#cheauto! Dicembre 2017

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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

20

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Dicembre 2017

Non sono solo un pilota A T S I V R E T N I A V I S U L C ES

• Ford Kuga • Opel Karl Rocks • Hyundai i30

tutto sulla ATS GT


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

20

Dicembre 2017

checosac’è #chedire 5 ? • Portofino, Cina

#chefoto 6 #cheroba 16 • London – Brighton: 121 anni dopo

#checorse 26 • Hamilton: “Non sono solo un pilota!” • Presente e Futuro

#chebella 38 • ATS: eccola di Nuovo !

Foto di copertina www.dannynorth.co.uk


#chemacchina 52 • Ford Kuga VIDEO • Hyundai i30 VIDEO • Opel Karl

#cheleggenda 94

• Padova Caput Mundi

#chestoria 106 • Militem VIDEO

#cheauto Periodico mensile digitale automobilistico Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com

Registrazione Tribunale Milano nr. 63 del 29/02/2016

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?

chedire

Portofino, Cina di Vittorio Gargiulo

Il

22 novembre scorso la Ferrari ha lanciato sul mercato cinese la Portofino, una splendida vettura che in Europa abbiamo già avuto modo di apprezzare. Perfetta combinazione di sportività, lusso, eleganza e comfort, la Portofino è destinata a raccogliere il testimone di tante altre mitiche GT modenesi e a rinnovarne la leggenda. Ma l’aspetto forse più curioso di questo lancio sta nel luogo scelto per la cerimonia di presentazione della Portofino.

La vettura è stata infatti presentata, ad un numero selezionatissimo di invitati, nella cittadina di Nansha, che in Cina è conosciutissima quale miglior località di vacanza e divertimenti nautici vari. E fin qui tutto bene: la vocazione turistica e nautica di Nansha, che si trova nel delta del fiume Pearl River, può in qualche modo assimilarla a Portofino e quindi rendere logica la scelta. Ma ciò che sorprende è che, come ben visibile nelle due foto nella pagina di fronte, l’architettura della marina di Nansha è chiaramente, ispirata alle architetture mediterranee, agli edifici storici di molti antichi porti italiani. Un goffo tentativo di imitare proprio Portofino, cosa che neppure a Las Vegas (indiscussa campione del mondo di imitazioni pacchiane) erano arrivati a fare. Di più che dire?

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chefoto


Nel corso della 17a edizione delle finali nazionali NHRA di fine ottobre a Las Vegas, il portacolori Mopar (famiglia FCA) Jack Beckman ha stabilito la sua migliore prestazione in carriera, uscendo dalla strip a 335,57 miglia orarie, che equivalgono a circa 540 chilometri orari Fotografia Richard H Shute- Š 2017 autoimagery.com


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Ecco cosa si intende quando si parla di “pista gommata”: questo è un cordolo del circuito Hemanos Rodriguez di Città del Messico, al termine del Gran Premio di Formula 1 del 29 ottobre scorso Fotografia Wolfgang Wilhelm for Daimler AG


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chefoto


Il significativo successo internazionale del SUV CX-5 ha trascinato Mazda ad un nuovo record di vendite. Il costruttore giapponese infatti nella prima metà dell’anno fiscale 2017/18 ha piazzato nel mondo ben 783.000 nuove vetture, proseguendo nella striscia di tre consecutive record su base globale


chefoto

La BMW M6 GT3 in gara a Macao nella Coppa del Mondo GT3, nelle mani del pilota brasiliano Augusto Farfus, ha destato grande attenzione e ammirazione. Si trattava infatti della 18esima vettura della serie BMW Art Car, vale a dire di una e vera propria opera d’arte sulla base di un’auto BMW. In questo caso la soprendente opera è firmata da Cao Fei, importante artista multimediale cinese



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Recentemente Sebastien Buemi si è reso protagonista di un’impesa che chiamare inconsueta è dire poco. Con una Toro Rosso Formula 1 il pilota ha infatti scalato la tortuosa salita che da Airolo possa al Passo del Gottardo, in Svizzera. Si tratta di oltre 12 chilometri, chiamati “Strada Tremola”, che risalgono al 1832 che portano sino ai 2.106 metri del passo Fotografia Thomas Stockli / Red Bull Content Pool

#ca


cheroba

Un’altra storica London-Brigh


hton completata con successo

E’ la competizione motoristica che si tiene da più tempo, la “London to Brighton” viene corsa ogni anno da vetture che hanno fatto la storia, antecedenti il 1905 di Niccolò Gargiulo


121 anni dopo

All’

alba del 5 novembre il prato di Hyde Park a Londra è stato letteralmente coperto da più di 400 antiche automobili, da piloti e passeggeri, tutti ad aspettare il segnale di partenza della 121esima edizione della “Bonhams London to Brighton Veteran Car Run”. Riconosciuta come la competizione motoristica più antica del mondo la “Run” viene organizzata dal Royal Automobile Club dal 1930 e ha fatto registrare quest’anno un altro record di partecipanti, incredibilmente ansiosi di prendersi una tremenda botta di freddo e di cimentarsi sulle strade che portano dalla capitale inglese alla costa del Sussex. A fine giornata ben 315 dei 401 partenti sono poi riusciti a tagliare il traguardo a Brighton, nonostante una lunga deviazione, resasi necessaria dopo un incidente che ha coinvolto una delle vetture in gara. In anni recenti una vera “gara di regolarità”

ha introdotto una variabile interessante alla competizione, che fino a qualche tempo fa era in verità solo una passeggiata. Quest’anno la gara è stata vinta da Robert Abrey su una Daimler del 1899, decisamente contento di portarsi a casa il cronografo Chopard Mille Miglia del valore di 4.950 sterline inglesi (circa 5.500 Euro). La London-Brighton ha rappresentata quest’anno l’atto finale del Royal Automobile Club Motor Week, un evento di sette giorni che ha visto a Londra lo svolgimento di mostre d’arte, forum, presentazioni di libri e appuntamenti motoristici di vario genere. Tra tutti da segnalare in particolare il penultimo appuntamento della settimana, il Regent Street Motor Show, che ha portato sia vetture d’epoca che automobili moderne su una delle strade più famose di Londra, dove migliaia di visitatori hanno potuto ammirare gratuitamente questi capolavori, come in un vero e proprio salone automobilistico all’aperto.


Risale al 1902 questa Panhard et Levassor condotta da Rosie Battie


121 anni dopo

La partenza della Salvesen a vapore del 1896, condotta da Johm Brydon


Il motore di questa Cadillac del 1904 (appartenente a Paul Tombs) è un monocilindrico capace di esprimere poco piÚ di 8 cavalli

La splendida Mors del 1902 di Philip Oldman, una quattro cilindri capace di ben 15 cavalli


121 anni dopo

La Humberette di Adrian Herbert del 1904 alle prese con un bus sul Westminster Bridge

Non poteva macare una De Dion Buton, questa di Grahame Dutch è del 1901


Un evento dall’atmosfera unica, la Bonhams Veteran Car Run da Londra a Brighton è un evento “no profit” che commemora l’Emancipation Run, svoltasi il 14 novembre 1896 in occasione delle celebrazioni per il passaggio della legge “Locomotives on the Highway Act”, che aprì la strada all’industria automobilistica nel Regno Unito. Nello specifico quella legge alzò il limite di velocità per le “locomotive leggere” da 6 a 22 chilometri orari e abrogò l’obbligo di far precedere questi veicoli da una persona sventolante una bandiera rossa. La tradizione dell’Emancipation Run cominciò già nel 1897 e dal 1927 in poi si è sempre tenuta nel mese di novembre saltando solo gli anni di guerra e il 1947, a causa della scarsità di carburante. Il Royal Automobile Club è responsabile dell’organizzazione di questa manifestazione dal 1930 in collaborazione con il Veteran Car Club inglese

Arriva del 1904 questa Rover di proprietà di Stephen Laing e guidata da Charley Boorman


121 anni dopo

La Daimler Wagonette del 1900 di Barry Wheaterhead precede la Tony Huber del 1903 di Neil Lucas


#ca


checorse

Lewis Hamilton è entrato nella storia della Formula 1

NON SONO SOLO

UN PILOTA

Foto www.dannynorth.co.uk


Intervista a cuore aperto con il Britannico quattro volte Campione del Mondo di Ben Hunt e John Close

Fotografie Monster Energy Media / Steve Etherington Wolfgang Wilhelm / Mercedes-Benz Grand Prix Ltd.


non sono solo un pilota

Foto Wolfgang Wilhelm


A

volte sono davvero le piccole cose a contare di più. Nel pomeriggio del 29 ottobre 2017, Lewis ha tagliato il traguardo all’Autodromo Hermanos Rodríguez di Città del Messico in nona posizione. Poca roba per lui: rispetto ai dodici podi precedenti quei due punti erano proprio una miseria… ma una miseria sufficiente a regalargli un inattaccabile primo posto in Campionato con ancora due Grand Prix da disputare. Hamilton ora è quattro volte Campione del Mondo, mentre il team delle Frecce d’Argento festeggia la vittoria del Campionato Costruttori per il quarto anno consecutivo. Oltre alla miriade di record ottenuti, Lewis quest’anno è anche diventato il pilota britannico di Formula 1 più di successo di tutti i tempi, eclissando il record di Sir Jackie Stewart, che con i suoi tre titoli vinti è riuscito a mantenere il suo primato per ben 44 anni. “Sono cresciuto a Stevenage, sognando un giorno di essere in Formula 1. Questo traguardo va oltre ogni mia immaginazione” spiega Lewis seduto nell’hospitality del team Mercedes AMG a Citta del Messico. “Penso che tutti dovrebbero sognare in grande, ma chi l’avrebbe mai detto che sarei stato quattro volte campione del mondo? Quando ero piccolo alcuni insegnanti mi dicevano che non sarei mai riuscito a ottenere nulla… adesso mi chiedo cosa pensino quando mi vedono. Quando vinci un campionato davanti a così tante persone, rinnovi la fiducia in te stesso e quella della tua famiglia in te. Sono

orgoglioso della mia famiglia ed è folle pensare che continuo a scrivere il cognome della mia famiglia sui libri di storia. Quando non ci sarò più, ci saranno dei bambini che sapranno chi sono e questo è ciò che mi rende più orgoglioso. Non posso spiegare quanto e come mio padre mi ha aiutato ad arrivare dove sono oggi.

Foto Steve Etherington

La Formula1 è strana perché la gente si lamenta dicendo che ho vinto perché ho una macchina forte - continua Lewis - però tutti i campioni del mondo hanno avuto una macchina forte. Non è come nel tennis dove conta solo l’atleta. Qui si tratta di un lavoro di squadra. Ogni pilota che ha vinto un campionato dispone di un pacchetto completo. Sta a lui riuscire a sfruttarlo al meglio… e riuscire a fare un passo in più in Formula 1, rispetto ad altri piloti forti è qualcosa di eccezionale”.


non sono solo un pilota

Foto Wolfgang Wilhelm


Molte cose sono radicalmente cambiate rispetto a 13 mesi prima, quando il compagno di squadra Nico Rosberg si è aggiudicò il titolo ad Abu Dhabi. Il ritiro shock del pilota tedesco e l’arrivo del finlandese Valtteri Bottas hanno trasformato l’atmosfera all’interno del team e sia Lewis che il responsabile della Mercedes, Toto Wolff, sono d’accordo nel dire che c’è stato un netto miglioramento. I risultati in pista hanno fatto eco alle sensazioni positive: Lewis ha vinto nove delle gare disputate finora e, con 72 pole position, ha anche superato il record di 68 pole position che apparteneva a Michael Schumacher. Fuori dalle piste, il trentaduenne britannico mostra un aspetto diverso della sua personalità. Con una maggiore presenza sui social media, Lewis ha trovato modo di esprimersi e interagire con i suoi fan più di chiunque altro pilota del paddock. “Quando cresci, hai più fiducia in te stesso - spiega - di conseguenza, faccio sentire più la mia voce. Puoi parlare per quelli che non hanno una voce. Ora che sono un trentenne, sento di avere una maggiore responsabilità nella mia posizione. Io non sono solo un pilota: sono molto di più. L’essere pilota è solo una piccola parte di me. Ho sempre la stessa sensibilità di quando ero piccolo, ho sempre avuto a cuore le persone, sono sempre stato vicino ai più piccoli, ma con la maturità impari a dire meglio le cose o a muoverti meglio. Ora ho 32 anni e sono maturo… ma ho ancora spazio in questo sport! Quando ero più giovane, non comprendevo appieno il so-

stegno che avevo o se le persone credevano davvero a quello che dicevo; adesso invece penso di poter fare la differenza. Ora ho la capacità di poter pensare alle gare, ma anche ad altre cose. Posso riflettere più consapevolmente sulle cose che mi accadono e a cosa sta succedendo nel mondo. Tutti noi abbiamo opinioni su quello che vediamo e su cosa fanno gli altri.

Foto Steve Etherington

I social media e internet hanno cambiato le nostre vite edè possibile relazionarsi con molte più persone. Abbiamo molto più potere nelle nostre mani e questo per me è davvero una rivelazione. Non uso i social per fare polemiche, ma per evidenziare un problema. Per esempio, l’altro giorno ho pubblicato l’immagine di un cane che è stato maltrattato. Molte persone non avevano visto quell’immagine. Se pubblico qualcosa, posso raggiungere un pubblico ampio. Se c’è un problema che riguarda il mondo posso pubblicare qualcosa per condividere questo problema”.


non sono solo un pilota

Foto Wolfgang Wilhelm


A 32 anni Lewis è anche uno dei piloti più vecchi in Formula 1. Nonostante le continue voci di un suo ritiro, Hamilton mette le cose in chiaro, dichiarando che si sente a suo agio a gareggiare in Formula 1 per il Team Mercedes, mentre lavora anche su altri aspetti della sua carriera. “Ogni tanto penso a ritirarmi… o meglio a quando mi vorrei fermare. Non lo vedo come un abbandono, perché ho ottenuto molto. Quindi si tratta solo del momento in cui mi vorrò fermare. Abbandonare è quando perdi una battaglia in un percorso in salita. Sono al massimo della mia forma e potrei fermarmi, ma ci sono altre cose a cui sto lavorando. Ci sono altre cose che mi piace fare e in cui penso di essere bravo. Lavoro tutti i giorni e mi piace. Mi piace essere impegnato e quando arrivo in pista mi sento benissimo, perché ho degli stimoli. Se stessi tutto il giorno a guardare la TV, mi sembrerebbe di non aver fatto nulla. Quindi non rallento mai, vado sempre più veloce, ogni giorno. Mi tengo sempre occupato e l’altro mio lavoro, che è gareggiare, si combina perfettamente”. Uno dei fattori che Lewis ha attribuito al successo di questa stagione è la sua decisione di non mangiare carne e pesce e di adottare una dieta vegetariana. Non è particolarmente facile vista la sua agenda sempre fitta, ma dice di sentirsi in forma perfetta ora che ha cambiato la sua dieta. “Mi sento bene come non mai, ho più energia e mi sento più forte. È difficile fare scelte sul cibo, non è facile come mangiare un hamburger o del pollo, ma se accetti que-

sta cosa mentalmente sei a posto. Fisicamente non sono mai stato meglio. Adesso posso correre senza soffrire di mal di stomaco e posso spingere di più in palestra. C’è molta ignoranza in giro. Guarda i gorilla ad esempio, guarda quanti muscoli hanno e… mangiano solo erba e foglie! Mi manca mangiare il salmone, ma sono contento di aver smesso di mangiare carne due anni fa, non voleva la pena mangiarla e se rifletti su come trattano polli e maiali… sto male solo a pensarci!”

Foto Steve Etherington

Anche se ormai le sorti del campionato sono decise, i fan sono stati abituati in questa stagione a una battaglia titanica tra Lewis e Sebastian Vettel. I due si sono scambiati i posti nel campionato e il tedesco ha goduto per gran parte della stagione.


non sono solo un pilota

Foto Steve Etherington


Tuttavia, dopo una rilassante pausa estiva, Lewis è tornato in una forma smagliante mentre la stagione di Vettel è naufragata su problemi di affidabilità e su un incidente al primo giro a Singapore (anche se poi ha dominato in Brasile ndr). Comunque, nonostante una toccata controversa a Baku e il drammatico incidente al primo giro in Messico, il rispetto tra i due piloti è ancora evidente. Il Sebastian è stato il primo a congratularsi con Lewis in Messico, in pista, durante il giro di rientro . “Sebastian è quattro volte campione del mondo, è facile non entrare in contrasto ma, tra una cosa e l’altra, può anche essere piuttosto facile scontrarsi. Quindi non mi interessa e non voglio analizzare la cosa. Mi sono divertito a gareggiare contro Sebastian e a gareggiare contro un quattro volte campione del mondo. C’è un detto che dice tieniti stretto gli amici ma ancora di più i nemici. Guardo Sebastian. So dove è arrivato negli ultimi anni. So quanto è diventato regolare, so quali sono i suoi punti forti e i suoi punti deboli. So anche quali sono i punti forti e i punti deboli della sua macchina. Penso che ci siano momenti in cui lui mi odii più di quanto io possa immaginare, ma cerco di non trattenere nessuna negatività nella mia vita. Qualunque cosa venga scritta o detta, sono riuscito a costruire questa sorta di barriera per rimbalzare qualsiasi negatività, perché penso che l’amore e la positività vincano su tutto. Quindi anche se c’è chi vuole una lotta tipo Baku (o anche come qui in Messico all’inizio della gara) non mi importa. Penso che... come ho detto, l’importante è come ti alzi”.

Quindi cosa riserva il futuro? “Non mi prefisso dei record, ho l’obiettivo di migliorare in qualche modo alcuni aspetti dove credo di poter migliorare. Mi piace gareggiare e sono grato per le qualità e le abilità che ho in macchina. È assurdo pensare di aver eguagliato alcuni record. Ogni settimana qualcuno mi dice che ho raggiunto un nuovo record e potenzialmente potrei andare avanti per anni.

Foto Petter Hegre

Potrei fare la scelta ovvia, come ha fatto Nico, e ritirarmi con questi quattro titoli, ma penso di poter dire ancora qualcosa. Penso che ci siano nuove sfide eci saranno momenti complicati da affrontare e questa cosa mi piace, mi mette alla prova. … Quattro è un numero fantastico, ma il cinque mi piace di più”.

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checorse

Dopo

la debacle Ferrari non gli è rimasto che chiudere i giochi del Campionato del Mondo 2017 con più gare di anticipo possibile, prima dell’epilogo di Abu Dhabi. E Lewis Hamilton ci è riuscito alla prima occasione, conquistando un’altra corona di Campione del Mondo di Formula 1 e portando a compimento quel progetto di inizio stagione che Vettel ha seriamente tentato di rovinare durante l’arco dell’anno.

www.enricozanarini.com

la NOTA di ENRICO

I miei pensieri di oggi non vogliono però celebrare le imprese della superstar della Mercedes. Vorrei invece tentare di guardare un poco al futuro, futuro che suggerisce ad alcuni che ci potrebbe essere un’altra superstar ai blocchi di partenza.

Presente e Futuro


E sto naturalmente parlando di SuperMax Verstappen , vincitore del Gran Premio del Messico nel più convincente dei modi: grande partenza, grande frenata alla prima curva e fuori gli attributi! La ricetta perfetta per un grande successo. Una performance certamente da celebrare ma non in questo contesto, ci saranno sicuramente molte altre occasioni per farlo. Quello che voglio veramente esaltare oggi è il “sistema” che ha reso possibile l’ascesa di Verstappen. Una strategia accurata, un investimento preciso, e una dose di rischio non indifferente, hanno fatto si che il risultato fosse vincente per Helmut Mark, un “uomo al comando” con in testa un progetto ben preciso.

Di sicuro il ragazzo aveva dimostrato di essere già una promessa nei suoi primi passi da pilota. Io ero presente al suo debutto in monoposto all’età di sedici anni; talento c’era (e si notava) fin da subito, con la sua capacità di frenare all’ultimo, qualità che lo ha sempre messo al di sopra degli altri. Ma vorrei sottolineare che senza il geniale supporto del programma Red Bull e le difficili decisioni del suo mentore e “inventore”, Max sarebbe stato solo un altro giovane a riempire lo schieramento. Se il presente si chiama Hamilton e il futuro ha il nome di Verstappen, il mago della situazione si chiama Helmut Marko.

Hamilton e Verstappen ai ferri corti in Messico, un duello che potrebbe riproporsi parecchie volte in futuro Foto Wolfgang Wilhelm for Daimler AG

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Eccola di Nuovo ! LA RINASCITA DI ATS All’insegna di un dna che recita “sfida, avventura, bellezza, passione”, Daniele Maritan e Emanuele Bomboi hanno raggiunto il loro primo obiettivo, realizzando una GT che non è solo splendida ma presenta una tecnologia d’avanguardia per certi versi sorprendente


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il ritorno della bellezza

L’

operazione è di alta chirurgia genetico/aziendale: una volta trovato un marchio del 1962, ATS, con tracce di dna ben conservate, la missione è di riportarlo in vita. Non va dimenticato infatti che la sfida di Daniele Maritan e Emanuele Bomboi è stata anche quella di valorizzare un patrimonio tutto tricolore e, assieme al rilancio di un marchio storico, di rilanciare pure quel modo italiano di disegnare le automobili, morbido e seducente, che aveva portato la “scuola italiana” sul tetto del mondo. C’è un filo conduttore in tutto ciò, c’è una sensibilità comune che fa dei protagonisti di oggi gli eredi legittimi di quelli di ieri. Non solo, questa comunanza di valori indica chiaramente la “nuova” ATS GT quale legittima erede di quella GT che, nel 1963, fu considerata la massima espressione tecnica e stilistica per una Gran Turismo. ATS pertanto non è un’operazione “nostalgia”: alla base di tutto c’è una vera azienda, un vero (piccolo) costruttore, strutturato su due sedi nei pressi di Torino: una unità produttiva e un centro stile. Lo sforzo imprenditoriale è pari solo alla passione che anima Daniele Maritan (imprenditore piemontese) e Emanuele Bomboi (progettista e designer nato a Roma e trapiantato a Torino). La sfida che ATS affronta oggi è di riuscire a innestare modernità su un corpo neo-classico, di risvegliare la bella addormentata attraverso



il ritorno della bellezza

la declinazione in chiave 4.0 di uno stile mai invecchiato. E poi di valersi del meglio delle tecnologie odierne per fare della nuova ATS GT un nuovo piccolo capolavoro.

Caratteristiche sono anche le strisce parallele che corrono longitudinalmente sul cofano e pure le due grandi prese d’aria laterali, sormontate dai proiettori di tecnologia full-LED.

IL DESIGN: FILANTE, SEDUCENTE, AERODINAMICO

Il portellone posteriore invece è privo di lunotto e si fonde in modo aggraziato con la coda aerodinamica a taglio tronco mentre il grande alettone integrato a filo carrozzeria è “attivo”, in quanto l’ala si solleva per creare deportanza alle alte velocità e durante la frenata. Il design posteriore testimonia l’eredità delle GT italiane di una volta, con forme piene e linee tese, incorniciate da soluzioni di avanguardia, ove tutti gli elementi hanno anche una funzione aerodinamica e sposano a pieno la filosofia del basamento teorico del Funzionalismo, ove “la forma segue la funzione”. Il diffusore posteriore, in controtendenza con la moda del momento, è una continuazione della carrozzeria e risulta parte integrante del volume generale, sostenendo la caratteristica forma a V che lega i fanali a led e si collega con il segno laterale sopra all’arco passaruota. Da sottolineare che, durante la marcia, i fori passanti al centro dei fari posteriori estraggono aria calda dal vano motore, permettendone la fuoriuscita in presenza di elevate temperature.

Emanuele Bomboi ha voluto che tutta la vettura nascesse prima come una scultura, da accarezzare su ogni singola superficie. La silhouette laterale di questa nuova Gran Turismo è molto tonica, con linee filanti e pulite che incorniciano superfici arcuate. I profili sopra le ruote rimandano alla tradizione mentre una linea pulita e fluida suddivide la fiancata in una parte superiore e una parte inferiore. Dal canto suo lo stilema originale, che gira attorno ai vetri e al brancardo, è la firma distintiva che attira l’attenzione di chi osserva, mettendo in risalto giochi di luce e ombra lungo tutto la fiancata. Una particolarità di grande effetto è costituita dalle maniglie, che in pratica… non esistono. La vettura infatti monta un inedito sensore a sfioramento per l’apertura delle porte, celato alla vista da una piccola pinna aerodinamica contraddistinta dallo stemma ATS. Il baffo frontale richiama quello tipico della ATS 2500 GT degli anni sessanta e attraversa l’ampio muso dove spicca, al centro, il logo luminoso (dotato di un innovativo sistema Oled) di colore azzurro, proprio come il Draghetto di Bologna della GT presentata al salone di Ginevra nel 1963.

I cerchi (20 pollici all’anteriore e 21 al posteriore) sono piccoli capolavori: semi lenticolari, lucidati, in alluminio forgiato, riprendono lo stesso colore della modanatura sulla fiancata.



il ritorno della bellezza

Sono ricavati dal pieno per sottrazione di materiale tramite frese di precisione e sono stati ingegnerizzati per superare in modo eccellente i calcoli strutturali ed i vincoli omologativi di sicurezza. La nuova GT monta pneumatici anteriori 255/30R20 e posteriori 355/25R21. Peraltro va sottolineato che la nuova ATS GT viene prodotta in serie limitata, quindi i clienti potranno configurare la vettura secondo il proprio gusto. L’ABITACOLO: LA LEGGEREZZA SI MANIFESTA ESTETICAMENTE Sin dall’inizio il focus primario è stato quello di mettere nella posizione più ergonomica i comandi di tutte le funzioni, per ottenere una gestione intuitiva, semplice e immediata. Si è pensato quindi a creare un ambiente equilibrato, riducendo al massimo i componenti e cercando di salvaguardare il minimalismo funzionale delle vere auto da corsa. Tutto ciò pur gestendo numerose e sofisticate funzioni tecnologiche in un’atmosfera di lusso e senza dimenticare dotazioni di sicurezza quali i quattro air bags. Protagonisti della parte tecnologica sono il Cluster digitale TFT ultrapiatto di ultima generazione, rivestito da una cornice in alluminio ricavata dal pieno, e lo schermo touch al centro, per la gestione di tutte le applicazioni, con i quattro quadranti ove poter controllare alcune funzioni interagendo attivamente con il veicolo. Il sistema denominato “Cuore“ è l’interfaccia

diretta tra il pilota e la sua auto. Al centro della plancia e sotto il display, il Centro stile ATS ha deciso di inserire questo originale dispositivo che racchiude tutti i comandi per trasformare l’auto da silenziosa e rilassante a sportiva purosangue, pronta per l’uso estremo in pista: • selettore per la gestione delle sospensioni intelligenti nei settaggi Viaggio, Sport e Corsa • levetta per l’azionamento dello spoiler posteriore • controller con funzione di selezione applicazioni e gestione dispositivi infotainment • levetta per attivazione cambio manuale al volante o sequenziale sul tunnel • selettore per la gestione motore: Viaggio, Sport e Corsa Il Team di Ricerca e Sviluppo di ATS ha inoltre voluto dotare la vettura di componenti fondamentali, alcune delle quali assolutamente inedite, per semplificare la guida e rendere più confortevole ed “emozionale” la permanenza a bordo: • sistema di navigazione intelligente Google (prima assoluta) con mappa tridimensionale a pieno schermo e riquadro riassuntivo del tragitto annesso • il pomello multifunzionale, brevettato, dal quale è possibile gestire il cambio automatico, la funzione anti-pioggia e il Launch Control • il Paddle Shift reverso al volante, che permette di cambiare le marce in 4 modi diversi



il ritorno della bellezza

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il sofisticato leveraggio del cambio sequenziale ricavato dal pieno, a vista, con rinvii, giunti elastici e molle a compressione precaricate l’impianto hi-fi professionale “Prima Orchestra” che offre un Layout Palcoscenico in plancia e la gestione del suono incrociato, tramite l’utilizzo di diffusori ultrapiatti di nuova concezione TRIO

LE TRE CONFIGURAZIONI DI GUIDA Le tre opzioni Viaggio, Sport e Corsa influiscono sensibilmente sul comportamento dinamico dell’auto, che cambia profondamente la propria natura e le sensazioni trasmesse al pilota. Ciascuna agisce sul settaggio delle sospensioni, sulla velocità di cambiata e sulla potenza del motore, sino a portare la vettura ai suoi massimi livelli prestazionali. • “Viaggio” è contraddistinta da una rilassante colorazione azzurra della strumentazione e dell’ambiente. In questa configurazione la GT ha un comportamento docile e maneggevole • con la configurazione “Sport” la strumentazione si accende di giallo. Misuratore Forza G e valori di temperatura/pressione pneumatici appaiono, tra gli altri, al centro del quadro strumenti • nella configurazione “Corsa” l’abitacolo si accende di rosso. Qui si entra in un’altro rapporto con la propria vettura: la schermata principale offre uno stile Formula1 e le informazioni tecniche


A fine 1961 la Ferrari aveva vinto da poco il Campionato del Mondo di Formula 1, eppure una vera burrasca aveva attraversato in quelle settimane il cielo di Maranello, al termine della quale otto tecnici e dirigenti si trovarono licenziati dalla sera alla mattina: Carlo Chiti e Giotto Bizzarrini, i due direttori tecnici, Romolo Tavoni, direttore sportivo, Girolamo Gardini, direttore commerciale, Federico Giberti, direttore di produzione, Ermanno Della Casa, direttore amministrativo, Fausto Galassi, direttore della fonderia e Enzo Selmi, direttore del personale. Il gruppo doveva fronteggiare un problema enorme e cercare il modo di dare un seguito ad una carriera sino a quel momento assai brillante. Velocemente prese corpo l’idea di dare vita ad una nuova casa costruttrice, per correre e costruire automobili Gran Turismo. Il sogno si tramutò rapidamente in realtà grazie a tre importanti imprenditori: Giovanni Volpi di Misurata, già alla guida della Scuderia Serenissima, Jaime Ortiz Patino, svizzero di origine boliviana e Giorgio Billi, industriale toscano. Durante l’estate del 1962 prese forma la Formula 1 ATS (che significa Automobili Turismo e Sport) ma già a novembre di quell’anno emersero dissapori tra i soci e Billi restò solo. La ATS si schierò comunque al via del Mondiale di Formula 1963 con i piloti Giancarlo Baghetti e Phil Hill, ma la stagione fu molto negativa. La vettura mostrò soluzioni tecniche di buon livello ma mancarono i fondi per trovare affidabilità e prestazioni e a inizio 1964 il team dovette alzare bandiera bianca. Nel frattempo, al Salone di Ginevra 1963, aveva debuttato la ATS 2500 GT: era frutto delle intuizioni e del genio di Giotto Bizzarrini (era in assoluto la prima GT con il motore centrale) mentre il design era firmato da Franco Scaglione. Le rifiniture erano di gran lusso e il motore era un 8 cilindri di quasi 2.500 centimetri cubici, fratello maggiore di quello usato in Formula 1, che grazie ai suoi 220 cavalli era in grado di spingere la 2500 GT a oltre 240 chilometri orari


il ritorno della bellezza

diventano protagoniste, nitide e immediate. Il sound diviene baritonale e potente MOTORE E PRESTAZIONI: UN V8 GENEROSO Il motore bi-turbo sprigiona 478 KW / 650 CV a 7.250 giri/min. oppure 515 KW /700 CV con un Upgrade opzionale. La coppia massima è di 678 Nm che possono diventare 750 Nm a 7.250 giri con la scelta dell’Upgrade opzionale. Come un motore da corsa il propulsore è dotato di lubrificazione a carter secco, mentre le tipiche sonorità di un V8 sono rese ancor più “piene” grazie ad un impianto di scarico specialissimo e di grande pregio estetico. La ATS GT è infatti in assoluto la prima vettura equipaggiata con un impianto di scarico trisilenziato (brevettato) i cui silenziatori sono pre-trattati in fiamma. Le prestazioni inseriscono la nuova ATS GT

tra le più performanti supercars oggi sul mercato: il suo V8 la spinge in 3 secondi da 0 a 100 km/h e le consente di superare la velocità di 330 km/h. STABILITÀ E DINAMISMO Il cambio a sette rapporti offre cambiate velocissime mentre la gestione della frizione è integrata nel sistema di regolazione della dinamica di marcia, che permette al guidatore di scegliere tra le modalità Viaggio, Sport e Corsa. Di serie è anche il differenziale meccanico autobloccante, di grande affidabilità, mentre il sistema di Launch Control permette partenze fulminee senza il minimo pattinamento. La nuova ATS adotta inoltre il sistema ESP, per la correzione elettronica della stabilità, e ammortizzatori a regolazione elettronica mentre il telaio, con i suoi doppi bracci trasversali, rivela il DNA sportivo della GT. La potentissima frenata è assicurata da un impianto a dischi carbo-ceramici, di generose proporzioni, assistito naturalmente da un sistema antibloccaggio ABS di ultima generazione. Da vera supercar la ATS GT utilizza materiali compositi e leghe speciali. Alla ricerca di leggerezza e performance, la ATS GT non è realizzata con un unico materiale ma attraverso un mix intelligente di fibra di carbonio e leghe speciali di alluminio. Il risultato di tutto ciò si traduce in numeri di eccellenza quali il peso a secco di 1.300 chilogrammi soltanto.



il ritorno della bellezza

scheda tecnica - Coupè 2 posti / 2 porte DIMENSIONI - Lunghezza mm. 4700 - Larghezza mm. 1960 - Altezza massima mm. 1210 - Passo mm. 2670 - Peso a secco kg. 1300 - Bagagliaio dm3 230 MOTORE E CAMBIO - Motore bi-turbo V8 ad alti regimi di rotazione con lubrificazione a carter secco - Cilindrata 3799 cc. - Potenza 478 KW / 650 CV a 7.250 giri/min. Upgrade Optional 515 KW /700 CV - Coppia massima 678 Nm – Upgrade Optional 750 Nm - Omologazione Euro 6 - Trazione posteriore - Cambio ATS automatico a sette rapporti, trasmissione dei segnali by wire PRESTAZIONI - Velocità massima: oltre 330km/h - Accelerazione da 0 a 100 km/h: 3,0 secondi, con funzione launch control - Accelerazione da 0 a 200 km/h: 9,9 secondi - Emissioni CO2 275 g/km

CONSUMI - Urbano 18 lt./100 km - Extraurbano 9 lt./100 km - Misto 12 lt./100 km DINAMICA - Sospensioni anteriori e posteriori a doppi bracci trasversali - Ammortizzatori regolabili tramite ghiera - Assetto elettronico attivo - Sistema controllo stabilità ESP - Freni con dischi carbo-ceramici - Cerchi anteriori da 20”; posteriori da 21” - Pneumatici anteriori 255/30R20 ; posteriori 355/25R21 - Opzioni di configurazione di guida Viaggio-Corsa -Sport - Scocca in struttura multi-materiale (leghe di alluminio e fibra di carbonio) INFOTAINMENT - Quadro strumenti attivo - Schermi centrali touch screen che interagiscono con il quadro strumenti - Prima vettura con sistema di navigazione intelligente Google - Telecamere e sensori di parcheggio - G-meter - Pannello temperatura e pressione gomme - Prima Orchestra Professional Sound System



chemacchina


FORD KUGA

KUGA

SEMPRE

La nuova generazione di Kuga, oltre al design rinnovato, presenta una dotazione tecnologica di tutto rispetto che culmina nella trazione integrale intelligente Ford. Parecchie le motorizzazioni disponibili, compresa la novità 1.5 TDCi 120 CV. E se volete sportività c’è la ST-Line mentre per il lusso la versione “premium” Vignale


kuga per sempre

Si

fa presto a dire “connessi”. Ormai tutti siamo sempre (o quasi) connessi, con tutto il bene e tutto il male che ciò comporta. Anche le automobili (verrebbe da dire “ovviamente”) lo sono pressoché tutte. Pensate che un recente studio di Kaspersky Lab (tra i maggiori produttori di antivirus) certifica che entro fine 2020 il 98% dei veicoli sarà connesso ma certifica pure che, giorno dopo giorno, aumentano i pericoli di hackeraggio delle nostre autovetture. Le auto sono quindi destinate a diventare un “luogo di caccia” per i criminali informatici che possono infiltrarsi senza troppi problemi in sistemi poco protetti e al contempo sempre più complessi. E’ quindi necessario che i costruttori di auto si attivino in prima persona per cercare di rendere quanto più “impenetrabili” i loro sistemi,

perché anche questo è un aspetto del “buon servizio” da fornire ai propri clienti. Sul fronte della connettività, la nuova Ford Kuga ha tutte le carte in regola per prendere un ottimo voto in pagella e richieste quali “ho voglia di un caffè” oppure “ho bisogno di fare rifornimento” diventeranno abituali al volante di una Kuga, grazie ad un sistema di comandi vocali perfezionato e implementato. Con la nuova infatti Kuga debutta il SYNC 3, la nuova generazione del sistema di connettività e comandi vocali dell’Ovale Blu, che si avvale di un nuovo touch-screen capacitivo da 8 pollici, più veloce e reattivo. Il sistema Ford SYNC equipaggia oggi oltre 15 milioni di veicoli e, per svilupparne la 3a generazione, Ford ha lavorato su oltre 22.000 osservazioni e commenti raccolti in tutto il mondo, nonché sui risultati di ricerche


e studi condotti sui desideri dei consumatori. E il risultato è un sistema che ha centrato gli obiettivi di versatilità, reattività, semplicità, fruibilità, e, tornando a quanto detto prima, sicurezza. L’esperienza di utilizzo è stata da un lato migliorata nella reattività, grazie a processori di maggior potenza, e dall’altro semplificata, evidenziando ulteriormente i comandi più utilizzati e riducendo la profondità dei percorsi necessari a raggiungere le funzioni più dettagliate. Ford ha aumentato anche il numero dei paesi in cui l’Emergency Assistance (la funzione che chiama automaticamente il 112 in caso di incidente) avvisa gli operatori d’emergenza nella lingua locale. Il sistema continua a non richiedere sottoscrizioni o abbonamenti telefonici e si appoggia al telefono del guidatore, connesso tramite Bluetooth, per segnalare al

112 la posizione del veicolo e mettere gli operatori in collegamento con le persone a bordo tramite il viva-voce del sistema audio di bordo. Il SYNC 3 assicura anche un alto livello di connettività con gli smartphone, sia attraverso il controllo vocale delle app del catalogo AppLink, che grazie al supporto per i sistemi Apple CarPlay™ e AndroidAuto™ per telefonare, effettuare ricerche sul Web, inviare e ricevere messaggi, ascoltare musica e ottenere indicazioni stradali, il tutto restando concentrati sulla guida. In particolare, gli utenti Apple potranno collegare il proprio iPhone al SYNC 3 e utilizzare la funzione Siri Eyes Free, per accedere ai servizi vocali dell’assistente digitale Siri senza distogliere l’attenzione dalla strada, mentre gli utenti Android potranno accedere tramite i comandi vocali ai servizi di ricerca, a Google Maps e allo store Google Play.


kuga per sempre


Quando lo ultime e

si sceglie un SUV, soprattutto un “mid SUV” come la Kuga non si fa necessariamente perché si ama il fuoristrada, anzi. Le generazioni di SUV compatti sono sempre meno “sport utility” sempre più “crossover”, cioè un tipo di vettura estremamente versatile, che “attraversa” le capacità e le funzionalità di altri tipi di automobili più “specializzate”. Ma non si tratta di automobili senza un carattere ben definito, al contrario. E la Ford Kuga testimonia in modo eccellente questo concetto. Se proprio volete togliervi lo sfizio di un percorso fuoristrada (ovviamente non troppo impegnativo) potete farlo, ma potete anche godervi l’ottima silenziosità lungo un tragitto autostradale, l’inaspettata maneggevolezza nel misto e la capacità di districarsi senza problemi pure nei centri storici che troviamo in ogni angolo della penisola. Il propulsore spinge quanto basta, la riserva di potenza a disposizione è sufficiente per ogni evenienza e la stabilità non viene mai meno. Insomma una buona vettura a tuttotondo, che ha oltretutto il grande pregio di essere facile da guidare (anche grazie alla trazione integrale intelligente) e di dare la sensazione di averci sempre convissuto. Il tutto confezionato in un ambiente elegante, confortevole e funzionale, anche grazie all’ottima disposizione dei comandi. Non guasta infine che il design Ford abbia fatto un deciso passo avanti, con miglioramenti netti rispetto al passato. Ora Kuga ha un’estetica più aggressiva e caratterizzata, che non passa inosservata e risulta piacevole anche grazie all’eccellente resa cromatica della verniciatura


kuga per sempre


Il nuovo linguaggio estetico Ford si ritrova tutto nella Kuga; basta osservare la griglia trapezoidale anteriore, che si raccorda fluidamente ai fari. Ma tutta la vettura appare ben scolpita e proporzionata, aggressiva quanto basta per uscire dalla banalità, ma senza eccessi per non “intimorire” il tradizionale cliente Ford. All’interno l’ergonomia è massimizzata dalla disposizione ad alta accessibilità dei comandi, più intuitivi e riconoscibili. Il volante è dotato di paddle per i modelli con cambio automatico, permettendo sia di viaggiare con il massimo comfort che di prendere il controllo del cambio per il massimo piacere di guida. Da segnalare anche il freno di stazionamento elettronico. Confermato il portellone posteriore ad apertura e chiusura automatica senza mani, una delle tecnologie più apprezzate dai clienti europei. La serie di versioni disponibili di Kuga include ora la sportiva ST-Line e la Vignale, l’espressione più esclusiva dei modelli dell’Ovale Blu


kuga per sempre


La gamma motori DIESEL disponibili sulla Kuga include: • TDCi 1.5 da 120 cavalli FWD, con cambio manuale a 6 velocità o Powershift, assicura un’efficienza rispettivamente di 4,4 e 4,8 l/100Km ed emissioni CO2 pari a 115 e 124 g/Km • TDCi 2.0 da 150 cavalli FWD, con cambio manuale a 6 velocità, capace di 4,7 l/100Km ed emissioni CO2 pari a 122 g/Km • TDCi 2.0 da 150 cavalli AWD con cambio manuale a 6 velocità o Powershift, che assicura consumi di 5,2 l/100Km con emissioni CO2 rispettivamente pari a 135 e 134 g/Km • TDCi 2.0 da 180 cavalli AWD, con cambio manuale a 6 velocità o Powershift, disponibile solo su STLine e Vignale. Per questo propulsore 5,2 l/100Km ed emissioni CO2 rispettivamente pari a 135 e 134 g/Km La gamma motori BENZINA disponibili sulla Kuga include: • EcoBoost 1.5 da 120 cavalli FWD, con cambio manuale a 6 velocità, assicura un’efficienza di 6,3 l/100Km ed emissioni CO2 pari a 145 g/Km • EcoBoost 1.5 da 150 cavalli FWD, con cambio manuale a 6 velocità, disponibile solo su ST-Line, con consumi di 6,3 l/100Km ed emissioni CO2 pari a 145 g/Km Le tecnologie Ford per il risparmio energetico offrono su tutta la gamma lo Start&Stop e la Smart RegenerativeCharging che impegna selettivamente l’alternatore e permette di ricaricare la batteria quando l’auto è in decelerazione o in frenata


kuga per sempre

L’elenco delle tecnologie innovative disponibili a bordo della nuova Kuga comprende parecchi sistemi avanzati di assistenza alla guida, come il sistema di parcheggio semiautomatico con funzione di parcheggio perpendicolare (Active Park Assist). E’ presente anche la versione aggiornata del sistema di frenata automatica d’emergenza in città (Active City Stop), attivo ora fino a 50 km/h, contro i 30 km/h della generazione precedente. Il sistema si avvale di sensori che riconoscono la presenza di veicoli di fronte all’auto e ne misurano la distanza. In caso di collisione imminente e di mancata reazione del guidatore agli avvisi, il sistema interviene automaticamente sui freni per evitare l’impatto o ridurne in ogni caso l’entità. Con la nuova Kuga si aggiorna anche la tecnologia Ford MyKey, la chiave programmabile che permette di configurare alcune caratteristiche dell’auto, ad esempio quando i genitori la prestano ai figli


La trazione integrale intelligente Ford, IntelligentAll-Wheel Drive, garantisce una transizione fluida della coppia fra tutte le 4 ruote, per una maggiore aderenza alla strada, specialmente in condizioni scivolose. Il sistema raccoglie dati provenienti da 25 diversi sensori, per valutare il livello di aderenza delle ruote alla superficie di strada, e trasferisce la distribuzione della coppia fino a 50/50 tra l’asse posteriore e l’anteriore adeguandola in soli 20 millisecondi. I sofisticati sensori di cui si avvale la tecnologia Intelligent AWD tengono sotto controllo, oltre alla velocità delle singole ruote e alla velocità del veicolo, gli input del guidatore come la pressione sull’acceleratore e la direzione del volante. Attraverso un algoritmo, la combinazione di tutti questi dati viene utilizzata per prevenire lo slittamento delle ruote, regolando in anticipo l’erogazione della coppia sulle singole ruote


kuga per sempre


La nuova Kuga è dotata di una notevole gamma di dispositivi di sicurezza e assistenza alla guida. La migliore visibilità è garantita dagliAdaptive Front Lighting, i fari anteriori adattivi bi-xenon, che analizzano l’illuminazione ambientale e modificano ampiezza, direzione e profondità del fascio luminos. I fari adattivi includono la tecnologia WeatherDependentLighting, che adegua automaticamente il fascio luminoso dei fari alle condizioni meteo. I l sistema si attiva attraverso il movimento dei tergicristalli e in base alle condizioni di luce ambientale e velocità di guida. La vettura è dotata anche del controllo della stabilità in curva (Curve Control), che riduce automaticamente la velocità massimizzando il controllo nel caso in cui il guidatore affronti una curva ad andatura troppo sostenuta, e del controllo dinamico della trazione in curva (Torque Vectoring Control), che gestisce la velocità di rotazione delle ruote all’interno della curva per migliorarne la trazione


kuga per sempre

caratteristiche tecniche prinicipali MOTORI DIESEL

1.5 TDCi 120 CV

2.0 TDCi 150 CV

2.0 TDCi 180 CV

Motore Trasversale, quattro cilindri in linea, turbodiesel Cilindrata (cm³) 1499 1997 1997 Potenza massima (CV-kW) 120 (88) 150 (110) 180 (132) Cilindri 4 in linea 4 in linea 4 in linea Alimentazione Iniezione diretta common rail, turbocompressore Classe antinquinamento Euro 6 Euro 6 Euro 6

MOTORI BENZINA

1.5 EcoBoost 120 CV

1.5 EcoBoost 150 CV

Motore Trasversale, quattro cilindri in linea, turbobenzina Cilindrata (cm³) 1498 1498 Potenza massima (CV-kW) 120 (88) 150 (110) Cilindri 4 in linea 4 in linea Alimentazione Iniezione diretta common rail, turbocompressore Classe antinquinamento Euro 6 Euro 6

TRAZIONE Ford Intelligent All Wheel Drive con controllo elettronico di distribuzione della coppia FWD: trazione anteriore

TRASMISSIONE

DIMENSIONI Lunghezza totale (mm) Larghezza - con specchietti (mm) Larghezza - senza specchietti (mm) Altezza con barre sul tetto (mm)

6 marce manuale - 6 marce PowerShift

Kuga

Kuga Vignale/Kuga ST-Line

4531 2086 1838 1703/1694*

4541 2086 1856 1703/1694*

STRUTTURA Telaio in acciaio a saldatura unitaria, ad alta efficienza, ottimizzato al computer, con strutture frontali in plastica che accolgono la cella rigida di protezione Sospensioni anteriori MacPherson indipendenti, ammortizzatori a gas con molle offset e bracci a L ribassati Sospensioni posteriori Multi-link indipendenti con barra di controllo, ammortizzatori maggiorate e molle di rientro

FRENI

Anteriori Posteriori

Doppio circuito idraulico servoassistito, dischi anteriori e posteriori, ABS CERCHI PNEUMATICI

Standard: 7.5 J x 18’’ in lega 235/50 R18

Optional: 8 J x 19’’ in lega 235/40 R19



chemacchina

Provaci ancora “CINGHIO” Proseguendo nella sua politica di “qualificazione” del brand attraverso l’attività agonistica (la i20 è da anni protagonista del Mondiale Rally), Hyundai ha ora deciso di portare in pista la i30. Ideata e prodotta in Europa, la Hyundai i30 ben si adatta ad ogni necessità: sportiva, efficiente, pratica. La vettura offre una gamma completa di motorizzazioni e dispositivi di sicurezza mentre connettività ed infotainment sono all’altezza dei tempi


New Generation Hyundai i30


provaci ancora “cinghio”

Un

pochino è anche “colpa” mia. Ma era facile intravedere grandi qualità di guida in quel ragazzo abruzzese che aveva spopoltao in kart (giungendo ad un titolo iridato) per poi passare direttamente in F.3000 (saltando la trafila delle monoposto più piccole) ottenendo subito buoni risultati. Lo avevo seguito anche nel suo debutto in Formula 1 (con una scalcinata Osella, a Imola, nel maggio 1987) e proprio in quel periodo gli amici della scuderia Brixia di Brescia mi avevano chiesto di segnalare il nome di un giovane italiano da fare debuttare nelle competizioni turismo. E il nome che mi venne subito in mente fu quello di Gabriele Tarquini, detto “Cinghio”

per una vecchia storia legata ad una cintura (che magari racconteremo un’altra volta). Fu così che un freddo pomeriggio di quell’inverno ci ritrovammo presso la stazione di servizio Agip di Milano Nord, dova allora in pratica finiva l’Autosole. Gabriele stava arrivando da casa (Tarquini è un abruzzese doc) per incontrare, a Brescia, i responsabili del team che poi gli avrebbe messo a disposizione un’Alfa Romeo 75. Mi chiese qualche consiglio per quel colloquio, che io avevo promosso, ma in verità gli bastò un test per convincere la squadra ad assumerlo. Da allora la corriera di Gabriele Tarquini prese una strada ben precisa. Continuò per


qualche stagione a tentare la strada della Formula 1, ma sempre con team minori che mai furono in grado di dargli delle vere cache ma poi trovo una sua dimensione (…e che dimensione !) con le Turismo. In quasi trent’anni, correndo con Alfa Romeo, BMW, Seat, Honda e Lada, Gabriele ha vinto tutto quanto era possibile vincere, arrivando all’iride nel 2009 con la Seat. Essendo nato nel 1962, con quel successo divenne il pilota più anziano mai laureatosi Campione del Mondo. Ma certamente quel successo non lo appagò del tutto e Tarquini ha continuato a correre, mantenendo un elevatissimo livello di competitività e ben hanno fatto in Hyundai a rivolgersi

a lui per sviluppare la i30 N in versione TCR. Gabriele e tutto il Team hanno lavorato parecchi mesi per sviluppare questa piccola belva. La classe TCR è molto competitiva, ci sono moltissimi marchi importanti in pista. Ebbene, alla prima gara (in ottobre a Zhejiang, in Cina, nella TCR International Series) l’accoppiata i30/Tarquini ha messo dietro tutti e così ha fatto poche settimane dopo in gara 2 della TCR Europe Trophy ad Adria, nei pressi di Rovigo (in gara 1 si erano risparmiati, conquistando soltanto un secondo posto!). Se il buon giorno si vede dal mattino c’è da scommettere che il 55enne abruzzese sarà grande protagonista, con la i30, anche nel 2018. E allora… provaci ancora Cinghio!


provaci ancora “cinghio”

Ovviamente scordiamoci le prestazioni della versione N TCR da gara… ciononostante la j30 non delude chi ama “guidare” e si comporta bene in ogni situazione. Anche quando si cerca di metterla alla frusta si dimostra precisa, agile, reattiva e prevedibile. Tutto ciò senza incidere più di tanto sui consumi; in altre parole: dinamismo ed efficienza si fondono alla perfezione. D’altra parte il rapporto pesopotenza è buono e i 120 cavalli del tre cilindri 1.0 T-GDI turbo, abbinato al cambio manuale a 6 marce (questa la motorizzazione che abbiamo testato), appaiono più che sufficienti. In strada tutto bene quindi… tranne il sound del tre cilindri, in verità un pochino “deludente”. Ma lasciateci dire che, brillantezza a parte, altre sono le qualità della New Generation i30 che vanno sottolineate; un’auto che può essere un’ottima scelta per utenti single ma anche per una famiglia. Spaziosa, confortevole, con un buon bagagliaio, dodata di ogni diavoleria elettronica e, cosa assai importante, ricca di importanti dotazioni di sicurezza. Tecnologica e funzionale la i30 sotto questo aspetto è promossa a pieni voti. Gli interni dal canto loro sono ben rifiniti, con un design curato e piacevole. Il look esterno, al contrario, non appare del tutto convincente. In un segmento ove obiettivamente è difficile “inventare”, i progettisti di Hyundai hanno scelto di rassicurare il cliente, con un design tradizionale, che non tradisce. Al posteriore si notano forme sensibilmente più scolpite e personali mentre tutta la zona frontale (molto pulita) manca forse di quel guizzo creativo che avrebbe potuto caratterizzare maggiormente questa ottima vettura. Quattro gli allestimenti (Classic, Comfort, Business, Style) con prezzi “chiavi in mano” che, a seconda delle motorizzazioni e allestimenti, partono da 18.900 Euro sino ad un massimo di 29.200


Esteticamente, la New Generation i30 rappresenta la più recente evoluzione del linguaggio stilistico Hyundai. Il frontale della New Generation i30 presenta linee curve naturali protese verso il basso. Mentre le luci diurne contribuiscono a rendere accattivante il look, le proporzioni armoniose e cofano anteriore più lungo del solito conferiscono una “solidità” all’immagine della j30 (che vanta un coefficiente aerodinamico Cx di 0,30). Lo spoiler posteriore aggiunge sportività laddove il posteriore sapientemente scolpito rende la New Generation i30 immediatamente riconoscibile. L’auto è disponibile con cerchi in lega da 17 e da 16 pollici o con cerchi da 15“ in acciaio. Dodici sono invece le colorazioni, fra cui tre opzioni perlate


provaci ancora “cinghio”

La Nuova i30 è dotata dei più moderni sistemi di sicurezza attiva, in linea con i più elevati standard europei: Frenata d’Emergenza Autonoma (AEB) con Allarme di Collisione (FCWS), Cruise Control adattivo (SCC), Rilevatore dell’Angolo Cieco (BSD), Avviso di Possibili Urti Posteriori (RCTA), Assistenza al Mantenimento della Corsia (LKAS), Informazione dei limiti di velocità (SLIF) e Gestione dei Fari Abbaglianti (HBA). Novità assoluta della gamma Hyundai è il Driver AttentionAlert (DAA), che garantisce alla New Generation i30 l’adozione di tutte le tecnologie di sicurezza attiva disponibili sulla gamma Hyundai


Realizzata per il 53% con acciaio ad altissima resistenza, la nuova i30 dispone di una rigidità torsionale superiore del 22% rispetto al precedente modello, di un’elevata capacità di dissipazione dell’energia cinetica ed una distorsione ridotta al minimo. Grazie ad una nuova tecnologia di stampaggio a caldo, la scocca laterale della New Generation i30 viene prodotta come un singolo elemento a fronte dei cinque componenti combinati precedenti. Quest’inedita tecnologia ha permesso così di ridurre il peso dell’auto di 4,1 kg, aumentando la rigidità torsionale e la dissipazione di energia in caso di collisione. Sette gli airbag montati di serie sulla New Generation i30: oltre ai sei tradizionali (2 frontali, 4 laterali “a tendina”) vi è l’airbag addizionale per le ginocchia. Interessante la sospensione posteriore Multi-Link con doppio braccio inferiore ed ammortizzatori orientati alle prestazioni mentre a livello freni troviamo i dischi anteriori da 288mm di diametro


provaci ancora “cinghio�


Tre i motori benzina: il nuovo 1.4 T-GDI turbo 4 cilindri da 140 cavalli, che debutta su una vettura con il marchio Hyundai, il 1.0 T-GDI turbo 3 cilindri da 120 CV o il tradizionale 1.4 MPI 4 cilindri da 100 CV. Sul fronte diesel il 1.6 litri CRDi 4 cilindri, disponibile in tre livelli di potenza: 95, 110 e 136 cavalli. Le emissioni di CO2 partono da 89g/km. Ai propulsori può essere abbinato un tradizionale cambio manuale a sei marce o l’efficiente trasmissione 7DCT “a doppia frizione” con sette rapporti. Il sistema 7DCT merita qualche parola: è formato da due frizioni a secco e da un singolo attuatore elettronico, dedicato a ciascun elemento. La potenza del motore viene così trasferita in modo indipendente agli ingranaggi del cambio, cosicché la trasmissione sia sempre pronta a innestare la marcia successiva senza alcuna interruzione della “spinta” del motore


provaci ancora “cinghio�


Gli interni sono puliti ed intuitivi con layout orizzontale. Le eleganti cornici cromate sono posizionate in tutto l’abitacolo mentre il nuovo schermo touch da 8” (opzionale) posizionato sul cruscotto integra tutte le funzioni multimediali. Il volante multifunzione a tre razze rende intuitiva la gestione delle funzioni dell’auto tramite i comandi. La nuova i30 offre un’abitabilità tra le migliori del segmento “C” e garantisce una grande capacità di carico: 395 litri e fino ad un massimo di 1.301 litri con i sedili posteriori abbattuti. Diverse le tonalità disponibili per gli interni: nero con sedili in pelle nera oppure due diversi rivestimenti in tessuto, ma anche differenti combinazioni grigio/nero o blu/nero, in pelle o tessuto con varie grafiche. I sedili anteriori sono riscaldabili e ventilati, mentre il sedile del guidatore è regolabile elettricamente


provaci ancora “cinghio” caratteristiche tecniche prinicipali DIMENSIONI

Lunghezza totale mm 4.340 Larghezza mm 1.795 Altezza totale mm 1.455 Passo mm 2.650

CAPACITA’ BAGAGLIAIO

Minima lt. 395 / Massima lt. 1.301

PESI

Massa complessiva kg 1.800 / 1.900 (secondo versioni)

MOTORI BENZINA

1.0 T-GDI / 120 cv / 3 cilindri / 998 cc. / turbocompressore 1.4 MPI / 100 cv / 4 cilindri / 1.368 cc / 1.4 T_GDI / 140 cv / 4 cilindri 1.353 cc / turbocompressore

MOTORI DIESEL

1.6CRDi / 95 cv / 4 cilindri / 1.582 cc / Common Rail e turbocompressore 1.6CRDi / 110 cv / 4 cilindri / 1.582 cc / Common Rail e turbocompressore 1.6CRDi / 136 cv / 4 cilindri / 1.582 cc / Common Rail e turbocompressore

PRESTAZIONI

Velocità max. km/h 183 / 210 (secondo versioni) 0 - 100 km/h sec 8,9 / 12,6 (secondo versioni)

CONSUMO CARBURANTE medio combinato (DIRETTIVA CE)

Ciclo medio combinato l/100km 3,6 / 5,5 (secondo versioni) EMISSIONI DI BIOSSIDO DI CARBONIO CO2 (DIRETTIVA CE) CO2 (ciclo medio combinato) g/km 95 / 126 (secondo versioni)

FRENI

Anteriori a disco autoventilanti Posteriori a disco ABS + EBD di serie

RUOTE

Cerchi In acciaio da 15” e in lega leggera da 16” e 17” (secondo versioni) Pneumatici 195/65R15 - 205/55R16 - 225/45R17 (secondo versioni)

SOSPENSIONI

Anteriori indipendendenti Mc Pherson Posteriori Multi-Link


A bordo si può scegliere tra il sistema audio con schermo touch LCD da 5 pollici con retro-camera integrata, connessione Bluetooth e la funzione My Music oppure, fra gli optional, il navigatore touch screen di ultima generazione da 8 pollici. Scegliendo questa seconda opzione, il guidatore potrà utilizzare il proprio smartphonesia sfruttando Apple CarPlay che Android Auto. Entrambi i dispositivi consentono infatti di collegare il proprio cellulare per istruire e controllare le funzioni musicali, telefoniche o di navigazione direttamente sullo schermo. La connettività seamless permette a tutti gli occupanti di rimanere sempre connessi

#ca


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Opel Karl Rocks

L’importa


Prende il nome da uno dei fondatori della Opel e rappresenta indubbiamente un modo molto originale di declinare il tema “city carâ€?. La maggiore distanza dal suolo e un robusto design esterno conferiscono a questa versione della piccola tedesca una personalitĂ ben definita

anza di chiamarsi Carlo


l’importanza di chiamarsi Carlo

A

noi italiani suonerebbe certamente un po’ ridicolo guidare un’auto che si chiama Carlo. Intendiamoci, molte vetture che hanno fatto la storia dell’auto italiana avevano (e hanno) nomi di persone, ma si tratta perlopiù di fascinosi nomi di donna per automobili che volevano essere affascinanti. Flavia, Fulvia, Giulietta e Giulia sono gli esempi che vengono subito alla mente. Altrettanto indimentacabile è la Ferrari Dino, il cui nome ricordava il filgio scomparso del Commendatore. Dalla pragmatica mittel-europa arriva invece un piccolo SUV di nome Carlo (che essendo piccolo dovrebbe essere Carletto) e cognome Rocks.

Cerchiamo di capire perché. Her Adam Opel ebbe tre figli: Wilhelm, Fritz e Karl appunto. Nato il 31 agosto del 1869, assieme ai fratelli Karl iniziò a produrre automobile a Russelsheim nel 1899. Più tardi il giovane Opel ebbe il desiderio (e ci riuscì) di cambiare il suo nome da Karl a Carl, che era considerate più elegante e gentile. Anni dopo, quando nel gennaio del 1918 il Gran Duca Ernst Ludwig concesse i titoli nobiliari alla famiglia Ope, Karl/Carl Opel divenne infine Carl von Opel. Con un balzo di oltre cinquant’anni c’è da poi segnalare che un pro-pro-pro-pro nipote di Adam von Opel portò il Casato sino in Formula 1, peraltro senza molta fortuna. Nato in Liechtenstein, Rikki Von Opel debuttò nelle corse nel 1970, ma siccome pare che in casa non vedessero la cosa di buon occhio (gareggiava con una Formula Ford...) il giovane Rikki si iscriveva alle corse con lo pseudonimo di Antonio Branco. Dopo un altro paio di stagioni in Formula approdò nel “73 in Formula 1 con una Ensign (poche gare senza Gloria) e l’anno dopo ci riprovò con una Brabham, con i medesimi passim risultati. Tornando alla piccola Karl Rocks annotiamo pertanto che il nome è un ulteriore omaggio ai “padre fondatori” della Casa... però... in realtà, stando a quanto riportato dagli archivi della parrocchia Protestante di Hesse e Nassau, il nome scelto da papà Adam fu Georg Adolph Karl, ma ben presto tutti presero a chiamare il giovinetto semplicemente Karl. Pertanto, escludendo Adolph (per evidenti motivi...) a quando la Opel Georg?



l’importanza di chiamarsi Carlo

C’è da ricordare che Karl Rocks (lunga 3,75 metri) è anche pratica quanto Opel Karl. Le 5 porte permettono di accedere facilmente ai sedili anteriori e a quelli posteriori mentre i 5 posti rendono questa citycar adatta anche alle famiglie. In caso di bisogno i sedili posteriori, abbattibili asimmetricamente di serie (40/60), possono essere completamente ripiegati, consentendo a Karl Rocks di avere un volume di carico totale di ben 1.013 litri fino al tetto


Con un aspetto accattivante e motorizzazioni azzeccate, la Karl Rocks si rivolge a chi cerca una vettura da città, piccola e maneggevole, ma ama anche la guida brillante e non vuole rinunciare a un design originale, quasi da fuoristrada: un vero mini-SUV-urbano. Le versione che abbiamo avuto modo di testare a lungo, sia in città che su strade extraurbane, era spinta da un motore da un litro, tre cilindri, con alimentazione benzina/GPL, in grado di garantire 75 cavalli e consumi (nel ciclo misto) di 4,7 litri (benzina) o 5,9 litri (GPL). Chi ne gioisce è senz’altro il portafoglio, ma la piccola tedesca è anche capace di prestazioni di tutto rispetto, che ci hanno piacevolmente sorpreso. Tralasciando i 170 chilometri orari di velocità massima (praticamente impossibili nella realtà quotidiana) restano comunque un comportamento sincero, accelerazione e ripresa inaspettate. Tutto ciò rende la Karl Rocks anche divertente, oltre che agile nel traffico cittadino, com’è più logico aspettarsi. Qualche pecca la troviamo all’interno, dove il gusto italiano avrebbe desiderato un po’ più di “calore” negli allestimenti, magari con qualche gioco cromatico più accattivante e una maggiore cura in alcune rifiniture. Colpiscono invece i sedili con un’inedito tessuto “Favo”, disponibile in esclusiva su questa auto. Nel complesso comunque la piccola è promossa senza affanni. Karl Rocks certamente unisce un aspetto originale a contenuti assai apprezzabili e al volante non delude.


l’importanza di chiamarsi Carlo

Il carattere fuoristradistico della vettura è ulteriormente sottolineato dall’aumento di 18mm della distanza dal suolo, chetra l’altro assicura una migliore visibilità nel traffico urbano. La maggiore distanza dal suolo porta altri vantaggi: Karl Rocks offre una migliorata facilità di entrate/uscita e può avventurarsi anche al di fuori delle strade asfaltate, affrontando fondi stradali irregolari


Il design differenzia Karl Rocks dalla maggior parte dei concorrenti del segmento A. Le barre portatutto sul tetto, i robusti paraurti anteriori e posteriori con protezioni sottoscocca (e fendinebbia anteriore), le modanature anteriori e posteriori dei passaruota e gli originali cerchi in lega bi-color da 15 pollici si fondono alla perfezione con la lama che sale verso il posteriore. Insieme alla linea del tetto inclinata, la carrozzeria risulta sportiva, originale e “robusta”. Da sottolineare che Karl Rocks è stata recentemente votata dai lettori di auto motor und sport “autonis – best design novelty 2017”, cioè la migliore novità del design 2017” nella categoria “citycar”, con il 22,2 per cento dei voti


l’importanza di chiamarsi Carlo

La Rocks è dotata di tutte le funzioni di sicurezza e comfort disponibili sulla Karl base. La modalità city riduce la resistenza dello sterzo premendo un tasto (a partire dall’allestimento Joy), facilitando notevolmente le manovre nel traffico urbano. E’ disponibile anche l’assistente al parcheggio Park Assist, in grado di aiutare in fase di manovra segnalando la presenza di eventuali ostacoli con un allerta acustico quando la vettura si muove in retromarcia. Il cruise control con limitatore di velocità risulta poi estremamente utile nel complesso traffico urbano e nelle zone residenziali con limite a 30 km/h.


Con il sistema di infotainment R 4.0 IntelliLink Opel, è possibile utilizzare il telefono premendo un pulsante (con i sistemi entry level), o con lo schermo touch, i comandi al volante e il riconoscimento vocale. Accanto ai vantaggi del sistema R 4.0 IntelliLink (schermo touch da sette pollici, connettività Bluetooth e compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto) il sistema Navi 4.0 IntelliLink comprende il navigatore integrato con le carte dei paesi europei visualizzate in 2D o 3D e indicazioni dinamiche dell’itinerario grazie al TMC. Grazie a menu snelli e chiari, il sistema Navi 4.0 IntelliLink è estremamente intuitivo e rende Opel Karl Rocks tra le city-car meglio connesse sul mercato


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caratteristiche tecniche prinicipali

MOTORE

• 3 Cilindri

• Cilindrata (cm3) 999

• Rapporto di compressione 10,5 : 1

• Potenza max kW (CV) / rpm 54 (73) / 6500

• Coppia massima (Nm / rpm) 92 / 4.400

PRESTAZIONI

• Accelerazione 0-100 km/h 14,9 secondi

• Velocità massima (km/h) 170

• Ripresa 80-120 km/h 23,9 secondi

CONSUMI

• Consumi ciclo extra-urbano (l/100 km) 5,2 (GPL) - 4,1 (Benz)

• Consumi ciclo urbano (l/100 km) 7,1 (GPL) 5,8 (Benz)

• Consumi ciclo misto (l/100km) 5,9 (GPL) 4,7(Benz)

• Emissioni CO2 ciclo combinato (g/km) 95 (GPL) 108(Benz)

• Classe emissioni: Euro 6

DIMENSIONI ESTERNE

• Passo 2385 mm

• Lunghezza 3675 mm

• Altezza 1485 mm

• Larghezza con retrovisori aperti/chiusi 1876/1595 mm

• Capacità Serbatoio 32 lt.

prezzi chiavi in mano

5 porte 1.0 75cv MT5 - Euro 13.070,00

5 porte 1.0 75cv Start&Stop MT5 - Euro 13.370,00

5 porte 1.0 75cv MTA - Euro 13.670,00

5 porte 1.0 73cv GPL MT5 - Euro 14.570,00

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cheleggenda

Grande successo per l’edizione 2017

PADOVA CAPUT MUNDI


Auto e Moto d’Epoca di Padova è ormai tra le più importanti manifestazioni “vintage” del mondo e quest’anno ha raccolto oltre 115.000 visitatori, tra cui tantissimi stranieri provenienti da tutto il mondo. Premiata la scelta di affiancare presente, passato e futuro raccogliendo in un unico sguardo l’evoluzione dell’auto


padova caput mundi

Come Nello stand Volvo erano visibili PV 544 (con cui i fratelli indiani Joginder e Jaswant Singh vinsero nel 1965 il Rally Safari in Kenya) e la PV 444 del 1944

Inconsueta questa Triumph TR3 in allestimento “24 Ore di Le Mans”

da previsione il pubblico è cresciuto, superando quota 115.000 visitatori e “l’edizione migliore di sempre” era il commento che risuonava nei padiglioni della fiera, con grande soddisfazione di commercianti, collezionisti, case automobilistiche, pubblico e, ovviamente, degli organizzatori. Molto contente le case automobilistiche presenti e grande soddisfazione anche da parte dei responsabili di Bonhams, la prestigiosa casa d’aste inglese tornata in Italia dopo più di 35 anni per un’asta (che ha totalizzato 3.000.000 di Euro) che ha visto brillare la stella della Mercedes 300 SL Roadster del 1957 venduta a 897.000. “Abbiamo avuto degli ottimi risultati e siamo molto contenti della nostra prima partecipazione a Padova per Auto Moto d’Epoca” – ha dichiarato Gregor Wenner, organizzatore di Bonhams – L’asta ha ottenuto una partecipazione straordinaria e la quotazione raggiunta dalla bellissima 300 SL dimostra che il mercato italiano del collezionismo di auto rimane davvero molto forte”. Soddisfazione anche da parte dei commercianti. Volano in alto le automobili sopra i 100.000 euro, una testimonianza della qualità dei collezionisti e compratori presenti ad Auto Moto Epoca e provenienti da tutto il mondo. Trend positivo anche per le auto tra i 5.000 e i 20.000 euro che confermano l’interesse soprattutto da parte dei giovani, sempre più interessati al mercato. Una fascia che interessa molto esperti e collezionisti e su cui hanno puntato molto gli organizzatori di Auto Moto Epoca con il progetto MyFirstClassic. Un progetto pilota su cui ha puntato gli occhi


Pezzo rarissimo, arrivato direttamente dal Museo Audi, è la Auto Union tipo D condotta a grandi successi da Tazio Nuvolari


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La March Ford 701 Formula 1 del 1970 guidata a suo tempo dall’asso svedese Ronnie Peterson

anche la FIVA, la Federazione Internazionale che si è unita alla Fiera per il Forum annuale e che ha accolto come suo nuovo membro Intermeeting, la società organizzatricedi Auto e Moto d’Epoca: “Il Forum ha avuto come focus principale le nuove generazioni e la loro partecipazione ed interesse sulla scena delle auto classiche – ha dichiarato il Presidente di FIVA Patrick Rollet – insieme al progetto MyFirstClassic e all’Hackathon organizzato con l’Università di Padova. La FIVA è molto lieta di accogliere Intermeeting come nuovo Membro a supporto della nostra missione di proteggere, preservare e promuovere il patrimonio mondiale dell’auto”. Infine ACI e ACI Storico, che si sono confermati sempre più partner strategici della Fiera padovana. L’emozionante mostra “Monza Experience” dedicata all’evoluzione della Formula1 (e gli oltre 30 appuntamenti di confronto) hanno ribadito che la passione è ancora il vero motore delle automobili.

Sullo stand Porsche erano presenti la potente GT1 del 1997 oltre a due 911, una ST del 1972 ed una 2,7 del 1974

“Il risultato di questa edizione ci rende molto felici e premia gli sforzi fatti insieme a Geo (Fiera di Padova) per creare una fiera unica in Europa – ha dichiarato in chiusura Mario Baccaglini, organizzatore di Auto Moto d’Epoca – quest’anno abbiamo riunito le auto più belle del passato, del presente e del futuro. A Padova e solo a Padova si possono vedere le auto che fanno felici tutti, dai giovani agli appassionati più esigenti. Tutti hanno visto come la fiera sia cresciuta come qualità delle auto e bellezza degli allestimenti”. E quindi tutti già con il pensiero alla prossima edizione: l’appuntamento a padova sarà dal 25 al 28 ottobre 2018.


L’inconfondibile silhouette della Mercedes 300 SL “Ali di Gabbiano”, vera icona degli anni “60


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La Tecno Formula 1 12 cilindri “boxer” condotta in pista, tra gli altri, da Derek Bell agli inizi degli anni “70


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Roberto Giolito, gran capo della divisione Heritage di FCA: “Qui sembra nascere l’auto del futuro, o La splendida Fiat 525 SS del 1929, esposta a Padova dalla divisone Heritage di FCA

meglio, quell’idea di veicoli e mobilità che rimane impressa nella retina e nella mente, attraversando le epoche e le invenzioni. Ma è soprattutto dal dialogo scaturito nelle sale della Fiera di Padova, che quest’anno si è manifestata con chiarezza l’idea di un futuro positivo per l’automobile, senza “rottamazioni” culturali o ideologie avventate, ma grazie alle idee messe a disposizione dagli esperti e gli operatori da una parte, e dai giovani studenti e i loro progetti basati su condivisione e

La Lancia Flaminia Sport Zagato 3C del 1961 è stata tra le “star” dell’asta organizzata dalla britannica Bonhams

passione, dall’altra”



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La bella A6 1500, progettata nel 1941, fu la prima Maserati stradale a vedere la luce

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chestoria


QUANDO IL GIOCO SI FA DURO

La neonata Militem parte da vetture americane ma la personalizzazione passa attraverso un gusto e una cura dei dettagli al 100% italiani. Al momento sono in produzione tre versioni della Wrangler ed una del pick up RAM


quando il gioco si fa duro

Il brand nasce da un’idea di Hermes Cavarzan (imprenditore nel settore automotive da oltre 35 anni) e mira ad essere un marchio premium. Il Gruppo Cavauto è nato nel 1980 ed è poi diventato concessionario, distributore e importatore di diversi marchi. Tra l’altro la passione per le auto americane ha spinto Cavarzan ad iniziare nel 2003 l’importazione degli Hummer. Da qui prese vita Cavauto American Division, che si è focalizzata sull’importazione e la distribuzione di marchi americani

Militem

è a tutti gli effetti un nuovo brand che si affaccia sul mercato. E’ un marchio registrato italiano, che lavora solo su veicoli americani, ed è dedito alla progettazione di vetture in piccola serie o addirittura in pezzi unici, totalmente personalizzati in accordo con il cliente. Assemblate esclusivamente con componentistica “Made in USA”, le automobili Militem nascono con una maniacale dedizione al particolare, con quella cura, artigianalità e gusto che hanno decretato il successo del nostro Paese nella moda, nel design, nell’arte e in molti altri settori, dove s’impongono cultura, genialità e laboriosità. Si tratta quindi di un marchio al 110% italiano, anche se come base utilizza vetture americane, tant’è vero che questi veicoli sono omologati come Militem. Partiamo dal logo, che trasuda il DNA Militem. La “M” incastonata nella stella, icona statunitense, ben rappresenta il connubio tra la creatività italiana e la tecnologia automobilistica sviluppata negli Stati Uniti. L’origine del nome Militem parte da lontano, dal latino. Militem vuole essere la



quando il gioco si fa duro



quando il gioco si fa duro

rappresentazione di quel condottiero che si sente forte e a proprio agio in sella al suo cavallo ed esprime valori di nobiltà, lealtà, coraggio e generosità.

MILITEM ha inaugurato presso lo show room di Monza, il primo corner istituzionale del proprio brand. Si tratta di un’area personalizzata che andrà a caratterizzare tutti i punti vendita che costituiranno la rete italiana ed europea in via di sviluppo. Materiali raffinati, legni, pelli, creano un’atmosfera accogliente, che ricorda i lodge di Aspen, i Bodega Bay come pure e i loft newyorkesi. Alle pareti le tele in tiratura limitata e in vari colori con il logo Militem, nell’interpretazione di Antonella Maria Trapasso, nome d’arte Thula, artista nota per la ricerca pittorica in campo astratto e per l’utilizzo di materiali innovativi e inusuali.

Militem produce automobili “uniche” realizzate su misura ed è quindi sinonimo di esclusività, fatta di materiali pregiati e di certosina attenzione. Patrimonio di quei “maestri carrozzieri” che in passato hanno creato capolavori entrati nella storia dell’automobilismo ai quali il team Militem composto da ingegneri, tecnici e artigiani si ispira chiaramente, quando mette mano vetture d’oltreoceano. Si tratta di un processo completo di definizione del prodotto ed di engineering, che porta a modificare diverse caratteristiche del veicolo standard, per poi arrivare a definire l’automobile che entrarà a far parte della gamma Militem. Tutte le creazioni Militem mantengono l’impostazione meccanica in comune con i veicoli di serie, ma sono studiati per migliorare l’esperienza di guida, evolvendo il veicolo di base nell’affidabilità e nella sicurezza. Inoltre grazie la scelta di esclusivi materiali pregiati, alla cura e alla decennale esperienza, i maestri artigiani di Militem ridisegnano gli interni con stile ed eleganza senza perdere in comfort. Si tenga poi presente che Militem realizza i suoi modelli in piccola serie ne



quando il gioco si fa duro



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cosnegue che il cliente potrà arricchire ulteriormente il suo esemplare con numerosi optional. Seguendo questi presupposti sono stati già lanciati Militem Wrangler JI, JII e JIII (con prezzi tra 46mila e 67mila Euro) e il Militem Ram 1500 RX, con prezzi oscillanti tra 76mila e 80mila Euro.

Un’altra interessante proposta del mondo Cavauto è il cosiddetto “restmod” e cioè la possibilità di allestire una tecnologia moderna all’interno di una carrozzeria di altri tempi. Ne possono scaturire vetture splendide come questa Chevrolet Nova 1970, che sotto una carrozzeria perfettamente restaurata monta motore, cambio, trasmissione, sospensioni, elettronica e interni di ultima generazione

MILITEM risponde quindi alla richiesta del mercato di avere prodotti che siano unici, funzionali e desiderabili e che però non manchino però in prestazioni. «Coloro che scelgono prodotti così particolari, desiderano sempre più vivere e vedere i loro mezzi in modo non troppo convenzionale - sottolinea Hermes Cavarzan, fondatore del marchio Militem e ad di Gruppo Cavauto - Il nostro compito è creare e assicurare valore a specifici desideri, rispondendo in modo tecnico, qualitativo e creativo a un’esigenza del mercato, rispettando sempre e comunque le vigenti norme di omologazione europea». Militem (con show room a Monza e proprio laboratorio a Erba, in provincia di Como) viene distribuito per l’Italia da Cavauto American Division, la branca aziendale di Gruppo Cavauto, che da moltissimi anni commercializza automobili prodotte negli Stati Uniti. Attualmente è in fase di definizione lo sviluppo di un network di dealer specializzati, prima in Italia e successivamente in Europa.


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