#cheauto! Luglio 2017

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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

16

Luglio 2017

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LA GRANDE CAVALCATA FERRARI

Suzuki Vitara S: vi sorprenderà A Parigi con la Citroën E-MEHARI Range Rover: passaggio a Nord Ovest


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

16

Luglio 2017

checosac’è #chedire? 5

• Una Roma elettrizzante

#chefoto 6 #cheroba 18 • La grande cavalcata • Passaggio a Nord Ovest

#chemacchina 46 • Suzuki Vitara S - VIDEO

#chebella 62 • McLaren 570S: niente compromessi

#checorse 74 • Causa & Effetto • Le Mans: per chi suona la campana? - VIDEO

#cheleggenda 98 • 47 elettrico - VIDEO • Lucy e la Jaguar del nonno

#chestoria 108 • Paris! - VIDEO • La scossa Volvo

Foto copertina: @ Ferrari


Fotografia Dean Treml - Red Bull Content Pool



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chedire

UNA ROMA ELETTRIZZANTE di Vittorio Gargiulo

In

questi ultimi mesi non passa giorno, addirittura ora, senza che molte Case automobilistiche diano notizia di iniziative, lanci e progetti a tema “elettrico”. Citroën invita i turisti a visitare Parigi con delle Mehari elettriche? Bene, Volvo risponde e annuncia che tra qualche anno la produzione sarà totalmente dedicata a vetture con propulsione ibrida e elettrica (parliamo di queste due iniziative nei servizi in chiusura di giornale). Verrebbe da dire che viviamo un periodo davvero “elettrizzante”. Nelle scorse settimane poi, si è concretizzata la candidatura di Roma ad ospitare una gara della Formula E nel 2018. Avverrà sabato 14 aprile e sarà la primissima occasione per vedere all’opera queste silenziose monoposto (prodotte dall’italiana Dallara) che da FRONT PAGE tre anni sono protagoniste di una serie mondiale fortemente spinta dalla FIA di Jean Todt. Anni fa Roma fu anche candidata ad ospitare un Gran Premio di Formula 1; il promoter Maurizio Flammini investi molte risorse e molto tempo nel progetto, poi naufragato più per gelosie italiche che per altri motivi. La Formula 1 avrebbe dovuto correre su un tracciato (per la verità molto invasivo e con altissimi costi di realizzazione) ricavato nel quartiere EUR, lo stessa zona che ospiterà la

gara di Formula E. In verità il progetto del circuito “elettrico” è molto più abbordabile, meno invasivo e più sopportabile per quartiere e abitanti, ma resta la perplessità di un ingente investimento per un evento che avrà durata di un solo giorno. La sindaca Raggi e i suoi infatti si affannano a dire che alla città l’evento non costerà nulla… ma non è vero. Anche ammesso che non ci siano investimenti pubblici cash (il che è tutto da verificare) ci sarà comunque da far fronte ad una serie di interventi e adempimenti in capo all’Amministrazione o alla società EUR spa, che sta alla base del progetto. Molte strutture pubbliche dovranno dedicare tempo e lavoro all’evento e alla sua logistica: pensiamo ad esempio ai trasporti, alle deviazioni della circolazione, ecc. Nulla costa nulla, c’è poco da fare. Però l’evento va sostenuto: Roma non può tirarsi sempre indietro. E poi è una manifestazione interessante, con mille sfaccettature, e per la capitale rappresenterà una imperdibile occasione per accendere nuovi riflettori sul tema della mobilità sostenibile… e capire quanto è indietro rispetto a tutte le altre metropoli europee.


chefoto


“La Leggenda di Bassano” è una gara di regolarità riservata esclusivamente a vetture “sport barchetta” costruite fino al 1960 che si svolge a fine giugno sulle più belle strade delle Dolomiti


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FRONT PAGE

Prima di arrivare dai concessionari verso fine anno, la nuova KIA Stinger sta affrontando una severa serie di test, tra cui i 480 giri del Nurburgring (pari a circa 10.000 chilometri), che ogni prototipo sta affrontando in questa torrida estate


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Prove impegnative anche per la nuova sportiva di casa Renault. La MĂŠgane R.S. (che presenta la raffinata soluzione delle quattro ruote sterzanti) ha recentemente superato i durissimi test al freddo estremo di Kiruna, in Svezia Fotografia Yannick Brossard


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Peugeot ha recentemente presentato la nuova “arma” per i grandi Rally Raid. La 3008 DKR Maxi presenta sensibili miglioramenti alle sospensioni e dopo un’intensa stagione di test “segreti” (qui è nelle mani di Cyril Despres) ha debuttato in questo mese al Silk Way Rally Fotografia Flavien Duhamel - Red Bull Content Pool


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Una splendida immagine di una “vecchia” Mercedes Formula 1 anteguerra, sul magico percorso del Goodwood Festival of Spedd. Si tratta di un vero festival mondiale della velocità, capace di riunire in un week end inglese il meglio della storia e dell’attualità della produzione automobilistica sportiva


chefoto 60 anni sono un traguardo importante: buon compleanno 500! Il 4 luglio 1957 vedeva la luce la prima Fiat 500, la vetturetta che motorizzò l’Italia intera Fotografia 500 Club Italia

#ca



cheroba

Fotografie Š Ferrari


La grande cavalcata

È andata in scena in Puglia, dal 21 al 25 giugno, la sesta edizione della Ferrari Cavalcade, uno “spettacolo in viaggio” offerto da oltre cento Ferrari provenienti da tutto il mondo e… quest’anno erano rappresentati tutti i cinque continenti!


la grande cavalcata

Si

sente spesso affermare che la Ferrari è un’eccellenza italiana, un frutto magico del lavoro e dell’ingegno italico. Così come spesso si sente dire che il Bel Paese attira moltitudini di turisti stranieri per la spettacolarità del paesaggio, l’unicità delle città d’arte, la stupefacente gastronomia, ecc. ecc. Tutto vero, nessun dubbio… e allora cosa può esserci di meglio per promuovere la Penisola che un clamoroso abbinamento tra Ferrrari e bellezza italica? Detto fatto, ecco a voi la Ferrari Cavalcade. Riservata ai clienti e collezionisti più fedeli, la Ferrari Cavalcade permette loro di scoprire ogni anno i più bei paesaggi d’Italia e di condividere con i fans del Cavallino Rampante quel sentimento e quell’eccitazione indescrivibili che solo le vetture made in Maranello sanno scatenare. Quest’anno poi la Cavalcade è stato anche una specialissimo modo per festeggiare la Ferrari, che nel 2017 compie 70 anni, e per far scoprire alla sua clientela internazionale lo scrigno di bellezza, tradizione e cultura di un nuovo territorio. Infatti, dopo aver toccato nelle precedenti edizioni luoghi unici del Veneto, dell’Emilia Romagna, della Toscana, del Lazio e della Sicilia, dal 21 al 25 giugno è toccato alla stata la Puglia a offrire emozioni mozzafiato. Ferrari Cavalcade ha fatto base a Borgo Egnazia, nelle campagne di Savelletri al confine tra le provincie di Brindisi e di Bari. Da lì i partecipanti, a bordo delle loro Ferrari, hanno percorso alcune delle più spettacolari



la grande cavalcata



la grande cavalcata

Ferrari grande protagonista al Goodwood Festival of Speed dove è stata celebrata in modo particolare in occasione dei 70 anni dalla fondazione. Settanta vetture iconiche tra le più vincenti della storia hanno entusiasmato gli spettatori sfilando in parata sulla celebre salita inglese e sono poi state schierate sul prato della Goodwood House creando così uno spettacolare momento Ferrari. La parata è stata aperta dalla prima vettura costruita dalla Ferrari, la 125 S del 1947, e da LaFerrari Aperta, la serie speciale limitata che è l’auto più rappresentativa delle celebrazioni del Cavallino Rampante

strade panoramiche, attraverso borghi e città d’arte. Un programma all’insegna del fascino mediterraneo e del divertimento di guida, specialmente in alcune occasioni ideate per liberare le prestazioni delle vetture in tutto il loro potenziale. La prima giornata ha visto protagonista Matera, la città della Basilicata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e Capitale Europea della Cultura per il 2019. E dopo aver nutrito lo spirito… un adrenalinico test di accelerazione ha coinvolto poi i clienti presso la base dell’Aereonautica Militare di Gioia del Colle. Castel del Monte,Trani e Bari vecchia sono state le mete d’arte e di storia del secondo giorno, che ha fatto tappa anche all’Autodromo del Levante (Binetto), dove le Ferrari si sono sfidate in prove di abilità su pista. Il weekend è poi iniziato con una capatina a Santa Cesarea e a Lecce, mentre domenica la Cavalcade ha attraversato la Valle dei Trulli, con sosta ad Alberobello, per terminare con una cena di gala a Polignano a Mare. Interessante verificare la lista dei partecipanti, con un lungo elenco di oltre trenta Paesi di provenienza. La grande maggioranza dei modelli iscritti erano ovviamente Ferrari di recente produzione: dalla GTC4Lusso alla F12tdf, dalla California T alla 488 Spider, ma fra i gioielli partecipanti meritano una menzione anche alcune serie speciali limitate come la F40, la F50 e la Enzo. Presente anche LaFerrari Aperta, vera auto simbolo del 70° anniversario di Ferrari.



la grande cavalcata



la grande cavalcata


Sono aperte fino al 28 luglio le iscrizioni ai corsi della Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER), l’associazione voluta dalla Regione che vede protagoniste le università di Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara e Parma e le case motoristiche del territorio che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy e tra cui ovviamente c’è la Ferrari. Tutti i corsi prevedono lo svolgimento di lezioni e attività in ateneo ma anche un intenso programma di lavoro da svolgere in azienda, nei laboratori e nelle aree di progettazione delle Case più prestigiose del territorio, come appunto la Ferrari. Il bando è aperto a 150 talenti provenienti da tutto il mondo. Questo il link al quale registrarsi: http://www.international. unimore.it/bandilan.html

#ca


cheroba


Range Rover e Magnum Photos ancora assieme alla ricerca dei paesaggi più belli del pianeta

PASSAGGIO A NORD OVEST

Durante lo scorso mese di giugno il fotografo Michael Christopher Brown ha guidato una Range Rover attraverso l’Oregon e lo stato di Washington, per offrirci alcuni dei più spettacolari paesaggi nel nord-ovest degli Stati Uniti


passaggio a nord ovest

Sessant’ Seattle, capitale dello stato di Washington

anni dopo che il fondatore dell’agenzia Magnum Photos guidò una Land Rover per 13.000 chilometri attraverso il deserto del Sahara, i due marchi si sono ritrovati per offrirci una serie di spettacolari reportage, ribatezzati “Ultimate Vistas”. Dopo il viaggio in Norvegia, protagonista del servizio che #cheauto! ha pubblicato in gennaio, questa volta una Range Rover ha portato l’obiettivo del fotografo a scoprire alcuni dei più interessanti angoli del nordovest degli States, in Oregon e nello stato di Washington. Il viaggio di Brown è inziato da Portland in Oregon. Al volante della loro Range Rover



passaggio a nord ovest

Samish Bay (questa foto è stata scattata lungo la Chuckanut Drive), tra le valli di Skagit e Bellingham, nello stato di Washington. La baia è famosa per le ostriche, che si possono gustare praticamente ovunque



passaggio a nord ovest

Magnum Photos (che è una cooperativa di proprietà degli stessi fotografi che ne sono membri) festaggia quest’anno il proprio settantesimo compleanno. Per 70 anni Magnum Photos ha saputo proporre uno stile che è un perfetto mix tra giornalismo, arte e racconto, mettendo i propri lavori di altissima qualità a dispsizione di editori, associazioni culturali, asociazioni benefice, aziende e istituzioni

(5 litri V8 Turbo), il fotografo e il suo staff sono andati alla ricerca degli angoli più remoti del nord ovest, scalando vulcani innevati, attraversando dune di sabbia e arrampicandosi su difficili sentieri rocciosi… il tutto per trovare punti di vista inediti, all’altezza del titolo del reportage “Ultimate Vistas”. Lascato l’Oregon, il primo appuntamento è stato con il vulcano St. Helens, che circa 40 anni or sono fu protagonista di una tremenda eruzione, capace di fare ben 57 vittime e distruggere centinaia di chilometri quadrati di foresta. Ora il vulcano è “dormiente” da 10 anni ma è tuttora classificato come “attivo”. Dolo il St. Helens è stata la volta degli impegnativi monti Rainer e Baker, per poi giungere a Seattle, dove Brown e il suo staff hanno sostato per qualche giorno prima di avventurarsi


La Strawberry Hill (letteralmente collina delle fragole) lungo la Skagit Valley


passaggio a nord ovest


Non è inconsueto incontrare cavalieri lungo la Del Ray Beach, che si affaccia sull’Oceano Pacifico in Oregon


passaggio a nord ovest

Il Wahpenayo Peak, all’interno del Parco Nazionale di Mount Rainier, nello stato di Washington

lungo la costa del Pacifico, dove li attendeva il traghetto per le isole San Juan, pressoché disabitate e decisamente selvagge. I reportage di Michael Christopher Brown sono stati spesso pubblicati dal New York Times Magazine e da National Geographic e la sua abilità nel catturare splendide immagini con un semplice smart phone lo ha recentemente fatto divenire uno dei maggiori protagonisti delle piattaforme “social” del New York Times e di Time. Viaggiatore instancabile e avido di nuove emozioni, Brown ha prodotto indimenticabili reportage in Libia e in Congo e nel 2015 è stato il primo fotografo americano ad avventurarsi a Cuba, dopo la normalizzazione delle relazioni tra gli USA e la repubblica caraibica.


Da questo punto di Cap Sante si domina la baia di Fidalgo. Siamo ad Anacortes, a due ore da Seattle, nello stato di Washington


passaggio a nord ovest

Dopo aver letteralmente “inventato” il segmento dei SUV di lusso circa mezzo secolo fa (il modello Classic è nato infatti nel 1970), Range Rover si è evoluto attraversato quattro generazioni e ha saputo raggiungere l’invidiabile primate di oltre un milione di auto vendute, fatto capace di piazzarlo al vertice della famiglia Land Rover



passaggio a nord ovest

“Guido spesso fuoristrada – ha dichiarato Brown – per usare la mia mountain bike o fare snow boarding: avere tra le mani una’automobile che ti da fiducia su tutti i tipi di strade e di fondo è un condizione chiave e per tutto ciò la Range Rover è una sicurezza. Pianifico sempre le mie fotografie.. ma spesso le immagini più belle arrivano proprio mentre vai o torni dal set che hai programmato: mentre stai lavorando o viaggiando, ti fermi un momento, ti guardi attorno e scopri incredibili sorprese!”


#ca


chemacchina

SUZUKI VITARA S

S O C T I A V T O E I LARE V


Lo stile distintivo di Vitara trova una inedita ed emozionante interpretazione con la nuova versione S. Considerevoli le performance del motore 1.4 BOOSTERJET S&S turbo a iniezione diretta da 140 cv, ottime le finiture dallo spiccato accento sportivo, ineccepibile l’allestimento. Vitara S è come sempre equipaggiata con la trazione 4x4 ALLGRIP capace di scaricare a terra la potenza in ogni condizione di utilizzo


vietato scivolare


Negli

stessi giorni in cui (siamo nei primi mesi del 1988) Suzuki presentò la prima serie della Vitara, a Bolzano un batuffolo biondo di nome Carolina compiva un anno di vita. Molti anni dopo, nel 2001, arrivò sul palcoscenico mondiale la Grand Vitara XL (che alle doti che avevano decretato il successo di Vitara aggiungeva spazio per ben sette passeggeri) e la nostra Carolina, che nel frattempo stava per compiere 14 anni, conquistava il suo primo trofeo internazionale… e un paio di anni dopo, nel 2003, fece sua la medaglia di bronzo ai Mondiali Juniores. Da li in avanti Carolina, che di cognome fa Kostner, non si ferma più. I suoi sono pattini magici, che la proiettano tra le grandissime atlete della storia degli sport sul ghiaccio: Campionessa Mondiale 2012, medagliata altre cinque volte ai Campionati del Mondo, vincitrice della medaglia di bronzo alle Olimpiadi invernali di Soci 2014, cinque volte Campionessa Europea, trionfatrice nel Grand Prix di pattinaggio di figura 2011. E poi otto volte campionessa italiana, senza dimenticare infine che Kostner ha saputo detenere il primo posto del ranking mondiale nelle stagioni 2010-2011 e 2011-2012. Oggi Carolina Kostner è pronta a iniziare la marcia di avvicinamento a quella che potrebbe essere la sfida più importante della sua carriera, le Olimpiadi Invernali 2018 di Pyeongchang, in Corea del Sud.

A un’età i cui nessuna altra pattinatrice ha mai osato accettare una sfida Olimpica Carolina non si tira indietro, non si accontenta di un palmares incredibile e, anzi, rilancia. C’è molto in comune tra Carolina e la Vitara, c’è un approccio alle sfide molto simile… e qui entra in ballo il nel concetto “Kaizen”, un termine molto amato dai giapponesi, che significa miglioramento e crescita continua. La dedizione assoluta, la meticolosità e la costanza con cui Carolina Kostner si prepara alle competizioni in fondo sono le stesse utilizzate dai tecnici Suzuki per progettare e sviluppare modelli di raffinata tecnologia. Fin dall’esordio sul mercato della prima generazione nel 1988, Vitara ha consegnato al mercato uno stile unico, riuscita amalgama di dimensioni compatte (pensate per l’impiego cittadino) ed elevate prestazioni su strada e nei percorsi off-road. Caratteristiche ribadite con il successo della seconda e terza generazione del 1998 e 2005. La gamma VITARA si è evoluta negli anni, lasciando però inalterati i concetti originari di un’auto capace di adattarsi a molteplici utilizzi e alle più differenti situazioni di guida. Il cammino di Carolina Kostner e di Suzuki Vitara è stato per molto tempo parallelo, scandito non solo da un calendario comune ma da una messe di successi e dalla comune capacità di domare il terreno. Ghiaccio per lei, le molteplici inside del fuoristrada per la Vitara.


vietato scivolare


Premessa: se cercate un SUV “ipervitaminizzato”, da utilizzare in impegnativi tour tra i locali più cool della città non pensate alla Vitara S. Se invece siete dotati di testa pensante e il vostro obiettivo è una vettura di dimensioni medie, sicura, potente quanto basta e capace di destreggiarsi in ogni situazione… allora proseguite pure la lettura. Perché la Vitara S che abbiamo avuto modo di provare (su differenti terreni e percorsi quanto mai vari) non ha difetti clamorosi… magari non strapperà “ooooh” di sorpresa e neppure lascerà a bocca aperta gli osservatori più superficiali ma è solida, sicura, funzionale, facile da guidare e non priva di una sorprendete vivacità. Insomma, tanta roba. Di fronte a questa rinnovata nipponica viene piuttosto da porsi una domanda: come sia possibile trovare chiavi di scrittura in grado di rinnovare il successo di una vettura sul mercato ormai da quasi 30 anni. Si, è possibile. E per la capirlo basta approfondire la conoscenza di questa Suzuki Vitara S. Proposta in tre varianti BiColor (bianco Artico, rosso Marrakech e grigio Londra) con tetto nero a contrasto, Vitara S prosegue il mito di Suzuki ad una generazione (umana) di distanza dal primo modello (1988) e riprende i concetti stilistici della quarta serie, con dettagli e finiture che ne accentuano un carattere dal piglio sportivo, atletico ed elegante al tempo stesso. Vitara S è offerta in un’unica ricca versione ed esprime i tratti caratteristici dei SUV


vietato scivolare

La Suzuki Grand Vitara 3.6 V6 T1 ha recentemente superato a pieni voti la difficile, impegnativa, massacrante e lunga Italian Baja, seconda tappa del Campionato Italiano Cross Country Rally. Una vera maratona tra le pietraie sulle rive dei fiumi Cosa e Tagliamento. E’ stata una competizione con un gran numero di concorrenti alla partenza, ma molti di meno all’arrivo. Una sfida contro la natura di un fondo asciutto, disseminato da buche, vere e proprie voragini da dove uscire indenni era sempre un’impresa. Terminare l’Italian Baja s’è rivelata una vera impresa e c’è chi è riuscito farlo meglio di tanti, come Lorenzo Codecà e Bruno Fedullo che si sono piazzati al secondo posto assoluto, correndo l’estenuante tre giorni friulana, con l’intento di finire senza distruggere la Grand Vitara 3.6 V6 T1


attraverso uno stile tipicamente Suzuki, con un look dalla forte personalità accentuato in questa versione “S” da dettagli importanti. La vista anteriore è caratterizzata dalla griglia frontale S-Chrome satinata a cinque elementi mentre rispetto alle altre versioni, Vitara S adotta le cornici rosse intorno ai fari anabbaglianti a LED e una finitura Black a ornamento delle luci DLR a LED, lo stesso colore ripreso anche dallo spoiler posteriore e dall’estrattore sportivo. L’immagine muscolosa è completata dai cerchi ruote in lega a 5 razze Shiny Black da 17” e dagli specchietti retrovisori con superficie esterna color argento satinato. Dal canto loro gli interni di Vitara S ricalcano l’impostazione dei modelli Vitara già conosciuti. La nuova versione beneficia però di un’ulteriore iniezione di eleganza, testimoniata dai sedili in pelle e microfibra, riscaldabili e regolabili in altezza, caratterizzati da una nuova trama sportiva ed eleganti impuntature in rosso a contrasto. Il sistema audio dispone di un display touch-screen da 7” dal funzionamento intuitivo. Una mappa di navigazione tridimensionale fornisce i punti di riferimento in maniera facile e immediata. E’ presente anche un sistema di infotainment, con tecnologia Apple CarPlay e Mirror Link che consente agli occupanti di utilizzare le applicazioni di uno smartphone iOS o Android mantenendo la concentrazione sulla guida. Il bagagliaio ha una capacità di 375 litri (VDA) con il sedile posteriore in posizione verticale. Il divano posteriore e la protezione del vano bagagli possono essere riposizionati per scopi diversi. Questa creatura Suzuki adotta il propulsore K14C (1.4 turbo benzina alimentato


vietato scivolare

Nell’allestimento YORU, l’inconfondibile design di VITARA è impreziosito da tre tinte BiColor esclusive, che abbinano il tetto grigio al Blu Capri, al Nero Dubai e al Bianco Artico. Ulteriori elementi distintivi sono la griglia anteriore della versione sportiva VITARA S e i cerchi in lega da 17” BiColor Silver-Copper. La loro finitura ramata è assolutamente unica e viene richiamata anche dalla cornice dei fari, con anabbaglianti a LED. Il colore Copper si ritrova anche in alcuni inserti della plancia, sui pannelli delle porte e sul tunnel, oltre che sulle bocchette dell’aria e sul bracciolo centrale. I sedili sono in parte rivestiti in pelle Copper, alternata alla nera e a microfibra per la parte centrale, con cuciture “a cannelloni”. La ricca dotazione della VITARA YORU si completa con specchi retrovisori riscaldabili con calotte Silver, climatizzatore automatico, navigatore con mappe 3D e lo spettacolare tetto panoramico Star View


ad iniezione diretta di carburante) capace di coniugare elevate performance con consumi e emissioni estremamente contenuti, grazie all’impiego combinato di una cilindrata ridotta e della sovralimentazione, che assicura migliori doti di coppia fin dai bassi regimi di rotazione e grande piacere di guida in ogni situazione. Inoltre l’adozione della valvola wastegate (che si chiude per creare maggiore pressione di alimentazione durante le fasi di maggiore carico restando aperta nella guida normale) permette di ridurre le perdite di pompaggio, ottenendo così elevate prestazioni ed efficienza nei consumi. Con 103kW (140 CV) di potenza e ben 220 Nm di coppia a soli 1.500 giri/min, il propulsore BOOSTERJET mostra carattere fin dai regimi più bassi, spingendo l’auto fino a 200 km/h di velocità massima. La trasmissione è affidata invece a un nuovo cambio manuale oppure ad uno automatico con convertitore di coppia, entrambi a sei rapporti. La trazione integrale è stata spesso sinonimo di consumi e di emissioni inquinanti elevati, ma la tecnologia ALLGRIP, proposta di serie su Vitara S, consente un’ottima efficienza per un SUV 4x4: 5,4 l/100km nel ciclo combinato e 127 g/km di CO2, che consentono a VITARA S il rispetto delle specifiche Euro 6. I sistemi di sicurezza attiva di Vitara S includono l’evoluta tecnologia di rilevamento Radar Brake Support (RBS). Quando si guida a bassa velocità nel traffico, questo sistema rileva il veicolo che precede e, se individua la possibilità di una collisione, avverte il conducente con un segnale acustico e una notifica sul display multi-funzione. Nel caso in cui aumentino ulteriormente le possibilità


vietato scivolare


di collisione, il sistema attiva il servofreno che aumenta la forza decelerante durante la frenata di panico. Se il sistema RBS determina che la collisione è inevitabile, si aziona automaticamente agendo sui freni. Il Radar Brake Support monitora la strada che si sta percorrendo, fronte marcia, per mezzo di un radar a onde millimetriche. Va sottolineato che questa tecnologia radar consente di lavorare anche a alte velocità, nel buio e in altre condizioni. Vitara S è dotata inoltre di una struttura molto leggera, che assicura un elevato potere di assorbimento degli impatti a protezione degli occupanti. L’ampio utilizzo di acciai ad alta resistenza ed il peso contenuto della vettura concorrono a rendere Vitara S oltremodo resistente alle deformazioni. Infine vanno menzionate le dotazioni di sicurezza passiva, che comprendono sette airbag (incluso quello per la protezione delle ginocchia del guidatore), che proteggono gli occupanti in caso di urto frontale o laterale, pretensionatori e limitatori di forza delle cinture di sicurezza, e un meccanismo che limita il movimento all’indietro del pedale del freno in caso di collisione. L’elevato know how di Suzuki nel settore delle quattro ruote motrici si traduce in questa vettura nella tecnologia ALLGRIP, capace di offrire sicurezza su ogni tipo di superficie assieme ad una eccezionale efficienza. Il sistema offre quattro modalità di guida selezionabili dal conducente che consentono di affrontare ogni terreno e situazione. Vitara S è dotata di Feedforward, una strategia predittiva che, in base al comportamento della vettura ed ai parametri di guida (acceleratore, sterzo, ecc.)


vietato scivolare

Il #radunosuzuki 4x4 è diventato un appuntamento importante nel panorama automobilistico nazionale. Per il 2017 (sesta edizione) è stata Spoleto a fare da cornice all’evento sabato 1° luglio. Il successo di pubblico è stato ottimo: i posti disponibili sono andati presto esauriti e i partecipanti hanno espresso grande soddisfazione per l’evento. La giornata ha saputo regalare momenti memorabili non solo agli amanti della guida offroad, ma anche a chi semplicemente ha scelto di passare una giornata diversa dal solito, a stretto contatto con la natura e all’insegna della passione per i motori


stima la possibilità di slittamenti nel prosieguo della guida, trasmettendo maggiore coppia alle ruote posteriori prima che si verifichi la perdita di aderenza. Le quattro modalità di guida selezionabili con il sistema ALLGRIP sono: AUTO Questa modalità assegna una priorità al risparmio di carburante in condizioni di guida normali. Il sistema utilizza due ruote motrici per impostazione predefinita, passando alla trazione integrale nel caso si rilevino perdite di aderenza SPORT La modalità Sport è ottimale per le strade più tortuose. Il sistema ALLGRIP sfrutta al massimo le quattro ruote motrici secondo l’input dell’acceleratore SNOW La modalità Snow è ottimale per le superfici sdrucciolevoli, innevate, sterrate e altro. Il sistema ALLGRIP utilizza quattro ruote motrici come impostazione predefinita, ottimizzando il controllo della trazione in base agli input dello sterzo e dell’acceleratore LOCK La modalità Lock è utile ad esempio per districare l’auto dalla neve, dal fango o dalla sabbia. Prevede uno slittamento limitato dei differenziali, trasferendo la coppia motrice ai soli pneumatici in presa. Le ruote anteriori sono dotate di sospensioni di tipo MacPherson: i bracci inferiori sono stati rivisti nella forma, un nuovo layout delle sospensioni e dei montanti conferiscono una maggiore rigidità e di conseguenza una migliore stabilità della vettura. Le ruote posteriori hanno sospensioni a barra di torsione. Vitara S adotta quattro freni a disco, di tipo ventilato all’anteriore.


vietato scivolare


scheda tecnica

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L’ultima Spider McLaren

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p m o c

La nuova McLaren 570S unisce l’eccezionale dinamismo e ricercatezza della 570S Coupé con l’emozione della guida all’aria aperta. Assemblata a Woking la 570S Spider è la McLaren Spider più accessibile e offre, per la prima volta nel segmento delle cabrio di lusso, contenuti da supercar come il telaio in carbonio, il motore centrale posteriore e prestazioni davvero estreme


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FRONT PAGE


niente compromessi

La

libidine della guida all’aria aperta… azionato elettricamente, con un semplice interruttore dal posto del conducente, il tetto si piega senza sforzo per essere stivato sotto il “tonneau”. Realizzato in due pezzi, il tetto è stato progettato utilizzando la tecnologia già implementata nei modelli Spider della McLaren 650S e 675LT ed è costituto da pannelli ultra leggeri in composito. Il tetto viene aperto o chiuso in soli 15 secondi, a velocità massime del veicoli di 40km/h (25mph). Il meccanismo del tetto rigido retrattile aggiunge solo 46 kg al peso dello Spider e questa è l’unica variazione di peso tra la nuova cabriolet e la 570S Coupé. Degno di menzione anche il deflettore del vento smaltato, che può essere alzato o abbassato elettricamente. Il deflettore riduce l’intrusione del vento quanto il tetto è abbassato e può essere abbassato per permettere di sentire meglio il suono del motore e permettere all’aria fresca di entrare quando il tetto è chiuso. La combinazione della costruzione leggera in fibra di carbonio e del propulsore McLaren V8 da 3.8 litri turbocompresso, fa si che la 570S Spider sia estremamente performante, grazie ad un eccezionale rapporto tra potenza/peso di 419PS per tonnellata.



niente compromessi

Il motore è il McLaren M838TE bi-turbo, capace di 570PS a7,400 giri ed una coppia di 600Nm tra i 5,000 e i 6,500 giri. Unito ad un cambio sequenziale a sette velocità (molto veloce negli inserimenti e dotato di tecnologia “Launch Control”) i permette a questa cabriolet un’accelerazione da 0 a 100km/h di 3.2 secondi e sino a 200km/h in soli 9.6 secondi. La velocità massima è di 328km/h con il tetto chiuso e con il tetto abbassato 315km/h.La 570S Spider dichiara dati ufficiali di consumo carburante a 10.7 litri/100km nel ciclo combinato NEDC ed emissioni di CO2 di soli 249g/km; da segnalare anche che la vettura è dotata del sistema start&stop che contribuisce all’efficienza complessiva. Il conducente può aggiungere un livello maggiore di personalizzazione accedendo al ”Active Dynamics Panel” (pannello della dinamica attiva) cosi da poter selezionare tra le modalità “Normal”, “Sport” o “Track”, per rendere le sospensioni progressivamente da più morbide a più rigide. Il servo sterzo elettro-idraulico, i freni in carbo-ceramica e le gomme Pirelli P ZERO™ CORSA sono di serie, mentre il “Brake Steer” (freno guida), originalmente sviluppato per la F1, aiuta in curva e riduce il sottosterzo applicando, nella percorrenza della curva, una leggera forza frenante sulla ruota posteriore interna.

La 570S utilizza sospensioni a doppio braccio oscillante ed ammortizzatori con molle in acciaio a doppia valvola adattativi indipendenti, con barre anti-rollio anteriori e posteriori calibrate con le stesse caratteristiche della 570S Coupé. Il design della 570S è ulteriormente esaltato dallo spoiler posteriore, in colore “Dark Palladium grey” (una trama di fibra di carbonio visibile è disponibile come optional e si può ordinare tramite McLaren Special Operations) che garantisce una forza deportante maggiore rispetto alla coupé. Progettato attorno alla migliore posizione di guida, che mette il conducente al centro dell’azione, il sofisticato abitacolo unisce altissimi livelli di qualità artigianale e di tecnologia. I clienti possono scegliere tra un sedile standard regolabile in sei posizioni oppure un sedile con memoria regolabile elettricamente in otto posizioni, entrambi rivestiti in raffinata pelle Nappa oppure in Alcantara®. A richiesta sono anche disponibili anche i sedili sportivi ultra leggeri con guscio in fibra di carbonio, come quelli montati sulla McLaren P1™. Tre nuovi colori di carrozzeria celebrano l’introduzione della nuova Spider: “Curacao Blue”, “Vega Blue” e “Sicilian Yellow” e si aggiungono alla gamma di colori offerti per la Sports Series, che oggi propone ai propri clienti una scelta tra 20 colori.


Un nuovissimo design per i cerchi in lega a 10 raggi (19-pollici anteriore, 20-pollici posteriore). Queste bellissime ruote sono offerte come optional per la nuova 570S Spider e per offrire una maggiore differenziazione è stato sviluppato il nuovo colore “Liquid Blackâ€? anche per le pinze dei freni


niente compromessi


Inghilterra. La nuova McLaren 570S Spider farà il suo debutto il 29 giugno al Goodwood Festival of Speed, West Sussex, UK e le prime unità sono previste per la consegna ai clienti in agosto.

Fine Note per gli Editori: Immagini ad alta risoluzione relative a questo comunicato stampa possono essere scaricate dal sito per i media di McLaren Automotive – cars.mclaren.press.

scheda tecnica

McLaren 570S Spider Caratteristiche Tecniche Motore

M838TE, V8, 3,799cc doppio turbo

Posizione motore

Longiitudinale-posteriore centrale

Potenza (bhp/kW @ rpm –

570 (562/419) @ 7,500

Coppia Nm (lbs ft) @ rpm -

600 (443) @ 5,000-6,500

Cambio

7Marce (SSG) Ammortizzatori indipendenti adattivi-doppio braccio

Sospensioni

oscillante con funzione- Normal, Sport and Track modes

Sterzo

Elettro-idraulico; servoassistito Disco Carbon Ceramica anteriori( 394mm) Posteriori

Freni

(380mm) pinze freno in alluminio (6-pistoni anteriore; 4-

Cerchi Ruota in lega leggera-dimensioni

Anteriore: 8J x 19; Posteriore: 10J x 20

Pneumatici-dimensioni

Anteriore:225/35 R19 Posteriore: 285/35 R20

Lunghezza vettura mm (inches)

4,530 (178.3)

Passo mm (inches)

2,670 (105)

Altezza , mm (inches

1,202 (47.3)

Larghezza con retrovisori esterni aperti , mm (inches)

2,095 (82.5)

Larghezza con retrovisori esterni piegati, mm (inches)

2,045 (80.5)

Larghezza senza retrovisori, mm (inches)

1,930 (76)

Track mm (inches)

Anteriore: 1,673 (65.9); Posteriore: 1,618 (63.7)

Peso a secco, kg (lbs)

1,359 (2,895)

Peso DIN Kerb, kg (lbs) [fluidi + 90% benzina] DIN

1,498 (3,302.5)

Capacità vano bagagli (litri)

Anteriore: 150 l- Tonneau: 52 l

pistoni posteriore)

MEDIA

Prestazioni* ACCELERAZIONE 0 -60mph

3.1 secondi

0-100 km/h (0-62mph)

3.2 secondi

0-200 km/h (0-124mph)

9.6 secondi

0-400 m / ¼ mile (quarto di miglio)

11.0 secondi

Velocità massima (tetto chiuso / tetto aperto)

328 km/h (204 mph)/ 315 km/h (196 mph)

Frenata 200 – 0 km/h (124mph – 0)

5.3 secondi/130 metri

Frenata 100 – 0 km/h (62mph – 0)

3.2 secondi/32 metri

Consumi Emissioni CO2 [NEDC] Consumo Carburante (EU l/100 km/UK MPG)

249 g/km

- Combinato

10.7 l /100km (26.4 mpg**)

– Urbano

17.2 l /100km (16.6 mpg**)

– Extra Urbano

7.4 l /100km (38.4 mpg**)

* Tutti i dati sono soggetti a conferma

** MPG (UK) non è un dato per l’omologazione richiesto pertanto è un dato convertito

McLaren Automotive: McLaren Automotive è un costruttore britannico di auto sportive di lusso dalle alte prestazioni ubicato presso il McLaren Technology Centre (MTC) a Woking, nel Surrey. Negli ultimi 30 anni McLaren ha introdotto l’uso della fibra di carbonio nella


niente compromessi


Mike Flewitt, Chief Executive Officer, di McLaren Automotive: “La McLaren 570S Spider è il modello McLaren Spider oggi più accessibile e aggiunge una nuova dimensione alla gamma McLaren Sports Series. Il suo motore centrale ed il telaio in fibra di carbonio “Monocell II” garantiscono le stesse esaltanti prestazioni e dinamica di guida pari alla 570S Coupé, ma con un fattore in più di attrazione, grazie al tettuccio rigido apribile che aggiunge tutta l’emozione della guida a cielo aperto.”

#ca


checorse www.enricozanarini.com

la NOTA di ENRICO


CAUSA & EFFETTO Questo mese Enrico Zanarini analizza sinteticamente l’episodio più chiacchierato del nuovo millennio: la toccata tra Vettel e Hamilton (oppure tra Hamilton e Vettel?) in regime di Safety Car a Baku, durante il Gran Premio dell’Azerbaigian, poi vinto da Ricciardo

Fotografia © Ferrari


causa & effetto

Vettel

contro Hamilton, Hamilton contro Vettel… e il mondo delle corse si divide a metà! L’episodio chiave di un bellissimo Gran Premio dell’Azerbaigian (25 giugno) ha portato molti protagonisti, opinionisti e tifosi della Formula 1 a commentare i fatti, in alcuni casi con parole a sostegno alla decisione dei commissari, in altri casi con aspre critiche. E io? Come avrei potuto astenermi da questa succosa opportunità?


Sebastian Vettel Fotografia © Ferrari

Per quanto mi riguarda ritengo che causa e effetto debbano essere trattate allo stesso modo nell’analisi dell’episodio in questione: Lewis ha certamente frenato davanti a Sebastian, forse esagerando nel suo stile di ripartenza, un comportamento che in una formula minore sarebbe stato sanzionato senza mezzi termini. Vettel, dal canto suo, ha reagito in maniera infantile, perdendo per qualche secondo calma e concentrazione, mostrando a tutti il lato negativo del motorsport.

Cartellino rosso a entrambi, di questo sono convinto. Alla fine sfortune e penalità hanno contribuito a bilanciare la situazione, servendo la vittoria a Ricciardo su un piatto d’argento, il quale altrimenti non avrebbe avuto chance di gloria. E l’australiano ha ringraziato i due rivali con il suo enorme sorriso, mostrando il lato positivo delle corse ai telespettatori di tutto il mondo.


causa & effetto

Maurizio Arrivabene nell’immediato dopo gara si era così espresso a Baku: “…Non è da noi entrare in polemiche, ma mi sembra di poter dire che certe decisioni, nel dubbio, non risultano mai favorevoli al nostro team…” . In realtà, a bocce ferme, va sottolineato che la FIA si è limitata ad una reprimenda nei confronti di Vettel. Probabilmente perché a Parigi si sono accorti che non sarebbe stato sensato smentire i Commissari di Gara che, sul posto, avevano già sanzionato il tedesco con uno Stop & Go, per poi confermare e ufficializzare il risultato del Gran Premio


Tra i due litiganti il terzo gode: una splendida immagine di Daniel Ricciardo, vincitore a Baku con la sua Red Bull Foto Red Bull Content Pool

#ca


checorse

CORTESIe

fotografiaŠRolex-Jad Sherif

di Marco Cortesi

PER CHI SU


LE RECENTE 24 ORE DI LE MANS INDUCE A QUALCHE (AMARA) RIFLESSIONE

UONA

La classe regina LMP1 ha offerto a Le Mans uno spettacolo poco edificante e poco consono al ruolo di vertice dell’automobilismo mondiale. Al contrario in GTE-Pro i costruttori hanno mostrato a tutti lo stato dell’arte dell’endurance iridato


per chi suona la campana?

Sembrava di vedere Fantozzi. La scena in cui lui e Filini giocano a Tennis. “Toyota, vinci?” “Ma come Porsche, che fa mi dà del tu?” “No, vinci lei! Congiuntivo”. Una memorabile scena di film memorabile (Paolo Villaggio ci mancherai! – ndr) per riassumere l’andamento della 24 Ore di Le Mans 2017 nella classe di punta, la LMP1. Una sfida a chi non vuole vincere, che ha visto protagonisti gli unici due team della partita e le rispettive poco affidabili automobili. La categoria che, secondo i più accesi sostenitori, avrebbe dovuto far paura alla Formula 1 si è trovata a veder vincere, nell’assenza di concorrenti, una vettura che ad inizio corsa si trovava sotto di quasi 20 giri. Confrontandosi con in fondo una LMP2 dai costi ridottissimi e dalla tecnologia al confronto preistorica, la Porsche è riuscita a battere… nessuno proprio allo scadere delle 24 ore. Cosa è accaduto a Le Mans? Fondamentalmente si è dimostrata fuori dal mondo reale una sfida tecnologica calata dall’alto, coi regolamenti dell’Equivalence of Technology, e non affermatasi in maniera “naturale”.

A promuovere l’attuale tecnologia non è infatti stata la selezione naturale, ma una serie di norme che, penalizzando le soluzioni più semplici, l’hanno resa de facto l’unica scelta proponibile in termini di performance assoluta. Nessuno vuole infatti arrivare a Le Mans prendendo dei secondi al giro, anche se magari potrebbe avere la possibilità, per incapacità altrui, di conquistare un clamoroso risultato. L’episodio clou di questa caricatura di una 24 si è concretizzato quando la Toyota di Kamui Kobayashi si è ritirata per uno scambio di persona. Davvero!!! Fermo in corsia box mentre aspettava il passaggio del gruppo con la safety car, il giapponese ha visto il collega Vincent Capillaire che gli mostrava il pollice in segno di approvazione. E, confuso dal colore (arancio con striscia nera) della tuta di Capillaire, l’ha scambiato per un commissario, partendo col semaforo rosso per poi fermarsi nuovamente in seguito. Peccato però che la Toyota a quanto pare non sia progettata per le partenze da fermo e dopo due stacchi la frizione si sia bruciata irreparabilmente. Gara finita. Mentre le situazioni di start&stop sono il “pane” delle vetture ibride nel mondo reale, nello strano mondo della LMP1, tutto si capovolge.


FotografiaŠRolex-Jad Sherif


per chi suona la campana?

Disperazione: la macchina non riparte più…. se in Formula 1 si fossero viste scene del genere, già avremmo i soloni che pontificano della morte di un’orribile categoria. E il bello arriva ora, dato che sono state annunciate in pompa magna le regole per il futuro. Arrivano i rifornimenti di corrente, con l’utilizzo di una complicata e sicuramente costosa tecnologia plug-in che potrà spingere la vettura per ben… un chilometro dopo la sosta. In bocca al lupo. Perché già la Porsche minaccia di uscire se non arriveranno altri costruttori: la paura di vedere i costi levitare sembra infatti aver innervosito Peugeot, di cui si vociferava a proposito di un rientro a Le Mans e nel WEC… quel campionato che vede quattro vetture lottare per la classifica assoluta, e che vive in un limbo di poca rilevanza, dopo i grandi numeri delle ultime stagioni un po’ gonfiati dall’enorme hype creato. Un po’ come per l’economia: anche nelle corse si è generata una bolla che sta scoppiando? Tornando alla gara, sotto gli occhi del mondo, andava parallelamente in scena una sfida memorabile, quella della classe GTE-Pro, in cui vetture diversissime tra loro, affascinanti e vicine

per lo meno nell’aspetto ai modelli stradali, si sono sfidate continuamente, con distacchi incredibilmente ridotti per una gara endurance. Ferrari, Porsche, Ford, Aston Martin, Corvette hanno dato spettacolo… con la BMW alla finestra che presto si aggiungerà alla compagnia. La battaglia è stata esaltante con bagarre, strategie, sorpassi. Con soluzioni tecniche estreme che hanno portato anche a tensioni tra le case. Con un mercato piloti che ha visto Stoccarda strappare a Maranello il suo miglior driver (Bruni) salvo doverlo tenere fermo per quest’edizione. Tutti gli ingredienti giusti per un grande show. Guardiamo in faccia la realtà: la GTE-Pro, quella che è immeritatamente solo la terza classe, si è dimostrata nei fatti il vero stato dell’arte nelle competizioni di durata mondiali. E allora viene da chiedersi: ma chi l’ha detto che la LMP1 è così indispensabile? Perché non ratifichiamo la situazione reale portando le GT al vertice della piramide? Visto che in LMP2 il senso della categoria è solo quello di gratificare “gentleman driver” non professionisti e team privati senza alcuna velleità di graduatoria assoluta, serve una classe votata alla competizione più estrema. Mettere le GTE-Pro al vertice della catena alimentare. Il meglio dell’endurance attuale al posto che le compete.


La grande sconfitta di Le Mans quest’anno è la Toyota. Dopo aver sfiorato il successo nel 2016 era attesa alla vittoria quest’anno ma, nonostante eccellenti prestazioni velocistiche, l’ibrida nipponica si è arresa per una serie di guai meccanici

Eccellente gara della ORECA LMP2 del Jackie Chan Racing, capaci di piazzarsi al 2° e 3° posto assoluto (anche grazie alla squalifica della Rebellion che aveva tagliato il traguardo al terzo posto Foto ©Rolex - Jad Sherif


Foto Dutch Photo Agency - Red Bull Content Pool

per chi suona la campana?


La scuderia Cetilar Villorba Corse ha concluso una bollente edizione della 24 Ore di Le Mans centrando la “top ten” con la Dallara P217 e i piloti Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto e Andrea Belicchi. Per il team veneto in soli due anni il salto da LMP3 a LMP2 e quello ancora più impegnativo dell’esordio a Le Mans, terminato oltre ogni aspettativa fra gli applausi e gli abbracci per un’impresa che perfino dalle squadre più vincenti ed esperte è considerata il più insidioso banco di prova rispetto tecnico e umano


per chi suona la campana?

Brendon Hartley, Timo Bernhard e Earl Bamber festeggiano sul podio la loro epica vittoria Foto Dutch Photo Agency - Red Bull Content Pool


Sebastien Buemi scende dalla sua Toyota LMP1 TS050 Hybrid Foto Dean Treml -Red Bull Content Pool

L’imponente sagoma della Porsche LMP1 di Tandy/Jani/Lotterer, ritirati durante la notte mentre erano in testa


per chi suona la campana?

La Porsche LMP1 vincitrice, attardata a inizio gara per problemi tecnici, ha poi recuperato dal penultimo posto sino a riagguantare una pesantissima vittoria Foto Dutch Photo Agency - Red Bull Content Pool



per chi suona la campana?

FotografiaŠRolex-Jad Sherif



FotografiaŠRolex-Jad Sherif

per chi suona la campana?


Grandissima battaglia nella categoria GT, con Ford (qui davanti al gruppo), Ferrari, Aston Martin, Corvette e Porsche ai ferri corto per tutte le 24 ore. Alla fine l’ha spuntata la Aston martin, che ha anche approfittato di guai alla Corvette nelle ultimissime battute Foto ŠRolex - Jean-François Galeron


Fotografia ©Rolex - Jean-François Galeron

per chi suona la campana?


#ca

FotografiaŠRolex-Jad Sherif


cheleggenda

Nissan Tama elettrica del 1947

47 ELETTRICO

La Tama Electric del 1947


Mentre debutta una nuova generazione di Nissan LEAF torniamo a ripercorrere le origini delle auto elettriche della casa giapponese


47 elettrico

Si

potrebbe dire che “la carenza aguzza l’ingegno”. Infatti fu proprio la scarsità di carburante, che si stava registrando in quel periodo, il motivo principale che spinse un manipolo di tecnici giapponesi a progettare e produrre veicoli elettrici all’indomani della fine della seconda guerra mondiale. All’alba di quello che si sarebbe rivelato un lungo periodo di pace e di prosperità economica, la Tachikawa Aircraft (più tardi conosciuta come Tama Cars Co.) si accinse quindi a sviluppare e produrre veicoli elettrici. E nel 1947 riuscirono a completare il prototipo di un camion biposto (capace di trasportare più di 500 kg) con un motore da 4,5 cavalli, che prese il nome di “Tama” in onore della regione dove veniva prodotto. La velocità massima di questo piccolo veicolo commerciale era 34 km/h. Di lì a poco l’azienda giapponese presentò la sua prima vettura passeggeri elettrica: una due porte con quattro posti capace di raggiungere i 35 km/h con un’autonomia di 65 km. La Tama entrò quindi nel mercato con propri camion e automobili, disponibili entrambi nelle versioni elettrica e a benzina. Fu nel Giugno 1948 che la Tachikawa Aircraft cambiò il proprio nome e cominciò ad operare come Tokyo Electric Cars e di conseguenza la Tama Electric Cars divenne soltanto Tama Cars. A queste società si devono sia vettura compatta Tama Junior che la più grande Tama Senior, una automobile di medie proporzioni lanciata nel 1949. In questi modelli il compartimento delle batterie venne posizionati nel pavimento della cabi-

L’originale alloggiamenti della batteria (uno per lato) sulla Tama del 1947

na, uno per ogni lato, e dotati di sganci rapidi per consentire la facile sostituzione delle stesse. Grazie a queste soluzioni ingegneristiche la Tama ricevette gli onori dal Ministero del Commercio e dell’Industria giapponese nel 1948. Più avanti, nel 1952, nacque la Prince Motor Co. Ltd. e nel 1966 venne completata la fusione con Nissan… La Nissan EV Guide (type II) venne presentata al Tokyo Motor Show del 1985. Una vettura aperta a sei posti che venne poi modificata con l’aggiunta del tettuccio. Era la macchina ideale per condurre dignitari e altri VIP durante le visite in fabbrica e divenne la vettura di rappresentanza di Nissan per parecchi anni. La President Electric Car risale invece al 1991. Questa originale cabriolet veniva concessa da Nissan a diverse organizzazioni per l’utilizzo durante eventi particolari ed il fatto che fosse elettrica rafforzava il suo status di vettura di rappresentanza. Ad esempio venne usata come vettura di apertura durante eventi sportivi o per la parata d’onore dei campioni di sumo dopo i loro successi. La velocità massima della President Electric Car era di 40 km/h (con un’autonomia di 100 km) ed era capace un’accelerazione da 0 a 30 km/h in 3 secondi e da 0 a 40 km/h in 9,5 secondi.


La Nissan President Electric del 1991

scheda tecnica 1947 Tama elettrica • • • • • • • •

Lunghezza/larghezza/altezza: 3.035/1.230/1.630 mm Passo macchina: 2.000 mm Peso: 1,100 kg Passeggeri: 4 Autonomia: 65 km per carica Motore (36V): serie DC, 3,3kW (4,5 cavalli) Batterie: 40V/162Ah Velocità massima / velocità di crociera 35 km/h / 28 km/h

Risale al 1985 questa Nissan EV Guide-II

ca


cheleggenda La Jaguar Mk IV del 1948

Jaguar

lucy e la

del nonno


Una Jaguar del 1948, appartenuta al vice presidente di Jaguar Cars, è stata comprata all’asta dalla nipote che la riporterà a casa dopo 67 anni. La Jaguar Mk IV e’ spinta da un motore sei cilindri da 3,5 litri


Lucy e la Jaguar del nonno

Una

Jaguar berlina sport, appartenuta a Arthur Whittaker, già vice presidente nel consiglio di amministrazione di Jaguar Cars, è tornata dai suoi proprietari storici dopo 67 anni. Durante l’asta di auto storiche ‘Historics at Brooklands’, tenutasi sabato 4 Marzo a Surrey (Inghilterra), le quattro nipoti di Whittaker, Lucy, Sally, Sarah e Charlotte, che avevano scoperto per caso soltanto il giorno precedente che l’auto sarebbe stata battuta all’asta, hanno respinto gli attacchi degli altri offerenti per aggiudicarsi questa particolare Jaguar per una cifra di 70.000 sterline. L’auto è stata presa in consegna dalla prima nipote di Whittaker, Lucy, nella casa di famiglia a Kenilworth, a pochi chilometri dalla vecchi fabbrica Jaguar di Brown’s Lane, dove l’auto fu costruita 69 anni fa. “Quando abbiamo scoperto che la Jaguar di nostro nonno sarebbe stata battuta all’asta, abbiamo voluto andare a vedere - ha dichia-

rato Sally dopo il blitz - inizialmente non avevamo intenzione di comprarla, ma vederla e toccarla ha ripotato alla memoria troppi bei ricordi e abbiamo deciso che avremmo fatto un’offerta. In verità non avevamo mai partecipato ad alcuna asta, ma eravamo ormai decise a riportare l’auto a casa… E’ successo tutto molto in fretta, fino a quando il martelletto ha decretato che l’auto sarebbe stata nostra”. Dopo essere stata nelle mani di Arthur Whittaker fino al 1950, la vettura ha conosciuto diversi proprietari fino al 1982, quando subì un meticoloso restauro… che si è però concluso solo 22 anni dopo, completato dallo specialista di Jaguar David Davenport. Si tratta di un modello splendido, particolarmente avanzato per i suoi tempi; la Mk IV di Whittaker fu una delle ultime ad uscire dalla fabbrica con particolari di rilievo quali gli interni in radica ed un incredibile e rarissimo tettuccio di cristallo. Spinta da un motore 6 cilindri da 3,5 litri, la Jaguar Mk IV è una vettura senz’altro imponente ma allo stesso tempo elegante…. very British! E ora? E’ estinata a diventare un pezzo da museo? … Non ditelo alle nipoti di Whittaker. “E’ troppo bella per rimanere ferma. L’idea è quella di fare apprezzare la vettura a tutti i membri della famiglia, inclusi i sette pronipoti del nonno. Sono sicura che lui avrebbe voluto così… ora ci servono solo le provviste per il picnic e un po’ di sole”! (hai detto niente… - NDR)



Lucy e la Jaguar del nonno

La casa d’asta Historics at Brooklands e’ nata nel marzo 2010 grazie ad investitori privati e si occupa di vendita di oggetti da collezione, di vetture e motociclette d’epoca, tutte organizzate presso la suggestiva location di Brooklands


#ca


chestoria

PARIS! di Niccolò Gargiulo

Citroen e DS non dimenticano le loro origini


Gli amanti della Ville Lumière possono ora scoprire la capitale francese a bordo di una Citroën E-MEHARI. La partnership siglata tra Citroën e “4 roues sous 1 parapluie” farà scoprire Parigi non solo sulla mitica 2CV ma anche a bordo della cabriolet 4 posti elettrica


paris!

Andare

alla scoperta di Parigi in E-MEHARI!... adesso è possibile, grazie alla partnership siglata tra Citroën e “4 roues sous 1 parapluie”. Fino ad oggi la 2CV ha rappresentato l’unico mezzo proposto dal tour operator transalpino per scoprire Parigi, ma ora ciò è possibile anche a bordo della cabriolet 4 posti elettrica E-MEHARI. Gli amanti del marchio, attenti ai trend e all’ambiente, non potranno resistere al fascino di questa originale e inimitabile vettura, che unisce gusto retro e tecnologia elettrica d’avanguardia. E se a Venezia ci sono le gondole, a Parigi troviamo le 2 CV e adesso le E-MEHARI! La Parigi eterna, la Parigi sconosciuta, la Parigi di André Citroën… difficile scegliere tra tutti gli itinerari proposti da “4 roues sous 1 parapluie”, che alla E-MEHARI uniscono un’altra interessante novità: la possibilità di iniziare il tour sulla più bella avenue del mondo, partendo dal C_42, la vetrina internazionale di Citroën, situata al 42 de l’avenue des Champs-Élysées a Parigi. Ma se amate la Francia e il turismo intelligente… perché non il Mont Saint-Michel? Questa collaborazione porterà anche a scoprire nuove destinazioni, come il Mont Saint-Michel, i castelli della Loira, le cantine di Champagne. Questi tour vengono ora proposti a bordo di Citroën SpaceTourer. Con i suoi 8 posti, questo van permette di ospitare più viaggiatori (7 + conducente) per raggiungere questi luoghi che rimangono tra i più visitati della Francia e del mondo.


Citroën ha recentemente presentato il suo nuovo concept per l’allestimento delle concessionarie, “La Maison Citroën”, con un primo test a Parigi, al numero 39 di rue Saint-Didier, nel 16° arrondissement. La Maison Citroën, espressione architettonica del concept presentato allo stand Citroën durante i recenti saloni dell’auto, rappresenta alla perfezione lo slogan del Marchio: “Be different, feel good”. In uno spazio di 150 m2, che si distingue dagli allestimenti standard del mondo automotive, i visitatori possono godere di un’esperienza che unisce il mondo fisico e quello digitale


paris!

Protagonista indiscusso del turismo e degli eventi nell’Île-deFrance, “4 roues sous 1 parapluie” propone da 13 anni una gamma di tour originali su una Citroën 2 CV, alla scoperta di stili di vita tipicamente francesi. Alla recente COP21 “4 roues sous 1 parapluie” ha presentato la prima Citroën 2 CV elettrica omologata, abbinando questa auto iconica a una modalità di trasporto eco-compatibile, per sviluppare un turismo urbano ecologico e durevole. Obiettivo di “4 roues sous 1 parapluie” è far diventare le sue Citroën 2 CV un simbolo di Parigi, come le gondole lo sono per Venezia

A ogni veicolo che entra a far parte della flotta di “4 roues sous 1 parapluie” viene dato un nome e un numero. Sul filo di questa tradizione, che esiste sin dalla creazione della società nel 2003, non sono ammesse eccezioni, e primi tre veicoli della “famiglia” sono già conosciuti: • per E-MEHARI ci si è ispirati al cinema, con Luc e Stanley. Una delle auto è in tinta «Grand Bleu», omaggio al regista del film a cui si riferisce, Luc Besson. Lo stesso principio ha ispirato il nome della seconda auto, «Arancia meccanica», uno dei capolavori di Stanley Kubrick! I numeri invece identificano la data di lancio della Méhari del 1968, con il n°19 e 68 sul cofano. • a sua volta la SpaceTourer solcherà le strade con il nome di Cubix e con il n°8, un modo semplice per ricordare il numero di posti disponibili su questo van!


Sempre in tema parigino un’altra ghiotta novità arriva da DS, il raffinato brand “cugino” di Citroen. Modella e icona francese degli anni ‘80, Ines de la Fressange è oggi direttrice creativa di una propria maison che propone accessori moda in Francia e all’estero. Forti dalla condivisione di valori comuni, Ines de la Fressange Paris e DS Automobiles hanno unito le loro competenze per realizzare l’Edizione limitata DS 3 Ines de la Fressange. La DS 3 Ines de la Fressange ha carrozzeria Blu Zaffiro e tetto Bianco Absolut, cerchi da 17” Aphrodite diamantati con logo DS color Rosso Ines. Poi calotte dei retrovisori di colore Rosso Ines, badge Ines de la Fressange Paris sui montanti delle portiere e stripping tricolore francese sui vetri posteriori. All’interno sorprende la plancia nell’esclusivo Rosso Ines con il logo della casa di moda mentre volante e leva del cambio sono in pelle


paris!


La Edizione Limitata DS 4 Crossback Moondust è una vettura unica, versatile, dinamica. La sua innata eleganza è esaltata dal particolare colore della carrozzeria, l’esclusivo Grigio Platinum matt, che si fonde armoniosamente con il colore nero brillante dei cerchi 18’’, con i fari anteriori DS LED Vision, con indicatori di direzione a scorrimento e con le barre al tetto in alluminio. Per il suo interno DS 4 Crossback Moondust propone plancia e volante in pelle pieno fiore realizzati da artigiani francesi, pedaliera in alluminio ed il DS Connect Nav, che garantisce una guida sempre connessa grazie al navigatore satellitare con touch da 7” e grazie alla funzione Mirror Screen

#ca


chestoria

LA SC Volvo Cars verso il futuro


COSSA ogni nuova auto Volvo che verrà lanciata a partire dal 2019 avrà un motore elettrico, segnando la fine dell’epoca delle auto mosse da motore a combustione interna


la scossa


“Questo

ha a che fare con i clienti - ha detto Håkan Samuelsson, presidente e CEO - la gente ci chiede in maniera sempre più esplicita e crescente auto elettrificate e noi vogliamo rispondere ai bisogni presenti e futuri dei nostri clienti. Così si potrà scegliere qualsiasi modello Volvo elettrificato.” L’annuncio di Volvo rappresenta uno dei passi più significativi mai intrapresi da un costruttore automobilistico verso l’adozione dell’elettrificazione e sottolinea come, un secolo dopo l’invenzione del motore endotermico, l’elettrificazione stia preparando un nuovo capitolo nella storia dell’industria automobilistica. Volvo Cars introdurrà quindi un’offerta di auto elettrificate su tutta la gamma (vetture solo elettriche, ibridi plug-in e auto con soluzioni mild-hybrid) e lancerà cinque auto full electric fra il 2019 e il 2021. Tre di queste saranno modelli Volvo mentre le altre due saranno vetture elettriche ad alte prestazioni realizzate da Polestar, il brand per vetture ad alte prestazioni di Volvo Cars, attualmente impegnato, ad esempio, nel campionato Mondiale Turismo WTCC. Questi cinque modelli saranno accompagnati da una gamma di modelli benzina e diesel ibridi plug-in e da soluzioni mild hybrid 48 volt su tutti i modelli.

E’ molto probabile che questa sarà una delle offerte più ampie sul mercato in tema di vetture elettrificate. Ciò significa che in futuro non ci sarà più alcuna auto Volvo senza motore elettrico, dato che le vetture esclusivamente con motore a combustione interna usciranno progressivamente di produzione e saranno sostituite da vetture con motore endotermico combinato con opzioni di elettrificazione. “Questo annuncio segna di fatto la fine delle auto spinte dal solo motore a combustione interna - aggiunge Samuelsson - Volvo Cars ha già affermato di volere un totale di un milione di auto elettrificate sulle strade di tutto il mondo per il 2025. Quando lo abbiamo detto eravamo molto seri e con questo piano ci arriveremo.” L’annuncio sottolinea inoltre l’impegno di Volvo Cars nella riduzione dell’impatto ambientale e nel rendere più pulite le città del futuro. Volvo Cars è impegnata a ridurre sia le emissioni dei propri veicoli sia quelle provenienti dal ciclo produttivo. L’obiettivo è di avere attività industriali neutre per l’ambiente entro il 2025. La decisione segue il recente annuncio secondo il quale Volvo Cars trasformerà Polestar in un nuovo marchio autonomo specializzato in vetture elettrificate ad alte prestazioni.


la scossa


Dal 2010, Volvo Cars è di proprietà della società cinese Zhejiang Geely Holding (Geely Holding). Ha fatto parte del Gruppo Volvo, svedese, fino al 1999, anno in cui la società è stata rilevata dalla statunitense Ford Motor Company, per essere successivamente acquisita da Geely Holding. Nel dicembre del 2016, Volvo Cars contava circa 31.000 dipendenti in tutto il mondo. La sede centrale, le attività di sviluppo del prodotto e di marketing e le funzioni amministrative di Volvo Cars sono ubicate prevalentemente a Goteborg, in Svezia. I principali stabilimenti di produzione sono situati a Goteborg (Svezia), Ghent (Belgio), Chengdu e Daqing (Cina), mentre i motori vengono costruiti a Skövde (Svezia) e Zhangjiakou (Cina) e le componenti della carrozzeria a Olofström (Svezia)


la scossa

Nel 2016 le vendite Volvo a livello globale (in circa 100 Paesi) hanno raggiunto la cifra record di 534.332 unitĂ , con un incremento del 6,2% rispetto al 2015. Questi risultati, eccellenti in termini di vendite e utile operativo, hanno creato le premesse per la continuazione del programma di investimento di Volvo Car Group a sostegno del suo piano di trasformazione globale


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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

ro e m u n o im s s ro p il te e rd e p non ONLINE il 5 SETTEMBRE! #cheauto Periodico mensile digitale automobilistico Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com

Registrazione Tribunale Milano nr. 63 del 29/02/2016

Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Grafica Diego Galbiati

Pubblicazione online ILLIUM llc. (Dania Beach - FL - Usa)

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