Effettotre – n 113 febbraio 2017

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FEBBRAIO 201 7 • ANNO XI • N UMERO 11 3

I t alia, p o lig o n o di t i r o de g l i hac k e r

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S P E C IA L E U N IV E R S IT A '

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Palermo, 15 febbraio 2017

alcuni momenti dell'evento

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Palermo, 13 febbraio 2017

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Palermo, 10 febbraio 2017

alcuni momenti dell'evento

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Taormina. L’avv. Carà guiderà il team della Pegaso a l l a V C om p e t i z i one i t a l i a na d i M e d i a z i one Il professionista Giuseppe Carà, titolare dell’omonimo studio legale tributario, mediatore professionista e socio fondatore dell’Organismo di Mediazione MCM Consulting di Taormina, sarà il coach della squadra dell'Università Telematica Pegaso nella gara che si terrà a Milano il 16 e 17 febbraio

Gli studenti di ventiquattro università italiane si incontreranno a Milano il 16 e il 17 febbraio per la V edizione della Competizione Italiana di Mediazione.

scuola. Dopo il successo ottenuto nella IV edizione della Competizione italiana di mediazione alla guida dell’Ateneo messinese, classificatasi al terzo posto, l’avv. Giuseppe Carà, quest’anno sarà il preparatore del team dell’Università Telematica Pegaso, alla sua prima partecipazione alla CIM. «Un’iniziativa unica nel suo genere – continua l’avv. Carà -cui ho il piacere e l’onore di partecipare, guidando quest’anno il team dell’Università Telematica Pegaso, che ringrazio per la fiducia accordata e che ha dimostrato una grande disponibilità e attenzione verso i ragazzi, consentendo loro di seguire un percorso di formazione teso ad acquisire le necessarie competenze negoziali per affrontare nel migliore dei modi la competizione».

Guidata dell’avv. Giuseppe Carà, titolare dell’omonimo studio legale tributario, mediatore professionista e socio fondatore dell’Organismo di Mediazione MCM Consulting, con sede a Taormina, l’università telematica Pegaso parteciperà per la prima volta alla competizione La competizione. organizzata dalla Statale di Milano, in Le squadre dovranno dimostrare le collaborazione con la Camera Arbitrale di Milano. capacità dei propri rappresentanti di negoziare le controversie in modo cooperativo ed efficace. L’avv. Carà fa il bis alla CIM. La competizione consiste in una serie di «Una sfida affascinante che ho raccolto incontri di mediazione simulati da squadre, con grande entusiasmo – afferma Giuseppe composte da studenti universitari, iscritti a Carà – La CIM rappresenta una fantastica corsi di laurea di I o II livello. opportunità di confronto e di crescita per In ogni incontro di mediazione ogni gli studenti e per chi, come me, si occupa squadra sarà formata da due studenti, uno di formare i ragazzi e offrire il proprio nel ruolo di cliente, l’altro nel ruolo di contributo per favorire la diffusione della avvocato. Ogni incontro di mediazione cultura della mediazione quale strumento durerà 85 minuti, 70 dei quali dedicati al di risoluzione delle conflittualità ad ogni negoziato tra le parti ed i restanti 15 livello». all’assegnazione del punteggio e ai commenti dei valutatori e del mediatore. Un impegno che ha profuso anche nel continua comprensorio taorminese organizzando un seminario sullo strumento della mediazione rivolto agli studenti e al mondo della Page 5 EffettoTre 15 Febbraio 2017

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Parteciperanno per la Pegaso: Francesco Ciaramella, Michele Maddaloni, Rosanna Tresolini, Ivan Palmisano e Mariano Pumilia.

I partecipanti.

Il 30 settembre si sono chiuse con numeri da record le iscrizioni alla quinta Competizione Italiana di Mediazione. Sono 24 le università che si sfideranno davanti a veri mediatori per ottenere il titolo: Università degli Studi di Bergamo, Università di Camerino, Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore – Piacenza, Università degli Studi di Ferrara – sede di Rovigo; Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Genova,

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Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli, Università LUM Jean Monnet, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Milano – Bicocca, Università Luigi Bocconi di Milano, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Parma, Università degli Studi di Pavia, Università Telematica Pegaso, Università del Piemonte Orientale – sede di Alessandria, Università del Salento, Università degli Studi di Sassari, Università di Siena, Università di Torino, Università degli Studi di Trento, Università degli Studi di Urbino – Carlo Bo, Università degli Studi di Verona. www.blogtaormina.it

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Il recordman Luciano Baietti arriva a quota 15 lauree, si conferma il titolo del veliterno più laureato del mondo

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Il recordman del- Sposato e con un figlio di 22 anni, Luciano la cultura arriva non ha smesso neanche per un momento di credere nei suoi sogni e quest’ultimo a quota 15. traguardo è un ulteriore esempio di come il E’ questo il nu- termine “arrendersi” non faccia parte del mero delle lauree suo vocabolario. che hanno perSincere congratulazioni al 15 volte messo al professor Luciano Baietti di entrare ufficialmente “dottore” Luciano Baietti, dunque, a cui si nel Guinness World Record per un primato associa l’augurio per ulteriori e ancora più mondiale. Il veliterno, settant’anni appena floride soddisfazioni. compiuti, continua a colpire a spada tratta con l’arma della volontà in un’Italia dove piangersi addosso sembra sempre più www.castellinews.it facile.

Il 15esimo titolo accademico del prof. (Laurea in Scienze Turistiche”) è stato conseguito lo scorso primo febbraio a Napoli, presso il Complesso Monumentale di Santa Chiara, all’Università Telematica Pegaso. Tesi di laurea del professore, sotto la supervisione della docente Ada Manfreda, è stata “Ponte Galeria ovvero un caso simbolo per una retrospettiva sui centri di prima accoglienza”, elaborato che prende le mosse da un’importante esperienza di vita di Luciano Baietti, ovvero la direzione del centro di Ponte Galeria nel 1998. “La vera sfida per me”, ha spiegato il prof. anche in sede di discussione di tesi, “dopo aver conseguito 14 lauree in maniera “tradizionale”, è stata quella di misurarmi con le tecnologie telematiche, un mondo che per la mia generazione potrebbe apparire del tutto nuovo”.

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a pplicativo unicesd Presentiamo un nuovo utilissimo strumento dall'Universidas Centro Studi Salvo D'Acquisto.

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Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso. Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso.

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L’App mobile UNICESD si suddivide in 2 aree principali, una pubblica ed una ad

accesso riservato. L’area pubblica offre la possibilità di controllare le nuove attività promosse dal mondo Unipegaso, con collegamenti diretti ai canali social. L’area privata consente di apprendere tutte quelle nozioni che servono ai poli didattici per guidare i propri iscritti sui percorsi universitari, modalità di svolgimento degli esami e tante altre notizie interessanti. È inoltre possibile condividere le informazioni con la propria rete network, per essere sempre aggiornati sui calendari di esami e sugli aggiornamenti normativi e degli assetti universitari.

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SEDE DI PALERMO

I S CRI ZI O N I AP E RTE Il giorno 8 ottobre 2013 è stata prodotta la comunicazione di apertura delle iscrizioni ai Master biennali per l'a.a. 2014/2015 - 2015/2016 con scadenza il 30 settembre 2014 afferente l’Accademia Forense, un’eccellenza dell’offerta formativa della nostra Università. L’unica Accademia Forense on-line partecipata da 107 docenti provenienti da 40 Università! Si tratta di Master di II livello, vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale per la specializzazione e l’aggiornamento professionale nelle varie discipline giuridiche. Si compone di vari ambiti formativi di notevole interesse, sia in termini di moduli didattici, svolti da Docenti di elevata e riconosciuta professionalità (clicca il link per visionare elenco dei Docenti) http://www.accademiaforensepegaso.it/i-docenti-dell-accademia/ co on esperienza a livello internazionale, siia come strumenti e tecniche che trasmette al discente, immediatamente spendibili nel mondo delle professioni ad alto valore innovativo. I Master sono destinati a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di Laurea quadriennale, Laurea di II livello (3+2) e/o del previgente ordinamento Laurea Magistrale ed in particolare a tutti i laureati “PEGASO -CESD” che durante il “quinquennio” hanno conseguito la Laurea Magistrale (Vds. Progetto Siena ecc.). Possono, altresì, iscriversi al Master coloro i quali sono iscritti all’Albo degli Avvocati, una delle professioni in continuo aggiornamento, o coloro che sono abilitati alla professione, compresi i praticanti avvocati, abilitati all’esercizio della professione forense e/o non ancora iscritti all’Ordine degli Avvocati. Il titolo che si consegue al termine del Master è: Diploma Universitario Master Biennale di II livello, con il riconoscimento di 60 CFU. Ha la durata di due anni accademici per un numero complessivo di 1500 ore. Si può inoltre usufruire del permesso dedicato al diritto allo studio per un totale di 150 ore annuali. Ebbene, La Pegaso da oggi, ci consente di diffondere tale opportunità di formazione sull’aggiornamento professionale, ad un costo pari a € 600,00 anziché € 850,00 + 50,00 perbollo. I master di specializzazione • Diritto di famiglia, dei minori e delle persone; • Diritto commerciale; • Diritto amministrativo; • Diritto e Processo Penale; • Diritto delle responsabilità civile e delle assicurazioni; • Diritto industriale e della concorrenza; • Diritto della navigazione e dei trasporti; • Diritto del lavoro; • Diritto e Processo Tributario; • Diritto dell’Unione Europea. Si avvia un progetto di ampia divulgazione dell’Accademia Forense la cui responsabilità per la ricerca ed analisi è stata affidata al Prof. Calogero Di Carlo. Per info e dettagli: calogero.dicarlo@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it - infocesd@unipegaso.it 091/7654200 - 3318682197

oppure

Per la formazione continua, per l’aggiornamento professionale e per chi sceglie la formazione di qualità! Page 17 EffettoTre 15 Febbraio 2017

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Nuovi corsi per l'a.a. 2016/2017

Il CESD, oltre ai corsi di laurea, propone una vasta gamma di percorsi didattico/formativi in diversi ambiti per venire incontro alle complesse esigenze del Mercato delle Professioni e del Lavoro in Italia e nella Comunità Europea: -

Master di I e II livello Corsi di alta formazione Esami singoli Certificazioni di lingua inglese Certificazione di lingua italiana per stranieri Certificazione Eipass - passaporto informatico europeo Corsi di aggiornamento professionale; Corsi per Operatore Socio Sanitario (O.s.s. ); Corso di riqualificazione da Osa/Ota a O.s.s.. Chiamaci o visita il nostro sito, diamo più assistenza e migliori servizi alla categoria.

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INSIEME SAREMO PIÙ COMPETITIVI Page 18 EffettoTre 15 Febbraio 2017

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L’ammissione al Corso di laurea magistrale (biennio)“MANAGEMENT”

LM - 77 richiede la laurea triennale delle Classi:

- L-18 (Classe 17 EX DM 509/99); - L-33 (Classe 28 EX DM 509/99); - L-15 (Classe 39 EX DM 509/99);

- L-16 (19 EX DM 509/99) o titolo estero equipollente.

Tutti gli studenti iscritti UNICESD OLYMPO beneficeranno di un importo

ridotto pari ad euro 1500,00, rispetto a quanto previsto in convenzione per le lauree triennali. In

particolare

i

laureati in Giurisprudenza LMG 01,

potranno

immatricolarsi al secondo anno della laurea magistrale in Economia

Mercatorum con una convalida di 40 cfu, ma prima dell’accesso dovranno sostenere due esami singoli da 6 cfu (Economia Aziendale – Statistica).

Il costo dei corsi singoli è compreso nella retta annua di 1500,00 euro (da

pagare in 4 rate)

Previsti per tutti gli anni di iscrizione il pagamento della tassa regionale

di 140 euro e la tassa annuale di 150 euro per gli esami fuori sede dalla

Regione Lazio (Bari – Palermo – Battipaglia – Napoli – Milano – Genova – Catania – Verona – Vibo Valentia).

P e r i n form a zi on i : prof. Calogero di Carlo: tel. 331 86821 97 - email calogero.dicarlo@unimercatorum.it tel. 091 2523656 - email infosedepalermo@unimecatorum.it comunicazioniolimpo@unimercatorum.it

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Master in

"Criminologia e Studi Giuridi Forensi-MA541" a.a. 16/17 - scadenza iscrizioni 30/03/2017

Le precedenti edizioni del master 56 + 78, 100, 127, 213, 240, 297, 391

che si accingono ad iscriversi, quasi tutti, al V anno della Facoltà di Giurisprudenza, ed il 451 (IV edizione in corso) hanno riscosso un notevole

successo, oltre ogni aspettativa grazie alla vostra fiducia che continuate ad accordarci.

Prima di Voi, oltre 9600 iscritti, hanno usufruito di questo straordinario

Master, che ha visto come protagonisti dei pregiatissimi professori e

illustrissimi professionisti nel campo criminologico, di fama Nazionale

quali: il prof. Calogero Di Carlo, direttore accademico del master; il Prof.

Paolo Procacciante, Direttore Medicina Legale, Università degli Studi di Palermo; il Generale Div. CC Nicola Ragetti, già Comandante del RACIS; il Prof. Nicola Malizia, Criminologo, Docente Università degli Studi Kore di

Enna; il Cap. Pietro Maida – Comandante Sez. Chimica – Esplosivi e Infiammabili- del RIS Carabinieri di Messina; il Prof. Rosario Bianco, Docente Università Pegaso; il Prof. Francesco Fimmanò, Docente e

Presidente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso e tanti che si sono susseguiti ed interscambiati, nell’illustrare le avvincenti materie oggetto di studi.

In particolare durante le lezioni sono stati trattati i seguenti moduli:

Il Criminologo Prof. Nicola Malizia, docente presso l’Università degli studi di Palermo e la Kore di Enna: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

INTRODUZIONE ALLA CRIMINOLOGIA MODERNA IL BULLISMO SESSUOLOGIA CRIMINALE MOBBING CRIMINOGENO SERIAL KILLER CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA NELLA DONNA SONNAMBULISMO OMICIDIARIO SETTE SATANICHE ED IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE

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Il Generale di Divisione, già comandante del RACIS Carabinieri, Dott. Nicola Raggetti, docente in diverse università italiane: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

IL SOPRALLUOGO ED IL REPERTAMENTO ( 3 LEZIONI) IMPRONTE ( 4 LEZIONI) BALISTICA ( 4 LEZIONI) BIOLOGIA (2 LEZIONI) CHIMICA (2 LEZIONI) DVI : DISASTER VICTIM IDENTIFICATION (1 LEZIONE)

1. 2. 3. 4.

ELEMENTI PRATICI DI CRIMINOLOGIA STALKING LA VITTIMOLOGIA CRIME PROFILING.

1. 2. 3. 4.

LA NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA L'APPROCCIO POSITIVISTA ALLO STUDIO DELLA CRIMINALITA' LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE I LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE II -

La criminologa Avv. Dott.ssa Clelia Gorga, tutor di questo master:

Dott. Tommaso Comunale, università Forlì:

Alla luce di quanto sopra, per far fronte ed esaudire richieste sempre più

esigenti, oggi a Voi, più fortunati, viene offerto per l’anno 2016/2017, il

Master in “Criminologia e Studi Giuridici e Forensi" in sigla MA541 (4 ed.) per una durata di 1925 ore corrispondenti a 77 CFU, che consente la prosecuzione

degli

Giurisprudenza.

studi

nel

Corso

di

Laurea

Magistrale

in

di

Per maggiori informazioni:

0081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197

mastercesd@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it (di carattere amministrativo e didattico)

comunicazioni@cesd-onlus.com

(di carattere generale, logistiche/organizzative)

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E f f e t t o T re

Co.Bo.Di.

Italia, poligono di tiro degli hacker

Il nostro Paese ricopre un ruolo cruciale nella Ue, nella Nato e nei vertici internazionali G7. Ma i nostri sistemi di protezione contro le intrusioni informatiche sono fragili. Perché non c'è coordinamento e mancano regole condivise. E così la sicurezza nazionale è sempre più a rischio

Nel Belpaese l’attacco dei fratelli Occhionero è stato bollato come rischio per la sicurezza nazionale con tanto di sordide tinte dei giochi di potere delle logge massoniche. In realtà il malware inviato era una versione modificata di un codice noto già da diversi anni e solo 29 account della lista “POBU” (POlitical BUsiness), quella delle maggiori cariche dello Stato, sono stati tratti in inganno. Strumenti e tattiche di attacco ben diverse da quelle utilizzate per i nostri ministeri . Il nostro Paese ha un ruolo determinante in Europa e nella Nato. E’ crocevia di interessi e informazioni ed è sotto attacco. Si tratta di una minaccia reale per la sicurezza nazionale perché i nostri sistemi di protezione sono fragili, tanto che non condividiamo nemmeno le informazioni. Il Cert nazionale (Computer emergency response team

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ndr) dovrebbe scoprire le incursioni, coordinare le misure di difesa, definire le risposte, in realtà si limita a diramare notizie spesso non utili ai pochi tecnici disponibili.

Febbraio 2017 Riassumendo Pag. 1 - Italia, poligono di tiro degli hacker Pag. 4 - ARMA Pag. 15 - Rappresentanza Pag. 17- Attualità news Pag. 29 - Rubriche

Quando ci sono stati gli attacchi al MAE e alla Difesa sono stati creati dei gruppi interministeriali, composti da Intelligence, Difesa e Cnaipic escludendo i Cert perché ritenuti non adeguati.

Il Nucleo per la Sicurezza Cibernetica avrebbe dovuto coordinare questa crisi cyber di portata nazionale, tra i ministeri non c’è alcun protocollo di intesa per lo scambio delle informazioni e, solo a partire da quest’anno, le forze armate italiane avranno il loro comando per attività cyber. E se non bastasse, come è accaduto per la Farnesina, continua

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abbiamo affidato la protezione dei segreti della nostra politica estera a società straniere. Mancano ancora regole condivise e definizioni chiare, servono dialogo e cooperazione in un sistema che invecchia in fretta. L’Europa ci impone, entro l’anno prossimo, di creare un’unica struttura in grado di gestire le emergenze cyber. L’allarme l’aveva lanciato già nel 2004. Alla fine abbiamo atteso il 2013 per varare un sistema di protezione, ma privo dei necessari fondi. La legge di Stabilità 2016 ha stanziato 150 milioni di euro per la cyber-sicurezza. 15 dovrebbero andare al Cnaipic che fino ad ora non è riuscito ad arginare i ripetuti attacchi. La Difesa prenderà 20 milioni dall’Intelligence per costituire il Comando Interforze Operative. Cifre non molto consistenti se paragonate ad altri Paesi e intanto manca un cyber command centrale e una presa di coscienza culturale e politica che riunendo l’attuale polverizzazione di capacità e conoscenze sviluppi abilità di difesa proattiva. Quanto alla tipologia dei recenti attacchi subiti i nostri analisti di cyber security sono sempre più convinti che la matrice sia russa: non tanto per l’utilizzo della lingua cirillica, quanto per la modalità di stesura logica del codice e perché l’acquisto degli exploit, necessari per bucare sistemi informatici, porta ad alcune piazze di mercato nero già utilizzate in passato da gruppi hacker legati agli ambienti dell’intelligence russa. E poi ci sono le risorse telematiche utilizzate, in particolare il colosso di servizi telematici francese OVH, il più grande cloud in Europa. «I russi lo utilizzano spesso perché giocano sul ritardo normativo europeo, i controlli della rete sono frammentati, non c’è un’autorità sovranazionale e molta poca collaborazione, anzi spesso competizione», spiega Gianni Cuozzo, imprenditore esperto di intelligence militare informatica e consulente per diversi paesi dell’area NATO. Come sempre la lentezza dell’Europa unita la rende vulnerabile e, in questo caso, spettatrice del traffico di dati sensibili rubati qua e là. «Definirli semplici gruppi hacker è riduttivo. Hanno capacità, strumenti e risorse propri di un sistema di diretta derivazione statale e agiscono come un corpo d’armata, con uno schema gerarchico che non è proprio dei collettivi

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hacker», precisa Cuozzo. Sono sospettati di essere la longa manus del Cremlino. Sospettati perché il loro livello di sofisticazione ed innovazione è tale da non permettere ancora di comprendere appieno la loro struttura organizzativa e la loro localizzazione, del resto osservano diligentemente la regola di cancellare le proprie tracce e si spingono fino al monitoraggio della vittima anche dopo averla attaccata. Le principali sigle dietro cui nascondono la loro minaccia avanzata persistente sono Apt 28 e 29.

Il primo gruppo, operativo dalla metà degli anni 2000, afferma di far parte del network di Anonymous ma per diversi analisti è legato al GRU, l’agenzia di intelligence militare russa. Ad Apt28 è stato attribuito dall’attacco dell’aprile 2015 al network televisivo TV5Monde, che in un primo tempo Daesh s’era voluto intestare, alla campagna, durata 6 mesi, tra il 2014 ed il 2015, ai danni del Parlamento tedesco. Il rischio è che siano entrati in possesso di dati utilizzabili per influenzare l’andamento delle elezioni federali in programma per il prossimo settembre, tanto che lo scorso dicembre Hans George Maassen, capo dell’Ufficio per la protezione della Costituzione, l’intelligence interna della Germania ha dichiarato: «c’è un’attività sempre più aggressiva di spionaggio informatico, sono hacker russi a voler disorientare la società tedesca». E’ opera di Apt28 anche l’incursione nei sistemi di WADA, l’agenzia mondiale Antidoping, le cui informazioni “esfiltrate” sono state utilizzate come campagna di contro informazione rispetto allo scandalo doping dello sport russo. Un attacco ancora in corso secondo alcuni esperti. «Di certo le modalità con cui agiscono sono quelle del mantenimento dell’accesso costante», spiega Cuozzo «il successo di un’operazione è determinato da quanto tempo riesco a stare nel sistema. Mentre hai capito che ti ho attaccato, ho già cambiato tipo di infezione e tu utilizzerai procedure per la sicurezza per un vettore non accorgendoti che io ne uso già un altro». Secondo l’analisi della società di sicurezza CrowdStrike Intelligence, tra il 2014 ed il 2016, il gruppo ha creato dei malware per

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continua

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sistemi operativi per smartphone Android, pensati appositamente per poter essere installati su dispositivi di militari membri dell’artiglieria ucraina rilevando quindi la posizione per meglio riadeguare le linee del fronte e capire le traiettorie di tiro.

Ed è proprio utilizzando la stessa modalità di iniezione di phishing che hanno avuto accesso alla rete del Democratic National Committee statunitense. Insieme a loro avrebbe agito, per un periodo di almeno un anno, Apt 29, conosciuto anche come “Office Monkey”, (nascondendo un malware all’interno di un file flash video in cui veniva rappresentata una scena comica di una scimmia hanno attaccato il sistema informatico dei Capi di Stato Maggiore delle forze Armate Americane da marzo a luglio 2014) “The Duke” e “Cozy Bear”. Secondo le analisi e le informazioni raccolte, Cia e Fbi e, in misura più moderata Nsa, sono convinte che l’obiettivo finale della campagna russa sia stato quello di danneggiare Hillary Clinton e favorire Donald Trump, oltre che di screditare il sistema elettorale ame-ricano.

Non ci sono certezze. Del resto Apt 28 è considerato di difficile individuazione anche a causa di un continuo aggiornamento tecnico mediante campagne d’acquisto massiccio di 0 day (ossia vulnerabilità non divulgate o per le quali non vi è al momento disponibile alcuna soluzione fintanto che le case di produzione non rilascino security fix). Per quanto riguarda Apt 29, il gruppo è pressoché invisibile ed è per questo che è ritenuto ancor più pericoloso.

pubbliche in occasione di elezioni.

Le intelligence occidentali sono convinte che sia in atto una campagna tesa a inquinare i processi politici, seminare incertezza, confondere i mercati. Nessuno può dimostrarlo, ma tutti indicano l’origine russa degli hacker.

Da Mosca, dopo la recente notizia dell’attacco di primavera 2016 alla Farnesina, è arrivata chiara la smentita: «la solita campagna mediatica, dietro cui non ci sono fatti», ha commentato la portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova. E così mentre si discute di riavvicinamento della Russia all’Europa, di invito per Putin al G7 di Taormina dove si parlerà anche di cyber sicurezza - un invito a cui si è opposta fermamente la Gran Bretagna di Theresa May- i tedeschi sono all’erta per le elezioni di settembre e l’intelligence francese ritiene che la Russia stia lavorando attraverso gli hacker per favorire Marine Le Pen. Anche in Olanda, dove si vota a marzo, i servizi hanno lanciato l’allarme. E così Parigi ha da poco annunciato la prossima nascita di un Cyber Command per le operazioni militari, mentre Berlino ha stanziato un miliardo per dotare 13.500 soldati degli strumenti in grado di proteggere enti pubblici e società private.

Floriana Bulfon

Molti analisti ritengono che si tratti di un’unità autonoma di hacker del Cremlino, affiliata con i Servizi di Sicurezza Federali (FSB), concentrata su obiettivi politici più che economici e capace di utilizzare tecniche molto avanzate di offuscamento, tipo quelle di steganografia per il comando e controllo dei malware così da rendere particolarmente difficile l’intercettazione nonostante impieghino canali di comunicazione pubblica come Twitter e Github. Rubare informazioni segrete, utilizzare i contenuti per influenzare le opinioni Page 3

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ARMA

D a g i ov a ne t e ne nt e a M ond ov ì a com a nd a nt e d e l R e g g i m e n t o C o ra z z i e r i d e l Q u i ri n a l e 31 gennaio 2017

È comparso accanto al Presidente Mattarella anche durante il giuramento da ministro del monregalese Enrico Costa. Il colonnello dei carabinieri Alessandro Casarsa, 50 anni, con Mondovì ha un legame profondo, perchè ha comandato la locale Compagnia dell’Arma dall’ottobre ’91 al settembre ’95. Anche durante il tragico periodo dell’alluvione, quando rimase per giorni nelle zone colpite dalla furia dei fiumi (e accompagnò ripetutamente gli incaricati di “Specchio dei Tempi” a portare gli aiuti). Ora l’alto ufficiale è diventato comandante del Reggimento Corazzieri, quello che più direttamente si occupa della sicurezza del Capo dello Stato. Casarsa era arrivato a Mondovì, giovane

tenente di 26 anni, proveniente da Napoli, dove comandava il reparto operativo del quartiere Vomero. Poi il trasferimento al vertice della Compagnia di Roma- Casilina, una delle più importanti della capitale, con un territorio di oltre ottocentomila abitanti. Dopo vari incarichi, un paio di anni fa un altro ruolo delicato di comando, a Catania. Ma in autunno è stato richiamato a Roma, per assumere la guida del Reggimento Corazzieri. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva partecipato, alla caserma “Alessandro Negri di Sanfront”, alla cerimonia di cambio del comandante, con consegna dello Stendardo, tra il Generale di Brigata Paolo Carra e il colonnello Casarsa. www.lastampa.it

G i ochi , D e l Se t t e s i com p l i m e nt a con carabinieri San Cesareo 0 1 f e b b ra i o 2 0 1 7

Questa mattina il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette si è recato in visita a San Cesareo per complimentarsi di persona con i Carabinieri della locale Stazione e del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palestrina intervenuti, ieri sera, nel corso di una violenta rapina, in atto ai danni di un deposito di slot machine. Il pronto intervento dei militari dell’Arma, al termine di un conflitto a fuoco con i malviventi e dopo un breve inseguimento, ha consentito l’arresto di tre rapinatori ed il recupero dell’intera refurtiva. Il Comandante Generale, ricevuto dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Roma, Generale Antonio De Vita, si è intrattenuto Page 4

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all’interno della Caserma di San Cesareo con i Carabinieri coinvolti, congratulandosi con loro per la professionalità e il coraggio dimostrato nell’affrontare i pericolosi rapinatori armati che si erano anche fatti scudo di due persone, tra le quali una donna. “Sono venuto qui – ha dichiarato il Generale Del Sette- per rappresentare la soddisfazione mia personale e di tutta l’Arma dei Carabinieri per l’attività condotta dai Carabinieri della Stazione di San Cesareo e del Nucleo Radiomobile di Palestrina che nell’intervento di ieri sera non hanno esitato a mettere a rischio la propria vita ed hanno saputo agire con grandissima professionalità.” www.ilvelino.it

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Carabinieri, danneggiate le auto degli a l l i e v i m a re s c i a l l i Firenze, 2 febbraio 2017 -

Nel corso della notte dello scorso 31 gennaio, in viale XI Agosto, ignoti hanno danneggiato otto autovetture parcheggiate presso l’area di sosta sita all’interno del distributore di carburanti Beyfin. Le autovetture sono tutte di proprietà di allievi Marescialli dei Carabinieri, frequentatori della nuova Scuola

Marescialli sita sul lato opposto della carreggiata. Da una prima disamina dell’evento si ritiene che lo stesso sia riconducibile ad un mero atto vandalico. Danni non quantificati. Indagini in corso da parte dei carabinieri della compagnia di Firenze. www.lanazione.it

Montebelluna, fermato il giro di droga del carrozziere 0 4 f e b b ra i o 2 0 1 7

MONTEBELLUNA. Un volume d’affari per centomila euro al mese, quarantamila dei quali costituivano il guadagno. Era un sodalizio affiatato e operativo nel mercato della droga del Montebellunese e della Castellana quello finito, all’alba di ieri, dietro le sbarre delle carceri di Treviso, Belluno e Udine. Quattro marocchini ed un carrozziere italiano di Castelfranco sono i destinatari di una serie di misure cautelari restrittive decise dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Treviso sulla base delle indagini dei carabinieri della compagnia di Montebelluna che hanno così stroncato un consolidato gruppo di spacciatori. In manette sono finiti l’italiano Luca Pasinetti, 43 anni di Castelfranco, e i marocchini El Mustafà Ben El Habib, 39 anni di Vedelago, Driss Essaidi, 53 anni di Ormelle, Alì Aamar Moulay, 48 anni di Sovramonte (Belluno), e Mohamed Amine Hasnabi, 21 anni di Montebelluna. Nel corso delle perquisizioni, nella casa di uno degli indagati, i carabinieri hanno arrestato un sesta persona, un clandestino albanese, espulso più volte, che non ha nulla a che fare con la droga ma sul cui capo pendeva una condanna definitiva del tribunale di Verona a sei mesi di reclusione. L’indagine parte dall’arresto a Page 5

EffettoTre 15 Febbraio 2017

Montebelluna di due fratelli marocchini, residenti a Bassano del Grappa, Mohammed Riki di 34 anni e Said Riki di 32, nel marzo dell’anno scorso, quando, al termine di un controllo mirato di un’auto su cui viaggiavano i sospettati, i carabinieri sequestrano nove panetti di hashish del peso di un chilo ciascuno. È chiaro, vista la quantità di droga sequestrata, che i due fratelli altro non sono che i grossisti di pusher locali. Dai telefoni sequestrati ai due fratelli marocchini, i carabinieri stringono, piano piano, il cerchio attorno ad altre cinque persone, quattro connazionali dei fratelli Riki ed un italiano, Luca Pasinetti, un carrozziere residente a Castelfranco. I militari dell’Arma, in questi mesi di intense indagini, riescono a raccogliere prove dello spaccio e ad individuare almeno una quarantina di clienti, in gran parte giovani tra i 20 ed i 30 anni. Tra loro ci sono studenti, impiegati e operai. Ma c’erano anche cinquantenni che non disdegnavano qualche spinello o qualche riga di cocaina. Secondo le indagini dei carabinieri, infatti, il sodalizio non disdegnava nemmeno lo spaccio di cocaina. In un mese riuscivano a spacciare una cinquantina di grammi di cocaina e dai venti ai trenta chili di

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ARMA hashish. Mentre il “fumo” veniva venduto tra i 5 e i 10 euro al grammo a seconda della quantità acquistata, il prezzo della cocaina si aggirava tra gli 80 e i 100 euro al grammo. Al blitz messo a segno da quaranta carabinieri all’alba di ieri ha parte anche un’unità cinofila dell’Arma che, in casa di uno degli indagati, ha scovato mezzo chilo tra hashish e marijuana. Gli spacciatori non spacciavano mai in casa. Ai clienti indicavano una piazza oppure un bar dove incontrarsi ed effettuare lo scambio. Alcuni passaggi di droga sono stati filmati dalle telecamere piazzate nei luoghi dove più

frequentemente avvenivano gli incontri. Ma agli atti d’indagine ci sono anche le dichiarazioni di numerosi clienti che hanno ammesso di aver ricevuto la droga dai pusher. Nei prossimi giorni i cinque indagati sfilerano davanti al giudice delle indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia. Nel corso dell’udienza, alla quale parteciperà anche il pubblico ministero Massimo De Bortoli, che ha coordinato le indagini, gli indagati avranno modo di difendersi. http://m.tribunatreviso.gelocal.it

Bolognina, sfratto XM24: al posto del centro sociale la caserma dei Carabinieri 05 febbraio 2017

di sicurezza", aggiunge il sindaco spiegando che "Quello spazio ha una storia lunga, fatta di molte fasi, gli ultimi anni ci hanno consegnato una realtà che non è interessata a dialogare con l’amministrazione".

"Abbiamo deciso di non rinnovare la convenzione a titolo gratuito perché sono mancati i presupposti di una collaborazione corretta". Lo scrive il sindaco Virginio Merola sulla sua consueta newletter sul "caso" XM24, il centro sociale con sede in via Fioravanti che ha ricevuto un avviso di sfratto. La convenzione, stipulata nel 2013, è scaduta il 31 dicembre 2016, così i locali dovranno essere liberati entro il 30 giugno prossimo, ma gli attivisti fanno già sapere che non se ne andranno.

L'immobile potrebbe diventare sede della caserma dei Carabinieri quella che oggi si trova in Corticella: "E' la stessa caserma che ha subito recentemente un attentato e di cui ho potuto verificare che è situata in un condominio e priva di adeguate misure Page 6

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I dettagli dovranno essere definito con il Ministro dell'Interno Marco Minniti nell'ambito del piano per la sicurezza della città, ma: "Questo non significa chiudere le porte al dialogo ma partire da presupposti chiari: sono convinto che gli spazi pubblici debbano rispondere a un interesse generale.

Se questi spazi vengono privatizzati in una logica autoreferenziale che non si rapporta col quartiere per l'amministrazione comunale nasce un problema. Quindi non si tratta di reprimere ma di prendere atto che le risorse pubbliche vengono utilizzate in modo inadeguato". www.bolognatoday.it

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U n m e l og ra no i n ri cord o d e i ca ra b i ni e ri d e p ort a t i ne l ‘ 4 3 0 8 f e b b ra i o 2 0 1 7

Un melograno in ricordo degli oltre 2mila carabinieri deportati da Roma il 7 ottobre 1943 nei campi di concentramento nazisti. La cerimonia di piantumazione è stata celebrata mercoledì mattina, nell’ambito delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, nei giardini del comando generale dell’Arma in viale Romania, ai Parioli. Il melograno è stato donato dalla Fondazione Keren Kayemeth Leisrael Italia Onlus, la più antica organizzazione ecologica del mondo. Alla cerimonia hanno partecipato rappresentanti dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità Ebraica di Roma, dei vertici di KKL e dell’Arma, e di rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri, dell’Associazione Nazionale Forestali in congedo e dell’Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri.

Simbolo delle «buone azioni» «Abbiamo piantato questo albero di melograno – spiega il vice presidente KKL Daniel Hayon – per ricordare le vittime della ferocia nazifascista e la ritrovata unione e uguaglianza tra i nostri popoli. Secondo la tradizione ebraica il frutto contiene 613 semi, numero dei precetti che ogni ebreo deve rispettare per condurre una vita retta, nel rispetto di Dio e del Page 7

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Prossimo. L’albero è il testimone che noi lasciamo alle future generazioni; il melograno è il simbolo delle “buone azioni”. Le gesta di questi Uomini sono una faccia diversa dell’Italia di allora, che ci racconta l’attitudine etica e morale di chi invece ha saputo ribellarsi all’ingiustizia del nazifascismo. Se è vero, come c’è scritto sulla targa – conclude Hayon – che ‘le piccole azioni possono cambiare il mondo e ogni singolo uomo può contribuire a salvare l’umanità intera’ questa cerimonia simboleggia il nostro impegno comune nel tramandare la storia e i giusti valori».

«Un albero che rimarrà nel tempo» Per il comandante generale Tullio Del Sette «piantare un melograno è un fatto importante perché rimarrà nel tempo, per tanti anni e potrà ricordare la particolare vicinanza dell’Arma alle Comunità Ebraiche italiane, alla Comunità Ebraica Romana e a tutto ciò che esse rappresentano. L’episodio che è stato evocato è particolarmente importante: quei duemila carabinieri non avevano altra colpa che fare il loro lavoro, cosa che continuano a fare oggi, ogni giorno. Che questa iniziativa sia nata da KKL, la più antica associazione ambientalista del mondo, – ha aggiunto il comandante – per noi è un fatto importante ora che abbiamo la responsabilità della più grande polizia ambientale d’Europa». http://roma.corriere.it

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MINISTRO DELLA DIFESA: INVECCHIAMENTO DRAMMATICO NELLE FORZE ARMATE. ECCO LE LINEE GUIDA 1 0 f e b b ra i o 2 0 1 7

Se c’e’ una cosa su cui molto si discute in

questo periodo quando si parla delle prospettive dell’Europa e’ il fatto che la messa in comune di assetti e capacita’ le piu’ moderne e efficienti possibili sul terreno della difesa puo’ essere una delle risposte in avanti che oggi l’Ue da’ alle proprie difficolta”. Cosi’ il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, in cui, ha annunciato, c’e’ stato il varo del Ddl ‘sulla riorganizzazione del nostro sistema di difesa, che in questi anni e’ stato discusso come Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, il cui obiettivo e’ dare sempre più efficienza, modernita’ e capacita’ allo strumento difesa, che per noi e’ davvero di straordinaria importanza’. Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri si intitola ‘Riorganizzazione dei vertici del Ministero della difesa e delle relative strutture. Deleghe al Governo per la revisione del modello operativo delle Forze armate, per la rimodulazione del modello professionale e in materia di personale delle Forze armate, nonche’ per la riorganizzazione del sistema della formazione”. Il Consiglio dei ministri, su proposta della Ministra della difesa Roberta Pinotti, ha quindi approvato un disegno di legge di delega al Governo per la riorganizzazione dei vertici del Ministero della difesa e delle relative strutture, la revisione del modello operativo delle Forze Armate, la rimodulazione del modello professionale e in materia di personale delle Forze Armate e la riorganizzazione del sistema della formazione. Riportiamo l’intervento del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri. “Cominciamo dal Libro Bianco della Difesa, questo è il documento che ha ispirato il provvedimento di legge che abbiamo approvato durante il consiglio dei ministri. Page 8

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E’un provvedimento molto importante ed a cui stiamo lavorando da tre anni. Ci abbiamo lavorato con una modalità piuttosto nuova, partendo da alcune linee guida sulle quali si è sviluppato un dibattito di cultura della difesa a 360° con un confronto continuo di tutti i vertici delle forze armate, anche aprendo una canale web in cui raccogliere commenti. Un grande lavoro perché la Difesa è sempre più centrale nelle esigenze del mondo ed avevamo bisogno di ricalibrare obiettivi generali e nello stesso tempo ragionare sul fatto che abbiamo uno strumento che sta diventando più piccolo, nel senso che stiamo passando da un modello a 190.000 uomini a 150.000 uomini, oggi siamo a 167.000 quindi siamo in linea con il decremento a 150.000 entro il 2024; stiamo anche riducendo il personale civile della Difesa. Insieme a questo ci siamo posti il quesito su come essere più efficienti, più moderni, più efficaci evitando duplicazioni. C’è una delega particolarmente importante, quella che riguarda il personale. Oggi abbiamo l’82% di persone che hanno un contratto a tempo indeterminato, cioè entrano nelle forze armate e rimarranno sino a fine carriera, ed abbiamo quindi solo un 18% di coloro che nelle forze armate permarranno solo un periodo. QqqqQuesto produce un effetto invecchiamento drammatico e per il tipo di lavoro che fanno i militari è un problema che dobbiamo affrontare. L’età media attuale dei nostri militari è di 38 anni. Quello che ci proponiamo con la delega è di costruire un modello costituito dal 60% di chi permane in servizio permanente ed un 40% di personale che sarà poi accompagnato a svolgere lavori diversi. Un’altra novità riguarda una figura tenuta insieme oggi dal generale Carlo Magrassi, il segretario generale della Difesa ed il direttore nazionale degli armamenti, in futuro ci sarà un direttore nazionale degli armamenti e responsabile della logistica

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ARMA Fino ad oggi la logistica è stata suddivisa fra le varie forze armate, in modo da produrre a parità di risorse un maggiore effetto positivo delle risorse assegnate. Il segretario generale invece sarà un civile, in Francia è un civile, in Inghilterra è un civile in Germania si può scegliere tra un militare o un civile, in questo modo il segretario della Difesa diventerà esclusivamente un dirigente amministrativo. Voglio comunque rimarcare che il tema principale che caratterizzerà il futuro delle forze armate sarà non avere militari troppo anziani.” A tal fine, sono individuati quattro ambiti di intervento: 1. la revisione della governance, con l’obiettivo di ridurre il livello di risorse umane e finanziarie necessarie per le funzioni di direzione e supporto, a parità di capacità operative esprimibili, consentendo una più efficace direzione politica e un’azione armonica e sinergica delle diverse componenti dello strumento militare; 2. l’adeguamento del modello operativo, mediante: il passaggio da una visione interforze delle Forze armate ad una maggiore integrazione fra le varie componenti, nel rispetto degli specifici domini di azione; l’eliminazione delle duplicazioni

organizzative e funzionali; la riduzione dei livelli gerarchici e la semplificazione delle procedure; il rafforzamento delle capacità operative dello strumento militare con quelle delle organizzazioni internazionali di rife-rimento; 3. la conseguente rimodulazione del modello professionale, da realizzare mediante un incremento della aliquota di personale a tempo determinato e un proporzionale decremento di quella del personale in servizio permanente, in modo da assicurare la graduale diminuzione dell’età media dei militari in servizio; 4. la politica scientifica, industriale e di innovazione tecnologica della Difesa nell’ambito delle relative attribuzioni, con l’introduzione di modelli organizzativi che assicurino una collaborazione ad ampio spettro tra la Difesa, l’industria e il mondo universitario e della ricerca. Attraverso il progetto di riforma, inoltre, lo strumento militare risulterà più allineato con quelli degli altri principali Paesi europei e questo favorirà una maggiore collaborazione nel campo della sicurezza e difesa europea.

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retto, il Car. Sc. Matteo Marconcini, judoka vincitore della medaglia d’Argento alle olimpiadi di Rio 2016, il Car. Sc. Luca Dotto, nuotatore campione europeo dei 50 m. stile libero, e “vecchie glorie” dello sport dell’Arma e del Corpo Forestale, tra cui le fondiste di sci nordico Stefania Belmondo, due volte campionessa olimpica e quattro campionessa del mondo e Manuela Di Centa, due volte campionessa olimpica e vincìtrice di due Coppe del Mondo, il ciclista Andrea Collinelli campione olimpico in pista e gli schermidori Mauro Numa due volte campione olimpico e quattro campione del mondo e Michele Maffei campione olimpico e del mondo.

http://infodifesa.it

Il Comandante dell'Arma incontra gli atleti del Centro Sportivo Carabinieri

In mattinata, presso il Comando delle Unità Mobili e Specializzate “Palidoro”, il Comandante Generale dell’Arma Tullio del Sette , il Presidente del CONI Giovanni Malagò e il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli hanno incontrato gli atleti e i paratleti del Centro Sportivo Carabinieri, che con l’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato rappresenta uno dei maggiori gruppi sportivi a livello nazionale. All’evento hanno presenziato grandi campioni del Centro Sportivo, tra i quali l’App. Arianna Errigo, schermitrice detentrice della Coppa del Mondo di FioPage 9

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ARMA L’incontro è stato preceduto dall’inaugurazione della nuova palestra destinata alla scherma, con l’esibizione di alcuni schermidori, e dalla presentazione del progetto del nuovo impianto di atletica leggera che, interamente finanziato dal CONI e collocato all’interno della caserma “Salvo D’Acquisto”, sarà messo a disposizione degli atleti dell’Arma e dei gruppi sportivi esterni. Il progetto è frutto dell’accordo quadro di collaborazione tra l’Arma e il Comitato Olimpico, sottoscritto il 2 aprile 2015 e finalizzato al sostegno dei programmi del Centro Sportivo Carabinieri e alla promozione della cultura sportiva. Nell’occasione il Generale Del Sette ha espresso ai convenuti il suo compiacimento

per i lusinghieri risultati ottenuti, frutto di un allenamento fatto di sacrificio, di disciplina e di passione, quegli stessi valori che animano l'azione quotidiana dei Carabinieri, in ogni contrada d'Italia, cosi come fuori dai confini nazionali, e ha ribadito l’impegno dell’Arma per la promozione dello Sport. Il Presidente Pancalli ha sottolineato la grande possibilità data agli atleti paralimpici di esprimersi attraverso lo sport ringraziando per questo l’Arma e il Presidente Malagò ha dato atto della grande progettualità messa in campo dai Carabinieri per far crescere lo sport italiano. www.carabinieri.it

Nuovo strumento nelle mani dei carabinieri: l'Ipa d o n a u n v i s o r e n o t t u rn o 1 1 f e b b ra i o 2 0 1 7

L’International Police Association Sezione di Verona ha consegnato ai Carabinieri della Compagnia di Verona un visore notturno termo camera monoculare, che servirà a migliorare l’efficacia dei servizi di prevenzione e repressione quotidianamente svolti sul territorio.

All’incontro, che si è tenuto presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di via Salvo d’Acquisto, erano presenti il Presidente della Sezione IPA di Verona, il dottor Cataldo Russo, il Vicepresidente, il dottor Giuseppe Cuccuri, il tesoriere, il dottor Luigi Cuna ed il segretario, luogotenente dei Ariele Mocchiuti, che sono stati ricevuti dal Comandante Provinciale, il colonnello Ettore Bramato, e dal Comandante della Compagnia in sede vacante, il tenente Martina Perazzolo. www.veronasera.it

L’associazione era stata omaggiata di questo innovativo strumento dal Comitato dei Residenti della città, con l’impegno di consegnarlo alle forze dell’ordine cittadine affinchè lo utilizzassero per incrementare la sicurezza dei veronesi.

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Carabinieri fermano furgone con arsenale

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Un vero e proprio arsenale, composto da kalashnikov, fucili, pistole, cartucce e giubbotti antiproiettile, è stato scoperto dai carabinieri su un furgone bloccato dopo un inseguimento scattato a Casoria (Napoli). I militari, durante i controlli in via Pietro Nenni, si sono insospettiti quando hanno notato il furgone rallentare per cercare una strada alternativa ed evitare la pattuglia. Malgrado l'alt il conducente ha accelerato dandosi alla fuga. È stato inseguito, fin a quando, in via Salierno, ha abbandonato il veicolo fuggendo a piedi nelle campagne. Il

furgone è risultato frutto di una rapina avvenuta a Orta di Atella (Caserta) nel dicembre 2016. Nel vano di carico sono stati trovati 3 borsoni in tessuto mimetico contenenti una mitraglietta "Uzi", 2 fucili mitragliatori kalashnikov, una semiautomatica con matricola abrasa, un fucile a pompa, 4 giubbotti antiproiettile, 60 cartucce per Kalashnikov, una quarantina di cartucce 9x21 e 3 calibro 12 (ANSA)

Omicidio del Maresciallo Mirarchi, nuovi arresti a Marsala: c'è anche un Messina Denaro

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Nuovi arresti a Marsala nell'ambito delle indagini pe r scoprire gl i autori de l l ' om i ci di o de l Maresciallo de i Carabinieri Silvio Mirarchi. Alle prime ore dell’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e della Compagnia di Marsala hanno notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Marsala, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di Nicolò Girgenti, il 46enne vivaista marsalese accusato di essere l’autore dell’omicidio del maresciallo dei Carabinieri Silvio Mirarchi. E' stato arrestato anche Fabrizio Messina Denaro, 50enne, pregiudicato di Castelvetra no. Nonostante l'omonimia con il boss Matteo Messina Denaro, non sembra, da quello che emerge, che faccia parte della famiglia mafiosa di Castelvetrano, anche se è stato coinvolto nell'operazione Eden 2. Girgenti e Messina Denaro sono accusati di produzione e traffico di sostanze Page 11

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stupefacenti. Le indagini dei Carabinieri hanno, infatti, permesso di accertare che i due avevano programmato e realizzato, assieme ad altri soggetti, la piantagione di marjuana antistante il luogo dove fu ferito mortalmente il maresciallo Mirarchi. Promotore dell’iniziativa illegale fu proprio Fabrizio Messina Denaro, noto come Elio, che conoscendo personalmente e da anni il Girgenti, dal quale acquistava le piante che poi rivendeva nel chiosco antistante il cimitero di Castelvetrano, propose al vivaista marsalese di cedere l’utilizzo delle serre a Francesco D'Arrigo, che ne avrebbe curato in prima persona la coltivazione. Quest’ultimo fu immediatamente individuato e arrestato la notte dell’omicidio. Al Girgenti fu promesso un lauto compenso (prima un piccolo acconto e il grosso a termine raccolto), ma gli fu versata solo una minima parte; tale circostanza, evidentemente, lo aveva portato a sospettare che avrebbe avuto difficoltà ad incassare anche il restante denaro promesso. Presumibilmente per tale

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ARMA motivo, ossia per recuperare la somma che gli era stata promessa, la notte dell’omicidio, agendo da socio infedele e approfittando della mancanza di vigilanza della piantagione, stava asportando le piante di canapa. Per difendere il suo investimento, inoltre, come afferma il gip nel provvedimento cautelare, il Girgenti non aveva esitato a sparare nei confronti dei Carabinieri e ad uccidere il Maresciallo Mirarchi. Nel corso delle indagini è emerso anche che il gruppo criminale che gestiva la piantagione insieme al Girgenti, aveva avanzato ai familiari di quest’ultimo una vera e propria richiesta di risarcimento per

il danno che aveva procurato il suo comportamento. Girgenti è stato raggiunto dal nuovo provvedimento restrittivo presso la casa circondariale di Trapani “San Giuliano” dove è detenuto dal 22 giugno del 2016. Fabrizio Messina Denaro è stato invece catturato nella notte a Castelvetrano e tradotto anch’egli presso il carcere trapanese a disposizione dell’autorità giudiziaria. www.tp24.it

"Sottovalutato il pericolo a Nassirya”. L’ex generale deve risarcire le vittime

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A Nassiriya si era in guerra, ma qualcuno non voleva capirlo. Insistendo sull’aspetto di «missione umanitaria», anzi, si esposero i soldati e i carabinieri a un rischio eccessivo. E ora qualcuno pagherà, nel senso letterale del termine, dato che la corte d’appello di Roma, Prima sezione civile, ha condannato l’ex generale dell’esercito Bruno Stano, nel 2003 comandante della missione, oggi in pensione, a risarcire le vittime.

Questa sentenza, che arriva a 13 anni dai fatti, dopo un iter estenuante che dalla Cassazione penale è ricominciato nel tribunale civile, mette un punto fermo alle discussioni: «E’ manifesta la stretta dipendenza tra il reato commesso (dal comandante Stano, ndr) e la morte e le lesioni riportate dalle vittime». E c’è da dire che il generale Stano era stato assolto in secondo grado, con sentenza non appellata e quindi definitiva, che la Cassazione ha annullato per gli aspetti civilistici.

La magistratura civile ritiene Stano colpevole di avere ignorato gli allarmi dell’intelligence e sottovalutato il pericolo Page 12

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di una base troppo esposta. Come era già emerso, il Sismi aveva lanciato i suoi warning: il 23 ottobre segnalò «un attacco in preparazione al massimo entro due settimane»: il 25 ottobre mise in guardia da un «camion di fabbricazione russa con cabina più scura del resto»; il 5 novembre avvertì che «un gruppo di terroristi di nazionalità siriana e yementa si sarebbe trasferito a Nassiriya». Scrive la Corte d’appello: «Si deve rilevare l’evidente sottovalutazione di un allarme così puntuale e prossimo».

Il responsabile della base Maestrale, un colonnello dei carabinieri, al contrario, era sempre più allarmato. Chiese di trasferirsi, e gli dissero: vediamo (in effetti il 22 ottobre si disponeva «il progressivo trasferimento verso aree più sicure»). Chiese di chiudere le strade al traffico e gli risposero che così si sarebbe arrabbiata la popolazione, ottenne la riduzione della carreggiata a una sola corsia. Pregò di avere un mezzo corazzato all’ingresso, ma arrivarono prima i terroristi con una cisterna-bomba. E fu un 12 novembre 2003 di sangue. Forse tutto sarebbe stato inutile. Ma certo che ad avere riempito i sacchi di protezione continua

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ARMA non con la sabbia ma con sassi, gli effetti della deflagrazione sono stati moltiplicati e non assorbiti. Anche la vicinanza della riservetta con le munizioni all’ingresso ha peggiorato le cose. «Sullo specifico punto, anche un estraneo alle arti militari dovrà rilevare l’irresponsabile assurdità della collocazione così esposta di un deposito di munizioni». E poi non c'erano serpentine con blocchi di cemento. C’era solo un carabiniere di guardia e infatti i kamikaze per una volta si presentarono in due: uno alla guida, l’altro come passeggero armato di mitra per sparare sull’uomo di guardia. «Unico ostacolo poteva essere solo il carabiniere,

altrimenti vi palazzina».

era

via

libera

fino

alla

Commenta Luca Comellini, radicale e animatore del Partito diritto militari, che sul sito Tiscali News ha tirato fuori questa sentenza: «Occorrerà un altro procedimento giudiziario per stabilire gli esatti importi economici a meno che il ministero della Difesa non si decida ad intervenire e risarcire direttamente i familiari che da 13 anni sono alle prese con questa odissea giudiziaria». www.lastampa.it

PROTOCOLLO D’INTESA TRA LA REGIONE SICILIANA E L’ARMA DEI CARABINIERI 1 4 f e b b ra i o 2 0 1 7

Il Presidente della Regione Siciliana, Onorevole Rosario CROCETTA, e il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo D’Armata Tullio DEL SETTE, hanno firmato il protocollo d’intesa per la realizzazione di interventi di rafforzamento delle condizioni di sicurezza necessarie a favorire migliori condizioni di contesto e per lo sviluppo territoriale. Oltre ai vertici Istituzionali, erano presenti per l’Arma dei Carabinieri, il Comandante Interregionale Culqualber, Generale di Corpo d’Armata Silvio GHISELLI, il Comandante della Legione Sicilia, Generale di Brigata Riccardo GALLETTA e il comandante Provinciale Colonnello Antonio DI STASIO, una delegazione del Co.Ce.R. e del Co.Ba.R. dei Carabinieri nonchè, per la Regione Siciliana, l’Assessore regionale alle Infrastrutture, Dott. Giovanni PISTORIO, il Segretario Generale della Presidenza, Dott.ssa Patrizia MONTEROSSO, il direttore del dipartimento programmazione, Dott. Vincenzo FALGARES, il direttore del dipartimento infrastrutture, Dott. Fulvio BELLOMO ed il direttore tecnico Dott. Gaetano CHIARO. L’accordo è il frutto del “Patto per lo Page 13

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sviluppo della Regione Sicilia” che garantisce oltre ai finanziamenti destinati al turismo e alla cultura, alle infrastrutture, allo sviluppo economico e all’ambiente, anche quelli per la sicurezza e la legalità. Con specifico riferimento all’accordo di programma quadro denominato “Sicurezza e legalità per lo sviluppo della Regione Siciliana – Carlo Alberto Dalla Chiesa” – stipulato il 30 settembre 2003, sono state destinate risorse necessarie all’ammodernamento del parco immobiliare dell’Arma dei Carabinieri in Sicilia. La firma odierna: consente di rendere operativa la programmazione degli interventi infrastrutturali e di assegnare immediatamente i fondi a favore dei presidi della Benemerita; costituisce un ammirevole esempio di sinergia tra diverse istituzioni dello Stato. La Regione Siciliana metterà, infatti, a disposizione dell’Arma dei Carabinieri, con cui sarà attivato un proficuo scambio di informazioni, le competenza del Dipartimento Regionale Tecnico per la realizzazione degli interventi, anche attraverso l’istituzione di specifici tavoli tecnici. www.madonielive.com

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ARMA

Mafia dei Nebrodi, minacce agli allevatori. Scatta il blitz, dieci fermi 1 4 f e b b ra i o 2 0 1 7

Avevano trovato il modo di aggirare il "protocollo Antoci" minacciando privati cittadini, allevatori e contadini per costringerli a cedere i terreni di loro proprietà e accedere ai contributi per l'agricoltura dell'Unione europea senza bisogno di produrre quella certificazione antimafia che, da circa un anno, il presidente del parco dei Nebrodi ha deciso di richiedere a chi stipula contratti di affitto di terreni pubblici con le amministrazioni locali. I mafiosi delle famiglie dei Nebrodi, soprattutto quello affiliati con i clan catanesi Ercolano - Santapaola, non intendevano rinunciare a quel consistente flusso di denaro e per questo, negli ultimi mesi, avevano messo in atto una strategia di intimidazioni e violenze nei confronti di agricoltori e allevatori dei paesi del parco.

Sui Nebrodi, i clan non vogliono indietreggiare, l'anno scorso avevano anche tentato di colpire il presidente del Parco Giuseppe Antoci, sparando alcuni colpi di fucile contro la sua auto. Adesso, dalla denuncia di un allevatore di Cesarò è nata l'indagine che ha visto insieme carabinieri della compagnia di Santo Stefano di Camastra e quelli del Ros di Catania e che ha portato all'emissione di nove provvedimenti di fermo urgenti da parte della Dda di Catania proprio per evitare che potessero essere messi in atto ulteriori intimidazioni o violenze nei confronti delle vittime designate.

e Salvo Catania, capomafia di Bronte. Proprio grazie al protocollo Antoci, alla famiglia Pruiti nei mesi scorsi erano state revocate le concessioni di molti terreni per i quali incassavano centinaia di migliaia di euro di contributi europei.

Nelle ultime settimane, gli inquirenti hanno osservato un crescendo di intimidazioni e aggressioni e soprattutto hanno avuto segnali di pianificazione di ulteriori atti intimidatori nei confronti di allevatori dell'area compresa tra Bronte, San Fratello e Cesarò. da qui l'urgenza di procedere ai fermi. Dice Antoci:

"E' un duro colpo assestato ad importanti famiglie mafiose. Sono contento che il percorso di legalità e sviluppo che stiamo portando avanti continui, stiamo liberando la Sicilia da un malaffare che durava da anni e che toglieva dignità agli agricoltori ed allevatori onesti".

Il presidente del Parco annuncia che il 23 febbraio sarà a Roma, alla Camera dei Deputati, per presentare la legge che di fatto allarga il protocollo di legalità a tutta Italia. http://palermo.repubblica.it

Associazione mafiosa ed estorsione i reati che i pm contestano ai fermati, tra cui i reggenti delle due famiglie della mafia nebroidea, Giovanni Pruiti, fratello dell'ergastolano Salvattore, boss di Cesarò Page 14

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

IL MINISTRO DELLA DIFESA PINOTTI CONDIVIDE LA PIENA SODDISFAZIONE DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI RAGGIUNTI CON I DELEGATI CO.CE.R. INTERFORZE E CON I COMANDANTI DI VERTICE. RIORDINO CARRIERE E 80 EURO E NON SOLO. Si. Promessa mantenuta sia sul riordino delle carriere e sia sugli ottanta euro. Il Ministro della Difesa Roberta Pinotti si presenta con tutti i Comandanti di Vertice e condivide con i delegati Co.Ce.R. Interforze il momento di soddisfazione per il raggiungimento degli obiettivi che oggi costituiscono comunque un risultato " IL CO.CE.R. CARABINIERI A SEGUITO DELL'INCONTRO ODIERNO CON LA SIGNORA MINISTRO DELLA DIFESA ROBERTA PINOTTI ED I VERTICI MILITARI, ESPRIME PIENA SODDISFAZIONE PER IL GRANDE SFORZO ESEGUITO DAL GOVERNO NEL REPRIMERE E DISTRIBUIRE MAGGIORI RISORSE AL COMPARTO DIFESA / SICUREZZA , IN LINEA CON QUANTO AUSPICATO DA QUESTO ORGANISMO. NELL'OCCASIONE RINGRAZIA ULTERIORMENTE IL MINISTRO DELLA DIFESA PER AVER AFFERMATO LA PIENA DISPONIBILITA' AL CONFRONTO CON GLI ORGANISMI DI RAPPRESENTANZA CHE CONTINUERANNO A LAVORARE IN SINTONIA CON GLI STATI MAGGIORI. AL FINE DI POTER GIUNGERE AL COMUNE OBIETTIVO DI SODDISFARE LE LEGITTIME ASPETTATIVE DEL PERSONALE. - ROMA 8 FEBBRAIO.2017. " Queste sono le battute sul pc che chiudono la giornata intensa che ha preceduto l'incontro delle ore 17 a palazzo esercito tra il CoCeR Interforze e il Ministro della Difesa alla presenza di tutti i Comandanti di Vertice. Poco dopo le 17.00è iniziato l'incontro, presso la sala Diaz dello Stato Maggiore Difesa, con il Ministro della Difesa, Sen. Roberta Pinotti, ed i Co.Ce.R. Guardia di Finanza, Esercito, Marina ed Aeronautica, unitamente ai Comandanti di vertice. Tutti i delegati del CoCeR Interforze sapevano che il Ministro avrebbe dato comunicazioni ufficiali sull’emanazione, da parte del Governo, del DPCM di ripartizione delle somme, stanziate con la recente legge di stabilità, art. l – comma 365 – della Legge 11 dicembre 2016, n. 232, per il riordino delle carriere e dei ruoli del personale del comparto difesa e sicurezza e per il bonus sicurezza, 80 euro per tutti gli operatori non contrattualizzati. Il Ministro della Difesa ha aperto subito tenendo a precisare che e' motivo di soddisfazione poter ufficializzare l'impegno che si concretizza con in attenzione per il comparto con una scelta che ha portato ad uno stanziamento a regime che finalmente portera' a realizzare il riordino delle carriere. Non solo ma contestualmente all'incremento dei fondi si è' aggiunto quello dedicato al bonus. L’erogazione del bonus sicurezza per l’anno 2017, a partire da Gennaio, in attesa dell’emanazione DPCM di ripartizione delle risorse, che avverrà nei prossimi giorni e non più' tardi di fine febbraio.

continua

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

Le 80 euro saranno corrisposte con le stesse modalità utilizzate per il 2016 e la sua stabilizzazione a regime, con procedure ancora da definire, a partire dal 1 Gennaio 2018. Si prevede che con lo stipendio di Marzo verrà ripristinato il bonus e contestualmente corrisposti gli arretrati dei mesi di Gennaio e Febbraio. La definizione in tempo stretti dei relativi provvedimenti di riordino dei ruoli del comparto difesa e sicurezza, per cui è stato ipotizzato uno stanziamento di 977 milioni di euro. Poi saranno circa 130 milioni di euro, invece, le somme che andranno ad alimentare la parte dedicata al rinnovo dei contratti del comparto difesa e sicurezza. Su questi ultimi poi di vedra' come negli impiegarli con il confronto tra le parti. E' comunque un momento importante perchè siamo difronte ad una dimostrazione palese di attenzione che il Governo dà al comparto difesa e sicurezza. Qualcosa di cosi' concreto e funzionale che, gaurdando indietro, bisogna andare in là quasi un decennio. Si mette la firma su un riordino tanto nominato e desiderato negli anni ma che mai aveva avuto il concretizzarsi lasciando gli appartenenti del comparto difesa e sicurezza davanti alal consapevolezza che mai si sarebbe potuto fare. Pensare che siamo in momenti difficili, dove, un Governo, mette un punto fermo su forze armate e forze di polizia ripagando il senso di responsabilità e le dedizione che gli uomini e donne del comparto difesa e sicurezza mettono in campo tutti i giorni in Italia e all'estero. Un pensiero "onesto" và a chi fece queste promesse che oggi sono state mantenute dal prosieguo delle attività di questo Governo. Il pensiero và al signor Renzi e l'onestà intellettuale di un carabiniere scevro da "opportunismo" politico che non puo' che riconoscergli questo raggiungimento di un traguardo comunque storico. Il ringraziamento è verso chi, Presidente e Ministri, hanno portato avanti con coerenza impegno di Governo che và a dare piccoli ma importanti riconoscimenti economici che si associano ad interventi riordinativi che daranno una iniezione importante di stimolo, incentivo e rigeneramento nelle carriere del personale del comparto. La gratificazione è verso Roberta Pinotti, Ministro della Difesa, che è sempre stata vicino al comparto per i diversi ruoli e incarichi ricoperti sentendo il ruolo e operando nell'interesse e come una "madre" con i suoi figli. Rigida, determinata ma allo stesso tempo passionale e vera, tanto vera quanto necessario per poter contribuire a pieno in un lavoro di squadra che ha portato a questo risultato. Certo ci sono quelle dichiarazioni e quei comunicati politicizzati che devono semplicmente far sventolare una bandiera e non certo fare gli interessi di chi opera con sacrificio e impegno meritevole di adeguate attenzioni e riconoscimenti istituzionali. Ora ci si concetra negli ultimi passi da fare prima di chiudere questo riordino dei ruoli, prima di percepire la corresponsione mensile degli 80 euro e prima di aprire finalmente alle fasi del rinnovo contrattuale che finalmente si muoverà dopo un lungo stop di anni. La fiducia, il lavoro, l'impegno e la collaborazione hanno portato tutti a prendere il raggiungimento di questo obiettivo come un documentato motivo di mantenere piu' vivo il sentimento di fiducia e di vedere migliore quello che sarà domani. FONTE: pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo pubblicata 08 febbraio 2017

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ATTUALITA' - NEWS

Li ce nz a m e d i a , s t op a i d i s a b i l i « U n col p o b a s s o d a l g ov e rno» 02 febbraio 2017

Arriva lo sbarramento per gli studenti disabili alle prese con l’esame di terza media: «licenziarsi» non sarà più così semplice come in passato per i circa 70 mila studenti con handicap che frequentano le scuole secondarie di primo grado. Sul piede di guerra 68 associazioni a tutela dei disabili e centinaia di insegnanti di sostegno: «Un colpo basso all’inclusione». Il nodo sta in due parole contenute nello schema del nuovo decreto sulla valutazione, che ora è al vaglio delle Commissioni parlamentari, e che introduce il concetto di «prove equipollenti». Come si legge nel testo, «agli alunni con disabilità per i quali sono state predisposte dalla sottocommissione prove non equipollenti a quelle ordinarie, viene rilasciato un attestato di credito formativo», si legge nel testo. Viene dunque abolita la possibilità agli alunni con disabilità di conseguire il diploma di licenza media sostenendo prove differenziate e introdotto il concetto di equipollenza, finora valido solo nella scuola secondaria di secondo grado. «Di fatto, si elimina la possibilità, per disabili intellettivi, autistici e pluri minorati, di conseguire il diploma», sintetizza Flavio Fogarolo, componente della gruppo scuola della Fish Veneto (Federazione italiana per il superamento dell’handicap). Le prove differenziate

Le prove differenziate, nello schema del

nuovo decreto, sono sì previste, ma «hanno valore ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma finale» solo se «equipollenti a quelle ordinarie». Spiega bene il concetto l’avvocato Chiara Garacci, che tutela diverse associazioni: «Con la normativa antecedente tutti i ragazzi disabili potevano avere prove differenziate, anche facilitate, per raggiungere l’obiettivo della licenza. Ora le prove potranno essere differenziate solo in senso metodologico, ad esempio testi in Braille per i ciechi, ma non dal punto di vista didattico». In caso contrario, agli studenti con handicap verrà rilasciato un attestato che gli permetterà sì di frequentare la scuola secondaria di Issue 1

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secondo grado ma chiaramente senza avere alcuna chance di diplomarsi a tutti gli effetti: «La programmazione per loro era finora identica a quella degli studenti normodotati, ma procedeva per obiettivi minimi: ora invece rischiano di seguire un percorso di formazione di livello inferiore». «Non sono pietre miliari» In sostanza viene modificato il principio del DPR 122/09, che invece vedeva l’esame di primo ciclo per i disabili come la conclusione di un percorso di formazione che l’alunno con disabilità ha seguito in modo personalizzato. «Ormai da oltre vent’anni i ragazzi con disabilità che sono in grado di sostenere una prova d’esame, anche se adattata alle loro capacità, conseguono un regolare diploma- spiega Fogarolo - Invece così viene modificata radicalmente la stessa filosofia dell’inclusione». Il risultato? «Ciechi, Down, e molte altre categorie di disabili che fino ad oggi potevano trovare un lavoro facilmente, grazie alla licenza media, ora resteranno con un attestato che non serve a nullasottolinea Daniela Costabile, insegnante di sostegno dei Partigiani della Scuola pubblica- Solo un fatto simbolico, che non li aiuterà ad inserirsi nella società». Ma non tutto è «perduto»: secondo Simona Flavia Malpezzi, deputata Pd che segue le deleghe sulla scuola, «le deleghe potranno essere modificate, non sono pietre miliari: la riflessione è aperta- assicura - e sono previste audizioni di associazioni, neuropsichiatri, esperti, proprio per valutare tutti gli aspetti critici». www.corriere.it

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ATTUALITA' - NEWS

Mogherini e i migranti: «Fermare gli arrivi è solo un’illusione. Vanno gestiti i flussi dai Paesi di partenza» 0 3 f e b b ra i o 2 0 1 7

Nazioni Unite e Washington. A proposito di coordinamento, stiamo mettendo a punto la E’ il momento delle grandi sfide per proposta di una conferenza di pace l’Europa e la sua politica nel mondo. Vedi internazionale in primavera mirata ad le svolte di Donald Trump che mettono in avviare il processo di pacificazione in Siria. dubbio i tanti decenni di alleanza Eu-Usa, I costi della ricostruzione sono enormi, ma l’espansionismo muscolare di Vladimir nessuno metterà un soldo senza la Putin, la Brexit, i migranti, Isis, l’incertezza prospettiva solida del dialogo interno tra le economica, l’antieuropeismo montante tra componenti del Paese». gli europei: cosa la preoccupa di più? Servirebbe un esercito europeo, visto che me t t e in dubbio la Nato? «La mancanza di fiducia in noi stessi. I Trump nostri partner internazionali, dall’Argen- «La forza militare in parte l’abbiamo già tina al Giappone, continuano a dirmi che mettendo insieme le forze armate dei nostri noi europei non ci rendiamo conto della Stati membri. A volte la usiamo con un nostra potenza. Mi preoccupa: siamo noi a ottimo impatto, vedi l’operazione Sofia nel non capire la nostra forza. In un periodo di Mediterraneo o la campagna contro la nel Corno d’Africa. totale stravolgimento degli equilibri pirateria geopolitici, il mondo guarda all’Europa L’addestramento della guardia costiera come al partner affidabile su questioni libica lo fa l’Unione Europea e non la Nato. centrali come quelle del commercio libero Così come le missioni di addestramento ed equo, diritti umani, multilateralismo, delle forze armate in Africa. Ci sono luoghi sostegno all’Onu, diplomazia che previene i dove noi possiamo essere considerati meno conflitti, cambiamenti climatici, siamo il problematici della Nato grazie alla dimenprimo mercato mondiale, abbiamo 16 sione umanitaria e diplomatica dell’Europa. missioni militari all’estero e l’elenco è Noi siamo prima di tutto un’alleanza ancora lunghissimo. Insomma, siamo come politica e lavoriamo in partenariato con la una meravigliosa sedicenne che si guarda Nato, che è fondamentale per la sicurezza allo specchio e si vede brutta. La nostra non solo degli europei. Ma stiamo salute fisica è perfetta, ma siamo labili di rafforzando la difesa europea, presenterò nervi, una vera crisi d’identità, di dei primi risultati concreti in occasione mancanza di consapevolezza. Se non delle celebrazioni per il trattato di Roma a conosci la tua forza, rischi di non usarla e marzo. Gli europei spendono il 50 per ciò potrebbe alla lunga minare le basi della cento del budget Usa sulla difesa, ma il risultato è solo il 15 per cento di quello nostra potenza». americano, per il fatto che è diviso in 28 amministrazioni nazionali. Occorre creare Trump glorifica la Brexit, è una minaccia? «No, l’America non è una minaccia per un meccanismo di cooperazione e intel’Europa. I nostri legami sono antichi e più grazione della difesa». profondi di qualsiasi amministrazione Usa. Capita però che l’Italia in Libia stia con Ma la politica americana deve ancora Fayez Sarraj a Tripoli e la Francia con definirsi, dovremo vedere cosa farà il Khalifa Haftar a Bengasi. Oltretutto Sarraj Congresso, che criticava Obama per essere appare debolissimo, i suoi guardiacoste troppo dolce con Mosca. Questa è una crisi sono divisi tra diverse milizie in lotta tra loro: è l’uomo giusto cui affidare la nostra interna americana, non nostra». politica per il controllo dei migranti? Anche noi sposteremo la nostra ambasciata «Non sta a noi scegliere il leader libico. Il nostro compito non è interferire ma a Gerusalemme? «Assolutamente no. Spero però che il sostenere un processo in cui i libici processo di pace in Medio Oriente possa riescano a unirsi e governare il Paese. presto essere affrontato con un coorcontinua dinamento stabile tra Bruxelles, Mosca, le Issue 1

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ATTUALITA' - NEWS La Libia è profondamente divisa. Né Tripoli né Tobruk possono governare da soli. Ma è un Paese strategico, che può e deve restare unito. Noi sosteniamo le scelte sancite dall’Onu e la legalità internazionale».

alcuni Paesi non si fanno le scelte corrette per gestire al meglio i flussi. Due anni fa la Commissione Europea ha fatto questa proposta. Ma poi i nostri Paesi membri non le hanno dato seguito. Il punto vero non è fermare, ma gestire» . Farraj vorrebbe un summit al Cairo, ma Anche Trump paralizza questa politica. Haftar è riottoso, si sente più forte. Dove «Certo, ha compiuto un passo gravissimo sta l’Europa? vietando l’accesso anche a coloro che «Sostiene e riconosce il governo di accordo avevano già il visto. La crisi dei rifugiati nazionale e incoraggia il dialogo. Mezzo non è solo europea è globale, oltre 70 secolo di Gheddafi e sei anni di crisi in milioni di persone, un record storico e si Libia sono difficili da superare. Siamo può gestire insieme, globalmente». davvero certi che un uomo forte possa Che fa l’Europa di fronte al nuovo asse governare da solo la complessità di quel Trump-Putin e una Russia forte, vincente in posto? Mi sembra più logica la strada di un Siria, amica dei dittatori in Medio Oriente? accordo politico in cui ognuno accetti i «Io avrei qualche dubbio sulla forza reale propri limiti per una forma di cooperazione della Russia, un Paese minato dalla crisi e condivisione delle responsabilità». economica.

Come controllare i migranti? «Primo: con l’azione in mare. Il nostro addestramento della guardia costiera è iniziato a settembre e comporta anche l’applicazione dei diritti umani, i diritti delle donne. In acque internazionali negli ultimi tempi abbiamo salvato più di 32.000 persone, ma 4.500 sono morte. E questo anche perché nelle acque libiche non entriamo. A ciò si aggiunge la necessità del controllo sulla frontiera verso il deserto. Per questo abbiamo lavorato in particolare con il Niger, ad Agadez, per assistere, informare e spesso aiutare i migranti a tornare al loro Paese, creando posti di lavoro con l’aiuto dell’Onu. Ad Agadez siamo riusciti a ridurre il numero dei passaggi da 76.000 a 11.0000 in pochi mesi».

Ma come selezionare i rifugiati perseguitati politici con diritto d’asilo dai migranti i l l e gal i ? «E’ proprio quello che vogliamo fare. Ma questo significa che se sei un eritreo con diritto d’asilo internazionale l’Europa deve accoglierti. Purtroppo non sempre avviene così. E ciò perché nei nostri Paesi prevale spesso l’illusione per cui la migrazione si possa fermare. Impossibile. Oltretutto l’economia europea senza migranti sarebbe paralizzata, la nostra demografia ci porta al collasso. Sarebbe il crollo delle nostre società. Dovremmo fare uno studio sul costo della non migrazione. Così, per inseguire la falsa convinzione dell’immigrazione zero in Issue 1

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Le sue difficoltà interne sono ben mascherate da una dinamica politica internazionale e militare. L’Europa non ha interesse a una Russia debole e in crisi. Sono molto preoccupata da ciò che avviene in Ucraina. Gravissimo, perché si continua a violare il principio per cui le frontiere non si devono cambiare con la forza. Però, Europa e Russia hanno lavorato e lavorano benissimo assieme su molti dossier come il nucleare iraniano.

E invece su altri temi come l’Afghanistan o il processo di pace in Medio Oriente non sono così sicura che le agende Trump-Putin collimino». www.corriere.it

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Riforma Pa, prontuario per chiarire q u a n d o s i ri s c h i a i l l i c e n z i a m e n t o 0 4 f e b b ra i o 2 0 1 7

l'orientamento è quello di precisare la competenza dei contratti a stabilire le Appuntamento a metà febbraio per la regole per le infrazioni di minore gravità, revisione della riforma Madia della quelle per le quali è previsto il solo Pubblica amministrazione, azzoppata da richiamo verbale. I tecnici del ministero una sentenza della Corte costituzionale della Pa stanno lavorando anche ad una dello scorso novembre. A metà mese, se semplificazione dell'iter, che dovrebbe non ci saranno intoppi, il Consiglio dei permettere una gestione unificata per le ministri si occuperà dei tre decreti sanzioni più gravi, con più amministrazioni correttivi su partecipate, dirigenza che faranno capo a uno stesso ufficio. sanitaria e licenziamenti per gli assenteisti, Inoltre i vizi formali, i cavilli giuridici, non necessari per rimettere in carreggiata la potranno fermare l'azione di censura. riforma dopo la censura della Consulta. Dei Anche in questo caso, grazie all'estensione tre, il piatto forte è costituito dal di una clausola anticipata dal Dlgs antiprovvedimento sul licenziamento di- furbetti del 2016, la violazione dei termini sciplinare per gli statali, che dovrebbe interni fissati per la procedura non potrà introdurre un vero e proprio “decalogo” impedire di andare avanti, né potrà delle situazioni a rischio, per meglio annullare la validità della sanzione inflitta, informare i dipendenti sulla normativa di fatto salvo il diritto alla difesa. Inoltre se il riferimento. giudice accerta una sproporzione con la Promemoria delle situazioni a rischio licen- sanzione disciplinare, il procedimento si ziamento ripete. Il decreto correttivo sul pubblico Il “decalogo” dovrebbe fare chiarezza sulla impiego sarà anche l'occasione per questione, mettendo in fila una per una le introdurre sanzioni contro le assenze condizioni che determinano l'espulsione del “mirate”, nei periodi di superlavori degli dipendente: dalla falsa attestazione della uffici pubblici (dichiarazioni fiscali, presenza in servizio allo scarso scadenze tributarie) e in prossimità di rendimento. E la sanzione massima si finesettimana e ponti o di un grande attiverebbe anche, nei casi più gravi, per il evento. responsabile gerarchico del dipendente Effetti de l l a sentenza costituzionale assenteista che chiuda un occhio (o tutti e 251/2016 due) davanti agli illeciti. La casistica Ad aprire nuovamente il cantiere della elencata nel “decalogo” si occuperà anche riforma del pubblico impiego imponendo il delle gravi e reiterate violazioni del Codice ricorso a decreti correttivi è stata la di comportamento spesso all'attenzione sentenza 251/2016 della Corte codelle cronache. Per esempio, l'accettare stituzionale che ha imposto l'intesa con le regali costosi o l'abuso dell'auto di Autonomie, invece del più semplice parere, rappresentanza. Il decreto dovrebbe anche per gli aspetti della riforma Madia su cui le fissare i tempi massimi della procedura competenze statali si sovrappongono con disciplinare ordinaria, che dovrebbe essere quelle di Regioni ed enti locali. In conclusa nel giro di 3-4 mesi al massimo. particolare, la censura dei giudici L'iter accelerato (massimo un mese) oggi costituzionali ha fatto naufragare i previsto per il licenziamento dei “fubetti provvedimenti attuativi già approvati su del cartellino” dovrebbe poi essere esteso a società partecipate, licenziamenti veloci tutte le forme illecite che portano a degli assenteisti e dirigenti sanitari: decreti licenziamento accertate in flagranza. rimasti in vigore, ma esposti al forte rischio Procedura s e m pl i fi ca t a pe r l’azione di bocciatura costituzionale in caso di disciplinare ricorsi perché “viziati” da un percorso di A parte il capitolo licenziamenti, il decreto approvazione che è passato appunto dal correttivo rivede anche tempi e procedure parere e non dall'intesa. dell'azione disciplinare. Al momento, www.ilsole24ore.com Issue 1

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St a t a l i : ca m b i a no l e v i s i t e f i s ca l i , con l'Inps controlli mirati 0 5 f e b b ra i o 2 0 1 7

non solo di privati. Nel decreto Madia sarà sancita la novità, con l'obiettivo di rafforzare l'efficacia degli accertamenti grazie al 'cervellone' informatico dell'Inps, che permette di fare verifiche mirate. Dovrebbe essere assicurata anche la continuità professionale per i medici iscritti alle liste speciali. Ci dovrebbe poi essere la possibilità di condurre accertamenti ripetuti. Dovrebbero inoltre essere armonizzate le fasce orarie di reperibilità. Sarà assicurata continuità professionale ai 1.300 medici inseriti nelle liste speciali per le visite fiscali, con un rafforzamento del regime di convenzione per i 'camici bianchi' deputati agli accertamenti, in modo da garantire maggiore specializzazione e l'attività in via esclusiva. Queste le novità in arrivo con il decreto che, attuando la riforma della P.a, realizzerà il polo unico della medicina fiscale, in capo all'Inps, competente sia per i dipendenti privati che pubblici.

Un polo unico della medicina fiscale in capo all'Inps, che si occuperà di statali e

(ANSA)

Legittima difesa: perché in Italia aumentano le licenze per il tiro sportivo 0 6 f e b b ra i o 2 0 1 6

avvenuta per le licenze di caccia: da 689.019 a 774.679 (+12,4%). Per un vero e proprio boom (circa 160 mila nel solo Aumentano gli italiani con una pistola nel ultimo anno) di carabine, revolver e armi tutte regolarmente cassetto o un fucile nell'armadio. I dati semi-automatiche, elaborati dalla Polizia di Stato sono chiari: detenute, il cui possesso non nasce però negli ultimi due anni le richieste di licenza dalla volontà di imitare gli azzurri per difesa personale sono diminuite nel protagonisti nel tiro a Rio 2016... nostro Paese del 4,7%, ma sono "Anche se non tutti possono avere la aumentatecomplessivamente del 30,8% le licenza per uso sportivo, è però indubbio licenze per il tiro sportivo e per la caccia. che è molto più facile da richiedere e L’impennata maggiore è stata registrata ottenere rispetto a quella per difesa che richiede requisiti proprio da quelle per uso sportivo, che personale, hanno fatto registrare un incremento del particolarmente selettivi", afferma Marco 18,4%, passando da 397.384 domande a Tiberi, istruttore di tiro della Polizia di 470.821; e la stessa cosa, anche se in dimensione leggermente minore, è continua Issue 1

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ATTUALITA' - NEWS Stato e presidente del Tiro a segno nazionale di Cecina, in provincia di Livorno. "Naturalmente anche il cittadino che fa domanda di una licenza per il tiro sportivo, deve avere requisiti morali e fisici idonei all’uso di un’arma, ma la procedura è per così dire più agile". La motivazione, quindi, non è propriamente sportiva, ma legata invece alla volontà di pot e r possedere un'arma? "Sì, in tanti casi la vera motivazione è questa: si vuole possedere un'arma, andando al poligono per imparare a usarla con un istruttore, per sentirsi più sicuri e tranquilli". Sulla base della sua esperienza personale, da quanti anni ha notato questa tendenza? E chi riguarda maggiormente? "Confermo la tendenza fotografata dai dati: negli ultimi 24 mesi c’è stato un progressivo e costante aumento di persone che si sono iscritte al poligono di tiro con la licenza sportiva. Quanto al profilo, nella mia espreienza il 90% delle iscrizioni per tiro sportivo sono di uomini che hanno un’età superiore ai 35 anni e appartengono per lo più al ceto medio". Come avviene la formazione dei nuovi iscritti? "Quando il soggetto si presenta per la prima volta al poligono, viene affidato a un istruttore di tiro che gli spiega sia come si

maneggia in sicurezza l’arma sia - ed è un aspetto assai importante - tutta una serie di elementi giuridici che il soggetto con una licenza di questo tipo deve conoscere perfettamente. Dopo la parte teorica, si passa quindi a quella pratica, che prevede di far sparare al tesserato 50 colpi sia con una carabina calibro 22 sia con una pistola sempre calibro 22". Dopo questo primo approccio, cosa succede? "Il soggetto ritorna la volta successiva con l’arma di proprietà e continua l’addestramento con la propria pistola, recandosi al poligono le volte che vuole. Solitamente, comunque, queste persone vengono a esercitarsi con cadenza settimanale e prevalentemente nel weekend, sparando ogni volta una cinquantina di colpi".

C'è qualcuno che alla lunga si fa prendere dalla passione per il tiro sportivo? "Onestamente, solo il 20% si iscrive alle gare e inizia un percorso agonistico. Qualcun altro chiede di poter frequentare corsi avanzati di tiro, ma la maggior parte viene al poligono solo per imparare a usare un’arma e mantenersi poi in esercizio". www.panorama.it

Sarà il parco di Agrigento a rappresentare l’Italia 0 9 f e b b ra i o 2 0 1 6

Sarà la magia della Valle dei Templi, la stessa che per due anni di seguito è stata scelta come esclusivo scenario per feste e convention di Google, a rappresentare l’Italia nella corsa al Premio del paesaggio del Consiglio d’Europa. Vince su 97 candidature il progetto «Agri Gentium: landscape regeneration» attuato dal Parco archeologico e scelto dal ministero dei Beni culturali per la ricognizione nel territorio italiano di progetti volti alla tutela e alla valorizzazione sia del paesaggio sia del patrimonio materiale e immateriale.

Il giardino degli dei Euforico, fra i pendii sui quali svettano il Tempio della Concordia e il Tempio di Giunone il direttore del Parco, l’architetto Giuseppe Parello, interlocutore diretto di docenti ed esperti dell’università di Palermo, della facoltà di agraria, delle aziende Val Paradiso, della cantina Cva di Canicattì, delle «Ferrovie Kaos» e del Fai, il Fondo ambiente italiano, tutti partner del progetto. Una sorta di rete che consente ad ogni angolo della valle di splendere. A cominciare dall’area sottostante i templi, la Kolimbetra, il «giardino degli dei» ristrutturato dal Fai con il ripristino di continua

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ATTUALITA' - NEWS

piscine, ruscelli, viali odorosi di agrumi, colorati dai melograni, come lo descrisse Luigi Pirandello anche in una novella pubblica nel 1913 sulla terza pagina del Corriere della Sera. I 150 anni di Pirandello Fiero del riconoscimento per questo riconoscimento che proietta la vecchia Girgenti nella corsa europea il sindaco Lillo Firetto, impegnato a presentare la Festa del mandorlo in fiore in programma per marzo e, con il Distretto turistico Valle dei Templi, il Festival della Strada degli scrittori, da maggio a giugno, in coincidenza con il centocinquantesimo anniversario dalla nascita di Pirandello. Un progetto che valorizza i luoghi natii, da Racalmuto a Porto Empedocle, di Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri, dello stesso Pirandello e di tanti altri scrittori. Le menzioni I 97 progetti presentati secondo il regolamento di un apposito bando del ministero sono stati valutati da una Commissione presieduta da Fabio De Chirico e composta da personalità note per il loro impegno nel settore della cultura e del paesaggio, Paolo Pejrone, Bartolomeo Pietromarchi, Marino Sinibaldi, Andrea Sisti, Carlo Tosco e Pietro Valentino. Attribuite due menzioni speciali al Parco Nord di Milano per «la città verde» e al comune di Ostana , nel Cuneese, per il «coinvolgimento delle forze sociali nel contrasto dello spopolamento e dell’abbandono». Determinanti per la scelta della candidatura di Agrigento gli obiettivi raggiunti per la riqualificazione dei luoghi attraverso la valorizzazione di tutte le componenti storico-culturali materiali e immateriali che caratterizzano la Valle. Appunto, dagli ameni percorsi lungo i viali della Kolimbetra, il giardino promosso dal Fai come suo “luogo del cuore”, alle escursioni sui treni storici delle Ferrovie, fino alle novità enogastronomiche di una Valle dove gli ulivi secolari producono un prelibato olio, come succede per i vigneti sotto i templi con un nettare imbottigliato a Canicattì, il Diodoro.

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EffettoTre 15 Febbraio 2017

Teatro e scrittori Tutte tappe obbligate di quella Strada degli scrittori che ha il cuore nella Valle dove continua lo scavo per fare venire alla luce, dopo secoli di ricerca, il Teatro greco finalmente individuato la scorsa estate. Meta di turisti richiamati così da un’offerta sempre più ampia mentre sul piano giudiziario procede, seppure lentamente, l’abbattimento di una parte delle costruzioni abusive realizzate ai margini del Parco.

Un’attenzione massima che impedisce comunque ogni altro nuovo abuso, come sottolinea l’architetto Parello: «Un segnale importante per affermare un nuovo rapporto con il territorio fondato sulla legalità e sulla tutela dei valori culturali. Procedendo attraverso il “restauro attivo del paesaggio”, coinvolgendo pienamente comunità e istituzioni...». Un meccanismo virtuoso sottolineato dalla funzionaria responsabile della selezione al ministero, Magda Alessandro, che parla di «un effetto domino» pensando all’insieme del progetto che spazia fra giardini, treni, attività economiche e culturali attivate dentro e fuori l’area dei Templi: «Un’apertura che non tradisce, ma esalta la cultura della tutela». www.corriere.it

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ATTUALITA' - NEWS

La Consulta spiega la sentenza sull’Italicum: «Servono maggioranze omogenee per Camera e Senato» domani, chissà.

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Roma - La Corte costituzionale non si è lasciata trascinare nei giochi della politica. Dove le motivazioni della sentenza sull’«Italicum» erano attese soprattutto per capire se e quando si potrà andare a votare. Qualora, ad esempio, la Consulta avesse rivolto un forte e pressante appello al Parlamento per uniformare il sistema elettorale di Camera e Senato, i fautori del rinvio al 2018 ne avrebbero subito profittato per dire che viene richiesto un lavoro approfondito, mica si può andare in fretta e furia alle urne. In assenza di un forte appello al Parlamento, invece, a brandire la sentenza sarebbero stati i sostenitori del voto a giugno. Per cui la curiosità generale ha spinto tutti, quando le motivazioni sono state rese pubbliche intorno alle nove di sera, a verificare anzitutto se questo richiamo c’era o non c’era. Un consiglio indiretto La risposta è no, nessun invito esplicito della Corte alle Camere perché rimettano mano alla legge elettorale. Anzi, la sentenza precisa che la Costituzione non impone di avere due sistemi elettorali perfettamente uguali, un «tot» di differenze può essere consentito. Tuttavia, con una formulazione parecchio contorta, la Consulta fa pure intendere che il Parlamento farebbe comunque bene a mettere un po’ d’ordine nella materia. Perché se tutto rimanesse tale e quale, cioè contraddittorio e confuso, in futuro la Corte potrebbe essere costretta a intervenire. Non lo ha fatto stavolta, solo in quanto nessun Tribunale ha sollevato la questione in maniera puntuale e corretta. Ma un Issue 1

EffettoTre 15 Febbraio 2017

La formula esatta che si legge in fondo alla sentenza, pubblicata sul sito della Corte, suona così: «La Costituzione, se non impone al legislatore di introdurre, per i due rami del Parlamento, sistemi elettorali identici, tuttavia esige che, al fine di non compromettere il corretto funzionamento della forma di governo, i sistemi adottati, pur se differenti, non devono ostacolare, all’esito delle elezioni, la formazione di maggioranze parlamentari omogenee». Per cui, sintetizzando: il partito delle «elezioni subito» può dire che nulla impedisce di tornare al voto con pochi ritocchi. Mentre quello del voto nel 2018 ha buon gioco a ribattere: la Corte lascia intendere che sarebbe comunque meglio armonizzare. Una sentenza che si potrebbe definire, sul piano politico, equilibrata e «cerchiobottista». Nelle 59 pagine di sentenza c’è parecchio altro. Per esempio, si chiarisce una volta per tutte come, in materia elettorale, i ricorsi dei Tribunali possano essere sollevati prima ancora che la legge venga applicata (come è stato nel caso dell’«Italicum») poiché non è indispensabile che un danno ci sia già stato, è sufficiente il pericolo. Precisa la Corte, sul premio di maggioranza, che la soglia del 40 per cento «non appare in sé manifestamente irragionevole», è una materia su cui decide il Parlamento nella sua discrezionalità. Per quanto riguarda infine il ballottaggio, la Consulta non boccia il meccanismo in sé, che resta valido per i sindaci; condanna semmai l’assenza di una soglia minima. Col risultato che «una lista può accedere al turno di ballottaggio anche avendo conseguito, al primo turno, un consenso esiguo, e ciononostante ottenere il premio, vedendo più che raddoppiati i seggi». Con ciò la Consulta certifica come quel congegno fortemente voluto da Renzi a colpi di fiducia, fosse del tutto fuori dalla Costituzione. www.ilsecoloxix.it

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ATTUALITA' - NEWS

Foibe: Oggi il Giorno del Ricordo. Mattarella: 'Orrore del '900' 1 0 f e b b ra i o 2 0 1 7

anniversario del Trattato di pace di Parigi, che sancì la fine del secondo conflitto Centinaia di ragazze e ragazzi delle scuole mondiale e la sconfitta dell'Italia, entrata in di ogni ordine e grado, accompagnati dagli guerra sotto il regime fascista. Il Trattato, insegnanti, sugli scranni dell'Aula insieme poi ratificato dal Parlamento nel settembre a tanti componenti delle associazioni degli 1947, segnò l'inizio dell'esodo degli italiani Esuli. Montecitorio festeggia così Il Giorno da quelle terre dove erano vissuti da del Ricordo delle Foibe e dell'Esodo generazioni, e che la sconfitta aveva fatto Giuliano - Dalmata. E insieme a loro, i tanti passare alla Jugoslavia. Una fuga componenti delle Associazioni degli Esuli. contrassegnata anche dalle barbare esecuzioni titine nelle foibe, dove caddero "L'Europa della pace, della democrazia, connazionali etichettati come "fascisti" e della libertà, del rispetto delle identità che erano per la maggior parte gente culturali, è stata la grande risposta agli comune. orrori del Novecento, dei quali le foibe Ieri la presidente Laura Boldrini ha chiesto sono state una drammatica espressione", un minuto di silenzio dell'Aula, alla dice il presidente della Repubblica Sergio Camera, perché il ricordo "contribuisca a Mattarella in un messaggio per il Giorno rafforzare quei principi di democrazia, del Ricordo letto nell'Aula di Montecitorio. solidarietà e libertà che anche grazie agli "Un impegno che, a 70 anni dal Trattato di esuli fu possibile affermare nel Paese". Pace che mise fine alla tragica guerra Diverse celebrazioni in tutta Italia. I scatenata dal nazifascismo, non può venire segretari della Lega Nord e di Fdi, Matteo mai meno per abbattere per sempre il Salvini e Giorgia Meloni, saranno invece al fanatismo, padre della barbarie e della sacrario di Basovizza a Trieste. crudeltà che si nutrono dell'odio". (ANSA) La ricorrenza di quest'anno è segnata dalla coincidenza con il settatentesimo

Sicurezza e migranti, ok dal CdM ai decreti. Minniti: "Possibile daspo urbano". Più potere ai sindaci 1 1 f e b b ra i o 2 0 1 7

Stretta sulla sicurezza nelle città. Nel decreto approvato venerdì dal consiglio dei ministri si prevede anche il daspo urbano. "Non ci sono nuovi reati né aggravanti di pena ma misure come la possibilià di applicare in modo più ampio quello che si applica nelle manifestazioni sportive - spiega il ministro Minniti -: davanti a reiterate violenze sportive c'è il daspo, di fronte a reiterati elementi di violazione di alcune regole sul Issue 1

EffettoTre 15 Febbraio 2017

controllo del territorio le autorità possono proporre il divieto di frequentare il territorio in cui sono state violate le regole". Soddisfatti i sindaci, non abbiamo più armi spuntate - Da oggi hanno un'arma in più per garantire la sicurezza dei cittadini: la legge. Finalmente non devono più combattere la battaglia per la sicurezza delle città con le armi spuntate. Con i nuovi e più incisivi poteri riconosciuti, su nostra sollecitazione, dal decreto legge potremo dare ai cittadini le risposte che si aspettano

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ATTUALITA' - NEWS da noi pianificando la strategia. E anche contribuendo a reprimere i reati che particolarmente incidono sul diritto a sentirsi sicuri". E' il commento del presidente dell'Anci, Antonio Decaro. Approvato dal governo anche un pacchetto di misure sull'immigrazione. Con il decreto andiamo, ha sottolineato Minniti, verso "un nuovo modello di accoglienza: l'Italia ha fatto grande sforzo, siamo orgogliosi, ora il paese va più orientato verso un'accoglienza diffusa, perciò abbiamo fatto un patto con l'Anci e si lavora per avere in tempi ragionevoli una progressiva diminuzione dei grandi centri d'accoglienza". Secondo il premier, Paolo Gentiloni, il governo rende "più rapidi i processi di concessione del diritto d'asilo ai rifugiati, più trasparenti i meccanismi di accoglienza facilitando con diverse misure i

meccanismi necessari per i rimpatri". "L'obiettivo strategico non è chiudere le nostre porte ma trasformare sempre piu' i flussi migratori da fenomeno irregolare a fenomeno regolare, in cui non si mette a rischio la vita ma si arriva in modo sicuro nei nostro paesi e in misura controllata". "Ci teniamo molto stretti i nostri valori umanitari e dell'accoglienza e rivendichiamo il lavoro fatto in questi anni perché credo che l'Italia abbia fatto un buon curriculum nonostante le difficoltà ed i numeri da fronteggiare. Abbiamo negli ultimi anni in un certo senso indicato la strada all'Ue, ora bisogna rendere effettivo il principio di condivisione dell'onere dell'accoglienza". (ANSA)

Dipendenti pubblici, partita da 8 miliardi p e r l e b us t e p a g a 1 3 f e b b ra i o 2 0 1 7

Si gioca intorno agli otto miliardi di euro che ogni anno alimentano le parti “variabili” dello stipendio la partita decisiva sul futuro economico dei dipendenti pubblici, nei due tempi rappresentati dal decreto in arrivo che riscrive il testo unico del pubblico impiego e dalle trattative per il rinnovo contrattuale, che andranno avviate subito dopo. Il tema è al centro del confronto di oggi con i sindacati sul decreto attuativo della riforma Madia atteso al primo via libera in consiglio dei ministri, e non poteva che essere così. Per far ripartire la macchina contrattuale bloccata da sette anni - da riavviare come imposto ormai 19 mesi fa dalla sentenza 178/2015 della Corte costituzionale - sindacati e governo hanno convenuto sulla necessità di smontare le griglie rigide scritte nel 2009 (ma mai attuate) dalla riforma Brunetta, che imponeva di concentrare sulla produttività la «quota prevalente» del salario accessorio e di azzerare i premi per un quarto del personale. Il tema è delicato Issue 1

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perché le indennità variabili, al cui interno la produttività è protagonista, valgono in media 2.300 euro a dipendente, superano i 3mila euro pro capite nelle agenzie fiscali fino al picco da 11mila euro negli enti pubblici non economici (Inps, Inail, Aci eccetera): cifre in ogni caso parecchio superiori a quelle che un rinnovo contrattuale può offrire sulla parte fissa. La parola d’ordine, allora, è stata la restituzione della materia ai contratti nazionali, ridando alle “relazioni industriali” della Pubblica amministrazione i compiti che la riforma del 2009 aveva tolto alle trattative fissandoli nella legge. Condivisa l’idea, le distanze fra governo e sindacati si sono però subito allargate sulle scelte concrete per muovere di nuovo questo pendolo fra legge e contratti. Gli obiettivi, infatti, non coincidono. Il governo preme per tentare in ogni caso la via della “selettività” nel riconoscimento dei premi, anche per evitare di far passare l’idea di un cedimento alla distribuzione indifferenziata delle risorse; i sindacati, ovviamente, vogliono evitare il più possibile effetti

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ATTUALITA' - NEWS collaterali in busta paga, tanto più dopo che i lunghi anni di blocco contrattuale hanno alleggerito sia il potere d’acquisto delle buste paga (in media del 6,2% annuo rispetto al 2011, come riportato sul Sole 24 Ore del 30 gennaio) sia il ruolo politico dei sindacati. Per questa ragione la battaglia si è accesa sul tentativo del governo di fissare comunque nella legge un parametro fisso, che avrebbe chiesto di concentrare il 50% dei premi sul 25% dei dipendenti, lasciando agli altri il resto. Un criterio decisamente meno rigido di quello del 2009, che chiedeva di negare i premi a un dipendente su quattro, ma sufficiente a scatenare l’opposizione sindacale su un punto che nel testo finale del decreto non trova spazio. Sul tema, le ultime bozze chiedono ai contratti nazionali di garantire la «significativa differenziazione» nelle valutazioni a cui deve corrispondere «un’effettiva diversificazione» dei premi. La mossa può essere letta come “vittoria” politica per i sindacati, ma non è decisiva. Prima di tutto c’è da decidere quanto peso dare alla performance collettiva, dell’ufficio, e a quella individuale. Insieme ai correttivi a Testo unico e riforma Brunetta, che dopo il primo via libera in consiglio dei ministri dovranno ottenere i pareri di Parlamento e Consiglio di Stato e l’intesa con gli enti territoriali prima del varo finale entro aprile, per fare i contratti servono poi gli atti di indirizzo, che la

Funzione pubblica dovrà fornire all’Aran (l’agenzia che rappresenta lo Stato come “datore di lavoro”) per i quattro nuovi comparti in cui è divisa la Pa. E lì, c’è da scommetterci, il tema della selettività nella distribuzione dei premi tornerà ad accendere la discussione insieme alla “piramide degli aumenti” che secondo le pluriannunciate intenzioni governative dovrebbero concentrarsi sulle fasce di reddito più basse. Per passare dalle battaglie ideologiche agli incentivi pratici, però, occorre mettere in funzione una serie di indicatori per misurare davvero la produttività di uffici e dipendenti, senza i quali l’idea stessa di “premiare il merito” si svuota. Sul punto, l’idea cardine del nuovo decreto è quella di fissare due livelli di obiettivi da misurare: quelli generali, indicati dal governo in una sorta di identikit degli uffici pubblici virtuosi (per esempio quelli che pagano in tempo i fornitori, hanno bassi tassi di assenteismo, sfruttano al meglio i sistemi di e-government e così via) e quelli “specifici”, tagliati su misura delle singole amministrazioni e fissati dai vertici amministrativi. Dipenderà da questo, più che dai dibattiti politici sul “merito”, la possibilità di cominciare davvero a misurare la produttività della pubblica amministrazione. www.ilsole24ore.com

Corte dei conti contro l'Ue: t a nt i v i ncol i , p ochi v a nt a g g i 1 5 f e b b ra i o 2 0 1 7

Frasi che innescano una polemica con il governo. Il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti non ci sta: «È del tutto infondato l'allarme lanciato dal presidente della Corte dei Conti su un presunto rischio di dispersione dei fondi Ue». L'accusa a Martucci è di basarsi su «dati vecchi», quando dice che si rischia di perdere le risorse perché utilizzate con una percentuale «di poco superiore all'80%»: cioè quasi un euro su 5 dei fondi strutturali Issue 1

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europei non arriverebbe all'Italia. De Vincenti cita cifre del suo ministero aggiornate al 31 dicembre 2016, per dimostrare invece «una spesa sostenuta pari al 103,8%». Le certificazioni da completare entro il 31 marzo, dice, «sono già al 97,78%». Tanto che venerdì scorso, a Napoli, la Commissaria Ue alle politiche di coesione Corina Cretu «ha riconosciuto il forte recupero di spesa dei fondi realizzato dal governo». Martucci, però, insiste molto sull'argomento. Segnalando, come secondo punto dolente, «le frodi comunitarie dovute continua

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ATTUALITA' - NEWS in più dell'80% dei casi nell'anno 2015 ad uso scorretto dei fondi strutturali». Oltre la metà riguarda le amministrazioni regionali, è vero, soprattutto al Sud. Quanto ai giudizi, sempre più della metà coinvolge agenti pubblici di enti territoriali e sanitari. Qui il presidente sottolinea che, per i dirigenti, «la rettitudine è un requisito indefettibile ma non sufficiente, deve coniugarsi con competenza e capacità professionale». Anche a Bruxelles hanno le loro colpe, per il numero uno dei magistrati contabili, perché l'eccessiva rigidità sulla finanza pubblica che deriva dall'appartenenza alla Ue e alla moneta unica, frena la ripresa. Martucci invoca più flessibilità e critica l'atteggiamento dell'Europa verso gli interventi finanziari di governo e parlamento dopo il terremoto nell'Italia centrale: «La prevenzione- dice-non appare slegata dalla ricostruzione poiché non si tratta di cautelarsi contro eventi solo possibili, bensì di programmare una protezione contro effetti drammatici di eventi sismici purtroppo con carattere di potenziale continuità». Qui, però, si torna alla nostra capacità di sfruttare appieno le risorse europee. Mentre, per il procuratore generale della Corte dei conti Claudio Galtieri, l'inefficienza della nostra amministrazione crea «ampie zone oscure, nelle quali più facilmente si possono inserire e nascondere

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i conflitti di interesse e la corruzione». Per contrastare il fenomeno, «consistente negli appalti pubblici», serve una lotta alla «cattiva amministrazione» e, oltre alle quotidiane sinergie con le altre magistrature, «forme di raccordo» con le istituzioni pubbliche che combattono la corruzione, dall'Anac all'Autorità sulla concorrenza. Raccordo tanto più necessario in quanto, denuncia Martucci, è drammatica la carenza d'organico: 381 magistrati invece di 611. E c'è molto da fare. Proprio ieri la Procura regionale della Corte dei conti della Lombardia ha notificato il primo atto di citazione per un danno erariale superiore a un milione di euro, nel procedimento sulla gara indetta dalla società pubblica Expo 2015, già finita al centro di inchieste penali nei confronti di funzionari pubblici. In Sicilia, una cartella notificata in ritardo dall'ente regionale per la raccolta dei tributi, ha portato alla sua condanna da parte della Sezione giurisdizionale d'appello della Corte dei conti siciliana, ad un risarcimento al ministero dell'Economia di 25.830 euro. Per non parlare delle spese pazze degli amministratori soprattutto regionali. Come in Lombardia, dove ad alcuni vengono contestati rimborsi ottenuti per serate in discoteca o aperitivi in riva al mare. www.ilgiornale.it

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RUBRICHE

Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro RAPPORTI FRA CONIUGI

VIOLENZA SESSUALE

Ragazza violentata, prete e suora glissano sulle confidenze ricevute: condannati. I due esponenti religiosi sono ritenuti responsabili del reato di 'falsa testimonianza'. Inutile il richiamo fatto al cosiddetto 'segreto confessionale'. (Corte di Cassazione, sez. VI Penale, sentenza n. 6912/17; depositata il 14 febbraio)

Malattia 'hot' per il marito: matrimonio comunque saldo.

Respinta la richiesta della moglie, finalizzata ad ottenere l'annullamento delle nozze. Ella ha spiegato di non essere a conoscenza del problema lamentato dal coniuge, ma l'infiammazione che ha colpito l'uomo non gli impedisce di procreare e di avere una normale vita di coppia. (Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 522/17; depositata il 5 gennaio))

RAPPORTI DI LAVORO

Due episodi non bastano per parlare di dipendente insubordinato: niente licenziamento. Respinta la tesi proposta della società, e finalizzata a sostenere che l'uomo si sia dimostrato refrattario alla disciplina aziendale. Sproporzionato, e quindi da annullare, il provvedimento con cui è stato cacciato il lavoratore. (Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza n. 3865/17; depositata il 14 febbraio)

NOTIFICAZIONI

La notifica dell'atto di appello al difensore cancellatosi volontariamente dall'albo è nulla e non inesistente.

inesistente.

La notifica dell'atto di appello al difensore cancellatosi volontariamente dall'albo è nulla e non

LAVORO SUBORDINATO

Il periodo di prova può essere pattuito una sola volta.

Qualora venga dichiarata la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, quale conseguenza dell'illegittimo ricorso alla somministrazione di manodopera, all'atto della riammissione in servizio non può essere imposto al lavoratore un nuovo patto di prova, ammesso solo in ipotesi di rapporti diversi e successivi e solo a condizione che vi sia la necessità per il datore di lavoro di verificare elementi sopravvenuti o ulteriori rispetto alla valutazione già compiuta. (Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza n. 3469/17; depositata il 9 febbraio)

(Corte di Cassazione, sez. Unite Civili, sentenza n. 3702/17; depositata il 13 febbraio) Page 29

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro Canna fumaria: come difendersi dalle i m m i s s i oni ?

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l mio vicino ha edificato una canna fumaria in linea d’aria con le finestre dell’appartamento che si riempie di fumo. L’aria diventa irrespirabile. Cosa posso fare? Quand’anche la canna fumaria dei vicini sia perfettamente in regola con la disciplina urbanistica vigente nel comune di residenza, non per questo deve considerarsi lecita ed autorizzata ogni tipo di immissione in aria di residui di combustione. Il permesso concesso dalla Pubblica Amministrazione, cioè, si limita ad accertare la regolarità dell’opera (nel caso di specie della canna fumaria) dal punto di vista delle norme urbanistiche vigenti e non riguarda anche i rapporti tra privati eventualmente incisi dall’uso della canna fumaria stessa. Ciò vuol dire che non è l’autorità comunale quella che può vietare uno specifico uso della canna fumaria la cui costruzione fu regolarmente autorizzata. Si tratterà, invece, di verificare se le immissioni che dalla canna provengono ledano o meno i rapporti tra proprietà private confinanti così come regolate dalla legge. E la legge (Art. 844 cod. civ.), infatti, vieta al proprietario del fondo vicino (per fondo si intende ogni proprietà finitima) le immissioni (anche di fumo ed esalazioni in genere) che oltrepassino la normale tollerabilità avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. In casi come quello del lettore, quindi, il vicino non può immettere e propagare in aria (investendo così le proprietà confinanti) fumi o esalazioni tali da superare il livello di tollerabilità e che risultino moleste o addirittura dannose nei confronti dei vicini. Si tenga conto che il concetto di normale tollerabilità non è mai assoluto, bensì Page 30

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elastico: esso deve tener conto della concreta situazione ambientale del luogo in cui le immissioni avvengono, secondo le caratteristiche della zona e le abitudini degli abitanti. Se si tratta, quindi di zona residenziale, il limite di tollerabilità delle immissioni è sicuramente più basso di quello che potrebbe essere in una zona industriale; tenuto conto poi del fatto che se i fumi contengono anche sostanze nocive per la salute è chiaro che le immissioni dovranno cessare almeno nella misura in cui siano valutate come effettivamente nocive. Il suggerimento pratico, allora, è quello di contestare al vicino con raccomandata a.r. (anche a mezzo legale) il fatto delle immissioni dettagliando i fatti così come avvenuti e chiedendo che tale attività molesta venga a cessare. Nel caso in cui il vicino non decida spontaneamente (a seguito dell’invio della lettera raccomandata) di limitare costantemente le immissioni avendo cura che non superino mai il livello di tollerabilità e non siano mai nocive, non vi sarà altra alternativa se non quella di ricorrere al giudice perché questi accerti se il livello di tollerabilità è stato nel concreto superato e ordini le misure più idonee affinché le immissioni future non superino tale invalicabile limite. Sarà perciò opportuno e necessario, nel caso di un esito negativo del tentativo bonario di risoluzione della vertenza, premunirsi di idonee prove dei fatti (fotografie, testimonianze, eventuali perizie del tipo e della composizione dei fumi), toccando sempre a chi agisce in giudizio dare idonea dimostrazione dei fatti indicati. www.laleggepertutti.it

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro Cartella di pagamento nulla se notificata con Pec

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Il pdf allegato al messaggio di posta elettronica certificata non è un documento informatico e, quindi, non può essere considerato valido. È nulla la cartella di pagamento inviata con Pec in quanto il pdf allegato non può considerarsi un v a l i do documento informatico. È quanto chiarito dalla Commissione Tributaria Provinciale di Savona con due recenti sentenze [1] che hanno dato ragione ai contribuenti difesi da l ragioniere Giuseppe Lepore.

Hanno appena pochi mesi di vita da quando sono state regolamentate dalla legge, che già le cartelle esattoriali notificate via Pec sono al centro di una aspra polemica giudiziaria. È vero, la legge dice che le cartelle di pagamento possono ben viaggiare sull’email di posta elettronica certificata dei contribuenti tenuti ad averne una (professionisti, ditte e società); ma il punto non è tanto il messaggio Pec in sé per sé (sulla cui autenticità non corre alcun dubbio proprio perché “certificato”), ma sull’uso dell’allegato in pdf contenente la cartella vera e propria. Difatti, secondo l’orientamento giurisprudenziale che si sta affacciando negli ultimi tempi, il pdf non è che una copia meccanica e non già un documento informatico. Esso quindi non avrebbe alcun valore e, pertanto, non potrebbe costituire presupposto di valida notifica. Ed è proprio quanto affermato dalla CTP ligure. Ma procediamo con ordine. La vicenda

Una società riceveva la notifica, da parte di Equitalia, di una intimazione di pagamento a mezzo Pec per presunte cartelle di Page 31

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pagamento notificate in precedenza. L’intimazione di pagamento era stata inviata allegandola alla posta elettronica certificata, come documento in formato pdf. Ed è proprio questo il punto: l’Agente della riscossione si è limitata a “scannerizzare” la cartella e a trasformare il file in pdf, allegandolo alla Pec. Al pari di una normale fotocopia che potrebbe essere ottenuta con una macchina fotocopiatrice. Fotocopia che, lo ricordiamo, nel nostro processo non è considerata prova documentale se contestata. Alla luce di ciò, la società proponeva ricorso davanti alla Commissione Tributaria Provinciale di Savona contestando la nullità della intimazione di pagamento in quanto la stessa era allegata in un file in formato pdf privo, in quanto tale, delle caratteristiche per potersi considerare «documento informatico».

La cartella di pagamento si può notificare con Pec La legge [2] consente la notifica della cartella di pagamento con Pec, ma non dice come debba essere compilato, materialmente, il messaggio di posta elettronica. Da qui l’equivoco: l’Agente della riscossione si limita solo ad allegare la cartella in pdf alla Pec, la quale è così priva di un valido contenuto testuale poiché l’intimazione di pagamento è nell’allegato. Ma la normativa stabilisce che si può parlare di documento informatico solo ed esclusivamente quando lo stesso sia munito di firma digitale, elemento indefettibile che, in forza del codice dell’amministrazione digitale, assicura al documento stesso i requisiti di «qualità», di

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RUBRICHE

Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro «sicurezza», di «immodificabilità».

«integrità»

e

di

documento informatico artt. 20 e 22.

e

precisamente

La decisione della Commissione Tributaria [3] Per quanto concerne la firma digitale Provinciale di Savona vedasi quanto previsto dalla Legge n. 59 del 1997, dal Decreto di attuazione n. 513 Il difensore al fine di dimostrare che il pdf del 199 poi confluito nel Decreto n. 445 del allegato alla PEC non aveva le 2000, dal Decreto Presidenziale del caratteristiche per esser considerato un febbraio 1999 modificato ed integrato dal documento informatico, faceva predisporre dpcm 13 gennaio 2004, nonché dalla perizia da un consulente tecnico d’ufficio Direttiva 1999/93/CE recepita in Italia dal (Ctu) del tribunale il quale a specifico Decreto legislativo n. 10 del 23 gennaio quesito rispondeva che il documento in pdf 2002 e dal regolamento di attuazione DPR (la intimazione di pagamento) così n. 137 del 7 aprile 2003. L’argomento concludeva: relativo alla firma digitale e dei requisiti informatici è stato da ultimo ben «Dall’esame dei documenti inviati via PEC dettagliato nella Deliberazione n. 45 del 21 da Equitalia Nord spa, scrupolosamente maggio 2009 da parte del Centro Nazionale analizzati, si conclude che gli stessi sono informatica nella pubblica amministrazione del tutto carenti di quelle procedure atte a nonché dal Decreto del Presidente del garantirne la genuina paternità, nonché Consiglio del 22 febbraio 2013. mancanti della firma informatica e/o Stante le conclusioni della relazione digitale, e non rispondenti a criteri di tecnica, avverso la quale Equitalia nulla univocità ed immodificabilità, per cui non eccepisce, si ritiene di annullare garantiscono il valore di certezza e l’intimazione di pagamento per nullità della corrispondenza, peraltro confortato notifica. dall’attestazione di conformità, del tutto assente, invece previsti indefettibilmente www.laleggepertutti.it dalle disposizioni normative sopra richiamate» [3]. La cartella non può essere un semplice allegato

«Il Giudice ha ben compreso che i diritti dei contribuenti devono esser continuamente presidiati non solo dal punto di vista sostanziale ma anche formale – è stato il commento della difesa -. Ogni cittadino ha diritto a conoscere chi abbia mandato il documento, se ne abbia il potere per farlo, se tale potere sia ancora in vigore e soprattutto che tale documento resti integro e non modificabile. note [1] CTP Savona, sent. n. 100/2017 e n. 101/2017 entrambe del 10.02.2017.

[2] Si applicano l’art. 26 e 50 del DPR 602/73 sulle notifiche delle intimazioni di pagamento Si applica il D. Lgs. 82/2005 (id est, il Codice dell’Amministrazione Digitale, c.d. C.A.D.) sulla natura del Page 32

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Intelligenze artificiali possono diventare a g g re s s i v e

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ROMA Due intelligenze artificiali costrette a interagire possono cooperare o diventare aggressive l'una con l'altra a seconda della convenienza, come fanno gli umani. Lo ha dimostrato un esperimento fatto dagli esperti di Google sulla loro 'creatura' DeepMind, pubblicato sul blog del progetto. I ricercatori hanno fatto fare a due distinte Intelligenze un gioco in cui dovevano raccogliere delle mele, rappresentate da pixel verdi, nello stesso campo di gara, avendo la possibilità di 'accecare' l'avversario temporaneamente con un raggio. Dopo 40 milioni di simulazioni gli algoritmi avevano imparato a coesistere finchè il numero di mele era alto, mentre nei momenti di scarsità di risorse il comportamento diventava estremamente aggressivo, con ripetute 'aggressioni' Page 33

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all'avversario. In un altro gioco invece, in cui entrambe le intelligenze dovevano dare la caccia a una 'preda virtuale', dopo un numero sufficiente di prove i due algoritmi hanno imparato a collaborare. "Questo tipo di ricerca può aiutare a capire il comportamento di sistemi complessi come l'economia o il traffico - scrivono gli autori -. Il modello mostra anche alcuni aspetti di come i comportamenti simili a quelli umani emergano come prodotto dell'ambiente e dell'apprendimento". (ANSA)

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L a b a l l e ri na d e l l o z a r La Storia narra che Mathilde Kschessinska, figlia del grande Felix Kschessinsky, ballerino che danzò per i Romanov per quasi quarant’anni, divenne, appena diciassettenne, l’amante dello zareviç Niki Romanov. La Ballerina dello zar - di Adrienne Sharp, Beat Edizioni, 2013 – già edito da Neri Pozza nel 2010, è basato sulle vicende reali dell’ultima grande danzatrice dei Teatri imperiali russi, La ballerina dello zar è uno di quei rari libri che, attraverso lo sguardo di una donna che si ritrova suo malgrado a vivere alcuni dei più tragici eventi della Storia – la rivoluzione d’Ottobre, l’abdicazione dello zar, la prigionia di Nicola II insieme con Aleksej, il figlio legittimo, la drammatica fuga dalla Russia – narra magnificamente di un mondo che si avvia ignaro verso la sua fine. Con la sua impeccabile scrittura, Adrienne Sharp riporta alla luce la vita dell’élite di San Pietroburgo – gli splendidi abiti bianchi delle donne, i ministri della corte in frac e tuba, le corse folli e selvaggi in troica dell’aristocrazia per le vie della città – un attimo prima in cui tutto si muta in polverosa reliquia. La ballerina dello zar è il racconto romanzato della vita di Mathilde Kschessinska, ballerina di origine polacca, nata in Russia nel 1872 e morta in Francia nel 1971. Il libro è strutturato in un unico, corposo e confidenziale monologo che Adrienne Sharp lascia recitare alla protagonista stessa: ce la mostra in una piccola stanza della sua casa parigina, sola, quasi centenaria, incapace “di stare in piedi” e “di camminare”, avvinta dai ricordi del suo passato e impazientemente desiderosa di raccontare la sua storia: “Racconterò una storia. Comincerà così: Sono stata l’amante di due granduchi, l’amante dello zar. L’ultimo zar. Mi chiamava piccola K”. Così, l’opera della Sharp prende vita e, ponendosi a metà strada tra un romanzo e un saggio, sboccia da subito come confessione di un amore, poi diventa ammaliante affresco dell’opulenta Russia imperiale con i suoi palazzi principeschi, le sue feste faraoniche, gli ori e le pietre preziose, e infine si fa chiara cronaca del malcontento del popolo che ha intaccato quell’opulenza e della rivoluzione d’Ottobre che l’ha folgorata. Un romanzo apprezzabile, sia per i contenuti che per la figura di Mathilde. Non è una storia felice, di una persona limpida, onesta, pulita, con nulla da nascondere, ma di una persona che è fondamentalmente un'arrivista, affamata di fama e denaro che non vuole nulla di meno per lei, per cui, nel momento che si comprende ciò, si comprende anche che non è persona dal quale aspettarsi cambiamenti importanti; Mathilde è fredda, decisa, per il raggiungimento dei suoi obiettivi, non ci sono ostacoli che non possa attraversa e eventi che non possa superare, magari con difficoltà, con patimento, ma mai soccombere ad esse. Splendidi in assoluto sono il ritratto dell'epoca e la magnifica rappresentazione del lusso ai tempi della grande Russia, che ormai non si conosce più. Un ottimo romanzo, anche se non è una storia facile da leggere, in quanto cruda e a tratti quasi senza cuore. Consigliato!! Antonio Savastano Issue 1

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Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo

Pietro Pancamo –autore di recensioni uscite nel sito della rivista «L’Indice dei libri del mese» e in quello dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera»– è direttore del podcast «Poesia, l(’)abile traccia dell’universo», in onda sull’emittente milanese Pulsante Radio Web. Ma è anche un poeta che, incluso dalla Aliberti editore nell’antologia «Poetando» a cura di Maurizio Costanzo, si è visto in seguito pubblicare una breve raccolta dal blog «Poesia» della Rai, nonché dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana.

Annalisa Macchia, I sogni del mattino, Ets, Pisa, 2005 «Le mie vecchie ferite, adesso? Chiarifi(ci)catrici», puntualizzava e mio nonno, lo posso garantire, non era certo uno che parlasse per refusi o strafalcioni. No, in realtà voleva semplicemente “inculcarmi” o suggerirmi (così la penso) una verità banale e stupenda: che la sofferenza getta luce su ogni cosa e mistero. Perché? «Perché in sostanza», sottolineo io, «è la costante cosmogonica dell’universo, l’anima di tutto. E pertanto qualunque oggetto o agglutinazione di materia altro non è che dolore congelato o, per meglio dire, allo stato solido». Ecco: questo messaggio, questa convinzione dura (che riesce ugualmente a effondere serenità e senso) personalmente la ritrovo anche ne I sogni del mattino, volume di racconti pubblicato a novembre del 2005 dalla casa editrice Ets di Pisa e magistralmente scritto da un’autrice, la professoressa Annalisa Macchia, estremamente abile nel miscelare con sapienza (assai prossima a quella di Buzzati) una triade di elementi a mio parere fondamentali: scioltezza narrativa, ironie struggenti e, in particolar modo, un tocco intensamente lirico, capace d’illustrarci la componente messianica che sempre si nasconde in ciascun dolore (leggi sconfitta) e che, esattamente all’apice dell’angoscia o della fine, splendidamente s’appalesa – immancabile – per donarci il riscatto, l’estasi del pianto e una radiosa rivelazione. Ben lo dimostra Lucia, creatura che, affezionata al bagliore notturno e livido dell’alba, nel buio ripetitivo (estremamente bravo a ottundere e narcotizzare) della solitudine sistematica, scopre il profumo dei gelsomini e la scintilla di una probabile resurrezione; ben lo testimonia Camilla, che per quanto bisognosa di aiuto e dolcezza (vittima com’è del marito che la picchia), trova un guizzo di calore e sollievo esclusivamente nel coraggio soffocante, nella forza lancinante con cui accoglie la drammatica notizia che l’unica salvezza intravista (Francesco, caro e sollecito collega di scuola) è purtroppo un miraggio evanescente e friabile, un uomo da sostenere (nelle scelte omosessuali che ha compiuto) con appagata rassegnazione, con l’“immacolata concezione” che dei rapporti sentimentali certe donne hanno e osano, e in virtù della quale, pur rinunciando a dichiarare il proprio amore e perciò a goderne, non smettono di dispensarlo o dispiegarlo; nella piccola fiaba che apre l’opera, ben lo conferma poi – più cristicamente

continua

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Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo

Pietro Pancamo –autore di recensioni uscite nel sito della rivista «L’Indice dei libri del mese» e in quello dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera»– è direttore del podcast «Poesia, l(’)abile traccia dell’universo», in onda sull’emittente milanese Pulsante Radio Web. Ma è anche un poeta che, incluso dalla Aliberti editore nell’antologia «Poetando» a cura di Maurizio Costanzo, si è visto in seguito pubblicare una breve raccolta dal blog «Poesia» della Rai, nonché dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana.

che mai e a piene mani (perforate?) – il protagonista Useg, il cui nome, se capovolto, diventa Gesù e che, figlio di un pianeta quasi identico alla Terra, è “crocifisso” ad una roccia sacrificale. Non si è voluto uniformare alla natura violenta dei suoi simili (una stirpe sanguinaria di rettili sibilanti, che domina incontrastata su quel mondo) ed allora ha subito la condanna. Ha optato per la diversità (l’amore) ed è quindi un irredento, agli occhi di coloro che atrocemente lo puniscono. Le pietre innumerevoli che taglienti e aguzze gli hanno conficcato nel corpo e nelle carni squamose, sono mille ferite al costato che gli procurano ed “ingiungono” la morte. Ma è precisamente nell’istante medesimo in cui perderà la vita, che l’irredento redimerà (se non la razza da cui è nato, se stesso almeno, dato che l’ultimo respiro gli annuncerà, come un arcangelo custode, la bellezza ecumenica – ossia ambivalente: dolorosa e gioiosa insieme – del cosmo intero). Una bellezza che nel libro è riecheggiata di continuo dall’incantevole paesaggio toscano (oltre che dalle architetture affascinanti di Firenze) e che, fra le diciannove complessive, le novelle maggiormente autobiografiche della raccolta (spesso vicine – con l’afflato, lo zelo e la premurosità dell’ansia – alle atmosfere del quotidiano) promuovono a simbolo costante di una società in perenne espansione: la nostra, quella italiana, che inarrestabile assorbe ed ingloba, assorbe ed ingloba, sino ad assumere dimensioni multietniche che vincolano in primo luogo i giovani, specialmente se immigrati, agli squilibri di un futuro eccessivamente lontano dal passato. Però è una distanza accentuata, questa, una lacerazione grave, destinata forse a risanarsi anch’essa – o nel peggiore dei casi a trasfigurarsi – per intercessione generosa del dolore e delle sue inevitabili taumaturgie.

Pietro Pancamo (pipancam@tin.it)

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Presi per la..... Gola!!!!

A n el l i d i r i s o c on s c a m p i e g a m b er i Gli anelli di riso con scampi e gamberi si preparano facendo appassire la cipolla nel burro e poi tostando il riso che verrà insaporito da vino e brandy, a metà cottura andranno aggiunti una metà dei gamberi e infine, dopo la cottura in forno in uno stampo, la preparazione andrà decorata con i gamberi tenuti da parte e gli scampi.. Ingredienti

400 gRiso 50 gBurro 1/2 bicchiereVino bianco secco 1 bicchierinoBrandy 1 Cipolla tritataq.b. Prezzemolo tritato 4 Scampi 300 g Gamberi 1 lBrodo vegetale Un mazzetto Erbe aromatiche Sale e pepe q.b.

Preparazione

1. In una casseruola fate sciogliere il burro, fatevi appassire la cipolla. Aggiungete il riso e tostatelo leggermente. Bagnate con il vino bianco ed il brandy, fate evaporare mescolando. Proseguite la cottura e salate e pepate. 2. Sgusciate i gamberi, lavateli e aggiungeteli al riso a metà cottura assieme al prezzemolo tritato, tenendone da parte 12 interi per la decorazione finale. 3. Nel frattempo pulite gli scampi, fateli cuocere, assieme ai gamberi, per una decina di minuti in acqua leggermente salata ed insaporita con le erbe aromatiche. Scolateli e lasciateli raffreddare. 4. Imburrate uno stampo ad anello e versatevi il risotto, livellate la superficie. Ponete in forno caldo a 180° e cuocete per 5 minuti. Sformate su di un piatto di portata e decorate con gli scampi ed i gamberi.

Consigli

Gli anelli di riso con scampi e gamberi, se prevedete di avere ospiti a casa e volete far colpo su di loro, potranno essere decorati con dei gamberi disposti intorno all'anello di riso e tranci di peperone rosso per una nota di colore. FONTE

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Effetto....gusto..

Bi a n c o d i Si c i l i a I.G.T. Tipo di vino: Bianco Luogo di produzione: C.da Arrigo Linguaglossa (Ct) Uve: Carricante, Inzolia, Catarratto e Chardonnay allevati a spalliera. Altimetria: 600 metri s.l.m. Tipologia del terreno: Sabbioso vulcanico, ricco di minerali. Clima: Di alta collina con notevoli sbalzi di tempertura tra giorno e notte. Resa per Ha: Qli 80 circa Densità di impianto: 6.000 e 8.000 piante per Ha Età dei vigneti: 20 e 60 anni Epoca di vendemmia: Le uve maturano nella prima decade di Ottobre. Vinificazione: Vengono pigiate diraspate e pressate con spremitura soffice. La fermentazione si svolge ad una temperatura di 18-20°C in serbatoi di acciaio. Il vino è lasciato a maturare per un periodo in vasca di acciaio prima di essere imbottigliato. Affinamento: In bottiglia per 3 mesi Gradazione: 12,5% vol. Scheda organolettica Colore: Giallo paglierino o. Profumo: Intenso, ricco di fruttato, delicato, con sentori di frutta matura. Sapore: Secco con piacevole acidità e gradevole persistenza aromatica Gastronomia: Si abbina ottimamente con antipasti e pietanze a base di pesce. Servire a 10-12°C. FONTE

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" G e ni o e f ol l i a ha nno q ua l cos a i n com une : entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri." Arthur Schopenhauer

Febbraio 2017 • Anno X I 15 febbraio 2017

• Numero 113

Co.Bo.Di.

email - co.bodi@yahoo.it

Issue 1

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