Effettotre – n 105 giugno 2016

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GIUGNO 201 6 • ANNO X • N UMERO 1 05

S e i mur i d' E ur o p a uc c ido n o p iù de l V ie t n am

EffettoTre è consultabile anche on line www.cesd.onlus.com Per un'informazione in tempo reale

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E f f e t t o T re Se i muri d'Europa uccidono più del Vietnam Duemila e 859 morti in meno di sei mesi. In proporzione il Mediterraneo sta distruggendo più vite, fra i profughi che cercano di raggiungere l'Italia, di quante ne abbia causate il conflitto a Saigon fra i militari americani. "Missing Migrants" pubblica un rapporto su una guerra che non chiamiamo tale. E la chiamano “emergenza”, o un problema di “flussi”, di “gestione dell'immigrazione”. Eppure. In soli cinque mesi questa non-guerra ha ucciso nel Mediterraneo 2mila e 859 persone, secondo gli ultimi dati, pubblicati ieri, da “Missing Migrants”, un'unità dell'organizzazione internazionale per le Migrazioni che si occupa di raccogliere informazioni e storie su quanti muoiono nel tentativo di superare i confini delle nazioni. In questo caso: di attraversare il mare per raggiungere l'Europa. Di lasciare Eritrea, Nigeria, Gambia, per entrare in qualsiasi modo nella Ue, pagando trafficanti e scafisti. La via più pericolosa, come l'Espresso racconta da anni, resta il Canale di Sicilia, dove dall'inizio dell'anno su 51mila e 965 uomini e

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donne sbarcati, in 2.438 sono annegati. I nomi delle vittime mancano nella maggior parte dei casi, così come i loro corpi, recuperati solo la metà delle volte. Ma anche i numeri, muti, una realtà la mostrano: per arrivare in Italia, sono morte 4,4 persone ogni 100 che sono partite dal Nord Africa. La guerra nel Vietnam, considerato uno dei conflitti più gravi, in termini di vite, per gli Stati Uniti d'America, ha ucciso in nove anni 2,2 soldati ogni 100 partiti. Sono 58.220 croci su due milioni e 594mila militari impegnati nel Sud del paese. Certo, i numeri non sono comparabili, ma le proporzioni indicano qualcosa.

Co.Bo.Di. Giugno 2016 Riassumendo Pag. 1 - Se i muri d'Europa uccidono più del Vietnam Pag. 3 - ARMA Pag. 16 - Rappresentanza Pag. 17 - Attualità news Pag. 31 - Altre Rubriche

Soprattutto di fronte al continuare di questa nonguerra e delle sue vittime.

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Nel 2015 si erano già registrate, infatti, nel Mediterraneo, 3.770 morti. Altri 133 migranti sono stati uccisi l'anno scorso cercando di superare la Manica e raggiungere l'Inghilterra della Brexit: rimasti schiacciati dai Tir o soffocati sul retro di cassoni in cui si erano nascosti. Il confine del Messico, dove pure sono morte 321 persone, o la crisi migratoria in Sud Est Asiatico, che ne ha uccise 787, sono lontane. Eppure questi numeri non hanno cambiato molto.

L'accordo con la Turchia ha ridotto del 98 per cento gli arrivi in Grecia attraverso l'Egeo – causando, secondo Amnesty International, più gravi violazioni dei diritti umani al confine con la Siria – ma dalla Libia e dall'Egitto le partenze verso la Sicilia continuano, e in condizioni sempre più precarie. Fra i richiedenti asilo che sbarcano non ci sono afghani o siriani, i più numerosi a tentare la rotta balcanica un anno fa, ma soprattutto pakistani e africani. Le barriere dell'Est così non hanno aumentato che dell'un per cento gli

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arrivi in Italia.

«Ogni viaggio lungo i confini è fatto con la piena consapevolezza che potrebbero non sopravvivere, e questo è particolarmente vero lasciando Tripoli, in Libia, perché il mare non lascia tracce di un corpo», spiega il rapporto di Missing Migrants: «Dava conforto alle persone sapere almeno che i loro familiari sarebbero stati avvisati se non fossero sopravvissuti al viaggio». Per questo sarebbe “comune”, continua il dossier, per i migranti, «scrivere i loro nomi e i numeri di telefono delle loro famiglie sullo scafo, o sulle loro magliette, quando l'imbarcazione inizia a lottare con le onde. Poco prima che la barca del naufragio di Lampedusa dell'ottobre 2013 affondasse del tutto, quelli sul ponte che sapevano che non ce l'avrebbero fatta gridavano i loro nomi e quelli dei loro villaggi, perché i sopravvissuto potessero portare a riva notizia delle loro morti». www.espresso.repubblica.it

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO 1 6 - 2 8 m a ggi o 2 0 1 6

Internazionalizzazione, Governance Pegaso in America Latina

Sottoscritto protocollo d'intesa tra l'Universidad Cesar Vallejo e l'Università Telematica Pegaso. Presentato il progetto di internazionalizzazione al console onorario d'Italia in Bolivia, Dante Mario Pucci. Incontro con l'ambasciatore d'Italia in Perù, Mauro Marsili e con il capo del Ministero Educacion Superiore Universitaria, Karina Rosas seguici su facebook

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO 0 9 g i ug no 2 0 1 6

C once rt o d i b e ne f i ce nz a p e r i d i ri t t i d e i b a m b i ni

Palermo - palazzo Mazzarino - Unipegaso e i Lions dei Vespri, come ogni anno, ripetono l'evento di beneficienza con un concerto d'estate di jazz internazionale. La serata è stata in diretta streaming con: evivoo, live broadcasting https://m.evivoo.com/UniPegaso

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO

Devolvi il 5 x mille all'Università Telematica Pegaso Grazie alla generosità del contributo di quanti hanno voluto devolvere il 5x1000 per il finanziamento della Ricerca Scientifica all’Università Telematica Pegaso, l’Ateneo ha potuto sostenere e promuove lo sviluppo dell’Istruzione e della Ricerca nazionale ed internazionale, anche e soprattutto attraverso lo scambio culturale tra i diversi Paesi e la collaborazione con gli Atenei di maggiore prestigio dell’area comunitaria e non.

Conferenze, convegni, pubblicazioni inedite e scambi culturali in ambito comunitario ed extracomunitario, sono la testimonianza dell’operato di un soggetto attivo e vivo nel mondo della Ricerca scientifica italiana e straniera.

Anche per l’anno in corso l'Università Telematica Pegaso rientra fra i soggetti beneficiari del 5 x mille che ciascun contribuente può destinare per il finanziamento della Ricerca Scientifica e dell’Università nella dichiarazione dei redditi sul CUD o 730 o Modello Unico persone fisiche. La procedura richiesta è molto semplice.

Per devolvere il 5x1000 all’Università Telematica Pegaso occorre semplicemente:

Compilare la scheda CUD, il modello 730 o il modello Unico; Firmare nel riquadro indicato come "Finanziamento della Ricerca scientifica e dell’Università”; Indicare nel riquadro il codice fiscale dell’Ateneo: 05411471211

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Aperte iscrizioni a.a. 2015/2016

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Aperte iscrizioni a.a. 2015/2016

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Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso. Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso.

FUNZIONALITÀ:

L’App mobile UNICESD si suddivide in 2 aree principali, una pubblica ed una ad

accesso riservato. L’area pubblica offre la possibilità di controllare le nuove attività promosse dal mondo Unipegaso, con collegamenti diretti ai canali social. L’area privata consente di apprendere tutte quelle nozioni che servono ai poli didattici per guidare i propri iscritti sui percorsi universitari, modalità di svolgimento degli esami e tante altre notizie interessanti. È inoltre possibile condividere le informazioni con la propria rete network, per essere sempre aggiornati sui calendari di esami e sugli aggiornamenti normativi e degli assetti universitari.

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SEDE DI PALERMO

I S CRI ZI O N I AP E RTE

Il giorno 8 ottobre 2013 è stata prodotta la comunicazione di apertura delle iscrizioni ai Master biennali per l'a.a. 2014/2015 - 2015/2016 con scadenza il 30 settembre 2014 afferente l’Accademia Forense, un’eccellenza dell’offerta formativa della nostra Università. L’unica Accademia Forense on-line partecipata da 107 docenti provenienti da 40 Università! Si tratta di Master di II livello, vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale per la specializzazione e l’aggiornamento professionale nelle varie discipline giuridiche. Si compone di vari ambiti formativi di notevole interesse, sia in termini di moduli didattici, svolti da Docenti di elevata e riconosciuta professionalità (clicca il link per visionare elenco dei Docenti) http://www.accademiaforensepegaso.it/i-docenti-dell-accademia/ co on esperienza a livello internazionale, siia come strumenti e tecniche che trasmette al discente, immediatamente spendibili nel mondo delle professioni ad alto valore innovativo. I Master sono destinati a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di Laurea quadriennale, Laurea di II livello (3+2) e/o del previgente ordinamento Laurea Magistrale ed in particolare a tutti i laureati “PEGASO -CESD” che durante il “quinquennio” hanno conseguito la Laurea Magistrale (Vds. Progetto Siena ecc.). Possono, altresì, iscriversi al Master coloro i quali sono iscritti all’Albo degli Avvocati, una delle professioni in continuo aggiornamento, o coloro che sono abilitati alla professione, compresi i praticanti avvocati, abilitati all’esercizio della professione forense e/o non ancora iscritti all’Ordine degli Avvocati. Il titolo che si consegue al termine del Master è: Diploma Universitario Master Biennale di II livello, con il riconoscimento di 60 CFU. Ha la durata di due anni accademici per un numero complessivo di 1500 ore. Si può inoltre usufruire del permesso dedicato al diritto allo studio per un totale di 150 ore annuali. Ebbene, La Pegaso da oggi, ci consente di diffondere tale opportunità di formazione sull’aggiornamento professionale, ad un costo pari a € 600,00 anziché € 850,00 + 50,00 perbollo. I master di specializzazione • Diritto di famiglia, dei minori e delle persone; • Diritto commerciale; • Diritto amministrativo; • Diritto e Processo Penale; • Diritto delle responsabilità civile e delle assicurazioni; • Diritto industriale e della concorrenza; • Diritto della navigazione e dei trasporti; • Diritto del lavoro; • Diritto e Processo Tributario; • Diritto dell’Unione Europea. Si avvia un progetto di ampia divulgazione dell’Accademia Forense la cui responsabilità per la ricerca ed analisi è stata affidata al Prof. Calogero Di Carlo. Per info e dettagli: calogero.dicarlo@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it - infocesd@unipegaso.it 091/7654200 - 3318682197 e/o 3313661000.

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Nuovi corsi per l'a.a. 2015/2016

Il CESD, oltre ai corsi di laurea, propone una vasta gamma di percorsi didattico/formativi in diversi ambiti per venire incontro alle complesse esigenze del Mercato delle Professioni e del Lavoro in Italia e nella Comunità Europea: -

Master di I e II livello Corsi di alta formazione Esami singoli Certificazioni di lingua inglese Certificazione di lingua italiana per stranieri Certificazione Eipass - passaporto informatico europeo Corsi di aggiornamento professionale; Corsi per Operatore Socio Sanitario (O.s.s. ); Corso di riqualificazione da Osa/Ota a O.s.s.. Chiamaci o visita il nostro sito, diamo più assistenza e migliori servizi alla categoria.

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LAUREA MAGISTREALE MANAGEMENT - LM 77

L’ammissione al Corso di laurea magistrale (biennio)“MANAGEMENT”

LM - 77 richiede la laurea triennale delle Classi:

- L-18 (Classe 17 EX DM 509/99); - L-33 (Classe 28 EX DM 509/99); - L-15 (Classe 39 EX DM 509/99);

- L-16 (19 EX DM 509/99) o titolo estero equipollente.

Tutti gli studenti iscritti UNICESD OLYMPO beneficeranno di un importo

ridotto pari ad euro 1500,00, rispetto a quanto previsto in convenzione per le lauree triennali. In

particolare

i

laureati in Giurisprudenza LMG 01,

potranno

immatricolarsi al secondo anno della laurea magistrale in Economia

Mercatorum con una convalida di 40 cfu, ma prima dell’accesso dovranno sostenere due esami singoli da 6 cfu (Economia Aziendale – Statistica).

Il costo dei corsi singoli è compreso nella retta annua di 1500,00 euro (da

pagare in 4 rate)

Previsti per tutti gli anni di iscrizione il pagamento della tassa regionale

di 140 euro e la tassa annuale di 150 euro per gli esami fuori sede dalla

Regione Lazio (Bari – Palermo – Battipaglia – Napoli – Milano – Genova – Catania – Verona – Vibo Valentia).

P e r i n form a zi on i : prof. Calogero di Carlo: tel. 331 86821 97 - email calogero.dicarlo@unimercatorum.it tel. 091 2523656 - email infosedepalermo@unimecatorum.it comunicazioniolimpo@unimercatorum.it

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Master in

"Criminologia e Studi Giuridi Forensi-MA391" a.a. 15/16 - scadenza iscrizioni 30/06/2016

Le precedenti edizioni del master 56 + 78, 100, 127, 213, 240, 297, 391

che si accingono ad iscriversi, quasi tutti, al V anno della Facoltà di Giurisprudenza, ed il 391 (IV edizione in corso) hanno riscosso un notevole

successo, oltre ogni aspettativa grazie alla vostra fiducia che continuate ad accordarci.

Prima di Voi, oltre 9000 iscritti, hanno usufruito di questo straordinario

Master, che ha visto come protagonisti dei pregiatissimi professori e

illustrissimi professionisti nel campo criminologico, di fama Nazionale

quali: il prof. Calogero Di Carlo, direttore accademico del master; il Prof.

Paolo Procacciante, Direttore Medicina Legale, Università degli Studi di Palermo; il Generale Div. CC Nicola Ragetti, già Comandante del RACIS; il Prof. Nicola Malizia, Criminologo, Docente Università degli Studi Kore di

Enna; il Cap. Pietro Maida – Comandante Sez. Chimica – Esplosivi e Infiammabili- del RIS Carabinieri di Messina; il Prof. Rosario Bianco, Docente Università Pegaso; il Prof. Francesco Fimmanò, Docente e

Presidente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso e tanti che si sono susseguiti ed interscambiati, nell’illustrare le avvincenti materie oggetto di studi.

In particolare durante le lezioni sono stati trattati i seguenti moduli:

Il Criminologo Prof. Nicola Malizia, docente presso l’Università degli studi di Palermo e la Kore di Enna: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

INTRODUZIONE ALLA CRIMINOLOGIA MODERNA IL BULLISMO SESSUOLOGIA CRIMINALE MOBBING CRIMINOGENO SERIAL KILLER CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA NELLA DONNA SONNAMBULISMO OMICIDIARIO SETTE SATANICHE ED IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE

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Il Generale di Divisione, già comandante del RACIS Carabinieri, Dott. Nicola Raggetti, docente in diverse università italiane: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

IL SOPRALLUOGO ED IL REPERTAMENTO ( 3 LEZIONI) IMPRONTE ( 4 LEZIONI) BALISTICA ( 4 LEZIONI) BIOLOGIA (2 LEZIONI) CHIMICA (2 LEZIONI) DVI : DISASTER VICTIM IDENTIFICATION (1 LEZIONE)

1. 2. 3. 4.

ELEMENTI PRATICI DI CRIMINOLOGIA STALKING LA VITTIMOLOGIA CRIME PROFILING.

1. 2. 3. 4.

LA NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA L'APPROCCIO POSITIVISTA ALLO STUDIO DELLA CRIMINALITA' LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE I LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE II -

La criminologa Avv. Dott.ssa Clelia Gorga, tutor di questo master:

Dott. Tommaso Comunale, università Forlì:

Alla luce di quanto sopra, per far fronte ed esaudire richieste sempre più

esigenti, oggi a Voi, più fortunati, viene offerto per l’anno 2015/2016, il

Master in “Criminologia e Studi Giuridici e Forensi" in sigla MA391 (5 ed.) per una durata di 1925 ore corrispondenti a 77 CFU, che consente la prosecuzione

degli

Giurisprudenza.

studi

nel

Corso

di

Laurea

Magistrale

in

di

Per maggiori informazioni:

0081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197

mastercesd@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it (di carattere amministrativo e didattico)

comunicazioni@cesd-onlus.com

(di carattere generale, logistiche/organizzative)

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ARMA

M a f i a , e s t ors i oni e ra p i ne : 3 3 a rre s t i e s i g i l l i a d a z i e nd e 3 1 m a g gi o 2 0 1 6

Sono stati accertati quattro episodi di estorsione.

Blitz antimafia dei carabinieri. I militari dell'Arma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Palermo su richiesta della locale Procura, nei confronti di 33 persone accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, nonché dei delitti di estorsione, rapina, furto, illecita detenzione di armi, intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori aggravati dal metodo mafioso. Sono scattati i sigilli, persequestro preventivo, anche a diverse imprese riconducibili ai sodalizi mafiosi. L’operazione, denominata "Black Cat", è frutto delle indagini sviluppate dallacompagnia di Termini Imerese. Colpiti i mandamenti di Trabia e San Mauro Castelverde.

Gli inquirenti hanno ricostruito "gli assetti di vertice delle famiglie e le interlocuzioni con gli esponenti apicali di quelle limitrofe. Sono stati, inoltre, documentati numerosi reati fine espressione della capacità di intimidazione e controllo del territorio delle compagini mafiose oggetto di indagine".

Nel mirino della mafia: un imprenditore che stava realizzando alcune villette in contrada Sant'Onofrio di Trabia, la ditta impegnata nei lavori di costruzione di una scuola a Termini Imerese e quella che sta ristrutturando l'ex cinema Trinacria di Polizzi Generosa, infine l'impresa che si è aggiudicato l'appalto per ristrutturare l'Ex carcere di Castelbuono. Quando le vittime si ribellavano, scattava la rappresaglia, come nel maggio 2012, in contrada "Granza" di Sclafani Bagni, quando vennero incendiati i mezzi dell'azienda di proprietà di due imprenditori agricoli. Dalle indagini è emerso che anche le amministrazioni comunali erano nel mirino.

A Cerda, il 30 ottobre 2012 furono incendiate le autovetture dell'allora sindaco Andrea Mendola "colpevole" di non avere agevolato gli interessi e l'attività dei boss mafiosi. Poco dopo il primo cittadino ha lasciato l'incarico. www.palermotoday.it

L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Leo Agueci e dei sostitutiSergio Demontis, Siro De Flammineis, Bruno Brucoli ed Ennio Petrigni.

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Maresciallo dei carabinieri ucciso a Marsala: l a d i na m i ca d e l l ’ a g g ua t o 01 giugno 2016 Era impegnato, insieme a un collega, in un’operazione antidroga e in indagini per furti, Silvio Mirarchi, il carabiniere ferito martedì a colpi di pistola nelle campagne di Marsala e morto all’ospedale a Palermo. Sconosciuti hanno sparato contro i due militari, che stavano facendo un appostamento tra contrada Ciavolo e Ventrischi: Mirarchi è stato colpito a un rene e portato prima all’ospedale di Marsala, poi, nel capoluogo, dove è stato operato.

piantagione di canapa indiana. Uno di loro, ferito, era riuscito a fuggire. Dell’altro, invece, si sono perse le tracce. Qualche giorno dopo un cadavere carbonizzato è stato rinvenuto a circa un chilometro di distanza. L’episodio ha fatto scoprire la piantagione e ha portato all’arresto di quattro persone (delle quali non sono state ancora fornite le generalità) accusate, per ora, solo di coltivazione di canapa indiana.

«L’Arma dei Carabinieri paga un prezzo drammatico» “Esprimo profondo cordoglio alla famiglia del maresciallo capo dei Carabinieri Silvio Mirarchi, morto a seguito di un agguato Il maresciallo dei carabinieri è stato colpito mentre svolgeva il suo Dovere di servitore da una fucilata dello Stato. All’Arma dei Carabinieri Il maresciallo Mirarchi, 53 anni, originario di vicinanza e solidarietà, oltre che Catanzaro, vicecomandante della stazione gratitudine per il lavoro quotidiano al dei carabinieri di contrada Ciavola a servizio della Nazione. Marsala, potrebbe essere stato scambiato Mi auguro che si faccia quanto prima per qualcuno che voleva rubare piante di chiarezza sull’accaduto e che i responsabili marijuana. Impegnati in controlli antidroga del vile gesto siano assicurati alla e su furti di prodotti ortofrutticoli, il giustizia”. maresciallo e il commilitone si sarebbero È quanto dichiara Edmondo mossi in una zona dove vi sono serre e Cirielli,deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza piantagioni di canapa indiana. Una di Nazionale, responsabile nazionale del queste sarebbe stata vigilata da un paio di Dipartimento Giustizia del partito. “Ancora persone, che avendo notato i due in una volta l’Arma dei Carabinieri paga un borghese hanno esploso contro di loro prezzo drammatico per il suo impegno a diversi colpi di arma da fuoco. Solo un tutela della legalità”. Lo dichiara il colpo, però, ha raggiunto il maresciallo senatore Maurizio Gasparri (FI) che si Mirarchi, perforandogli un rene. stringe “ai familiari di Silvio Mirarchi, ucciso a Marsala durante un’operazione I carabinieri indagano sui guardiani di un antidroga, e a tutta l’Arma”. “La festa delle campo di canapa. Repubblica si celebra nella triste consapevolezza che ogni ora in tutta Italia Nella punta Ovest della Sicilia tra Marsala c’è chi rischia e può perdere la vita a difesa e Mazara del Vallo, dove lavorava il della comunità nazionale” aggiunge carabiniere ucciso, da anni vengono Gasparri. scoperte decine di piantagioni di marijuana, in serra o in campi liberi www.secoloditalia.it nascosti da canneti o altre essenze vegetali. Un paio di settimane fa due romeni erano stati presi a fucilate in un’altra zona di campagna tra Marsala e Mazara del Vallo dai custodi di una

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C hi e s a M a d re g re m i t a p e r i l f une ra l e d e l m a re s ci a l l o M i ra rchi Ardizzone. “Siamo addolorati per quello che è successo – ha detto il generale Del Sette – Silvio Mirarchi è morto mentre faceva il proprio dovere: lottare contro la criminalità. La presenza, oggi, qui di tutta la città è di conforto per i familiari e per tutti noi ed è il modo migliore per rendere omaggio a un nostro eroe”. “Davanti al sacrificio di Silvio – ha detto ancora l’ordinario militare Marcianò – abbiamo tutti il dovere di rinnovare l’impegno affinché tutte le mafie vengano sconfitte. Quello di Silvio è stato il sacrificio di un uomo che sapeva sperare, in un periodo in cui la speranza è stata falciata via. Silvio, continua a sostenere la speranza dei tuoi colleghi e dei tuoi amici, “Una purezza di cuore tradotta in integrità continua a sostenere il nostro Paese, la cui e fedeltà”, così l’ordinario militare per vocazione alla pace continua ad avere l’Italia, monsignor Santo Marcianò, nella speranza grazie a uomini e carabinieri sua omelia, ha definito l’operato di Silvio come te”. Mirarchi, il maresciallo capo dei Questa mattina, intanto, la Procura di Carabinieri ucciso martedì scorso mentre Marsala ha diffuso una nota sulle indagini stava pattugliando con un collega la zona relative all’omicidio: a fare fuoco sul tra le contrade Ciavolo e Ventrischi dove è carabiniere sarebbe stato un “gruppo stata scoperta una serra i cui veniva criminale” che stava raccogliendo la coltivata una grande quantità di piante di marijuana dalla serra poi sequestrata. I cannabis indica. militari dell’Arma avevano notato strani movimenti di persone e si erano avvicinati I funerali, iniziati stamattina alle 11.30 ad una cinquantina di metri accendendo le nella Chiesa Madre di Marsala, stracolma torce in loro possesso e qualificandosi ma i di cittadini, sono terminati intorno alle 13. malviventi hanno risposto con le armi. All’arrivo del feretro nella piazza, affollata Sapevano, quindi, di stare sparando su da almeno tremila persone, è partito un carabinieri. lungo applauso. La cerimonia è stata concelebrata dal vescovo della Diocesi di Secondo la Procura marsalese, inoltre, “le Mazara del Vallo Domenico Mogavero. attività sinora svolte non consentono di ipotizzare un collegamento tra quanto Alle esequie erano presenti il ministro verificatosi in contrada Ventrischi ed il dell’Interno Angelino Alfano, il generale ritrovamento, circa 10 giorni, in contrada Tullio Del Sette, comandante generale dei Ferla di Mazara del Vallo di un’altra Carabinieri, i sindaci della provincia di piantagione di canapa indiana. Su Trapani, il prefetto Leopoldo Falco, il quest’ultimo episodio – concludono gli questore Maurizio Agricola, i deputati inquirenti – ci sono ancora indagini in regionali del Trapanese, il nuovo corso”. procuratore di Marsala, Vincenzo Pantaleo, l’ex presidente del Tribunale di Marsala, www.trapanioggi.it Gioacchino Natoli, e l’attuale, Alessandra Camassa, nominata qualche giorno fa, il Procuratore di Trapani Marcello Viola, una nutrita delegazione dell’associazione Libera, il presidente dell’Ars Antonio

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202° Annuale di Fondazione dell'Arma dei C a ra b i n i e ri 06 giugno 2016

All'interno della Caserma “Salvo D’Acquisto” di Tor di Quinto, l’Arma dei Carabinieri ha celebrato il 202° Annuale di Fondazione, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Ministro dell’Interno On. Angelino Alfano, del Ministro della Difesa Sen. Roberta Pinotti, del Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Claudio Graziano e del Comandante Generale Tullio Del Sette. La cerimonia, ha avuto inizio con lo schieramento di due Reggimenti di formazione rappresentativi di tutte le componenti dell’Arma, gli onori al Capo dello Stato che ha passato in rassegna i reparti schierati. A seguire l'intervento del Ministro della Difesa e la consegna della Medaglia d’Oro al “Merito della Sanità Pubblica” alla Bandiera di Guerra dell’Arma dei Carabinieri con la seguente motivazione: “L’Arma dei Carabinieri ha continuato a dare prova di spiccata professionalità ed encomiabile impegno nella salvaguardia della salute pubblica, conseguendo brillanti risultati, grazie allo sforzo del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute e al costante apporto di tutti i reparti territoriali. Le innumerevoli azioni di prevenzione e di contrasto, in piena unità d’intenti con le strutture ministeriali, hanno riscosso la riconoscente ammirazione della collettività ed esaltato il prestigio dell’Istituzione in Italia e all’estero.”Territorio nazionale ed estero 2013 - 2016. Successivamente si è proceduto con la consegna delle “Ricompense” ai sottonotati Carabinieri: • Medaglia d’Oro al Valore Civile alla “memoria” al MAsUPS Antonio Taibi, Comandante del nucleo comando del Comando Provinciale di Massa Carrara: “Libero dal servizio, non esitava ad affrontare, disarmato, il genitore di un Page 6

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giovane arrestato anni prima e poi condannato per reati in materia di stupefacenti. L’uomo animato da irragionevole rancore nei suoi riguardi, lo feriva mortalmente sparandogli un colpo di pistola. Esemplare interprete dei più alti valori etici dell’Arma dei Carabinieri, con il suo estremo sacrificio sublimava una vita mirabilmente dedicata all’adempimento del dovere”. Carrara (MS), 27 gennaio 2016; • Medaglia d’Oro al Valore Civile al Brig. Capo Maurizio Seritti e all’App. Sc. Massimiliano Maialetti, effettivi al NORM della Compagnia di Tagliacozzo (AQ): “Con eccezionale coraggio, ferma determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, non esitavano a intervenire in una fabbrica di fuochi pirotecnici interessata da una forte esplosione, riuscendo a raggiungere e a estrarre dalle macerie quattro persone. Successivamente, benché investiti dall’onda d’urto, mettevano in salvo una quinta persona. Chiaro esempio di elette virtù civiche e non comune senso del dovere.” Tagliacozzo (AQ), 09 luglio 2014; • Medaglia d’Oro al Valore dell’Arma dei Carabinieri al Mar.A.s.UPS Lorenzo Masala e Medaglia d’Argento al Valore dell’Arma dei Carabinieri al Magg. Walter Calvi, al Brig. Nicola Guzzo e al V. Brig. Massimiliano Temperini: “Militari effettivi alla 2^ Brigata Mobile, evidenziando altissimo senso del dovere, spiccata professionalità e singolare perizia, partecipavano a delicata e pericolosa operazione per la liberazione di ostaggi in territorio afghano. Fatti segno a proditoria e violenta azione di fuoco, nel corso della quale rimaneva gravemente ferito il Mar.A.s.UPS Lorenzo Masala investito dall’esplosione di una bomba a mano, non esitavano a rispondere con una controffensiva che si concludeva con la liberazione di 31 ostaggi. Chiaro esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere”. Herat (Afghanistan), 3 novembre 2011; • Medaglia d’Argento al Valore Civile al Ten. Col. Claudio Rubertà, Comandante del

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ARMA Nucleo Radiomobile di Roma: “Con eccezionale coraggio e cosciente sprezzo del pericolo, non esitava ad affrontare un uomo armato che minacciava i passanti. A seguito di violenta colluttazione, riusciva, benché gravemente ferito, a bloccarlo e a farlo trarre in arresto. Chiaro esempio di elette virtù civiche e non comune senso del dovere.” Roma, 10 settembre 2014; • Medaglia d’Argento al Valore Civile al Brig. Ca. Salvatore Cottone, Comandante del Nucleo Comando in S.V. della Compagnia di Villacidro (CA): “Con eccezionale coraggio ed esemplare altruismo, libero dal servizio, non esitava a soccorrere una persona gravemente ferita, rimasta intrappolata tra le lamiere della propria auto, già interessata da un incendio, e a porla in salvo poco prima dell’esplosione del mezzo. Chiaro esempio di elette virtù civiche e non comune senso del dovere.” Villacidro (CA), 14 dicembre 2014; • Medaglia d’Argento al Valore Civile all’App. Sc. Danilo Massetti, effettivo all’Aliquota Operativa della Compagnia di Seregno (MB): “Con ferma determinazione, esemplare iniziativa ed eccezionale coraggio, libero dal servizio e disarmato, durante una rapina in un supermercato non esitava ad affrontare uno dei malfattori, armato di pistola. Durante la violenta colluttazione riusciva ad immobilizzare il malvivente, venendo però aggredito alle spalle dal complice che lo colpiva ripetutamente alla testa con il calcio della pistola, rimanendo gravemente ferito. Chiaro esempio di elette virtù civiche e non comune senso del dovere.” Cesano Maderno (MB), 29 gennaio 2015. A seguire, come di consueto, la consegna del “Premio Annuale” a cinque Comandanti di Stazione. Un riconoscimento carico di

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significati per l’importante ruolo svolto dalla Stazione Carabinieri nelle relazioni con il territorio e la sua comunità di riferimento. Un rapporto che spesso travalica le problematiche inerenti la sicurezza e la legalità sfociando in esigenze legate al vivere quotidiano. Quest’anno sono premiati i seguenti Sottufficiali: • Lgt. Fiorello ROSSI, Comandante della Stazione di Jesi (AN); • MAsUPS Roberto GUASCO, Comandante della Stazione di Rivergaro (PC); • MAsUPS Mario Stefano SCANU, Comandante della Stazione di Torino Po Vanchiglia (TO); • MAsUPS Arturo D’AMICO, Comandante della Stazione di Campomarino (CB); • Mar. Ca. Luigi DI GIOIA, Comandante della Stazione di Platì (RC).

Dopo il deflusso dei Reparti, si è svolto lo Storico Carosello Equestre, eseguito dal 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo per rievocare la gloriosa “Carica di Pastrengo” del 1848. Gli onori finali al Presidente della Repubblica hanno concluso la cerimonia. L’Arma celebra la propria festa il 5 giugno, giorno in cui, nel 1920, la Bandiera dell'Arma fu insignita della prima Medaglia d'oro al Valor Militare per la partecipazione dei Carabinieri alla Prima guerra mondiale. La motivazione che ha accompagnato la medaglia è la seguente: "Rinnovellò le sue più fiere tradizioni con innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d'Italia". www.carabinieri.it

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Sicurezza, la denuncia dei Carabinieri: "Le nostre stazioni cadono a pezzi" 07 giugno 2016

MASSA. "Ci piacerebbe che le nostre stazioni fossero a norma, che venissero sistemate. Non si può parlare di sicurezza e pretenderla se poi si lascia lavorare noi carabinieri in condizioni precarie. Noi nelle nostre stazioni riceviamo i cittadini, raccogliamo le loro denunce. Non si può continuare così. E mi riferisco soprattutto agli immobili di proprietà degli enti locali". Il tenente colonnello Giovanni Semeraro, comandante provinciale dell’Arma, ha approfittato dell’anniversario del 202° anniversario della fondazione e del clima di festa per dire le cose in faccia a chi dovrebbe intervenire e non lo fa. Perché non ci sono i soldi, mica per pigrizia o non curanza. Ma di fatto le stazioni, quelle che cerchiamo quando sono in difficoltà, cadono a pezzi. Soprattutto in Lunigiana, ma pure a Massa e Carrara ci sarebbe bisogno di un bel restyling come si sta facendo alla Plava (ma lì i finanziamenti arrivano da Roma). Il comandante ha parlato in modo chiaro. Alla platea che voleva che sentisse il suo grido d’allarme. A far festa ai carabinieri ieri mattina, 6 giugno, tutte le più alte cariche locali: il prefetto Giovanna Menghini, il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri, i sindaci di tutti i comuni (anche Gianni Lorenzetti eLucia Baracchini, freschi di fascia) del territorio provinciale i cui gonfaloni sono stati accolti con sfilata e saluto militare e i vertici militari di altri corpi dello stato, oltre ai familiari dei carabinieri e a una scolaresca delle elementari. C’erano anche il comandante della guardia di finanza Giovanni Fiumara e il questore Francesco Giuseppe Misiti. Semeraro ha anche dato l’annuncio che sarebbe stata consegnata dal capo dello stato Sergio Mattarella, nel pomeriggio, una Medaglia d'Oro al Valore Civile alla "memoria" del maresciallo Antonio Taibi, freddato la mattina del 27 gennaio da Roberto Vignozzi; la medaglia d’oro è stata Page 8

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consegnata alla vedova Maria Vittoria Mari e ai figli Carlo e Gianni. Il sottufficiale è stato ricordato anche durante la festa alla Plava: "Uomo integerrimo, semplice, capace e competente nel suo lavoro. Considerava sacro il dovere di difendere la sua famiglia, i cittadini e la patria". Un applauso scrosciante da parte di tutti i presenti nel piazzale quando è stato ricordato l’assassinio di Taibi: Penso sempre a lui», ha concluso Semeraro. Il picchetto è stato guidato dal tenente Rosa Sciarrone, responsabile del nucleo operativo di Massa. È stata lei a mettere tutti sugli attenti per i gonfaloni, per il prefetto che ha passato in rassegna il picchetto) e per la corona dei caduti. E qui il pensiero è andato all’amico e collega Antonio Taibi, «morto per mano di un criminale che vedeva in lui un nemico». Durante la cerimonia il prefetto di Massa Carrara ha consegnato un elogio all'appuntato scelto Armando Baldini, concesso il 27 novembre 2015 dal comandante della Legione carabinieri Toscana, «poiché distintosi in attività di servizio». È il responsabile del Lido del carabiniere, lo stabilimento balneare dell’Arma. Al termine della cerimonia sono state consegnate le medaglie ricordo al seguente personale congedato nell'ultimo anno: maresciallo di complemento Luigino Caria, già operatore della centrale operativa di comando provinciale; brigadiere capo Armando Ferrari, già addetto alla stazione di Licciana Nardi; appuntato scelto Sandro Pastine, già operatore della centrale operativa di comando provinciale. La festa è terminata, dopo la richiesta di aiuto

da parte del comandante adesso bisogna che gli enti locali facciano la loro parte. Del resto quelle fasce tricolori erano lì a testimoniare la vicinanza all’Arma. Dalle parole bisogna passare ai fatti. http://iltirreno.gelocal.it

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Migranti, feriti tre carabinieri in due risse in centri d'accoglienza 08 giugno 2016

Ancora due episodi che dimostrano la difficoltà dell'integrazione dei migranti in Italia. Un migrante ghambiano di diciotto anni ha aggredito, ferendoli, due carabinieri in un centro di accoglienza a Villanovaforru, in provincia di Cagliari. Al centro "I Lecci", il ragazzo africano avrebbe aggredito e minacciato di morte la mediatrice culturale responsabile della struttura, di 61 anni. Il ragazzo si era innervosito perché la donna gli aveva chiesto conto della sua pratica di asilo, ferma ormai da circa un anno. Quando i carabinieri sono intervenuti per calmarlo, il ragazzo è passato ad aggredire anche i militari per evitare l'arresto. Nella colluttazione due carabinieri sono rimasti leggermenteferiti.

Ora il 18enne è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Da accertamenti, inoltre, è emerso che l'uomo aveva tentato di spacciarsi per minorenni pur senza esserlo. Vistosi scoperto, però, ha inoltrato ricorso. Anche ieri sera tre migranti eritrei di 24, 25 e 26 anni hanno aggredito i carabinieri che erano intervenuti in un centro di accoglienza per sedare una rissa in un hotel di Cagliari. Uno dei militari ha riportato ferite giudicate guaribili in quindici giorni. I tre sono stati bloccati ed arrestati per resistenza a pubblico ufficiale. www.ilgiornale.it

Inaugurata a Roma mostra opere d'arte recuperate dai carabinieri

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A Roma, in Piazza Risorgimento, al Museo Storico dell'Arma, il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Tullio Del Sette, ha inaugurato una mostra di opere pittoriche e archeologiche recentemente recuperate, in Italia e all'estero, dal Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Fino al 3 luglio e gratuitamente sarà possibile ammirare alcune opere inestimabili, come reperti archeologici, scavati illegalmente, dipinti del Canaletto o la lettera di Colombo che annuncia la scoperta del Nuovo Mondo. Tra le opere figurano molti reperti archeologici, come un cratere a campana lucano a figure rosse scovato tra i beni nell'archivio di un importante dealer Page 9

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svizzero e recuperato a New York; un altro cratere attico a campana a figure rosse e Skyphos attico a figure rosse che era stato messo in vendita in un'importante casa d'aste newyorchese; e il cratere di Methyse, uno dei reperti provento del traffico illecito di beni culturali dall'Italia alla Svizzera. Scavato illegalmente negli anni 70 nell'area archeologica a Rutigliano, era stato venduto nel 1983 al Minneapolis Institute of Arts da un dealer italiano per il tramite di una sua società di comodo ginevrina. E ancora una pelike apula a figure rosse e una coppia di oinochoai trobilati nello stile di Gnathia: pubblicati in un catalogo di una casa d'aste di New York, si trovavano anche censiti nell'archivio di

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ARMA un trafficante d'arte italiano operante in Svizzera e gli accertamenti, condotti dal reparto operativo dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale hanno scoperto che provenivano da scavi clandestini avvenuti negli anni '80 in Puglia ed erano stati esportati illegalmente. In mostra anche un'anfora chiota che fa parte di un eccezionale recupero di reperti archeologici, provenienti da scavi in Etruria Meridionale, Sicilia, Puglia, Campania e Calabria. Era nascosta insieme a 45 casse contenenti reperti archeologici all'interno dei caveau del Porto Franco di Ginevra. Recuperato e ora messo in mostra anche il capitello romanico che aveva custodito le ceneri di San Flaviano, nella Basilica di Montefiascone. E ancora, una statua di offerente maschile, studiata da importanti etruscologi per la sua unicità, recuperata su segnalazione di una società antiquaria svizzera, a cui l'opera era stata data in conto vendita da un mercante statunitense. L'opera era stata portata via da un ambiente votivo a Lagaccione, un cratere vicino al lago di Bolsena.

Nella mostra si possono ammirare anche dipinti recuperati grazie alle indagini dei carabinieri, come la "Chiesa di San Pietro di Castello" attribuito ad Antonio Canal detto Canaletto. L'indagine è partita dalla denuncia di un imprenditore milanese per una truffa: l'uomo aveva consegnato, per la vendita, alcuni dipinti a sedicenti commercianti d'arte che non li avevano più restituiti. Il dipinto è stato intercettato dai carabinieri l'anno scorso alla stazione ferroviaria di Firenze, prima che venisse consegnata a una casa d'aste del Principato di Monaco. Le indagini hanno smantellato l'organizzazione, specializzata in truffe, ricettazione ed esportazione illecita di opere d'arte. Un altro dipinto recuperato è la "Madonna in adorazione e Bambino dormiente" di Guido Reni, sequestrato nel caveau di un istituto di credito. In mostra anche "Madre di Victorio Macho", "Ritratto di uomo", "Monumento a San Giovanni della Croce" di Victorio Macho, recuperate dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Roma e del reparto operativo della tutela del patrimonio culturale il 20 maggio 2016, a Roma, in un

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casolare di campagna. I disegni e le sculture erano destinate ad una mostra organizzata dall'Istituto Cervantes, allestita nella galleria di Piazza Navona, per celebrare il cinquantennale della morte dell'artista ed erano state rubate dal furgone che le trasportava dalla Spagna. Anche gli affreschi "Cristo Benedicente" e "Agnello" fanno parte delle opere recuperate grazie ai carabinieri l'uno rubato nel '78 in una chiesa rupestre, a Guidonia Montecelio e ritrovato negli elenchi di una casa d'aste statunitense, l'altro sequestrato in Svizzera tra i beni di un trafficante di antiquariato. Tra i beni recuperati anche una scultura in pietra calcarea di Palmira, una rara edicola funeraria siriana, raffigurante il capostipite e i suoi figli. Infine, un posto speciale nella mostra è per la lettera di Colombo che annuncia la scoperta del Nuovo mondo. Nel 2012, in seguito alla denuncia del furto di alcuni volumi antichi, il comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale iniziò le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno sequestrato l'esemplare falso della lettera di Colombo datata 1493, relativa all'annuncio della scoperta del Nuovo Mondo ai grandi della Terra. Dopo aver individuato nella biblioteca Riccardiana di Firenze, un altro falso, risultato tale dopo complessi accertamenti, i militari sono riusciti a individuare e riportare in Italia l'originale. Grazie alle prove raccolte dai carabinieri e anche agli studi di Paul Needham, esperto e curatore della sezione libri antichi e manoscritti della biblioteca dell'Università di Princeton, gli Usa nel 2016 hanno restituito all'Italia lo straordinario documento "Epistola…. de Insulis Indie…. nuper inventis…" dove si annuncia la scoperta del Nuovo Mondo ai reali di Spagna, stampata a Roma da Stephan Plannck nel 1493. www.askanews.it

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L’immigrato ucciso ha aggredito più volte i carabinieri prima dello sparo 0 8 m a g gi o 2 0 1 6

Ha aggredito più volte carabinieri e poliziotti intervenuti per sedare una lite iniziata poco prima, tentando di colpire una seconda volta un carabiniere dopo averlo già accoltellato, l’immigrato del Mali morto dopo che il militare gli ha sparato con la pistola d’ordinanza. L’uomo, subito soccorso, è stato portato immediatamente nell’ospedale di Polistena dove è morto in tarda mattinata. É questa la ricostruzione fatta dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria e dalla procura di Palmi di quanto avvenuto nella tendopoli di San Ferdinando. Secondo quanto emerso dalle testimonianze raccolte tra vari immigrati presenti al fatto,Sekine Traore, 27 anni, del Mali, armato di un coltello da cucina con lama seghettata, mentre era in una tenda ha aggredito per futili motivi ancora poco chiari, forse per la richiesta di una sigaretta, un cittadino del Burkina Faso, ferendolo all’avambraccio destro, e poi ha aggredito un cittadino di nazionalità ghanese, tentando di rapinarlo del borsello contenente 250 euro. Le due vittime sono riuscite a fuggire, mentre altri

extracomunitari hanno chiamato i carabinieri. I militari della pattuglia arrivati poco dopo hanno cercato di parlare con Traore, rassicurandolo e cercando di riportarlo alla calma. La ricostruzione L’uomo, tuttavia, in evidente stato di alterazione psicofisica, ha continuato a brandire il coltello colpendo più volte le pareti della tenda e cercando di fare altrettanto con chiunque cercasse di avvicinarsi. Sul posto è giunta un’altra pattuglia dei carabinieri e una della polizia. Ogni tentativo di riportare alla calma Traore, però, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è risultato vano. L’uomo, dopo avere lanciato delle pietre contro carabinieri e agenti, si è avventato contro un militare ferendolo con il coltello al volto, all’altezza dell’occhio destro. Gli altri esponenti delle forze dell’ordine sono riusciti ad allontanarlo, ma nonostante questo, l’uomo si è scagliato ancora una volta contro il militare già ferito al viso che a quel punto ha estratto la pistola d’ordinanza sparando un colpo che ha raggiunto Traore all’addome. Cinque tra carabinieri e poliziotti hanno subìto lesioni varie. www.secoloditalia.it

Ingoia un tappo e rischia di morire soffocato. Carabinieri-eroi salvano la vita a un ragazzo

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CARBONIA - Una vita salvata all'ultimo secondo. Stava per morire soffocato dal tappo di una bottiglia, un ragazzo di Calasetta. mentre si trovava insieme a degli amici in piazza Belly. Le urla disperate dei giovani, che chiedevano aiuto, hanno attirato l'attenzione di due carabinieri. In quel momento i militari erano fuori servizio, ma hanno subito raggiunto il ragazzo. Forti della loro esperienza, sono riusciti a praticare la manovra di Heimlich. Risultato: il tappo è ritornato nella bocca del Page 11

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malcapitato, che ha potuto sputarlo e ritornare a respirare. In seguito è stato trasportato all'ospedale Sirai per accertamenti. Un gesto eroico destinato a passare sottotraccia. Ma il padre del ragazzo ha scritto ben due lettere di ringraziamento, indirizzate al comandante provinciale dei carabinieri di Cagliari. Il giovane, insieme alla famiglia, hanno voluto ringraziare i militari. http://m.sardegnaoggi.it

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LE BANDOLIERE LUCIDE NON BASTANO! 09 giugno 2016

Preservare la vita umana è il prioritario obbiettivo delle forze dell’ordine, non importa che tu sia un pericoloso mafioso o un disperato bracciante agricolo, colpire a morte un qualsiasi individuo non può che essere l’extrema ratio giustificabile ma mai auspicabile. Ciò che è successo a Rosarno, nella campagne calabresi, dove il Carabiniere nella foto si è visto costretto ad utilizzare l’arma di ordinanza per evitare un fendente potenzialmente mortale ripropone l’ennesima questione legata alle dotazioni delle forze dell’ordine, del resto gli operatori di polizia hanno il diritto di tornare a casa sani e salvi dalle loro famiglie.

Non posso ovviamente entrare nel merito della legittimità dell’uso dell’arma da parte del Carabiniere, posso sperare umanamente che il magistrato inquirente ravveda senza problemi la legittimità dell’azione ma è chiaro che ogni volta che si estrae la pistola è inevitabile l’inizio di un calvario giudiziario che comunque congelerà la vita non solo dell’esponente della forza pubblica ma anche della famiglia dello stesso. Non si devono avere morti gratuite, si devono avere agenti preparati e ben equipaggiati fermo restando che lo stesso intervento di polizia non è uguale a se stesso, non esistono esagitati tutti uguali così come non esistono liti in famiglia o rapine esattamente identiche a quelle già affrontate. Ed è negli equipaggiamenti il problema, ci ostiniamo a non implementarli, è proprio in quelli che si racchiude una delle spiegazioni a queste tragedie, taser e spray al peperoncino si evidenziano sempre più imprescindibili per evitare ricadute negative anche e sopratutto in termini di immagine ed efficacia dell’azione di polizia. Perché vedere manifestazioni dove si inneggia al razzismo, che nulla centra, ma a cui moltissimi danno comunque questo significato, squalifica il valore dell’operato Page 12

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di chi ogni giorno scende in strada con la paura di dover affrontare, oltre alle lame di una certa delinquenza, i costi economici, umani e professionali del’atto dovuto.

Quanto tempo ancora dobbiamo aspettare per guardare in faccia certe questioni con il coraggio di affrontare la modernità? Quanto tempo ancora ci vuole per capire che non bastano più bandoliere lucide, scarpe mocassino perfette, divisa impeccabile, non basta essere semplicemente belli e presentabili dando magari una mano di vernice a vetture con oltre 200.000 km, ci vogliono dotazioni e strumenti moderni capaci di dare agli operatori una gradualità vera nell’uso della forza perché non si può passare dalle mani nude, allo sfollagente e passare subito alla pistola considerato quanti altri strumenti intermedi esistono (non dobbiamo inventarli!!). E se vogliamo credere ai Carabinieri razzisti e violenti che lo si faccia pure nella consapevolezza però di quella beata ignoranza che certe vicende, purtroppo, portano e continuano a portarsi dietro sempre più di frequente in ogni tragica cronaca. www.infodifesa.it

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Carabiniere ucciso, a Marsala arrivano i Cacciatori di Calabria 10 giugno 2016 Giro di vite e controlli a tappeto dei carabinieri di Marsala. Un'attività potenziata soprattutto dopo l'uccisione del maresciallo capo Silvio Mirarchi, impegnato in un appostamento davanti a una maxi piantagione di marijuana. I militari dell'Arma hanno dislocato sul territorio tutte le risorse a disposizione, organizzando posti di blocco e di controllo alla circolazione stradale. Sono state effettuate battute e perlustrazioni delle aree rurali, grazie al supporto di un elicottero del nono Elinucleo di Palermo e dei militari dello Squadrone Eliportato

Cacciatori di Calabria, scandagliando tutti i terreni del versante sud tra Marsala e Petrosino.

I carabinieri del Nor di Marsala e della stazione di Petrosino, diretti dal Tenente Federico Minicucci e dal Luogotenente Andrea D'Incerto, unitamente ai Cacciatori di Calabria, hanno tratto in arresto due persone per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti: si tratta di Vincenzo Marchese, 42 anni, e Gabriel Ciubotaru, 31 anni, pregiudicato romeno: nell'abitazione di quest'ultimo sono stati trovati anche passamontagna e 82 cartucce calibro 12. http://palermo.repubblica.it

Forse l'aria è cambiata: stavolta nessuno condanna i carabinieri 10 giugno 2016 Tensione altissima, quasi aria di rivolta nella tendopoli di San Ferdinando a Rosarno, dove ieri un africano ha accoltellato una carabiniere che gli ha sparato, uccidendolo, per difendersi. Un centinaio di migranti ha infatti inscenato una manifestazione di protesta per le strade del paese, scandendo slogan rabbiosi contro l'Italia e contro i carabinieri. Nessun episodio violento ma i toni sui cartelli esposti non indicavano certo messaggi di pace. «Italiani razzisti», per ringraziare dell'accoglienza che viene loro concessa dal nostro Paese, e «Fuck carabinieri», per elogiare il lavoro delle forze dell'ordine, naturalmente. D'altronde, che cosa ci si poteva aspettare? Sognavano il paradiso e si sono trovati in una misera tendopoli, dove la convivenza forzata acuisce le tensioni che prima o poi devono essere scaricate. Page 13

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Per fortuna che il migrante del Mali, Sekine Traore, sfogando la sua ira non abbia ucciso l'appuntato dell'Arma ma sia rimasto vittima della sua stessa violenza. E per fortuna che anche l'aria che si respira in Italia stia cambiando. Ieri infatti non c'è stata la solita sfilza di commenti politicamente corretti, propinati come sempre dai buonisti di turno. Il fatto che un carabiniere abbia sparato per difendersi, che la situazione in tendopoli e centri di accoglienza sia insostenibile e che le migliaia di migranti e disperati che vagano per l'Italia siano diventati una minaccia per la sicurezza è talmente evidente che nessuno ha la faccia tosta di scendere in campo per difendere un accoltellatore. Un cambio di rotta? Ce lo auguriamo, ma non siamo così sempliciotti. L'emergenza immigrazione è un problema sentito da tutti gli italiani ma siamo in campagna elettorale. c o nt i nua

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ARMA Chi avrebbe oggi il coraggio di prendersela con i carabinieri per difendere un criminale? Criminale, sì, perché uno che accoltella tre volte un tutore delle forze dell'ordine non può essere definito altrimenti. E gli italiani, che sono meno fessi di quanto la nostra classe politica voglia far credere, lo comprendono benissimo. Benedetti ballottaggi, allora, che per qualche giorno hanno fatto tornare il senno ai talebani dell'accoglienza indiscriminata. Ma a Rosarno l'aria che tira è completamente diversa. Ieri mattina il risveglio nella tendopoli è stato agitato tanto che i migranti hanno permesso solo ai giornalisti di accedere al campo. Quando sono arrivate le forze dell'ordine, infatti, gli extracomunitari le hanno accolte a sassate. Così poliziotti e carabinieri hanno seguito a distanza la manifestazione di protesta per evitare ulteriori tensioni. I migranti, però, non vogliono sentire ragioni. «Non siamo qui per fare la guerra o fare casini, siamo qui per lavorare e mangiare ha detto un immigrato del Mali I carabinieri devono venire per mettere pace e non per uccidere. Quello che accaduto ieri non è giusto. E vogliamo che tutta l'Italia e tutta

l'Europa lo sappiano». Parole pesanti, pronunciate poi dal cittadino di un Paese dove, tra colpi di stato e guerre civili, i diritti umani sono un optional e la vita di un uomo vale zero. Ma, essendo ospite del nostro Paese, dove ha piena libertà di esprimersi, può anche arrogarsi il diritto di difendere chi ha la passione di accoltellare i carabinieri. I manifestanti, accompagnati da volontari italiani che si occupano di assistenza ai migranti, hanno incontrato il vicequestore di Reggio Calabria, al quale hanno sottolineato che «c'è stato un eccesso di legittima difesa» da parte del carabiniere che ha sparato. Naturalmente, anche tra le associazioni che assistono, non gratuitamente, gli immigrati c'è chi abbraccia le tesi dei manifestanti. «Quello che si chiede è una cosa giusta: sapere perché è stata uccisa questa persona - ha detto una volontaria dell'organizzazione Medici per i diritti umani - C'è una ricostruzione ufficiale dei carabinieri e adesso aspettiamo che le indagini facciano il loro corso». Come dire: noi stiamo dalla parte dei migranti. Noi, invece, stiamo con i carabinieri. www.ilgiornale.it

Pavia: finti carabinieri rapinavano ville, arrestati 14 giugno 2016

Fingendosi carabinieri, avrebbero commesso 82 tra furti e rapine in ville nelle varie province della Lombardia. Sette persone sono state arrestate dai carabinieri di Pavia con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate, furti aggravati, ricettazione ed utilizzo di segni distintivi contraffatti. I furti avvenivano per lo più ai danni di anziani, nelle province di Pavia, Lodi, Bergamo, Cremona, Piacenza, Brescia e Milano. L'attività di indagine della Procura di Pavia è cominciata nel 2015 e ha permesso di documentare l'esistenza di un'associazione criminale di soggetti di nazionalità italiana di etnia sinti ed albanese che si qualificavano come carabinieri, esibendo falsi distintivi e Page 14

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tesserini e fingendo l'intervento sul posto a seguito di un furto. Se scoperti, non avevano remore a minacciare le vittime, utilizzando spray urticante o immobilizzandole per poi svaligiare le abitazioni. L'attività d'indagine, avviata nel mese di ottobre 2015, ha consentito di accertare, tra rapine e furti, almeno 82 episodi. In una giornata i malviventi riuscivano a mettere a segno più colpi arrivando a guadagnare anche 50mila euro. Sono tuttora in corso accertamenti per definire l'eventuale responsabilità dei soggetti in numerosi analoghi altri episodi verificatisi principalmente in Lombardia ed Emilia Romagna. www.milano.repubblica.it

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Roma, rapina in una farmacia a Fidene: feriti un carabiniere e il rapinatore

saccheggiato una farmacia in via delle Isole Curzolane, il quarantenne Giovanni Castorina programma un nuovo colpo. Nel mirino, finisce ancora una farmacia.

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Spari e paura tra i clienti di una farmacia a via Radicofani, a Fidene. Un uomo armato, entrato con il volto coperto da un casco, è andato direttamente davanti al bancone della farmacia saltando la fila e ha puntato l'arma contro il farmacista intimandogli di consegnargli l'incasso. Il farmacista gli ha consegnato i soldi ma a quel punto è interventuto un carabiniere in borghese in servizio antirapina che l'ha bloccato da dietro. Ne è nata una colluttazione molto violenta all'interno della farmacia e il rapinatore ha cominciato a sparare. Anche il carabiniere ha fatto fuoco: sono stati esplosi tra i 15 e i 17 colpi. Fondamentale è stato l'intervento di un altro carabiniere, una donna, che ha sparato e disarmato il rapinatore, evitando che la sparatoria si trasformasse in una strage.

Il maresciallo Alessandro Catena ha riportato ferite al fianco, alle gambe e al mento, mentre il rapinatore, Giovanni Castorina, 42 anni, è stato centrato alle gambe. Il militare è ancora in prognosi riservata, ma i medici sembrano ottimisti. “Insieme a una sua collega – hanno spiegato gli inquirenti - erano intervenuti per sventare la rapina”. Le indagini sono affidate alla compagnia di Montesacro. Secondo una prima ricostruzione, tutto si consuma alle undici del mattino. Dopo aver Page 15

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E' successo tutto in un attimo: quando lo hanno visto entrare con il casco, i due carabinieri in borghese hanno fatto irruzione, intimando all'uomo di arrendersi. Ne è nata una colluttazione, il primo a sparare è stato il bandito: da terra, il maresciallo ha risposto al fuoco, gambizzando il ladro. Fondamentale è stato l'intervento della collega, che ha sparato e disarmato il rapinatore. Gli investigatori, stamani, parlavano di un terzo ferito: Armando Ricci, un signore residente a Capena, era lì per caso. L'uomo è stato ferito di striscio al piede. Il maresciallo Catena è ora ricoverato al policlinico Umberto I, dove da stamani i carabinieri piantonano il pregiudicato Giovanni Castorina.«Ho sentito le urla e visto la gente correre fuori dal negozio» ha raccontato un commerciante. «Poi sono arrivate le ambulanze - ha aggiunto - e ho capito cos'era successo». Al momento della sparatoria infatti nell'esercizio commerciale c'erano diversi clienti e anche una mamma con un bambino piccolo. Il rapinatore, poco prima aveva rapinato un'altra farmacia sempre sulla stessa strada, poi era salito sul suo scooter per completare l'opera. Ma una volta entrato nella seconda farmacia è stato bloccato da un carabiniere in borghese e lì sarebbe scaturito il violento conflitto a fuoco. L'arrestato. Il rapinatore, Giovanni Castorina, 42 anni, è ora piantonato in ospedale. Era uscito ad aprile dal carcere dove aveva scontato una condanna per una precedente rapina a mano armata. www.ilmessaggero.it

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

NON SI PUO' RISCHIARE LA VITA COSI', LO STATO CI ASCOLTI E INTERVENGA. L'INTERVISTA AL DELEGATO CO.CE.R. ROMEO VINCENZO SU "IL GIORNALE". Sul quotidiano "IL GIORNALE" del 09 giugno un'intervista, alla pagina 17, su come ci sentiamo noi carabinieri e quali le nostre considerazioni in merito ai fatti accaduti ieri a Rosarno e sul triste evento. Un carabiniere, un uomo di ordine e sicurezza che agisce in nome e per conto dello Stato non puo' trovarsi in queste condizioni.

FONTE: pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo pubblicata 09 agiugno 2016

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ATTUALITA' NEWS

La p a ra t a d e l 2 G i ug no, i s i nd a ci i n t e s t a 02 giugno 2016

La giornata è cominciata con l’omaggio di Mattarella al Vittoriano, poi la parata ai Fori Il ricordo del carabiniere ucciso a Marsala. La pausa «selfie» di Renzi tra la folla L’Italia dei Comuni protagonista. Il primo tricolore a sfilare per i Fori Imperiali è stato quello delle fasce dei sindaci: sono stati 400 primi cittadini ad aprire la parata del 2 Giugno. Il simbolo di una sfilata dove, come ha spiegato la ministra della Difesa Roberta Pinotti, «sono le Forze armate e gli altri corpi dello Stato a fare festa alla Repubblica e non, come si è talvolta dato a

intendere, la Repubblica che si esibisce, celebra e onora le Forze armate». Perciò sindaci in prima fila, così come protagonisti speciali sono stati gli studenti e i docenti di 53 scuole secondarie e gli atleti del Gruppo paralimpico della Difesa, che agli Invictus Games di Orlando hanno conquistato diverse medaglie. E un posto d’onore lo hanno avuto anche Marina militare e Guardia costiera, impegnati sul fronte dei migranti. Nel complesso sono state 3.600, tra militari a civili, a sfilare tra il Colosseo e piazza Venezia, mentre in tribuna d’onore insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le altre alte cariche dello Stato, tra cui il premier Matteo Renzi, sedevano ministri e parlamentari. www.corriere.it

Unioni civili, dal 5 giugno in vigore la legge Cirinnà: ecco tutte le novità 04 giugno 2016

Da domani entra in vigore la legge Cirinnà, approvata dal Psrlamento l'11 maggio scorso, che ha riconosciuto diritti e doveri alle coppie gay, con le unioni civili, e alle coppie di fatto, con le convivenze. I sindaci sono chiamati a celebrare questi nuovi istituti che sono diversamente regolamentati.

COSTITUZIONE DELL'UNIONE CIVILE: si formalizza di fronte all'ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni. L'atto si registra nell'archivio dello stato civile. COGNOME: le parti, possono stabilire di assumere un cognome comune scegliendolo tra i loro.

e materiale e alla coabitazione. Non c'è vincolo di fedeltà.

VITA FAMILIARE: le parti concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune.

REGIME PATRIMONIALE: il regime ordinario è la comunione dei beni, a meno che le parti decidano una diversa convenzione.

PENSIONE, EREDITÀ E TFR: pensione di reversibilità e Tfr spettano al partner dell'unione. Per la successione: al partner superstite va la «legittima», cioè il 50%, il restante agli eventuali figli. SCIOGLIMENTO: si applicano le norme

OBBLIGHI RECIPROCI: assistenza morale Issue 1

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ATTUALITA' NEWS della legge sul divorzio, ma non obbligatorio il periodo di separazione.

è

ADOZIONI: esclusa l'adozione legittimante. Nel testo c'è la dicitura «resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti». Alcuni tribunali hanno concesso la stepchild adoption.

CONVIVENZE DI FATTO: sono quelle tra «due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un'unione civile». I conviventi hanno gli stessi diritti dei coniugi nell'assistenza del partner in carcere e in ospedale e possono essere designati a decidere al posto dell'altro in caso di malattia e donazione organi.

CASA: in caso di morte di uno dei partner, l'altro ha diritto di subentrare nel contratto di locazione. Se il deceduto è proprietario della casa, il convivente ha diritto di continuare a viverci tra i due e i cinque anni. La convivenza è titolo per le graduatorie per le case popolari.

REGIME PATRIMONIALE: i conviventi «possono» sottoscrivere un contratto che regoli i rapporti patrimoniali, che può prevedere la comunione dei beni.

ALIMENTI: in caso di cessazione della convivenza, «il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall'altro gli alimenti qualora versi in stato di bisogno». www.ilmessaggero.it

Francesco scomunica i fedeli del Bambinello di Gallinaro 05 g i u g n o 201 6 L’annuncio ufficiale è arrivato dalla Santa Sede: scomunicati per il delitto canonico di scisma. Papa Francesco ha deciso e la Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant’Uffizio) ha messo fuori dalla Chiesa i fedeli del gruppo «Bambinello di Gallinaro», in Ciociaria, provincia di Frosinone, legati alla «veggente» Giuseppina Norcia.

La notizia è stata diffusa con un documento della diocesi di Cassino-Pontecorvo-AquinoSora, che porta la firma di monsignor Antonio Lecce e monsignor Fortunato Tamburini, vicari generali: è stato letto stamani in tutte le chiese. Il Vaticano ha ritenuto contraria alla fede cattolica la posizione del gruppo di Gallinaro, la «Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme», che era sotto osservazione da anni. Il Pontefice ha dunque scomunicato i fedeli del «Bambinello di Gallinaro» che, secondo quanto accertato dalla Santa Sede, e anche Issue 1

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da alcune indagini giudiziarie, farebbero parte di una vera e propria setta con a capo Samuele Morcia. Il santuario della «Nuova Gerusalemme» è stato per oltre 30 anni punto di riferimento per migliaia di fedeli provenienti da ogni parte d’Italia, fino a quando non è deceduta la veggente Giuseppina, colei che ha sempre sostenuto di vedere apparire nella cappella di Gallinaro il Gesù Bambino. Dalla morte dell’anziana donna, infatti, a prendere le redini di quella che sembrava una normale congregazione è stato un suo parente prossimo. Da qui, gradualmente, la «decadenza» del posto di preghiera fino a una serie di azioni e comportamenti che hanno indotto il Vaticano a intervenire in modo drastico. Il gruppo denominato «Bambino Gesù di Gallinaro» o «Nuova Gerusalemme» è «impegnato a diffondere in diverse località dottrine falsamente religiose e insegnamenti biblici distorti ed estranei alla verità dei testi sacri», si legge nel

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ATTUALITA' NEWS comunicato ufficiale della curia letto in chiesa. «La posizione dottrinale di tale gruppo - prosegue la nota - è chiaramente contraria alla fede cattolica, in quanto obbliga i fedeli a non frequentare i sacramenti, a disapprovare gli insegnamenti e la stessa autorità del Papa, a non avere relazioni con i sacerdoti e le rispettive comunità parrocchiali, a trasgredire la disciplina ecclesiastica». La sua costituzione in un nuovo ente, «scismatica», ha come conseguenza che «le iniziative della sedicente organizzazione pseudo-religiosa denominata “Chiesa cristiana universale della nuova Gerusalemme” sono in assoluta opposizione alla dottrina cattolica, e pertanto nulla hanno a che fare con la grazia della fede e della salvezza affidate da Gesù Cristo alla Chiesa fondata sulla

salda

roccia

dell’apostolo

Pietro».

Quindi, le persone che aderiscono «alla suddetta associazione incorrono nella scomunica “latae sententiae” per il delitto di scisma». Gia nel 1992 una nota della Diocesi metteva in guardia i fedeli da «fatti che tendono a presentarsi come “straordinari” o “soprannaturali”, mentre non risultano tali né per origine, né per natura, né per contenuto. Ciò vale anche per affermate guarigioni che si dicono colà avvenute, in quanto non provate scientificamente e mai presentate e sottoposte ad esame degli organi competenti». www.lastampa.it

A P l a t ì e l e t t o i l s i nd a co, d op o 1 0 a nni d i commissariamento 07 g i u g n o 201 6 Platì, centro della Locride considerato ad alta densità mafiosa, torna ad avere un sindaco democraticamente eletto dopo dieci anni di gestione commissariale. Il nuovo primo cittadino é Rosario Sergi, che ha ottenuto 1.275 voti, con una percentuale del 63,4%. Sergi ha sconfitto Ilaria Mittiga, figlia dell'ex sindaco Francesco la cui Amministrazione fu sciolta nel 2003 per infiltrazioni mafiose. Nelle elezioni del 2015 a Platì non si era potuto votare perché non erano state presentate liste.

Il centro della Locride, comunque, resta sotto osservazione da parte della Commissione parlamentare antimafia, che ha rilevato anomalie in alcune candidature tra cui quella dello stesso Sergi. Nelle settimane scorse si era ritirata dalla competizione elettorale Annarita Leonardi, la cui candidatura a sindaco era stata presentata alla Leopolda dal premier Matteo Renzi. Leonardi aveva deciso insieme ai vertici del Pd di non partecipare "per la venuta meno delle condizioni politiche". www.ansa.it

Mattarella: "Il carcere deve rieducare con umanità" 07 g i u g n o 201 6 Il presidente della Repubblica Mattarella con il ministro della Difesa Pinotti, alla festa del 2 giugno ROMA. "La funzione Issue 1

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rieducativa della pena, il senso di umanità restano l'obiettivo primario. Bisogna proseguire sulla strada che sappia unire sicurezza alla comunità e relazioni sociali, continua

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ATTUALITA' NEWS opportunità di istruzione e lavoro per offrire ai detenutI la scelta del recupero e dell'integrazione".

Parla di carceri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parla di detenuti, di vita dietro le sbarre e di condanne che devono rieducare, non semplicemente punire chi ha sbagliato. Parla agli agenti che negli istituti di pena lavorano ed ai quali "esprimere viva gratitudine e l'apprezzamento della Repubblica alle donne e agli uomini della polizia penitenziaria impegnati quotidianamente nella delicata funzione dell'applicazione delle misure di giustizia". Parole che pesano, contenute nel messaggio inviato al Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Santi Consolo, in occasione del 199/mo anniversario della fondazione del Corpo della Polizia penitenziaria, che verrà celebrato questa mattina alla presenza dello stesso Capo dello Stato.

Dare istruzione e lavoro. L'esigenza di un profondo rinnovamento del modello di detenzione trova fondamento anche nel nuovo senso delle pene che si va radicando nella cultura sociale e politica, emerso dai lavori degli Stati Generali dell'Esecuzione Penale", sottolinea il presidente che aggiunge: " Occorre proseguire sulla strada di un modello organizzativo e di gestione che, nel garantire la sicurezza della comunità e il libero svolgimento delle relazioni sociali, sappia unire l'opportunità dell'istruzione, del lavoro, l'apertura alla società esterna, per offrire ai detenuti la scelta del recupero e dell'integrazione". Senza dimenticare i passi avanti, ha tenuto ha precisare, ottenuti sul nodo critico del sovraffollamento carcerario. Conciliare severità e umanità.

" Il poliziotto penitenziario è sempre meno agente della segregazione e sempre più garante ed operatore del trattamento orientato secondo i criteri costituzionali". Questo il modello di polizia penitenziaria descritto dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando durante la cerimonia. "Conciliare severità e umanità è un Issue 1

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esercizio difficile, che richiede forte senso per il rigore della legge e grande attenzione per le condizioni reali a cui i detenuti sono sottoposti - ha aggiunto Orlando - Perciò, se pretendiamo, come è giusto che sia, che le condizioni di chi vive in restrizione corrispondano ai principi di dignità e rieducazione a cui la nostra Carta ci chiama, dobbiamo favorire quelle che sono le migliori capacità professionali del personale del Corpo: la sensibilità, la conoscenza delle storie e delle vicende personali dei detenuti". Carceri costose e affollate. Una situazione, quella delle carceri italiane, drammatica. Come ha denunciato il 15 aprile il rapporto Galere d'Italia dell'associazione Antigone: : il 34 % dei detenuti è in attesa di giudizio. Spendiamo 2,7 miliardi euro (140 a notte), tre volte la Spagna, ma solo l'8% è destinato al mantenimento detenuti. Celle vecchie, sovraffollate e allo stesso tempo costose più di un hotel a tre stelle. E' questa l'italia delle carceri, troppo piccole per ospitare gli attuali, e in crescita, 53.476 detenuti. Mancano persino i letti per i detenuti. E così quattromila non hanno nemmeno un letto a disposizione, altri 9mila che se li sognano gli standard europei di 4 metri quadri a testa di spazio. E tutto questo nonostante ogni persona in prigione costi allo stato 140 euro al giorno, ben 2,7 miliardi di euro l'anno: tre volte quello che spendono in Spagna, il 50% in più della Francia. L'80 per cento del budget miliardario viene però speso per la sicurezza, in personale. Solo l'8 è destinato ai detenuti, per pagare il vitto, corsi, attività o trasferimenti. Cifre minime a raccontare la distanza che ancora ci separa dall'idea illuminista di un carcere che rieduchi, aiuti a rinserire e non si limiti ad essere luogo di pena per chi ha sbagliato. E proprio per questo ancora di più pesano le parole del presidente della repubblica che punta il dito sul compito di rieducazione delle carceri, di umanità necessaria perchè la pena non sia solo punizione. www.repubblica.it

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C os t i a l t i e l i s t e d ’ a t t e s a , 1 1 m i l i oni di italiani rinunciano a curarsi 09 giugno 2016

Pagare per curarsi è ormai un gesto quotidiano: più sanità per chi può permettersela. Di conseguenza, in tanti devono rinunciare o rinviare: nell’ultimo anno sono stati undici milioni gli italiani che non hanno potuto occuparsi appieno della propria salute. A dirlo è la ricerca Censis-Rbm, presentata a Roma al “Welfare Day”. I numeri sono in forte aumento: nel 2012 erano 9 milioni (due in meno) gli italiani che avevano dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie per difficoltà economiche. Dunque, meno sanità pubblica e più privata (per chi può), fino ad arrivare alla sanità negata: niente cure senza soldi. Un problema che riguarda soprattutto anziani (2,4 milioni) e millennials, ovvero i nati tra gli anni ‘80 e il 2000 (2,2 milioni). Lorenzin: aumentare Fondo sanitario «È chiaro che il Sistema Sanitario deve fare i conti con la grave crisi economica che le famiglie stanno vivendo e che questa indagine Censis ci conferma la necessità di difendere l’aumento previsto del Fondo Sanitario per il 2017-18 (che dovrebbe essere di 113 miliardi di euro, 2 in più rispetto a quest’anno, ndr), che intendiamo utilizzare tra l’altro per sbloccare il turn over e stabilizzare il personale sanitario precario, rifinanziare il Fondo per l’epatite C, coprire i costi dei nuovi farmaci oncologici e garantire a tutti i cittadini accesso gratuito alle cure. Deve essere chiaro a tutti che non si possono fare le nozze con i fichi secchi» ha commentato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Quello degli italiani che rinunciano alle cure, aggiunge il ministro, «è un problema conosciuto, per la cui soluzione stiamo operando da tempo con il Ministero dell’Economia, le Regioni e i professionisti del Servizio sanitario nazionale». Li s t e d ’ a t t e s a e Le a La soluzione, prosegue, «passa da una profonda riorganizzazione del sistema delle liste di attesa, soprattutto in alcune regioni. L’obiettivo è quello di uniformare l’intero territorio su standard elevati, così da permettere a ciascun cittadino di ottenere in tempi rapidi le prestazioni Issue 1

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sanitarie di qualità». Il problema delle liste d’attesa potrebbe essere legato alle nomine in ambito sanitario: «Ho intenzione di proporre l’inserimento nel mio decreto legislativo sulla nomina dei Direttori Generali delle aziende sanitarie di una norma che imponga di valutare i manager anche in relazione agli obiettivi di riduzione delle liste d’attesa» ha spiegato Lorenzin. Un altro provvedimento che faciliterà l’accesso alla sanità pubblica è quello legato ai nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), «con l’ingresso nel Servizio sanitario nazionale di nuove prestazioni gratuite che si attendono da quindici anni». Un obiettivo, ricorda il ministro, per il quale «ho fatto stanziare in Legge di stabilità 800 milioni di euro all’anno. Da molte settimane il provvedimento è all’esame della Ragioneria Generale dello Stato, da cui sto attendendo il via libera». La qualità della sanità pubblica Secondo il rapporto Censis-Rbm, in due anni è aumentata di 80 euro a persona la spesa “out of pocket” destinata alla sanità, ovvero quella pagata dagli italiani di tasca propria e non rimborsata dal Servizio sanitario nazionale. Dal 2013 al 2015 si è passati infatti da 485 a 569 euro procapite mentre, nello stesso arco di tempo, è salita a quota 34,5 miliardi di euro la spesa sanitaria privata, con un incremento del 3,2%: il doppio dell’aumento della spesa complessiva per i consumi delle famiglie nello stesso periodo (pari a +1,7%). Negli ultimi 12 mesi 7,1 milioni di italiani hanno fatto ricorso all’intramoenia (libera professione all’interno degli ospedali), il 66,4% per evitare le lunghe liste d’attesa. Il 30,2% si è invece rivolto alla sanità a pagamento anche perché i laboratori, gli ambulatori e gli studi medici sono aperti anche di sera e nei weekend. Ma a pesare è anche lo scadimento della qualità del servizio sanitario pubblico. Per il 45,1% degli italiani nella propria regione è peggiorata: lo pensa il 39,4% dei residenti nel Nord-Ovest, il 35,4% nel Nord-Est, il 49% al Centro, il 52,8% al Sud. Per il 41,4% è rimasta inalterata e solo per il 13,5% è migliorata. continua

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ATTUALITA' NEWS Decreto sulle prescrizioni inutili Restando in tema di qualità sanitaria, 5,4 milioni di italiani nell’ultimo anno hanno ricevuto prescrizioni di farmaci, visite o accertamenti diagnostici che si sono rivelati inutili. Tuttavia, oltre il 51,3% si dichiara contrario a sanzionare i medici per questo motivo (ma l’ipotesi delle sanzioni non è mai diventata realtà). Il decreto sull’appropriatezza (che vuole appunto eliminare le prescrizioni inutili), si legge nel rapporto, «incontra l’ostilità dei cittadini, che sostengono la piena autonomia decisionale del medico nello stabilire le terapie, anche come baluardo contro i tagli nel sistema pubblico». Il 64% degli italiani è contrario alla norma: il 50,7% perché ritiene che solo il medico può decidere se la prestazione è effettivamente necessaria e il 13,3% perché giudica che le leggi sono motivate solo dalla logica dei tagli. Prevale quindi la sfiducia nelle reali finalità dell’“operazione appropriatezza”, interpretato dagli italiani come «uno strumento per accelerare i tagli alla sanità e trasferire sui cittadini il costo delle prestazioni». Camusso: no alla logica dei tagli Anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine dell’assemblea Fp Cgil, punta l’indice contro i tagli alla sanità: «I dati del Censis che parlano di 11 milioni di italiani che non

si curano rappresentano una quota impressionante, credo che sia la dimostrazione che aver progressivamente ridotto gli investimenti nel Servizio sanitario mette le persone in condizione di non curarsi, è la logica dei commissariamenti e dei tagli. Serve un grande investimento pubblico per cure e prevenzione». L’Anaao Assomed (associazione sindacale dei medici dirigenti) denuncia «la progressiva, e non più silenziosa, diminuzione del perimetro della tutela pubblica della salute e il conseguente incremento del welfare privato». Anche i deputati del Movimento 5 Stelle, in commissione Affari Sociali, hanno affrontato la questione: «La frana del nostro sistema sanitario si è già trasformata in una valanga e ad essere responsabili, intenzionalmente, di questa demolizione sono il ministro della Salute e tutto il governo, che sta mettendo il coltello alla gola dei cittadini ai quali dice “noi in sanità non investiamo più, se puoi e vuoi curarti vai dal privato”. Quello che va fatto per fermare questa valanga è del tutto evidente: per prima cosa il finanziamento del Ssn deve tornare a salire e nel 2019 deve essere riportato almeno al 7% del Pil». www.corriere.it

Milano, immigrati aggrediscono coi coltelli un poliziotto che spara 09 giugno 2016

Una volenta rissa, con coltelli e catene. Poi gli immigrati, sei egiziani residenti a Milano, hanno aggredito e picchiato il poliziotto che era intervenuto per sedare la rissa. L'agente ha dovuto sparare un colpo in aria per evitare di essere linciato. I sei egiziani, scrive Repubblica, si stavano fronteggiando con delle catene e molti di loro erano armati di coltello. La rissa ha avuto luogo tra via Solaroli e via Pasinetti a Milano. Durante le violenze, una pattuglia della polizia che passava lì vicino si è fermata per sedare gli animi bollenti. Nonostante la presenza delle forze dell'ordine, gli immigrati Issue 1

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hanno continuato a picchiarsi. Poi si sono scagliati contro il poliziotto, che non ha potuto far altri che estrarre la pistola e sparare un colpo in aria. Con grande freddezza. Il colpo in aria del poliziotto Dopo aver premuto il grilletto, il poliziotto è riuscito a portare la calma tra i sei immigrati. Che sono stati arrestati. uno di loro, un 33enne, è stato ricoverato in codice rosso, avendo subito coltellate al fianco, alla testa e alla mano. Era disteso in una pozza di sangue. Ora al Policinico è in prognosi riservata ma non dovrebbe morire. www.ilgiornale.it

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Troppe donne uccise da uomini che non accettano le separazioni 09 giugno 2016

I casi di femminicidio si stanno moltiplicando in modo esponenziale e soprattutto preoccupante in Italia dove ormai quotidianamente facciamo i conti con episodi di inaudita e brutale violenza ai danni di donne vittime dei loro compagni, mariti e fidanzati. Come riferiscono le cronache nella maggioranza dei casi i partner non accettano la fine della relazione che per la donna non è più sostenibile. Così esplode una violenza cieca, si scatenano veri e propri moti d’ira dove la ragione si perde e l’uomo si trasforma in un bruto, in un assassinoche non solo ammazza, ma infierisce anche sulla sua donna e spesso anche sui propri figli. In qualche caso l’assassino, dopo l’efferato delitto, sceglie il suicidio in un momento di lucida consapevolezza della tragedia immane di cui si è reso responsabile. Il quesito che sta sulla bocca di tutti è però il seguente: come si può arginare questo fenomeno, come si può scongiurare il ripetersi di tali eventi che innescano istinti imitativi in una società sempre più sorda, indifferente verso le sorti dell’individuo, verso questi drammi che stanno acquisendo un carattere di ordinarietà proprio per la frequenza con cui accadono ingenerando alla fine quasi indifferenza. Il livello di violenza che, complice una miriade di fattori di ordine sociale, economico e culturle, si sta accumulando nella comunità cresce in modo sempre più preoccupante generando una molteplicità di eventi che spesso non offendono più la morale anche per la consuetudine con il sangue e con la violenza determinata dai media, in particolare la televisione e internet. Violenza sovrabbondante, ovunque, sempre più cruda al punto da non far più orrore: questo consente a chiunque di sentirsi arbitro della vita altrui e quindi facultato a impugnare un arma e con essa uccidere chi non si assuefa ai propri voleri. E’ praticamente scomparsa la capacità di dialogare e di confrontarsi, di ascoltare le Issue 1

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ragioni degli altri e di contrapporre a quelle altrui le proprie idee, i propri sentimenti. Per modificare culturalmente questo atteggiamento richiede tempo, forse decenni per i decenni di violenza assimilata gratuitamente da intere generazioni spesso inconsapevoli di che cosa significa uccidere o violentare un’altra persona. E’ un processo troppo lungo se attraverso di esso si intende contrastare il femminicidio. Oggi occorre sensibilizzare le donne che vivono situazioni critiche e che intendono chiudere le proprie relazioni, separarsi per intraprendere un’altra vita che ciò non è possibile senza esporsi a una certa dose di rischio non sempre autovalutabile. C’è bisogno di accompagnare la donna e il partner in questo processo di dissoluzione della coppia e questo nell’interesse primario della donna che ha oggettivamente bisogno di aiuto per dire basta a un rapporto che, per qualunque motivo, è senza prospettive e senza futuro. I Consultori familiari rappresentano sicuramente un istituto da rianimare in questa nuova dimensione sociale per assumere la funzione di primo riferimento per le donne che intendono intraprendere separazioni e così coinvolgere il partner in un percorso critico che consente una presa di coscienza che può scongiurare l’esplosione improvvisa di violenza. Le donne oggi devono difendersi da un uomo che vive in modo sempre più stressante il rapporto con loro e per farlo hanno bisogno di un aiuto perchè l’epilogo tragico di una storia è sempre in agguato, imprevedibile e anche un semplice appuntamento per parlarsi può scatenare la furia omicida! www.mezzogiornoedintorni.it

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La malattia dell’Italia

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concilia con i tempi che stiamo vivendo, indebitati come siamo, incapaci di Per chi tira a campare e magari usa affrontare la riorganizzazione della spesa espedienti per restare a galla in politica pubblica che intanto continua ad non è un buon momento. aumentare, con le produzioni di merci e Si è visto nelle recenti competizioni servizi esposte nella competizione globale. elettorali amministrative che hanno L’elettore italiano, storicamente st ariguardato una buona fetta dell’elettorato bilissimo nei suoi orientamenti, è diventato italiano, con le principali città italiane volubile, giacché le strutture politiche interessate, come Roma, Milano e Napoli. oramai sono un simulacro sbiadito di fronte Un test importante per sondare gli umori alla personalizzazione imperante. dei cittadini e per costruire le premesse I cittadini, in assenza di partiti, non solo per rimescolamenti di alleanze nel sempre non sono partecipi delle scelte se non con più confuso magma politico italiano, e la richiesta che si fa loro di recarsi alle magari per far emergere qualche nuovo urne o di essere tifosi, ma devono anche leader utile a dar sostegno ai traballanti sentirsi fare promesse sempre più grandi schieramenti impegnati sulla scena che naturalmente non diventeranno mai pubblica, alla continua ricerca di volti realtà. Il tutto in una condizione di pesante nuovi. situazione economica che riduce occupati e consumi. Il numero dei votanti è sceso a livelli preoccupanti dopo tanti anni di elevata Ancora una volta i segnali dati dagli affluenza anche nella scelta dei sindaci elettori sono forti e si vuol sperare che ci che, come si sa, ha sempre fatto registrare sia il coraggio di raccoglierli: essi vogliono percentuali di votanti più rilevanti al stabilità. Per ottenerli ci vogliono partiti confronto con le competizioni politiche che siano davvero la casa dei cittadini a nazionali o europee. E questo perché i che, partecipando alla vita politica, candidati nelle varie liste possono arrivare diventino classi dirigenti responsabili e anche a un migliaio nelle grandi città e dunque attori della vita comunitaria. Una quindi diventare attori di forte politica economica e sociale efficace ha coinvolgimento dell’elettorato locale; la bisogno di consenso popolare che si ottiene conoscenza diretta che si ha del sindaco e attraverso la partecipazione consapevole e degli amministratori rafforza la spinta alle non con le tifoserie faziose o i bonus urne. Ma anche questi elementi non estemporanei tirati fuori come i conigli dal funzionano più come una volta. cilindro all’ultimo minuto e solo per conquistare il consenso effimero una Come non bastasse, la frantumazione delle tantum. vecchie alleanze, insieme con l’aumento di Solo così si può tentare di uscire dalla quello che chiamano il voto di protesta, ben maledizione del populismo. Prima che sia testimonia e rappresenta la situazione troppo tardi e si venga travolti dal fiume in assai diversa rispetto ad anni fa; un puzzle piena. sempre più complicato a comporsi e la constatazione che quasi tutte le competizioni continueranno con il ballottaggio, www.interris.it con nessuno che ha ottenuto un consenso oltre il 50% per essere eletto al primo turno, ben danno conto, per di più, di ciò che sta avvenendo.

Il nostro Paese, dunque, è malato di instabilità e questa situazione mal si Issue 1

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ATTUALITA' NEWS

Non si può lavorare oltre il limite d’età La Consulta promuove il decreto Madia

10 giugno 2016

La Consulta “promuove” il de-creto legge Madia (convertito nella legge n. 114 del 2014), che di ce no al trattenimento in servizio oltre i limiti di età per la pensione nella Pubblica amministrazione.

La Corte costituzionale con una sentenza deposita oggi ha infatti dichiarato infondate le questioni di incostituzionalità sollevate a proposito di alcuni casi relativi a docenti universitari e avvocati dello Stato. Il provvedimento, tra l’altro, dice la Corte, «favorisce il ricambio generazionale».

La legge Madia abolisce il trattenimento in servizio che permetteva di restare al lavoro anche dopo il compimento dell’età richiesta per andare in pensione. Per la generalità del pubblico impiego lo stop alla possibilità di rimandare la pensione è scattato il 31 ottobre 2014, mentre una deroga è stata concessa ai magistrati per i quali, pur con alcuni paletti, la scadenza è fissata alla fine del 2016.

La sentenza depositata oggi (n. 133) ricorda che la norma che prevede l’eliminazione del trattenimento in servizio si inserisce tra le misure volte a «favorire la più razionale utilizzazione dei dipendenti pubblici», come afferma la legge stessa, e «costituisce - scrive la Corte, giustificando l’uso del decreto legge - un primo intervento, peraltro puntuale e circoscritto, di un processo laborioso, destinato a dipanarsi in un arco temporale più lungo, volto a realizzare il ricambio generazionale nel settore».

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EffettoTre 15 Giugno 2015

La Consulta esclude anche la violazione dell’obbligo di copertura finanziaria del provvedimento facendo riferimento alla relazione tecnica dove, si legge nella sentenza, «è chiaramente indicato che, dopo l’anno 2018, gli oneri mostrano un andamento decrescente». Inoltre, la valutazione della legge «non può essere costretta in una dimensione temporale limitata, ma deve svolgersi in riferimento a un arco temporale sufficientemente ampio» durante il quale «l’attuazione delle misure in esame appare idonea ad agevolare risparmi da cessazione capaci di liberare risorse nuove spendibili per l’auspicato ricambio generazionale». La “ratio” della legge Madia, afferma la Consulta, è proprio «quella di favorire politiche di ricambio generazionale a fronte della crisi economica. Gli effetti positivi attesi dall’abrogazione del trattenimento in servizio sono connessi alla necessità di realizzare progressivi risparmi da cessazione che, in relazione al regime del turn over, alimenterebbero le risorse utilizzabili per le nuove assunzioni». Richiamando poi sue precedenti sentenze, la Consulta ribadisce che «il buon andamento dell’amministrazione non può dipendere affatto dal mantenimento in servizio di personale che ha raggiunto i limiti di età», posto che «il prolungarsi del servizio oltre i limiti non è sempre indice di accrescimento dell’efficienza organizzativa». www.lastampa.it

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ATTUALITA' NEWS

La caserma è occupata da 500 profughi Alla commemorazione partecipano solo loro

11 giugno 2016

La commemorazione dei caduti apre soltanto ai profughi. Siamo a Treviso. L'8 giugno per i trevigiani è una data importante, ricorre l'anniversario della morte dei soldati del 55° Reggimento Fanteria, annegati nell'affondamento del piroscafo Principe Umberto.

Era il 1916 e degli oltre 1.700 fanti, 521 erano soldati della Marca Trevigiana. Per ricordarli l' 8 giugno a Treviso c'è stata una cerimonia all'interno dell'ex caserma Serena, dove c'è un monumento a loro dedicato. Peccato che qui siano ospitati quasi 500 richiedenti asilo, sicché al rito di commemorazione hanno partecipato i profughi con in mano le bandierine tricolore, i sindaci di Treviso, Casier e Conegliano: due comuni trevigiani, il Prefetto Laura Lega e il presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni della Grande Guerra, Franco Marini, e poi, poche selezionatissime persone. Per motivi di sicurezza, infatti, legati all'ospitalità dei profughi, i cittadini trevigiani e i familiari degli avi caduti sono stati lasciati fuori. «Non ci hanno fatto entrare dice infuriato Domenico Piccoli, tra l'altro anche ex consigliere comunale Pdl con me c'erano altre persone, tra cui un generale di Casier. Ci hanno detto che era aperto soltanto agli invitati e ci hanno lasciato fuori sotto la pioggia. Così attorno al monumento e durante l' alzabandiera c'erano i profughi che hanno anche cantato l'inno di Mameli. Una vergogna». Gli inviti erano ristretti a una schiera ben precisa di persone, nemmeno i familiari, per il centenario, hanno ricevuto nulla. «Mio zio è morto nell'annegamento di quel piroscafo racconta Paolo Mascherin che ha 92 anni e abita a Santa Maria del Rovere nel trevigiano se qualcuno mi avesse avvisato della cerimonia, ci sarei andato volentieri, anche se alla mia età è difficile muoversi». A portare alla ribalta la questione è stato Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2015

proprio il consigliere Piccoli che ha inviato una lettera di protesta a Il Gazzettino. «Le autorità hanno deciso di promuovere una cerimonia con la partecipazione limitata a pochi rappresentanti delle istituzioni si legge - senza curarsi della cittadinanza e dei familiari degli avi caduti; mentre hanno potuto presenziare cinquecento stranieri che di quei fatti di guerra e dell'Italia non nutrono alcun interesse e ancor meno rispetto». Una lettera che ora Piccoli invierà anche al presidente della Repubblica, al premier Matteo Renzi, al ministro dell'Interno, ai tre sindaci presenti e al Prefetto. Non solo, tra i trevigiani interessati c'è anche il presidente della provincia di Treviso, Leonardo Muraro, il quale ci rivela che il nonno, Giulio Muraro, da quella strage ne uscì superstite e che per il fatto dipinse tre quadri dove si vede il piroscafo affondare con la scritta «Silurato dal nemico austriaco», di cui uno custodito in un museo di Treviso. «Avevo chiesto al Prefetto racconta Muraro di poter portare il quadro durante la commemorazione, ma non mi ha più fatto sapere nulla. Forse si sarà dimenticata. Resta il fatto che ci sono tante persone che hanno vissuto questo dramma e magari l'evento per la ricorrenza si poteva organizzare meglio. Si sarebbe dovuta aprire la cerimonia alla cittadinanza e invitare i familiari perché per Treviso è importante, visti anche i cento anni». In quella strage, infatti, la più grande tragedia navale italiana, morirono 52 ufficiali, 1.764 soldati del 55° Reggimento Fanteria e 110 marinai dell'equipaggio. Di quei soldati, un terzo erano trevigiani, che mercoledì sono stati ricordati solo dai migranti. www.ilgiornale.it

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ATTUALITA' NEWS

Crisi, raddoppiate le famiglie povere tra il 2007 e i l 2014 12 giugno 2016

Le famiglie italiane in condizione di povertà assoluta sono quasi raddoppiate negli anni della crisi: +78,5%, con una incidenza sul totale passata dal 3,5% prerecessione al 5,7% del 2014. Lo segnala un'indagine dell' Ufficio studi della Confcommercio. Le persone in povertà assoluta hanno superato nel 2014 i 4 milioni, con un incremento di quasi il 130% rispetto al 2007, arrivando a sfiorare il 7% della popolazione. Le famiglie assolutamente indigenti erano oltre 823mila nel 2007, sono salite a quasi 1,5 mln nel 2014. In tema di pressione fiscale, Italia batte Germania 43,6% (del Pil) a 39,5%. Ma è un primato che non piace affatto a imprese e famiglie. Se l'Italia infatti avesse avuto la stessa pressione fiscale della Germania nel 2014, ci sarebbero stati 66 miliardi di euro in meno di prelievo fiscale, ''vale a dire 23

miliardi in meno di Irpef e altrettanti di imposte indirette, nonchè 20 miliardi in meno di carico contributivo su imprese e lavoratori''. Secono lo studio, tra 20102014 ci sono segnali di miglioramento, nel confronto Italia-Germania su qualità del capitale umano e carico eccessivo di tasse ''i divari restano molto ampi''. ''L'eccesso di pressione fiscale in Italia presenta una connotazione strutturale per l'incapacità di procedere a una serie revisione della spesa pubblica che riduca eccessi e sprechi'' afferma l'Ufficio studi. Fino ad oggi, ''gli unici tagli hanno riguardato la spesa in conto capitale, cioè di fatto gli investimenti pubblici''. Infatti, ''tutte le componenti di spesa corrente derivanti da scelte discrezionali di policy sono in crescita tra il 2015 e il 2017, anche se con incrementi leggermente inferiori a quelli del Pil nominale''.

www.ansa.it

D i s a b i l i , è l e g g e i l « D op o d i noi » Q ua nd o i genitori non ci saranno più

14 giugno 2016

L’angoscia dei genitori per il “dopo di loro”, quando i propri figli dovranno affrontare la vita da soli, con la loro disabilità, senza nessuno che se ne prenda cura. Per la prima una legge dello Stato sul “Dopo di noi” prova a dare loro una risposta. 90 milioni di euro previsti per il 2016 Con 312 voti a favore il testo unificato “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare” è stato approvato martedì pomeriggio in seconda lettura dalla Camera dei deputati, dopo le modifiche del Senato che avevano cercato di recepire i suggerimenti delle Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2015

associazioni dei familiari. Contrario il Movimento 5 stelle, pur condividendo le finalità della legge. «Le associazioni delle persone con disabilità e i loro familiari hanno chiesto più servizi – afferma la deputata M5S, Giulia Di Vita –. Invece, con le agevolazioni previste per negozi giuridici prettamente privati, il provvedimento aiuta solo quelle famiglie che hanno già una disponibilità economica, cioè patrimoni che possono lasciare ai loro figli; quindi, potrà usufruire della legge una platea molto ristretta di persone con disabilità». «Con questa legge lo Stato si assume un impegno per dare risposte alle persone più continua

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ATTUALITA' NEWS fragili e restituire un po’ di serenità a tanti genitori – ribatte Ileana Argentin, prima firmataria di una proposta di legge poi confluita nel testo unificato approvato dalla Camera – . Ora finalmente ci sono fatti concreti perché per la prima volta c’è un fondo sociale specifico, pubblico, per il “dopo di noi”, con 90 milioni già previsti dalla legge di stabilità per il 2016».

Cosa prevede il provvedimento Il provvedimento, composto da 10 articoli, disciplina le misure di assistenza, cura e protezione per le persone con disabilità grave prive di sostegno familiare, in quanto sono venuti a mancare entrambi i genitori o poiché gli stessi non sono in grado di fornire un adeguato sostegno. Il testo modificato dal Senato estende le tutele anche alle persone con disabilità che, pur avendo i genitori ancora in vita, non possono beneficiare del loro sostegno. È quindi prevista la progressiva presa in carico della persona interessata già durante l’esistenza in vita dei genitori, ovvero “durante noi” e, inoltre, si specifica che «le misure sono definite con il coinvolgimento dei soggetti interessati e nel rispetto della volontà delle persone con disabilità grave, ove possibile dei loro genitori o di chi ne tutela gli interessi». In attesa dei Lep L’articolo 2 fa riferimento al decreto che dovrà essere approvato sui Livelli essenziali delle prestazioni assistenziali (Lep) nel campo sociale, diritti che dovranno essere garantire su tutto il territorio nazionale. In particolare, nelle more del completamento del procedimento di definizione dei Lep, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con quello dell’economia e previa intesa in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni, definisce gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare, con decreto da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge.

Rimanere a casa La legge istituisce (all’art. 3) il «Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare» presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con una dotazione di 90 milioni di euro per il 2016, di 38,3 milioni per il 2017 e di 56,1 milioni annui a decorrere dal 2018. Il Fondo è destinato, in particolare, Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2015

ad «attivare e potenziare programmi volti a favorire percorsi di deistituzionalizzazione, di supporto alla domiciliarità in abitazioni o gruppi-appartamento che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare e che tengano conto anche delle migliori opportunità offerte dalle nuove tecnologie, al fine di impedire l’isolamento delle persone con disabilità grave».

Limiti a soluzioni abitative extrafamiliari In seguito alle critiche delle associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari che temono, dopo di loro, il ricovero in istituto dei loro cari, al Senato erano stati introdotti dei limiti alla possibilità di ricorrere a soluzioni abitative extrafamiliari, seppur temporanee e in caso di emergenza. Ora il nuovo testo dell’articolo 4 prevede che sarà possibile realizzare solo «ove necessario e, comunque, in via residuale, nel superiore interesse delle persone con disabilità grave, interventi per la permanenza temporanea in una soluzione abitativa extrafamiliare per far fronte ad eventuali situazioni di emergenza, nel rispetto della volontà delle persone con disabilità grave, ove possibile, dei loro genitori o di chi ne tutela gli interessi».

Polizze assicurative, trust e altri negozi giuridici Per i premi assicurativi sul «rischio di morte finalizzato alla tutela delle persone con disabilità grave accertata» l’importo che sarà possibile detrarre dalle tasse passa da 530 a 750 euro. Uno dei punti più contestati della legge approvata in prima lettura dalla Camera, è stato il trust (istituto giuridico che garantisce una protezione legale tramite un rapporto fiduciario tra chi dispone di un bene e lo affida a un soggetto che deve amministrarlo in suo nome ndr) in favore di persone con disabilità grave. Il principale timore dei genitori che non hanno un patrimonio da lasciare ai loro figli è che possano essere ricoverati in istituti o residenze protette, quando loro non ci saranno più. Il Senato ha accolto alcune richieste delle associazioni, ampliando esenzioni ed agevolazioni tributarie previste per i trust ad altri negozi giuridici già esistenti, quindi con una maggiore possibilità per le famiglie di scegliere. continua

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ATTUALITA' NEWS Il nuovo articolo 6 prevede che i trasferimenti di beni (materiali o immateriali) per causa di morte, mediante donazione, trust o a titolo gratuito, saranno esonerati dal pagamento dell’imposta di successione e donazione a condizione che

«perseguano come finalità esclusiva l’inclusione sociale, la cura e l’assistenza delle persone con disabilità grave, in favore delle quali sono istituiti». www.corriere.it

I certificati medici per le attività sportive non agonistiche 15 giugno 2016

Preannunciata da due circolari del Ministero della Salute del 16.06.2015 e 28.10.2015, lo scorso 10 giugno il CONI ha emanato una propria circolare che definisce, in accordo con i precedenti ministeriali, i confini dell’attività sportiva non agonistica all’interno dell’ordinamento sportivo ai fini degli obblighi sulla tutela sanitaria delle attività sportive. Si chiarisce, in premessa, che nulla cambia per le attività a carattere agonistico (ai sensi del D.M. 18/02/1982). Queste rimangono soggette alla certificazione sanitaria che preveda l’idoneità specifica alla pratica di una determinata disciplina sportiva. I n riferimento, invece, alla pratica non agonistica (si ricorda che la qualificazione come agonistica o meno dell’attività promossa compete alla Federazione o all’Ente di promozione sportiva di riferimento) il CONI ha effettuato una distinzione tra 3 tipologie di tesseramento. Va ricordato, in partenza, che stiamo esaminando un atto amministrativo che deroga provvedimenti approvati con decreti ministeriali e che, pertanto, sotto questo profilo presenta degli aspetti di dubbia efficacia. Secondo le indicazioni del massimo ente sportivo italiano, le Federazioni e gli Enti di promozione dovranno provvedere a uniformare la loro disciplina sul tesseramento secondo i seguenti principi:

1. per i tesserati che svolgono attività sportive regolamentate: vige l’obbligo del certificato di idoneità non agonistico (come definito ed individuato da ultimo con le linee guida del Ministero della Salute 08/08/2014) per tutti i tesserati in Italia Issue 1

EffettoTre 15 Giugno 2015

che svolgono attività organizzate dal CONI o da soggetti da questo riconosciuti (Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva) ritenute a carattere non agonistico fatta eccezione per quanto previsto dal seguente punto b); 2. per i tesserati che svolgono attività sportive che non comportano impegno fisico: non sussiste obbligo di certificazione (ma la circolare raccomanda comunque un controllo medico) per tutti i tesserati in Italia con la qualifica di non agonisti che svolgono attività organizzate dal CONI o da da questo riconosciuti soggetti caratterizzate dall’assenza o dal ridotto impegno cardiovascolare.

Vengono elencati una serie di sport (elenco ampliato rispetto a quanto indicato dal Decreto Balduzzi in materia di defibrillatori). Tale elenco non è comunque da intendersi a titolo esaustivo perché la circolare prevede che non vige obbligo di certificazione per tutte quelle ulteriori attività “il cui impegno fisico sia minimo”. I dubbi che nascono da questo punto sono tre. Il primo se questa elencazione possa individuare anche, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 5 comma 3 del D.M. 24 aprile 2013, l’area delle società sportive non tenute agli obblighi di detenzione dei defibrillatori semiautomatici e della formazione degli addetti relativi in quanto attività a ridotto impegno cardiocircolatorio. Il secondo su quali siano i parametri sulla base dei quali poter far rientrare “le altre attività facenti capo alle Federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive continua

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ATTUALITA' NEWS associate e agli enti di promozione sportiva il cui impegno fisico sia evidentemente minimo”, che verrebbero, per l’attività non agonistica, comunque esentati dal certificato. Il terzo è di carattere più generale e coinvolge la disposizione di cui all’articolo 2050 del codice civile. La norma disciplina la responsabilità per le “attività pericolose” (si ricorda che per la giurisprudenza, ad esempio, costituiscono attività pericolose quelle del tiro, qui esentate dal certificato – vedi tra tutte Cassazione sentenze 28.09.1964 n. 2242 e 30.11.1977 n. 5222), per le quali chi cagiona un danno ad altri “è tenuto al risarcimento se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno”. Ma siamo sicuri non produca comunque una responsabilità del gestore della linea di tiro la mancata chiesta del certificato sulla base di un documento di natura amministrativa? Infine, occorre considerare la posizione dei tesserati che non svolgono alcuna attività sportiva (non praticanti). Rientrano in tale tipologia di tesseramento tutti i tesserati dichiarati “non praticanti” da FSN, DSA ed EPS. Tale specifica qualifica dovrà risultare già all’atto del tesseramento con inserimento in un’apposita categoria all’uopo istituita.

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Questa è la categoria in assoluto più oscura. In via preliminare si pone una domanda: il tesserato “che non svolge alcuna attività sportiva” per quale motivo dovrebbe tesserarsi?Le Federazioni dovranno prevedere tesseramenti differenziati al fine di evitare che i non praticanti poi, alla fine “pratichino” a scapito della Federazione stessa? Se l’attività in esame è quella che, fino ad oggi, abbiamo definito come “ludico – motoria” quale diventa il confine tra la stessa e quella non agonistica per la quale sarebbe necessario comunque la certificazione? Credo che il lavoro per le Federazioni (e le conseguenti responsabilità), in relazione alle conseguenti modifiche alle carte federali, non sia né facile né semplice. Consentitemi una riflessione conclusiva. La disciplina originale sui certificati medici era in vigore dai primi anni 80.

Per trent’anni purtroppo non ha risparmiato decessi ma, forse, ne ha anche evitato qualcuno. Siamo proprio sicuri che valeva la pena fare questa rivoluzione? www.ecnews.it

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RUBRICHE

Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro LOCAZIONE

Pignoramento dalla creditrice della società locatrice dell'immobile: ciò non rende meno grave la morosità della società locataria. Confermata la risoluzione dell’accordo relativo all’uso non abitativo di un immobile. La società locataria condannata a pagare i quasi 10mila euro di canoni dovuti e non versati. Irrilevante il fatto che essa abbia ricevuto un atto di pignoramento da parte di una creditrice della società locatrice dell’immobile. ((Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 3, ord.za n. 12122/16; depositata il 13 giugno))

PROFESSIONE FORENSE

Avvocato consegue il titolo in Romania tramite un organismo non riconosciuto: cancellato dall'albo Secondo l’IMI (Internal Market Information Sistem), l’unico soggetto idoneo alla verifica della effettiva abilitazione all’esercizio della professione legale in Romania è la UNBR tradizionale. ((Corte di Cassazione, sez. Unite Civili, ord.za n. 12087/16; depositata il 13 giugno))

LEGGE MERLIN

nel ‘Belpaese’ per prostituirsi. Ad accoglierla la ‘protettrice’, originaria dell’Argentina, che, però, non sembra aver fatto nulla per convincere la ragazza ad abbandonare il proprio Paese per vendere il proprio corpo in Italia. (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 24425/16; depositata il 13 giugno)

LICENZIAMENTO INDIVIDUALE

L'onere di repechage è affare esclusivo del datore di lavoro.

Poiché onere di allegazione e onere probatorio non possono che incombere sulla medesima parte, nel senso che chi ha l’onere di provare un fatto primario (costitutivo o modificativo o estintivo del diritto azionato) ha altresì l’onere della relativa compiuta allegazione, non incombe sul lavoratore l’onere di segnalare posizioni di lavoro analoghe a quella soppressa alla quale era adibito - cui essere utilmente ricollocato. (Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza n. 12101/16; depositata il 13 giugno)

SEPARAZIONE

Lei via di casa e due mesi dopo comincia il giudizio di separazione: nessun addebito per la donna. Lei via di casa e due mesi dopo comincia il giudizio di separazione: nessun addebito per la donna.

Dall'Argentina in arrivo una giovane 'lucciola'. La "protettrice" in Italia non colpevole per "induzione alla prostituzione". Inequivocabile il contenuto di una telefonata. Si parla della partenza dal Sud America di una giovane che si trasferisce

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(Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 1, ordinanza n. 11785/16; depositata l'8 giugno)

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro La C a s s a z i one a s s e nt e i s t i 08 giugno 2016

Arriverà oggi dalle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera il parere finale sul decreto anti-assenteismo, ultimo passaggio prima del via libera definitivo in consiglio dei ministri che come ribadito dalla ministra Marianna Madia è previsto per la prossima settimana. Intanto dalla Cassazione arriva una sentenza, la 11630 depositata ieri, che «salva» dal licenziamento i vecchi assenteisti a patto che non siano recidivi. Ma andiamo con ordine. Sulle nuove regole anti-assenteismo, che attuano la parte della delega sulla Pa relativa al procedimento disciplinare e prevedono la sospensione entro 48 ore e il licenziamento in 30 giorni dei dipendenti pubblici colti in flagrante a timbrare l’entrata senza però entrare in ufficio, anche la Camera è intenzionata a porre tre condizioni su altrettanti punti delicati del decreto. Il parere, su cui il lavoro di Montecitorio è stato coordinato dai relatori Alan Ferrari per la commissione Affari costituzionali e Valentina Paris per la commissione Lavoro, chiederà al governo di scandire un calendario preciso sul preavviso e sulla notifica della contestazione, anche per garantire il diritto al contraddittorio. È un tema solo apparentemente tecnico, che intreccia però l’obiettivo sostanziale del provvedimento, perché una procedura incerta moltiplica i rischi di contenzioso e può offrire armi in più all’assenteista. la Camera, inoltre, chiederà di evitare la previsione esplicita del reato di «omissione di atti d’ufficio» a carico del dirigente che non fa partire subito il procedimento discipli-nare: l’obiettivo della richiesta, accompagnata dalla proposta alternativa di segnalazione obbligatoria all’autorità giudiziaria, è quello di mettere al riparo il decreto dal rischio di andare oltre i confini già tracciati Page 32

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« sal v a»

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v e cchi

dalla delega, come segnalato anche dal Consiglio di Stato: l’eccesso di delega, infatti, espone il decreto alla possibilità di essere poi giudicato illegittimo dalla Consulta. In linea con le indicazioni del Senato, poi, c’è la richiesta di prevedere l’assegno alimentare per il dipendente sospeso e “in attesa” del licenziamento. Sugli assenteisti, ha ricordato la ministra, ci sono già procedimenti in atto, ma gli esiti non sono sempre quelli scontati. Ieri per esempio la Cassazione ha detto l’ultima parola sul caso di un funzionario di un Comune del Nord che a fine 2008 era stato licenziato per false timbrature. A “salvare” il dipendente è stato il contratto degli enti locali firmato il 22 gennaio 2004, l’ultimo siglato prima del lungo congelamento contrattuale della Pa, che prevede la sospensione da 11 giorni a sei mesi per i «fatti, colposi o dolosi, che dimostrino grave incapacità ad adempiere adeguatamente agli obblighi di servizio», riservando il licenziamento alle «recidive plurime». A complicare le cose c’è il fatto che il decreto Brunetta, con la stretta sulle sanzioni anti-assenteismo, è arrivato solo nel 2009, cioè l’anno successivo al caso, ma per giustificare il licenziamento il Comune aveva invocato il «notevole inadempimento degli obblighi contrattuali» indicato come giustificato motivo di licenziamento dalla legge 604 del 1966. La Cassazione ha ribattuto però che in fatto di licenziamento le previsioni dei contratti nazionali «non possono essere disattese dai giudici», perché sono il frutto della «valutazione della gravità di determinati com portamenti» svolta dalle parti sociali e che quindi non è possibile stabilire una sanzione «più grave di quella prevista dal contratto». www.ilsole24ore.com

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro

Licenziamenti Pa, Cassazione: vale l’articolo 18 e non la Fornero 09 giugno 2016

Ai licenziamenti nel pubblico impiego si applica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. E non la legge Fornero. La Corte di Cassazione afferma - con la sentenza n. 11868 della sezione Lavoro depositata in data odierna - che il licenziamento del personale del pubblico impiego non è disciplinato dalla “legge Fornero”, bensì dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Così recita la sentenza: «Non si estendono ai dipendenti de l l e pubbliche am ministrazioni», sino ad un «intervento normativo di armonizzazione», le modifiche apportate all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori da l l a l e g ge 92/ 2012, la cosiddetta riforma Fornero, «con la conseguenza che la tutela da riconoscere a detti dipendenti in caso di licenziamento illegittimo resta quella assicurata dalla previgente formulazione della norma». La Cassazione interviene su una questione da tempo dibattuta su cui ci sono state anche sentenze di diverso orientamento ma il Governo, con il ministro della Pa Marianna Madia, ha sempre tenuto a precisare come l'articolo 18 per gli statali non è stato cambiato né dalla legge Fornero, prima, né dal Jobs act, dopo. Per il pubblico impiego le garanzie sarebbero quindi intatte, con la reintegra in caso di licenziamento senza giusta causa. Un trattamento diverso rispetto ai lavoratori privati, sostiene il ministero, perché è diversa la natura del datore di lavoro. Per mettere fine a possibili diverse interpretazioni il governo resta dell'idea di intervenire, da quanto si apprende, con una norma che chiarisca l'esclusione dei dipendenti pubblici dalle nuove regole. La precisazione dovrebbe trovare spazio nel testo unico del pubblico impiego, in attuazione della riforma della P.A. Un impegno in questo senso era stato preso Page 33

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alla fine dello scorso anno da Madia, dopo una sentenza della stessa Cassazione che allora, però, sembrava dire il contrario, ovvero che le modifiche della Fornero valevano anche per gli statali.

Il principio di diritto Ai rapporti di lavoro disciplinati dal decreto legislativo n.165 del 2001, art.2, non si applicano le modifiche apportate dalla legge 28.6.2012 n.92 all'art.18 della legge n.300 del 1970, per cui la tutela del dipendente pubblico in caso di licenziamento illegittimo intimato in data successiva all'entrata in vigore della richiamata legge n.92 del 2012 resta quella prevista dall'art.18 della legge n.300 del 1970 nel testo antecedente alla riforma”: è questo il principio di diritto fissato dalla Suprema corte nella sentenza 11868 depositata oggi, con cui esclude che la riforma Fornero si possa applicare al pubblico impiego per quanto riguarda i licenziamenti. Il verdetto ha accolto un ricorso del ministero delle Infrastrutture contro un funzionario licenziato perché faceva il doppio lavoro al quale, tuttavia, la Corte d'appello di Roma aveva riconosciuto 6 mesi di indennità risarcitoria, come prevede la legge Fornero nel caso di licenziamenti legittimi ma con violazione delle procedure di contestazione disciplinare. Il ministero nel ricorso in Cassazione aveva fatto reclamo contro i sei mesi di risarcimento. Ora il caso torna alla Corte d'appello di Roma. www.ilsole24ore.com

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Il mondo della Tecnologia

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Apple, da Siri che diventa uomo alla nuova visione per l e f ot o: e cco l e 1 0 nov i t à d i i O S 1 0 Dai Messaggi alle Foto, passando per Siri disponibile anche con voce maschile per gli utenti italiani e la possibilità di cancellare le applicazioni targate "Apple" che non si usano: sono alcune delle novità che arriveranno in autunno per gli utenti di iPhone e iPad con l'aggiornamento del sistema operativo iOS 10, che la compagnia di Cupertino ha svelato in anteprima in apertura della conferenza per gli sviluppatori in corso a San Francisco. SIRI L'assistente vocale Siri diventa protagonista di tutti i dispositivi Apple e, grazie all'apertura del suo software agli sviluppatori, potrà fare più cose in diverse applicazioni pensate per iPhone e iPad. Gli utenti potranno usare e "comandare" le app usando la voce, ad esempio. In italiano Siri arriverà con voce maschile in aggiunta a quella femminile. MESSAGGI L'applicazione integrerà modalità più espressive e animate per comunicare: sticker, immagini "gif", effetti a schermo intero, sulla scia dell'evoluzione di chat come Snapchat, ma anche Messenger e WhatsApp di Facebook. FOTO L'applicazione per gestire le immagini è stata ripensata, non solo nel look. Foto utilizzerà la «visione artificiale avanzata» per raggruppare negli album persone, luoghi e oggetti. Una mossa con cui Apple punta a recuperare terreno rispetto al concorrente Google Foto. M AP P E L'applicazione Mappe cambia aspetto e si apre agli sviluppatori: con nuove estensioni potrà far prenotare direttamente un tavolo al ristorante con app come OpenTable o un'auto con Uber. CA SA Page 34

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Applicazione nuova di zecca sarà Home - Casa dalla quale si potranno gestire tutti gli elettrodomestici o gli altri dispositivi connessi della propria abitazione. Dalle lampadine al termostato, dalla lavatrice alla webcam di sicurezza. IL CENTRO DI CONTROLLO In arrivo la funzione «Raise to Wake» che riattiva in automatico lo schermo quando si solleva l'iPhone. Basterà sfiorare o premere per accedere alle notifiche, alla vista «Oggi» e al «Centro di Controllo», mentre una maggiore integrazione del 3D Touch con iPhone 6s e iPhone 6s Plus semplificherà l'interazione con le app. RIMOZIONE APP Sarà possibile rimuovere da iPhone e iPad alcune delle app «di sistema» che non si usano: ad esempio Watch, per chi non possiede lo smartwatch Apple, ma anche Mappe, Note, Meteo, FaceTime, iBooks e la neo-arrivata Casa. MUSIC Nuovo design per il servizio streaming Musica che in un anno ha raggiunto 15 milioni di abbonati - e nuove funzioni. Fra le aggiunte il pulsante «Search». NEWS L'applicazione per le notizie - che conta 60 milioni di lettori al mese - introdurrà la nuova sezione «For You», le notifiche delle breaking news e gli abbonamenti a pagamento. PRIVACY iOS 10 sfrutterà «l'intelligenza on-device» per identificare persone, oggetti e ambientazioni in Foto, e per i suggerimenti di QuickType. La tecnologia «Differential Privacy» aiuterà «a individuare gli schemi di utilizzo di un gran numero di utenti senza compromettere la privacy del singolo». www.ilmessaggero.it

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U n re g no che è s t a t o g ra nd e L'inaugurazione della Napoli-Portici, la prima linea ferroviaria italiana; la costruzione a Caserta della «Versailles italiana» e a Napoli del teatro San Carlo; la prima cattedra universitaria di economia e commercio; pensatori illuministi come Antonio Genovesi e Gaetano Filangieri; le scoperte negli scavi di Ercolano e Pompei. Sono solo alcuni aspetti del fervore economico e culturale che anima il Sud mentre al potere s'alternano cinque generazioni di Borboni. “Un regno che è stato grande” di Gianni Oliva edito da Mondadori nel 2012 è un saggio che si distingue per rigore ed equilibrio, offrendo al lettore una visione d’insieme sintetica ma completa, oltre che un punto di partenza prezioso, per approfondire la “storia negata” dei centocinquant’anni di governo borbonico nel mezzogiorno d’Italia. Gianni Oliva nel suo romanzo ripercorre in modo agile e appassionante le vicende del regno borbonico di Napoli e Sicilia, svelando un pezzo di storia relegato ai margini della storiografia ufficiale dei Borboni di Napoli e Palermo. Una ricostruzione puntuale e documentata, descrive un Meridione per nulla ai margini dell’Europa, in cammino verso un ammodernamento, che viene brutalmente fermato la prima volta dalla feroce repressione Partenopea nel 1790, quando un’intera classe dirigente scompare e la seconda nel 1848 quando Ferdinando II non sa confrontarsi con le rivolte liberali se non usando la forca e inasprendo gli animi. I Borboni allora finiscono così “per spingere il pendolo internazionale in favore di Vittorio Emanuele e Garibaldi.” Nel 1861 Francesco II viene sconfitto da Garibaldi ed è costretto ad abbandonare Gaeta sotto le bombe piemontesi. Finisce così la Napoli dell’Illuminismo molto più avanti della Torino ancora in parte feudale. E a questo punto avviene il «sorpasso» definitivo e irrimediabile. La storia si farà a Torino. Ciò non toglie che quella di Napoli – e di Palermo – abbia avuto la sua grandezza. «Sicuramente il Nord era più avanti, ma non è che il Sud fosse totalmente privo di una classe media, e neanche di investimenti», conclude Oliva. È questo il senso del suo libro, riequilibrare finalmente una verità storica oscurata dalla storiografia. Sovrani cancellati dalla memoria insieme a un regno che è stato grande e subito dimenticato: una «storia negata» dalla storiografia ufficiale del Risorgimento, che ha descritto il Mezzogiorno prima dell'unità come il regno dell'ignoranza, della paralisi economica, del parassitismo. Gianni Oliva in questo saggio dimostra invece, attraverso una ricostruzione puntuale e a tratti sorprendente, che quella dei Borboni è un'epoca contraddittoria ma ricca, troppo frettolosamente archiviata come oscurantista; un'epoca che va restituita alla conoscenza nella sua integrità, guardando così al Mezzogiorno e al suo passato come risorsa e non come problema. Antonio Savastano Issue 1

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Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo

Pietro Pancamo –autore di recensioni uscite nel sito della rivista «L’Indice dei libri del mese» e in quello dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera»– è direttore del podcast «Poesia, l(’)abile traccia dell’universo», in onda sull’emittente milanese Pulsante Radio Web. Ma è anche un poeta che, incluso dalla Aliberti editore nell’antologia «Poetando» a cura di Maurizio Costanzo, si è visto in seguito pubblicare una breve raccolta dal blog «Poesia» della Rai, nonché dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana.

S E NS O U NI C O Ora sento così tanta strada intorno ai miei passi, il che mi trasmette una sorta di speranza; un senso d’orizzonte, forse: un senso di senso, ad essere precisi. Tu che sei il cosmo intero e coincidi con massa, spazio ed energia, Tu, Signore, che da sempre per sempre ti rivolgi sempre da una parte (una sola: quella da cui passi

per giungere in eterno al taglio che ci asfissia)– Tu sì che in ogni senso (perdona, assai ti prego, i giochi di parole) sei davvero l’universo*. Spalanco le braccia, allora, e m’accorgo finalmente ch’è sempre una croce il movimento che precede l’avvento di un abbraccio.

* Univèrso s. m.: l’ambiente in cui hanno sede tutti i corpi materiali esistenti e tutti i fenomeni naturali; anche, l’insieme dei corpi stessi. * Univèrso agg.: dal lat. universus «tutto intero», comp. di unus «uno» e versus, part. pass. di vertere «volgere»; propr. «volto tutt’intero nella stessa direzione».

Pietro Pancamo (pipancam@tin.it)

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Presi per la..... Gola!!!! TARTARA DI TONNO CON FRAGOLE E AVOCADO

Ci sono ricette che stuzzicano la fantasia, che invitano a sperimentare e combinare sapori e colori. Ci sono ricette che con il minimo sforzo hanno la massima resa, a patto che le materie prime siano eccellenti. Ci sono ricette che nascono per coccolare il palato, riempire gli occhi, e stupire i commensali. Ecco la ricetta della tartara di tonno e fragole su letto di avocado.

INGREDIENTI

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Tonno; fragole; avocado; olio; limone.

PREPARAZIONE

Iniziate preparando il tonno fresco, che deve essere stato tagliato a fette alte e spesse dal vostro pescivendolo di fiducia, e su un tagliere tagliate a cubetti e mettete in una ciotola con olio e limone spremuto e sale. Lasciate riposare in frigo per qualche ora. Nel frattempo lavate accuratamente le fragole, privatele delle foglioline verdi e tagliatele a cubetti, mettetele in una ciotola con del limone. Infine tagliate l’avocado non troppo acerbo, incidendo l’avocado a metà, nel senso della lunghezza, con un coltello affilato, eliminate il nocciolo all’interno e con un cucchiaio ricavate la polpa del frutto. Mettetela nel contenitore del mixer, aggiungete sale e olio e frullate, ottenendo una crema omogenea e compatta. Adesso potete assemblare il vostro piatto. Con l’aiuto di un coppapasta in acciaio, adagiate sul fondo la crema di avocado, aggiungete alternando fragole e tonno, fino alla fine del bordo e pressate leggermente con un cucchiaino e poi sfilate il tagliapasta. Proseguire a comporre il piatto successivo, così via fino alla fine degli ingredienti e dei piatti che volete preparare. Sfilate il coppapasta e servite la vostra tartara di tonno e fragole accompagnata da un bicchiere di bollicine fresche brindando all’inizio dell’estate.

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Be rl u c c h i 6 1 C u v é e Franciacorta DOCG Brut

Spuma soffice, morbida, con buona persistenza e consistenza. Perlage fine e continuo. Colore paglierino con leggeri riflessi verdolini. Al naso è fresco, opulento, elegante, discretamente persistente e di media intensità. Note di frutti a polpa bianca e frutta tropicale a cui seguono leggere sfumature speziate. Il sorso è fresco e con gradevole acidità, morbido ed equilibrato. Sul finale emergono sentori agrumati. Affinato 24 mesi sui lieviti.

Tipologia: Franciacorta Brut metodo classico - Uve: 90% Chardonnay, 10% Pinot Nero Classificazione: Franciacorta DOCG - Gradazione alcolica: 12,5% vol. Acidità Totale: 8,5 grammi/Litro - Zuccheri residui: 7,00 grammi/Litro

Vinificazione: Le uve sono vendemmiate a mano e riposte in cassette piccole, per preservare i grappoli perfettamente integri durante il trasporto in cantina. Segue pressatura soffice e progressiva, allo scopo di estrarre la parte più ricca e profumata del succo: il mosto fiore. La prima fermentazione alcolica, che avviene con lieviti selezionati per valorizzare il patrimonio aromatico delle uve, si svolge in serbatoi in acciaio inox a una temperatura controllata di circa 18 °C. Una piccola parte di Chardonnay e di Pinot Nero è affinata in barrique di rovere prima dell’assemblaggio definitivo.

Affinamento: Messa in bottiglia (Tirage) nella Primavera successiva all’anno della vendemmia; affinamento a contatto dei lieviti per un minimo di 18 mesi; dopo la sboccatura (Dégorgement) le bottiglie riposano in cantina per almeno altri 2 mesi prima della spedizione.

In Berlucchi ’61 rivive l’euforia dei favolosi Anni Sessanta, insieme a un chiaro tributo all’anno in cui nacque, il primo Franciacorta. Fresco, spigliato, accattivante sin dall’immagine,

Come servirlo: In calici slanciati e stretti in cristallo trasparente, liscio ed incolore. Può essere stappato al momento. Ottimo a 8°C.

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"La solidarietà del genere umano non è solo un segno bello e nobile, ma una necessità pressante, un 'essere o non essere', una questione di vita o di morte.” Immanuel Kant

Maggio 2016 • Anno X 15 maggio 2016

• Numero 104

Co.Bo.Di.

email - co.bodi@yahoo.it

Issue 1

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