Effettotre – n 116 giu 2017

Page 1

M ASTER EI- POINT


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 3

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 4

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 5

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 6

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 7

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 8

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 9

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO Nasce la prima università per startupper: Digital Magics avvia i corsi per chi vuole aprire un'impresa innovativa business plan e per individuare i canali di vendita più efficaci per l’idea sviluppata. Il corso Startupper avanzato, della durata di 12 mesi, prevede invece approfondimenti su come ricercare finanziamenti e certificare la startup. Le lezioni saranno disponibili online e saranno tenute da professionisti dell’innovazione, fra cui Alberto Fioravanti e Layla Pavone, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Digital Magics, il direttore scientifico di Ateneo 11 aprile 2017 Università Telematica Pegaso Francesco Fimmanò, il direttore di Panorama Giorgio È rivolta sia a chi vuole aprire un’impresa Mulè e il rettore dell'Università delle innovativa digitale sia a chi l’ha già avviata Camere di Commercio Giovanni Cannata. e cerca finanziatori la Digital Magics Startup University, percorso formativo http://www.eventreport.it realizzato dall’incubatore e acceleratore d’impresa Digital Magics con l’università telematica delle Camere di Commercio italiane Universitas Mercatorum e l’Università Telematica Pegaso.

L’università degli startupper partirà a ottobre con 3 corsi, condotti naturalmente online ma con anche alcune docenze "in presenza":

DIVENTA STARTUPPER (corso on line di 6 mesi); LANCIA LA TUA STARTUPP corso on line di 6 mesi di cui 2 in presenza);

POTENZA LA TUA STARTUP (corso online di 12 mesi, di cui 2 in presenza. I primi due, entrambi della durata di 6 mesi, forniranno gli strumenti per redigere la presentazione di un progetto e del suo Page 10

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO 2 3 - 2 4 m a g gi o 2 0 1 7

SEMINARIO NAZIONALE “IL MANAGEMENT DIDATTICO NELLE UNIVERSITÀ. UNA RESPONSABILITÀ DA CONDIVIDERE”

Martedì 23 e mercoledì 24 maggio 2017, presso la sede di Lecce dell’Università telematica Pegaso, si è tenuto il Seminario Nazionale di Studio “Il management didattico nelle Università. Una responsabilità da condividere”.

Il Seminario, organizzato dal Preside Nicola Papareòòa, ha inteso sviluppare un’attenta disamina sulla figura del manager didattico: una competenza complessa e posizionata al centro di compiti e funzioni di grande e indiscutibile rilevanza, diffusa fra tutti i gangli costitutivi dell’organismo unitario dell’università.

Oggi siamo ancora più convinti della centralità di questa competenza; ma siamo anche convinti di come essa abbia bisogno di declinarsi e di proiettarsi per cerchi concentrici coinvolgendo risorse molteplici e richiamando a sé persone, ruoli ed azioni diverse. . alcuni momenti dell'evento

Page 11

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO 2 2 - 2 3 m a g gi o 2 0 1 7

Firenze - Milano

Aperitivo Friends of Pegaso.Location incantevole e atmosfera generativa e piena di spunti. Pegaso is Rock

alcuni momenti degli eventi

Page 12

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO 2 6 m a g gi o 2 0 1 7

L'Università Telematica Pegaso inaugura la sede di CROTONE

venerdì 26 maggio, si è svolta la cerimonia di inaugurazione della sede d'esame di Crotone. Dopo la benedizione impartita da don Giovanni Barbara sono seguiti i saluti istituzionali di: Alessandro Bianchi, rettore dell'Università Telematica Pegaso; Calogero Di Carlo, responsabile nazionale delle sedi d'esame dell'Università Telematica Pegaso; Dorina Bianchi, sottosegretario del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; Vincenzo De Vivo, prefetto di Crotone; Ugo Pugliese, sindaco di Crotone. All'incontro, moderato dal giornalista Cataldo Calabretta, sono intervenuti: Enza Bruno Bossio, membro della Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati; Domenico Romano Carratelli, già sottosegretario ai Lavori Pubblici; Michele Lucente, presidente di Confindustria Crotone; Domenico Passarelli, presidente INU Calabria; Donatella Romeo, segretario generale della Camera di Commercio di Crotone; Francesco Russo, assessore al Sistema della Logistica, Sistema portuale regionale e Sistema "Gioia Tauro" della Regione Calabria; Mario Oliviero, presidente della Regione Calabria. Per l'occasione il rettore Alessandro Bianchi presenterà la "Scuola in Rigenerazione Urbana e Ambientale" dell'Ateneo, di cui è direttore. . alcuni momenti dell'evento

Page 13

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO 3 1 m a g gi o 2 0 1 7

L'Università Telematica Pegaso inaugura la sede di CALTANISSETTA

Il dibattito su “Formazione, Innovazione per l’Industria 4.0” ha tenuto a battesimo la sede dell’Università Telematica Pegaso di Caltanissetta. L’inaugurazione si è svolta mercoledì 31 maggio, presso Palazzo della Banca del Nisseno. Dopo la benedizione impartita dal monsignor Gaetano Canalella, sono seguiti i salutii istituzionali: Giovanna Candura, referente della sede di Caltanissetta dell’Università Telematica Pegaso; Calogero Di Carlo, responsabile nazionale delle sedi d’esame dell’Università Telematica Pegaso; Ingoglia Baldassare, vicario del prefetto di Caltanissetta; Giovanni Ruvolo, sindaco di Caltanissetta; Rosalba Panvini, commissario straordinario dell’ex Provincia di Caltanissetta. Quindi la relazione di Danilo Iervolino, presidente dell’Università Telematica Pegaso, e gli interventi di Gaetano Amarù, presidente di Sicindustria – Caltanissetta, e Gaetano Russo, presidente dell’associazione Shiplab. L’incontro - moderato da Giuseppe Di Forti, presidente della Banca del Nisseno – ha rappresentato anche un momento di riflessione sulle possibili opportunità di crescita del tessuto imprenditoriale locale, attraverso le testimonianze di Oscar Aiello, amministratore di Atena; Francesco Cucurullo, amministratore di Clubfruit, Marco Romano, responsabile commerciale di Centro Distribuzione Supermercati. alcuni momenti dell'evento

Page 14

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO 01 giugno 2017

L'Università Telematica Pegaso inaugura l a s e d e d i G E LA

Oggi è stata inaugurata a Gela la sede Pegaso dell’Università telematica che sorge nel palazzo Regina Margherita in corso Vittorio Emanuele 197.

A benedire i locali è stato il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana. L’apertura dei lavori è stata affidata a Francesco Trainito (referente locale di Pegaso e presidente della Confcommercio) e a Calogero Di Carlo, responsabile nazionale sedi d’esame di Pegaso. Erano presenti, tra gli altri, il Prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta; il sindaco Domenico Messinese; i deputati regionali Peppe Arancio, Pino Federico, Gianluca Miccichè e Danilo Iervolino, presidente dell’Università telematica Pegaso.

Ha moderato il giornalista Franco Infurna, corrispondente Ansa.

.

alcuni momenti dell'evento

Page 15

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO Palermo 6 giugno 2017

Si è svolto presso la sede Pegaso di Palermo il convegno “La Giustizia Sportiva: Italia e Spagna a confronto. Profili e t i co giuridici.” Per contribuire allo sviluppo personale dei giovani e ad accrescere il loro senso di appartenenza alla comunità, focalizzando l'attenzione su un tema delicato che si è ritagliato nel tempo, un ruolo importante nel panorama giuridico italiano ed internazionale.

alcuni momenti dell'evento

Page 16

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO 06 giugno 2017

L'Universitas Mercatorum inaugura la sede di LATINA

Page 17

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO 09 giugno 2017

L'Università Telematica Pegaso inaugura la sede di VARESE

Il dibattito su “Formazione, Innovazione per l’Industria 4.0” ha tenuto a battesimo la sede dell’Università Telematica Pegaso di Varese. L’inaugurazione si è svolta presso la sede dell'UPEL (via Como, 40). Dopo la benedizione impartita da don Giorgio Spada, sono seguiti i saluti istituzionali: Gabriele Apicella, referente della sede di Varese dell’Università Telematica Pegaso; Vito Rosiello, docente dell'Università Telematica Pegaso; Calogero Di Carlo, responsabile nazionale delle sedi d’esame dell’Università Telematica Pegaso; Marco Cavallin, presidente dell'Unione Provinciale Enti Locali; Davide Galimberti, sindaco di Varese; Nicola Gunnar Vincenzi, presidente della Provincia di Varese; Giorgio Zanzi, prefetto di Varese. A seguire la relazione di Danilo Iervolino, presidente dell’Università Telematica Pegaso, e gli interventi di Leonardo Costa, head of Marketplace Eprice.it; Carmine Trerotola, direttore Industrial and Employees Relations Whirpool EMEA; Mario Canziani, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confapi Varese; Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia. A moderare l'incontroè stata la scrittrice Lucia Giulia Picchio. .

alcuni momenti dell'evento

Page 18

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO 15 giugno 2017

L'Università Telematica Pegaso inaugura l a s e d e d i LE C C E

Il 15 giugno, presso Palazzo Barsi (Viale Oronzo Quarta, 14) in occasione della cerimonia di inaugurazione della sede d'esame di Lecce, è stata presentata la prima startup del settore sanitario dell'Università Telematica Pegaso "Pegaso-Cronoworking. Incubatore di idee e di interventi patient-centered per la prevenzione e la gestione socio-sanitaria integrata delle malattie croniche". All'incontro, moderato dal giornalista Marco Renna,sono intervenuti: Nicola Paparella, preside della Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università Telematica Pegaso; Raffaele Bonanni, docente dell'Università Telematica Pegaso; Calogero Di Carlo, responsabile nazionale delle sedi d'esame dell'Università Telematica Pegaso; Danilo Iervolino, presidente dell'Università Telematica Pegaso in video conferenza; Gaetano Messuti, vice sindaco di Lecce; Alfredo Prete, presidente della Camera di Commercio di Lecce; Antonio Maria Gabellone, presidente della Provincia di Lecce; Giuseppe Fioroni, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro; Antonio De Poli, questore del Senato della Repubblica. A presentare il progetto "Pegaso -Crono-Working" è stato Mauro Minelli, professore straordinario di Igiene generale e applicata dell'Università Telematica Pegaso, insieme con Paolo Marchetti, professore ordinario di Oncologia medica dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", e Maurizio Simmaco, professore ordinario di Biologia molecolare dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". A margine dell'evento, i monsignori Antonio Montinaro e Luigi Fanciano, hanno impartito la solenne benedizione ai locali che ospitano la sede d'esame. alcuni momenti dell'evento

Page 19

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO UniPegaso, anche Lecce sede dell'Università telematica: 'Struttura esempio per il nostro Paese' 16 giugno 2017

Lecce. Importante inaugurazione quella avvenuta ieri nel capoluogo salentino. Perché apre una struttura che è in grado di fungere da esempio al resto del Paese. Integrata non solo in Italia, poiché vanta collaborazioni europee, traducendole dunque in opportunità per l’intero territorio. Questo, e altro, è UniPegaso, l’Università Telematica ormai approdata nel capoluogo salentino, ieri inaugurata grazie ad un importante appuntamento di livello nazionale. Il primo a prendere la parola, in videoconferenza via Skype da Napoli, è il "padrone di casa", Danilo Iervolino, Presidente di Unipegaso. L’emozione è tangibile nell'aria e nelle parole del Dott. Calogero Di Carlo, direttore delle sedi di Esame dell’Università Telematica Pegaso di Palermo, giunto a Lecce per inaugurare la sede: “Un’emozione bellissima essere qui oggi ; si apre una stagione importante per Lecce e per il territorio. L’Università telematica approda in una terra in cui i mezzi per alimentare la cultura sono spesso pochi ed inaccessibili, questo spiega la natura del nostro impegno”. “Si parla di maggiore diffusione delle opportunità di studiare, si ambisce a divulgare la cultura e non a caso lo si fa, pertanto, dal Mezzogiorno d’Italia, sempre troppo penalizzato”. Alla “prima” di UniPegaso, avutasi nella nuovissima sede leccese, sono intervenuti, inoltre, il vicesindaco, Dott. Gaetano Messuti ed il presidente della Provincia, Antonio Maria Gabellone, i quali hanno espresso gratitudine ai fondatori per aver investito nel territorio in un settore, la cultura, che tiene ancora margini di crescita. Ieri, peraltro, è stato anche il primo giorno del congresso con a tema la Medicina Personalizzata, a Lecce, organizzata dal SIMEP e dal dott. Mauro Minelli. Ai microfoni di Leccenews24.it, anche il prof. Paolo Marchetti, ordinario di Oncologia Medica presso “La Sapienza”: “La medicina di precisione – prosegue – lanciata da Barack Obama con un finanziamento importante, che oggi ha possibilità di applicazioni straordinarie non solo per consentirci di utilizzare al meglio le risorse del sistema sanitario nazionale, ma soprattutto evitando sofferenze inutili ai nostri pazienti. Evitare anche spese grazie ad un miglior riconoscimento dei bersagli terapeutici”. “Non dare più un trattamento medio – conclude – che può andare bene per un gruppo di persone, ma ad ognuno il farmaco giusto al momento giusto in corretta sequenza, nel modo più appropriato possibile. Migliore salute, migliore prevenzione, migliore possibilità di cura”.

clicca per visionare video

Page 20

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 21

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 22

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 23

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

ISCRIZIONI APERTE

Page 24

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 25

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 27

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Page 28

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’


a pplicativo unicesd Presentiamo un nuovo utilissimo strumento dall'Universidas Centro Studi Salvo D'Acquisto.

messo

a

vostra

disposizione

Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso. Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso.

FUNZIONALITÀ:

L’App mobile UNICESD si suddivide in 2 aree principali, una pubblica ed una ad

accesso riservato. L’area pubblica offre la possibilità di controllare le nuove attività promosse dal mondo Unipegaso, con collegamenti diretti ai canali social. L’area privata consente di apprendere tutte quelle nozioni che servono ai poli didattici per guidare i propri iscritti sui percorsi universitari, modalità di svolgimento degli esami e tante altre notizie interessanti. È inoltre possibile condividere le informazioni con la propria rete network, per essere sempre aggiornati sui calendari di esami e sugli aggiornamenti normativi e degli assetti universitari.

SCARICA APP PER:

Page 30

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


SEDE DI PALERMO

I S CRI ZI O N I AP E RTE Il giorno 8 ottobre 2013 è stata prodotta la comunicazione di apertura delle iscrizioni ai Master biennali per l'a.a. 2014/2015 - 2015/2016 con scadenza il 30 settembre 2014 afferente l’Accademia Forense, un’eccellenza dell’offerta formativa della nostra Università. L’unica Accademia Forense on-line partecipata da 107 docenti provenienti da 40 Università! Si tratta di Master di II livello, vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale per la specializzazione e l’aggiornamento professionale nelle varie discipline giuridiche. Si compone di vari ambiti formativi di notevole interesse, sia in termini di moduli didattici, svolti da Docenti di elevata e riconosciuta professionalità (clicca il link per visionare elenco dei Docenti) http://www.accademiaforensepegaso.it/i-docenti-dell-accademia/ co on esperienza a livello internazionale, siia come strumenti e tecniche che trasmette al discente, immediatamente spendibili nel mondo delle professioni ad alto valore innovativo. I Master sono destinati a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di Laurea quadriennale, Laurea di II livello (3+2) e/o del previgente ordinamento Laurea Magistrale ed in particolare a tutti i laureati “PEGASO -CESD” che durante il “quinquennio” hanno conseguito la Laurea Magistrale (Vds. Progetto Siena ecc.). Possono, altresì, iscriversi al Master coloro i quali sono iscritti all’Albo degli Avvocati, una delle professioni in continuo aggiornamento, o coloro che sono abilitati alla professione, compresi i praticanti avvocati, abilitati all’esercizio della professione forense e/o non ancora iscritti all’Ordine degli Avvocati. Il titolo che si consegue al termine del Master è: Diploma Universitario Master Biennale di II livello, con il riconoscimento di 60 CFU. Ha la durata di due anni accademici per un numero complessivo di 1500 ore. Si può inoltre usufruire del permesso dedicato al diritto allo studio per un totale di 150 ore annuali. Ebbene, La Pegaso da oggi, ci consente di diffondere tale opportunità di formazione sull’aggiornamento professionale, ad un costo pari a € 600,00 anziché € 850,00 + 50,00 perbollo. I master di specializzazione • Diritto di famiglia, dei minori e delle persone; • Diritto commerciale; • Diritto amministrativo; • Diritto e Processo Penale; • Diritto delle responsabilità civile e delle assicurazioni; • Diritto industriale e della concorrenza; • Diritto della navigazione e dei trasporti; • Diritto del lavoro; • Diritto e Processo Tributario; • Diritto dell’Unione Europea. Si avvia un progetto di ampia divulgazione dell’Accademia Forense la cui responsabilità per la ricerca ed analisi è stata affidata al Prof. Calogero Di Carlo. Per info e dettagli: calogero.dicarlo@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it - infocesd@unipegaso.it 091/7654200 - 3318682197

oppure

Per la formazione continua, per l’aggiornamento professionale e per chi sceglie la formazione di qualità! Page 31

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Nuovi corsi per l'a.a. 2016/2017

UNICESD, oltre ai corsi di laurea, propone una vasta gamma di percorsi didattico/formativi in diversi ambiti per venire incontro alle complesse esigenze del Mercato delle Professioni e del Lavoro in Italia e nella Comunità Europea: -

Master di I e II livello Corsi di alta formazione Esami singoli Certificazioni di lingua inglese Certificazione di lingua italiana per stranieri Certificazione Eipass - passaporto informatico europeo Corsi di aggiornamento professionale; Corsi per Operatore Socio Sanitario (O.s.s. ); Corso di riqualificazione da Osa/Ota a O.s.s.. Chiamaci o visita il nostro sito, diamo più assistenza e migliori servizi alla categoria.

coord.palermo@unipegaso.it - tutorcesd@unipegaso.it - comunicazioni@cesd-onlus.com

www.cesd-onlus.com

Tel. 081 18893962– 091 7654200 - 3318682197 - 3318491822

INSIEME SAREMO PIÙ COMPETITIVI Page 32

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


LAUREA MAGISTREALE MANAGEMENT - LM 77

L’ammissione al Corso di laurea magistrale (biennio)“MANAGEMENT”

LM - 77 richiede la laurea triennale delle Classi:

- L-18 (Classe 17 EX DM 509/99); - L-33 (Classe 28 EX DM 509/99); - L-15 (Classe 39 EX DM 509/99);

- L-16 (19 EX DM 509/99) o titolo estero equipollente.

Tutti gli studenti iscritti UNICESD OLYMPO beneficeranno di un importo

ridotto pari ad euro 1500,00, rispetto a quanto previsto in convenzione per le lauree triennali. In

particolare

i

laureati in Giurisprudenza LMG 01,

potranno

immatricolarsi al secondo anno della laurea magistrale in Economia

Mercatorum con una convalida di 40 cfu, ma prima dell’accesso dovranno sostenere due esami singoli da 6 cfu (Economia Aziendale – Statistica).

Il costo dei corsi singoli è compreso nella retta annua di 1500,00 euro (da

pagare in 4 rate)

Previsti per tutti gli anni di iscrizione il pagamento della tassa regionale

di 140 euro e la tassa annuale di 150 euro per gli esami fuori sede dalla

Regione Lazio (Bari – Palermo – Battipaglia – Napoli – Milano – Genova – Catania – Verona – Vibo Valentia).

P e r i n form a zi on i : prof. Calogero di Carlo: tel. 331 86821 97 - email calogero.dicarlo@unimercatorum.it tel. 091 2523656 - email infosedepalermo@unimecatorum.it comunicazioniolimpo@unimercatorum.it

RICHIEDI GRATUITAMENTE UNA PREVALUTAZIONE Page 33

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Master in

"Criminologia e Studi Giuridi Forensi-MA541" a.a. 16/17 - iscrizioni sempre aperte

Le precedenti edizioni del master 56 + 78, 100, 127, 213, 240, 297, 391

che si accingono ad iscriversi, quasi tutti, al V anno della Facoltà di

Giurisprudenza, ed il 451 (IV edizione in corso) hanno riscosso un notevole successo, oltre ogni aspettativa grazie alla vostra fiducia che continuate ad accordarci.

Prima di Voi, oltre 9600 iscritti, hanno usufruito di questo straordinario

Master, che ha visto come protagonisti dei pregiatissimi professori e

illustrissimi professionisti nel campo criminologico, di fama Nazionale

quali: il prof. Calogero Di Carlo, direttore accademico del master; il Prof.

Paolo Procacciante, Direttore Medicina Legale, Università degli Studi di Palermo; il Generale Div. CC Nicola Ragetti, già Comandante del RACIS; il

Prof. Nicola Malizia, Criminologo, Docente Università degli Studi Kore di Enna; il Cap. Pietro Maida – Comandante Sez. Chimica – Esplosivi e

Infiammabili- del RIS Carabinieri di Messina; il Prof. Rosario Bianco, Docente Università Pegaso; il Prof. Francesco Fimmanò, Docente e Presidente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso e tanti che si sono susseguiti ed interscambiati, nell’illustrare le avvincenti materie oggetto di studi.

In particolare durante le lezioni sono stati trattati i seguenti moduli:

Il Criminologo Prof. Nicola Malizia, docente presso l’Università degli studi di Palermo e la Kore di Enna: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

INTRODUZIONE ALLA CRIMINOLOGIA MODERNA IL BULLISMO SESSUOLOGIA CRIMINALE MOBBING CRIMINOGENO SERIAL KILLER CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA NELLA DONNA SONNAMBULISMO OMICIDIARIO SETTE SATANICHE ED IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE

Page 34

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Il Generale di Divisione, già comandante del RACIS Carabinieri, Dott. Nicola Raggetti, docente in diverse università italiane: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

IL SOPRALLUOGO ED IL REPERTAMENTO ( 3 LEZIONI) IMPRONTE ( 4 LEZIONI) BALISTICA ( 4 LEZIONI) BIOLOGIA (2 LEZIONI) CHIMICA (2 LEZIONI) DVI : DISASTER VICTIM IDENTIFICATION (1 LEZIONE)

1. 2. 3. 4.

ELEMENTI PRATICI DI CRIMINOLOGIA STALKING LA VITTIMOLOGIA CRIME PROFILING.

1. 2. 3. 4.

LA NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA L'APPROCCIO POSITIVISTA ALLO STUDIO DELLA CRIMINALITA' LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE I LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE II -

La criminologa Avv. Dott.ssa Clelia Gorga, tutor di questo master:

Dott. Tommaso Comunale, università Forlì:

Alla luce di quanto sopra, per far fronte ed esaudire richieste sempre più

esigenti, oggi a Voi, più fortunati, viene offerto per l’anno 2016/2017, il

Master in “Criminologia e Studi Giuridici e Forensi" in sigla MA541 (4 ed.) per una durata di 1925 ore corrispondenti a 77 CFU, che consente la prosecuzione

degli

Giurisprudenza.

studi

nel

Corso

di

Laurea

Magistrale

in

di

Per maggiori informazioni:

0081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197

mastercesd@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it (di carattere amministrativo e didattico)

comunicazioni@cesd-onlus.com

(di carattere generale, logistiche/organizzative)

Page 35

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


Area professione Docente -

Proposta per acquisire 24 CFU

Di seguito il percorso consigliato dall'Univeristà Telematica Pegaso riservato all'Area professione Docente per acquisire 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche. Professione docente in ottemperanza del nuovo decreto legislativo 377.

Proposta formativa

Insegnamento Didattica dell'inclusione Tecnologie dell'istruzione e dell'apprendimento Psicologia generale Antropologia culturale

SSD M-PED/03 M-PED/04 M-PSI/01 M-DEA/01

Costo totale per 24 cfu = 600 € + 120 € per procedure iscrizione

CFU 6 6 6 6

Per maggiori informazioni:

Tel. 081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197 coord.palermo@unipegaso.it - Infosedepalermo@unipegaso.it Cesdnapoli@unipegaso.it - Infocesd@unipegaso.it

Page 36

EffettoTre 15 Giugno 2017

SPECIALE UNIVERSITA’

Newsletter Header


E f f e t t o T re

Co.Bo.Di.

Per innovare servono più poteri a chi fa ricerca Innovare – una radice che, in varie accezioni, ricorre ben dieci volte nel discorso che Vincenzo Boccia ha tenuto la settimana scorsa all’Assemblea di Confindustria e che anche il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha ripetutamente utilizzato nelle sue Considerazioni finali, sottolineando come solo l’innovazione sia «in grado di assicurare allo stesso tempo aumento dei redditi e più elevata occupazione, in quantità e qualità». Sono ormai decenni che, venuto meno prima il basso costo del lavoro e poi la scappatoia delle svalutazioni, è la capacità di offrire nuovi beni e servizi e di adottare nuovi processi di produzione la conditio sine qua non di cui le imprese italiane hanno bisogno per competere sui mercati globali. Sfortunatamente, tanti accorati, prestigiosi e ripetuti appelli hanno forse prodotto consapevolezza crescente, ma non sono stati finora

EffettoTre 15 Giugno 2017

sufficienti per cambiare rotta. Quello d’innovazione è un concetto notoriamente fluido e pertanto difficile da misurare con precisione (anche se la critica secondo cui le statistiche sottostimano le attività innovative delle imprese italiane, di tipo incrementale e non radicale, è priva di fondamento e non va al di là della boutade autoconsolatoria). Certamente il 20% delle imprese eccellenti di cui ha parlato Boccia fanno innovazione, ed è questo humus di competitività industriale che consente all’Italia di essere tuttora un Paese ricco, anche se con poca crescita e con diseguaglianze in aumento. Ma questo risultato non basta e non può nascondere la realtà piena di ombre che ci restituiscono i confronti internazionali. Per non citare che tre fonti, nel Global Innovation Index

Giugno 2017 Riassumendo Pag. 1 - Per innovare servono più poteri a chi fa ricerca.... Pag. 3 - ARMA Pag. 22 - Rappresentanza Pag. 25- Attualità news Pag. 44 - CESD Pag. 45 - Rubriche

continua

Anno XI - n.ro 116

Pagina 1 di 52


di Cornell, Insead e Wipo l’Italia si piazza al 29° posto; tra le 2.500 imprese che più investono in ricerca e sviluppo (R&S) al mondo, solo 29 sono italiane, come in Danimarca (il cui Pil è meno di un quarto del nostro) e molte meno che in Germania (132) o Francia (83): e secondo l’ultima Community Innovation Survey la percentuale di imprese innovatrici è la seconda più bassa nella Ue15 (solo la Spagna fa peggio). Quali le cause? Sicuramente sfavorisce le imprese italiane la loro modesta dimensione media, di cui si parla spesso (anche se la ricorrente retorica del “medio è bello” rischia di perpetuare i danni prodotti da quella passata del “piccolo è bello”). La letteratura economica mostra come sia la crescita del fatturato a fare da kickstarter alla R&S, soprattutto perché queste spese sono proporzionali alle vendite, mentre l’andamento degli investimenti in innovazione non dipende dai profitti operativi (Coad e Grassano 2016). Lungi dall’essere frutto di un calcolo perfettamente razionale, la scelta per la R&S riflette gli spiriti animali dell’imprenditore e del manager, che può essere più o meno ottimista, più o meno avverso al rischio, più o meno sensibile all’importanza della tecnologia come fattore di competitività. Un’interpretazione possibile del ritardo italiano, anche a parità di dimensione d’impresa, rimanda al coinvolgimento della famiglia nel management: la ricerca empirica rivela che indebolisce la propensione a innovare (Diéguez-Soto et al. 2016), probabilmente perché lo sforzo si concentra sulla preservazione del controllo e non sulla crescita. Per non parlare del background degli amministratori, e qui sembra giocare la scarsa presenza di profili scientificoingegneristici nei board nostrani (meno di un quinto nelle dieci principali blue chip). Anche nel sistema pubblico italiano a prendere le decisioni essenziali per l’innovazione (tra cui l’allerta tecnologica e la promozione di meccanismi adeguati di public procurement) non sono sempre persone col profilo adeguato. Tra i 32 individui che si sono avvicendati come ministri per la Ricerca negli ultimi 55 anni, il numero di ingegneri è la metà rispetto a quello dei giuristi. Ai vertici politici di Viale

EffettoTre 15 Giugno 2017

Trastevere si trovano in questo momento due diplomate della scuola superiore e due laureati, in filosofia e scienze politiche. Persino all’Iit, sulla cui eccellenza non si può certo eccepire, nel Comitato esecutivo i profili scientifici hanno maggioranza risicata. In altri Paesi le priorità sono evidentemente diverse: il presidente Macron ha nominato al dicastero per l’Università, la ricerca e l’innovazione (un termine, questo, aggiunto per la prima volta alla dicitura ufficiale) una specialista della genetica molecolare che per cinque anni ha presieduto l’Université Nice Sophia Antipolis, importante fattore d’attrazione per le multinazionali e le start-up che hanno fatto della Costa azzurra un solido polo d’innovazione. Probabile che al prossimo G7 Scienze di Torino Frédérique Vidal condivida la Weltanschauung di Johanna Wanka, matematica ed ex rettore a Merseburg, oppure della canadese Kirsty Duncan, già all’Università di Toronto. Non è facile suggerire come uscire da questa situazione. Introdurre quote per ingegneri e ricercatori nei consigli d’amministrazione? Anche i più arditi sperimentatori di corporate governance la vedrebbero come un’intollerabile intromissione. Ponderare il voto in Consiglio dei ministri alla disciplina studiata e agli anni di istruzione post-laurea? Più percorribile forse la strada di audizioni pubbliche per i componenti dell’esecutivo, per conoscere a fondo conoscenze, competenze e priorità di chi assume responsabilità tanto importanti (non solo per la ricerca, ovviamente). Quello che però è indispensabile è abbandonare l’ipocrisia che fa cadere le responsabilità sui ricercatori nella Torre eburnea, insensibili alle presunte esigenze delle imprese e all’importanza del trasferimento tecnologico, oppure sulla complessità delle procedure pubbliche per favorire, non solo finanziariamente, l’innovazione. Bello parlare di “smart growth” e magari pure evocare lo Small Business Act europeo, ma è necessaria la consapevolezza che fino a che non si danno più poteri a chi fa e comprende la ricerca, i ritardi del sistema italiano d’innovazione resteranno cospicui. Andrea Goldstein

Anno XI - n.ro 116

Newsletter

Pagina 2 di 52


ARMA

Carabinieri in missione all’estero, Trump ne vorrebbe sempre di più 3 0 m a g gi o 2 0 1 7

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando il carabiniere era il mero piantone all’ingresso di un’ambasciata. Ora il carabiniere all’estero è sempre più un consulente per la sicurezza globale dell’ambasciatore, riesce a dialogare con le polizie locali, garantisce la protezione e la scorta ai diplomatici italiani in tanti luoghi infernali, ma è anche un addestratore di prim’ordine. A raccontare il lavoro dei carabinieri all’estero e quale sia la collaborazione con il ministero degli Esteri «per rafforzare la sicurezza dei cittadini e promuovere gli interessi italiani all’stero», ieri si è tenuta una conferenza internazionale alla Farnesina. Ospite d’onore l’ambasciatore statunitense Brett McGurk, inviato speciale del presidente Usa per la lotta a Isis, in pratica il supervisore della Coalizione anti-Daesh che martella il Califfato in Iraq, in Siria, e qualche volta anche in Libia. «Stiamo lottando - esordisce McGurk di fronte a una platea di ambasciatori stranieri, generali dell’Arma, diplomatici italiani - contro un nemico davvero singolare quanto a barbarie. E stiamo vincendo. Guardate le carte geografiche. Quando abbiamo cominciato, nel 2014, si temeva che sarebbe caduta presto Baghdad. Abbiamo reagito tutti insieme. E finora abbiamo liberato 4 milioni di persone dalla tirannia del Califfato. Abbiamo recuperato 60 milioni di chilometri quadrati. Questo successo lo dobbiamo alle rinnovate forze irachene di sicurezza. E lo dobbiamo ai carabinieri italiani, 110 istruttori che in Iraq hanno formato ad altissimi livelli una buona parte degli 85mila uomini che stanno combattendo coraggiosamente contro i terroristi».

Era il 2014, quando l’ambasciatore McGurk e il generale John Allen, che all’epoca stava allestendo la Coalizione anti-Daesh, vennero in Italia a chiederci un contributo in termini di istruttori. Chiesero Page 3

EffettoTre 15 Giugno 2017

espressamente un contingente di carabinieri. «A differenza di molte altre capitali, a Roma non trovammo alcuna ritrosia». Oggi, tre anni dopo, buona parte del territorio è stato recuperato ed è in corso la battaglia per Mosul. Presto toccherà a Raqqa. Sono i due centri nevralgici per il Califfo. «E a quel punto, ci toccherà stabilizzare le due città. Occorreranno ancora più istruttori dei carabinieri perché sarà fondamentale avere una buona polizia locale». È questa infatti una caratteristica italiana: addestrare a dovere le forze locali. E si moltiplicano le richieste dai più svariati Paesi. Il governo lo sa e se ne compiace. «I carabinieri sono un’eccellenza riconosciuta nel mondo e una componente fondamentale della nostra politica estera», dice Angelino Alfano, ministro degli Esteri. «La riconquista del territorio al Califfato - gli fa eco Roberta Pinotti, ministra della Difesa è un’esperienza di successo, ma sappiamo che non basterà. È fondamentale che i territori liberati siano poi effettivamente stabilizzati prima che non insorgano nuove tensioni e nuovi terrorismi, magari con nomi diversi. E nella stabilizzazione abbiamo visto che è fondamentale una polizia locale. I carabinieri, grazie alla loro peculiarità di essere militari ma anche polizia, capaci di gestire un territorio, ma anche pronti a proiettarsi nel mondo, sono fondamentali». Mai come oggi, però, sicurezza interna e sicurezza esterne si fondono. Come riconosce ancora l’ambasciatore McGurk, «nel Califfato si erano riversati almeno 40mila combattenti islamisti da tutto il mondo. Ora dobbiamo impedire che questi foreign fighters ritornino indietro. E se tornano, dobbiamo fare in modo che non riescano nel loro intento che è quello di uccidere più innocenti possibile nelle nostre città.

Anno XI - n.ro 116

continua

Newsletter Header Pagina 3 di 52


ARMA Abbiamo un database con 4000 nomi, condiviso attraverso l’Interpol. Ogni poliziotto nelle nostre città deve essere in grado di riconoscere un foreign fighter». Ecco, oltre alle funzioni di combattimento, servono anche capacità di indagine. Un reparto ben addestrato di polizia è utilissimo. A Mosul Est, per dire, appena liberata, agenti della polizia irachena, di quelli che avevano seguito i corsi avanzati dei carabinieri, sono riusciti a scovare in un ufficio abbandonato uno schedario con centinaia di nomi di combattenti islamisti. Il database di cui parla McGurk s’arricchisce.

È ormai consolidato il rapporto di cooperazione che l’Arma vanta con il Dipartimento di Stato e della Difesa degli Stati Uniti. «Vedono nei carabinieri riconosce il comandante generale, Tullio Del Sette, a conclusione della conferenza una risorsa dalle peculiari caratteristiche, non esistente in alcuna struttura di sicurezza di quel Paese, e con i quali hanno suggellato un saldo legame in Intese

Tecniche quali quella per il sostegno al CoESPU (Centro di eccellenza per le Unità di polizia di stabilità, con sede a Vicenza, ndr), siglata con il Dipartimento di Stato nel 2005 e per la reciproca cooperazione in attività formative, conclusa con il Dipartimento della Difesa nel 2014». Ormai ci sono dei consolidati protocolli di addestramento. La Nato stessa ha affidato ai carabinieri l’elaborazione della dottrina per la cosiddetta “polizia di stabilità” (la Nato Stability Policing). Conclude Del Sette: «L’Arma rappresenta, dunque, un’organizzazione di polizia con rango di Forza Armata che, da sempre, opera nella scena internazionale con un impegno globale, interagenzia e multidisciplinare, per assicurare l’espletamento delle funzioni sovrane, la prevenzione avanzata delle minacce e concorrendo, al tempo stesso, alla promozione del Sistema Italia». www.lastampa.it

I carabinieri recuperano opere d’arte per 5 milioni di euro. C’è anche un Canaletto 01 giugno 2016

recuperata all’interno del deposito di una ditta di trasporti d’arte che, però, risulta C’è anche un quadro del Canaletto sparito estranea ai fatti. nel 1986 tra le opere d’arte recuperate nel 2016 dal Nucleo tutela del patrimonio Ma nella vasta operazione di recupero dei culturale dei carabinieri di Monza. carabinieri di Monza, che ha interessato 10332 beni culturali controllati tra quelli sottratti, sono molte le opere d’arte Trentun’anni per riportare dalla Svizzera – ritrovate: per un totale di cinque milioni di per la precisione da Chiasso – all’Italia il euro. Oltre al già citato Canaletto, gli quadro «Canal Grande con veduta», agenti hanno recuperato il dipinto ad olio attribuito proprio al pittore veneziano. Una su tela intitolato «Madonna con bambino tela di 68,5 per 115,5 centimetri, che nel tra San Bartolomeo e San Martino», rubato 1986, appunto, era stata venduta tramite il 27 settembre 1997 in una chiesa di San Vescovo a Trezzolasco di un accordo tra privati e che poi, nel 2004, Martino era stata oggetto di una appropriazione Sergnano, in provincia di Cremona. A indebita in una casa di Milano. Cinque anni marzo 2016, poi, un cittadino di Roma dopo, poi, l’opera era stata al centro, a l’aveva messo in vendita attraverso una Monza, di ricettazione e da lì era stata poi casa d’aste della Capitale, ricavandone 12 portata illecitamente in Svizzera. I mila euro. carabinieri di Monza, insieme alla polizia Cantonale del Ticino di Lugano, l’hanno continua Page 4

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 4 di 52


ARMA ottobre dello stesso anno, poi, la tela è stata è restituita alla chiesa di appartenenza.

A Monza invece i carabinieri hanno trovato sette frammenti di affreschi etruschi che sembrerebbero appartenere a una tomba tarquiniese e che risalgono al VI-V secolo a.C. Tutti e sette i frammenti farebbero parte di una collezione di uno svizzero venduta, da una casa d’aste statunitense, ad un collezionista brianzolo. Era stata la Soprintendenza di Milano poi a valutarli «di eccezionale interesse archeologico». I sette frammenti sarebbero stati recuperati tra il 1960 e il 1980 grazie a uno scavo clandestino. In tutto, il comando di Tutela del Patrimonio Culturale brianzolo, che in questi anni ha lavorato fianco a fianco anche con i corpi di polizia di altri paesi del mondo, ha denunciato 77 persone, di cui 20 per danno del paesaggio (perlopiù si tratta di questioni relative a ristrutturazioni e demolizioni di caseggiati esistenti, per le quali serve comunque l’autorizzazione, che non avevano). Inoltre sono state fatte 18 verifiche sulla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche e archivi, sono stati

controllati 206 esercizi antiquariali e commerciali, 34 mercati e fiere antiquariali, 59 siti tutelati da vincoli paesaggistici e monumentali e 30 siti archeologici. Tra le opere d’arte recuperate ci sono 8.470 beni antiquariali, archivistici e librari e 136 reperti archeologici. Infine, le opere contraffatte sequestrate sono state 51. Secondo gli inquirenti la stima delle opere d’arte contraffate in Lombardia si aggira intorno ai 5 milioni di euro.

Tra le attività condotte ne vengono ricordate alcune tra le più significative. Infine, il nucleo di Monza ha partecipato alle indagini del reparto operativo dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma per la rapina avvenuta lo scorso 19 novembre 2015 al museo di Castelvecchio a Verona, in cui furono portati via 17 dipinti di Bellini, Mantegna, Pisanello, Tintoretto e Rubens. A marzo 2016 sono state arrestate per questa rapina 11 persone di origine italiana, ucraina e moldava: le opere erano state portate in Ucraina, da cui sono rientrate lo scorso 21 dicembre 2016.». www.lastampa.it

'Ndrangheta, catturato a San Luca il latitante Giuseppe Giorgi. E c' è chi g l i b a ci a l e m a ni

02 giugno 2017

REGGIO CALABRIA - Dopo 23 anni di latitanza, sono scattate le manette per "U capra" Giuseppe Giorgi, considerato uno dei cinque latitanti più pericolosi d'Italia. Irreperibile dal '94 e attualmente considerato al vertice della famiglia Romeo "Staccu", il boss cinquantaseienne è stato arrestato questa mattina a San Luca, dopo quasi sei ore di perquisizione nella storica casa di famiglia, raggiunta e circondata nella notte da centinaia di carabinieri.

A sottolineare il 'prestigio' che Giorgi ancora ricopriva nella zona, all'uscita dalla casa dove era nascosto alcuni passanti si Page 5

EffettoTre 15 Giugno 2017

erano fermati e gli hanno baciato le mani, come mostra un video esclusivo mandato in onda dal Tg1. "Avevamo intuito che c'era la possibilità che in questi giorni Giorgi passasse da casa - racconta uno dei militari che ha partecipato all'arresto Quando le possibilità sono diventate alte probabilità, abbiamo fatto scattare l'operazione". Un blitz complicato. La casa, un palazzotto a più piani dove abita tutta la famiglia, è nel cuore di San Luca, paese tuttora presidiato da un sistema di vedette dei clan, pronte a segnalare ogni possibile presenza estranea. Per questo, questa notte i carabinieri si

Anno XI - n.ro 116

continua

Newsletter Header Pagina 5 di 52


ARMA sono mossi alla spicciolata, in silenzio, attenti a non farsi scoprire. Dopo aver circondato il palazzo e bloccato le strade limitrofe, attorno alle 3 hanno fatto irruzione.

Arrivati nell'appartamento di una delle figlie, gli investigatori non hanno trovato però traccia del latitante, se non un letto disfatto e ancora caldo. Ma sapevano che il boss era lì, per questo hanno iniziato a perquisire il palazzo palmo a palmo. Prima sono stati perlustrati gli appartamenti, le stanze, le cantine e le soffitte. Poi i carabinieri, planimetrie alla mano, hanno iniziato a controllare anche i muri. Da un vano nascosto sono saltati fuori 157mila euro in banconote di grosso taglio, divisi ordinatamente in buste impermeabili e occultati dietro una parete. Altri erano vuoti. Ci sono volute oltre sei ore di operazioni e occhi ormai allenati a scovare covi e nascondigli per individuare il bunker in cui Giorgi si era nascosto. Il rifugio, grande poco più di un loculo, era stato ricavato dietro il camino nella cucina dell'appartamento di una delle figlie del boss. Per accedere al covo, era necessario spostare una botola nascosta alla base da un masso. Da lì si apriva un piccolo tunnel che permetteva di accedere a uno stretto vano in cui il latitante riusciva a stento a stare in piedi. "Giorgi era praticamente murato", ha spiegato il colonnello Franzese, che ha coordinato l'indagine. Una scomoda e quasi impensabile tana, pensata per salvarsi da un blitz, ma non per lunghe permanenze. E che questa volta non è riuscita a risparmiargli l'arresto.

Quando il meccanismo d'accesso al bunker è stato sbloccato, Giorgi è uscito senza fare resistenza e senza tentare di fuggire. "Prima o poi doveva succedere", ha detto alle figlie, che abitano in quel palazzo e preoccupate hanno assistito per tutto il tempo alla perquisizione. Poi, rassegnato, si è fatto ammanettare.

rango. Non solo Messina Denaro: ecco chi sono i latitanti piu pericolosi d'Italia

"Come ogni capo, Giorgi non si è allontanato dalla sua zona - ha spiegato il procuratore capo della Dda di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho Andare via significa perdere il potere e nessuno si può permettere di farlo". Un potere che si misura nel muro di omertà che per oltre due decenni ha protetto la latitanza del boss, catturato solo grazie a un'indagine tecnica, fatta di intercettazioni, osservazione dei familiari, pedinamenti. Anche per scelta. "In quest'operazione non ci sono stati confidenti, noi non vogliamo alcun rapporto con la criminalità. La 'ndrangheta deve capire che non c'è margine di collaborazione con lo Stato, deve solo deporre le armi", ha dichiarato il procuratore. "Questa - gli ha fatto eco il comandante provinciale dei carabinieri, Giancarlo Scafuri - è una terra che merita di più. I calabresi meritano di essere più coraggiosi e devono imparare ad avere maggiore fiducia nelle istituzioni". Latitante per quasi metà della sua vita, Giorgi deve scontare una condanna a 28 anni e nove mesi per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e altri reati. Ma questa - ha rivelato in passato il pentito Francesco Fonti - non sarebbe stata l'unica attività cui il boss nel corso della sua vita si sarebbe dedicato. Secondo il collaboratore, Giorgi sarebbe stato coinvolto anche in un traffico di niobio, sostanza utilizzata per costruire reattori nucleari, trasportata dal boss da Budapest alla Sierra Leone. Qualche anno dopo, "U capra" si sarebbe occupato di organizzare l'affondamento di tre "navi dei veleni" - carrette del mare cariche di scorie - al largo delle coste calabresi.». www.repubblica.it

Scortato dai carabinieri, il boss è stato portato all'auto che lo ha condotto al comando, di fronte a una folla silenziosa di amici e vicini. Più di uno di loro è riuscito ad avvicinarsi per salutarlo e baciargli le mani. Omaggi che riservano solo ai boss di Page 6

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 6 di 52


ARMA

B l u W h a l e , i c a ra b i n i e r i s a l v a n o u n ra g a z z o d a l s ui ci d i o 03 giugno 2017

Ad allertare i carabinieri è stata una telefonata anonima al 112 che segnalava un giovane salito su un cavalcavia della ferrovia e poi fermo su binari in attesa del treno. Immediatamente, l'operatore ha allertato la pattuglia del 112 che si è recata sul posto. Era seduto sui binari in attesa che passasse un treno.

Nel frattempo parte la richiesta di interrompere la circolazione dei treni, in quel tratto. Il giovane non riesce a dare spiegazioni del suo gesto. Da casi di piccoli e pochi tagli sulle braccia di alcuni ragazzini fino a casi di tentato suicidio e suicidio di alcuni mesi fa ma che alcune famiglie chiedono ora vengano riesaminati alla luce del nuovo fenomeno. In pratica il ragazzo avrebbe seguito la procedura online del "Blue Whale", il "gioco" che istiga gli adolescenti a suicidarsi. Un grido d'aiuto. I genitori,

accorsi immediatamente, hanno voluto ringraziare i carabinieri, offrendo la massima collaborazione e auspicando che tale salvataggio in extremis possa fare da monito per tanti altri giovani che non capiscono quanto sia rischioso sottostare alle ormai tristemente note 50 terribili regole del "Blue Whale". Sequestrati tutti i mezzi elettronici di comunicazione del giovane per verificare la sussistenza di eventuali elementi utili per ricondurre l accaduto al terribile gioco online. Forse un altro caso sospetto di Blue Whale, l'agghiacciante "horror game" che vede i giovani impegnati in una serie di sfide che li conducono alla depressione e infine al suicido. I carabinieri indagano, coordinati dalla Procura per i Minorenni di Bari e da quella Ordinaria di Trani, per istigazione al suicidio, aggravata, poiche' in danno di minorenne. fonte

Rapì un imprenditore, 30 anni dopo i carabinieri gli s e q u e s t ra n o u n t e s o ro 04 giugno 2017

Per la sua liberazione, era stato richiesto un riscatto di 10 miliardi di lire. Risultò coinvolto anche in altri tre rapimenti compiuti, tra il 1977 e il 1982, tra Roma, Bari e Lecce, per uno dei quali fu pagato un riscatto di ben 5 miliardi di lire.I sigilli sono scattati ai beni di proprietà del 78enne Giuseppe Stallone, di Andria, e di alcuni suoi familiari. La complessa indagine patrimoniale è nata da un'intensa attività investigativa, condotta dai militari del nucleo investigativo di Bari, partendo dalla carriera criminale di Stallone, hanno ripercorso quella attuale di "brillante imprenditore". Già sorvegliato speciale, Stallone rappresentò la figura apicale di un gruppo criminale armato, dedito negli anni Page 7

EffettoTre 15 Giugno 2017

'80 a sequestri di persona a scopo di estorsione, organizzati in varie località d'Italia. Da entrambi i processi relativi, Stallone fu assolto per insufficienza di prove: a quanto pare però, l'uomo era in possesso di grosse somme di denaro che doveva reinvestire. Il 78enne dichiarava al fisco 15mila euro l'anno. A Stallone sono state sequestrate oggi due società di capitale, una nota sala ricevimenti di Andria, due imprese individuali, diciotto appartamenti, cinque locali commerciali, otto garage, cinquantatré terreni, due autovetture e la somma di 327 mila euro. Fonte

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 7 di 52


ARMA

2 0 3 ° A nnua l e d e l l a f ond a z i one d e l l ' A rm a d e i C a ra b i ni e ri All’interno della Caserma “Salvo D’Acquisto” di Tor di Quinto, l’Arma dei Carabinieri ha celebrato il 203° Annuale di Fondazione, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dei Ministri dell’Interno Marco Minniti e della Difesa Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio Graziano e del Comandante Generale Tullio Del Sette. La cerimonia, iniziata alle ore 18.00 con lo schieramento di tre Reggimenti di formazione rappresentativi di tutte le componenti dell’Arma, ha previsto gli onori al Capo dello Stato che ha passato in rassegna i reparti schierati e la consegna della Medaglia d’Oro al “Valor Civile” alla Bandiera di Guerra dell’Arma dei Carabinieri con la seguente motivazione: “In occasione di disastroso sisma che provocava numerose vittime e danni inestimabili, il personale dell’Arma dei Carabinieri offriva fulgida prova di preclare virtù civiche, esemplare efficienza, altissimo spirito di abnegazione, radicato senso civico e generosa solidarietà, impegnando ogni risorsa nella complessa e instancabile attività di soccorso della popolazione colpita e contribuendo al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, nonché alla salvaguardia del patrimonio storico, artistico e culturale. Il mirabile impegno, nel solco delle sue più alte tradizioni, riscuoteva l’unanime e riconoscente plauso delle autorità e della popolazione.” Province di Rieti e Ascoli Piceno, 24 agosto 2016.

Successivamente si è proceduto con la consegna delle “Ricompense” ai sottonotati Carabinieri: - Medaglia d’Oro al Valore Civile alla “memoria” al Maresciallo Capo Silvio Mirarchi, già effettivo alla Stazione di Ciavolo (TP): “Con eccezionale coraggio, ferma determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, nel corso di un servizio notturno in area rurale, non esitava, insieme a commilitone, a intervenire presso alcune serre, adibite a coltivazione illecita di canapa indiana, venendo fatto segno a proditoria azione di fuoco da parte di malfattori che, al fine di assicurarsi la fuga, lo ferivano mortalmente. Fulgido esempio di elette virtù civiche e altissimo senso del dovere, spinto fino all’estremo sacrificio”. Marsala (TP), 31 maggio 2016; La ricompensa viene ritirata dalla vedova Antonella Anna Pizzo, accompagnata dai figli Debora e Valerio; - Medaglia d’Oro al Valore Civile all’App. Mario De Bellis, effettivo al Nucleo Radiomobile di Firenze: “Con eccezionale coraggio, esemplare altruismo e cosciente sprezzo del pericolo, pur consapevole di non saper nuotare, non esitava a calarsi con mezzi di fortuna e con l’aiuto di un commilitone, in un pozzo profondo 15 metri per soccorrere due bambini che vi erano caduti accidentalmente. Raggiunti i due malcapitati ormai allo stremo delle forze, dopo essersi immerso nell’acqua gelida, si puntellava alla parete della cisterna con le gambe e la schiena sollevandoli e trattenendoli per circa mezz’ora fino all’arrivo dei soccorritori che, con idonea attrezzatura, li ponevano in sicurezza. Chiaro esempio di elette virtù civiche ed altissimo senso del dovere.” Bagno a Ripoli (FI), 29 maggio 2015; - Medaglia d’Oro al Valore dell’Arma dei Carabinieri al MAsUPS Loreto Di Loreto già effettivo al 1° Reggimento CC Paracadutisti Tuscania e ora al Centro Sportivo CC: “Addetto al Police Operational Mentoring and Liaison team di Farah (Afghanistan), nell’ambito della missione ISAF, in un contesto ambientale caratterizzato da persistente ed elevatissimo rischio di natura terroristica, dedicava ogni personale risorsa all’assolvimento del compito assegnato, impegnandosi con instancabile slancio e intima convinzione nelle attività di mentorizzazione e di assistenza in favore della polizia locale. continua

Page 8

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 8 di 52


ARMA corso di un servizio di scorta a un convoglio militare, disposto a seguito di un precedente attacco terroristico ad altri mezzi dell’esercito italiano in quella stessa zona, il veicolo blindato sul quale viaggiava in qualità di mitragliere, si ribaltava più volte. A seguito dell’occorso, il militare veniva sbalzato violentemente fuori dalla botola in cui era posizionato, riportando gravissime lesioni su tutto il corpo. Con altissimo spirito di abnegazione e straordinaria professionalità, continuava a orientare i propri commilitoni nelle procedure di messa in sicurezza dell’area, sino alla totale perdita dei sensi. La grandissima forza d’animo e il cosciente sprezzo del pericolo costantemente testimoniati hanno consentito il perseguimento degli scopi della rischiosa missione, esaltando il prestigio dell’Italia e delle sue forze armate a livello internazionale. Chiaro esempio di elette virtù militari, elevatissimo senso del dovere ed assoluta dedizione al servizio.” Farah (Afghanistan), 28 gennaio 2012; - Medaglia d’Argento al Valor Militare al Maresciallo Alessandro Catena, effettivo alla Stazione di Roma Fidene: “In servizio antirapina unitamente a un collega, con ferma determinazione, esemplare iniziativa ed eccezionale coraggio, non esitava ad affrontare un pericoloso rapinatore armato che stava compiendo una rapina all’interno di un esercizio commerciale, ingaggiando con lo stesso una violenta colluttazione. Fatto segno a proditoria azione di fuoco, benché gravemente ferito, replicava con l’arma in dotazione, ferendo il malfattore e consentendone l’arresto. Chiaro esempio di elette virtu' militari e altissimo senso del dovere.” Roma, 13 giugno 2016; - Medaglia di Bronzo al Valore dell’Arma dei Carabinieri al Carabiniere Scelto Mariagiovanna Cardinale: “Con eccezionale coraggio ed esemplare iniziativa, non esitava a intervenire all’interno di un esercizio commerciale in soccorso di un commilitone che, a seguito di un conflitto a fuoco con un pericoloso rapinatore, era rimasto gravemente ferito, riuscendo, dopo aver esploso alcuni colpi con l’arma in dotazione, a disarmare e a trarre in arresto il malfattore. Chiaro esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere”. Roma, 13 giugno 2016.

A seguire, come di consueto, si è svolta la consegna del “Premio Annuale” a sei Comandanti di Stazione. Un riconoscimento carico di significati per l’importante ruolo svolto dalla Stazione Carabinieri nelle relazioni con il territorio e la sua comunità di riferimento. Un rapporto che spesso travalica le problematiche inerenti la sicurezza e la legalità sfociando in esigenze legate al vivere quotidiano. Quest’anno sono premiati i seguenti Sottufficiali: Luogotenente Antonino GENOVESE, Comandante della Stazione di Oulx (TO); Luogotenente Gaetano FLOCCHER, Comandante della Stazione di Napoli Vomero; Luogotenente Mauro DAL CANTO, Comandante della Stazione di Cascina (PI); Luogotenente Antonio CASTRIGNANO’, Comandante della Stazione di Vasto (CH); Luogotenente Carmine DI LASCIO, Comandante della Stazione Forestale di Maratea ; MAsUPS Giovanbattista Luigi FERRANTE, Comandante della Stazione di Codevigo (PD).

Al termine delle premiazioni ha preso la parola il Ministro della Difesa e a seguire, dopo il deflusso dei Reparti, lo Storico Carosello Equestre, eseguito dal 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo per rievocare la gloriosa “Carica di Pastrengo” del 1848. La manifestazione è terminata con gli onori finali al Presidente della Repubblica chiuderanno la cerimonia. L’Arma celebra la propria festa il 5 giugno, giorno in cui, nel 1920, la Bandiera dell’Arma fu insignita della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare per la partecipazione dei Carabinieri alla Prima guerra mondiale. La motivazione che ha accompagnato la medaglia è la seguente: "Rinnovellò le sue più fiere tradizioni con innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d’Italia". La ricorrenza è occasione per tracciare un bilancio di quanto fatto nell’anno precedente, riepilogato nell’allegata brochure “Attività operativa dell’Arma dei Carabinieri 2016”. continua Page 9

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 9 di 52


ARMA

Page 10

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 10 di 52


Tanto siamo in Italia 6 giugno 2017

Ai Carabinieri di Peschiera del Garda, che lo hanno sorpreso a sgommare su un’auto truccata, priva di targa e con la marmitta più rumorosa di un tosaerba, il guidatore tedesco della cafon-mobile ha risposto serafico: «Tanto siamo in Italia». Mi sembra di conoscerti, fratello. Appartieni a quella schiera di parenti teutonici, seguaci del luogo comune, che fino a Chiasso tossiscono con la mano davanti alla bocca e inchiodano agli incroci per dare la precedenza alle formiche, ma appena varcato il confine di bengodi perdono i freni inibitori e si trasformano in un’orda pronta a calpestare tutto quanto si oppone al loro slancio vitale. Che cosa ti impedisce di esportare qui da noi il rispetto delle regole, di cui tanto ti compiaci tra le mura di casa? Perché bofonchi «il solito italiano», quando in realtà muori dalla voglia di imitarmi? Ti credevo meno condizionabile. Chiunque saprebbe osservare il codice della strada in un Paese che ti castiga se appena appena hai un fanale appannato. Il salto evolutivo consisterebbe nel guidare con le mani sul volante invece che sul telefonino, anche laddove chi lo fa è considerato un disadattato. Comunque ti è andata male. Sarà che Peschiera non è ancora abbastanza in Italia per i tuoi gusti, o che la smania di imitarvi si sta trasferendo dalla legge elettorale a tutto il resto, ma ti sei imbattuto in una pattuglia di carabinieri germanofili. I quali, oltre a multarti, ti hanno pure sequestrato la macchina, rispedendoti nel paradiso delle regole a

ARMA

piedi. carabinieri di Peschiera del Garda, che lo hanno sorpreso a sgommare su un’auto truccata, priva di targa e con la marmitta più rumorosa di un tosaerba, il guidatore tedesco della cafon-mobile ha risposto serafico: «Tanto siamo in Italia». Mi sembra di conoscerti, fratello. Appartieni a quella schiera di parenti teutonici, seguaci del luogo comune, che fino a Chiasso tossiscono con la mano davanti alla bocca e inchiodano agli incroci per dare la precedenza alle formiche, ma appena varcato il confine di bengodi perdono i freni inibitori e si trasformano in un’orda pronta a calpestare tutto quanto si oppone al loro slancio vitale. Che cosa ti impedisce di esportare qui da noi il rispetto delle regole, di cui tanto ti compiaci tra le mura di casa? Perché bofonchi «il solito italiano», quando in realtà muori dalla voglia di imitarmi? Ti credevo meno condizionabile. Chiunque saprebbe osservare il codice della strada in un Paese che ti castiga se appena appena hai un fanale appannato. Il salto evolutivo consisterebbe nel guidare con le mani sul volante invece che sul telefonino, anche laddove chi lo fa è considerato un disadattato. Comunque ti è andata male. Sarà che Peschiera non è ancora abbastanza in Italia per i tuoi gusti, o che la smania di imitarvi si sta trasferendo dalla legge elettorale a tutto il resto, ma ti sei imbattuto in una pattuglia di carabinieri germanofili. I quali, oltre a multarti, ti hanno pure sequestrato la macchina, rispedendoti nel paradiso delle regole a piedi. www.corriere.it

I carabinieri del Noe sequestrano maxideposito di rifiuti 07 giugno 2017

Page 11

pericolosi alle porte di Torino

Un deposito di rifiuti completamente irregolare e assolutamente privo di qualsiasi autorizzazione è stato sequestrato dai carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecolo-

EffettoTre 15 Giugno 2017

gico) di Torino insieme con i carabinieri forestali in un'area industriale di oltre 5000 metri quadrati a Chivasso, nel Torinese. Il titolare del deposito, un trasportatore di 59 anni, è stato denunciato per deposito incontrollato di rifiuti pericolosi e non e invitato a procedere alla rimozione e allo smaltimento. (...) www.torino.repubblica.it

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 11 di 52


ARMA

Roberto Longu: "Così io e la squadra di Ultimo

giurammo di catturare Riina, la Belva: ora non gli regalino la libertà"

07 giugno 2017

MILANO. Roberto Longu ha 54 anni, portati atleticamente, e fa il security manager. Nel 1993 il suo nome di battaglia era Omar, e il suo mestiere il maresciallo dell'Arma. Era la mattina del 15 gennaio del 1993 quando a Palermo lui e Vikingo attaccano l'autista di un'utilitaria, Salvatore Biondino, mentre il capitano Ultimo e Arciere, alla fine di un'indagine durata sette mesi, mettono spalle a terra, sull'asfalto della rotonda dell'Agip, il "capo dei capi", Salvatore Riina, detto Totò: era l'"inafferrabile di Cosa Nostra", latitante da 24 anni. E adesso, che la Cassazione spiega che il boss dei corleonesi può finire di scontare la pena a casa, che cosa pensa un cacciatore di latitanti? "Una cacciatore di latitanti non odia nessuno, fa il suo lavoro contro l'avversario, chiunque sia".

Però... "Però al di là di Totò Riina e di chiunque, esiste, o dovrebbe esistere, la certezza della pena. Se una persona è stata condannata a dieci anni, sconta dieci anni. Se ha più ergastoli, sconta l'ergastolo, anche se si hanno 85 anni e si è malati. Nelle condizioni più umane possibili, ma ergastolo è".

Tra di voi della squadra non la pensate tutti allo stesso modo, qualcuno tra voi sostiene che l ' i de a l e sarebbe rilasciarlo e controllarlo sino all'ultimo respiro... "Dal punto di vista operativo ha ragione questo collega, sarebbe giusto anche per stabilire se Riina sia ancora il capo dei capi oppure no, e lo si capirebbe in termini oggettivi. Dà ancora ordini e qualcuno li esegue? E chi? Ma se parliamo di giustizia, e non di tattiche, mi sarei aspettato dalla Cassazione un altro discorso. Magari un "costruiamo un ospedale bellissimo per gli ergastolani anziani e malati, ma le nostre sentenze, emesse in nome del popolo italiano e passate in giudicato, vanno rispettate. Sino in fondo"". L'unica risposta che Repubblica ha ricevuto Page 12

EffettoTre 15 Giugno 2017

da Ultimo è "il perfetto silenzio della neve": secondo lei, che vuol dire? "Che non ci sono più parole, questo è un mondo dove i valori, compreso il rispetto della legalità, non raramente si congelano ".

Da giornalista, ho la certezza, basata su fonti affidabili e risalenti a quell'epoca, che la cattura di Riina sia stata un'operazione pulita, ma poi è stata sporcata da più mani. Come mai, secondo lei? "Noi eravamo un gruppo d'eccellenza, non di schiavi al comando di un capo, non esiste eccellenza tra gli schiavi, ognuno diceva e dice ancora oggi la sua. In trasparenza. E ho sempre pensato che l'arrivo improvviso del pentito Balduccio Di Maggio, quando noi eravamo già vicinissimi alla cattura, ci avrebbe in fondo danneggiato...".

Può rispondere a una vecchia curiosità? Onestamente, da chi è stata presa la decisione di provare ad acchiappare Riina? "Siamo stati noi e basta, ma se lo scrive la prenderanno per pazzo. C'era stato l'attentato a Giovanni Falcone e ci siamo detti: "E adesso noi che possiamo fare?". "Andiamo a catturare Riina" era l'unica risposta, sulla bara dei morti. Ci siamo fatti autorizzare e siamo scesi, ma come Crimor di Milano avevamo già studiato a memoria molte inchieste e carte giudiziarie. Ma, ripeto, se scrive l'operazione nasce dal capitano Sergio De Caprio e da quattro straccioni di carabinieri di strada non vorranno crederci. Ma è solo per politica, per l'ambizione di alcuni magistrati che nelle loro carriere hanno combinato di concreto quasi zero contro la mafia. Falcone stesso non era amato, quando andava a Milano parlava solo con Ilda Boccassini, a Palermo non ricordiamo nemmeno quanti nemici aveva tra i suoi colleghi".

Anno XI - n.ro 116

continua Newsletter Header Pagina 12 di 52


ARMA 1992, voi del Crimor vi mettete dietro i macellai, in tutti i sensi, chiamati Ganci... "Sì, eravamo così arrivati nella zona delle villette dove Riina abitava, quando compare il pentito Di Maggio e racconta che andava a prelevare il boss alla rotonda dell'Agip. Ma Riina ci arrivava per conto suo, mica era scemo. Questo Di Maggio dormiva nelle camerate dell'Arma, finché qualcuno di noi si scoccia: "Ma che cazzo fa questo qui tutto il giorno? Dorme sempre, noi sputiamo sangue da mesi, almeno facciamogli vedere i filmati che abbiamo girato". E così lui ha riconosciuto, in motorino, i figli di Riina, e la mattina dopo alle 7 piazziamo il pentito sul furgone dei controlli. Se vede Riina ce lo deve indicare".

Ma lui non vede arrivare Riina... "No, alle 8 meno 5 arriva una Citroen, a bordo c'è Biondino, coinvolto nelle stragi Falcone e Borsellino. Di Maggio lo riconosce, il cancello si apre, si chiude, poco dopo la Citroen ricompare, stavolta con due a bordo. Ci siamo. "È uscito Sbirulino", dice la radio e noi decidiamo di

attaccare alla rotonda. Quando con Arciere prendo Biondino, e lo giriamo, m'è scoppiato cuore. Non assomigliava alle foto segnaletiche. La strada sino alla caserma Carini m'è sembrata lunga 3mila chilometri, non sapevo che anche ammanettato nella macchina con Vikingo e il capitano il prigioniero aveva ammesso, "Sono Totò Riina" ".

La vostra si chiamava "operazione Belva" e la belva era lui, giusto? "Esatto, era lui. Ma era ed è un essere umano, esattamente come la mafia è un fenomeno umano, e lo diceva Falcone. Perciò, non mi stupisce che un avvocato faccia il suo mestiere spiegando di guardare all'uomo Riina e non ai suoi reati, ma lo Stato deve guardare ai reati, al ravvedimento, alla collaborazione di Riina. Altrimenti di motivi per regalare la libertà alle persone che non se la sono guadagnata se possono trovare mille". www.milano.repubblica.it

Milano, sono arrivati i poliziotti cinesi in città: formeranno le pattuglie miste con i carabinieri

07 giugno 2017

nuovamente in poliziotti del

Tornano in città i poliziotti cinesi. Dopo la cooperazione dello scorso anno, infatti, mercoledì mattina sono entrati servizio a Milano due Paese orientale.

I due agenti, che sono stati accolti con una cerimonia ufficiale in Prefettura, saranno affiancati in questa nuova esperienza dai carabinieri del comando provinciale di Milano. I militari scelti per questo incarico - che durerà fino al 24 giugno - parlano l’inglese e uno di loro conosce anche il cinese. Page 13

EffettoTre 15 Giugno 2017

L’esordio è avvenuto in Duomo, dove i due poliziotti cinesi hanno attirato, e non poco, l’attenzione dei passanti e non si sono tirati indietro di fronte alle richieste di fotografie dei turisti.

Le pattuglie miste, hanno spiegato il prefetto Luciana Lamorgese e il comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe La gala, saranno utilizzate soprattutto nelle ore diurne e nelle zone più frequentate dai turisti cinesi, come Duomo, Brera, Garibaldi, Quadrilatero della Moda, Castello sforzesco e corso Buenos Aires. www.milanotoday.it

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 13 di 52


ARMA

Il Comandante Generale dell'Arma in visita a Mogadiscio.

08 giugno 2017

L’8 giugno nella mattinata il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, proveniente da Gibuti, ha raggiunto Mogadiscio e, dopo aver incontrato i Carabinieri che operano in quella città, ha visitato l’Accademia e il Comando Generale della National Somali Police. Accompagnato dall’Ambasciatore italiano in Somalia Carlo Campanile e da una delegazione dell’Arma è stato quindi ricevuto dal Presidente del Consiglio Hassan Alin Khayre insieme ad alcuni ministri, al Comandante Abdilahim Dahir Saed e agli altri Vertici della Polizia Nazionale. Presso l’Accademia, il generale Del Sette ha ricevuto un’accoglienza che ha definito “emozionante” e ha tenuto un discorso avanti a tutti gli ufficiali e a una larga rappresentanza dei quasi 1.500 poliziotti

addestrati negli ultimi quattro anni a Gibuti. Nel suo intervento il Comandante Generale ha esposto sinteticamente il programma di ristrutturazione dell’Accademia, complesso edificato all’epoca della Amministrazione Fiduciaria Italiana fra il 1950 e il 1960 (AFIS), e il programma di sostegno a quella Forza di Polizia messo a punto insieme al Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, ritenuto fondamentale per la prosecuzione con nuovo impulso del processo per la sicurezza e la pace in quel Paese nell’ambito dei programmi di assistenza della UE e della Coalizione Internazionale che opera per le stesse finalità. Nel discorso il Comandante ha anche posto l’accento sull’amicizia privilegiata dell’Italia con la Somalia. wwwcarabinieri.it

Processo Stato-Mafia: la Cassazione rigetta il ricorso della Procura di Palermo La Suprema Corte mette un punto fermo sull'assoluzione del prefetto Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu 09 giugno 2017

imbarazzo i magistrati che hanno costruito l'inchiesta sui presunti rapporti Statomafia. Un processo iniziato con la mancata perquisizione del covo di Riina e proseguito con la mancata cattura del boss Provenzano che, secondo l'impianto accusatorio dei magistrati, era frutto di una trattativa tra Stato e mafia.

La Cassazione l'8 giugno ha messo un punto fermo su un processo giudiziario durato 20 anni mettendo in estremo Page 14

EffettoTre 15 Giugno 2017

I giudici supremi della Cassazione, hanno rigettato il ricorso della procura di Palermo nei confronti del prefetto Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, dopo due

Anno XI - n.ro 116

continua Newsletter Header Pagina 14 di 52


ARMA assoluzioni in primo e secondo grado dall'accusa di aver favorito la latitanza del boss Bernardo Provenzano, per non averlo catturato nel 1995 a Mezzojuso vicino Palermo. I magistrati di Palermo e anche la procura generale in Appello nei confronti di Mori e della sua squadra (in questo caso il capitano Utimo assolto con sentenza inappellata dalla Procura e resa effettiva da luglio del 2006, quindi definitiva ndr) hanno riproposto in dibattimento la mancata perquisizione del covo di Riina, per sostenere l'esistenza di "un'organizzazione militare parallela allo Stato eversiva guidata da Mori".

Una squadra di briganti, in parole povere, che agiva parallelamente e non per il bene dello Stato. Un'onta per coloro che con dedizione e senso dello Stato, dopo aver catturato Riina, si sono trovati in aula giudiziaria con l'accusa di favoreggiamento a Cosa nostra. Ăˆ toccato sempre al prefetto Mori e al suo braccio destro, il colonnello Mauro Obinu, difendersi dall'accusa di aver favorito la latitanza del boss Provenzano, per la mancata cattura nel 1995 a Palermo.

L'avvocato Basilio Milio, difensore del Prefetto Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, dichiara: "La Corte suprema con questa sentenza, ha suggellato quelle che sono state le valutazioni espresse dai giudici di merito su queste vicende, condensate in due monumenti di diritto di circa 1800 pagine, le sentenze di primo e secondo grado". E continua: "Si è condensata in primo luogo una vittoria delle Istituzioni e poi, anche quella degli imputati, i quali hanno sempre servito fedelmente questo Paese e hanno dato, con il loro comportamento processuale e con la rinuncia alla prescrizione, l'ennesima prova di correttezza, di attaccamento allo Stato e fiducia nella Giustizia... Questa sentenza rappresenta anche la sconfitta di teorie e teoremi che necessariamente soccombono davanti ai fatti". www.panorama.it

Poi altre accuse come la mancata cattura di Leonardo Bagarella a Terme Vigliatore, nel messinese, nel 1993. Infine, gli uomini di Mori sono finiti nel mirino dei pm, imputati di aver trattato con la mafia per un allegerimento morbido del 41 bis ai boss di Cosa nostra. Le reazione di Mori

"Sono sereno, ho rinunciato alla prescrizione perchĂŠ sono un fedele servitore dello Stato. E non darei un buon esempio a coloro che sono stati sotto il mio comando, sia bacchettati sia encomiati. Non ho nulla da nascondere e mi sottopongo al giudizio di un altro organo dello Stato, fiducioso. Mi spiace che tutta la mia squadra abbia avuto problemi... Credo da servitore fedele dello Stato nella Magistratura. Poi saranno gli organi competenti della Magistratura a valutare se chi ha sbagliato debba pagare". Page 15

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 15 di 52


ARMA

"I ladri arrestati sempre liberi: carabinieri frustrati dallo Stato" Il j'accuse del comandante dell'Arma, Fabio Ottaviani: "In Italia si parla di elezioni, non dei problemi della gente. Io do voce ai miei carabinieri" 09 giugno 2017

Nei giorni scorsi a Cosenza si è celebrato il 203esimo anniversario dalla fondazione dell'Arma dei Carabinieri.

demotivano".

Semplice e diretto. Continua poi il comandante: "Permettetemi di sottopori quelle che sono le frustrazioni che condividiamo quotidianamente, perché lo devo ai miei carabinieri, perché io non sto Una cerimonia commovente, anche grazie in strada con loro, non richio con loro, ma ad uno straordinario discorso del io ho la forza di dare voce a loro. Per cui Colonnello Fabio Ottaviani che ha quello che vi dico se vogliamo vincere la emozionato i presenti e che ha fatto il giro battaglia dobbiamo riflettere si queste del web. Conquistando condivisioni e criticità, perché io nel dibattito politico nazionale non veo questi problemi. Ma migliaia di visualizzazioni. v e do percentuali, l i st e , proporzionali Per prima cosa il colonnello ha focalizzato tedeschi, inglesi, francesi. Non vedo i l'attenzione su un tema scottante di questi problemi della gente. Noi sulla strada tempi, ovvero il ruolo delle forze dell'ordine parliamo con la gente, per cui la politica nell'arresto di malviventi in flagranza di deve riscoprire il dialogo con le persone e reato. Molte volte, infatti, banditi e capire veramente quali sono le esigenze dei rapinatori ammanettati dai carabinieri cittadin. Perché se da una parte noi vengono immediatamente rimessi in libertà vediamo i cittadini che urlano disperati e dal giudice di turno. Con tanti saluti agli dall'altra quello che ci impone la legge, sforzi delle divise. "La maggior parte dei vediamo un evidente discrasia, siccome la nostri interventi - dice Ottaviani - si sovranità appartiene al popolo in una conclude con l'immediata rimessione in democrazia". libertà dei soggetti e questa ha un effetto devastante nella percezione di sicurezza "Signori - aggiunge il comandante - io non del cittadino. È devastante vedere la go una soluzione. La mia soluzione è quella vittima che rimane in caserma con i di spingere i miei ufficiali, i miei carabinieri a compilare tonnellate di atti e carabinieri a dare comunque una risposta il delinquente che se ne torna a casa" al cittadino. Per cui se inteveniamo, se ci sono i presupposti arrestiamo, poi se quel (guarda il video). delinquente non può finire in galera per "Come può il cittadino fondare la sua motivi tecnici, ci rammarichiamo ma fiducia nello stato" quando accade tutto questo è un rischio che dobbiamo tenere questo? La domanda del colonnello è presente". L'importante è fare in modo che fondamentale. E merita una risposta. "Voi non prevalga la delinquenza. Perché direte: perché un comandante provinciale conclude Ottaviano - "se la legge della alla festa dell'Arma affronta un argomento strada prevale sulla legge dello Stato, così spinoso? - continua Ottaviano - Il mio lo Stato è finito. Ma noi saremo sempre personale tutti i giorni conduce una al fianco della gente". battaglia, si espone in prima persona e queste cose producono frustrazione. Anche www.ilgiornale.it la polizia condivide il nostro stesso destino. E la frustrazione delle forze dell'ordine significa che poi, queste persone, si Page 16

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 16 di 52


ARMA

Presa la banda della maschera. Così gambizzavano i carabinieri 12 giugno 2017

I carabinieri la chiamano la banda delle maschere. Il loro modo di operare era sempre lo stesso, collaudato e ispirato in qualche modo alla serie di Gomorra.

Oltre a vestire una maschera di silicone, si portavano armi, giubbotti antiproiettile, abiti per camuffarsi e motocicli rubati su cui fuggire. Una trio di malviventi, finalmente arrestati dalle forze dell'ordine e che ora stanno affrontando il processo.

Sono accusati a vario titolo di tentato omicidio, sequestro di persona, rapina, furto e ricettazione. Per la precisione avrebbero messo a segno 25 rapine: si chiamano Jari e Davide Graziano, fratelli che insieme al complice Claudio Viotti non avevano paura di sparare anche contro le

forze

dell'ordine.

Come nel novembre del 2015, quando pur di divincolarsi dal rischio di finire ammanettati hanno esploso diversi colpi di pistola contro un carabiniere. Gambizzandolo. Nelle intercettazioni ascoltate oggi in aula, si sentono i malviventi discutere tranquillamente delle loro malefatte. "Sei botti gli ho tirato", dice uno dei fratelli riferendosi al militare ferito.

Il giorno dell'arresto, all'interno di un garage acquistato per renderlo il loro covo, i carabinieri hanno trovato 200 mila euro, 900 grammi di cocaina e 800 grammi di marijuana, due pistole e un fucile calibro 12 con canne mozze. Non solo. I soldi ricavati dalle rapine venivano di solito spesi al casinò di Campione, dove i tre banditi andavano spesso a tentare la fortuna e "ripulire" i proventi dei furti a mano armata. www.ilgiornale.it

Carabinieri, in 202 giurano a Campobasso Generale del Sette, "siete cittadini esemplari"

12 giugno 2017

CAMPOBASSO "Una scala di valori che parte dall'etica e arriva alla fede. Tenetela sempre presente, oggi e nel futuro, e ricordate che prima di essere carabinieri, dovete essere cittadini esemplari". È uno dei passaggi del discorso del Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d'Armata Tullio Del Sette, ai 202 allievi del 136/o corso di formazione che oggi hanno giurato fedeltà alla Patria nella caserma "E.Frate" Page 17

EffettoTre 15 Giugno 2017

di Campobasso. Una cerimonia che ha visto la partecipazione delle più alte cariche civili, militari e religiose, oltre a numerose famiglie. Per la prima volta hanno giurato anche 21 carabinieri forestali. Andranno a costituire l'organico dei militari destinati alla tutela del patrimonio forestale, ambientale e agroalimentare. Commozione tra i tanti allievi, ma anche la convinzione di appartenere a un Corpo armato e di polizia dello Stato riconosciuto e rispettato a livello internazionale (ANSA)

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 17 di 52


ARMA

Esplosione in caserma a Siziano, carabiniere ferito 13 giugno 2017 SIZIANO. Del materiale contenuto in un sacchetto, depositato nel giardino della caserma dei carabinieri di Siziano, in via San Rocco, è esploso tra le mani di un carabiniere. Il materiale è deflagrato martedì 13 giugno, poco dopo le 19, investendo un maresciallo di 48 anni in forza alla caserma, che è rimasto ferito in modo serio ad un braccio e su parte del petto. Subito trasportato all’ospedale di

Rozzano, il carabiniere è stato sottoposto agli accertamenti del caso. A seguito dell’incidente, la moglie del militare, di 47 anni, che in quel momento era accorsa in suo aiuto, avrebbe accusato un malore. Sul posto sono intervenuti i medici del 118, i vigili del fuoco di Pavia, mentre i carabinieri di Pavia hanno avviato le indagini sulla vicenda per arrivare a chiarirne i contorni. www.laprovinciapavese.gelocal.it

Carabinieri (veri) per una docu-serie

«Storie in divisa» racconta la vita dei militari di Rho. nuovo docu reality «di cui siamo molto fieri. Raccontiamo i carabinieri non attraverso una fiction, ma seguendoli nella loro quotidianità». Sei episodi da 35 minuti che andranno in onda in seconda serata su Canale 5, dal 20 giugno. «Ma per realizzarli — ha spiegato il regista Roberto Burchielli —, per fare tre ore di prodotto, abbiamo girato più di 200 ore di materiale». La troupe (quattro persone compreso lui), ha seguito il lavoro del comando dei carabinieri di Rho, in provincia di Milano, 24 ore su 24 per tre mesi.

13 giugno 2017

Questa volta lo sfondo non è di qualche placido borgo di provincia in cui un gatto che sparisce mobilita la comunità. Questa volta non ci sono preti dagli occhi blu che aiutano a risolvere i casi più contorti e nemmeno storie d’amore più o meno complicate che nascono nei corridoi della caserma. Questa volta c’è la vita, quella vera, dei carabinieri. Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, non ha nascosto il suo orgoglio nel presentare Storie in divisa, un Page 18

EffettoTre 15 Giugno 2017

Sono stati con i militari, li hanno intervistati, hanno cercato di capire cosa li ha spinti a intraprendere questa carriera: «Quella del carabiniere non è solo una professione — spiegano nella serie —. È sacrificio, impegno, dedizione. È cercare di dare una mano all’altro». «Dietro la facciata un po’ severa c’è il desiderio di fare del bene». Momenti intimi, piccole confessioni. Come quando un altro dei protagonisti confida l’onore che prova indossando la sua divisa, una divisa che rappresenta dei «valori come il rispetto, la considerazione per gli altri.

Anno XI - n.ro 116

continua

Newsletter Header Pagina 18 di 52


ARMA Che è poi quello che cerco di insegnare a mia figlia. Siamo tutti uguali, esiste solo il buono e il cattivo». «Che fossero bravi come carabinieri, lo sapevamo. Che fossero bravi anche come attori, lo abbiamo scoperto ora», ha commentato il comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette dopo aver visto i filmati. «Questa iniziativa — ha proseguito — è per noi particolarmente importante perché dobbiamo costruire un rapporto con la gente improntato sulla fiducia. Mostrare il nostro lavoro, il nostro quotidiano, può essere di aiuto». Le telecamere hanno ripreso i momenti di calma, ma anche quelli d’azione. Alcuni particolarmente concitati, come l’irruzione in un appartamento per una faccenda di droga: si vedono i militari che sbattono i pugni contro la porta con violenza, le urla, un uomo che cerca di scappare saltando dalla finestra ma che poi viene placcato e arrestato. Scene che sembrano un film, non fosse che sono tutte vere. E che, quasi sempre senza che ce ne accorgiamo, capitano quasi ogni

giorno in quasi ogni città. Come quelle che mostrano la disperazione di una signora anziana dopo aver subìto una truffa in casa. Anche lì, sono i carabinieri a raccogliere sfoghi e informazioni. E sempre loro ricevono le telefonate di chi si lamenta per un ubriaco che urla per strada. Lo raggiungono, lo calmano, lo abbracciano. Alla fine l’uomo, di spalle, sorretto da due militari, nello sconsolato tragitto verso l’ambulanza, dice: «Voglio andare in Polinesia, potessi andare in Polinesia...». E uno dei due gli fa eco divertito: «Eh, magari». «Raccontare la vita di una caserma è un grande orgoglio. Questo è un documento speciale», ha ribadito il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri, in prima fila alla presentazione della serie come quasi tutti i vertici Mediaset e dei carabinieri. «E se questa operazione avrà successo — ha chiuso Confalonieri —, replicheremo sicuramente». . www.corriere.it

Carabinieri ed Esercito, il brand nelle boutique su felpe e berretti 14 giugno 2017

Al via sulla Gazzetta Ufficiale il progetto di Difesa Servizi Spa: i «loghi» delle due forze armate compariranno su linee di abbigliamento sportivo destinate al grande pubblici. I brand già depositati: «Esercito 1659» e «Arma 1814». Un business da oltre 45 milioni di euro

Abbigliamento sportivo A pensarci bene fa un certo effetto. L’idea di entrare in una boutique, magari a corso Buenos Aires a Milano o in via del Corso a Roma, e domandare ai commessi: «Posso comperare la felpa ufficiale dell’Arma dei Carabinieri? E avete magari il berretto dell’Esercito?». Eppure tra poco sarà proprio così. T-shirt, cappellini, abbigliamento sportivo, ma più avanti anche giacche e maglioni eleganti, saranno ben presto offerti in vendita con il Page 19

EffettoTre 15 Giugno 2017

brand, solennemente registrato, delle due forze armate. Gli appassionati del settore lo sanno: il trend commerciale (come succedeva già da anni negli Usa dove il merchandising dei prodotti ufficiali dei Marines, della Us Navy, della Us Army e dell’Air Force è un colossale business che contribuisce in modo cospicuo alle entrate della Difesa) era già stato «sdoganato» dalla nostra Marina Militare e dalla nostra Aeronautica. Che avevano proposto al pubblico linee di abbigliamento sportivo assai apprezzate. Che dovesse prima o poi capitare anche all’Esercito e ai Carabinieri era sicuramente inevitabile: ma la novità, che ora diventa tangibile, mantiene comunque una tinta epocale. Mai prima d’ora capi d’abbigliamento della Benemerita e dell’arma in Grigioverde erano stati

Anno XI - n.ro 116

continua

Newsletter Header Pagina 19 di 52


ARMA destinati alla commercializzazione. Fatto che avvicina ancor di più le due storiche istituzioni militari al grande pubblico. L’Esercito «brandizzerà» per primo il proprio marchio (che assieme a quello dell’Arma viene presentato in anteprima su Corriere.it). Sulla Gazzetta Ufficiale di martedì scorso è stata infatti pubblicata la richiesta di manifestazioni di interesse indirizzata alle aziende di moda che vorranno commercializzare i marchi. Il progetto (di cui si parlerà in giornata a Firenze al salone di Pitti Uomo) viene comunque da lontano. Nella foto, un capitano de i carabinieri che ha indossato, in via «sperimentale», la linea di abbigliamento sportivo che un quintetto di runner dell’Arma, tra cui la st e ssa ufficiale, ha indossato alla maratona di New York del 2016. Body, canotta, felpe e cappellino non dissimili dagli indumenti che verranno commercializzati con il brand «Arma 1814»

A promuovere l’iniziativa è Difesa Servizi S.p.A. – società in house del Ministero della Difesa – che favorisce la valorizzazione e la gestione economica dei brand ai fini commerciali attraverso la concessione in uso temporaneo dei marchi. Utilizzo severissimo disciplinato da un regolamento interministeriale tra i ministeri della Difesa, dell’Economia e delle Finanze e dello Sviluppo Economico. L’obiettivo è garantire il miglior ritorno economico per le forze armate. Esercito 1659 «La concessione deve rispondere preventivamente a una verifica di compatibilità con il prestigio del patrimonio storico e culturale dell’istituzione militare», spiegano a Difesa Servizi. I contratti, da un punto di vista economico, sono regolati da due principi che sono quello del minimo garantito e delle royalties aggiuntive al raggiungimento degli obbiettivi fissati. «Il marchio “Esercito 1659” che identifica la forza armata in maniera decisa e inequivocabile è stilisticamente coerente, semplice e Page 20

EffettoTre 15 Giugno 2017

d’impatto». Si compone della «stella a cinque punte» che simbolicamente rappresenta la Repubblica e i valori caratterizzanti dell’Esercito «quali leadership, coraggio, spirito di sacrificio e servizio incondizionato per la comunità nazionale». La data 1659 trae origine dall’anno in cui il duca Carlo Emanuele II di Savoia indisse un bando per il reclutamento di 1.200 uomini da inquadrare in un reggimento, evento che segnò di fatto il passaggio dalle milizie di ventura alla prima unità permanente della storia moderna in Europa. il brand ufficale dell’Esercito

Arma 1814

Ma quella di «Esercito 1659» non è l’unica novità. Anche l’Arma avrà il suo brand da commercializzare già utilizzato lo scorso novembre da cinque carabinieri che hanno partecipato alla maratona di New York indossando un equipaggiamento tecnico in edizione limitata: quella appunto con la scritta «Arma 1814» che richiama l’anno ufficiale della nascita della Benemerita.Arma 1814 Ma quella di «Esercito 1659» non è l’unica novità. Anche l’Arma avrà il suo brand da commercializzare già utilizzato lo scorso novembre da cinque carabinieri che hanno partecipato alla maratona di New York indossando un equipaggiamento

tecnico in edizione limitata: quella appunto con la scritta «Arma 1814» che richiama l’anno ufficiale della nascita della Benemerita. T shirt con il logo ufficiale dell’Arma

www.corriere.it

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 20 di 52


ARMA Massa Carrara, arrestati 4 carabinieri per falso e lesioni. Il pm: “Abusi erano quasi una normalità. Nessuno sopra la legge”

14 giugno 2017

Lesioni, falso, abuso d’ufficio, sequestro di persona, violenza sessuale, rifiuto di denuncia, possesso d’armi. Sono ben 104 i capi di imputazione contestati dalla Procura di Massa Carrara a una trentina di carabinieri in servizio nelle caserme di Aula, Albiano Magra, Licciana Nardi. E tra gli episodi, per cui il gip ha disposto otto misure cautelari, c’è il pestaggio di un cittadino marocchino dopo essere stato portato in caserma per controlli; ci sono le molestie sessuali subite da prostituta. E altro: perché l’illegalità e l’abuso, per quel gruppo di militari, erano “quasi una normalità” come ha detto il procuratore di Massa Carrara Aldo Giubilaro. Disposto l’arresto in carcere per un brigadiere in servizio ad Aulla e divieto di dimora e sospensione dai pubblici uffici per il maresciallo comandante della stazione. Gli altri sei militari sono un altro brigadiere e graduati (appuntati): tre sono ai domiciliari, per tre è stato disposto il divieto di dimora. Il gip ha motivato il provvedimento con il pericolo di reiterazione e di inquinamento delle prove. L’inchiesta, affidata al pm Alessia Iacopini, è nata sette mesi fa dalla denuncia di un italiano. Durante gli accertamenti, la procura avrebbe riscontrato – anche con intercettazioni ambientali e telefoniche – decine di episodi di falsificazione dei verbali e di violenza nei confronti di persone, sia italiane che straniere, sottoposte a controlli, oltre alla scomparsa di quantitativi di droga sequestrati. Gli otto si sono resi responsabili di “varie e molteplici cose”, ha spiegato il procuratore capo di Massa Aldo Giubilaro che si è detto colpito dalla “gravità dei fatti” e dalla loro “diffusività e normalità” seppur “circoscritta” agli indagati. “L’adozione delle misure, ancorché dolorosa sul piano umano, deve rendere edotti dell’assurdità da parte di chiunque, militari dell’Arma dei carabinieri compresi, di considerarsi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato e anzi offre garanzia, enucleati gli autori di condotte improprie, della sicura correttezza e del sicuro senso delle regole di quanti altri fanno parte dell’Arma”. Page 21

EffettoTre 15 Giugno 2017

Le misure cautelari sono state richieste dalla Procura lo scorso 4 aprile e disposte il 12 giugno dal gip del Tribunale di Massa Carrara, Ermanno De Mattia. Non è consentito, ricorda Giubilaro, “in uno stato di diritto quale è il nostro, che la sola appartenenza a una categoria sociale oppure a un corpo, ancorché meritevole e glorioso come l’Arma dei carabinieri, renda immuni da ogni responsabilità, autorizzi persino la commissione di reati e metta al riparo dal subire indagini”. Il procuratore sottolinea come le misure abbiano colpito “un numero ristretto di militari, a dimostrazione dell’impegno, della correttezza, del senso delle istituzioni e dello spirito di sacrificio che normalmente pongono nell’adempimento dei loro molteplici e delicati compiti i militari dell’Arma dei carabinieri della provincia di Tra i residenti di Aula c’è incredulità. Lo scorso 11 marzo, alcuni giorni dopo la pubblicazione di notizie sugli accertamenti della procura sui militari, era stata promossa una manifestazione di solidarietà: decine di persone, complice anche il passaggio dal mercato settimanale, vi avevano partecipato. E sembra che qualcuno stia pensando a organizzare un’altra manifestazione di solidarietà dopo gli arresti di oggi. In occasione dell’iniziativa dell’11 marzo, erano stati distribuiti volantini di vicinanza all’Arma dando anche la possibilità ai passanti di lasciare un messaggio di solidarietà per i carabinieri, scrivendo un biglietto da inserire in una teca. “La Procura sta mal interpretando la realtà della strada – si leggeva su un volantino – penalizzando l’esecuzione della nostra sicurezza”. “Conosciamo bene quei ragazzi in divisa – avevano spiegato alcuni nella piazza – e conosciamo anche coloro che li hanno accusati, sono quelli da cui ci proteggevano”. Durante la manifestazione era stata fatta suonare anche una sirena simile a quella delle auto dei carabinieri in servizio, seguita da un lungo applauso e dal grido “Viva i nostri carabinieri”. www.ilfattoquotidiano.it

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 21 di 52


RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

RIORDINO DEI RUOLI : E' GIA' UN GRAN LAVORO DELLO STATO MAGGIORE DELL'ARMA DEI CARABINIERI PER LA PREPARAZIONE DEI NUOVI GRADI, NUOVI PARAMETRI, AGGIORNAMENTO IMPIEGHI E ASSETTI. ORA VIENE IL BELLO, ORA SI TOCCA CON MANO IL RIORDINO.. Alimentazione dei ruoli, assetti d'inquadramento, formazione, uniformi, selezione e reclutamento, inquadramenti iniziali, rideterminazioni di anzianità e degli avanzamenti, determinazioni d'impiego e determinazioni interne su impieghi equipollenti etc. Ora inizia il grande lavoro per lo Stato Maggiore Arma. A breve sul portale intranet leonardo e tramite i nostri canali d'inofrmazione si potrà consultare il decreto definitivo sul riordino con l'opzione dei relativi commenti e spiegazioni dei varia rticoli e dei vari passaggi normativi di questo decreto "storico" del riordino dei ruoli. Un intervento che si porta alle spalle un ventennio e che sarà il riordino dei ruoli per altrettante decine di anni. In un momento dove l'economia non è palesemente ripresa, lo stanziamento del miliardo di euro a regime per il comparto difesa e sicurezza ha portato alla realizzazione del "riordino dei ruoli". Un intervento economico per chi oggi è in un sistema di calcolo pensionistico "misto" che porta ad incrementi parametrali importanti e rilevanti che portano ad uno stipendio aumentato, ad una maturazione della pensione importante anno per anno e ad un incremento rilevante del proprio Trattamento Fine Servizio, la "buona uscita". Un intervento sul riconoscimento ai gradi apicali nei vari ruoli dove l'incremento economico corrisponde all'inserimento di un nuovo grado. Un intervento motivazionale e rigeneratico per chi oggi è in un sistema di calcolo contributivo dove le carriere aperte devono portare a concorrere al miglioramento nei ruoli per il raggiungimento di parametri piu' alti e adeguate contribuzioni per una pensione piu' dignitosa. Crescita nella carriera che in questi 5 anni di fase transitoria saranno agevolati da 13.000 posizioni d'impiego da vice brigadiere, quasi tremila posizioni da maresciallo per brigadieri, 800 posizioni da ufficiale ruolo ad esaurimento per i luogotenenti. Concorsi per vice brigadiere, maresciallo e ufficiale aperti al carabiniere con appena 4 anni di servizio. Il giovane carabiniere avrà importanti stimoli a crescere nei primi 4 anni di esperienza professionale per poi giocarsi le sue chance professionali nella crescita in ruoli da ufficiale di polizia giudiziaria, il carabiniere piu' anziano ha una importante opportunità piu' agevolata per transitare nel ruolo brigadieri, cosi' i brigadieri che avranno la possibilità di transitare nel ruolo marescialli. Anche per i luogotenenti si apre la porta per 800 posti d'impiego come ufficiale ruolo ad esaurimento, dove in pochi anni ci si troverà nel grado di capitano. Mi piace simpaticamente identificare questo processo come una sorta di "noleggio a lungo termine" dei marescialli nel ruolo ufficiale, in quanto queste posizioni saranno ad esaurimento e scompariranno al termine del percorso professionale di questi 800 posti. La formazione professionale per questi concorsi interni, sia da vice brigadiere, che per maresciallo e cosi' per ufficiale, godranno di uno straordinario percorso formativo con continua

Page 22

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 22 di 52


RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

periodi di formazione telematica che dovranno poi favorire brevi periodi agli istituti di formazione per consentire il flusso dei grandi numeri di questa fase transitoria. Dobbiamo condividere con lo Stato Maggiore i nuovi gradi apicali, bordo rosso, tutto rosso, bordo bianco alto, basso, con stella, senza stella etc. I numeri del grande lavoro già in atto e chi non passerà un estate come le altre. Già in corso è il lavoro dell'ufficio personale del Comando Generale per l'individuazione del personale che dovrà avere effetti sul riordino. Alla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del decreto del riordino ci sarà l'emissione della circolare dell'aliquota da parte dell'ufficio personale marescialli e da parte dell'ufficio personale Brigadieri Appuntati e Carabinieri, per il BAC alla conclusione della valutazioe ordinaria 2016. All'entrata in vigore del decreto l'ufficio personale marescialli provvederà all'approntamento del decreto d'inquadramento di luogotenenti e Marescialli Maggiori, il grado che sostituirà il Maresciallo Aiutante. Appena concluse le aliquote ordinarie di avanzamento del 2016 la Co.V.A. procederà alle valutazioni aliquote straordinarie. Al termine di ogni procedura gli uffici personale e la CoVA provevderanno al controllo elenchi dei promossi e trasmisisone al Ministero Difesa. Al termine di ogni procedura il BAC provvederà all'emissione dei decreti di promozione Appuntati e Carabinieri, mentre l'ufficio personale appronterà il decreto per marescialli e brigadieri. Ad ogni emissione dei singoli decreti l'ufficio personale e il CNA Centro Nazionale Amministrativo di Chieti provvederanno all'aggiornamento del Perseo e del relativo Trattamento economico. Inquadramenti iniziali che vedranno 5.995 iscrizioni nel grado di luogotenente, di cui 5.362 direttamente e 633 per aliquota 2016. 10.259 iscrizioni nel grado di Maresciallo Maggiore di cui 4.557 direttamente e 5.702 con aliquota 2016. 1.990 appuntati con 4 anni nel grado ad appuntato scelto, 947 vice brigadieri con 5 e sei anni nel grado a Brigadiere, 2.926 brigadieri con tre, quattro, cinque e sei anni nel grado a brigadiere capo. Nuovi nquadramenti a scelta per 2.333 Marescialli Maggiori, attuali Masups, nel grado di luogotenente. Nuovi inquadramenti senza ulteriori valutazioni saranno per 25.335 appuntati scelti a Qualifica Speciale. QS, qualifica speciale, cosi' per 2.131 brigadieri capo, 5.702 Marescialli Capo a Maresciallo Maggiore e 6.094 Luogotenenti. Saranno esclusi dalla qualifica speciale coloro che avranno i motivi ostativi dettati dalle norma vigenti per sospensione dal servizio, aspettativa, sottoposiaione a procedimento penale o disciplinare di Stato. La promozione dei Marescialli Capo "bloccati" avverrà sulla scorta della valutazione già effettuata per l'aliquota 2016. Sino al 2022 i concorsi per maresciallo saranno per il 70% dei posti disponibili al personale civile, mentre per il 20% sarà con concorso interno per titoli riservato ai sovrintendenti, mentre per il 10% dei posti, sempre con concorso interno a titoli ed esami per appuntati e carabinieri. Poi in questa fase transitoria ci saranno comunque delle deroghe che arriveranno all'assunzione dei posti disponibili anche fino al 50%.

Per i civili resta il corso triennale, biennio piu' specializzazione. I corsi interni avranno durata fino ad un massimo di sei mesi per appuntati e carabinieri composta da una prima ed una seconda fase di corso. Per i brigadieri sarà prevista solo la seconda fase di corso che avrà contenuti incentrati sul ruolo di Comandante di Stazione. In deroga fino al 2022 la durata dei corsi potrà essere ridotta sino alla metà. I corsi interni per vice brigadiere saranno fino ad un massimo del 60% dei posti disponibili riservato ad appuntati scelti che avranno durata fino al massimo di un mese e saranno strutturati anche con modalità telematica. continua Page 23

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 23 di 52


RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

Nella fase transitoria la durata corsi è riducibile sino alla metà. Per gli appuntati, carabinieri scelti e carabinieri ci sarà concorso interno per titoli ed esami che coprirà i posti disponibili per un minimo del 40%. Durata corso minimo tre mesi e sarà riducibile sino alla metà fino al 2022. Qui bisognerà fare la valutazione di consentirne la partecipazione o meno anche agli appuntati scelti, comunque ad oggi non inserito ma se ne valuterà la possibilità nel confronto con lo Stato Maggiore in questi mesi di sviluppo delle fasi interne del riordino. Ogni anno per ufficiali restano i corsi di tre anni con i 55 posti a concorso pubblico, applicazione piu' perfezionamento. Ingresso per il ruolo normale per 12 unità riservato a luogotenenti concorso a titoli ed esami con corso applicativo di minimo sei mesi. Ruolo normale con 33 posti riservati per marescialli, brigadieri, appuntati e carabinieri concorso a titoli ed esami e corso applicativo di minimo due anni. Ruolo straordinario riservato a luogotenenti con concorso a titoli e per 160 posti per un corso informativo per un massimo di tre mesi. Il bando è imminente e per questo corso è già previsto per i primi 160 partenza già entro dicembre. 13 unità per ruolo tecnico di cui il 20% per concorso interno a titoli ed esami con corso formativo di due anni e stessa procedura per 11 posizioni da ufficiale carabiniere ruolo forestale. Per il ruolo speciale ad esaurimento ci saranno 817 rideterminazioni di grado e di anzianità di cui 72 tenenti colonnello, 446 maggiori, 299 capitani. Entro il 30 ottobre si prevederà una prima procedura di transito al ruolo normale con bando che uscirà nel mese di luglio riservato a ufficiali da tenente colonnello a sottotenente con laurea magistrale. Le decorrenze dei vari interventi saranno cosi' ripartite. Dal 1 gennaio 2017 avranno decorrenza tutte le nuove progressioni di carriera e le anticipazioni dei gradi nei vari ruoli appuntati, carabinieri, brigadieri e marescialli. Fino al 30 settembre prenderemo mensilmente il contributo straordinario degli 80 euro. Dal primo ottobre prenderemo un assegno in unica soluzione dei restanti mesi per la somma degli 80 euro restanti sino a fine anno. dal primo ottobre già sugli statini paga i nuovi parametri stipendiali e le nuove qualifiche per gradi apicali. Sullo statino di ottobre le nuove corrispondenze economiche effetto del riordino dei ruoli. Entro il 31 dicembre sarà corrisposto ai gradi apicali l'assegno una tantum del riordino variabile in realzione ai vari ruoli dagli 800 ai 1.500 euro. Dal 1 gennaio 2018 defiscalizzazione dei redditi non superiori asi 28 mila euro e dirigenzializzazione degli ufficiali e nuovo trattamento economico da Maggiore. Oltre al decreto pubblicato sul portale con spiegazione tecnica, troveremo a breve anche un simulatore per il riordino dei ruoli. Questo avrà lo scopo di fornire a ciascun carabiniere uno strumento per verificare i singoli vantaggi economici. Ora il grande lavoro è su tutto cio' che rigiuarda la ridefinizione della struttura del personale. Il tour de force investirà non solo Il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri ma i vari uffici di vertice delle varie organizzazioni territoriali, speciali e mobili, nonchè il nostro Centro Nazionale Amministrativo. Questo mese il premio produzione, poi gli effetti economici del riordino, poi i nuovi gradi e per molti nuovi stipendi e per altri potenziali crecite nei gradi con concorsi straordinari. A breve la realizzazione dei bandi dei concorsi interni straordinari. Un momento particolare questo che affronteremo sino a fine anno. Ma questa volta è un momento particolarmente positivo e che puo' porci in un approccio all'immediato domani sicuramente piu' positivo in relazione a cio' che stiamo toccando con mano. Certo ci sono alcuni aspetti di criticità su cui si dovrà provare a fare ulteriori interventi nella fattibilità degli aspetti regolamentati nel decreto. Man mano i carabinieri, quelli che hanno scelto di capire e comprendere per bene questi effetti e questo intervento storico di riordino vero e non di promesse e parole, si stanno rendendo conto e attendono con maggiore serenità e motivazione di toccare con mano gli effetti di questo riordino. (...) FONTE: pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo pubblicata 11 giugno 2017

Page 24

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 24 di 52


ATTUALITA' - NEWS

Adozioni, un sistema a pezzi tra accuse di “bimbi rubati” e polemiche. E le richieste crollano da oltre 4mila all’anno a 1.500

01 giugno 2017

L’Italia dal grande cuore si è ristretta e quasi non adotta più. Complice la crisi e una serie di conflitti e veleni in capo agli enti e all’autorità istituzionalmente preposta, le pratiche di adozione sono crollate dalle 4mila di cinque anni fa a circa 1.500 l’anno. Colpa delle difficoltà economiche certo, ma non solo. Un impatto forte lo hanno avuto anche le polemiche che negli ultimi tre anni hanno investito l’intero sistema, fatto di 62 enti autorizzati e di una Commissione per le adozioni internazionali (Cai), autorità competente in materia, che in oltre mille giorni non si è mai riunita. In mezzo, una guerra interna e mediatica tra la vicepresidente Silvia Della Monica – ex magistrato antimafia – e uno dei maggiori e più antichi enti italiani, Ai.Bi., Amici dei bambini, accusata di aver denunciato in ritardo episodi di violenze sui bambini in orfanotrofi con i quali collaborava e di aver collaborato, in Congo, con strutture che “strappavano” i figli ai genitori naturali, come denunciato da un’inchiesta dell’Espresso. “Italiani ladri di bambini” era il titolo. Ma, contrariamente a quanto annunciato dallo stesso magistrato Della Monica, le accuse riportate non hanno portato a contestazioni in sede giudiziaria né alla sospensione o revoca dell’ente. Resta l’ombra su tutto il comparto adozioni e chi lo eredita oggi deve raccogliere i cocci, farsi largo tra nuove e immancabili polemiche, ricucire il rapporto tra tutti gli attori in campo. A partire dalle famiglie e dai bimbi.

Gentiloni: denunciano violazioni e conflitti di interesse, chiedono la riconferma di Della Monica e il congelamento del magistrato che a naturale scadenza ne ha preso il posto. Non solo. Dieci di questi enti, i più grandi, hanno firmato un esposto depositato alla procura di Roma. Al centro c’è la nomina di un avvocato, Francesco Bianchini, dentro la nuova Cai. Nomina fatta da Maria Elena Boschi, delegata del governo in materia. Secondo i firmatari sarebbe in conflitto di interessi: Bianchini è presidente dell’Associazione nazionale famiglie numerose, che fa parte del Forum Nazionale delle Associazioni familiari, dentro il quale è presente anche Ai.Bi. Questo, secondo l’esposto, comporterebbe un trattamento di favore per l’Associazione Amici dei Bambini. Nomina illegittima, dunque, perché è sancita dalla legge che istituisce la Cai, la 184 del 1983, ma il 13 maggio 2015 l’allora sottosegretario Graziano Delrio firmava un decreto in cui si dice che i soggetti nominati dalle famiglie non possono essere nominati “se alle associazioni familiari a carattere nazionale che li esprimono partecipano o aderiscono enti autorizzati dalla Commissione”. Visto che Ai.Bi. è sia ente autorizzato che associazione parte del Forum delle Famiglie, è in conflitto d’interessi?

Conflitto sì, conflitto no “È una cretinata: il decreto Delrio non ha modificato il decreto precedente (dpr 108, ndr) che parla esplicitamente di come il Forum delle Famiglie, che raccoglie 540 Cambio al vertice, un esposto come enti, debba esprimere un rappresentante nel Cai”, replica Marco Griffini, presidente benvenuto Il primo di giugno si insedia ufficialmente di Ai.Bi. In effetti, il dpr specifica solo che alla vicepresidenza della Cai l’ex il nominato in questione non può avere presidente del Tribunale dei minori di ruoli all’interno di un ente autorizzato Firenze, Laura Laera, nominata venerdì 19 all’adozione internazionale. E Bianchini, maggio. E’ sulle sue spalle che ricade il direttamente, non ricopre cariche in Ai.Bi. peso di un settore in affanno, ma al posto Secondo il presidente di Ai.Bi. Il problema di una lettera di benvenuto se ne trovano vero alla Cai è un altro: “Sono stati tre anni ben quattro che una ventina di enti hanno continua scritto al presidente del Consiglio Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 25 di 52


ATTUALITA' - NEWS folli in cui si è lasciata questa donna a governare da sola. Come mai si è lasciata per tre anni da sola senza che la commissione si riunisse e senza che ci fosse un presidente e un direttore generale? Questa situazione ha provocato quest’odio di enti contro enti e famiglie contro famiglie”, sostiene. Sulla sua situazione giudiziaria precisa: “Non mi risulta che ci siano indagini su di me”. Perciò le accuse sui giornali non avrebbero ancora prodotto effetti sul piano giudiziario. Una conferma, secondo il presidente dell’associazione milanese, che Della Monica aveva ingaggiato una guerra personale contro Ai.Bi. perché “voleva creare un giro di enti autorizzati che le fossero fedelissimi”.

Piero Ardizzi rappresenta il coordinamento Oltre l’Adozione, un gruppo che conta 25 enti autorizzati, nessuno dei quali compare tra i firmatari né dell’esposto, né delle quattro lettere a Gentiloni. Di questo coordinamento ha fatto parte anche Ai.Bi. dalla fondazione (nel 2004) fino al 2011, quando si è “autosospesa” da Oltre l’adozione. “Cai non è un organo monocratico: molti enti chiedevano a gran voce che si convocasse la Commissione, ma non è mai accaduto. È stato tutto fermo e noi vogliamo solo che si riparta”. Ricorda che già da tempo diversi enti stavano cercando di affrontare problemi concreti, come i costi delle adozioni, pagando all’università Bocconi nel 2011 uno studio da consegnare al Tavolo costi della Cai. Risultato? Da allora di quell’analisi non è stato fatto nulla. Le sue speranze si rivolgono allora alla nuova vicepresidente. Altri enti la vedono all’opposto. Per Marina Virgillito di Asa Onlus il mancato rinnovo a Silvia Della Monica è un rallentamento: “Aveva cominciato a scoperchiare una situazione che denunciavamo da anni”, spiega.“La dottoressa Della Monica come poteva riunire il Cai? C’era prima da mettere le mani nei conflitti di interesse. C’è chi ha trasformato le adozioni internazionali in qualcosa che non è la realizzazione del superiore interesse dei minori”, aggiunge

una parte di questo presunto business, ossia i finanziamenti per i “progetti di sussidiarietà” nei Paesi di provenienza dei bambini adottati. Sono simili a progetti di cooperazione allo scopo di ridurre il numero di figli abbandonati. I venti firmatari della lettera sostengono che “uno degli enti presenti indirettamente nella Commissione ha avuto accesso a fondi pubblici per progetti di sussidiarietà approvati e finanziati dalla stessa più di tutti gli altri enti autorizzati italiani”. Il riferimento è ad Ai.Bi. Spulciando nelle delibere dal 2005 fino al 2010, ultimo anno in cui sono stati finanziati questi progetti, emerge che l’associazione, spesso insieme a Ciai (che come Ai.Bi. È uno degli enti più grossi tra i 62), si è aggiudicata spesso la cifra più consistente: nel 2005 130mila euro, nel 2007/8 87mila euro a cui ne ha aggiunti 83mila insieme a Ciai e nel 2010, sempre insieme a Ciai, altri 205mila euro. Per gli altri, le cifre sono solitamente più basse, dai 10 fino ai 50mila euro, fatta salva qualche eccezione. Anche questa avrebbe dovuto essere materia per il Tavolo costi, ma è tutto fermo.

Accuse anche per l’unico ente pubblico Un’ultima lettera spedita a Gentiloni il 16 maggio riguarda invece Arai, l’unico ente pubblico che fa parte dei 62 autorizzati. E di nuovo solleva un presunto conflitto di interessi: due membri del Cai, infatti, sono nominati dalla Conferenza Stato Regioni. E i due attuali sono di Regione Piemonte e Regione Lazio, proprio due delle cinque regioni dove è attiva Arai. Per i firmatari, questo comporterebbe per Arai un vantaggio illegittimo, visto che l’ente è equiparato agli altri privati. È l’ultimo fronte del conflitto interno agli enti accreditati alla Cai. Replica la presidente di Arai Anna Maria Colella: “Mi preoccupa molto sapere che alcuni enti privati considerano l’unico ente pubblico Arai un concorrente”. La legge così com’è stata recepita in Italia, spiega, prevede la possibilità che le Regioni costituiscano le loro agenzie per le adozioni internazionali. Ma non c’è equiparazione con il privato: l’autorizzazione nel loro caso non dipende dal Cai ma dalla Conferenza Stato Regioni. Fondi: chi è più grande mangia di più, agli Che però non ha ancora stabilito quali altri le briciole siano le regole, “per cui l’unico ente Una delle quattro lettere recapitate a maggio al primo ministro Gentiloni affronta continua Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 26 di 52


ATTUALITA' - NEWS regionale si è dovuto adeguare alle modalità operative previste per gli enti autorizzati privati”. Nessun conflitto di interessi, dunque, per Colella, semmai un adeguamento forzato per colpa di ritardi cronici. Secondo Colella, il trattamento riservato al pubblico, a confronto con il resto dell’Europa, è pessimo. In alcuni Paesi, vedi la Spagna, ci sono agenzie

regionali che fanno tutto senza passare da autorizzazioni nazionali. Mentre da noi perdura una stagione dei veleni, da cui si esce, dice, “con un clima di fiducia ed evitando denigrazioni inutili che fanno male a tutti, ai bambini adottati in primo luogo e alle famiglie”. http://www.ilfattoquotidiano.it

Scuol a , 9 i s t i t ut i s u 1 0 non s ono a nt i s i s m i ci . 02 giugno 2017

Le scuole del nostro Paese non stanno bene: e non si tratta di un modo di dire, ma della preoccupante situazione in cui versa l'edilizia scolastica. Per la prima volta infatti, grazie ai dati forniti dal ministero dell’Istruzione, è possibile avere una panoramica generale dello stato degli edifici che ospitano gli istituti in giro per la penisola. E le notizie sono tutt'altro che buone.

Oltre 2.700 scuole italiane si trovano in zone a elevato rischio di terremoti, ma non sono state progettate o adeguate alle più recenti norme antisismiche. Difficile prevedere quali saranno le conseguenze in caso di un terremoto di una certa intensità, ma certo i precedenti non invitano all’ottimismo. Si tratta di un gruppo a maggior rischio, perché si trova in aree molto sismiche, ma che dal punto di vista edilizio non può essere considerato un’eccezione. Gli stessi dati del MIUR, aggiornati all’anno scolastico 2015/2016, mostrano che poco meno di nove scuole su dieci non garantiscono i migliori standard di sicurezza a studenti e docenti. A trovarsi in questa condizione 44.486 scuole pubbliche, su un totale di 50.804 censite. All’interno delle statistiche mancano invece le strutture delle province autonome di Trento e Bolzano. Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Le norme antisismiche cui fanno riferimento i dati sono tutt’altro che recenti: difficile pensare che non ci sia stato il tempo di adeguarsi. Parliamo di un decreto che risale ormai a quasi dieci anni fa, approvato nel gennaio 2008. Ma la volontà politica e le risorse stanziate sono tutto un altro discorso. Al di là della retorica neppure il terremoto del Molise del 2002, in cui persero la vita una maestra e 27 bambini proprio nel crollo di una scuola elementare, pare essere stato sufficiente per far diventare una priorità la sicurezza degli edifici scolastici. Ma ora è quanto meno possibile costruire una mappa nazionale per comprendere la dimensione del problema, e accertarci se la nostra scuola o quella che frequentano i nostri figli, risulta in sicurezza o meno. Se la politica non sembra interessarsi al problema, forse qualche risultato può essere raggiunto tramite la pressione dell’opinione pubblica.

Una delle difficoltà maggiori è che molte strutture sono vecchie, e per questo più vulnerabili. Oltre 8mila scuole si trovano in edifici costruiti almeno 50 anni fa, e 331 di queste risultano proprie nelle aree del paese in cui si prevede che ci saranno i sismi più devastanti. Come se non bastasse, alcune sono anche soggette a

Anno XI - n.ro 116

continua Page

Pagina 27 di 52


ATTUALITA' - NEWS vincolo idrogeologico, il che significa che esse sono esposte contemporaneamente a tutti i rischi possibili .

Alcuni istituti risultano in questa situazione estrema: quasi tutte scuole elementari, insieme a una materna e a un istituto professionale. Anche se si tratta di scuole differenti, alcune di queste sono ospitate nella stessa struttura. Per comprendere il livello di rischio in cui si trovano queste strutture non serve particolare immaginazione: basta ricordare che fra esse si trovava la scuola crollata la scorsa estate ad Amatrice, in seguito al sisma del centro Italia.

Una delle difficoltà maggiori è che molte strutture sono vecchie, e per questo più vulnerabili. Oltre 8mila scuole si trovano in edifici costruiti almeno 50 anni fa, e 331 di queste risultano proprie nelle aree del paese in cui si prevede che ci saranno i sismi più devastanti. Come se non bastasse, alcune sono anche soggette a vincolo idrogeologico, il che significa che esse sono esposte contemporaneamente a tutti i rischi possibili.

Alcuni istituti risultano in questa situazione estrema: quasi tutte scuole elementari, insieme a una materna e a un istituto professionale. Anche se si tratta di scuole differenti, alcune di queste sono ospitate nella stessa struttura.

ovvero «i comuni per le scuole del primo ciclo e le province per le scuole del secondo ciclo». In alcune occasioni le informazioni sono mancanti, e questo significa che «l’ente locale competente, al momento dell’inserimento dei dati, non ha indicato nulla», dunque è a esso che vanno imputate eventuali mancanze o errori. «Il dato non mi sorprende - commenta Enrico Spacone, professore di ingegneria strutturale all’università di Chieti-Pescara Una parte rilevante degli edifici scolastici è caratterizzata da strutture vecchie e progettate secondo classificazioni sismiche del territorio ormai datate».

D’altra parte l’età dell’edificio è «sicuramente rilevante» perché, spiega ancora Spacone: «La normativa del 2008 è molto diversa da quella che si applicava 50 anni fa. L’ingegneria sismica è una scienza piuttosto recente, e allora si sapeva molto meno di quanto si sa oggi.

Le leggi attuali sono molto più avanzate, con criteri di progettazione diversi e una maggiore cura dei particolari costruttivi. Inoltre una struttura con più di 50 anni va controllata, per verificare qual è lo stato di conservazione dei materiali e se vi sono segni di deterioramento». (...) www.espresso.repubblica.it

Per comprendere il livello di rischio in cui si trovano queste strutture non serve particolare immaginazione: basta ricordare che fra esse si trovava la scuola crollata la scorsa estate ad Amatrice, in seguito al sisma del centro Italia.

Il MIUR, interrogato sulla qualità di queste statistiche, ricorda che: «I dati presenti in anagrafe sono inseriti dagli enti locali ai quali compete la gestione degli edifici»,

Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 28 di 52


ATTUALITA' - NEWS

Quel tema di un ragazzo di 12 anni che ha messo a tacere i bulli: "Sono diverso, non sbagliato" 04 giugno 2017

L'elaborato di un ragazzo, che si racconta attraverso il suo alter ego Ivan, e mescola realtà e finzione: "Alcune persone all'apparenza stanno bene ma muoiono dentro. Tutti mi indicano come un fenomeno da baraccone".

Pubblichiamo in questa pagina il tema di Ivan (nome di fantasia) svolto in risposta alla traccia "Inventa un racconto in cui sono presenti i seguenti personaggi: una vittima, un gruppo di ragazzi prepotenti, degli spettatori, un adulto. Soffermati sui dialoghi e sugli stati d'animo dei diversi personaggi. Alla base del racconto può essere un fatto realmente accaduto o un episodio verosimile. Scegli un finale che preveda uno scioglimento positivo o una soluzione negativa". Quando la sua insegnante riconsegna i lavori (dando 10 al contenuto di Ivan, 8/9 alla forma), chiede al ragazzo se vuole leggere pubblicamente il suo, e lui lo fa. I risultati sono tangibili: alcuni ragazzini coinvolti negli episodi raccontati nel tema chiedono scusa. Anche se non tutti.

ALCUNE persone all'apparenza stanno bene, ma muoiono dentro. Io sono Ivan e ho dodici anni. Vivo in una cittadina del Centro Italia, in una famiglia modesta, ma senza amici. Fin da quando ero all'asilo non ho mai amato i giochi da maschio: calcio, carte, giochi elettronici... A me non sono mai interessati. Preferivo stare con le femmine, più interessanti, a mio parere. Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Ero diverso, non sbagliato. Venivo preso in giro, deriso davanti a tutti, perfino i miei amici partecipavano, per poi chiedere pateticamente scusa. "Mamma, ma perché mi trattano così? Cos'ho che non va?!?!". "Tranquillo, amore: sono solo invidiosi!". Io non credo proprio. Poi arrivo alle elementari, un'occasione di riscatto, lasciando il passato alle spalle. La prima cosa che i compagni notano di me è la mia voce, acuta, squillante, diversa da quella degli altri maschi. Conoscevo qualcuno, ma erano proprio quelli che mi guardavano con più disprezzo. Ero solo, di nuovo.

Successivamente lego con due bambine, diventano le mie migliori amiche. Nonostante il nostro profondo legame cerco di stare lontano da tutte e due, temevo che se mi avessero conosciuto meglio se ne sarebbero andate. Le offese si ripetono, non erano pesanti, ma era il modo in cui le dicevano che mi feriva. Passano quattro anni e arrivo in quinta. Le prese in giro gradualmente finiscono e riesco finalmente ad entrare nel "mondo dei maschi". Francesco, Flavio, Domenico, Roberto: eravamo inseparabili. Con l'arrivo in questo nuovo "mondo" o semplicemente un "diverso punto di vista" (come diceva papà) alcune cose cambiano in me. Inizio a seguire la moda, carte e gameboy sparsi per tutta la camera. Ero felice, finalmente.

Nella classe però c'erano alcuni ragazzi più emarginati, capivo come si sentivano e cercavo di stare vicino anche a loro: Alfredo, Saverio, Livio e Mario. Purtroppo questo bellissimo anno finisce.

Iniziano le medie. C'erano tutti: Livio, Domenico ecc... Entro a testa alta, fiero dell'anno precedente. Ma magari avrei dovuto abbassarla. Ginnastica, il mio punto debole. Non essendo interessato agli sport

Anno XI - n.ro 116

continua Page

Pagina 29 di 52


ATTUALITA' - NEWS non ne avevo mai praticato uno. "Tutti alla sbarra! Flessioni!" urla il prof di ginnastica. Fiero di me mi getto sulla sbarra, faccio più flessioni che posso. Ma poi mi fermo. Tutti mi guardano. Uno dei compagni rompe il silenzio: "Ma cosa sei? Una femminuccia?!? ". "Già: scommetto che non sai nemmeno saltare!". Tutti ridono, mi indicano come se fossi un fenomeno da baraccone. Ero a pezzi. "Omosessuale" "Trans" , ormai era così che mi chiamavano. Inizio con l'autolesionismo, una droga potentissima di cui non puoi più fare a meno. Mi chiedo come sarebbe bere quel bicchiere di candeggina sopra la lavatrice. Un giorno vado al mare con Domenico e Francesco. Vedo in lontananza Alfredo,

Saverio e Livio con cui avevo chiuso i rapporti. Si avvicinano e mi spingono a terra, sento un calcio, poi un altro ancora, iniziano a picchiarmi. Vedo Francesco e Domenico dietro di me, pietrificati, non reagiscono semplicemente perché non vogliono vedere. Mi lasciano a terra senza nemmeno la forza di piangere. Torno a casa e mi chiudo in camera. Accendo il telefono "Cento nuovi messaggi dal gruppo antIvan". Il gruppo l'aveva creato Alfredo, c'era tutta la scuola. Leggo solo insulti, nessuno mi difende. "Ivan" chissà se ricorderanno questo nome, una volta che non ci sarò più. Apro la finestra e mi lascio andare. È finita, finalmente in pace. Sono diverso, non sbagliato. www.repubblica.it

Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi ed Egitto chiudono le frontiere col Qatar: "Fomenta il terrorismo"

05 giugno 2017 La tempesta diplomatica che da stamattina soffia sul Golfo Persico ha per origine vecchie frizioni sul commercio del petrolio, il recente viaggio di Trump nella regione e soprattutto l'eterno scontro geopolitico tra le due grandi potenze della regione, Arabia Saudita e Iran. Fatto sta che stamattina Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi, Egitto e Yemen hanno rotto i rapporti diplomatici con il Qatar, chiudendo tutte le frontiere aeree e terrestri verso la nazione accusata di fomentare il terrorismo nei paesi confinanti e nello Yemen. I diplomatici del Qatar hanno tempo 48 ore per lasciare le nazioni ospitanti. È l'escalation di una crisi da tempo annunciata tra alcuni paesi arabi e il Qatar che ora si accentua sta sfiorando il rischio di uno scontro militare. Oltre ad annunciare la rottura delle relazioni diplomatiche con Doha, l'Arabia Saudita, gli Emirati arabi uniti (Eau) e il Bahrein hanno decretato l'espulsione di Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

tutti i cittadini qatarioti, dando loro 14 giorni per partire. Lo riferisce l'emittente Al Arabiya. I governi di questi tre Paesi hanno inoltre ordinato ai loro cittadini che si trovano in Qatar di passaggio o come residenti di lasciare il Paese. Non si ha per il momento notizia di un'analoga decisione dall'Egitto.

L'accusa contro il Qatar è quella di supportare i gruppi terroristici che "vogliono destabilizzare la regione". Il riferimento è alle formazioni dei Fratelli Musulmani egiziani, dello Stato IslamicoIsis, di Al-Qaeda e di tutti quei gruppi che secondo i Paesi arabi hanno il supporto degli iraniani. "Il governo del Regno dell'Arabia Saudita - si legge nella nota dell'agenzia stampa ufficiale di Riad -, esercitando i suoi diritti sovrani garantiti dal diritto internazionale e proteggendo la sicurezza nazionale dai pericoli del terrorismo e dell'estremismo, ha deciso di interrompere le relazioni diplomatiche e consolari con lo Stato del Qatar".

Anno XI - n.ro 116

continua

Page

Pagina 30 di 52


ATTUALITA' - NEWS Dietro questo scontro, dicono gli analisti, c'è anche il recente viaggio di Donald Trump a Riad, per un visita che assieme a motivi commerciali (è stato firmato un accordo di oltre 100 miliardi di dollari per la vendita di armi) ha permesso al presidente americano di rinforzare l'alleanza con l'Arabia Saudita, alleanza che nell'era Obama era stata incrinata dall'apertura con Teheran per gli accordi nucleari. Non a caso, proprio a Riad, Trump ha accusato l'Iran di essere il più grande finanziatore del terrorismo che colpisce il pianeta. Un attacco non condiviso da un principe qatarino che l'ha pubblicamente criticato. Quanto all'Egitto, è la sua dura battaglia contro i 'Fratelli musulmani' interni, da anni foraggiati e sostenuti da Doha, che l'ha spinto a unirsi agli altri Paesi del Golfo.

Il Qatar è stato anche espluso dalla coalizione che sta intervenendo militarmente nello Yemen.Ora,è proprio in Qatar che c'è un'importante base militare americana, quella utilizzata nella campagna aerea contro lo Stato islamico. Per questo, appena appresa la notizia, il segretario di Stato statunitense Rex Tillerson, dall'Australia dove si trova in visita, ha immediatamente invitato alla calma i Paesi coinvolti in questa battaglia diplomatica: "Incoraggio le parti a sedersi assieme e a ricomporre le rispettive differenze". Il primo effetto della decisione senza precedenti dei paesi arabi di "isolare" il Qatar è quello che colpisce principalmente la compagnia aerea di stato, una delle più grandi del mondo, e mette a rischio anche i campionati mondiali di calcio che l'emirato dovrà organizzare nel 2022. Anche la compagnia Etihad, da Abu Dahbi, dal canto suo, ha annunciato che tutti i voli da e per il Qatar saranno sospesi dalle 2,45 di martedì. Il Qatar ha un'economia fondata sul petrolio, come gli emirati vicini e come essi segue l'orientamento wahabita della fede islamica.

segretario di Stato americano, ha rivolto un appello ai paesi arabi, invitandoli a superare le divergenze e a ritrovare l'unità, soprattutto nel Consiglio di cooperazione del Golfo, alle prese con la crisi peggiore da quando, nel 1981, il Consiglio è nato. Forse però non è un caso che il conflitto diplomatico sia esploso pochi giorni dopo la visita di Donald Trump nella regione.

Nelle ultime due settimane, alcuni articoli attribuiti all'emiro del Qatar, Tamin bin Hamad al Thani, che aveva criticato la retorica anti-iraniana dei suoi vicini del Golfo e contro il presidente americano, hanno sollevato grande clamore in Arabia Saudita.

Il Qatar ha smentito quelle dichiarazioni, liquidandole come 'fake news', ma gli Emirati avevano avvertito che "una grave crisi" stava per scatenarsi all'interno del Consiglio di cooperazione del Golfo. Per il ministero degli Esteri di Doha, come rivela Al Jazeera, sono "misure ingiustificate che si basano su rivendicazioni e accuse prive di fondamento".

Nel suo comunicato il ministero sostiene anche che voler mettere "sotto tutela lo Stato del Qatar è l'obiettivo evidente della decisione saudita, del Bahrein e degli Emirati Arabi Uniti, presa in coordinamento con l'Egitto". Doha esprime poi il "rammarico" nel "constatare che in una fase regionale così pericolosa, i tre Paesi del Golfo vedano il Qatar come la minaccia più importante". Intanto, altra conseguenza della manovra di stamattina, la squadra di calcio saudita Al Ahli FC è pronta a cambiare sponsor: dopo l'annuncio di Riad della rottura delle relazioni diplomatiche con Doha, il club dà l'addio a Qatar Airways. www.repubblica.it

Le distanze dai vicini di casa hanno ragioni differenti, in gran parte politiche, e comprendono anche contese territoriali per il possesso di alcune isole del Golfo Persico rivendicate dal Bahrein. Rex Tillerson, Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 31 di 52


ATTUALITA' - NEWS

Roberti: "Riina è ancora capo di Cosa Nostra" difensore del boss, finora sempre respinta.

06 giugno 2017

"Totò Riina deve continuare a stare in carcere e soprattutto rimanere in regime di 41 bis". A dirlo è il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, che in un'intervista al Corriere della Sera spiega che ci sono le prove per dire che il vecchio boss sia ancora il capo di Cosa Nostra. Roberti è sicuro che il tribunale di sorveglianza di Bologna, in sede di rinvio da parte della Cassazione, gli darà ragione, nuovamente: "Si tratta - osserva - di un annullamento con rinvio, il Tribunale dovrà integrare la motivazione sui punti indicati dalla Cassazione e sono certo che a quel punto reggerà l'intero impianto. Questa decisione non mi preoccupa". La Cassazione dice che non è motivata a sufficienza l'attualità del pericolo, ma "siamo perfettamente in grado di dimostrare il contrario - afferma -. Abbiamo elementi per smentire questa tesi. E per ribadire che Totò Riina è il capo di Cosa nostra", "le indagini sono in corso e non ho nulla da dire, né potrei farlo. Ma vorrei ricordare che il pubblico ministero Nino Di Matteo vive blindato proprio a causa delle minacce che Totò Riina ha lanciato dal carcere. Se non è un pericolo attuale questo, mi chiedo che altro dovrebbe esserci". Secondo Roberti, le condizioni di salute di Riina non sono incompatibili con il regime carcerario del 41 bis: se davvero il carcere di Parma non fosse attrezzato a sufficienza, "nulla impedirebbe il trasferimento in un'altra struttura di massima sicurezza. Ma dico per Riina quello che avevamo già sostenuto nel caso di Bernardo Provenzano, che era in condizioni addirittura più gravi: deve rimanere in carcere al 41 bis". Il "diritto a morire dignitosamente" va assicurato ad ogni detenuto. Tanto più che fermo restando lo "spessore criminale" va verificato se Totò Riina possa ancora considerarsi pericoloso vista l'età avanzata e le gravi condizioni di salute. La Cassazione apre così al differimento della pena per il capo di Cosa Nostra, ormai ottantaseienne e con diverse gravi patologie. Sulla base di queste indicazioni, il tribunale di sorveglianza di Bologna dovrà decidere sulla richiesta del Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

La prima sezione penale della Cassazione per la prima volta ha accolto il ricorso del difensore di Totò Riina, che chiede il differimento della pena o, in subordine, la detenzione domiciliare. La richiesta (si legge nella sentenza 27.766, relativa all'udienza del 22 marzo scorso) era stata respinta lo scorso anno dal tribunale di sorveglianza di Bologna, che però, secondo la Cassazione, nel motivare il diniego aveva omesso "di considerare il complessivo stato morboso del detenuto e le sue condizioni generali di scadimento fisico". Il tribunale non aveva ritenuto che vi fosse incompatibilità tra l'infermità fisica di Riina e la detenzione in carcere, visto che le sue patologie venivano monitorate e quando necessario si era ricorso al ricovero in ospedale a Parma. Ma la Cassazione sottolinea, a tale proposito, che il giudice deve verificare e motivare "se lo stato di detenzione carceraria comporti una sofferenza ed un'afflizione di tale intensità" da andare oltre la "legittima esecuzione di una pena". Il collegio ritiene che non emerga dalla decisione del giudice in che modo si è giunti a ritenere compatibile con il senso di umanità della pena "il mantenimento il carcere, in luogo della detenzione domiciliare, di un soggetto ultraottantenne affetto da duplice neoplasia renale, con una situazione neurologica altamente compromessa", che non riesce a stare seduto ed è esposto "in ragione di una grave cardiopatia ad eventi cardiovascolari infausti e non prevedibili". La Cassazione ritiene di dover dissentire con l'ordinanza del tribunale, "dovendosi al contrario affermare l'esistenza di un diritto di morire dignitosamente" che deve essere assicurato al detenuto. Inoltre, ferma restano "l'altissima pericolosità" e l'indiscusso spessore criminale" il tribunale non ha chiarito "come tale pericolosità "possa e debba considerarsi attuale in considerazione della sopravvenuta precarietà delle condizioni di salute e del più generale stato di decadimento fisico". ANSA

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 32 di 52


ATTUALITA' - NEWS

Londra, il killer venuto dall'Italia: così i pm l'hanno lasciato sfuggire 07 giugno 2017

PRIMA di morire, Youssef Zaghba, il terzo uomo della strage del London Bridge, ragazzo dalla doppia cittadinanza, italiana e marocchina, nato a Fez il 26 gennaio del 1995, si è fatto per due volte fantasma. È scivolato attraverso le maglie della giustizia italiana. È stato quindi ignorato dall'Intelligence e dalla Polizia britannica, che pure del suo profilo a rischio erano state avvertite dall'Aisi, il nostro Servizio interno, e dalle informazioni condivise nel database europeo Sis (informazioni di polizia degli Stati Ue). La storia ha un inizio. Il pomeriggio del 15 marzo 2016. Un martedì. Londra, gli attentatori a Borough Market in un video prima di essere uccisi

"VADO A FARE IL TERRORISTA". Youssef è all'aeroporto "Guglielmo Marconi" di Bologna con in tasca un biglietto di sola andata per Istanbul. Al controllo di frontiera non passano inosservati né la sua evidente agitazione, né la modestia del bagaglio che porta in spalla. Uno zainetto. L'agente della Polaria si rigira tra le mani il suo passaporto e secondo quanto è stato possibile ricostruire da tre diverse fonti qualificate di polizia - il breve colloquio che ne segue segna definitivamente il destino di quel ragazzo. "Che ci vai a fare a Instanbul con un biglietto di sola andata?", chiede l'agente. La risposta di Youssef è tagliente. "Vado a fare il terrorista". Il poliziotto trasecola: "Che hai detto? Il terrorista?". Il ragazzo sorride. "Ma no. Il turista". Della battuta, non ride nessuno. Youssef non sale sul suo aereo per Istanbul. Viene portato nel posto di polizia e gli vengono sequestrati due telefoni cellulari, sette sim, il passaporto e la carta di identità italiane, dove risulta residente a Castello di Serravalle, 35 chilometri da Bologna, a casa della madre, che viene perquisita quel giorno stesso (qui verrà sequestrato un Ipad). La donna si chiama Valeria Collina Khadija. Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

È una signora di 68 anni. Alla Polizia racconta la storia di quel ragazzo, suo figlio, e della sua famiglia. Che è vissuta a Fez, in Marocco, fino al 2015, quando suo marito Mohammed, marocchino di 55 anni, commerciante, padre di Youssef e di sua sorella, Kauthar, non comincia ad assumere modi violenti e a frequentare chierici islamisti radicali che fanno capo alla rete missionaria itinerante dei Tablig Eddawa. Fino a quando Mohammed non ripudia lei, Valeria, perché si rifiuta di fargli contrarre un secondo matrimonio.

La signora racconta di essere quindi rientrata in Italia, a Bologna. Dove vive con la figlia Kauthar (che lavora in città come commessa) e dove Youssef va ogni tanto a trovarla, in una spola tra il Marocco, Bologna, appunto, e Londra. Dove riferisce ancora la madre - è andato a cercare fortuna. E dove, forse, Youssef cerca di tagliare il cordone ombelicale che lo lega al padre. Con cui ha convissuto in Marocco dopo la separazione dalla madre. E che con lui mostra un marcato autoritarismo religioso, al punto da imporgli, quale strada per guarire dalla depressione che mostra dopo la separazione della famiglia, ripetute sedute di "roquiya charaiya", di lettura e recitazione ad alta voce del Corano. E' insomma la storia di una vita complicata quella di Youssef. Che, quel pomeriggio in aeroporto, tuttavia, non gli risparmia una denuncia a piede libero per terrorismo internazionale. E non solo perché, agli occhi della Digos della Questura di Bologna, Istanbul è la porta alla jihad in Siria. Ma perché dalla cronologia di uno dei suoi smartphone si accede a link di propaganda dello Stato Islamico e della guerra santa. Abbastanza per sospettarlo di essere un foreign fighter. E guadagnarsi l'apertura di un procedimento penale (tutt'ora aperto) di fronte alla Procura della Repubblica di Bologna

Anno XI - n.ro 116

continua

Page

Pagina 33 di 52


ATTUALITA' - NEWS Londra, i vicini di un terrorista: ''Voleva convertire i nostri figli, denunciato alla polizia due anni fa"

IL PASTICCIO IN PROCURA A Youssef tocca un ottimo avvocato di ufficio, Silvia Moisé. Una professionista cui non fa velo il sentimento di solidarietà che sul suo profilo Facebook mostra per le vittime del terrorismo islamista nelle stragi di Parigi e Bruxelles. "Vidi quel ragazzo un paio di volte nel mio studio - ricorda ora insieme alla madre. Era taciturno. Soprattutto parlava malvolentieri con me, perché sono una donna. Detto questo, lo difesi come avrei difeso qualunque altro cliente in quella situazione. Anche perché il provvedimento di sequestro era assolutamente lacunoso". Il 24 marzo di quel 2016, di fronte al collegio del tribunale del riesame di Bologna, composto dai giudici Grazia Nart, Andrea Santucci e Manuela Melloni, la Moisé difende quel ragazzo al meglio. Ha infatti scoperto che nel fascicolo di cui è titolare il procuratore aggiunto Valter Giovannini sono assenti sia la motivazione del decreto di convalida del sequestro, sia, e soprattutto, l'indicazione di qualsivoglia circostanza di fatto in grado di sostanziare l'accusa di terrorismo internazionale. Non una prova o un indizio di le gami con gruppi islamisti. Non un'evidenza di voler effettivamente raggiungere la Siria. Il Tribunale le dà ragione. Il decreto di sequestro viene annullato. E, il 5 aprile, a Zaghba vengono restituiti Ipad, cellulari, sim, passaporto e carta di identità. Per giunta, senza che delle memorie di quei telefoni (protetti da codici e password) sia stato ancora possibile fare una "copia forense". E quindi guardarci dentro. Youssef, insomma, torna ad essere un punto interrogativo. Come la sua vita. I suoi contatti. Lui riparte per Londra. Ma la nostra Polizia e la nostra Intelligence interna non lo mollano. Londra sotto attacco, i testimoni: "Avevano coltelli lunghi e pugnalavano le persone" In quella primavera del 2016, l'Aisi, attraverso i normali canali di cooperazione, veicola ai Servizi inglesi e a quelli marocchini il nome e la storia di Youssef. Le circostanze e il reato per cui è stato denunciato. La Direzione centrale della Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Polizia di Prevenzione (Ucigos) inserisce invece quel nome nel sistema "Sis", il database dell'Unione dove confluiscono tutte le informazioni delle Polizie dello spazio Schengen. La "fiche" che lo riguarda segnala che il ragazzo è "sottoposto a vigilanza " nel nostro Paese. Che, in effetti, è costante. Ogni qual volta Zaghba scende da un aereo che da Londra lo porta a Bologna, trova ad aspettarlo agenti della Digos della questura di Bologna che gli chiedono conto di cosa faccia, dove viva e che lo prendono a verbale. Succede a settembre del 2016 e, nuovamente tra il dicembre di quell'anno e il gennaio del 2017, quando il ragazzo è dalla madre per le vacanze di Natale. Nella prima occasione - come riferiscono due diverse fonti, una inquirente, l'altra investigativa - Zoghba racconta di aver trovato casa a Londra insieme a dei "polacchi". "Vivo con loro e faccio il cuoco", aggiunge. La seconda volta, invece, spiega di aver cambiato coinquilini. E mestiere. "Abito a Barking con dei pachistani. E ora lavoro in un canale televisivo in lingua araba a Londra, dove faccio il tecnico del suono". "È tutto a posto", assicura, prima di risalire, un'ultima volta, su un aereo per Londra. Va da sé che non è a posto proprio niente. Ma è un fatto che, in quel gennaio 2017, Youssef scivoli anche tra le maglie di un controllo inglese senza che questo accenda alcuna luce. Atterrato all'aeroporto londinese di Stansted, viene fermato per un controllo dalla polizia inglese e il suo nome verificato nel sistema Sis, dove la sua storia di "vigilato" è documentata. Lo lasciano andare. E, sappiamo oggi, nessuno lo ritiene di alcun interesse. Un nome tra le migliaia segnalati in Europa come aspiranti jihadisti o foreign fighters. Fino a sabato scorso. Quando, con il senno di poi, tutto ciò che era stato ignorato o sottovalutato comincia a parlare. Compresa una traccia che, per quel poco che se ne sa, in queste ore, viene sviluppata dal lavoro di intelligence sia inglese che italiano. Un trasferimento di denaro da cittadini britannici di origine pachistana verso l'Italia. www.repubblica.it

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 34 di 52


ATTUALITA' - NEWS

La Nord Corea provoca ancora: una raffica di missili anti-nave

08 giugno 2017

Il sistema antimissile Thaad Il Thaad è stato schierato a inizio 2017 a Sud di Seul con due primi lanciatori capaci di intercettare missili sparati dal Nord. Una scelta che ha creato una crisi politica tra Cina e Sud Corea: secondo Pechino, infatti, il sistema radar del Thaad scruta anche all’interno dello spazio aereo cinese. Ieri il presidente Moon aveva bloccato il dispiegamento di altri quattro lanciatori

Thaad: una scelta di autonomia dagli alleati americani in una fase delicatissima e rischiosa, e questa è la risposta al suo gesto conciliante da parte di Kim Jong-un.

Opzioni politiche e di attacco Si tratta del quarto lancio sperimentale in quattro settimane. Una serie che ha presentato al mondo diverse opzioni di attacco a disposizione di Kim Jong-un e ha evidenziato obiettivi militari e politici. Il 14 maggio è partito uno Hwasong-12, missile a medio-lungo raggio che ha compiuto una traiettoria di 700 chilometri dopo aver raggiunto un’altitudine di 2.100 chilometri ed essere rientrato nell’atmosfera terrestre, denunciando un raggio d’azione di oltre 4.500 chilometri se lanciato con un’inclinazione inferiore a quella usata a fini sperimentali. Un chiaro segnale agli Stati Uniti, perché lo Hwasong-12 potrebbe essere usato contro tutte le basi americane nella regione, dalla Sud Corea al Giappone. Pukguksong-2 Il 21 maggio è stato il turno di un ordigno Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

da 500 chilometri identificato come un Pukguksong-2, un missile balistico terrestre di medio raggio sviluppato da una versione lanciabile da sottomarino. Dalla sua postazione di osservazione, Kim Jongun ha assistito con piena soddisfazione e secondo l’agenzia di notizie di Pyongyang «ha approvato il dispiegamento operativo» del missile Pukguksong-2, ha ordinato di tenerlo pronto «per l’azione» e disposto «una rapida produzione di massa». Il Pukguksong-2 è alimentato a combustibile solido e si muove su un lanciatore mobile: tecnologia che lo rende difficilmente individuabile nella fase di preparazione del lancio: la risposta agli scudi antimissile schierati dagli americani e provati in queste settimane. Il 29 maggio un missile a corto raggio, evoluzione del vecchio Scud, ha volato per circa 450 chilometri ed è caduto in mare all’interno della «zona economica esclusiva» del Giappone. Lo Scud modificato secondo gli analisti è stato un segnale al nuovo presidente sudcoreano Moon Jae-in, per accrescere la pressione e ottenere concessioni economiche.

89 missili in cinque anni In poco più di cinque anni di «regno» (è al potere dal dicembre 2011), Kim Jong-un ha ordinato più test missilistici del padre e del nonno insieme: 89 secondo i calcoli dell’intelligence sudcoreana e americana. Il giovane leader ha esultato anche per due test nucleari e ha come obiettivo finale dichiarato la messa a punto di un missile intercontinentale con testata atomica capace di colpire una città degli Stati Uniti. Secondo gli esperti di Washington potrebbe riuscirci «prima della fine del mandato del presidente Trump», vale a dire entro il gennaio del 2021. Ma in queste settimane è evidente l’accelerazione dei piani. Le nuove sanzioni Onu

Che cosa può fare la comunità internazionale? Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha appena votato nuove sanzioni: si tratta del sesto pacchetto dal 2006. La strategia dell’isolamento e della punizione economica finora non ha continua

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 35 di 52


ATTUALITA' - NEWS funzionato, anche se i sostenitori di questa strategia, utilizzata in passato nei confronti dell’Iran per esempio, ricordano che «le sanzioni sembrano non funzionare mai, fino a quando non funzionano...». Il presidente Trump sta cercando un’alleanza di scopo con la Cina, che è il grande protettore storico del regime nordcoreano. Trump ripete di avere grande fiducia nell’azione di Xi Jinping, che secondo tutte le analisi non apprezza affatto Kim Jong-un, tanto da non averlo mai incontrato da quando è diventato presidente nel 2012.

sovietici stavano schierando missili a Cuba e il presidente Kennedy giocando d’azzardo riuscì a fermarli. Allison propone di «pensare l’impensabile», spingersi fino ad accettare la proposta cinese «sospensione per sospensione»: vale a dire negoziare un’interruzione delle manovre militari americane nella zona in cambio di un congelamento del programma nucleare e missilistico nordcoreano. E poi discutere con Pechino su come mettere fine al regime di Kim e consegnare la penisola coreana riunificata all’influenza della Cina. Ma intanto prepariamoci a nuovi test missilistici, forse a un’altra esplosione Il precedente cubano e quello di Gheddafi nucleare sotterranea: perché con le sue Il tempo trascorre scandito da test armi di distruzione di massa Kim Jong-un missilistici ormai con cadenza settimanale. vuole soprattutto una cosa, evitare di fare Si tratta di «una crisi dei missili di Cuba al la fine di Saddam Hussein e del colonnello rallentatore», sostiene il professor Graham Gheddafi. Allison di Harvard, uno storico politico dotato di grande lucidità. Nel 1962 i www.corriere.it

Draghi si muove con cautela sugli stimoli, ma resta il caso inflazione Tagliate stime inflazione

09 giugno 2017 Un colpo al cerchio e uno alla botte. La politica monetaria della BCE non cambia passo, restando i tassi fermi e gli stimoli monetari intatti. Al contempo, dal comunicato ufficiale dell’istituto scompare il riferimento a “tassi futuri più bassi”, segnalando, come il governatore Mario Draghi ha avuto modo di spiegare ieri pomeriggio in conferenza stampa, che i rischi di deflazione non sussisterebbero più nell’Eurozona, nonostante l’inflazione “core” resti bassa. La speranza, aggiunge, è che essa risalga con la crescita e tenda al target di quasi il 2%, fissato dalla BCE e che ieri veniva ribadito quale dato oggettivo, unico a cui Francoforte guarda per le sue decisioni di politica monetaria. E’ stata questa la risposta a un giornalista, che ieri ha chiesto a Draghi se non fosse il caso di rivedere il target d’inflazione, nel caso in cui la crescita dei prezzi dovesse rimanere bassa anche con un’accelerazione generalizzata del pil in tutta l’Eurozona. Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Boutade dal sapore germanico? In realtà, no. Le azioni di una banca centrale poggiano sul presupposto di essere ritenute credibili dal mercato, ovvero da chi dovrebbe recepirle e incorporarle nei propri comportamenti economici. Se non fossero percepite tali, si rivelerebbero inefficaci. Ora, è dal 2013 (incluso), che l’inflazione non riesce a centrare il target, attestandosi al di sotto di esso. Stando alle nuove proiezioni macroeconomiche della BCE e diffuse ieri dal governatore, nemmeno al 2019 riuscirà a risalire a livelli appena inferiori al 2%, arrivando quest’anno all’1,5%, scendendo nel 2018 all’1,3% per accelerare solamente all’1,6% tra due anni. Rispetto alle previsioni di marzo, si tratta di un taglio delle attese rispettivamente di due decimi di punto per quest’anno e di tre per il prossimo. E cosa ancora più preoccupante per la credibilità della BCE è che la stabilità dei prezzi, stando alla definizione

Anno XI - n.ro 116

continua Page

Pagina 36 di 52


ATTUALITA' - NEWS prevista dal suo statuto, dovrebbe essere mancata per il settimo anno consecutivo nel 2019. Giù il target d’inflazione dopo Draghi? Mario Draghi rischia di concludere il suo mandato nell’ottobre del 2019, non essendo stato per la quasi totalità di esso in grado di adempiere all’unico obiettivo richiestogli, quello di un’inflazione di poco inferiore al 2%, appunto. Un colpo duro all’efficacia della politica stessa della BCE, che nei fatti ha adottato azioni non convenzionali pur di tenere fede al mandato, riuscendo ad oggi solo nell’impresa di evitare uno scivolamento nella deflazione dell’area. Fino a quando Draghi rimarrà in carica, di rivedere l’entità dell’inflazione-obiettivo non ne sentiremo parlare. Le cose potrebbero cambiare con un suo eventuale successore tedesco, più prono a una politica monetaria meno accomodante e anche più propenso a perseguire un tasso d’inflazione più basso. Formalmente, si potrebbe sostenere che il boom tecnologico e l’invecchiamento della popolazione siano fattori strutturali per una crescita dei

prezzi più debole del passato. Il fenomeno non riguarda, oltre tutto, anche economie come USA, Scandinavia, Svizzera e Giappone e il futuro governatore, chiunque esso sia, avrebbe buon gioco a sostenere che il mancato obiettivo non sarebbe dovuto a un fallimento della politica della BCE, bensì a un trend sfuggente al controllo delle banche centrali. Se Maometto non viene alla montagna, dovrà essere la montagna ad andare da Maometto? Non tutti la pensano in questo modo. Il Premio Nobel per l’Economia, Paul Krugman, invita i banchieri centrali a fare l’esatto contrario, ovvero ad alzare il target d’inflazione, in modo da convincere i mercati della loro volontà di sostenere i prezzi. Peraltro, se a tagliarlo fosse solo la BCE, rispetto alle altre economie l’Eurozona si troverebbe con una politica monetaria strutturalmente più restrittiva e ciò ne rafforzerebbe il cambio, ma finendo per rischiare una deflazione perenne. Eppure, di questo prima o poi si parlerà sul serio, magari in tedesco. www.investireoggi.it

Papa al Quirinale incontra Mattarella: "Terrorismo, migranti, disoccupazione le sfide" 10 giugno 2017

"L'Italia e l'insieme dell'Europa - ha rilevato il Papa nel suo discorso al Quirinale - sono chiamate a confrontarsi con problemi e rischi di varia natura, quali il terrorismo internazionale, che trova alimento nel fondamentalismo; il fenomeno migratorio, accresciuto dalle guerre e dai gravi e persistenti squilibri sociali ed economici di molte aree del mondo; e la difficoltà delle giovani generazioni di accedere a un lavoro stabile e dignitoso, ciò che contribuisce ad aumentare la sfiducia nel futuro e non favorisce la nascita di nuove famiglie e di figli". Il Papa ribadisce quanto sia "urgente la cooperazione internazionale sui migranti". Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Il pontefice ha auspicato il rafforzamento del legame tra la gente e le istituzioni perché da questo nasce la "vera democrazia". "Ci si attende - afferma il Papa in tal senso - un paziente e umile lavoro per il bene comune".

La politica deve impegnarsi soprattutto per l'emergenza lavoro e deve "agire con crescente impegno affinché prevalgano condizioni di equità, e quindi di stabilità sociale e concordia: questo è un obiettivo che deve trovare prioritaria applicazione nei confronti dei giovani", ha aggiunto Mattarella, sottolineando che "questa stagione ne sta mettendo a dura prova le prospettive di vita personale mettendo a rischio il buon futuro dell'intera società".

Anno XI - n.ro 116

continua Page

Pagina 37 di 52


ATTUALITA' - NEWS La Costituzione italiana ha promosso "una peculiare forma di laicità, non ostile e conflittuale, ma amichevole e collaborativa, seppure nella rigorosa distinzione delle competenze proprie delle istituzioni politiche da un lato e di quelle religiose dall'altro", ha detto il Papa ricordando come grazie a questo "sia eccellente lo stato dei rapporti nella collaborazione tra Chiesa e Stato in Italia, con vantaggio per i singoli e l'intera comunità nazionale".

"Sappiamo di poter trovare nella Chiesa un valido e utile sostegno nella consapevolezza, e ricordo ancora le Sue parole, che 'la reciproca autonomia non fa venire meno, ma esalta, la comune responsabilità per l'essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità'", ha detto Mattarella. Un'icona e un fermaglio i doni scambiati Un'icona raffigurante gli apostoli Pietro e Paolo e un fermaglio di piviale in argento

sono i doni che si scambieranno il presidente Sergio Mattarella e Papa Francesco nel corso della visita al Quirinale del Pontefice. Il capo dello Stato donerà un fermaglio realizzato dal "Nobil collegio degli orafi e argentieri di Roma" sul cui retro è predisposta la struttura per essere agganciato al piviale. Papa Bergoglio, da parte sua ha portato un'icona di autore anonimo datata fine XVII inizio XVIII secolo. Sulla superficie dipinta in tonalità giallo chiara sono raffigurati a figura intera i due apostoli Pietro e Paolo. Al centro, sopra di loro nell'atto di benedirli, è raffigurato il Cristo a mezzobusto nel cielo blu scuro stellato.

"Lo terrò carissimo" ha detto il presidente Mattarella ricevendo una icona in dono da Papa Francesco. I due appaiono sorridenti e conversano con cordialità mentre percorrono le sale del Quirinale. (ANSA)

Statali, arriva il tetto massimo di assenze per malattie: anche quelle gravi 10 giugno 2017

Un tetto massimo di assenze per malattia durante l'anno. È la ulteriore "stretta" all'assenteismo nel pubblico impiego prevista dall'atto di indirizzo generale predisposto dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia per il rinnovo dei contratti. Ma nel nuovo contratto del pubblico impiego «per patologie gravi saranno riconosciute le giornate post terapia, oggi escluse. Nessuna stretta, più diritti». Lo precisa la ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, in un tweet sulla direttiva per i rinnovi, intervenendo su alcune notizie riportate dalla stampa. Oggi infatti non contano ai fini del calcolo dei giorni di malattia, ovvero del cosiddetto "comporto" e delle conseguenti decurtazioni economiche, i giorni di ricovero ospedaliero, di day-hospital e svolgimento delle terapie stesse. Una regola che non si estende attualmente ai Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

giorni seguenti, anche se determinano incapacita' lavorativa. Ecco perche' si da' mandato all'Aran per includere anche i giorni di assenza collegati alle terapie salvavita, all'interno di un tetto massimo di giornate di assenza (a cui circoscrivere la disciplina di maggior favore).

E sarà l'Aran a negoziare, in sede di trattativa, il computo dei giorni di assenza collegati al l'effettuazione di terapie salvavita "anche se non coincidenti con i giorni di terapia e a condizione che si determinino effetti comportanti incapacita lavorativa". Un ampio capitolo dell'atto di indirizzo del resto è dedicato a permessi, assenze e malattia, un tema delicato che da settembre sarà affidato ai controlli dell'Inps secondo quanto previsto dal nuovo testo unIco del pubblico impiegieo. Madia prevede inoltre una disciplina specifica sui permessi orari per visite

Anno XI - n.ro 116

continua Page

Pagina 38 di 52


ATTUALITA' - NEWS mediche, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici fruibili a giorni e addirittura a ore. Ma anche permessi brevi a recupero, permessi per motivi familiari e riposi connessi alla 'banca delle ore' che viene indicata come "base di partenza per ulteriori avanzamenti nella direzione mi una maggiore conciliazione e tra tempi di vita e di lavoro".

Tuttavia anche in questi casi sono previsti nuovi paletti. L'assenza deve essere giustificata con un'attestazione rilasciata dal medico o dalla struttura, anche privata, che ha svolto la visita o la prestazione o tramessa all'amministrazione presso cui

lavora il dipendente pubblico.

La direttiva prevede anche un "monte ore" annuale per la fruizione di tali permessi con l'indicazione che 6 ore di permesso corrispondono a un'intera giornata di lavoro. Infine, si prevede un periodo di servizio minimo nell'arco della giornata almeno pari alla metà dell'orario e, salvi casi d'urgenza, adeguati periodi di preavviso. (ANSA)

Mai così tante matricole da 15 anni. Il nuovo e x p l oi t d e g l i a t e ne i i t a l i a ni 13 giugno 2017

ROMA - I ragazzi d’Italia tornano all’università. Le immatricolazioni del 2016-2017, anno accademico che volge al termine, segnalano una crescita impetuosa: 283.414 diplomati sono passati dal liceo al dipartimento. Sono 12.295 in più sulla stagione precedente, il 4,3 per cento di crescita: il miglior exploit degli ultimi quattordici anni (nel 2002 crebbero di oltre 15mila). Per l’accademia italiana il 20152016 era stato l’anno dell’inversione di tendenza: 5mila nuove matricole in più, una crescita dell’1,9 per cento dopo una discesa iniziata nel 2004 che aveva inaridito le aule. Quest’anno, a seguire, il boom. Il ministero dell’Istruzione ha fotografato i dati a gennaio scorso, ma una verifica di “Repubblica” su 26 atenei certifica che già a marzo i numeri erano in crescita ulteriore e con buona probabilità — a conti fermi — cifre assolute e percentuali saranno superiori. Su 90 atenei (statali, privati e telematici) che hanno riversato i dati al Miur, 58 hanno matricole in crescita e 32 dimagriscono. In particolare, tra le statali (il dato più importante sul piano numerico e politico), a gennaio 2017 quaranta vedono aumentare le matricole rispetto Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

all’anno precedente e ventidue sono in arretramento. Dati più avanzati, tuttavia, spostano la Statale di Milano e il Politecnico di Milano, l’Università di Genova, quelle di Urbino e Macerata in area positiva. E riducono le perdite — legate a nuovi corsi diventati a numero chiuso — del Politecnico di Torino e della Ca’ Foscari di Venezia. Innanzitutto le università del Sud. Crescono finalmente anche loro, in maniera compatta. È il dato forte. Nelle ultime due stagioni si era profilata una dinamica costante: Sud spolpato, grandi e tradizionali atenei del Nord in spolvero. Questo andamento si rifletteva sui ranking internazionali e, soprattutto, sui finanziamenti pubblici ottenuti. Quest’anno al secondo posto della classifica dei nuovi immatricolati si scopre Foggia: + 41,7 per cento. Tremila e cento diplomati iscritti, 750 in più dell’anno scorso. A Giurisprudenza le matricole sono quadruplicate e Scienze dell’investigazione ha accolto ben 568 studenti. L’Università di Foggia, quattro anni fa, prima dell’insediamento del rettore Maurizio

Anno XI - n.ro 116

continua Page

Pagina 39 di 52


ATTUALITA' - NEWS Ricci, temeva per la sua sopravvivenza. Crescono sensibilmente il Politecnico di Bari (+16,1%), Messina (+12,7%), Catanzaro (9,7%), Salerno e Palermo (8,6%).

Il casus dell’anno è rappresentato dall’Università di Perugia, che guida la classifica: 1.830 ragazzi in più. Perugia attrae giovani lontani: 352 iscritti al primo anno sono siciliani. Spiega il rettore Franco Moriconi: «Offriamo copertura totale delle borse di studio e agevolazioni sulle tasse universitarie, abbiamo riaperto corsi di laurea a numero chiuso e disseminato il centro storico di aule studio». In Sardegna cresce molto Sassari, va giù Cagliari. Ragguardevole la performance di Camerino, ateneo all’interno del cratere del terremoto: più 24 per cento. Torna a calamitare studenti un’altra università in recente e profonda crisi: Siena. Una storia a parte è rappresentata dal mastodonte La Sapienza di Roma: prende millecinquecento immatricolazioni in più e sfiora il 10 per cento di crescita in un panorama romano e laziale, pubblico e privato, in arretramento. Tra le lombarde, spicca la Bicocca.

L’Università di Parma s’ingrossa per il secondo anno di fila, ma ieri la ministra Valeria Fedeli ha accolto le dimissioni del suo rettore Loris Borghi (la vicenda dell’arresto del professor Guido Fanelli). Si è da poco dimesso anche il rettore di Roma Tre, Mario Panizza: questione di finanziamenti, ma anche le immatricolazioni non vanno bene.

Riassumendo, dopo la grande corsa alle iscrizioni universitarie a inizio Novanta (massimo storico nel 1993) e un ritorno forte con l’invenzione del “3+2”, a partire dal 2003 è iniziato un calo dell’attrazione dell’accademia diventato crollo delle iscrizioni con l’arrivo della crisi del 2008. Nelle ultime stagioni gli atenei italiani hanno rimesso sotto controllo i conti, iniziato a fare orientamento nelle scuole superiori e ora l’università è tornata a crescere. Ingegneria ed Economia restano in cima alle preferenze dei diplomati. La ministra Valeria Fedeli sulla ripresa delle immatricolazioni dice: "E' un segnale che va colto e sostenuto. Per raggiungere questo obiettivo hanno un ruolo fondamentale le politiche dell’orientamento pre-universitario su cui abbiamo investito 5 milioni di euro in più. Daremo l’avvio a una massiccia campagna informativa destinata agli studenti sui servizi a loro dedicati: gli alloggi universitari sono ancora troppo pochi. Servono, poi, la copertura al 100 per cento delle borse per gli idonei, quindi stimoli e incentivi per il merito. Quest’anno ci sarà l’estensione obbligatoria della notax area per le famiglie con un reddito al di sotto dei 13mila euro e l’incremento complessivo del fondo statale per il diritto allo studio a 217 milioni. Nel 2018 consegneremo 400 borse agli studenti meritevoli in condizioni economiche svantaggiate. È in questo settore, sicuramente, che intendiamo promuovere rapidamente gli interventi più incisivi e innovativi". www.repubblica.it

Telefonate, sms e dati in Ue come in Italia: guida ragionata all’addio ai sovraccosti del roaming 14 giugno 2017 Via il sovrapprezzo su sms, chiamate e navigazione sul web. Viaggiare in Europa o stare a casa da questo punto di vista non avrà differenze. Da giovedì 15 giugno sarà così per l’addio ai sovrapprezzi legati al roaming. Quindi, come detto, il costo dei Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

servizi quando ci si trova in Europa sarà uguale a quello che ci viene addebitato a casa. Ci sono delle eccezioni (alle quali occorrerà fare molta attenzione come spiegato più avanti) ma il principio generale è questo ed è il frutto di un cammino né breve, né semplice.

Anno XI - n.ro 116

continua Page

Pagina 40 di 52


ATTUALITA' - NEWS Basti pensare al punto di partenza: l’ok alla fine dei sovraccosti per il roaming è arrivato con l’intesa, il 1° febbraio di quest’anno, fra rappresentanti di Consiglio e Parlamento Ue sulle tariffe all’ingrosso: quelle che gli operatori praticano fra loro quando un proprio cliente viaggia in un Paese dove non sono presenti. Un percorso lungo È però dal 2007 che la Commissione Ue ha progressivamente obbligato le telco a ridurre i costi per il roaming attraverso l’abbassamento delle “eurotariffe”. Da allora, informa la Commissione Ue, è stato ridotto del 92% il costo delle telefonate e degli sms; rispetto al 2012 il costo del traffico dati è sceso del 96%; dal 2008 al 2015 il volume del traffico dati in roaming si è moltiplicato di 100 volte. Sempre lato consumatori, contrariamente a quanto deciso in un primo momento (quando era stato stabilito un massimo di 90 giorni oltre il quale al cittadino Ue in viaggio sarebbero stati applicati i sovraccosti), non sono previsti limiti di tempo, ma possibilità di verifica (e di adeguamenti) da parte delle telco per situazioni anomale degli utenti e controlli delle autorità nazionali su eventuali abusi delle compagnie. Se i consumatori superano i limiti contrattuali, le eventuali tariffe supplementari non saranno comunque maggiori dei massimali concordati a inizio febbraio. La Commissione condurrà un riesame del mercato all'ingrosso entro fine 2019 e trasmetterà ai colegislatori una valutazione intermedia entro il 15 dicembre 2018.

I Paesi coinvolti A essere coinvolti sono i 28 Paesi dell’Unione europea (compresa la Gran Bretagna) oltre a Norvegia, Liechtenstein e Islanda. La cancellazione del sovrapprezzo non riguarderà invece la Svizzera. Per quanto riguarda il Regno Unito la misura varrà almeno fino al 30 marzo 2019, quando dovrebbe diventare operativa la Brexit. Le norme che prevedono la cancellazione del sovrapprezzo per i servizi in roaming all’estero non valgono quindi quando si viaggia in altri Paesi fuori dall’Europa. Uso corretto dei servizi di roaming Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Come detto, le norme sul “roam like at home” valgono per chi viaggia occasionalmente al di fuori del Paese in cui si vive. Quindi occorre trascorrere più tempo o utilizzare più spesso il telefono cellulare nel proprio Paese che all’estero. In caso dubbio, l’operatore può contattare il cliente e chiedere spiegazioni che devono essere date nell’arco di tempi di 14 giorni. Nel caso in cui non si ritengano soddisfacenti le risposte del cliente, i sovrapprezzi applicabili (Iva esclusa) sono pari a 3,2 centesimi al minuto per le chiamate, 1 centesimo per sms e 7,7 euro per 1 Gb di traffico dati.

I prezzi. La pagina internet sul sito dell’Unione europea dà molte informazioni riguardo ai limiti che comunque esistono e di cui è bene tenere conto. I limiti per i pacchetti dati Cosa succede se il contratto prevede il pagamento di una tariffa mensile fissa e un pacchetto con un volume di dati illimitato? Il volume dei dati in roaming che l’operatore deve assicurare deve essere pari almeno al doppio del volume ottenuto dividendo il prezzo del pacchetto di servizi di telefonia mobile per il massimale previsto per i prezzi all’ingrosso (7,70 euro nel 2017, Iva esclusa) . Lo stesso sito dell’Unione Europea fa un esempio per rendere chiaro il concetto: pagando 40 euro (Iva esclusa) un pacchetto con un volume illimitato di chiamate, sms e dati, si ha diritto al roaming a tariffa nazionale con chiamate e sms illimitati e almeno 10,3 GB di dati (2 x (40/7,70 euro) = 10,3). Se lo si supera, c’è comunque un limite massimo che gli operatori possono addebitare: 7,70 euro per GB di dati nel 2017 (Iva esclusa), 6 euro per GB (Iva esclusa) nel 2018; 4,5 euro (Iva esclusa) dal 2029; 3,5 euro (iva esclusa) dal 2020; 2,5 euro (Iva esclusa) dal 2022.

I limiti «di salvaguardia» Disponendo di un traffico di dati mobili limitato o di tariffe molto convenienti (meno di 3,85 euro per Gb nel 2017), l’operatore potrebbe applicare un limite di salvaguardia al roaming. L’operatore in questo caso è tenuto a informare preventivamente il cliente del limite e ad avvisare nel caso in cui venga raggiunto. continua

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 41 di 52


ATTUALITA' - NEWS

In caso di superamento, l’operatore potrà applicare un sovrapprezzo, che corrisponderà al massimale previsto per i prezzi all'ingrosso, vale a dire 7,70 euro per GB di dati nel 2017 (Iva esclusa), 6 euro per GB (Iva esclusa) nel 2018 con gli ulteriori cali, già evidenziati, dopo il 2018.

I limiti ai dati per le carte prepagate Per chi ha una carta prepagata la tariffa del roaming sarà uguale a quella nazionale se il prezzo pagato è per unità e il prezzo unitario nazionale dei dati è inferiore a 7,70 euro per Gb. Il limite eventualmente applicabile dall’operatore «deve corrispondere almeno al volume ottenuto dividendo per 7,70 euro il credito rimanente sulla carta prepagata non appena cominci ad usare i servizi di roaming dati». Quindi, dividendo il credito per 7,70 si avrà la quantità di Gb disponibili all’estero.

Lavoratori transfrontalieri Chi lavora in un altro Paese diverso dal proprio può scegliere un operatore di telefonia mobile di uno dei due Paesi. La politica dell’uso corretto prevede però che almeno una volta al giorno ci si colleghi alla rete nazionale.

Le possibilità per gli operatori di derogare

Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

alla fine dei sovraccosti Come previsto dalle linee guida vergate dal Berec (l’organismo dei regolatori transnazionali), gli operatori possono richiedere una deroga di 12 mesi all'eliminazione dei sovraccosti di roaming quando si viaggia in Europa, ma solo motivandola con le difficoltà a far fronte alle nuove spese. Una deroga solo per chi fosse in grado di dimostrare che l’azzeramento del roaming comporta perdite superiori al 3% del fatturato annuo. Per farlo però dovranno presentare richiesta di deroga alle Autorità nazionali (in Italia Agcom). Come si legge dall’ordine del giorno dell’ultimo consiglio di Agcom (del 6 giugno), ad oggi aver preso in esame la possibilità di derogare sono state le società Fastweb e Tiscali. Contattata nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore Tiscali ha comunque detto di non voler applicare nessuna deroga. Tutto però è legato a un placet di Agcom che ancora non è arrivato. La richiesta di deroga può arrivare in qualsiasi momento. Agcom ha poi 30 giorni per decidere con ulteriore aggiunta di 60 giorni. Quindi è buona norma stare attenti alle decisioni dei propri operatori, anche se quelli indiziati a chiedere deroghe sono soprattutto i più piccoli. www.ilsole24ore.com

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 42 di 52


ATTUALITA' - NEWS

Russiagate, Wp: Trump indagato con l'ipotesi di ostruzione alla giustizia 15 giugno 2017

Compleanno amarissimo per Donald Trump, che ieri ha spento le candeline dei suoi 71 anni con la peggiore delle notizie: ora e' indagato per una possibile ostruzione della giustizia, il reato per cui Richard Nixon si dimise evitando un sicuro impeachment. Lo scoop e' del Washington Post, che cita dirigenti coperti dall'anonimato.

"Il procuratore speciale (Robert Mueller, ndr) che guida l'inchiesta sul ruolo della Russia nelle elezioni del 2016 interroghera' alti dirigenti dell'intelligence come parte di una piu' ampia indagine che ora include l'esame dell'ipotesi se Donald Trump ha tentato di ostruire la giustizia", scrive il Wp. Secondo cinque fonti informate sui fatti, il capo della National intelligence Daniel Coats, il direttore della Nsa Mike Rogers e il suo ex vice Richard Ledgett hanno concordato di essere sentiti nei prossimi giorni da Mueller. Immediata la reazione di Marc Kasowitz, l'avvocato privato che difende il presidente nel Russiagate: "la fuga di notizie dell'Fbi riguardanti il presidente e' scandalosa, ingiustificabile e illegale", ha commentato Marko Corallo, un suo portavoce. Coats, Rogers e Ledgett appariranno volontariamente ma non e' chiaro se descriveranno completamente le loro conversazioni con Trump o se il presidente usera' il suo privilegio esecutivo per mantenerle segrete. Facolta' questa messa Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

in dubbio da alcuni esperti, i quali hanno ricordato che la corte suprema durante il Watergate stabili' che i dirigenti non possono usare tale privilegio per bloccare prove in indagini criminali. L'ipotesi di ostruzione alla giustizia si e' profilata dopo che il tycoon ha licenziato a sorpresa l'allora capo dell'Fbi James Comey, che indagava sul Russiagate. Ipotesi che ha preso piu' corpo dopo la deposizione al Senato dello stesso Comey, che ha accusato Trump di avergli fatto pressioni per far cadere l'indagine sul suo ex consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Flynn. Il presidente ha contestato questa versione, definendo Comey un bugiardo, oltre che una 'gola profonda', e si e' detto pronto a testimoniare sotto giuramento. La mossa dei Mueller lascia intendere, secondo il Wp, che il procuratore vuole andare al di la' della disputa tra i due, cercando prove a carico (o a discarico) con altri testimoni. Il presidente, secondo notizie di stampa dei giorni scorsi, avrebbe telefonato a Coats e a Rogers chiedendo di negare pubblicamente l'esistenza di qualsiasi prova di collusione tra la sua campagna e i russi. Coats inoltre avrebbe riferito ad alcuni suoi collaboratori che Trump gli aveva chiesto di intervenire su Comey per lasciare la presa su Flynn. Nella loro audizione pubblica al Senato entrambi i capi dell'intelligence hanno negato di aver mai subito pressioni da Trump, ma hanno anche precisato di non voler svelare il contenuto delle conversazioni col presidente. Lo faranno con Mueller? Quanto a Ledgett, avrebbe scritto il memo interno dell'Nsa che documenta la telefonata del presidente a Rogers. Il procuratore speciale intanto ha gia' acquisito i memo di Comey sui suoi colloqui con il tycoon. (ANSA)

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 43 di 52


CESD

San Vito Lo Capo (TP) - 26 - 29 maggio 2017 Week end dello sport - il carabiniere volante vola sempre piĂš in alto con le ali Pegaso

Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 44 di 52


RUBRICHE

Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro RISARCIMENTO DANNI

(Corte di Cassazione, sez. IV Penale, sentenza n. 27990/17; depositata il 6 giugno)

La donna, con problemi di obesità, ha agito senza l’aiuto del personale sanitario. Ciò nonostante, per i giudici non vi è alcuna responsabilità attribuibile alla struttura, poiché la paziente non era affetta da disabilità o gravi patologie..

PIGNORAMENTO

In attesa in ospedale, prova a salire su un lettino e cade: niente risarcimento.

(Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 3, ordinanza n. 14037/17; depositata il 6 giugno)

Negoziazione assistita: conseguenze della violazione dell'obbligo informativo da parte degli avvocati. Quali sono le conseguenze dell'omissione dell'obbligo informativo ex art. 6, comma 3, d.l. n. 132/2014 avente ad oggetto l'importanza per il minore di trascorrere tempi adeguati con ciascuno dei genitori? . (Tribunale di Torino, sez. VII Civile - Famiglia, decreto 29 maggio 2017)

TRUFFA

Gratuito patrocinio, non dichiarabili i redditi frutto dei reati oggetto del processo.

Vittoria definitiva per una donna. Legittimo il fatto che nella sua richiesta non siano stati indicati i proventi percepiti grazie alla truffa che l'ha portata sul banco degli imputati.

EffettoTre 15 Giugno 2017

L'opposizione al pignoramento perché viziato per l'omessa o invalida notificazione della cartella di pagamento è ammissibile solo davanti al Giudice tributario.. (Corte di Cassazione, sez. Unite Civili, sentenza n. 13913/17; depositata il 5 giugno))

RAPPORTI FRA CONIUGI

Page 45

Opposizione al pignoramento per la mancata notifica della cartella: decide il Giudice tributario.

COMPENSO AVVOCATI

Anche se manca la contestazione circa l'attività svolta l'avvocato va pagato. In tema di forma scritta ad substantiam dei contratti della Pubblica Amministrazione, il requisito è soddisfatto, nel contratto di patrocinio, con il rilascio al difensore della procura ai sensi dell’art. 83 c.p.c.; al contempo l’omessa specifica contestazione di ciascuna delle attività processuali allegate come svolte dall’attore in senso sostanziale, esonera quest’ultimo da provare lo svolgimento delle stesse in applicazione del principio della non contestazione.. (Corte di Cassazione, sez. II Civile, ordinanza n. 13786/17; depositata il 31 maggio)

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 45 di 52


RUBRICHE

Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro

Cellulare alla guida: vietato l’uso del navigatore satellitare 06 giugno 2017

Vietato l’uso del cellulare con il Gps per indicare la mappa e la strada da percorrere se non viene riposto sul cruscotto ed entrambe le mani non sono libere per la guida. Quando si dice che «è vietato l’uso del cellulare alla guida» non significa soltanto che è proibito ricevere o eseguire telefonate, o che non si può inviare sms, messaggi in chat o scrivere note ed appuntamenti. Il divieto del cellulare in auto riguarda qualsiasi operazione che imponga l’impiego anche di una sola mano sul dispositivo: così, ad esempio, non si può consultare la rubrica telefonica (attività preparatoria alla telefonata), scrollare la timeline di Facebook (benché non si scriva alcunché sulla tastiera), scattarsi un selfie o – peggio – un video mentre si canta alla guida. Persino sorreggere lo smartphone, in prossimità della bocca, per conversare con il vivavoce rientra nel divieto in quanto implica l’impegno di una mano. Se è vero, quindi, che entrambe le mani devono stare sul volante, la polizia può fare la multa anche a chi usa il cellulare come navigatore satellitare se il dispositivo non è collocato sulla plancia comandi dell’auto o su un altro pianale che non implichi distrazioni o l’impiego delle mani. Lo si evince da una lettura attenta del codice della strada. La norma in commento [1] stabilisce infatti che: «È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore (…). È consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguata capacità uditiva ad entrambe le orecchie che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani». Il codice della strada è dunque chiaro nell’usare, da un lato, una definizione generica di «uso del cellulare durante la marcia», senza specificare quale tipo di utilizzo si debba ritenere vietato: qualsiasi impiego dello smartphone, dunque, va fatto rientrare nel Page 46

EffettoTre 15 Giugno 2017

divieto di legge. Dall’altro lato, lo stesso codice specifica che le sole operazioni consentite sono quelle che non richiedono l’uso delle mani; la norma fa riferimento alle telefonate (per via del richiamo al «viva voce»), poiché all’epoca gli smartphone erano appena entrati sul mercato e non si poteva prevedere il grosso cambiamento che ne sarebbe derivato, ma è consentita un’applicazione analogica anche al caso dell’impiego del cellulare come navigatore satellitare. Del resto, se è vero che i Gps sono pienamente legali, lo è anche l’uso dell’app installata sul telefonino (lo stesso Google Maps), a condizione però che il dispositivo non venga sorretto da una mano, ma sia posizionato in una parte del veicolo che non comporti distrazioni rilevanti. Al limite, potrebbe essere ritenuto anche pericoloso l’adagiare lo smartphone sul sedile del posto accanto a quello di guida, che distogliere gli occhi dalla strada per un apprezzabile lasso di tempo. In tal caso si contravviene alla norma del codice della strada [1] che impone al conducente di conservare sempre il controllo del proprio veicolo e di essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo. Non bisogna neanche dimenticare che il divieto dell’uso del cellulare alla guida comprende anche tutte quelle fasi a motore acceso, come ad esempio la sosta al semaforo o in fila al casello. Quindi chi dà una sbirciatina all’app con il Gps in tali fasi può essere ugualmente multato.

Sintetizzando, il divieto del cellulare alla guida si estende anche all’uso come navigatore satellitare a meno che lo smartphone non sia sorretto anche da una sola mano. La sanzione per chi viene trovato con una mano impegnata con il telefonino è la multa da euro 161 a euro 646 (4). Scatta poi la sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, qualora lo stesso soggetto compia un’ulteriore violazione nel corso di un biennio. note [1] Art. 173 cod. str. - [2] Art. 141 co. 2 cod. str. www.laleggepertutti.it

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 46 di 52


Il mondo della Tecnologia

RUBRICHE

BlackBerry KEYOne sbarca in Italia

08 giugno 2017

Svelato all'ultimo Mobile World Congress di Barcellona in una grande operazione rilancio, lo smartphone BalckBerry KEYOne sbarca anche in Italia. Ăˆ il primo lancio di Tcl Communication, la societĂ cinese con cui lo storico marchio canadese ha stretto un accordo di licenza di lungo termine a fine 2016. Il dispositivo fa leva da un lato sul fattore "nostalgia", reintroducendo, accanto a quella "touch" sul display, anche la tastiera fisica che ha contraddistinto i primi telefoni BlackBerry, con una funzione "intelligente" che promette di facilitare e velocizzare le operazioni online, la lettura delle mail, la scrittura di messaggi. Occhio di riguardo anche per la sicurezza con un'applicazione, Dtek, sviluppata per monitorare lo stato del

Page 47

EffettoTre 15 Giugno 2017

telefono e informare l'utente in caso di rischio di violazione della privacy. Dal punto di vista tecnico il BlackBerry KEYone ha un display da 4,5 pollici resistente a graffi e urti, ha a bordo il sistema operativo Android 7.1, tecnologia per il caricamento veloce della batteria, una fotocamera posteriore da 12 megapixel e una frontale da 8 megapixel. Ha anche un lettore d'impronta digitale integrato nella barra spaziatrice della tastiera.

fonte

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 47 di 52


RUBRICHE

I Viceré Sono dell’idea, condivisa da molti, che i romanzi classici dovrebbero essere letti tutti ed i Viceré di De Roberto raggiunge la forza espressiva del capolavoro. "I Viceré" di De Roberto entra, per caso, a far parte delle opere che ho deciso di leggere dopo aver letto il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Mi fu consigliato da uno sconosciuto signore, in una libreria di Palermo, mentre curiosavo fra gli autori siciliani, definendolo un vero capolavoro, giudizio che ho condiviso a pieno. Pubblicato per la prima volta nel 1894 questo meraviglioso romanzo storico del De Roberto, che abbraccia un periodo ben definito compreso fra gli anni 1855 e 1882, proprio nel periodo dell'unificazione italiana, non ha avuto grande fortuna: Benedetto Croce fu il suo più aspro detrattore ed il suo giudizio segnò il destino di questo libro straordinario, trattato con sufficienza e distacco. Ho facilmente reperito una edizione economica dei Viceré di Federico De Roberto, edita da Newton Compton – 2014, al modico prezzo di 3,90 Euro. Non sapevo praticamente nulla di ciò che mi attendeva e sono rimasta piacevolmente colpito dallo stile di scrittura arguto e intenso dell'autore, che nonostante i cento anni e più che ci distanzia e nonostante la molteplicità degli elementi esposti, riesce ad essere attualissimo e scorrevole. E’ innegabile che "I Viceré" sia un romanzo impegnativo, anzi lo è molto e dopo averlo letto sono convinto che per coglierne al meglio tutte le innumerevoli sfumature dei particolari e tutta la vastità della tematica trattata sarebbe da rileggere una seconda volta. "I Viceré" è un romanzo di genere storico e saga famigliare della famiglia siciliana Uzeda di Francalanza, una nobile stirpe discendente da Viceré spagnoli. Tramite le vicissitudini di questa famiglia reale, al cui interno l'autore descrive con perspicacia e fine ironia tutte le vicende dei suoi membri, il lettore viene a conoscenza di tutti i terribili difetti che affliggono la società dell'epoca narrata, ma che sono tristemente e incredibilmente attuali anche rispetto alla società odierna. Tutto è in rapido movimento, nulla rimane immutato, le usanze si evolvono, la politica cambia (il romanzo è ambientato nel pieno del risorgimento e dell'unificazione italiana, quindi lo sfondo storico è colmo di cambiamenti di tutti i tipi), ma le persone rimangono le stesse, con tutti i loro difetti di avidità, sete di potere, corruzione, odio e meschinità. Un romanzo superbo, ironico, a volte anche grottesco, profondamente severo nei giudizi ma profondamente umano nei sentimenti: il vero romanzo storico della Sicilia del secondo Ottocento dovei suoi personaggi, risultano vividi e realistici come non mai, ed è al tempo stesso la descrizione del contesto storico narrato, fornisce uno spaccato preciso e facilmente intellegibile anche per chi come me non ha mai amato e studiato la storia. Da leggere assolutamente! Antonio Savastano

Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 48 di 52


RUBRICHE

Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo

Pietro Pancamo, autore della silloge poetica «Manto di vita» (LietoColle), conduce un podcast letterario a cadenza mensile su Radio Big World (emittente italofona di Madrid) e scrive per la piattaforma culturale di Hong Kong «Beyond Thirty-Nine». Ha collaborato, come recensore, con il sito dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera». Dopo essere stato incluso nell’antologia «Poetando» (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo, si è visto pubblicare una breve raccolta di versi dal blog «Poesia» di RaiNews 24 e dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana. Di recente è apparso su «Diogen», rivista letteraria di Sarajevo fra le più importanti d’Europa.

F E S T IN A L E N T E I valori dell’ansia

finalmente si abbassano

nell’intimità del riposo sedativo:

dopo una giornata di tempo compulsivo hai fretta di lentezza

e con la testa a mollo

in pensieri consolanti

ecco offri la tua mente,

nel buio così intenso della stanza, a sogni di gran quiete

lentamente inarrestabili.

Pietro Pancamo (pipancam@tin.it)

Page 49

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Newsletter Header Pagina 49 di 52


RUBRICHE

Presi per la..... Gola!!!!

T i r a m i s ù a i f r u tti d i b os c o, v a r i a n t e p er l ’ es t a t e Il tiramisù ai frutti di bosco è la versione fresca e dietetica del classico dei classici della gastronomia italiana. Uno dei dolci al cucchiaio più conosciuti – se non il più conosciuto – della pasticceria italiana, un simbolo della tradizione nostrana così famoso da aver perso le tracce dell’inventore. La ricetta tradizionale recita: tuorlo d’uovo, mascarpone, savoiardi inzuppati nel caffè zuccherato e cacao amaro. Tuttavia, la larga diffusione di questo dolce ha portato con sé la possibilità di variarlo all’infinito. Per la nostra versione vi serviranno pochissimi ingredienti: i frutti di bosco, che hanno una nota acidula piacevole, uova fresche e mascarpone di qualità. In alternativa è possibile sostituire il ripieno con il formaggio fresco spalmabile o lo yogurt, anche se in questo caso per mantenere il giusto grado di dolcezza dovrete aumentare la dose di zucchero. Una ricetta estiva da preparare in occasione di una merenda o al termine di un pasto particolarmente sostanzioso. Ricordatevi che il segreto per l’ottima riuscita del tiramisù è quello di preparalo un giorno prima e lasciarlo raffreddare in frigorifero in modo da esaltarne i sapori. . Ingredienti per 4 persone

Frutti di bosco 400 g; Savoiardi 300 g; Mascarpone 500 g; Uova 3; Zucchero 4 cucchiai Cacao amaro Quanto basta; Acqua 50 ml

Preparazione

1 - In un pentolino fate sciogliere a fuoco basso 50 ml. di acqua con lo zucchero fino a che quest'ultimo non si scioglierà completamente. Se avete un termometro da cucina, verificate che la temperatura sia di 121°C. 2 - Separate gli albumi dai tuorli e versate sopra questi ultimi, sbattendo energicamente con delle fruste elettriche, lo sciroppo a base di zucchero che grazie al calore consentirà di pastorizzare le uova. Sbattete fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungete il mascarpone mescolando con una spatola con movimenti dall'alto verso il basso in modo che l’impasto non si smonti. 3 - A parte montate gli albumi a neve ben ferma con l’aiuto delle fruste elettriche, uniteli alla crema al mascarpone mescolando delicatamente. 4 - Frullate con un po’ di acqua una manciata di frutti di bosco in modo da ottenere un succo piuttosto denso. 5 - Ora componete il vostro tiramisù alternando gli strati di crema ai savoiardi imbevuti nel succo dei frutti di bosco. Per rendere ancora più gustoso il tiramisù aggiungete tra i savoiardi imbevuti e la crema alcuni frutti di bosco interi. 6 - Completate con un ultimo strato di crema al mascarpone, spolverate con il cacao amaro e guarnite con i frutti di bosco rimasti. Fate riposare in frigorifero per circa una notte prima di servire. Fonte

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Pagina 50 di 52


RUBRICHE

Effetto....gusto.. PETRALAVA ETNADOC BIANCO IL FIGLIO DEL VULCANO.

Le pendici dell’Etna ospitano alcuni tra i vigneti più particolari d’Europa. Su questi terreni sabbiosi di origine lavica l’escursione termica tra il giorno e la notte è intensa, e le uve vengono raccolte manualmente con tutta la delicatezza che si riserva a un frutto raro e prezioso. Il Petralava Bianco è un Etna DOC che nasce dai vitigni Carricante e Catarratto, con pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata. Il colore è giallo paglierino, il profumo è tipicamente mediterraneo, con delicati sentori di fiori di ginestra; il suo sapore fresco e armonioso si sposa deliziosamente con crudi di pesce e crostacei..

Zona di produzione: Vigneti alle pendici dell'Etna nei comuni di Castiglion e Randazzo. Allevamento a controspalliera su terreni sabbiosi di origine lavica, con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Tecnica di produzione: Raccolta manuale delle uve nella prima decade di ottobre; macerazione a freddo delle uve, pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata Colore: Giallo paglierino

Profumo: Floreale con piacevoli sentori di fiori di ginestra Sapore: asciutto, armonico, gradevolmente acidulo Vitigni: carricante e catarratto FONTE

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Pagina 51 di 52


t

“Mi sembra difficile dire se ci sia qualcosa di più immorale che parlare senza interruzioni di se stessi, o di più raro di un uomo libero di tale difetto.” Giacomo Leopardi

Giugno 2017 • Anno X I 15 giugno 2017

• Numero 116

Co.Bo.Di.

email - co.bodi@yahoo.it

Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2017

Anno XI - n.ro 116

Page

Pagina 52 di 52


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.