Effettotre – n 120 ott 2017

Page 1

OTTOBRE201 7 • ANNO XI • N UMERO 1 20

An z ian i t ut e lat i c o n t r o g io v an i p r e c ar i: il

l av o r o è l o s t e s s o , ma l a p ag a è di me z z at a

EffettoTre è consultabile anche on line www.cesd.onlus.com Per un'informazione in tempo reale

S P E C IA L E U N IV E R S IT A ' EffettoTre è consultabile anche on line www.cesd.onlus.com Per un'informazione in tempo reale

EffettoTre è consultabile anche on line www.cesd.onlus.com www.cesd.onlus.com reale Per un'informazione Per un'informazioneinintempo tempo reale


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

E l e m e nt i d i p s i col og i a cri m i na l e : a p p rof ond i m e nt i s u f a t t i re a l m e nt e a cca d ut i 1 2 o t t o b re 2 0 1 7

all'interno della parola e il vissuto che è cornice dell'essere umano possono dare spunti interessanti per la comprensione di determinate dinamiche e di determinati comportamenti che fanno scaturire eventi criminali.

È stato presentato ieri, 11 ottobre 2017, presso Palazzo Mazzarino (se de dell'Università Telematica "Pegaso"), in Via Maqueda, 383, a Palermo, il libro "Elementi di psicologia criminale", a cura di Roberto Turrisi, con la prefazione di Monica Mandalà e la collaborazione di diversi professionisti del settore. Sono intervenuti all'incontro gli psicologi e psicoterapeuti Monica Mandalà, Ivan Formica e Salvatore Di Carlo. Un interessante dibattito sulla psicologia del crimine racchiuso in un libro che è un "capolavoro di impegno", come lo definisce lo stesso Roberto Turrisi.

Partiamo dalla bellezza Non si può parlare di benessere psicologico senza partire e sottolineare il concetto di bellezza: "la bellezza - sostiene Roberto Turrisi - ha un ruolo fondamentale in questo testo e perché vada contemplata c'è bisogno del silenzio, ma perché vada costruita c'è bisogno del discorso. L'assenza di parola, quindi, è la causa maggiore di malessere psicologico e può avere effetti eccezionali o devastanti se correttamente o per nulla utilizzata".

L'importanza del dialogo, del potere delle emozioni e del senso puro della parola, una parola che cattura, che si esprime e che coinvolge, è un leitmotiv dell'intero testo: la possibilità di esprimere la propria emozione, la spiegazione del senso Page 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

È, quindi, importante non rinchiudere le dinamiche all'interno di "etichette psicopatologiche", ma capire con quali modalità queste dinamiche si attivano e come poter intervenire nei fattori scatenanti e non sugli effetti/sintomi.

Mai improvvisarsi detective Nel suo intervento, la Dott.ssa Monica Mandalà, approfondisce un particolare aspetto del testo, che riguarda l'approccio "da detective" del professionista che, lei, reputa "un grande errore". Infatti, è fondamentale prendere le distanze dalle cose e guardarle da un punto di vista più ampio per riuscire ad osservarle nella loro totalità, evitando l'approccio "a lente d'ingrandimento", tipica dei detective e non degli esperti di psicologia e psicopatologia criminale. Questo libro aiuta a guardare questi aspetti in maniera più ampia per poi permettere di concentrarsi in un aspetto in particolare, in base alla competenza del singolo lettore. Aspetti che non si potranno mai riscontrare nelle storie narrate dai programmi e dalle trasmissioni televisive tanto diffuse. Dov'è il confine? Esiste una psicologia criminale o è meglio definirla psicologia del crimine? Il linguaggio specifico della psicologia, spesso, viene utilizzato impropriamente ed è entrato a far parte della nostra vita come se tutto potesse essere spiegato con la psicologia, ma non è un corretto approccio. La psicologia viene integrata per dare una lettura più ampia di alcuni aspetti del crimine e della scienza criminologica. (...) Fonte

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO Universitas Mercatorum. Via ai corsi a Curtatone 0 6 o t t o b re 2 0 1 7

dell’Universitas Mercatorum Danilo Iervolino ha spiegato: «Il nostro è l’ateneo del cambiamento, perché offre a chi lavora la possibilità di proseguire gli studi ed aiuta i giovani a credere in loro stessi. La nostra missione è costruire ponti con le imprese del territorio e favorire la crescita economica de l l a comunità».

CURTATONE. «Mai avrei immaginato di poter un giorno inaugurare una sede universitaria nella mia città». Il sindaco Carlo Bottani non nasconde l’emozione di trovarsi dinanzi alla realizzazione di un sogno.

Circondato da una folla in festa e da alcuni volti noti del mondo della politica e della cultura, taglia il nastro della nuova sede dell’Universitas Mercatorum, proiettando Curtatone nel circuito delle città accademiche 4.0, dove il sapere viaggia veloce sulla rete e raggiunge gli studenti direttamente a casa. L’ateneo telematico delle Camere di Commercio ha trovato casa nel municipio di Corte Spagnola.

Il suo primo vagito è stato festeggiato ieri sera con una visita guidata alle postazioni informatiche, allestite nei locali dell’Informagiovani, e con convegno che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Irene Pivetti, già presidente della Camera dei Deputati, dell’assessore regionale Massimo Garavaglia, del rettore dell’ateneo Giovanni Cannata, del direttore scientifico di Pegaso Francesco Fimmanò, di Carlo Zanetti, presidente della Camera di Commercio di Mantova e di Calogero di Carlo, responsabile delle sedi d’esame. Collegato in videoconferenza, il presidente

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Di Carlo ha invitato le nuove generazioni a «non piangersi addosso e a guardare con ottimismo al futuro». Un concetto ribadito dalla Pivetti: «Basta lamentarsi. Noi italiani dobbiamo riscoprire il desiderio di fare da traino all’economia del paese. Il nostro impianto istituzionale è sprovveduto rispetto alle dinamiche muscolari dei mercati internazionali, perciò dobbiamo investire nella formazione, perché non esistono alternative allo studio. Mercatorum è lo strumento giusto per rivendicare la nostra cultura, perché è democratico e permette a tutti di avere accesso al sapere». Bottani ha sottolineato che il nuovo ateneo telematico non farà concorrenza all’università di Mantova, poiché propone corsi complementari. «Raccogliamo la sfida di fare da ponte tra le due realtà». Chiuso il sipario sul momento di festa, da lunedì a Corte Spagnola si apriranno le iscrizioni. L’offerta formativa propone due corsi di laurea triennale di primo livello (uno in gestione d’impresa, con due differenti indirizzi, l’altro in scienze del turismo), un corso di laurea magistrale in management ed un’ampia scelta di master.

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter


Novità dal mondo UNIVERSITARIO Ecco i nuovi vertici del Real Cefalù 0 6 o t t o b re 2 0 1 7

Nel pomeriggio di ieri, presso Palazzo conta, la Serie A.

Successivamente all’intervento di Di Carlo tutta la squadra si è presentata ai due nuovi dirigenti che a seguire hanno scattato le foto di rito con le nuove maglie che accompagneranno la compagine di Castellana in questa stagione 2017/2018.

Mazzarino sede dell’Università Telematica Pegaso, si è suggellato un accordo storico tra la stessa Università e la società cefaludese del Real Cefalù. UniPegaso entra in maniera importante all’interno dell’organigramma della realtà normanna. Stefano Castiglia, storico ex presidente dei “Leoni”, attuale rappresentante di Lega, ha preso per primo la parola dando il benvenuto al neo Presidente Calogero Di Carlo e al presidente onorario il fratello Salvatore, dichiarando di essere felice di vedere finalmente occupata la casella di Presidente che fino ad oggi era vuota a causa delle proprie dimissioni, di essere altrettanto entusiasta di questo ingesso in società da parte di Pegaso e che insieme si guarderà avanti per il raggiungimento di grandi obiettivi, uno su tutti l’immediata promozione in A2. A conclusione del suo intervento Castiglia ha passato la parola a Calogero Di Carlo che pieno di entusiasmo per questa nuova avventura ha dato il benvenuto ai dirigenti e ai giocatori affermando di essere una persona che crede nei giovani e di amare il calcio e che spera che questa società possa dare anche una mano d’aiuto all’indotto turistico delle Madonie soprattutto con www.cefaluweb.it l’approdo della società nel Futsal che Page 3

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO Cosenza: per la prima volta in Calabria la cerimonia di seduta di laurea dell’Università Telematica Pegaso 28 settembre 2017

soddisfazione questo evento – commentano Nando Verardi e Lillino Citrigno, Martedì 26 settembre, dalle ore 12.00, responsabili della sede di Cosenza – presso la Sala Capitolare del Chiostro di perché rappresenta un importante San Domenico in Piazza Tommaso riconoscimento per la nutrita comunità Campanella a Cosenza, si è svolta per la studentesca della Calabria. Desideriamo prima volta in Calabria la cerimonia della ringraziare il presidente Danilo Iervolino, il seduta di laurea dell’Università Telematica rettore Alessandro Bianchi e il responsabile Pegaso. A presentare la tesi sono stati nazionale delle sedi, Calogero Di Carlo per diciotto studenti dei corsi di laurea in: l’attenzione che hanno riservato al nostro Giurisprudenza, Economia Aziendale, territorio, e auspichiamo che si Scienze Economiche, Ingegneria, Scienze intensifichino le iniziative di incontro e di dell’Educazione e della Formazione, confronto. Allo stesso tempo, è nostra Scienze Pedagogiche, Scienze Motorie, intenzione rivolgere i migliori auguri alle Management dello Sport e delle Attività famiglie e ai neodottori per il Motorie. La commissione, presieduta dal conseguimento di questa tappa rettore Alessandro Bianchi - e formata dai fondamentale per la crescita personale e professori Calogero Di Carlo, Stefano professionale di ciascuno di loro”. Palermo, Roberto Ranucci, R a ffa e l e Bonanni, e da due componenti aggiuntivi, Nando Verardi e Lillino Citrigno – ha avuto http://www.strettoweb.com il compito di vagliare gli elaborati e di proclamare i primi dottori laureati nella sede di Cosenza. “Accogliamo con grande

Page 4

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO Ragusa: aperta la 17^ edizione del Worldwide Indoor Soccer Police Association di calcio a 5

Ragusa ed abbinato all’undicesima edizione della Coppa Città Barocca. Una partecipazione che avviene, come ricordato anche da Luc Bordon presidente della Wispa, anche nel segno della beneficenza.

20 settembre 2017

RAGUSA Con gli inni nazionali, le bandiere e le sfilate delle varie delegazioni straniere ha preso il via ieri sera la 17esima edizione del torneo internazionale di calcio a 5 Worldwide Indoor Soccer Police Association, riservato interamente alle forze di polizia di tutto il mondo. Quest’anno è infatti la Sicilia ad ospitare, per la prima volta, questo torneo internazionale che si svolge nel segno del fair play, della fratellanza e dell’amicizia tra popolo. Non solo sport, dunque, ma la voglia di ritrovarsi insieme per un momento di confronto e di valorizzazione della professione. Le delegazioni sono giunte dalle Barbados, dal Belgio (che insieme ad Irlanda ha creato un’unica delegazione), dal Brasile, dal Canada, dalla lontana Cina, dall’Estonia, dalla Francia, dall’Inghilterra, da Malta, dalla Svizzera, dalla Romania (partecipa con ben due delegazioni), dalla Russia (una delle delegazioni più corpose), dalla Turchia, dall’Ucraina (anche in questo caso due delegazioni), e poi numerose delegazioni dall’Italia e in particolare dalla Sicilia. 170 poliziotti da tutto il mondo per ritrovarsi in provincia di Ragusa, all’Athena Resort, per l’appuntamento sportivo promosso dal Gruppo Sportivo della Polizia Municipale di Page 5

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Prof. Di Carlo a Kastalia (RG) - una serata con i responsabili di 20 squadre di calcio a 5 provenienti da tutto il mondo. È' stato presentato a loro "Pegaso International" con sede a Malta ed è stata donata una targa ricordo in occasione del torneo internazionale che si è aggiudicato la Cina.

fonte

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO E ra s m us + A A 2 0 1 7 / 1 8 Aperti i bandi per mobilità studenti

L’Università Telematica Pegaso ha pubblicato i Bandi ERASMUS+ per l’assegnazione di borse di mobilità per studio e per traineeship relative all’a.a. 2017/ 2018. La mobilità per studio permette di trascorrere, a partire dal secondo anno di studi, un periodo presso un’altra università europea, con cui l’Università Telematica Pegaso ha firmato un Accordo Interistituzionale: sarà possibile frequentare i corsi senza ulteriori tasse di iscrizione e sostenere gli esami all’estero.

La mobilità per tirocinio (traineeship) consente di trascorrere, a partire dal primo anno di studi, un periodo di 2 mesi in un altro paese europeo presso un’impresa o un’altra organizzazione, che può essere individuata autonomamente dagli studenti. Anche i neolaureati, possono fare domanda di traineeship, purchè rispondano al bando e risultino selezionati, prima di laurearsi.

consegna a mano presso la Segreteria Studenti dell'Università Telematica Pegaso, sita in Piazza Trieste e Trento n. 48 – 80132 Napoli, oppureper via telematica all’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC)international@pec.unipegaso.it. PER MAGGIORI INFORMAZIONI

email: erasmus@unipegaso.it

Sede di Salerno: Piazza Umberto I, 2 84121 Salerno Dott.ssa Isabella Colamarco 089 9955930 Sede di Napoli: Piazza Trieste e Trento n. 48 80132 Napoli Dott.ssa Daniela Civitillo 081 19137500

Orario Ricevimento Martedì e Giovedì dalle ore 10:00 alle ore 14:00

I bandi per l’assegnazione delle borse di Il ricevimento degli studenti si effettua solo mobilità e la relativa domanda di su appuntamento da concordare tramite i partecipazione sono disponibili alla pagina recapiti sopra indicati. http://www.unipegaso.it/website/internatio nal/erasmus

La domanda deve essere trasmessa entro e non oltre il 23 ottobre 2017mediante Page 6

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 7

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 8

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 9

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 10

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 11

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 12

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 13

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 14

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 15

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 16

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 17

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

ISCRIZIONI APERTE

Page 18

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 19

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 21

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 22

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Aperte iscrizioni a.a. 2017/2018

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’


Aperte iscrizioni a.a. 2017/2018

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’


a pplicativo unicesd Presentiamo un nuovo utilissimo strumento dall'Universidas Centro Studi Salvo D'Acquisto.

messo

a

vostra

disposizione

Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso. Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso.

FUNZIONALITÀ:

L’App mobile UNICESD si suddivide in 2 aree principali, una pubblica ed una ad

accesso riservato. L’area pubblica offre la possibilità di controllare le nuove attività promosse dal mondo Unipegaso, con collegamenti diretti ai canali social. L’area privata consente di apprendere tutte quelle nozioni che servono ai poli didattici per guidare i propri iscritti sui percorsi universitari, modalità di svolgimento degli esami e tante altre notizie interessanti. È inoltre possibile condividere le informazioni con la propria rete network, per essere sempre aggiornati sui calendari di esami e sugli aggiornamenti normativi e degli assetti universitari.

SCARICA APP PER:

Page 25

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


SEDE DI PALERMO

I S CRI ZI O N I AP E RTE Il giorno 8 ottobre 2013 è stata prodotta la comunicazione di apertura delle iscrizioni ai Master biennali per l'a.a. 2014/2015 - 2015/2016 con scadenza il 30 settembre 2014 afferente l’Accademia Forense, un’eccellenza dell’offerta formativa della nostra Università. L’unica Accademia Forense on-line partecipata da 107 docenti provenienti da 40 Università! Si tratta di Master di II livello, vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale per la specializzazione e l’aggiornamento professionale nelle varie discipline giuridiche. Si compone di vari ambiti formativi di notevole interesse, sia in termini di moduli didattici, svolti da Docenti di elevata e riconosciuta professionalità (clicca il link per visionare elenco dei Docenti) http://www.accademiaforensepegaso.it/i-docenti-dell-accademia/ co on esperienza a livello internazionale, siia come strumenti e tecniche che trasmette al discente, immediatamente spendibili nel mondo delle professioni ad alto valore innovativo. I Master sono destinati a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di Laurea quadriennale, Laurea di II livello (3+2) e/o del previgente ordinamento Laurea Magistrale ed in particolare a tutti i laureati “PEGASO -CESD” che durante il “quinquennio” hanno conseguito la Laurea Magistrale (Vds. Progetto Siena ecc.). Possono, altresì, iscriversi al Master coloro i quali sono iscritti all’Albo degli Avvocati, una delle professioni in continuo aggiornamento, o coloro che sono abilitati alla professione, compresi i praticanti avvocati, abilitati all’esercizio della professione forense e/o non ancora iscritti all’Ordine degli Avvocati. Il titolo che si consegue al termine del Master è: Diploma Universitario Master Biennale di II livello, con il riconoscimento di 60 CFU. Ha la durata di due anni accademici per un numero complessivo di 1500 ore. Si può inoltre usufruire del permesso dedicato al diritto allo studio per un totale di 150 ore annuali. Ebbene, La Pegaso da oggi, ci consente di diffondere tale opportunità di formazione sull’aggiornamento professionale, ad un costo pari a € 600,00 anziché € 850,00 + 50,00 perbollo. I master di specializzazione • Diritto di famiglia, dei minori e delle persone; • Diritto commerciale; • Diritto amministrativo; • Diritto e Processo Penale; • Diritto delle responsabilità civile e delle assicurazioni; • Diritto industriale e della concorrenza; • Diritto della navigazione e dei trasporti; • Diritto del lavoro; • Diritto e Processo Tributario; • Diritto dell’Unione Europea. Si avvia un progetto di ampia divulgazione dell’Accademia Forense la cui responsabilità per la ricerca ed analisi è stata affidata al Prof. Calogero Di Carlo. Per info e dettagli: calogero.dicarlo@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it - infocesd@unipegaso.it 091/7654200 - 3318682197

oppure

Per la formazione continua, per l’aggiornamento professionale e per chi sceglie la formazione di qualità! Page 26

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Nuovi corsi per l'a.a. 2017/2018

UNICESD, oltre ai corsi di laurea, propone una vasta gamma di percorsi didattico/formativi in diversi ambiti per venire incontro alle complesse esigenze del Mercato delle Professioni e del Lavoro in Italia e nella Comunità Europea: -

Master di I e II livello Corsi di alta formazione Esami singoli Certificazioni di lingua inglese Certificazione di lingua italiana per stranieri Certificazione Eipass - passaporto informatico europeo Corsi di aggiornamento professionale; Corsi per Operatore Socio Sanitario (O.s.s. ); Corso di riqualificazione da Osa/Ota a O.s.s.. Chiamaci o visita il nostro sito, diamo più assistenza e migliori servizi alla categoria.

coord.palermo@unipegaso.it - tutorcesd@unipegaso.it - comunicazioni@cesd-onlus.com

www.cesd-onlus.com

Tel. 081 18893962– 091 7654200 - 3318682197 - 3318491822

INSIEME SAREMO PIÙ COMPETITIVI Page 27

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Master in

"Criminologia e Studi Giuridi Forensi-MA668" a.a. 17/18 - iscrizioni sempre aperte

Le precedenti edizioni del master 56 + 78, 100, 127, 213, 240, 297, 391,

451 che si accingono ad iscriversi, quasi tutti, al V anno della Facoltà di

Giurisprudenza, ed il 541 (IV edizione in corso) hanno riscosso un notevole successo, oltre ogni aspettativa grazie alla vostra fiducia che continuate ad accordarci.

Prima di Voi, oltre 9600 iscritti, hanno usufruito di questo straordinario

Master, che ha visto come protagonisti dei pregiatissimi professori e

illustrissimi professionisti nel campo criminologico, di fama Nazionale

quali: il prof. Calogero Di Carlo, direttore accademico del master; il Prof.

Paolo Procacciante, Direttore Medicina Legale, Università degli Studi di Palermo; il Generale Div. CC Nicola Ragetti, già Comandante del RACIS; il

Prof. Nicola Malizia, Criminologo, Docente Università degli Studi Kore di Enna; il Cap. Pietro Maida – Comandante Sez. Chimica – Esplosivi e

Infiammabili- del RIS Carabinieri di Messina; il Prof. Rosario Bianco, Docente Università Pegaso; il Prof. Francesco Fimmanò, Docente e Presidente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso e tanti che si sono susseguiti ed interscambiati, nell’illustrare le avvincenti materie oggetto di studi.

In particolare durante le lezioni sono stati trattati i seguenti moduli:

Il Criminologo Prof. Nicola Malizia, docente presso l’Università degli studi di Palermo e la Kore di Enna: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

INTRODUZIONE ALLA CRIMINOLOGIA MODERNA IL BULLISMO SESSUOLOGIA CRIMINALE MOBBING CRIMINOGENO SERIAL KILLER CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA NELLA DONNA SONNAMBULISMO OMICIDIARIO SETTE SATANICHE ED IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE

Page 28

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Il Generale di Divisione, già comandante del RACIS Carabinieri, Dott. Nicola Raggetti, docente in diverse università italiane: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

IL SOPRALLUOGO ED IL REPERTAMENTO ( 3 LEZIONI) IMPRONTE ( 4 LEZIONI) BALISTICA ( 4 LEZIONI) BIOLOGIA (2 LEZIONI) CHIMICA (2 LEZIONI) DVI : DISASTER VICTIM IDENTIFICATION (1 LEZIONE)

1. 2. 3. 4.

ELEMENTI PRATICI DI CRIMINOLOGIA STALKING LA VITTIMOLOGIA CRIME PROFILING.

1. 2. 3. 4.

LA NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA L'APPROCCIO POSITIVISTA ALLO STUDIO DELLA CRIMINALITA' LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE I LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE II -

La criminologa Avv. Dott.ssa Clelia Gorga, tutor di questo master:

Dott. Tommaso Comunale, università Forlì:

Alla luce di quanto sopra, per far fronte ed esaudire richieste sempre più

esigenti, oggi a Voi, più fortunati, viene offerto per l’anno 2016/2017, il

Master in “Criminologia e Studi Giuridici e Forensi" in sigla MA541 (4 ed.) per una durata di 1925 ore corrispondenti a 77 CFU, che consente la prosecuzione

degli

Giurisprudenza.

studi

nel

Corso

di

Laurea

Magistrale

in

di

Per maggiori informazioni:

0081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197

mastercesd@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it (di carattere amministrativo e didattico)

comunicazioni@cesd-onlus.com

(di carattere generale, logistiche/organizzative)

Page 29

EffettoTre 15 Ottobre 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


E f f e t t o T re Anziani tutelati contro giovani precari: il lavoro è lo stesso, ma la paga è dimezzata Nelle aziende c’è un muro invalicabile che separa i garantiti dai nuovi arrivati privi di tutele e con bassi salari. Spesso svolgono lo stessa identica mansione, ma sono assunti da cooperative esterne. Ecco le loro storie Mattia, 25 anni, lavora alla Citterio salumi e non era neppure nato quando Lanfranco, 54 anni, mise piede per la prima volta nel reparto macellazione del gruppo Cremonini. Adesso tutti e due, Mattia e Lanfranco, si guadagnano da vivere nel distretto della carne di Modena. Entrambi indossano cuffietta e grembiule bianco e svolgono all’incirca le stesse mansioni. A dividerli c’è però un muro che appare altissimo, insuperabile. Il muro che separa i garantiti da tutti gli altri, quelli che hanno conquistato un posto di lavoro sacrificando tutele, protezioni e una buona fetta di busta paga. Lanfranco ha un contratto a tempo indeterminato e ogni 28 del mese riceve un salario con tanto di benefit e ferie. Mattia invece è stato assunto dalla Dictum, la società che ha vinto

EffettoTre 15 Ottobre 2017

l’appalto per il disosso del prosciutto per conto del gruppo Citterio. Il suo posto di lavoro è legato a quell’appalto: il primo è salvo fintanto che l’altro non si esaurisce. Nel frattempo, Mattia guadagna circa 1.200 euro al mese, più o meno la metà di quanto riceve Lanfranco, il suo collega più anziano. Non ci sono benefit e il salario viene accreditato in banca solo il 15 o il 20 del mese successivo.

Co.Bo.Di. Ottobre 2017 Riassumendo Pag. 1 - Anziani tutelati contro i giovani precari: il lavoro è lo s t e s s o, m a l a pa ga è di m e z z a t a Pag. 5 - ARMA Pag. 17 - RAPPRESENTANZA Pag. 19 - ATTUALITA' NEWS Pag. 32 - CESD Pag. 34 - RUBRICHE

Vite parallele, a volte addirittura fianco a fianco nelle stesse aziende, ma mondi diversi. Succede quasi ovunque, ormai, ma soprattutto nelle vecchie fabbriche, quelle sopravvissute alla globalizzazione, a Internet e ai robot. Le storie di Lanfranco e Mattia, così come le altre raccolte in questa inchiesta, raccontano dei diritti persi per strada, e forse per sempre, da milioni

Anno XI - n.ro 120

Pagina 1 di 41


di lavoratori. Tutto è cambiato nell’arco di una ventina d’anni, meno di una generazione.

direttamente dall’azienda. Perché noi non siamo come gli altri, come i dipendenti diretti della Citterio. Su di noi non c’è alcun progetto e nessuno ha interesse a Le aziende si sono trasformate. Sono farci crescere». E poi c’è sempre il terrore diventate più flessibili, più leggere. I salari che la ditta perda l’appalto e salti il lavoro. hanno perso terreno, spesso sacrificati al Se sei interno, invece, «nessuno ti tocca totem della competizione globale tra grandi più». gruppi. La creazione di valore per gli azionisti, spesso in un ottica di breve «La macelleria è un lavoro pesante, ma un termine scandita dall’andamento delle tempo garantiva salari alti e condizioni quotazioni di Borsa, è diventata una contrattuali ottimali», spiega Marco priorità assoluta per i capi-azienda. Tutto il Bottura, segretario della Flai Cgil, il resto viene dopo. E così, una sindacato degli alimentaristi, di Modena. ristrutturazione dopo l’altra, sono stati Negli ultimi anni però, continua Bottura, tagliati i dipendenti che pesavano di più sul «si è diffuso sempre di più un sistema di conto economico. Gli anziani se ne sono appalti con aziende esterne che entrano andati in pensione, sostituiti da giovani nello stabilimento per svolgere funzioni precari, oppure dai robot. E quelli che strettamente legate al ciclo produttivo». resistono, i sopravvissuti alle ondate Risultato: salari più bassi per tutti. successive di prepensionamenti e mobilità, diventano i monumenti viventi di un mondo Anche perché molti nuovi posti sono andati che non c’è più. a immigrati che accettano paghe nettamente inferiori a quelle dei colleghi Lanfranco, all’età di Mattia, era già stato italiani. Inoltre, come ha rilevato più di assunto a tempo indeterminato e prendeva un’indagine della Guardia di Finanza, gli un salario intero, che all’epoca si aggirava appalti esterni corrono sul fi l o intorno a due milioni delle vecchie lire. A dell’illegalità. E così, cooperative che quell’epoca, i dipendenti appena entrati in nascono e muoiono a volte nell’arco di azienda trascorrevano lunghe ore con i più pochi mesi riescono ad aggirare anche quel anziani, nelle salette scuola, per imparare minimo di regole a tutela dei lavoratori. C’è il mestiere. Adesso invece i turni di lavoro di peggio, segnala Bottura: «il sistema sono organizzati in modo che i giovani non degli appalti si sta radicalizzando ed incrocino mai i lavoratori più esperti. «La estendendo anche ad altri settori». È il ditta non assume più nessuno e il mio caso dell’edilizia, ma anche nell’industria lavoro è stato affidato a un’azienda metalmeccanica una quota sempre esterna», spiega Lanfranco. maggiore di lavorazioni viene oggi affidata a ditte esterne. Nell’arco di vent’anni anche le aspirazioni individuali e i percorsi di carriera dei Nunzio Molaro oggi è capo prodotto di singoli lavoratori sono cambiati. Il mercato bordo alla Fincantieri. Ne ha fatta di strada al ribasso dei diritti ha ridimensionato, in questi vent’anni: è partito come operaio, insieme ai salari, anche gli obiettivi di addetto alla costruzione dei tubi per le crescita individuale. Lanfranco ricorda che navi, con una paga da mille euro al mese, già un paio di anni dopo l’assunzione riuscì più premi, tredicesima, ferie, tfr e tante fra cui l’indennità di a passare a una mansione di maggiore garanzie, responsabilità. Adesso invece sogni e disoccupazione: «Nel 2009 mi hanno messo speranze viaggiano al minimo. in cassa integrazione per un anno e mezzo. Poi l’azienda mi ha offerto un corso di Mattia si dice soddisfatto perché è stato formazione di tre mesi per diventare finalmente assunto da una società che impiegato. Ho accettato ed eccomi qui, applica il contratto degli alimentaristi. passato dall’officina all’ufficio». Nunzio è Prima invece era alle dipendenze di una uno degli ultimi fortunati, perché nel cooperativa, con poche garanzie e molte frattempo l’azienda ha deciso di affidare il incertezze. «Non mi lamento delle suo reparto a un’azienda esterna. condizioni di lavoro», dice Mattia, «ma continua continuo a sperare di essere assunto

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Newsletter

Pagina 2 di 41


Chi ha preso il suo posto guadagna 12 euro l’ora anziché 25 e non ha alcuna opportunità di crescita interna. Anzi, quando le forze verranno meno, sarà semplicemente sostituito da una persona più giovane. E, in caso di crisi, per lui non ci saranno ammortizzatori sociali. La Fincantieri di oggi, quella che dopo una travagliata trattativa sta per unirsi con i cantieri francesi Saint Nazaire, è molto diversa dall’azienda in cui Nunzio ha iniziato a lavorare. Una ventina di anni fa il gruppo a controllo pubblico, all’epoca in forte perdita, contava su oltre 11 mila dipendenti. Adesso invece il personale delle sedi italiane non supera quota ottomila, mentre altri 11 mila lavoratori sono in forze alle altre società affiliate sparse per il mondo. Stefano Boschini è il sindacalista della Fim Cisl che si occupa di Fincantieri a Porto Marghera, dove ci sono 3.300 operai di ditte esterne e solo 1.020 dipendenti diretti, per lo più impiegati. «L’azienda», spiega Boschini, «punta a riqualificare i propri operai, trasformandoli in colletti bianchi e lasciando l’attività strettamente produttiva a ditte in appalto».

Il trasferimento a mansioni impiegatizie è un effetto collaterale della legge Fornero che, allungando la permanenza in fabbrica dei dipendenti, ha creato parecchi problemi di ricollocamento di chi fa i conti con gli acciacchi fisici dell’età e con le prescrizioni mediche che interdicono il lavoro manuale più pesante. Ma c’è anche un’altra ragione, sostiene Nunzio. Con gli appalti esterni, Fincantieri si alleggerisce del costo e della responsabilità della sicurezza, delle assicurazioni, delle attrezzature. Nei cantieri, i lavoratori terzisti sono per lo più stranieri, non sindacalizzati e svolgono mansioni meno qualificate. E questo finisce per alzare ancora di più il muro che separa i dipendenti di Fincantieri da quelli delle ditte esterne. Un muro molto simile a quello che troviamo in Piaggio, lo storico marchio delle due ruote con base a Pontedera, in Toscana. Simone ha 47 anni ed è stato assunto nel 1994, prima con un contratto a Page 3

EffettoTre 15 Ottobre 2017

termine per un milione e 400 mila lire per sei mesi, poi a tempo indeterminato. Oggi fa il supervisore e assiste con un certo imbarazzo a quanto accade alle nuove leve, ai giovani assunti con part time verticali, che durano sei o sette mesi e non si trasformano mai in qualcosa di più sostanzioso. Proprio questa, in breve, è la storia di Francesco, arrivato in Piaggio ormai 11 anni fa, quando ne aveva solo 23. All’epoca il suo contratto era a termine, durava da marzo a metà estate e veniva rinnovato ogni 12 mesi. Nel 2012 Francesco ha finalmente conquistato un posto a tempo indeterminato.

C’è poco da festeggiare, però, perché il nuovo contratto è in realtà un part time verticale che gli permette di lavorare non più di sette mesi all’anno e non gli dà diritto a nessuna indennità per i mesi di stop. Prima invece, quando l’impiego era a tempo determinato, Francesco riceveva il sussidio di disoccupazione nei periodi di inattività. Per quelli come lui, dipendenti part time, le probabilità di entrare in azienda in pianta stabile, magari prendendo il posto di un collega che va in pensione, sono molto scarse. La via d’accesso si è fatta ancora più stretta per effetto di un cocktail micidiale. Alla legge Fornero si è aggiunta un’ automazione industriale sempre più spinta: otto operai di linea vengono sostituiti da quattro persone e due robot. A Pontedera i dipendenti Piaggio sono circa 2.600, quattro volte meno rispetto a trent’anni fa e nel frattempo il gruppo presieduto da Roberto Colaninno è cresciuto in Estremo Oriente, con nuovi impianti in India, Vietnam e Cina. In tempi di industria 4.0, però, anche in Piaggio servirebbe personale più qualificato, in grado di programmare una macchina, competente di informatica. Queste esigenze, come spiega Marco Comparini, sindacalista della Fiom Cgil di Pontedera, «devono fare i conti con la Legge Fornero, che impone al personale più anziano di restare in servizio. E queste persone, per motivi d’età, difficilmente saranno in grado di seguire lunghi percorsi di formazione e arrivare a radicali conversioni professionali».

Anno XI - n.ro 120

continua

Newsletter Header Pagina 3 di 41


Far carriera in azienda, migliorare la propria posizione, acquisire nuove competenze un tempo era molto più facile. Lo dimostrano, tra le tante, le storie parallele di Stefano e Manuel. Entrambi sono addetti alla manutenzione dei forni alla Dalmine, la storica azienda siderurgica del gruppo Tenaris.

Il cinquantenne Stefano, diploma di licenza media, è stato assunto nel Duemila e da allora ha quasi raddoppiato il proprio stipendio, passato da 1.400 a 2.500 euro al mese. Manuel, invece, di vent’anni più giovane, entrato in fabbrica nel 2012 forte di un diploma di scuola superiore, guadagna 1.600 euro al mese per un lavoro molto faticoso, che si svolge su turni e in condizioni difficili. Questione di soldi in busta paga, ma non solo. Manuel ha appena comprato casa, ma ha dovuto chiedere ai suoi genitori di fargli da garanti perché il suo contratto non è stato considerato una garanzia sufficiente per aprire il mutuo con la banca.

buono di Natale, alla percentuale sulle vendite che porta il salario da 950 a 1.200 euro al mese». Laura è inquadrata come commessa, ma ormai si occupa solo di svuotare il camerino dove i clienti provano i vestiti.

«Non conosco più i prodotti, non so come consigliare i clienti», racconta, perché la gestione del magazzino, così come molte altre mansioni, è stata appaltata a ditte esterne.

Benvenuti nel nuovo mercato del lavoro, un mercato diviso per caste, dove ognuno difende i diritti legati a età e anzianità aziendale. E gli ultimi arrivati, i più giovani, soffrono per i bassi salari e non vedono un futuro. Che è ancora peggio.

Stefano invece, grazie al suo stipendio, è riuscito a comprarsi un’abitazione, pagandola ovviamente a rate, e ha mantenuto per vent’anni figli e moglie. Morale della storia: ci sono lavoratori di serie A, di serie B e anche di serie C. Gente che lavora fianco a fianco, nella stessa azienda, con le stesse mansioni.

VITTORIO MALAGUTTI E GLORIA RIVA

«La differenza fra l’uno e l’altro è come quella fra paradiso, purgatorio e inferno», sintetizza Laura, nome di fantasia, necessario per garantirle il suo posto da commessa nel purgatorio di Zara, la grande catena di abbigliamento low cost. Laura ha 32 anni e un’idea piuttosto chiara di quanto i diritti dei lavoratori siano diventati flessibili, declinabili.

«Si timbra insieme, ma il tuo collega non è come te, non fa parte della tua stessa squadra. Può essere in serie A, e allora ha diritto a un giorno di riposo ogni tre, mentre tu devi lavorare sei giorni su sette.

Oppure sta nella C e, nonostante lavori qui da quasi tre anni, a causa dei rinnovi a singhiozzo, non riesce a maturare il diritto alla tessera sconti per i dipendenti, al Page 4

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 4 di 41


ARMA

Carabinieri, il nuovo comandante Covetti torna in Sicilia dopo 25 anni 30 settembre 2017

In Sicilia si sente “a casa”. E non solo perché, da napoletano, ha ritrovato la bellezza di una terra arricchita dal mare e dal vulcano. Ma soprattutto perché della Sicilia ha vissuto quello che definisce il suo “Rinascimento”. Per il colonnello Raffaele Covetti, nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri etnei, il ritorno nell’isola è un trasferimento ben voluto e familiare. “Sono arrivato in Sicilia nel 1992, quando via D’Amelio era ancora distrutta. Dopo 7 anni, quando l’ho lasciata, questa terra era notevolmente migliorata”. Ricostruisce la sua storia davanti alla stampa e saluta Catania, ringrazia i predecessori e ricorda i “risultati eccezionali che hanno reso il Comando di Catania un reparto di punta nell’Arma dei Carabinieri”.

Il colonnello Covetti, classe 1969, arriva ai piedi dell’Etna dopo aver guidato il Comando Carabinieri della Camera dei Deputati. Ma nel suo curriculum c’è molto altro: da Ufficiale Superiore, è stato Addetto all’Ufficio Criminalità Organizzata dello Stato Maggiore dei Carabinieri, Comandante del Battaglione Carabinieri presso l’Accademia Militare di Modena. Si è poi occupato dei servizi pre-Giubileo del 2000 e ha avuto diverse esperienze in Sicilia da Ufficiale Inferiore: per esempio, è stato a capo del Nucleo Radiomobile di Palermo e della Compagnia di Carini.

“A Catania potrò puntare su dei collaboratori estremamente motivati e spero di incrementare un’azione già eccellente. Bisogna aumentare l’attività preventiva, partire dalle scuole, e trasmettere ai cittadini che siamo al loro servizio”, ha aggiunto il Comandante. “Ho già riscontrato un ottimo clima di collaborazione con le altre istituzioni, faremo molto bene tutti insieme”.

Sposato e padre di due figli, Covetti ha intrapreso la carriera militare nel 1985. Laureato in Giurisprudenza all’Università Sapienza e in Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna presso l’Università Tor Vergata, ha conseguito i masters di secondo livello in Studi Internazionali Strategico-Militari e Scienze dell’Organizzazione e quello di primo livello in Scienze delle Migrazioni. Ha frequentato, inoltre, l’Undicesimo corso ISSMI presso il Centro Alti Studi della Difesa e il Decimo Corso per Consigliere Giuridico nelle Forze Armate presso il Centro Alti Studi della Difesa. “Raccolgo un’eredità importante – ha concluso Covetti – perchè i miei predecessori sono tutti ufficiali di elevatissimo livello, con immenso piacere sono ritornato nella vostra, anzi, nella nostra Sicilia”. www.lurlo.news.it

Carabinieri, cambio al vertice del Ros Si è insediato il generale Angelosanto 0 3 o t t o b re 2 0 1 7

Cambio al vertice del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, struttura anticrimine, che rappresenta una vera e propria élite dell’Arma. Il generale di brigata Pasquale Angelosanto ha preso il Page 5

EffettoTre 15 Ottobre 2017

posto del generale di brigata Giuseppe Governale che, contestualmente, è stato nominato direttore della Direzione investigativa antimafia (Dia).

Anno XI - n.ro 120

continua

Newsletter Header Pagina 5 di 41


ARMA Il nuovo comandante Angelosanto, 58enne del Frusinate, negli ultimi due anni aveva comandato il terzo reparto «Telematica» del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri. Porta in dote al Ros, di cui era stato vicecomandante per due anni, una lunga esperienza operativa: è considerato uno dei migliori investigatori italiani in assoluto.

all’eversione seguendo le indagini sugli omicidi del professor Massimo d’Antona e del professor Marco Biagi, uccisi dalle Brigate Rosse. Ha contribuito anche a svelare le trame sulle attività illecite della ‘ndrina Ruga – Gallace – Novella che operava nel litorale romano fra Anzio e Nettuno (Roma). Dal 2002 al 2007 è stato direttore del Raggruppamento operativo centrale del Sisde (ora Aisi). Quindi è stato Gli arresti dei boss e dei terroristi comandante provinciale di Reggio Calabria L’alto ufficiale, laureato in Giurisprudenza dove ha messo a segno con i suoi uomini e in Scienze della sicurezza interna ed numerose operazioni che hanno portato a esterna oltre che abilitato alla professione centinaia di arresti di uomini della di avvocato, ha iniziato la carriera ‘ndrangheta. Il generale è stato anche del Raggruppamento comandando la compagnia di Santo comandante investigazioni scientifiche Stefano di Camastra, nel Messinese, dove a carabinieri distanza di 30 anni è stato nominato (Racis) che si è occupato di alcuni dei casi cittadino onorario come riconoscimento giudiziari più controversi degli ultimi anni. per l’impegno dimostrato da giovane Un impegno che, a oggi, gli sono valsi tenente. Poi ha guidato il Nucleo operativo numerose onorificenze in ambito militare e del Gruppo Napoli II dove è riuscito, tra civile fra cui i titoli di cavaliere e ufficiale l’altro, a catturare, nel 1992, l’allora al merito della Repubblica italiana. latitante Carmine Alfieri che era considerato il capo della camorra napoletana. Angelosanto, si è distinto www.corriere.it anche nella lotta al terrorismo e

Mafia, blitz contro clan Rinzivillo: 37 arresti tra Italia e Germania, anche due carabinieri e un avvocato romano

0 4 o t t o b re 2 0 1 7

Dalle prime luci dell’alba è in corso una vasta e complessa operazione antimafia, coordinata dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e disposta dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Roma e di Caltanissetta, nei confronti dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente della famiglia mafiosa di Gela, nella sua articolazione territoriale denominata clan Rinzivillo. Tra gli arrestati un avvocato romano accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e due carabinieri accusati invece di aver utilizzato la banca dati delle forze dell'ordine per recuperare informazioni girate poi al clan. Oltre 600 operatori di polizia, appartenenti al Comando Provinciale della Guardia di Page 6

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Finanza di Roma, alla Questura di Caltanissetta, al Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma nonché alla Polizia Criminale di Colonia (Germania), stanno eseguendo due ordinanze di custodia cautelare (in carcere e ai domiciliari), nei confronti di 37 soggetti, affiliati al predetto clan mafioso ovvero responsabili di plurime condotte criminali aggravate dal metodo mafioso. Sequestrati beni e società per oltre 11 milioni di euro.

I Rinzivillo sono un clan mafioso originario di Gela, in Sicilia, alleato con i Madonia di Caltanissetta: in particolare il loro referente sarebbe Giuseppe “Piddu” Madonia e tramite questi la parte di Cosa Nostra fedele ai Corleonesi di Bernardo Provenzano. Hanno insediamenti ben radicati nel milanese.

Anno XI - n.ro 120

continua Newsletter Header Pagina 6 di 41


ARMA Secondo la Direzione nazionale antimafia la famiglia sarebbe retta da Crocifisso, Salvatore (arrestato) e Antonio Rinzivillo. Secondo la relazione della DNA presentata nel 2009 alla Commissione parlamentare Antimafia, a Gela esistono due principali tronconi di Cosa Nostra: i Rinzivillo e gli Emmanuello. I secondi, stando alla relazione, avrebbero una maggiore presenza militare sul territorio, mentre i primi curerebbero principalmente gli interessi economici, con una rete di collegamenti fra la Sicilia, il Lazio e l’Italia settentrionale, anche per la debolezza militare dovuta ai numerosi arresti subiti negli anni. La disputa tra i due gruppi criminali sarebbe iniziata nel 1999 e a partire da quell’anno avrebbe scatenato una faida fra i due gruppi. Ma in realtà il clan gelese fu decimato nel 2006 con una operazione dei carabinieri, denominata «tagli pregiati», che portò in carcere 79 persone e il sequestro di beni per 20 milioni di euro, tra la Sicilia, il Lazio e la Lombardia. In manette finirono anche sei donne, accusate di avere garantito i collegamenti tra i boss detenuti e i luogotenenti che operavano all’esterno. L’inchiesta antimafia scattò dalla denuncia di un commerciante che denunciò un caso di estorsione. Con le successive indagini i carabinieri riuscirono ad accertare l’esistenza di un racket delle carni controllato dai Rinzivillo che riciclavano, in aziende del settore alimentare e nell’edilizia, i proventi degli affari illeciti

come estorsioni, traffico di droga, usura, caporalato, furti e rapine. La loro organizzazione aveva stretto alleanze con il clan Santapaola, a Catania, e con le famiglie della ‘ndrangheta calabrese in varie regioni d’Italia e perfino all’estero. Anche allora, tra gli indagati, fu fermato un maresciallo dei carabinieri, accusato di avere passato ai clan informazioni riservate.

Nel Lazio la famiglia è stata coinvolta in diverse inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Roma, con un coinvolgimento che la DNA definisce la conferma della presenza di Cosa Nostra nella regione. Il cuore del business dei Rinzivillo sarebbe infatti la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli. In particolare, i Rinzivillo sono stati coinvolti nelle indagini sulle presunte infiltrazioni mafiose al mercato ortofrutticolo di Fondi, che ha portato alla richiesta di scioglimento per il Comune laziale. Proprio al mercato ortofrutticolo di Fondi ci sarebbe un collegamento operativo fra camorra, ‘ndrangheta e Cosa Nostra, che attraverso la famiglia Rinzivillo permetterebbe la connessione con il mercato ortofrutticolo di Vittoria. E sempre tramite Fondi i Rinzivillo sarebbero in affari con i Casalesi e con i SantapaolaErcolano. www.ilmessaggero.it

Latina, lancia fumogeno dentro Comando provinciale dei carabinieri: arrestato 04 ottobre 2017

Un uomo ha lanciato un fumegeno rosso all'interno della Caserma Cimarrusti, comando provinciale dei carabinieri di Latina. I locali sono stati invasi dal fumo e l'uomo è scappato, ma è stato inseguito e fermato poco dopo. Fer fortuna nessun ferito e danni lievi all'internod ella caserma. L'uomo a quanto risulta aveva l'obbligo di Page 7

EffettoTre 15 Ottobre 2017

firma ed era entrato per assolvere alla disposizione del giudice. Ora si trova in stato di fermo all'interno della caserma. Sul posto ci sono il com andante provinciale colonnello Gabriele Vitagliano con il colonnello Pietro Di Miccoli. www.ilmessaggero.it

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 7 di 41


ARMA

"Botte in caserma", assolti i tre carabinieri

Un pasticcere pratese aveva denunciato di essere stato malmenato dai tre militari

0 4 o t t o b re 2 0 1 7

Sono stati assolti oggi i tre carabinieri in servizio al comando di Prato accusati di lesioni, sequestro di persona, abuso di autoritĂ , ingiurie e calunnia. Sono il brigadiere Lorenzo Barone, il vicebrigadiere Marco De Simone e il carabiniere scelto Francesco Russo finiti a processo in seguito alla denuncia di un pasticcere pretese che nel dicembre del 2011 aveva chiesto l'intervento della pattuglia per alcuni screzi con i vicini. L'uomo dopo un litigio sul posto avuto con i carabinieri fu portato in caserma dove - a suo dire - sarebbe stato picchiato dai tre militari che lo avevano ammanettato. Una

volta uscito dalla caserma l'uomo andò al pronto soccorso dove gli vennero riscontrati solo dei rosari sulla guancia e ai polsi riportando una prognosi di tre giorni. "Non ci sono riscontri oggettivi al racconto dell'uomo, nessun certificato medico che abbia attestato le botte ricevute", hanno spiegato i legali Generini, Barone e Stefani. Il pm Laura Canovai aveva chiesto una condanna a due anni in abbreviato. Il giudice Angela Fantenchi li ha assolti con formula piena www.ravennatoday.it

'Ndrangheta, il sistema rifiuti dei Piromalli: 7 fermi. Coinvolta poliziotta 05 ottobre 2017

Le mani della 'ndrangheta sul termovalorizzatore e sul depuratore di Gioia Tauro. E' quanto emerge dall''inchiesta "Metauros" che ha portato stamani al fermo di sette persone, legate, secondo gli inquirenti, al potente clan Piromalli, da parte di Carabinieri e Polizia di Stato. Le indagini, coordinate dalla Dda di Reggio Calabria, avrebbe svelato il condizionamento della cosca Piromalli nella costruzione e gestione dell'unico termovalorizzatore esistente in Calabria, ubicato proprio a Gioia Tauro, in un'area prospiciente al porto, attraverso un consolidato sistema di attivita' estorsive ai danni delle societa' che nel tempo hanno gestito la struttura di trattamento dei rifiuti. Allo stesso sistema estorsivo era sottoposta la "I.A.M." (Iniziative Ambientali Meridionali SPA) con sede nella cittadina calabrese, operante nel settore della Page 8

EffettoTre 15 Ottobre 2017

depurazione delle acque. Le sette persone fermate sono accusate di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni. Gli inquirenti hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo d'urgenza relativo alle quote azionarie di societa' operanti nel settore della depurazione e trattamento delle acque, trasporto e compostaggio dei rifiuti speciali non pericolosi. I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra' alle ore 11 nella sede della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. 'Ndrangheta: un avvocato e un ex sindaco fra i fermati Ci sono un ex sindaco, un avvocato, tre imprenditori ed un esponente del clan Piromalli, tra i fermati dell'operazione

Anno XI - n.ro 120

continua Newsletter Header Pagina 8 di 41


ARMA "Metauros" della Squadra Mobile, del Comando Provinciale dei Carabinieri e del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Reggio Calabria. L'ex sindaco e' Rocco La Valle, imprenditore nel settore dei trasporti su gomma, primo cittadino di Villa San Giovanni (Rc) dal marzo 2010 al maggio 2015, indicato come il "collettore" delle tangenti ed unico interlocutore delle cosche beneficiarie dei proventi delle estorsioni imposte alle societa' che hanno gestito nel corso del tempo il termovalorizzatore di Gioia Tauro. L'avvocato Giuseppe Luppino, gia' Presidente del consiglio d'amministrazione di "Piana Ambiente S.p.A." nonche' consulente esterno dell'ufficio legale del commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Calabria, sarebbe stato l'uomo politico di riferimento dei Piromalli nell'opera di instradamento verso il termovalorizzatore di Gioia Tauro, attraverso l'impresa dei fratelli Giuseppe, Domenico e Paolo Pisano di Gioia Tauro, pure tra i fermati. Con l'accusa di essere uno dei capi della cosca Piromalli e l'ideatore delle infiltrazioni nelle attivita'

del termovalorizzatore di Gioia Tauro, e' stato fermato anche l'avvocato Gioacchino Piromalli, gia' condannato per associazione mafiosa nel processo "Porto". 'Ndrangheta: operazione "Metauros", indagata ispettrice polizia C'e' anche un ispettore della Polizia di Stato tra gli indagati dell'operazione Metauros, condotta stamani da Polizia e Carabinieri e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Si tratta di una donna, che ha una relazione sentimentale con uno dei fratelli Pisano, tra i sette fermati. La donna e' indagata per accesso abusivo al sistema informatico della Polizia, per aver comunicato dati sensibili a persone diverse dall'amministrazione della Polizia di Stato, e violazione di segreto d'ufficio, per fatti che avrebbe commesso quando era in servizio al commissariato di Gioia Tauro. Adesso invece la donna lavorava alla Questura di Firenze, ed e' nella citta' toscana che oggi e' stata destinataria di una perquisizione. www.affaritaliani.it

La Provincia vende la caserma dei carabinieri di Monza 05 ottobre 2017

La caserma dei carabinieri di Monza è in vendita: la Provincia mette all’asta l’edificio di via Volturno per 5.500.000 euro. A meno di sorprese il complesso sarà rilevato dalla società del ministero dell’Economia. Ma chiunque, risorse permettendo, può comprarlo (senza cambiarne la destinazione d’uso). La caserma dei carabinieri di Monza è in vendita: chiunque, risorse permettendo, potrà acquistare il complesso di via Volturno messo all’incanto dalla Provincia per 5.500.000 euro. Gli interessati potranno presentare le loro offerte, esclusivamente al rialzo, agli uffici di via Grigna entro lunedì 23 ottobre e le buste con le proposte saranno aperte martedì 24. Page 9

EffettoTre 15 Ottobre 2017

In realtà quella bandita dall’ente brianzolo è un’asta, per così dire, puramente formale in quanto, a meno di sorprese clamorose, il complesso composto da sette edifici sarà rilevato dalla Invimit, la Investimenti Immobiliari Italiani Sgr, la società del ministero dell’Economia costituita nel 2013 per valorizzare il patrimonio pubblico. Per legge, però, la Provincia deve sondare il mercato per verificare la possibilità di spuntare qualcosa in più. Per un privato l’acquisto della caserma, da effettuare con un unico versamento entro la fine del 2017, potrebbe non rivelarsi un buon affare in quanto la destinazione del polo di via Volturno non potrà essere modificata: una immobiliare non potrebbe, insomma, sfrattare i Carabinieri per trasformare

Anno XI - n.ro 120

continua Newsletter Header Pagina 9 di 41


ARMA uffici, alloggi e centrale moderne abitazioni.

operativa

in

L’offerta della Invimit rientra in una operazione generale di acquisizione degli edifici con l’obiettivo di tagliare drasticamente le spese per gli affitti: la società, per fare un esempio, nel giro di qualche mese dovrebbe rilevare dalla Città metropolitana la sede della Prefettura di Milano e una caserma. I 5.500.000 euro girati alla Provincia della Brianza saranno ammortizzati in oltre 25 anni dato che il ministero dell’Interno versa un affitto di 198.505,84 euro l’anno. In Comune, per ora, non sono giunte proposte simili: la ex caserma San Paolo, di proprietà demaniale, sarà trasferita al municipio dopo la firma dell’Accordo di programma sull’area della ex IV Novembre che potrebbe essere sottoscritto nel giro di qualche mese.

Per gli amministratori di via Grigna la cessione del comando di via Volturno rappresenterà una sorta di ancora di salvezza: l’ente, in grosse difficoltà economiche come tutte le province italiane in seguito ai pesanti tagli ai trasferimenti statali precedenti e successivi alla legge Delrio, è ancora alle prese con la stesura del bilancio preventivo 2017. I 5.500.000 euro permetteranno di tappare qualche falla. Gli uffici, inoltre, non dovranno più occuparsi della manutenzione e della ristrutturazione degli ambienti occupati dai Carabinieri costruiti diversi decenni fa che, a causa dello scorrere del tempo e della modifica delle normative, richiederebbero interventi costanti. www.ilcittadinomb.it

Centoventotto latitanti arrestati in sette anni: a Frosinone arriva Cagnazzo, colonnello anti-camorra anni aversano cresciuto nelle più storiche caserme d’Italia, è figlio e fratello d’arte: il Domenico è un amato ed Un colonnello anticamorra. Definito da padre magistrati e superiori il 'Dio della Polizia indimenticabile generale di Corpo Giudiziaria'. Centoventotto latitanti di d’armata, colui che ha catturato di Totò spicco braccati in sette anni quando era a Riina. Il fratello gemello Massimo è capo del Gruppo Investigativo dei comandante provinciale di Avellino mentre Carabinieri di Castello di Cisterna in l’altro fratello, Salvatore “a breve provincia di Napoli. Migliaia gli arresti. Il Generale” è capo ufficio Cerimoniale del colonnello Fabio Cagnazzo da lunedì 9 Comando Generale. Fabio Cagnazzo è ottobre sarà il nuovo comandante padre di Alessia, diciotto anni ancora da provinciale di Frosinone e prima di compiere. L’alto ufficiale dell’Arma arriva a incontrare il personale sarà ricevuto dal Frosinone dopo una lunga esperienza in Kosovo dove si è contraddistinto per prefetto Emilia Zarrilli. coraggio ed umanità. E’ di recente Figlio dell'investigatore che ha arrestato trasmissione sugli schermi dei tg nazionali la scuola per bambini con la sindrome di Riina Dowm che l’Arma dei Carabinieri, e quindi comandante Fabio Cagnazzo, ha Prenderà il posto dello stimato collega, il il colonnello Giuseppe Tuccio che, dopo realizzato in quelle zone martoriate dalla quattro anni di permanenza nella caserma guerra e dalla povertà. continua di viale Mazzini, andrà a ricoprire un altro prestigioso incarico. Cagnazzo, quarantasei 05 ottobre 2017

Page 10

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 10 di 41


ARMA alle indagini di un ingiusto e crudele omicidio: quello del giovane tenente Marco Un investigatore-segugio che ha Pittoni che, libero dal servizio e mentre era consegnato alla Giustizia latitanti in fila all’ufficio postale di Pagani tentò di pericolosi e sanguinari. Camorristi senza bloccare tre rapinatori che, armati, lo scrupoli e con interessi economici di uccisero a colpi di pistola. Tornando alla alla criminalità organizzata il immenso radicamento. Per citarne alcuni lotta tra i tanti: Vincenzo Capone, inserito comandante Cagnazzo ha arrestato, a nell’elenco dei cento latitanti più pericolosi Castrocielo, nel 2009, un pericoloso d’Italia e referenti di spicco del clan trafficante di cocaina che aveva nascosto napoletano dei Crimaldi; Modestino Pellino, 24 chili di polvere bianca purissima in un capo zona del clan Moccia; Stefano Ronga carico di tori. Un lungo giro per l’Italia a braccato a Formia e capofila del clan dirigere altri importanti reparti ed oggi Ranucci. E poi c’è stato lui, l’inafferrabile l’arrivo in provincia di Frosinone (qui Pasquale Vargas del clan dei Casalesi e l'Arma dei carabinieri oltre che al Comando ‘stanato’ in un condominio di Giugliano in Provinciale è presente con le Compagnie di Campania. E infine i fratelli Russo. Gli ha Anagni, Alatri, Frosinone, Sora, Cassino e dato la caccia per 15 anni cominciando da Pontecorvo), una zona di cerniera tra giovane capitano quando comandava la Napoli e Roma che da sempre è il rifugio di Compagnia dei Carabinieri di Nola. latitanti e zona franca per il reinvestimento di danaro proveniente dalle attività illecita Manette agli assassini del tenente Pittoni delle mafie. Una nuova sfida per il colonnello anticamorra. Il comandante Cagnazzo si è anche contraddistinto per aver dato una svolta www.frosinonetoday.it Ha 'stanato' sanguinari killer

Droga, 9 arresti e 3 kg di stupefacenti sequestrati a Bari

07 ottobre 2017

In questi ultimi giorni la città di Bari e l’intera provincia sono state al centro di un’ampia e coordinata attività di controllo del territorio, finalizzata a contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. Nel capoluogo pugliese, in tre distinti interventi di Polizia Giudiziaria, rispettivamente condotti dai Carabinieri della Compagnia di Bari Centro e dai militari del Nucleo Radiomobile, sono state arrestate complessivamente quattro persone, il più giovane dei quali sorpreso mentre trasportava 1 kg. di cocaina purissima. “Precisamente – si legge in una nota del Comando provinciale dei carabinieri - G.G., di appena 19 anni, con un solo precedente di polizia per droga, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di un chilo di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed è finito, su disposizione dell’A.G., in carcere a Bari. Il Page 11

EffettoTre 15 Ottobre 2017

giovane, nella tarda serata di ieri, mentre era alla guida di uno scooter, ha cercato di evitare un posto di controllo dei Carabinieri della Stazione di Bari San Nicola eseguito nella città vecchia. I militari, insospettiti dalla reazione emotiva del ragazzo, sono riusciti comunque a bloccarlo ed a sottoporlo ad una perquisizione, nel corso della quale, occultato all’interno di una borsa che lo stesso portava a tracolla, hanno trovato un chilo di cocaina pura che, messa sul mercato, al dettaglio, avrebbe potuto fruttare circa 300.000 euro". "R.I., 36enne pluripregiudicato ed F.S. di 41 anni - spiegano ancora i militari -, sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio, in concorso, di quasi mezzo chilo di sostanza stupefacente del tipo eroina, dopo essere stati sorpresi dai Carabinieri

Anno XI - n.ro 120

continua Newsletter Header Pagina 11 di 41


ARMA del Nucleo Operativo della Compagnia Bari Centro, in un’abitazione di Corso Cavour. Ad attirare l’attenzione dei militari è stato l’iniziale atteggiamento sospetto assunto nei pressi del portone d’ingresso da R.I.. Sottoposto a controllo, il predetto è stato trovato in possesso di alcune dosi di eroina. Immediatamente i militari hanno proceduto ad una perquisizione dell’abitazione dell’uomo, all’interno della quale è stato sorpreso F.S.. Nel corso dell’approfondito controllo, è stato trovata, abilmente celata nel forno della cucina, la parte restante dello stupefacente, anch’esso rivelatosi essere eroina. La droga era in parte già suddivisa in dosi e quindi già pronta per essere smerciata. Assieme ad essa sono stati rinvenuti e sequestrati diversi strumenti da taglio, materiale per il confezionamento, nonché bilancini utilizzati per la pesatura della sostanza. In pratica un vero e proprio laboratorio fatto in casa per tagliare, confezionare e smerciare la droga, che avrebbe potuto fruttare circa 30.000 euro. Per entrambi si sono aperte le porte del carcere di Bari, ove resteranno a disposizione della competente A.G”. Poi è stata la volta del 43enne D.B.O: è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile in flagranza di reato, quando veniva sorpreso, verso mezzogiorno di ieri, nella frequentatissima Piazza Umberto, nell’atto di cedere ad un tossicodipendente della città 100 ml. di metadone. “D.B.O. – spiegano gli investigatori - è finito agli arresti domiciliari su disposizione della competente A.G.. Nel Nord Barese, precisamente a Molfetta, è stata arrestata dai Carabinieri della locale Compagnia, una 35enne sorpresa con un chilo e mezzo di droga, del tipo marijuana, 35 proiettili cal. 7,65 e la somma contante, ritenuta il provento dello spaccio di 800 euro. Anche in questo caso ad attirare l’attenzione dei militari, è stato l’insolito via vai di alcuni tossicodipendenti, i quali si aggiravano nelle vicinanze di un palazzo, ubicato nel centro storico di Molfetta. Proprio dopo essere riusciti a comprendere quale fosse la meta finale di quei giovani, i Carabinieri di quella Compagnia hanno deciso di eseguire una perquisizione domiciliare, nel corso della quale, in un armadio della camera da letto è stata rinvenuto un pacco al cui interno vi erano, già confezionate, diverse bustine di marijuana. Ma la donna Page 12

EffettoTre 15 Ottobre 2017

occultava anche altro. Infatti, in un locale, posto nel terrazzo e di proprietà della stessa, sono state ritrovate due grosse buste contenenti 110 dosi della stessa sostanza stupefacente, per un peso complessivo di oltre 1 chilo e mezzo. Il tutto pronto per essere immesso nel mercato locale, ove avrebbe fruttato un valore stimato di oltre 10.000 euro".

"Da un cassetto di un mobile della camera da letto, invece - si legge ancora nella nota dei carabinieri -, sono saltati fuori 800 euro circa, in banconote di vario taglio, ritenuti il provento dell’attività di spaccio, oltre a 35 proiettili cal.7.65, illegalmente detenuti. Il tutto sottoposto a sequestro. La 35enne si trova ora, su disposizione della competente A.G. agli arresti domiciliari, in attesa di giudizio. Nella rete dei controlli eseguiti contestualmente dai Carabinieri, in altri territori della provincia, sono finiti anche altri. T.S. 39enne e C.L. 45enne, entrambi di Putignano (BA), i quali, fermati dai Carabinieri della locale Stazione, durante un posto di controllo, hanno cercato di disfarsi di un involucro che è stato subito recuperato ed è risultato contenere 11 dosi di cocaina, per complessivi 3,5 grammi, e un grammo di marijuana. La droga rinvenuta, oltre alla somma di 675 euro in contanti ritenuta il provento dell’attività di spaccio e materiale per il confezionamento, hanno fatto scattare per i due le manette ed ora si trovano agli arresti domiciliari a disposizione della competente A.G. Poi D.A.. 38enne incensurato di Noci, invece è stato notato dai militari della locale Stazione CC, mentre, nervosamente, si intratteneva per le vie del centro storico, come se fosse in attesa di incontrare qualcuno". "L’intuizione dei Carabinieri - sottolinea il Comando provinciale - che quell’attesa fosse legata ad una possibile cessione di droga, è stata confermata allorquando il giovane, avvedutosi della loro presenza, ha cercato di dileguarsi. Subito bloccato, è stato trovato in possesso di alcune dosi di cocaina e di diverse banconote di vario taglio. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire e sequestrare, nell’intercapedine della caldaia dislocata nella cucina, ulteriori dosi della stessa sostanza.

Anno XI - n.ro 120

continua

Newsletter Header Pagina 12 di 41


ARMA Complessivamente sono state sequestrate 14 dosi di cocaina per un peso totale di circa 5 grammi nonché la somma di euro 225,00 ritenuta il provento dell’illecita attività di spaccio. D.A. si trova ora agli arresti domiciliari in attesa di giudizio. M.G. 19enne di Conversano (BA), è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Noci nella serata di ieri a seguito di un preliminare controllo nel corso del quale il giovane era stato sorpreso mentre deteneva la somma di 400 Euro in banconote occultata nelle parti intime. Immediatamente sono scattate le verifiche attraverso una perquisizione domiciliare, eseguita in una casa di campagna di cui il giovane aveva la disponibilità. Sono saltate

così fuori 46 dosi di marijuana già confezionate, per un peso complessivo di circa 80 grammi. Anche M.G., su disposizione della competente A.G. è finito agli arresti domiciliari. Tutta la sostanza stupefacente rinvenuta nonché i vari materiali da taglio, confezionamento e pesatura, posti sotto sequestro saranno analizzate dal L.A.S.S. (Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti) del Comando Provinciale Carabinieri di Bari per effettuare un esame specialistico per stabilirne il principio qualitativo e quantitativo www.ilvelino.it

Carabinieri, Del Sette: «Sono 110 mila, è possibile che qualcuno si comporti male» 09 ottobre 2017

Genova - In arrivo nuovi carabinieri in Liguria e in tutto il Nord Italia. Lo ha annunciato il comandante dell’Arma, Tullio Del Sette, durante l’inaugurazione della stazione di Torriglia. «Manderemo nuove forze, man mano che riusciremo a recuperare le carenze che ci sono state tra il 2012 e il 2014», ha detto il generale. «Nelle prossime settimane, a partire dal 20 ottobre quando ci sarà l’uscita dalle scuole, manderemo un certo numero di carabinieri in giro per l’Italia. Adesso, un migliaio complessivamente e per la gran parte sono destinati al Nord: Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna. In Liguria saranno diverse decine».

Numeri più sostanziosi sono previsti invece a partire dall’anno prossimo. «Siamo riusciti a ottenere - ha spiegato il generale Del Sette - di poter arruolare quasi 3.000 militari: da dicembre partiranno e saranno disponibili nella seconda parte del prossimo anno e sicuramente ce ne saranno molti di più».

All’inaugurazione della stazione di Torriglia ha presenziato anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti. «È giusto - ha Page 13

EffettoTre 15 Ottobre 2017

sottolineato il ministro - aprire nuove caserme e non chiuderle. Sono presidi fondamentali per il Paese».

Il comandante ha poi commentato le inchieste che vedono coinvolti i carabinieri: «L’Arma dei carabinieri ha 110 mila effettivi, è la più numerosa tra le forze di polizia e forze armate italiane, è possibile che qualcuno si comporti male. Nel caso dei due carabinieri di Firenze sicuramente è così».

In relazione all’indagine della procura di Massa Carrara (la procura massese ha indagato 37 militari. L’inchiesta è per lesioni, falso, abuso d’ufficio, sequestro di persona, violenza sessuale, possesso di armi, rifiuto di denuncia) il comandante ha detto: «Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso. Comunque c’è parecchia fiducia in diversi di quei carabinieri, aspettiamo l’esito dell’inchiesta. Ma ricordiamoci che i carabinieri sono anche quelli che oggi a Foggia hanno arrestato esponenti della criminalità organizzata». www.ilsecoloxix.it

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 13 di 41


ARMA

Truffe agli anziani in tutta Italia, maxi blitz a Napoli: in carcere finti carabinieri e avvocati 1 1 o t t o b re 2 0 1 7

concludeva il colloquio indicando alla vittima una persona che si sarebbe recata presso la sua abitazione per ritirare il risarcimento del danno, che spesso si concretizzava anche nella consegna di gioielli e preziosi in genere.

Maxi blitz nella notte nel cuore di Napoli. Polizia e carabinieri hanno dato esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Frosinone, Ida Logoluso, su richiesta del pm Barbara Trotta, nei confronti di dodici individui dediti alla commissione di truffe ai danni di persone anziane sul territorio nazionale.

In particolare, le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile della questura di Frosinone e dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Frosinone, sono iniziate nel novembre 2015, quando i due uffici investigativi hanno raccolto nel giro di pochi giorni oltre dieci denunce di truffe consumate o tentate ai danni di anziani, in cui si evidenziava un medesimo modus operandi.

Tutte le vittime, infatti, avevano denunciato di aver ricevuto una telefonata da un sedicente maresciallo dei carabinieri o da un avvocato, il quale riferiva loro di essere un familiare (figlio o nipote, a seconda dei casi) incorso in un incidente stradale e di essere stato trattenuto presso un ufficio di polizia. Ovviamente si trattava solo di un racconto immaginario creato ad arte dai malviventi, tant'è che la chiamata proseguiva con la richiesta di denaro necessario a risarcire il danno causato dal finto incidente stradale paventando, in caso contrario, gravi conseguenze giudiziarie a carico del familiare. Quando la truffa andava a segno, con la vittima che cedeva alla paura ingenerata dalla messinscena e con il conforto suscitato dall'autorevolezza del mestiere dichiarato dagli interlocutori, il fantomatico tutore dell'ordine (o avvocato) Page 14

EffettoTre 15 Ottobre 2017

L'abilità nei raggiri era tale che i truffatori si dimostravano in grado anche di carpire, durante il colloquio telefonico, le informazioni, nome del familiare e altri dettagli, che poi utilizzavano per rafforzare la loro credibilità verso la malcapitata vittima.

Da queste denunce si sono poi sviluppate le indagini dei poliziotti e dei carabinieri che hanno consentito di dare un nome e un volto a tutti i truffatori e sottoporli a specifiche ed intense attività di monitoraggio. Gli investigatori hanno così scoperto l'esistenza di un vero e proprio sodalizio criminale nel quale un sodale, in particolare, era specializzato nel chiamare telefonicamente le vittime, fingendosi avvocato o maresciallo dei carabinieri, a seconda dei casi; quando la vittima cadeva nell'inganno, entravano in scena i complici addetti al ritiro del denaro o dei preziosi destinati al fantomatico risarcimento dei danni. I malviventi avevano anche previsto una strutturata metodologia amministrativa che gli consentiva di evitare il pericolo di perdere o limitare i proventi illeciti, monetizzando immediatamente presso i compro oro delle varie zone i preziosi carpiti alle vittime ed eseguendo, subito dopo, bonifici verso carte postali intestate ad altri complici così da massimizzare gli introiti e coprire le spese delle autovetture noleggiate ai loro scopi, del carburante, dei pedaggi autostradali, delle ricariche telefoniche e dei pernottamenti in strutture alberghiere.

Anno XI - n.ro 120

continua Newsletter Header Pagina 14 di 41


ARMA Per cercare di non lasciare tracce, gli odierni arrestati cambiavano continuamente le sim-card e i telefonini utilizzati per tenersi in contatto tra loro e coordinare le varie fasi delle truffe.

Nessuna zona d´Italia era immune alle loro scorribande, alle loro vere e proprie trasferte del crimine; difatti, i delinquenti erano soliti soggiornare in una struttura ricettiva di una zona tranquilla, per non più di cinque giorni e poi colpire nei paesi e/o città che si trovavano al massimo nel raggio di 100 km. Per gli spostamenti, utilizzavano solo macchine noleggiate e, dopo ogni trasferta, facevano rientro a Napoli, dove tutti gli indagati sono nati e dimorano, per cambiare auto e cellulari, prima di ripartire per un nuovo tour di truffe.

Durante i soli sei mesi di indagini tecniche sono state ricostruite ben 66 truffe tra consumate e tentate, che costituiscono altrettanti capi di imputazione a carico dei 13 indagati, di cui 12 colpiti da

provvedimento restrittivo e uno denunciato a piede libero.

Nel stati l'oro per

corso dell'attività investigativa sono recuperati e riconsegnati alle vittime e i preziosi oggetto di cinque truffe, un valore di circa 100.000 euro.

In un'occasione, a seguito di una truffa perpetrata a Colleferro, è stato arrestato dai militari di una Stazione carabinieri il complice che, dopo essersi recato presso l'abitazione della vittima di turno, cercava di far rientro a Napoli con addosso le prove dell'illecito provento, confidando che la breve distanza potesse scongiurare il rischio di imbattersi in qualche controllo.

Le decine di truffe messe a segno in quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione della Campania e delle isole, fruttavano all'associazione centinaia di migliaia di euro, in quanto era possibile carpire ad ogni vittima denaro e gioielli per un valore che raggiungeva anche i 20.000 euro. www.ilmattino.it

Carabinieri NAS: continuano i controlli al settore alimentare 11 ottobre 2017

I commercianti onesti sanno fin troppo bene che non ci si può improvvisare operatori del settore alimentare. Il legislatore, infatti, ha posto in essere tutta una serie di norme il cui fine ultimo è la tutela del consumatore. Rispettare le regole è, di fatto, una garanzia di sicurezza e qualità degli alimenti. Lo ha imparato a sue spese un commerciante abruzzese che aveva aperto un negozio di frutta, verdura e macelleria senza preoccuparsi di predisporre il previsto manuale HACCP, ovvero il documento che racchiude un insieme di procedure volte a prevenire le possibili contaminazioni degli alimenti. All’atto dell’ispezione, infatti, i Carabinieri del NAS di Pescara hanno accertato che l’esercizio era privo dei requisiti igienico-sanitari e strutturali. Il dirigente della locale A.S.L., Page 15

EffettoTre 15 Ottobre 2017

constatata la gravità della situazione, disponeva la sospensione immediata dell’intera attività. A qualche centinaio di chilometri di distanza, nel frattempo, i Carabinieri del NAS di Viterbo si dedicavano al controllo di un altro settore dell’alimentazione, quello della produzione di formaggi. In questo caso, i responsabili di un caseificio, pur avendo predisposto il manuale HACCP, non si attenevano alle prescrizioni. Gli stessi, infatti, per favorire lo scongelamento di 288 fusti di latte ovino, li avevano disposti nell’area esterna all’azienda a temperatura ambiente, in condizioni climatiche tali da non garantirne la genuinità. I Militari, unitamente al personale della locale A.S.L., sottoponevano a sequestro i fusti, dal peso complessivo di circa 15.000 kg e del valore di 30.000 euro, e comminavano al commerciante una sanzione di 2.000 euro. (...) www.salute.gov.it

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 15 di 41


ARMA

Smantellato traffico droga tra Argentina e Italia Colpo a clan di Bagheria, arrestate 12 persone

1 2 o t t o b re 2 0 1 7

Smantellato un vasto traffico internazionale di sostanza stupefacente tra l’Argentina e l’Italia destinata a rifornire la movida notturna siciliana. A scoprirlo i carabinieri che, in queste ore, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese su richiesta della Procura della Repubblica di quel Tribunale, nei confronti di 12 persone tra Roma, Tolmezzo (Udine) e il capoluogo siciliano. Tra questi, ci sono anche alcuni appartenenti al mandamento mafioso di Bagheria. È stato individuato, inoltre, un gruppo di spacciatori prevalentemente operante nei locali notturni delle province di Palermo e Trapani. Le attività di indagine, condotte anche in territorio estero, hanno consentito il sequestro di quasi 5 chilogrammi di cocaina. Le attività di indagine denominata Praesidium, condotte anche in territorio estero, hanno consentito di documentare e ricostruire i passaggi e i protagonisti del

commercio di droga: Nicolò Testa, al vertice della famiglia mafiosa di Bagheria, e il suo stretto collaboratore Carmelo D’Amico, assieme a Salvatore Drago Ferrante, procacciatore all’ingrosso di cocaina, in pochi mesi avevano creato una squadra dedita all’importazione in Italia di stupefacente proveniente dall’Argentina e alla cessione in favore di spacciatori all’ingrosso sul mercato palermitano. Drago Ferrante aveva consentito di accedere a ingenti forniture e a prezzi più bassi rispetto a quelli praticati dai fornitori locali, vantando egli dei contatti con i narcotrafficanti argentini. Grazie alle intercettazioni è stato poi individuato un gruppo di giovani palermitani, posto alle dipendenze di Pasquale Testa (figlio di Nicola) e Salvatore Rotolo, accordati per reperire stupefacente da piazzare poi sul mercato attraverso una serie di pusher che agivano all’interno di locali notturni. In dettaglio, le indagini hanno permesso di ricostruire: l’acquisto in Argentina di 4,6 chili di cocaina, sequestrati all’Aeroporto di Buenos Aires; la cessione di un chilo di cocaina sulla piazza di spaccio palermitana; un gruppo dedito allo spaccio di stupefacenti di vario tipo (cocaina, MDMA o MD, Ecstasy, marijuana e hashish) in Provincia di Palermo. www.palermo.meridionews.it

Delitto Garlasco, prescrizione per ex maresciallo carabinieri che sviò il processo: condannato a risarcire i Poggi

1 2 o t t o b re 2 0 1 7

E' stata dichiarata la prescrizione del reato ma dovrà risarcire 10 mila euro alla famiglia Poggi l'ex maresciallo dei carabinieri di Garlasco, Francesco Marchetto, imputato per aver reso falsa testimonianza davanti al gup di Vigevano Page 16

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Stefano Vitelli ai tempi del processo di primo grado a carico di Alberto Stasi accusato dell'omicidio di Chiara Poggi. Lo ha deciso oggi la prima Corte d'Appello di Milano. (...) www.milano.repubblica.it

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 16 di 41


RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza I CARABINIERI IN BICI ALL' "EROICA". TRA I QUASI SETTEMILA

APPASSIONATI DA TUTTO IL MONDO PER LA MANIFESTAZIONE DI RIEVOCAZIONE STORICA CI SONO I CARABINIERI DEL CHIANTI. L'EROICA 2017 ha visto pedalare anche le maglie vintage rosso e blu dei carabinieri della Compagnia di Poggibonsi. I Carabinieri del Chianti, del senese. Un momento di aggregazione nella manifestazione internazionale su due ruote che riunisce appassionati dal mondo intero in rievocazione storica per il ciclismo d'altri tempi. Passare dalla Stazione Carabinieri di Gaiole in Chianti nel senese alle prime ore del mattino e vedere uscire dalla caserma carabinieri in bici con abbigliamento vintage dei tempi che furono sulle due ruote.

A Gaiole in Chianti oggi era tutto cosi' normale perchè oggi c'era la manifestazione ciclistica storica dell' "Eroica". Una manifestazione che riunisce appassionati di ciclismo da tutto il mondo. Si perchè non è una competizione agonistica ma è una giornata a macinare chilometri e chilometri sui colli senesi, tra gli sterrati del chianti. Tutti con bici con determinate caratteristiche e con abbigliamento che richiama quei tempi. Quest'anno oltre 1000 donne in sella sui circa 7000 partecipanti. Questa volta i Carabinieri della Compagnia di Poggibonsi si sono fatti da riferimento per gli appassionati di questa area senese e hanno voluto correre tutti insieme con le casacche vintage che richiamano i tempi che furnono con su scritto "Carabinieri". Poche ore prima sono stati a dare esecuzione ad ordinanze per operazioni di servizio che hanno avuto risalto a livello nazionale con attività di qualità oltre che di quantità. Hanno preparato la giornata in sella tra un arresto ed un altro e tra un attività di ordine pubblico e una disposizione amministrativa. Stamane, all'alba, dal Comandante della Compagnia in prima fila, al Comandante della Stazione, al Comandante del Nucleo Comando, della Sezione Amministrativa, del nucleo operativo, dell'aliquota radiomobile, della Stazione Carabinieri, il Maresciallo in pensione ...tutti in sella tra le migliaia di paretcipanti a questa significativa manifestazione ciclistica molto sentita in questa realtà del chianti. Il tempo di fare il percorso e poi tutti a riprendere i propri posti a svolgere il servizio che la domenica di festa richiedeva come Carabinieri di questa caratteristica realtà senese. Questi momenti sono belli da vedere, ma sopratutto da vivere come carabiniere. Questi momenti di aggregazione, dello stare insieme e di riuscire a vivere la realtà sociale dove si presta il nostro servizio riuscendo a stare con loro, i nostri concittadini, il sindaco, con loro a vivere un momento particolare per quella comunità dove noi non manchiamo di tramettere partecipazione e passione per quello che siamo e quello che facciamo. continua

Page 17

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 17 di 41


RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza Quando vedi questi colleghi e sai che operano con grand eprofessionalità, con impegno, con profitto, con risultati per questo contesto sociale dove essere carabiniere significa immedesimarsi tra le passioni, le priorità, le sensibilità di questa gente. vai a vedere e poi scopri che siamo davanti ad una delle Compagnie Carabinieri che pone in essere tra i risultati piu' proficui della Legione reprimendo reati di vario genere a tutela di chi lavora, di chi paga le tasse, di chi tiene ad essere tutelato come cittadino di queste comunità, cittadino italiano.

Vedi che in questa realtà c'è grande rispetto fra colleghi e con la gente e che tale è l'affetto che questa gente ha per i suoi carabinieri. Queste cose, queste giornate, allora prendono un significato ancora piu' profondo e non si puo' che apprezzare questa volgia di esserci e di stare tra la gente trovando il tempo, tra un servizio e un altro, tra un operazione di servizio fatta e un altra da fare, per stare insieme e dedicarsi un momento di aggregazione stando insieme e stando tra la nostra gente. Poi non si dimentica mai anche chi di noi ha bisogno, i nostri colleghi, i figli dei nostri colleghi che non ci sono piu'. Infatti l'occasione della organizzazione di questo gruppo di carabinieri ciclisti per la manifestazione, i carabinieri di Poggibonsi non hanno perso occasione per raccogliere una cifra che verseranno al nostro Ente per l'opera nazionale assistenza degli orfani militari dell'Arma dei Carabinieri, l'O.N.A.O.M.A.C. Tanti altri colleghi venivano da piu' parti d'Italia e chissà se il prossimo anno non si possa sfilare tutti insieme per i sentieri del chianti magari riuscendo a fare il percorso piu' impegnativo, quello dei 200 km.

Ma esserci stati nel nostro stile, nel nostro modo di essere carabinieri, è stato importante per tutti noi. Queste sono le immagini che ci devono far riflettere, anche questi sono momenti di vita da carabiniere. Ogni momento per tutti noi è monito per andare avanti con sempre maggiore spirito alimentando quel senso di responsabilità che ci contraddistingue nella nostra opera quotidiana. Questi siamo noi. Questi siamo i Carabinieri. .

.

FONTE: pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo pubblicata 01 ottobre 2017

Page 18

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 18 di 41


ATTUALITA' - NEWS

« R om a , l ' uni ca ca p i t a l e U e con g l i indicatori in calo» 0 1 o t t o b re 2 0 1 7 Dall'analisi dell'economia del Paese al diabete dei romani. Il convegno Crescita Vs Crisi che si è svolto a Roma è passato dalle parole del ministro dell'Economia Padoan («Basta autoflagellarci, altri stanno peggio») all'annuncio del direttore dell'Istituto superiore di sanità Ricciardi: «Roma è l'unica tra le capitali dell'Unione europea che ha peggiorato i suoi indicatori di salute negli ultimi anni». I romani, in sintesi, stanno molto male. Le loro condizioni fisiche sono precipitosamente crollate e, visto lo stato, rischiano, per questo, di avere vita breve. Davvero un fulmine. Capace di scatenare una bagarre. Uno scontro ideologico sulle cardiopatie, le dipendenze o l'obesità di chi vive nella Capitale. «Tutti gli indicatori, da quello più solido che è l'aspettativa di vita e la mortalità infantile - aggiunge - a quello per patologie tumorali, fanno riscontare un peggioramento della situazione dei cittadini romani rispetto al resto d'Italia».

LE C U R E Ultima, secondo questa classifica, in Europa e nel suo stesso Paese. Come un vero professore Ricciardi va avanti analizzando lo stato di salute di chi abita nella Capitale patologia per patologia. Quanto al diabete il direttore dell'Istituto ha parlato della prevalenza della malattia «che si attesta tra i 6 e il 7% della popolazione romana mentre la media italiana è del 5%». Quando affronta il capitolo tumori fa confronti e tira conclusioni: «Se hai una patologia neoplastica e vivi in una regione del Nord ha un trattamento e quindi un'aspettativa di vita maggiore rispetto a quella romana».

Dal tasso di glicemia dei romani all'attacco politico il passo è breve. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha organizzato l'incontro, associa il ritratto sanitario disegnato da Ricciardi al degrado della città. Abbina il peggioramento recente delle condizioni fisiche dei cittadini a «un grande declino sociale e legale di Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Roma, in particolare un declino delle fasce più deboli». E poi, un nuovo allarme. «La mia impressione è che Roma è piena di droga dice Beatrice Lorenzin - Rivediamo le siringhe per strada, rivediamo i tossici, gli spacciatori di eroina. Siamo pieni di cocaina. Si fa finta di non vedere come se il problema non ci fosse più, in realtà aggredisce tutti i ceti sociali e tutte le età, insieme all'alcol».

L'ATTACCO Scetticismo da parte dei medici, risposta immediata e secca dal Movimento 5 Stelle. Dal capogruppo alla Camera Simone Valente che si rivolge direttamente al ministro della Salute contestando le sue parole nei confronti della città. E il probLela Capitale si sposta su un altro piano. «Quando parla della situazione sanitaria a Roma il ministro Lorenzin sta facendo un atto di autoaccusa o sta puntando il dito contro la Regione Lazio? Perché, francamente, oltre a sparare pensieri in libertà vorremmo comprendere se il responsabile di ciò sarebbe la Regione, che gestisce il sistema sanitario anche della Capitale, oppure lei stessa, dal momento che negli ultimi anni alla sanità nazionale sono stati tagliati 4,6 miliardi di euro, 12 milioni di italiani rinunciano e posticipano le cure e il personale medico sanitario da anni è bloccato il turn over». E dalla senatrice M5S un tweet: «Una domanda ai romani: ma abitavate tutti in Svizzera prima?». «La Lorenzin s'è svegliata! - ancora su il M5S Roma su Facebook - Ha scoperto che esiste la droga, gli spacciatori, gli assuntori». IL SUD Roma, da chi analizza la salute dei cittadini, sarebbe ormai diventata la prima città del Mezzogiorno. Come precisa Ricciardi nel momento in cui sottolinea la differenza del livello di assistenza nelle varie regioni. «I cittadini che rinunciano per motivi economici alle cure al Nord sono molti di meno rispetto al Sud. E il Sud Italia comincia a Roma». www.ilmessaggero.it

Anno XI - n.ro 120

Page

Pagina 19 di 41


ATTUALITA' - NEWS

C a t a l og na : v ot a t o i l 4 2 % , 9 0 % p e r i l s ì

0 2 o t t o b re 2 0 1 7

BARCELLONA - Il 'si' ha ottenuto il 90% dei voti al referendum sull'indipendenza catalano, secondo i dati quasi definitivi resi pubblici dal portavoce del governo catalano Jordi Turull. Al voto hanno partecipato 2,2 milioni di elettori (circa il 42%). Il 'no' ha ottenuto il 7,8%. Sono stati 400 i seggi, corrispondenti a 770 mila elettori, chiusi dalla polizia spagnola, che in molti casi ha sequestrato le urne.

Il vicepresidente catalano Oriol Junqueras ha detto questa notte che spetterà al parlamento di Barcellona prendere la decisione di dichiarare l'indipendenza. Una decisione potrebbe essere presa al riguardo a partire da mercoledì, ipotizza la stampa catalana. (ANSA)

Pensioni, il diktat di Banca d'Italia: italiani fuori dal lavoro a 67 anni

0 3 o t t o b re 2 0 1 7

Forte del pensiero della Banca d'Italia, che

ha in mano la cassa del Paese, per gli italiani che aspettano la pensione non sembra esserci speranza. Non ci sarebbe nessuno spazio per bloccare l'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita, previsto nel 2019. Dal prossimo gennaio è previsto, infatti, l'innalzamento dell'età pensionabile che passerà a 67 anni, 3 mesi in più rispetto ad oggi. Inutile sbraitare e battere i pugni sul tavolo. Anche volendo. Le risorse non ci sono. E soprattutto non si troveranno visto che la misura dovrebbe essere finanziata con ulteriore deficit oltre ai circa 10 che la manovra dovrebbe autorizzare. Dunque per consentire il blocco dello scatto degli ulteriori tre mesi ci sarebbe bisogno o di nuove tasse (impossibile sotto elezioni) o ulteriori tagli di spesa (che andrebbero a comprimere i servizi già).

I sindacati non mollano e stanno esercitando una pressione sui sindacati che hanno inserito la richiesta come uno dei punti principali del documento inviato al Governo tra quelli da discutere nei prossimi incontri. Ma già nelle settimane Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

scorso, proprio durante il tavolo tra ministero del Lavoro e parti sociali per discutere delle tematiche previdenziali, erano arrivati segnali negativi dal ministro Giuliano Poletti visto le scarse risorse a disposizione. Dunque la questione diventa politica. Perché la parte economica è segnata. Già ieri due istituzioni del calibro della Corte dei Conti e della Banca d'Italia hanno chiesto a chiare lettere di "non fare passi indietro sulle pensioni, delle modifiche potrebbero mettere a rischio i conti pubblici". Un invito a confermare l’adeguamento automatico stabilito dalla legge Fornero.

Alle nuove evidenze sulla spesa pensionistica non bisogna rispondere con "ulteriori restrizioni dei parametri sottostanti al disegno di riforma completato con la legge Fornero; si tratta invece di cogliere ancor meglio il senso della delicatezza del comparto e confermare i caratteri strutturali della riforma, a partire dai meccanismi di adeguamento automatico di alcuni parametri (come i requisiti anagrafici di accesso alla evoluzione della speranza di vita e la revisione dei

Anno XI - n.ro 120

continua

Page

Pagina 20 di 41


ATTUALITA' - NEWS coefficienti di trasformazione). Ogni arretramento su questo fronte, esporrebbe il comparto e quindi la finanza pubblica in generale a rischi di sostenibilità", ha affermato il presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci, nel corso dell'audizione in Parlamento sulla nota di aggiornamento al Def. Sulla stessa linea il vice direttore generale della Banca d'Italia, Luigi Federico Signorini: "Le ultime proiezioni sulla spesa pensionistica mettono in evidenza l’importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro", sottolinea

nel corso dell’audizione. Certo i sindacati non l'hanno presa bene. E non senza una punta polemica va registrata la presa di posizione della Uil. "Banca d'Italia, lo diciamo con il rispetto che merita l'istituto, farebbe bene ad occuparsi della condizione del sistema bancario italiano, che tanti miliardi è costato e costa agli italiani, invece di intervenire su temi come quello delle pensioni che spettano al Governo e al Parlamento» ha spiegato il segretario confederale, Domenico Proietti. . www.iltempo.it

Evasione, i record dell'Italia: in fuga dal Fisco 111 miliardi all'anno

0 4 o t t o b re 2 0 1 7

Coprire le spese sanitarie della nazione per un anno intero. Oppure mettere in sicurezza tutto il patrimonio edilizio italiano. O ancora, tagliare almeno un quinto delle tasse. Lasciamo alla fantasia ciò che si potrebbe fare con più di cento miliardi. Quei soldi appartengono solo alla sfera dell'immaginario. Secondo i calcoli della commissione governativa sull'economia sommersa sono i denari che ogni dodici mesi sfuggono al fisco. Sottratti alla collettività da un esercito di evasori: quel che è più grave, senza colpo ferire. Perché qui lottare contro i furbetti è come svuotare il mare con il colabrodo. In Italia si riscuote appena l'1,13 per cento del carico fiscale affidato all'esattore, contro una media Ocse del 17,1 per cento. Anno dopo anno, infatti, il maltolto aumenta: 107,6 miliardi nel 2012, 109,7 nel 2013, 111,7 nel 2014.

E sia pure in diminuzione i dati provvisori del 2015, contenuti nella nota di aggiornamento al Def, non fanno presagire un cambio sostanziale di rotta come ha anticipato qualche giorno fa il nostro Roberto Petrini. Il calo risulterebbe infatti di 3,9 miliardi e non c'è ancora una Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

valutazione esatta del mancato introito Irpef dei lavoratori dipendenti irregolari, pari nel 2014 a 5,1 miliardi. Ben che vada, si tornerebbe quindi ai livelli del 2012. Una situazione tale da far dire ieri al presidente dell'Istat Giorgio Alleva che la lotta all'evasione "è strategica". Ovvio. Il problema è come farla. Perché il sostegno al conseguimento del risultato è corale, come fa capire una relazione del sostituto procuratore di Pistoia Fabio Di Vizio, uno dei più esperti magistrati del ramo evasione, riciclaggio & affini. Quelle 50 pagine piene di numeri e tabelle scritte in occasione di un suo intervento alla bolognese InsolvenzFest, organizzata ogni anno dall'Osservatorio sulla crisi d'impresa, tracciano lo scenario di un Paese che in tutte le sue componentei ha coscientemente deciso che la lealtà fiscale non fa parte dei valori della convivenza civile. È bastato mettere in fila circostanze, fatti e dati per nulla riservati, rintracciabili negli atti e nei documenti ufficiali. A patto, naturalmente, di saperli e volerli leggere. Si scoprirebbe, per dirne una, che la propensione a evadere l'Irpef da parte del lavoro autonomo ha raggiunto nel 2014 un impressionante 59,4 per cento.

Anno XI - n.ro 120

continua Page

Pagina 21 di 41


ATTUALITA' - NEWS Significa che entrano nelle casse pubbliche solo quattro euro su dieci delle imposte sul reddito dovute da chi esercita un'attività non dipendente. Il 3,5 per cento non viene versato, ma il 55,9 per cento neppure dichiarato. Trenta miliardi e 736 milioni evaporati ogni anno, ma la cosa davvero preoccupante è che in cinque anni l'aumento di questa evasione, dicono i dati della commissione presieduta da Enrico Giovannini, ha superato il 50 per cento. Nel 2010 la calcolatrice si era fermata a 20 miliardi e 149 milioni. Per non parlare dell'Iva. Qualche giorno fa da Bruxelles è arrivata la brutta notizia che l'Italia è il Paese europeo che detiene il record dell'evasione di questa imposta. Ma purtroppo non è una notizia nuova, perché è così da sempre. Il differenziale fra l'Iva dovuta e quella effettivamente pagata sfiora il 30 per cento: 29,7, esattamente. Altri 40,1 miliardi sfumati. Cinque anni prima erano 37,4. È colpa della crisi, deduzione ovvia. Ma fino a un certo punto. Perché la crisi da sola non spiega il fatto che l'Italia rappresenti quasi un quarto dell'evasione Iva dell'Unione europea, contro il 15,3 per cento della Francia e il 3,9 per cento della Spagna, che dalla stessa crisi non sono state certo risparmiate. Se a quelli delle imposte dei lavoratori autonomi e dell'Iva si aggiungono i buchi sui redditi d'impresa, dell'Irap e dei contributi previdenziali, arriviamo appunto ai 111,7 miliardi cui sopra. Una cifra enorme. Che in più si riferisce per oltre due terzi alle tasse non pagate dai fantasmi: cioè da coloro che per il fisco nemmeno esistono. In media, 75 miliardi e mezzo l'anno. Somma pari al 15 per cento di tutte le entrate tributarie. Basterebbe questo per mettere in dubbio la tesi di chi assolve l'infedeltà fiscale considerandola alla stregua della legittima difesa contro uno Stato ingordo. E assolvendola, per giunta, dai vertici dello Stato stesso. "L'evasione di chi paga il 50 per cento dei tributi non l'ho inventata io. È una verità che esiste. Un diritto naturale che è nel cuore degli uomini": sono le parole memorabili pronunciate da Silvio Berlusconi ai microfoni di Radio Anch'io il 18 febbraio 2004. Ripetute più volte dal Cavaliere prima, durante e dopo le sue Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

permanenze a palazzo Chigi. Senza che in tutti quegli anni la pressione fiscale sia calata e gli evasori si siano dati una regolata.

Sul fatto che in Italia l'imposizione fiscale sia per tutti troppo pesante, davvero non ci piove. La stessa Corte dei conti certifica un dato mostruoso che era stato già calcolato da Confartigianato: su un'impresa di medie dimensioni grava un carico fiscale complessivo del 64,8 per cento, superiore di quasi 25 punti alla media europea (40,6). Né le cose vanno meglio per il cuneo fiscale, che con il 49 per cento oltrepassa di dieci punti il valore medio continentale (39). E se la pressione del fisco, che statisticamente si è aggirata negli anni più recenti intorno al 43 per cento (decimale più, decimale meno), risulta inferiore a quella di Danimarca, Francia, Belgio, Finlandia e Austria, non si può non considerare che a sostenerla è una platea di contribuenti in proporzione nettamente più ridotta. Per non parlare della qualità dei servizi offerti con quel costo ai cittadini italiani. Ma ciò non può giustificare affatto quanti si sottraggono ai propri obblighi verso la collettività. Né, a maggior ragione, giustificare chi li giustifica.

Certo, qualcuno potrebbe tirare in ballo questioni che sconfinano nell'indole degli italiani. Come la storica avversione per le tasse, oggetto persino di proverbi popolari. Ma se quel sentimento esiste, va detto pure che è stato sempre coccolato dalla politica, fin dai tempi antichi. Con i condoni. Il primo è del 118 dopo Cristo. Autore l'imperatore di origini iberiche Adriano, che rinunciò a riscuotere le tasse ancora non pagate dai cittadini dell'impero nei 16 anni precedenti: 900 milioni di sesterzi. Ricorda Di Vizio che dall'unità d'Italia a oggi si possono contare 80 (ottanta) condoni fiscali sotto varie forme. Anche la rottamazione delle cartelle esattoriali, a modo suo, può rientrare in questa fattispecie. E per avere un'idea del rapporto fra gli italiani e il fisco basti dire che ne 2016 erano 21 milioni i residenti con una pendenza aperta a Equitalia: che in ogni caso, per il 54 per cento di loro, non superava i mille euro. Il fatto è che

Anno XI - n.ro 120

continua Page

Pagina 22 di 41


ATTUALITA' - NEWS all'evasione contribuisce un sistema pubblico obeso e inefficiente che affoga nelle follie burocratiche. Cervellotico e strampalato al punto da imporre a chi vuol pagare le tasse rateizzandole un interesse di dilazione pari al 4,50 per cento, cioè addirittura più alto rispetto a quello di mora a carico di chi le imposte non le paga affatto: 3,50. E questo semplicemente perché quei tassi sono fissati da due leggi diverse, che nessuno ha mai pensato di rendere coerenti l'una con l'altra. Troppa fatica.

Succede così, sottolinea Di Vizio nel suo studio, che in un Paese nel quale l'economia sommersa vale il 21,1 per cento del prodotto interno lordo e l'evasione fiscale incide per il 24 per cento sul gettito potenziale, siano necessarie mediamente 269 ore l'anno per adempiere a tutti gli obblighi fiscali, contro le 173 della media europea. Mentre il sistema di riscossione fa acqua da tutte le parti. Inaccettabile il balletto che avviene fra l'accertamento e la riscossione. Dal 2000 al 2016 gli enti creditori hanno affidato a Equitalia 1.135 miliardi di euro da riscuotere: una cifra pari alla metà dell'attuale debito pubblico. Di questi, una parte è stata annullata dagli stessi creditori e una piccola fetta riscossa negli anni, con un residuo contabile che oggi ammonta a 817 miliardi. Ma 147,4 riguardano soggetti falliti, 85 i morti, 95 i

presunti nullatenenti, 348 posizioni per cui si è già tentato invano il recupero, 26,2 sono oggetto di rateizzazioni e 32,7 non sono riscuotibili a causa di norme favorevoli ai debitori. Di quella enorme massa, grazie anche al contributo dei ricorsi tributari che hanno visto nel 2016 l'amministrazione soccombente in terzo grado nel 62 per cento dei casi, restano così aggredibili 51,9 miliardi, con una previsione di concreto realizzo che si riduce a 29 miliardi. Nella migliore delle ipotesi potrebbe rientrare il 3,5 per cento. Da chiarire come ciò si possa conciliare con i roboanti risultati nella lotta all'evasione (una ventina di miliardi introitati, secondo Maria Elena Boschi). E veniamo ai controlli. Di Vizio segnala che nel 2016 gli accertamenti dell'Agenzia delle entrate sono calati del 33,8 per cento, passando da 301.996 a 199.990. Logico, perciò, che gli introiti siano diminuiti del 17,2 per cento, da 7,4 a 6,1 miliardi. Al netto, va precisato, della cosiddetta "voluntary disclosure". Qui sta il bello. Perché dietro a quelle due paroline inglesi apparentemente misteriose si nasconde la spiegazione di dove sparisce una bella fetta dei soldi rubati al Paese. Ma questa è un'altra storia. www.repubblica.it

Per l'Organizzazione internazionale: "Salari troppo legati al l ’ e t à,

p oco

s pa z i o

al l e

d onne ,

competenze e laureati bistrattati"

0 5 o t t o b re 2 0 1 7

“Se l’Italia vuole avere un futuro prospero deve superare e migliorare le poche competenze di base e avanzate”. Parte così il quadro non proprio positivo del nostro Paese, secondo il rapporto Ocse "Strategia per le competenze". Nelle 280 pagine del documento diffuso dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, redatto in 24 mesi di lavoro, si legge che "negli ultimi 15 anni i risultati economici dell'Italia sono stati lenti. Nonostante alcuni progressi Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

m a na g e r

con

p oche

nell'occupazione, la crescita di produttività è stata stagnante”. Il motivo è semplice. Da una parte la forza lavoro non è sufficientemente preparata e dall’altra la domanda delle imprese è debole. Ma vediamo nel dettaglio, in 10 punti, come la situazione italiana appare nel report.

1. Competenze basse, peggio di altri Paesi Il documento Ocse sottolinea che “l'Italia ha maggiori difficoltà rispetto ad altri Paesi

Anno XI - n.ro 120

continua Page

Pagina 23 di 41


ATTUALITA' - NEWS nello sviluppare le competenze, per far fronte alla globalizzazione, alla digitalizzazione e all'invecchiamento della popolazione". Accanto a molte imprese, relativamente grandi, presenti con successo sul mercato globale, ve ne sono tante altre che operano con un management dotato di scarse competenze e lavoratori con livelli di produttività più bassi. Peggio che in altri Paesi.

2. Le aziende a gestione familiare e i manage r Nel Belpaese le imprese a gestione familiare “rappresentano più dell’85% del totale e circa il 70% dell’occupazione in Italia”. Ma i manager di queste realtà “spesso non hanno le competenze necessarie per adottare e gestire tecnologie nuove e complesse”. Basti pensare che "in Italia, più di 13 milioni di adulti hanno competenze di basso livello", concentrati tra i "più anziani", "gli immigrati" e tra chi lavora "nelle imprese più piccole".

3. I salari in base all'età Un altro tema scottante sono le paghe. "Il livello dei salari in Italia è spesso legato all'età e all'esperienza del lavoratore piuttosto che alla performance individuale, caratteristica che disincentiva nei dipendenti un uso intensivo delle competenze sul posto di lavoro". Attualmente l'Italia è intrappolata in quello che il documento redatto da Ocse è definito 'low-skills equilibrium', ovvero un basso livello di competenze generalizzato. “Una situazione in cui la scarsa offerta di competenze è accompagnata da una debole domanda da parte delle imprese” fa sì che, da una parte la forza lavoro non si presenta sul mercato preparata, ossia attrezzata a svolgere le diverse mansioni possibili, e dall'altra le aziende non pretendono. Un circolo vizioso che rischia di non portare lontano.

4. La produttività che ristagna Negli ultimi 15 anni la performance economica nostrana è apparsa piuttosto fiacca. "Ravvisando la necessità di intervenire, il governo italiano ha varato un ambizioso pacchetto di riforme", che include la "promozione" dei saperi. Ora nell'ambito del rapporto realizzato tra il luglio 2016 e il marzo 2017, "più di duecento stakeholder (rappresentanti il Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

mondo delle imprese, dei lavoratori, dell'istruzione, degli istituti di ricerca e il governo) hanno partecipato al processo coordinato dall'Ocse” rilevando la necessità di mettere le competenze tra le priorità di un mercato del lavoro in crescita.

5. Pochi, laureati, poco preparati e bistrattati "Solo il 20% degli italiani tra i 25 e i 34 anni è laureato rispetto alla media Ocse del 30%". Inoltre "gli italiani laureati hanno, in media, un più basso tasso di competenze". Qualche esempio? In lettura e matematica siamo al 26esimo posto su 29 paesi Ocse. Un dramma. Non solo, i laureati con una competenza di livello non vengono utilizzati al meglio, risultando "bistrattati". Denuncia l’Ocse: l’Italia è "l'unico Paese del G7" in cui la quota di lavoratori laureati in posti con mansioni di routine è molto alta. Come dire, ci sono occupati che hanno competenze superiori, ma hanno mansioni che ne richiedono meno (11,7%) e sono sovraqualificati (18 %), con una percentuale elevata di lavoratori occupati (35%) in un settore che non c’entra niente con gli studi fatti.

6. Il divario degli studenti tra Nord e Sud "L'Italia, negli ultimi anni, ha fatto notevoli passi in avanti nel miglioramento della qualità dell'istruzione", ma forti sono le differenze nelle performance degli studenti all'interno del Paese. "Le regioni del Sud restano molto indietro rispetto alle altre", tanto che "il divario dei risulati in Pisa (acronimo di Programme for International Student Assessment che stabilisce gli standard internazionali di valutazione) tra gli studenti della provincia autonoma di Bolzano e quelli della Campania equivale a più di un anno scolastico". Una differenza abissale: "Per esempio, mentre gli studenti di Bolzano ottengono risultati estremamente soddisfacenti, in linea con quelli dei Paesi che occupano le posizioni di testa nelle classifiche internazionali, quali ad esempio quelli degli studenti coreani, gli studenti della Campania si collocano più in basso, allo stesso livello di quelli cileni o bulgari”. Un divario tra aree geografiche ampio che richiede interventi sulle politiche per le competenze, differenziati sul territorio.

Anno XI - n.ro 120

continua Page

Pagina 24 di 41


ATTUALITA' - NEWS 7. Il problema “università” e “imprese” E il report Ocse ha qualcosa da dire anche sulle università, incapaci di collegarsi meglio con le esigenze del mondo del lavoro, e sulle imprese, del tutto inefficienti nell'usare in modo efficace le competenze a loro disposizione e poco disposte a investire in tecnologie e pratiche di lavoro che migliorino la produttività. 8. Dal Jobs act agli sgravi A voler vedere positivo qualche barlume di luce c’è. Negli ultimi anni, il governo italiano ha messo in atto un insieme di riforme strutturali, compreso il Jobs Act del 2015, che mirano ad affrontare le sfide sull'occupazione oltre al "taglio temporaneo dei contributi" per le assunzioni stabili. "Tutte assieme" le novità, sostiene il report Ocse, hanno dato una spinta che ha prodotto "circa 850 mila posti di lavoro creati da quando queste riforme sono state adottate" e "il numero di nuovi contratti a tempo indeterminato è aumentato".

9. L’occupazione femminile Ma la situazione per le italiane resta sempre difficile. Tra i Paesi membri dell'Ocse, l'Italia è al quartultimo posto per percentuale nell’occupazione femminile. Un dato allarmante, visto che “molte donne non sono neanche alla ricerca di un posto di lavoro, e questo fa sì che l'Italia faccia

registrare il terzo tasso di inattività più alto" nell'area che conta 35 stati industrializzati. Il fatto che le "donne sono spesso percepite come le principali assistenti familiari ha il suo peso", spiega il dossier. Ma questa è solo una parte della storia, visto che "il tasso di fertilità in Italia è tra i più bassi dell'Ocse, l'età media in cui una donna ha il suo primo figlio è abbastanza alta e ci sono molte donne senza figli". Altro scoglio la scelta della laurea. Molte donne scelgono spesso specializzazioni universitarie che non sono molto richieste dal mercato del lavoro e che rendono loro difficile trovare un'occupazione" dopo la discussione della tesi.

10. Gli asili nido Uno dei problemi sentiti dalle famiglie è relativo agli asili nido. Occorre favorire "un'organizzazione flessibile del lavoro, l'accesso ai servizi dell'infanzia a costi più contenuti, in modo da conciliare vita e lavoro" a vantaggio delle donne e non solo. In particolare, i nidi portano "benefici anche nelle capacità di apprendimento" dei ragazzi, come "dimostrano i dati Pisa", gli standard internazionali di valutazione degli studenti, in base alle competenze, ai talenti espressi. Insomma, chi ha frequentato l'asilo nido registra poi vantaggi scolastici. www.panorama.it

Migranti, Minniti: "Mio obiettivo è chiudere i grandi centri di accoglienza"

0 8 o t t o b re 2 0 1 7

AOSTA - "I temi dell'emergenza e dell' immigrazione devono essere separati, metterli insieme è l'errore più catastrofico che si può fare. Sul tema c'è bisogno di una visione complessiva e su questo si gioca la partita tra populismo e riformismo". Lo ha detto il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, intervenendo alla nona edizione della Scuola per la Democrazia di Aosta, promossa dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta e dall'associazione ItaliaDecide di Luciano Violante. "L'obiettivo che mi sono dato - ha spiegato Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

il titolare del Viminale - è arrivare all'accoglienza diffusa e chiudere i grandi centri di accoglienza. I grandi centri di accoglienza, per quanto ci si possa sforzare di gestirli nel migliore dei modi, non possono essere la via maestra per l'integrazione".

"CATTIVO MAESTRO CHI DICE STOP AI FLUSSI" "Personalmente considero dei cattivi maestri coloro che dicono che, a un certo punto, 'se arrivo io faccio cessare i flussi migratori'" ha sottolineato Minniti.

Anno XI - n.ro 120

continua Page

Pagina 25 di 41


ATTUALITA' - NEWS "I flussi - ha aggiunto - non sono risolvibili con un approccio di carattere tecnico che porta a dire 'abbiamo chiuso': se qualcuno avesse dubbi su questa mia affermazione basta sollevare gli occhi dal nostro Paese e guardare quello che succede nel mondo. Il punto non è aprire o chiudere. Ma governare". "La cooperazione strategica tra il Governo e i sindaci - ha poi dichiarato - è un elemento cruciale per i temi della sicurezza e dell'immigrazione. Una democrazia moderna non può non fondarsi sul rapporto strategico tra governo centrale e gli enti locali".

"IL NORD AFRICA NON DIVENTI PIATTAFORMA ISIS" "Nello Stato Islamico c'erano 25-30.000 foreign fighters provenienti da 100 Paesi, la più grande legione straniera mai vista. Molti sono morti ma molti torneranno nei Paesi di provenienza, in Europa e Africa. L'Africa settentrionale non può diventare una piattaforma per i terroristi dell'Isis". "Nei prossimi 15 anni - ha osservato il minitro - Europa e Africa avranno un futuro allo specchio. E l'Europa è legata all'Africa su questo punto cruciale: ha investito sulla rotta balcanica una massa importante di risorse ed è legittimo chiedere un simile approccio per quanto riguarda l'Africa". "Il cuore della questione migratoria - ha osservato ancora - è affrontare il tema dei

Paesi di provenienza".

"GUARDIA COSTIERA LIBICA SALVATO 16MILA PERSONE" "Le partenze dalla Libia verso l'Italia sono diminuite ma soprattutto sono diminuiti del 35% gli accessi in Libia dal Niger. È un dato molto importante per evitare che la Libia diventi un collo di bottiglia", ha dichiarato Minniti. "La Guardia costiera libica - ha commentato - a cui abbiamo fornito motovedette e formazione, ha salvato in questo periodo oltre 16.000 persone". A proposito di flussi migratori provenienti dalla Libia, Minniti ha detto che "incomincia a vedersi una fievole luce alla fine del tunnel". SU SHARIA NESSUNA MEDIAZIONE È POSSIBILE" "Non è possibile sottoporre il nostro Paese a una giurisdizione improntata al radicalismo religioso, chi pensa alla sharia deve capire che 'in Italia no', su questo non ci possono essere mediazioni, sono valori non discutibili". Lo ha affermato Minniti. L'altro valore "intangibile" indicato dal ministro, parlando del processo di integrazione, è quello della "parità della donna rispetto all'uomo: siamo un Paese che ha fatto su questo giganteschi passi in avanti". www.repubblica.it

Catania-Roma in treno in sette ore? È p os s i b i l e : e cco com e 0 9 o t t o b re 2 0 1 7

CATANIA - Proviamo a restare con i piedi per terra, visto che tutto il resto è maledettamente complicato. E anche parecchio costoso. Piedi per terra, dunque, cercando alcune scorciatoie che potrebbero migliorare, magari di poco e certamente non maniera risolutiva, ma migliorarlo sì, il sistema dei trasporti da e per la Sicilia. Per esempio la questione treni. Facciamo finta che non ci tocchi il fatto che con un Frecciarossa si va da Roma a Milano in 3 ore. E’ un altro mondo. Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Ma è possibile, senza aspettare i tempi biblici che serviranno per fare arrivare l’alta velocità dalle nostre parti, abbassare, se non abbattere, i tempi di percorrenza, per esempio, tra Catania e Roma?

E’ possibile. Se oggi servono dieci ore circa per coprire quella distanza, traghetto compreso, esiste la concreta possibilità, senza spendere un euro e senza fare castelli in aria, di scendere a tempi meno scandalosi. Come? Torniamo a chiedere udienza al professore Francesco Russo,

Anno XI - n.ro 120

continua Page

Pagina 26 di 41


ATTUALITA' - NEWS catanese, docente ed esperto di trasporti, che sta guidando l’assessorato regionale calabrese.

«Certo che si può. Intanto ricordo che in Calabria siamo riusciti ad ottenere da Trenitalia, attraverso la semplice rimodulazione del tragitto, un Villa San Giovanni-Roma in 4 ore e 30. E’ il Freccia d’argento. Ed è il treno che, secondo noi, potrebbe aiutare la Sicilia ad avere, appunto, un Catania-Roma che potrebbe coprire la percorrenza in sette ore. Forse anche meno. E oggi, appunto, ce ne vogliono almeno dieci».

Zero investimenti chiesti, non servono soldi, non serve nessuna rivoluzione tecnologica. Solo un po’ di buona volontà, per cominciare. Ma come funziona?

«Funziona che da Catania c’è l’Intercity 722 diretto a Roma, che per arrivare a Villa San Giovanni impiega 2 ore e 44 minuti. Basterebbe agganciare questo Intercity al Freccia d’argento 8352 Villa-Roma che in 4 ore e 30 è a destinazione. Saremmo, quindi, già ad un totale di 7 ore e 10. Quasi tre ore meno del tempo impiegato adesso».

Senza avere fatto nulla, dunque, ci sarebbe già questo sconto. Ottenuto soltanto con l’aggancio dell’Intercity al Freccia d’argento. Ma non è tutto. Il professore Russo spiega

chiaramente che si potrebbe fare anche di più. E sempre a costo zero. «Bisogna considerare che attualmente il treno che parte da Catania quando arriva sul traghetto viene “smontato” per potere traghettare. Non viene, infatti, imbarcato il locomotore e all’arrivo è un altro locomotore ad agganciare i vagoni. Tutto ciò comporta la necessità per sicurezza della prova freni, che fa perdere circa 30/40 minuti. Se da Catania, invece, partisse un treno più leggero, da 200 passeggeri anziché 300 per esempio, potrebbe non essere smontato per traghettare, ma soltanto imbarcato “a spinta”, uscire allo stesso modo a Villa e ripartire con il suo locomotore, quindi senza la necessità del test-freni. Fatti due conti saremmo ad un Catania-Roma in 6 ore e 30».

E allora? Allora tutto starebbe nell’impegno e nella volontà della Regione siciliana di chiedere a Trenitalia di apportare questi piccoli accorgimenti, quasi un tocco di bacchetta magica. Cui, spiega per chiudere il prof. Russo, si potrebbe ancora intervenire ottimizzando gli orari ed altri particolari dei piani di viaggio. Ma già fermandoci qui saremmo a 6 ore e 30, massimo 7 per un CataniaRoma. Quasi clamoroso, tanto per cominciare. www.lasicilia.it

Mattarella ai magistrati: "Toga non è un abito di scena, rifuggire da individualismo"

0 9 o t t o b re 2 0 1 7 ROMA "L'attenzione dell'opinione pubblica rivolta all'azione giudiziaria non può e non deve determinare alcun condizionamento nelle decisioni". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando al Quirinale i giovani magistrati in tirocinio. La toga "non è un abito di scena", ha aggiunto, ma "viene indossata per Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

manifestare il significato di 'rivestire' il magistrato, che deve dismettere i propri panni personali ed esprimere, così, appieno la garanzia di imparzialità, la quale si realizza mediante l'esclusiva soggezione alla legge e, quindi, la piena conformità ad essa". "L'irrinunciabile principio dell'autonomia e dell'indipendenza, garantite dall'articolo 101 della Costituzione - ha precisato il capo dello Stato - non può essere, in alcun modo, una legittimazione per ogni genere di

Anno XI - n.ro 120

continua Page

Pagina 27 di 41


ATTUALITA' - NEWS decisioni, anche arbitrarie ma rappresenta la garanzia in difesa da influenze esterne".

"Il processo penale - ha detto ancora Mattarella - non è una contesa fra privati che possono presumere di orientare, condizionando, i magistrati Si svolge nelle aule di tribunale, perché in quelle aule va assicurata la realizzazione delle garanzie dettate dalla legge a tutela non solo delle parti ma anche dell'imparzialità del giudice".

seguire né dare l'impressione di perseguire finalità estranee alla legge ovvero di elevare a parametro opinioni personali quando fa uso dei poteri conferitigli dallo Stato: si metterebbe, in tal modo, a rischio la credibilità della funzione giudiziaria che è un bene prezioso è fondamentale nella società democratica e nel disegno della nostra Costituzione".

"È bene rifuggire da una visione individualistica della propria funzione che può far correre il rischio di perdere di vista "RISPETTARE CONFINE TRA la finalità INTERPRETAZIONE E ARBITRIO" della legge e l'interesse generale della "Vi è un delicato confine, da rispettare, tra collettività". Per il capo dello Stato dunque interpretazione della legge e creazione è necessario che ogni decisione delle toghe arbitraria della regola", ha spiegato il capo sia frutto "del confronto e della dello Stato. Per Mattarella "il magistrato collaborazione maturata all'interno non è uno strumento meccanico, chiamato dell'ufficio giudiziario" cui appartiene il ad esercitare in modo automatico la sua magistrato. funzione, ma a lui si chiede di valersi della sua sensibilità e del suo sapere per www.repubblica.it tradurre nella decisione la volontà sociale espressa nella legge. Non deve nè per

Crolla il mito delle impronte digitali, non s ono uni che

1 1 o t t o b re 2 0 1 7

Crolla il mito delle impronte digitali: dopo essere state per circa un secolo uno dei metodi considerati più certi e affidabili nelle indagini, in realtà non esistono evidenze sufficienti per affermare che le impronte digitali sono uniche per ciascun individuo. Lo indica una fonte autorevole come ll'Associazione americana per l'avanzamento delle scienze (Aaas), nel rapporto redatto dai suoi esperti di scienze forensi.

Il documento esamina le tecniche con cui vengono analizzate e confrontate le impronte digitali latenti, ossia le impronte invisibili lasciate sulle superfici dai polpastrelli e composte dall'alternarsi di creste e solchi secondo precisi disegni. Quello che emerge è che non esiste un metodo univoco per associare un corredo di impronte a un unico individuo. Viene sancito in questo modo il 'sospetto' che recentemente aveva portato a considerare Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

le impronte digitali un metodo di identificazione non più affidabile al 100%.

"L'analisi delle impronte digitali è uno dei metodi forensi più utilizzati per l'identificazione", ha rilevato Joseph Kadane, che insegna statistica e scienze sociali dell'università americana Carnegie Mellon e che ha collaborato al rapporto. In linea di principio, ha aggiunto, "i sistemi che le analizzano servono a identificare la persona che ha lasciato il suo segno sulla scena del crimine", ma "non esiste un metodo scientifico per stimare il numero di persone che condividono le caratteristiche di una impronta digitale e inoltre non si può escludere l'errore umano durante il confronto". Di conseguenza, conclude, non è possibile affermare che le impronte digitali "possano essere associate a un unico individuo con una precisione del 100%". www.ansa.it

Anno XI - n.ro 120

Page

Pagina 28 di 41


ATTUALITA' - NEWS

E ' l e g g e l a ri f orm a d e l d i ri t t o f a l l i m e nt a re 1 1 o t t o b re 2 0 1 7

Addio 'fallimento', d'ora in poi sarà 'liquidazione giudiziale': è una delle novità introdotte dalla riforma del diritto fallimentare che - con il sì del Senato, 172 voti a favore, 34 contrari - diventa legge dopo un percorso ragionevolmente breve tra Montecitorio (il sì lo scorso primo febbraio) e Palazzo Madama.

Il testo prevede, fra l'altro, meccanismi di allerta per impedire alle crisi aziendali di diventare irreversibili e ampio spazio agli strumenti di composizione stragiudiziale per favorire le mediazioni fra debitori e creditori per gestire l'insolvenza. La riforma, twitta il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, è ’un contributo per un'economia più sana che aiuterà la crescita'. Esulta anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che è intervenuto in aula a nome del governo prima del voto finale: 'Non uso mai questi termini, ma si tratta di riforma di portata epocale'. Si cambia infatti una legge che 'risale ancora al 1942 con un meccanismo distorto che ha macinato in questi anni molte risorse sia imprenditoriali che di beni materiali'. Con la riforma, secondo Orlando, si riesce 'a rivedere lo stigma che spesso non è più giustificato nella fase di un'economia globalizzata, ma anche a non sprecare capacità imprenditoriale perché si può essere buoni imprenditori e aver avuto una prima esperienza imprenditoriale non felice'.

Ecco le novità LA LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE. Dominus sarà il curatore, con poteri decisamente rafforzati: accederà più facilmente alle banche dati della Pa, potrà promuovere le azioni giudiziali spettanti ai soci o ai creditori sociali, sarà affidata a lui (anzichè al giudice delegato) la fase di riparto dell'attivo tra i creditori. Ci sarà però una stretta sulle incompatibilità. Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

PREVENIRE LA CRISI. Per facilitare una composizione assistita, arriva una fase preventiva di allerta attivabile direttamente dal debitore o d'ufficio dal tribunale su segnalazione (obbligatoria per fisco e Inps) dei creditori pubblici. In caso di procedura su base volontaria, il debitore sarà assistito da un apposito organismo istituito presso le Camere di commercio e avrà 6 mesi di tempo per raggiungere una soluzione concordata con i creditori. Se la procedura è d'ufficio, il giudice convocherà immediatamente, in via riservata e confidenziale, il debitore e affiderà a un esperto l'incarico di risolvere la crisi trovando un accordo entro 6 mesi con i creditori. L'esito negativo della fase di allerta è pubblicato nel registro delle imprese. L'imprenditore che attiva tempestivamente l'allerta o si avvale di altri istituti per la risoluzione concordata della crisi godrà di misure premiali (non punibilità dei delitti fallimentari se il danno patrimoniale è di speciale tenuità, attenuanti per gli altri reati e riduzione di interessi e sanzioni per debiti fiscali). Dalla procedura d'allerta sono escluse le società quotate e le grandi imprese.

REGOLE PROCESSUALI SEMPLIFICATE. Nel trattare le proposte, priorità viene data a quelle che assicurano la continuità aziendale, purchè funzionali al miglior soddisfacimento dei creditori, considerando la liquidazione giudiziale come extrema ratio. Si punta poi a ridurre durata e costi delle procedure concorsuali (responsabilizzando gli organi di gestione e contenendo i crediti prededucibili). Il giudice competente sarà individuato in base alle dimensioni e alla tipologia delle procedure concorsuali, assegnando in particolare quelle relative alle grandi imprese al tribunale delle imprese a livello di distretto di corte d'appello.

Anno XI - n.ro 120

continua Page

Pagina 29 di 41


ATTUALITA' - NEWS INCENTIVI A RISTRUTTURAZIONE DEBITI. Il limite del 60% dei crediti per l'omologazione dell'accordo di ristrutturazione dei debiti dovrà essere eliminato o quantomeno ridotto.

IL NUOVO CONCORDATO PREVENTIVO. Viene ridisegnato ammettendo, accanto a quello in continuità, anche il concordato che mira alla liquidazione dell'azienda se in grado di assicurare il pagamento di almeno il 20 per cento dei crediti chirografari.

INSOLVENZA GRUPPO DI IMPRESE. Arriva una procedura unitaria per la trattazione della crisi e dell'insolvenza delle società del gruppo e, anche in caso di procedure distinte, vi saranno comunque obblighi di collaborazione e reciproca informazione a carico degli organi procedenti. www.ilsole24ore.com

Sche d a uni ca , ni e nt e v ot o d i s g i unt o: com e funziona la nuova legge elettorale 1 3 o t t o b re 2 0 1 7

Il Rosatellum 2.0 va. L’approvazione da parte della Camera consegna un testo che può considerarsi già alla stregua di quello finale. È infatti inverosimile che il Senato possa apportarvi modifiche, che poi non ci sarebbe il tempo per sottoporre a un secondo giro a Montecitorio.

Il testo licenziato ieri dall’aula è un sistema proporzionale con una “spruzzata” di maggioritario, ottenuta attraverso la reintroduzione dei collegi uninominali (232 alla Camera e 116 al Senato compresi quelli di Trentino e Valle d’Aosta) nei quali i partiti si potranno anche coalizzare. Coalizioni che tuttavia sono labili, visto che non è prevista né la presentazione di un programma comune né l’indicazione di un unico leader (o come nei precedenti sistemi del candidato premier) ma solo dei capi delle singole liste. Con i collegi uninominali verranno eletti il 36% dei seggi della Camera, con il proporzionale il restante 64 per cento. Sulla parte proporzionale l’elettore non potrà apporre preferenze: accanto a ciascuna lista compariranno i nomi (da 2 a 4) dei candidati scelti dal partito. La scheda sarà una sola e avrà scritte sul frontespizio le istruzioni per l’uso: barrando sul nome del candidato dell’uninominale automaticamente il voto andrà alla lista che lo sostiene; se si tratta di una coalizione di più liste e l’elettore non ha barrato nessuna di queste, il suo Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

voto verrà ripartito all’interno dell’alleanza in proporzione ai voti raccolti da ciascun partito. Non è quindi possibile il voto disgiunto come avveniva con il Mattarellum (l’elettore aveva infatti 2 schede: una per l’uninominale e una seconda per la parte proporzionale). La soglia di sbarramento che consentirà di accedere al Parlamento è fissata al 3% sia alla Camera che al Senato e verrà calcolata su base nazionale. È stato anche introdotto un freno alle liste civetta: in caso non raggiungano l’1% i loro voti andranno dispersi e non più assegnati ai partiti della coalizione. Il testo delega poi il governo a definire i collegi plurinominali, che potrebbero essere circa 65. Quanto alle firme necessarie per la presentazione delle candidature, il testo finale del Rosatellum dimezza, rispetto a quello originario, il numero delle sottoscrizioni da raccogliere per tutti quei partiti o nuove formazioni che non sono in Parlamento o non hanno un proprio gruppo. Il numero di firme da raccogliere passa, dunque, da 1.500-2.000 a circa 750.

C’è poi il capitolo del voto all’estero. Dei 399 deputati eletti con il metodo proporzionale, 12 continueranno ad essere eletti nelle Circoscrizioni Estere. Sarà inoltre possibile che residenti in Italia si presentino all’estero.

Anno XI - n.ro 120

continua Page

Pagina 30 di 41


ATTUALITA' - NEWS Si tratta di una norma inserita in commissione alla Camera attraverso un emendamento presentato dal centrista Lupi. Norma che ha scatenato un putiferio perché ribattezzata dai grillini “salvaVerdini” con la motivazione che consentirebbe al leader di Ala, in caso di condanna, di presentarsi fuori dai confini nazionali. Una ricostruzione rispedita al

mittente dalla maggioranza che fa notare come la legge sull’incandidabilità e l’ineleggibilità non consentano né di candidare né di eleggere un condannato. www.ilsole24ore.com

Immobili residenziali della Difesa all’asta: venduto oltre il 45 per cento

1 4 o t t o b re 2 0 1 7 Su disposizione del Ministro Roberta Pinotti il Ministero della Difesa ha avviato un’attività di vendita di 3022 immobili residenziali distribuiti su tutto il territorio nazionale e non più funzionali alle esigenze delle Forze armate. Si tratta di alloggi economici, variegati per tipologia e prezzo e affidabili in quanto privi di vincoli e ipoteche. Le procedure di vendita sono state esplicitate e pubblicizzate a più riprese sul sito della Difesa e del notariato. Le aste principali sono riservate al personale in servizio, militare e civile, del Dicastero. Le aste residue sono estese anche ai non appartenenti alla Difesa e riguardano gli alloggi rimasti invenduti nel corso dell’asta principale.

A tutt’oggi la situazione è la seguente: dei 3.022 alloggi inizialmente individuati sono 2228 quelli andati in vendita.

procinto di esserlo 672, cioè il 79,8 %, mentre dei secondi quelli venduti sono 349. La maggior parte degli alloggi liberi, 484, si trovano nella regione Friuli Venezia Giulia. Complessivamente, tra alloggi liberi e occupati, sono quindi 1.021 gli alloggi alienati dalla Difesa, una percentuale pari al 45,8% che conferma il successo dell’iniziativa.

Le vendite hanno consentito di portare nella casse dello Stato oltre 143milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i 14 milioni di introiti derivanti dalla vendita all’asta di altri 3 immobili di prestigio: Villa Banti a Firenze, Villino Campos a Roma e Villa Nike a Napoli.

www.difesa.it

Dal computo sono stati, per il momento, tolti 794 immobili per aspetti tecniciamministrativi o legali oppure per permetterne la fruizione da parte degli attuali inquilini. E’ opportuno precisare che dei 2228 alloggi 842 sono occupati e 1386 sono liberi. Dei primi sono stati venduti o in Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Page

Pagina 31 di 41


CESD

Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Page

Pagina 32 di 41


CESD

Podismo: L’Università Telematica Pegaso Premier Support del Memorial Podistico Salvo D’Acquisto

Palermo. Giunto all’ottava edizione il Memorial Podistico Salvo D’acquisto, in programma a Palermo il prossimo 01 Novembre ’17, rafforza il legame con il colosso Universitario Telematico Pegaso che fin dalla prima edizione sostiene l’iniziativa a marchio CESD ( Centro Studi Salvo D’Acquisto) coniugando in maniera perfetta sport, cultura, sociale e promozione del territorio. Altri importanti partner dell’ evento patrocinato dal Comune di Palermo sono: NAMEDSPORT nata dall’incontro tra passione per lo Sport, cura per il benessere naturale e una consolidata esperienza nel settore farmaceutico, nell’ottica di una continua evoluzione, collabora attivamente con un’equipe scientifica di esperti, investendo significativamente nell’area Ricerca&Sviluppo .

Polini Distillates e Beverages uno dei più grandi gruppi del settore D&B in Italia e fra i principali in Europa, azienda vicina alle esigenze dello sport, ha creduto fortemente allo spirito agonistico dell’ASD Polisportiva Pegaso Athletic affiancandosi ad esso in questa bellissima esperienza sociale e sportiva.

Fibrosi Cistica Onlus Associazione Siciliana, Associazione Nazionale Protezione Civile Le Aquile Palermo, Crescere Insieme Onlus, ASFA Sicilia Onlus, Caritas Diocesana di Palermo, A.N.A.S. , Movimento Cristiano Lavoratori, ACSI Sicilia Occidentale, Atletica Terrasini, Palermo Notte in Bici, ASD HYKKARA, DECO’ Gruppo Arena, SYEMME, PolySistem, Latte Puccio, Gin-co caffè al gin seng, Cutolo Rionero, San Benedetto, Feel Rouge TV, Per…Correre, Siciliarunning.it , Acqua Vera, Cantine Settesoli, Sibeg, Gustosita Lounge Bar, Correra Professionisti per la Tua casa, SINALP, Natfood products & service, Conte of Florence, G.Agrusa Massaggi ,Sport Nutrition ,RG on line distribuzioni, MM Parrucchieri.

L’evento organizzato dalla ASD Polisportiva Pegaso Athletic sarà valido come Criterium Europeo Interforze, Prova Campionato Super Prestige e Prova Challenger BioRace Trofeo Pegaso/Per…Correre

Pane&Caffèil primo locale palermitano capace di offrire una vasta gamma di servizi di alto livello soddisfacendo le diverse tipologie dei clienti più esigenti.

AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue), CESVOP (Centro di Servizi per il Volontariato di Palermo), Gruppo Sportivo Polizia Municipale Palermo, Lega Italiana Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Page

Pagina 33 di 41


RUBRICHE

Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro CODICE DELL'AMMINISTRAZIONE DIGITALE

Il parere di Palazzo Spada sulle modifiche al codice dell'amministrazione digitale.

Disco verde dai giudici amministrativi sulla proposta di modifica del codice dell’amministrazione digitale. Ci sono però alcune criticità, sia a livello tecnico che contenutistico, nonché sull’articolato che secondo il Consiglio di Stato non brilla per chiarezza e coordinamento normativo. (Consiglio di Stato, adunanza della Commissione speciale, parere n. 2122/17; depositato il 10 ottobre)

CIRCOLAZIONE STRADALE

Autista circola nel territorio italiano con targa tedesca: sanzionato.

La Suprema Corte è interrogata in merito all’applicabilità al caso di specie dell’accordo transfrontaliero di reciprocità italo-germanico in relazione alla validità di una sanzione amministrativa comminata ad un autista, il quale, una volta entrato nel territorio italiano, aveva montato una targa tedesca temporanea per l’esportazione.. (Corte di Cassazione, sez. II Civile, sentenza n. 24008/17; depositata il 12 ottobre))

LICENZIAMENTO Gomme e licenziamento supermercato.

caramelle costano al dipendente

il del

L’uomo è stato fermato mentre provava a portar via alcune confezioni senza pagare il Page 34

EffettoTre 15 Ottobre 2017

relativo importo, pari ad appena 9 euro e 80 centesimi. Drastica la reazione dell’azienda, legittimata ora dai giudici che ritengono evidente la gravità della condotta, a prescindere dal minimo valore economico della merce. (Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza n. 24014/17; depositata il 12 ottobre)

NOTIFICAZIONI

Botta e risposta tra le parti su presunti vizi nella notificazione: gli Ermellini fanno chiarezza.

La Corte di Cassazione torna sul tema dell’elezione di domicilio ex lege presso la cancelleria del giudice adito, confermando la necessità di effettuare la notifica all’indirizzo PEC indicato dall’avvocato extra districtum, precisando inoltre che le notificazioni autorizzate dal giudice ai sensi dell’art. 151 c.p.c. ed effettuate a mezzo fax sono giuridicamente inesistenti.. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 2, ordinanza n. 23919/17; depositata l'11 ottobre)

DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO

Trova un telefonino e lo utilizza per poco: esclusa la ricettazione

Cadono definitivamente le accuse nei confronti di una donna. Ritenuta plausibile la sua versione, secondo cui ella ha rinvenuto per caso il cellulare, lo ha usato brevemente e poi lo ha consegnato a quello che si è presentato come il legittimo proprietario.». (Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza n. 46573/17; depositata l'11 ottobre)

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 34 di 41


RUBRICHE

Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro

Insidie stradali: niente risarcimento per la caduta se si conosce la strada 02 O T T O B R E 2017

Addio risarcimento per chi cade in una buca mentre fa fare una passeggiata notturna al proprio cane. Se si conoscono, infatti, le precarie condizioni della strada è impossibile pretendere dal comune il risarcimento per i danni subiti. È quanto si ricava dall'ordinanza n. 22419/2017 depositata dalla Cassazione in questi giorni (sotto allegata).

La vicenda La vicenda ha per protagonista una donna che decide di far passeggiare il cane di notte e al buio su una via cittadina che, come a lei noto, versa in precarie condizioni. Inevitabile la caduta, a causa di una buca dovuta al cattivo stato di manutenzione della strada.

La donna, quindi, chiama in causa il comune per ottenere il risarcimento del danno subito, ma la sua domanda viene rigettata in entrambi i gradi di merito. Tribunale e corte d'appello, infatti, osservano che la donna, abitava nei pressi del luogo del sinistro e percorreva ogni giorno quel tratto di strada, ben conoscendone dunque il cattivo stato di manutenzione e le insidie che lo stesso presentava, "sicché era stata una scelta imprudente quella di far passeggiare il cane di notte al buio proprio in quel punto". Esclusa la responsabilità ex art. 2051 c.c. Gli Ermellini danno ragione ai giudici. Il ricorso con il quale si censura la violazione dell'art. 2051 c.c. è inammissibile.

La decisione, infatti, scrivono dal Palazzaccio, "è conforme all'orientamento di questa corte secondo cui l'ente proprietario d'una strada aperta al pubblico transito risponde ai sensi dell'art. 2051 c.c., per difetto di manutenzione, dei Page 35

EffettoTre 15 Ottobre 2017

sinistri riconducibili a situazioni di pericolo connesse alla struttura o alle pertinenze della strada stessa, salvo che si accerti la concreta possibilità per l'utente danneggiato di percepire o prevedere con l'ordinaria diligenza la situazione di pericolo". Nel compiere tale ultima valutazione, si dovrà tener conto, aggiungono, "che quanto più questo è suscettibile di essere previsto e superato attraverso l'adozione di normali cautele da parte del danneggiato, tanto più il comportamento della vittima incide nel dinamismo causale del danno, sino ad interrompere il nesso eziologico tra la condotta attribuibile all'ente e l'evento dannoso" (cfr., tra le altre, Cass. n. 23919/2013). Nel caso di specie, i giudici hanno correttamente accertato che la donna conosceva l'esistenza della buca e in generale le precarie condizioni della strada. Pertanto, "l'ordinaria diligenza avrebbe dovuto sconsigliare alla ricorrente di uscire di notte, in condizioni di scarsa visibilità, per far passeggiare il cane proprio in quel punto".

La sua condotta, quindi, è idonea a interrompere il nesso eziologico fra la condotta attribuibile al comune e il danno patito.. www.studiocataldi.it

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 35 di 41


Il mondo della Tecnologia

RUBRICHE

M i cros of t s f i d a A p p l e con Surf a ce B ook 2

ROMA - Microsoft sfida Apple con il Surface Book 2, il nuovo pc-tablet 2 in 1 con display da 13 o da 15 pollici. Simile nell'aspetto al suo predecessore, di cui mantiene design e chassis in metallo, il dispositivo guadagna in potenza, paragonabile a quella di un computer desktop.

Il Surface Book 2 integra i nuovi processori Intel quad-core di ottava generazione, Core i5 e i7, 16 GB di Ram e memoria Ssd fino a un terabite.

La batteria promette di durare fino a 17 ore, e in modalitĂ tablet consente di guardare filmati per 5 ore lontano dalla presa di corrente. Secondo Microsoft il dispositivo doppia le performance del MacBook Pro.

top anche definisce staccabile specifiche

per lo ZBook x2 di HP, che si il portatile con schermo "piĂš potente al mondo". Le sono quelle di una workstation.

Ha processore Intel quad-core i7 Kaby Lake, scheda grafica Nvidia Quadro M620, 32 GB di Ram e fino a 1 terabite di memoria. Pensato per gli artisti, supporta un pennino che riconosce oltre 4mila livelli di pressione. fonte

Il prezzo del Surface Book 2 non ne fa un dispositivo per tutti: il listino parte da 1.500 dollari per il modello da 13 pollici e da 2.500 dollari per il modello da 15 pollici. Prezzi elevati (da 1.750 dollari) e dotazione Page 36

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 36 di 41


RUBRICHE

SETA Avevo letto diverse opinioni su questo autore la cui lettura ha sempre suscitato contrastanti opinioni, c’è chi lo definisce profondo nella su a brevità, chi deludente e piatto, chi afferma di rimpiangere gli esordi di questo contrastante autore italiano. Ho deciso così di leggermi uno dei suoi primi romanzi brevi, Seta, di Alessandro Baricco, Feltrinelli – 2013, (pubblicato per la prima volta nel 1996 dalla Casa Editrice Rizzoli) e le mie impressioni, sono state quelle di un vortice di emozioni a cui difficilmente si può dare un nome, un attimo della perdizione che però dà senso per un solo breve e intenso attimo a una vita in attesa di essere vissuta. Questo libro è stato un successo internazionale, tradotto in più di trenta lingue. La storia, ambientata nel 1860 circa, narra della vita di Hervé Joncour, commerciante francese di bachi da seta, che, a causa di un’epidemia che ha colpito i bachi da seta di tutti i paesi europei e africani, è costretto a recarsi in Giappone per comprarne le uova. In questo paese è accolto alla corte di Hara Kei, un uomo enigmatico, che è sempre in compagnia di una giovane ragazza. Tra i due nasce un’intensa attrazione che si evolve attraverso i loro sguardi, come una danza lenta e sensuale. Hervè, però, ha una moglie che lo aspetta a casa, molto malata, anche se spera di poter ritrovare, una volta intrapresi altri viaggi, lo sguardo della ragazza e il mistero che lo avvolge. Passa il tempo ma la passione di Hervè non si è affievolita e si riaccende leggendo una lettera di poche parole scritta dalla giovane che lo convince a ripartire. Egli compie altri viaggi in diverse zone del Giappone e una sera si ritrova in camera con la ragazza. Allora inizia uno scambio silenzioso di sguardi ma la ragazza non può rimanere a lungo con lui. Hervè, per il suo lavoro, deve compiere altri viaggi, in luoghi remoti ma spera sempre di incontrare quelli occhi che lo hanno così tanto stregato. Nell’ultimo viaggio in Giappone egli trova davanti a sé un paese distrutto dalla guerra civile. Dopo molte peripezie riesce a trovare la carovana di Hara Kei, che scappa dalla morte e dalla distruzione. Egli lo incita a non far più ritorno. Così Hervé torna in Francia, dove lo attende la moglie gravemente malata, che muore qualche mese dopo. La sua esistenza è stata scombussolata da uno sguardo ma egli ha avuto paura di osare. Il regista François Girard ha diretto nel 2007 il film omonimo tratto dal romanzo Seta. Tra le pagine di questo libro si scorge, tra i personaggi, il microbiologo francese Louis Pasteur Antonio Savastano

Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Page

Pagina 37 di 41


RUBRICHE

Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo

Pietro Pancamo, autore della silloge poetica «Manto di vita» (LietoColle), conduce un podcast letterario a cadenza mensile su Radio Big World (emittente italofona di Madrid) e scrive per la piattaforma culturale di Hong Kong «Beyond Thirty-Nine». Ha collaborato, come recensore, con il sito dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera». Dopo essere stato incluso nell’antologia «Poetando» (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo, si è visto pubblicare una breve raccolta di versi dal blog «Poesia» di RaiNews 24 e dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana. Di recente è apparso su «Diogen», rivista letteraria di Sarajevo fra le più importanti d’Europa.

IN CIMA ALLE ACQUE

- da "Manto di Vita" (Lieto Colle, 2005) -

Il disfacimento dell’ora è vicino come un nano che piange. In cima alle acque vediamo il tempo che si toglie le scarpe maledicendo quel profumo rancido che si sparpaglia dai piedi, come una toilette di morte.

Pietro Pancamo (pipancam@tin.it)

Page 38

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Newsletter Header Pagina 38 di 41


RUBRICHE

Presi per la..... Gola!!!!

C a l a m a r i r i p i en i I calamari ripieni sono un ottimo secondo piatto, saporito ma non eccessivamente pesante. Di seguito vi proponiamo la ricetta classica, anche se esistono numerosissime varianti con o senza pomodoro. Ricordate che i calamari ripieni possono essere anche preparati con anticipo e poi cotti all’ultimo momento. Accompagnati con patate al forno sono una vera delizia per il palato. Ingredienti per 3 persone

6 calamari - 350 gr di mollica di pane - 100 gr di olive - un cucchiaio e mezzo di prezzemolo olio extravergine d’oliva q.b. - latte q.b. - 600 gr di pomodori pelati - 230 gr di tonno 45 gr di capperi - 3 spicchi di aglio - sale q.b. -

RICETTA E PREPARAZIONE

1 - Pulite accuratamente i calamari rimuovendo i tentacoli e le pinne laterali. Nel frattempo sminuzzate la mollica e versateci sopra un po’ di latte, passate quindi il composto in padella con un cucchiaio di olio di oliva. 2 - Unite i calamari sminuzzati alla mollica, alle olive snocciolate e tritate, al prezzemolo e all’aglio tritati e ai capperi, quindi rosolate il tutto in padella con un po’ d’olio extravergine di oliva. A cottura ultimata aggiungete anche il tonno. 3 - Riempite il resto dei calamari con il composto appena preparato e chiudeteli con alcuni stuzzicadenti. Preparate una salsa a base di prezzemolo, pomodori tritati, aglio e olio soffritti in padella. 4 - Adagiate i calamari ripieni in padella, insieme al composto, e fateli cuocere per almeno un’ora, senza alzare troppo la fiamma. 5 - Tritate i tentacoli dei calamari dopo averli puliti accuratamente. 6 - Mettete a rosolare uno spicchio di aglio in una padella con poco olio, quindi unite i tentacoli, bagnate con un bicchiere di vino, aggiungete poca acqua e lasciate cuocere per un quarto d’ora, quindi regolate di sale. 7 - Sgocciolate i tentacoli e mettete 5-6 fette di pane senza crosta nella padella, lasciate ben impregnare il pane di fondo di cottura e spegnete. 8 - Tritate le olive e qualche cappero ben lavato insieme ad un ciuffetto di prezzemolo, quindi unitelo ai tentacoli, e impastate bene, se necessario aggiungendo del pan grattato e regolando comunque di sale e pepe. 9 - Riempite con il ripieno di tentacoli i calamari, poi chiudete con un bastoncino di legno e infornate per 20 minuti a 180°, cospargete di pangrattato qualche minuto prima di sfornare.. FONTE Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Page

Pagina 39 di 41


RUBRICHE

Effetto....gusto.. Melanòs

Etna rosso Sicilia I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta ) Tipo di vino: Rosso Luogo di produzione: Zafferana Etnea Uve: Pinot Nero Altimetria: 700 metri s.l.m. Tipologia del terreno: Di origine vulcanica Resa per pianta: Kg 1 circa Resa per Ha: Qli 40 circa Densità di impianto: 4200 piante per Ha Sistema di allevamento: Controspalliera disposta su terrazzamenti Potatura: Cordone speronato Età dei vigneti: 30 e 60 anni Epoca di vendemmia: Nella prima metà del mese di Ottobre le uve vengono raccolte a mano e depositate in ceste dopo un’attenta selezione. Vinificazione: Al processo di pigiaderaspatura delle uve segue la macerazione a temperatura controllata durante la quale si favorisce l’estrazione del colore e dei tannini importanti. L’affinamento procede in serbatoi di acciaio per circa 10 mesi, 6 mesi in botti di Rovere e completa per ulteriori 8 mesi in bottiglia. Gradazione: 13,5% vol.

Scheda organolettica

Colore: Rosso rubino tendente al granato. Profumo: Complesso di frutti e spezie. Sapore: Armonico ed elegante allo stesso tempo. Gastronomia: Carni rosse, selvaggina, brasati oppure pesci al forno. Page 40

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

FONTE Newsletter Header Pagina 40 di 41


t

“ Q ua nd o f a cci o b e ne , s t o b e ne . Q ua nd o f a cci o i l m a l e , mi sento male. Questa è la mia religione.” Abraham Lincoln

Ottobre 2017 • Anno X I 15 ottobre 2017

• Numero 120

Co.Bo.Di.

email - co.bodi@yahoo.it

Issue 1

EffettoTre 15 Ottobre 2017

Anno XI - n.ro 120

Page

Pagina 41 di 41


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.