Effettotre – n 125 mar 2018

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MARZO 201 8 • ANNO XII • NUMERO 1 25

C o r s a p e r i f o n di a t as s o z e r o , c o s ì i g io v an i i mp r e n di t o r i s i r i p r e n do n o i l M e z z o g i o r n o

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Lavorare e studiare in Pegaso scritto da Prof. Anna Scotto Di Santolo

1 4 m a rz o 2 0 1 8 ditamento (AVA2). Si tratta, poi, di rivedere e aggiornare le video-lezioni con relative dispense, diapositive, test di verifica ed elaborati progettuali.

Che cos’è una università telematica? Come si svolge la didattica? Sono le domande che mi posi quando vinsi il concorso alla Pegaso. Sarei stata in grado di svolgere al meglio il mio incarico, nonostante insegnassi da diversi anni presso università statali? La cosa più complessa è la preparazione del materiale didattico, che deve seguire rigide linee guida, protocolli di qualità nei quali rientrano, tra l’altro, il rispetto dei tempi di registrazione legati a precisi studi sull’attenzione e sulle problematiche di connessione. Un altro elemento importante è l’assenza degli studenti durante le lezioni, che a volte porta disattenzione. Anche il professore più narcisista in assenza di un feedback può trovarsi in difficoltà. Inoltre, il life-long learning non è rivolto solo agli studenti ma anche ai docenti, che devono seguire seminari e corsi di approfondimento,soprattutto per quanto riguarda la didattica e-learning, il modello di assicurazione di qualità dell’Ateneo e di autovalutazione, valutazione e accreIssue 1

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Dopo circa cinque anni e due corsi in attivo, Geotecnica al corso L7 Ingegneria Civile e Sicurezza delle Fondazioni in zona sismica per la laurea specialistica LM26, posso affermare che è un lavoro molto più faticoso, nei primi anni di messa a punto di un nuovo corso di studi, per il docente che per il discente. Ma quante sono le Università Telematiche? Come e perché sceglierle? L’offerta formativa per le 11 università Telematiche riconosciute dal MIUR è vasta e non sempre omogenea, per cui i dati seguenti, estrapolati dall’anagrafe sugli studenti (http://anagrafe.miur.it/php5/home.php), sono analizzati con riferimento agli iscritti alle lauree triennali a partire dall’anno accademico 2013/2014, anno di apertura di Ingegneria per l’Università Telematica Pegaso. All’apertura di L7 gli immatricolati (1.649) rappresentano il 35% del totale immatricolati alle 11 telematiche, ma non raggiungono l’1% (0,72% su 229.568) degli iscritti alle triennali e percentuale ancora inferiore (0, 61%) del totale degli immatricolati pari a 268.820. Nell’A.A. 2014/2015 decrescono leggermente gli immatricolati alla Pegaso (1.137) ma con un trend crescente per le telematiche (5.026). Nell’AA 2015/2016 il trend si inverte: 1.468 (25%) con una continua

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO distribuzione pari al 77% di uomini e 23% di donne. Nell’AA 2016/2017 aumentano fino a 3.035 immatricolati alla Pegaso, rappresentando il 37% degli iscritti alle triennali telematiche (su 8140) con un incremento del 10% anche nelle quote rosa (67% uomini e 33% donne) superando l’1% sia degli iscritti delle telematiche (1.19%) sia degli immatricolati alle triennali totali (1.05%).

in ingresso e in itinere durante il corso di studi, attraverso i tutor e in uscita attraverso il job-carrer-placement. Gli appelli sono frequenti, sempre rispettati o, se modificati, comunicati in tempo utile e, grazie alle numerose sedi di esame in tutta Italia, è possibile pianificare e programmare il proprio percorso comodamente da casa. E’ attivo anche Erasmus plus e numerosi master e corsi post-laurea. Grazie alla partecipazione di Pegaso al Centro di Ricerca Benecon si dispone anche di laboratori all’avanguardia. In questi anni ho imparato molto dalle tesi degli studenti che ho avuto il piacere di seguire. Durante le sedute di laurea vengono trattati numerosi argomenti collegati, spesso, con l’esperienza pregressa del discente diversamente giovane che la riversa e oggettiva nel suo elaborato finale. Per noi docenti, ripeto, è un lavoro impegnativo. Ci sono esami tutti i mesi con più sedute, correggiamo elaborati a go go; rispondiamo alle email e ai forum entro 24 ore e cerchiamo di essere presenti anche sui social. C’è poi il lavoro di ricerca, che portiamo avanti con fatica per la difficoltà di accedere ai relativi fondi (partecipiamo a bandi POR, PON, PRIN ecc.).

In definitiva, mentre l’università tradizionale, dopo anni di rosso, sta ritrovando un leggero incremento (quasi il 5%) delle sue matricole, le università telematiche negli ultimi cinque anni sono protagoniste di un vero e proprio boom, arrivando a sfiorare la quota di 70 mila iscritti totali. Non si tratta solo di giovani, ma di adulti, alla ricerca di un miglioramento della propria carriera.

Facciamo ogni sforzo per far dare il meglio a tutti gli studenti, valorizzandone le qualità seguendo l’approccio del ciclo o ruota di Deming Plan, Do, Check e Act , con 10 corsi di laurea, 127 Master, 20 corsi di perfezionamento, 1 scuola di specializzazione , 3 certificazioni, 9 accademie, 58 alta formazione. Oltre 60mila studenti ce l’hanno fatta!

Gli studenti di qualunque età sono seguiti in tutto il loro percorso, dalla scelta iniziale www.genteeterritorio.it Issue 1

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO UniPegaso Palermo: Presentazione del libro "SENSO DI MARCIA" d i C a t e l l o M a r e s c a e L e a n d ro d e l G a u d i o 07 marzo 2018

l’Università telematica Pegaso - sede di Palermo - ha curato la presentazione del libro “Senso di marcia” di Leandro del Gaudio e Catello Maresca. I lavori hanno avuto inizio alle ore 10.00 presso il teatro Auditorium “Giuseppe di Matteo”, Centro di accoglienza Beato Pino Puglisi- Brancaccio, Palermo. L’evento è stato animato dal Presidente dell’Università Pegaso, Dott. Danilo Iervolino e dal Prof. Calogero di Carlo, che ha dato gli indirizzi di saluto. Successivamente sono intervenuti il

Presidente del Centro accoglienza, Maurizio Artale, nonchè il Dott. Catello Maresca, autore del libro, ed infine, i Professori Salvatore Sansone e Rosario lo Bianco. I lavori pomeridiani sono ripresi alle ore 16 presso l’aula Angelo Iervolino di Palazzo Mazzarino, Università Pegaso, durante i quali è stato proiettato un docufilm di Duccio Giordano che racconta i contenuti del libro stesso.

Video interviste al Magistrato Catello Maresca, noto per aver guidato le indagini che hanno portato alla cattura del boss dei Casalesi Michele Zagaria, al prof. Calogero Di Carlo sui temi della legalità e della formazione dei giovani quale strumento per invertire il senso di marcia nella lotta alla criminalità e al prof. Salvatore Sansone docente di diritto penale. CLICCA

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO PALERMO - sessioni laurea 12,13,14,15 e 16 marzo 2018

Palazzo Mazzarino, conserva decori interni e si presenta come uno degli edifici più grandi della via Maqueda, con giardini pensili e terrazzamenti di tutto rispetto, ha

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accolto i quasi 300 studenti dell'Università Telematica Pegaso che hanno conseguito il titolo Accademico in uno dei 10 corsi di laurea dell'Ateneo.

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO R o m a : s e d u t a d i l a u re a p re s s o s e d e R e t t o ra t o 2 0 f e b b ra i o 2 0 1 8

Palermo: Pegaso Orienta 23 febbraio 2018

Da oggi per qualsiasi informazione sull'ampia offerta formativa proposta dall'Università Pegaso, potete contattare la sede Pegaso Orienta, sita in via Maqueda

453, di fronte il Teatro Massimo. Gli orari di apertura della sede sono i seguenti: dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 18:00. Telefono 091-324215 - per info via mail: pegaso.orienta@unipegaso.it

24 febbraio 2018 - Bisceglie (BT)-

presso il palazzo storico Tupputi si è tenuto il convegno organizzato dal Comune e dall'Universita Telematica Pegaso dal titolo "Formazione 4.0 l'Universita del territorio". Oltre ai relatori indicati in locandina sono intervenuti il presidente del GAL Francesco Spina, il sindaco di Ruvo di Puglia e di Trani. Presenti più 150 persone molte interessate alla presentazione dell'UniPegaso. Il palazzo e' uno dei più belli curato e di recente restauro. Il Sindaco e il presidente del GAL hanno dato la loro massima disponibilità per l'apertura di una sede d'esame. Issue 1

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO AL VIA LA VI COMPETIZIONE ITALIANA DI MEDIAZIONE 2018

L’Università Telematica Pegaso c’è Milano: 22,23 e 24 febbraio 2018 Camera arbitrale Ecco le squadre in gara: Bari, Bergamo, Bicocca (Milano), Bocconi (Milano), Camerino, Cattolica (sede di Piacenza), Firenze, Genova, LUISS (Roma), LUM Jean Monnet (Bari - Casamassima), Milano Statale (organizzatore), Parma, Pavia, Pegaso (Università Telematica), Sassari, Siena, Torino, Salento (Lecce), Ferrara (sede di Rovigo), Piemonte Orientale (sede di Alessandria), Urbino e Verona.

facendo sentire la sua presenza, garantendo e offrendo ai propri studenti la possibilità di cimentarsi in questa disciplina e confrontarsi con i colleghi degli altri atenei partecipanti. La scorsa edizione si era conclusa con un importante riconoscimento per gli studenti dell’Università Telematico Pegaso, premiati con un premio speciale per la “Miglior collaborazione con la controparte”. Gli studenti, sotto la guida del docente / coach Prof. Giuseppe Carà e la supervisione e il

La Competizione Italiana di Mediazione (CIM) è una gara tra studenti di università italiane sul tema della mediazione, organizzata dalla Camera Arbitrale di Milano in collaborazione con l’Università Statale di Milano. Possono competere studenti iscritti a corsi di laurea di 1° o 2° livello al momento dell’iscrizione della squadra alla CIM. Le squadre sono chiamate a sfidarsi in una serie di mediazioni simulate, con lo scopo di dimostrare le capacità dei propri rappresentanti a negoziare le controversie in modo cooperativo ed efficace. Gli incontri si svolgono davanti a mediatori professionisti esperti. Nel corso di ogni incontro di mediazione, ciascuna squadra schiera 2 studenti, dei quali uno impersona la parte coinvolta nella controversia e l’altro il suo avvocato. Anche quest’anno l’Università Telematica Pegaso ha partecipato alla Competizione, Issue 1

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supporto del Prof. Calogero Di Carlo hanno seguito un percorso di formazione specifico in materia di mediazione, negoziazione e risoluzione alternativa delle controversie, mirato a approfondire i profili giuridici dell’istituto della mediazione e a conseguire le capacità negoziali necessarie per affrontare le singole mediazioni. A rappresentare l’Università Telematica Pegaso quest’anno ci saranno Marco Falcone, Simon

Volpato e Michele Verde supportati dai tutor (partecipanti alla scorsa edizione) Mariano Pumilia, Ivan Palmisano e Isidoro Musumeci. Nel corso della gara, i nostri studenti si sono confrontati nelle singole procedure di mediazione contro l’Università degli Studi di Piacenza Cattolica, Parma, Firenze, Verona e Camerino. Simulazioni intense, di alto livello che hanno dimostrato le grande preparazione e le importanti doti negoziali degli studenti. Gli studenti che hanno partecipato alle precedenti edizioni hanno fornito il loro apporto costante alla preparazione dei

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propri colleghi, dando una importante continuità e e prova dei grandi rapporti umani che si creano all’interno dell’ateneo. Un lavoro di squadra intenso e importante. Un’esperienza unica e affascinante in cui gli studenti dell’ateneo hanno avuto la possibilità di studiare e approfondire le dinamiche negoziali, utilizzando tutti gli strumenti telematici messi a disposizione dall’ateneo e usufruendo degli spazi fisici delle splendide sedi messe a disposizione dall’università, nel rispetto della caratteristiche specifiche che ci contraddistinguono.

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Un importante contributo alla cultura della mediazione e alla formazione degli avvocati 4.0, consapevoli che la mediazione non è soltanto una strumento di risoluzione delle liti civili e commerciali ma è molto di più. La mediazione è una cultura. È un diverso modo di approcciare la vita e le relazioni. E con questa consapevolezza che l’Università Telematica Pegaso ha sposato l’iniziativa della Camera Arbitrale di Milano. .

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Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso. Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso.

FUNZIONALITÀ: L’App mobile UNICESD si suddivide in 2 aree principali, una pubblica ed una ad

accesso riservato. L’area pubblica offre la possibilità di controllare le nuove attività promosse dal mondo Unipegaso, con collegamenti diretti ai canali social. L’area privata consente di apprendere tutte quelle nozioni che servono ai poli didattici per guidare i propri iscritti sui percorsi universitari, modalità di svolgimento degli esami e tante altre notizie interessanti. È inoltre possibile condividere le informazioni con la propria rete network, per essere sempre aggiornati sui calendari di esami e sugli aggiornamenti normativi e degli assetti universitari.

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SEDE DI PALERMO

I S CRI ZI O N I AP E RTE L’A Accademia Forense nasce con l’ambizioso obiettivo di fornire al mondo dell’Avvocatura uno strumento didattico/formativo di attività in ambito multidisciplinare del Diritto tese all’aggiornamento ed alla formazione del Professionista moderno, in un’ottica di crescente specializzazione del sapere imposta dagli ordinamenti sovranazionali e dall’andamento del mercato. . L’unica Accademia Forense on-line partecipata da 107 docenti provenienti da 40 Università! Si tratta di Master di II livello, vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale per la specializzazione e l’aggiornamento professionale nelle varie discipline giuridiche. Si compone di vari ambiti formativi di notevole interesse, sia in termini di moduli didattici, svolti da Docenti di elevata e riconosciuta professionalità (clicca il link per visionare elenco dei Docenti) http://www.accademiaforensepegaso.it/i-docenti-dell-accademia/ co on esperienza a livello internazionale, siia come strumenti e tecniche che trasmette al discente, immediatamente spendibili nel mondo delle professioni ad alto valore innovativo. I Master sono destinati a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di Laurea quadriennale, Laurea di II livello (3+2) e/o del previgente ordinamento Laurea Magistrale ed in particolare a tutti i laureati “PEGASO -CESD” che durante il “quinquennio” hanno conseguito la Laurea Magistrale (Vds. Progetto Siena ecc.). Possono, altresì, iscriversi al Master coloro i quali sono iscritti all’Albo degli Avvocati, una delle professioni in continuo aggiornamento, o coloro che sono abilitati alla professione, compresi i praticanti avvocati, abilitati all’esercizio della professione forense e/o non ancora iscritti all’Ordine degli Avvocati. Il titolo che si consegue al termine del Master è: Diploma Universitario Master Biennale di II livello, con il riconoscimento di 60 CFU. Ha la durata di due anni accademici per un numero complessivo di 1500 ore. Si può inoltre usufruire del permesso dedicato al diritto allo studio per un totale di 150 ore annuali. Ebbene, La Pegaso da oggi, ci consente di diffondere tale opportunità di formazione sull’aggiornamento professionale, ad un costo pari a € 600,00 anziché € 850,00 + 50,00 perbollo. I master di specializzazione • Diritto di famiglia, dei minori e delle persone; • Diritto commerciale; • Diritto amministrativo; • Diritto e Processo Penale; • Diritto delle responsabilità civile e delle assicurazioni; • Diritto industriale e della concorrenza; • Diritto della navigazione e dei trasporti; • Diritto del lavoro; • Diritto e Processo Tributario; • Diritto dell’Unione Europea. Si avvia un progetto di ampia divulgazione dell’Accademia Forense la cui responsabilità per la ricerca ed analisi è stata affidata al Prof. Calogero Di Carlo. Per info e dettagli: calogero.dicarlo@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it - infocesd@unipegaso.it 091/7654200 - 3318682197

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Master in "Criminologia e Studi Giuridi Forensi-MA668" a.a. 17/18 - iscrizioni sempre aperte Le precedenti edizioni del master 56 + 78, 100, 127, 213, 240, 297, 391, 451 che si accingono ad iscriversi, quasi tutti, al V anno della Facoltà di Giurisprudenza, ed il 541 (IV edizione in corso) hanno riscosso un notevole successo, oltre ogni aspettativa grazie alla vostra fiducia che continuate ad accordarci. Prima di Voi, oltre 9600 iscritti, hanno usufruito di questo straordinario Master, che ha visto come protagonisti dei pregiatissimi professori e illustrissimi professionisti nel campo criminologico, di fama Nazionale quali: il prof. Calogero Di Carlo, direttore accademico del master; il Prof. Paolo Procacciante, Direttore Medicina Legale, Università degli Studi di Palermo; il Generale Div. CC Nicola Ragetti, già Comandante del RACIS; il Prof. Nicola Malizia, Criminologo, Docente Università degli Studi Kore di Enna; il Cap. Pietro Maida – Comandante Sez. Chimica – Esplosivi e Infiammabili- del RIS Carabinieri di Messina; il Prof. Rosario Bianco, Docente Università Pegaso; il Prof. Francesco Fimmanò, Docente e Presidente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso e tanti che si sono susseguiti ed interscambiati, nell’illustrare le avvincenti materie oggetto di studi. In particolare durante le lezioni sono stati trattati i seguenti moduli: Il Criminologo Prof. Nicola Malizia, docente presso l’Università degli studi di Palermo e la Kore di Enna: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

INTRODUZIONE ALLA CRIMINOLOGIA MODERNA IL BULLISMO SESSUOLOGIA CRIMINALE MOBBING CRIMINOGENO SERIAL KILLER CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA NELLA DONNA SONNAMBULISMO OMICIDIARIO SETTE SATANICHE ED IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE

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Il Generale di Divisione, già comandante del RACIS Carabinieri, Dott. Nicola Raggetti, docente in diverse università italiane: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

IL SOPRALLUOGO ED IL REPERTAMENTO ( 3 LEZIONI) IMPRONTE ( 4 LEZIONI) BALISTICA ( 4 LEZIONI) BIOLOGIA (2 LEZIONI) CHIMICA (2 LEZIONI) DVI : DISASTER VICTIM IDENTIFICATION (1 LEZIONE)

La criminologa Avv. Dott.ssa Clelia Gorga, tutor di questo master: 1. 2. 3. 4.

ELEMENTI PRATICI DI CRIMINOLOGIA STALKING LA VITTIMOLOGIA CRIME PROFILING.

Dott. Tommaso Comunale, università Forlì: 1. 2. 3. 4.

LA NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA L'APPROCCIO POSITIVISTA ALLO STUDIO DELLA CRIMINALITA' LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE I LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE II -

Alla luce di quanto sopra, per far fronte ed esaudire richieste sempre più esigenti, oggi a Voi, più fortunati, viene offerto per l’anno 2016/2017, il Master in “Criminologia e Studi Giuridici e Forensi" in sigla MA541 (4 ed.) per una durata di 1925 ore corrispondenti a 77 CFU, che consente la prosecuzione

degli

studi

nel

Corso

di

Laurea

Magistrale

in

di

Giurisprudenza.

Per maggiori informazioni: 0081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197 mastercesd@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it (di carattere amministrativo e didattico)

comunicazioni@cesd-onlus.com (di carattere generale, logistiche/organizzative)

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E f f e t t o T re Co.Bo.Di.

Corsa per i fondi a tasso zero, così i giovani imprenditori si riprendono il Mezzogiorno Nel 2065 al Sud vivrà meno di un terzo della popolazione attuale. La grande fuga dal Mezzogiorno, fotografata dall’Istat, non sembra arrestarsi. Negli ultimi 15 anni sono oltre 200 mila i laureati che si sono trasferiti al Centro-Nord in cerca di lavoro. Per provare a fermare questa emorragia il governo ha puntato su programmi come «Resto al Sud», un piano di finanziamenti per impren-ditori under 35 delle otto regioni meridionali. Il progetto è stato affidato a un’agenzia ministeriale, Invitalia, e ha un budget di un miliardo e 250 milioni di euro. Ogni soggetto può chiedere 50 mila euro, fino a un massimo di 200 mila per una società di quattro membri. Il 35% del finanziamento è a fondo perduto, il resto è concesso dalle banche convenzionate e va restituito in 8 anni. Gli interessi sono a carico dello Stato, per cui il tasso è zero. Non essendo un bando non ci sono scadenze né graduatorie: le

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domande vengono valutate con un criterio cronologico fino all’esaurimento dei fondi. I requisiti: non bisogna avere un contratto a tempo indeterminato, essere titolare di un’impresa o aver ricevuto agevolazioni nazionali negli ultimi tre anni. E non si può investire in attività agricole, di commercio o libere professioni. Invitalia promette una risposta entro 60 giorni, ma chi ci è passato racconta di tempi ancora più rapidi. «In un mese abbiamo inviato la domanda, siamo andati a Roma per il colloquio e abbiamo ricevuto l’ok» spiega Luigi. Idem Francesco: «Mi sono stupito di quanto sia stata veloce la procedura».

Marzo 2018 Riassumendo

Pag. 1 - Corsa per i fondi a tasso zero, socì i giovani imprenditori Pag. 4 - ARMA Pag. 20 - RAPPRESENTANZA Pag. 23 - ATTUALITA' NEWS Pag. 44 - RUBRICHE

Si inverte la tendenza che vedeva gran parte dei talenti trasferirsi al Nord. Turismo, artigianato e cultura: oltre 5 mila domande presentate per gli incentivi di Resto al Sud

A oggi sono state presentate oltre 1400 domande (una cinquantina quelle approvate, altre 5 mila sono in arrivo), per un totale di oltre 85 milioni di investimenti continua

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che, si stima, creeranno 5370 posti di lavoro. Quasi una domanda su due (46%) arriva dalla Campania. Seguono Sicilia e Calabria (16%). Buona la partecipazione delle donne: il 43%. Il progetto permette a molti ragazzi che avevano lasciato il Sud di rientrare, ma attrae anche i giovani del Nord (purché siano disponibili a trasferirsi dopo l’ok al progetto).

coinvolgere anche i giovani extracomunitari con alcuni laboratori. Magari per creare altri portachiavi come il suo, una Sicilia in miniatura stampata in 3D. Ma il suo sogno è un altro. «Il mio fidanzato lavora in spettacoli pirotecnici, sogno di unire le forze e fare uno show con videomapping e fuochi artificiali».

GLI ENOLOGI - Luigi e Salvatore, nuova «Mettiamo i ragazzi nella condizione di vita sotto l’Etna inventarsi un lavoro» dice l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri. «Per la prima volta gli incentivi coprono il 100% degli investimenti e questo abbatte un muro che nel Mezzogiorno spesso è invalicabile: l’accesso al credito». LE STORIE LA VISIONARIA - “Con i miei video 3D faccio vivere le chiese”

Luigi Ciranni ha 35 anni, Salvatore Mangano 34. Coltivano un sogno che è quello di tanti ragazzi siciliani: realizzarsi senza abbandonare l’isola. Dopo tanti contratti stagionali, però, la vita rischiava di portarli altrove.

«Troppi giovani del Sud si lamentano ma restano con le mani in mano. Io amo la mia terra, lasciarla sa-rebbe stato un fallimento. Per questo mi sono rimboccata le maniche». Nella voce di Federica Novella c’è la determinazione di una 23enne che sta realizzando il suo sogno. Si definisce smanettona e con i 36 mila euro in arrivo da «Resto al Sud» aprirà un laboratorio di stampa 3D e videomapping, la tecnica multimediale usata per proiettare effetti grafici su superfici reali. A Mineo (provincia di Catania), dove abita, le sue creazioni hanno dato vita alla facciata della chiesa di Santa Maria per la festa patronale. In città ha sede uno dei più grandi centri per richiedenti asilo. E

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punta

In Australia o negli Usa, per esempio, dove gli enologi come loro hanno più opportunità. «Trovare un impiego stabile nel nostro settore è molto difficile» spiega Luigi. L’idea ce l’hanno da tempo: in tutta la Sicilia orientale non esiste un laboratorio per le analisi del vino e i produttori sono costretti a rivolgersi altrove. Per lanciarsi servivano migliaia di euro. Un bel problema. Almeno fin quando non è saltato fuori «Resto al Sud». In attesa dei fondi stanno costituendo la società. Il nome del laboratorio l’hanno già scelto: «Ci.ma Lab», ispirato ai loro cognomi ma anche alla punta dell’Etna che sovrasta Randazzo, il paese dove vivono. Era quello che cercavano: un lavoro e la vista sul vulcano. Ce l’hanno fatta due volte.

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L’EX BALLERINA - Tra Veneto e Sicilia, la svolta di Tiziana

C’è qualcosa di meglio di un posto fisso nell’azienda di famiglia? Per Francesco Merlino sì: mettersi in proprio e tentare il grande salto. Lucano, laureato in ingegneria, sta per compiere 34 anni e da 3 lavora con i parenti che commercializzano prodotti per il trattamento domestico dell’acqua. Quando ha saputo di «Resto al Sud» non ha avuto dubbi: «Il limite per candidarsi era 35 anni, ho pensato che non avrei avuto altre occasioni».

Quando, nel 2008, si trovava a Salisburgo, Tiziana Passoni non avrebbe mai immaginato che dieci anni dopo sarebbe andata a vivere a Palermo. Originaria di Portogruaro (provincia di Venezia), si trovava in Austria per un master di danza contemporanea, la sua passione fin da piccola. Il suo secondo amore, i cani, diventerà presto il suo lavoro. Nel capoluogo siciliano, a 1500 chilometri da casa, trasferirà la residenza per aprire un negozio di toelettatura dedicato ai cani. Da «Resto al Sud» è arrivato un finanziamento di 30 mila euro. «Sono specializzata nel taglio a forbice e punto a un servizio di qualità», spiega. Nella sua foto profilo di Facebook abbraccia Cocò, l’inseparabile brichon frisé che vive con lei e il fidanzato. Probabilmente sarà lui il primo cliente a quattro zampe. «Nel negozio proporrò anche ozonoterapia e cromoterapia per i cani. Anche i cani hanno diritto al benessere».

L’idea è stata passare dalla vendita alla produzione. Ha progettato un impianto per la depurazione dell’acqua che non utilizza pompe con l’obiettivo di ridurre costi, rumori e l’incidenza dei guasti. «Sul mercato non c’è nulla di simile, per questo voglio provarci». Dopo aver risolto il rapporto con la vecchia azienda, si prepara a lanciare quella nuova. L’obiettivo è realizzare 20 pezzi al mese sfruttando anche le competenze di alcune imprese locali. «Parto da solo, poi in futuro si vedrà».

ALBERTO ABBURRÀ, FILIPPO FEMIA

L’INGEGNERE - “Lascio la ditta dei miei e ci provo da solo”

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Il capitano Ultimo rinuncia alla nomina di Cavaliere della Repubblica: «Non voglio premi»

2 8 f e b b ra i o 2 0 1 8 «Gentilissimo presidente della Repubblica, nel ringraziarla per l’onorificenza mi vedo costretto a non accertarla per valutazioni strettamente personali. Con umiltà le porgo deferenti saluti, con profondo rispetto per ciò che lei rappresenta e con ammirazione per come ha saputo affrontare le sofferenze che la vita le ha imposto». È questo il testo attraverso il quale Sergio De Caprio, il carabiniere (oggi colonnello) che nel 1993 arrestò Riina, ha rifiutato il titolo di Cavaliere dell’Ordine «Al merito della Repubblica italiana» che gli era stato concesso con decreto presidenziale del 2 giugno 2017. Ha rispedito al mittente l’onorificenza che aveva ricevuto e ha spiegato con quelle poche righe il perché, obbligando il Quirinale a revocarla con una nuova ordinanza firmata il 29 dicembre scorso. Era questa, quindi, la «rinuncia da parte

dell’interessato» di cui si è parlato nelle ultime ore. Lui non vuole commentare ma ai pochi con i quali ha parlato della questione ha detto si essere «stupefatto» e di non capire perché mai una decisione così vecchia venga a galla adesso. «Mi chiamo Ultimo perché non voglio essere il primo» «Mi chiamo Ultimo perché non voglio essere il primo e non voglio premi» si sarebbe confidato con i «fedelissimi» che non lo hanno mai abbandonato dai tempi della cattura di Riina e della squadra Crimor, la sua Unità militare combattente. «Io sono un mendicante, un povero. Questo tipo di riconoscimenti sono di un mondo che non mi appartiene» sarebbe stata la sua spiegazione agli amici. «Più che di un premio io sono orgoglioso dello sguardo della gente e di una pacca sulle spalle». . www.corriere.it

La figlia di un carabiniere alla maestra: "Non sai cosa vuol dire avere un padre che serve lo Stato" 2 8 f e b b ra i o 2 0 1 8 "Cara professoressa, ti parla la figlia di un appartenente alle forze dell'ordine. Tu che gli urli 'dovete morire', vedi ogni volta che mio padre si allaccia gli anfibi e si chiude il cinturone ho davvero paura che qualcuno lo faccia morire. Forse tu non sai cosa vuol dire". Inizia così la lettera che la figlia di un carabiniere indirizza all'insegnante che durante gli scontri di Torino ha augurato la morte ai poliziotti che fronteggiavano il corteo e per la quale la ministra dell'Istruzione Fedeli ha chiesto un provvedimento di censura.

forza di aspettarlo", continua la ragazza nella lettera pubblicata sui social e rilanciata dal Cocer Carabinieri. La rappresentanza militare dell'Arma afferma di condividere "la grande lezione di educazione civica" della ragazza nella consapevolezza "che quanto accaduto alla manifestazione di Torino relativamente alle esternazioni di una insegnante siano frutto di ingiustificabili sproloqui che non vanno a scalfire il grande lavoro e il prestigio delle istituzioni scolastiche, ritenendola una voce isolata".

"Tu non sai cosa vuol dire vivere di turni, vivere di imprevisti, di compleanni in cui nelle foto ci sono tutti: tranne lui. Del pranzo di Natale che diventava freddo a

"Cara professoressa - prosegue la ragazza hai mai provato ad accarezzare la stoffa della giacca di un poliziotto o di un continua

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carabiniere? Sai non è di un cotone morbido, non è il lusso che tutti credono che lo Stato regali a quegli uomini e a quelle donne in divisa. Cara professoressa, tu sai che mentre auguravi a quei ragazzi la morte, a casa c'erano i loro bambini che si erano appena addormentati che si aspettavano di vedere i loro papà il giorno dopo come tutti i giorni? Lo sai che c'erano madri, fidanzate e mogli che in quel preciso momento stavano pensando a loro? E stavano pensando se magari potevano

avere troppo freddo là fuori?". "Non sono dei mostri come li dipingete. Ma sono persone - conclude la ragazza - Le stesse persone che chiamate a tutte le ore se avete bisogno di aiuto, e loro anche se voi gli augurate le morte vengono ad aiutarvi: perché hanno giurato di esserci, e quella divisa che tanto odiate rappresenta anche questo". . www.torino.repubblica.it

Era sfuggito a un agguato di mafia: ucciso per rapina un ex carabiniere nel Siracusano 2 8 f e b b ra i o 2 0 1 8 Pensavano di risolvere la questione in pochi istanti, in una trazzera fangosa sotto il ponte “San Demetrio” al confine fra Carlentini e Lentini, in provincia di Siracusa. Col volto coperto da un pasamontagna e con una pistola in mano si sono avvicinati al Suv, sul quale vi erano un uomo e una donna. Ma la situazione si è complicata proprio quando i due malviventi hanno puntato l’arma contro le due vittime per derubarle. Perché dall’altra parte c’era Luigi Venezia, 59 anni brigadiere in pensione, brillante investigatore con un passato glorioso: il carabiniere non ha esitato a mettere mano alla pistola dalla quale non si separava mai. È finita con una sparatoria. E i due rapinatori, in pochi istanti, sono diventati assassini: i due hanno ferito ad un braccio Venezia e poi l'hanno ferito con un colpo al torace, poi sono fuggiti via, ma prima hanno fatto sparire l’arma della vittima che non sarebbe più stata ritrovata dai militari, suoi colleghi, del reparto operativo di Siracusa e della compagnia di Augusta che adesso conducono le indagini. Gli investigatori non hanno dubbi: è stata una rapina finita male, così come riferirà la donna che era con Venezia, sentita dai carabinieri di Siracusa ai quali spiega di due giovani col volto coperto da passamontagna che volevano i soldi.

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Passano le ore e a Carlentini è una processione di ex colleghi, molti dei quali sono ancora in servizio al reparto operativo di Catania. Occhi lucidi e ricordi legati ai tempi quando Luigi Venezia, in servizio ad Acireale, era un investigatore sempre in prima linea. Da sei anni era in pensione, ma non aveva mai smesso di fare il carabiniere. Da giovane per anni aveva fatto parte dei “lupi”del comando provinciale di Catania. Il suo nome è legato ad un attentato subito il 30 settembre del 1992,giorno in cui fu ferito in un agguato avvenuto sulla circonvallazione di Acireale: alcuni sicari spararono contro la sua auto diversi colpi di fucile caricato a pallettoni. Sebbene colpito, il brigadiere scese dalla sua auto e rispose al fuoco, mettendo in fuga i sicari che, hanno accertato diverse inchieste 'Ficodindia', sarebbero stati armati dai vertici del clan Laudani, dall’ergastolano Pippo Di Giacomo, per eliminare un investigatore scomodo per la mafia.. . www.palermo.repubblica.it

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L a t i n a : c a ra b i n i e r e s p a ra a l l a m o g l i e , ucci d e l e d ue f i g l i e e s i t og l i e l a v i t a

01 marzo 2018 Roma - Tragedia familiare a Cisterna di Latina. Un appuntato dei carabinieri ha sparato, ferendola, alla moglie da cui si stava separando, poi ha ucciso le due figlie di 7 e 13 anni e si è tolto la vita dopo essersi barricato per alcune ore nell’appartamento della donna. Tutto è cominciato intorno alle 5, quando - al termine del turno di servizio a Velletri Luigi Capasso, 43 anni, ha aspettato davanti al garage la donna, 39enne operaia della Findus, scesa per recarsi al lavoro: al culmine di una violenta lite, ha impugnato la pistola d’ordinanza e le ha esploso contro tre colpi raggiungendola al volto, a una spalla e all’addome. Intorno alle 14,30, il tragico epilogo: una decina di minuti dopo che il dialogo con Capasso si era interrotto, i carabinieri hanno fatto irruzione nell’appartamento e hanno trovato l’uomo cadavere. Secondo la prima ricostruzione, avrebbe ucciso le bimbe, subito dopo il ferimento della mamma. Con il passare delle ore sono emersi dettagli sempre più inquietanti.

lasciare andare gli ostaggi. È «confuso» e «sotto choc», ha detto a metà mattinata il comandante provinciale dei carabinieri di Latina, Gabriele Vitagliano, confessando di «temere il peggio: non abbiamo notizie delle bimbe». Quella frase su Facebook Sulla sua pagina Facebook, il 10 febbraio l’uomo aveva postato una frase che dice: «Non dire mai a me non accadrà, tutto capita anche quello che non avresti mai immaginato».

La storia tra Capasso e la moglie avrebbe preso una brutta piega dallo scorso anno e alla fine dell’estate la donna lo ha lasciato definitivamente. A quel punto, lui sarebbe stato costretto a trasferirsi presso gli alloggi disponibili nella caserma di Velletri. Ma Capasso non avrebbe mai accettato questa separazione. Secondo quanto ha riferito l’avvocato della donna, in più occasioni l’uomo l’avrebbe seguita e si sarebbe reso protagonista di una violenta lite davanti allo stabilimento Findus dove Le bambine sono state uccise durante il alcune settimane fa si sarebbe recato per sonno. aspettare la ormai ex moglie pretendendo L’uomo ha sparato prima alla figlia l’ennesimo inutile chiarimento. maggiore, 13 anni, colpendola all’addome mentre era nella sua cameretta, poi alla E proprio alla Findus, per prendere figlia di 7 anni colpendola alle spalle servizio nel turno del mattino, oggi Anmentre dormiva nel letto della madre. tonietta Gargiulo si stava recando quando poco dopo le 5, è scesa dalla sua abitazione I sanitari chiamati da alcuni vicini l’hanno e ha aperto la porta del garage trovando fatta trasportare in eliambulanza al San davanti a lei il marito. La donna, anche se Camillo di Roma, dove versa in gravissime ferita, ha trovato la forza di gridare e di condizioni. Salito in casa, Capasso si è chiedere aiuto, hanno raccontato alcuni chiuso con le figlie mentre sul posto - nella vicini, «perché il marito era salito in casa zona di Collina dei Pini - arrivavano i con la pistola mentre le bimbe stavano militari dell’Arma con i comandanti ancora dormendo». provinciali di Latina e Roma, i reparti Una veglia di preghiera è stata organizzata speciali di intervento e il pm Gregorio dai fedeli della parrocchia San Valentino di Capasso. Cisterna per pregare per le vittime della tragedia. Antonietta Gargiulo è infatti Le trattative - affidate a un gruppo di molto conosciuta dalla comunità per il suo negoziatori dei carabinieri - sono andate impegno come catechista. avanti per alcune ore, nel tentativo di convincere l’uomo a consegnarsi e a continua Page 6

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«Tutta la comunità è sconvolta» si legge in un post sulla pagina Facebook della parrocchia guidata dal parroco Don Livio. La donna rimane in prognosi riservata e sotto sedazione. Nelle prossime ore si valuterà il trasferimento al reparto di terapia intensiva dove sarà seguita da un supporto psicologico. Il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri si è dichiarato «vicino in

questo momento drammatico ai familiari delle persone coinvolte nella tragedia». Secondo la psicoterapeuta e scrittrice, Maria Rita Parsi, «è la vergognosa, ennesima cronaca di una morte annunciata e i colpevoli sono coloro che non hanno voluto prendere adeguati provvedimenti» dato che quest’uomo «aveva già aggredito la moglie e terrorizzato le bambine». www.ilsecoloxix.it

CARABINIERE FORESTALE ACQUISTA MARIJUANA DA NORDAFRICANO IN PIAZZA KENNEDY A MAGENTA

02 marzo 2018 Un Carabiniere Forestale segnalato alla Prefettura come consumatore e un nordafricano arrestato per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. E’ quello che è successo a Magenta nei giorni scorsi. Una notizia che, questa volta, non abbiamo di prima mano, ma che abbiamo appreso dai colleghi di Libera Stampa L’Altomilanese con i quali ci complimentiamo. Ad eseguire l’operazione è stata la Guardia di Finanza che seguiva lo spacciatore e si è trovata in piazza Kennedy sorprendendolo proprio mentre cedeva della marijuana ad un uomo. Quando i Finanzieri sono usciti allo scoperto ecco però la sorpresa. Il

consumatore era un Carabiniere Forestale in servizio presso la stazione di piazza Kennedy. Da tempo il Corpo Forestale dello Stato è stato accorpato all’Arma dei Carabinieri e così i militari hanno acquisito il titolo di Carabiniere. Occorre precisare che in questa vicenda la caserma di via Novara a Magenta e i militari che la compongono non c’entrano assolutamente niente. Al momento le uniche notizie che siamo riusciti ad avere sono queste. Terremo sott’occhio l’evolversi di tale vicenda per eventuali sviluppi. www.corrierealtomilanese.com

Roma, carabiniere accusa un collega: «Molestie a m i a f i g l i a s e d i ce nne » 03 marzo 2018 Tutto comincia con le lezioni di equitazione. Poi, arrivano i primi complimenti, i giochi di sguardi, gli abbracci proibiti, le telefonate sul cellulare, i messaggi inviati in continuazione. E, alla fine, le fotografie osé, il corteggiamento ogni giorno più spinto e gli appuntamenti segreti. Approcci che, per la procura di Roma, configurano il Page 7

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reato di violenza sessuale, in danno di minore, oltretutto. È l’accusa contestata a un carabiniere cinquantenne in servizio nel centro ippico della caserma Salvo D’Acquisto, a Tor di Quinto, zona nord della Capitale, che è stato iscritto sul registro degli indagati nei mesi scorsi dal pubblico ministero Vittorio Pilla. La vittima è la figlia sedicenne di un collega del militare. continua

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ARMA A Tor di Quinto la ragazzina prendeva lezioni di equitazione nel pomeriggio e l’indagato è proprio il suo insegnante. L’inchiesta è scattata in dicembre, dopo la segnalazione dei genitori della ragazza. Il padre, dopo avere scoperto di quelle avances proibite sfociate in incontri concreti e in una sorta di relazione, si è rivolto alla procura denunciando il collega. Una situazione che, oltre ad avere sconvolto la famiglia, crea molto imbarazzo nell’Arma per il coinvolgimento di due militari. IL TRASFERIMENTO Le indagini sono iniziate prima di Natale e nei giorni scorsi il carabiniere sotto accusa è stato trasferito in un altro reparto per incompatibilità ambientale, ma non è ancora stato sospeso dal servizio. È infatti necessario attendere la conclusione degli accertamenti preliminari, anche perché i procedimenti disciplinari, a meno che ci siano misure cautelari in atto o prove evidenti, vengono congelati fino alla conclusione dell’inchiesta. Le contestazioni, infatti, sono ancora da verificare, ma una svolta nelle indagini potrebbe arrivare presto. Perché gli inquirenti hanno già perquisito l’ufficio dell’indagato e hanno anche sequestrato il suo cellulare e il suo computer. Ora, la procura attende il deposito della consulenza tecnica. I risultati della perizia saranno fondamentali, visto che la ragazzina ha confessato che l’uomo le inviava fotografie spinte, che lo ritraevano anche nudo, e che si sentivano in continuazione con messaggi e telefonate. Dettagli che gli investigatori stanno

cercando nella memoria dello smartphone del militare. GLI INCONTRI Allieva e insegnante avevano iniziato a frequentarsi anche fuori dalla caserma di Tor di Quinto. Gli atti sessuali contestati dalla procura, infatti, non sarebbero stati commessi solo durante le lezioni di equitazione, ma anche in altre occasioni. Quando gli inquirenti gli hanno notificato il decreto di perquisizione, il militare è stato informato delle indagini a suo carico ed è stato invitato a nominare un avvocato di fiducia. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, capo del pool di magistrati che si occupa di reati sessuali e in danno di minori, è stata assegnata agli stessi carabinieri. Anche questa è una scelta significativa. I PRECEDENTI La vicenda sembra un copione già noto: ricorda lo scandalo che nei mesi scorsi ha travolto il professore Massimo De Angelis, docente di Lettere nell’Istituto Massimo di Roma, arrestato in gennaio per atti sessuali con una studentessa quindicenne con la quale aveva avuto una relazione durata tre mesi nata tra i banchi di scuola. Anche in quel caso sono stati i genitori della ragazzina ad accorgersi di quanto stava accadendo e a sporgere denuncia in procura. Controllando il cellulare della figlia, il 19 dicembre, hanno trovato un messaggio del professore. Lo stesso telefono conteneva foto erotiche, note audio spinte e video.. www.ilmessaggero.it

Colpo alla 'ndrangheta: arrestato in Germania E m a nue l e C os e nt i no

03 marzo 2018 Duro colpo alla 'ndrangheta. I Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato a Saarbrücken, in Germania, il latitante Emanuele Cosentino. L'uomo, 32 anni, è considerato un elemento di spicco della cosca "Gallico", attiva prevalentemente nella zona di Palmi, nel reggino. Page 8

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L'arresto Cosentino è stato sorpreso per strada alla guida di un'autovettura con targa tedesca. Nel veicolo c'era anche sua moglie, che lo aveva recentemente raggiunto da Palmi. I due viaggiavano con documenti d'identità falsi, non erano armati e non hanno opposto resistenza alla polizia. Sono stati fermati nel centro di Saarbrücken, città

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della Saar, il Land sud-occidentale al confine con la Francia.

attiva prevalentemente nella zona di Palmi, nel reggino.

La latitanza Destinatario di un mandato di arresto europeo emesso nel giugno del 2017, Cosentino era ricercato dal 2013, quando si era sottratto ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Dda di Reggio Calabria per associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. L'uomo era stato condannato in appello a 7 anni di carcere. Cosentino è considerato un boss della 'ndrangheta. Ha assunto il ruolo di reggente del clan quando il cognato Domenico Nasso, è stato arrestato. In sua assenza, gestiva il giro delle estorsioni in tutta la zona di Palmi. Duro colpo alla 'ndrangheta. I Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato a Saarbrücken, in Germania, il latitante Emanuele Cosentino. L'uomo, 32 anni, è considerato un elemento di spicco della cosca "Gallico",

Le indagini e le ricerche I carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno lavorato per dieci mesi per stringere il cerchio attorno a lui. Le indagini avevano portato le forze dell'ordine a concludere che Cosentino fosse all'estero, ma a lungo non si è riusciti ad ottenere informazioni sulla zona in cui si trovava. Tuttavia i legami di parentela e di sangue, oltre che con il clan, hanno permesso agli investigatori di avere informazioni sul latitante. Infatti, anche durante la sua fuga, Cosentino ha continuato a tenere rapporti stretti con la sua famiglia. L'ultimo dei suoi cinque figli è stato concepito quando l'uomo era già ricercato. Proprio seguendo la moglie, sono arrivati al marito. La donna è partita da Palmi per la Germania, questo ha fatto scattare il blitz nel pomeriggio del 2 marzo. www.tg24.sky.it

P i cchi a t a e m i na cci a t a d a l com p a g no, una lettera ai carabinieri le salva la vita

03 marzo 2018 Milano «Faccia presto, la scongiuro: blocchi l’ennesimo femminicidio». La disperata richiesta d’aiuto arriva alla dodicesima riga di una lettera che comincia così: «Io sono un conoscente di Maria (nome di fantasia, ndr), le chiedo una mano per aiutarla prima che sia troppo tardi». Destinatario: il maresciallo Antonio Falivene, comandante della stazione dei carabinieri Vigentino. È la missiva, anonima, che probabilmente ha salvato la vita di una 44enne perseguitata dal suo ex compagno. La storia inizia lo scorso 10 novembre. Siamo al Corvetto, estrema periferia di Milano. I militari intervengono alle 16.45 per una lite tra ex conviventi. La donna decide finalmente di rompere il muro di silenzio e di raccontare tutto. Racconta dei 23 anni insieme ad A.T., pluripregiudicato 44enne, e dei tre figli che hanno avuto insieme. Racconta Page 9

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dell’abbandono da parte dell’uomo, «che si era stancato della nostra relazione». Racconta dei soprusi: «Mi ha sempre proibito di lavorare per conto mio e di svolgere una vita sociale normale». E racconta pure che, nonostante sia stato lui a lasciarla, continua a tormentarla perché non sopporta che lei si sia rifatta una vita con un altro. Un inferno: «Mi minaccia di morte in continuazione, sussurrandomelo nell’orecchio per non farsi sentire dai figli». Dagli ulteriori approfondimenti, i carabinieri scoprono che ci sono stati altri interventi per aggressioni a quel civico, ma che poi Maria non ha mai formalizzato le accuse in una querela. Quella sera, scatta l’arresto in flagranza per maltrattamenti in famiglia. Ad A.T., dopo la scarcerazione, viene affibbiato il divieto di avvicinamento all’ex casa familiare. continua

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Le prescrizioni: non comunicare in alcun modo con la donna e non farsi vedere né da lei né dalle persone che la frequentano. Paletti che il 44enne aggirerà sistematicamente. Maria non dice nulla, per paura di ritorsioni, e ogni volta che i carabinieri la contattano per assicurarsi che la situazione sia tranquilla lei replica serena: «Tutto bene». Invece non è così: l’uomo è sempre lì, come un fantasma che ritorna eternamente dal passato. A metà febbraio, arriva quella lettera accorata: «La prego, le salvi la vita: a giorni ha promesso che la ammazzerà, pensi che ieri ha inciso con un coltello delle croci sulla porta di casa».

Il maresciallo Falivene e la sua squadra di investigatori verificano immediatamente il contenuto della missiva. E scoprono che è tutto vero. Dopo aver più volte provato a chiamare Maria al telefono, i militari si recano a casa sua e proprio in quel momento vedono A.T. uscire dallo stabile. Per la seconda volta, la 44enne vince la paura e si sfoga con i carabinieri. Da lì parte la richiesta di aggravamento della misura punitiva, accordata nelle scorse ore dal giudice: A.T. è finito ai domiciliari. www.ilgiorno.it

Catania: i Carabinieri del NOE sequestrano due cave di pietra lavica abusive 05 marzo 2018 I Carabinieri del Comando Tutela Ambiente – Nucleo Operativo Ecologico di Catania – con la collaborazione del Comando Stazione Carabinieri di Mascali, in relazione ai controlli relativi alla conduzione di cave di estrazione di materiale basaltico lavico avviate qualche mese fa nel territorio Mascalese, con l’esecuzione di diversi sequestri effettuati in flagranza di reato nei confronti di alcune società che stavano effettuando attività di escavazione in assenza di autorizzazione, hanno avviato opportune indagini sui siti di altre cave dove tali operazioni apparivano essere state compiute anche in un recente passato. Al termine delle stesse hanno proceduto a notificare a L.A. e L.R., titolare e collaboratore di una conosciuta Ditta operante nel settore, un nuovo Decreto di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Catania su due distinte cave site in località Mertole ed in località Costasovere della frazione di Puntalazzo di Mascali.Il primo sequestro è stato eseguito sull’area di una precedente cava autorizzata di località Mertole, la cui concessione rilasciata dal Distretto Minerario di Catania è risultata essere scaduta nel mese di dicembre dell’anno 2015. Qui le indagini hanno dimostrato che

le operazioni di estrazione del materiale erano state proseguite abusivamente dopo la data autorizzata e certamente fino al mese di luglio 2017. Il secondo sequestro ha riguardato, invece, un’altra area posta poco distante, in località Costasovere, dove è stato dimostrato che sempre le due persone di cui sopra avevano condotto ulteriori estrazioni abusive nel corso dei mesi di luglio ed agosto 2017. In questo caso la Procura ha Decretato il sequestro anche di un escavatore ed una pala meccanica, che le indagini hanno dimostrato essere stati utilizzati per il compimento delle attività abusive. L’accertata e reiterata conduzione di cave di materiale basaltico lavico in assenza di autorizzazione è un fenomeno che ha fatto emergere connotazioni alquanto preoccupanti per i danni che le attività condotte abusivamente, senza alcuna regolamentazione, sono risultate aver arrecato ed arrecare tutt’oggi in maniera praticamente irreparabile sul territorio del Comune di Mascali. E’ opportuno indicare che il territorio del suddetto Comune, come di altri limitrofi, è in gran parte sottoposto al vincolo paesaggistico imposto della Legge 1497/39 e dal Decreto della Regione Siciliana nr. 7169 del 22.10.1993 e, nelle quote superiori, anche dall’ulteriore e maggiore vincolo imposto dalla Legge sull’Istituzione del Parco dell’Etna. (...) www. grnet.it

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Catania: tentano di scardinare un bancomat con l’escavatore, i Carabinieri arrestano 8 persone 05 marzo 2018 I Carabinieri della Compagnia di Acireale, coadiuvati da personale della C.I.O. del 12° Reggimento “Sicilia”, hanno arrestato nella flagranza, nella notte tra venerdì e sabato, otto persone in flagranza di reato per un tentativo di “spaccata”. I criminali, pochi minuti dopo la mezzanotte, avevano tentato di scardinare il bancomat dell’Istituto di credito “Banco di Sicilia” di Catania, in Strada Primosole (zona Industriale), con un escavatore rubato qualche ora prima nelle adiacenze dell’obiettivo. I militari, impegnati nel contrasto a questo preoccupante fenomeno, li hanno sorpresi ed immediatamente bloccati, evitando il colpo che avrebbe fruttato, se portato a termine, circa 60 mila euro. Il piano dei malviventi era organizzato nel dettaglio: dopo aver scardinato il bancomat, quest’ultimo sarebbe stato caricato per il trasporto all’interno di una Fiat Tipo vecchio modello, rubata per l’occasione e privata sia del tettuccio sia del lato posteriore, per facilitare l’alloggiamento dell’A.T.M.. Gli investigatori hanno

ritrovato l’autovettura a pochi metri dal luogo del reato, facilmente riconoscibile anche a causa di alcuni pneumatici disposti all’interno dell’autovettura, sui quali sarebbe stato deposto il bancomat. All’interno della stessa macchina, i Carabinieri hanno rinvenuto un “jammer”, un disturbatore di frequenze che avrebbe permesso di inibire l’eventuale segnale G.P.S. installato all’interno dell’A.T.M. ed al contempo di infastidire le comunicazioni radio delle Forze dell’Ordine. I malviventi avevano inoltre rubato un’altra autovettura, una Fiat Tipo nuova ed uno scooter modello SH, con i quali assicurarsi la fuga dopo la “spaccata”. Gli inquirenti non escludono che il gruppo di malviventi avrebbe tentato di attaccare anche il bancomat del “Credito Siciliano”, situato a qualche decina di metri da quello scelto come obiettivo. Gli otto arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati associati al carcere di Catania Piazza Lanza. Proseguono le indagini della Compagnia di Acireale per approfondire l’evento. www.grnet.it

Furti nelle chiese in Salento: sgominata b a n d a , 9 a rre s t i 06 marzo 2018 Operazione dei carabinieri della compagnia di Maglie. Gli accusati avrebbero trafugato denaro, paramenti sacri e preziosi a oltre 20 parrocchie e istituzioni religiose della provincia di Lecce I carabinieri hanno scoperto una banda ritenuta responsabile di numerosi furti in chiese salentine. Dall'alba i militari della compagnia di Maglie (Lecce), in collaborazione con la compagnia di Casarano, supportati da un elicottero del Sesto elinucleo di Bari, stanno eseguendo nove ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate, a Page 11

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vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata ai furti e alla ricettazione. L'inchiesta "Santi Medici" L'indagine, chiamata "Santi Medici", è stata avviata nel novembre del 2015, e avrebbe permesso di individuare i componenti di una vera e propria banda specializzata nel compiere furti nelle chiese, parrocchie, istituzioni religiose, che venivano depredate di denaro contante, paramenti sacri e moltissimi preziosi ex voto di inestimabile valore, custoditi all'interno dei luoghi sacri. Sarebbero 22 i colpi accertati, messi a segno in tutta la provincia di Lecce. .. www.tg24.sky.it

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Cocaina nella Roma bene: 21 arresti ai Parioli, c'è anche la nipote della Mogherini

07 marzo 2018 Fiumi di coca nella Roma bene. Ventuno persone sono state arrestate a conclusione di un'indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma e condotta dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Roma. Cinque sono state fermate in flagranza di reato e 16 colpite da Ordinanza di Custodia Cautelare, per i reati di associazione per delinquere finalizzata all'illecita commercializzazione di sostanza stupefacente (cocaina), detenzione, spaccio, estorsione, minacce, porto clandestino e ricettazione di armi da sparo.

agli arresti domiciliari con l'accusa di cessione e acquisto di sostanza stupefacente.

Nel corso dell'attività investigativa - si legge in una nota - sono stati sequestrati armi e droga.

Una purezza altissima, senza precedenti sul territorio nazionale (negli ultimi anni) che denotava come lo stupefacente in questione derivasse da approvvigionamenti giunti in Italia direttamente dai luoghi esteri di lavorazione, senza aver subito "rima-neggiamenti" palesando in tal modo contatti diretti dell'organizzazione smantellata con persone operanti nell'ambito del commercio internazionale di stupefacenti.

L'indagine ha riguardato il quartiere Parioli ed il mondo notturno della "Roma bene", con particolare riferimento a due locali notturni nei pressi di via Veneto, all'interno dei quali, uno degli indagati, espletava quotidianamente l'illecita attività di commercializzazione di cocaina.C'è anche Gaia Mogherini, figlia del fra-tellastro dell'alto rappresentante dell'Unio-ne per gli affari esteri Federica Mogherini, tra le 21 persone coinvolte nell'inchiesta della procura di Roma su un giro di spaccio all'interno di alcuni rinomati locali capitolini. L'indagine, avviata nel 2016, ha portato alla luce un sistema di cessione di stupefacenti all'interno di locali notturni come il Jackie O' e il Notorius (estranei ai fatti). La cocaina, stando a quanto accertato dai carabinieri, veniva reperita dai pusher nei quartieri periferici della città, e in particolare all'Alessandrino, La Rustica, al Casilino e a Montespaccato.

La spiccata caratura criminale degli indagati è emersa per i metodi intimidatori utilizzati dagli stessi per ottenere il pagamento dello stupefacente commercializzato, senza esitare a minacciare di morte i debitori o i loro stessi collaboratori pur di ottenere il pagamento della droga; la purezza della cocaina spacciata (principio attivo), come accertato in seguito all'arresto di uno degli indagati, e' stata riscontrata pari al 97%.

L'attività di spaccio è proseguita anche a seguito dell'arresto del capo promotore dell'associazione il quale, unitamente agli altri continuava a delinquere, nonostante gli arresti domiciliari. Uno degli arrestati è stato trovato per le vie della Capitale con indosso una pistola Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa, caricatore inserito e 5 cartucce. www.iltempo.it

In particolare, Gaia Mogherini - già arrestata per una vicenda analoga - è finita

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Colpo al clan Soriano, Gratteri: «Progettavano attentato contro caserma dei carabinieri» 08 marzo 2018 Il procuratore in conferenza stampa oggi a Vibo: «Vogliamo riappropriarci de l territorio di una delle province a più alta densità mafiosa d’Italia».

le parti non si toccano. Magistrati, forze dell’ordine, giornalisti, che sono già di per sé sovresposti per la delicatezza e l’importanza del ruolo che giocano nel processo. Nessuno può pensare di organizzare o preparare attentati contro queste parti che stanno attorno al processo». Poi il riferimento all'azione condatta dalla Dda di Catanzaro nel territorio vibonese e la crescente pericolosità dei clan. «È stato ricordato anche che i carabinieri hanno abbattuto un drone - ha detto Gratteri -. Le organizzazioni criminali hanno droni per controllare il territorio e il lavoro delle forze dell’ordine.

Si è proceduto ai fermi, perché c’era il pericolo concreto di fuga degli arrestati e perché, soprattutto, gli arrestati avevano in mente e stavano organizzando concretamente di lanciare una bomba contro una caserma dei carabinieri». Lo ha detto il procuratore capo Nicola Gratteri intervenendo in conferenza stampa al Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia a margine dell’operazione che questa mattina ha portato al fermo di 8 esponenti del clan Soriano di Filandari accusati a vario titolo di estorsione aggravata dalle modalità mafiose, danneggiamenti, incendi, porto e detenzione di armi, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di ordigni esplosivi.

Sono agguerrite e pericolose e per questo bisogna essere sempre attenti a rispondere punto su punto perché noi vogliamo riappropriarci del territorio della provincia di Vibo Valentia: una delle province a più alta densità mafiosa d’Italia e proprio per questo ho pensato di mettere tre sostituti procuratori Dda per la provincia, prima ce n’era uno. Inoltre in provincia di Vibo ci sono forze dell’ordine di grande qualità come hanno dimostrato oggi i carabinieri di Vibo Valentia». . www.ilvibonese.it

Quindi il piano di attaccare direttamente le forze dell’ordine con un gesto eclatante contro la Stazione dei carabinieri di Filandari e un agguato contro il suo comandante Salvatore Todaro. «Questo per noi è inconcepibile - ha ribadito Gratteri -, è impensabile. È lo stesso messaggio lanciato l’altro giorno quanto abbiamo fatto la conferenza stampa sull’arresto di quello che riteniamo essere stato il killer dell’avvocato Pagliuso: Page 13

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Droga: 'mafia del Tiburtino', 39 arresti a R om a 08 marzo 2018 Un'organizzazione di spacciatori di droga definita 'Cosa nostra tiburtina' è stata smantellata dai carabinieri di Roma che hanno eseguito 39 arresti, a vario titolo, per i reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, armi ed estorsioni, aggravati dal metodo mafioso, e 46 provvedimenti di perquisizione. L'operazione antidroga ha riguardato “un’organizzazione dai connotati mafiosi – spiegano gli investigatori dedita principalmente alla gestione del monopolio del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti, nell’area est della Capitale”. Tra gli arrestati ci sono anche sei donne. Circa 300 i Carabinieri del Comando provinciale di Roma, integrati dal Nucleo Elicotteri Carabinieri, dalle unità cinofile e da militari dell'8 Reggimento "Lazio", impegnati nell'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura capitolina.

Il blitz è l'esito di una lunga e complessa indagine, condotta dai Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Tivoli, avviata nel febbraio del 2016: gli investigatori, superando un inaspettato muro d'omertà, frutto della forza di intimidazione dell'organizzazione criminale che gestiva le piazze di spaccio di Tivoli e Guidonia, sono riusciti dapprima a sequestrare un chilo di cocaina a due giovani "spacciatori", e poi a dimostrare che entrambi erano "disciplinati 'soldati' di una più ampia organizzazione, che ha nel suo nucleo dirigente persone legate dal vincolo di sangue, ed inseriti in un'ampia rete criminale di tipo piramidale". L'organizzazione si era imposta nell'area est della capitale attraverso una serie di aggressioni e pesanti minacce ai danni di pusher concorrenti e di acquirenti insolventi - in alcuni casi si giungeva a violenti pestaggi - esercitando un'azione di controllo del territorio con l'impiego di vedette. www.agi.it

Reggio Calabria, colpo alla 'ndrangheta: arrestato latitante e scoperti tre bunker 08 marzo 2018 I carabinieri hanno arrestato a Cittanova (Reggio Calabria) Girolamo Facchineri, personaggio di spicco dell'omonima cosca della 'ndrangheta, con precedenti per associazione mafiosa, estorsione e truffa aggravata. Il 52enne era irreperibile dal luglio del 2016, quando si sottrasse all'esecuzione di un provvedimento di fermo emesso perché accusato di aver favorito la latitanza di due elementi di vertice delle cosche dell'area tirrenica reggina. Il latitante è stato sorpreso in un casolare abbandonato nascosto nella vegetazione nel quale sono stati trovati visori notturni, Page 14

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binocoli, ricetrasmittenti, una pistola scacciacani, un boiler per l'acqua calda e pannelli solari per ottenere la corrente elettrica. Scoperti tre bunker usati dalla 'ndrangheta - I carabinieri hanno scoperto tre bunker in provincia di Reggio Calabria utilizzati presumibilmente da affiliati alla 'ndrangheta latitanti. Uno dei nascondigli è stato trovato nel centro abitato di Locri. Ad individuarlo sono stati i carabinieri della locale Stazione ed i Cacciatori di Calabria nella cucina dell'abitazione di un continua

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sessantenne. L'accesso al suo interno era occultato da un grosso blocco di cemento, scorrevole su binari in ferro ed il cui meccanismo era azionabile elettricamente dall'interno della casa. Il bunker era ben mimetizzato negli ambienti dell'abitazione, sotto il camino.

labirinto sotterraneo con almeno due bunker collegati fra di loro da un cunicolo. L'accesso al loro interno era stato abilmente occultato da un muro in pietra, dietro al quale era stato collocato un blocco di cemento armato che si apriva scorrendo verso l'interno su binari in ferro.

Nei vicoli di Ciminà, poi, i carabinieri hanno individuato un vero e proprio

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Riordino carriere Forze Armate: «Incostituzionale penalizzare i primi marescialli con meno di 8 anni di a nz i a ni t à »

maresciallo capo e di maresciallo maggiore: prima dell’avanzamento, La «questione di legittimità costituzionale» rispettivamente a maresciallo maggiore e del provvedimento di riordino delle luogotenente, dovranno avere 8 anni di carriere delle Forze Armate «è rilevante e anzianità. La situazione si traduce in una non manifestamente infondata». Lo scrive discriminazione dei MASUPS con anzianità il Tar di Aosta con una pronuncia del 5 inferiore agli 8 anni rispetto agli ex pari marzo, sul caso di un maresciallo dei grado e agli ex marescialli capo che invece carabinieri con meno di 8 anni di anzianità avevano anzianità di grado superiore agli 8 anni; su questo aspetto è stato chiamato a di grado. pronunciarsi il Tar, per definire se il Il nodo della questione è proprio il paletto combinato delle norme si sottragga o meno degli 8 anni imposto ai primi marescialli a rilievi di incostituzionalità. alla data di entrata in vigore del riordino. «Nell’ordinamento precedente al d. lgs. n. «L’automatismo legato al mero dato 95 del 29 maggio 2017 – scrive il Tar – il quantitativo dell’anzianità posseduta a una ruolo degli ispettori dei carabinieri certa data – scrive il Tar – rende non comprendeva quattro gradi e una qualifica; manifestamente infondato il dubbio di in pratica gli ispettori erano inquadrati nei illegittimità costituzionale del combinato gradi di maresciallo, maresciallo ordinario, disposto dagli artt. 2252, comma 1, e 2253maresciallo capo, maresciallo aiutante bis, commi 1 e 3, sotto il profilo del rispetto sostituto ufficiale di pubblica sicurezza dei principi e criteri direttivi della legge nel senso che non è (MASUPS); ai MASUPS poteva inoltre delega, essere conferita la qualifica di luogo- manifestamente infondato il dubbio che la tenente». Col nuovo sistema, continua il valorizzazione del merito e della proavrebbe implicato per Tar, la qualifica di luogotenente diventa fessionalità grado e questa può essere attribuita la l’attribuzione agli ex MASUPS del grado di qualifica di «carica speciale». In pratica, luogotenente e della qualifica di “carica «si è passati da una carriera articolata in speciale” un meccanismo – quale che fosse quattro gradi e una qualifica a una carriera – che garantisse astrattamente a tutti – articolata in cinque gradi e una qualifica. indipendentemente dall’anzianità posseduSostanzialmente il grado di MASUPS è ta – la possibilità di accedervi tenendo stato soppresso e al suo posto sono stati conto del merito e della professionalità così istituiti i gradi di maresciallo maggiore e di come stabilito dall’art. 8, l. 7 agosto 2015, n. 124». luogotenente». 09 marzo 2018

L’articolo 1293, d. lgs. 66, prevede nuovi periodi di permanenza nei gradi di Page 15

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Sorpresi mentre interravano due tonnellate di rifiuti speciali: tre denunce

11 marzo 2018 Tre persone sono state sorprese mentre interravano rifiuti speciali pericolosi nella zona industriale di Polla, a sud di Salerno. I carabinieri della compagnia di Sala Consilina hanno accertato che in un'area di circa cinquemila metri quadri si stavano interrando, utilizzando un escavatore ed un autocarro, circa 2 tonnellate di rifiuti speciali tra cui lastre in fibrocementoeternit, materiale di risulta da demolizione,

pneumatici e varie componenti plastiche e ferrose. Le tre persone, tra le quali anche un noto imprenditore del posto, sono state denunciate per abbandono incontrollato di rifiuti speciali ed attività di gestione dei rifiuti non autorizzata. I militari dell'Arma, coordinati dal capitano Davide Acquaviva, hanno, inoltre, sequestrato l'intera area, i mezzi pesanti ed i rifiuti speciali.. www.ilmattino.it

Fiumi di droga da Spagna e Marocco: arrestati 29 n a r c o s d e l l a c a m o r ra 12 marzo 2018

tra fornitori di droga inseriti in contesti criminali più vasti - contesti ai quali ambivano in prima persona con la partecipazione diretta alle “puntate” - e gli spacciatori al dettaglio di Campania e Lazio, loro stabili acquirenti.

Ancora un maxi blitz dei carabinieri del comando provinciale di Napoli. Ventinove gli arresti. Il blitz, con l'ausilio di elicotteri, nel corso della notte. Gli arrestati sono accusati di associazione finalizzata al traffico di stupefacente aggravata dalle finalità mafiose. Durante indagini coordinate dalla Dda partenopea i militari del Nucleo Investigativo di Napoli hanno accertato l’esistenza e l’operatività di un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga con base a Marano, nell’hinterland a Nord di Napoli. I promotori del gruppo di trafficanti, agevolando l’organizzazione camorristica degli Orlando comprendente anche elementi dei clan Nuvoletta e Polverino, rappresentavano il punto di congiunzione

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Acquisiti elementi a carico di pedine fondamentali nel traffico di internazionale di hashish dal Marocco a Napoli attraverso la Spagna. Emerso il ruolo poliedrico di alcuni personaggi che facevano da corriere o della cessione diretta per conto del sodalizio o di intermediari nella vendita di stupefacente tra i vertici del gruppo e gli acquirenti della provincia. Scoperti i custodi, tra i quali una donna che forniva appoggio logistico ed era stata arrestata nel corso delle investigazioni perché trovata in possesso di circa 50 chili di hashish nascosti nella sua vettura.

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Mafia, colpo a fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro: 12 arresti

13 marzo 2018 Maxi operazione dei carabinieri di Trapani, con all'opera oltre 100 uomini dell'Arma, che ha portato in manette di 12 persone. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, favoreggiamento e fittizia intestazione di beni, tutti aggravati da modalità mafiose. L'operazione nasce da un'inchiesta avviata nel 2014 su esponenti delle famiglie di Vita e Salemi, ritenuti favoreggiatori del capomafia latitante Matteo Messina Denaro. Le indagini, coordinate dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Paolo Guido, hanno consentito di individuare i capi dei due clan e di scoprire gregari ed estorsori delle cosche. Gli arrestati, servendosi anche di professionisti nel settore di consulenze agricole e immobiliari, sarebbero riusciti attraverso società di fatto riconducibili all'organizzazione mafiosa ma fittiziamente intestate a terzi, a realizzare notevoli investimenti in colture innovative per la produzione di legname e in attività di ristorazione. Soldi del clan per latitanza Messina Denaro - Parte del denaro derivante dagli investimenti delle cosche di Vita e Salemi sarebbe stata destinata al mantenimento

del boss latitante Matteo Messina Denaro ricercato dal 1993. I carabinieri, nel corso dell'operazione, hanno sequestrato tre complessi aziendali, comprensivi degli immobili e dei macchinari, ritenuti strumento per il business dell'organizzazione criminale. In manette anche il "re dell'eolico" - Tra le persone finite in manette anche Vito Nicastri, imprenditore trapanese soprannominato il "re dell'eolico", il "signore del vento", perché tra i primi in Sicilia a puntare sulle energie pulite. Quello di Nicastri non è un nome nuovo per i carabinieri e il personale della Dia che hanno condotto l'ultima inchiesta sui presunti favoreggiatori del padrino di Castelvetrano: i suoi legami col boss gli sono costati sequestri per centinaia di milioni di euro. Di lui, tra gli altri, ha parlato il pentito Lorenzo Cimarosa, nel frattempo morto, indicandolo come uno dei finanziatori della ormai più che ventennale latitanza di Messina Denaro. Il collaboratore di giustizia ha raccontato di una borsa piena di soldi che Nicastri avrebbe fatto avere al capomafia attraverso un altro uomo d'onore, Michele Gucciardi. www.ilgiornale.it

Furti d'arte, 37 dipinti sequestrati a noto imprenditore: alcuni rubati in zone terremotate

13 marzo 2018 Sono state tutte rinvenute nelle residenze di un noto imprenditore italiano le 37 opere d'arte sequestrate dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC), in esecuzione di un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Page 17

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Procura della Repubblica di Salerno, attraverso un'attività investigativa che è durata oltre un anno. Le fasi salienti dell'attività investigativa che ha consentito questo recupero in costiera amalfitana, sono state illustrate oggi in una conferenza stampa, presso la sede del Comando continua

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Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, via Anicia. A quanto reso noto, le opere sono state rubate da abitazioni private e chiese attraverso 16 furti diversi, effettuati negli ultimi 20 anni in varie province italiane. Tra le 37 opere recuperate, di epoca compresa tra il XVI e XX sec., spiccano per importanza 5 pale d'altare sottratte da due chiese della provincia de L'Aquila (Sannicola a Capestrano e San Giacomo apostolo a Scoppito), chiuse al culto dopo il sisma del 2009, e un dipinto attribuito a Guido Reni, raffigurante "Cristo che prega nell'orto", sottratto nell'agosto del 2012 a una famiglia nobiliare napoletana. Inoltre sono degne di nota due tavole del XVI sec., parte del polittico della chiesa di 'San Roccò di Formia dell'artista Girolamo Stabile. «L'imprenditore - ha spiegato Luigi Alberto Cannavale, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Salerno - possiede case su tutto il territorio italiano, tra cui una a Positano dove sono state ritrovate alcune delle opere. Si tratta di un amante dell'arte con una collezione di oltre 500 dipinti, di cui 37 sono risultate di provenienza illecita. Al momento non è possibile svelare l'identità del soggetto perché stiamo

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ancora valutando se l'interessato era a conoscenza o meno della provenienza delle opere». Le opere rubate erano state posizionate «nelle residenze che l'imprenditore affittava per vacanza ai turisti», ha aggiunto in conferenza stampa il tenente colonnello Nicola Candido. Gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno consentito di identificare sia personaggi dediti alla ricettazione di opere d'arte antica, sia collezionisti, pronti ad acquistare beni culturali senza verificarne, pur di ampliare la loro raccolta, la lecita provenienza. Il recupero consentirà, a breve, di rendere nuovamente fruibile al pubblico opere d'arte di inestimabile valore storico, artistico e devozionale. «Si tratta complessivamente - ha chiarito ancora Cannavale - di un valore economico enorme, di decine e decine di milioni di euro. È difficile fare una quantificazione, visto che non ci sono leggi di mercato che determinano un prezzo definito. Le opere adesso sono in fase di valutazione, saranno poi restituite ai legittimi proprietari». www.ilmessaggero.it

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ARMA - CALENDARIO CONCORSI Ruo l o

D a t a i ni z i o

S c a d e nz a d o ma nd e

I s pet t o r i

2 8 /0 2 /2 0 1 8

0 9 /0 3 /2 0 1 8

St a t o In Atto

Bando di concorso, per esami e titoli, per l’ammissione al 8° corso triennale di 536 Allievi Marescialli del ruolo Ispettori dell’Arma dei Carabinier.

Ruo l o

D a t a i ni z i o

S c a d e nz a d o ma nd e

Uf f i c i a l i

0 1 /0 3 /2 0 1 8

3 0 /0 3 /2 0 1 8

St a t o In Atto

Concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di 33 (trentatré) sottotenenti in servizio permanente nel ruolo normale dell'Arma dei Carabinieri.

Per problematiche di natura tecnica scrivere a webmaster@carabinieri.it indicando nell'oggetto il codice concorso e il numero della domanda. Per informazioni relative al bando di concorso scrivere a carabinieri@carabinieri.it oppure contattare l'Ufficio Relazioni con il Pubblico al n. 0680982935 dal lunedì al venerdì dalle ore 08:30 alle ore 13:30 e dalle 14:30 alle ore 16:30 e il sabato dalle ore 08:30 alle ore 12:00.

AVVERTENZA Si precisa che qualora il concorrente, pur dichiarando, per la propria identificazione, di avvalersi di un indirizzo di PEC (Posta Elettronica Certificata - art.4, comma 9, del bando), inserisca nel campo "INDIRIZZO EMAIL", un indirizzo di posta elettronica standard, la domanda sarà irricevibile, con la conseguente esclusione dall'iter concorsuale. In tal caso dovrà presentare, nei termini indicati dal bando di concorso, una nuova domanda utilizzando questa volta una PEC (Posta Elettronica Certificata) intestata al medesimo o qualora minorenne agli esercenti della potestà genitoriale.

Presenta la domanda On-Line

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza IL PLANETARIO. IL DIARIO DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE DEL CO.CE.R. XI MANDATO. IL RESOCONTO SETTIMANALE DELL'APPUNTATO SCELTO, CARABINIERE D'ITALIA, VINCENZO ROMEO La 298a pagina del racconto settimanale dal DIARIO dal "Pianeta della R appresentanza Militare dei Carabinieri " IL DIARIO PLANETARIO - il viaggio del XI mandato del delegato Co.Ce.R. Carabinieri Appuntato Scelto Romeo Vincenzo. ESTRATTO DALLA PAGINA 298 DEL DIARIO PLANETARIO "...si, è un disastro quello che è successo a Cisterna di Latina. Un disastro umano e sociale che ci colpisce come uomini, come padri, come madri, come carabinieri. E’ un caso su cui magistratura e Arma dei Carabinieri stanno indagando e nulla sarà messo in ombra, assolutamente. E’ dovere della magistratura appurare cosa sia successo ed un obbligo per i carabinieri prender atto di tutti gli elementi che possano ricondurre alle dinamiche dei fatti ed al perche’ si puo’ arrivare a tanto orrore. No, quello che non si deve fare è strumentalizzare sui carabinieri..." "...no, non si deve prendere iniziative che non siano adeguate al contesto dei carabinieri, al contesto sociale di vita dei carabinieri, al contesto di vita quotidiana del carabiniere. Tanti, tantissimi i carabinieri separati, tantissimi. Tantissimi ritornati al passato nel vivere da separati in una cameretta in caserma. Passati dalla vita di famiglia a condividere la stanza con un collega piu’ giovane che vive altre dinamiche, altre prospettive...." "... non tutti i rapporti da separati vivono di sole incomprensioni e divergenze di fatto, ma ci sono anche quelli alimentati da querele e da intrecci di documenti legali tra avvocati di fiducia. Il drammatico, orribile, raptus di follia omicida suicida non ha niente a che vedere con la separazione e con il litigio a carte bollate tra ex-marito ed ex-moglie. Il carabiniere è tra quelle figure professionali che resta armato 24 ore su 24, in possesso di arma in dotazione personale..." "...si, è vero, nessuno si poteva aspettare che tutto cio’ arrivasse da un carabiniere ó Il grave episodio drammatico ha colpito tutti noi carabinieri. Ogni episodio ci fa pensare e pone in essere nell’amministrazione ogni utile valutazione per affrontare eventuali situazioni di disagio che potranno essere valutate a fondo solo dopo, dopo aver terminato le indagini su un caso come questo..."...ora si puo’ solo piangere..." "...Se chi ti stima, tu stimi, se chi ti odia è chi non potrà mai essere d’esempio, allora è sempre importante continuare ad andare avanti, certi di poter proseguire nel cambiamento continuando a scrivere la nostra storia... ". . FONTE: pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo pubblicata 11 marzo 2018

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

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ATTUALITA' - NEWS

La prossima bolla del debito potrebbe toccare ai Paesi virtuosi. Ecco perché precaria la loro forza finanziaria.

01 marzo 2018 Sono solitamente indicati come Paesi virtuosi. Disciplinati. Rigorosi. Quelli da imitare. Eppure la prossima bolla sul debito delle famiglie potrebbe scoppiare proprio a casa loro: in Australia, Canada, Danimarca, Finlandia, Olanda, Norvegia, Svezia e Svizzera. È qui che vivono le famiglie con il più elevato debito in proporzione al reddito disponibile. È qui che si trovano i cittadini più vulnerabili al rialzo dei tassi. È qui che la fine delle politiche monetarie ultra-espansive potrebbe creare i maggiori problemi. Lo certificano i dati raccolti dall’agenzia di rating Dbrs. Il problema, proprio ora che le politiche monetarie diventano meno espansive, non va sottovalutato: se la grande crisi del 2008 ha insegnato qualcosa, infatti, è proprio il fatto che anche Stati con conti pubblici solidissimi possono finire sotto stress se le famiglie sono troppo indebitate. Famiglie forti nel mondo Lo studio di Dbrs, che ha passato al setaccio una ventina di Paesi industrializzati al mondo, parte in realtà da un dato aggregato positivo: in media le famiglie a livello mondiale hanno una solidità patrimoniale ben maggiore rispetto al periodo pre-crisi. Questo perché il loro patrimonio netto è cresciuto del 50% circa dal 2006, mentre in aggregato il loro debito è rimasto sostanzialmente stabile. Secondo Dbrs il patrimonio delle famiglie è aumentato, a livello mondiale, per tre motivi. Uno: la crescita dei mercati azionari, che ha aumentato la ricchezza finanziaria delle famiglie che in Borsa investono una parte dei loro averi. Due: la ripresa dei prezzi delle case (tranne Grecia e Italia). Tre: la crescita economica globale e la maggiore occupazione. Eppure anche questi dati, che Dbrs mostra come punti di forza, nascondono forse anche un lato oscuro. Il fatto che la ricchezza delle famiglie dipenda per molti aspetti dal mercato azionario, volatile per natura e ormai nella parte finale di un lungo ciclo positivo, potrebbe per esempio rendere Issue 1

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I Paesi da spia rossa Il vero problema non sta però nei dati aggregati, bensì in quelli di alcuni Paesi. Dopo anni di denaro a costo zero e di mercato immobiliare in ripresa, le famiglie in Danimarca hanno - secondo i dati di Dbrs - un debito pari a circa il 270% del loro reddito disponibile. Hanno anche un patrimonio netto pari a sei volte il reddito disponibile, ma se si conta che questo patrimonio è costituito in parte da immobili i cui prezzi crescono da anni, si capisce che anche questo può rappresentare un rischio. Tra gli altri Paesi con famiglie iperindebitate (cioè con un’esposizione bancaria superiore al 150% del reddito) e con un mercato immobiliare surriscaldato figurano Australia, Canada, Finlandia (dove il debito si ferma al 123%), Olanda, Norvegia, Svezia e Svizzera. «In questi le famiglie sono vulnerabili Paesi all’aumento dei tassi, soprattutto quelle con mutui a tassi variabili - scrive Dbrs -. In alcuni la debole crescita dei salari peggiora la situazione». Italia tra i virtuosi Se alcuni Paesi come Irlanda, Portogallo, Spagna, Gran Bretagna e Usa sono messi da Dbrs in zona «gialla» (perché le famiglie hanno ridotto i debiti ma non abbastanza), altri sono catalogati a basso rischio. I Paesi più “virtuosi” dal punto di vista della vulnerabilità delle famiglie sono Giappone, Grecia, Germania, Francia, Belgio e Austria. Ma anche l’Italia. Nella Penisola le famiglie hanno per un debito intorno al 70% e un patrimonio netto quasi di sei volte il reddito disponibile. Bene inteso: queste statistiche sulla ricchezza aggregata non descrivono il problema principale, cioè le diseguaglianze sociali. Lo dimostra anche un dato diramato ieri da Tecnocasa, secondo cui in Italia la maggior richiesta è per immobili di fascia bassa (cioè fino a 119mila euro). Ma, a livello aggregato, questi dati sottilineano comunque un punto di forza dell’Italia che raramente viene ricordato. . www.ilsole24ore.com

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ATTUALITA' - NEWS

I b a m b i ni , g ra nd i v i t t i m e d e g l i a d ul t i 02 marzo 2018 Violenza cieca, insensata, frutto di un vissuto che, in un modo o nell'altro, porta per vie diverse allo stesso medesimo esito: tragedie familiari che, ogni volta, non è solo difficile comprendere ma anche tentare di spiegare in modo quantomeno razionale. Nessuna analisi mediatica, probabilmente, potrà realmente entrare a fondo di un dramma come quello avvenuto a Cisterna di Latina dove un padre di famiglia, Carabiniere in servizio, ha assassinato le sue due figlie dopo aver tentato di uccidere sua moglie, forse consapevole o forse no di non esserci riuscito. Ma come può accadere, con tale drammatica costanza, che l'istinto omicida prenda il posto del raziocinio e del legame affettivo che esiste fra un genitore e i propri figli? "Questa è una vicenda che mi lascia indignata - ha spiegato a In Terris la professoressa Maria Rita Parsi, psicologa e psicoterapeuta -. Questo perché credo che sia la cronaca di un'ennesima morte annunciata. Poco si è fatto per tutelare questa donna e le sue figlie, nonostante si sapesse da tempo di come quest'uomo fosse violento e anche di come le sue stesse bambine ne avessero paura, tanto da desiderare di non vederlo". Diritti dei bambini Un tasto, quello che corrisponde alle sensazioni e alle impressioni dei bambini, il quale viene troppo spesso eluso, tenuto in scarsa considerazione nonostante non solo sia umanamente il più importante ma anche regolamentato da una specifica convenzione delle Nazioni Unite: "Le piccole avevano più volte detto di non voler incontrare il padre. Invece, è stata esercitata una certa insistenza nell'organizzare incontri con questa persona e questo in nome di una formula che viene adottata ora della bigenitorialità. E in questo fragente sarò molto polemica: questo discorso ha completamente bypassato l’atteggiamento di attenzione nei confronti dei bambini e delle loro impressioni, dimenticando di come l'articolo 3 della Convenzione Onu dei Diritti de bambini dice chiaramente che gli Issue 1

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Stati parti, oltre che le famiglie, devono agire nel superiore interesse dei minori. Ecco, io mi chiedo dove e come sia stato preso in considerazione, in questo caso, l'interesse dei bambini". Tutele urgenti Certamente, la tragedia di Cisterna assume contorni di maggiore gravità nel momento in cui si tiene in considerazione l'appartenenza del padre omicida a un corpo istituito per proteggere e tutelare, quello dei Carabinieri. E, a questo proposito, emerge in modo amaro una considerazione legata non solo al suo ruolo di padre ma anche di militare: "Come è successo - ha spiegato ancora la prof.ssa Parsi - che una persona sicuramente malata di nervi sia rimasta comunque in servizio? Circostanza ancora più grave perché, nonostante l'esposto della moglie, ha avuto comunque la possibilità di avvicinarsi a lei. Nessuno sembrerebbe aver messo in pratica tutele nei confronti suoi e delle sue figlie". Storie che, in modo orribilmente cadenzato, tornano a ripetersi e che, ogni volta, ripropongono un inquietante quesito sul perché tali invocate tutele siano così spesso latenti: "Questo succede troppe volte per tutte quelle donne che subiscono violenze continue, che non hanno voce, che non sanno come affrontare questo tipo di situazione e che, dopo aver magari fatto una denuncia, sono lasciate in balia degli atteggiamenti persecutori e della rabbia delle persone che hanno allontanato. Mi chiedo quali circostanze abbiano portato, in questa tragedia, a non riuscire ad accorgersi che una persona che prestava servizio come carabiniere fosse in condizioni tali da poter sparare a se stesso, alla moglie e alle due figlie?". Al di là delle formule C'è forse bisogno di una rieducazione al trattamento di casi di violenza domestica? O, più semplicemente, l'urgenza di prestare ascolto in modo più accurato e meticoloso, specie quando a parlare sono i bambini?

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"Le prime parole del mio ultimo libro, nato dall'esperienza svolta al Comitato dell'Onu per i diritti dei bambini e intitolato 'Il potere distruttivo', vertono su questo punto: 'I bambini hanno diritto alla salute mentale di chi li mette al mondo, li cresce e li educa'. E, in questa affermazione, coinvolgo genitori ed educatori: se i cittadini hanno diritto alla salute mentale di chi li governa, questo è valido a maggior ragione per il microcosmo e macrocosmo familiare. La vessazione feroce, il controllo, il dominio sulle persone all’interno della famiglia, corrisponde alla maniera di governare di leader di stampo dittatoriale, i quali esercitano il potere in contesti in cui l’opposizione non è sopportata, poiché può dire cose diverse e non esiste un costume al rispetto". Ciò che dovrebbe essere assodato, invece, è proprio il rispetto per le opinioni dei minori: "Se una ragazzina di 12 anni, come la maggiore delle figlie di questa coppia, dice che non vuole vedere suo padre, al di là di ciò che si pensa e delle varie formulette, non si può non considerare che ogni caso è un caso, ogni persona è una persona. Sì, può esserci una regola generale per favorire la bigenitorialità ma, nello specifico, se una ragazza di quell'età dice una cosa simile va rispettata, non ci si mette in condizione di fare il contrario. Qui i bambini non sono stati rispettati, questa donna non ha trovato altra maniera che continuare a lavorare ed essere esposta alla possibilità

che il marito uccidesse".

la

raggiungesse

e

la

Rispettare i 'no' Faccia a faccia con l'ennesima tragedia, consapevoli che una madre dovrà riaffacciarsi a una vita per sempre segnata dal dolore e dal rimorso per ciò che è accaduto alle sue figlie, non resta che chiedrsi se e come sia possibile ricominciare a vivere: "Non so se si può ricominciare dopo una tragedia simile - ha concluso Parsi -, con un senso di colpa così atroce. Certo, si può tentare di ripartire, così come hanno ricominciato i reduci dei campi di concentramento ma in quali condizioni e con che tipo di vita? Inutile dire che ci sarà bisogno di supporto psicologico per questa donna: potrà andare avanti cercando giorno per giorno di sopravvivere". La gravità di questo come di altri casi, risiede in una sorta di "responsabilità globale che ci riguarda tutti, perché non ci sono centri di accoglienza sufficienti per le donne, non ci sono tutele sufficienti per coloro che denunciano, né per i bambini e per ciò che dicono, da quando sono piccoli e fino all’adolescenza. Eppure, almeno questa, è un'età nella quale dovrebbero poter dire il loro 'no' ed essere rispettati per questo". .. www.interris.it

Pronto il più grande albero genealogico dell'umanità

02 marzo 2018 "Pronto il più grande albero genealogico dell'umanità: collega le parentele di 13 milioni di persone in tutto il mondo e fotografa i cambiamenti avvenuti nel matrimonio e nell'emigrazione, negli ultimi 5 secoli in Europa e Nord America. Ricostruito sulla base della più grande banca online di alberi genealogici, fornisce anche indicazioni sul ruolo dei geni nella longevità. Il risultato, pubblicato su Science, si deve alla ricerca coordinata da Yaniv Erlich, della Columbia University di New York, che lavora anche per la società Issue 1

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MyHeritage, proprietaria della piattaforma Geni.com che ospita i dati utilizzati e condivisi dagli appassionati di genealogia. "E' una ricerca impressionante per quantità di dati raccolti", ha commentato Annibale Puca, esperto di longevità, dell'Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano (Itb-Cnr) e dell'università di Salerno.

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La banca dati ospita 86 milioni di profili, l'85% dei quali provenienti da Europa e Nord America, e per metterli in ordine è stato necessario tradurli in schemi a forma di albero con i quali è stato possibile organizzare una grande varietà di informazioni, consentendone l’analisi, processo conosciuto come teoria dei grafi. Questo ha permesso di costruire un colossale albero che comprende 13 milioni di persone e 11 generazioni: è così grande che per convergere sull'antenato comune a tutti bisognerebbe tornare indietro di 65 generazioni. Per Erlich, il risultato ottenuto "è qualcosa di unico" e si è rivelato una miniera di dati: ha permesso di ricostruire anche le tendenze sociali ed economiche degli ultimi 500 anni. Per esempio, indica che l'industrializzazione ha profondamente

modificato la vita familiare, a partire dalla scelta del coniuge. Prima del 1750, per esempio, la maggior parte degli americani trovava marito o moglie entro 10 chilometri dal luogo di nascita, ma dopo il 1950, la distanza si era estesa a circa 100 chilometri. Inoltre, è stata fatta anche una curiosa scoperta: tra il 1800 e il 1850 la gente viaggiava più che mai per trovare un compagno, ma era più probabile che sposasse un cugino. Dopo il 1850 la tendenza a sposare i parenti è diminuita, ma secondo i ricercatori, è stato per effetto dei cambiamenti culturali, piuttosto che per l'aumento della mobilità e dei mezzi di trasporto. L'albero di famiglia ha fotografato anche le tendenze nell’emigrazione e indica che le donne in Europa e Nord America, negli ultimi 300 anni, sono emigrate più degli uomini, ma questi ultimi si sono spostati molto più lontano. Confrontando la durata della vita di tutti i parenti, infine, si è visto che c'è un nesso tra parentela e longevità e che i geni della longevità possono estendere la vita in media di 5 anni, tuttavia incidono per il 16% sulla durata, perché contano molto anche le abitudini. "Condivido la correlazione tra parentela e longevità, ma ha osservato Puca - bisogna tener presente che nella ricerca si parla di aspettativa di vita, non di longevità estrema, cioè della possibilità di arrivare a cento anni: per trarre conclusioni su quest'ultima bisogna fare studi dettagliati sul Dna.. www.ansa.it

Il pesce che mangiamo è a base di p l a s t i ca 03 marzo 2018 Esistono problemi di cui prendiamo coscienza solo una volta all’anno, ma che sono costantemente presenti e - come in questo caso - drammaticamente in crescita. Nella fattispecie, l’inquinamento del Mare Issue 1

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Nostrum, il Mediterraneo, ritorna argomento in voga solo quando si ricomincia a parlare di spiagge e di classifiche su quale sia la più bella dell’anno. Ma le spiagge del Mediterraneo e in particolare quelle italiane rischiano in

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un futuro assai prossimo di non essere più neanche praticabili a causa della sempre più massiccia presenza di plastica. Ne abbiamo parlato con un biologo marino ed attento osservatore di quanto accade nel Mar Mediterraneo dalla postazione privilegiata delle splendide Isole Egadi, provincia di Trapani, a circa 7 km dalla costa siciliana. Si tratta di Paolo Balistreri, che lavora all’Arpa Sicilia St Trapani e collabora con società e cooperative dedicate al monitoraggio ambientale, nonché con l’Università di Palermo. Assieme alla dott.ssa Anna Maria Mannino è autore di diverse pubblicazioni scientifiche. È responsabile sez. Mare di Legambiente Isole Egadi. È possibile quantificare la plastica presente oggi nel Mediterraneo? “La plastica in mare è oggi quantificabile grazie a diversi progetti di sensibilizzazione dei cittadini e di monitoraggio ambientale delle coste dalle sue invasioni. Tra questi, ad esempio, il progetto Clean Sea Life, che mira a sensibilizzare e realizzare una mappa evidenziando le zone dove l’accumulo di rifiuti comporta un rischio per la biodiversità. Il Wwf ha quantificato inoltre che il 95% dei rifiuti marini è rappresentato dalla plastica”. Da dove arriva? “La plastica arriva da diverse vie nelle acque, in quantità diverse e seguendo delle rotte ben precise. Due scienziati dell’International Pacific Research Center, attraverso modelli matematici sono riusciti a seguire le rotte dei rifiuti che arrivano fino all’Oceano. Non vi è un modo univoco in cui la plastica finisca in mare, perché essa può provenire da azioni dirette e indirette che compie l’uomo. Una delle vie può essere la rete fognaria, vedi ad esempio la microplastica presente nei cosmetici: questa finisce nella rete idrica in un batter d’occhio. La plastica può arrivare anche dai corsi d’acqua dopo un lungo viaggio per finire sulla costa o direttamente negli specchi acquei”. Che cosa comporta la presenza di queste plastiche sull'ambiente biologico marino e sull'uomo? Issue 1

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“I grossi pezzi di plastica che raggiungono il fondo possono essere ricoperti da forme di vita che popolano i fondali, ma in un secondo momento frantumandosi possono entrare nella rete nella forma più piccola definita ‘microplastica’. Grossi pezzi di plastica possono comunque essere ingeriti dai pesci, (come nel caso dei capodogli del Mare del Nord in Germania, che recentemente si sono spiaggiati per via dell’ingestione di diversi rifiuti). In merito alla microplastica vi è da dire che secondo un’ultima stima, in un anno di pesce consumato una persona ingerisce circa undicimila piccoli frammenti di plastica. La notizia allarmante è che i pesci si cibano di plastica non in maniera accidentale, ma perché attratti dagli ‘odori’ che ne provengono. Un esperimento condotto da un’università americana ha evidenziato come ad esempio le acciughe siano attratte dalla plastica. La stima ha evidenziato che almeno cinquanta specie marine siano attratte dalla plastica, tra cui molte di quelle che finiscono nel nostro piatto”. Nel Mediterraneo qual è la situazione? “Nel Mediterraneo centrale la plastica è stata trova in ben 121 specie, tra cui alcune che finiscono nelle nostre tavole come tonno e pesce spada. Nelle rete alimentare (rete trofica), prima dei piccoli pesci vi è il plancton (l’insieme di organismi animali e vegetali che non riescono a contrastare con il loro nuoto il modo ondoso e le correnti del mare e quindi ne vengono trasportate) che viene a sua volta mangiato dai piccoli pesci e dai grandi filtratori (vedi squalo balena che si ciba filtrando l’acqua). Di recente un Chetognatha (invertebrato) è stato filmato con all’interno un frammento di microplastica. Messo in chiaro che la base della rete alimentare presenta in ogni sua parte plastica, si immagini questa in un succulento pesce che ha subito delle alterazioni al sistema immunitario o abbia assorbito additivi che vengono implicati nella realizzazione delle plastica. Ogni suo componente entra in gioco nel nostro corpo, quindi forse non è eccessivo parlare di avvelenamento del nostro corpo. Non voglio essere allarmistico, ma la tendenza ad oggi è questa”.

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Ci sono spiagge in Italia che sono diventate ha smosso anche i mezzi di comunicazione impraticabili per via della presenza della di massa evidenziato il problema della pl a s t i ca ? plastica”. “A gennaio in Versilia le coste sono state invase dalla plastica proveniente dall’Arno. Molte spiagge purtroppo sono sempre più ricche di plastica che talvolta agli occhi appare invisibile, ma in realtà è celata sotto un velo di sabbia. Questa sensazione l’ho avuta qualche settimana fa durante la giornata ecologica del Circolo Legambiente Isole Egadi e Clean Sea Life: molte cale sotto questo punto di vista possono essere considerate impraticabili”.

Come si può sensibilizzare la gente a non inquinare l'ambiente marino?

“Si sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica coinvolgendo ogni fascia d’età in diverse attività sulle varie tematiche che interessano la plastica. Penso che puntare sui giovani sia un cavallo vincente, perché questi rappresentano il futuro della società, ed i grandi molte volte si lasciano trascinare dall’entusiasmo dei più piccoli. Penso inoltre che tutti i comuni dovrebbero Che cosa si può fare in concreto per farsi carico della raccolta differenziata limitare questo problema? perché da questa si possono generare prodotti nati dal riciclo, ed inoltre “Sembrerà banale, ma è dai semplici gesti dall’organico realizzare compost da quotidiani di buona educazione come non impiegare ad esempio in agricoltura”. disperdere i nostri rifiuti nell’ambiente e limitare l’utilizzo della plastica che piano Quali sono le prospettive da qui a diecipiano, forse, potremo mitigare l’impatto venti anni? della plastica nell’ambiente, sugli organismi che ci circondano e su noi stessi. “Tra dieci o venti anni si avrà nelle acque Lì dove è possibile, la plastica andrebbe una maggiore presenza di plastica più che eliminata o non utilizzata. I sacchetti di di pesci. Un recente studio proiettato ad un tela per esempio possono essere una visione di ciò che può realizzarsi tra sostituzione allo sporta di plastica. Di trentacinque anni conferma questa recente l’Italia ha applicato la Direttiva drammatica tendenza. Invertire questo europea 2015/720 sui sacchetti trend per evitare la catastrofe non è biodegradabili. Questa ‘novità’ è una buona impossibile, basta volerlo”. idea a mio avviso per iniziare un’inversione di rotta, poiché l’applicazione del decreto www.interris.it

I m e d i ci d e i p ov e ri 23 primari in pensione mettono a disposizione la loro professionalità per curare chi rinuncerebbe a farlo perché in difficoltà economica 04 marzo 2018 Mettere a disposizione il proprio tempo libero e la propria professionalità. E' quanto hanno scelto di fare 23 medici in pensione, ex primari o responsabili di strutture sanitarie, dando così vita a un poliambulatorio gratuito a Borgomanero, in provincia di Novara. L'idea è di Maria Bonomi, 80 anni, ex operaia e presidente dell'Auser volontariato di Borgomanero che, in gioventù, ha conosciuto la povertà.

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Il poliambulatorio Il sogno della signora Bonomi è stato preso a cuore dal dottor sergio Cavallaro, urologo, che si è impegnato per sbrigare tutte le pratiche burocratiche e ha anche contattato diversi colleghi che poi hanno dato la loro disponibilità a visitare nel poliambulatorio. Attualmente la struttura, aperta dal 2010, ha nel suo organico 22 specialisti, ai quali si sono aggiunti 3 avvocati e da quest'anno anche una decina di dentisti. I medici sono affiancati anche da psicologi, infermieri, tecnici di anatomia continua

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patologica e di cardiologia ed esperti di amministrazione sanitaria. "Tutti svolgono questo servizio completamente gratis - ha sottolineanto la Bonomi ad In TerrisNessuno di loro riceve un compenso". Un'iniziativa di successo, che per il 2018 ha in cantiere un altro progetto: l'Auser vuole aprire un "ambulatorio odontoiatrico diffuso", grazie a una convenzione con i dentisti della zona finalizzata a fornire prestazioni a favore dei cittadini in difficoltà, su segnalazione dei servizi sociali del territorio. "Abbiamo un bacino di utenza grandissimo - ha spiegato la presidente dell'Auser -. Nei paesi vicini ci sono centri di accoglienza con migranti che hanno bocche disastrate. Da qui nasce l'esigenza di un accordo con i dentisti della zona". L'ambulatorio "è nato per i poveri - ha dichiarato la signora Bonomi - noi non facciamo distinzione in base al colore della pelle. Si tratta di persone che altrimenti rinuncerebbero a curarsi". In un primo momento molti poveri si rivolgevano all'associazione chiedendo aiuto e assistenza medica perché non avevano i soldi per poter pagare il ticket. "C'è tanta di quella burocrazia che non si riesce neanche a immaginare. Fortunatamente il Comune di Borgomanero ha deciso di darci una mano, fornendo anche i locali dove aprire l'ambulatorio". Così, nell'attesa di espletare tutte le formalità, l'Auser ha aperto un centro di ascolto che poi è stato trasformato nell'ambulatorio. Nel 2017 oltre 1.500 pazienti si sono rivolti alla struttura che prevede diversi reparti: dalla cardiologia all'ortopedia, dalla pediatria alla medicina interna. E ancora neurologia, dermatologia e otorinolaringoiatria. Inoltre vengono eseguite anche ecografie, ecodoppler ed Ecg holter. I 23 ex primari possono eseguire questi esami anche grazie alla generosità di altri privati. Infatti tutti i macchinari e gli strumenti diagnostici sono stati acquistati ricorrendo alle donazioni e a un bando lanciato dalla fondazione comunità del novarese.

nell'ambulatorio ha già superato quello del 2017. Questo perchè l'accesso è completamente gratuito e i tempi di attesa sono molto più brevi rispetto al sistema sanitario nazionale. La rinuncia alla cure In Italia, secondo un recente rapporto redatto da Rbm-Censis, sono circa 12,2 milioni le persone che hanno rinunciato o rinviato almeno una prestazione sanitaria per ragioni economiche. I dati si riferiscono al 2017 e si nota un aumento di 1,2 milioni rispetto al 2016. Chi non ha la possibilità economica per far fronte alle spese sanitarie, purtroppo, si trova di fronte ad un bivio: rinunciare a curarsi o rimandare le cure. A cosa dicono di no gli italiani Come sottolineato dalla dottoressa Katty Vaccaro, responsabile dell'Area Welfare e salute del Censis, vengono sacrificati soprattutto esami diagnostici, cure specialistiche e odontoiatriche. Le persone più penalizzate sono quelle che soffrono di disturbi cronici: l'impossibilità di pagare il ticket costringe i malati a rinunciare a controlli periodici. Inoltre, secondo un'indagine condotta da Altro Consumo, la spesa odontoiatrica è la voce che pesa di più sul bilancio familiare: il 65% degli italiani ha sostenuto almeno una spesa per i denti nel corso dell'anno. A causa delle difficoltà economiche sono circa 4 su dieci gli italiani che non curano o prevengono i problemi ai denti. Secondo l'ultimo rapporto dell'Osservatorio nazionale della Salute, risulta che la Sardegna è la regione in cui si registrano più rinunce a curarsi (14,5%). Proprio per questi motivi, realtà come quelle di Borgomanero dovrebbero diventare modelli solidali da seguire. www.interris.it

Accesso gratuito e tempi di attesa brevi In questi primi mesi del 2018, il numero delle persone che si è recato

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Portavoce Ue, "Fiducia in Mattarella. Contatti con autorità italiane in giornata" 05 marzo 2018 La Commissione Ue non commenta per ora i risultati elettorali in Italia perché non sono ancora definitivi, ma ribadisce la "fiducia nel presidente Mattarella che sarà in grado di facilitare la formazione di un Governo stabile", ha detto il portavoce del presidente Jean Claude Juncker. "Non commentiamo i commenti di Salvini. Aspettiamo quando saranno annunciati i risultati ufficiali più tardi per fare dei commenti". Così il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas dopo le dichiarazioni del leader della Lega sul presidente della Commissione Ue Juncker.

certa stabilità" il Paese "rischia di tornare ai vecchi tempi con governi deboli e brevi che non potranno affrontare alcuna riforma". Nell'analisi si rende atto che con Gentiloni, Renzi e Monti l'Italia abbia "raggiunto alcuni obiettivi", "ma il lavoro non è finito". "Se ci saranno dei passi indietro, come alcuni partiti nel chiasso della campagna elettorale hanno annunciato, l'Italia potrebbe scivolare indietro in Europa. Il rischio purtroppo è consistente".

"Cinque Stelle il partito più forte", scrive la Sueddeutsche Zeitung. "Le elezioni non portano una maggioranza chiara". Nella on line del giornale di "Ci saranno dei contatti nel corso della edizione giornata di cui vi informerò", ha aggiunto centrosinistra, si legge che "il panorama Schinas, tra il presidente della politico si trasforma drammaticamente". Italia comincia qualcosa di Commissione Ue Jean-Claude Juncker e le "In radicalmente nuovo. Gli italiani hanno dato autorità italiane sul post-elezioni. il loro voto in misura massiccia a partiti di "Il risultato definitivo delle elezioni non è protesta", Cinque Stelle e Lega, "entrambi ancora arrivato. L'Italia è un Paese euroscettici". "Un'alleanza fra i due profondamente amico e partner e ci sarebbe uno scenario spaventoso per auguriamo un governo stabile per il l'Europa. E per i mercati finanziari". Si rileva che nessun partito può governare, benessere del Paese e dell'Europa". Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel che il Pd ha subito una "chiara storica Steffen Seibert, rispondendo alla domanda sconfitta", e che la Lega ha superato i se la cancelliera sia preoccupata che l'esito moderati di Fi. "Il tempo delle certezze del voto italiano possa rallentare le riforme svanisce", è la conclusione. "I populisti di destra e gli avversari dell'Europa trionfano in Europa. in Italia", scrive Die Zeit on line. "Mettere La stampa tedesca allarmata, trionfano su un governo non sarà possibile". Bild mette in prima pagina la "sorpresa per populisti ed euroscettici Berlusconi": la foto del giorno è l'attacco - La stampa tedesca dedica titoli allarmati della Femen al leader di Fi davanti sull'esito delle elezioni italiane, sotto- all'urna.. lineando il trionfo di partiti di protesta euroscettici, che possono spaventare l'Ue e www.ansa.it i mercati, e rilevando che le opzioni di governo sono al momento quasi inesistenti: il paese che avrebbe bisogno di continuare a fare le riforme, rischia invece lo stallo e l'arretramento. La Frankfurter Allgemeine Zeitung mette in prima la notizia: "i Cinque stelle sono avanti in Italia", e in un commento dal titolo "Il paziente italiano", nelle pagine di economia, si spiega che "dopo anni di una Issue 1

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Fechino è pronta a reagire ai dazi di T rum p . M a non è s ul p i e d e d i g ue rra I dazi non avranno un grande impatto in Cina Il governo di Pechino ha avvertito che Insomma, Pechino ha la coda di paglia, prenderà le "misure necessarie" se i dazi oltre a sedere su un forte surplus commerciali decisi da Washington commerciale con gli Usa (balzato a 275 danneggeranno gli interessi economici miliardi nel 2017), che le impedisce cinesi. "La Cina non vuole una guerra movimenti bruschi. “Il mercato cinese è commerciale, ma se gli Stati Uniti varano più chiuso di quello occidentale”, spiega azioni che ledono gli interessi cinesi, la Geraci. “Né Usa né Europa – ha detto – Cina non starà a guardare e prenderà le hanno concesso a Pechino lo status di misure necessarie". Queste le parole con economia di mercato". La Cina è da più cui Zhang Yesui, portavoce dell’Assemblea parti accusata di fare concorrenza sleale nazionale del Popolo, ha lanciato un privilegiando le proprie aziende e di aver segnale di ammonimento a Washington creato una black list degli investimenti dopo l’annuncio da parte di Trump di dazi stranieri.Lo scopo della recente missione sulle importazioni di acciaio e alluminio. negli Usa di Liu He era proprio di evitare "Politiche basate su giudizi o percezioni l’escalation. I dazi, che sono stati sbagliate danneggeranno le relazioni e annunciati mentre l’advisor economico di porteranno a conseguenze che nessuna Xi Jinping era alla Casa Bianca, a parte la parte vorrebbe vedere", ha scandito Zhang. lavata di faccia, non avranno un grande in Cina. "Pechino è solo In un riferimento indiretto alle tensioni impatto commerciali con gli Stati Uniti, il primo l’undicesimo esportatore di acciaio negli ministro cinese Li Keqiang, all'apertura Usa”, spiega Geraci. “Solo il 2% del dell'Assemblea Nazionale del Popolo, ha consumo statunitense viene soddisfatto detto che la Cina “chiede la risoluzione dalla Cina. I cinesi inoltre consumano gran delle dispute commerciali attraverso parte dell’acciaio prodotto a casa loro, e ne discussioni tra pari, si oppone al stanno riducendo la produzione per protezionismo commerciale e salvaguar- risolvere il problema della sovraccapacità, derà con risolutezza i suoi diritti legittimi”. che con la Nuova Via della Seta vogliono esportare nei mercati dell’Asia Centrale”. Non ci sarà una escalation nella disputa La produzione di acciao è diminuita di 100 milioni di tonnellate nel 2017. c o m m e rc i a l e Pechino fa la voce grossa ma non lancia per ora - ritorsioni. No, non siamo di fronte Come Pechino potrebbe fare male a Trump a un escalation nella disputa commerciale e Come ricorda La Stampa, la Cina potrebbe la risposta tutto sommato pacata di aver pronte una serie di contromisure che Pechino, che nei giorni aveva invitato gli tuonano minacciose alle orecchie del Stati Uniti alla moderazione, ne è la presidente americano, dai possibili dazi sui conferma: “Le tensioni commerciali tra Usa prodotti agricoli, sui quali Pechino accusa e Cina non hanno origine dalle azioni di Washington di dumping, all’arma del Trump ma dai dazi applicati dalla Cina in debito, di cui la Cina possiede almeno la prima battuta”, spiega all’Agi Michele metà, oltre al blocco delle importazioni di Geraci, docente di economia alla carne. Ma secondo Geraci “la logica della Nottingham University Business School ripicca è irrazionale” e rischia di essere un China e direttore del Global Policy boomerang. “La Cina non fa mai dazi per Institute. “I dazi su acciaio e alluminio sono ripicca ma solo ed esclusivamente per una risposta alle politiche protezioniste proteggere le proprie industrie”, spiega cinesi. La Cina sa bene che gli attriti non l’economista. “La Cina importa i prodotti sono partiti da Trump, quindi si muove con che non è in grado di produrre. Punto. prudenza”. 06 marzo 2018

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Pechino ha tolto l’embargo alla carne bovina italiana perché ne ha bisogno. Se l’Italia si svegliasse domani e decidesse di imporre dazi sull’acciaio, è improbabile che la Cina risponderebbe applicando i dazi sulla carne bovina. Non c’è dinamica di ripicca nel botta e risposta”. La Cina ha aperto una indagine sull’importazione di prodotti agricoli statunitensi (4,8 milioni di tonnellate nel 2017 per un miliardo di dollari) con l’accusa di dumping giacché il governo Usa sostiene i propri agricoltori con dei sussidi. “Possibili dazi in questo settore sarebbero più sanitari che commerciali in quanto in Cina c’è sempre stato un controllo ferreo sulla qualità e sulla produzione dei cibi per il timore di contaminazione”, ha spiegato Geraci. Protezionismo "un'arma a doppio taglio" Insomma non c’è il rischio reale di una guerra commerciale tra Usa e Cina. Le scintille sono provocate da Trump che sta cercando di mantenere le promesse elettorali e proteggere la produzione Usa. “I dazi non sono perpetui, restano in vigore per qualche anno, in genere 5, e vanno a colpire solo alcuni paesi e alcuni prodotti”, spiega Geraci. “Il protezionismo non è mai assoluto, è sempre selettivo e temporaneo. Non incarna una idea assoluta come il liberalismo ma una giustificazione teorica con lo scopo di proteggere industrie e lavoratori temporaneamente in difficoltà”. “Il protezionismo è un’arma a doppio taglio che ferisce non solo gli altri ma anche se stessi”, era stato il commento della portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, alla mossa degli Stati Uniti di introdurre dazi su pannelli solari e lavatrici nel gennaio scorso. "Dobbiamo dire no al protezionismo" aveva detto il presidente cinese, Xi Jinping, a Davos l'anno scorso, divenendo campione della globalizzazione. "La Cina è cresciuta con una media del 10% per 40 anni grazie al protezionismo, se no finiva come la Nigeria!” Ma, suggerisce Geraci, il protezionismo ad hoc non è un'idea del tutto sbagliata. “La Cina è cresciuta con una media del 10% per 40 anni grazie al protezionismo, se no finiva come la Nigeria!”, scandisce l’economista. “Il governo cinese ha fatto del controllo dei dazi e dei rapporti con l’estero uno dei Issue 1

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punti fondamentali del proprio successo economico”. II dilemma di Tesla Politiche che oggi fanno arrancare alcuni settori. La Cina applica dazi del 25% sui veicoli di importazione, mettendo in difficoltà i Paesi maggiori produttori di auto: Usa e Germania. Ma mentre il gruppo automobilistico Volkswagen produce in Cina 3 milioni e mezzo di vetture l’anno perché in grado di fabbricarle in Cina, le aziende statunitensi temono l’opzione della joint venture con un partner cinese per il rischio di furto di know-how. Il dilemma davanti il quale si trova oggi Tesla. Il presidente Elon Musk punta a costruire un impianto indipendente di assemblaggio delle proprie autovetture elettriche nella zona economica speciale di Shanghai, aggirando così i dazi del 25%, senza però stipulare un accordo di joint venture 50-50 con un costruttore locale, un passaggio obbligato per chi vuole affari nel territorio cinese. Le trattative con la municipalità di Shanghai sono in stallo ormai da sette mesi. La Casa californiana avrebbe seri problemi a competere nel grandissimo mercato delle auto elettriche cinesi - ritenuto strategico nel piano Made in China 2025 - il cui obiettivo è incrementare i volumi delle auto a batteria a 7 milioni di esemplari entro il 2025. “Tesla ha due opzioni – spiega Geraci produrre negli Usa ed esportare in Cina pagando il dazio del 25%, oppure produrre in Cina senza eludendo iu dazi ma entrando in società con un partner locale, con il rischio di scippo di know-how. La Cina ha l’obiettivo di 35 milioni di auto elettriche circolanti entro il 2025, le prospettive di crescita per le vetture a marchio Tesla sono altissime: nel 2016, il gruppo ha venduto in Cina circa undicimila vetture per un totale di un miliardo di dollari”. www.agi.it

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La t e m p e s t a p e rf e t t a di RAFFAELE BONANNI 06 marzo 2018 Si può dire che la politica italiana è finita dentro la tempesta perfetta: i Cinque Stelle si affermano nettamente soprattutto al Sud; il centrodestra vince e cambia la leadership al proprio interno; il centrosinistra subisce il tracollo peggiore della sua storia e passa dal 40% dei consensi di 3 anni fa a nemmeno il 20%. Il Centro destra, che ha visto la Lega assumere la guida dell’alleanza, risulta la coalizione più forte, ma non al punto da poter avere l’autosufficienza per formare il governo. Ci vorrà tutto il buonsenso del mondo per comporre un puzzle così complicato da parte del Presidente della Repubblica; ce lo auguriamo con tutto il cuore. È difficile negare che il responso elettorale non abbia del clamoroso: la Lega sostituisce la vitalità di altre epoche di Forza Italia, i grillini sono ormai una forza di popolo, il renzismo cade con la stessa velocità con la quale si è affermato. I dati elettorali sono dunque destinati a sedimentarsi e a non mutare tanto facilmente. Sono, infatti, il risultato di tanti appuntamenti mancati, delle troppe delusioni maturate nel corso degli anni rispetto a una classe dirigente, che ha dimenticato una regola aurea: popolarità e consenso si ottengono a valle di un processo di impegno e di risultati ottenuti. Nel tempo sono stati così distorti i termini classici del buon governo e della gestione di garanzia di gangli vitali per la democrazia e dello stesso linguaggio usato, con la compiacente risonanza di tutti i mezzi di informazione. L’insieme di queste cose e tanto altro, hanno sdoganato in politica i comportamenti più sguaiati e populistici. Al punto in cui si è arrivati, è sembrato giusto mettere tutti su uno stesso piano, e selezionare i rappresentanti del popolo con il criterio di vecchio e nuovo. Per questo motivo, in campagna elettorare, non è stato posto l'accento sul grave stato della nostra economia e sulle soluzioni da adottare. Innanzitutto perché nessuno si è azzardato Issue 1

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a toccare temi così importanti ma controproducenti e poi perché si è ritenuto più conveniente offrire al dibattito elementi più adatti a fronteggiare l’offerta populista. Da queste elezioni, dunque, nasce una nuova Repubblica, la cui base è costituita da ampie forze incompatibili con il progetto di Europa politica, con le responsabilità di un Paese fortemente inserito in una economia di mercato, con l'eredità di culture politiche che in passato hanno plasmato il carattere liberalpopolare della nostra democrazia. Ora c’è solo da sperare che l'esperienza tedesca di questi giorni, influenzi in qualche modo la costituzione del nuovo governo in Italia. La Merkel ha impiegato ben 6 mesi per trovare una soluzione credibile e stabile. Le condizioni di difficoltà non erano inferiori alle nostre e ha saputo trovare una strada. Ha messo insieme realtà in contrapposizione in campagna elettorale come il suo Cdu-Csu e i socialdemocratici dell'Spd. Questo è stato possibile per lo spirito comunitario che anima i tedeschi. Riusciremo nell’interesse dell’Italia, a trovare una soluzione di governo stabile? È consigliabile trovare ogni energia per riuscirci, nell’interesse della comunità nazionale e delle stesse forze politiche premiate dalla competizione elettorale. I vincitori non pensino di aver ottenuto voti solo per le promesse fatte agli elettori. Il loro successo è figlio soprattutto degli errori commessi dai vinti, incapaci di risolvere i problemi economici o riguardanti il benessere generale. Le famiglie ne hanno molto risentito negli ultimi anni, e stufe di troppe tasse senza ottenere servizi efficienti, di poco lavoro e poco reddito, hanno reagito con la unica arma che avevano: la scheda elettorale. Che svolta sarebbe se anche da noi il vero interesse del Paese venisse messo al primo posto. www.interris.it

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ATTUALITA' - NEWS Ok dal cda Tim alla separazione della rete e al piano strategico di Genish 07 marzo 2018 Parte il processo di separazione volontaria della rete Telecom Italia. Il board, che si è svolto martedì a Milano e ha impegnato i consiglieri per l’intera giornata, ha dato mandato all'ad Amos Genish di avviare l’iter formale per la notifica all’Agcom. Verrà creata una società ad hoc, posseduta al 100% da Telecom Italia, cui conferire la rete d'accesso, dalla centrale fino all’utente finale, tutta l'infrastruttura collegata – e cioè edifici, apparati elettronici e sistemi It – e il personale necessario a «fornire servizi all'ingrosso in maniera indipendente».. «La nuova società della rete – sottolinea una nota Tim – avrà le risorse per mantenere un'altissima qualità della rete e sostenere il Paese nel raggiungimento degli obiettivi dell'agenda digitale europea 2025 sulla banda ultralarga». Non sono stati forniti dettagli sulle cifre in gioco, né sul numero dei dipendenti da trasferire, ma è stato precisato che «resterà invariato il perimetro del gruppo» e che la creazione della società della rete «avverrà in conformità e nel rispetto della disciplina del golden power». Il piano strategico Il piano al 2020 dell'ad Amos Genish parla di «esperienza digitale del cliente» e di «offerte dedicate alla clientela premium» con l'obiettivo di «accelerare la generazione di cassa» per rafforzare la struttura patrimoniale e aumentare il ritorno agli azionisti. Il piano prevede la digitalizzazione di tutti i processi e mira a promuovere «un modello di relazione digitale» con il cliente, «incentrato sull'utilizzo di big data e advanced analytics». «L’offerta commerciale punta su una maggiore convergenza», con l'intento di raggiungere entro il 2020 più di 5 milioni di clienti connessi in fibra grazie ai nuovi contenuti video, musica e giochi, oltre a triplicare i clienti di Tim vision, che a fine 2017 su rete fissa erano 1,3 milioni. «Ict company» è lo slogan che compare per il segmento business, la clientela aziendale, con il proposito di raggiungere a fine piano Issue 1

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l'obiettivo di ottenere ricavi Ict e cloud per un quarto del totale del segmento, con un numero di clienti in fibra triplicato. Nell'area wholesale è previsto che le linee banda ultralarga degli operatori in alternativi aumentino da 1 a 3 milioni. Per quanto riguarda il Brasile, gli obiettivi sono di aumentare i clienti mobili post-paid (che oggi sono il 30% del totale) e i clienti residenziali connessi in fibra a 1 milione. La rete 4 G dovrebbe coprire al 2020 4mila città, vale a dire il 96% dell'intera popolazione urbana. Su Inwit, la società delle torri mobili, si punta ad aumentare la tenancy a 2,1 clienti per sito, e a sviluppare infrastrutture di nuova generazione. Sparkle, la società dei cavi internazionali, si concentrerà sui servizi dati. È prevista l’espasione dell'attività in 11 nuovi Paesi. Il 30% degli investimenti sarà dedicato allo . Gli investimenti previsti nel triennio sono di 9 miliardi in Italia e di 12 miliardi di reais in Brasile (circa 3 miliardi di euro). I target finanziari sono la crescita dell'equity free cash flow per un totale cumulato nel triennio di 4,5 miliardi, la conferma per il 2018 del rapporto net debt/Ebitda a 2,7 volte, in diminuzione negli anni successivi ma senza indicazioni numeriche. Sul mercato domestico è prevista stabilità dei ricavi e crescita dell’Ebitda cagr 2017-2020 low single digit. I conti I ricavi consolidati nel 2017 si sono attestati a 19,8 miliardi (+4,2%, +2,7% la variazione “organica”). L’Ebitda cala del 2,6% a 7,8 miliardi, con una marginalità scesa dal 42,1% al 39,3%, mentre in termini organici l’Ebitda cala del 3,7% e la marginalità diminuisce di 2,6 punti percentuali. L’Ebit, pari a 3,3 miliardi, si riduce dell’11,6% con un'incidenza sui ricavi del 16,6% rispetto al 19,6% del 2016. L'utile si riduce da 1,8 a 1,1 miliardi, scontando oneri netti non ricorrenti per 714 milioni.

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Gli investimenti industriali sono stati pari a 5,7 miliardi, in aumento di 825 milioni, anche se la copertura in fibra (prevalentemente Fttc, fibra fino al cabinet) si è fermata al 77% rispetto all'85% previsto dal precedente piano a fine 2017. Il flusso di cassa dalla gestione operativa cala da 2,856 a 2,496 miliardi. L'indebitamento netto rettificato ammonta a 25,308 miliardi di euro rispetto ai 25,119 miliardi di fine 2016. All’assemblea del 24 aprile sarà proposta l'approvazione di un dividendo solo per le azioni di risparmio di 2,75 centesimi.

Il board ha confermato i requisiti di indipendenza di tutti e dieci gli amministratori della categoria e, secondo quanto si evince dalla nota Tim, non ha fermato l'iter di approvazione della joint con Canal plus secondo la procedura parti correlate di maggiore rilevanza. Confermata la nomina a direttore acquisti di Michel Sibony in «parziale distacco da Vivendi». www.ilsole24ore.com

Sette donne coraggiose Asia, Rebecca, Madre Teresa, Malala, Chiara, Sandra e Nicole. Esempi da seguire

08 marzo 2018

Le donne sono più coraggiose degli uomini” ha detto Papa Francesco nel gennaio scorso, durante il ciclo di catechesi sulla speranza cristiana, didascalia dell'udienza del 24 febbraio scorso, in cui ha incontrato Rebecca Bitrus, vittima di Boko Haram e la famiglia di Asia Bibi, pakistana di religione cristiana condannata a morte nel suo Paese per blasfemia. La testimonianza di entrambe, secondo il Pontefice, rappresenta "un modello per una società che oggi ha sempre più paura del dolore. Sono due martiri". Per commemorare l'8 marzo vogliamo ricordare il loro esempio e quello di altre 5 donne coraggiose che hanno dedicato la propria esistenza, talvolta rischiandola, ai valori della libertà, della speranza, della vita.

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Rebecca Bitrus Ex schiava di Boko Haram, viva grazie alla fede. Al Papa ha raccontato la sua drammatica storia. Il suo unico motivo di orgoglio? “Non aver rinunciato alla mia fede. La fede mi ha aiutato a sopravvivere”. Quando le milizie jihadiste attaccano la sua città prova a fuggire con suo marito e i suoi figli. "Lascia il bambino e scappa, posso prendermi io cura di lui, sono una donna" dice al compagno quando vede che uno dei due bambini ne ritarda la fuga. Vuole evitare all'uomo la cattura e il reclutamento come soldato. Il marito riesce a dileguarsi, lei viene sequestrata e portata in un campo dove è ridotta in schiavitù, insieme ad altre donne. I miliziani, durante la prigionia, cercano di convertirla all'Islam, in ogni modo. La rinchiudono in una gabbia sottoterra per tre giorni, senza cibo né acqua. Arrivano a ucciderle il figlio Jonatan, di poco più di anno, gettandolo in un fiume. Quella stessa notte abusano di lei. Rebecca rimane incinta e partorisce nella foresta, da sola. Persevera nella fede. Nel 2016 riesce a fuggire dal campo e a dai terroristi, dopo una liberarsi inarrestabile marcia di 28 giorni. Ha la tentazione di abbandonare il figlio della violenza subita, ma non lo fa. Riesce a intercettare l'esercito nigeriano e a ritornare nel suo Paese, a Maiduguri, capitale del Borno, dove risiede continua

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attualmente con la famiglia, in un'abitazione di fortuna. Durante la sua sofferenza Rebecca ha confessato di aver ricordato “la passione di Gesù, che è stato crocifisso ma ha perdonato chi gli faceva del male”. Incontrare il Papa era il suo sogno: "Se dovessi morire adesso lo farei avendo raggiunto la massima felicità" ha detto. . Asi a B i bi E' la prima donna cristiana condannata alla pena capitale per blasfemia. Il 14 giugno 2009 Asia Naurin Bibi, lavoratrice agricola a giornata, è impegnata nella raccolta di bacche. Scoppia un diverbio con alcune lavoratrici di religione musulmana. Le viene chiesto di andare a prendere dell'acqua, ma un gruppo di donne islamiche la respinge sostendo che Asia, in quanto cristiana, non può toccare il recipiente. Il 19 giugno quelle donne la denunciano alle autorità sostenendo che Asia abbia offeso Maometto. Picchiata, chiusa in uno stanzino, stuprata, Bibi è infine arrestata, nonostante la mancanza di prove. Viene prima reclusa nel carcere di Sheikhupura, poi trasferita nel carcere femminile di Multan. Il caso di Asia Bibi ha assunto una rilevanza internazionale. La lotta per la giustizia che conduce da nove anni non ha mai fiaccato la sua speranza, radicata nell’azione e nella grazia di Dio. Una donna esempio per una civiltà che ha paura del dolore. Per lei hanno pregato insieme, nelle propria lingua, il Papa, la sua famiglia e la stessa Rebecca Bitrus. Malala Yousafza

Pakistan - valle dello Swat - 9 ottobre del 2012. La 17enne Malala è vittima di un attentato talebano a causa della sua difesa del diritto femminile allo studio. Un gruppo di uomini armati assalta il suo scuolabus che attraversa la valle dello Swat e Malala viene colpita da un fondamentalista. Riesce a sopravvivere e viene trasferita in un ospedale di Birmingham, città che diventerà la sua nuova casa. Ha 14 anni quando inizia a sfidare i talebani pakistani che si oppongono all'istruzione femminile. Lo fa attraverso il suo blog. Così Malala diventa la speranza di libertà per milioni di bambine che non possono andare a scuola. “Un bambino, un insegnante e un libro possono cambiare il mondo", afferma nel discorso alle Nazioni Unite. Della sua delegazione fanno parte anche quattro Issue 1

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ragazze e una giovane donna che hanno combattuto per il diritto all'educazione femminile in Siria, Nigeria e Pakistan. Nel 2014 diviene la più giovane donna a ricevere il Premio Nobel per la Pace. È recente la notizia della sua ammisione a Oxford. L'attivista e "messenger of Peace" dell'Onu, oggi 20enne, studierà Politica, Filosofia ed Economia (Ppe) nella prestigiosa Università. Madre Teresa Di famiglia albamnese, Anjezë Gonxhe Bojaxhiu entra a 18 anni nelle Suore di Loreto e prende il nome di suor Maria Teresa per devozione a santa Teresina. Colpita dalla miseria delle baraccopoli indiane di Calcutta, fonda le Missionarie della carità, con il voto di servire i più poveri dei poveri. Nel 1979 diventa la prima religiosa a ricevere il Nobel per la Pace. Il Papa che l'ha canonizzata il 4 settembre 2017, condivide con lei un’idea fondamentale, che egli stesso ha ripetuto più volte: la Chiesa non è una Ong. Secondo la santa infatti: "Le Ong lavorano per un progetto; noi lavoriamo per Qualcuno". Sandra Sabattini Sandra, una fidanzata santa? Don Oreste Benzi ne era profondamente convinto. Nell’incontro con lui, all'età di 12 anni, Sandra riconosce che la sua chiamata vocazionale trova risposta nella spiritualità della "Comunità Papa Giovanni XXIII": l’unione intima con Dio, alimentata dalla preghiera, in un cammino di fraternità alla sequela di Gesù, povero e servo, che condivide la vita degli ultimi, obbedendo al Padre. Vive con la famiglia, profondamente cristiana, a Misano Adriatico: i genitori Giuseppe e Agnese Bonini, e il fratello Raffaele. Si fidanza con Guido, con il quale vive la castità di una relazione autenticamente cristiana. Iscritta a Medicina, sogna di essere medico missionario in Africa. “Oggi c’è un’inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di santi”, scrive un giorno nel suo diario. Il 29 aprile 1984, ad Igea Marina, mentre va ad un incontro della Comunità, Sandra viene investita da una macchina, entra in coma e muore pochi giorni dopo, il 2 maggio.

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Chiara Corbella Petrillo La 28enne mamma romana sacrifica la sua vita per non uccidere il figlio in grembo: Francesco. Ma, prima di lui, Chiara ed Enrico Petrillo, suo marito, "accompagnano alla porta del Paradiso" altri due figli. Il cammino della coppia è denso di gioie e dolori. A soli quattro anni dal matrimonio celebrato ad Assisi nel 2008, a Chiara viene diagnosticato un tumore maligno. Una piccola afta sulla lingua si rivela un carcinoma. Le metastasi si diffondono ovunque. La giovane mamma è dimessa dall’ospedale, i medici le danno pochi mesi di vita. Le sue ultime parole sono sulla sofferenza, in risposta al marito Enrico: "Questa croce? É davvero dolcissima". Chiara Corbella muore il 13 giugno 2012, lasciando al marito come eredità d'amore il figlio Francesco. Nicole Orlando Atleta paralimpica di 22 anni (è affetta dalla sindrome di Down) il suo motto è: "Mai dire non ci riesco”. È lei una delle

quattro donne italiane che il Presidente della Repubblica ha menzionato il 31 dicembre 2015 nel suo discorso di fine anno, insieme a Fabiola Gianotti, alla direzione del Cern di Ginevra, all'astronauta Samantha Cristoforetti e a Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa negli attentati di Parigi al Bataclan. Con Cinque medaglie ai mondiali di atletica del Sudafrica del dicembre 2015, Nicole ha fatto trionfare e sognare l’Italia. La campionessa della Federazione italiana sport disabilità intellettiva relazionale detiene il record del mondo del triathlon (lancio del peso, salto in lungo e 100 metri), vincitrice di tre medaglie d'oro, nei 100, nel lungo e nella 4x100 metri e dell'argento nei 200 metri. Sul podio ha pianto guardando il cielo avvolta nel tricolore e sollevando il suo peluche. Nicole ha fatto del suo cromosoma in più “una marcia in più”. www.interris.it

G8 2001, la Corte Europea ammette il ricorso d e i p ol i z i ot t i d e l l a D i a z

09 marzo 2018 Genova - La corte europea dei Diritti dell’uomo (Cedu) ha dichiarato «ammissibile» il ricorso presentato dai funzionari di polizia condannati in via definitiva per i fatti della Diaz relativi al G8 di Genova del 2001: i poliziotti, che erano stati assolti in primo grado, sono poi stati condannati in appello e in Cassazione per falso e calunnia. Nel ricorso lamentano presunte violazioni del diritto di difesa: la Cedu dovrà ora valutare “nel merito” il ricorso e, in caso di accoglimento, si aprirebbe la strada alla revisione del processo. Gilberto Caldarozzi, oggi vicedirettore della Dia, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Filippo Ferri, Salvatore Gava, Francesco Gratteri e Giovanni Luperi (entrambi in pensione), Massimo Mazzoni, Spartaco Mortola, e Nando Dominici, i funzionari Issue 1

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che hanno presentato ricorso, sostengono che la corte di Appello di Genova prima di “ribaltare” la sentenza di assoluzione del tribunale avrebbe dovuto risentire i testimoni già interrogati in primo grado. Non facendolo, avrebbe violato l’articolo 6 della Convenzione europea per i Diritti dell’uomo (il cosiddetto “diritto a un equo processo”), che sancisce appunto il diritto degli imputati di interrogare i testimoni a carico. In realtà, la questione è già stata affrontata ed esclusa dalla Cassazione, che aveva rigettato il ricorso degli imputati spiegando che i giudici di appello non avevano operato una diversa valutazione delle testimonianze, ma semplicemente tratto da alcune di esse conseguenze diverse rispetto alla responsabilità degli imputati.

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La parola passa comunque ora alla Cedu, che dovrà valutare “nel merito” la questione: «In caso di accoglimento con sentenza definitiva dei ricorsi da parte della Cedu - ha spiegato l’avvocato di Nando Dominici - si aprirebbe la possibilità di una ricorso per revisione da parte degli imputati condannati per fare ripartire il processo dalla stessa fase in cui si è verificata la violazione». In questo caso, il processo Diaz, a quasi 17 anni dai fatti, potrebbe ripartire dall’appello. Il pm Zucca: «Non è detto che la Cedu accolga il ricorso» In serata, il sostituto procuratore Enrico Zucca ha ribadito che «il fatto che la Corte europea abbia detto che il ricorso è

“ammissibile” non significa che verrà accolto: ricordiamoci delle motivazioni della Cassazione, ma anche delle sentenze della Cedu su Diaz e Bolzaneto». Anche l’avvocato Emanuele Tambuscio, difensore di alcune parti civili, ha ricordato che «la Cassazione aveva già affrontato la questione e aveva stabilito che non c’era alcuna necessità di risentire le testimonianze, perché non c’era stata una valutazione di attendibilità o inattendibilità dei testimoni sentiti in primo grado e non in secondo. Quella della Cedu è solo un vaglio preliminare: vedremo come andrà». www.ilsecoloxix.it

Un aiuto a chi è in sofferenza. Ma c’è il rischio a s s i s t e nz i a l i s m o

10 marzo 2018 Suscitare un eccesso di attese al Sud e perdere consensi al Nord sono i rischi politici che il Movimento 5 Stelle avrebbe davanti se realizzasse quello che ha chiamato «reddito di cittadinanza». Il nome, suggestivo, non è esatto, perché si tratta di un’integrazione fino a un reddito minimo condizionata alla ricerca di lavoro. Già cinquecento anni fa, gli umanisti Tommaso Moro (nel libro «Utopia») e Juan Luìs Vives proposero che ogni cittadino ricevesse dallo Stato un minimo vitale, per evitare che la miseria spingesse al furto. Invece, nel mondo di oggi, fino a che punto la garanzia di un reddito può indurre alla pigrizia? . Un vero «reddito di cittadinanza» è uguale per tutti senza condizioni: lo stanno testando in Finlandia su duemila disoccupati estratti a sorte, 560 € al mese per 2 anni. Dovrebbe renderli più sereni nella ricerca di un impiego, o dargli tempo di metter su una attività autonoma. Un anno è trascorso, ancora mancano dati su che cosa accada. Il reddito del programma M5s ai pigri dovrebbe poi essere tolto. «Dopo la terza

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offerta di impiego rifiutata? Siamo sicuri che in Italia si riesca a controllare questo?» chiede l’economista Francesco Daveri, Università di Parma e Bocconi, che sta studiando gli effetti dell’innovazione tecnologica sul lavoro. Tra 5 milioni di beneficiari, parecchi un’offerta non la riceverebbero mai. Diversi Paesi con indennità di disoccupazione generose nei primi anni Duemila ne hanno irrigidito i criteri, subordinandole a un’attiva ricerca di impiego. Sono documentati espedienti vari per eludere, perfino falsi licenziamenti concordati per tornare a percepire l’indennità: in Italia potrebbe nascerne un business. Nelle intenzioni, il reddito garantito cancellerebbe i lavori precari più miseri, a cui nessuno vorrebbe più prestarsi. Ma, al contrario, nelle aree dove il lavoro nero è già diffuso, si potrebbe tentare di sommare l’uno e l’altro. Inoltre le richieste potrebbero dilagare al di là dei calcoli fatti, come già avvenuto per un’erogazione della Regione Campania.

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In linea di principio, concedere automaticamente una somma a tutti taglia corto con i ritardi delle burocrazie e i favori delle clientele. Per questo ci sta pensando l’India. Ma nei Paesi avanzati se così si sostituiscono altre forme esistenti di soccorso alla povertà, avverte l’Ocse, le fasce più deboli potrebbero ricevere meno di prima. Soprattutto, osserva Daveri, «non è quello che serve di fronte ai problemi di oggi. La disoccupazione prodotta dall’arrivo di nuove tecnologie o da altre trasformazioni ha bisogno di interventi più mirati. Occorre pensare a strumenti nuovi, che durino se necessario più a lungo dell’attuale indennità». In altre parole, «va bene riqualificare i disoccupati, ma non possiamo chiederlo a

un cinquantenne il cui posto di lavoro scompare. Per esempio, possiamo aiutarlo ad accettare un impiego differente con uno stipendio più basso, come è stato fatto negli Stati Uniti. Un piccolo stanziamento c’è già nella legge di bilancio 2018, occorre far meglio». Da tempo il presidente dell’Inps Tito Boeri lamenta la mancanza di uno strumento unico per soccorrere sia gli indigenti sia chi a dispetto degli sforzi resta disoccupato oltre la durata dell’indennità. Forse è da lì che, per un compromesso di governo, si può partire. www.lastampa.it

L' a s s e g no che non c' è RAFFAELE BONANNI

10 marzo 2018 sfruttare la momentanea delusione di cittadini che pensavano di incassare già l’assegno. Infatti non indicano né alternative credibili né descrivono l'incompatibilità fra la nostra economia e la dignità della persona. Si limitano a bearsi del fatto che le persone cercano moduli da compilare per il diritto a un reddito non disponibile. Italietta!. Il fatto che si vada in alcune località del sud alla ricerca dei moduli per ottenere il reddito di cittadinanza (al momento non fruibile) dopo il grande discutere in campagna elettorale, dimostra che questo problema è stato preso sul serio da una parte importante dei cittadini.

www.interris.it

Peccato che la cosa sia stridente con la condizione economica del Paese e con l’ancestrale bisogno di guadagnare il proprio pane lavorando. Ma è preoccupante il comportamento di chi sembra non essere d’accordo con questa soluzione per i disoccupati e si limita solo a Issue 1

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Vaccini: scaduto il tempo, 13 mila bambini fuori regola 11 marzo 2018 Negli asili nido e nelle scuole materne della Toscana ci sono 13.434 bambini che non hanno fatto i vaccini obbligatori così come previsto dal decreto della ministra della salute Lorenzin. Il 10 marzo era l'ultimo giorno utile entro cui completare i richiami o quantomeno dimostrare di aver fissato l'appuntamento per fare i vaccini. Da domani, le autocertificazioni non bastano più: chi non è in regola, o chi lo dovesse risultare per errore, dovrà rimediare subito. L'Asl Toscana Centro, venerdì, ha finito di inviare alle scuole le lettere con gli elenchi dei bambini a cui manca da fare qualche vaccino. Ora sono le scuole stesse a dover trasmettere le comunicazioni ai loro genitori. Così, l'Asl ha concesso altri dieci giorni di tempo dal ricevimento dell'avviso per presentare alla scuola la documentazione necessaria ed evitare così il rischio della «sospensione».Nel corso dell'incontro che si è tenuto ieri pomeriggio tra Regione, Ufficio scolastico regionale, Anci e direttori dei dipartimenti

di prevenzione delle tre aziende sanitarie, è stato deciso di considerare tra i regolari anche coloro che hanno preso appuntamento, non per la somministrazione del vaccino, ma per un colloquio propedeutico.“ "Per i nidi e le scuole materne - si legge in una nota della Regione Toscana - i bambini i cui genitori/tutori/affidatari non avranno presentato la documentazione, saranno sospesi dal servizio e potranno essere riammessi solo dopo la presentazione della documentazione. Per coloro che frequentano la scuola dell'obbligo (7-16 anni) la mancata presentazione della documentazione non determinerà il divieto di accesso né impedirà la partecipazione agli esami. In un secondo tempo verranno decise le sanzioni per gli inadempienti. Entro il 30 aprile, le scuole dovranno segnalare alle Asl i bambini che non sono in regola ai fini degli adempimenti di loro competenza". www.firenzetoday.it

Mattarella: "Sorti dell'Italia comuni, siamo tutti responsabili del futuro"

12 marzo 2018 L'Italia salvata dai ragazzini. Si faccia tesoro di queste storie esemplari con dei giovanissimi protagonisti, che dimostrano quanto a cuore abbiano "l'interesse per le sorti comuni del nostro paese", e "senza egoismi". È il messaggio che lancia Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale i 29 nuovi Alfieri della Repubblica, premiati per impegno sociale, tutela dell'ambiente, solidarietà, atti di eroismo. "Grazie ragazzi - dice il capo dello Stato, consegnando gli attestati d'onore - perché avete manifestato corresponsabilità per le sorti comuni del Issue 1

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nostro paese". Il presidente, qualche giorno fa, aveva lanciato un richiamo ai partiti che restano inchiodati ai propri interessi, mentre l'uscita dalla crisi di governo si avvita. Mattarella indica dunque l'esempio che arriva da questi ragazzi, "avete fatto capire che bisogna essere protagonisti e costruire il futuro senza chiudersi in una dimensione personale, individuale, magari con egoismo". Al contrario, "vi siete impegnati in iniziative che riguardano gli altri, l'intera comunità nazionale, e la comunità in cui vivete".

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ATTUALITA' - NEWS

Molti dei ragazzi, ricorda il presidente della Repubblica, sono stati premiati per l'impegno sull'ambiente, per iniziative a difesa delle aree naturali, di salvaguardia di piccoli centri storici, si sono battuti per far conoscere i temi ecologici, "a difesa di beni che sono di tutti". Altri sono stati premiati come Alfieri della Repubblica per i loro gesti di solidarietà, di aiuto, di altruismo, "dimostrando di comprendere che in questo modo ci si può realizzare, aiutando gli altri si riceve sempre di più dii quel che si dà".

comune, ripeto il senso della sorte comune, perché non si può essere felici se qualcuno accanto a noi felice non è". Sono storie, queste che riecheggiano oggi al Colle, che non rappresentano "eccezioni, perle rare", ma "il senso di responsabilità, l'altruismo che sono diffusi nei giovani italiani. Perché come voi, tanti vanno nella stessa direzione. Una ricchezza per il nostro paese". Che fa ben sperare il presidente della Repubblica. "Io ho anche grande fiducia nel futuro dell'Italia. Voi ne siete una delle ragioni".

C'è un legame fra tutela dell'ambiente e solidarietà, "esprimono il senso della sorte

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Benedetto XVI, lettera in difesa di Francesco: "Basta stolto pregiudizio contro di lui"

13 marzo 2018 'ROMA - Benedetto XVI esce dal silenzio, per scrollare via bruscamente le frange tradizionaliste che tentano di trascinare il suo nome nelle beghe contrarie all'attuale pontefice. Il Papa emerito scrive una lettera alla vigilia del quinto anniversario del conclave che ha eletto Bergoglio. E contesta lo "stolto pregiudizio per cui papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io - aggiunge Ratzinger sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano di oggi". Un cenno - quest'ultimo - con il quale il pontefice tedesco sembra rivendicare una considerazione diversa anche per il magistero e l'opera che lui ha portato avanti negli 8 anni trascorsi sul soglio di Pietro. E infatti nella lettera viene ribadita "una continuità interiore" tra i due pontificati "pur con tutte le differenze di stile e di temperamento".

internazionale - e rileva che questi libri "mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica".

La lettera di Benedetto è stata letta dal prefetto della Segreteria per la Comunicazione Dario Viganò in occasione della presentazione della collana 'La teologia di Papa Francesco'. Ratzinger, ringrazia per il "dono" degli undici volumi scritti da altrettanti teologi di fama

Non è la prima volta, in realtà, che il Papa tedesco esprime parole di sostegno per l'operato del suo successore argentino. Nel libro-intervista "Per mezzo della fede", pubblicato nel 2016 e curato dal gesuita

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Quella di un pontificato "debole" dal punto di vista del magistero e della dottrina è un'accusa che, negli ambienti clericali, viene alimentata per contestare la linea bergogliana, più attenta alla pastorale e ai gesti concreti. E in questi contesti la figura di Joseph Ratzinger viene spesso evocata come contraltare. È certo che da tempo il pontefice emerito abbia avuto sentore diretto di questa linea. In occasione del sinodo sulla famiglia, quando i toni si sono accesi attorno alla questione della comunione ai divorziati risposati, è trapelata più di un'indiscrezione su un tentativo dei tradizionalisti di contattare Benedetto XVI, che però avrebbe respinto ogni accostamento. E ora, in effetti, la presa di posizione diventa pubblica.

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ATTUALITA' - NEWS

Daniele Libanori, commentando la decisione di dedicare un anno giubilare straordinario al tema della misericordia da sempre caro a Bergoglio - disse: "Per me è un segno dei tempi il fatto che l'idea della misericordia di Dio diventi sempre più centrale e dominante" e "Papa Francesco si trova del tutto in accordo con questa linea (che pone la misericordia al centro del messaggio cristiano). La sua pratica pastorale si esprime proprio nel fatto che

egli ci parla continuamente della misericordia di Dio". Era anche quello un segnale per chi attaccava l'idea di una Chiesa troppo aperta all'accoglienza. Stavolta il messaggio non lascia spazio a fraintesi. www.repubblica.it

Lo Stato prende per le corna le vacche sacre della ’ndrangheta

14 marzo 2018 La Rosa, stimato primario di oculistica in pensione. L’8 settembre 2005 pagò con la vita per aver denunciato il vagabondaggio di alcuni capi nei suoi terreni a Bruverello di Gerace.

Anno domini 2018: un prefetto della Repubblica, Michele Di Bari in quel di Reggio Calabria, è costretto a occuparsi di vacche. Ritenute (da taluni) sacre. La religione non c’entra nulla, eppure, come accade in India, anche per i bovini che in questo periodo dell’anno vagano liberamente nella Piana di Gioia Tauro e in alcuni centri della Locride è vietata macellazione, vendita e consumo. Se però in India la vacca è considerata sacra perché madre dei popoli di Bharat, nome antico del continente e dunque fonte di vita, in Calabria la presunta sacralità fa rima con morte. Chi si ostina a vedere in un bovino libero solo un animale e non anche un simbolo sacro per le cosche che qui controllano spesso anche l’aria che si respira, se la vede brutta.

Nessuno (o quasi) osa impedire il girovagare senza meta da un terreno all’altro dei bovini o anche solo vietarne l’attraversamento, da quando – correva l’anno domini 1971 e l’uomo aveva già percorso pressoché ovunque e da centinaia di anni la via della civilizzazione – la faida di Cittanova tra le famiglie Raso e Facchineri lasciò morti sul campo e nei pascoli vacche di cui nessuno poteva più occuparsi, intente come erano i proprietari a farsi la guerra. Nessuno, nella Piana di Gioia Tauro attraversata dalla violenza delle cosche, osò toccare un solo bovino e da allora questa tradizione che solca sul terremo le tracce di un primato criminale ancestrale e ricco di significati si perpetua. Dal 1971 lo Stato ha sopperito all’inerzia delle amministrazioni locali e all'indifferenza (nel peggiore dei casi) delle collettività, a colpi di ordinanza.

Ne sanno qualcosa i familiari di Fortunato Issue 1

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ATTUALITA' - NEWS Una della prefettura di Reggio Calabria, nel 2010, con la quale si intimava «a tutte le forze dell'ordine e ai loro ausiliari di provvedere all'abbattimento dei bovini vaganti, limitatamente al caso in cui questi dovessero creare una situazione di pericolo concreto per l’incolumità delle popolazioni e per la sicurezza della circolazione». Più o meno la stessa cosa accadde nel 2015, con il piccolo particolare che non si trovavano specialisti disposti ad abbattere i bovini che creavano pericolo. E di pericoli ne creano eccome. I più gravi il 16 ottobre 1987 a Cittanova e il 15 ottobre 1992, quando alcuni vagoni deragliarono a causa di vacche sui binari. Non ci furono feriti ma neppure una diffusa indignazione popolare. Si arriva così ai giorni nostri con un prefetto. Michele Di Bari, molto attento anche alla devastante simbologia della mafia, il quale decide di prendere la vacca per le corna. Nella speranza che la frase non si presti a facili ironie. Il 6 marzo è partito un piano – pienamente operativo da oggi, 14 marzo – che, oltre ad aver portato alla cattura di alcuni capi e a prevedere l'identificazione di quelli che pascolano abusivamente e la narcotizzazione di chi vaga senza microchip di identificazione, contempla il coinvolgimento pieno dei sindaci. Sta a quelli di

Cittanova, Taurianova, Terranova, Sappo Minulio, Varapodio, Molochio, San Giorgio Morgeto, Ardore e Pazzano deciderne le sorti. E per giungere a questa conclusione, ci sono volute, oltre alla trama tessuta dal prefetto, un Comitato di ordine pubblico a Cittanova (capitale del vagabondaggio bovino) in cui sedevano, oltre ai sindaci, anche il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci, quello di Palmi, i comandanti provinciali della Guardia di finanza e dei Carabinieri, il presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino, il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Anas, Protezione civile provinciale e regionale e altri rappresentanti delle Istituzioni. «L’obiettivo della task force – ha dichiarato Di Bari – è quello di tutelare l'incolumità pubblica e ripristinare concetti di legalità nei territori dove si registra questo fenomeno». Alla riunione c’era anche una rappresentanza di uditori del comitato “No bull” di Cittanova che il 16 dicembre 2017 è sceso per la prima volta in piazza insieme a Libera. www.ilsole24ore.com

Sci , Sof i a G og g i a v i nce l a C op p a d e l m ond o d i discesa libera 14 marzo 2018 L'azzurra Sofia Goggia, dopo l'oro olimpico in Corea, ha vinto anche la Coppa del mondo di discesa. E' la seconda italiana a riuscirci nei 50 anni di storia della coppa del mondo dopo Isolde Kostner nel 2001 e 2002. Alla campionessa di Bergamo è bastato il secondo posto nella cortissima ultima discesa della stagione alle Finali di Aare proprio alle spalle della sua unica rivale, la statunitense Lindsey Vonn che ha vinto (nuovo record di 82 vittorie in coppa del mondo). Terza l'altra statunitense Alice Mackennis. Goggia ha cosi' ottenuto complessivamente 509 punti nella classifica di discesa contro i 506 di Vonn, tre soli punti di vantaggio. Per l'azzurra e' il 21/o podio in carriera, con quattro vittorie, 10 secondi e 7 terzi posti oltre all'oro olimpico ed al bronzo in gigante dello scorso anno ai Mondiali di St. Issue 1

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Moritz. "Non ho mai sofferto così nell'attesa della fine di una gara - racconta Goggia - Ma alla fine è andato tutto bene. Dopo l'oro in Corea sapevo che potevo puntare anche a questa coppa, ma non è stato facile - dice l'olimpionica azzurra -. Alla vigilia qualche incertezza l'ho avuta dopo aver saltato una porta nella prova cronometrata. Oggi ho sciato bene e quando ho tagliato il traguardo ed ho visto la luce verde ho capito di essere al comando. Ma ancora doveva scendere Lindsey, che avrebbe avuto addosso tutta la pressione. Ma ce l'ha fatta ed è finita davanti a me per soli sei centesimi: pochi ma moltissimi in una gara così breve". "E' stato a questo punto che è cominciata la sofferenza più grande: bastava che qualcuna si fosse infilata tra me e Lindsey ed addio coppa visto che c'erano soli tre punti di differenza. (...) (ANSA)

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro TRUFFA

M O L E S T IE Acqua, carta e cicche lanciate sul balcone: condannato. Sanzionati i comportamenti di un uomo che ha preso di mira la famiglia che vive al piano di sotto. Per i Giudici è legittimo parlare di ?getto pericoloso di cose?. (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 9474/18; depositata il 2 marzo)

PROFESSIONE FORENSE Il rigetto della domanda di iscrizione dell'avvocato stabilito non può prescindere dall'audizione personale. In materia di iscrizione all’albo degli avvocati stabiliti, la mancata audizione dell’avvocato istante comporta l’affermazione dell’esistenza di un errore in procedendo nella delibera del COA, con conseguente annullamento. (CNF, sentenza n. 206/17; depositata il 18 dicembre)

ASSEGNO DI MANTENIMENTO Avvocato abilitato: il padre può sperare di non dovergli più versare il mantenimento. Necessario un nuovo giudizio in Appello, ma i giudici della Cassazione danno una speranza al genitore. Da valutare con attenzione il fatto che il figlio, una volta ottenuto il titolo, abbia continuato a operare nello studio legale del fratello. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 1, ordinanza n. 5088/18; depositata il 5 marzo)

Cartellino timbrato condannato.

e

via

dall'ufficio:

Sanzionato il messo notificatore di un Comune siciliano. Irrilevante il fatto che egli in diverse occasioni avesse manifestato la propria disponibilità ad essere operativo ben oltre l'orario di servizio. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per truffa.. (Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza n. 9900/18; depositata il 5 marzo)

RISARCIMENTO DANNI La richiesta di risarcimento al Fondo di garanzia per le vittime della strada deve essere inviata all'impresa designata. Ai sensi dell’art. 287 cod. delle assicurazioni private, «l’azione per il risarcimento dei danni causati dalla circolazione dei veicoli e dei natanti, per i quali vi è obbligo di assicurazione, può essere proposta solo dopo che siano decorsi 60 giorni da quello in cui il danneggiato abbia chiesto il risarcimento del danno, a mezzo raccomandata, all’impresa designata». (Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n. 4936/18; depositata il 2 marzo)

LOCAZIONE Vizi nell'immobile: il conduttore non può procedere all'arbitraria autoriduzione del canone. Il sinallagma che contraddistingue il contratto di locazione non consente al conduttore di sospendere il pagamento del canone, salvo nel caso in cui venga completamente a mancare la controprestazione. (Corte di Cassazione, sez. III Civile, ordinanza n. 4913/18; depositata il 2 marzo)

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro D e b i t i d e l d e f unt o: chi l i p a g a ?

Quando si è tenuti a pagare i debiti del le multe; defunto? Quali debiti si trasferiscono agli le sanzioni; eredi? Vediamolo in questo approfon- i debiti caduti in prescrizione. dimento Le multe per violazioni al Codice della Come tutti sappiamo, nemmeno la morte Strada non si ereditano. Quindi, se dovesse cancella i debiti. O per meglio dire, non li arrivare una contravvenzione per una cancella tutti. Infatti in alcuni casi i debiti infrazione commessa dal defunto quando del defunto passano agli eredi, mentre in questi era ancora in vita, è bene sapere che altri non si trasmettono e, dunque, non gli eredi non sono tenuti al pagamento: vanno più pagati. Ma su cosa si basa basterà produrre alla polizia il certificato di questa differenza? Lo scopriamo nel morte per ottenerne lo sgravio. Così come prosieguo. Adesso è il caso di anticipare non è dovuto il pagamento per una cartella che i debiti come i crediti passano agli esattoriale per il mancato pagamento di eredi familiari che accettano l’eredità. una multa da parte del defunto. In questo Alcuni debiti, però, per la loro stessa caso, infatti, è possibile chiedere lo sgravio natura sono strettamente personali del della cartella. Come le multe, non si defunto e pertanto non si trasferiscono trasferiscono agli eredi neppure le altre neppure in caso di accettazione sanzioni per violazioni amministrative. dell’eredità. Vediamoli nel dettaglio. Tanto per fare un esempio, si tratta delle sanzioni comminate in caso di emissione di Debiti del defunto: quali si trasferiscono assegni protestati o per qualsiasi altra agli eredi? violazione amministrativa. Come detto non tutti i debiti del defunto si trasferiscono agli eredi. Tra quelli che Non si trasmettono agli eredi neppure i passano vi sono i debiti di natura civile e debiti che nel frattempo, sono caduti in tributaria. Tra i primi si pensi ad esempio prescrizione, ossia per i quali il creditore è ad un mutuo non ancora estinto, stato inerte e non ha provveduto ad inviare all’assicurazione auto, alle utenze di luce e diffide, solleciti ed in ogni caso altri atti gas se non disdettate, ai contratti con interruttivi della prescrizione. I termini di rinnovo automatico (anch’essi solo in prescrizione sono diversi a seconda del tipo assenza di disdetta), ad una condanna del di debito e variano anche per le imposte. giudice a pagare le spese processuali a Per sapere di più in ordine alla prescrizione seguito di una soccombenza in giudizio, ad di un debito leggi Dopo quanto tempo un un risarcimento del danno, ai debiti con il debito cade in prescrizione?. condominio e così via. Tra i debiti di natura tributaria ci sono invece il bollo auto, il Debiti del defunto: la rinuncia all’eredità canone Rai, imposte non pagate e via Come detto in apertura, alcuni debiti non si dicendo. trasferiscono agli eredi nel caso in questi rinuncino all’eredità. La rinuncia all’eredità D e bi t i de l defunto: quali non si consiste in una dichiarazione di non voler trasferiscono agli eredi? accettare il patrimonio lasciato dal defunto Tralasciando i debiti che non si (con testamento o senza). trasmettono agli eredi solo per via della La rinuncia deve essere frutto di una scelta rinuncia all’eredità, ve ne sono altri che, libera da condizioni e da termini, gratuita e invece, per loro stessa natura non si a favore di tutti gli altri chiamati trasmettono agli eredi. I debiti che alla all’eredità. morte di un familiare non si trasmettono continua agli eredi sono: Page 45

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro Debiti del defunto: accettazione con beneficio d’inventario Tra le due soluzioni innanzi dette c’è sempre la via di mezzo: ossia l’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario. Con questa scelta non viene meno la da un Notaio; responsabilità dell’erede per i debiti, ma dal Cancelliere del Tribunale del circon- con questa forma di accettazione (detta dario in cui si è aperta la successione; beneficiata) l’erede acquista il diritto a non risponderne al di là dei beni lasciatigli dal La dichiarazione deve essere inserita nel defunto. Registro delle successioni conservato nello stesso Tribunale. Il diritto di rinunciare note all’eredità (che è speculare a quello di [1] Art. 480 Cod. Civ. accettare l’eredità) si prescrive in 10 anni [1] dal giorno della morte del defunto. La [2] Art. 521 Cod. Civ. rinuncia ha un effetto retroattivo: infatti il . soggetto chiamato all’eredità che vi www.business.laleggepertutti.it rinuncia viene considerato come se non vi fosse mai stato chiamato [2]. Ma come si rinuncia all’eredità? La rinuncia all’eredità può essere fatta con una dichiarazione ricevuta alternativamente:

Cassazione: sì al sequestro del cellulare a chi s ca t t a f ot o d i na s cos t o 04 marzo 2018 Il comportamento di chi riprende o scatta con il cellulare alcune e sporadiche fotografie senza il consenso del soggetto ripreso è idoneo a configurare il reato di cui all'art. 660 c.p. (Molestia o disturbo alle persone) ed è dunque ammissibile il sequestro probatorio del cellulare. Ciò anche laddove la persona ritratta non si renda conto di essere ripresa, in quanto la norma tutela la tranquillità pubblica per l'incidenza che il suo turbamento ha sull'ordine pubblico Lo ha precisato la Corte di Cassazione, prima sezione penale, nella sentenza n. 9446/2018 (qui sotto allegata), respingendo il ricorso avanzato da un uomo, indagato del reato di molestia. La vicenda Il Tribunale di Palermo aveva confermato, con ordinanza, il decreto di convalida emesso dal P.M. relativo al sequestro Page 46

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probatorio del telefono cellulare dell'indagato che era stato "beccato" dagli agenti della vigilanza in un supermercato, seduto su una carrozzina per disabili, intento a seguire e a riprendere una giovane donna con il suo telefono cellulare. Sul punto, giudice a quo è chiamato a verificare l'astratta configurabilità del reato ipotizzato valutandone il fumus in relazione alla congruità degli elementi rappresentati e si tratta di una valutazione che non avviene nella prospettiva di un giudizio di merito sulla concreta fondatezza dell'accusa, ma con esclusivo riferimento alla idoneità degli elementi, su cui si fonda la notizia di reato, a rendere utili ulteriori indagini, non altrimenti esperibili senza la sottrazione del bene all'indagato. Secondo il Tribunale, nel caso di specie l'accusa aveva correttamente ipotizzato la sussistenza del reato di molestia o disturbo alle persone e, pertanto, era stata ritenuta

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro la natura di corpo di reato della res in sequestro, nonché della necessità di mantenimento del vincolo reale ai fini delle indagini, in particolare per accertare la presenza di documenti fotografici della donna all'interno del telefono cellulare. Cassazione: chi riprende e scatta foto di nascosto reca molestia alle persone Inutile per l'indagato il ricorso in Cassazione lamentando l'insussistenza dei presupposti per configurare la contravvenzione ipotizzata. La difesa sostiene che la condotta asseritamente posta in essere dall'indagato non aveva invaso la libera determinazione della persona offesa, nè aveva recato molestia o disturbo alla stessa. Il ricorrente deduce come erano stati eseguiti pochi e sporadici scatti fotografici, di cui la persona ritratta neppure si era accorta (la denuncia era stata sporta in base a quanto osservato dai vigilanti addetti alla sicurezza del supermercato), ragione per la quale non era ipotizzabile nessuna lesione alla tranquillità personale "bene giuridico tutelato dalla norma contestata".

Come precedentemente affermato dalla giurisprudenza di legittimità, ai fini della sussistenza del reato previsto dall'art. 660 c.p., la molestia o il disturbo devono essere valutati con riferimento alla psicologia normale media, in relazione cioè al modo di sentire e di vivere comune. Sicché, nel caso in cui il fatto sia oggettivamente molesto o disturbatore, è del tutto irrilevante che la persona offesa non abbia risentito alcun fastidio. Dunque, l'ordinanza impugnata, che ha ritenuto sussistente il fumus del reato, stimando il fatto come rappresentato nella sua oggettività (che nemmeno il ricorrente contesta) idoneo a integrare l'interferenza momentanea nella tranquillità del privato, indipendentemente dalla percezione del soggetto fotografato, si sottrae alla censura circa la non configurabilità, nemmeno in astratto, della contravvenzione ipotizzata. Cass., I pen., sent. n. 9446/2018

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Tuttavia, osserva la Cassazione ritenendo infondata l'impugnazione, nel caso di specie il provvedimento impugnato non è affatto immotivato e le ragioni che lo sostengono sono oggetto di illustrazione coerente, comprensibile e giuridicamente corretta. Difatti, in materia di molestia o di disturbo alle persone, l'art. 660 c.p. è teso a perseguire quei comportamenti astrattamente idonei a suscitare nella persona direttamente offesa, ma anche nella gente, reazioni violente o moti di disgusto o di ribellione, che influiscono negativamente sul bene giuridico tutelato che è l'ordine pubblico. Oggetto di tutela da parte della norma è dunque la tranquillità pubblica, mentre l'interesse privato individuale riceve una protezione soltanto riflessa, sicché la tutela penale viene accordata anche senza e pur contro la volontà delle persone molestate.

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Il mondo della Tecnologia

Il primo ricevitore touch a zero energia p a rl a i t a l i a no

02 marzo 2018 Parla italiano il primo ricevitore touch privo di batteria che non consuma energia: a realizzarlo è stato un ricercatore del Politecnico di Zurigo, Michele Magno, che è ora in attesa del brevetto. L'invenzione aprirà le porte ad una nuova generazione di dispositivi indossabili per l'Internet delle Cose, con applicazioni che vanno dalle automobili alle etichette intelligenti, fino allo scambio di informazioni tra sensori con una semplice stretta di mano. "Il trucco sta nel ricavare l'energia necessaria direttamente dal trasmettitore, con il solo tocco di un dito", spiega Magno. Il principio è semplice ma realizzarlo è stata una sfida: il ricevitore, che non ha una propria batteria, cattura il segnale tramite un elettrodo quando entra in contatto col corpo umano.

la utilizza successive.

per

eseguire

le

operazioni

"In questo modo abbiamo un ricevitore che consuma davvero zero e che può essere usato in tantissimi modi - aggiunge il ricercatore italiano - come sensori touch sulle automobili che riconoscono il proprietario e gli aprono le porte". Un'altra interessante applicazione sono i dispositivi indossabili, che ad esempio possono comunicare tra loro se indossati su diverse parti del corpo di una persona, o scambiarsi informazioni con una stretta di mano tra due utenti. fonte

Ma prima del comando vero e proprio il trasmettitore invia un segnale che non contiene informazione, il cui scopo è "svegliare" il ricevitore: quest'ultimo assorbe l'energia contenuta nel segnale e Page 48

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A m ore m i o uc c i d i G a ri b a l d i Libro d’esordio della giornalista e scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, Amore mio uccidi Garibaldi, edito da Longanesi nel 1980, riproposto dalla stessa casa editrice nel 2011, è un romanzo senza pretese storiche, anche se racconta fatti realmente avvenuti e che riguardano vicende determinanti per l’Europa dell’Ottocento. E’ il racconto di una storia d’amore coniugale realmente vissuta e con essa l’avventura terrena di uomini e donne i cui nomi altrimenti sarebbero rimasti nelle carte conservate in una soffitta di quella che un tempo fu la «terronia» dell’impero austriaco e che oggi è il Trentino-Alto Adige. È il 23 giugno 1866. Il giorno seguente le truppe imperiali austriache sconfiggeranno quelle del giovane regno d'Italia a Custoza. Quasi un mese dopo identica sorte avrà la battaglia navale di Lissa. Ma Garibaldi è saldamente attestate nel Trentino e con le camicie rosse dei suoi volontari, autentici guerriglieri dell'Ottocento, semina il panico tra i militari austriaci e la popolazione fedele a Francesco Giuseppe. "Amore mio, uccidi subito questo Garibaldi", scrive la principessa Leopoldina Lobkowitz al marito, conte Fedrigo Bossi Fedrigotti, che ha indossato la sua divisa di ussaro dell'imperatore ed è partito per la guerra. Leopoldina arriva dagli splendori di Vienna, da un sontuoso palazzo in una piazza intitolata ancora oggi alla sua famiglia, dagli agi di immense tenute in Boemia. Da lì è giunta a Rovereto in casa dello sposo, nobile "povero" di una povera provincia dell'impero, di cognome italiano, di dialetto trentino, ma di sentimenti incrollabilmente asburgici. Al suo fianco, e attraverso lo scambio di queste lettere, Leopoldina vive questo sconvolgersi del mondo che già prelude al crollo dell'Austria Felix. Le lettere che Fedrigo e Leopoldina si scambiarono durante quei due mesi, «riscritte» dall’autrice, costituiscono l’ossatura del romanzo che evidenzia il ritratto di un’epoca, di un angolo di mondo, di una società, delle loro vicende private e dei loro amici, che soltanto la visione letteraria può darne. In queste lettere si coglie la sensibilità tutta femminile e intimamente aristocratica di Leopoldina, la quale tra il mondano e lo svagato scongiura il marito di liberare tutti loro da quello che ormai è un incubo, viste le vittorie in battaglia che, al contrario dei regolari italiani, riesce a ottenere il capo delle camicie color porpora. «Mi dici che vai nelle montagne sopra Rovereto, verso il lago di Garda. È lì che vi tormenta Garibaldi, con i suoi rossi banditi. Amore mio, uccidi subito questo Garibaldi! Lo trovi, gli spari e torni da me». Non ammazzerà Garibaldi, naturalmente, il bisnonno dell’autrice, e neanche lo vedrà. Ma non gli sarà data la pena di «morire italiano», perché sulla sua terra il tricolore sventolerà nel 1918, lui ormai scomparso da tempo. Leopoldina morirà dieci anni prima, convinta, forse, che il Tirolo sarebbe rimasto austriaco. Il romanzo, che si legge con facilità e con grande piacere, è veramente bello, affascinante e commovente al tempo stesso, un vero gioellino. Antonio Savastano Issue 1

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Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo Pietro Pancamo, autore della silloge poetica «Manto di vita» (LietoColle), conduce un podcast letterario a cadenza mensile su Radio Big World (emittente italofona di Madrid) e scrive per la piattaforma culturale di Hong Kong «Beyond Thirty-Nine». Ha collaborato, come recensore, con il sito dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera». Dopo essere stato incluso nell’antologia «Poetando» (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo, si è visto pubblicare una breve raccolta di versi dal blog «Poesia» di RaiNews 24 e dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana. Di recente è apparso su «Diogen», rivista letteraria di Sarajevo fra le più importanti d’Europa.

FORSE IL TEMPO È L’ONDA D’URTO DEL BIG BANG

Forse il tempo è l’onda d’urto del Big Bang (e l’ira, l’onda d’urto dell’odio). Forse il corpo è il marchio di Caino, la stella di David (o meglio di Adamo) che siamo tutti condannati a portare per stornare di netto da noi l’identità d’identità che ci lega inscindibile alla schiera degli angeli; per distinguerci a pieno (senza scuse, senza pace, senza scampo, senz’appello) dalla stirpe degli angeli nostri gemelli.

E forse il cosmo intero (che nasce per sempre e di vero soprassalto dall’ira giustissima che ci ha esclusi dall’Eden) è il nostro ghetto, in realtà; il nostro lager? Allora l’universo... è concentrazionario? È un block ogni galassia? .

Pietro Pancamo (pipancam@tin.it)

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Presi per la..... Gola!!!!

Panzanella di pomodoro con scampi di Fano, s a l s a d i p a t a t e e t a rt uf o ne ro

ingredienti per 4 persone 2 fette di pane bianco senza sale marchigiano di Chiaserna 8 pendolini rossi 8 foglie di basilico 1 spicchio d'aglio senz'anima 1 dl di extravergine di Cartoceto 1 rametto di timo limonato 1 tartufino nero 1 patata bollita sbucciata 8 foglie di spinaci fresche 1 dl di brodo di crostacei (realizzato con la testa degli scampi) 4 scampi dei barchetti di Fano (gr 150 ca. cadauno) sale e pepe Preparazione Rosolare a fuoco lento in padella con extravergine l’aglio tritato, aggiungere i pendolini rossi a dadini, il basilico julienne, il pane ammollato e strizzato, salare e pepare, lasciare in caldo. Sgusciare gli scampi, estrarre la polpa, rosolala su ambo i lati con extravergine e foglioline di timo, in padella antiaderente calda, per 1/2 minuto. Lasciare al caldo. Far bollire testa e coda 3 minuti, serviranno per completare il piatto, ed il liquido per la salsa. Far frullare il brodo ottenuto sopra, con la patata bollita e le foglie di spinaci, poco olio, sale e pepe, fino a raggiungere una consistenza filante. Preparazione del piatto: stendere a specchio la salsa nel piatto caldo, mettere la panzanella all’interno di un cerchietto per dargli forma, adagiarvi sopra la polpa di scampo, guarnire con testa e coda di scampo, un rametto di timo fiorito e julienne di tartufo nero. fonte Issue 1

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Effetto....gusto.. Viveur IGP • Terre Siciliane Vino Biologico

Vigneto Le uve provengono dal territorio di Salemi ad un’altitudine di circa 140 metri s.l.m. Il terreno, ricco di sostanza organica, presenta una struttura limosa-argillosa. Vendemmia Nella prima decade di Agosto, nelle ore più fresche della giornata. Vinificazione Le uve vengono vinificate in vasche d’acciaio termo-controllate a 15°C. A fine fermentazione e dopo la filtrazione, la maturazione prosegue in vasche d’acciaio termocontrollate. Prima dell’imbottigliamento il prodotto viene sottoposto ad una seconda rifermentazione in piccole autoclavi, utilizzando il metodo Martinotti - Charmat, allo scopo di ottenere un vino frizzante ad una pressione di circa 2 atmosfere.. Caratteristiche organolettiche

Dal colore giallo paglierino chiaro con leggeri riflessi verdolini. Al naso elegante e floreale

sentori di fiori di campo e pera; al palato armonico, delicato, fresco e di facile beva grazie ad una bollicina fine e delicata.

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“Chi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia" Paulo Coelho

Marzo 2018 • Anno XI I 15 marzo 2018

• Numero 125

Co.Bo.Di.

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Issue 1

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