Effettotre – n 112 gennaio 2017

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GENNAIO 201 7 • ANNO XI • N UMERO 11 2

" No i, do n n e uc r ain e , i n o f f e r t a c o me mamme s ur r o g at e " EffettoTre è consultabile anche on line www.cesd.onlus.com Per un'informazione in tempo reale

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Festa di Natale Pegaso, oltre mille persone a Santa Chiara “Le diseguaglianze, la mancanza di prospettive e una sfiducia generale per le istituzioni ci pongono difronte ad uno scenario nuovo, inedito. In un mondo sempre più a due velocità, nel quale si acuisce la distanza tra chi vive una condizione di privilegio e chi invece sopravvive nel disagio economico e sociale, diventa imperativo per l’Università abbandonare i canonici modelli d’insegnamento autoreferenziali, ingessati e settoriali. È da qui che parte il cambiamento sociale; sono la cultura e la conoscenza che possono modificare il nostro futuro. Ed è proprio all’interno dell’università che oggi si avverte più che mai il bisogno di una maggiore inclusione e giustizia, con aule interdisciplinari che favoriscono l’integrazione, e uguale possibilità d’accesso alla formazione”. Questo è quanto dichiarato dal presidente dell’Università Telematica Pegaso, Danilo Iervolino, in occasione della messa di Natale svoltasi ieri presso la Basilica di Santa Chiara a Napoli. “Il mondo globalizzato - ha aggiunto il rettore dell’Università Telematica Pegaso, Alessandro Bianchi - deve affrontare tre difficili sfide. Mi riferisco a quella ambientale, con particolare attenzione alla posizione che potrebbero assumere gli Stati Uniti, in seguito all’elezione del nuovo presidente. E’ necessario fare fronte comune affinché vengano applicati i protocolli internazionali per contenere le emissioni inquinanti. Non meno preoccupanti sono i dati relativi alla migrazione e alla povertà, fenomeni molto spesso collegati fra di loro e che interessano una buona parte della popolazione mondiale. E’ compito delle istituzioni promuovere momenti di riflessione su questi temi. La nostra università lo fa con la Scuola di Rigenerazione Urbana e con il Modulo Jean Monnet”. “Nell’arco di questo ultimo anno - ha

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sottolineato il direttore generale dell’Università Telematica Pegaso, Elio Pariota - siamo riusciti a consolidare il processo di internazionalizzazione, allacciando proficue relazioni con diversi atenei in tutto il mondo. È il caso della Cina, e di molte università del Centro e Sud America”. Alla cerimonia religiosa e al consueto ricevimento nei locali attigui al chiostro maiolicato, hanno preso parte oltre mille invitati tra i quali: il presidente del Tribunale di Napoli, Ettore Ferrara; il procuratore generale di Salerno, Aldo De Chiara; il presidente della IV Sezione della Corte d’Appello di Napoli, Umberto Di Mauro; il sostituto procuratore della Procura Antimafia, Catello Maresca; il presidente della Mediass, Raffaele Bonanni; il direttore di Panorama, Giorgio Mulè; il presidente dell’ODCEC di Napoli, Vincenzo Morretta, il senatore Stefano Pedica, l’assessore della Regione Campania, Amedeo Lepore; il vicesindaco del Comune di Napoli, Raffaele Del Giudice; il rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, Giovanni Paciullo, il rettore dell’Universitas Mercatorum, Giovanni Cannata; il sindaco de La Valletta, Alexiei Dingli; il co-amministratore di Pegaso International, Alfred Triganza; il direttore di Pegaso International, George Papargiorcopulo.

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Forli, 18 dicembre 2016

15' trofeo di Natale di arti marziali. "È necessario imparare tanto a lungo, quanto a lungo si vive". I maestri Carlo Pari e Giovanni Lauricella hanno voluto la presenza del prof. C. Di Carlo UniPegaso, del Col. Adriano Vernole dei Carabinieri e dell'On. Bruno Molea per un saluto ai giovani Samurai. La giornata siè conclusa con la premiazione e con la consegna del diploma di cintura nera 1' Dan rilasciato a Di Carlo Calogero. "..Devo ammettere di essere molto emozionato per aver ricordato l'esperienza giovanile nella disciplina Bu-Jutsu..."

Milano, 17 dicembre 2016

prof. Di Carlo, cerimonia degli auguri presso la sede di Milano"

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Rimini, 17 dicembre 2016

il prof Di Carlo Calogero in visita presso la sede d'esame dell'Università Telematica Pegaso, presso la Diocesi, via IV Novembre nr.35, ricevuto dai responsabili dott. Carlo Pari e dall'avv. Giovanni Lauricella. Dal 25 gennaio iniziano gli esami."

Milano, 17 dicembre 2016

prof. Di Carlo, presente il progetto"400 vetrine Pegaso."

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I S CRI ZI O N I AP E RTE

Il giorno 8 ottobre 2013 è stata prodotta la comunicazione di apertura delle iscrizioni ai Master biennali per l'a.a. 2014/2015 - 2015/2016 con scadenza il 30 settembre 2014 afferente l’Accademia Forense, un’eccellenza dell’offerta formativa della nostra Università. L’unica Accademia Forense on-line partecipata da 107 docenti provenienti da 40 Università! Si tratta di Master di II livello, vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale per la specializzazione e l’aggiornamento professionale nelle varie discipline giuridiche. Si compone di vari ambiti formativi di notevole interesse, sia in termini di moduli didattici, svolti da Docenti di elevata e riconosciuta professionalità (clicca il link per visionare elenco dei Docenti) http://www.accademiaforensepegaso.it/i-docenti-dell-accademia/ co on esperienza a livello internazionale, siia come strumenti e tecniche che trasmette al discente, immediatamente spendibili nel mondo delle professioni ad alto valore innovativo. I Master sono destinati a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di Laurea quadriennale, Laurea di II livello (3+2) e/o del previgente ordinamento Laurea Magistrale ed in particolare a tutti i laureati “PEGASO -CESD” che durante il “quinquennio” hanno conseguito la Laurea Magistrale (Vds. Progetto Siena ecc.). Possono, altresì, iscriversi al Master coloro i quali sono iscritti all’Albo degli Avvocati, una delle professioni in continuo aggiornamento, o coloro che sono abilitati alla professione, compresi i praticanti avvocati, abilitati all’esercizio della professione forense e/o non ancora iscritti all’Ordine degli Avvocati. Il titolo che si consegue al termine del Master è: Diploma Universitario Master Biennale di II livello, con il riconoscimento di 60 CFU. Ha la durata di due anni accademici per un numero complessivo di 1500 ore. Si può inoltre usufruire del permesso dedicato al diritto allo studio per un totale di 150 ore annuali. Ebbene, La Pegaso da oggi, ci consente di diffondere tale opportunità di formazione sull’aggiornamento professionale, ad un costo pari a € 600,00 anziché € 850,00 + 50,00 perbollo. I master di specializzazione • Diritto di famiglia, dei minori e delle persone; • Diritto commerciale; • Diritto amministrativo; • Diritto e Processo Penale; • Diritto delle responsabilità civile e delle assicurazioni; • Diritto industriale e della concorrenza; • Diritto della navigazione e dei trasporti; • Diritto del lavoro; • Diritto e Processo Tributario; • Diritto dell’Unione Europea. Si avvia un progetto di ampia divulgazione dell’Accademia Forense la cui responsabilità per la ricerca ed analisi è stata affidata al Prof. Calogero Di Carlo. Per info e dettagli: calogero.dicarlo@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it - infocesd@unipegaso.it 091/7654200 - 3318682197 e/o 3313661000.

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Il CESD, oltre ai corsi di laurea, propone una vasta gamma di percorsi didattico/formativi in diversi ambiti per venire incontro alle complesse esigenze del Mercato delle Professioni e del Lavoro in Italia e nella Comunità Europea: -

Master di I e II livello Corsi di alta formazione Esami singoli Certificazioni di lingua inglese Certificazione di lingua italiana per stranieri Certificazione Eipass - passaporto informatico europeo Corsi di aggiornamento professionale; Corsi per Operatore Socio Sanitario (O.s.s. ); Corso di riqualificazione da Osa/Ota a O.s.s.. Chiamaci o visita il nostro sito, diamo più assistenza e migliori servizi alla categoria.

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L’ammissione al Corso di laurea magistrale (biennio)“MANAGEMENT”

LM - 77 richiede la laurea triennale delle Classi:

- L-18 (Classe 17 EX DM 509/99); - L-33 (Classe 28 EX DM 509/99); - L-15 (Classe 39 EX DM 509/99);

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Tutti gli studenti iscritti UNICESD OLYMPO beneficeranno di un importo

ridotto pari ad euro 1500,00, rispetto a quanto previsto in convenzione per le lauree triennali. In

particolare

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laureati in Giurisprudenza LMG 01,

potranno

immatricolarsi al secondo anno della laurea magistrale in Economia

Mercatorum con una convalida di 40 cfu, ma prima dell’accesso dovranno sostenere due esami singoli da 6 cfu (Economia Aziendale – Statistica).

Il costo dei corsi singoli è compreso nella retta annua di 1500,00 euro (da

pagare in 4 rate)

Previsti per tutti gli anni di iscrizione il pagamento della tassa regionale

di 140 euro e la tassa annuale di 150 euro per gli esami fuori sede dalla

Regione Lazio (Bari – Palermo – Battipaglia – Napoli – Milano – Genova – Catania – Verona – Vibo Valentia).

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"Criminologia e Studi Giuridi Forensi-MA541" a.a. 16/17 - scadenza iscrizioni 30/01/2017

Le precedenti edizioni del master 56 + 78, 100, 127, 213, 240, 297, 391

che si accingono ad iscriversi, quasi tutti, al V anno della Facoltà di Giurisprudenza, ed il 391 (V edizione in corso) hanno riscosso un notevole

successo, oltre ogni aspettativa grazie alla vostra fiducia che continuate ad accordarci.

Prima di Voi, oltre 9600 iscritti, hanno usufruito di questo straordinario

Master, che ha visto come protagonisti dei pregiatissimi professori e

illustrissimi professionisti nel campo criminologico, di fama Nazionale

quali: il prof. Calogero Di Carlo, direttore accademico del master; il Prof.

Paolo Procacciante, Direttore Medicina Legale, Università degli Studi di Palermo; il Generale Div. CC Nicola Ragetti, già Comandante del RACIS; il Prof. Nicola Malizia, Criminologo, Docente Università degli Studi Kore di

Enna; il Cap. Pietro Maida – Comandante Sez. Chimica – Esplosivi e Infiammabili- del RIS Carabinieri di Messina; il Prof. Rosario Bianco, Docente Università Pegaso; il Prof. Francesco Fimmanò, Docente e

Presidente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso e tanti che si sono susseguiti ed interscambiati, nell’illustrare le avvincenti materie oggetto di studi.

In particolare durante le lezioni sono stati trattati i seguenti moduli:

Il Criminologo Prof. Nicola Malizia, docente presso l’Università degli studi di Palermo e la Kore di Enna: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

INTRODUZIONE ALLA CRIMINOLOGIA MODERNA IL BULLISMO SESSUOLOGIA CRIMINALE MOBBING CRIMINOGENO SERIAL KILLER CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA NELLA DONNA SONNAMBULISMO OMICIDIARIO SETTE SATANICHE ED IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE

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Il Generale di Divisione, già comandante del RACIS Carabinieri, Dott. Nicola Raggetti, docente in diverse università italiane: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

IL SOPRALLUOGO ED IL REPERTAMENTO ( 3 LEZIONI) IMPRONTE ( 4 LEZIONI) BALISTICA ( 4 LEZIONI) BIOLOGIA (2 LEZIONI) CHIMICA (2 LEZIONI) DVI : DISASTER VICTIM IDENTIFICATION (1 LEZIONE)

1. 2. 3. 4.

ELEMENTI PRATICI DI CRIMINOLOGIA STALKING LA VITTIMOLOGIA CRIME PROFILING.

1. 2. 3. 4.

LA NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA L'APPROCCIO POSITIVISTA ALLO STUDIO DELLA CRIMINALITA' LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE I LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE II -

La criminologa Avv. Dott.ssa Clelia Gorga, tutor di questo master:

Dott. Tommaso Comunale, università Forlì:

Alla luce di quanto sopra, per far fronte ed esaudire richieste sempre più

esigenti, oggi a Voi, più fortunati, viene offerto per l’anno 2016/2017, il

Master in “Criminologia e Studi Giuridici e Forensi" in sigla MA541 (2 ed.) per una durata di 1925 ore corrispondenti a 77 CFU, che consente la prosecuzione

degli

Giurisprudenza.

studi

nel

Corso

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Laurea

Magistrale

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Per maggiori informazioni:

0081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197

mastercesd@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it (di carattere amministrativo e didattico)

comunicazioni@cesd-onlus.com

(di carattere generale, logistiche/organizzative)

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E f f e t t o T re "Noi, donne ucraine, in offerta come mamme surrogate" Il Paese ex sovietico è diventato il paradiso per le coppie occidentali in cerca di donne disposte a portare avanti la gravidanza per loro. Costo complessivo per un bimbo: dai 30 ai 50 mila euro. E tra i clienti tantissimi sono italiani Sono ucraina, mi offro come mamma surrogata. Ho 30 anni, altezza 173 cm, peso 68 Kg. Gruppo sanguigno III positivo (B, RH +), occhi azzurri, capelli biondi. Per la verità non lavoro».

Comincia così uno dei tanti annunci che tappezzano le bacheche della rete. Gli addetti ai lavori la chiamano maternità surrogata: nella crisi economica che divora l’Ucraina dal 2013, il fenomeno sta assumendo pro-porzioni enormi. «Offro il servizio di maternità surrogata dal 2013. Ho esperienza con il programma: tutte le nascite sono state naturali. Ho 32 anni, sono sposata e ho figli. Gruppo sanguigno II positivo (A, Rh +)» .

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Dal 2014 l’Ucraina combatte contro gli insorti filorussi una guerra mai arrestatasi, nella quasi disattenzione dei media. Un conflitto che ha mietuto oltre diecimila vittime, in un paese già depredato dalle scorribande degli oligarchi arricchitisi sulle spoglie dell’Unione Sovietica. Dalla sua dissoluzione l’Ucraina è stata uno dei centri del traffico di esseri umani diretto verso Occidente: compravendita di neonati, prostituzione e commercio di organi. Nel 1998 il ministero dell’Interno ucraino stimava che dal 1991 le donne ucraine coinvolte nello sfruttamento della prostituzione fossero state almeno mezzo milione. La corruzione dilaga e crea imbarazzo anche nei corridoi delle cancellerie dove si è distillato il sostegno alle manifestazioni di Maidan, che avrebbero dovuto far scomparire - o almeno attenuare - criminalità e corruzione, e che invece non hanno fatto che consegnare il paese nelle mani dei clan oligarchici. continua

Anno XI - n.ro 112

Co.Bo.Di. Gennaio 2017 Riassumendo Pag. 1 - "Noi, donne ucraine, in offerta come mamme surrogate" Pag. 4 - ARMA Pag. 12 - Rappresentanza Pag. 14- Attualità news Pag. 31 - Rubriche

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Dall’anno di Maidan - il 2013 - il numero degli abitanti del Paese è sceso drasticamente. La rottura con Mosca e le direttive del Fondo monetario internazionale hanno segnato il declino di esportazioni e importazioni, così come della produzione che faceva di quella ucraina la seconda economia sovietica dopo quella russa: molto diversa è invece la tendenza dell’industria del sesso e di quella della procreazione. Il dibattito sulla gestazione per altri non può concentrarsi solo sul tema dello sfruttamento. Perché esistono anche casi di donne che agiscono in piena libertà e sono tutelate da contratti chiari «In Ucraina è più facile trovare una donna per una gravidanza surrogata che un tavolo libero in un ristorante di Kiev», diceva già alcuni anni fa - in una conversazione con un giornalista romeno - Albert Mann, direttore della clinica BioTexCom di Kiev, la più nota dell’Ucraina, a cui si sono rivolti centinaia e centinaia di italiani. Queste strutture si avvalgono di una fitta e consolidata rete di facilitatori e specialisti che avvicinano e assistono i potenziali clienti.

Ludmila Rusak, responsabile di BioTexCom per i clienti italiani, assicura: «La maternità surrogata non è un supermercato: non si sceglie la madre surrogata per il peso, il colore degli occhi o dei capelli». Tuttavia i clienti, ottenendo le credenziali di accesso al sito dell’azienda, possono visualizzare i profili delle donne disponibili a portare avanti una gravidanza in appalto. Insieme alla foto e a un codice, sul sito vengono riportati i profili anonimi di duecentoquaranta donne con età, grado di istruzione, colore degli occhi, altezza, peso, tipo di corporatura.

Stando alle dichiarazioni di Ludmila Rusak, a febbraio l’azienda poteva far conto sulla di-sponibilità dell’utero di circa ottocento donne provenienti da ogni parte dell’Ucraina: Ternopol, L’vov, Mariupol, Nikolaev, Zaporozhe.

salariata è l’unico modo per permettere il proprio sostentamento e quello della propria famiglia. Parlare con queste donne è difficile, a volte del tutto impossibile. A fatica, come con Yulia - nome di fantasia - si strappa qualche parola.

Fra la diffidenza, l’imbarazzo, la vergogna. E la rabbia. «Ho 35 anni, due figli e sono separata. Sono originaria della regione di Donetsk.

Nel 2014, quando è cominciata la guerra, sono scappata. Ora vivo a Chernovits (non lontano dal confine rumeno e moldavo, a circa mille chilometri dalla sua città originaria, ndr.). Però non le dico altro, per favore». Insistendo, e assicurandole l’anonimato assoluto aggiunge: «Non ho ancora mai fatto una gravidanza surrogata. Oggi in Ucraina arrivano moltissime richieste di questo genere: io non ho neppure il diploma, non ho altre possibilità di sostentamento». La voce si abbassa: «I miei parenti sanno della mia scelta. Basta, non voglio più parlarne. Arrivederci».

Nel paese il salario medio è l’equivalente di circa 150 euro. Quello minimo sfiora i 50. La disoccupazione stringe la nazione in una morsa, così come l’aumento dei prezzi di elettricità e gas. Per migliaia di donne ucraine la gravidanza salariata rappresenta una delle sempre più rarefatte possibilità di sopravvivenza in una condizione sociale disperata: a oggi secondo dati ufficiali ucraini i tossicodipendenti sono oltre mezzo milione, benché nel paese questa valutazione sia considerata una stima ben al di sotto del numero reale.

Alcune dalle campagne sognano la metropoli, per altre invece la gestazione

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BioTexCom mette a disposizione diverse soluzioni: per la maternità surrogata i tre pacchetti Economy, Standard e Vip, rispettivamente da circa ventinove, trentanove e quarantanovemila euro.

La clinica venne chiusa nel 2013 quando varie testimonianze fecero emergere le prassi aziendali che, oltre a violare la legislazione ucraina, non escludevano truffe e minacce.

Anche considerando l’opzione più onerosa costi di viaggio, e costi imprevisti sempre dietro l’angolo - il prezzo di un figlio è estremamente ridotto se lo si mette a confronto con i listini delle cliniche specializzate canadesi e statunitensi.

Ma la Procura di Kharkov in passato ha accertato che alcuni dei figli concepiti con gestazioni salariate presso la clinica del dottor Feskov sono stati destinati illegalmente a coppie omosessuali straniere e a dispetto della legislazione ucraina aziende come Fertility Solutions International (Canada), che utilizzano l’Ucraina come incubatrice low-cost, partecipano a campagne per favorire la genitorialità omosessuale a mezzo di gravidanza surrogata.

Ognuno di questi prevede - con gradi proporzionali di assistenza e servizi - la sistemazione a Kiev dei turisti procreativi per le visite necessarie, la conoscenza della donna che porterà avanti la gravidanza salariata, e naturalmente il saldo degli oneri contrattuali.

Le sole coppie italiane che si rivolgono alla clinica sarebbero almeno duecento all’anno nonostante manchino, forse per l’imbarazzo, dati statistici ufficiali. Testimonianze su testimonianze fanno scivolare via il velo della libera scelta da questa decisione. «Ho pensato a lungo se farlo o non farlo: a convincermi è stata la necessità economica. Ho una famiglia, ma mi nascondo. È la parte più dura: non tutti i miei parenti e i miei amici rispetterebbero questa scelta».

Con la donazione dei propri ovuli una donna riceve l’equivalente di una cifra compresa tra i 350 e i 400 euro. Considerando uno stipendio corrispondente a circa 150 euro, una gravidanza salariata consente di guadagnare una cifra nove, dieci volte superiore a un salario medio, almeno 10 mila euro divisi per nove mesi di gravidanza.

La gravidanza salariata - come anche in Russia, seppur con specifiche diverse - in Ucraina è legale, a condizione che a usufruirne siano coppie sposate ed eterosessuali.

In Italia la maternità surrogata non è legale.

Ma si deve osservare la legislazione dove il fatto avviene, si deve tutelare il minore con il riconoscimento della potestà dei genitori non biologici, e dunque tanto le direttive europee quanto le sentenze della Corte costituzionale riconoscono la legittimità de facto della pratica.

Così, mentre le schermaglie in punta di diritto dividono l’Europa, in Ucraina migliaia di donne fanno i conti con la miseria e con la messa a profitto dei propri corpi. Maurizio Vezzosi

Chi tiene le redini di questo giro d’affari milionario sembra dedicare all’Italia un’attenzione tutta particolare: La Vita Felice era il nome della clinica di Kharkov Ucraina orientale - in cui il dottor Feskov assoldava gestatrici a pagamento.

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ARMA

Anfore del VII secolo a.C. ritrovate dai carabinieri

29 dicembre 2016

Importante ritrovamento dei carabinieri di Sarzana che hanno rinvenuto svariati reperti archeologici risalenti anche al VII secolo avanti Cristo. Gli oggetti, tra cui piccole anfore e piattini di ingente valore artistico, archeologico e economico, erano nascosti in una valigia occultata vicino a un viadotto autostradale a Santo Stefano Magra. Ci sono anche reperti etruschi tra quelli ritrovati, tra questi una kylix, una coppa larga a due anse usate per bere vino durante i simposi, una padella di bronzo dell'età romana, e poi unguentari, piatti e olette. I reperti erano accuratamente avvolti in giornali di carta datati 1977 e conservati con cura in una valigia nascosta tra la boscaglia dell'area fluviale del Magra a poca distanza dalla zona retroportuale di Santo Stefano Magra. La valigia è stata recuperata la vigilia di Natale dai carabinieri della Compagnia di Sarzana. Il valore artistico archeologico è

valutato almeno in centomila euro, ma avrebbe potuto fruttare molto di più una volta immesso nel mercato nero. Gli oggetti, una decina, risalgono nella maggior parte dei casi al secondo e terzo secolo avanti Cristo, alcuni addirittura al settimo, e sarebbero stati facilmente venduti in maniera illecita, in quanto molto richiesti dal 'mercatò. I carabinieri, che hanno trovato la valigia durante un controllo antidroga - la zona del ritrovamento è spesso interessata da fenomeni di spaccio -, hanno verificato che tutti gli oggetti non sono provento di furto e ciò fa supporre che fossero nelle disponibilità di tombaroli. I carabinieri non escludendo l'ipotesi del traffico illecito di reperti archeologici. I reperti saranno ora destinati al museo di Luni. www.lanazione.it

CARABINIERE AMMALATO DI STRESS CHIEDE IL RICONOSCIMENTO DELLA CAUSA DI SERVIZIO. IL TAR GLI DA RAGIONE

31 dicembre 2016

Ammalarsi di stress nell’Arma è possibile. E’ il T.A.R. Puglia a stabilirlo con la sentenza 1427 del 28 dicembre. Una sentenza molto importante che tiene conto dei particolari profili d’impiego dei militari dell’Arma. Il ricorrente, un Appuntato Scelto dell’Arma dei carabinieri, sostiene che il Direttore di Amministrazione presso il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, nonché il Comitato di verifica per le cause di servizio non abbiano Page 4

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assunto cognizione compiuta dei “fatti di servizio” (stress, strapazzi, psico-fisici di vario genere, disordini alimentari) connessi alla sua lunga e gravosa prestazione di servizio. Più nello specifico, il ricorrente afferma di aver prestato servizio in una realtà territoriale, quale quella di Gravina in Puglia, connotata da alta incidenza di criminalità e di essere stato quasi giornalmente coinvolto in delicate operazioni di repressione della delinquenza

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ARMA locale, tant’è che spesso è stato anche vittima di aggressioni fisiche ed è dovuto ricorrere alle cure mediche presso il servizio di pronto soccorso. Nel parere medico-legale di parte, si legge: “le infermità non riconosciute dipendenti da causa di servizio, trovano invece chiara rispondenza nei fatti di servizio sia sotto il profilo della causa diretta e sia sotto il profilo de l l a concausa efficiente e preponderante. Il -OMISSIS -, infatti, nella sua prestazione di servizio, è sempre stato sottoposto a stress, strapazzi psico-fisici di vario genere e disordini al i mentari…Conclusioni: le infermità: poliposi multipla de l l a col e ci s t i , cardiopatia ipertensiva con segni di nefroangiosclerosi, gastrite, ernia iatale da scivolamento sono state sicuramente contratte in servizio e per causa di servizio”. Di opinione contraria il Comitato di verifica, secondo il quale la cardiopatia non può essere stata causata dal lavoro perchè lo stress non era tale «da ingenerare notevoli tensioni emotive e conseguenza insorgenza di stati ipetensivi». Più o meno stesso discorso per la gastrite e i polipi, riconducili, secondo il Comitato, ad una «predisposizione costituzionale». Secondo il Colleggio pugliese invece, tale parere, non risulta adeguatamente rappresentativo delle motivazioni sottese al gravato disconoscimento di dipendenza da causa di servizio delle succitate patologie. Alla luce delle particolari condizioni

ambientali di lavoro svolte dal ricorrente, il Collegio ritiene che il Comitato avrebbe dovuto esplicitare le ragioni per le quali non ha ritenuto che tale attività potesse aver determinato, anche solo come concausa efficiente, il sorgere delle patologie de quibus. A titolo esemplificativo del lavoro svolto, il T.A.R. cita un episodio del ricorrente, “il certificato del Pronto Soccorso dell’A.s.l. BA3 del 5.9.2009, emesso a seguito di una delicata operazione di servizio connessa all’arresto di un pregiudicato gravinese, in occasione della quale il ricorrente afferma essere stato oggetto di aggressioni con calci e pugni e che il pregiudicato con una scheggia di vetro si tagliava le mani per far sgorgare il sangue e si avvicinava al ricorrente, minacciandolo di trasmettergli il virus dell’HIV da cui il pregiudicato era notoriamente affetto. Nel certificato di ricovero, come diagnosi, si legge: stato di agitazione psicomotoria, crisi ipertensiva e ferita lacero contusa alla gamba destra. Il T.A.R. accoglie il ricorso, annulla il provvedimento del Comitato di Verifica e condanna i Ministeri della Difesa e dell’Economia a pagare 1500 euro in favore del ricorrente. http://infodifesa.it

Carabinieri pagano hotel a mamma e figlia immigrate 31 dicembre 2016

ROMA - Davanti a mamma e figlia di 3 anni in cerca di un riparo non ci hanno pensato due volte: le hanno accompagnate in un albergo e hanno pagato loro il soggiorno al caldo, offrendo anche vestiti ed un pasto. E' quanto accaduto lo scorso 29 dicembre a Roma, quando due carabinieri della stazione San Pietro, gli appuntati Andrea Castiello e Salvatore Fontana, hanno risposto alla chiamata della madre superiora delle "Suore della Redenzione Villa Mater Admirabilis" di via Page 5

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Pineta Sacchetti, nel quartiere Trionfale, che chiedeva aiuto per sistemare mamma e figlia congolesi. I due militari hanno così deciso di ospitare a loro spese in un albergo vicino le due bisognose, fornendo loro anche vestiti puliti, un pasto e latte e biscotti per la colazione del giorno dopo. "Siete i miei angeli", ha detto Mireille, 33 anni del Congo in attesa di asilo politico, che poi ha abbracciato i due carabinieri per una foto ricordo che probabilmente porterà per sempre nel cuore. (ANSA)

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St ori co ca m b i a m e nt o d a C orp o ci v i l e a m i l i t a re v ol ut o d a l l a ri f orm a M a d i a : i l p e rché d e l l a s ce l t a e con q ua l i d i na m i che 02 gennaio 2017

Addio al Corpo Forestale dello Stato, che con la riforma Madia si trasforma da civile a militare con la nuova denominazione di "Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri", agli ordini del generale Antonio Ricciardi. Di seguito, ecco quali sono le principali novità per i 7 mila ex-forestali dopo le ultime due cerimonie dell’ammainabandiera del Corpo svoltesi ieri nella storica scuola di Cittaducale, fondata alle porte di Rieti nel 1905, e in quella di Sabaudia, inaugurata invece nel 1962.

Il perché dell’accorpamento Sicuramente “epocale”, anche e soprattutto per il passaggio da Corpo civile a corpo militare, l’accorpamento della Forestale nei Carabinieri è stato voluto dalla riforma Madia essenzialmente per un contenimento della spesa pubblica: sulla carta, infatti, la trasformazione promette di assicurare una maggiore efficienza dei costi di gestione e risparmi fino a 100 milioni di euro in tre anni.

C os a diventano gl i attuali forestali Come già indicato sopra, i 7 mila exforestali andranno per la maggior parte a confluire nell'Arma dei Carabinieri, Page 6

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indossandone la divisa nel loro nuovo ruolo militare di elementi del “Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri”. Circa 120 verranno però inseriti per le loro peculiarità operative nel Corpo dei Vigili del Fuoco e altrettanti nella Polizia di Stato, mentre una trentina verranno “assorbiti” dalla Guardia di Finanza. Aspetto importante rispetto all’obiezione di coscienza: i soggetti contrari alla militarizzazione delle loro funzioni prima svolte da civili, potranno presentare domanda per il passaggio in un'altra amministrazione dello Stato, che valuterà la richiesta.

Quali le funzioni del nuovo Comando Secondo quanto stabilito dalla riforma, con il passaggio nell’Arma dei Carabinieri gli ex-forestali conservano tutte le loro funzioni precedenti, ad eccezione di quelle contro gli incendi boschivi che vengono invece trasferite per intero al Corpo dei Vigili del Fuoco. Il nuovo Comando dipenderà dal capo di Stato Maggiore della Difesa per i compiti militari; dal ministro dell'Interno per i compiti di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica; dal ministero delle Politiche agricole per le materie che riguardano la sicurezza e la tutela agroalimentare e forestale.

Il precedente storico Non è la prima volta che il Corpo della Forestale va incontro a una radicale riforma: quella precedente fu voluta nel 1926 da Benito Mussolini, che soppresse e militarizzò (proprio come avvenuto ora con la Madia) quello che allora si chiamava Corpo Reale delle Foreste, ribattezzandolo Milizia Nazionale Forestale. www.panorama.it

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Forestale, primi giorni da Carabinieri ma ancora senza le uniformi dell’Arma . 03 gennaio 2017

Colonnelli, marescialli e appuntati anziché dirigenti, ispettori e assistenti. Anche nell’Astigiano è iniziato con decisione, pur senza particolare entusiasmo, il passaggio del Corpo forestale nell’Arma dei carabinieri stabilito dalla riforma della pubblica amministrazione. Ieri al comando di via Allende la dirigente Chiara Arnaudo indossava abiti civili, come i pochi forestali al lavoro nella sede. Un’incertezza spiegabile con un dato di fatto: le uniformi della Forestale di fatto dall’1° gennaio non sono più d’ordinanza, ma quelle dei carabinieri con stellette e alamari non sono ancora materialmente state recapitate nei vari uffici periferici dell’ex Corpo di polizia del ministero delle Politiche agricole. Così, mentre un appuntato dei carabinieri che si aggira tra le stanze chiama

«colonnello» la comandante Arnaudo correggendo chi appellandola come «dottoressa» si ostina a volerla ancora percepire come la funzionaria di un’amministrazione civile dello Stato, la lenta transizione si sta completando. «Gli atti di polizia giudiziaria e amministrativa vengono già stilati dal personale con i gradi dell’Arma, chi era sovrintendente si qualifica come brigadiere, chi era assistente appuntato» spiega la comandante. «Tra pochi giorni cambieremo le targhe dei veicoli d’istituto anche se la livrea esterna per ora non cambierà» indica il neo colonnello Arnaudo. I forestali dei comandi di Asti, Nizza, Canelli e Villafranca sono 17. Tre agenti, già passati nella Polizia , sono stati assegnati ad un reparto di ordine pubblico di Torino. www.lastampa.it

Carabiniere muore in barella a l p ro n t o s o c c o rs o

05 gennaio 2017

Alessandria. Sul registro delle denunce una delle ultime firme è la sua, Valter Giuffrè. Appuntato scelto. Ha lavorato fino all’ultimo, nonostante stesse già male. Il collega al quale doveva subentrare in guardiola si era anche offerto di sostituirlo: «Lo faccio io il turno se non ti senti bene». Ma lui non ha voluto: all’1 di notte di martedì, quando è entrato in servizio, il dolore al petto, alla spalla e al polpaccio sinistro era, forse, ancora sopportabile. Così, è rimasto tutta la notte lì, di piantone, al comando provinciale di piazza Vittorio Veneto. Alle 7 Valter Giuffrè ha smontato ed è andato a casa, ad Alessandria, in piazza Mantelli. Stava peggio di quando ha iniziato il turno. La moglie, Maria Anna Lombardo (impiegata nella farmacia del poliambulatorio Patria, di via Pacinotti), e Page 7

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la figlia di 16 anni hanno intuito la gravità e chiamato il 118. Giuffrè è arrivato al Pronto soccorso in ambulanza. L’hanno registrato secondo una prima ricostruzione in codice verde. Cosa sia avvenuto fino al decesso, è ora oggetto di indagine: il pm Roberto Ghio infatti ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, 6 tra medici e personale sanitario, tutti quelli che l’hanno curato, e poi hanno tentato di salvarlo. Il carabiniere sarebbe stato visitato subito e poi sistemato, su una barella, negli spazi dedicati ai pazienti da tenere in osservazione. Ma la situazione non è mai migliorata. E intorno alle 12 è degenerata, fino all’epilogo su cui ora incombe la più pesante delle domande: «Si poteva evitare?». www.ilsecoloxix.it

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Crolla la fiducia nei partiti

Piacciono il Papa e i Carabinieri 07 gennaio 2017

Mentre si acuisce il distacco dallo Stato e dai partiti, si assiste a un prepotente ritorno della politica. O meglio: della "partecipazione politica". Attraverso nuovi "media". Ma anche attraverso le forme più tradizionali. Internet e la piazza, insieme. Riemerge e si ripropone, ancora ampia, la domanda di riformare la Costituzione. E le istituzioni. Di emendare il bicameralismo. Di ridurre i costi della politica. Sono alcuni paradossi - apparenti - del XIX Rapporto "Gli italiani e lo Stato", curato da Demos per Repubblica. La campagna referendaria, per quanto aspra, ha, comunque, ri-educato gli italiani ai temi della Carta costituzionale. E ne ha concentrato l'attenzione intorno alle questioni pubbliche. Non solo, ma ha mobilitato gran parte dei cittadini. Li ha spinti al voto e, prima ancora, al dibattito. Nelle sedi politiche, ma anche nella vita quotidiana, negli ambienti privati. Sono gli effetti imprevisti di tanti mesi di confronto e divisioni. Alla fine hanno realizzato un esito unificante. Sotto altri profili, questo

Rapporto riproduce un ritratto coerente con il passato. In alto, davanti a tutto e a tutti, nella classifica dei soggetti pubblici: Papa Francesco. E le Forze dell'Ordine. Rispondono a una domanda - diffusa e radicata - di certezza etica e, d'altro canto, di sicurezza personale. Mentre le istituzioni dello Stato riscuotono la consueta diffidenza. Al tempo stesso, i cittadini sono insoddisfatti dei servizi pubblici. Provano sfiducia nei confronti delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali. Ma, soprattutto, verso i soggetti di rappresentanza politica. I partiti, lo stesso Parlamento. Sono, come sempre, in fondo alla classifica. Evidentemente, è in questione il fondamento della nostra democrazia, visto che i principali attori della rappresentanza, i partiti, non sono solamente sfiduciati, ma vengono ritenuti "corrotti". Quanto e più che ai tempi di Tangentopoli. Il No al referendum costituzionale, d'altronde, ha avuto - anche - questo significato. Un No al sistema dei partiti. E ai politici che li guidano. In testa: il Premier. La sfiducia diffusa nella società, peraltro, avvolge anche la sfera delle relazioni personali, dei "rapporti con gli altri". Guardati con prudenza da gran parte dei cittadini. Chissà: ci potrebbero fregare... E poi ci sentiamo "invasi". La paura degli immigrati non è mai stata così alta. www.ilmattino.it

Carabinieri sventano la truffa delle casa vacanza 08 gennaio 2017 TRENTO. Imbroglioni “imbrogliati” dai carabinieri. Che, giocando lo stesso gioco dei truffatori, hanno incastrato una banda di tre fratelli (due uomini e una donna) di origine campana, che cercava di rifilare a ignari vacanzieri il bidone di Capodanno, leggasi una deliziosa e spaziosa casa per le vacanze appartenente ad altri. Come? Rispondendo alla (molto) allettante Page 8

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inserzione-esca con una mail-tranello di interessamento. È finita con il trio denunciato per tentata truffa in associazione, aggravata dal ricorso ad alterazioni informatiche di dati sensibili: le credenziali per iscriversi al sito di annunci infatti erano quelle di una carta d’identità rubata ad aprile a Napoli. Per la famiglia partenopea, specializzata nell’affittare case vacanza fantasma, nel caso specifico su subito.it, la situazione si continua

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ARMA era messa male fin dall’inizio. Grazie ad un’ingenuità che la banda ha pagato cara: la foto proposta (nell’ottobre scorso) era quella di un vero appartamento pubblicata su un altro sito di annunci. E la vera titolare e inserzionista, di Levico, se n’è accorta, segnalandolo ai carabinieri. Per i militari della locale stazione si sono create quindi le condizioni ideali per “imbrogliare” gli imbroglioni. Ma una seconda leggerezza era stata compiuta nel redigere l’ annuncio truffaldino, con errori talmente macroscopici da attirare l’attenzione anche dei più distratti: “In Vacanza a Valsugana app. imdopendente (sic) 9+2”. Passi per la “svista” grammaticale, ma scrivere “a”, invece di “in” riferendosi alla zona di residenza non poteva che denunciare la scarsa o nulla conoscenza dei luoghi da parte dell’inserzionista. Rendendolo subito sospetto. Ad interpretare il proprietario dell’immobile, tale “sig.Elio”, era uno dei

due uomini, che rispondeva al telefono indicato nell’annuncio rimandando alla mail della “moglie”, che in realtà è la sorella. La risposta degli interessati (i carabinieri) è stata fintamente entusiastica. “Bellissima inserzione! Siamo in 6: quanto vuole per Capodanno? Preferisce una caparra?”. Adescati gli adescatori, è iniziato un lavoro complesso di indagini telematiche incrociate, che hanno portato i militari dell’Arma a smascherare la banda. Un trio dove ognuno aveva un ruolo: il primo organizzava la truffa, la seconda “faceva la moglie”, il terzo conduceva la trattativa, con l’obiettivo di portare a casa la caparra. Ma questa volta la banda a gestione familiare è riuscita a “incassare” solo una denuncia penale. http://trentinocorrierealpi.gelocal.it

È palermitano il carabiniere più vecchio d'Italia: com p i e 1 0 9 a nni 09 gennaio 2017

dell'Arma.

Lattari vive da una ventina di anni a Desenzano ed è laureato in economia e commercio. Tra i suoi ricordi la campagna d’Africa e gli anni trascorsi nei servizi speciali di informazione sulle navi durante la seconda guerra mondiale. Dopo essere transitato alle dipendenze del ministero degli esteri, la sua carriera si è svolta in varie sedi diplomatiche fino DESENZANO DEL GARDA. Compie 109 all’ultimo incarico, in Polonia, conclusosi anni il carabiniere più longevo d'Italia, il nel 1973. maresciallo Andrea Lattari.

Originario di Palermo, dove nacque il 10 gennaio 1908, il maresciallo Lattari vive da anni a Desenzano del Garda (Brescia). Per lui domani festa in famiglia, con accanto non solo familiari ma anche molti colleghi Page 9

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http://palermo.gds.it

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Matrimoni fasulli per il permesso di soggiorno: 15 arresti a Savona 10 gennaio 2017

E’ in corso dall’alba una vasta operazione dei carabinieri, che hanno smantellato un’organizzazione specializzata in finti matrimoni, finalizzati a far ottenere a cittadini stranieri il permesso di soggiorno, grazie alle nozze con donne italiane compiacenti.

La retata, iniziata alle prime luci della mattina con l’utilizzo di unità cinofile e un elicottero, ha portato all’arresto di 15 persone, una decina di italiani e cinque di nazionalità straniera. Per cinque persone si sono aperte le porte del carcere, per le altre dieci sono invece scattati i domiciliari. I quartieri interessati dall’operazione, a Savona, sono il centro storico, Villapiana, via Mignone, via Tasso e vico Spinola. Le ordinanze sono state firmate dal gip savonese Francesco Meloni. L’indagine è stata coordinata dal pm Giovanni Battista Ferro e condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri, agli ordini del comandante provinciale Dionisio De Masi, del colonnello del reparto operativo Alessandro Ciuffolini e del capitano Alberto Azara del nucleo investigativo. Le accuse, a vario titolo, sono di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, violazione della Bossi-Fini e induzione al falso ideologico.

COME FUNZIONAVA IL MECCANISMO Una vera e propria «agenzia di viaggi» per aspiranti mariti in cerca di un permesso di soggiorno definitivo in Italia. Era questo il business messo in piedi da un gruppo di uomini e donne che offrivano il pacchetto completo ad aspiranti mariti extracomunitari intenti a giungere in Italia sfruttando la possibilità del ricongiungimento familiare. Gli interessati non dovevano far altro che acquistare il «pacchetto» completo (di norma del costo di 10/12 mila euro) e a tutto il resto pensavano gli «amici» in Italia. Nella «vacanza» era compreso il costo del viaggio, la sposa (compiacente), le pubblicazioni e addirittura la cerimonia del matrimonio civile con tanto di testimoni, amici, parenti (ovviamente finti) e Page 10

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addirittura il fotografo. Tutto questo, oltre a garantire il regolare ingresso in Italia dell’aspirante sposo, permetteva di ottenere il rilascio del permesso di soggiorno definitivo e quindi la libera circolazione non solo nel territorio nazionale italiano ma anche la possibilità di circolare tra i vari paesi europei. L’attività è nata a seguito di alcuni matrimoni sospetti registrati presso gli Uffici di stato civile di alcuni Comuni liguri e una serie di servizi hanno consentito di accertare le singole responsabilità dei vari componenti della banda. Le indagini sono estese anche ad altre regioni, tra cui, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Calabria. Il meccanismo era ben rodato: gli organizzatori dei finti matrimoni mettevano a disposizione degli «aspiranti mariti» stranieri anche i testimoni per le nozze (poi finiti tra gli arrestati) e si occupavano della pratica in Comune.

GLI ARRESTATI Una donna per due pubblicazioni di matrimonio. La promessa sposa era sempre la stessa, cambiava lo sposo. E’ da lì che è iniziata l’indagine dei carabinieri sui matrimoni falsi che questa mattina è sfociata con la notifica di quindici ordinanze di custodia cautelare: cinque in carcere, dieci agli arresti domiciliari. In carcere sono finiti i presunti organizzatori: quattro stranieri, fra cui una donna, titolare di un’agenzia di affari ad Albenga che è ora sotto sequestro, e un italiano. (...) Le accuse sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso per induzione . Circa 130 sono stati i carabinieri impegnati questa mattina nel blitz con perquisizioni anche fuori provincia a Mirandola (Modena), Varese, Casale. Il costo di un matrimonio era di 1012 Mila euro: 50 per cento circa andava alle spose, mille euro ai testimoni, il resto andava all’organizzazione. www.lastampa.it

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D a l l a ca cci a a i m a fi osi a i se rvi zi se g re ti : i n i z i a l a n u o v a v i ta d e l c a p i ta n o " U l ti m o " 13 gennaio 2017

Ha dato la caccia prima ai mafiosi e poi ai politici corrotti. Adesso per il carabiniere più famoso d'Italia arriva una sfida nuova e di scottante attualità: fare pulizia all'interno dei servizi segreti, dare la caccia agli 007 che giocano sporco o lavorano per il nemico. Un mondo difficile, dove anche le disonestà e i tradimenti tendono a venire coperti dal segreto. E dove, come si è appreso con l'indagine romana sui pirati informatici di EyePiramid, anche ex capi dell'intelligece si sono rivelati vulnerabili agli hackeraggi. Lui è Sergio De Caprio, meglio noto come «Ultimo», colonnello dei carabinieri. Un ufficiale anomalo, fin da quando -giovane capitano - in due stanze disadorne della caserma milanese di via Moscova, dava la caccia ai latitanti di Cosa Nostra al Nord, circondato dallo scetticismo dei suoi capi: ne nacque il blitz della Duomo Connection, l'inchiesta che per prima scoperchiò i fili sotterranei che univano mafia e politica nella ex «capitale morale». Da allora è passato un quarto di secolo, e per «Ultimo» è stato un periodo di successi ma anche di amarezze. Ora arriva la svolta: si toglie la divisa da carabiniere e mette i panni borghesi dell'agente segreto, chiamato a fare parte dell'Aise, il servizio che si occupa di sicurezza esterna. Da tempo l'Aise corteggiava De Caprio. A rompere gli indugi e a volerlo con sè è stato l'attuale direttore dell'agenzia, Alberto Manenti, che ha puntato su di lui per un ruolo specifico: Reparto Sicurezza, ovvero l'ufficio «affari interni» del servizio segreto. Un reparto cruciale ma storicamente poco considerato negli equilibri interni agli 007. La decisione di Manenti ha un significato inequivoco: potenziare il reparto, dare la caccia a chi sgarra con efficienza e senza indulgenze. «Ultimo» non potrà dirigere il reparto, perché non ha il grado richiesto (serve almeno un generale di divisione). Ma gli è stata assegnata una sezione con garanzia di relativa autonomia operativa. Spia tra le spie, avrà dalla sua parte un vantaggio: di Page 11

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lui non esistono fotografie, è un uomo senza volto se si eccettua quello prestatogli da Raoul Bova che lo impersonò in una serie televisiva di successo. La scelta di Manenti, condivisa con il comandante dei carabinieri Tullio Del Sette, non ha fatto piacere a tutti: non solo all'interno del l'Aise, ma anche tra i magistrati che di De Caprio si fidavano e che contavano su di lui per le loro inchieste più delicate; e ora dovranno farne a meno. Alla guida del Noe, il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, «Ultimo» aveva trasformato un reparto sonnacchioso in una macchina da indagini sui «poteri forti». Il pmHenry John Woodcock, che sul lavoro del Noe di De Caprio ha costruito molte delle sue inchieste, pare abbia manifestato esplicitamente il suo disappunto: ma senza risultato. Così per De Caprio si apre una vita nuova, e chissà se nel nuovo ufficio si porterà il manifesto che teneva al muro nella sua stanzetta in via Moscova, l'uomo che in piazza Tien an Men ferma da solo una colonna di carri armati; e che riassumeva bene la sua filosofia composita, decisamente anomala per l'Arma di allora e forse di oggi, un mix di indisciplina programmatica e di amore per la «gente semplice». Non sarà amato dentro i servizi segreti come non era amato tra gli ufficiali dei carabinieri, cui quel collega ruvido e scanzonato divenuto eroe da telefilm è sempre risultato indigesto. Si può giurare che andrà per la sua strada senza guardare in faccia nessuno. Ma sapendo che anche nel mondo delle spie vige la legge di tutte le burocrazie, che perdona tutto tranne il successo. Una legge che De Caprio ha dovuto sperimentare sulla sua pelle, quando scese dal Nord in Sicilia per dare la caccia a Totò Riina, da sempre latitante indisturbato. «Ultimo» lo catturò nel centro di Palermo, e lo Stato lo ringraziò mettendolo sotto processo. www.ilgiornale.it

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

IL BENVENUTO DEI CARABINIERI DI PIANETACOBAR AI CARABINIERI FORESTALI DEL COMANDO UNITA' TUTELA FORESTALE, AMBIENTALE E AGROALIMENTARE DELL'ARMA DEI CARABINIERI. BENVENUTI NELLA NOSTRA GRANDE FAMIGLIA. Sono i primissimi giorni di questa nuova avventura di unione tra i forestali e i carabinieri. E' una nuova esperienza da entrambe le parti. Certo piu' forte per i nostri colleghi carabinieri forestali che hanno chiuso con il 31 dicembre il Corpo Forestale dello Stato. Sarà una nuova e positiva esperienza professionale. Ne siamo certi. Benvenuti tra noi. Questo è quello che vogliamo esprimere ai colleghi forestali che da due giorni sono carabinieri con noi. Sono fermamente convinto che sarà certo una nuova esperienza ma professionalmente rigenerativa e stimolante. Proseguire la propria esperienza professionale mantenendo le proprie competenze ed i propri ruoli accrescendoli in un settore esclusivo di specialità nell'Arma dei Carabinieri.

La competenza della materia ambientale esclusiva nell'Arma dei Carabinieri non puo' che inorgoglirci rendendoci insieme come unica polizia che avrà competenza sulla delicata materia ambientale, di attenzioni e sensibilità a livello internazionale. In questo mese procedono i cambiamenti delle targhe e dei simboli avanti alle caserme e alle stazioni, la ridenominazione delle autovetture, l'arrivo dei materiali, l'inserimento dei dati nei nostri server dati, nel nostro Centro Nazionale Amministrativo, la riderminazione degli impieghi che vengono riconfermati e prosegue l'attenta valutazione per riuscire a non modificare le posizioni d'impiego provvisorie che erano da anni lasciate tali. Tutto prosegue con la massima attenzione e stà impegnando lo Stato Maggiore dell'Arma che non si è assolutamente fermato anche in questi giorni di festività.

Per noi un impegno responsabile quello di dare massima funzionalità e maturità in questa modifica storica nel disegno organizzativo e funzionale delle forze di polizia che ci ha investito in prima persona unitamente a quelle che sono le professionalità dei colleghi forestali. Avremo modo di confrontarci su tanti aspetti e anche chi come noi, su pianetacobar, sin dalle prime ore di questo grande progetto, ha argomentato con una trasparenza ed una lealtà devastante come pochi hanno fatto in questo periodo che ha preceduto questo provvedimento di Governo. Eppure abbiamo ricevuto attacchi che si sono da soli classificati ed identificati in strumentali e di opportunità. Ora guardiamo avanti, insieme. Pianetacobar ora puo' aprire, piu' di prima, alla partecipazione dei colleghi carabinieri forestali che vorranno seguire le nostre attività d'informazione e interazione unendosi man mano ai colleghi carabinieri che già da tempo fanno parte di questa grande community sotto il nome di pianetacobar.

continua

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

Non è un associazione, non ha vincoli, non ha regole e non ha dinamiche economiche, è solo un aggregazione di colleghi che si confrontano e si aiutano collaborando alla funzionalità della rappresentanza militare dei carabinieri in quella parte che da anni ha scelto questo nuovo metodo innovativo che ha coinvolto e ha costruito un consenso straordinario che ci impegna professionalmente sempre piu'.

La nostra APP gratuita per smartphone di ultima generazione "pianeta cobar" dove già oltre 14.000 carabinieri sono abilitati all'uso, compresi già qualche centinaio di colleghi forestali. La nostra newsletter in linguaggio "carabinieresco" dal nostro sito web www.pianetacobar.eu. Un linguaggio sempre chiaro,semplice e senza dinamiche politiche e di opportunità tenendo fuori dinamiche economiche che punta il dito ai cialtroni ed al "cialtronismo". Una newsletter che ha una cadenza mediamente settimanale ma che viene rilasciata per i quasi 17.200 carabinieri e carabinieri forestali solo quando abbiamo da informare e da mettere in condizione i nostri colleghi che rappresentiamo in un livello piu' alto di conoscenza delle dinamiche che ci riguardano. Ora i colleghi forestali apriranno alla nuova rappresentanz a militare che sarà una vera e propria novità dopo la realtà sindacale. Tra l'altro in questi mesi non ho avuto di apprezzare il lavoro fatto dai sindacalisti a livello nazionale, mentre ho trovato nelle organizzazioni periferiche dei colleghi ex sindacalisti che davvero possono dare un grande contributo per professionalità e competenza sui puri interessi collettivi scevri da dinamiche di opportunità.

Ora i colleghi forestali si organizzeranno per le elezioni straordinarie dei loro rappresentanti per eleggere i componenti dei 5 Co.Ba.R., i Consigli di Base sul territorio nazionale. Saranno 5 e un CoBaR comprenderà piu' regioni di competenza del Comando Unità tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei carabinieri. Da qui, poi sarà eletto un consiglio intermedio con 2 componenti per categoria, quindi in totale di 8 unità. Di qui un rappresentante da loro eletto sarà al CoCeR, consiglio centrale di rappresentanza, con diritto di voto, rappresentando l'espressione della nuova Unità in seno al CoCeR carabinieri e nel CoCeR Interforze. Sarà un occasione importante per tutti i colleghi forestali per poter dare fiducia e rappresentatività a colleghi che saranno da loro eletti e che potranno meglio portare a rappresentare tutte le dinamiche della nuova esperienza professionale. Ma già da subito è piena la nostra disoponibilità come già in questi mesi abbiamo fatto interagendo con molti di coi colleghi forestali e colleghi, ex rappresentanti sindacali, con i quali abbiamo da subito condiviso confronto leale e trasparente orientato solo alal collaborazione e dedito agli interessi collettivi per rendere ancor piu' funzionale questa nuova esperienza anche per tutti noi. Benvenuti a voi colleghi forestali nella nuova Unità per la Tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell'Arma dei Carabinieri. Avanti insieme per continuare a dare quella risposta di funzionalità che il nostro paese ci chiede tutti i giorni." FONTE: pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo pubblicata 03 gennaio 2017

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ATTUALITA' - NEWS

Inps: da febbraio 2017 pensioni pagate primo giorno bancabile 02 gennaio 2017

Nel 2017 tutte le prestazioni pensionistiche saranno pagate il 1° giorno bancabile del mese, con la sola eccezione della rata di gennaio, il cui pagamento è stabilito al 2° giorno bancabile del mese (e quindi oggi). Lo comunica l'Inps con una nota spiegando che il Decreto Milleproroghe, firmato dal Presidente Mattarella lo scorso 31 dicembre, ha modificato l'articolo 6 del decreto legge 65/2015, convertito con legge 109/2015, che ha unificato le date di pagamento delle prestazioni Inps, Inpdap ed Enpals. "In base a tale modifica, fortemente richiesta dall'Inps - sottolinea l'Istituto - viene ripristinato per l'anno 2017 il pagamento al primo giorno bancabile del mese, con l'unica eccezione per la rata di gennaio". A febbraio e marzo le pensioni saranno pagate il primo del mese mentre ad aprile le poste pagheranno il primo (è un sabato) e le banche il 3. A maggio le pensioni saranno pagate il due mentre a giugno saranno pagate il primo del mese. A luglio le Poste pagheranno il primo del mese e le banche il 3 mentre ad agosto e settembre la rata arriverà sui conti il primo del mese. A ottobre e novembre le pensioni saranno pagate il due del mese sia dalle Poste che dalle banche mentre a dicembre si potrà riscuotere

l'assegno il primo sia dalle banche che dalle Poste. I pensionati italiani rischiano di dover restituire allo Stato da febbraio lo 0,1% dell'importo ricevuto nel 2015, ovvero la differenza tra l'inflazione programmata e quella effettiva su cui è stato calcolato l'adeguamento al costo della vita delle pensioni. Lo denuncia lo Spi-Cgil, rilevando come nel decreto Milleproroghe di fine anno non ci sia stato l'intervento con cui si doveva risolvere la questione. In questo modo - dice il sindacato dei pensionati della Cgil - tutte le pensioni avranno una perdita di valore. Nel caso di una pensione al minimo la perdita sarà di 6,50 euro all'anno e di 13 euro per una da 1.000 euro. "Cifre precisa - che possono sembrare di poco conto ma che incidono in particolare sulle pensioni basse". Lo scorso anno il governo intervenne rimandando questa restituzione a quando l'economia fosse effettivamente in ripresa neutralizzandone così gli effetti negativi. Anche quest'anno il governo si era reso disponibile ad intraprendere la stessa strada ma per ora non lo ha fatto. Chiediamo al ministro Poletti - conclude il sindacato - di intervenire urgentemente per evitare che si penalizzino ancora una volta milioni di pensionati italiani". (ANSA)

In Francia il diritto di 'staccare', niente mail fuori lavoro 02 gennaio 2017

Basta smartphone e tablet sempre accessi con gli occhi pronti a intercettare l'ultima mail di lavoro. Da ieri in Francia è scattato il 'diritto di disconnessione', una norma prevista dalla nuova legge sul lavoro - che regala ai dipendenti la possibilità di non tenersi sempre aggiornati, 24 ore su 24, riconoscendo loro il diritto di 'staccare'. La normativa prevede che tutte le aziende con oltre 50 dipendenti dovranno negoziare codici di buona condotta con i sindacati, Issue 1

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che includano anche la definizione precisa di momenti del giorno o della settimana in cui i dipendenti hanno il diritto di non essere connessi, dandogli il diritto di non controllare supporti o device. Con un obiettivo: poter ignorare i messaggi, le mail e le comunicazioni in alcune fasce orarie. E, comunque, garantendo il diritto a non rimanere connessi giorno e notte e vietando qualsiasi tipo di sanzione se non si è visto un messaggio . (ANSA)

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ATTUALITA' - NEWS

Caos nei centri d'accoglienza. Allarme v i ol e nz a e s om m os s e 04 gennaio 2017

Domenico è un giovane volontario di una cooperativa che a Potenza gestisce un centro di accoglienza dove trovano ospitalità una sessantina di profughi che fuggono dalla guerra.

Un popolo di disperati tra i quali non mancano le mela marce. Tre di loro (un nigeriano e due gambiani) all'inizio di dicembre hanno chiuso in una stanza per qualche ora Domenico e il titolare della cooperativa minacciandoli con queste parole: «O ci date più soldi, o vi sgozziamo». La «colpa» dei responsabili dell'ostello? Essersi rifiutati di «integrare» il quotidiano pocket money (una diaria di 4 euro al giorno destinato agli ospiti del centro) con ulteriore danaro che gli africani reclamavano non si sa a che titolo; una richiesta assurda degenerata in aggressioni e tentativi di rivolta, rientrati solo dopo un blitz della polizia. Lo stesso terzetto (poi arrestato dalla polizia) aveva incitato alla rivolta anche gli altri rifugiati che vivono nell'ex Ferrotel della stazione centrale, un edificio dove in passato alloggiavano i dipendenti delle Fs e che ora invece è stato adibito a ricovero per migranti. L'episodio di Potenza (la Basilicata per una discutibile scelta della Regione si è candidata a «laboratorio europeo» per l'accoglienza degli extracomunitari) è sintomatico di una situazione più generale che ha trasformato l'emergenza migratoria da una parte in un business e dall'altra in uno strumento politico. Ma mentre in Basilicata la situazione è - almeno per il momento sotto controllo, in altre parti d'Italia il fenomeno si presenta ad altissimo rischio sotto il profilo della sicurezza. La conferma viene da un dossier del Viminale che, dopo la nomina del neo ministro Minniti, ha deciso di «attenzionare» al massimo la situazione, anche sull'onda degli ultimi attentati terroristici di matrice islamica. «Il parallelismo tra migranti e terroristi è improprio, ma il nostro impegno su questo fronte deve rimanere ai massimi livelli», ha dichiarato il responsabile dell'Interno Issue 1

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all'indomani del suo insediamento. Il passo successivo è stato quindi il «riesame analitico» della mappa dell'accoglienza finita anche sulla scrivania dei vertici della nostra intelligence. Parole d'ordine: «prevenzione» e «controllo del territorio». Soprattutto nei centri che già in passato si sono segnalati per episodi di violenza. Allarme rosso su 37 dei centri con una capienza complessiva di circa 8 mila posti. Si tratta di centri aperti, dedicati all'accoglienza degli stranieri in attesa del verdetto della Commissione territoriale per il riconoscimento dello status dei rifugiati. Le Prefetture rimborsano una quota di circa 50 euro al giorno per ogni ospite. Più o meno il doppio di quanto lo Stato paga (25-30 euro al giorno a persona) alle associazioni e ai 130 comuni che aderiscono allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che accoglie una parte dei rifugiati, dopo il riconoscimento del loro status. Non sempre (anzi, molto di rado) la qualità dei «centri emergenziali» è buona, un degrado che accomuna angosciosamente Nord e Sud: basti pensare alle drammatiche situazioni in cui versano il cosiddetto «Ghetto dei Bulgari» alle porte di Foggia e lo stesso centro migranti di Cona (Venezia), teatro della rivolta della scorsa notte. Senza contare le varie inchieste giudiziarie sulle tante cooperative di «solidarietà» che approfittano di un sistema (strutturale e legislativo) dove la linea di demarcazione tra chi lucra e chi fa vere accoglienza risulta spesso di difficile individuazione. Anche per questo nel dossier del Viminale si rilancia l'idea di costituire un centro-rifugiati in ogni regione. Le due domande-chiave restano sempre le stesse: quanto costerà ai contribuenti il progetto? Il piano sarà efficace? «Grazie» a un malinteso buonismo demagogico (sentimento tutto italico), nel 2016 i migranti sbarcati sulle nostre coste hanno raggiunto la cifra record di 200mila (i minori non accompagnati risultano 25mila). Il totale delle espulsioni effettive,

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ATTUALITA' - NEWS con accompagnamento alla frontiera, eseguite ogni anno sono poco più di 5mila, mentre la presenza sul nostro territorio di cittadini stranieri senza documenti è stimata circa in 40mila. Ma un dato resta sconcertante: se anche il ritmo delle espulsioni con accompagnamento alla frontiera raddoppiasse, servirebbero almeno 12 anni per espellere tutti i migranti senza documenti. Come pretendere di svuotare il mare con un bicchiere. Intanto nell'esercito di chi

attende a braccia conserte il riconoscimento dello status di rifugiato non mancano le teste calde che avanzano pretese: «Abbiamo bisogno di più soldi, cibo rispettoso delle nostre origini e condizioni di vita più umane». Pretendono «rispetto» e «umanità», ma poi minacciano di «scannare» chi cerca di dargli una mano. Di lavorare neppure a parlarne. E la chiamano «integrazione». www.ilgiornale.it

E cco i l m od e l l o 7 3 0 con i nuov i b onus 06 gennaio 2017 Sono online da ieri sul sito dell’agenzia delle Entrate le bozze del modello 730/2017 e le relative istruzioni accompagnate da un comunicato stampa che riepiloga le principali novità con riferimento al periodo d’imposta 2016. Entrano nel nuovo modello le modifiche necessarie a recepire le agevolazioni per i lavoratori dipendenti sui premi di risultato ed alcuni bonus legati agli immobili, quali la detrazione del 50% dell’Iva pagata nel 2016 per l’acquisto di immobili di classe energetica A o B, e quella del 19% dell’importo dei canoni di leasing pagati nel 2016 per l’acquisto della prima casa, nonché quella del 65% per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento delle abitazioni e le nuove detrazioni previste per le spese di arredo delle giovani coppie.

Premi di risultato Novità in vista sui quadri previsti per il lavoro dipendente. Nel rigo C4 del modello in bozza da quest’anno dovranno essere segnalati i premi di risultato d’importo non superiore a 2.000 euro o a 2.500 euro se l’azienda coinvolge pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. In particolare, se i premi di risultato sono percepiti in denaro, si applica un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali pari al 10%; se i premi invece sono percepiti sotto forma di benefit o di rimborso di Issue 1

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spese di rilevanza sociale sostenute dal lavoratore, non si applica alcuna imposta.

Detrazioni per gli immobili Il rigo E58 del modello in bozza riguarda le giovani coppie, che risultino coniugate nell’anno 2016, oppure conviventi di fatto da almeno 3 anni, in cui uno dei due componenti non ha più di 35 anni e che nel 2015 o nel 2016 hanno acquistato un immobile da adibire a propria abitazione principale. Per costoro è prevista, nel limite massimo di 16.000 euro, una detrazione del 50%, da ripartirsi in 10 anni, delle spese sostenute per l’acquisto di mobili nuovi destinati all’arredo dell’abitazione principale. Nel rigo E59, invece, andrà indicata l’Iva pagata nel 2016 per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B a cui è riconosciuta la detrazione del 50% recuperabile in 10 anni.

IL PROGRAMMA Nel nuovo rigo E14 vanno individuati i canoni pagati nel 2016 per l’acquisto di unità immobiliari da destinare ad abitazione principale ai contribuenti che, alla data di stipula del contratto, avevano un reddito non superiore a 55.000 euro. Su tali somme spetta la detrazione del 19%, nei limiti e alle medesime condizioni previste per la detrazione degli interessi passivi per i mutui ipotecari. L’importo massimo raddoppia (da 4.000 a 8.000 euro)

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ATTUALITA' - NEWS per i contribuenti che hanno meno di 35 anni di età. In rigo E62 con il codice 7 andranno indicate le spese relative a dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e/o produzione acqua calda e/o climatizzazione delle unità abitative per i quali è riconosciuta la detrazione del 65% in 10 anni. Infine si segnala che nel nuovo rigo G12 andrebbe segnalato il credito d'imposta per l'installazione di sistemi di videosorveglianza digitale od allarmi sugli immobili di civile abitazione. Per quale importo non è dato a sapersi, poiché ad oggi manca ancora il decreto attuativo che ne definisce modalità e criteri d’accesso.

La presentazione Le bozze delle istruzioni evidenziano che, per effetto delle modifiche introdotte con il Dl 193/2016, da quest’anno ci sarà più tempo per chi presenta il 730 precompilato autonomamente attraverso il sito dell’agenzia delle Entrate. Per costoro, la

scadenza slitta dal 7 al 23 luglio. I Cafdipendenti e i professionisti abilitati, anche se le istruzioni al modello 730 non lo dicono espressamente, potranno invece, beneficiare del differimento al 23 luglio solo a condizione di aver trasmesso entro il 7 luglio, almeno l’80% dei modelli.

La correzione Più tempo anche agli intermediari abilitati per correggere il modello infedele. Le bozze delle istruzioni recepiscono le modifiche varate con l’articolo 7-quater, comma 48 del Dl 193/2016 che ha previsto che l’infedeltà del visto, se non già contestata, può essere oggetto della presentazione di una dichiarazione (o comunicazione dell’intermediario) rettificativa anche dopo il termine del 10 novembre dell’anno di presentazione della dichiarazione errata. www.ilsole24ore.com

“Sono diventato jihadista nelle carceri italiane. Ecco come ci reclutano”

07 gennaio 2016 L’uomo che racconta questa storia l’ho incontrato in un viottolo di campagna vicino a Sousse. Ulivi, terra e cielo. Nessuno che potesse ascoltare. Abbiamo parlato in un furgoncino bianco, che odorava di cipolle e verdura. Precauzioni. L’uomo è tunisino, come il terrorista di Berlino. Racconta di prigioni italiane e di conversioni. Terribili assonanze. Forse il segreto della jihad sanguinaria non era in Siria o nei deserti, ma qui sotto i nostri occhi ciechi. Ecco il suo racconto. «Ecco quello che mi è rimasto in mente delle prigioni italiane, ne ho viste una infinità: Rebibbia, Civitavecchia, Firenze, Venezia, Milano. Il rumore delle porte che si chiudono è un rumore unico, come se tirassero un colpo di fucile. Ma il rumore, poi, si smorza, senza eco, i rumori di una prigione sono Issue 1

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tetri e privi di eco. E poi, il volto del Reclutatore. Era egiziano, aveva braccia pesanti come clave e mani curate, i baffi tagliati come usano i salafiti, i radicali di Dio. Non c’era in lui alcuna traccia di senilità. La voce. Magica, ti faceva diventare un uomo. Sapeva tutto il Corano e gli hadith profetici e la sunna. Restare con lui nell’ora d’aria e di socializzazione era una festa per i sensi e per il cuore. Con lui, persino io, giovane delinquente intossicato dall’eroina, mi sentivo purificato, elevato.

La Terra e il Paradiso Al sicuro. Con lui, nessuno ti guardava male, nessuno ti giudicava. Eri libero e calmo. Tutto ti apparteneva, tutto ti spettava come seguace di Dio. Al Alim, colui che sa. Il sole che entrava a fatica nel carcere, il vento che sentivi al di là dei

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ATTUALITA' - NEWS muri, il cielo. La voce era calda, melodiosa capace di evocare la terra e il paradiso, i versetti li pronunciava in modo lento e sfolgorante, tanto che diventavano invocazioni, quando smetteva per prender fiato gli chiedevamo: ancora, ancora. “La mia comunità non sarà mai d’accordo nell’errore”. Ricordava e raccontava le storie di quando l’Islam conquistava il mondo, dei Califfi che sbaragliavano i nemici come se fossero polvere del deserto. E dell’emiro Osama, che aveva messo paura all’America. Chi ci aveva mai raccontato queste cose? Li vedevamo tutti, mi vedevo davanti a loro, mi sentivo esaltato, ispirato, arricchito di minuto in minuto, da un racconto all’altro. Gli dicevo: queste storie non le dimenticherò mai, e lui: per questo ve le affido, perché siate buoni musulmani e perché non vengano dimenticate. Eravamo in tanti in quella sezione del carcere, sapevo che lui ci sorvegliava e i suoi occhi ci benedicevano.

Droga alla Garbatella Dov’è ora? È morto. Tento qualche volta di immaginarlo avanzare con gli altri combattenti di Dio, tra le rovine di Homs, verso il luogo in fiamme da cui nessuno ritornava. No, non voglio pensarlo là. Non posso. Penso che l’incontro di un uomo con la Morte debba rimanere segreto. Preferisco distogliere lo sguardo, chiudere gli occhi. E lo ricordo la prima volta che mi avvicinò in prigione: nella doccia. Chi ero io allora, vuoi sapere? Fai domande, troppe. Ma tutto è scritto nelle carte, su da voi, che cosa ti nascondo? Tutto è cominciato con un gruppo di ragazzi tunisini come me, arrivati in Italia. Un giorno, mi fanno vedere la droga, spacciavano. Era marrone e io ero sorpreso: ma nei film la droga è bianca, gli dicevo. Ho provato, era buona. Spacciavo nelle strade e la prendevo, l’eroina, spacciavo per farmi, non per diventare ricco. Alla Garbatella c’era un posto semi abbandonato, quasi in rovina. Ne avevano fatto una moschea irregolare, ma era destino che fede e droga fossero per me sempre vicini. Noi la usavamo per tagliare l’eroina e per dormire. C’era un odore pazzesco di piscio di gatti, quando eravamo fatti davamo la caccia ai gatti e li ammazzavano a bastonate. Eravamo tunisini e qualche algerino. Non era un giro grosso e così un giorno, con altri tre, decidiamo di tentare il colpo: Issue 1

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rapinare altri spacciatori più ricchi di noi. Scegliamo i nigeriani, perché? Sono negri. Ne adeschiamo uno, proponendogli una partita di eroina a prezzo buono, quando arriva con il denaro uno di noi, tira fuori una 7,65 e prendiamo tutto. Venne fuori una sparatoria, uno dei nigeriani fu ferito gravemente. In tre giorni, ci hanno preso. Tentato omicidio, spaccio, stavolta ero nel giro grosso, ma in galera. E in regime di sorveglianza speciale, si chiamava così, mi pare. Allora: la doccia. Io la doccia la facevo nudo, dell’Islam non m’importava nulla, mi piacevano le donne con le tette grosse e il vino. Lui mi parla: “Perché fai la doccia senza mutande, siamo musulmani noi, abbiamo degli obblighi che ci impone Dio, e Dio non vuole”. Ma non era una minaccia, un ordine, era una conversazione tra amici. Si vedeva che mi aveva già studiato, lui controllava tutti i nuovi, quelli che venivano da Paesi dell’Islam. Sapeva tutto: perché erano dentro, la durata della condanna, quelli che avevano pene lunghe li teneva per ultimi, aveva tempo per non farseli sfuggire, quelli più interessanti erano i tossici, sapeva se prendevano il metadone. Sapeva perfino cosa compravamo allo spesino, cibo, sigarette. Sapeva, per esempio, che io compravo vino, quello da poco prezzo, ma sempre vino era. È dalla spesa che si capisce se sei un detenuto che ha soldi o sei un poveraccio che non ha nulla, una recluta più facile per Dio. Perché lì non hai speranze, non sei nessuno senza la droga, sei un malato. Gli educatori, lo psicologo? E chi li vede mai. Aspetti qualcuno che ti prenda con sé, che ti chiami fratello nell’Islam. Ci vediamo in paradiso. I reclutatori sono persone che ti riempiono di emozioni. Si m i l e con i l s i m i l e La seconda volta che mi parlò, fu a causa delle partite di pallone. Giocavamo a calcetto nell’ora d’aria, in genere quasi tutti in slip. E lui sempre gentile, calmo: “Sai che noi dobbiamo coprirci le gambe. Perché non vieni a pregare con noi? Non sai i versetti? Non importa, ti insegneremo. E poi, perché parli con gli italiani, kafir, questi cani di miscredenti? Non vedi come ci trattano?”

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ATTUALITA' - NEWS In quella sezione, c’erano camorristi che avevano separato da famiglie rivali, e forse qualcuno che aveva cominciato a pentirsi. E poi slavi, romeni e serbi. L’odio tra noi e loro saliva, erano risse continue. Solo gli albanesi erano con noi, perché erano anche loro musulmani. In carcere ci si raggruppa subito, tunisini con tunisini, Islam con Islam. E poi, alla matricola arrivi e leggono da dove vieni: sei musulmano? Benvenuto! Ti metto con i tuoi, così vi tenete compagnia tra maomettani. I guardiani sono stupidi: notano che, dove ci sono quelli che pregano, tutto è tranquillo, mentre gli altri fanno risse, bevono, danno problemi. Allora, quando il Reclutatore andava dal direttore a chiedergli, umilmente, una stanza per pregare il venerdì - in fondo, noi musulmani siano gli unici che non abbiamo nulla -, quello la concedeva con gioia. Anche il cappellano del carcere era d’accordo! Tra credenti, ci si dà una mano. Usavamo la stanza del biliardino, stendevamo dei tappeti. Si pregava molto, e molto si parlava: la Palestina, l’Iraq, la Siria, il Califfato, le solite storie, guarda gli infedeli come ci rubano tutto il petrolio. Uno si convertì quando gli raccontarono che le donne cecene non chiedevano cibo o aiuti in denaro, ma solo confezioni della pillola del giorno dopo, perché i soldati russi le violentavano tutte.

Ti senti vuoto Questo è il punto essenziale: tu entri in prigione, non hai più niente, niente droga, niente soldi, ti senti vuoto, ti pare d’impazzire. È una sorta di ingombro che senti confusamente annodarsi giù, e diventare corpo nel corpo. Scopri di punto in bianco che non sei più niente, ti palpi dentro la mente, lo spessore del buio che avanza nelle viscere. Questa è la materia prima per convertire.

Le celle, diciamo un po’ delle celle: in dieci, quattordici. In buchi che puzzano di tutti quelli che ci hanno vissuto dentro. È lì che vivi. Al mattino alle 8,30 la doccia, se è giorno stabilito, poi più nulla, fino alle 12, quando passa il carrello del cibo. Al pomeriggio, due ore d’aria, torni in cella, la conta, ti resta un’ora di socialità, passi da una cella all’altra, prima che chiudano. Non fai niente, magari per anni, perché c’è la graduatoria prima di diventare scopino o porta vitto: parli, parli e vedi la tv, sempre Issue 1

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accesa, e vedi gli attentati, gli americani sgozzati, le bandiere con i segni islamici sulle città conquistate, e cominci a fare il tifo per Bin Laden, per il Califfo, per i vendicatori.

Parla calmo e gentile E il Reclutatore parla sempre, calmo e gentile: dice che la religione vera non è quella che abbiamo imparato da piccoli, che siamo nati per una missione, combattere per il Profeta. È la jihad della comunicazione questa, la jihad della parola, più efficace delle bombe. Lui sceglie proprio i peggiori, quelli più istupiditi dalla droga e quelli poveri, a cui non arriva mai nulla dall’esterno. Offre buoni piatti di cibo, regali. I soldi non mancano, accrediti postali da spendere allo spaccio interno, che non destano sospetti. E poi ci sono i telefonini. Dal carcere i Reclutatori sono in contatto continuo con i loro confratelli, per avere i telefoni corrompono una guardia o qualche volontario ingenuo di buona volontà: devo chiamare la mia famiglia, non li sento da anni, e con il telefono fai tutto. Li si nasconde nel water per sfuggire alle ispezioni, basta svitare due bulloni, togli la memoria e lo avvolgi accuratamente in modo che non si danneggino. Oppure nel frigorifero, tra la verdura che non permette, in caso di scoperta, di risalire a un detenuto. Il Reclutatore è in carcere sempre per reati in fondo minori: documenti falsi, detenzione di un’arma. La sua è una missione specifica. Si diventa emiri così: più conversioni ottieni in prigione e più sali nelle gerarchie della jihad.

La violenza se sgarri Se ti opponi, se sgarri, c’è la violenza. Un giorno, all’inizio, devo incontrare l’avvocato, prima di andare in parlatorio, bevo due sorsi di Tavernello, ti ho detto che mi piaceva il vino. Sulle scale incontro il Predicatore, lui scende, io salgo. Mi chino per omaggiarlo e lui sente subito l’odore del vino: miscredente, infame, attento a non rifarlo. Mi hanno picchiato, non so come sono rimasto vivo. Voi non capite niente: sempre a ragionare, ma quelli sono drogati, spacciatori, cosa c’entra l’Islam? La droga, il vizio, tutto ciò

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ATTUALITA' - NEWS che disonora, ha in certi esseri un potere eguale a quello della fede: la stessa disperazione cerca diverse profondità. Milano è un posto importante della jihad e dello spaccio. Hanno emanato a Milano una fatwa: la droga potete venderla, per fare soldi per la causa, e poi quelli che crepano sono i figli dei miscredenti, che vadano in malora. Sui sacchetti di eroina scrivono la frase del Corano: in nome di Dio, cominciamo. Quando passa la polizia e tu sei lì che spacci, ti insegnano un versetto del Corano da dire: “Dio ha alzato una barriera attorno a noi per difenderci. I nostri nemici sono ciechi’’. E quelli sono convinti davvero che, per la polizia, loro sono invisibili.

volta, quelli che pregavano erano forse il cinque per cento, ora sono la maggioranza. E quelli che resistono sono pochi e senza aiuto. Un tunisino che aveva denunciato le violenze e le minacce di morte dei salafiti al capo delle guardie si è sentito rispondere: che posso fare? Portarti a casa mia? Dio vi acceca e non vi lascia immaginare l’unica misura efficace, infiltrare detenuti musulmani che siano con voi e far cadere tutta l’organizzazione interna. Noi possiamo mentire, comportarci in modo empio, per ingannarvi meglio. Voi non comprendete che la grazia e il peccato sono spesso molto vicini. A proposito: non ti è venuto il dubbio che io potrei essere il Reclutatore?».

Quando sono entrato in carcere la prima

www.lastampa.it

08 gennaio 2017

Med (operazione Sophia) attualmente in corso prevede una fase '2b' alla quale "è venuto il momento di passare". Si tratta, ha spiegato, "dell'accompagnamento delle autorità libiche al rafforzamento dei controlli della sua guardia costiera. Non sarà una barriera italiana contro i migranti, ma un passaggio nell'ambito della missione europea". L'obiettivo italiano, ha precisato la Pinotti, è anche quello di spingere le autorità libiche a rafforzare i controlli lungo i suoi confini meridionali, quelli attraverso i quali arrivano i migranti nel Paese prima di ripartire verso l'Europa. Il ministro, inoltre, si sofferma sul ruolo della Marina militare, impegnata ormai da tempo nel quotidiano pattugliamento del Mediterraneo. "Voglio chiarire che la missione della marina in mare non è una missione di salvataggio, quello è l'obiettivo della guardia costiera. La marina interviene quando chiamata nell'ambito dell'operazione 'Mare sicuro'. Con l'instabilità della Libia e la presenza delle nostre piattaforme petrolifere, col fatto che abbiamo tanti pescherecci e che il terrorismo potrebbe venire via mare, abbiamo una missione. Ma la missione riguarda la sicurezza dell'Italia e non il salvataggio in mare".

P i not t i : " P ront i a us a re l ' e s e rci t o ne i C i e "

Il governo prova a mostrare il muso duro sull'emergenza immigrazione e terrorismo. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti a L'Intervista di Maria Latella (SkyTg24) dice che il governo sta valutando l'idea di utilizzare l'esercito per controllare i Cie (Centri di identificazione ed espulsione). Su questa ipotesi "non solo siamo d'accordo ma stiamo dando il massimo di disponibilità per intervenire con le forze armate. Sono attualmente già impegnati settemila militari nell'operazione 'Strade sicure', e potrebbero essere impiegati anche per controllare laddove una presenza significativa di migranti potrebbe essere problematica per l'ordine pubblico". D'improvviso ci si rende conto che i cittadini fanno bene ad avere paura, a chiedere allo Stato di essere più presente e meno blando. Evidentemente, quindi, chi protestava contro il lassismo del governo non aveva tutti i torti. Altrimenti non ci sarebbe bisogno, oggi, di correre ai ripari. "Bisogna trasformare la missione europea prosegue il ministro -. Dobbiamo sostenere la marina libica perché ci siano effettivamente dei controlli nelle acque libiche. Non possiamo continuare a veder partire migliaia di barconi dalla Libia". Pinotti spiega che la missione Eunavfor Issue 1

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www.ilgiornale.it

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ATTUALITA' - NEWS

L'Italia degli imboscati. Inabilità al lavoro e permessi, ecco tutte le carte false 08 gennaio 2016

COSA dobbiamo pensare quando a Palermo 270 netturbini hanno potuto esibire un certificato medico che vieta loro di spazzare le strade; quando in Calabria oltre la metà del personale sanitario riesce a farsi trasferire dietro una scrivania e il 50 per cento dei dipendenti della protezione civile lavora al centralino; quando a Como gli operai assunti dal Comune diventano di colpo impiegati; quando a Pescara 50 infermieri e operatori socio-sanitari svolgono mansioni solo amministrative; quando a Firenze il 40 per cento dei vigili urbani passa più tempo in ufficio che in strada?

Ecco a voi l'Italia degli imboscati. Sbaglierebbe chi volesse vedere in questo fenomeno comportamenti palesemente illegittimi. Non stiamo parlando dei furbetti che timbrano e se ne vanno a spasso, degli assenteisti cronici, o di altri piccoli truffatori del pubblico impiego. Stiamo raccontando una storia di formale legalità, non per questo meno scandalosa: la storia di chi, soprattutto nel settore pubblico, riesce senza fondate motivazioni a evitare, per "inidoneità parziale" o per abuso della legge 104, il lavoro per il quale è stato assunto (un lavoro spesso duro, faticoso, delicato) facendosi trasferire tra le scartoffie di un ufficio, lontano dalla strada, lontano dai cittadini. Una premessa è d'obbligo: andare incontro a malattie o infortuni parzialmente invalidanti o dover assistere parenti disabili sono sacrosante e indiscutibili ragioni per cambiare mansione, per evitare i lavori più gravosi, o più semplicemente per avere permessi e congedi. Ma qui stiamo parlando dell'abuso che si fa di questi diritti, grazie a migliaia di sconsiderate autorizzazioni rilasciate dalle commissioni mediche. La conseguenza è doppia: si creano vuoti preoccupanti nei lavori più richiesti (dagli infermieri ai vigili urbani) caricando un peso sempre più insostenibile sulle spalle di chi nel pubblico impiego dà l'anima tutti i giorni; e si penalizza chi tra i lavoratori avrebbe veramente bisogno di assistenza. Issue 1

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I ruoli vietati. Che il 12% dei dipendenti della sanità pubblica, circa 80 mila persone, per lo più donne - è riuscito a farsi riconoscere una serie di limitazioni alla propria idoneità lavorativa, con punte del 24% tra gli operatori socio-sanitari, seguiti dal 15% degli infermieri. La metà di quegli 80 mila - dice una ricerca a campione targata Cergas-Bocconi - ha diritto a non sollevare i pazienti e a non trasportare carichi troppo pesanti (un lavoro burocraticamente chiamato "movimentazione di carichi e pazienti"). Un altro 13 per cento non può lavorare in piedi, il 12 non lo può fare di notte. Il resto viene esentato da una lunghissima serie di operazioni: essere esposti a videoterminali, a rischi biologici, chimici e allergie, stare a contatto con i pazienti, fare lavori che producono stress, operare in taluni reparti, e così via. Certo, lavorare in una corsia di ospedale può sicuramente creare problemi anche gravi, e tuttavia è difficile considerare normali percentuali di lavoratori "inidonei" che toccano e superano in qualche caso il 25 per cento. Anche perché in settori privati ugualmente pericolosi (se non di più) non c'è la stessa possibilità di vedersi alleggerire il proprio carico di lavoro.

I record del Sud. E' soprattutto al Sud che l'esercito degli "inidonei" si infittisce in misura anomala. Nell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, su 1.178 dipendenti, 652 (oltre la metà) lavorano a regime ridotto. Ottanta psicologi della sanità regionale - come più volte denunciato dal commissario straordinario Massimo Scura, invece di aiutare i pazienti, sono finiti negli uffici amministrativi. Tutto in Calabria sembra funzionare al contrario: più di cento medici lavorano nel reparto prevenzione, dove ne servirebbero meno della metà, e rimangono invece scoperti screening oncologici e assistenza domiciliare. Ma gli imboscati non sono solo nella sanità. Un terzo dei vigili urbani di Napoli ottenne tempo fa certificati medici che consentivano loro di evitare la strada.

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ATTUALITA' - NEWS Qualcuno non poteva guidare l'auto di servizio, qualcun altro neppure rispondere al telefono o stare più di pochi minuti al computer.

perdere il posto, sia meno propenso a chiedere quei permessi. Ma questo non basta a spiegare una differenza così macroscopica.

A Palermo sono tuttora circa 400 gli "inidonei temporanei", tra autisti che non possono guidare, netturbini che non possono spazzare le strade, giardinieri che diventano improvvisamente portieri A Milano 4 dei 5 ispettori della società comunale Sogemi, che avrebbero dovuto controllare l'Ortomercato fra le tre di notte e le otto del mattino, hanno rapidamente ottenuto l'inidoneità al lavoro notturno. Fin qui alcuni degli innumerevoli casi di "imboscamento" per inidoneità. Ma c'è un altro strumento (di per sé sacrosanto) di cui si è fatto e si sta facendo un abuso che supera i livelli di guardia. Ed è la legge 104, una grande legge di civiltà, perché offre una serie di benefici ai lavoratori disabili gravi, o ai genitori, coniugi, parenti e affini entro il terzo grado di familiari disabili gravi. Oltre ai tre giorni di permessi retribuiti al mese per l'assistenza, la legge dà loro il diritto di scegliere la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio, di rifiutare eventuali trasferimenti, eventuali lavori notturni e in alcuni casi anche lavori domenicali e festivi. Per le stesse categorie scatta anche il congedo straordinario retribuito di due anni. Tutto molto giusto, se non fosse che anche in questo caso c'è chi se ne approfitta. Sono i "furbetti della 104", che accertamenti medici quanto meno superficiali hanno inserito e continuano a inserire tra i disabili gravi meritevoli di assistenza.

Le m a gl i e d e l l a 1 0 4 . Centro-Sud e Isole riescono dunque ad allargare a dismisura le maglie della 104, riuscendo per esempio a inserire tra i disabili gravi i figli celiaci, oppure le nonne residenti a centinaia di chilometri di distanza. C'è chi riesce addirittura a ottenere più di una 104. Se questo è il quadro generale, non è difficile capire perché soprattutto al Sud interi servizi pubblici essenziali restano solo sulla carta mentre quelli meno necessari traboccano di personale per lo più inutile. E perché gli stessi ispettori che dovrebbero verificare sul campo tutti questi abusi non di rado finiscono essi stessi tra le file degli imboscati.

I veri e finti disabili.

I congedi e benefici. Prima anomalia: negli ultimi cinque anni dice l'Inps - gli accessi alla legge, per la propria disabilità e per quella dei familiari, sono cresciuti rispettivamente del 22,5 e del 34 per cento. Seconda anomalia: Nel pubblico impiego ancora dati Inps - i beneficiari della 104 e dei congedi straordinari sono 440 mila, ossia il 13,5 per cento di tutti i dipendenti, mentre nel settore privato sono appena il 3,3 per cento. Certo, in qualche misura può pesare il fatto che un dipendente privato, per timore di Issue 1

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Quando un anno fa si scoprì che nella scuola Santi Bivona di Menfi, un paese dell'agrigentino, addirittura il 41% dei docenti (settanta su centosettanta) usufruiva della legge 104, il ministero dell'istruzione fece partire un'inchiesta in tutta Italia. Risultati anche qui inquietanti, e questa volta a toccare i record negativi troviamo insieme al Mezzogiorno anche il Centro Italia. Così, mentre la Sardegna è in testa per docenti di ruolo disabili gravi o parenti di disabili (il 18,3 per cento), all'Umbria va il primato del personale non docente che beneficia della legge: il 26,3 per cento. Si posiziona bene anche il Lazio, con il 16 e con il 24,8 per cento. In Veneto, Piemonte e Toscana, al contrario, troviamo il minor numero di beneficiari.

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ATTUALITA' - NEWS

Italia-Libia, raggiunta l’intesa su migranti, petrolio e terrorismo

10 gennaio 2017

Sarà un accordo in più punti, che ricalcherà quelli del 2008 e del 2012, il prossimo memorandum tra Italia e Libia che il nostro ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha impostato ieri a Tripoli. Un accordo per combattere «insieme» gli scafisti come il terrorismo, e «tutti i traffici illeciti, dalla droga agli idrocarburi». In cambio, il governo italiano promette aiuti di ogni genere: mezzi navali e terrestri, strumenti, formazione, soldi. Minniti è volato a Tripoli, dove ha incontrato il premier al-Serraj e il ministro degli Esteri, Mohammed al-Taher Siyala, per un investimento politico a tutto tondo sul governo sponsorizzato dalle Nazioni Unite. La semplice presenza al suo fianco del nuovo ambasciatore designato, Giuseppe Perrone, che già stamani presenterà ufficialmente le credenziali e riaprirà l’ambasciata, la prima di un Paese occidentale, è stato un messaggio potente. «L’ambasciatore designato - spiegherà più tardi il ministro degli Esteri, Angelino Alfano - è uno dei migliori conoscitori della regione. La riapertura dell’ambasciata è un importantissimo segnale di amicizia ed è un segnale di forte fiducia nel processo di stabilizzazione di quel Paese». Anche Minniti è stato esplicito. «Sono venuto qui ha scandito in conferenza stampa innanzitutto per confermare il pieno impegno dell’Italia a supporto degli sforzi del Governo di Accordo Nazionale». L'accordo che il nostro governo si appresta a siglare con al-Serraj, secondo Minniti «si muoverà lungo 3 direttrici: stabilizzazione, che significa crescita economica sociale e civile; cooperazione antiterrorismo, per creare tutte le condizioni affinché non ci sia un ritorno di terroristi e foreign fighter verso i nostri territori ora che l’Isis è sulla difensiva in Siria e Iraq; contrasto comune ai trafficanti di uomini». Un pacchetto complesso per una lotta a tutto tondo innanzitutto all’immigrazione clandestina. Ben sapendo che una vera battaglia agli scafisti significa entrare in urto con potenti clan criminali. Issue 1

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Il comunicato del Viminale è abbastanza sibillino al riguardo: «È stato espresso l’impegno congiunto a lottare contro l’immigrazione illegale e il traffico di esseri umani». A Tripoli, Minniti ha detto qualche parola in più: «Tenendo conto di accordi già fatti tra Italia e Libia, uno nel 2008, l’altro più recente del 2012, abbiamo comunemente deciso di raggiungere un accordo nei tempi più brevi possibili che consenta a Italia e Libia di combattere insieme gli scafisti».

Trasparente è il riferimento agli accordi suggellati dai suoi predecessori, Bobo Maroni e Annamaria Cancellieri. Il primo prevedeva il pattugliamento misto delle acque libiche con respingimento di tutti i migranti intercettati e finanziamento dei centri di accoglienza: lo predispose il prefetto Alessandro Pansa, allora responsabile della polizia di frontiera, oggi capo dei nostri servizi segreti. Il secondo, mai attuato, rinviava alla «programmazione di attività in mare negli ambiti di rispettiva competenza nonchè in acque internazionali, secondo quanto previsto dagli accordi bilaterali in materia e in conformità al diritto marittimo internazionale». Siccome è rimasta a mezza strada la missione navale europea «Sophia» che non ha mai avuto il permesso di entrare nelle acque libiche, è da vedersi se il via libera arriverà ora. «Obiettivo comune - ha spiegato Minniti - è stroncare il traffico di esseri umani. Per fare questo, c’è bisogno di un’attività di cooperazione a trecentosessanta gradi, a partire dalla messa in sicurezza dei confini, con particolare riferimento ai confini del Sud della Libia».

L’Italia promette dunque aiuti ai libici per «sigillare» la frontiera meridionale della Libia, quella del Sahara, attraverso cui affluiscono centinaia di migliaia di disperati da ogni Paese africano, nonché rotta di jihadisti. www.lastampa.it

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Attentati, circolare agli agenti: "Armati anche fuori servizio" 10 gennaio 2017 Anche l'Italia deve realmente temere il terrorismo islamico? E allora il capo della polizia Franco Gabrielli si espone in prima persona e in due interviste afferma senza mezzi termini che «prima o poi l'Isis colpirà anche noi». E le novità non si fermano qui. Se negli ultimi tempi, infatti, se ne era parlato spesso ma il risultato era sempre rimasto un nulla di fatto - dopo una circolare emessa a novembre scorso dal Dipartimento di pubblica sicurezza, è doveroso, per qualunque appartenente alle forze dell'ordine di tutta Italia, girare armato anche fuori servizio. Un invito su cui, i primi tempi, era scesa una coltre di riservatezza, ma che adesso non è più possibile negare e tanto meno smentire. Nel frattempo a Milano la tensione tra la gente è altissima. Ora che l'espressione «attentato in Italia» è stata sdoganata da Gabrielli, è chiaro che le persone temano ogni borsa o valigia abbandonata e non si sentano affatto sicure quando salgono su un convoglio della metropolitana. Non diciamo nulla di nuovo affermando che la nostra città rappresenta uno dei punti più critici dell'intera nazione. Non solo perché la Lombardia ha il numero più alto di foreign fighters accertati, non solo perché l'ultimo terrorista islamico, un «loro soldato», è stato ucciso a Sesto San Giovanni e quindi il risentimento verso il capoluogo lombardo è aumentato, ma anche dal punto di vista geografico, a differenza di Roma, Milano rappresenta, per le numerose vie di comunicazione che l'attraversano e la collegano ad altri stati, il cuore dell'Europa. «È giusto che la gente capisca - ci spiega un investigatore -, è un dovere prepararla psicologicamente a un probabile, possibile, potenziale attacco terroristico. Pur senza creare un allarmismo preciso anche perché, fino a ora, non è stato segnalato dall'intelligence nessun obiettivo sensibile che possa essere più appetibile di altri per questi terroristi. Le dichiarazioni del capo della polizia possono anche riuscire a stimolare la popolazione a un maggiore senso civico, quindi a collaborare maggiormente a livello informativo con le forze di polizia. Così si fa sistema». Mentre le forze dell'ordine a Milano attendono Issue 1

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con ansia un potenziamento delle squadre investigative, i cui organici sono ancora fermi a quando non c'era l'emergenza terrorismo, ci sono tanti casi aperti e tante segnalazioni da verificare. Per il momento, a Milano, solo il controllo del territorio è stato rinforzato al massimo, ma questo potenziamento ha senso soltanto se va pari passo a un altro potenziamento: ci sono operazioni che il poliziotto in divisa (o comunque le pattuglie in genere) infatti non può fare, occorre l'intervento di chi è abituato a indagare e conosce il fenomeno. È vero: in città la vigilanza è massima. Non solo sono aumentati i controlli alle persone, ma ci sono più zone interdette al traffico dei veicoli e più controlli radiogeni (attraverso apparecchiature in grado di individuare facilmente armi, esplosivi, droghe ed oggetti pericolosi in bagagli, pacchi e borse) nei musei o nelle arre di grande affluenza. Numericamente, infatti, gli operatori che lavorano per l'Antiterrorismo - siano essi appartenenti alla Digos della polizia di Stato, ai Ros dei carabinieri o uomini della Guardia di Finanza - in una città come Milano, sono ancora troppo pochi: per fronteggiare le molteplici sfaccettature di ciò che oggi rappresenta il terrorismo islamico dovrebbero essere almeno il doppio. E poi questi investigatori non possiedono «licenza di uccidere». Spieghiamo. Lo scambio informativo con le forze di polizia europee non è così scontato e non ci sono banche dati unificate a livello continentale: quella dei clienti degli alberghi, che ai tempi del terrorismo rosso era accessibile a tutte le forze di polizia, infatti ora può essere consultata soltanto dalla Digos. Infine, in un momento storico in cui il controllo dei flussi di denaro è fondamentale per contrastare i complessi meccanismi di finanziamento al terrorismo, sarebbe auspicabile dare la possibilità anche al personale della Digos e dei carabinieri di accedere alla consultazione delle banche dati tributarie che invece sono a uso esclusivo solo della Guardia di Finanza e dell'agenzia delle entrate. www.ilgiornale.it

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ATTUALITA' - NEWS

Così spiavano l’Italia

Arrestati i due fratelli Occhionero: «Violate le mail di Renzi, Draghi e Monti». Nel database 18mila obiettivi potenziali. C’è un terzo indagato. I legami con la P4 11 gennaio 2017

Avevano

violato addirittura la casella privata di posta elettronica dell’ex premier Matteo Renzi, i due fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero, personaggi ben conosciuti nel mondo finanziario romano, in realtà spregiudicati hacker, che sono finiti in manette ieri su ordine del gip Maria Paola Tomaselli. Ma è lungo e inquietante l’elenco dei personaggi della politica, dell’economia, delle istituzioni ai quali i due avevano inviato un virus informatico per carpire notizie riservate, dati sensibili, informazioni. Un’azione di dossieraggio in piena regola che è andata avanti per anni e di cui è ancora nebuloso lo scopo finale. C’era sicuramente molto spionaggio industriale ed economico, dietro questo hackeraggio massiccio. Ma anche il classico spionaggio politico.

Come funzionava il virus virus creato da Giulio Occhionero, ingegnere nucleare convertito all’alta finanza (risulta essere stato in affari con Monte dei Paschi, ma anche con il famigerato Salvatore Buzzi delle coop finite in Mafia Capitale, e in un progetto legato al porto di Taranto), era stato battezzato EyePyramid, Occhio della Piramide. Permetteva di clonare una casella di posta elettronica senza che il malcapitato se ne accorgesse, e così tutte le informazioni rubate finivano sui server che gli Occhionero avevano noleggiato negli Stati Il

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Uniti. Da quel momento in poi, con un semplice smartphone e un computer portatile, i due banchieri-hacker potevano seguire in tempo reale la corrispondenza dei vip intercettati. E che corrispondenza. Risulta infettata la posta elettronica di Renzi, dell’ex premier Mario Monti, del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, dell’ex ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, dei parlamentari del centrodestra Ignazio La Russa, Daniele Capezzone, Fabrizio Cicchitto, Michela Vittoria Brambilla, Maurizio Scelli, Paolo Bonaiuti. Ma gli Occhionero intercettavano anche l’ex sindaco di Torino Piero Fassino, l’ex comandante generale della Guardia di Finanza Saverio Capolupo, l’ex governatore della Campania Stefano Caldoro, i collaboratori del cardinale Gianfranco Ravasi e anche l’uomo che affiancava Tremonti nei tempi d’oro ossia l’ex capo di gabinetto Vincenzo Fortunato. Ed è un elenco solo parziale. Finora sono stati decrittati soltanto un centinaio di indirizzi sui 1800 hackerati. La collaborazione con l’Fbi Da ieri, tutti i loro impianti informatici sono sotto sequestro. È il risultato di un anno di indagini della Polizia Postale sotto la guida del pm romano Eugenio Albamonte, fine investigatore del cyber-crimine, in collaborazione con la Cyber Division dell’Fbi. Ci vorrà tempo per accertare quali e quanti dati sensibili siano stati in effetti illecitamente sottratti, ma è stato accertato che l’attività di spionaggio telematico si è protratta tra il 2010 e il 2016, che risultano 1793 file con indirizzo elettronico e password (presumibilmente il libro mastro degli intercettati) e quasi 18mila potenziali bersagli.

Il terzo indagato I fratelli Occhionero, fermati ieri a Roma, certamente non hanno agito da soli, ma di complici al momento ne è stato individuato

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ATTUALITA' - NEWS uno solo: un componente delle Forze dell’Ordine accusato di favoreggiamento. I due hacker si erano rivolti a lui per tentare di sabotare l’inchiesta. C’è però un inquietante precedente: il virus EyePyramid era stato individuato già nel luglio del 2011 nell’ambito della inchiesta sulla cosiddetta P4, inchiesta condotta dai pm napoletani Henry John Woodcock e Francesco Curcio. I pm avevano trovato traccia delle intercettazioni telematiche sul computer del faccendiere Luigi Bisignani (che oggi si è affrettato a smentire ogni coinvolgimento), e curiosamente tornano tutti i nomi di quell’inchiesta, sia nelle vesti di spie, sia in quelle di spiati. L’inchiesta P4, che è sfociata in condanne minime anche perché quella volta è mancata la collaborazione dall’altra sponda dell’Atlantico, era infatti incentrata su faide all’interno del centrodestra e dossieraggio ai danni di molti tra quelli che oggi si ritrovano tra gli intercettati dai fratelli Occhionero.

I legami con la massoneria Nel frattempo, la frenetica attività di EyePyramid non è cessata. Sono cambiati i bersagli, però. I tentativi di accesso all’account privato di Renzi sarebbero avvenuti il 12 e il 30 giugno 2016. Il 23 giugno 2016 e il 9 luglio il tentativo di intrusione ha riguardato invece la mail di Mario Draghi e sempre a giugno dell’anno

scorso quelle dell’ex ministro dell’Economia e direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni. Azioni di infiltrazione che la polizia postale ha potuto ricostruire in quanto da alcuni mesi era scattato l’allarme su EyePyramid. Un dirigente dell’Enav, insospettito dalla mail di uno studio legale con cui non aveva mai avuto contatti, aveva fatto scoprire il virus. Tra gli osservati da Occhio della Piramide ci sono anche centinaia di appartenenti a logge massoniche, archiviati sotto la sigla «Bros», fratelli. «Con la sigla Pobu (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici target del sodalizio criminale».

Cosa rischiano i fratelli Rischiano grosso, ora, i due fratelli spioni. Sono stati contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo al sistema informatico aggravato e intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche. La loro attività, secondo il Gip, «ha messo a rischio la sicurezza nazionale». Se fosse dimostrato che hanno avuto accesso a informazioni segrete, potrebbero essere anche accusati di spionaggio politico o militare ai danni dello Stato, reato che prevede non meno di 15 anni di reclusione. www.lastampa.it

No al ritorno dell'articolo 18, ora la prossima fermata è l'Italicum 11 gennaio 2017

La leader Cgil Susanna Camusso denuncia irata la "scelta politica" e le “pressioni senza precedenti” sul (bocciato) quesito relativo all’articolo 18 e si dice pronta a ricorrere alla Corte europea, ma la decisione della Consulta di ritenere ammissibili gli altri due quesiti ( voucher e responsabilità in solido nella catena degli appalti) presentati dal sindacato di corso d’Italia contro le modifiche introdotte dal renziano Jobs act, è la migliore garanzia per il mantenimento degli equilibri Issue 1

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successivi alla fine del governo Renzi.

Il principale sindacato italiano mostra di poter contare, si allontanano le elezioni, si allontanano ulteriori sconvolgenti cambi di prospettiva. Per lo meno, fino al prossimo attesissimo step: la pronuncia del 24 gennaio sull'Italicum. Alla Camera dei deputati, dove si ricomincia giusto adesso a votare in seduta comune per eleggere un giudice della Corte Costituzionale, è uno sfilare di sorrisi e improvviso sollievo, continua

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ATTUALITA' - NEWS soprattutto dalle parti del Pd. Cosa accadrà adesso? Sembra già segnata la strada di modificare la normativa nel senso richiesto dai quesiti referendari, svuotandoli di fatto di senso ancor prima che si celebrino (in caso di modifiche della normativa, è però l’ufficio centrale per i referendum della Cassazione a decidere se rinunciare o meno alla consultazione). "Siamo convinti che la libertà dei lavoratori passi dalla loro sicurezza e quindi valuteremo tutte le possibilità, compresa quella di un ricorso alla Corte europea sulle norme riguardanti i licenziamenti". Lo ha dichiarato Susanna Camusso, segretaria generale Cgil, durante la conferenza stampa indetta in seguito alla sentenza della Consulta italiana, che ha bocciato il referendum abrogativo delle norme del Jobs act sui licenziamenti illegittimi. "Nessuno pensi che questa battaglia è finita - ha aggiunto il segretario Cgil - anzi, va continuata e continuerà" Non è detto che questo basti, comunque, mentre il governo ribadisce con Poletti la volontà di ridurre l’utilizzo improprio dei voucher, in commissione Lavoro alla Camera riprende l’esame delle proposte di legge sui voucher, compresa quella del Pd (100 firmatari) che vuole il ritorno alla legge Biagi (limitando l’uso ai soli lavori occasionali), e sempre il Pd deposita una proposta di legge sugli appalti, che prevede una tutela solidale sia per le retribuzioni che per i contributi. A l’una e l’altra ci pensa il presidente della commissione Lavoro, l’ex ministro Cesare

Damiano, che sottolinea: “I problemi sollevati dai referendum sul lavoro comunque affrontati perché evidenziano alcune criticità: l’abuso dei voucher, la tutela dei lavoratori nella catena degli appalti e la crescita, dopo il Jobs Act, dei licenziamenti per motivi disciplinari. Tocca ora alla politica intervenire, indipendentemente dalla tenuta dei referendum”, dice. Ne è convinta anche la minoranza Pd. Pier Luigi Bersani dice però nemmeno troppo velatamente che governo e Parlamento dovranno intervenire in qualche modo anche sulla normativa per i licenziamenti: “Se non sull’articolo 18, almeno sul 17, 17 e mezzo”, scherza l’ex segretario Pd ricordando come il lavoro precarizzato sia una zavorra insostenibile per il rilancio dell’economia. “Avrei cambiato anche la normativa sull’articolo 18, ma visto l’orientamento del governo non credo accadrà”, aggiunge sornione Gianni Cuperlo. Le modifiche dei buoni lavoro non bastano però alla Cgil, che torna a chiederne la completa abolizione: “Abbiamo sentito il ministro Poletti dire che vanno portati dei correttivi alla normativa, ma si tratta di uno strumento malato, bisogna avere il coraggio di azzerarlo”, dice Camusso. Che assicura: “La battaglia sull’articolo 18 andrà avanti”. http://espresso.repubblica.it

T ro p p i j i h a d i s t i , p o c h i a g e n t i : e cco l a " G ua nt a na m o i t a l i a na " 12 gennaio 2017

Mentre nel nostro Paese si intensificano i controlli, vengono alzate barriere di cemento armato “anticamion”, installati metal detector nelle chiese e nei musei, le grandi città sono presidiate dall’esercito in assetto di guerra giorno e notte per paura di subire attentati, alcuni obiettivi sensibili, come il carcere di Rossano, vengono dimenticati. Issue 1

EffettoTre 15 Gennaio 2017

La Guantanámo Italiana, così viene chiamata la casa circondariale dove sono attualmente detenuti otto terroristi legati ad Al Qaeda e all'Isis, è a rischio. Manca la sicurezza. A denunciarlo, ancora una volta, è il Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “La situazione, nell’ultimo periodo, è peggiorata. Non ci sono gli uomini per garantire la sicurezza del carcere.” dichiara al Giornale.it Giovanni Battista Durante, segretario generale del

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ATTUALITA' - NEWS Sappe. “Fino a qualche tempo fa il penitenziario veniva presidiato dall’esercito e dalle forze dell’ordine oggi, invece, la sicurezza della struttura è a carico degli agenti di Polizia Penitenziaria. E’ un lavoro duro da svolgere. Non ci sono gli uomini e i mezzi. Così è difficile mantenere gli standard di sicurezza.” Aggiunge Durante. Nella casa circondariale di Rossano, fino a qualche tempo fa, erano reclusi ventuno detenuti accusati di terrorismo internazionale. Quasi tutti fondamentalisti islamici. Tredici di loro, recentemente, sono stati trasferiti in Sardegna. Fra gli otto attualmente carcerati a Rossano ci sono anche coloro i quali hanno inneggiato all’Isis dopo gli attentati di Parigi e Bruxelles. Già allora fu lanciato l’allarme. Quel grido rabbioso “Viva la Francia libera”, fece preoccupare i cittadini e non solo. Attualmente, nel carcere cosentino, sono in servizio solo 120

agenti. Con tre turni da coprire. Per i servizi di vigilanza esterna servono 38 uomini: quattro sentinelle sui muri di cinta e una pattuglia esterna automontata. “C’è carenza di personale. Lo diciamo da due anni e nessuno fa niente. Il direttore del carcere, nel periodo natalizio, è stato persino costretto a revocare le ferie degli agenti e a richiamarli tutti in servizio. Allo Stato chiediamo più uomini.” Conclude il segretario generale del Sappe. Certamente non basteranno le novecento assunzioni previste per il 2017. Basti considerare che ogni anno sono circa milleduecento gli agenti che vanno in pensione. Dunque, nelle carceri italiane, sempre meno poliziotti a discapito della sicurezza. Dell’Italia. www.ilgiornale.it

Fca nel mirino in Usa, violate norme su emissioni diesel. La replica: "Nessuna violazione". Titolo vola in Borsa" 13 gennaio 2017

Prende subito la rincorsa Fca in Borsa. Il titolo resta più del solito in fase di preapertura e, quando entra in negoziazione continua, vola in rialzo del 7,4% a 9,44 euro. Corre anche Exor (+5,7%). Nella notte aveva chiuso in calo a Wall Street (-10,23%) sui timori per le accuse del 'Dieselgate'. Sul titolo Fca si posizionano in maniera differente i gestori. Fino ad oggi, su 30 Issue 1

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analisti che seguono il titolo, 10 consigliavano di vendere e 14 di comprare. Equita alza il taget price a 9,8 (+6%) ma se prima consigliava 'buy' ora più cautamente assegnano un 'hold'. EXANE (underperform). Exane consiglia cautela, per Jefferies è 'buy' e vedono come 'fondamentale' la disponibilità di FCA a collaborare con l'Autority americana. Kepler Cheuvreux (hold) e Mediobanca, sottolineano le differenze con lo scandalo Volkswagen e un rischio più limitato con una multe che, considerando il numero delle auto coinvolte, potrebbe essere tra 450 milioni e 3,4 miliardi di dollari nel peggiore dei casi ma credono che l'Epa propenderà eventualmente per la pena minore.

Gli Stati Uniti accusano Fca di violazione delle norme sulle emissioni per le auto diesel, con l'uso di un software illegale per aggirare i test. Accuse per le quali rischia una sanzione fino a 4,63 miliardi di dollari. Immediata la reazione del titolo Fca, che

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ATTUALITA' - NEWS

affonda a Piazza Affari e Wall Street, arrivando a perdere fino al 18%.

prima mattinata di giovedi', alle 8.00 del mattino locali.

A pochi giorni dall'addio dell'amministrazione Obama e a poche ore dal patteggiamento da 4,3 miliardi di dollari con Volkswagen per il dieselgate, l'Agenzia per la Protezione Ambientale americana punta il dito contro Fca, accusandola di aver usato un software per aggirare i test sulle emissioni diesel, consentendo cosi' emissioni superiori ai limiti su circa 104.000 auto.

La societa' si impegna a collaborare con l'Epa e con la prossima amministrazione per presentare il proprio caso. Marchionne difende a spada tratta Fca: non c'e' nessuno software illegale, e ''per quanto conosco questa societa', posso dire che nessuno e' cosi' stupido'' da cercare di montare un software illegale.

La casa automobilistica si difende, spiegando di rispettare le regole e dicendosi pronta a collaborare. Il caso Fca ''non ha nulla in comune con Volkswagen'' afferma secco Sergio Marchionne.

Nel mirino delle autorita' americane ci sono i Jeep Grand Cherokee e i Dodge Ram con motore 3 litri diesel. Le violazioni di cui Fca e' accusata implicano una sanzione fino a 44.539 dollari per auto, per un totale di 4,63 miliardi di dollari. In base agli stessi calcoli, Volkswagen per il dieselgate avrebbe potuto pagare una sanzione massima di 17 miliardi di dollari. ''Non comunicare'' l'esistenza di un ''software che influenza le emissioni e' una seria violazione della legge, che puo' tradursi in un pericoloso inquinamento dell'aria che respiriamo'' afferma l'Agenzia per la Protezione Ambientale in una nota. ''Continuiamo a indagare la natura e l'impatto di questi software. Tutte le case automobilistiche devono giocare con le stesse regole'' aggiungono le autorita' americane, secondo le quali il software usato da Fca ha molte somiglianze con quello di Volkswagen. Mentre le indagini proseguono, aggiungono le autorita' americane, Fca non ha finora offerto una spiegazione accettabile su come i dispositivi siano conformi alla legge.

Il comunicato ufficiale dell'Epa e' arrivato alle 11.00. Fca si difende dalle accuse: dicendosi ''delusa'' per l'uscita pubblica dell'Epa, spiega che i suoi ''sistemi di controllo delle emissioni rispettano le normative applicabili''.

Poi rassicura: ''sopravviveremo anche se saremo multati fino a 4,6 miliardi di dollari''.

E ieri il titolo Fca è affondato in Borsa. Gli analisti invitano alla cautela. La reazione del titolo Fca alle accuse ''sembra esagerata'', soprattutto perche' la controversia e' alle battute iniziali e non ci sono i dati di un potenziale impatto finanziario, afferma John Murphy, analista di Bank of America. Una multa da 4 miliardi sarebbe nella parte alta della forchetta che puo' essere valutata e ogni eventuale risoluzione dovrebbe costare meno a Fca, aggiunge Murphy. Michelle Krebs, analista di AutoTrader, mette in guardia sul fatto che ''dobbiamo fare attenzione a non saltare a conclusioni sul fatto fatto che il caso Fca e' lo stesso di Volkswagen''. (ANSA)

Fca e' stata avvertita mercoledi' dalle autorita' che qualcosa era in arrivo, ed e' venuta a conoscenza dell'oggetto solo nella

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ATTUALITA' - NEWS

Le uni oni ci v i l i s ono l e g g e . B uona Scuol a , ok a d e l e g he 14 gennaio 2017

E' terminata a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del premier Paolo Gentiloni dimesso dal Gemelli, la riunione del consiglio dei ministri. All'ordine del giorno i decreti attuativi delle unioni civili e della Buona Scuola più alcune nomine.

di mercoledì a Berlino, presenziando con Angela Merkel al meeting Industria 4.0 con il gotha degli imprenditori italiani e tedeschi.

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è stato dimesso dal policlinico Gemelli, dove era ricoverato da martedì sera per l'impianto di uno stent. Il premier presiederà alle 12 il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, a conferma dell'ottima ripresa.

Con questo ultimo "via libera" si mettono a punto alcuni aspetti non regolati direttamente dalla legge come la disciplina di diritto internazionale privato, la scelta del cognome della coppia, sulla dichiarazione di annullamento e l'armonizzazione del codice penale e del codice di procedura penale che che prevede che il termine matrimonio si intende riferito anche alla costituzione di un'unione civile", sottolinea Campana che conclude: "con questo atto formale si conclude l'iter di una legge storica che cambia il destino di migliaia di cittadini".

Il Consiglio dei ministri di oggi ha all'ordine del giorno, tra l'altro, i tre "Con i decreti legislativi di oggi terminiamo decreti attuativi della legge sulle Unioni l'iter delle #unionicivili. Era una promessa, Civili che, a questo punto, come sottolinea ora è una legge". Così la sottosegretaria la responsabile diritti del Pd Michela alla presidenza del consiglio Maria Elena Campana "esce dal regime transitorio ed Boschi annuncia il via libera ai dlgs sulle entra a pieno titolo nell'ordinamento unioni civili da parte del Consiglio dei italiano". ministri. "Con l'ok definitivo del consiglio dei Primo via libera, oggi in Consiglio dei ministri ai tre decreti legislativi di ministri, a otto delle nove deleghe della attuazione alla legge sulle unioni civili legge Buona Scuola. sottolinea la Campana - il nuovo istituto esce dal regime transitorio ed entra a Il CdM, su proposta del ministro della pieno titolo nell'ordinamento italiano". Lo Difesa, Roberta Pinotti, ha prorogato dichiara in una nota la responsabile Diritti l'incarico per il comandante Generale dei della segreteria nazionale del Pd, Micaela Carabinieri Tullio Del Sette, per il capo di Campana "Grazie ai decreti ponte, è stato Stato Maggiore della Difesa Claudio possibile già costituire centinaia di unioni Graziano, il capo di Stato Maggiore consentendo a tante persone di coronare il dell'Esercito, Danilo Errico. proprio sogno d'amore.

Gentiloni ha lasciato il Policlinico universitario poco dopo le 9. Ad accompagnarlo, il presidente della Fondazione Policlinico Gemelli Giovanni Raimondi. Prima dell'uscita dal reparto di degenza, Gentiloni ha salutato l'equipe di medici e operatori sanitari che lo hanno assistito in questi giorni con i professori Filippo Crea, Massimo Antonelli, Massimo Massetti e Antonio Rebuzzi.

(ANSA)

Il premier torna quindi al lavoro e avrebbe intenzione anche di confermare l'agenda di incontri internazionali, a partire dal vertice

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE Aggredisce due carabinieri: l'alcolismo cronico non è una giustificazione.

Definitiva la condanna a sei mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale. Le precarie condizioni psicologiche e la dipendenza dall’alcool non rendono meno grave il comportamento tenuto nei confronti dei militare. ((Corte di Cassazione, sez. VI Penale, sentenza n. 1420/17; depositata il 12 gennaio)

Le spese per l'auto privata del presidente del c.d.a. possono essere a carico della società. E' legittima la delibera della società che prevede che le spese sostenute per l'auto privata del presidente del consiglio di amministrazione, utilizzata anche per l'esercizio delle proprie funzioni, siano a carico della società. ((Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 2, ordinanza n. 543/17; depositata l'11 gennaio)

SOSTANZE STUPEFACENTI

Consumatore abituale di grosse dosi di droga: vacilla l'accusa di spaccio. Uomo inchiodato da un controllo delle forze dell’ordine. Rinvenuto un corposo quantitativo di droga. A fronte delle sue peculiari caratteristiche di consumatore, però, non può essere l’esclusa l’ipotesi di un acquisto finalizzato all’esclusivo uso personale.

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DIFFAMAZIONE

Ex moglie additata marito condannato.

come

'mantenuta':

Multa di 1.000 euro per l'uomo, che dovrà anche versare 5.000 euro alla donna come risarcimento. Sanzionato l'utilizzo del termine 'mantenuta' nella causale dei vaglia con cui mensilmente versa il mantenimento all'ex moglie. (Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 522/17; depositata il 5 gennaio))

CONSORZI

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(Corte di Cassazione, sez. VI Penale, sentenza n. 1081/17; depositata l'11 gennaio)

ARRICCHIMENTO SENZA GIUSTA C A U SA

Fornitura al Comune non deliberata: risponde in proprio chi ha consentito l'esecuzione del contratto, non l'ente. La Corte di Cassazione interviene sul delicato tema dell'azione di arricchimento esperita nei confronti dell'ente locale laddove i dipendenti dello stesso abbiano tenuto un comportamento che ha determinato l'insorgere dei presupposti di fatto e di diritto per il fondamento dell'azione esperita dall'attore in giudizio. ((Corte di Cassazione, sez. I Civile, sentenza n. 80/17; depositata il 4 gennaio))

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro Avvocati e giustizia: le 10 novità del 2017 02 gennaio 2017 Ad ottobre 2017 tutti gli avvocati dovranno avere, obbligatoriamente, una polizza assicurativa, mentre nel mese di dicembre 2017 debutteranno le nuove regole per l’esame di abilitazione professionale. Ma c’è anche il debutto del Pat, il processo amministrativo telematico e la possibilità, per chi è affogato dai debiti, di mettere nel conto del concordato preventivo anche il debito Iva. A fare la lista è il Sole 24 Ore di questa mattina. Vediamo dunque quali sono le 10 novità che il 2017 porterà in tema di giustizia e avvocati. Dal 2 gennaio

1 | Parte il Pat Dopo una serie di rinvii e un periodo di sperimentazione (iniziato il 10 ottobre e terminato il 30 novembre), anche il processo amministrativo diventa telematico [1], con obbligo di presentazione dei ricorsi tramite posta elettronica certificata, proprio come avviene nel processo civile. Fino al 1° gennaio 2018, insieme all’invio all’online degli atti processuali, bisognerà depositare anche la copia cartacea di cortesia, anche se questa non avrà alcun peso e tutto il processo sarà online. L’obbligo vale per i procedimenti innanzi a Tar e Consiglio di Stato.

2 | Transazione fiscale anche per l’Iva Benché si tratti di imposta comunitaria, l’Iva potrà essere oggetto di “saldo e stralcio” nel concordato preventivo e negli accordi di ristrutturazione del debito [2]. Il tutto in linea con i principi affermati dalla Corte di Giustizia dell’UE [3]. Dunque, da oggi la transazione fiscale che il debitore deve proporre nel concordato preventivo o negli accordi di ristrutturazione dei debiti può riguardare anche il credito Iva.

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3 | Legge «Dopo di noi»: scattano le agevolazioni ai disabili Diventa efficace la legge detto «Dopo di noi», rivolta a garantire un futuro ai disabili gravi di cui, fino a quando sono rimasti in vita, si sono presi integralmente cura i relativi genitori (di qui il nome alla legge). La nuova normativa prevede [4], tra le tante cose, un regime fiscale agevolato dedicato ai soggetti che si occuperanno dell’assistenza al decesso dei genitori e dei tutori; l’istituzione di un fondo per l’assistenza; l’esenzione dall’imposta di successione e donazione a vantaggio dei trust, dei vincoli di destinazione e dei contratti di affidamento fiduciario istituiti a favore dei disabili gravi. Dal 14 febbraio

4 | Nuove assunzioni nei tribunali Si avvicina il d-day per chi avvierà il nuovo lavoro come cancelliere nei tribunali a seguito del concorso per 800 unità bandito dal Ministero della giustizia negli scorsi mesi. La domanda andava presentata entro il 22 dicembre. Il 14 febbraio invece verranno pubblicati, sulla Gazzetta Ufficiale (oltre che sul sito del ministero della Giustizia www.giustizia.it) le indicazioni su luogo e data delle prove scritte e l’eventuale ricorso a una prova preselettiva [5].

5 | Scade la proroga per i difensori d’ufficio Per gli avvocati che vogliono essere inseriti negli elenchi dei difensori di ufficio scade il termine per presentare la domanda al Consiglio dell’Ordine di appartenenza e comprovare il possesso dei requisiti richiesti entro il 31 marzo (termine stabilito a seguito della proroga rispetto alla scadenza originaria che era, invece, fissata al 31 dicembre) [6].

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro 7 aprile

6 | Concorso in magistratura Entra nel vivo il concorso in magistratura, per il quale era necessario presentare domanda entro il 15 dicembre. I posti disponibili sono ben 360. Il 7 aprile prossimo, saranno pubblicate in Gazzetta Ufficiale (oltre che sul sito del ministero della Giustizia, www.giustizia.it) le indicazioni per lo svolgimento delle prove scritte [7]. 1 4 m a g gi o

7 | Riforma dei giudici di pace Scade la delega per riformare la magistratura onoraria. La riforma prevede la creazione di un’unica figura, quella del Gop, il Giudice Onorario di Pace, cui sarà aumentata la competenza funzionale (come ad esempio la possibilità di decidere tutte le liti in materia di condominio o sui sinistri stradali fino a 50 mila euro). In materia penale, aumentano le figure di reato di competenza del giudice onorario: minaccia (salvo il caso di aggravanti); furto perseguibile a querela; abbandono di animali e contravvenzioni riguardanti animali o specie vegetali protette; commercio e vendita di fitofarmaci; rifiuto di fornire le generalità alle forze dell’ordine [8]. 2 0 s e t t e m b re

8 | Mediazione obbligatoria: si fanno i conti La mediazione obbligatoria, introdotta nel 2010 [9] fa i conti: il decreto del fare [10] prevedeva, infatti, un test di quattro anni al termine dei quali verificare l’impatto e l’utilità. Il 20 settembre si deciderà se mantenere la mediazione (scelta che appare più probabile), modificarla o cancellarla del tutto. 1 1 o t t o b re

9 | Avvocati: obbligo di assicurazione Per gli avvocati diventa definitivamente obbligatorio dotarsi di una polizza Page 33

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assicurativa sulla responsabilità professionale, secondo il contenuto minimo fissato dal decreto del Ministero della Giustizia del 22 settembre 2016 [11]. L’assicurazione deve coprire la responsabilità per qualsiasi tipo di danno: patrimoniale, non patrimoniale, indiretto, permanente, temporaneo, futuro. L’assicurazione deve coprire la responsabilità dell’avvocato anche per colpa grave nonché la responsabilità per i pregiudizi causati, oltre ai clienti, anche a terzi. Non potranno essere considerati terzi i collaboratori ed i familiari dell’assicurato. Dicembre

10 | Cambia l’esame per gli aspiranti avvocati. Cambia l’esame di abilitazione professionale. Niente più codici commentati ma solo testi di legge stampati e pubblicati a cura di un editore. Inoltre, per evitare fughe di notizie, le tracce delle prove scritte saranno comunicate via Pec dal ministero al presidente della commissione da 120 a 60 minuti prima dell’inizio della prova scritta, protetti da un meccanismo di crittografia a chiavi asimmetriche [12]. [1] D.l. n. 117/2016 e art. 7, d.l. n. 168/2016. [2] Art. 1, co. 81, legge 232/2016. [3] C. Giust UE sent n. C-546/14 dl 7.04.2016. [4] Art. 6, legge 112/2016. [5] Leggi Gazz. Uff. 92 del 22 novembre 2016 31 marzo. [6] Cfr. Regolamento del Cnf per la tenuta e l’aggiornamento dell’elenco unico nazionale degli avvocati iscritti negli albi disponibili ad assumere le difese d’ufficio e Delibera del Cnf del 23 dicembre 2016. [7] Decreto del ministro della Giustizia del 19 ottobre 2016. [8] Legge 57/2016. [9] Art. 5, comma 1-bis, decreto legislativo 28/2010. [10] Dl n. 69/2013. [11] Art. 12, legge 247/2012e decreto del ministro della Giustizia del 22 settembre 2016. [12] Art. 46, legge 247/2012e decreto del ministro della Giustizia del 25 febbraio 2016. www.laleggepertutti.it

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Il mondo della Tecnologia

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G a l i l e o, l a na v i g a z i one m a d e i n E urop e 05 gennaio 2017 Se non avete un senso dell’orientamento particolarmente sviluppato e siete soliti affidarvi al navigatore satellitare anche per i piccoli spostamenti quotidiani, vi conviene sperare in una pace duratura tra gli Stati Uniti e l’ex blocco sovietico. Già perchè il sistema GPS (Global Positioning System) che tutti noi utilizziamo ogni giorno in auto, in bici, durante i trekking o anche per lavoro, è stato realizzato ed è ancora oggi gestito dal Dipartimento della Difesa a stelle e strisce. PRECISINO. Inaugurato nel 1978, si appoggia a 27 satelliti e a una complessa rete di infrastrutture a terra, che consentono ai vari dispositivi di sapere in ogni momento dove si trovano con una precisione di qualche decina di metri (da 10 a 30 a seconda della potenza del segnale e di possibili interferenze). LA RISPOSTA SOVIETICA. Eravamo nel bel mezzo della Guerra Fredda e l’URSS non poteva certo stare a guardare: per questo motivo nel 1982 mise in orbita il primo satellite del progetto GLONASS, l’equivalente sovietico del sistema GPS. Composto da 24 satelliti, divenne operativo solo nel 1995. Oggi gran parte degli smartphone e degli altri dispositivi dotati di sistema di posizionamento satellitare, può utilizzare indifferentemente il sistema GPS o GLONASS. À LA GUERRE COMME À LA GUERRE. Si tratta di tecnologie efficienti, affidabili e gratuite, che nascondono però un potenziale rischio: essendo gestite da strutture militari, possono essere spente o alterate in caso di conflitto con l’obiettivo di mettere in difficoltà il nemico. L’episodio più recente risale al 2014, quando il Cremlino minacciò di spegnere le postazioni GPS di terra dislocate sul suolo russo, in risposta alla disputa sorta attorno all’annessione della Crimea. Page 34

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ARRIVA GALILEO. Ma le cose potrebbero presto cambiare: il 15 dicembre scorso infatti l’Agenzia Spaziale Europea ha acceso Galileo, il proprio sistema di navigazione satellitare. Formato per ora da 18 satelliti - saranno 24 entro il 2020 - ha richiesto 17 anni di sviluppo e miliardi di euro di investimenti. E a differenza di GPS e GLONASS sarà molto più preciso: nella sua versione gratuita e accessibile a tutti avrà un margine di approssimazione inferiore al metro, mentre nella versione destinata all’utilizzo professionale la precisione sarà nell’ordine dei centimetri. NAVIGAZIONE NEUTRALE.Il vero punto di forza di Galileo non ha però a che fare con la tecnologia: si tratta infatti del primo sistema di posizionamento gestito da un’organizzazione civile, un fatto importante perchè, almeno in teoria, mette al riparo gli utenti dai rischi connessi a questioni di natura politica e militare. Bello, ma chi potrà utilizzarlo? Tutti i dispositivi dotati di un ricevitore compatibile: è probabile che nei prossimi anni la maggior parte dei dispositivi venduti in Europa possa utilizzare il sistema Galileo. I produttori di auto dovranno invece adeguarsi alla nuova tecnologia entro il 2018. E GLI ALTRI? È comunque interessante notare come nel corso degli anni quasi ogni superpotenza abbia pensato bene di costruire una propria tecnologia satellitare: l’India nel 2013 ha messo in orbita Indian Regional Navigation Satellite System, che copre però solo il territorio indiano e le zone confinanti, mentre la Cina, tra il 2000 e il 2005 ha lanciato BeiDou, un sistema di navigazione regionale composto da 5 satelliti che copre poco più del territorio nazionale. www.focus.it

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L’ombra del Vento Qualche anno fa lessi questo libro perché mi fu consigliato come un buon romanzo, di quelli che restano impressi per sempre, un romanzo che mi avrebbe regalato sensazioni dolci e malinconiche e che mi avrebbero accompagnato per lungo tempo. Devo confessare che non è facile trovare le parole giuste per descriverne e dire che in effetti stato proprio così. Forse molti lo avranno già letto e ne avranno tratto, di sicuro, le mie stesse sensazioni ma il piacere di averlo riletto da poco mi spinge ad annoverarlo fra quelli che mensilmente segnalo come un giusto riconoscimento ad un libro che vale la pena di leggere. L’ombra del Vento di Ruiz Zafon Carlos – Mondadori, Oscar grandi bestsellers – 2006, è un libro eccezionale che racchiude nelle sue 400 pagine una storia di incredibile coinvolgimento, a metà tra thriller e giallo coinvolge il lettore sin dalle prime pagine spingendoci sempre oltre, privandoci della possibilità di staccarci dalla trama avvincente che si divide tra passato e presente, in una Barcellona che affronta ora gli orrori della guerra civile passando dalla seconda guerra mondiale fino all’oblio del dopoguerra. Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra. La scrittura sfumata, che passa dalle delicate tinte acquerello ai colori forti della pittura ad olio, dipinge una storia che ha del surreale, un viaggio quasi onirico, con indimenticabili personaggi lacerati dalle passioni più struggenti, impossibilitati dall'amare o odiare se non disperatamente. Lo stile evocativo di Zafón è capace di sussurrare e gridare con la stessa forza, e di fotografare l'essenza della vita tra le righe di ogni pagina. È impossibile cogliere in poche righe le infinitesimali sfaccettature di questo romanzo. È un libro che parla di libri, di autori, di editori e lettori, del potere delle parole e soprattutto dell’anima di chi le ha scritte e di chi le legge. Fatevi un regalo e leggetelo, scoprirete che il vento non ha una, ma infinite ombre che ci sfiorano quotidianamente e che non ci soffermiamo a guardare… Antonio Savastano

Carlos Ruiz Zafón (Barcellona, 25 settembre 1964), autore di successo mondiale, ha pubblicato L'ombra del vento nel 2004, caso letterario internazionale. Le sue opere sono tradotte in più di quaranta lingue e hanno conquistato numerosi premi e milioni di lettori nei cinque continenti. Issue 1

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Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo

Pietro Pancamo –autore di recensioni uscite nel sito della rivista «L’Indice dei libri del mese» e in quello dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera»– è direttore del podcast «Poesia, l(’)abile traccia dell’universo», in onda sull’emittente milanese Pulsante Radio Web. Ma è anche un poeta che, incluso dalla Aliberti editore nell’antologia «Poetando» a cura di Maurizio Costanzo, si è visto in seguito pubblicare una breve raccolta dal blog «Poesia» della Rai, nonché dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana.

IO M I D O M A N D O

(Una poesia del bimbo Pietro)

L’uomo sudato fa un odore alacre di bambino ferito. Il sole va sotto coperta sentendo quel puzzo di malato. Così rimangono solo amarezze nitide e ben precise che invogliano la morte a respingere esorcizzare ogni felicità al sapore di caffè; ed ora che nulla gioisce io mi domando: “Che cosa è più vicino? Un sogno o un ricordo?”. Che cosa è più lontano? .

Pietro Pancamo (pipancam@tin.it)

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Presi per la..... Gola!!!!

Pesce spada al forno Il pesce spada è un tipo di pesce buono e molto versatile, avendo poche spine di può mangiare con facilità ed anche semplice farlo mangiare ai bambini che non rischiano di trovare spine che gli renderanno antipatici tutti i pesci per sempre! Ecco per voi la ricetta per fare il pesce spada al forno, un piatto semplicissimo e rapido che potete fare in appena mezz'oretta, è leggero e limitando la quantità di olio diventa un secondo piatto perfetto anche per chi è a dieta, provatelo anche voi, è davvero delizioso. Ingredienti

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Pesce Spada: 4 fette Pangrattato: qb Olio: qb Sale: qb Pepe: qb Limone: 1 Parmigiano: 2 cucchiai Prezzemolo: 1 ciuffetto Origano: qb

Ri ce tta e p re p a ra zi on e

1.Lavate il pesce spada, asciugatelo con la carta assorbente da cucina e poi ungetelo con un pò di olio. In un piatto mettete il pangrattato, l'olio extravergine di oliva, il sale, il pepe, l'origano, il parmigiano e il prezzemolo tritato, mescolateli bene e poi impanate le fette di pesce spada. Premete bene il pesce sul pangrattato in modo da far aderire la panatura. 2.Mettete le fette di pesce spada su una teglia coperta di carta da forno e se volete aggiugete un altro pò di olio sul pesce e nei lati. Cuocete il pesce spada in forno preriscaldato a 180°C per 20 25 minuti. 3.A metà cottura girate il pesce in modo da cuocerlo uniformemente. Sfornate il pesce spada e servitelo con delle fettine di limone e con una vinaigrette di olio, sale, succo di limone e prezzemolo tritato. Consigli Potete servire il pesce spada impanato con un'insalata verde o con le patate lesse condite con la stessa vinaigrette usata nel pesce. Pesce spada per i bambini FONTE

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Effetto....gusto..

Basalto | Nero d'Avola D.O.C Sicilia Il Note di degustazione Colore: Rosso rubino Profumi: Vinoso caratteristico Gusto: Asciutto, morbido e vellutato Caratteristiche del territorio di produzione Zona di Produzione: Gela Esposizione: Sud - Altitudine slm: 500 metri Tipo Terreno: argilloso - Densità d’impianto: 5000 piante Sistema di allevamento: Cordone speronato - Periodo Vendemmia: Settembre/Ottobre Andamento climatico: umido - Età vigneti: 5-30 anni - Ql. Uve per ha: 80-100 Resa vino per Ql.uve: 75% circa Gradazione alcolica: 13-14,00 % Vol Vinificazione Macerazione in bacca in giorni: 15-20 Invecchiamento e affinamento Affinamento in botte di legno: 3 mesi Affinamento in bottiglia: 3 mesi Tipo di legno: Rovere di Slavonia Packaging Bottiglia: 0,75 l Abbinamenti gastronomici Si accompagna ottimamente ad arrosti , bolliti e carni bianche Temperatura di Servizio: 18 - 20° C. FONTE

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t

" D i t ut t e l e s ci e nz e che l ' uom o d e v e e p uò apprendere, la principale è la scienza del vivere, in modo da fare il minor male e il maggior bene p os s i b i l e . ”

Lev Tolstoj

Gennaio 2017 • Anno X I 15 gennaio 2017

• Numero 112

Co.Bo.Di.

email - co.bodi@yahoo.it

Issue 1

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