Effettotre – n 115 apr mag 2017

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MAGGIO 201 7 • ANNO XI • N UMERO 11 5

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S P E C IA L E U N IV E R S IT A '

Sede di PALERMO – via Danimarca n.ro 52 - 091 2523656

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Nasce la prima università per startupper: Digital Magics avvia i corsi per chi vuole aprire un'impresa innovativa la presentazione di un progetto e del suo business plan e per individuare i canali di vendita più efficaci per l’idea sviluppata. Il corso Startupper avanzato, della durata di 12 mesi, prevede invece approfondimenti su come ricercare finanziamenti e certificare la startup. Le lezioni saranno disponibili online e saranno tenute da professionisti dell’innovazione, fra cui Alberto Fioravanti e Layla Pavone, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Digital Magics, il direttore scientifico di Ateneo 11 aprile 2017 Università Telematica Pegaso Francesco Fimmanò, il direttore di Panorama Giorgio È rivolta sia a chi vuole aprire un’impresa Mulè e il rettore dell'Università delle innovativa digitale sia a chi l’ha già avviata Camere di Commercio Giovanni Cannata. e cerca finanziatori la Digital Magics Startup University, percorso formativo http://www.eventreport.it realizzato dall’incubatore e acceleratore d’impresa Digital Magics con l’università telematica delle Camere di Commercio italiane Universitas Mercatorum e l’Università Telematica Pegaso.

L’università degli startupper partirà a ottobre con 3 corsi, condotti naturalmente online ma con anche alcune docenze "in presenza":

DIVENTA STARTUPPER (corso on line di 6 mesi); LANCIA LA TUA STARTUPP corso on line di 6 mesi di cui 2 in presenza);

POTENZA LA TUA STARTUP (corso online di 12 mesi, di cui 2 in presenza. I primi due, entrambi della durata di 6 mesi, forniranno gli strumenti per redigere Page 9

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO 1 2 m a g gi o 2 0 1 7

L’Università telematica Pegaso inaugura la sede di Genova

L’inaugurazione si è svolta venerdì 12 maggio alle ore 16, presso Palazzo Lercari Parodi in via G. Garibaldi, 3. I lavori sono iniziati con i saluti istituzionali Salvatore Brocato, referente delle sede di Genova dell’Università Telematica Pegaso; Alessandro Bianchi, rettore dell’Università Telematica Pegaso; Marco Doria, sindaco di Genova.

E' seguito il dibattito su “L’università per l’impresa 4.0”, moderato dal giornalista

Bruno Dardani, al quale sono intervenuti: Danilo Iervolino, presidente dell’Università Telematica Pegaso; Calogero Di Carlo, responsabile nazionale delle sedi dell’Università Telematica Pegaso; Andrea Antonini, ricercatore IIT e CEO della Startup SmartMicroOptics; Ignazio Messina, amministratore delegato della Ignazio Messina &C. S.p.A.; Maurizio Milan, presidente nazionale della AIF; Marco Doria, Sindaco di Genova. La presenza dell’Ateneo telematico a Genova apre il fronte a nuove opportunità di sviluppo per il territorio anche grazie a forme di partenariato in programma con associazioni, istituzioni ed enti locali. . alcuni momenti dell'evento

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO 1 1 m a g gi o 2 0 1 7

L’Università telematica Pegaso inaugura la sede di Parma

Hanno aperto i lavori Alessandro Bianchi e Elio Pariota, rispettivamente rettore e direttore generale dell’Ateneo. Sono seguiti i salutii di Patrizio Bianchi, assessore all’Università della Regione Emilia Romagna; Filippo Fritelli, presidente della Provincia di Parma; Isa Guastalla, presidente del Circolo della Lettura Parmense; Massimo Zuccher, comandante provinciale dei carabinieri di Parma.Sono intervenuti: Giovanni Cannata, rettore di Universitas Mercatorum; Cristiano Casa, assessore alle Attività produttive del Comune di Parma; Marco Giorgi, direttore generale del Comune di Parma; Marco Baldassarri, docente del Collegio Europeo di Parma; Giuseppe Naccarato, ViaggiArt. A parlare del ruolo dell’Università per l’impresa 4.0 è stato il presidente di Pegaso, Danilo Iervolino. Il dibattito è stato moderato dal giornalista Andrea Grossi. A benedire la sede don Umberto Cocconi, parroco dell’Università di Parma. Con la presenza dell’Ateneo telematico nella città emiliana si apriranno nuove opportunità di sviluppo per il territorio anche grazie alle convenzioni, che saranno firmate nel corso della cerimonia di inaugurazione, con le Associazioni Combattentische e d’Arma, confluenti in ASSOARMA e ANIOC. Saranno, invece, estese ai Comandi Militari di Parma e Provincia le convenzioni già attive a favore delle forze dell’ordine. alcuni momenti dell'evento

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Cosenza, 31 marzo 2017

Si è svolto presso la sede Pegaso di Cosenza il dibattito “Sport: idee, tendenze e competenze, lo sviluppo di scienze motorie in Calabria” organizzato allo scopo di fornire a studenti, atleti, allenatori e a tutti gli appassionati di sport, conoscenze e strumenti in ambito psicologico, giuridico, medico, necessari per valorizzare il lavoro svolto, con una significativa attenzione all’esperienza calabrese. Durante l'incontro è stato presentato il libro “Aspetti psicopedagogici, sociali e giuridici nella pratica sportiva giovanile del calcio” di Giovanni Roma

alcuni momenti dell'evento

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Milano, 7 aprile 2017 alcuni momenti dell'evento

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Sessione straordinaria di lauree a.a. 2015/2016 M i l a no - C a l t a ni s s e t t a

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Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso. Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso.

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L’App mobile UNICESD si suddivide in 2 aree principali, una pubblica ed una ad

accesso riservato. L’area pubblica offre la possibilità di controllare le nuove attività promosse dal mondo Unipegaso, con collegamenti diretti ai canali social. L’area privata consente di apprendere tutte quelle nozioni che servono ai poli didattici per guidare i propri iscritti sui percorsi universitari, modalità di svolgimento degli esami e tante altre notizie interessanti. È inoltre possibile condividere le informazioni con la propria rete network, per essere sempre aggiornati sui calendari di esami e sugli aggiornamenti normativi e degli assetti universitari.

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I S CRI ZI O N I AP E RTE Il giorno 8 ottobre 2013 è stata prodotta la comunicazione di apertura delle iscrizioni ai Master biennali per l'a.a. 2014/2015 - 2015/2016 con scadenza il 30 settembre 2014 afferente l’Accademia Forense, un’eccellenza dell’offerta formativa della nostra Università. L’unica Accademia Forense on-line partecipata da 107 docenti provenienti da 40 Università! Si tratta di Master di II livello, vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale per la specializzazione e l’aggiornamento professionale nelle varie discipline giuridiche. Si compone di vari ambiti formativi di notevole interesse, sia in termini di moduli didattici, svolti da Docenti di elevata e riconosciuta professionalità (clicca il link per visionare elenco dei Docenti) http://www.accademiaforensepegaso.it/i-docenti-dell-accademia/ co on esperienza a livello internazionale, siia come strumenti e tecniche che trasmette al discente, immediatamente spendibili nel mondo delle professioni ad alto valore innovativo. I Master sono destinati a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di Laurea quadriennale, Laurea di II livello (3+2) e/o del previgente ordinamento Laurea Magistrale ed in particolare a tutti i laureati “PEGASO -CESD” che durante il “quinquennio” hanno conseguito la Laurea Magistrale (Vds. Progetto Siena ecc.). Possono, altresì, iscriversi al Master coloro i quali sono iscritti all’Albo degli Avvocati, una delle professioni in continuo aggiornamento, o coloro che sono abilitati alla professione, compresi i praticanti avvocati, abilitati all’esercizio della professione forense e/o non ancora iscritti all’Ordine degli Avvocati. Il titolo che si consegue al termine del Master è: Diploma Universitario Master Biennale di II livello, con il riconoscimento di 60 CFU. Ha la durata di due anni accademici per un numero complessivo di 1500 ore. Si può inoltre usufruire del permesso dedicato al diritto allo studio per un totale di 150 ore annuali. Ebbene, La Pegaso da oggi, ci consente di diffondere tale opportunità di formazione sull’aggiornamento professionale, ad un costo pari a € 600,00 anziché € 850,00 + 50,00 perbollo. I master di specializzazione • Diritto di famiglia, dei minori e delle persone; • Diritto commerciale; • Diritto amministrativo; • Diritto e Processo Penale; • Diritto delle responsabilità civile e delle assicurazioni; • Diritto industriale e della concorrenza; • Diritto della navigazione e dei trasporti; • Diritto del lavoro; • Diritto e Processo Tributario; • Diritto dell’Unione Europea. Si avvia un progetto di ampia divulgazione dell’Accademia Forense la cui responsabilità per la ricerca ed analisi è stata affidata al Prof. Calogero Di Carlo. Per info e dettagli: calogero.dicarlo@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it - infocesd@unipegaso.it 091/7654200 - 3318682197

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Master di I e II livello Corsi di alta formazione Esami singoli Certificazioni di lingua inglese Certificazione di lingua italiana per stranieri Certificazione Eipass - passaporto informatico europeo Corsi di aggiornamento professionale; Corsi per Operatore Socio Sanitario (O.s.s. ); Corso di riqualificazione da Osa/Ota a O.s.s.. Chiamaci o visita il nostro sito, diamo più assistenza e migliori servizi alla categoria.

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LM - 77 richiede la laurea triennale delle Classi:

- L-18 (Classe 17 EX DM 509/99); - L-33 (Classe 28 EX DM 509/99); - L-15 (Classe 39 EX DM 509/99);

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Tutti gli studenti iscritti UNICESD OLYMPO beneficeranno di un importo

ridotto pari ad euro 1500,00, rispetto a quanto previsto in convenzione per le lauree triennali. In

particolare

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laureati in Giurisprudenza LMG 01,

potranno

immatricolarsi al secondo anno della laurea magistrale in Economia

Mercatorum con una convalida di 40 cfu, ma prima dell’accesso dovranno sostenere due esami singoli da 6 cfu (Economia Aziendale – Statistica).

Il costo dei corsi singoli è compreso nella retta annua di 1500,00 euro (da

pagare in 4 rate)

Previsti per tutti gli anni di iscrizione il pagamento della tassa regionale

di 140 euro e la tassa annuale di 150 euro per gli esami fuori sede dalla

Regione Lazio (Bari – Palermo – Battipaglia – Napoli – Milano – Genova – Catania – Verona – Vibo Valentia).

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"Criminologia e Studi Giuridi Forensi-MA541" a.a. 16/17 - iscrizioni sempre aperte

Le precedenti edizioni del master 56 + 78, 100, 127, 213, 240, 297, 391

che si accingono ad iscriversi, quasi tutti, al V anno della Facoltà di

Giurisprudenza, ed il 451 (IV edizione in corso) hanno riscosso un notevole successo, oltre ogni aspettativa grazie alla vostra fiducia che continuate ad accordarci.

Prima di Voi, oltre 9600 iscritti, hanno usufruito di questo straordinario

Master, che ha visto come protagonisti dei pregiatissimi professori e

illustrissimi professionisti nel campo criminologico, di fama Nazionale

quali: il prof. Calogero Di Carlo, direttore accademico del master; il Prof.

Paolo Procacciante, Direttore Medicina Legale, Università degli Studi di Palermo; il Generale Div. CC Nicola Ragetti, già Comandante del RACIS; il

Prof. Nicola Malizia, Criminologo, Docente Università degli Studi Kore di Enna; il Cap. Pietro Maida – Comandante Sez. Chimica – Esplosivi e

Infiammabili- del RIS Carabinieri di Messina; il Prof. Rosario Bianco, Docente Università Pegaso; il Prof. Francesco Fimmanò, Docente e Presidente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso e tanti che si sono susseguiti ed interscambiati, nell’illustrare le avvincenti materie oggetto di studi.

In particolare durante le lezioni sono stati trattati i seguenti moduli:

Il Criminologo Prof. Nicola Malizia, docente presso l’Università degli studi di Palermo e la Kore di Enna: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

INTRODUZIONE ALLA CRIMINOLOGIA MODERNA IL BULLISMO SESSUOLOGIA CRIMINALE MOBBING CRIMINOGENO SERIAL KILLER CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA NELLA DONNA SONNAMBULISMO OMICIDIARIO SETTE SATANICHE ED IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE

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Il Generale di Divisione, già comandante del RACIS Carabinieri, Dott. Nicola Raggetti, docente in diverse università italiane: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

IL SOPRALLUOGO ED IL REPERTAMENTO ( 3 LEZIONI) IMPRONTE ( 4 LEZIONI) BALISTICA ( 4 LEZIONI) BIOLOGIA (2 LEZIONI) CHIMICA (2 LEZIONI) DVI : DISASTER VICTIM IDENTIFICATION (1 LEZIONE)

1. 2. 3. 4.

ELEMENTI PRATICI DI CRIMINOLOGIA STALKING LA VITTIMOLOGIA CRIME PROFILING.

1. 2. 3. 4.

LA NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA L'APPROCCIO POSITIVISTA ALLO STUDIO DELLA CRIMINALITA' LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE I LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE II -

La criminologa Avv. Dott.ssa Clelia Gorga, tutor di questo master:

Dott. Tommaso Comunale, università Forlì:

Alla luce di quanto sopra, per far fronte ed esaudire richieste sempre più

esigenti, oggi a Voi, più fortunati, viene offerto per l’anno 2016/2017, il

Master in “Criminologia e Studi Giuridici e Forensi" in sigla MA541 (4 ed.) per una durata di 1925 ore corrispondenti a 77 CFU, che consente la prosecuzione

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Giurisprudenza.

studi

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mastercesd@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it (di carattere amministrativo e didattico)

comunicazioni@cesd-onlus.com

(di carattere generale, logistiche/organizzative)

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Proposta per acquisire 24 CFU

Di seguito il percorso consigliato dall'Univeristà Telematica Pegaso riservato all'Area professione Docente per acquisire 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche. Professione docente in ottemperanza del nuovo decreto legislativo 377.

Proposta formativa

Insegnamento Didattica dell'inclusione Tecnologie dell'istruzione e dell'apprendimento Psicologia generale Antropologia culturale

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Costo totale per 24 cfu = 600 € + 120 € per procedure iscrizione

CFU 6 6 6 6

Per maggiori informazioni:

Tel. 081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197 coord.palermo@unipegaso.it - Infosedepalermo@unipegaso.it Cesdnapoli@unipegaso.it - Infocesd@unipegaso.it

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E f f e t t o T re Biennale d’arte di Venezia, il mondo magico e mistico del Padiglione Italia «Vivo, ma son morto; son vivo solo per dirti che son morto», sussurra Romeo al cugino Benvolio nella veronese tragedia shakespeariana. Anche nel Padiglione Italia della 57ª Biennale intitolata Viva Arte Viva l’arte è viva solo per parlare della morte.

C’è proprio tutta l’Estetica del sublime di Burke, quella del terribile come piacere che supera il bello, quella dello stupefacente come sensazione che sbaraglia i sentimenti suscitati dall’armonia nel Padiglione curato da Cecilia Alemani per conto del ministero dei Beni e delle attività culturali. E c’è anche tradizione latina e cattolica.

workshop svoltosi a Manhattan: ma l’arte è espressione, non spiegazione o inchiesta.

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Anno XI - n.ro 115

L’Imitazione di Cristo di Cuoghi è un viaggio in un plastico tunnel infernale per cercare il «vero» volto e corpo del Salvatore dopo la morte. Il titolo è preso dal libro del mistico ispiratore dei Rosacroce Tommaso da Kempis (1380 ca.- 1471). Come possono essere viso e Il mondo magico, titolo corpo di Cristo nell’agonia e ispirato a quello di un libro nella morte? dell’antropologo Ernesto de Cercò una risposta, con Martino (1908-1965), è un altrettanta ossessione, Franinquietante viaggio mistico cisco de Zurbarán (1598alla fine dei tempi e dello 1664) che dipinse tutta la spazio. Tre soli artisti: il vita le sue Santa Faz volto»). primo e l’ultimo, Roberto («Sacro Cuoghi e Giorgio Andreotta Cuoghi lo fa «attraverso un Calò, offrono uno shock che procedimento materialistico sconvolge l’anima e la in- e tecnologico», spiega la quieta, che è il fine dell’arte. curatrice. in un’officina Quello in mezzo, Adelita Prepara Husni-Bey, presenta invece appositamente allestita dei filmati politically-correct corpi composti con una socontinua globalisti frutto di un

Co.Bo.Di. Aprile ­ Maggio 2017 Riassumendo Pag. 1 - Biennale d'arte di Venezia..... Pag. 3 - ARMA Pag. 20 - Rappresentanza Pag. 22- Attualità news Pag. 31 - CESD Pag. 33 - Rubriche

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stanza

gelatinosa chiamata agar-agar. Quindi li sottopone (alla vista del visitatore) a un processo di decomposizione come fossero corpi umani. Un primo sistema per ottenere la decomposizione, spiega la biologa Elisa Garuglieri che assiste l’artista, è quello dell’asciugatura con il natron, un sale già usato dagli Egizi per le mummificazioni. L’altro sistema è quello della liofilizzazione attraverso una macchina. I corpi preparati vengono infornati in una liofilizzatrice per subire una trasformazione opposta a quanto fatto per Ötzi, l’uomo di Similaun (5.300 anni), spiega Roberto Brutti, che lo ha avuto in cura. «La macchina asciuga la materia, come può avvenire anche per i corpi umani, che sono composti per il 70% da acqua». Tanto che una azienda norvegese già profilerebbe una simile mummificazione per ciascuno di noi al costo di qualche migliaia di euro.

L’immagine di Cristo esce a brandelli da quest’infernale processo; ma il suo corpo ferito e asciugato ha una terribile forza di richiamo quando viene appeso alla parete che chiude questo obitorio, questa «Isola dei morti».

Passati i video-tarocchi di Husni-Bey (sfruttamento de l l a Terra, m i na c c i a tecnologica…), si penetra in una foresta di ponteggi inox che la «diritta via sembra smarrita». In fondo, nel buio, una scala appare al viandante: «Il varco è qui», scriverebbe Montale? Sali, ti affacci e l’universo mondo compare al rovescio nell’installazione di Giorgio Andreotta Calò. È una vecchia architettura o sono delle ombre? È la Terra capovolta, la bocca del vulcano che sprofonda verso gli inferi, il mondo del Cappellaio matto... Non sveliamo il mistero che pian piano si dissolve agli occhi dei visitatori. I quali, non più sopraffatti nei sensi dall’effetto inaspettato della visione, potranno uscire nel Giardino del Padiglione (non allestito) alla tiepolesca luce veneziana che, se fosse di notte diremmo «a riveder le stelle».

Il 12 maggio arriverà il ministro Dario Franceschini a inaugurare ufficialmente il Padiglione, che certo non rappresenta una sintesi dell’arte italiana, ma ne offre una sublime rappresentazione. Pierluigi Panza

Imitazione di Cristo di Roberto Cuoghi, opera per il Padiglione Italia della Biennale (foto Afp)

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La Forestale nei Carabinieri: s u a m b i e n t e e b ra c c o n a g g i o o ra i nd a g i ni p i ù i nci s i v e 03 aprile 2017

Il passaggio è stato pressoché indolore. «Del resto già prima collaboravamo spesso», spiega il colonnello Luciano Magrini, comandante provinciale dei Carabinieri, commentando l’accorpamento del Corpo Forestale all’Arma. Da qualche mese, esattamente dallo scorso 1 gennaio, opera ufficialmente il Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare.

La riorganizzazione «Abbiamo mantenuto tutte le nostre competenze - precisa il comandante della Forestale Carabinieri , il colonnello Giuseppe Tedeschi - tranne quella per lo spegnimento attivo degli incendi, passato completamente in carico ai Vigili del Fuoco e alla Regione Lombardia. Di incendi ora ci occupiamo esclusivamente per indagini mirate all’individuazione dei responsabili dei roghi». In Italia sono 7 mila le ormai ex guardie forestali che hanno vissuto la militarizzazione del corpo, secondo i dettami del dlgs 177 previsto dalla riforma Madia per la riorganizzazione dell’amministrazione pubblica. A Brescia sono 70 le unità che sono andate a rinforzare la presenza sul territorio dell’Arma. Nella nostra provincia i forestali si sono trasferiti tutti nell’Arma , ma a livello nazionale oltre il 10% del personale, per competenze particolari o specializzazioni specifiche si sono trasferiti nella Polizia di Stato, nella Guardia di Finanza o nei Vigili del Fuoco. Agli obiettori che non condividevano il passaggio a uno status militare, è stata data la possibilità di fare domanda in altri enti della pubblica amministrazione. Il ruolo della Forestale «Avevamo già 81 stazioni dei Carabinieri, dislocate in provincia, alle quali si sono aggiunte le 19 della Forestale che ha mantenuto mezzi e strutture di cui già disponeva. Questo passaggio per noi ha significato una maggiore capillarità della nostra presenza e un arricchimento delle Page 3

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competenze. Si concorre per lo stesso obiettivo che è la sicurezza del cittadino», precisa il colonnello Magrini. E se evidente è risultato il cambiamento, notato anche dai cittadini meno attenti, e cioè la scritta bianca «carabinieri» che ora campeggia sulle fiancate delle auto verdi ( destinate, comunque a diventare blu con il rinnovo fisiologico del parco mezzi), l’operatività quotidiana non ha subito variazioni importanti, «anche se ora abbiamo più tempo per le attività investigative», sottolinea il comandante Tedeschi. «Ci sono competenze affini tra alcuni reparti, ma lavoriamo affinché non ci siano sovrapposizioni, anzi si lavora con uno scambio costante di informazioni sulle attività», specifica il colonnello Magrini. «Se i Nas vigilano sulla igiene e sulla conservazione degli alimenti, noi controlliamo la filiera e la tracciabilità degli alimenti spiega ancora Tedeschi - e se il Noe conduce attività di contrasto dei reati ambientali commessi dalla criminalità organizzata, noi contrastiamo i reati in danno dell’ambiente, partendo dall’abbandono dei rifiuti. Attività principe rimane quella contro il bracconaggio che continua ad impegnare costantemente la Forestale Carabinieri. «Questo è il periodo dell’anno in cui vengono pianificate tutte le attività condotte a livello nazionale» dice il colonnello Tedeschi. Tra le principali, svolte storicamente dalla Forestale, c’è l’operazione “Pettirosso”, una campagna di 40 giorni mirata a contrastare e reprimere la caccia illegale con controlli condotti nelle aree di caccia. «Le modalità dei nostri interventi, proprio in virtù del recente accorpamento, devono ancora essere messe a punto, ma il contrasto del bracconaggio rimane per noi una priorità». lil.golia@gmail.com

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Agrigento non dimentica, intitolata una strada ed un ca v a l ca v i a a G i ul i a no G ua z z e l l i 04 aprile 2017 -

E' stata scoperta una targa commemorativa sul luogo dell'agguato e contestualmente gli è stato intitolato il limitrofo cavalcavia della strada statale 115. Sono passati 25 anni da quel terribile delitto, dall'uccisione del maresciallo maggiore “aiutante” dei carabinieri Giuliano Guazzelli, medaglia d’oro al valor civile alla memoria. E' stata, lo stesso, una giornata di dolore per i familiari che erano presenti alla cerimonia. Era naturalmente presente, così per come ha sempre fatto, la vedova Guazzelli: Maria Caterina Montalbano che sul petto ha tenuto attaccata la medaglia d'oro al valor civile alla memoria conferita al marito. In memoria della vittima del dovere oggi è

stata anche intitolata, con lo scoprimento della nuova insegna toponomastica, una strada - via Guazzelli, appunto, - del quartiere di Fontanelle. Il prefetto Nicola Diomede, in mattinata, ha prima incontrato gli studenti dell'istituto comprensivo di Fontanelle. E con i piccoli, assieme al capitano Mario Amengoni della compagnia dell'Arma di Canicattì ed all'assessore alla Cultura Beniamino Biondi, si è soffermato a parlare di uguaglianza, libertà, giustizia e legalità. Poi, la santa messa alla concattedrale Santa Croce di Villaseta, alla quale hanno, appunto, partecipato i familiari del decorato, nonché tutte le autorità. Presente anche il generale di corpo d’armata, che è il comandante dell'interregionale carabinieri "Culqualber" di Messina, Silvio Ghiselli. Al termine della funzione religiosa, la cerimonia commemorativa sul luogo dell’agguato suggellata dalla deposizione di una corona di alloro. Lo schieramento dei militari e delle autorità hanno fatto da cornice ad un momento di legalità, d’affermazione della legalità, altissimo. Perché lo Stato non dimentica. Perché il riscatto di una terra divorata dalla mafia e dalle faide è sempre possibile. www.agrigentonotizie.it

Bari, Carabinieri arrestano Nasiri Hakim, l’Afgano accusato di terrorismo internazionale

07 aprile 2017

Alle 13 di ieri, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale e del ROS – Sezione Anticrimine di Bari hanno arrestato Nasiri Hakim, uno degli afghani accusati di terrorismo internazionale, già sottoposti a fermo, con la stessa accusa, nel maggio del 2016. Il blitz è scattato all’ora di pranzo in un appartamento al piano terra del quartiere Page 4

EffettoTre 15 Maggio 2017

Carrassi nel centro cittadino, dove, a seguito di una fulminea attività di indagine, l’uomo era stato localizzato. Il ricercato, che non ha opposto resistenza, è stato trovato in compagnia di altri quattro connazionali, richiedenti asilo politico ed in possesso di un permesso di soggiorno provvisorio, al momento ritenuti estranei ai fatti contestati. La cattura pone fine ad una latitanza di poche ore, dopo che, nella giornata di ieri, la Suprema Corte di continua

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ARMA Cassazione si era pronunciata contro il ricorso presentato dal legale dell’afgano contro l’ordinanza di custodia cautelare che era stata emessa dal Tribunale del Riesame del Capoluogo pugliese lo scorso luglio. L’arresto di oggi si rifà ai fatti contestati nel provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla DDA barese, proprio nel maggio del 2016, a carico di altrettanti soggetti di nazionalità afgana, ritenuti responsabili di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il provvedimento scaturì da un’indagine avviata dal Nucleo Investigativo e dal ROS il 16 dicembre 2015, allorquando una pattuglia della Compagnia di Bari S. Paolo, durante un normale servizio preventivo, aveva notato e controllato 4 afgani (2 dei quali muniti di permesso di soggiorno, gli altri nella posizione di richiedenti asilo politico e domiciliati presso il CARA del capoluogo pugliese), mentre erano intenti ad effettuare riprese all’interno di un importante e rinomato centro commerciale

della zona. L’attività investigativa svolta dai suddetti reparti aveva permesso di accertare come uno dei due regolari, un 30enne afgano, mantenesse stabili collegamenti telematici con un noto sito talebano, scaricando video e proclami inneggianti alla jihad e fotografie raffiguranti un noto capo carismatico talebano, ucciso durante un raid dell’aviazione statunitense, il 13 ottobre 2015, mentre come l’altro, un 28enne afgano, avesse effettuato sia il filmato girato nel menzionato centro commerciale, sia la ripresa dell’area d’imbarco, accessibile solo a seguito di check-in, dell’aeroporto di Bari – Palese. Entrambi rientravano in aereo, in patria, il 18 dicembre 2016. Inoltre, proprio sul conto di Nasiri Hakim, era stata documentata la disponibilità, in Gran Bretagna, di un’arma d’assalto (tipo M16). iGli ultimi due latitanti, rientrati nel Paese d’origine, sono oggetto di un provvedimento di cattura internazionale promosso dalla Magistratura barese e sono attivamente ricercati (AGENPARL)

Erano mine impazzite: risse, minacce e armi. Espulse due bande che terrorizzavano il Trasimeno e Gualdo

11 aprile 2017

Non volevano integrarsi. Non volevano rispettare le regole. Ma soprattutto erano diventati delle mine impazzite che seminavano tempesta in ogni luogo: risse, minacce, danneggiamenti, ubriachezza molesta. Violenti che avevano costretto tante persone ad evitare bar, piazze pubbliche e locali in loro presenza. Dopo anni di piccoli reati e di una condotta da irregolari i Carabinieri insieme alla Questura e all'Ufficio Immigrazione, hanno deciso di prendere una decisione importante: espulsione per i bulli che non vogliono integrarsi. Dopo aver raccolto una copiosa documentazione, i componenti di due bande di stranieri sono stati cacciati da Gualdo Tadino, Nocera Umbra e da Castiglione del Lago. Page 5

EffettoTre 15 Maggio 2017

I sette bulletti sono stati rispediti in Nord Africa e in Albania. Particolarmente violenta era la banda che operava tra Gualdo-Nocera e Fossato di Vico: molte le denunce per violenze, risse e anche molestie. Sotto il periodo di Natale aveva distrutto una parte del presepe emozionale griffato Frate Indovino che è stato la grande attrazione turistica di Gualdo Tadino. I Carabinieri e la Questura hanno voluto mandare un segnale ai bulli e piccoli criminali che vivono ormai da anni con le proprie famiglie in Umbria: anche chi è regolare può essere espulso se non si integra, se non rispetta le regole. Un altro giro di vite è previsto a breve per garantire maggiore tranquillità ai giovani e ai cittadini onesti www.perugiatoday.it

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A D e nno i na ug ura t a l a nuov a ca s e rm a d e i C a ra b i ni e ri

10 aprile 2017 -

Con una decisione clamorosa e inedita per indagini di così ampio rilievo, la Procura di Roma ha deciso di revocare al Noe il mandato investigativo per l’inchiesta Consip. La grave decisione è stata assunta alla luce delle continue fughe di notizie. O, per dirla con la durissima nota di Piazzale Clodio, per le «ripetute rivelazioni di notizie coperte da segreto». È un passo che rischia di segnare non solo il percorso di questa indagine ma più in generale il rapporto tra attività inquirente e informazione. La revoca avviene, come spiega la Procura guidata da Giuseppe Pignatone, per una «esigenza di

chiarezza». A eseguire gli ordini dei magistrati romani sarà d’ora in poi il Nucleo investigativo dei carabinieri di Roma. Il tutto mentre il principale indagato, l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, interviene per la prima volta attraverso i propri legali, a cui affida una dichiarazione: «In questa vicenda non c’è nulla di vero, mi sento vittima di una strumentalizzazione legata ad una aspra contesa, tutta di natura politica». L’interrogatorio di garanzia per Romeo è previsto per lunedì prossimo, quando sarà ascoltato dal gip di Roma Gaspare Sturzo e dal pm Mario Palazzi. Non è escluso possa decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere. «Sta organizzando e valutando la linea difensiva alla luce degli atti e sotto tutti gli aspetti», fanno sapere i suoi avvocati Alfredo Sorge, Francesco Carotenuto e Giovan Battista Vignola. I quali aggiungono: «Ha una grande forza fisica e morale». www.ildolomiti.it

Valle dell'Angelo, inaugurata la prima nuova caserma dei carabinieri Forestali in Italia

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E’ stata inaugurata a Valle dell’Angelo la prima nuova caserma dei carabinieri Forestali in Italia. A tagliare il nastro il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Giuseppe Castiglione affiancato dal sindaco Salvatore Iannuzzi, dal il vice Presidente della Commissione Ambiente Tino Iannuzzi, dalla parlamentare Sabrina Capozzolo, dal generale Sergio Costa e dal generale Antonio Ricciardi, Comandante dell’Unità per la Tutela Forestale, Ambientale ed Page 6

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Agroalimentare. “L’apertura della caserma a Valle dell’Angelo - ha dichiarato il sindaco Iannuzzi - vuole essere il segno di una riaffermazione dello Stato anche nei territori più periferici, dove il grande tesoro del paesaggio regalato da madre natura necessita di custodi di tradizionale competenza”. Il sottosegretario Castiglione ha invece portato il saluto del ministro Maurizio Martina e ha precisato che “la presenza di una nuova caserma a Valle dell’Angelo è la testimonianza che lo Stato c’è anche nei comuni più piccoli d’Italia e che nessuno verrà lasciato solo”. “Una giornata importante che va nella direzione di accrescere e potenziare la presenza continua

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ARMA delle istituzioni dello Stato e dell’Arma dei Carabinieri - ha dichiarato invece il parlamentare Tino Iannuzzi - nella realtà così importante ma piena di problemi dei piccoli comuni. Finalmente un segnale in controtendenza rispetto all’arretramento della presenza dello Stato sui territori al quale abbiamo lavorato in intelligente sinergia”. “I Carabinieri forestali - ha aggiunto il generale Sergio Costa, Comandante Regionale - desiderano essere polizia di prossimità ambientale proprio

partendo dai piccoli centri dove la presenza dello Stato è più di una presenza ordinaria”. Il generale Ricciardi ha tenuto invece a precisare che quella di Valle dell’Angelo “è la prima stazione forestale che viene inaugurata dopo il transito della forestale nell’arma dei carabinieri e la scelta del centro più piccolo del Cilento conferma la volontà di non abbassare i livelli di prestigio nella tutela forestale”. (Vincenzo Rubano)

Calabria Verde, Mariggiò:

«Presentate più di 15 denunce in Procura» 0 2 m a g gi o 2 0 1 7 -

LAMEZIA TERME «Mi sono sempre messo in discussione per comprendere cosa riesco a portare a termine nella mia vita. E devo dire che per certi versi questo incarico è esaltante perché ho imparato a trattare con persone che avevano bisogno di una guida». Così il generale Aloisio Mariggiò, rispondendo alle domande del direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni, motiva la sua scelta di accettare l’incarico di commissario straordinario di Calabria Verde. Il riferimento esplicito del generale, con una lunga carriera alle spalle, è alla gestione passata. Secondo Mariggiò, ospite della puntata di Hashtag in onda domani su Rtc, l’azienda «è vittima del sistema». «Ad un certo punto Calabria Verde – afferma – è stata contaminata da “un virus” che io chiamo “follia gestionale». E le anomalie riscontrate durante un anno di commissariamento vengono definite dal generale come «cose che lasciano sgomento». Ad iniziare dal parco mezzi. «Si potrebbe scrivere un libro», afferma a questo proposito il commissario. «Sono stati utilizzati – denuncia Mariggiò – per fini anche personali, finanche per andare in vacanza. Tutto a carico dell’amministrazione». Page 7

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Come anche la gestione del personale, «utilizzato per la manutenzione di abitazioni private». Su tutto questo il generale ha relazionato più volte alla magistratura: «Ritengo di aver inviato almeno 15 comunicazioni alle Procure – sottolinea –. Ne ho inviato altre a Castrovillari come anche a Reggio Calabria. Tre o quattro mesi li ho trascorsi solo per relazionare alla magistratura». Ma il generale non ci sta ad addossare le colpe dell’azienda ai lavoratori di Calabria Verde. «Non si può sostenere che tutti e cinquemila dipendenti sono dei fannulloni ben pagati. Ci sono quelli che si occupano dell’attività amministrativa e quelli che provvedono alla forestazione e a partire già dal prossimo mese inizieranno a svolgere funzione di anticendio boschivo». «Spero che Calabria Verde – conclude Mariggiò – venga conosciuta. La gente deve sapere quello che facciamo, deve sapere come operano i nostri dipendenti e deve anche lamentarsene nel momento in cui rileva che c’è qualcosa che non va». www.corrieredellacalabria.it

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Roma, traffico internazionale di droga tra Barcellona e Ostia: 21 arresti.

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Vasta operazione dei carabinieri del Gruppo di Ostia che a Roma, a Ostia e a Barcellona che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, nei confronti di 21 persone ritenute responsabili di traffico internazionale di droga. I carabinieri hanno inoltre sequestrando beni, mobili e immobili, per un valore complessivo di circa un milione di euro. I 21 arrestati sono accusati a vario titolo di associazione armata finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio continuato e in concorso di ingenti quantità di stupefacenti, ricettazione in concorso, detenzione illegale di armi in concorso, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Gli arresti sono stati eseguiti al termine delle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia, alle quali ha collaborato la Guardia Civil Spagnola, a conclusione dell'operazione denominata “Critical”. L'attività investigativa costituisce la fase conclusiva di un'indagine, avviata nel maggio 2015, nei confronti di due organizzazioni criminali operanti sul litorale Ostiense e nella provincia di Roma, dedite entrambe al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, importate principalmente dalla Spagna e da altre aree del territorio nazionale. Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo criminale si occupava di smerciare ingenti quantitativi di droga sul mercato locale e anche in altre zone d'Italia. Gli stupefacenti venivano importati dalla Spagna e giungevano via mare al porto di Civitavecchia, nascosti in camion che trasportavano frutta e verdura. Successivamente la droga veniva trasferita in alcuni box appositamente allestiti dall'organizzazione e gestiti da diversi sodali che si occupavano anche di rifornire Page 8

EffettoTre 15 Maggio 2017

i vari acquirenti. All'interno dell'organizzazione ricoprivano un ruolo di vertice e di comando P.G., 58enne palermitano, F.F., 38enne romano, e T.L., 40enne romano, che finanziavano l'attività, organizzandola e dirigendola.

Durante le indagini sono stati sequestrati complessivamente circa 700 chili di droga (tra hashish, marijuana e cocaina) 5 pistole di vario calibro ed è stato sventato un agguato commissionato da alcuni componenti della famiglia Spada di Ostia. Nel corso delle investigazioni, infatti, sono stati captati i momenti antecedenti alla commissione dell'agguato che doveva essere compiuto ad Ostia nei confronti di una persona al momento rimasta ignota. Il gesto, organizzato con l'approvazione e il sostegno dei componenti della famiglia Spada, non è stato portato a termine solo perché i due killer sono stati ostacolati dall'intervento dei Carabinieri che, nel corso di una perquisizione effettuata all'interno del loro covo, ubicato vicino all'idroscalo di Ostia, hanno rinvenuto e sequestrato uno scooter Yamaha T-Max, risultato rubato, due caschi con visiera schermata, guanti, tute da lavoro e un revolver Taurus calibro 38 special con matricola abrasa e 4 proiettili nel tamburo. Gli arrestati, a conclusione delle operazioni, sono stati portati nel carcere di Roma Regina Coeli, a disposizione dell'Autorità giudiziaria. Contestualmente, a Ostia e Fiumicino, è stato dato esecuzione al decreto di sequestro beni, per un valore complessivo di circa un milione di euro, emesso dal Gip del Tribunale di Roma nei confronti di due degli arrestati, responsabili di aver riciclato e reimpiegato in attività lecite i capitali provento della loro attività di narcotraffico. www.ilmessaggero.it

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S o n o r o m a n e l e p ri m e t re d o n n e g e n e r a l i d e i carabinieri, i complimenti del ministro Pinotti 0 4 m a g gi o 2 0 1 7

corretta. Dobbiamo garantire l'equilibrio di un territorio reso precario da attacchi continui”.

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha voluto incontrarle e augurare loro un lavoro proficuo nella loro nuova veste. In passato altre due donne erano divenute generali dei carabinieri ma provenendo dalla Polizia. Le tre generali, tutte romane, rivestono oggi incarichi delicati e di rilievo all'interno dell'Arma dei Carabinieri.

Rosy Patrone, dopo essere stata alla guida del comando forestale di Molise e Lazio ora è il capoufficio del personale, settore nel quale ha lavorato 18 anni. É lei che gestisce i 7.000 forestali che sono transitati nei carabinieri. Il 26 agosto del 2016, subito dopo il terremoto lei era tra le macerie di Amatrice a fornire il suo aiuto. “Un'esperienza molto forte dal punto di vista emozionale – racconta – Le immagini dei forestali che soccorrevano le persone colpite dal sisma fecero il giro del mondo ed io sono orgogliosa di rappresentarli. Da gennaio è avvenuto l'accorpamento con i carabinieri e, dopo un primo disorientamente iniziale, il personale ha risposto molto efficacemente”.

Al vertice della Regione Carabinieri Forestale Lazio c'è Cinzia Gagliardi che ha ai suoi comandi 652 persone. Alle spalle ha esperienze professionali in Umbria e all'ispettorato generale di Roma. In passato è stata anche al vertice del comando regionale delle Marche. Anche lei era in prima linea quando avvenne l'alluvione di Senigallia e partecipò ai soccorsi. “Tutte le province del Lazio sono a vocazione forestale – spiega il generale – Il nostro compito è far sì che le aree di particolare pregio ambientale della nostra Regione vengano preservate e fruite in maniera Page 9

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Il generale Simonetta De Guz da Roma si è trasferita a Milano dove è alla guida del comando della Regione Carabinieri Forestale Lombardia. Un passato all'ufficio personale e all'ufficio studio e legislazione è arrivata nella capitale lombarda nel 2014. Oggi comanda 230 carabinieri forestali. É stata lei a coordinare tutto i forestali che hanno svolto servizio d'ordine ad Expo 2015. “Un periodo molto intenso ed emozionante – ricorda il generale – In Lombardia ci occupiamo di moltissime problematiche dalla gestione dei rifiuti agli illeciti in campo agroalimentare, dal traffico di cuccioli dall'est al bracconaggio anche ittico, all'abusivismo edilizio. Inoltre, assieme alla regione Lombardia stiamo portando avanti il progetto Life con fondi comunitari”. “L'incontro con il ministro Pinotti è stato molto gradevole – racconta Rosy Patrone – Molto interessante nelle argomentazioni”. “É stata quasi una conversazione tra amiche – aggiunge Cinzia Gagliardi – Era molto interessata a conoscere le reazioni del personale dopo l'assorbimento. É stato importante per me incontrare la prima donna ministro della Difesa”. “Un dialogo molto stimolante – ha confermato anche Simonetta De Guz – Ho apprezzato la sua volontà di volerci incontrare e di affrontare insieme ogni problematica”. Tre donne, un primato. Tre generali che dovranno dimostrare come l'esperienza nella tutela dell'ambiente rappresenti ora un valore aggiunto all'interno dell'Arma dei carabinieri. www.ilmessaggero.it

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Colpo al clan Ercolano Santapaola Carabinieri arrestano 15 "affiliati" 0 4 m a g gi o 2 0 1 7

CATANIA – “Abbiamo annientato il gruppo Navarria”. Lo ha detto il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Francesco Gargaro, a margine dell’operazione “Araba fenice” che ha coinvolto oltre 100 militari dell’Arma, e ha portato all’esecuzione di 15 provvedimenti cautelari ad altrettanti esponenti della famiglia di Cosa Nostra SantapaolaErcolano operanti nella zona di Belpasso. A capo dell’articolazione etnea c’era Carmelo Aldo Navarria, classe 1962. Personaggio ritenuto spietato e pericoloso, la cui storia criminale è assimilabile a quella di una fenice, appunto. Una volta scarcerato nel 2014, dopo 26 anni di reclusione a seguito della condanna per sei omicidi, è tornato in piena attività mettendosi a capo del sodalizio composto da: Gaetano Doria, classe 1969; Michele La Rosa, classe 1971; Rosario La Rosa, classe 1978; Patrizia Paratore, classe 1966; Gianluca Presti, classe 1981; Mirko Presti, classe 1987; Antonino Prezzavento, classe 1970; Stefano Prezzavento, classe 1985; Carmelo Salvatore Asero, classe 1957; Simonetta Battaglia, classe 1962; Concetta Fichera, classe 1965; Claudio Grasso, classe 1975; Salvatore Leotta, classe 1964; Giuseppe Nicosia, classe 1962. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, sotto il coordinamento del procuratore capo Carmelo Zuccaro. Agli indagati sono stati contestati, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, sequestro di persona, danneggiamento seguito da incendio, riciclaggio e favoreggiamento personale, con l’aggravante del metodo mafioso. Gli investigatori hanno inoltre documentato l’ingente volume di affari illegali della consorteria criminale, riscontrando un diffuso condizionamento illecito dell’economia locale. Nelle indagini sono stati acquisiti elementi di prova, nello specifico, Page 10

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in ordine ad estorsioni consumate in danno di imprenditori locali alla perpetrazione di rapine nei confronti di autotrasportatori al fine di agevolare l’organizzazione di appartenenza.

Carmelo Aldo Navarria, un tempo uomo di fiducia di Giuseppe Pulvirenti detto “U malpassotu”, era il braccio armato di Nitto Santapaola. Negli anni ’80 era ritenuto lo spazzino del clan, ovvero colui che faceva sparire i cadaveri. In un certo senso, l’esperienza del carcere non lo avrebbe mutato di una virgola. Una volta tornato in libertà, non solo avrebbe ripreso l’attività criminale, ma avrebbe continuato a utilizzare una metodica ritenuta superata per l’eccesso di violenza. Un tratto ribadito più volte in conferenza stampa sia dal procuratore Zuccaro che da Alessandra Tasciotti della Dda: “Una volta uscito, Navarria era per noi una priorità”, hanno detto. “L’incendio era la sua modalità prevalente d’intimidazione”, hanno inoltre spiegato. Un’indagine il cui esito era in parte già scritto, ma i cui risultati sono stati raggiunti grazie – come ha rivelato Giuseppe Sturiale della Dda – alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Carneci, già uomo vicino a Navarria. Nonostante la lunga carcerazione, durante la quale aveva percepito lo “stipendio”, Navarria aveva continuato a guidare il gruppo di Belpasso attraverso i propri generi (Gianluca Presti e Stefano Prezzavento). Il suo ritorno nel territorio, rappresentava quindi l’occasione per riaffermare la propria signoria criminale. Un ruolo favorito dalla collaborazione della moglie, Patrizia Paratore, che ha agito organizzando incontri, recapitando comunicazioni, favorendo la latitanza del genero Stefano e, dopo l’arresto del marito, preoccupandosi delle sorti degli affiliati detenuti. Le indagini hanno permesso di evidenziare, inoltre, le dinamiche operative del gruppo criminale per il controllo del territorio,

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ARMA mediante la realizzazione di reati contro il patrimonio, ricostruendo gli affari illegali del clan, nonché la responsabilità degli affiliati in ordine alla consumazione di due rapine con sequestro di persona, commesse a Belpasso il 14 gennaio ed il 3 febbraio 2015 in danno di autotrasportatori del settore alimentare, nonché di estorsioni nei confronti di imprenditori locali anche con danneggiamenti dei beni mobili aziendali, sempre per agevolare l’organizzazione mafiosa d’appartenenza

Nel corso dell’attività investigativa e a riscontro dell’ipotesi accusatoria, il 20 novembre e 10 dicembre 2015, venivano arrestati 10 affiliati per estorsione pluriaggravata commessa dall’ottobre 2014 fino al 19 novembre 2015 in danno della ditta “Lavica Marmi s.r.l” di Belpasso, i cui titolari erano stati costretti a corrispondere il pagamento di una somma di 600 euro al mese a titolo di “pizzo”. Inoltre, il 22 marzo 2017, veniva fatta piena luce sulla scomparsa dell’imprenditore agrumicolo di Paternò Fortunato Caponnetto, con l’esecuzione di misure cautelari in carcere nei confronti di Navarria e di altri 3 affiliati per i delitti di omicidio e distruzione di cadavere avvenuti in Belpasso l’8 aprile 2015, delitti il cui movente consisteva nel rifiuto della vittima di sottostare alle pressanti richieste estorsive cui era sottoposto, rifiutandosi di assumere lo stesso Navarria presso la propria azienda e licenziando la moglie di quest’ultimo, in precedenza assunta fittiziamente proprio su imposizione del boss, nonché in dissidi insorti con appartenenti ad altra associazione mafiosa a causa di un debito contratto da un congiunto della vittima per il quale Navarria avrebbe fatto da garante. Dei 15 provvedimenti cautelari eseguiti (9 misure di custodia cautelare in carcere e 6 misure di obbligo di presentazione alla PG), 6 sono stati notificati in carcere nei confronti di altrettanti indagati già detenuti. IL

un boss mafioso pericoloso e spietato. Il profilo criminale che si evince leggendo alcuni atti giudiziari del passato che lo riguardano, come la sentenza del processo Aria Pulita celebrato negli anni '90, è a tratti agghiacciante.

Sono almeno quattro gli omicidi per cui è stato condannato in via definitiva, uno commesso nel 1982, uno nel 1984 (con sequestro di persona), uno nel 1986 e uno tre anni dopo. Ma alla fine invece del carcere a vita è uscito dopo 26 anni. Anni dietro le sbarre in cui ha coltivato la sua vena poetica, "la ballata dell'ergastolano" è finita anche in alcuni giornali che si occupano di diritti dei detenuti. Per un periodo è stato il braccio destro del capomafia Giuseppe Pulvirenti, si apprende da fonti investigative. E all'interno del clan - come detto - aveva un ruolo preciso: era addetto alla distruzione dei cadaveri. Una capacità che gli sarebbe servita anche per uccidere Renato Caponetto, pestato, strangolato e poi bruciato tra i pneumatici.

I giudici scrivevano che la "cava di Belpasso era diventata una sorta di campo di sterminio". Navarria finisce in galera: 26 anni dietro le sbarre però non bastano per estirpare la sua ambizione criminale. Appena fuori ha raccolto i suoi uomini più fidati, tra questi i generi e poi ha costruito un gruppo criminale dedito alle estorsioni e secondo gli inquirenti sarebbe diventato il braccio armato di Francesco Santapaola, quello che nell'inchiesta Kronos è indicato come il nuovo reggente della cupola di cosa nostra catanese. www.catania.livesicilia.it

P R O F IL O

Negli anni Ottanta era lo "spazzino" del clan del "Malpassotu". Colui che faceva sparire i cadaveri, insomma. Carmelo Aldo Navarria, accusato di aver ordinato e ucciso Renato Caponnetto nel 2015, è stato Page 11

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Carabinieri e forestale in cattedra per formare i cittadini di domani 0 5 m a g gi o 2 0 1 7

Oggi, nell’ambito dei contributi dell’Arma dei Carabinieri alla formazione della “Cultura della Legalità”, il comandante della compagnia dei carabinieri di Lodi, capitano Domenico Sacchetti e il luogotenente Saverio Napolitano, comandante della stazione di Lodi, hanno incontrato 70 giovani frequentanti l'istituto professionale per l’agricoltura e l'ambiente di Lodi “Villa Igea”.

Nell’occasione si è discusso di molti argomenti: legalità, responsabilità penale di cui risponde pienamente anche il minore che abbia compiuto i 14 anni, bullismo e

cyberbullismo, pericoli nell’uso poco prudente dei servizi offerti online mediante chat e social net work. Particolare curiosità e molte domande hanno destato l’argomento del cyberbullismo ed il principio di legittima difesa. Sono intervenuti anche il maresciallo Federica Violetta e il carabiniere scelto Simone Salva’ del Gruppo Carabinieri Forestale di Lodi, che hanno approfondito con i ragazzi la tematica della sicurezza ambientale, trattando le norme poste a tutela della natura e stimolando molte domande su sviluppo sostenibile, gestione efficiente ed efficace dei rifiuti e tutela degli animali. www.ilgiorno.it

12° Anniversario della morte del Generale dei Carabinieri Gennaro Niglio

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Alle ore 10.00 di lunedì 9 maggio 2016, presso la chiesa monumentale del Monastero di Montevergine (Santa Eustochia Smeralda), sita a Messina in via XXIV Maggio n. 161, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina ricorderanno, con la celebrazione di una funzione religiosa, il Generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri Gennaro NIGLIO, deceduto a Caltanissetta il 9 maggio 2004 in seguito ad un gravissimo incidente stradale. Il Generale Gennaro Niglio era un ufficiale dal forte piglio, mai domo nel combattere il crimine: dalla lotta alla ’ndrangheta al terrorismo, dai controlli antidoping fino alle cosche mafiose siciliane. Grande professionalità, umanità (era amatissimo dai suoi uomini) e rigore morale hanno caratterizzato la sua carriera. Nato ad Ercolano nel 1949, ha frequentato la scuola militare della Page 12

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“Nunziatella” a Napoli e l’Accademia Militare di Modena. Tra le molteplici operazioni di servizio condotte personalmente dal Generale Niglio spicca quella svolta nell’ottobre del 1982 a Corbara (SA), quando, nel corso di una rischiosissima attività catturò, alla testa dei suoi uomini e dopo un conflitto a fuoco nel corso del quale rimase gravemente ferito, gli appartenenti ad un clan camorristico responsabili di gravissimi delitti. Per l’impegno ed il prezioso contributo fornito fu insignito della Medaglia d’ Argento al Valor Militare. (...) In sua memoria sono state intitolate la Caserma che ospita la Compagnia Carabinieri di Roccella Ionica, e, a riprova dell’impegno profuso a tutela delle popolazioni ove ha prestato servizio, numerose vie e piazze. www.canalesicilia.it

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Carabinieri a cavallo al Teatro Greco e in Ortigia per celebrare il 2750° compleanno di Siracusa

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Anche quest’anno il Comando Provinciale Carabinieri ha profuso grande impegno per garantire grande impegno per garantire la sicurezza in occasione delle prime delle rappresentazioni classiche al Teatro greco della città. In occasione delle celebrazioni per il 2750° compleanno della città, il Comandante Provinciale, Col. Luigi Grasso, ha voluto garantire la presenza di una pattuglia di Carabinieri a Cavallo che sono stati presenti ieri alla prima della tragedia di Eschilo, “Sette contro Tebe” e che svolgeranno anche oggi un servizio di rappresentanza e di ordine pubblico in occasione della prima della “Fenice” di Euripide.

Anche l’Associazione Nazionale Carabinieri, come da tradizione ha dato la disponibilità in ausilio dell’organizzazione delle rappresentazioni confermando la

propria presenza e al Teatro Greco con un gazebo in cui sono esposte uniformi storiche e alcuni cimeli dell’Arma. I militari a cavallo, arrivati per l’occasione dal 4° Reggimento Carabinieri a cavallo di Roma, in questi tre giorni della loro presenza nella città di Siracusa, oltre che alle prime delle rappresentazioni, garantiranno la loro presenza nell’isola di Ortigia dove svolgeranno servizi di prevenzione garantendo la sicurezza ai siracusani e ai tanti turisti ormai presenti in città, pattugliando le principali vie del centro storico e stazionando nei punti di maggiore passaggio, quali il Tempio di Apollo, piazza Duomo, piazzetta Minerva e la Fonte Aretusa. www.siracusanews.it

In manette il boss della coca Rocco Barbaro: la fuga inutile sui tetti e il caffè offerto al colonnello

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Blitz dei carabinieri a Platì. L’uomo, 51 anni, latitante da un anno e mezzo, era a tavola con la famiglia. Il suo bar nel centro di Milano, in corso Europa. Per un periodo viveva a Buccinasco facendo il gommista

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‘U sparitu non aveva pistole. E non ne aveva bisogno. Lui, custodito nella centralissima via XXIV Maggio, nel cuore di Platì, con un intero paese a fargli da guardiano. Con la gente che riempie la strada quando i Cacciatori di Calabria e i carabinieri di Locri scortano Barbaro fuori dall’uscio di un palazzo di tre piani senza neppure l’intonaco. Un paese in piazza per rendere l’ultimo omaggio al boss mentre Rocco Barbaro sale sull’auto che lo porterà in carcere. Nessuno ha avuto bisogno di chiedere chi fosse quell’uomo con i capelli brizzolati, la maglietta nera e un giubbotto di pelle marrone arrotolato sui polsi per coprire l’infamia delle manette. continua

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ARMA A Platì, Rocco Barbaro lo conoscevano tutti. Non foss’altro perché è il figlio del principe della ‘ndrangheta, quel Francesco Barbaro, detto ciccio ‘u castanu, 90 anni, oggi detenuto nel supercarcere di Parma e capostipite della ‘ndrina più importante d’Aspromonte.

spiega Catanzariti. ‘U sparitu — soprannome che divide con il fratello Giuseppe, detto anche ’u Charly, latitante per 14 anni — in quel periodo vive in via Lecco a Buccinasco e secondo Catanzariti ha la dote del «vangelo». Così come il figlio Francesco, 27 anni: «Se l’è preso la buonanima di Nunzio Novella (allora capo Il giubbotto di pelle e il bar in centro della Lombardia, ndr) e gli ha dato dalla A Eppure la faccia quasi anonima di questo alla Z... Quando ha fatto diciott’anni, gli ha uomo di 51 anni, con i capelli tagliati di dato dalla A alla Z». fresco, qualcuno potrebbe ricordarla da Rocco Barbaro, secondo gli investigatori, è tutt’altra parte. A mille chilometri da in quel momento il nuovo referente della questo paese di pecore e pastori nel cuore ‘ndrangheta in Lombardia. E lo è per dell’Aspromonte. Nel centralissimo corso dinastia, erede del casato più importante Europa, a una manciata di passi dal Duomo delle cosche di Calabria. Quando nel di Milano. E magari con quello stesso gennaio 2014 il Corriere riporta la notizia, giubbotto di pelle marrone che ora gli il sindaco di Buccinasco Giambattista copre i ferri ai polsi. Così lo immortala una Maiorano scrive al ministro Anna Maria fotografia scattata dai carabinieri del Cancellieri esprimendo preoccupazione per Nucleo investigativo di Milano nel 2013 la scarcerazione di Barbaro. Qualche durante un pedinamento, mentre lui, settimana dopo il 51enne decide di lasciare sistemandosi i pantaloni, esce dal bar la Lombardia e di tornare a Platì nell’attesa Vecchia Milano. Il suo bar. Perché Rocco che le acque si calmino. Nel frattempo Barbaro, nato a Platì il 30 giugno 1965, era però, attraverso il nipote Antonio, Rocco latitante da un anno e mezzo (e nei trenta Barbaro e il figlio Francesco acquistano il più pericolosi secondo il Viminale) dopo Vecchia Milano di corso Europa. In mezzo che nei suoi confronti era stata emessa ci sono anche Fortunato Danilo Paonessa, un’ordinanza cautelare per intestazione 43 anni, messinese ma legato al clan Pescefittizia di beni e associazione mafiosa. Al Bellocco di Gioia Tauro, il reggino centro proprio la vicenda di quel bar Domenico Martorano, 38 anni, e il 38enne tabacchi nel cuore di Milano, acquistato da Raffaele Greco, originario di Vibo Valentia. Barbaro con lo schermo di alcuni Oggi dietro alla cassa (il locale è prestanome. Cosa unisca due luoghi così regolarmente aperto e non è mai stato dall’Antimafia) c’è Ivan distanti tra di loro — uno il centro della sequestrato finanza e dell’economia italiana, l’altro il Marcello, 34 anni, di Sant’Onofrio (Vibo feudo più impenetrabile delle cosche — Valentia), cugino di Greco. Le indagini dei altro non è che l’esemplificazione carabinieri del Nucleo investigativo, adesso chiarissima dell’immensa potenza della m guidati dal tenente colonnello Michele afia calabrese, capace di unire pecorai, Miulli, ricostruiscono il giro societario che commercialisti, picciotti e colletti sporchi. lega il bar al clan di Platì. Ma in prima Era il 2013 e in quei giorni Rocco Barbaro battuta il gip emette un’ordinanza di lavorava come gommista in un’officina di custodia in carcere solo per il reato via Toscanelli a Buccinasco, dove si era (minore) di intestazione fittizia di beni, poi trasferito nel luglio 2012 dopo essere stato trasformata anche in associazione mafiosa scarcerato dal carcere di Piacenza. Era dopo il ricorso della Procura in Cassazione. stato detenuto quindici anni per traffico di In ogni caso, quando a metà gennaio i carabinieri vanno ad arrestare Barbaro lui droga. non c’è. E sembra sia riuscito a sparire — Il locale a cento passi dal Duomo Qualche mese prima — il 28 novembre fedele al soprannome — proprio pochi 2012 — i carabinieri intercettano una minuti prima che i militari facciano straordinaria conversazione tra il braccio irruzione a casa sua. destro dei Papalia di Buccinasco, Agostino al brigadiere Marino Catanzariti, e un altro affiliato, Michele L’omaggio Grillo (entrambi arrestati nell’operazione Da quel momento inizia una latitanza tutta Platino): «Questo qua è il capo di tutti i vissuta sulle montagne d’Aspromonte. capi! Per regola, è capo di tutti i capi, di Come vuole la tradizione di famiglia. quelli che fanno parte di queste parti», continua Page 14

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ARMA I carabinieri, guidati dal tenente colonnello Pasqualino Toscani, comandante del Gruppo di Locri, sono arrivati a casa Barbaro all’ora di pranzo. La tavola imbandita, in casa i quattro figli, i sei nipoti, la madre e la moglie Carmine Maria Papalia, 46 anni. Lei è la nipote di Domenico, Antonio e Rocco Papalia, il boss di Buccinasco scarcerato venerdì da Secondigliano (Napoli) dopo 26 anni di carcere. A rafforzare, come se ce ne fosse bisogno, le parentele nobili di ‘u sparitu, anche l’alleanza con i potenti Pelle di San Luca: la sorella Marianna, 50 anni, è sposata con Giuseppe Pelle, l’erede del boss ‘Ntoni Gambazza. Quando i carabinieri sono entrati in casa, sfondando la porta con un ariete, Rocco Barbaro ha provato a scappare per le scale e poi fino al tetto dove però lo aspettavano, acquattati, i Cacciatori. A quel punto s’è arreso, buttando lì come da tradizione i

complimenti al comandante e ha ordinato alla madre Elisabetta di mettere su il caffé per i carabinieri. «Siamo riusciti a eludere il ferreo controllo del territorio del clan — spiega il tenente colonnello Toscani —, e di giorno, nel pieno centro del paese, è una operazione molto complessa. Chi conosce questo territorio sa quanto sia impenetrabile». E alla fine arriva la dedica al brigadiere Antonino Marino, carabiniere di Platì ucciso il 9 settembre del ‘90 a Bovalino. A sparare proprio il padre di Rocco, Ciccio ‘u castanu, condannato due anni fa all’ergastolo insieme al boss «milanese» Antonio Papalia: «Questo successo va a lui, alla memoria di un grande carabiniere». di Cesare Giuzzi

Mafia, presi 14 fedelissimi di Messina Denaro. "Iddu u dissi", nel 2015 si nascondeva a Marsala trova da 24 anni. Matteo Messina Denaro, il capomafia di Castelvetrano condannato all’ergastolo per le stragi di Roma, Milano e Firenze. L’erede del sanguinario Totò Riina, che conosce i segreti di quella stagione. Sembra essere diventato un fantasma.

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MARSALA (TRAPANI). L’odore del pitrusinu è intenso, all’alba. Dentro un vecchio baglio, il portone di legno è rimasto spalancato. Lungo una trazzera ci sono i segni delle jeep. Questa notte, i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani hanno battuto palmo a palmo le campagne che sanno di pitrusinu, il prezzemolo che qui cresce da sempre in abbondanza. Anche il paese si chiama Petrosino. Fra questi bagli e le trazzere che guardano il mare affacciato sull’Africa hanno cercato stanotte l’uomo che non si Page 15

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Di sicuro, continua a godere della protezione di una rete di fedelissimi. E questa notte la procura di Palermo diretta da Francesco Lo Voi ha fatto scattare un provvedimento di fermo per 14 persone, tutte residenti nella zona di Marsala. Perché è in questo scorcio di Sicilia che si sono strette le indagini negli ultimi tempi, grazie ad alcune preziose intercettazioni. Una prima traccia ha sorpreso nel 2015 due mafiosi di Campobello di Mazara mentre dicevano che Iddu si nasconde nella zona di Marsala. Poi, in un altro dialogo, un autorevole esponente della famiglia di Marsala, Nicolò Sfraga, sussurra: “Iddu u dissi". Lui l’ha detto. continua

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ARMA co “Lui” voleva mettere fine a un contrasto che attraversava la cosca di Petrosino. “Iddu u dissi” da che parte stava il torto, e da che parte la ragione. E tutti obbedirono. "Il latitante ha i c... vunciati (è arrabbiato ndr) - diceva ancora Sfraga - che sarebbe Messina Denaro, si trova nelle zone nostre... e vorrebbe ammazzare a qualcuno? Uno, due, tre, quanto... Ma qua, gli ho detto, ci sarebbe da salire là sopra... lui li dovrebbe ammazzare quelli di là, e poi scenderebbe piano piano". A capo della famiglia di Marsala c'era Vito Vincenzo Rallo. Sfraga era un suo fedelissimo; l'altra fazione del clan era animata da Vincenzo D'Aguanno. Messina Denaro si trova nella zone nostre Ora, questi frammenti di intercettazioni sono un tassello importante per provare a ricostruire il mistero di una latitanza che dura da troppo tempo. Per investigatori e magistrati, Messina Denaro si sposta di frequente. La rete di assistenza e di protezione è ampia, questo ribadisce il provvedimento di fermo disposto dal procuratore Lo Voi e dai sostituti Carlo Marzella, Pierangelo Padova e Gianluca De Leo, della direzione distrettuale antimafia. E’ scattato un fermo d'urgenza perché dalle intercettazioni sembravano emergere fibrillazioni all’interno della famiglia mafiosa di Marsala. E c’era persino il rischio di un omicidio che doveva avvenire presto per risolvere l’ennesimo contrasto nel clan. Forse, perché adesso Iddu è lontano. Chissà. I fedelissimi di Messina Denaro fanno prove di tiro

LA F O T O

Dai misteri di una lunga latitanza emerge la foto del giovane Messina Denaro al matrimonio della sorella Giovanna. Ha vent'anni in questa immagine che Repubblica mostra per la prima volta, ancora nessuno può immaginare il ruolo del rampollo di don Ciccio Messina Denaro, boss di peso e campiere della famiglia D’Alì, la famiglia del futuro sottosegretario agli Interni del governo Berlusconi. E’ il 1982, l'anno del primo omicidio per Matteo Messina Denaro. Dieci anni dopo, sarebbe diventato l'erede di Totò Riina ("Suo padre l'ha affidato a me", diceva il capo dei capi intercettato in carcere), il custode dei suoi segreti ("Conserva lui l'archivio di Riina", ha spiegato il pentito Giuffrè). Questa è ormai una latitanza scandalo costruita sui segreti del passato: dieci anni fa, Bernardo Provenzano trasmise a Messina Denaro (Alessio, si faceva chiamare) anche il nome di un misterioso politico tramite un pizzino riservato. Un altro giallo nella veloce carriera della primula rossa di Cosa nostra, l'uomo che sta traghettando l'organizzazione mafiosa in una nuova stagione di affari e complicità. Salvo Palazzolo

Roma, cambio al vertice della Legione Carabinieri, arriva il com a nd a nt e R i s p ol i

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Cambio al vertice della Legione Carabinieri Lazio. Il generale Andrea Rispoli è il nuovo comandante, subentra al generale Angelo Page 16

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Agovino che lascia per assumere la guida del Comando Carabinieri Ministero Affari Esteri. La cerimonia per il passaggio di consegne è avvenuta oggi, mercoledì mattina, all'interno della caserma di piazza del Popolo, la prima dei carabinieri a Roma dopo l'unità d'Italia, con gli onori del generale Ilio Ciceri, comandante interregionale Battaglione Podgora. Rispoli ha appena lasciato la guida della Legione Calabria. continua

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ARMA E' stato Comandante Provinciale dei Carabinieri di Avellino (dal 20.09.2001 al 17.09.2003) e di Bolzano (dal 22.09.2008 al 12.09.2012). Presso il Comando Generale dell’Arma ha prestato servizio presso l’Ufficio Criminalità Organizzata del II Reparto ed ha retto successivamente

l’incarico di Capo Ufficio Addestramento e Regolamento del I Reparto. Dal mese di settembre 2012 fino al 26 luglio 2015 è stato Consigliere giuridico del Capo di Stato Maggiore della Difesa a Roma. www.ilmessaggero.it

Arrestano quattro ladri rom.

Ma il giudice indaga i militari 1 1 m a g gi o 2 0 1 7

Vi siete mai chiesti se in Italia è sufficiente essere sorpresi a scavalcare una recinzione armati di passamontagna, cacciaviti e altri oggetti da scasso per essere condannati da un giudice? Risposta negativa: non basta. O almeno non è bastato a una banda di quattro rom torinesi, colti sul fatto da una pattuglia di carabinieri mentre cercavano di mettere a segno un furto e poi gentilmente rimessi in libertà da un solerte magistrato.

Il 2 marzo scorso una squadra dell'Arma si trovava nella zona residenziale di Grugliasco, periferia industriale ad ovest del capoluogo piemontese. Mese difficile: l'area da giorni veniva saccheggiata dai topi da appartamento e i residenti lamentavano insicurezza. In questo contesto, i due militari vedono quattro nomadi sospetti su una vecchia Volvo. Si appostano e pizzicano uno dei rom scavalcare la recinzione di un complesso residenziale e "armeggiare con un cacciavite" vicino al portone. Scatta il blitz: la pattuglia accende l'auto e i fari, il "palo" se ne accorge e avverte il collega introdottosi nella residenza. Questi torna indietro, salgono entrambi in auto e si mettono in fuga insieme ai compari rimasti a bordo. Il bandito al volante fa inversione a U per sfuggire alla cattura. I carabinieri piazzano l'auto di traverso, scendono dalla gazzella con le armi in mano e intimano alla banda di fermarsi. L'autista mette "la prima" per tentare di investirli. Ma poi, viste le armi puntate contro, decide di desistere. Page 17

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La storia potrebbe finire qui: la guardia cattura i presunti ladri e li porta in Questura. Punto. Ma i rom si trovano tre ottimi avvocati e così parte un processo che finirà col rivelarsi una farsa. Ieri infatti il giudice ha assolto i nomadi perché "il fatto non sussiste" e, secondo La Stampa, ha "disposto la trasmissione degli atti alla procura, perché proceda per falsa testimonianza nei confronti del maresciallo che aveva eseguito il fermo". Tradotto: ladri liberi e carabinieri indagati. Ovviamente la banda di rom ha fornito un'altra versione dei fatti. A loro dire si trovavano nella zona residenziale (dove non vivono) perché avevano "sbagliato strada". Al resto hanno pensato i legali. I quali sono riusciti a convincere il giudice che dal punto in cui i militari avevano parcheggiato la gazzella sarebbe stato impossibile vedere cosa accadeva; che non erano stati rinvenuti segni di scasso sul portone (ma il reato contestato era solo "tentato furto"); che gli inquilini non avevano presentato denuncia (ma parte d'ufficio in questi casi) e che le versioni dei due carabinieri non collimano. Infine, si sono appigliati ad un errore commesso nel verbale, dove è scritto "messa la retromarcia cercano di investirci", invece di "messa la prima (...)". Lana caprina. Come ha potuto appurare in esclusiva ilGiornale, però, i militari sono certi di aver fornito la stessa versione. Ma il giudice non gli ha creduto, preferendo dar credito a persone che in Aula avrebbero dichiarato

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ARMA di non fare furti in appartamento, ma "solo nelle ditte". Capito? Ladri, ma credibili. E peraltro si tratta di una bugia, visto che risultano avere un precedente di polizia per furto in appartamento. A guardare i trascorsi giudiziari della banda si rimane di stucco: decine di condanne a testa e fascicoli di precedenti lunghi un chilometro. Solo qualche tempo prima, peraltro, ai rom sono stati sequestrati beni per circa 1,6 milioni di euro trovati all'interno del campo dove vivono. Non basta? Durante il sopralluogo, le forze

dell'ordine hanno trovato un cacciavite nel giardino della casa oggetto di attenzioni e nell'auto dei nomadi c'erano cappellini, passamontagna e altri arnesi da scasso. "Non bisogna disincentivare i carabinieri ad indagare - attacca Lia Staropoli, presidente dell'Associazione "ConDivisa" ma disincentivare i criminalia delinquere". E invece il maresciallo dovrà rispondere per falsa tesimonianza. Perché la parola di due servitori dello Stato non vale nulla. Quella di rom pluripregiudicati, invece sì.. www.igiornale.it

Taormina verso il G7. Visita in città dei Comandante Generale dell’Arma Carabinieri

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Compagnie di Intervento Operativo di Bari e Palermo. Controllo capillare del territorio.

Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri-Generale di Corpo D’Armata Tullio del Sette, unitamente al Comandante della Legione Carabinieri Sicilia – Generale di Brigata Riccardo Galletta – ed alla presenza del Comandante Provinciale dei Carabinieri- Colonnello Jacopo Mannucci Benincasa- ha visitato la Compagnia Carabinieri di Taormina. Nella circostanza ad accogliere i vertici dell’Arma, c’erano il sindaco Eligio Giardina e l’assessore Salvo Cilona. Il Comandante Generale ha incontrato nella circostanza il Comandante dei Cc di Taormina, il Capitano Arcangelo Maiello, i carabinieri delle Stazioni e i militari di rinforzo provenienti dalle diverse Regioni Italiane. Tra questi, dopo aver salutato il personale presente ed effettivo al comando Compagnia di Taormina il Generale Del Sette ha avuto modo di salutare e parlare con i militari delle Page 18

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Le unità operative dell’Arma intervenute per la specifica esigenza di rafforzare la sicurezza in occasione del G7 e per lo svolgimento quindi delle attività di controllo straordinario del territorio, a supporto dei reparti della zona, hanno il compito di prevenire la recrudescenza di specifici fenomeni criminosi quali rapine gravi, estorsioni, attentati dinamitardi ed incendiari, contrabbando, sfruttamento della prostituzione, immigrazione clandestina ovvero il verificarsi di episodi delittuosi di particolare gravità quali omicidi, sequestri di persona, atti di eversione o terrorismo. L’impiego delle forze è stato disposto dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, d’iniziativa e su richiesta del Ministero dell’Interno. www.blogtaormina.it

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ARMA

Lentini, a Sigonella nasce lo Squadrone dei Carabinieri “Cacciatori di Sicilia” per dare la caccia ai super latitanti di Cosa Nostra

Il nuovo reparto dislocato all’interno della Base Aerea Militare viene istituito, su autorizzazione del Ministero della Difesa, dal Comando Generale dell’Arma, con lo scopo di concorrere con i Carabinieri dell’Organizzazione Territoriale della Sicilia alle attività sul terreno, forti dell’esperienza maturata in Sardegna e Calabria dove i Reparti dei cacciatori perlustrano la Barbagia e l’Aspromonte

1 2 m a g gi o 2 0 1 7 Sabato 13 maggio alle 10.30 a Sigonella, nella Base Aerea Militare “Aeroporto Cosimo di Palma”, avrà luogo la cerimonia di istituzione dello Squadrone Carabinieri Eliportato “Cacciatori Sicilia”, alla presenza del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, del Ministro dell’Interno Marco Minniti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Claudio Graziano e del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette. Il nuovo reparto dislocato all’interno della Base Aerea Militare viene istituito, su

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autorizzazione del Ministero della Difesa, dal Comando Generale dell’Arma, con lo scopo di concorrere con i Carabinieri dell’Organizzazione Territoriale della Sicilia alle attività sul terreno, forti dell’esperienza maturata in Sardegna e Calabria dove i Reparti dei cacciatori perlustrano la Barbagia e l’Aspromonte. Lo Squadrone istituito in Sicilia batterà le zone più impervie dell’isola in cerca dei grandi latitanti di Cosa Nostra e per la prevenzione e repressione dei reati in aree rurali. www.siracusanews.it

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza E' ARRIVATA "MY SITE" LA APP UFFICIALE DELL'ARMA DEI CARABINIERI CON I SERVIZI DEDICATI AI CARABINIERI. UN INNOVAZIONE ATTESA DA TEMPO CHE PORTA I CARABINIERI AL PASSO SEMPRE PIU' FUNZIONALI.. Si attendeva un intervento cosi' funzionale e pratico per i carabinieri da tempo. L'innovazione e la funzionalità di questa nuova era di aggiornamento ora dà una risposta al collegamento fra i carabinieri e i servizi del MY SITE della rete intranet direttamente sul proprio smartphone con la APP dedicata " MY SITE ".. "Non è solo una APP dedicata ma è nato il CCappStore sul portale intranet dell'Arma dei Carabinieri. Questa innovazione che passa dal contatto sempre piu' diretto tra i carabinieri e il centro dell'Arma e degli strumenti tecnologici a disposizione ora si concretizza con una serie di APP che saranno diffuse mediante i canali interni e che consentiranno di scaricare in download direttamente sul proprio smartphone.

La APP "MY SITE" rende a portata di smartphone i servizi propri dell'area dedicata al personale sulla rete intranet "my site". Statini paga, rubrica, convenzioni, rassegna stampa, focus-on di intranet, annuari, messaggeria, ufficio relazioni con il pubblico per i carabinieri Urp Box e tanti altri servizi che prenderanno forma man mano che saranno sviluppati. Sono servizi che rendono piu' dirette consultazioni su aree che richiedevano comunque un passaggio sul web nelle aree dedicate al personale dalla rete intranet dell'Arma dei Carabinieri. Oggi questa APP apre le porte a consultazioni dirette ed immediate, rendendo molto piu' pratiche alcune procedure su servizi di consultazione che giornalmente il carabiniere ricercava. Come tante altre innovazioni volute dal Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Generale di Corpo d'Armata Tullio del Sette e realizzate dallo Stato Maggiore dell'Arma, questo è un altro messaggio di funzionalità e di servizi offerti al carabiniere per renderne sempre piu' maggiore funzionalità.

Il Carabiniere si sente sempre piu' curato dal suo Stato Maggiore e sempre piu' consapevole che dal vertice, dal suo Comandante Generale, c'è una grande attenzione per rendere tutti i carabinieri dell'Arma nelle migliori condizioni di svolgere il ruolo istituzionale al servizio della gente delle nostre comunità sul territorio. Ce ne saranno tante altre APP di servizi e siamo solo all'inizio di una nuova era di funzionalità e di professionalizzazione che passa dall'utilizzo di tutti gli utili sistemi della tecnologia a nostra disposizione. Bravi tutti i nostri colleghi, di ogni ordine e grado, che nel far realizzare questa APP hanno operato in un attento e minuzioso punto di vista che è proprio del carabiniere e di cio' che debba essere utile dai servizi da utilizzare della APP "MY SITE".

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza L'applicazione è per i sitemi iOS e per android. Su iOS, una volta scaricata la CCappStore e lanciata l'installazione della APP "MY SITE", c'è una procedura nell'abilitare da impostazioni l'utilizzo della APP. Noi di Pianetacobar siamo soddisfatti che oggi parliamo anche della APP ufficiale dell'Arma dei Carabinieri "My site". Il nostro metodo innovativo di svolgere il ruolo di rappresentanti di carabinieri ha modificato il modo di approcciarsi con le informazioni d'interesse dedicate al carabiniere e nella consapevolezza di dover utilizzare ogni strumento utile per seguire ogni dinamica che riguarda e interessa il nostro ruolo sociale e sul territorio per tenere sempre piu' alto il livello di conoscenza. La nostra soddisfazione è quella di essere stati sempre i precursori dei vari passi che la struttura arma dei carabinieri oggi pone in essere sulla tecnologia e la comunicazione fra carabinieri e non. Le nostre innovazioni realizzate per i carabinieri che rappresentiamo e che hanno scelto di condividere con noi un percorso innovativo con pianetacobar e le sue iniziative, il sito web dedicato, la newsletter, i social, facebook, la pagina ufficiale, twitter, instagram...tanto, tanto carabiniere e sempre carabiniere.

Oggi l'applicazione funzionale riservata ai servizi per il carabiniere realizzata dall'Arma dei Carabinieri per rendere il MY SITE a portata di smartphone, per noi è solo una gran bella soddisfazione per essere parte attiva di questa innovazione che sosteniamo oggi con armonia a fronte di periodi difficili passati con un concetto "conservatore" poi sostenuto da chi ha sempre voluto una rappresentanza chiusa intorno alle scelte di opportunità tralasciando i fini fondamentali degli interessi collettivi. Un Arma dei Carabinieri sempre piu' all'opera per i suoi carabinieri e per la funzionalità del servizio che dobbiamo rendere con senso di responsabilità sul territorio del nostro paese. Avanti cosi' nel segno dell'innovazione e della crescita. I carabinieri cosi' vogliono la sua Arma dei Carabinieri.

FONTE: pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo pubblicata 22 aprile 2017

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ATTUALITA' -NEWS

Usa-Corea del Nord, Trump: "Sarei onorato di incontrare Kim" 0 1 m a g gi o 2 0 1 7

Il presidente americano Donald Trump sarebbe "onorato" di incontrare il numero uno della Corea del Nord Kim Jong-un, se ci fossero le giuste condizioni. Nonostante settimane di alta tensione tra Washington e Pyongyang, il leader americano ha spiegato in una intervista a Bloomberg che "se fosse appropriato per me incontrarlo, lo farei di sicuro. Ne sarei onorato". "Se fosse, lo ripeto, nelle giuste circostanze, lo farei", ha sottolineato il presidente Usa. "La maggior parte dei politici non lo direbbe mai", ha proseguito, "ma io lo dico, nelle giuste condizioni lo incontrerei. Abbiamo breaking news". E infatti poco dopo la Casa Bianca ha specificato: "Devono smetterla di provocare". Ieri in un'intervista al programma 'Face the nation' su Cbs News, Trump aveva abbandonato i toni più duri e aveva definito il leader nordcoreano un "tipo molto sveglio" per essere riuscito a mantenere il potere dopo averlo ereditato da giovane. "Era un uomo giovane di 26 o 27 anni - ha sottolineato nell'intervista quando subentrò a suo padre, dopo la sua morte. Sta affrontando ovviamente gente molto tosta, in particolare i generali ed altri. E ad un'età molto giovane è stato in grado di assumere il potere. Un sacco di persone, ne sono sicuro, ha tentato di prendergli il potere, che fosse lo zio o qualsiasi altro", ha osservato, rimarcando che è riuscito a mantenerlo. "Quindi ovviamente è un tipo molto sveglio", ha detto il presidente americano, che ha insistito sul fatto che l'opzione militare per la Corea del Nord continua a restare sul tavolo viste le continue provocazioni di Pyongyang. "Se fa un test nucleare, non sarò contento. E posso dirvi che credo che neppure il presidente cinese, che è un uomo molto rispettato, sarà felice", ha detto Trump che ultimamente ha provato a coinvolgere la Cina come tramite per far scendere la tensione. Il presidente Usa, alla domanda se un altro test atomico comporterà Issue 1

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un'azione militare nei confronti della Corea del Nord, ha risposto: "non lo so, vedremo".Da quando ha assunto la guida del Paese alla morte del padre nel 2011, Kim Jong-un non ha mai incontrato leader stranieri. La Corea del Nord è diventata la questione di sicurezza nazionale e di politica estera più urgente per Trump, che ha appena passato la soglia dei 100 giorni dall'insediamento alla Casa Bianca. La Corea del Nord ha continuato a testare missili quest'anno dopo avere condotto l'anno scorso il suo quarto e quinto test nucleare.

E solo due giorni fa era fallito il secondo test consecutivo di un missile nordcoreano. E oggi Pyongyang, dopo aver minacciato di affondare la portaerei Carl Vinson, la Corea del Nord ha assicurato che riserverà lo stesso trattamento al sommergibile nucleare Uss Michigan, che il presidente Trump ha deciso di inviare nei mari coreani. "Sarà destinato ad affrontare l'infelice destino di diventare un fantasma subacqueo sena riuscire a venire in superficie", scrive Urminzokkiri, un sito di propaganda del regime nordcoreano che considera l'invio del sottomarino una "ulteriore minaccia militare verso la nostra Repubblica". Trump ha parlato oggi per telefono con i presidenti di Thailandia e Singapore, per discutere della sicurezza nella regione sudorientale dell'Asia. La Casa Bianca ha fatto sapere che entrambi i leader sono stati invitati a Washington. E oggi alle 12.30 ora di Washington, le 18.30 in Italia, il presidente americano avrà un colloquio telefonico con il suo omologo russo, Vladimir Putin. Probabile che si parlerà anche della Corea del Nord. Intanto, però, il sistema antimissile THAAD fornito dagli Stati Uniti alla Corea del Sud è diventato "pienamente operativo", secondo quanto ha comunicato

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ATTUALITA' -NEWS un portavoce delle Forze armate americane di stanza a Seul. Ed è anche pienamente operativo Il drone statunitense a pilotaggio remoto Global Hawk che è giunto a Tokyo con l'obiettivo di monitorare le attività del programma missilistico nella Corea del Nord. L'aeromobile da ricognizione, proveniente dall'isola di Guam, è atterrato nella serata di ieri alla base di Yokota, situata a 30 km a ovest della capitale. Il comando statunitense ha reso noto che il drone rimarrà a Tokyo fino al mese di ottobre, per evitare l'eventualità di tifoni che si abbattono sull'isola a sud dell'arcipelago giapponese nei mesi estivi. Altri quattro Global Hawks sono attesi nella base di Yokota in tempi rapidi e con essi saranno circa 110 i militari Usa impiegati per la manutenzione dei velivoli senza pilota, controllati a distanza negli Stati Uniti. Precedentemente i droni erano dispiegati

nella base aerea di Aomori, a nord del Paese, ma i lavori di manutenzione della pista hanno determinato il trasferimento a Yokota, dove si trova il quartier generale delle Forze armate statunitensi in Giappone.

E Pyongyang non ha atteso molto per denunciare la presenza di aerei militari americani "vicino al proprio territorio". La Corea del Nord infatti afferma che velivoli bombardieri Usa hanno sorvolato la penisola (non è chiaro se Pyongyang sostenga anche che siano penetrati in territorio nordcoreano) portando ordigni nucleari. Due B1-B, bombardieri supersonici Usa, sono dislocati in Corea del Sud e stanno partecipando alle esercitazioni congiunte Washington-Seul. www.repubblica.it

Alitalia, via libera unanime dal Cda al commissariamento 0 2 m a g gi o 2 0 1 7

I sindacati di Alitalia sono stati convocati per mercoledì 10 maggio per incontrare i commissari della compagnia.

Intanto uno dei tre commissari, Luigi Gubitosi aveva fatto sapere che per sei mesi "600 milioni saranno sufficienti e dopo vedremo". A breve, ha spiegato, sarà pubblicato un bando, "tra 15 giorni, giorno più o giorno meno" per le manifestazioni di interesse e "sarebbe importante, se ci fosse una cordata, avere un partner industriale". Gubitosi si dice quindi sicuro che può esserci qualcuno interessato, perché avevano prima investitori disposti a metterci quasi un miliardo di cassa" per arrivare a una ricapitalizzazione di due miliardi". "L'amministrazione straordinaria prevede, in materia di responsabilità degli amministratori, l'applicazione delle medesime norme dettate dall'ordinamento dei fallimenti. I commissari appena nominati adotteranno doverosamente ogni iniziativa Issue 1

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eventualmente necessaria anche con riferimento allo specifico tema della responsabilità degli organi sociali": a riferirlo è il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda durante il question time. "Cercheremo come prioritario il fatto che si compri l'insieme dell'azienda in un contesto in cui si cerchi di rilanciarla aveva anche detto Calenda a Radio Anch'io - Oggi non ci sono trattative sul tavolo, i commissari devono predisporre un programma ed è previsto che entro 15 giorni inizino ad aprire alle manifestazioni di interesse". "Quando arriveranno le valuteremo", ha aggiunto Calenda indicando la necessita' di "un'alleanza con un'azienda del trasporto aereo".

Poi a proposito di una possibile quota dello Stato in Alitalia proposta anche dall'ex premier Renzi: "Il Governo ha escluso la nazionalizzazione di Alitalia - ha spiegato -,

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ATTUALITA' -NEWS e credo che i cittadini, che hanno pagato 7,5 miliardi, più questo prestito ponte, quindi 8 miliardi" per Alitalia, "sono molto attenti a come vengono usati i loro soldi e dobbiamo essere noi molto attenti a come vengono usati", ha affermato il ministro. I 600 milioni di prestito ponte concessi dallo Stato ad Alitalia sono un "male necessario, inevitabile, perché mettere gli aerei a terra dalla sera alla mattina costerebbe molto di più a contribuenti italiani". Calenda ha ricordato che "ci sono 4,9 milioni di prenotazioni di biglietti Alitalia e la compagnia ha una quota di mercato rilevante nel paese". I "600 milioni ci servono ad evitare una situazione peggiore dal punti di vista economico" ha detto Calenda spiegando che la cifra è superiore a quanto previsto (il ministro aveva stimato 1 miliardo di costi l'anno): "questi saranno sei mesi di amministrazione straordinaria che ci costeranno 100 milioni di più di quanto previsto perché la Iata ha chiesto 128 milioni di deposito cauzionale", ha concluso il ministro. Delrio: 'Cerchiamo chi la compri unita' - "E' un prestito oneroso, lo Stato conta di rientrare, ma soprattutto contiamo di trovare un compratore che mantenga il valore dell'azienda il più possibile intatto, cioè l'azienda unita e non spezzettata". Lo ha detto il ministro dei trasporti Graziano Delrio parlando di Alitalia a Uni Mattina, dopo la decisione di avviare l'amministrazione straordinaria con 600 milioni di prestito ponte. Il compito dei commissari, ha precisato Delrio, è "risanare e anche trovare un potenziale compratore". Quello che un potenziale compratore di Alitalia imponga tagli ancora più drastici di quelli chiesti dal precedente piano industriale "è uno dei rischi potenziali". Delrio ha spiegato che "per questo il Governo, pur non essendo parte in causa, perché la compagnia non è di proprietà dello Stato, si è fatto parte attiva per cercare" la mediazione poi bocciata con il referendum. Alitalia commissariata. Per salvarsi 600 mln e 6 mesi - Avventura finita, dopo due anni e 4 mesi dal suo decollo, il primo gennaio 2015, dell'Alitalia targata Etihad. L'ex compagnia di bandiera torna, per la seconda volta nella sua storia (era già accaduto nel 2008), in amministrazione straordinaria. A guidarla saranno tre commissari: Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. E per garantire l'operatività nei prossimi mesi, il Governo ha concesso un prestito ponte di 600 milioni. Tutto Issue 1

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regolare quindi per i passeggeri: i voli e le operazioni di Alitalia - assicura la compagnia non subiranno alcuna modifica e continueranno secondo la programmazione prevista. Quella di garantire la continuità della compagnia è stata la principale preoccupazione del Governo. Che è intervenuto "non solo su esplicita richiesta da parte dell'assemblea dei soci" ma come "atto di responsabilità di chi deve assicurare alcuni servizi fondamentali", ha spiegato il premier Paolo Gentiloni al termine di un cdm dedicato in modo "monografico" alla vicenda Alitalia. La scelta mettere gli aerei a terra oggi avrebbe avuto "impatti pesantissimi", ha ribadito il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, ricordando che Alitalia ha "4,9 milioni di prenotazioni in piedi e trasporta 2 milioni di passeggeri al mese". ''E' una sfida delle più serie tra quelle che ha affrontato nella sua esistenza, dalla quale siamo convinti che uscirà più forte'', ha commentato Gubitosi che ha seguito tutti gli ultimi passaggi della vicenda. Alla compagnia il Governo ha assicurato un "ponte di continuità" con l'amministrazione straordinaria e un "prestito oneroso" di 600 milioni per sei mesi, uno scenario con cui non si profila però, ha ribadito il premier, nessuna possibilità di rinazionalizzazione: "lo abbiamo escluso fin dal primo momento e lo escludiamo oggi". Improbabile anche la possibilità che lo Stato ci metta altri soldi, come chiarito da Calenda: i 600 milioni, che sono a condizioni di mercato (Euribor +1000 punti base) definite con l'Ue, "sono il massimo che oggi si possa prevedere e fare". Per i commissari c'è un mandato "chiaro", "ampio nello spettro" ma "limitato" nei tempi (6 mesi), ha spiegato Calenda, precisando che nel giro di breve tempo dovranno aprire alle manifestazioni di interesse da parte di potenziali acquirenti. L'obiettivo è "lavorare su un piano industriale per permettere ad Alitalia di trovare soci capaci di investire e sanare debolezze storiche che non dipendono dalla presenza delle low cost ma strategie sbagliate", ha detto il ministro dei trasporti Graziano Delrio. "Siamo convinti che il mercato potrà trovare investitori interessati e lo Stato farà la sua parte", ha aggiunto. I sindacati, che vedono nella continuità territoriale spazio per trovare strade alternative alla liquidazione, auspicano che il lavoro dei commissari non porti alla svendita ma alla ricerca di nuovi investitori e al conseguente rilancio della compagnia. (...) ANSA

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ATTUALITA' -NEWS

Terrorismo, quanto siamo al sicuro in Italia? 0 3 m a g gi o 2 0 1 7 I venti di guerra che soffiano anche sul mondo occidentale innescano la stessa paura che il terrorismo ha ormai disseminato nelle capitali europee. E per questo motivo ricorre spesso la parola sicurezza. La sicurezza di un Paese. Ma quanto può essere vulnerabile il nostro Paese?

Il rischio, in generale, è dato da tre fattori: la pericolosità, l’esposizione e la vulnerabilità. In Italia abbiamo una pericolosità elevata per la facilità con la quale i potenziali terroristi possono procurarsi i mezzi con i quali provocare un danno alla collettività. L’esposizione è altrettanto alta perché gli obiettivi “soft target” sono alla portata di tutti. E sono tanti. Per quanto riguarda la vulnerabilità, occorre declinare la questione in maniera diversa. Quella “tecnica” è elevatissima: ad esempio, le persone che stanno ad aspettare alla fermata dell’autobus possono essere falciate da un’automobile che arriva all’impazzata guidata da un terrorista. Per questo motivo occorre iniziare a lavorare sulla vulnerabilità “psicologica”. Occorre cioè entrare nell’ordine di idee che questo tipo di terrorismo ci accompagnerà ancora per diverso tempo. E che tanto più avrà sconfitte sul terreno di una guerra simmetrica, quanto più aumenterà il suo sforzo su una guerra asimmetrica. Daesh lo sa e infatti ha allargato il piano del confronto da Mosul o Arak al mondo intero.

Il terrorismo e la paura che produce ci accompagneranno per molto tempo. E la possibilità di difesa di un certo tipo avrà efficacia limitata. C’è il rischio che andremo sempre più a comprimere le nostre libertà, nel convincimento molto teorico che questo riduca il pericolo. Di fatto abbiamo già cambiato le nostre abitudini e limitato la nostra vita. E questo è un ulteriore punto a favore di Daesh,in questa partita mortale che ha iniziato Issue 1

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contro il mondo occidentale. Quella che stiamo vivendo è una situazione di pericolo reale, di azioni difficilmente prevedibili: i nervi saldi quindi sono la nostra forma di difesa più efficace. Nulla ci è più nemico del panico, della “paura della paura”.

È insomma necessario un approccio culturale, mentale, per limitare i danni. E occorre spogliare questa battaglia di tutte le possibili strumentalizzazioni xenofobe di chi ha interesse in qualche modo a radicalizzare lo scontro, ad aumentare la paura, perché altrimenti all’esito di questa battaglia avremo libertà ancora più compresse, un rischio ancora elevato e ondate di isteria collettiva.

Che la principale battaglia sia culturale lo ripete spesso anche Franco Gabrielli, capo della polizia. Perché oggi il rischio è dettato più di ogni altra cosa dalla percezione dell’insicurezza. La paura, come dicono i sociologi, è ormai globalizzata: quello che è avvenuto a Parigi a Londra a Berlino a Monaco o a Nizza entra immediatamente nella vita delle persone. Non solo di quelle che stanno a poca distanza dai luoghi in cui si sono verificati i fatti, ma in tutto il mondo. E viviamo una condizione di paura permanente. Ma non possiamo accettare che la paura prevalga, perché questa sarebbe una sconfitta ancora più grave. E non possiamo nemmeno elevare (inutili) muri sulle acque o sulle spiagge. Occorre far comprendere la situazione. Gli investigatori italiani hanno grandi qualità nella tattica, nella gestione e nella prevenzione, ma il salto di qualità è mentale, insomma. Perché è l’unica cosa che può portarci alla vittoria, sul lungo termine, contro il terrorismo. Lo scorso dicembre durante la presentazione del calendario della polizia, Gabrielli rispondendo alla domanda di una

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ATTUALITA' -NEWS giornalista ha detto: «Il mio desiderio per il 2017 è che in questo Paese i temi della sicurezza non siano temi sui quali si vincono le campagne elettorali ma si costruisce il futuro dell’Italia. Questo è l’auspicio».

Se invece sui temi della sicurezza si regolano i conti a livello politico o personale, la guerra contro il terrorismo è molto più difficile da vincere. LIRIO ABBATE

Fisco e web, dai giganti della Rete potrebbe arrivare un miliardo di euro

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Il mega accordo milionario siglato dall'Agenzia delle entrate con Google potrebbe fare da "apripista". Dai giganti del web, infatti, potrebbe arrivare per le casse del fisco quasi un miliardo di euro. Dopo Apple (318 milioni) e Google (306), appunto, si lavora a una intesa anche con Facebook, Amazon e Airbnb. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: "Avanti sulla web tax, pronti a misure nazionali ma il tema va affrontato a livello internazionale".Con Google accordo storico - A differenza di Apple, che vende anche prodotti fisici (telefonini e tablet), Google fornisce solo servizi on line. La cifra versata (306 milioni) è la seconda per importo. Ma più di quanto Google ha già versato a Londra (130 milioni di sterline, circa 136 milioni di euro). Importante anche il percorso individuato tra l'amministrazione e Mountain View che si è impegnata a continuare a versare tasse nel Belpaese. Issue 1

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Con il fisco Apple ha raggiunto un accordo lo scorso dicembre per i mancati versamenti dell'imposta sui redditi delle società. La casa di Cupertino ha così messo mano al portafoglio e versato all'erario italiano 318 milioni di imposte. In Italia, fin dai primi controlli, i funzionari dell'Agenzia delle entrate avevano evidenziato che, pur se tramite una società irlandese, la Apple vendeva prodotti non dall'Irlanda ma dall'Italia. Nel mirino Amazon, Facebook e Airbnb - Il fisco italiano, dopo i successi ottenuti con Apple e Google dei quali si è parlato anche sulla stampa internazionale, punterebbe ora con decisione ad altri giganti del web. In particolare su Amazon, Facebook ed Airbnb, anche loro ritenuti responsabili di far utili in Italia senza pagare tasse oppure pagandone una minima parte rispetto ai ricavi ottenuti nel nostro Paese. E l'Agenzia delle Entrate infatti in una nota spiega: "L'Agenzia conferma il suo impegno nel perseguire una politica di controllo fiscale attenta alle operazioni in Italia delle multinazionali del web".Padoan: avanti su web tax - Quello della web tax "è un tema che va portato avanti, le posizioni dei paesi G7 sono diverse, ma c'è riconoscimento che il tema debba essere affrontato. L'Italia farà di tutto per fare passi avanti importanti su questo terreno". Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sottolineando che in attesa di un accordo internazionale "bisogna riflettere su quello che si può fare a livello nazionale". Lavoriamo a partire da questa evidenza che abbiamo", ha aggiunto il ministro nel corso di un'audizione alla Camera. "Io sono disponibile a ragionare per arrivare a provvedimenti in questo senso che siano efficaci", ha detto. Secondo Padoan, "è un tema che deve essere portato avanti di pari passo a livello nazionale e internazionale". www.tgcom24.mediaset.it

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Legittima difesa, via libera della Camera. Salvini protesta 0 5 m a g gi o 2 0 1 7 Primo via libera alle nuove norme che rafforzano la legittima difesa specificando anche la circostanza dell'aggressione notturna, tradotta liberamente nella possibilità di poter "sparare" anche di notte in caso di attacco. Si tratta di un'aggiunta alle norme già esistenti che definiscono meglio proprio gli episodi di legittima difesa, dando ulteriori garanzie a chi si difende se costretto a usare le armi in alcune ore della giornata.

La Camera, tra le polemiche del centrodestra (con il leader della Lega Nord Matteo Salvini che gridava "vergogna" dalla tribuna) ha espresso 225 sì, 166 no e 11 astenuti. A votare contro, tutto il centrodestra (anche Forza Italia che ieri aveva inizialmente dato disponibilità a trovare un'intesa con il Pd), i partiti di sinistra ed il Movimento Cinque Stelle. Via libera invece dai Dem e Alternativa Popolare. Proprio l'accordo raggiunto con il partito di Angelino Alfano ha permesso la fumata bianca, nonostante il fronte compatto delle opposizioni. La ritrovata intesa dentro la maggioranza consente al disegno di legge, che ora passerà all'esame di Palazzo Madama, di poter avere un iter meno a rischio, visti i numeri risicati della coalizione di governo nella Camera Alta. A segnare la 'svolta' è stato l'accordo raggiunto dopo ore di trattative sulla possibilità per una vittima di poter ricorrere all'uso delle armi per difesa nella propria abitazione o negozio fermo restando la necessità di proporzione tra difesa e offesa e l'attualità del pericolo". Un punto di caduta su cui inizialmente aveva dato il suo assenso anche Forza Italia. Ma il rischio che gli azzurri rimanessero isolati su un tema sensibile ha fatto suonare le sirene di allarme ad Arcore tanto che ad annunciare il cambio di strategia degli azzurri ci ha pensato Silvio Berlusconi annunciando il no del suo partito al disegno di legge. Il fronte Issue 1

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compatto delle opposizioni però non ha impedito alla maggioranza di poter incassare il primo via libera. Un'approvazione andata in scena tra sit in di protesta in piazza organizzati dalla Lega e da Fratelli d'Italia e con le urla di Matteo Salvini dalla tribuna di Montecitorio: "E' una vergogna - dice il leader del Carroccio - Questa legge è l'ennesimo affronto di un governo clandestino che arma i ladri e non difende i cittadini".

Sulla stessa linea Fratelli d'Italia che subito dopo la fumata bianca dell'Aula si ritrova in piazza davanti Montecitorio per protestare. I parlamentati di Fdi, con a capo la Meloni, decidono di incatenarsi per denunciare "una legge che lega le mani agli italiani. Noi vogliamo cercare di costruire uno Stato che sta dalla parte delle vittime e non con i carnefici". Parla di legge "imbrogliona, che dice tutto e il suo contrario", anche il capogruppo azzurro Renato Brunetta. Il Movimento Cinque Stelle accusa la maggioranza di aver fatto solo "propaganda" mentre Sinistra Italiana sottolinea la vittoria "della lobby delle armi".

A bocciare la legge però non è solo una parte della politica. A puntare il dito contro il provvedimento è anche Roberto Saviano. Lo scrittore sul suo profilo social critica la decisione di consentire alle persone di poter sparare: "Non è consentendo alle persone di armarsi e di sparare che si tutela la sicurezza dei cittadini. Con il decreto Minniti e la legge sulla legittima difesa - accusa - il Partito Democratico ha deciso definitivamente di essere un partito della peggior destra che fa leva su istinto, ignoranza e luoghi comuni". A rispedire al mittente ogni accusa ci pensano però all'unisono i partiti della maggioranza. A difendere il provvedimento ci pensa il ministro degli Esteri Angelino Alfano: "Siamo soddisfatti, abbiamo posto rimedio alla legge della Lega che era un flop". La presidente della commissione Giustizia

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ATTUALITA' -NEWS Donatella Ferranti ci tiene invece a chiarire che la nuova legge non introduce nessun far west: "Il testo varato oggi rafforza le tutele giuridiche di chi viene aggredito in casa sollevandolo se prosciolto anche dalle spese processuali, ma sempre nel solco della Costituzione e dei principi dello Stato di diritto". A fare chiarezza ci pensa anche Cesare Mirabelli presidente emerito della

Corte Costituzionale: "La nuova legge non sconvolge il sistema. Precisa alcuni elementi e per qualche aspetto potrebbe apparire anche superflua perche' il giudice gia' applica le norme generali sulla legittima difesa. (ANSA)

La rivoluzione dei compro oro: tracciabilità dei clienti anche a fini fiscali 0 6 m a ggi o 2 0 1 7

Rivoluzione in vista per i compro oro. Il decreto legislativo di sistemazione di un settore ad alto rischio di infiltrazione criminale e di riciclaggio – solo 346 attività registrate all'albo della Banca d'Italia contro 20 mila censite dalla polizia e 28 mila stimate – ha ottenuto giovedì il via libera della Commissione finanze della Camera e punta ora alla regolarizzazione e all'emersione di un giro d'affari stimato tra 7 e 12 miliardi di euro. I compro oro fino ad oggi sono cresciuti di fatto in una zona grigia, fuori dal perimetro del mercato dell'oro (legge 7 del 2000, riservata all'esercizio professionale) ed equiparati al commercio di prodotti finiti, in sostanza al negozietto di quartiere. Gli unici controlli di legge finora sono stati rimessi al questore, che valuta i requisiti dell'aspirante compro oro e che dovrebbe controllarne i registri delle operazioni. In realtà l'esperienza degli ultimi 15 anni ha dimostrato che il commercio “non professionale” di oro ha attirato ingenti quantità di denaro liquido e, ovviamente, l'interesse anche di organizzazioni criminali. Da qui l'esigenza di stringere i controlli su un settore ad alto rischio, approfittando anche del contemporaneo giro di vite sui controlli antiriciclaggio (il Parlamento sta per approvare l'aggiornamento “europeo” del decreto legislativo 231 del 2007). Con la nuova normativa, che entrerà in vigore in tempi molto stretti, viene istituito il Registro degli operatori di compro oro, tenuto dal già esistente Organismo degli agenti in Issue 1

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attività finanziaria e dei mediatori creditizi. Compro oro, primo ok a registro e vigilanza L'iscrizione sarà obbligatoria, pena una condanna da 6 mesi a 4 anni e multa fino a 10mila euro. Ma la parte più innovativa del decreto legislativo riguarda gli obblighi di verifica della clientela che i commercianti in oro dovranno adottare, del tutto uguali a quelli cui sono tenuti gli intermediari finanziari (banche, poste, assicurazioni) e i professionisti (notai, avvocati, commercialisti). In sostanza quando acquista un orologio o una catenina di seconda o terza mano, il commerciante dovrà chiedere dati anagrafici, foto e documenti del cliente, annotare tutto in un registro – da conservare per cinque anni – verificare che si tratti dell'effettivo titolare dei beni, utilizzare un conto corrente dedicato. E, nel caso tema non sia tutto così chiaro come sembra, il compro oro dovrà attivare l'Unità di informazione finanziaria per sospetto di riciclaggio, che a sua volta potrà innescare la Polizia valutaria delle Guardia di finanza per approfondimenti anche di natura penale. Antiriciclaggio, resta l’obbligo di conservazione dei dati Nello schema di decreto anche una serie di sanzioni amministrative non simboliche (da mille a 50mila euro per ogni singola violazione) per ogni “dimenticanza” burocratica del commerciante e, soprattutto, per la mancata segnalazione di operazioni sospette. Infine, proprio come per la normativa antiriciclaggio, i dati dei registri del “compro oro” potranno essere utilizzati anche a fini fiscali: visti i fatturati in gioco (da 7 a 12 miliardi), l'oro vero rischia di vederlo l'agenzia delle Entrate. www.ilsole24ore.com

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Scuola, cattedra fissa per 15mila supplenti. Si s b l occa no l e a s s unz i oni " 1 1 m a g gi o 2 0 1 7

Roma - Sono 15.100 i nuovi insegnanti che conquistano la sospirata cattedra fissa. È il frutto di un accordo, che dopo un tira e molla andato avanti per settimane tra la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e quello dell’Economia Pier Carlo Padoan, è giunto finalmente in porto. Ieri si è infatti trovata un’intesa sul numero di insegnanti che passeranno dall’organico di fatto all’organico di diritto, da supplenti a titolari di cattedra. La trasformazione attua una norma inserita in legge di Bilancio ed è un compromesso, già indicato al ribasso dai sindacati più critici ma anche dal Movimento cinque stelle, tra i 25.000 posti chiesti dalla Fedeli e i 10mila che il titolare dell’Economia sembrava disposto a cedere.

Oltre 5mila posti in più strappati con fatica. In tutto, quest’anno, saranno dunque disponibili circa 52.000 posti per le assunzioni a tempo indeterminato poiché ai 15.100 posti «trasformati» vanno aggiunti i posti rimasti liberi in seguito a pensionamenti (circa 21mila) e i posti già vacanti e disponibili (circa 16mila).

Tutte cattedre che verranno coperte con contratti stabili «favorendo – spiegano a viale Trastevere – la continuità didattica e dando una risposta alle legittime aspettative delle precarie e dei precari storici e delle vincitrici e dei vincitori del concorso». «Ci voleva un po’ di coraggio in più, per dare stabilità alla scuola bisognava eliminare la differenza tra l’organico di fatto e quello di diritto, risolvendo il problema alla radice – spiega Pino Turi segretario della Uil scuola –. Rimane un vulnus, è ancora troppo ampia la differenza tra l’organico di fatto e quello Issue 1

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di diritto. Non vorremmo che dietro questa prudenza del Mef ci fosse la volontà di andare poi a fare nuovi tagli alla scuola che invece ha bisogno di investimenti».

Le procedure di assunzione avverranno nel corso di questa estate con decorrenza dei contratti dal primo settembre. L’intesa raggiunta tra i due ministeri «conferma – sottolinea una nota congiunta – il continuo impegno del Governo in favore dell’istruzione scolastica». Previsto il monitoraggio dell’evoluzione dell’organico «con l’obiettivo di contenere il fenomeno del precariato e garantire continuità nello svolgimento dell’attività didattica». «La scuola merita questo riconoscimento. Trasformare ciò che oggi è organico di fatto in organico di diritto significa – sottolinea la ministra Fedeli – scegliere di continuare a investire sulla qualità della formazione delle e dei docenti, mettendo al centro gli interessi di studentesse e studenti, famiglie, insegnanti». L’intesa – aggiunge – è «frutto dello sforzo comune» compiuto dal Miur e dal Mef. «Andremo avanti con le assunzioni» prosegue la ministra facendo riferimento ai posti derivanti da turnover e concorsi «e continueremo a operare trovando le condizioni per rendere l’insieme degli organici scolastici sempre più formati». «La trasformazione di incarichi di fatto con l’inserimento nell’organico stabile del personale docente è parte di un processo complessivo di riforma che procede senza interruzioni – conclude il ministro Padoan per il quale – una gestione avveduta e lungimirante delle finanze pubbliche è una condizione necessaria per sostenere il percorso delle riforme e ne rende possibile l’attuazione». www.quotidiano.net

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G7: Padoan, senza inclusione n o n c ' è c re s c i t a 1 2 m a g gi o 2 0 1 7

"Il tema della crescita e dell'inclusione sociale è al centro dell'agenda del G7 e del G20. Sono molto contento di questo. L'Italia porta avanti queste tematiche, senza inclusione sociale la crescita non si sostiene e deve andare avanti". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan arrivando al castello Svevo di Bari per l'avvio dei lavori del G7 finanze.

La web tax "è una proposta che sta prendendo corpo, ci sono diverse proposte nazionali ma il g7 serve proprio a trovare la convergenza. Su questo lavoreremo", ha sottolineato Padoan. "Non sono preoccupato dal piano americano sulla tassazione, valuteremo come l'ambizioso

piano Usa sulle tasse ci riguarderà", ha aggiunto.

Moscovici, flessibilità a Italia 2018? Discutiamo - "Non siamo al momento delle decisioni, stiamo discutendo, sappiamo che ci sono le regole, e l'Italia deve impegnarsi". Così il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici arrivando al castello Svevo per i lavori del G7 finanze, rispondendo a una domanda sulla possibilità che possa essere concessa flessibilità per il 2018. "finora tutta la flessibilità è stata garantita". Ora "stiamo considerando le circostanze, non siamo rigidi" e il "dialogo tra la Commissione, l'Italia e Padoan è buono". ANSA

Usa, patto commerciale in dieci p unt i con l a C i na

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New York - L'amministrazione Trump ha annunciato nella notte un nuovo accordo con la Cina sul fronte commerciale. L'intesa, incentrata su un piano in dieci punti, prevede miglior accesso ai mercati che dovrebbe aiutare l'export americano. In particolare la Cina promette maggior apertura ai produttori di carni bovine, agli esportatori di gas naturale, a finanziarie specializzate nei sistemi di pagamento elettronico e ai servizi delle società di valutazione del credito. Gli Stati Uniti, in cambio, si impegano a migliori condizioni per il pollame e ad accogliere crecenti investimenti diretti in arrivo dalla potenza asiatica, la seconda economia al mondo dopo gli Stati Uniti. L’intesa fa seguito a mesi di polemiche commerciali sulla Cina ma anche a un vertice bilaterale in Florida in aprile tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping che ha segnato un disgelo. Trump aveva in quell’occasione annunciato l’avvio di colloqui Issue 1

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sull'interscambio e una maggior cooperazione anche sulla crisi nucleare con la Corea del Nord. Svanite erano invece le accuse a Pechino di manipolare la propria valuta. Il nuovo piano è stato annunciato dal Segretario al Commercio Wilbur Ross, che lo ha definito con un «nuovo apice nei rapporti bilaterali». E arriva alla vigilia di un importante summit economico globale in Cina nel fine settimana. Ma è stato accolto con cautela dal mondo aziendale americano e dagli analisti. I suoi risultati concreti, indicano, dovranno essere verificati. La Chamber of Commerce, la più grande associazione imprenditoriale, ha fatto sapere di sperare che la Cina rispetti impegni spesso già presi in passato. Gli Stati Uniti hanno riportato un deficit commerciale di 347 miliardi di dollari l’anno scorso con la Cina, un disavanzo che Trump ha promesso di combattere. www.ilsole24ore.com

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RUBRICHE

Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro PROFESSIONE FORENSE

Esame avvocato: è sufficiente il voto numerico? L'ultima parola all'Adunanza Plenaria.

Una delle questioni più dibattute circa gli esiti dell'esame di avvocato è sicuramente quella volta a sapere se l'obbligo motivazionale della Commissione è assolto tramite la mera indicazione del voto numerico oppure sia necessario una motivazione 'a sostegno' del voto che non ammette alle prove orali l'aspirante avvocato.. (Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, ordinanza n. 206/17; depositata il 2 maggio)

RISARCIMENTO DANNI

L'associazione di consulenza fiscale che non si presenta all'invito delle Entrate deve risarcire i danni. In tema di liquidazione dei danni patrimoniali da invalidità permanente in favore del soggetto leso, il giudice non deve applicare lo scarto tra vita fisica e vita lavorativa qualora utilizzi il criterio della capitalizzazione del danno patrimoniale futuro. (Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n. 11209/17; depositata il 9 maggio)

D A SP O

Fumogeni, petardi, bastoni... che si tratti di lancio o di utilizzo il pericolo è dietro l'angolo.

quali, ad esempio, fumogeni, razzi, petardi, mazze e bastoni che possono porre in concreto pericolo la vita delle persone presenti alla manifestazione sportiva. (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 22296/17; depositata il 9 maggio)

DIRITTO BANCARIO

La 'forma informativa' del contratto d'investimento: aspettando le Sezioni Unite.

La Prima Sezione Civile della Corte Suprema di Cassazione, con l'ordinanza interlocutoria del 27 aprile 2017, torna ad occuparsi del dibattuto tema del requisito della forma scritta del contratto di intermediazione finanziaria. (Corte di Cassazione, sez. I Civile, sentenza n. 10447/17; depositata il 27 aprile)

RISARCIMENTO DANNI

Telefonate alla condannato a

professoressa, studente versarle 10mila euro.

Chiuso il procedimento penale: prescritti i reati contestati al giovane, cioè molestie e diffamazione. Ciò però non cancella il disagio subito dalla donna, che ha diritto ad un adeguato ristoro economico.. (Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n. 11211/17; depositata il 9 maggio)

L’art. 6-bis l. n. 401/1989 punisce non solo il lancio ma anche l’utilizzo di strumenti

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro Divorzio, Cassazione: criterio per assegno è autosufficienza e non tenore di vita

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Così la Suprema Corte nella sentenza n. 11504/ 17: "Mantenimento non va riconosciuto a chi è indipendente economicamente". Ovvero, possiede redditi, patrimonio mobiliare e immobiliare, "capacità e possibilità effettive" di lavoro personale e "la stabile disponibilità" di un'abitazione

ROMA - La Cassazione stabilisce nuovi parametri in materia di assegno di divorzio: conta il criterio dell'indipendenza o autosufficienza economica, non il tenore di vita goduto nel corso delle nozze per assegnare l'assegno divorzile al coniuge che lo richiede. Il matrimonio cessa così di essere "sistemazione definitiva": sposarsi, scrive la Corte, è un "atto di libertà e autoresponsabilità". Una rivoluzione, a cui la Cassazione è arrivata con la sentenza 11504, depositata oggi, relativa a un divorzio "eccellente" tra un ex ministro e un'imprenditrice. I supremi giudici hanno respinto il ricorso con il quale la signora reclamava l'assegno di divorzio già negatole con verdetto emesso dalla Corte di Appello di Milano nel 2014, che aveva ritenuto incompleta la sua documentazione reddituale e valutato che l'ex ministro dopo la fine del matrimonio Page 34

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aveva subito una "contrazione" dei redditi.

Pronunciandosi sul caso, la Cassazione ha corretto anche la motivazione del verdetto della Corte d'Appello di Milano: a far perdere all'ex moglie dell'ex ministro il diritto all'assegno non è il fatto che si supponga abbia redditi adeguati, ma la circostanza che i tempi ormai sono cambiati e occorre "superare la concezione patrimonialistica del matrimonio inteso come sistemazione definitiva" perché è "ormai generalmente condiviso nel costume sociale il significato del matrimonio come atto di libertà e di autoresponsabilità, nonché come luogo degli affetti e di effettiva comunione di vita, in quanto tale dissolubile. Si deve quindi ritenere - conclude la Cassazione - che non sia configurabile un interesse giuridicamente rilevante o protetto dell'ex coniuge a conservare il tenore di vita matrimoniale". La Cassazione entra nella ratio della sentenza 11504 con una apposita nota: "La Prima sezione civile - si legge - ha superato il precedente consolidato orientamento, che collegava la misura dell'assegno al parametro del tenore di vita matrimoniale, indicando come parametro di spettanza dell'assegno, avente natura assistenziale, l'indipendenza o autosufficienza economica dell'ex coniuge che lo richiede".

La Corte ha ritenuto che il parametro del tenore di vita goduto durante il matrimonio non sia più un orientamento "attuale": con la sentenza di divorzio, osserva la prima sezione civile, "il rapporto matrimoniale si estingue non solo sul piano personale ma anche economico-patrimoniale, sicché ogni riferimento a tale rapporto finisce

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro Divorzio, Cassazione: criterio per assegno è autosufficienza e non tenore di vita

illegittimamente con il ripristinarlo, sia pure limitatamente alla dimensione economica del tenore di vita matrimoniale, in una indebita prospettiva di ultrattività del vincolo matrimoniale". Dunque, secondo i supremi giudici, va individuato un "parametro diverso" nel "raggiungimento dell'indipendenza economica" di chi ha richiesto l'assegno divorzile: "Se è accertato - si legge nella sentenza depositata oggi - che (il richiedente) è economicamente indipendente o effettivamente in grado di esserlo, non deve essergli riconosciuto tale diritto". I principali indici che la Cassazione individua per valutare l'indipendenza economica di un ex coniuge sono il "possesso" di redditi e di patrimonio mobiliare e immobiliare, le "capacità e possibilità effettive" di lavoro personale e "la stabile disponibilità" di un'abitazione.

degli avvocati matrimonialisti - l'assegno divorzile può essere riconosciuto soltanto se chi lo richiede dimostri di non poter procurarsi i mezzi economici sufficienti al proprio mantenimento. Viene

spazzato via un principio sancito nel 1970 dalla legge 898 che ha introdotto il divorzio in Italia. Si tratta quindi di un terremoto giurisprudenziale in linea con gli orientamenti degli altri Paesi europei nei quali l'assegno divorzile dipende essenzialmente dai patti prematrimoniali". www.repubblica.it

Gian Ettore Gassani, presidente dell'associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani, non esita a parlare di "terremoto giursprudenziale". "La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11504/17, ha rivoluzionato il diritto di famiglia in tema di riconoscimento dell'assegno divorzile e dei criteri per la sua quantificazione - scrive Gassani -.

La Cassazione ha cambiato il criterio per riconoscere l'assegno al coniuge economicamente più debole e ha ritenuto che non sia più possibile valutare come parametro il tenore di vita dei coniugi goduto in costanza di matrimonio". "Secondo i giudici - prosegue il presidente Page 35

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Il mondo della Tecnologia

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Li g ht P hone , i l t e l e f ono a nt i - s m a rt

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LIGHT Phone è un dispositivo che va controcorrente in un settore dominato da funzionalità sempre più smart e da display di dimensioni generose. Questo dispositivo è caratterizzato da un design minimalista e dalla facilità di utilizzo. È stato pensato per coloro che vogliono eliminare tutto il superfluo, senza però rinunciare ad essere rintracciabili nel senso tradizionale del termine. Fondamentalmente si tratta di un terminale ideato per funzionare da telefono secondario con la particolarità di poter utilizzare il proprio numero principale. Le uniche funzionalità presenti sono la possibilità di effettuare e ricevere chiamate, memorizzare pochi numeri e contatti e funzionare da orologio. Non è possibile in alcun modo mandare messaggi o collegarsi ad Internet. Il tutto è condensato all'interno di una scocca con le dimensioni di una carta di credito. Il primo avvio di Light Phone deve avvenire collegandolo al proprio smartphone principale tramite un'applicazione da Page 36

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installare. In questo modo sarà possibile veicolare sul dispositivo le chiamate in entrata e in uscita mantenendo lo stesso numero. Dopo questa configurazione, Light Phone può funzionare anche come dispositivo stand alone anche se non è stato progettato per questa funzione. I produttori sono riusciti a creare accordi commerciali con i principali operatori statunitensi. In questo modo sarà possibile utilizzare una SIM che opera sulla rete 2G GSM al costo di 5 dollari al mese. Sebbene al momento si tratti di una promozione esclusiva per i clienti USA, gli sviluppatori sperano di poter portare queste condizioni anche oltreoceano.

Lo smartphone è spinto da un processore Qualcomm 8208 e opera sulle frequenze GSM 850/900 1800/1900 MHz. Il display è OLED e il peso di soli 39 grammi. L'autonomia in standby dichiarata dai produttori è di circa tre giorni. Sarà disponibile al prezzo di 150 dollari a partire dal mese di maggio. fonte

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MORITURI TE SALUTANT Un romanzo giallo che unisce al normale piacere dell’indagine anche la possibilità, alquanto insolita in questo genere di narrativa, della piacevole intuizione di essere ambientato nel meraviglioso mondo della Roma imperiale, durante il principato di Claudio. Un quadro delle atmosfere dell’antica Roma descritto con rara maestria unito ad una composizione letteraria di indiscusso pregio. “MORITURI TE SALUTANT”, di Danila Comastri Montanari, MONDADORI, 2013, è il secondo romanzo (con in più un racconto in appendice) della saga del senatore-detective Publio Aurelio Stazio che tanta fortuna ha portato all’autrice. Dopo la prima uscita nella collana Giallo Mondadori nel 1994 e una successiva per la Hobby & Work è tornato sugli scaffali nella bella riedizione della Mondadori, collana Oscar Bestsellers. Il romanzo “Morituri te salutant” di Danila Comastri Montanari si ambienta al tempo di Claudio, nella Roma imperiale del 45 d.C. Si tratta di un poliziesco ambientato nel mondo dei gladiatori: il romanzo, infatti, prende inizio proprio nell’anfiteatro di Statilio Tauro, dove stanno per iniziare i ludi gladiatori più importanti della stagione. Tra gli spettatori, spiccano l’imperatore Claudio e sua moglie Messalina, ma soprattutto il senatore Publio Aurelio Stazio, un colto e raffinato epicureo che odia i giochi dell’arena ma che presenzia per puro dovere mondano accanto al suo amico Servilio, marito della pettegola matrona Pomponia. In questo episodio Publio Durante un combattimento, però, uno dei gladiatori più acclamati, Chelidone, muore ancora prima di iniziare il suo duello col gladiatore Quadrato, un poveraccio finito nell’arena per delitti mai commessi e che si dava ormai per spacciato. Convocato dallo stesso Imperatore Claudio (antico maestro di lingua etrusca di Aurelio), il Senatore Stazio viene insignito di un potere speciale per svolgere le indagini in piena libertà in tutta l’Urbe. Dopo aver interrogato i gladiatori e fatto la conoscenza dei rappresentanti più tipici di quel mondo violento e brutale che disprezza, solamente attraverso la rete di spionaggio dei suoi amici più intimi, quali Pomponia e Servilio, e i suoi liberti, Paride e Castore, Aurelio riesce ad arrivare alla soluzione del caso e viene acclamato “il salvatore dell’impero”. È un libro davvero bello, ricco di colpi di scena e personaggi intriganti. Un libro facile da seguire e allo stesso tempo interessante per i ragazzi e gli amanti dei gialli. La lettura scorre facile e avvincente e alla fine si scopre di saperne un po’ di più anche di storia, avendola studiata in un modo nuovo e di sicura “presa”. Leggendo questo libro, basato su realtà storiche, si può comprendere il modello di vita degli antichi romani che è la parte più nascosta nei libri di studio, come l’abitudine di recarsi alle terme (che erano differenziate per uomini e donne, ricchi e poveri), di giocare a latrunculi di trascorrere le serate ai postriboli e la presenza di un corpo di vigilanza notturna molto attivo. Consiglio la lettura a tutti Antonio Savastano Issue 1

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Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo

Pietro Pancamo, autore della silloge poetica «Manto di vita» (LietoColle), conduce un podcast letterario a cadenza mensile su Radio Big World (emittente italofona di Madrid) e scrive per la piattaforma culturale di Hong Kong «Beyond Thirty-Nine». Ha collaborato, come recensore, con il sito dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera». Dopo essere stato incluso nell’antologia «Poetando» (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo, si è visto pubblicare una breve raccolta di versi dal blog «Poesia» di RaiNews 24 e dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana. Di recente è apparso su «Diogen», rivista letteraria di Sarajevo fra le più importanti d’Europa.

Alessandro Moscè, «Luoghi del Novecento. Studi critici su

autori italiani: Cesare Pavese, Paolo Volponi, Tonino Guerra, Alberto Bevilacqua, Umberto Piersanti», Marsilio Editori, Venezia, 2004

Ho mobilitato i termosifoni, quel giorno, e subito il freddo ha iniziato a sfollare. Magari, attraverso i muri di casa, è uscito fuori per unirsi agli esordi assai incerti della mia primavera umbra, ancor gelida come l’inverno? Beh, non lo so… E comunque non mi sembrava utile, quel giorno, star lì a rimuginare, in stile trasognato, sulle avventure del freddo. Era sicuramente più opportuno, invece, ritornare a concentrarsi con solida attenzione sulla vita d’ordinanza, altrimenti detta quotidiana e piena (nel mio caso) di viaggi, di racconti da rifare, d’appuntamenti, di programmi da condurre, di articoli da correggere o creare. Insomma... di web radio e riviste online. Proprio non capivo, quel giorno, che idea inventarmi per tirare avanti la Sezione Poesia di «EffettoTre». Volevo immaginarmi un argomento da spiegare, da esporre e cercavo di escogitare un qualcosa di superbamente significativo. Riuscendo soltanto, però, a sbatacchiare la fantasia contro il nulla pneumatico di Page 38

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pensieri fiacchi, distratti, inespressivi e col mal di testa. O forse il mal di testa ce l’avevo io, a forza di elucubrare senza meta. Ma, all’improvviso, la rivelazione! «Perché, vecchio mio» –mi son domandato, quel giorno– «non ti lanci in una bella recensione, da conservare a penna nel tuo quaderno di lavoro e dedicare per intero a un tomo di valore?». «Mi pare un’ottima trovata!» –mi son lodato apertamente, di rimando– «Anzi potrei scegliere di commentare subito, con piacere e impegno, «Luoghi del Novecento», raccolta di studi pubblicata a novembre del 2004 (con la Marsilio Editori) dal bravo Alessandro Moscè, critico letterario de «Il Foglio», e tesa ad illustrare una categoria di autori notevole e preziosa: quella dei “residenziali”, vale a dire una stirpe italiana di “poeti-narratori” che, nella seconda metà del ventesimo secolo, hanno scovato –in una marginalità

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Effetto ..... Letteratura per indulgere ad un riposo “energico” che ritempri in vista del mondo e che (vigoroso di intuizioni cardinali, agili a dispiegare l’esistenza umana nei suoi meccanismi costituenti o focali) “getti” nuove interpretazioni sui cavilli insistenti e fitti del tran-tran quotidiano (nonché politicomorale)». Ho smobilitato le parole, quel giorno, smettendo di “chiosare”.

costantemente geografica– il modo più infallibile non solo di amare e scrivere (per meglio riflettere e ricordare), ma anche di osservare attentamente il reale, dalle profondità pensose di una provincia defilata (in particolare emilia-no-romagnola o marchigiana) che, sebbene assai distante dai crocevia nevralgici dell’universo attuale, si configura ugualmente come fulcro decisivo di ricerca antropologica e forte vita intellettuale (se non, per giunta, “investigativa”).

Ho adagiato la biro, per lungo, nella scanalatura del mio quaderno... per poi guardarlo, mentre lo chiudevo. Ho notato che si raggomitolava; già: intorno alla penna, che sporgeva fuori (con la punta) dal margine inferiore delle pagine, si abbracciava ad ascella –pian piano– come intorno ad un termometro, rimasto lì a misurare il calore (o valore) interno delle mie frasi. Scorgevo, controllando, ch’era basso il mercurio nero, nel tubicino. Perché?

Ecco dunque il sostrato originale e originario da cui derivano senz’altro le opere eloquenti (debitrici talvolta di maestri veri come Pascoli, Saba e Leopardi) dei cinque nobilissimi autori (Cesare Pavese, Paolo Volponi, Tonino Guerra, Alberto Bevilacqua, Umberto Piersanti) che Moscè analizza più da vicino, chiarendoci con esattezza lirica come in essi i boschi, i villaggi, gli altipiani e i colli del paesaggio natio formino spesso un rifugio prioritario da opporre fermamente alla civiltà convulsa dei centri urbani, o magari un gradito ripiego (forse temporaneo) cui affidarsi pieni di memoria

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Pietro Pancamo (pipancam@tin.it)

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Presi per la..... Gola!!!!

Pastiera di riso La pastiera di riso è una variante della classica pastiera napoletana dove il grano viene sostituito dal riso. Rimane un goloso guscio di pasta frolla che, in questo caso, ho realizzato con farine di mais e di riso per creare un dolce senza glutine che si armonizza con il morbido ripieno. La ricetta della pastiera di riso, più che napoletana, è tipica della zona del Sannio . D os i p e r 1 s t a m p o da 2 4 cm

Per la pasta frolla: 120 gr di farina di riso; 80 gr di farina di mais; 1 uovo; 120 gr di burro; 100 gr di zucchero un pizzico di bicarbonato; buccia di limone grattugiata Per la farcitura: 150 gr di riso; 500 gr di latte; 50 gr di burro; 250 gr di ricotta romana; 250 gr di zucchero 3 uova; acqua millefiori; buccia di limone; essenza di vaniglia; cannella. Invia

Preparazione

Mettete in una ciotola la farina di mais con il burro e lavorate fino ad ottenere una crema poi aggiungete lo zucchero, l'uovo, la buccia di limone ed il bicarbonato. In ultimo aggiungete la farina di riso e lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Una volta ottenuto un impasto omogeneo avvolgetelo nella pellicola e tenetelo in frigo per almeno un'ora.Intanto riscaldate in un pentolino il burro, 100 grammi di zucchero, l'acqua millefiori e la buccia di limone.Appena sarà caldo incorporate anche il riso e mescolate.asciate cuocere per 30 minuti o fino a quando il tutto si addenserà e fate raffreddare.Nel frattempo setacciate la ricotta e lavoratela con lo zucchero.Aggiungete a questo punto le uova e mescolate.A questo punto incorporate la crema di riso, priva delle bucce di limone, la vaniglia e la cannella. Amalgamate bene per ottenere una crema omogenea.Riprendete il panetto e stendetelo con uno spessore di 3 mm su una spianatoia infarinata. Utilizzatelo per foderare uno stampo imburrato, rimuovete la pasta in eccesso e bucherellate la base.Mettete la farcitura all'interno dell'impasto fino ad 1 cm sotto il bordo dello stampo.Su una spianatoia infarinata stendete la frolla avanzata e formate delle striscioline.Posizionatele quindi incrociate.Sigillate i bordi con i rebbi di una forchetta e cuocete in forno già caldo a 180 °C per 1 ora. La vostra pastiera di riso è pronta, servitela il giorno dopo. FONTE EffettoTre 15 Maggio 2017

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Effetto....gusto.. L ' E C RÚ

Passito IGT Sicilia - Zibibbo. L’Ecrù è un passito naturale prodotto con uve di Zibibbo. Per la vinificazione di questa prestigiosa etichetta, Firriato utilizza il metodo dell’infusione degli acini passiti nel vino, assoluta particolarità nel panorama vitivinicolo italiano. Teatro di questa unicità è il giardino degli appassimenti di Borgo Guarini. Il sole e il vento che caratterizzano il clima della tenuta, con la loro azione congiunta, determinano il processo di appassimento naturale dei grappoli per quasi 40 giorni. Il lento appassimento favorisce la concentrazione, in ogni acino, dei profumi della macchia mediterranea. Le uve vengono quindi sgrappolate e messe in infusione nel vino determinando l’unicità de L’Ecrù. Non ci sono fermentazioni prolungate, interrotte e ripartite: gli acini a contatto col vino si gonfiano e cedono il loro prezioso apporto aromatico per un passito di impareggiabile equilibrio.

Classificazione: Passito IGT Sicilia Vitigno: Zibibbo

Terroir: agro di Trapani – Tenuta Borgo Guarini Suolo: medio impasto, argilloso limoso

Esposizione: sud ovest (da 250 a 400mt. s.l.m.) Vinificazione: metodo dell’infusione FONTE

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"Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo. Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono." Aristotele

Apr ­Mag 2017 • Anno X I 15 maggio 2017

• Numero 115

Co.Bo.Di.

email - co.bodi@yahoo.it

Issue 1

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