Effettotre – n 126 apr 2018

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APRILE 201 8 • ANNO XII • NUMERO 1 26

EffettoTre è consultabile anche on line www.cesd.onlus.com Per un'informazione in tempo reale


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

REAL CEFALU' in serie

A

09 aprile 2018

dirigenti, giocatori, allenatore e supporter possono suggellare il coronamento di un sogno: il Real Cefalù approderà, il prossimo anno, nel campionato nazionale di serie A2. Mai una compagine sportiva cefaludese sport era arrivata così in alto. Un ultimo incontro, quello disputato oggi in terra calabra contro la Polisportiva Futura, che ha consacrato la squadra di mister Castellana nell’Olimpo del futsal che conta. Non ci sono parole per descrivere la gioia e lo stato d’animo di chi, alcuni anni fa, aveva iniziato a credere nel futsal a Cefalù, una cittadina dove il calcio a 5 non aveva avuto la benché minima tradizione. A poco più di un lustro da quella prima apparizione nel campionato di serie D,

Una vittoria limpida raggiunta grazie alle sei reti messe a segno dalla compagine cefaludese contro i padroni di casa che sono riusciti per sole due volte a gonfiare la rete dell’estremo difensore della corazzata biancoblu seguita, oltre stretto, da una nutrita tifoseria che ha fatto sentire tutto il proprio calore.

Comunicato Ufficiale del Presidente Real Cefalù Prof. Calogero Di Carlo 09 aprile 2018

Dopo sette anni di storia arriva ieri l’ennesimo grande successo per il Real Cefalù che conquista la serie A2 in terra Calabra. Non poteva mancare il commento del Presidente del Real Cefalù Calogero Di Carlo, il quale, emozionato per il risultato ottenuto dalla squadra dichiara: “ Sono orgoglioso del successo raggiunto dai ragazzi del Real. All’ inizio di quest’anno, quando sono diventato Presidente , durante il primo saluto ufficiale, i ragazzi mi avevano promesso di dare il massimo per arrivare in serie A; devo oggi ammettere che hanno mantenuto la loro promessa. Non posso che essere fiero di Issue 1

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questa vittoria ed auguro a tutta la squadra di volare sempre più in alto fino a raggiungere nuovi e migliori obiettivi. I miei complimenti sono estesi a ciascuno dei campioni e a tutto lo staff che con grande professionalità ha lavorato senza sosta nell’attuazione di questa strepitosa conquista”. La squadra Cefaludese, dopo un faticoso campionato ed innumerevoli sacrifici, entra nella storia con una clamorosa vittoria e trionfa per la meritata realizzazione di un grande sogno.

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L’UNIVERSITA’ TELEMATICA PEGASO INTERVIENE ALL’ET 2020 13 aprile 2018

Lifelong Learning (modello pedagogico di formazione continua) e del Personal Learning Environment, (ambiente di apprendimento personale).

La Camera di Commercio di Arezzo ha ospitato questa mattina uno degli eventi più attesi sulla formazione nel settore agroalimentare. In uno scenario a cui hanno preso parte rilevanti personalità, il tema principale posto al centro della discussione è “ET 2020”. Lo scopo è quello di incoraggiare il miglioramento della struttura facente capo alla formazione Nazionale. Solo attraverso una corretta formazione, sarà possibile fornire tutti gli strumenti indispensabili, al fine di garantire un’adeguata crescita economica e di conseguenza contrastare la disoccupazione. Il Convegno è finalizzato ad approfondire gli obiettivi del quadro strategico europeo e adeguarlo all’interno della realtà dell’ambito agroalimentare. Intorno a questa macro-area, gravitano importanti attività, connesse ai settori dell’agricoltura, del turismo e del territorio. In merito a codesti temi, la formazione multidisciplinare ed olistica risulta ad oggi ancora inadeguata.

Presente all’evento anche il Responsabile di tutte le Sedi Nazionali Università Pegaso, il Professore Calogero Di Carlo, sostenitore della formazione costante ritenuta “la sola leva strategica in grado di promuovere la coesione s oci a l e , la creatività e l’innovazione”. Tra i presenti anche Stefano Biagiotti Responsabile della sede Unipegaso Montepulciano e il Dottor Francesco Nevola Responsabile PR Unipegaso Regione Toscana; a loro il merito di aver organizzato questo importante evento assieme alla Camera di Commercio e agli Enti pubblici. L’Università Pegaso ha scelto di puntare sui propri studenti ritenuti i fautori del futuro del nostro domani, per tanto l’auspicio è quello di sviluppare adeguate sinergie tra Università, Regione, Imprese e Pubbliche Amministrazioni al fine di pervenire ad una formazione innovativa destinata alle nuove generazioni di studenti, imprenditori, tecnici e professionisti.

Tra gli interventi più attesi quello del Dott. Danilo Iervolino, Presidente dell’Università Telematica Pegaso, il quale sosterrà, il tema della formazione delle imprese agroalimentari, connesse alla struttura del Issue 1

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Il “visionario” dell’università telematica 10 aprile 2018 aveva letto la mia tesi di laurea sul franchising mi ha chiamato dicendomi che alcuni suoi colleghi dell’Università di Salerno mi volevano incontrare perché entusiasti di quanto avevo scritto sul network dei servizi, cioè su come si vende la formazione. Da allora cominciai a collaborare con loro e ad approfondire il tema della formazione a distanza». Sono i prodromi del “progetto Pegaso”...

Danilo Iervolino (nella foto) è il fondatore e il presidente dell’Università Telematica Pegaso. Si definisce un po’ visionario ma certamente è un eclettico con una elevata intelligenza. Laureato in Economia e Commercio, è alla guida di Multiversity, la holding alla quale fanno ca p o Pegaso e l’Universitas Mercatorum. È inventore di molteplici software, ha scritto libri e molte pubblicazioni di carattere scientifico. È il titolare della casa Editrice Giapeto ed è produttore cinematografico. Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, è sposato con Chiara Giugliano con la quale ha due figli: Antonluca e Federica. Ha avuto come mentore il padre Antonio, noto imprenditore nel settore della formazione e dell’istruzione, artefice delle scuole paritarie Iervolino. «La vita a volte riserva delle sorprese inaspettate. Ero pronto per andare a Milano a frequentare un master in finance e invece ho conosciuto un amico con il quale ho avviato una start up di successo, la Certipass, il primo ente erogatore di programmi internazionali di certificazione delle competenze digitali e informatiche Eipass. Nel frattempo, un professore che Issue 1

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«L’idea si era consolidata anche in seguito ad alcuni viaggi fatti negli Stati Uniti e con lo studio di autori come Levy, Kotler e Bruner. Il progetto prese corpo in seguito all’emanazione del decreto “MorattiStanca”, firmato nel 2003 dai ministri dell’Istruzione e dell’Innovazione, che istituiva le università telematiche. Creai un team con pochi amici e in una stanza di 9mq, redigemmo il progetto che fu approvato dal Miur. Di lì a poco ebbi la licenza e numerosi professori che erano stati i miei riferimenti all’Università di Salerno decisero di accompagnarmi in questa avventura: fu bellissimo». Che cosa la spinse a iniziare questa avventura? «Mi entusiasmava l’idea di realizzare un nuovo paradigma formativo, più democratico, meno ingessato, contaminato dalle nuove tecnologie e non refrattario alle innovazioni come spesso sono le università tradizionali. In un mondo che cambia con velocità vorticosa, anche attraverso la rivoluzione digitale, non è più sostenibile in maniera dogmatica che la fase in cui si studia è prodromica a quella in cui si lavora. Sono invece complementari l’una all’altra, si fondono insieme e possono coesistere».

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Qual è stato il suo modello di riferimento? ciando aveva fatto nascere la sorgente delle Muse che per noi è quella del «Quello anglosassone. In particolare, sapere». appena laureato avevo avuto modo di conoscere la Phoenix University, a Temple Quali sono le differenze fondamentali tra in Arizona. Questo campus, con la sua l’università convenzionale e q ue l l a offerta formativa calibrata su corsi di telematica? laurea erogati tramite il metodo dell’apprendimento a distanza, aveva «I canoni di comunicazione tra l’università superato i confini domestici e si stava frontale e quella telematica sono comespandendo in tutti gli States». pletamente diversi. Nella prima il docente fa lezione in un’aula e in orari stabiliti, Quando v e de la luce l’Università nella seconda può farla in videoconferenza Telematica Pegaso? live oppure registrarla. Per seguirla agli allievi basta avere un terminale telematico «Nel 2006, avevo solo 28 anni. Gli inizi che può essere anche un semplice furono difficili perché l’Italia non era smartphone e sono liberi di farlo dove pronta. C’era molta diffidenza e scarsa vogliono, e se è registrata, quando voglioconoscenza dell’e-learning, sistema no. La piattaforma fa un monitoraggio didattico online. Non era facile trovare i continuo in tempi reali. Gli esami, però, si docenti. Nove su dieci interpellati fanno di persona, secondo la formula rifiutavano. Chi accettava era impreparato canonica». sulla formazione a distanza e bisognava informarlo. Ancora più difficoltoso era Figura di primissimo piano è il tutor. Qual trovare i tutor. Siamo partiti con 200 è il suo compito? iscritti». «Crea quello che in gergo si chiama Poi il boom... scaffolding in support, l’impalcatura a sostegno. Se lo studente ha delle lacune o «Lo spartiacque lo posso fissare al 2010. Il è demotivato il tutor lo prende per mano e modello viene accettato e irrompe sul lo segue passo passo. Ogni studente, mercato. all’atto dell’iscrizione, viene affidato a un Lo stesso successo lo abbiamo ottenuto tutor ». anche nel mondo accademico, tanto che molti dei docenti più accreditati hanno Quante sedi sono attive? chiesto di collaborare con la Pegaso». «Sono 72 su tutto il territorio nazionale. Come spiega questo fenomeno? Sono molto prestigiose perché curiamo con particolare attenzione l’immagine. Le sale, «Le persone hanno accettato l’idea di una quando sono libere, vengono messe cultura ibrida. Per un docente era gratuitamente a disposizione del territorio diventato quasi “cult” partecipare alla e del tessuto sociale per eventi politici, rivoluzione avviata dall’università tele- culturali, artistici, etc». matica. Si era creato un circolo virtuoso per il quale la presenza di accademici di E all’estero? alto prestigio, unitamente a un nuovo modello di studio, attraevano l’interesse «Siamo presenti a Malta e in Bulgaria. Tra degli iscritti». poco apriremo in Brasile e a Mosca. Aspiriamo a una Global University». Perché il nome Pegaso? «Me lo suggerì mio padre. È il più famoso cavallo alato della mitologia greca. ScalIssue 1

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Quanti corsi di laurea sono presenti La grande riconoscibilità che ha il nostro nell’offerta formativa dell’Università? brand e il prestigio che ci deriva dalla nostra qualità percepita, dà notevoli «Dieci, tra triennali e specialistiche, ma vantaggi ai nostri studenti». nella nostra offerta formativa sono presenti oltre 200 master e corsi di alta formazione Siete anche l’università di Unioncamere… e di specializzazione. Sono tutti sviluppati sui temi multidisciplinari del Diritto, «Abbiamo il 67% di Universitas Mercadell’Economia, dell’Ingegneria e delle torum, frutto di un progetto nato Scienze Umane». dall’accordo sottoscritto con l’Unione italiana delle Camere di Commercio. Si Quali sono i più frequentati? collega direttamente alle aziende e ha sede presso ogni Camera di Commercio». «Quelli in campo economico-giuridico perché siamo ancora il paese delle Come vi ha visto il mondo universitario imprese, della produttività e quindi c’è il convenzionale? triplice aspetto di pensare di studiare per i concorsi pubblici, per la libera professione «In un primo momento molto male e con e per creare impresa». diffidenza secondo una logica di delegittimazione. Qual è il numero di allievi che frequenta la C’è stato, poi, un periodo neutrale a Pegaso? cavallo tra il 2013-2014. Negli ultimi anni si è compreso che la nostra è una «Abbiamo oltre 60mila studenti, tra corsi metodologia di cui si ha bisogno e le stesse di laurea e post laurea». università tradizionali le stanno strizzando l’occhio. Per quanto riguarda i docenti? Oggi non c’è più un distinguo tra le università tradizionali e quelle telematiche, «Tra incardinati e a contratto ne abbiamo anzi c’è una grossa osmosi tra di loro». circa 200». Quali sono gli scenari futuri dell’Università A quante persone date lavoro? t e l e m a t i ca ? «Con il nostro gruppo, nel cui interno ci sono una ventina di società collegate, a circa mille».

«Attualmente rappresentiamo il 15% del mercato nazionale. Sono convinto che arriveremo al 50%. Le tecnologie saranno sempre più presenti Che tipo di risposta ha dato il mercato del come supporto e ausilio allo studio e al lavoro ai laureati della Pegaso? lavoro. Lo strumento telematico sarà quello che «Bisogna distinguere tra la spendibilità darà maggiore libertà e personalizzazione pubblica e quella privata. Quella pubblica è perché si è visto che lo studio, per essere uguale per tutti perché la laurea della quanto più efficace possibile, deve essere Pegaso equivale a quella di qualsiasi altro calibrato come un abito su misura, deve Ateneo. parlare a ciascuno con i canoni che meglio Quella privata è meritocratica per cui se gli si addicono. l’università è poco credibile è difficile Mi aspetto che da qui al 2030 le università trovare collocazione sul mercato del telematiche la faranno da padrone e sono lavoro. convinto che i prossimi inquilini della Casa La Pegaso è un’eccellenza, è la più grande Bianca, del Quirinale o dell’Eliseo saranno università privata italiana a chilometro laureati presso università telematiche. zero ed è inclusiva perché adatta a tutti. continua Issue 1

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La Pegaso, in particolare, sfrutta tutto il potenziale del web, personalizza e porta a domicilio la formazione e fa continua ricerca anche ad alto livello». È

anche

scrittore…

«Il primo libro che ho scritto è “Now” sull’avvento di internet e delle nuove tecnologie. L’ho fatto perché mi andava di dire a tutti due cose: non bisogna andare nel solco già fatto da altri ma avere il coraggio di esplorare terreni non toccati e non avere paura del fallimento. In Italia il fallimento e la morte sociale, in America è un modo di capire e di ripartire dagli errori commessi. Jeff Bezos, fondatore e proprietario di Amazon, è fallito tre volte. Poi ho scritto un libro fotografico su Napoli, città che adoro. L’ultimo è sulle startup che sono un nuovo modo di vedere il mondo. Nel libro dico che bisogna avere la testa per aria ma anche i piedi per terra perché il successo è determinato sicuramente dalla grande idea ma anche dall’essere concreti nel realizzarla. Insomma si deve essere mezzo Archimede e mezzo Ray Kroc, il geniale fondatore dell’impero McDonald’s».

Lo scopo è filantropico e pedagogico. Anche il cortometraggio affronta gli stessi temi». Il suo sogno? «Che Napoli diventi l’hub della formazione a distanza dove non ci sono barriere di spazio e di tempo e si studia come, dove e quando si vuole». di Mimmo Sica - www.ilroma.net

…e produttore cinematografico? «Ho prodotto cortometraggio.

un

docufilm

e

un

La molla me l’ha fatta scattare Gomorra. Con “Senso di marcia” abbiamo parlato della criminologia camorristica senza mai far vedere un camorrista in faccia ma attraverso interviste fatte a vittime della criminalità organizzata. Tutto è rivolto alla speranza che la giustizia prevalga sul crimine. Insieme al magistrato Catello Maresca lo stiamo portando in giro: lo abbiamo fatto già in 30 scuole.

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L’università telematica Pegaso al Salone dello Studente di Palermo Palermo 27 e 28 marzo 2018 giornalmente ci permette di migliorare. Abbiamo aiutato i ragazzi a mettere ordine nel marasma confuso del post diploma”, affermano gli orientatori. “Vogliamo aiutarli a scegliere in maniera ponderata il percorso migliore, un percorso che deve essere cucito ad arte, sulla base delle loro attitudini e aspirazioni e in riferimento alle nuove professioni. Tutto ciò in una società che corre veloce sui binari di quello che, ormai, può benissimo essere definito web 3.0, caratterizzato da innovazione e maggiore consapevolezza da parte dei fruitori” Maria Alessia e Irene (in foto) sono due studentesse dell’istituto alberghiero Pietro Si è chiusa ieri, con un ottimo successo di Piazza di Palermo, ecco la loro opinione. pubblico, la due giorni dedicata Maria Alessia conosceva già l’università all’edizione panormita 2018 del Salone Pegaso grazie al web. “Penso sia un’ottima dello Studente. occasione”, dice, “soprattutto per i ragazzi La Fiera del Mediterraneo – location della del Sud, sicuramente più svantaggiati in tappa siciliana – ha ospitato migliaia di termini di possibilità economiche e che studenti dell’ultimo anno dei licei e degli quindi, parallelamente e con questo meistituti superiori palermitani. todo di studio universitario, hanno l’opIl padiglione numero 20, quartier generale portunità di mettersi in moto, alla ricerca per l’occasione, ha dato accoglienza agli di un lavoro che possa sgravare le famiglie allestimenti di decine di atenei italiani e a dal peso del costo degli studi, specialmente numerosi momenti di confronto, incontri per i ragazzi che non vivono nella sede istituzionali, e workshop su diverse universitaria e che quindi sono costretti a tematiche e con numerosi professionisti di spostarsi.” settore che hanno presentato ai giovani “È un’ottima cosa quella di seguire le studenti le proprie expertises. Presente lezioni da casa”, afferma Irene, “puoi anche il sindaco della città. ottimizzare i tempi, puoi personalizzare lo L’università Pegaso, protagonista col suo studio, sei costantemente seguito dai tutor, team di orientatori, ha risposto alle hai la possibilità di realizzare concuriosità di diversi ragazzi che con i loro temporaneamente più aspirazioni, di docenti hanno mostrato grande interesse coltivare adeguatamente quelle passioni in riferimento alle potenzialità e alle che spesso vengono messe da parte per far opportunità di un ateneo telematico posto esclusivamente allo studio. È una riconosciuto dal Miur, promosso a pieni scelta da attenzione e da prendere voti dall’ANVUR e con una diversificata sicuramente in considerazione, i ragazzi offerta formativa. del Sud dovrebbero approfittarne.” “Una delle nostre priorità è il confronto L’università Pegaso sta già predisponendo con le nuove generazioni. Sono loro, i numerosi altri momenti di incontro con i nativi digitali, a darci quel giusto input che giovani e con le loro famiglie. Issue 1

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SEDE DI PALERMO

I S CRI ZI O N I AP E RTE L’A Accademia Forense nasce con l’ambizioso obiettivo di fornire al mondo dell’Avvocatura uno strumento didattico/formativo di attività in ambito multidisciplinare del Diritto tese all’aggiornamento ed alla formazione del Professionista moderno, in un’ottica di crescente specializzazione del sapere imposta dagli ordinamenti sovranazionali e dall’andamento del mercato. . L’unica Accademia Forense on-line partecipata da 107 docenti provenienti da 40 Università! Si tratta di Master di II livello, vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale per la specializzazione e l’aggiornamento professionale nelle varie discipline giuridiche. Si compone di vari ambiti formativi di notevole interesse, sia in termini di moduli didattici, svolti da Docenti di elevata e riconosciuta professionalità (clicca il link per visionare elenco dei Docenti) http://www.accademiaforensepegaso.it/i-docenti-dell-accademia/ co on esperienza a livello internazionale, siia come strumenti e tecniche che trasmette al discente, immediatamente spendibili nel mondo delle professioni ad alto valore innovativo. I Master sono destinati a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di Laurea quadriennale, Laurea di II livello (3+2) e/o del previgente ordinamento Laurea Magistrale ed in particolare a tutti i laureati “PEGASO -CESD” che durante il “quinquennio” hanno conseguito la Laurea Magistrale (Vds. Progetto Siena ecc.). Possono, altresì, iscriversi al Master coloro i quali sono iscritti all’Albo degli Avvocati, una delle professioni in continuo aggiornamento, o coloro che sono abilitati alla professione, compresi i praticanti avvocati, abilitati all’esercizio della professione forense e/o non ancora iscritti all’Ordine degli Avvocati. Il titolo che si consegue al termine del Master è: Diploma Universitario Master Biennale di II livello, con il riconoscimento di 60 CFU. Ha la durata di due anni accademici per un numero complessivo di 1500 ore. Si può inoltre usufruire del permesso dedicato al diritto allo studio per un totale di 150 ore annuali. Ebbene, La Pegaso da oggi, ci consente di diffondere tale opportunità di formazione sull’aggiornamento professionale, ad un costo pari a € 600,00 anziché € 850,00 + 50,00 perbollo. I master di specializzazione • Diritto di famiglia, dei minori e delle persone; • Diritto commerciale; • Diritto amministrativo; • Diritto e Processo Penale; • Diritto delle responsabilità civile e delle assicurazioni; • Diritto industriale e della concorrenza; • Diritto della navigazione e dei trasporti; • Diritto del lavoro; • Diritto e Processo Tributario; • Diritto dell’Unione Europea. Si avvia un progetto di ampia divulgazione dell’Accademia Forense la cui responsabilità per la ricerca ed analisi è stata affidata al Prof. Calogero Di Carlo. Per info e dettagli: calogero.dicarlo@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it - infocesd@unipegaso.it 091/7654200 - 3318682197

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Master in "Criminologia e Studi Giuridi Forensi-MA668" a.a. 17/18 - iscrizioni sempre aperte Le precedenti edizioni del master 56 + 78, 100, 127, 213, 240, 297, 391, 451 che si accingono ad iscriversi, quasi tutti, al V anno della Facoltà di Giurisprudenza, ed il 541 (IV edizione in corso) hanno riscosso un notevole successo, oltre ogni aspettativa grazie alla vostra fiducia che continuate ad accordarci. Prima di Voi, oltre 9600 iscritti, hanno usufruito di questo straordinario Master, che ha visto come protagonisti dei pregiatissimi professori e illustrissimi professionisti nel campo criminologico, di fama Nazionale quali: il prof. Calogero Di Carlo, direttore accademico del master; il Prof. Paolo Procacciante, Direttore Medicina Legale, Università degli Studi di Palermo; il Generale Div. CC Nicola Ragetti, già Comandante del RACIS; il Prof. Nicola Malizia, Criminologo, Docente Università degli Studi Kore di Enna; il Cap. Pietro Maida – Comandante Sez. Chimica – Esplosivi e Infiammabili- del RIS Carabinieri di Messina; il Prof. Rosario Bianco, Docente Università Pegaso; il Prof. Francesco Fimmanò, Docente e Presidente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso e tanti che si sono susseguiti ed interscambiati, nell’illustrare le avvincenti materie oggetto di studi. In particolare durante le lezioni sono stati trattati i seguenti moduli: Il Criminologo Prof. Nicola Malizia, docente presso l’Università degli studi di Palermo e la Kore di Enna: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

INTRODUZIONE ALLA CRIMINOLOGIA MODERNA IL BULLISMO SESSUOLOGIA CRIMINALE MOBBING CRIMINOGENO SERIAL KILLER CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA NELLA DONNA SONNAMBULISMO OMICIDIARIO SETTE SATANICHE ED IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE

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Il Generale di Divisione, già comandante del RACIS Carabinieri, Dott. Nicola Raggetti, docente in diverse università italiane: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

IL SOPRALLUOGO ED IL REPERTAMENTO ( 3 LEZIONI) IMPRONTE ( 4 LEZIONI) BALISTICA ( 4 LEZIONI) BIOLOGIA (2 LEZIONI) CHIMICA (2 LEZIONI) DVI : DISASTER VICTIM IDENTIFICATION (1 LEZIONE)

La criminologa Avv. Dott.ssa Clelia Gorga, tutor di questo master: 1. 2. 3. 4.

ELEMENTI PRATICI DI CRIMINOLOGIA STALKING LA VITTIMOLOGIA CRIME PROFILING.

Dott. Tommaso Comunale, università Forlì: 1. 2. 3. 4.

LA NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA L'APPROCCIO POSITIVISTA ALLO STUDIO DELLA CRIMINALITA' LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE I LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE II -

Alla luce di quanto sopra, per far fronte ed esaudire richieste sempre più esigenti, oggi a Voi, più fortunati, viene offerto per l’anno 2016/2017, il Master in “Criminologia e Studi Giuridici e Forensi" in sigla MA541 (4 ed.) per una durata di 1925 ore corrispondenti a 77 CFU, che consente la prosecuzione

degli

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Corso

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Laurea

Magistrale

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Per maggiori informazioni: 0081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197 mastercesd@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it (di carattere amministrativo e didattico)

comunicazioni@cesd-onlus.com (di carattere generale, logistiche/organizzative)

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E f f e t t o T re Co.Bo.Di.

Lavoro, la strage silenziosa: ecco chi ci uccide Gli infortuni mortali tornano ad aumentare. E crescono gli incidenti che non vengono neppure denunciati. Quali sono le cause. E i possibili rimedi Qualcuno grida «Attenti!», ma il palco viene giù in una frazione di secondo. Matteo Armellini, trent’anni, muore sul colpo. Schiacciato. Doveva montare le luci per illuminare il concerto di Laura Pausini a Reggio Calabria. Era il 5 marzo del 2012 e i giornali non parlarono d’altro: uscire di casa per lavorare e non fare ritorno. Assurdo. Passò qualche giorno, la polvere dell’indignazione si sedimentò e restò soltanto Paola Armellini, la mamma, che oggi ha 76 anni e ancora cerca giustizia. Il processo va per le lunghe, cambia il giudice, cambiano i pm, si riparte daccapo. Risultato: dopo sei anni, ancora non si sa di chi sia la responsabilità per quel palco non in regola. «Alle ultime udienze si gioca a scarica barile fra committenti», racconta Paola. A processo, sul banco degli imputati, ci sono sette impresari che in quel

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cantiere avevano un appalto, in subappalto da un altro subappalto, e così via fino a costruire una matassa impossibile da districare: «Lo fanno apposta. Così quando succedono disgrazie il responsabile non è nessuno. Ma deve venire fuori», Paola non demorde. Eppure s’avvicina la prescrizione: e allora Matteo potrebbe non avere giustizia. «Servirebbe un processo esemplare, severo, in tempi giusti. Perché nel frattempo le morti sul lavoro non si sono fermate», e neppure il diabolico sistema del subappalto. Al contrario, le disgrazie hanno ripreso a correre e non è una fatalità. L’Espresso racconta cosa sta succedendo nelle aziende italiane e perché.

Aprile 2018 Riassumendo

Pag. 1 - Lavoro, la strage silenziosa: ecco chi ci uccide Pag. 5 - ARMA Pag. 16 - RAPPRESENTANZA Pag. 17 - ATTUALITA' NEWS Pag. 31 - CESD Pag. 32 - RUBRICHE

Precari più a rischio Nel 2017 hanno perso la vita - ufficialmente - in 1.115 (più 1,1 per cento sul 2016). continua

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Una

mattanza.

E il 2018 è iniziato nel peggiore dei modi: il 16 gennaio a Milano quattro operai sono morti per asfissia alla Lamina, una piccola azienda metalmeccanica. Due giorni dopo a Brescia, un ragazzo di 19 anni è rimasto incastrato con la manica del maglione nel tornio, è successo sotto agli occhi del padre, titolare dell’azienda. Mentre tutti parlano dei robot pronti a soppiantare gli operai, si continua a morire in fabbrica. Perché il lavoro è diventato precario e sui precari non si fa formazione. Perché anche quando si fa, la formazione troppo spesso resta sulla carta e corsi veri non ci sono. Perché le aziende, dopo anni di crisi, hanno ricominciato a produrre su macchine e impianti vecchi e non hanno soldi da investire nella sicurezza. Perché gli ispettori sono pochi e la probabilità per un’impresa di essere controllata è infinitesimale. L’effetto collaterale della ripresa L’Espresso anticipa i risultati del rapporto annuale Anmil, l’associazione degli invalidi del lavoro, che lancia l’allarme sugli effetti collaterali della ripresa economica: il Pil, il prodotto interno lordo che misura la ricchezza del paese, è cresciuto dell’1,5 per cento nel 2017 e il numero di occupati ha superato 23 milioni di unità, soglia sorpassata solo nel 2008, «ma la manodopera è diventata precaria e quindi non adeguatamente formata», spiega Franco Bettoni, presidente dell’associazione, che aggiunge: «La crescita occupazionale, infatti, si è avuta sui lavoratori a termine, più 605 mila unità, a scapito del lavoro a tempo indeterminato, che cala di 117 mila. La formazione è l’unica arma per far arretrare le stragi in fabbrica, ma il mercato del lavoro è diventato instabile e quindi i giovani non vengono adeguatamente formati. Sono loro i più a rischio ed è per questo che la sicurezza dovrebbe essere insegnata nelle scuole». Poi c’è l’invecchiamento delle macchine, segnalato dall’Ucimu, l’associazione dei costruttori di macchinari, alla Camera dei Deputati nel 2016 con un report sull’età degli impianti installati nelle aziende italiane: «Il parco macchine è molto più vecchio di quello di dieci anni fa e l’età media è la più alta mai registrata da 40 Page 2

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anni a questa parte», avvertiva il report. In risposta il governo ha avviato un piano di incentivi per la sostituzione dei macchinari obsoleti, come Industry 4.0, mentre l’Inail ha messo sul piatto 250 milioni per la sostituzione di macchine e trattori agricoli, che sono causa di molti incidenti nei campi. Sembra che l’arma degli incentivi stia funzionando, perché l’Ucimu afferma che nel 2017 gli ordini di nuovi macchinari da parte degli imprenditori italiani sono aumentati del 46 per cento. Due aziende su tre irregolari A controllare 4,4 milioni di imprese italiane ci sono 3.500 persone, di cui 2.800 ispettori delle Asl, più 300 funzionari del ministero del Lavoro che intervengono per lo più nel settore edile, e altri 400 carabinieri. Il 97 per cento delle aziende ha quindi la ragionevole speranza di non essere mai visitata. Ecco perché per l’imprenditore è più importante riempire qualche modulo - per essere in ordine con la burocrazia -, anziché verificare la presenza di sistemi di protezione contro le cadute. Ed è più utile spendere un po’ di quattrini in formazione, magari da fare online o da falsificare, anziché organizzare veri corsi fra le catene di montaggio o nei cantieri. Perché non solo la probabilità di un controllo è remota, ma il sistema italiano di prevenzione è talmente frammentato da rendere complessa qualsiasi verifica: il ponteggio è collaudato dall’ispettore del lavoro, i montacarichi dall’Ispels, istituto per la prevenzione, mentre l’Asl si occupa della verifica dell’ascensore dell’ufficio e il ministero dello Sviluppo economico verifica la regolarità delle miniere, mentre le Regioni entrano in scena nel settore dell’industria estrattiva di seconda categoria. Poi ci sono i vigili del fuoco con l’occhio puntato sulle norme anti-incendio. Detto questo, gli esiti dei controlli sono sconfortanti: l’ispettorato del lavoro nel 2017 ha effettuato 190 mila controlli e due aziende su tre sono risultate irregolari. Pochissimi i casi che vanno a processo Quando in azienda qualcuno perde la vita o subisce lesioni gravi, cioè nel dieci per cento dei casi di infortunio, allora la procura apre un procedimento.

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Tuttavia si arriva a processo solo tra il 2 e il 3 per cento dei casi, spiega Beniamino Deidda, ex procuratore generale del Tribunale di Firenze, da sempre in prima linea nelle inchieste sulle morti bianche. Racconta Deidda che in molti casi la notizia di reato non viene neppure comunicata alle procure e che le indagini «dovrebbero essere svolte dalla polizia giudiziaria preposta, cioè dagli stessi ispettori delle Asl, che sono pochi e hanno già molti compiti da svolgere. C’è un’enorme sproporzione fra quello che lo Stato investe per combattere gli infortuni sul lavoro rispetto alla reale necessità. A questo si aggiunge l’assenza di cultura della sicurezza», dice Deidda. Anche quando i processi arrivano a termine, non sempre offrono giustizia. Graziella Marota è la madre di Andrea Gagliardoni, un ragazzo di 23 anni, morto nel 2006 in un’azienda di Ortezzano. Lavorava su un macchinario che imprimeva l’inchiostro sui frontali degli elettrodomestici. Alle sei di mattina del 20 giugno Andrea ferma la macchina perché dava problemi e, per ripararla, infila parte del proprio corpo al di sotto della pressa. Proprio in quel momento la pressa, da sola, rientra in funzione. «Quel macchinario doveva avere tre sistemi di sicurezza, ma per velocizzare la procedura ne era stato installato solo uno», racconta Graziella. Dopo un processo durato anni, i due imputati, l’amministratore dell’azienda di Ortezzano e l’impresario della ditta che costruiva la macchina su cui lavorava Andrea, hanno patteggiato una pena di otto mesi con la condizionale. «A loro neanche un giorno di carcere, a me un ergastolo», si sfoga Graziella. Prevenzione zero Lo Stato investe sempre meno in controlli e prevenzione e, a causa del blocco delle assunzioni, gli ispettori delle Asl sono passati da cinquemila nel 2008 a meno della metà. Inoltre quasi nessuna Regione raggiunge la quota del cinque per cento di spesa che per legge dovrebbe essere destinata alla prevenzione negli ambienti di vita e lavoro. In Lombardia, ad esempio, si spende circa il 3,7 per cento. Dopo il grave incidente alla Lamina di Milano, che ha provocato la morte per asfissia di quattro persone, l’allora governatore Roberto Maroni ha annunciato lo stanziamento una Page 3

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tantum di sette milioni per incrementare l’attività di prevenzione e vigilanza delle Asl, «una modesta cifra rispetto a quella che avrebbe dovuto essere impegnata per rispettare il coefficiente del cinque per cento della spesa sanitaria. Tanto più esigua se si considera che per legge i soldi delle sanzioni, provenienti dall’attività ispettiva, dovrebbero essere reinvestiti in attività di prevenzione nei luoghi di lavoro, cosa che in Lombardia non succede», dice Susanna Cantoni, medico, già responsabile del dipartimento sicurezza sul lavoro nella Asl di Milano e oggi presidente del Ciip, la Consulta italiana per la prevenzione. Se la formazione è finta Sempre Cantoni ha avviato una vera battaglia contro i finti corsi di formazione: «Le norme ci sono, ma purtroppo la sicurezza dei lavoratori, la prevenzione, il rispetto delle norme vengono visti come un orpello cui dedicare il minimo possibile di attenzione, tempo e risorse, assolvendo solo formalmente agli obblighi di legge per essere a posto in caso di ispezione». Cantoni racconta che l’Asl di Milano ha segnalato alla Procura una decina di società indagate per contraffazione, truffa e associazione a delinquere. Succede perché il business della formazione fa gola a molti: nella sola Lombardia vale quasi un miliardo e mezzo di euro se si considera che ci sono 4 milioni di dipendenti che devono fare corsi formativi del costo di 400 euro lordi a testa. Però l’imprenditore può risparmiare scegliendo un corso fittizio: «Ci sono società che, con la complicità di un ente paritetico (cioè di un sindacato o di un’associazione dei datori di lavoro), falsificano gli attestati di formazione e addirittura non svolgono neppure i corsi, ma si limitano a rilasciare dei patentini contraffatti», sostiene Cantoni. Il rischio per l’imprenditore è una semplice multa, «ma i dipendenti rischiano la vita. Perché quei finti corsi, alle volte mai fatti, altre volte realizzati online, interessano anche attività di cantiere, come il montaggio dei ponteggi e delle impalcature», spiega il presidente della Consulta. Conferma il presidente degli edili della Confartigianato lombarda, Virgilio Fagioli: «Anche noi in associazione riceviamo segnalazioni da parte di imprenditori che ci fanno notare

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come alcuni colleghi prendano sotto gamba la formazione del personale, affidandosi a falsi formatori. È concorrenza sleale e un danno per l’intera categoria». Dieci milioni di persone senza Inail L’83 per cento degli incidenti si verifica in piccole e medie aziende, dove si investe meno sulla prevenzione. «Manca la cultura», Luca Nieri della Fim Cisl di Bergamo racconta che i piccoli imprenditori sono convinti di risparmiare rimandando la manutenzione sulle macchine: «Senza pensare che un infortunio equivale alla chiusura dell’azienda. Inoltre investire in innovazione significa facilitare la produzione e rendere la fabbrica e i processi più sicuri». Colpa anche dei costi burocratici, che sottraggono risorse altrimenti utilizzabili per la formazione, come spiega Ferruccio Righetto della Confartigianato veneta che snocciola cifre: «Nel primo anno di attività un’azienda di 10 dipendenti, che fattura circa tre milioni di euro, deve accollarsi 14 mila euro di costi per le certificazioni sulla sicurezza previste per legge, negli anni successivi la spesa si assesta attorno ai 2.200 euro». In Veneto l’associazione degli artigiani si è alleata ai sindacati per creare corsi di formazione specifici, sostenendone anche i costi: «I risultati ci sono, gli incidenti stanno diminuendo», racconta Righetto. Un caso unico, perché nelle altre regioni

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d’Italia si continua a morire, qualche volta in silenzio, perché non sempre l’Inail, l’ente nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, tiene il conto. «Gli assicurati Inail sono quasi 16 milioni, le posizioni Inps indicano 23 milioni di occupati», spiega Sebastiano Calleri della Cgil, preoccupato per la piega che sta prendendo il fenomeno. E racconta che lo scarto comprende alcune categorie professionali che non versano contributi all’ente assicurativo, come i vigili del fuoco, le forze di polizia, i commercianti titolari, le partite Iva, parte dei lavoratori agricoli. E poi, ovviamente, nel conto non ci sono i lavoratori in nero e i precari. In tutto mancano all’appello 10 milioni di persone, che non vengono considerate. Poi c’è una novità, «una nuova moda», la definisce con asprezza Calleri della Cgil: «Consiste nel non denunciare gli infortuni avvenuti sul posto di lavoro». Il motivo? «Per non far aumentare i premi assicurativi che l’imprenditore deve pagare all’Inail», spiega il sindacalista. Si torna sempre lì, a quell’orpello, a quel costo in più, che è la sicurezza. Del resto, quanto può valere una vita umana? A Paola Armellini è stato offerto un risarcimento da 350 mila euro per la morte di Matteo. Ha rifiutato: «Nessuna cifra potrà ridarmi mio figlio». GLORIA RIVA

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Carabiniere morto, la lettera del papà della com p a g na

30 marzo 2018 Sono il papà di Martha, la compagna del giovane carabiniere Giorgio Privitera, morto due giorni dopo il collega Alessandro Borlengo, nell’incidente di San Martino di Bra. Vorrei esprimere – andando oltre le formalità di un semplice ringraziamento – la riconoscenza mia, di mia moglie e dei genitori di Giorgio, per quanto è stato fatto dall’Arma in questi giorni tremendi. Non voglio soffermarmi sul sopporto materiale e logistico che pur vi è stato, enorme, ancor prima della nostra partenza dalla Sicilia con il colonnello che mi ha fornito anche il numero del telefono personale. Supporto senza il quale, certamente, non avremmo avuto la forza di arrivare alla fine. Vorrei inoltre raccontare di quanto ci siano stati vicini semplici carabinieri, graduati, ufficiali che con le loro carezze, le loro lacrime, la loro vicinanza ci hanno aiutato a superare momenti difficili. Vorrei raccontare della moglie del comandante della stazione di Sommariva del Bosco, sig.ra Montuori, che ha accompagnato mia figlia in ospedale, facendole da sorella e mamma, che è rimasta con lei – assieme alle mogli ed alle compagne di un altri colleghi - fino al nostro arrivo in tarda serata e sostenendoci in quei primi momenti. Vorrei raccontarvi delle decine e decine di carabinieri che sono venuti a darci un abbraccio, a condividere le nostre lacrime raccontandoci quello che sapevano dell’incidente, ad informarsi o – semplicemente – a piangere in silenzio in un angolo della sala di aspetto. Dei nostri «angeli custodi», come li abbiamo chiamati, disponibili giorno e notte e che hanno lasciato – in alcuni casi – le loro famiglie per stare al nostro fianco e di chi, dopo aver appreso della morte di Giorgio e della volontà dei suoi genitori a donare gli organi, ha deciso di interrompere la gita domenicale per venire Page 5

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a ringraziarli facendoci conoscere le loro famiglie. Del pianto disperato del Comandante di stazione – abbracciato al suo colonnello –, il dolore di chi aveva perso due figli e non due subordinati. Dell’insistenza di quest’ultimo a volerci a tavola con lui (ben diverso di un semplice invito a pranzo) consapevole che quel giorno nessuno di noi avrebbe avuto la forza di pensare al pranzo. Sempre vicino a noi fino al trasferimento della salma. Lo stesso generale, che io pensavo venisse per puro dovere d’ufficio, dopo aver parlato a lungo con i genitori di Giorgio, è rimasto a parlare altrettanto a lungo con me lasciandomi sfogare rabbia, dolore, preoccupazioni con la disponibilità e la comprensione di un fratello. Di chi è venuto con noi sull’aereo dicendo di voler approfittare per tornare in Sicilia mentre ci ha voluto seguire anche in quelle due ore e di chi ha voluto esserci ai funerali, non per dovere di rappresentanza, ma per vera amicizia. Un pensiero di vera riconoscenza deve andare a tutto lo staff medico e, per tutti, alla dottoressa Stefania dal dolcissimo sorriso in grado di trasformare un intervento (il prelievo degli organi) in un evento di grande pietà umana. Per tutto questo non può bastare un semplice «grazie», se pur ripetuto mille volte come abbiamo fatto in questi giorni. Occorre che le persone sappiano che esiste – veramente – una famiglia che si chiama «Arma dei carabinieri» e che dietro quel tipo in divisa che ti ferma per un controllo, infastidendoti perché hai premura - perché devi andare al lavoro o al ristorante -, c’è una immensa umanità. Ernesto Leonardi, Acireale.

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www.lastampa.it

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Avviata la richiesta di apertura di un Comando dei Carabinieri Forestali a Santeramo 01 aprile 2018

nel dispositivo della deliberazione, ha stabilito di mettere a disposizione locali Aprire un comando de i Carabinieri idonei di proprietà comunale presso gli Forestali a Santeramo. uffici siti in p.zza Dott. G. Saragat nella Zona PIP. Questo, in sintesi, è quanto deliberato dalla giunta comunale di Santeramo in Colle con Alla base della richiesta – come si legge propria deliberazione n. 35 del 22 marzo ancora nel documento- la necessità di 2018. effettuare maggiori controlli nel territorio Il comune di Santeramo quindi inoltrerà comunale anche al fine di preservare gli formale istanza ai Carabinieri Forestali habitat che lo compongono e di evitare il presso il Comando Regionale, affinché degrado ambientale considerato che il venga disposta in questo Comune territorio nell’agro santermano – rientrante l’apertura di un Comando dei Carabinieri nel complesso del Parco Nazionale dell’Alta Forestali che andranno ad operare in forma Murgia e sottoposto ai vicoli derivanti della autonoma o in subordine rispetto al ZPS (Zone a protezione speciale) e SIC (Siti comando forestale presente nella vicina di importanza Comunitaria) - risulta essere Cassano delle Murge e con sede distaccata grave il fenomeno dell’abbandono indirispetto a quella del Comando dei scriminato di rifiuti pericolosi e non Carabinieri di Santeramo in Colle. pericolosi. A tal fine quindi la giunta, come si legge

www.santeramolive.it

Albergatore ospita i carabinieri per il G7: l o St a t o non l o p a g a d a l ug l i o 03 aprile 2018 Quale lavoratore accetterebbe di essere pagato con ben 9 mesi di ritardo? Eppure, nonostante tanti discorsi sul l i mi t e massimo dei 30 o 60 giorni per i pagamenti, ci sono ancora casi in cui è lo Stato a non corrispondere quanto dovuto a chi gli eroga prestazioni di ogni sorta. E' il caso di Alessandro Barlesi, titolare di un residence a Granarolo dell'Emilia, in provincia di Bologna. A luglio la sua struttura ha ospitato una decina di carabinieri di stanza in Emilia per il servizio al G7 Ambiente, a luglio dello scorso anno. Una settimana di pernottamento compresa la prima colazione per pochi militari, per un totale di 1500 euro da saldare. Peccato che settimana dopo settimana, mese dopo mese, quei soldi ancora non siano arrivati. Page 6

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"Forse dopo Pasqua otterrò finalmente quanto mi spetta – racconta Barlesi al Resto del Carlino –. Così mi è stato detto l’ultima volta. Speriamo di non dover attendere altri mesi. Dietro il servizio che noi albergatori offriamo, ci sono ovviamente delle spese fisse: la donna delle pulizie che va pagata tutti mese, le utenze come gas, luce e acqua, e ovviamente le tasse. Tutte spese che ho già sostenuto, mentre il conto verrà pagato dopo mesi" Peggio ancora è andata a un'albergatrice di Molinella, sempre nella provincia felsinea, che aveva ospitato le forze dell'ordine impegnae nella caccia da Igor il russo: in quel caso il conto è di 33mila euro. Ancora non pagati. www.ilgiornale.it

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‘Ndrangheta: il clan Soriano pedinava i carabinieri e pianificava la corruzione dei giudici

0 4 a p ri l e 2 0 1 8 Carabinieri seguiti in auto dai presunti sodali del clan, l’assoluta certezza di essere a conoscenza di un’attività intercettiva e la possibilità di avvicinare i giudici attraverso gli avvocati. E’ quanto emerge dall’operazione “Nemea” contro il clan Soriano di Filandari, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare da parte del gip distrettuale di Catanzaro. Un’inchiesta condotta sul campo dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia, che hanno stroncato sul nascere i propositi dei Soriano, intenzionati a riappropriarsi del territorio attraverso azioni violente nei confronti delle vittime e la ripresa dello smercio in grande stile di stupefacenti. E’ l’8 gennaio scorso quando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo in abiti civili si portano a Pizzinni di Filandari in prossimità dell’abitazione di Leone Soriano. Qui giunti, i militari dell’Arma notavano numerose autovetture parcheggiate, fra le quali anche quella di Francesco Parrotta. E’ a questo punto che accade qualcosa che dimostra ulteriormente - ove ve ne fosse ancora bisogno - il controllo del territorio da parte dei componenti del clan di Filandari per come emerso in passato anche con altre operazioni: “Miranda”, “Rotarico” e “Ragno” su tutte. L’auto con a bordo i carabinieri in borghese viene infatti seguita dall’autovettura di Parrotta. Un pedinamento paradossale ed a parti inverse, “cartina di tornasole - annotano gli investigatori dell'Arma negli atti dell’operazione Nemea - di come il sodalizio controlli di fatto il territorio. Appare infatti più che plausibile che il transito della macchina del Nucleo Investigativo, sconosciuta ai soggetti fermi dinanzi la casa di Leone Soriano, abbia generato in questi il sospetto tale da indurli ad un pedinamento”.

dell’inchiesta. L’attività investigativa ha infatti fatto emergere come Francesco Parrotta ed altri sodali avessero l’assoluta certezza di un’attività intercettiva nei loro confronti. “Una certezza che si basa sulle attività di riscontro - spiegano gli investigatori - eseguite nel corso delle operazioni di perquisizione effettuate”. Emblematica della sfrontatezza e dell’arroganza del clan di Filandari è quindi un’intercettazione del 18 febbraio scorso in cui Francesco Parrotta, dialogando con un giovane di Mileto che teme di essere intercettato (“Ci stanno registrando…”), si lascia andare a toni chiaramente dispregiativi nei confronti dei carabinieri. "Lasciali stare che registrano, tanto registrano sta coppola di c….! Noi mangiamo al ristorante, alla faccia loro - si lascia andare Parrotta - che vanno terre terre che trovano…, dalla mattina alla sera per venti euro al giorno”. Ancora più inquietante l’intercettazione del 17 febbraio scorso in cui Leone Soriano formula espressamente l’intenzione e la possibilità di consegnare nelle mani di qualche avvocato un’ingente somma di denaro al fine di corrompere qualche giudice compiacente. "Versare centomila euro..., glieli davo all'avvocato”. Un passaggio di estrema valenza, secondo gli investigatori, in quanto Leone Soriano non starebbe “parlando in maniera spropositata poichè cita, per conoscenza, un precedente episodio che vede coinvolto un membro di un’altra consorteria mafiosa": quella degli Anello di Filadelfia. Un'intenzione, quella di Leone Soriano, sulla quale i carabinieri e il pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, sono impegnati a fare piena luce. www.ilvibonese.it

Non è però il solo aspetto paradossale Page 7

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Agrigento, ricordato il maresciallo Guazzelli a 26 anni dall’uccisione. Don Falzone (cappellano), “ha abbracciato la croce del servizio”

04 aprile 2018 Ricordato, questa mattina, ad Agrigento il maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli, ucciso 26 anni fa dalla mafia. In sua memoria è stata celebrata una messa al santuario dedicato a san Calogero, presieduta dal cappellano militare della legione “Sicilia” dei Carabinieri, don Salvatore Falzone. Erano presenti, tra gli altri, Teresa Guazzelli, figlia del maresciallo, il comandante della legione, Riccardo Galletta, il comandante del comando provinciale di Agrigento, Giovanni Pellegrino, il prefetto Dario Caputo, i vertici degli Uffici giudiziari di Agrigento e Sciacca, quelli delle forze dell’Ordine locali e magistrati che hanno condiviso parte del loro percorso con Guazzelli. Nell’omelia, don Falzone ha parlato di donazione e fedeltà. “Come Maria è rimasta fedele al suo Signore, così

– ha detto – lo è anche chi difende il debole. Il maresciallo Guazzelli ha abbracciato la croce del servizio, rischiando la vita. Donarsi equivale ad amare; amare chi è fragile, chi è indifeso. Fedeltà vuol dire non scappare, a costo di dare la propria vita”. Il secondo momento della commemorazione si è svolto nel viadotto “Guazzelli”, sulla Strada statale 115, in cui 26 anni fa fu ucciso il maresciallo. Lì si è tenuta una breve cerimonia alla presenza di un picchetto d’onore. Sulle pagine del settimanale diocesano “L’Amico del Popolo” l’ex presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale, ha ricordato Guazzelli, con il quale lavorò, come “un uomo tenace e un investigatore finissimo”. www.agensir.it

Palermo, carabiniere uccise la moglie e si suicidò: i familiari chiedono i danni allo Stato

04 aprile 2018 Rosanna Siciliano il 7 febbraio del 2011 aveva presentato una denuncia contro il marito dal quale stava per separarsi. "Vivo ormai in clima di vero terrore, mio marito mi ha colpita con pugni e schiaffi, ha continuato a colpirmi lasciandomi a terra sanguinante mentre chiedevo aiuto. La mia bambina di 5 anni era lì davanti e piangeva terrorizzata". Così aveva scritto la donna esattamente un anno prima e aveva presentato querela alla procura. Il 7 febbraio 2012 suo marito, il carabiniere Rinaldo D'Alba, la uccise a colpi di pistola e si suicidò subito dopo con un colpo alla tempia. Le figlie di 12 e 7 anni erano in casa e la più grande sfondò la porta della camera da letto trovando morti i genitori.

Ora le due figlie con la nonna materna Rosaria Alessi e gli zii materni Ignazio, Manuela e Alessia Siciliano hanno citato la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Difesa e il ministero della Giustizia davanti al tribunale civile di Palermo chiedendo il risarcimento del danno. Secondo i familiari la vittima "si era rivolta alle forze dell'ordine prima di essere uccisa, aveva segnalato e denunciato l'ex marito che la intimidiva e sperava di trovare nello Stato un punto di appoggio, una protezione. Aveva raccontato ai carabinieri che il marito la minacciava, anche davanti alle figlie, che era violento, che la picchiava e le urlava contro spaventandola al punto da condurla a non volerlo più vedere". continua

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ARMA Gli avvocati Vanessa e Gabriele Fallica, che rappresentano i familiari di Rosanna Siciliano, ritengono sussista "una responsabilità dello Stato ed in particolar modo dell'Arma dei Carabinieri, per le gravi omissioni perpetrare nonostante le denunce fatte dalla vittima. Le figlie e i familiari della vittima dopo sei anni, non hanno ricevuto alcuna assistenza". Noemi, la figlia maggiore, oggi ha 18 anni. A Repubblica, in un'intervista rilasciata nello scorso febbraio, aveva dichiarato: "Ho perdonato mio padre e credo ancora nell'amore". Le due ragazze vivono con gli zii nell'Agrigentino. I legali sostengono che l'Arma "nonostante la consapevolezza che il dipendente avesse gravi problemi di natura psicologica, manifestati con ripetuti atti di violenza contro la moglie, ha continuato a mantenerlo in servizio senza prendere alcun provvedimento anche a sua tutela". D'Alba, di origini baresi, era in servizio alla stazione Falde ed era a Palermo dal 1995. Qualche mese prima dell'omicidio la coppia aveva avviato la causa di separazione. La vittima viveva con le figlie in caserma e il carabiniere nella camerata dello stesso immobile.

nonnulla e lui ha addirittura iniziato a rivolgersi anche verso le bambine e non più solamente nei miei confronti in termini ingiuriosi...". Secondo gli avvocati Fallica, considerate le denunce e il fatto che tutti nella caserma conoscevano la situazione in cui viveva la vittima, dovevano essere prese misure da parte dei carabinieri a cominciare "dalla consegna dell'arma in dotazione da parte di D'Alba nonché l'obbligo di allontanamento dalla moglie attraverso anche un ordine restrittivo". Ma l'unico intervento nei confronti del carabiniere fu quello del comandante del reparto che "verificando i maltrattamenti, invitava l'appuntato D'Alba a trasferirsi in altro alloggio". L'Arma dei carabinieri - è scritto nella citazione - noncurante delle reali esigenze delle figlie della vittima nonostante le promesse verbali, è intervenuta soltanto donando ceste regalo a Natale ed a Pasqua e partecipando alle spese scolastiche con fondi provenienti dall'Opera nazionale di assistenza per gli orfani dei carabinieri. www.repubblica.it

La donna registrò anche un messaggio vocale in cui chiedeva aiuto subito dopo la sentenza di separazione. Un memoriale in cui ripercorreva la sua storia. Nell'atto di citazione i legali scrivono che ciò "che desta stupore è la circostanza che tutto avveniva all'interno di una caserma dei carabinieri dove i colleghi del marito, senza mai intervenire, sapevano e vedevano che Rosanna voleva semplicemente vivere in pace dopo gli alti e bassi di un matrimonio ormai naufragato, una pace che però non ha mai raggiunto per aver subito violenza da chi sosteneva di amarla e da chi avrebbe dovuto proteggere il suo diritto alla vita". Nella denuncia, specificando che il marito fosse un carabiniere, la donna aveva dichiarato: "Deve dirsi infatti che negli ultimi tempi l'aggressività di mio marito è notevolmente aumentata, io ho iniziato ormai a vivere in un clima di vero terrore, temendo di essere picchiata per un Page 9

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Libero Consorzio: studenti del Politi incontrano il Tenente Colonnello Pellegrino

07 aprile 2018

Compiti dell’Arma Carabinieri, lotta al consumo e spaccio di sostanze stupefacenti, giovani e società, contrasto all’immigrazione clandestina: sono stati questi, e non solo, i temi trattati da alcuni studenti del Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “R. Politi” di Agrigento nel corso di un incontro con il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Agrigento, Tenente Colonnello Giovanni Pellegrino. La visita, che si è svolta ieri nella Caserma “Biagio Pistone”, sede del Comando provinciale dell’Arma, si è inserito nell’ambito del progetto di Alternanza Scuola Lavoro, denominato “fuoriclasse”, che gli studenti svolgono all’Ufficio Stampa del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Dopo il discorso di benvenuto, il Comandante Pellegrino ha parlato della centralità della stazione Carabinieri nel contesto del territorio provinciale, una capillarità che rende l’uniforme dei Carabinieri familiare e riconoscibile. L’alto Ufficiale si è, poi, soffermato sulla figura del Carabiniere amico; il cittadino, ha detto, deve considerare la Stazione Carabinieri un luogo di accoglienza, di ascolto, di aiuto e di tutela dei propri diritti. Il Carabiniere, ha sottolineato, è una persona a cui rivolgersi in caso di bisogno, non una figura da temere. Agli studenti, inoltre, è stato fatto vedere un video che ha sintetizzato i compiti dell’Arma, asse portante su cui si basa tutto il sistema di sicurezza nazionale. Il Comandante nel Page 10

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rimarcare, poi, il senso del dovere, lo spirito di sacrificio, la disciplina, la serietà, l’affidabilità e la stretta vicinanza ai cittadini dei Carabinieri, ha ricordato la figura del Maresciallo Giuliano Guazzelli, ucciso dalla mafia nell’aprile di 26 anni fa: Guazzelli, ha detto Pellegrino, era toscano, giunto in Sicilia ha voluto imparare il dialetto siciliano per calarsi più facilmente nel contesto sociale e culturale del territorio e comprenderne meglio le dinamiche. Un modo per incidere con più forza e determinazione nella lotta alla criminalità organizzata. Sotto l’aspetto professionale, poi, Pellegrino ha spiegato agli studenti, che si affacciano al mondo del lavoro, quali sono i requisiti che un cittadino deve possedere per entrare nell’Arma e diventare, così, un professionista dell’ordine pubblico calato in una dimensione di alta tecnologia e professionalità. Diverse, infine, le domande poste dai quindici liceali che hanno seguito con interesse l’incontro che si è concluso con un invito del Comandate a partecipare il prossimo 5 giugno, nella Valle dei Templi di Agrigento, alle celebrazioni per la Festa dell’Arma in occasione del 204esimo anniversario della fondazione. Gli studenti, infine, accompagnati dal Tenente Luigi Garrì, hanno visitato la centrale operativa del Comando Provinciale dove l’ufficiale ha spiegato come viene coordinato e gestito un intervento di emergenza. “Incontro molto utile e formativo”, hanno dichiarato, infine, i liceali che hanno compreso al meglio l’essenza militare dell’Arma e la sua straordinaria duttilità nell’adeguarsi ai tempi, motivi principali della grande popolarità di questa forza militare di polizia, che da più di due secoli vigila e protegge l’Italia e la sua gente, in pace e in guerra. www.agrigentooggi.it

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Incendio in un b&b. I carabinieri salvano un ragazzo intrappolato dalle fiamme

0 8 a p ri l e 2 0 1 8 Questa mattina verso le 6 a Trevignano Romano, via delle Ginestre 6, per causa accidentale, probabilmente per delle candele lasciate accese si è sviluppato un incendio nella veranda di un B&B. I carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Bracciano sono stati informati dalla titolare della struttura riuscita a fuggire alle fiamme che all'interno dell'abitazione era ancora presente il figlio 15enne che non riusciva ad uscire perché il fuoco bloccava l'ingresso dell'abitazione. I carabinieri sono intervenuti senza attendere l'arrivo dei vigili del fuoco, hanno rimosso una bombola di gas e hanno

portato in salvo il ragazzo forzando una finestra. Le fiamme hanno completamente distrutto lo stabile principale ma non hanno intaccato i due appartamenti adiacenti, al cui interno c'erano due ospiti. Madre e figlio sono stati trasportati in ambulanza all'ospedale di Bracciano e non sono in pericolo di vita. Anche i carabinieri sono stati curati dai medici in seguito alle esalazioni di fumo e a lievi escoriazioni.. www.iltempo.it

Mafia, il business della carne imposta «Se qualcuno vuole il morto glielo do»

intercettazioni si apprende del clima di paura instaurato nei confronti di chi non Dalle stragi del 92-93 al business della voleva piegarsi al racket. È il caso di un carne imposta nei supermercati di Palermo imprenditore, vessato dallo stesso Formoso e provincia: è la parabola di Pietro (al quale aveva ceduto gioielli del fratello Formoso, fratello di due boss coinvolti Giovanni): e che però, essendo in carcere, dall'attentato di Cosa nostra a Milano del faceva arrivare le intimidazioni attraverso 1993, che avrebbe avuto un ruolo di rilievo propri uomini. nella famiglia mafiosa di Misilmeri, il Tra gli arrestati c'è anche un ispettore de l l a pol i z i a in servizio presso il grosso centro del palermitano. In particolare Formoso voleva piazzare la commissariato Porta Nuova: si tratta di carne di una ditta amica nei supermercati Francesco Paolo Migliaccio, per il quale il di Palermo e provincia, a un prezzo più gip del tribunale di Palermo ha imposto il divieto di dimora nel territorio del Comune caro del solito. di appartanenza. Nell'operazione, che Un business però interrotto da riguarda anche la compravendita di un'operazione congiunta condotta da preziosi, sarebbero coinvolti alcuni negozi carabinieri e guardia di finanza, che ha di compro oro. I provvedimenti sono portato all'arresto di sei persone e un scattati per Lorenzo D'Arpa, 58 anni, Paolo divieto di dimora. Sono accusate, a vario Dragna, 64 anni, Pietro Formoso, 69 anni, titolo, di associazione mafiosa, estorsione Francesco La Bua, 68 anni, Pietro aggravata e reati contro la pubblica amministrazione e di frode fiscale. Dalle continua 09 aprile 2018

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ARMA Morgano, 70 anni, e Vincenzo Meli, 66 anni. Nell'operazione, denominata Gioielli di Famiglia, sono stati coinvolti i militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo e del Comando Compagnia Carabinieri di Bagheria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali. Per l’esecuzione dei provvedimenti, eseguiti questa mattina, sono stati impegnati circa 100 militari, con l’ausilio di unità cinofile per la ricerca di armi ed esplosivi.

dalla Colombia e per le estorsioni nei confronti di imprenditori locali, e per aver autorizzato l'affiliazione di soggetti a Cosa nostra.

L'uomo avrebbe estorto soldi per 100 mila euro a un imprenditore palermitano per l'acquisto di pietre preziose. Nel corso dell'operazione sono state sequestrate somme di denaro depositate su conti correnti riconducibili a imprese individuali, operanti nel settore della vendita all'ingrosso di carne e della vendita di oro e oggetti preziosi, che avevano omesso il versamento dell'Iva e dell'imposta sul reddito, per un importo totale di circa Le indagini sono partite dalla figura di 850mila euro. delle intercettazioni come Pietro Formoso, fino adesso condannato L'utilizzo per associazione dedita al traffico di strumento di indagini ha permesso di sostanze stupefacenti nel ruolo di appurare altre condotte fraudolente da promotore e capo, ma mai per mafia. Sono parte di alcuni imprenditori, che in questo state le dichiarazioni di alcuni collaboratori modo avrebbero evaso il fisco, mentre un di giustizia a collocarlo nel contesto operatore commerciale del settore compro mafioso misilmerese e palermitano. I oro avrebbe cercato di ingraziarsi le . carabinieri e finanzieri sostengono che autorità di controllo. Pietro Formoso appartenga a pieno titolo alla famiglia di Misilmeri con il ruolo di www.palermo.meridionews.it referente per il traffico internazionale di stupefacenti proveniente dalla Spagna e

St a l k i ng e v i ol e nz a s e s s ua l e : d ue a nni a l l ’ e x com a nd a nt e dei carabinieri di Celle Ligure Ieri pomeriggio, attorno alle 16.45, invece il presidente del collegio del tribunale, Savona - Due anni e due mesi di carcere Laura De Dominicis (a latere Pisaturo) ha per stalking e violenza sessuale nei messo la parola fine al primo grado di confronti di una giovane donna con la processo per stalking e violenza sessuale quale aveva avuto una relazione con la lettura della condanna. extraconiugale, ma i guai per il maresciallo dei carabinieri Michele Valerio non Oltre alla pena detentiva (il pm Venturi sembrano finiti . aveva chiesto quattro anni di carcere) il maresciallo Valerio è stato interdetto da L’ex comandante della stazione di Celle incarichi di tutela e curatela in maniera Ligure, infatti comparirà nei prossimi mesi perpetua, mentre dovrà astenersi da davanti al tribunale di Savona con l’accusa svolgere mansioni nei pubblici uffici per un di appropriazione indebita di denaro di quinquennio. Oltre a pagare 5 mila euro a un’associazione sportiva di cui era titolo di risarcimento del danno alla dirigente. Il pm Chiara Venturi, che ha vittima. seguito anche il filone principale dell’inchiesta che ha coinvolto il sottufficiale I giudici hanno quindi dato credito al dell’Arma, ha infatti fatto la citazione continua diretta a processo perla vicenda. 10 aprile 2018

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ARMA racconto della vittima (costituitasi parte civile con l’avvocato Paolo Foti) che ha denunciato di essere stata baciata contro il suo volere da Valerio durante l’orario di lavoro, ma soprattutto da agosto 2014 al marzo 2015 sarebbe stata vittima di continui episodi di stalking da parte del comandante della stazione carabinieri che ieri era presente in aula con la moglie ed ha accolto il verdetto con un ghigno sornione. Nessun commento da parte dell’imputato, ma sicuramente la certezza di un ricorso in appello contro la condanna. Il maresciallo Valerio ha sempre rigettato le accuse e soprattutto ha sottolineato, anche nell’interrogatorio davanti al tribunale, di essere stato tempestato di

messaggi sul telefonino da parte dell’ex amante per la fine della relazione. Nel corso del dibattimento sono sfilati commercianti cellesi e militari-colleghi di Valerio che si sono trovati in pattuglia nel giorno in cui il sottufficiale sarebbe entrato in divisa nel negozio di via Torino a Savona dove lavorava la ragazza e l’avrebbe baciata contro il suo volere. Prima di leggere la sentenza di condanna, il tribunale ha riaperto il dibattimento per l’acquisizione «ai soli fini della procedibilità dell’esposto cui fa riferimento la querela del 9 aprile 2015». Poi la lettura della condanna. www.ilsecoloxix.it

Consulta, via libera ai sindacati dei militari. La Corte dichiara incostituzionale divieto imposto dal Codice

11 aprile 2018 Nella giornata di oggi è arrivata da parte della Corte Costituzionale una storica decisione a proposito della possibilità per i militari di dare vita a delle associazioni professionali a carattere sindacale. Con una nota diramata nelle ultime ore, infatti, la Consulta ha di fatto dichiarato incostituzionale l’a articolo 1475 (comma 2) del Codice di Ordinamento Militare nella sezione in cui vietava espressamente a coloro che sono nell’esercito di costituire delle sigle sindacali. Insomma, dopo anni di proteste da parte dei diretti interessati, per la prima volta è stata “parzialmente riconosciuta la questione di legittimità” sul tema anche se, sempre nella suddetta nota, sono state comunque evidenziate alcune delle restrizioni che dovrebbero restare ancora in vigore. Infatti, la particolarità dello status del personale militare continuerà comunque, in attesa di un intervento ad hoc da parte del legislatore, a imporre loro di non aderire ad altre associazioni sindacali, ricordando anche quanto prevedono la Carta Sociale Europea

Insomma, la nota con cui la Consulta ha dichiarato in parte la questione di legittimità a proposito della norma fa seguito a una serie di sollecitazioni arrivate proprio dall’esercito: basti ricordare il caso di un ricorso presentato da un brigadiere della Guardia di Finanza sul tema, tanto che il Consiglio di Stato aveva deciso di rimandare gli atti proprio alla Corte Costituzionale per decidere se era legittimo o meno per i militari dare vita a un sindacato. Come è noto, in precedenza ciò non era possibile dato che la legge italiana e il codice militare negavano tale possibilità per tutti i componenti dei diversi corpi delle forze armate nostrane: tuttavia, stando al ricorso, proprio la “struttura gerarchica” tipica degli organi di rappresentanza di queste forze era già un motivo valido per la costituzione di una sigla sindacale; inoltre, un altro aspetto a sostegno della tesi era che la normativa nazionale si poneva in contrasto con quella comunitaria e anche con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo in base a quanto spiegato da due sentenze della stessa Corte di Bruxelles in relazioni a tali restrizioni per i militari.

e l’articolo 11 della CEDU. www.ilsussidiario.net

IL RICORSO E LE PRESSIONI DALL'EUROPA Page 13

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Acqua contaminata in mare: sequestrato impianto nucleare di Rotondella

13 aprile 2018 Al centro di un'indagine della Procura di Potenza lo smaltimento delle acque nel sito Itrec in provincia di Matera, Basilicata, che sarebbero state sversate nello Ionio senza essere state prima trattate. Almeno 5 gli indagati. I gestori: nessuna anomalia radi ol og i ca Tre vasche di raccolta dell’impianto nucleare Itrec di Rotondella, in provincia di Matera, sono state sequestrate per fermare lo scarico nel mar Ionio di acqua contaminata proveniente dal sito. Si tratta delle vasche di raccolta delle acque di falda e della condotta di scarico. Il sequestro è stato disposto dalla Procura di Potenza nell’ambito di un’inchiesta per inquinamento ambientale, falsità ideologica, smaltimento illecito di rifiuti e traffico illecito di rifiuti. I gestori hanno però replicato: "Nessuna anomalia radiologica".. Almeno 5 indagati Sarebbero almeno cinque le persone indagate nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Potenza. Si tratterebbe dei referenti dei procedimenti di controllo e smaltimento delle acque. L'indagine è cominciata lo scorso anno in Basilicata: i fascicoli sono poi passati per competenza alla Procura distrettuale del capoluogo lucano. Lo smantellamento del sito, che ha chiuso l’attività dopo il referendum sul nucleare del 1987, potrà comunque proseguire. L'acqua contaminata non veniva trattata L'impianto di Rotondella è gestito dalla Sogin e il sequestro riguarda anche l'impianto "ex Magnox", che si trova nella stessa area. Le indagini sono cominciate dal "grave stato di inquinamento ambientale causato da sostanze chimiche" - cromo esavalente e tricloroetilene, che sono cancerogene - in cui si trova la falda acquifera sottostante il sito nucleare. Page 14

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Le sostanze sono usate per il riprocessamento di barre di uranio-torio. Secondo quanto appurato dall'inchiesta, l'acqua conta-minata "non veniva in alcun modo trattata": attraverso una condotta, "dopo aver percorso alcuni chilometri, si immettevano direttamente nel mare Ionio". Di conseguenza, "in via d'urgenza" la Procura distrettuale di Potenza ha disposto il sequestro, eseguito dai carabinieri del Noe. Lo smantellamento dell'Itrec "obbligherà" comunque "i responsabili dei siti - sotto la diretta vigilanza della procura della Repubblica di Potenza - ad adottare le indispensabili misure a tutela dell'ambiente e della salute pubbliche che fino ad oggi non erano state prese". I gestori: nessuna anomalia radiologica I gestori della Sogin hanno replicato con una nota precisando che non c’è "nessuna anomalia radiologica all'interno dell'impianto Itrec di Rotondella. Gli scarichi delle acque sono effettuati in conformità con la formula di scarico; non vi è alcun pericolo per i lavoratori, la popolazione e l’ambiente". Secondo quanto fanno notare i gestori, l'analisi di rischio avviata da Sogin nel 2015 e "approvata il 10 aprile 2018 dalla Conferenza di Servizi e in attesa dell'ultimo parere dell'Ente provinciale, ha individuato come probabile fonte primaria di contaminazione una sorgente esterna al perimetro delle attività di Sogin. Si è in attesa delle determinazioni per procedere all'avvio delle attività di bonifica", afferma la società. www.tg24.sky.it

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ARMA - CALENDARIO CONCORSI Ruo l o

D a t a i ni z i o

S c a d e nz a d o ma nd e

I s pet t o r i

1 1 /0 4 /2 0 1 8

1 0 /0 5 /2 0 1 8

St a t o I n p r e p e r a z i o ne

Concorso interno, per titoli ed esami per l’ammissione al 1° corso superiore di qualificazione di 100 Allievi Marescialli dell’Arma dei Carabinieri riservato agli appartenenti ai ruoli iniziali.

Ruo l o

D a t a i ni z i o

S c a d e nz a d o ma nd e

Sovr.denti

3 1 /0 3 /2 0 1 8

3 0 /0 4 /2 0 1 8

St a t o In Atto

Concorso interno, per titoli ed esami, riservato agli App. ai Car.S. e ai Car. in s.p. con almeno quattro anni di servizio, per l’ammissione al 23° corso di qualificazione di 1000 Allievi Vice Brigadieri del ruolo Sovrintendenti dell’Arma dei Carabinieri.. Per problematiche di natura tecnica scrivere a webmaster@carabinieri.it indicando nell'oggetto il codice concorso e il numero della domanda. Per informazioni relative al bando di concorso scrivere a carabinieri@carabinieri.it oppure contattare l'Ufficio Relazioni con il Pubblico al n. 0680982935 dal lunedì al venerdì dalle ore 08:30 alle ore 13:30 e dalle 14:30 alle ore 16:30 e il sabato dalle ore 08:30 alle ore 12:00.

AVVERTENZA Si precisa che qualora il concorrente, pur dichiarando, per la propria identificazione, di avvalersi di un indirizzo di PEC (Posta Elettronica Certificata - art.4, comma 9, del bando), inserisca nel campo "INDIRIZZO EMAIL", un indirizzo di posta elettronica standard, la domanda sarà irricevibile, con la conseguente esclusione dall'iter concorsuale. In tal caso dovrà presentare, nei termini indicati dal bando di concorso, una nuova domanda utilizzando questa volta una PEC (Posta Elettronica Certificata) intestata al medesimo o qualora minorenne agli esercenti della potestà genitoriale.

Presenta la domanda On-Line

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza IL PLANETARIO. IL DIARIO DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE DEL CO.CE.R. XI MANDATO. IL RESOCONTO SETTIMANALE DELL'APPUNTATO SCELTO, CARABINIERE D'ITALIA, VINCENZO ROMEO La 302a pagina del racconto settimanale dal DIARIO dal "Pianeta della R appresentanza Militare dei Carabinieri " IL DIARIO PLANETARIO - il viaggio del XI mandato del delegato Co.Ce.R. Carabinieri Appuntato Scelto Romeo Vincenzo. ESTRATTO DALLA PAGINA 302 DEL DIARIO PLANETARIO "...tanti sono i casi che mi trovo davanti, tante situazioni difficili a cui dover dare supporto, consulenza, ausilio, sostegno. Si davvero tanti casi, ma, in fondo, siamo tanti. Non mi sono mai posto il problema di essere rappresentante di una sola categoria, di un solo ruolo, quello a cui appartengo, mai. Ho sempre considerato che per esser un valido rappresentante di carabinieri devi poter essere rappresentante di tutte le categorie per svolgere al meglio il tuo ruolo. Cio’ ti consente davvero di poter conoscere le varie posizioni, i vari aspetti, le varie dinamiche, le varie difficoltà, ruolo per ruolo, posizione d’incarico e posizioni d’incarico..." "...ho sempre voluto cancellare dal mio modo di pensare, con i fatti, con gli accadimenti, che fosse il carabiniere ad avere molto bisogno di una reale e concreta rappresentatività che tuteli il suo ruolo, quello dell’ultimo anello della scala gerarchica..." "...l’ultimo anello… il carabiniere. Quello che è li’ sulla strada di pattuglia a controllare la circolazione stradale, a prevenire i reati, a svolgere il ruolo di repressione ricercando con oculatezza e competenza dove si debbano perseguire i reati, dove possono accadere. Con quella serenità, armonia, determinazione, che dovrebbe avere chi deve svolgere questo ruolo. Quello che risponde al cittadino alla chiamata al 112 e gestirà la richiesta di emergenza trasformandola in azione concreta nell’intervento sulla strada. Quello che apre la porta della Stazione carabinieri e riceve il cittadino, che lo ascolterà, che proverà a dargli delle risposte, che provvederà a redigere gli atti e le procedure previste per quell’attività amministrativa e di p.g. necessaria ..." "..ma sopra l’ultimo, a salire inizia una scala…quella gerarchica. Piu’ sali e piu’ è un ruolo che trovi meno sulla strada, ma che trovi in un incarico di gestione, di comando..." "...no,non sono riuscito a cancellare il concetto che la rappresentanza, una valida rappresentanza è importante proprio per il carabiniere. Su di lui il controllo, su di lui la pressione se sbaglia, su di lui la contestazione se non ha un buon comportamento, su di lui il peso di una gerarchia che si esercita a pieno titolo e non con la stessa attenzione per i ruoli e responsabilità diversificate. A volte penso che chi ha delle responsabilità debba avere un attenzione maggiore per il buon andamento e debba rispondere in maniera piu’ rilevante per errori o comportamenti non consoni a ruolo e grado, piuttosto che …l’ultimo. A volte penso… ma qualcuno mi dice di non pensare che è meglio..." "...no, sbagliato non esprimersi in quella attività di collaborazione concreta e fatta di rappresentatività del ruolo, piuttosto che accomodarsi per opportunismo e opportunità con falsità e ipocrisia. Un superiore di deve rispettare per la tua coerenza e il tuo essere l’ultimo, ma anche rappresentante di tutti i ruoli ..." "...Se chi ti stima, tu stimi, se chi ti odia è chi non potrà mai essere d’esempio, allora è sempre importante continuare ad andare avanti, certi di poter proseguire nel cambiamento continuando a scrivere la nostra storia ... ". .

FONTE: pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo pubblicata 04 aprile 2018

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ATTUALITA' - NEWS

Fisco, operazione trasparenza. In arrivo la p a g i na " E cco com e s p e nd i a m o l e t ue t a s s e " 02 aprile 2018 MILANO - Dove vanno a finire i soldi delle tasse che versiamo? Tra qualche settimana a dircelo sarà la stessa Agenzia delle Entrare. All'interno del proprio spazio online sarà disponibile una pagina informativa personalizzata con la quale circa 30 milioni di contribuenti potranno conoscere come sono state utilizzate le imposte che hanno versato nell'anno precedente. Quanto degli importi pagati all'erario è servito per finanziare la scuola e quanto la sanità, che importo è servito a pagare i servizi di trasporto e quanto invece è stato assorbito dagli interessi del debito pubblico. "Migliorare il senso di partecipazione dei cittadini troppo spesso considerati solo contribuenti", è la filosofia di questa 'operazione trasparenza' che rientra nel percorso tracciato dal direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. CO M E ACCE D E R E In pratica tutti coloro che accedono alle pagine telematiche del sito dell'Agenzia con le password del fisco o con Spid - il sistema pubblico di identità digitale vedranno da subito aprirsi una pagina con una piccola introduzione personalizzata. "Nella speranza di fare cosa gradita - ci sarà scritto - Agenzia delle Entrate desidera fornirti alcune informazioni con l'obiettivo di essere ancora meglio al servizio tuo e dell'intera comunità. (...) Contribuire alla propria comunità è essenziale, ma riteniamo lo sia anche avere la consapevolezza, per rispetto del cittadino prima ancora che del contribuente, di come vengano utilizzate le risorse fiscali".

anche coloro che inviano la dichiarazione tramite un Caf o un professionista abilitato. Proprio per questo la nuova pagina informativa arriverà a metà aprile, con l'avvio della stagione della dichiarazione dei redditi. Si potrà così conoscere come sono state distribuite le risorse fiscali - considerando l'Irpef, le diverse addizionali, la cedolare sugli affitti e tutti gli altri prelievi sul reddito - in un quadro sintetico. Ci saranno una tabella e un grafico a torta con le diverse voci del bilancio pubblico: sanità, previdenza, istruzione, sicurezza, ordine pubblico, trasporti, cultura, protezione del territorio, ma anche la quota parte del debito pubblico o come si contribuisce al bilancio dell'Unione europea, oltre ai servizi generali delle pubbliche amministrazioni. Un esempio? Un Mario Rossi che ha versato 10mila euro di imposta sui redditi del 2016, saprà che 2.125 euro sono stati destinati alla voce previdenza e assistenza, 1.934 euro alla sanità, 1.090 euro all'istruzione, 882 euro a difesa, ordine pubblico e sicurezza, 832 ai servizi erogati dalla Pubblica Amministrazione e così via.. . www.repubblica.it

I soggetti potenzialmente interessati sono circa 30 milioni: 20 milioni che compilano il modello 730 direttamente o tramite intermediari e altri 10 milioni che invece dichiarano attraverso il modello Redditi. Sono quelli che già usano il fisco telematico per una qualche ragione, ma Issue 1

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ATTUALITA' - NEWS

"Così Giovanni Paolo II fermò il vento d e l l a s e col a ri z z a z i one " 04 aprile 2018 Mentre le strade erano affollate di macchine al rientro dalla scampagnata fuori porta, nel tardo pomeriggio di Pasquetta un folto gruppo di fedeli si è radunato in piazza San Pietro, per recitare un rosario in memoria di Giovanni Paolo II. Proprio il 2 aprile scorso, infatti, era il 13esimo anniversario della morte di Papa Wojtyla. Quel gesto ha rievocato i momenti concitati immediatamente successivi all’annuncio della salita al cielo del Papa polacco. Spontaneamente tante persone si recarono in piazza San Pietro con il rosario tra le mani. Tra costoro c’era, sia il 2 aprile 2005 che quello del 2018, Wlodzimierz Redzioch, vaticanista dal 1980, per tanti anni dipendente vaticano e oggi corrispondente del settimanale cattolico polacco Niedziela. Molto legato a Karol Wojtyla, è autore del libro“Accanto a Giovanni Paolo II” (edizioni Ares), raccolta di interviste a illustri personalità che hanno conosciuto da vicino il pontefice polacco. Che sensazioni le ha suscitato il rosario del Lunedì di Pasquetta in piazza San Pietro? “Mi ha fatto rivivere i giorni della ‘passione’ di Giovanni Paolo II. Ad iniziare dalla ‘salita sul Calvario’ dei giorni precedenti alla morte. Ricordo un’immagine simbolica: il 25 marzo, non potendo più partecipare alla Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, seguì la cerimonia dalla sua cappella privata aggrappato alla croce. E poi la domenica di Pasqua, il 27 marzo, quando malgrado gli sforzi non riuscì a pronunciare alcuna parola per la benedizione ‘Urbi et Orbi’. Ebbene, quella fu 'l’enciclica non scritta' di Papa Wojtyla, su come affrontare l’ultima fase della vita”. Cosa ricorda del momento in cui apprese che Papa Wojtyla era morto? “Fu uno choc. Ma mi tornarono alla mente le parole di Giovanni Paolo II rivolte agli anziani, nel 1999: ‘È bello potersi spendere fino alla fine per la causa del Regno di Dio. Al tempo stesso, trovo una grande pace nel pensare al momento in cui il Signore mi Issue 1

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chiamerà: di vita in vita! Per questo mi sale spesso alle labbra, senza alcuna vena di tristezza, una preghiera che il sacerdote recita dopo la celebrazione eucaristica: nell'ora della morte chiamami, e comanda che io venga a te. E la preghiera della speranza cristiana, che nulla toglie alla letizia dell'ora presente, mentre consegna il futuro alla custodia della divina bontà’. Queste parole mi aiutarono a superare questa grande prova che fu la morte di Giovanni Paolo II. E poi in quel periodo avevo spesso modo di parlare con il dott. Renato Buzzonetti, medico del Papa, che mi diceva di sentirsi come il Cireneo che aiuta Cristo a portare la croce. E da credente, mi diceva di essere convinto che per tutta la vita Wojtyla aspettava il momento della morte per poter vedere Dio faccia a faccia. Questa testimonianza mi fu altrettanto di aiuto”. Ai funerali, l’8 aprile 2005, partecipò un fiume interminabile di persone. Fu una dimostrazione del solco che Giovanni Paolo II s ca v ò nel cuore de l l a g e nt e … “È vero. Vennero a Roma più di 3milioni di persone e fecero file chilometriche per sostare non più di qualche minuto di fronte alla salma del Papa. Quell’attestato di affetto mi ricordò le parole del card. Schuster: ‘La gente sembra vivere incosciente delle cose soprannaturali, ma quando un santo, vivo o morto passa, tutti accorrono alla sua strada’. E la gente percepiva Giovanni Paolo II come un santo, che aveva la capacità di creare un rapporto particolare con ogni uomo. Questa capacità deriva dalla sua formazione da seminarista, avvenuta negli anni ’50 nella Polonia comunista, dove non era possibile fare una pastorale apertamente. Per questo lui, tra gli studenti e le famiglie, non potendo contare su strutture ecclesiali, stabilì un contatto personale, sviluppò una particolare capacità di comprendere i problemi delle persone”.

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ATTUALITA' - NEWS La famiglia fu al centro delle sue preoccupazioni, anche quando divenne Papa… “Già da cardinale iniziò ad occuparsi della cosiddetta ‘teologia del corpo’, proprio per la profonda conoscenza del rapporto tra coniugi che maturò stando a stretto contatto con le persone. Solo un pastore così prossimo alle questioni concrete delle famiglie poteva scrivere una esortazione come Familiaris Consortio. Nel mondo del Novecento, dominato da ideologie che una visione lontana propongono dall’antropologia cristiana, lui combatté il comunismo non da un punto di vista politico, ma perché era convinto che l’Homo Sovieticus non fosse l’uomo voluto da Dio”. Del resto il pontificato di Giovanni Paolo II è iniziato in un periodo in cui si stavano allargando le frontiere della ricerca biomedica, con implicazioni anche sul piano etico. Quanto è stato importante il suo magistero a difesa del diritto naturale? “La difesa dell’antropologia cristiana è legata al rispetto del diritto naturale, che non può essere sostituito da nessuna legge stabilita. La maggioranza democratica non sempre garantisce norme giuste, quando queste non rispettano la legge naturale iscritta nel cuore dell’uomo. Papa Francesco ha giustamente definito Wojtyla il “Papa della famiglia”, perché egli sapeva che noi verremo giudicati dall’amore. Ed oggi come ai tempi del suo pontificato, né la società né la scuola ci insegnano l’amore autentico; l’unico luogo in cui si impara ad amare in modo altruistico e disinteressato è la famiglia. Per questo lui si è speso tanto, ingaggiando una dura battaglia contro le ideologiche che si imponevano in quella fase storica. La famiglia come ultimo baluardo di insegnamento all’amore. Difesa della famiglia e del diritto naturale sono strettamente legate”. In questa battaglia aveva al suo fianco il card. Ratzinger. Lei lo ha intervistato nel libro “Accanto a Giovanni Paolo II”, fu la prima uscita pubblica di Benedetto XVI dopo le dimissioni. È molto legato a questa intervista? “L’intervista è commovente. Ci sono molti aspetti che mi sono rimasti nel cuore. Il loro - mi ha sottolineato Ratzinger - fu un rapporto su due piani: quello professionale e quello personale, caratterizzato Issue 1

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dall’affetto che trasuda dalle parole del Papa emerito. Ricordo che Ratzinger mi ha raccontato il primo incontro con Wojtyla nel pre-conclave del 1978, quando fu eletto. ‘Ho provato fin dall’inizio - mi disse l’attuale Papa emerito - una grande venerazione e una cordiale simpatia per il Metropolita di Cracovia, ma soprattutto percepii subito con forza il fascino umano che egli emanava. E da come pregava capii quanto fosse unito a Dio’. È un aspetto molto personale, che riflette come veniva visto Giovanni Paolo II dal futuro suo stretto collaboratore e poi anche successore”. Ratzinger riconobbe fin da subito la santità di Wojtyla? “Nella nostra conversazione egli afferma apertamente che il Papa era ‘un santo’. Ha detto infatti: ‘Che Giovanni Paolo II fosse un santo, negli anni della collaborazione con lui mi è divenuto di volta in volta sempre più chiaro’. E spiega anche un criterio di prim’ordine della santità di Wojtyla: il coraggio della verità. Per questo motivo il Papa emerito sottolinea l’importanza dell’enciclica Veritatis Splendor, perché - mi ha detto - ‘studiare e assimilare questa enciclica rimane un grande e importante dovere’. Benedetto XVI riconobbe a Giovanni Paolo II quello di essere stato un pastore, un combattente per la verità”. Quanto ha contribuito il pontificato di Giovanni Paolo II ad arrestare il vento di secolarizzazione nella sua patria, in Polonia? “C’è un aspetto su cui tutti concordano: nei suoi 27 anni di pontificato, Giovanni Paolo II è riuscito a fermare l’onda della secolarizzazione che sembrava inarrestabile ovunque. Il suo grido ‘Aprite le porte a Cristo’ ha dato risultati. Una o due generazione di persone si sono avvicinate a Dio o hanno mantenuto la fede grazie al suo esempio. Questi risultati sono visibili ancora oggi in Polonia, dove nel 2016 c’erano quasi 3.400 seminaristi (con quasi 450 nuovi arrivati al primo anno di studi). Giusto per fare un paragone: in Germania nella diocesi di Monaco, che conta 1,7 milione di cattolici, i seminaristi erano 37 e un solo candidato al sacerdozio. Risultati confortanti anche per le ragazze entrate in

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ATTUALITA' - NEWS noviziato in Polonia: 220, un numero importante se rapportato a quello di altri Paesi. C’è una statistica che conferma questa tendenza, frutto del lavoro di Stephan Bullivant, docente di Teologia e Sociologia delle religioni alla St. Mary’s University di Londra, da cui emerge che in alcuni Paesi europei diminuisce il numero di giovani credenti. In Repubblica Ceca, ad esempio, il 91% dei giovani non si identifica con nessuna religione, il 75% in Svezia, il 70% in Gran Bretagna, il 65% in Francia. Ebbene, in Polonia i giovani senza alcun credo sono ‘solo’ il 17%. Cioè l’83%

dei giovani polacchi si identifica con la religione, che in grande maggioranza è quella cattolica. In Polonia i giovani sono ancora attratti dalle proposte della Chiesa, trovano ancora pastori capaci di dire la ‘verità’ usando il loro linguaggio. Questo lascito di Giovanni Paolo II può essere un dato interessante in vista del ‘Sinodo dei Giovani’”. www.interris.it

Medici che non curano le donne 05 aprile 2018 Sul foglietto illustrativo, il Vangelo di ogni farmaco, si indicano con precisione gli “effetti indesiderati”, gli “effetti indesiderati rari” e gli “effetti indesiderati non comuni”. Seguono altri mille dettagli. Nessuna specifica, però, su come varia l’effetto della medicina a seconda del genere del paziente, né c’è scritto alcunché sui diversi dosaggi tra uomo e donna. Solo una postilla: «In caso di gravidanza e allattamento consultare un medico» Nient’altro. Eppure la scienza ha da tempo sentenziato: maschio e femmina rispondono in maniere differente ai farmaci. Anche i sintomi delle malattie possono essere diversi tra i due sessi. Il problema è concreto ma in Italia la maggior parte delle Regioni non hanno ancora studiato un piano sanitario per questo. Piano che, tra i numerosi vantaggi, negli anni potrebbe anche notevolmente ridurre i costi del Sistema Sanitario Nazionale. Gli studi clinici, storicamente, si sono basati su uomini caucasici dal peso di circa 70 chilogrammi. Nel 1991 un articolo della cardiologa Bernardine Healy, direttrice del National Institute of Health, per la prima volta mostra quanto questa prassi sia sbagliata. Così la comunità scientifica inizia ad abbandonare le discriminazioni e anche l’Italia tenta l’inversione di marcia. Ma per la Direttrice ad interim del Centro per la medicina di Genere dell’Istituto Issue 1

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Superiore di Sanità, Alessandra Carè, «è ancora necessario cambiare approccio, perché nonostante la situazione sia migliorata c’è ancora molto strada da fare». Già, perché le differenze sono molte. Per i maschi, ad esempio, l’infarto arriva con un dolore al braccio e l’accasciamento improvviso, ma per la donna non è così, la sintomatologia è diversa: spesso non si avverte alcun dolore e l’agitazione viene scambiata per uno stato di irrequietezza e ansia. La conseguenza, di fronte a medici impreparati, è che la paziente non viene ricoverata o viene soccorsa in ritardo. Forse anche per questo in Italia la mortalità per malattie cardiovascolari è del 48,4 per cento nelle donne e del 38,7 per cento negli uomini. Stessa cosa per il diabete: gli studi dimostrano che la donna è meno trattata con medicinali specifici. All’elenco si aggiunge il tumore al colon, seconda causa di morte in ambedue i sessi in Europa e negli Usa: gli esami specifici sono stati cablati solo per gli uomini con la conseguenza che nelle donne possono dare esito negativo e far scoprire la malattia troppo tardi. Così per il cancro legato alle vie urinarie, che nelle donne è spesso scambiato per una semplice infiammazione o cistite. Gli studi - come riportato nell’ultimo report del Ministero della

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ATTUALITA' - NEWS Salute - hanno evidenziato significative differenze di genere anche nell’incidenza, nell’aggressività, nella progressione, nella prognosi e nella risposta alla terapia in molte tipologie di tumori comuni ai due sessi. Tradotto: donne e uomini rispondono in maniera diversa alla malattia e una cura studiata solo sugli uomini può avere conseguenze anche gravi. La medicina avanza e la politica tenta la risposta. Ed ecco la legge per l’Applicazione e la diffusione della medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 15 febbraio. Tempo di attuazione massimo 12 mesi. La legge, dovrebbe quindi entrare in vigore entro l’inizio del 2019. Le necessità impellenti sono: sperimentazione; formazione; ricerca e informazione per la salvaguardia della salute della

donne.

Convegni, studi di settore e dati che si accumulano. L’attenzione nella comunità scientifica si sta spostando verso l’asticella rossa. Il primo passo è educare gli studenti. È per questo che il professore in Endocrinologia dell’Università La Sapienza di Roma, Andrea Lenzi, ha inserito, come coordinatore dei presidenti dei corsi di studio in Medicina, l’insegnamento della medicina di genere nelle università italiane. «Il progetto», specifica, «è partito per l’anno accademico 2017-2018. Ci siamo resi conto di una necessità divenuta ormai impellente, proprio per questo tutte le facoltà italiane hanno deciso di accettare l’indicazione». Ma se per i medici del domani il cambiamento è già in atto, per quelli del presente saranno necessari corsi di aggiornamento da inserire nella formazione continua per educarli a una diagnosi più consapevole. La disparità passa anche attraverso le strumentazioni. I macchinari e i dispositivi medici possono a volte essere inadatti al corpo femminile. A fare la differenza può essere persino la grandezza del cuore o la presenza del seno. Il Sistema Sanitario Nazionale necessita di una ristrutturazione da bollino rosa. Ma l’equità scientifica deve affrontare talvolta anche il problema speculare. L’osteoporosi colpisce entrambi i sessi, eppure Issue 1

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sottolinea Andrea Lenzi - «è difficile che un maschio si faccia un esame specifico, questo solo per pregiudizio». Vale lo stesso per la depressione, spiega Alessandra Carè: «Si pensa che l’uomo per motivi socio-culturali non ne venga colpito, eppure il tasso di suicidi tra i maschi è molto più alto». Trial clinici, sperimentazioni, pregiudizi e un immaginario comune completamente da rivoluzionare. Come il sito internet “Salute della donna”, il portale del ministero dedicato esclusivamente al genere femminile, che alla voce “Dipendenze e differenze di genere” dedica in tutto cinque righe: «La ricerca scientifica degli anni più recenti mostra significative differenze di genere». E poi: «Tuttavia, mancando studi specifici per genere, forte è il bisogno di sviluppare studi basati sulle evidenze, con metodologie che differenzino le peculiarità». E il ministero della Salute italiano se la cava così. È del 14 febbraio 2017, invece, la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo con cui invita gli Stati membri «a utilizzare un approccio metodologico che garantisca una rappresentanza adeguata di uomini e donne nelle sperimentazioni cliniche». Contiene una serie di raccomandazioni alla Commissione Ue perché tutto il processo di sperimentazione dei farmaci sia più inclusivo del genere femminile: ne parlerà Beatriz Becerra, eurodeputata spagnola indipendente, al Meeting mondiale per la libertà di ricerca scientifica organizzato dall’Associazione Luca Coscioni a Bruxelles, dall’11 aprile prossimo. Per l’Agenzia Italiana del Farmaco però «le donne rimangono ancora sottorappresentate nelle sperimentazioni cliniche in aree importanti come ad esempio l’oncologia non genere-specifica, oppure nell’area cardiovascolare». Le cause sono i costi elevati per la case farmaceutiche, ma non solo: «Le donne in età fertile sono storicamente escluse dalla partecipazione ai test». I rischi maggiori riguardano «fertilità e un regolare sviluppo del feto». Massimo Scaccabarozzi aggiunge che «esiste una difficoltà a coinvolgere le “quote rosa” nel reclutamento - che è

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ATTUALITA' - NEWS volontario - per gli studi clinici, a causa di diversi fattori, come la variazione dei parametri fisiologici e appunto il potenziale rischio in età fertile». Secondo l’Istituto Superiore di Sanità «per evidenziare le diverse risposte ai farmaci, oltre a un arruolamento bilanciato tra i due sessi, è indispensabile un’analisi dei risultati separata per genere, ad oggi spesso trascurata». Un dettaglio cruciale. Abbattere la cecità di genere significherebbe infatti ridurre gli effetti indesiderati che si manifestano quasi due volte più frequentemente nelle donne. A dettare legge sono sempre gli studi: alcuni

farmaci antinfiammatori differiscono significativamente a secondo del sesso. Conseguenza? «Senza test specifici», spiega l’Aifa, «si potrebbe rischiare di privare le donne di medicinali potenzialmente utili per la cura di malattie importanti o non essere a conoscenza della sicurezza dei farmaci» Ed eccoli, come un monito costante: “effetti indesiderati”, “effetti indesiderati rari” ed “effetti indesiderati non comuni”. Diversi per genere.. www.espresso.repubblica.it

C om b a t t e re i l s ui ci d i o 06 aprile 2018 Ogni anno in Italia 4.200 persone si suicidano. Un vero e proprio cancro sociale su cui numerose associazioni stanno cercando di lavorare. Fra queste c'è l'International association for suicide prevention (Iasp) della quale il prof. Maurizio Pompili è il referente italiano. Docente associato di psichiatria presso la facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma, ci ha aiutati a fare il punto su questa piaga. Perché i suicidi sono aumentati? "Il suicidio è un fenomeno multifattoriale e tra i numerosi elementi contribuenti nessuno appare esclusivo. Attualmente, in prima istanza, è dovuto alla crisi economica, alla perdita del posto di lavoro, all’indebitamento e quindi alla paura di non farcela. La ferita lacerante da fallimento. E poi l’abuso di sostanze, il bullismo, il cyber bullismo, l’instabilità familiare, povertà ma anche eccessiva disponibilità di mezzi economici. Le cause, insomma, sono molteplici, a volte insondabili. In Italia ogni anno si tolgono la vita 4.200 persone, se ci pensa è un numero esorbitante. Ormai coinvolge tutte le fasce di età, dagli adolescenti agli anziani".

Chi pensa di togliersi la vita è sempre cosciente della scelta? "Non ci si arriva per caso, è un percorso che attraversa fasi alterne. Chi pensa al suicidio in realtà vuole vivere perché spera in una soluzione. È generalmente innescato da eventi negativi nella vita di tutti i giorni. Molti aspiranti suicidi sono afflitti dal tormento psichico che, se risolto, fa allontanare i pensieri e i propositi di porre fine alla propria esistenza. Se la sofferenza viene gestita per tempo si può evitare il gesto estremo". È in costante incremento tra i giovani e in alcuni casi bambini, come si spiega? "Spesso troppo frettolosamente si fanno collegamenti parziali: le discordie familiari, le colpevolizzazioni del bambino, un brutto voto a scuola, la paura di dirlo ai genitori che nutrono aspettative. Oppure come ho precedentemente detto non sentirsi all’“altezza” del gruppo, il non riconoscersi, la mancanza di empatia, la difficoltà a socializzare, l’esclusione o l’autoesclusione. In Italia abbiamo avuto casi di bambini di 7, 8 e 9 anni che si sono tolti la vita. Oggi parliamo di una vulnerabilità che si crea fin dai primi anni di vita in condizioni ambientali non accoglienti per il nuovo essere umano. Tale vulnerabilità è foriera continua

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ATTUALITA' - NEWS di rischio di suicidio quando successivamente avvengono eventi avversi anche di tipo routinario". Quante vite siete riusciti a salvare? "Vediamo tanti soggetti in crisi che passano nel nostro servizio. Tra tutti i pazienti trattati non ci sono stati casi di suicidio, quindi potrei affermare che sono stati evitati tutti, almeno fino a questo momento. Siamo presenti sul territorio e afferiscono presso la nostra struttura numerosi casi, provvidenzialmente risolti e molti in via di soluzione. È una speranza".

fretta, ascoltare, proporre una soluzione. Spesso dal mondo esterno non si colgono i messaggi, oppure non si sa come rispondere alle richieste di aiuto. Parlare del suicidio aiuta chi lo vuole compiere, chi è in crisi si sente sollevato dall’opportunità di sperimentare l’incontro empatico con l’altro. È una sfida per la collettività intera, non solo per gli addetti al settore". In cosa consiste il vostro servizio?

"Operiamo all'interno dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, uno dei principali poli di ricerca scientifica al mondo nel campo del suicidio. Rimanendo in tema di adolescenti, che Oltre me che lo dirigo, ci avvaliamo della ruolo assumono i genitori davanti a un collaborazione di un’equipe di ricercatori, psichiatri e psicologi esperti. Chiunque problema così devastante? necessita può afferire presso la nostra "Non è facile per niente, si rimane unità". sbigottiti. Il tentativo, o il suicidio stesso, di un figlio o di un congiunto che è un evento Com'è possibile contattarvi? devastante, provoca un dolore lacerante. Sorgono mille domande, mille 'se avessi "Siamo reperibili allo 06 33 77 56 75 presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria fatto', 'se avessi vigilato'. Prendere coscienza di un fatto così terribile Sant’Andrea di Roma. Il nostro sito è non è per niente facile, è contro natura. Se www.prevenireilsuicidio.it. Il 13 e il 14 si fa in tempo esistono le terapie, in caso settembre prossimi affronteremo i temi contrario, quando è avvenuto, la famiglia proposti dalla Giornata Mondiale per la non può rimanere da sola, va sostenuta nel Prevenzione del Suicidio nell’Aula Magna della Sapienza". . metabolizzare. Non è raro che all’interno di una stessa famiglia possono esserci più casi di www.interris.it suicidio. Esiste una familiarità psichica che si trasmette". Si possono cogliere dei segnali oppure sono situazioni repentine? "I segnali ci sono, ad esempio dire di voler morire, l’isolamento, il cambiamento di umore, di atteggiamenti e comportamenti abitudinari e soprattutto l’insonnia e l’ansia. I soggetti possono aumentare il consumo di alcol droghe, mostrare aggressività e impulsività o ritirarsi dagli affetti e dalla società. Anche la paura di affrontare una malattia può essere devastante". Cosa fare per prevenire? "Stare attenti, seguire le persone che stanno attraversando una crisi. Non avere

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Sicurezza, dati, privacy: come cambierà Facebook dopo l'affaire Cambridge Analytica 06 aprile 2018 Facebook avviserà a partire da lunedì 9 aprile tutti gli utenti i cui dati sono stati 'violati' nell'affaire Cambridge Analytica. L'annuncio è arrivato ieri sera, al termine di un'altra giornata nera in cui il social network ha rivisto al rialzo la stima dei profili condivisi con la società inglese, portandola a 87 milioni. Ed è arrivata anche una nuova grana per il colosso del web: gli utenti della nota app di incontri Tinder hanno lamentato difficoltà ad accedere al servizio. Il fondatore e amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, ha annunciato che testimonierà in due diverse audizioni del Congresso Usa: il 10 aprile davanti alla commissione Giustizia e a quella del Commercio del Senato (alle 14.15 per la costa orientale Usa, 20.15 in Italia). E l'11 aprile apparirà davanti alla commissione Energia e Commercio della Camera (alle 10 locali, ore 16 in Italia). "Questa audizione sarà una importante opportunità per fare luce su questioni critiche riguardanti la privacy dei dati dei consumatori e aiuterà gli americani a capire meglio cosa accade alle loro informazioni online", ha dichiarato in una nota il presidente della commissione Energia e Commercio, Greg Walden.

parti stanno producendo vari effetti collaterali. Ieri molti utenti della nota app di incontri Tinder hanno lamentato difficoltà ad accedere al servizio usando il Facebook Login. In pratica veniva visualizzato un messaggio di errore in cui Tinder chiedeva agli utenti di dare piu' permessi Facebook per usare o creare l'account. Ma gli utenti non riuscivano ad andare avanti con l'operazione. Tinder ha poi confermato che un problema tecnico impediva di entrare nella app. Facebook ha dichiarato di stare lavorando con Tinder per risolvere il problema. I cambiamenti di Facebook per la sicurezza In un comunicato il social network ha evidenziato alcune modifiche introdotte alla sua gestione dei dati degli utenti dopo lo scandalo Cambridge Analytica. Tra queste: - Eventi: verranno applicate restrizioni sulla possibilità per le app di accedere agli Eventi cui partecipa un utente e alla lista dei partecipanti

Gruppi: le app che accedono ai Gruppi dovranno essere approvate, oltre che da un amministratore, anche da Facebook e non potranno piu' vedere la lista dei membri Pagine: le app che permettono di intervenire sulle Pagine avranno restrizioni sulle informazioni cui accedono Facebook Login: Facebook dovrà approvare tutte le app che chiedono accesso a Mi I numeri aggiornati degli utenti violati Piace, foto, post, video, eventi, gruppi. E 87 milioni di profili a Cambridge Analytica non potranno accedere a informazioni (la gran parte negli Stati Uniti, un terzo personali come idee politiche e religiose, degli elettori; oltre 214.000 in Italia) è la relazioni, liste personalizzate degli amici, cifra massima. Zuckerberg ha anche educazione e lavoro, attività fitness, e altro. specificato che il numero di 87 milioni Se un utente non usa l'app per tre mesi, relativo alla nuova stima dei profili i cui questa non potrà più richiedere i suoi dati. dati sarebbero finiti alla società potrebbe Ricerca: non sarà più possibile inserire il essere più basso, "ma abbiamo voluto dare telefono o l'email di una persona nella il numero massimo cui si poteva arrivare". ricerca Facebook per trovarla. La funzione Il ceo ha anche detto di essere la persona si prestava ad essere abusata. giusta per continuare a guidare la società: Storia delle chiamate e messaggi: è una "Penso che la vita sia imparare dagli errori funzione che si può abilitare su Messenger e capire come andare avanti" o Facebook Lite su dispositivi Android. Il social network ribadisce di non raccogliere Tinder in tilt contenuti dei messaggi e che cancellerà I recenti cambiamenti sulle politiche di tutti i log più vecchi di un anno. accesso ai dati da parte di app di terze continua Issue 1

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ATTUALITA' - NEWS In futuro il client caricherà sui server della piattaforma solo le informazioni necessarie. Le nuove scuse si Zuckerberg "Ho chiaramente commesso un errore. È chiaro che non abbiamo fatto abbastanza e che non ci siamo concentrati per prevenire gli abusi", ha dichiarato Zuckerberg. "E non avrei dovuto sminuire il tema delle fake news definendolo folle".

spirito a tutto il mondo, ma non le specifiche. "Intendiamo rendere disponibili gli stessi controlli ovunque, non solo in Europa. Sarà esattamente lo stesso format? Probabilmente no. Dobbiamo capire cosa ha senso in diversi mercati con diverse leggi".

L'indagine in Australia In Australia il commissario per la privacy ha aperto una indagine su Facebook dopo Il regolamento europeo sulla privacy sarà la notizia che i dati di 300.000 utenti del esteso a tutti, con specifiche Paese potrebbero essere stati usati senza Zuckerberg è tornato anche sul tema autorizzazione.. GDPR, il Regolamento europeo sulla privacy, dopo che, secondo Reuters, aveva www.agi.it detto che Facebook ne avrebbe esteso lo

Inps, dal 2019 in pensione a 67 anni, dal 2 0 2 1 a um e nt i b i e nna l i : e cco cos a ca m b i a 06 aprile 2018 Dal 2019 si andrà in pensione di vecchiaia con almeno 67 anni di età se si hanno almeno 20 anni di contributi o con 71 se si ha il primo accredito contributivo dopo il 1996 e si hanno meno di 20 anni di contributi ma comunque più di cinque. Lo ribadisce l'Inps con una circolare nella quale ricorda l'aumento previsto di cinque mesi per i requisiti per l'uscita dal lavoro e spiega il nuovo metodo di calcolo per gli aumenti legati all'aspettativa di vita che dal 2021 saranno biennali (e non potranno superare i tre mesi ogni volta). L'Inps ricorda che dall'anno prossimo si potrà andare in pensione anticipata rispetto all'età di vecchiaia solo con 43 anni e tre mesi di contributi (42 anni e tre mesi se donna). Saranno esentate dall'aumento dei requisiti i lavoratori impegnati in lavori gravosi delle 15 categorie definite dal Governo l'anno scorso. La variazione della speranza di vita relativa al biennio 2021-2022 - spiega l'Inps - è computata in misura pari alla differenza tra la media dei valori registrati nel biennio 2017-2018 e il valore registrato nel 2016.

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A decorrere dal 2023, la variazione della speranza di vita relativa al biennio di riferimento è calcolata «in misura pari alla differenza tra la media dei valori registrati nei singoli anni del biennio medesimo e la media dei valori registrati nei singoli anni del biennio immediatamente precedente». Per il biennio 2023-2024 quindi la variazione della speranza di vita è calcolata in misura pari alla differenza tra la media dei valori registrati nel 2019-2020 e la media dei valori registrati nel 2017-2018. Dal 2021, gli adeguamenti biennali non possono in ogni caso superare i tre mesi. Nel caso di incremento della speranza di vita superiore a tre mesi, la parte eccedente andrà a sommarsi agli adeguamenti successivi, fermo restando il limite di tre mesi. Nel caso di diminuzione della speranza di vita l'adeguamento non viene effettuato e di tale diminuzione si terrà conto nei successivi adeguamenti, fermo restando il predetto limite di tre mesi. . www.leggo.it

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Divorzio: da oggi rischia il carcere chi non p a g a l ' a s s e g no

7 aprile 2018 chi non paga le somme dovute le pene previste dall'articolo 570 sulla 'Violazione degli obblighi di assistenza familiare' e cioè la reclusione fino a un anno o la multa fino a 1.032 euro.

Rischia grosso, da oggi, chi non paga l'assegno di divorzio. E' entrato in vigore, infatti, l'articolo 570 bis del codice penale (il TESTO IN GAZZETTA), che estende a

L'articolo 570 bis, da oggi in vigore, recita: 'Le pene previste dall'articolo 570 si applicano al coniuge che si sottrae all'obbligo di corresponsione di ogni tipologia di assegno dovuto in caso di scioglimento, di cessazione degli effetti civili o di nullità del matrimonio ovvero viola gli obblighi di natura economica in materia di separazione dei coniugi e di affidamento condiviso dei figli".. www.ansa.it

L'avorio del terzo millennio? La pelle d'asino per produrre l'elisir cinese 08 aprile 2018 La pelle d'asino non è, purtroppo, «solo» il titolo della fiaba popolare francese, resa celebre da Charles Perrault (Peau d'âne), ma è uno dei prodotti più ricercati per la produzione di un particolare medicinale cinese, simile a una gelatina, chiamato eijao. Dopo le zanne d’elefante e le corna di rinoceronte, sembra essere questo uno dei nuovi mercati illegali che mette a rischio la vita della specie animale. A denunciare i maltrattamenti era stata, mesi fa, l’organizzazione per i diritti degli animali Peta Asia, con la pubblicazione di un video all’interno delle fattorie cinesi, dove gli animali sono presi a bastonate e uccisi. Ora a riportare alla luce il tema è un'inchiesta dell'Economist che mostra come la grande richiesta dell'elisir tonificante - realizzato Issue 1

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unendo la pelle degli asini ad alcol e acqua calda - abbia portato Pechino a cacciare la specie anche in Africa, importando pelli d'asino in quantità. L’ecatombe mondiale

Nel 2016 c'erano 5 milioni di asini in Cina, rispetto agli 11 milioni del 1990. Questi animali sono la spina dorsale dell'economia di molti villaggi dei Paesi in via di sviluppo, utilizzati ad esempio per il traino di carri, l’aratura e il trasporto, ma la loro diminuzione nelle aree rurali potrebbe presto causarne la scomparsa. Come spiega il settimanale economico, ad esempio, la popolazione di asini del Kenya si è dimezzata dal 2009, arrivando oggi a contare 900mila esemplari.

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ATTUALITA' - NEWS Nel Paese africano il prezzo di un asino è salito del 325 per cento durante un periodo di sei mesi l'anno scorso. E ancora: dal 2011 al 2016 il numero di asini è diminuito del 60per cento in Botswana e di un quinto in Lesotho. E anche la più distante Colombia ha perso quasi un decimo dei suoi asini, mentre il Brasile circa il 5 per cento.

legislazione contro la macellazione degli asini in determinate regioni è un passo positivo, ma i governi devono essere consapevoli che questo potrebbe comportare un aumento delle violazioni del benessere e la trasmissione di malattie tramite il trasporto transfrontaliero affinché i trader possano accedere ai mercati legali", denuncia l'organizzazione.

Il commercio online

Le ripercussioni Se l'eijao in passato era un prodotto destinato agli antichi imperatori, ora è diventato un bene di lusso, promosso, venduto e consegnato su scala globale. Tra quattro e dieci milioni di asini «potrebbero morire ogni anno per soddisfare una domanda insostenibile, che causa simultaneamente sofferenze di massa agli asini e mette a rischio i mezzi di sostentamento di milioni di persone che dipendono da loro», conclude la "The Donkey Sanctuary", chiedendo di fermare il commercio e invitando i Paesi interessati da questo mercato a seguire l’esempio del Burkina Faso e del Niger e bandire la macellazione e l’esportazione di asini per le loro pelli.

Per frenare il commercio indiscriminato alcuni stati hanno deciso di rifiutare la concessione di permessi per le esportazioni verso la Cina, come ha fatto il Botswana. Altri invitano le persone a non acquistare più questa sostanza o prodotti che la contengano tra gli ingredienti. L'organizzazione "The Donkey Sanctuary", fondata nel 1969 da Elisabeth Svendsen per tutelare la specie, ha messo in luce, ad esempio, la disponibilità di prodotti contenenti ejiao nei negozi di MTC a Londra, liberamente commercializzati in Rete su eBay e Amazon (qui il report del 2017 completo). Resta, poi, la mancanza di controlli sui sistemi di macellazione illegale di asini in aree remote, segnalati in tutta l’Africa, nonostante in molti Paesi il consumo di questa carne sia considerato "haram" (vietato) dall'Islam. "La

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Siria: Trump avverte Mosca, i missili arriveranno 1 1 a p ri l e 2 0 1 8

verso i terroristi, non verso il governo legittimo" della Siria. E' la prima risposta Non si allenta la tensione fra Russia e Stati di Mosca al tweet di Donald Trump per Uniti sulla Siria, dopo l'attacco con il gas a bocca della portavoce del ministero degli Duma e le minacce velate o palesi tra le Esteri russo. La Russia sostiene che i due superpotenze. missili che il presidente americano Donald Trump ha promesso di lanciare in Siria Trump in un tweet avverte: "La Russia distruggeranno le prove dei sospetti minaccia di abbattere tutti i missili sparati attacchi chimici. E' la denuncia del verso la Siria. Tieniti pronta Russia, perché ministero degli Esteri di Mosca. stanno per arrivare, belli, nuovi e 'intelligenti'! Non dovreste essere alleati di L'ambasciatore di Mosca in Libano, un animale assassino che uccide la sua Alexander Zasypkin, ha sottolineato quindi gente con il gas e si diverte!". "Le nostre che "le forze russe affronteranno qualsiasi relazioni con la Russia sono peggiori di aggressione degli Stati Uniti contro la quanto non lo siano mai state, compresa la Siria" e l'esercito russo si riserva il diritto Guerra Fredda. Non c'è ragione per di "abbattere i missili" e "distruggere le questo", aggiunge il presidente degli Stati fonti di lancio" in caso di aggressione degli Uniti. "I missili 'intelligenti' dovrebbero volare c o nt i nua Issue 1

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ATTUALITA' - NEWS Stati Uniti contro la Siria.

chiedeva l'invio di investigatori Opac a Duma per indagare il presunto attacco E dirigenti dell'amministrazione Trump chimico. Da parte sua, Mosca ha posto il stanno discutendo con dirigenti di Francia veto alla bozza Usa per istituire un nuovo e Gran Bretagna per una possibile risposta meccanismo d'inchiesta indipendente. militare comune in Siria dopo il presunto Trump muove intanto le navi militari. E attacco chimico a Duma, attribuito dall'Oc- Macron afferma che la Francia deciderà la cidente al regime di Damasco. Lo riferisce risposta insieme a Usa e Gb. l'Ap citando dirigenti americani, secondo cui gli alleati stanno valutando di lanciare Allerta sulle rotte aeree del Mediterraneo un attacco militare entro fine settimana. orientale - L'Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha diramato Il governo siriano definisce "spericolate" e un'allerta sulle rotte aeree del Me"avventate" le minacce americane di un diterraneo orientale. Secondo quanto attacco militare in seguito al presunto riportano i media internazionali. L'allarme attacco chimico di sabato scorso a est di è stato emesso "a causa del possibile lancio Damasco. In un comunicato del ministero di raid aerei con missili aria-terra e/o degli Esteri diffuso dall'agenzia ufficiale cruise entro le prossime 72 ore". E va Sana si afferma che "il pretesto delle armi tenuta anche presente "la possibilità di chimiche è evidentemente una scusa un'interruzione intermittente delle appadebole e non sostenuta da prove". E che le recchiature di radionavigazione", afferma "minacce americane mettono in pericolo la l'Easa. pace e la sicurezza internazionali". Il Consiglio di sicurezza Onu ha bocciato intanto anche la terza bozza di risoluzione sulla Siria presentata dalla Russia, che

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E Putin gioca la carta dell’Italia per frenare l’alleanza anti-Assad 12 aprile 2018 Il leader del Cremlino: Siete un partner il nostro Paese «un partner chiave» della chiave, pronti a collaborare». Così Mosca Russia «sul continente europeo». vuole evitare che Roma conceda le basi di Al di là delle dichiarazioni di facciata, Aviano e Sigonella l’Italia ha nei confronti della Russia una Vladimir Putin cerca di usare l’Italia come posizione meno dura rispetto ad altri Stati un grimaldello per allentare una possibile occidentali, e Mosca ha tutto l’interesse di alleanza occidentale anti-Assad in Siria. evitare che Roma conceda le basi di Aviano Mentre Usa, Gran Bretagna e Francia si e Sigonella per eventuali raid contro il consultano per un’eventuale azione comu- regime di Damasco. Del resto, mentre il ne in risposta al presunto attacco chimico Cremlino preme in una direzione, la Casa di Douma, il leader russo approfitta di una Bianca spinge da tutt’altra parte, alla cerimonia al Cremlino per sottolineare che ricerca di «partner e alleati», come lascia Mosca è «pronta a sviluppare la sua intendere la visita a Palazzo Chigi della collaborazione con l’Italia sulle questioni numero due dell’ambasciata Usa a Roma internazionali». E durante la consegna Kelly Dignan. delle credenziali di 17 nuovi ambasciatori, continua tra cui l’italiano Pasquale Quito Terracciano, coglie l’occasione per definire Issue 1

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ATTUALITA' - NEWS L’obiettivo di Putin resta quello di portare scompiglio nella compagine occidentale. Ma come reagirà la Russia a un eventuale attacco missilistico americano in Siria? Difficile dirlo finché non si vedranno le conseguenze del raid annunciato da Trump. «I missili arriveranno», ha twittato l’imprevedibile presidente Usa in quella che pare una «dichiarazione di guerra 2.0». Ma gli esperti sostengono che la risposta russa dipenderà essenzialmente dalla portata dell’attacco, da quali strutture saranno colpite e da eventuali vittime tra i soldati russi. Il rischio è quello che si sprofondi in un pericolosissimo confronto diretto tra Mosca e Washington. Gli analisti ritengono però che sia i russi sia gli americani vogliano evitare uno scenario del genere, i cui esiti potrebbero essere catastrofici. E non escludono raid mirati come quello dell’aprile 2017, quando da due navi Usa furono lanciati oltre 50 missili contro la base siriana di Shayrat, da cui era partito il precedente attacco chimico imputato ad Assad. Secondo il politologo Fyodor Lukyanov, inoltre, al momento è da escludere che la Russia rafforzi la propria

presenza militare in Siria, dove dispone di una base navale, a Tartus, e di un aerodromo, a Hmeymim. Un giudizio che sembra confermato dalle parole pronunciate ieri sera da Putin e che suonano come un invito alla calma proprio mentre Trump getta benzina sul fuoco: «La situazione nel mondo - ha detto il presidente russo - non può non suscitare preoccupazione, sta diventando sempre più caotica, ma la Russia spera che il buonsenso prevalga». Nel frattempo però, mentre le navi militari Usa solcano le acque del Mediterraneo, 15 vascelli russi iniziano nuove esercitazioni belliche proprio davanti alla Siria. Mosca si dice pronta ad «abbattere i missili» con i suoi sistemi di difesa antiaerea S-300 e S-400 e a «distruggere i siti di lancio». E schiera la sua polizia militare a Douma, cioè nel luogo del presunto attacco chimico di cui è accusato Assad. Ma che per la Russia è un complotto internazionale contro il suo alleato. www.ansa.it

La procura di Torino: "L'autorità doganale francese non aveva diritto di fare il blitz di Bardonecchia" 13 aprile 2018 L'autorità doganale francese non aveva il diritto di fare il blitz di Bardonecchia. Questa è la conclusione cui è arrivata la procura di Torino dopo alcune settimane di indagine portate avanti dalla Digos. Lo ha annunciato il procuratore capo di Torino, Armando Spataro: "I locali dove i doganieri non potevano entrare nella sala assegnata alla Ong - ha spiegato- Abbiamo raccolto delle comunicazioni tra i responsabili delle due dogane dove il francese lamentava che non ci fosse più la disponibilità della stanza nella stazione di Bardonecchia. Questo dimostra che le forze dell'ordine francesi sapevano di non poter fare delle perquisizioni in quel modo". La procura di Torino ha emesso un ordine di investigazione europea che è stato Issue 1

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inviato al magistrato di collegamento francese in Italia per avere dai transalpini le generalità dei 5 doganieri francesi e poterli interrogare per i reati di violazione di domicilio commessa da pubblici ufficiali e perquisizione illegale. "Siamo consapevoli della delicatezza del caso, ma dobbiamo continuare a indagare perché c'è l'obbligatorietà dell'azione penale in Italia e quanto è accaduto a Bardonecchia per noi è un reato - ha aggiunto Spataro Speriamo che la Francia sia collaborativa e che ci permetta di spiegare perché i doganieri hanno fatto quello che hanno fatto".. www.ansa.it

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ATTUALITA' - NEWS

Sot t o l e b om b e : l a t e s t i m oni a nz a d i u n a d o n n a s i ri a n a ' 15 aprile 2018 Nella notte fra venerdì e sabato Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno fatto scattare il raid militare in rappresaglia al presunto uso da parte del regime siriano di armi chimiche contro la popolazione civile. Il Pentagono ha fatto sapere che almeno 120 missili sono stati lanciati contro tre obiettivi sulla città di Damasco. Questo, nonostante finora non ci siano prove ufficiali sull'impiego di armi chimiche nella strage compita nella regione del Ghouta. Per conoscere l'esatta dinamica degli eventi, bosognerà attendere la risposta del team dell'Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche. La crisi siriana ha avuto inizio il 15 marzo 2011 a Damasco con le prime dimostrazioni pubbliche contro il governo centrale del presidente Bashar al-Assad, parte del contesto più ampio della cosiddetta primavera araba, per poi svilupparsi in rivolte su scala nazionale e quindi in vera e propria guerra civile a partire dall'inizio del 2012; il conflitto è ancora in corso. (...) In Terris ha intervistato Myriam (nome di fantasia), un'insegnante siriana che vive in Italia da oltre un decennio. Myriam, che vita facevi in Siria? "In patria facevo l’insegnante, vivevo bene e non mi mancava nulla. Poi mi sono sposata con un italiano e mi sono trasferita nel Bel Paese". Hai parenti che abbiano vissuto i bombardamenti di venerdì notte? "I miei parenti sono 8 anni che vivono sotto le bombe! I miei genitori e mio fratello vivono ad Aleppo, mentre ho dei cugini a Damasco". Sei riuscita a parlare con loro dopo il raid? "No. Sono 7 anni che non rientro in Siria: dall’inizio della guerra. Coi miei familiari parlo a volte al telefono, ma loro cercano di raccontarmi il meno possibile per non farmi preoccupare. Però su Facebook mi arrivano le notizie in arabo di quello che succede realmente lì". Hai scoperto qualcosa? "Sì. Dai social per esempio – e non dai miei parenti - ho saputo che anche la casa dei miei genitori è stata distrutta da un bombardamento, così come tutto il quartiere dove vivono". Issue 1

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Come vivono - o sopravvivono - le persone comuni? "Malissimo perché non c’è più niente. Hanno bombardato tutto e la gente vive di carità e della protezione del Signore". Tu sei cristiana? "Sì, sono cristiana". Come riescono i tuoi parenti a sopravvivere in realtà come Aleppo o Damasco? "Non me lo dicono. Non so come fanno a mangiare, a bere … credo che vivano solo per miracolo. Non solo loro, ma anche tutti quelli che sono rimasti in quelle zone e non sono scappati in altre nazioni, perché in Siria manca anche il minimo indispensabile: non hanno acqua potabile, né corrente elettrica né medicinali". Secondo te, chi sono i ribelli? "Sono mercenari che vengono da fuori". Non sarebbero dunque siriani? "No. A mio avviso, sono combattenti professionisti pagati dalle nazioni più potenti del mondo. I giornali non ne parlano perché le notizie che arrivano in occidente non sono sempre vere. Tutta l’Europa è stata ingannata. Ma noi che viviamo e veniamo dalla Siria sappiamo la verità, come si viveva lì prima dell’inizio della guerra". Quale sarebbe la verità? "La verità, secondo il mio punto di vista, è che in Siria sotto gli Assad – prima il padre e poi il figlio - vivevamo benissimo, non mancava niente a nessuno". Ma nel 2011 qualcosa è cambiato. Come hai vissuto la Primavera Araba? "Con molta preoccupazione per la mia gente. Perché nelle guerre e negli scontri muoiono soprattutto gli innocenti, la povera gente. Mentre i potenti sono protetti e nessuno fa loro del male. Il popolo è quello che muore. Migliaia e migliaia di vittime: chiese, ospedali, case, città andate interamente distrutte. Chi ci rimette è sempre il popolo; i politici per esempio sono ancora tutti vivi". Che cosa speri per la Siria "Spero che ritorni tutto come prima della guerra. Ma ormai i morti sono morti. Le case non ci sono più, il Paese è in ginocchio. Per rimetterlo in sesto ci vorranno forse dei decenni". www.interris.it

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro C O D IC E D E L L A S T R A D A Divergenza tra autovelox e verbale: l'ora legale tradisce l'automobilista. Con l’addio all’ora solare è giustificata la divergenza d’orario tra lo scontrino del telelaser e il documento redatto dalla Polizia stradale. Confermata dalla Suprema Corte la sanzione irrogata al conducente per eccesso di velocità. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 2, ordinanza n. 8865/18; depositata il 10 aprile)

NOTIFICAZIONI Invii multipli 'raccomandati' del decreto ingiuntivo e prova della consegna ai fini della costituzione in mora del debitore. Nel caso di invii multipli della raccomandata relativa al decreto ingiuntivo di pagamento allo stesso destinatario la prova della consegna è data dall’addetto al recapito ai sensi dell’art. 21, comma 2, d.m. n. 95/2001, ciò vale nei casi in cui la sottoscrizione di ogni avviso di ricevimento diventi troppo onerosa.. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 1, ordinanza n. 8643/18; depositata il 9 aprile)

REATI TRIBUTARI Nel reato di omesso versamento delle ritenute il dolo deve sussistere nel momento della condotta omissiva. Il dolo caratterizzante il reato di omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali di cui all’art. 2 d.l. n. 463/1983 (Misure urgenti in materia previdenziale e sanitaria e per il contenimento della spesa pubblica) «deve sussistere al momento della condotta Page 32

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omissiva, e non può esser sopperito dalla successiva conoscenza delle violazioni, già consumate, a seguito della notifica dell’avviso di accertamento dell’INPS». (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 15786/18; depositata il 9 aprile)

ESTINZIONE DEL REATO Reato estinto per morte dell'imputato, nessuna violazione della presunzione di innocenza. L’imputato ricorrente era deceduto nelle more della fissazione dell’udienza davanti alla Corte di Cassazione, con la conseguente dichiarazione di estinzione del reato ex art. 150 c.p.. Il difensore del defunto deduce questione di legittimità costituzionale del citato articolo lamentando la violazione della presunzione di innocenza. La Suprema Corte si esprime sulla questione, ricordando l’importanza e i limiti del diritto al riconoscimento dell’innocenza dell’imputato deceduto.. (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 15755/18; depositata il 9 aprile)

LICENZIAMENTO Vendite scontate grazie all'abuso di 'carte aziendali': licenziata la store manager. In un solo anno sono state registrate nel negozio quasi 70 operazioni scorrette, cioè effettuate grazie all’uso illegittimo delle “carte sconto” riservate ai dipendenti. Per l’azienda e per i Giudici è evidente la gravità della condotta tenuta dalla responsabile del punto vendita. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - L, ordinanza n. 8703/18; depositata il 9 aprile)

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro Conto corrente cointestato può nascondere la donazione indiretta se c’è l'animus donandi? 06 aprile 2018 Dopo il fondamentale approdo delle Sezioni Unite (Cass. n. 18725 del 2017) secondo cui il trasferimento, attraverso un ordine di bancogiro del disponente, di strumenti finanziari dal conto di deposito titoli del beneficiante a quello del beneficiario non rientra tra le donazioni indirette, ma configura una donazione tipica ad esecuzione indiretta, soggetta alla forma dell'atto pubblico – un ulteriore ed importante scrutinio della Cassazione (ordinanza 10 gennaio - 28 febbraio 2018, n. 4682) in subjecta materia. La Suprema Corte, con la sentenza de qua: - dopo aver premesso che il regime formale della forma solenne (fuori dai casi di donazione di modico valore di cosa mobile, dove, ai sensi dell'art. 783 c.c., la forma è sostituita dalla traditio) è esclusivamente proprio della donazione tipica, e risponde a finalità preventive a tutela del donante, per evitargli scelte affrettate e poco ponderate, volendosi circondare di particolari cautele la determinazione con la quale un soggetto decide di spogliarsi, senza corrispettivo, dei suoi beni; - nonché evidenziato che per la validità delle donazioni indirette, invece, non è richiesta la forma dell'atto pubblico, essendo sufficiente l'osservanza delle forme prescritte per il negozio tipico utilizzato per realizzare lo scopo di liberalità, dato che l'art. 809 c.c., nello stabilire le norme sulle donazioni applicabili agli altri atti di liberalità realizzati con negozi diversi da quelli previsti dall'art. 769 c.c., non richiama l'art. 782 c.c., che prescrive l'atto pubblico per la donazione;

somma di denaro depositata presso un istituto di credito, è qualificabile come donazione indiretta qualora detta somma, all'atto della cointestazione, risulti essere appartenuta ad uno solo dei cointestatari, rilevandosi che, in tal caso, con il mezzo del contratto di deposito bancario, si realizza l'arricchimento senza corrispettivo dell'altro cointestatario: a condizione, però, che sia verificata l'esistenza dell'"animus donandi", consistente nell'accertamento che il proprietario del denaro non aveva, nel momento della cointestazione, altro scopo che quello della liberalità. A tal riguardo, viene evidenziato che poiché nella donazione indiretta la liberalità si realizza, anzichè attraverso il negozio tipico di donazione, mediante il compimento di uno o più atti che, conservando la forma e la causa che è ad essi propria, realizzano, in via indiretta, l'effetto dell'arricchimento del destinatario, l'intenzione di donare emerge non già, in via diretta, dall'atto o dagli atti utilizzati, ma solo, in via indiretta, dall'esame, necessariamente rigoroso, di tutte le circostanze di fatto del singolo caso.

www.altalew.it

- ha precisato che la cointestazione, con firma e disponibilità disgiunte, di una Page 33

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro L'amministratore di condominio può ispezionare le singole proprietà esclusive? 10 aprile 2018

con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Un argomento di costante interesse riguarda il potere che ha l'amministratore di condominio nel momento in cui necessita di verificare, con ispezioni e sopralluoghi, cosa succeda nelle proprietà esclusive dei condomini, allorquando da queste provengano delle minacce potenziali alla stabilità, alla sicurezza ed al decoro del fabbricato condominiale. Una domanda sorge spontanea: può il garante della conservazione delle cose comuni recarsi presso un appartamento di un proprietario esclusivo e chiedere di entrare per ispezionare i locali per ragioni di necessità ed urgenza correlate allo stato di pericolo delle parti comuni?

Alla stessa pena soggiace chi si trattiene nei detti luoghi contro l'espressa volontà di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi si trattiene clandestinamente o con inganno. Il delitto è punibile a querela della persona offesa. La pena è da uno a cinque anni, e si procede d'ufficio, se il fatto è commesso con violenza sulle cose, o alle persone, ovvero se il colpevole è palesemente armato".

Domanda complessa che porta in sé una prima risposta certa: di sua sponte no.

Quindi, che succede ? Succede che nei casi di necessità ed urgenza richiamati, l'amministratore potrebbe intervenire se coadiuvato dalla presenza dei Vigili del Fuoco e da personale dei competenti uffici della ASL di zona, al fine di mettersi al riparo dal rischio di denunce per violazione di domicilio e della privacy.

L'amministratore di condominio non ha alcun potere rinveniente dal suo contratto di mandato che lo autorizzi ad entrare o pretendere di entrare in una proprietà esclusiva anche se per fini contingenti.

Ma anche in questo caso si pone un problema delicato quale quello relativo alla possibilità per le squadre di soccorso dei Vigili del Fuoco di accedere a spazi privati in caso di necessità.

Il divieto è sancito dall'art. 14 della Costituzione: "Il domicilio è inviolabile. Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale.

I Vigili del Fuoco sono istituzionalmente preposti ai servizi pubblici di prevenzione e di estinzione incendi ed ai soccorsi tecnici in genere.

Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono regolati da leggi speciali" e dall'art. 614 del codice penale: "Chiunque s'introduce nell'abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi s'introduce clandestinamente o con inganno, è punito Page 34

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Il servizio di soccorso tecnico implica essenzialmente fra l'altro, l'intervento in tutti i casi in cui l'opera dei Vigili del Fuoco può tornare utile alla salvezza delle persone e delle cose. Questo servizio si limita ai compiti di carattere strettamente urgente e cessa con il subentrare degli organi tecnici competenti.

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continua

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RUBRICHE

Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro costituire un danno per le parti comuni dell'edificio o che possano pregiudicarne la stabilità, la sicurezza e il decoro architettonico. Pertanto, proprio a tal fine, l'amministratore potrebbe verificare la regolarità di opere eseguite nelle proprietà esclusive per prevenire l'insorgenza di pregiudizi alla sicurezza dell'intero stabile. Lo stesso concetto è ribadito dalla legge che afferma che sono attribuiti al Ministero dell'Interno, e quindi al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, i servizi di prevenzione ed estinzione degli incendi e, in genere, i servizi tecnici per la tutela della incolumità delle persone e la preservazione dei beni. In linea di massima occorre effettuare delle specifiche valutazioni, caso per caso, per definire esattamente se l'eventuale ingresso nell'appartamento possa essere giustificato dal danno che, in caso di mancato accesso, si produrrebbe come ad esempio in caso di incendio o di altro pericolo per la pubblica incolumità, come ad esempio una fuga di gas.

Come detto, l'amministratore, in assenza del consenso del proprietario di casa, non avendo egli poteri coercitivi per poter entrare "di forza" nei singoli appartamenti, tantomeno ricorrendo all'intervento della forza pubblica (salvo nel caso di pericolo imminente alla pubblica sicurezza come visto sopra), in extrema ratio potrebbe farsi autorizzare dal giudice civile, eventualmente ricorrendo ad un procedimento d'urgenza.

www.condominioweb.com

Così come anche l'accesso alla proprietà privata potrebbe essere giustificato da una dispersione idrica in grado di arrecare danni alle strutture o agli impianti dell'edificio condominiale. Ricordo che la riforma del condominio ha previsto l'obbligo, per l'amministratore, di curare la tenuta del registro di anagrafe condominiale. Tale registro deve contenere le generalità dei singoli proprietari e dei titolari di diritti reali e di diritti personali di godimento, comprensive del codice fiscale e della residenza o domicilio, i dati catastali di ciascuna unità immobiliare, nonché ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza delle parti comuni dell'edificio. E' ragionevole ritenere che l'amministratore, anche nello spirito della riforma, abbia il potenziale potere di controllare che all' interno delle singole unità immobiliari non si eseguano opere che possano Page 35

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RUBRICHE

Il mondo della Tecnologia

Il device che ti legge nel pensiero ( m a s ol o s e v uoi t u)

10 aprile 2018 Tutti abbiamo una voce interiore. Anche quando non parliamo, noi pensiamo di parlare: pensiamo tramite parole. Non sempre, ma spesso. È quello che gli psicologi chiamano "voce interiore" o "dialogo interno"; secondo alcune teorie questa è la cosa che tiene insieme l'identità: il continuo ragionare su noi stessi e con noi stessi, che ci fa percepire come individui. Bene. Adesso dei ricercatori - dell'immancabile Mit di Boston - hanno messo a punto un device in grado di leggere il discorso interiore, di capire le parole che noi pensiamo solo, senza pronunciarle. Stiamo calmi. Non è la macchina della verità o simile aggeggio distopico, che ti sonda l'anima. Anzi. È stata inventata come passo in avanti ulteriore rispetto ai comandi vocali: dove i vari Siri e Alexa sostituiscono la voce alla tastiera, questo sostituisce il pensiero alla voce. "I telefonini e gli altri device sono una barriera tra noi e il mondo", ha dichiarato al Guardian Arnav Kapur, uno del team di ricercatori. "Se vediamo una cosa che ci interessa e vogliamo fotografarla o fare una ricerca su internet, abbassiamo gli

occhi verso lo smartphone e leghiamo dalla realtà esterna".

ci

scol-

Invece con Alter Ego - questo il modesto nome dell'affare - si entra nell'era dell'Intelligenza Aumentata, un incrocio tra intelligenza artificiale e realtà aumentata. Il device è una specie di semicerchio che parte dell'orecchio e si appoggia alla faccia. I sensori, e questa è la parte miracolosa, colgono i sottili segnali neuromuscolari che si producono quando una parola viene pensata, e li trasmettono al computer. Che a questo punto agisce come un normale assistente vocale e manda la risposta all'auricolare. Il quale, altra particolarità, non è inserito nell'orecchio ma appoggiato al di sopra. Lo scopo del device è lasciare libera sia la vista (cosa che per esempio i Google Glass non fanno del tutto) sia l'udito, a differenza delle cuffie. I test effettuati hanno riportato una efficacia, nella comprensione delle parole pensate, attorno al 92%. Se un margine di errore dell'8% vi sembra alto, pensate che le tecnologie di riconoscimento vocale sono state disastrose per anni, e solo di recente sono arrivate a un accettabile 95%. C'è solo da avere un po' di pazienza. FONTE

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RUBRICHE

Il g i a rd i no d i A m e l i a Ultimo romanzo di Marcela Serrano, “Il di giardino di Amelia” (titolo originale La Novena, tradotto da Michela Finassi Parolo), Feltrinelli, 2016, dai temi molto interessanti, alcuni di carattere sociale, altri di interesse politico, senza tralasciare quelli più specificamente letterari. Un’opera contrassegnata da semplicità narrativa che rende l’opera di facile lettura, dalla quale possono nascere stimolanti considerazioni. La storia è ambientata nel Cile, anni ottanta, sotto la dittatura del generale Pinochet. Un giovane sovversivo, Miguel Flores, sospettato di svolgere attività rivoluzionarie, viene mandato al confino in un paese nei pressi di una grande tenuta, La Novena, di proprietà di una ricca latifondista, Amelia. Tra i due, dopo un’iniziale diffidenza, nasce un profondo legame, arricchito dal gusto per la lettura. Amelia è una signora avanti negli anni, vedova con figli, molto colta, che ha molto viaggiato ed è stata traduttrice. La sua mentore è stata una cugina, Sybil, che abita a Londra e lavora in una grande casa editrice. La vita scorre tranquilla, Amelia e Miguel conversano, meditano sul loro presente, sulla vita, sui libri; il legame si fa sempre più stretto, lui va a vivere da lei, finché una notte arrivano i militari a dargli la caccia perché sono state scoperte delle armi sepolte nella tenuta. Miguel riesce a fuggire, Amelia invece viene catturata, torturata e solo quando è riconosciuta estranea ai fatti viene rilasciata. Molti anni dopo Miguel, malgrado si sia rifatto una vita in Europa, rimane ossessionato dai ricordi e tramite Sybil viene a sapere cosa è successo ad Amelia dopo la sua fuga. Piombato nel più totale sconforto, capisce che l’unica chiave per superare i suoi sensi di colpa è tornare in Cile e affrontare il proprio passato. Nel romanzo si può apprezzare il raffronto con la cultura europea, in particolare con la letteratura anglosassone della scrittrice Elizabeth Gaskell, autrice di un romanzo ”Mary Barton” pubblicato nel 1848, periodo storico letterario vittoriano, annoverato tra i romanzi di carattere sociale. “Il girdino di Amelia”, sicuramente un romanzo coinvolgente ma al tempo stesso scorrevole, essenziale, ironico e drammatico senza essere per questo mai pesante. Insomma un’opera appassionante che insegna molto, sia dal punto di vista sociale che culturale, quasi una sottile lezione di antropologia.

Antonio Savastano

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Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo Pietro Pancamo, autore della silloge poetica «Manto di vita» (LietoColle), conduce un podcast letterario a cadenza mensile su Radio Big World (emittente italofona di Madrid) e scrive per la piattaforma culturale di Hong Kong «Beyond Thirty-Nine». Ha collaborato, come recensore, con il sito dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera». Dopo essere stato incluso nell’antologia «Poetando» (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo, si è visto pubblicare una breve raccolta di versi dal blog «Poesia» di RaiNews 24 e dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana. Di recente è apparso su «Diogen», rivista letteraria di Sarajevo fra le più importanti d’Europa.

COME UN BIMBO GIÀ TORPIDO DI RANCORE

Come un bimbo già torpido di rancore, sono esploso all’ennesimo insulto, per collassare, lo vedi, sul sistema nervoso (ovvio: è il mio nucleo...). Così ora di tutto il mio essere non resta che poco: una stella di neuroni. Ecco perché mi trovo qui ad orbitare (in rotazione martellante) attorno al mio asse o diametro d’odio. E circondato da giorni rimasti lontano, all’orizzonte murato (cioè la finestra) d’una stanza (la mia) inscritta nel buio, vortico frastornato nella mia notte infinita (o magari...

solo

inconcludente).

Pietro Pancamo (pipancam@tin.it)

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Presi per la..... Gola!!!!

T i m b a l l o d i a ne l l e t t i Gli anelletti, tipico formato di pasta siciliana, sono i protagonisti principali del piatto che descriverò. Questo trionfo barocco di pasta al forno, o "timballo di anelletti", altrimenti conosciuto come "pasta col forno", è parte integrante della tradizione gastronomica palermitana ed è legato alla sua storia. I primi timballi palermitani furono elaborati nel IX secolo, durante la dominazione araba, per poi diffondersi in diverse forme in tutta l'isola. Importanza fondamentale per i siciliani è la facilità di trasporto, poiché spesso il timballo assume il ruolo da protagonista principale in un picnic fuori porta o, a seconda della stagione, nelle ricche tavole delle feste trascorse in famiglia. La ricetta tradizionale di questo trionfale piatto unico è multiforme e può contenere tra i più svariati ingredienti: dal ragù di carne ai piselli, dall'uovo sodo al salame, dal primosale al prosciutto, e via elencando. La ricetta che vi propongo è una versione "vegetarianizzata" per i non carnivori, di gran lunga più "leggera" e "digeribile" di tutte le altre versioni dell'intera galassia sicula.

ingredienti per 4 persone • • • • • • • • •

200 g di anelletti 300 g di salsa di pomodoro 150 g di caciocavallo ragusano 1 melanzana media 1 cipolla media pangrattato olio extravergine d'oliva sale pepe

Preparazione

In una capiente pentola dai bordi alti verserete dell'olio, aggiungerete la cipolla tritata e farete soffriggere. Non appena si sarà dorata aggiungerete la salsa di pomodoro, il sale, il pepe e lascerete cuocere a fuoco basso per almeno mezz’ora. Il sugo dovrà risultare nè troppo denso, nè troppo liquido. Nel frattempo avrete tagliato la melanzana a cubetti. La friggerete in una padella con sufficiente olio extravergine d'oliva. In una pentola porterete a ebollizione l’acqua per la pasta, verserete gli anelletti e attenderete il tempo di cottura (13 minuti circa). Mentre la pasta sarà in cottura, avrete tagliato a cubetti i 2/3 del caciocavallo. Scolerete la pasta al dente e condirete con il sugo, le melanzane fritte e il caciocavallo a cubetti, quindi spolverizzerete con il restante caciocavallo grattugiato. Ungerete quindi con un po' d'olio un recipiente in ceramica da forno, lo spolverizzerete con del pangrattato, lo riempirete con gli anelletti conditi e con un'ulteriore spolverata di pangrattato, quindi finirete la cottura gratinando in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti. Fonte Issue 1

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Effetto....gusto.. Sardo Cannonau di Sardegna DOC Tenute Soletta

Il Cannonau di Sardegna DOC è un vino rosso tipico sardo. Intenso, equilibrato e caldo, il Cannonau di Sardegna di Tenute Soletta rappresenta perfettamente la sua regione.

T i pol ogi a Rosso fermo secco DOC Provenienza Sardegna Uve Cannonau 100% Sensazioni Colore rosso rubino dalla bella limpidezza e lucidità; al naso è tipico ed intenso, piacevoli richiami terrosi e minerali sono accompagnati da note di viole mammole e melograno; in bocca è caldo, equilibrato con piacevole carica glicerica ben bilanciata da tannini eleganti e rotondi. Vinificazione In rosso e macerazione con bucce per 20 giorni. Gradazione alcolica 13,5% vol. La vigna Terreno Sabbioso-calcareo Esposizione e altitudine Est, 400 m s.l.m. Metodo di allevamento Cordone speronato Densità d'impianto 5000 ceppi per ettaro.

FONTE

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“Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere" Dalai Lama

Aprile 2018 • Anno XI I 15 aprile 2018

• Numero 126

Co.Bo.Di.

email - co.bodi@yahoo.it

Issue 1

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