suv di medie dimensioni, che offrono ampio spazio per la famiglia, per i bagagli e… pure per il cane. Quindi, rinunciando a due ruote motrici ecco che Kadjar torna ad essere una parsimoniosa mid-suv, capace di affascinare non poco gli italiani visto che, dal primo lancio del 2015, ne hanno acquistati più di 60.000. Ricordiamo comunque che anche sulle auto a due ruote motrici, ma in versione “Business”,


NUOVO KADJAR È DOTATO DI UNA DECINA DI DISPOSITIVI DI ASSISTENZA ALLA GUIDA, PROPOSTI IN DOTAZIONE DI SERIE O COME OPTIONAL. TROVIAMO L’EASY PARK ASSIST (PARCHEGGIO ASSISTITO), LA FRENATA DI EMERGENZA, L’ALLARME PRE-COLLISIONE, L’ALLARME DI CAMBIO CORSIA E IL SISTEMA DI RILEVAMENTO ANGOLO MORTO. LA GAMMA DEI DISPOSITIVI SI ARRICCHISCE DELLA FUNZIONE OVERSPEED PREVENTION (ALLARME DI VELOCITÀ ECCESSIVA) CHE FA ORMAI CORRISPONDERE LA LIMITAZIONE DI VELOCITÀ INDICATA DAL GPS A QUELLA LETTA SULLA SEGNALETICA DALLA TELECAMERA FRONTALE DEL VEICOLO


#chemacchina!


ERA IL 1965 QUANDO RENAULT PRESENTAVA LA SUA PRIMA AUTO FAMILIARE, LA RENAULT 16, CHE IN UNA CERTA MISURA PUÒ ESSERE CONSIDERATA LA NONNA DELLA KADJAR. LA RENAULT 16 COMPARVE AL SALONE DI GINEVRA, AFFASCINANDO IL PUBBLICO CON IL SUO DESIGN ORIGINALE, LA MODULARITÀ INTERNA SENZA PRECEDENTI ED EVOCANDO UN’IMMAGINE DI CLASSE SUPERIORE E ACCESSIBILITÀ. IL PREMIO COME “AUTO DELL’ANNO 1965” E GLI ECCELLENTI RISULTATI DI VENDITA NE SANCIRONO IL SUCCESSO. PRIMA BERLINA DI MEDIA CILINDRATA CON PORTELLONE E GRANDE BAGAGLIAIO, STILE MOLTO ANTICONFORMISTA ED ECCEZIONALE SPAZIO INTERNO. DALLA CANONICA CONFIGURAZIONE A 5 POSTI SI POTEVANO REGOLARE I SEDILI ED IL DIVANO POSTERIORE IN VARIE CONFIGURAZIONI ED ERA ANCHE POSSIBILE RIPIEGARE DEL TUTTO IL DIVANO POSTERIORE PER AUMENTARE LA CAPACITÀ DI CARICO DEL BAGAGLIAIO, CHE DAI 346 LITRI STANDARD POTEVA ARRIVARE A BEN 1.200 LITRI


#chemacchina!

è disponibile il sistema Extended Grip, che permette, tramite la gestione elettronica che agisce sul sistema ESP del veicolo, una trazione ottimizzata anche su terreni a bassa aderenza. La vettura oggetto del servizio è una tranquilla Sport edition 2 Blue 115: motore diesel e, appunto, 115 cavalli. Questo propulsore è dotato di un sistema di riduzione catalitica selettiva considerato come tra I più performanti tra i sistemi post-trattamento degli ossidi di azoto. Durante un utilizzo medio su strada si percepisce immediatamente una scelta di assetto che privilegia il confort, il che comporta un po’ rollio e di beccheggio. Inoltre lo sterzo non è di quelli precisissimi e al fulmicotone e pertanto, mixando queste caratteristiche, in determinate situazioni la vettura non risulta agilissima. Si diceva che l’assetto privilegia il comfort; è chiaro l’intento del progettisita di aumentare la qualità percepita durante il viaggio e, in tal senso, si apprezzano anche sedili di buona fattura e un più che discreto isolamento acustico. Potremmo definire il comportamento della Kadjar “morbido e pacioso” anche nella distribuzione della coppia. Non offre particolari scintille ma i 115 cavalli permetto una guida fluida, persino brillante e priva fastidiose vibrazioni anche in fase di scalata. I rapporti delle sei marce (cambio manuale) paiono ottimamente selezionati e, alla fine, tutto ciò si riverbera su consumi di carburante contenuti. Sulla Kadjar sono disponibili molti sistemi di assistenza alla guida ma il controllo del mantenimento della corsia non interviene sullo sterzo ed è solo sonoro, e talvolta assai fastidioso, mentre il cruise control non è del tipo adattivo.



#chemacchina!

BLACK EDITION, L’ALLESTIMENTO CHE CARATTERIZZA L’ALTO DI GAMMA, PROPONE I NUOVI CERCHI IN LEGA DA 19 POLLICI “TOTAL BLACK” E UN LOOK DISTINTO GRAZIE ALLA TINTA DI SERIE NERO ETOILÉ AL CIELO DELL’ABITACOLO. SU QUESTA VERSIONE (CHE CONTRARIAMENTE AL NOME È DISPONIBILE ANCHE IN ROSSO) SONO INOLTRE PRESENTI LA NUOVA SELLERIA ALCANTARA CON CUCITURE ROSSE E SISTEMI DI SICUREZZA QUALI: AVVISO DISTANZA SICUREZZA, CRUISE CONTROL, EASY PARK ASSIST, SENSORE ANGOLO MORTO, SENSORI DI PARCHEGGIO LATERALI, SISTEMA DI FRENATA DI EMERGENZA ATTIVA, VISIO SYSTEM (RICONOSCIMENTO DELLA SEGNALETICA STRADALE CON ALLERTA SUPERAMENTO LIMITE DI VELOCITÀ), AVVISO MANTENIMENTO CARREGGIATA

Nuovo Kadjar è disponibile in molte versioni anche con propulsori a benzina. Il motore 1.3 TCe, sviluppato in collaborazione con Daimler, è un 4 cilindri con una buona coppia e anch’esso quasi del tutto privo di vibrazioni. Su Kadjar questo motore è dotato di filtro antiparticolato il cui scopo è di eliminare i particolati dei gas di scarico catturandoli in una struttura microporosa e alveolare, che si rigenera automaticamente a intervalli regolari. Rispetto ale versioni precedenti all’esterno Kadjar non propone rivoluzioni ma solo affinamenti, mantenendo inalterata la sua linea assolutamente priva di spigoli e ben identificata. Lunga m. 4,48 e larga m.1,836 (con retrovisori aperti m. 2.064), la vettura è alta m. 1,613 e con un’altezza da terra di 20 centimetri. Nella zona anteriore riprende la firma luminosa a forma di C (che caratterizza l’identità della gamma Renault) e la consolida aggiungendo alle luci diurne anche gli indicatori di direzione a LED. Posteriormente gli indicatori di direzione si arricchiscono a loro volta di LED alla stregua delle luci di retromarcia e dei fendinebbia, ora integrati nel paraurti. Anteriormente si nota una calandra ampliata con nuovi inserti cromati come peraltro accade al paraurti posteriore. Sono tre i cerchi disponibili, da 17, da 18 e da 19 pollici, nonché tre I colori inediti: Verde, Blu Iron e Grigio Magnete. All’interno degni di menzione sono i sedili, che dispongono di regolazioni della lunghezza della seduta e di imbottiture in schiuma a doppia densità. Al contrario i vari rivestimenti dell’abitacolo appaiono abbastanza “basici” e spartani, anche se talvolta



#chemacchina!

arricchiti da finiture cromate e satinate. Positiva invece la presenza di molti vani portaoggetti, in grado di contenere anche grandi bottiglie d’acqua. Nella parte centrale del cruscotto è inserito uno schermo multimediale Full touch a tecnologia capacitiva. Questo schermo da 7 pollici comprende il monitor del sistema R-LINK 2 ed è affiancato sui lati dai pulsanti di controllo. E’ perfettamente integrato nella plancia ed è a filo con la superficie che lo ospita, beneficiando di conseguenza la fluidità e l’eleganza del design nel suo complesso. Il sistema multimediale connesso R-LINK 2 è compatibile con Android Auto e Apple CarPlay; l’utente può quindi visualizzare le sue applicazioni preferite, compatibilmente con la guida, direttamente sullo schermo del veicolo. Il nuovo pannello di comando della climatizzazione automatico è chiaro e intuitivo, grazie a tre manopole al cui centro vengono visualizzati i dati della temperatura e della ventilazione. Da notare che il comfort dei passeggeri che occupano i sedili posteriori è ottimale grazie all’integrazione di nuovi aeratori dietro alla consolle centrale. Infine una nota sul bagagliaio, davvero molto capiente, con un volume che può raggiungere i 527 litri. I sedili posteriori si ribaltano velocemente grazie alle maniglie “Easy Break”, situate su entrambi i lati del bagagliaio, mentre anche il sedile anteriore del passeggero può chiudersi a “tavoletta” e consentire quindi di caricare oggetti di oltre 2,5 metri di lunghezza. I prezzi (sono ben 16 le version tra benzina e diesel) partono da poco oltre i 21mila Euro per giungere ai 36.700 della potente Black Edition 4x4.


DEGNO DI NOTA È IL MOTORE 1.7BLUE DCI DIESEL DA 150 CAVALLI. GARANTISCE LA POTENZA DI 110 KWA 3500 GIRI AL MINUTO (COPPIA DI 340 NM PER 1,750 GIRI) E UN’ACCELERAZIONE DA 0 A 100 KM/H IN 10,6 SECONDI. AFFIANCATO AD UN CAMBIO MANUALE A SEI RAPPORTI, È PROPOSTO CON TRASMISSIONE 4X4. TRA LE TECNOLOGIE PRESENTI VA RICORDATA LA TURBINA RAFFREDDATA AD ACQUA A GEOMETRIA VARIABILE. LA TRASMISSIONE 4X4 PROPONE TRE MODALITÀ: - 2WD: LA TRAZIONE SOLO SULLE RUOTE ANTERIORI, PER RIDURRE I CONSUMI - AUTO: LA SUDDIVISIONE DELLA COPPIA TRA I DUE ASSALI È GESTITA AUTOMATICAMENTE - LOCK: IL SISTEMA TRASMETTE SEMPRE IL 50% DELLA COPPIA ALLE RUOTE POSTERIORI.


#chemacchina!

E SEMPRE IN TEMA DI SUV, IL GRUPPO RENAULT HA DI RECENTE LANCIATO LA DUSTER CON ALIMENTAZIONE GPL SUL MOTORE TURBO BENZINA DA 100CV. CON UNA TRASMISSIONE MANUALE 5 RAPPORTI, UNA POTENZA DI 100CV (74 KW) E UNA COPPIA DI 170 NM (+10 NM VS 1.0 TCE 100) IL TCE 100 ECO-G INTRODUCE MIGLIORAMENTI SIGNIFICATIVI A LIVELLO DI CONSUMI E PERFORMANCE. TURBOCOMPRESSORE CON WASTEGATE A COMANDO ELETTRICO, COLLETTORE DI SCARICO PARZIALMENTE INTEGRATO ALLA TESTATA, DISTRIBUZIONE A DOPPIA FASATURA VARIABILE IDRAULICA IN FASE DI ASPIRAZIONE SONO SOLO ALCUNE DELLE TECNOLOGIE INTRODOTTE SUL TCE 100. TANTA TECNOLOGIA È FINALIZZATA ALL’EFFICIENZA E AL RISPARMIO: IL TCE 100 ECO-G, CONSENTE UNA RIDUZIONE DI CONSUMI E DELLE EMISSIONI DI CO2 DEL 20% CIRCA RISPETTO AL PRECEDENTE MOTORE SCE MENTRE LA CAPACITÀ COMPLESSIVA DEI SERBATOI BENZINA E GPL CONSENTE DI PERCORRERE FINO A 1400 CHILOMETRI. QUESTA TECNOLOGIA SUPER-COLLAUDATA È GARANTITA PER 3 ANNI O 100.000 KM. IL PREZZO DI PARTENZA DEL NUOVO DUSTER TCE 100 ECO-G È DI € 14.150 SUL LIVELLO ESSENTIAL.PER OGNI LIVELLO (ESSENTIAL, COMFORT, PRESTIGE, 15TH ANNIVERASRY) IL PREZZO DEL GPL È SOLAMENTE DI € 350 PIÙ ALTO RISPETTO AL 1.0 TCE 100.


RENAULT KADJAR - CARATTERISTICHE TECNICHE

#ca!


#cheleggenda!

La più elegante del mondo! ALFA ROMEO 6C 2500 VILLA D’ESTE

QUANDO NELLA PRIMAVERA DEL 1949 LA 6C 2500 CARROZZATA DA TOURING SFILA SULLA PASSERELLA DI CERNOBBIO, È CHIARO A TUTTI CHI VINCERÀ LA COPPA D’ORO. LA CLASSE DELLA VETTURA È TALE CHE VIENE QUASI NATURALE RIBATTEZZARE L’AUTO CON IL NOME DEL CONCORSO D’ELEGANZA PIÙ IMPORTANTE DEL MONDO



#cheleggenda!

a 6C 2500 Villa d’Este non è solo una vettura di inarrivabile bellezza stilistica. Ha anche rappresentato il punto di arrivo ultimo del modo artigianale di costruire automobili e il punto di svolta che annuncia una organizzazione produttiva più moderna. Ma facciamo un passo indietro. Quando nel 1939 nasce la 6C 2500, sono già sei anni che alla guida del Portello c’è l’ingegner Ugo Gobbato. All’Alfa Romeo Gobbato ha portato un importante bagaglio di esperienza industriale: dopo la laurea in Germania, ha diretto le officine Marelli e il Lingotto di Torino, ed è stato tra i principali artefici della realizzazione della prima, gigantesca fabbrica di cuscinetti a sfera dell’Unione Sovietica. Uomo d’officina, è facile vederlo passare nei reparti, parlare con i suoi uomini, cercare di capire se il lavoro è gestito con efficienza. Al suo arrivo, la prima preoccupazione è di verificare tutto quanto non funziona: il “macchinario scadente”, la “pianta non armonica”, i “falsi movimenti di materiale”. Partendo da questa analisi l’ingegnere avvia la sua opera. La sua lezione di metodo è riassunta in due manuali pubblicati nel 1932 dal titolo “Organizzazione dei fattori della produzione”. In quelle opere Gobbato teorizza e attua una vera e propria sintesi tra le esigenze di un moderno sistema industriale e la tradizione di precisione artigianale che ha distinto l’azienda fino a quel momento. Una “razionalità produttiva non di serie”, così viene definita, che si concretizza nell’inserimento di una leva di giovani ingegneri. Con loro entrano in fabbrica nuove norme e regole moderne. Ne derivano una gerarchia più definita, mansioni precise e retribuzioni proporzionate. Nell’ambito di questo enorme lavoro di revisione del Portello, in un’area adiacente viene anche

1947, la linea di allestimento della versione “Frecci


ia d’Oro”


#cheleggenda!

allestito un campo di calcio, con tanto di pista di atletica e tribunetta. Siamo nel 1938: la squadra del dopolavoro aziendale “Gruppo Calcio Alfa Romeo” ha vinto la divisione regionale l’anno prima, e giocherà in serie C. Per l’occasione viene ingaggiato un giovane promettente calciatore, attirato dalla prospettiva di un’occupazione stabile come meccanico al Portello. Si chiama Valentino Mazzola ed è il futuro capitano della Nazionale e del “Grande Torino”. Nessuno sa se Valentino prestò mai la sua opera di meccanico su una 6C 2500, l’unica certezza è la sua presenza al Portello quando, nel 1939, viene prodotta la prima vettura della nuova serie. Diretta evoluzione delle 6C 2300 e 2300 B che l’hanno preceduta, la 6C 2500 ne eredita alcune importanti caratteristiche tecniche, come le sospensioni posteriori a barre di torsione con ammortizzatori telescopici e i freni non più meccanici ma idraulici. Le prestazioni diventano più brillanti: con una potenza innalzatasi sino a 110 cavalli la Super Sport è capace di 170 chilometri orari. L’auto debutta nelle corse vincendo la Tobruk-Tripoli del 1939 con una carrozzeria “ad ala spessa”, che integra i paraurti nella scocca. Ancora una volta l’unicità tecnica del modello e i successi sportivi diventano la chiave per attirare una clientela di élite e la produzione, di conseguenza, si avvia con le versioni Turismo (da cinque o sette posti), Sport e Super Sport con passo corto. E nonostante il prezzo (che va dalle 62 alle 96 mila lire) l’accoglienza da parte del mercato è più che positiva. La 6C 2500 è soprattutto un grande successo in termini di fatturato: le 159 unità vendute valgono quanto 1.200 Fiat 508 Balilla. Dopo la Seconda Guerra Mondiale occorre riconvertire gli stabilimenti dalla produzione bellica alla produzione civile e il Portello, che ha subito

A PARTIRE DAL 14 MAGGIO SONO NUOVAMENTE OPERATIVE LE OFFICINE CLASSICHE DI FCA HERITAGE, UBICATE NEL COMPRENSORIO INDUSTRIALE TORINESE DI MIRAFIORI. SONO COSÌ RIPRESE LE ATTIVITÀ DI CERTIFICAZIONE E RESTAURO CHE ERANO STATE SOSPESE A CAUSA DEL COVID-19. OVVIAMENTE LE OFFICINE CLASSICHE STANNO APPLICANDO IL PROTOCOLLO DI SICUREZZA E SALUTE, ELABORATO DAL GRUPPO FCA CON L’AIUTO DEL VIROLOGO ROBERTO BURIONI, GIÀ IN VIGORE IN TUTTE LE REALTÀ ITALIANE DI FCA (DAGLI STABILIMENTI ALLE CONCESSIONARIE) E CHE RICALCA QUANTO GIÀ DEFINITO DALL’ACCORDO SIGLATO IL 9 APRILE TRA FCA E LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI NAZIONALI. ATTIVE DAL 2015 PRESSO LA SEDE DI ABARTH & C. IN VIA PLAVA A TORINO, PRECISAMENTE NELL’EX OFFICINA 83 DI MIRAFIORI, LE OFFICINE CLASSICHE OSPITANO LE ATTIVITÀ DI RIPARAZIONE, RESTAURO E CERTIFICAZIONE DELLE AUTO STORICHE DI FCA, SIA QUELLE DEI COLLEZIONISTI PRIVATI SIA QUELLE APPARTENENTI ALLA PREZIOSA COLLEZIONE DI FCA HERITAGE


Gli stabilimenti del Portello dopo i bombardamenti del 1944

La 6C 2500 Sport del 1939


#cheleggenda!

i bombardamenti del 1943 e 1944, ha pagato un conto durissimo. Ricominciare a fare automobili non è semplice ed è giocoforza ripartire dall’ultimo modello pre-bellico, quella 6C 2500 di cui si è riusciti a salvare alcuni stock di parti meccaniche. In realtà nel 1945 vengono assemblati solo pochissimi esemplari della 6C 2500 Sport; tecnici e operai le guardano come si guarda un sogno. Fuori dal Portello, Milano e tante città italiane sono ancora semidistrutte, e l’economia è in ginocchio. Perfino le grandi aziende devono ricorrere al mercato nero per procurarsi i materiali e i combustibili necessari al funzionamento degli impianti. Nel 1946 la produzione è però già risalita a 146 unità, tra vetture e chassis consegnati ai carrozzieri. Uno di questi ultimi viene allestito in versione cabriolet e portato al Salone dell’Auto di Parigi. L’Italia, Paese sconfitto, è ufficialmente esclusa dalla manifestazione e allora un intraprendente carrozziere decide di piazzare le sue vetture di fronte all’ingresso del Gran Palais, per poi spostarle alla sera a Place de l’Opéra. Questo è sufficiente a sancire il successo globale del modello e del suo creatore: Battista “Pinin” Farina. Sempre nel 1946 nasce, su telaio Sport, l’originale Freccia d’Oro, con una coda arrotondata che interpreta gli ultimi sviluppi in tema di aerodinamica. A partire da questo modello sorgono realizzazioni di grande rilievo. Pininfarina firma un’elegante coupé, le cui linee fanno scuola, e una berlinetta premiata al Concorso di Cernobbio. Il campione motonauta Achille Castoldi acquista una coupé Touring e ripete al Salone di Ginevra quanto era stato fatto da Farina a Parigi. L’attore americano Tyrone Power gira per Roma con la sua Alfa Romeo 6C 2500, Juan Peron e la moglie Evita la vogliono per sfilare a Milano.

Foto con dedica autografa di Rita Hayworth



#cheleggenda!

L’EPOCA D’ORO DELL’ALFA SI TRADUCEVA ANCHE IN UNA MESSE DI VITTORIE SPORTIVE. NELLA PRIMAVERA DEL 1950, IL BRITISH GRAND PRIX DI SILVERSTONE È LA PRIMA DELLE SETTE GARE DEL NEONATO CAMPIONATO MONDIALE FIA DI FORMULA 1. PAESI CHE ERANO IN GUERRA SOLO POCHI ANNI PRIMA SI RITROVANO A COMBATTERE QUESTA VOLTA IN UNA COMPETIZIONE SPORTIVA: È UN MOMENTO STORICO. E STORICA È L’AFFERMAZIONE ALFA ROMEO. AI PRIMI QUATTRO POSTI DELLA GRIGLIA DI PARTENZA CI SONO QUATTRO ALFETTA 158. GIUSEPPE “NINO” FARINA CONQUISTA LA POLE POSITION, IL GIRO PIÙ VELOCE E LA VITTORIA FINALE. SECONDO È LUIGI FAGIOLI, TERZO REG PARNELL. IL PRIMO PODIO DELLA F1 È TUTTO ALFA ROMEO. LA SUPERIORITÀ TECNICA SI TRADUCE IN VITTORIE. FARINA, FANGIO E FAGIOLI DIVENTANO PER I GIORNALI “LA SQUADRA DEI 3 F”, CHE SBARAGLIA GLI AVVERSARI. I TRE PILOTI ALFA ROMEO VINCONO TUTTI I GRAN PREMI A CUI PARTECIPANO, VANNO A PODIO DODICI VOLTE E OTTENGONO CINQUE GIRI VELOCI. COME DIRÀ IN SEGUITO GIUSEPPE BUSSO, STORICO PROGETTISTA ALFA ROMEO: “… IL PROBLEMA PRINCIPALE ERA DECIDERE QUALE DEI NOSTRI TRE PILOTI AVREBBE DOVUTO VINCERE LA GARA”. AL GRAN PREMIO DI MONZA, IL 3 SETTEMBRE 1950, ALFA ROMEO ANTICIPA LE SOLUZIONI TECNICHE DELLA 159 SVILUPPATA PER PARTECIPARE AL CAMPIONATO DELL’ANNO SUCCESSIVO. LA NUOVA ALFETTA ESORDISCE CON UNA VITTORIA DI NINO FARINA, CHE DIVENTA COSÌ IL PRIMO CAMPIONE DEL MONDO DI FORMULA 1

La 6C 2500 SS in versione “Villa d’Este”



#cheleggenda!

L’acquistano personaggi come Re Farouk d’Egitto e Ranieri III di Monaco…. e quando il 27 maggio del 1949 Rita Hayworth raggiunge il Principe Ali Khan al municipio di Cannes per convolare a nozze, lo fa a bordo della 6C 2500 Cabriolet Pininfarina, che ha appena ricevuto come regalo di matrimonio. Il modello ha un’elegante carrozzeria grigia, con capote e interni blu perfettamente intonati all’abito della sposa. Inizialmente il matrimonio era previsto ai primi del mese ma la data delle nozze viene spostata a causa della tragedia di Superga, per espressa volontà del Principe (torinese di nascita e grande tifoso di calcio). Si chiude così un cerchio apertosi nel 1939 con la nascita della prima 6C 2500, quando al Portello si allenava il giovane e ancora sconosciuto Valentino Mazzola. E arriviamo così alla 6C 2500 SS “Villa d’Este”, un capolavoro e uno degli ultimi modelli Alfa Romeo a essere realizzato con telaio portante separato dalla carrozzeria. Viene prodotta in soli 36 esemplari, uno diverso dall’altro, a seconda dei desideri dei clienti e dell’estro dei carrozzieri. Partendo dalla 6C 2500 SS Coupé, realizzata dalla sua stessa carrozzeria Touring, Bianchi Anderloni introduce importanti modifiche: il frontale viene ridisegnato, i quattro fari vengono meglio integrati nella carrozzeria, compaiono due prese di raffreddamento allungate sovrapposte. I parafanghi sono integrati nella fiancata, ma ben evidenti. Il parabrezza è sdoppiato e inclinato. Nel retro, molto basso e pronunciato, spiccano due piccoli, eleganti fanali rotondi. È nato un capolavoro dell’arte automobilistica del ventesimo secolo. Nell’edizione 1949 del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este la vettura si aggiudica il “Gran Premio Referendum”, il premio attribuito dal pubblico e fa suo per sempre il nome dell’evento che la consacra.

L’ingegner Ugo Gobbato


Del 1939 è anche questa versione “Corsa”

La 6C 2500 “Freccia d’Oro” del 1947

#ca!


#chestoria!

IN PRINCIPIO ERA UN GIOCO… ALLA SCOPERTA DELL’E-SPORT


IN PERIODO DI LOCK DOWN LA PASSIONE PER L’AUTO E LE CORSE HA DATO GRAN VOCE ALLA SIMULAZIONE DI GUIDA E AI COSIDDETTI E-SPORT. TUTTO È NATO DAI VIDEOGIOCHI MA OGGI QUESTO SETTORE SI È ESPANSO FINO AI LIVELLI DEL PROFESSIONISMO

di Maurizio Primo


#chestoria!

ravamo tutti pronti per un 2020 con tante novità nel campo dell’auto, per un altro Salone di Ginevra dove, a inizio marzo, queste novità cominciano in genere a svelarsi e per una nuova stagione di motorsport durante la quale, da tifosi, un po’ si soffre e un po’ si gioisce ma da appassionati comunque ci si diverte sempre tanto. E invece no, tutto fermo, a causa di un esserino pericoloso che non guarda in faccia a nessuno, che sicuramente sconfiggeremo ma che… e se fosse stato una sorta di messaggio forte della Natura? Forse varrebbe la pena rifletterci un po’ su. UN ALTRO PASSO FONDAMENTALE NEL NATURALE SVILUPPO DEL SIM RACING: L’AUTOMOBILE CLUB D’ITALIA ENTRA UFFICIALMENTE NEL MONDO DEL SIM RACING LANCIANDO BEN DUE CAMPIONATI VIRTUALI CHE UTILIZZERANNO LA PIATTAFORMA IRACING, TRA LE PIÙ REALISTICHE DEL SETTORE. SEI GLI APPUNTAMENTI, CON I 50 MIGLIORI PILOTI PER CIASCUN CAMPIONATO (SELEZIONATI CON PREQUALIFICHE E DIVISI IN DUE SPLIT DA 25) PRONTI A CONTENDERSI IL TITOLO ITALIANO GT E-SPORT E F3 E-SPORT. LE GARE SONO VISIBILI IN DIRETTA SUL CANALE 228 DI SKY, MS MOTOTV, E SUI CANALI YOUTUBE DI ACI SPORT,SIMRACINGLEAGUETV E FORMULA X ITALIAN SERIES

Ma torniamo al motorsport. Tutto fermo dicevo… e invece no, perché la passione per l’auto e le corse ha dato gran voce alla simulazione di guida e ai cosiddetti E-Sport. E-Sport vuol dire sport elettronico e sicuramente tutto nasce dai videogiochi. Oggi però questo settore si è espanso fino ai livelli del professionismo e, esattamente come succede in tutti gli sport “concreti”, si può giocare a calcio o a tennis per il semplice divertimento ma si può anche crescere fino a partecipare a importanti competizioni internazionali e il bello è proprio che sia presente e frequentabile tutto questo range di attività. I videogiochi sono nati nelle sale giochi e con le prime playstation e consolle varie; si giocava contro un amico o contro un concorrente virtuale creato dal gioco stesso. Poi però il web ha dato la possibilità di giocare in rete con tanti altri concorrenti in contemporanea, così dal gioco si è passati alla vera competizione e oggi alcuni campionati internazionali di taluni e-sport offrono montepremi di diversi milioni di dollari, superiori a quelli del Tour de France o degli Internazionali di Italia di tennis.



#chestoria!

Come mai? Perché raccolgono tantissimo pubblico da tutto il mondo, fatto non solo da chi gareggia ma anche da chi segue la competizione sui canali come YouTube e Twitch. Un esempio? Le finali mondiali di League of Legends del 2017, vennero guardate da più di 60 milioni di persone! Ciò ha fatto presto arrivare importanti sponsor con relativi notevoli budget. Circa due anni fa un altro passo importante è stato il riconoscimento ufficiale da parte del Comitato Olimpico Internazionale e prossimamente si vedranno le prime medaglie, almeno come sport dimostratavi. Ora, la domanda è lecita, ma come si fa a chiamare sport una attività fatta seduti davanti a uno monitor? Si è considerato che in alcuni sport (ad es. di tiro al piattello o di tiro con l’arco) anche l’atleta “vero” non è costretto ad un’attività fisica di altissimo livello, ma deve comunque allenarsi molto, deve imparare tecnica e strategia, deve abituare la concentrazione, la resistenza allo stress e alla pressione psicologica. In poche parole: deve comunque curare sin nei dettagli la propria forma fisica. E tutto questo è esattamente quanto serve per arrivare ad alti livelli negli e-sport. Inoltre molti di questi sono svolti in squadra e l’allenamento insieme ai compagni è altrettanto fondamentale e impegnativo per chi vuole fare sul serio, richiedendo spesso parecchie ore al giorno. Come

detto, in palio ci sono anche vagonate di dollari. E veniamo al motorsport in simulazione, oggi denominato Sim Racing (in questo caso “sim” non ha a che fare le card dei cellulari!). La prima caratteristica è che si può essere davvero vicinissimi alla realtà, non solo per il livello di realismo della grafica e degli effetti ma proprio perché, come in auto, si usano un volante, una pedaliera e a volte anche un cambio. Anche il calcio, ad esempio, ha tutta la sua simulazione di alto livello ma si usano le dita su tastiera o console, non i piedi… ci si avvicina molto a quello che succede in realtà ma resta comunque qualcosa di più statico rispetto allo sport vero. Invece nella simulazione di guida il Sim Racer deve fare esattamente quello che farebbe in pista… e chi va forte al simulatore ha sicuramente ottime possibilità essere un giorno altrettanto performante tra i cordoli reali, anche se per riuscirci dovrà aggiungere parecchio allenamento fisico specifico. Tutto ciò è tanto vero che le stesse Case automobilistiche e importanti Team cercano i nuovi talenti proprio fra i sim racers e, quando ne trovano di bravi, li allenano intensamente sul simulatore prima di metterli sull’asfalto, risparmiando davvero tanti soldi… cosa che, di questi tempi, male non fa di certo. Se tutto questo nasce dall’evoluzione dei primi videogiochi di car racing, l’altro forte impulso alla simulazione di guida nasce invece dai regolamenti restrittivi del motorsport reale che, riducendo drasticamente i test in pista, hanno spinto le Case a cercare le soluzioni tecniche utilizzando i simulatori. In questo caso l’allenamento dei piloti (pur restando importante) non è evidentemente la motivazione principale dei grandi investimenti che abbiamo visto in questo campo. La prima cosa che serve a un sim racer è un software che comprenda le piste, i modelli delle auto e che ne riproduca la dinamica.


LA NUOVA VETTURA VIRTUALE MAZDA RX-VISION GT3 CONCEPT, È DISPONIBILE DA ALCUNE SETTIMANE PER IL DOWNLOAD IN GRAN TURISMO SPORT. SVILUPPATA CONGIUNTAMENTE CON POLYPHONY DIGITAL INC. E BASATA SULLA MAZDA RX-VISION CONCEPT PRESENTATA AL MOTOR SHOW DI TOKYO 2015, LA GT3 CONCEPT È STATA MODIFICATA IN CONFORMITÀ CON I REGOLAMENTI TECNICI PER LE VETTURE FIA GT3 ED È CONFORME ALLE NORME PROPRIE DI GRAN TURISMO SPORT PER LA SUA CATEGORIA GR.3. SONO STATI MANTENUTI ABITACOLO E PORTE ORIGINALI MENTRE LA LARGHEZZA DELLE CARREGGIATE ANTERIORE E POSTERIORE È STATA AMPLIATA ED È STATA AUMENTATA LA LARGHEZZA DEI PARAFANGHI. UNA GRANDE PRESA D’ARIA SUL COFANO MIGLIORA SIA L’AERODINAMICA CHE IL RAFFREDDAMENTO NEL VANO MOTORE, MENTRE GLI SPOILER ANTERIORI E POSTERIORI E UN DIFFUSORE POSTERIORE AUMENTANO IL CARICO AERODINAMICO


#chestoria!

ANCHE CUPRA HA DECISO DI TRASPORTARE L’EMOZIONE DEI CIRCUITI AL MONDO DIGITALE LANCIANDO LA PROPRIA COMPETIZIONE DI GARE VIRTUALI. IN COLLABORAZIONE CON RACEROOM, IL SIMULATORE UFFICIALE DELLE GARE DEL WTCR, IL BRAND HA CREATO LE CUPRA SIMRACING SERIES, UNA COMPETIZIONE VIRTUALE DI 13 GARE IN CUI GLI APPASSIONATI DI AUTOMOBILISMO DI TUTTO IL MONDO POSSONO METTERE A PROVA LE PROPRIE ABILITÀ AL VOLANTE, DA CASA


Anche qui si va dal livello del videogioco (ad esempio “F1 2020” di Codemaster su licenza FIA) fino alle piattaforme più sofisticate e professionali come Assetto Corsa, iRacing o rFactor2, alle quali si accede con varie forme di abbonamento. Le differenze stanno fondamentalmente nel livello di precisione nella reazione della vettura rispetto alla realtà: come reagisce su un cordolo, come entra in sovrasterzo o sottosterzo, la velocità, il grip, le traiettorie, i trasferimenti di carico e vari altri parametri riprodotti sulla base di dati reali inseriti nel software. Altre differenze stanno poi nelle possibilità di personalizzazione del setting delle vetture, sempre in base a dati reali. Una volta scelta la piattaforma è poi fondamentale anche l’hardware, tra cui pc e monitor, volanti e pedaliere. Anche qui materiali di qualità, specifici per il gaming, possono dare differenze importanti nel tempo sul giro. Come in tutti gli sport, al crescere del proprio livello servono attrezzature adeguate alle performance e quindi il costo di una pedaliera può variare da 100 a 1500 Euro e oltre. Ad esempio, Wave Italy (azienda italiana tra le leader del settore) al posto di sviluppare verso l’alto le periferiche da videogioco, ha deciso di partire dall’estremo opposto: “From real racing cars … to your simulator”. I pedali sembrano infatti quelli di una supercar, non sono in plastica ma in alluminio anodizzato. Sono totalmente regolabili in altezza e inclinazione, la pressione sul freno può raggiungere i 200kg e l’acceleratore ha la sensibilità e la prontezza a cui è abituato un pilota nel mondo reale. Anche il volante ha tutte le funzioni di quello di una Formula 1, dal DRS alla ripartizione di frenata, dalle mappature al livello di traction control, oltre a un ampio display da 4,3 pollici che consente di tenere sott’occhio moltissimi dati invece di doverli cercare sul monitor, per potersi così concentrare totalmente sulla guida.


#chestoria!

Ormai parecchi giovani driver di Formula 1 ne fanno largo uso, ma c’è un problema. I simulatori in dotazione ai team sono molto costosi anche da usare e, come detto sopra, contengono i segreti degli sviluppi tecnici. Ne consegue che vi possano accedere solo i piloti titolari. Wave Italy allora ha deciso di aprire un centro di allenamento professionale nella sua sede di Verona (http://professionaltrainingcenter.waveitaly.com/), per allenare, con grande efficacia ma a costi ragionevoli, i ragazzi che dal kart vogliono passare alle auto oppure chi già corre in F4, F3, F2, ecc.. L’evoluzione del Phoenix Pro, che Wave Italy utilizza per eventi di vario tipo, ha portato alla creazione dei due simulatori del centro citato, dove un espertissimo Driver Coach allena i piloti con l’utilizzo di telemetria e comunicando in diretta via radio.



#chestoria!

Si studiano le migliore strategia di gara, come correggere errori di tecnica o tattica e come sviluppare la concentrazione per tenere un passo competitivo su molti giri. I due simulatori in parallelo consentono poi di allenare situazioni particolari, sorpassi, difesa della posizione, partenza, contro un pilota “umano” molto meno prevedibile di un software.

“SECONDO ME – SOSTIENE PHILIPPE ENG PILOTA BMW SIA NELLA REALTÀ CHE NELLE E-RACES – UNA PIATTAFORMA STABILE CHE NON OSCILLI È IMPORTANTE. INOLTRE ATTRIBUISCO GRANDE IMPORTANZA A GARANTIRE CHE LA POSIZIONE DEL SEDILE SIA IL PIÙ VICINO POSSIBILE A QUELLA CHE SAREBBE IN UNA VERA MACCHINA DA CORSA. TUTTAVIA PER ME LA COSA PIÙ IMPORTANTE È UN BUON MOTORE AL VOLANTE. IN UN SIMULATORE STATICO, IL VOLANTE È L’UNICA CONNESSIONE CHE HO CON LA PISTA. SOLO ATTRAVERSO IL FEEDBACK DELLA FORZA SONO IN GRADO DI SENTIRE COME SI MUOVE LA MACCHINA, NON ATTRAVERSO TUTTO IL MIO CORPO, COME POSSO NELLA REALTÀ. UN’ALTRA COSA CHE AIUTA È LA COSIDDETTA TRASMISSIONE DIRETTA, CON LA QUALE IL PIANTONE DELLO STERZO VIRTUALE CONDUCE DIRETTAMENTE NEL MOTORE, PROPRIO COME IN UNA VERA MACCHINA DA CORSA. CIÒ COMPORTA CHE IL VOLANTE REAGISCE IN MODO MOLTO PIÙ DIRETTO.”

Molto lavoro è fatto anche sulla personalizzazione del veicolo guidato, in modo che corrisponda esattamente a quello da condurre in pista, ma si aggiornano di continuo anche i circuiti offerti dalle piattaforme, perché ogni anno sui circuiti reali intervengono modifiche. Questi simulatori sono dotati anche di un sofisticato sistema di motion che riproduce i movimenti più significativi dell’auto in pista. Non è infatti importante riprodurre fedelmente le forze G, quanto invece lo scuotimento su un cordolo o l’imbardata per una accelerata troppo brusca o una frenata oltre il limite. Alcuni simulatori utilizzati dai top team (vedi il famoso “ragno Dallara”) tendono anche a replicare parzialmente le forze G ma ciò provoca spesso ai piloti una sorta di effetto “mal di mare”. La struttura infatti viene spostata bruscamente per simulare una forza laterale, ma l’occhio che guarda la pista simulata non vede questo “spostamento” dell’auto, perché non avverrebbe nella realtà. I due segnali contrastanti che arrivano al cervello provocano appunto l’effetto indesiderato, proprio come avviene all’interno di un nave in mare. Non ci resta che aspettare e verificare se in futuro si arriverà magari anche a campionati con risultati combinati tra asfalto e simulazione e se magari per gli appuntamenti più importanti di Sim Racing sarà necessario avere anche una sorta di “licenza” per testimoniare il livello di ogni partecipante. Sarà sicuramente interessante.


#ca!


#chestoria!

IMMERSI NELLA

PASSIONE

MOTOR VALLEY TOURS


A SPASSO NELLA TERRA DELLE AUTOMOBILI PIÙ VELOCI AL MONDO AL VOLANTE DI UN’AUTO ICONA DELLA DOLCE VITA. E’ IL MIGLIOR MODO PER RISCOPRIRE LA LIBERTÀ DI MOVIMENTO, ASSAPORANDO UNA TERRA MAGICA ADAGIATA TRA LA VIA EMILIA E GLI APPENNINI fotografie Canossa Events


#chestoria!

tanchi di lockdown e distanziamento sociale lo siamo tutti. Sembra passato un secolo da “prima”, prima che lo tsunami virologico ci investisse tutti. Ma un modo per uscirne senza rischi c’è: bisogna riprendersi quella libertà di movimento che così tanto ci è mancata. A poco a poco, e in sicurezza, dobbiamo riassaporare il piacere della “gita”. E allora niente di meglio di un sano week end immersi nella passione pura per i motori e nel made in Italy automobilistico, in quella “zona aurea”che tutto il mondo ci invidia. C’è un nuovo progetto turistico creato per chi vuole scoprire da protagonista la Motor Valley, un terri-


torio unico al mondo, che si è sviluppato intorno a Modena, dove l’ingegno applicato alla meccanica dei motori è progredito in parallelo a una grande tradizione gastronomica. Canossa Events ha presentato di recente un’emozionante idea di turismo per esplorare il cuore pulsante di quel territorio con la visita ai suoi luoghi più iconici. L’iniziativa, che mira a contribuire al rilancio del turismo in Emilia, viene realizzata in collaborazione con Modenatur e con la Regione Emilia-Romagna. I Motor Valley Tours consentiranno agli appassionati di automobili di vivere da protagonisti un’esperienza indimenticabile, al volante di un’auto leggendaria in una versione speciale: la Abarth 595 Cabriolet della flotta di Canossa Events, resa unica dalle abili mani

degli artigiani di Garage Italia. E, per i più nostalgici della “dolce vita”, in alternativa sarà anche possibile optare per un’auto d’epoca, naturalmente made in Italy, come l’Alfa Romeo Duetto o la Fiat 124 Spider. Agli appassionati verranno proposte due formule di partecipazione: individuale o in piccoli gruppi. I Tours Guidati, disponibili in fine settimana selezionati, consentiranno di vivere l’esperienza insieme a compagni di viaggio con cui condividere la passione per i motori. Una esperta guida condurrà il gruppo (al massimo 10 equipaggi per ragioni di sicurezza) alla scoperta della Motor Valley e dei suoi tesori. I Tours Individuali invece, disponibili su prenotazione in qualsiasi data, daranno la possibilità di organizzarsi il


#chestoria!

viaggio in piena autonomia. Entrambe le proposte sono progettate per una coppia o due amici, ma sarà possibile partecipare anche con i figli, oppure da soli. Ogni momento del viaggio è stato studiato per garantire ai partecipanti un’esperienza piacevole all’insegna della massima tranquillità: lo staff dell’organizzazione è preparato ad accogliere gli ospiti con il consueto sorriso, anche se nascosto dalla mascherina, e fornirà tutti i dispositivi di protezione necessari. Il programma si articolerà su tre giornate e comprende le visite al Museo Lamborghini, alla Pagani Automobili, al Museo Ferrari di Maranello e al Museo Enzo Ferrari di Modena, oltre a un aperitivo e una passeggiata nelle vie del centro di Modena e alla visita


guidata al sito UNESCO di Piazza Grande, con il Duomo romanico e la Torre della Ghirlandina. I tours guidati comprendono anche il pernottamento per due notti, due cene alla scoperta della tradizione gastronomica modenese e un pranzo immersi nella storia della Ferrari. Un susseguirsi sapientemente dosato di momenti di guida, di scoperta, di cultura e di buon cibo. Luigi Orlandini, Presidente di Canossa Events, spiega la genesi di questo progetto: “I Motor Valley Tours nascono dalla nostra volontà di sostenere la ripartenza del turismo in Italia e in particolare della nostra terra. Li abbiamo pensati per offrire agli appassionati delle quattro ruote un’esperienza attiva e coinvolgente da vivere in prima persona. L’automo-

bile non è solo la protagonista di questi weekend, ma oggi è anche il mezzo più sicuro per spostarsi in tranquillità. Vorrei anche aggiungere che noi, che operiamo nel mondo del turismo e degli eventi, stiamo vivendo una crisi senza precedenti, ma non corriamo i rischi a cui sono esposti gli operatori sanitari dei nostri ospedali. Per questo offriremo l’ospitalità in hotel a tutti i medici e infermieri dei reparti Covid che vorranno partecipare ai tours guidati.” I “Motor Valley Tours” saranno prenotabili online sui siti di Canossa Events e Modenatur non appena saranno possibili gli spostamenti tra Regioni e i pernottamenti in hotel. Tutte le prenotazioni saranno cancellabili in qualsiasi momento e senza penali.

#ca!


#chefuoristrada!

CHI

CERCA

TROVA


IN SOSTANZA SI TRATTA DI TROVARE IL MAGGIOR NUMERO DI PUNTI GEOGRAFICI, SEGNALATI DALL’ORGANIZZAZIONE MEDIANTE COORDINATE, CON L’AUSILIO DI UN RILEVATORE DI POSIZIONE SATELLITARE, BUSSOLA E CARTINA


#chefuoristrada!

ogliamo buttarci alle spalle l’emergenza pandemia? Certamente più che “volere” in questo caso è “potere”, nel senso che la frase iniziale forse avrebbe dovuto essere “possiamo buttarci alle spalle l’emergenza pandemia?” Tutti siamo pieni di dubbi ma tutti, inguaribilmente malati di ottimismo, pensiamo all’estate come alla soluzione del problema, desideriamo il sole, e attribuiamo alle vacanze un potere medicinale assoluto, quantomeno per l’animo e l’umore. E allora cosa c’è di più rasserenante che immaginare (e possibilmente programmare) una bella giornata sui monti, con il proprio fuoristrada, nel pieno rispetto della natura e del silenzio. E perché non valutare il CAP Trophy per aumentare il “godimento” della bella giornata di cui sopra? Già, ma che cosa è il CAP Trophy? Si tratta di prove di navigazione ed orientamento, una sorta di “caccia al tesoro” in salsa off road le cui regole sono molto semplici. Ogni equipaggio, composto da due persone a bordo di un veicolo a trazione integrale in regola con il codice della strada, deve darsi da fare per trovare il maggior numero di punti geografici segnalati dall’organizzazione mediante coordinate in primi, gradi e millesimi.



#chefuoristrada!

ARRIVA UN’INTERESSANTE UNA NUOVA CONVENZIONE PER I SOCI DELLA FEDERAZIONE ITALIANA FUORISTRADA, GRAZIE AD UN ACCORDO CON VICTRON ENERGY, CHE GARANTIRÀ A TUTTI GLI ASSOCIATI UNO SCONTO DEL 20% SU TUTTA LA LINEA DELL’AZIENDA. BASTA REGISTRARSI ONLINE TRAMITE IL SITO FIF. TRA I PRODOTTI IN CATALOGO REGOLATORI DI CARICA SOLARI, COMPONENTI FOTOVOLTAICI, BATTERIE, CONVERTITORI E INVERTER. NATURALMENTE VICTRON ENERGY OFFRE ANCHE UNA VASTA GAMMA DI PRODOTTI MOLTO UTILI NELL’ALLESTIMENTO DI VEICOLI DESTINATI A VIAGGI E SPEDIZIONI

Allo scopo l’equipaggio può utilizzare un rilevatore di posizione satellitare, bussola, cartina e tutto il necessario per esprimere al meglio le proprie capacità di orientamento. Una volta raggiunto il punto segnalato l’equipaggio deve riportarne la “chiave” su una apposita tabella di marcia. Di solito si tratta di rispondere ad una domanda su un particolare del luogo, oppure scattarne una fotografia, al fine di dimostrarne l’effettivo raggiungimento. Oltre all’abilità di guida e alla preparazione del mezzo è fondamentale la bravura del navigatore nell’impostare la strategia di ricerca dei vari punti GPS, al fine di ritrovarne il maggior numero con la minor percorrenza possibile. Organizzate da vari Club in tutta la Penisola sotto l’egida e il controllo della Federazione Italiana Fuoristrada (FIF), le prove di CAP Trophy sono inserite nel calendario nazionale FIF e suddivise in vari trofei d’area. Le manifestazioni sfociano infine in una finale nazionale riservata solo ai migliori, che assegna il titolo di Campione d’Italia. Per la stagione 2020 il regolamento CAP ha introdotto una grossa novità che consiste nell’attribuire ad ogni equipaggio un plafond prestabilito di km da “spendere” durante la tappa. Nello specifico si è deciso di attribuire 15 km per ogni ora di durata della tappa.



#chefuoristrada!

Ad esempio, per 7 ore di durata della tappa avremo 105 km “spendibili” senza incappare nelle penalità. Nelle intenzioni della Federazione la ratio di questa nuova regola punta a privilegiare una strategia votata alla navigazione e all’orientamento piuttosto che alla corsa spasmodica alla ricerca di un waypoint, senza darsi da fare per individuare una strada più breve per raggiungerlo. Le prime due tappe in cui è stata sperimentata la nuova regola hanno dimostrato che effettivamente gli equipaggi, per raggiungere l’obiettivo, prestano una maggiore attenzione nella ricerca delle vie più brevi, in alternativa alle più veloci, a tutto vantaggio della sicurezza. Purtroppo l’emergenza Coronavirus ha sconvolto tutte le attività in tutta Europa e il CAP Trophy non è sfuggito alla tagliola. Ha aperto la la stagione di “caccia” il Club 4x4 Adventure di Caserta, il 19 gennaio, con la prima tappa organizzata in una location incontaminata, al confine tra Campania e Molise e vinta dai fratelli Abbenante. Poi è toccato al Lazio, con una prova disputata lo scorso 23 febbraio a San Giorgio a Liri (Frosinone) organizzata dal Club Tortuga 4x4, che ha visto trionfare ancora gli Abbenante. Dopodiché più nulla, per ora… ma la voglia di ricominciare è tanta e chi volesse provarci non ha che da contattare la FIF : www.fif4x4.it


#ca!


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