Effettotre – n 101 febbraio 2016

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FEBBRAIO 201 6 • ANNO X • N UMERO 1 01

L a c r i s i ? Ha c o l p i t o s o p r at t ut t o i 3 0 e n n i EffettoTre è consultabile anche on line www.cesd.onlus.com Per un'informazione in tempo reale


E f f e t t o T re La crisi? Ha colpito

soprattutto i 30enni: e l'Italia è il paese che ne è uscito Con le nuove previsioni autunnali della Commissione Europea, che contengono le stime più aggiornate sullo stato dell'economia, finalmente è possibile cominciare a tirare le somme sull'anno appena passato – capire a che punto siamo di questa crisi che ormai va avanti da sette anni. Intanto conviene guardare alla crescita complessiva, che tutto sommato è l'indicatore generale di come le cose si sono rimesse in moto e – soprattutto – quanto in fretta.

Fra i principali in Europa, l'Italia è il paese ad aver perso di più dal 2008. E quand'è così, com'è naturale, la strada per risalire risulta lunga e ripida. Per recuperare il terreno perduto dovremmo allora correre più in fretta di altri: ma sta andando in questo modo? Per nulla. Fino al 2013 l'Italia ha lasciato sul campo l'8,7 per cento del proprio Pil, e soltanto la

Spagna si avvicina a noi pur fermandosi al 7,8.

E la ripresa? Se Francia, Germania, Spagna e Regno Unito hanno ricominciato a correre con almeno uno o due anni di anticipo, il primo segno positivo per l'economia italiana arriva soltanto nel 2015. Poi c'è ripresa e ripresa: si può ripartire a razzo, come hanno fatto proprio Spagna e Regno Unito, oppure incerti e lenti come tartarughe. Quest'ultimo è il caso dell'Italia.

Co.Bo.Di. Febbraio 2016 Riassumendo Pag. 1 - La crisi? Ha colpito soprattutto .... Pag. 14 - ARMA Pag. 15 - Rappresentanza Pag. 17 - Attualità news Pag. 30 - Altre Rubriche

Fra 2014 e 2015 le stime aggiornate indicano una crescita complessiva per l'Italia di 0,4 punti percentuale. Tutti gli altri – che pure avevano meno da recuperare – l'hanno fatto in misura maggiore: la Francia è all'1,3, la Germania al 3,3. Spagna e Regno Unito, appunto, viaggiano al rispettivamente a 4,6 e 5,2 punti: diverse volte il risultato dell'Italia.

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E se è vero che usciamo dalla recessione, il quadro della situazione diventa completo soltanto ricordando che lo facciamo appena per qualche zero virgola. Numeri minuscoli, che applicati all'intero sistema economico diventano miliardi e miliardi di euro in meno per famiglie e imprese.

Poi c'è la questione – non meno importante – del lavoro. Sotto questo aspetto, fra le grandi nazioni europee soltanto la Spagna perde più dell'Italia. Secondo i dati Ocse, a inizio 2008 erano molti di più gli spagnoli ad avere un impiego (quello che viene definito come “tasso di occupazione”): il 65,5 per cento di loro contro appena il 58,7 per cento degli italiani.

Da lì in poi nel paese iberico le cose peggiorano in fretta, tanto che a metà 2013 il tasso di occupazione italiano supera – anche se di poco – lo spagnolo. Un mercato del lavoro colpito con maggiore durezza rispetto al nostro, dunque. Eppure risalito con altrettanta rapidità, tanto che all'ultimo trimestre per cui sono disponibili dati risulta due punti e mezzo superiore all'italiano: ovvero con molte centinaia di migliaia di posti di lavoro in più. Certo è che nessuno dei due può essere preso a modello.

In Germania e nel Regno Unito l'occupazione – almeno per quanto riguarda i posti disponibili – è anche in salute migliore rispetto all'inizio della crisi, tanto che ormai in questi due paesi ha un impiego fra il 72 e il 74 per cento delle persone in età da lavoro. Un esercito in più

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rispetto all'Italia. Caso a parte è la Francia, dove dal 2008 non si sono verificate grosse perdite ma neppure chissà quali miglioramenti. Al contrario, osserviamo piuttosto un lento, costante scivolamento all'indietro, ma che nonostante tutto consente oggi a un maggior numero di persone di avere un impiego rispetto a Italia e Spagna.

Cos'è successo, esattamente, al lavoro in Italia? Grazie ai dati Istat sappiamo che a inizio 2008 i disoccupati erano grosso modo 1,6 milioni. Il picco negativo arriva a novembre 2014, quando a cercare un lavoro senza trovarlo diventano 3 milioni e 350mila, per poi scendere nello scorso novembre a 2,8 milioni: ancora tanti rispetto a sette anni prima. Al contrario, nel momento di maggiore difficoltà erano circa un milione gli occupati in meno, e di questi ne sono stati recuperati grosso modo uno su tre. L'ultimo tassello è quello degli inattivi , cioè delle persone che né lavorano né cercano un impiego – coloro che spesso vengono definiti come “scoraggiati”. Comunque vogliamo chiamarli, già all'inizio della crisi si trattava di un super gruppo di 14,3 milioni di persone, saliti poi a 15 milioni nell'aprile del 2011, per poi tornare a un valore leggermente inferiore rispetto al 2008. Ancora nulla per cui scrivere a casa, comunque, tanto che per trovare un paese con una fetta tanto grande della popolazione in questa condizione bisogna arrivare in Romania.

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Così, a guardare da vicino, emerge come al sud il calo sia stato maggiore, tanto che lì i trentenni senza lavoro arrivano al 42,7 per cento del totale. Ma neppure quarantenni e cinquantenni posso sentirsi troppo tranquilli.

Per entrambi, è vero, la caduta dell'occupazione è stata meno ripida, ma ancora oggi poco meno del 30 per cento di loro resta senza impiego.

Numeri impensabili, anche solo qualche centinaio di chilometri al di là dei confini.

Eppure anche quel leggero aumento di occupati, in Italia, non è cosa per tutti. In effetti – e ormai da anni – il tasso di occupazione aumenta soltanto per le persone fra 55 e 64 anni. Si impenna anzi dal 2011, insieme alle riforme che aumentano l'età pensionabile. Cala viceversa per tutti gli altri – e per alcuni assai più in fretta. Viene fuori, per esempio, che ad aver sofferto di più la crisi sono i trentenni: se nel 2008 il 70 per cento di loro aveva un lavoro, sette anni avanti siamo passati al 60 per cento circa – il minimo da parecchio tempo a questa parte. E certo si tratta della media italiana, che spesso però nasconde grosse differenze regionali.

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Università non statali su Facebook, la classifica di febbraio Dopo la classifica pubblicata nel mese di ottobre, rieccoci, a quasi quattro mesi di distanza, con l’appuntamento con il rapporto tra gli atenei italiani e Facebook, il social media per antonomasia, stavolta dedicato alle università non statali. La classifica è composta da due parametri: il numero dei mi piace e il punteggio che LikeAlyzer dà alle pagine . A proposito di quest’ultimo, si tratta di un tool, ideato da Meltwater, che aiuta ad analizzare e misurare le potenzialità e l’efficacia delle pagine di Facebook attraverso il monitoraggio di diversi elementi, quali – ad esempio – il tasso di engagement, il numero e la tipologia dei post condivisi, l’uso o meno degli hashtag, ecc. Prima di pubblicare la classifica, una premessa: abbiamo inserito le università non statali promosse da enti pubblici; quelle promosse da soggetti privati; quelle telematiche. Inoltre, siamo riusciti a individuare tutte queste su Facebook eccetto una: l’Università Telematica Leonardo Da Vinci di Torrevecchia Teatina. (...)E ora la classifica:

Premesso che la rilevazione è avvenuta nel pomeriggio di ieri, martedì 9 febbraio, ecco i più e i meno:

• Primo posto confermato dall’Università Telematica Pegaso; seguita dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Università Bocconi. Quest’ultima ha avuto il maggior incremento di fan da ottobre a oggi, ben 8.039. Fanalino di coda è l’Università Telematica San Raffaele. • Il più alto punteggio su LikeAlyzer è stato ottenuto dalla IuL – Italian University Line (83), con un più 45 rispetto a ottobre. Il punteggio più basso, invece, è stato conseguito dall’Universitas Mercatorum. • Le uniche università, infine, che hanno guadagnato posizioni sono state l’Università Telematica Guglielmo Marconi (4), il Link Camp University (3), l’Università Kore di Enna (1) e la già citata IuL. (...) www.younipa.it

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO 09 febbraio 2016

P i ccol e s t a rt up cre s cono, un p a i o d i cons i g l i p e r f a re d i p i ù Continuano a crescere, almeno in quantità. Sono le startup italiane, che a fine 2015 hanno superato la soglia simbolica delle 5000, per la precisione Infocamere ne ha censite 5.143. Tutto bene? Non proprio, perché a leggere bene i dati ci si rende conto che il giro d’affari medio di una startup è di circa 80mila euro l’anno per un totale di non più di tre unità lavorative impiegate. Ben poca cosa rispetto agli startupper d’Oltralpe o di quelli spagnoli e tedeschi (secondo il Monitor Startup realizzato con il contributo di KPMG, il fatturato medio delle sole startup berlinesi supera quota 300 mila euro).

Un significativo contributo in vista di un miglioramento delle performance delle nostre imprese innovative lo svolgono senz’altro gli incubatori, si guardino per esempio i casi di Talent Garden o di Digital Magics, protagonisti di un vero e proprio cambio di paradigma lavorativo comune a moltissimi startupper, ovvero il co-working. Ma per migliorarsi occorre saper guardare a chi è riuscito prima e più di noi, penso a alla “startup nation”, Israele, che ci insegna come per diventare vincenti sul piano delle nuove economie e dei mercati fondati sulla creatività serva innanzitutto fare sistema, rendere cioè vantaggioso l’intreccio e la collaborazione tra imprese, università e territorio.

Un altro dato su cui serve riflettere per far crescere le nostre startup è quello che si potrebbe definire del “principio di realtà”. Se per ottenere successo è infatti importante avere un’idea, lo è tuttavia ancora di più la capacità realizzativa della stessa. Quando nacque Facebook esistevano già i social network, eppure Facebook ha sbaragliato la concorrenza tanto da diventare il social per eccellenza. Credo i giovani startupper possano trarne un messaggio inequivocabile: per vincere la sfida del lavoro bisogna prepararsi bene, serve formarsi con adeguate skills, analizzare bene le informazioni, essere sì creativi e geniali, ma anche attenti e pragmatici nell’organizzare la propria impresa nel mondo digitale.

Ps: Oggi inizia il mio blog su ildenaro.it, una “conversazione” per provare a capire la rivoluzione digitale in atto, le sue mille facce e, soprattutto, per provare a intercettare le opportunità che il futuro (prossimo) ci tiene in serbo. ULTIMI DA DANILO IERVOLINO ECONOMY 4.0 www.ildenaro.it

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO 15 febbraio 2016

VALLO DELLA LUCANIA i na ug ura z i one s e d e e s a m i

inaugurata la splendida sede d'esame dell'università Telematica Pegaso. Presenti il prof Di Carlo e il Presidente Danilo Iervolino per la Unipegaso nonché il sindaco Aloisi, l'on Cobellis e l'on. Maria Ricchiuti e tanti altri Sindaci del circondario. La popolazione intervenuta numerosa ha accolto con grande interesse l'iniziativa..

a l cuni m om e nt i d e l l ' e v e nt o

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO 6 febbraio 2016

P E SC A R A

Presentazione del libro "Now" i na ug ura z i one s e d e e s a m i

"Il mio non vuole essere un saggio che sentenzi sulla bontà dell'e-learning, ma una riflessione necessaria, perché siamo nel pieno dell'evoluzione digitale". Così Danilo Iervolino, presidente dell'Università telematica Pegaso, spiega la nascita del suo libro 'Now! Strategie per affrontare le nuove frontiere del web', presentato questa mattina nella sede appena inaugurata di Pescara. "Il titolo - spiega - l'ho pensato di ritorno da un viaggio negli Stati Uniti, in cui mi sono accorto di una effervescenza fantastica che si respira in America. 'Now' dà il senso di una 'frustrata', una spinta ad agire e cogliere l'attimo". .

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO 06 febbraio 2016

PALERMO

importante convegno sulla responsabilità medica oggi, organizzato dal Preg.mo Prof. Anselmo (UniPalermo) -

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29 gennaio 2016 - Palermo Presso la sede Pegaso di Palermo si sta parlando di sana alimentazione con l'associazione Nutri Sicilia. Convegno fortemente voluto dalla dott.ssaRossella Sucato e dalla dott.ssa Giusy Savastano.

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO 2 3 - 2 4 g e nna i o 2 0 1 6

Meeting Pegaso Next to

primo incontro formativo destinato ai Responsabili ECP del NETWORK UNICESD di tutta Italia OBIETTIVI DELLA FORMAZIONE:

- condividere le competenze per attivare un percorso di autosviluppo, finalizzato alla gestione integrata dei Poli Didattici Unipegaso; - implementare pratiche e procedure di lavoro per armonizzare i servizi che i Poli didattici Pegaso sono chiamati a fruire al territorio; - comunicare gli obiettivi di management 2015/2016

Il meglio della 2 giorni di Palermo ora su unipegaso.tv

http://www.unipegaso.tv/15814/workshop/pegaso-next-to-.html… visita Fb per la gallerie fotografica Page 6

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a pplicativo unicesd Presentiamo un nuovo utilissimo strumento dall'Universidas Centro Studi Salvo D'Acquisto.

messo

a

vostra

disposizione

Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso. Si tratta di un’app, nata per gli studenti che vogliono essere sempre aggiornati sui nuovi corsi di alta formazione, corsi di laurea, e certificazioni informatiche dell' Università Telematica Pegaso.

FUNZIONALITÀ:

L’App mobile UNICESD si suddivide in 2 aree principali, una pubblica ed una ad

accesso riservato. L’area pubblica offre la possibilità di controllare le nuove attività promosse dal mondo Unipegaso, con collegamenti diretti ai canali social. L’area privata consente di apprendere tutte quelle nozioni che servono ai poli didattici per guidare i propri iscritti sui percorsi universitari, modalità di svolgimento degli esami e tante altre notizie interessanti. È inoltre possibile condividere le informazioni con la propria rete network, per essere sempre aggiornati sui calendari di esami e sugli aggiornamenti normativi e degli assetti universitari.

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SEDE DI PALERMO

I S CRI ZI O N I AP E RTE

Il giorno 8 ottobre 2013 è stata prodotta la comunicazione di apertura delle iscrizioni ai Master biennali per l'a.a. 2014/2015 - 2015/2016 con scadenza il 30 settembre 2014 afferente l’Accademia Forense, un’eccellenza dell’offerta formativa della nostra Università. L’unica Accademia Forense on-line partecipata da 107 docenti provenienti da 40 Università! Si tratta di Master di II livello, vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale per la specializzazione e l’aggiornamento professionale nelle varie discipline giuridiche. Si compone di vari ambiti formativi di notevole interesse, sia in termini di moduli didattici, svolti da Docenti di elevata e riconosciuta professionalità (clicca il link per visionare elenco dei Docenti) http://www.accademiaforensepegaso.it/i-docenti-dell-accademia/ co on esperienza a livello internazionale, siia come strumenti e tecniche che trasmette al discente, immediatamente spendibili nel mondo delle professioni ad alto valore innovativo. I Master sono destinati a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di Laurea quadriennale, Laurea di II livello (3+2) e/o del previgente ordinamento Laurea Magistrale ed in particolare a tutti i laureati “PEGASO -CESD” che durante il “quinquennio” hanno conseguito la Laurea Magistrale (Vds. Progetto Siena ecc.). Possono, altresì, iscriversi al Master coloro i quali sono iscritti all’Albo degli Avvocati, una delle professioni in continuo aggiornamento, o coloro che sono abilitati alla professione, compresi i praticanti avvocati, abilitati all’esercizio della professione forense e/o non ancora iscritti all’Ordine degli Avvocati. Il titolo che si consegue al termine del Master è: Diploma Universitario Master Biennale di II livello, con il riconoscimento di 60 CFU. Ha la durata di due anni accademici per un numero complessivo di 1500 ore. Si può inoltre usufruire del permesso dedicato al diritto allo studio per un totale di 150 ore annuali. Ebbene, La Pegaso da oggi, ci consente di diffondere tale opportunità di formazione sull’aggiornamento professionale, ad un costo pari a € 600,00 anziché € 850,00 + 50,00 perbollo. I master di specializzazione • Diritto di famiglia, dei minori e delle persone; • Diritto commerciale; • Diritto amministrativo; • Diritto e Processo Penale; • Diritto delle responsabilità civile e delle assicurazioni; • Diritto industriale e della concorrenza; • Diritto della navigazione e dei trasporti; • Diritto del lavoro; • Diritto e Processo Tributario; • Diritto dell’Unione Europea. Si avvia un progetto di ampia divulgazione dell’Accademia Forense la cui responsabilità per la ricerca ed analisi è stata affidata al Prof. Calogero Di Carlo. Per info e dettagli: calogero.dicarlo@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it - infocesd@unipegaso.it 091/7654200 - 3318682197 e/o 3313661000.

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Per la formazione continua, per l’aggiornamento professionale e per chi sceglie la formazione di qualità! Page 11

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Nuovi corsi per l'a.a. 2015/2016

Il CESD, oltre ai corsi di laurea, propone una vasta gamma di percorsi didattico/formativi in diversi ambiti per venire incontro alle complesse esigenze del Mercato delle Professioni e del Lavoro in Italia e nella Comunità Europea: -

Master di I e II livello Corsi di alta formazione Esami singoli Certificazioni di lingua inglese Certificazione di lingua italiana per stranieri Certificazione Eipass - passaporto informatico europeo Corsi di aggiornamento professionale; Corsi per Operatore Socio Sanitario (O.s.s. ); Corso di riqualificazione da Osa/Ota a O.s.s.. Chiamaci o visita il nostro sito, diamo più assistenza e migliori servizi alla categoria.

coord.palermo@unipegaso.it - tutorcesd@unipegaso.it - comunicazioni@cesd-onlus.com

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Master in

"Criminologia e Studi Giuridi Forensi-MA391"

a.a. 15/16 - scadenza iscrizioni 31 marzo 2016

Le precedenti edizioni del master 56 + 78, 100, 127, 213, 240, 297 (IV

ed.) che si accingono ad iscriversi, quasi tutti, al V anno della Facoltà di

Giurisprudenza, ed il 297 (V edizione in corso) hanno riscosso un notevole

successo, oltre ogni aspettativa grazie alla vostra fiducia che continuate ad accordarci.

Prima di Voi, oltre 7000 iscritti, hanno usufruito di questo straordinario

Master, che ha visto come protagonisti dei pregiatissimi professori e

illustrissimi professionisti nel campo criminologico, di fama Nazionale

quali: il prof. Calogero Di Carlo, direttore accademico del master; il Prof.

Paolo Procacciante, Direttore Medicina Legale, Università degli Studi di Palermo; il Generale Div. CC Nicola Ragetti, già Comandante del RACIS; il Prof. Nicola Malizia, Criminologo, Docente Università degli Studi Kore di

Enna; il Cap. Pietro Maida – Comandante Sez. Chimica – Esplosivi e Infiammabili- del RIS Carabinieri di Messina; il Prof. Rosario Bianco, Docente Università Pegaso; il Prof. Francesco Fimmanò, Docente e

Presidente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso e tanti che si sono susseguiti ed interscambiati, nell’illustrare le avvincenti materie oggetto di studi.

In particolare durante le lezioni sono stati trattati i seguenti moduli:

Il Criminologo Prof. Nicola Malizia, docente presso l’Università degli studi di Palermo e la Kore di Enna: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

INTRODUZIONE ALLA CRIMINOLOGIA MODERNA IL BULLISMO SESSUOLOGIA CRIMINALE MOBBING CRIMINOGENO SERIAL KILLER CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA NELLA DONNA SONNAMBULISMO OMICIDIARIO SETTE SATANICHE ED IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE

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Il Generale di Divisione, già comandante del RACIS Carabinieri, Dott. Nicola Raggetti, docente in diverse università italiane: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

IL SOPRALLUOGO ED IL REPERTAMENTO ( 3 LEZIONI) IMPRONTE ( 4 LEZIONI) BALISTICA ( 4 LEZIONI) BIOLOGIA (2 LEZIONI) CHIMICA (2 LEZIONI) DVI : DISASTER VICTIM IDENTIFICATION (1 LEZIONE)

1. 2. 3. 4.

ELEMENTI PRATICI DI CRIMINOLOGIA STALKING LA VITTIMOLOGIA CRIME PROFILING.

1. 2. 3. 4.

LA NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA L'APPROCCIO POSITIVISTA ALLO STUDIO DELLA CRIMINALITA' LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE I LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE II -

La criminologa Avv. Dott.ssa Clelia Gorga, tutor di questo master:

Dott. Tommaso Comunale, università Forlì:

Alla luce di quanto sopra, per far fronte ed esaudire richieste sempre più

esigenti, oggi a Voi, più fortunati, viene offerto per l’anno 2015/2016, il

Master in “Criminologia e Studi Giuridici e Forensi" in sigla MA391 (3 ed.) per una durata di 1925 ore corrispondenti a 77 CFU, che consente la prosecuzione

degli

Giurisprudenza.

studi

nel

Corso

di

Laurea

Magistrale

in

di

Per maggiori informazioni:

0081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197

mastercesd@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it (di carattere amministrativo e didattico)

comunicazioni@cesd-onlus.com

(di carattere generale, logistiche/organizzative)

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ARMA

Protesta di migranti a Briatico: pietre contro i carabinieri e un hotel distrutto 30 gennaio 2016

hanno partecipato fattivamente, contribuendo anche loro ai danneggiamenti, Questa volta è successo a Briatico, in motivo per il quale sono stati a loro volta Calabria, ma purtroppo è solo l’ennesimo, denunciati in stato di libertà. inaccettabile refrain. E allora: ancora un Carabinieri aggrediti anche con le pietre albergo devastato. Ancora carabinieri ag- E non si sono certo risparmiati i migranti in grediti. Ancora denunce e arresti. Ancora protesta: mentre alcuni di loro inveivano proteste e recriminazioni sulla “qualità” contro la struttura, (arredi compresi), altri dell’accoglienza: insomma, ancora spintonavano i militari giunti sul luogo per immigrati turbolenti in azione, o meglio, in ristabilire l’ordine, mentre altri ancora, non protesta. contenti, hanno cominciato a lanciare Briatico, migranti protestano e distruggono pietre contro i carabinieri del “Gruppo un albergo operativo Calabria”, intervenuti in tenuta I carabinieri, intervenuti a Briatico, hanno antisommossa sul posto per sedare gli provveduto all’arresto dei quattro immi- animi. Gli stessi carabinieri hanno scograti africani che hanno inscenato una perto, tra l’altro, attraverso accertamenti protesta – che ha seriamente danneggiato radiografici, che alcuni dei migranti, che la hall e gli arredi dell’albergo in cui i poi sono gli stessi che sono stati arrestati, migranti sono stati ospitati dopo il loro avevano un’età superiore ai 18 anni e non sbarco nei giorni scorsi sulla costa erano dunque minorenni, come invece vibonese – ma non prima di essere avevano tentato di far credere al momento aggrediti nel corso di una contestazione del loro sbarco. Come dire – anche in violenta improvvisata dai quattro uomini in questo caso, ahinoi, ancora una volta – che particolare a seguito di presunti ritardi nel al danno, si aggiunge anche la beffa… pagamento delle somme di denaro che avrebbero dovuto essergli corrisposte. Ma www.secoloditalia.it alla protesta, che ha portato al fermo dei quattro africani, hanno partecipato anche immigrati minorenni – in totale erano circa sessanta gli immigrati in azione – che

31 gennaio 2016

In pensione Iatomasi, un «mito nell'Arma»: arrestò Giuseppe Setola, i l k i l l e r pi ù s pi e t a t o

È il primo maresciallo d'Italia promosso al ruolo di tenente per meriti conquistati sul campo con decreto del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Tra le storie eccezionali dei 202 anni dell'Arma dei carabinieri rientra, a pieno titolo, quella del tenente Giuseppe Iatomasi, alla guida della Catturandi del Comando Provinciale di Caserta, diretto dal colonnello Giancarlo Scafuri. Da domani in congedo, il tenente Iatomasi durante la settimana è stato salutato personalmente Page 4

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dal comandante generale dell'Arma, il generale Tullio Del Sette, dal comandante della Legione, generale di brigata Gianfranco Cavallo, e ha ricevuto l'encomio del comandante interregionale «Ogaden», il generale di corpo d'armata Franco Mottola.

Quarant'anni al servizio dell'Arma e un riconoscimento eccezionale da parte del Quirinale. Il coronamento di quattro decenni durante i quali la lotta alla camorra è stata la priorità. Un periodo lunghissimo, di profondi cambiamenti.

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ARMA «Il clan dei Casalesi finisce con la morte di Bardellino, negli ultimi anni 80. Da quel momento, gruppi distinti facenti capo a Francesco Schiavone, Michele Zagaria e Antonio Iovine si affermano dalla Campania al Lazio, fino alla Lombardia. La loro priorità è il business, i loro interlocutori sono imprenditori e politici, vengono identificati sotto la stessa definizione, Casalesi, per provenienza geografica, ma sono entità diverse. In 35 anni ci sono stati mille morti ammazzati nel corso delle varie faide, l'ultima delle quali sotto la regia di Giuseppe Setola: dal 2010 non ci sono omicidi perché la cosca ha cambiato pelle e, mentre la camorra si evolveva, i metodi investigativi si adeguavano. Ciononostante sono convinto che senza intuito, conoscenza del territorio e fonti confidenziali anche il più sofisticato strumento d'indagine risulta inutile».

qualcuno lo sa di certo. Per quanto mi riguarda, credo che ogni investigatore abbia le sue fonti preziose e fidate, ma sono rapporti rischiosi e non bisogna scendere a compromessi, mai». I pentiti, ormai indispensabili per le procure. Qual è stato il suo rapporto con i collaboratori di giustizia? «La mia sezione non ha operato alcun arresto grazie ai pentiti. È successo invece che, decenni dopo un'inchiesta, i collaboratori confermassero evenienze che avevamo già appurato con il lavoro d'investigazione classico».

Quindi neanche Setola fu preso grazie ai pentiti? Fu tradito dai suoi o gli altri boss vollero liberarsene e gli fecero saltare le coperture? «Niente di tutto ciò. La violenza di Setola distoglieva l'attenzione dagli affari che gli altri capiclan conducevano. Il suo Il momento clou della sua carriera è stato atteggiamento era implicitamente l'arresto di Giuseppe Setola, capo dell'ala conveniente per gli altri». stragista del clan dei Casalesi. Come andò? «Dalla "soffiata" all'arresto trascorsero 15 E allora, come si prende un imprendibile? giorni. La conoscenza del territorio, gli «Setola è stato arrestato grazie alla informatori fidati, la tenacia della squadra, collaborazione di un uomo che con la la sinergia con grandi magistrati come camorra non aveva nulla a che fare, una Antonello Ardituro e Raffaele Cantone: fu delle tante persone oneste che vivono in un insieme di elementi. E poi ho avuto una terra flagellata dalla malavita, un l'onore di lavorare con comandanti di alto uomo che anziché girarsi dall'altra parte, ci livello, da Carmelo Burgio a Franco diede la notizia che ci consentì di Mottola, Enzo Nardone fino a Giancarlo intercettare il primo nascondiglio (dal Scafuri, tutti carabinieri concentrati solo quale il boss scappò mentre era in corso il sulla sostanza. Così abbiamo preso Setola. blitz, fuggendo attraverso le fogne, ndr) e Sulle catture di questi grandi latitanti di arrestarlo poi, due giorni dopo, a circolano spesso delle leggende, ma è Mignano Montelungo. Prima dell'irruzione, necessario sfatare certe riletture perché la avvisai solo il dottor Ardituro. Eravamo in storia recente di arresti eccellenti è 30, telefoni spenti. La prudenza non è mai purtroppo costellata da ombre che non troppa in un'operazione del genere. Gli fanno bene al lavoro della polizia altri uomini della squadra seppero che il giudiziaria». nostro obiettivo era Setola solo a fatto compiuto». Si riferisce a quanto emerso sulla cattura di Michele Zagaria, la vicenda della L'arresto di Setola, nella sua carriera, è presunta compravendita della pen drive del però da considerarsi solo l'anello più bos s da parte di un poliziotto? sfavillante di una catena di successi «Abbiamo lavorato alle ricerche di Antonio iniziata nel 1976, anno in cui si arruolò. Iovine, catturando in quegli anni i suoi Perché scelse l'Arma? fedelissimi e i suoi familiari più stretti. «Nacque tutto per caso, dopo il diploma di Quando lo presero, chiese: "Chi è perito tecnico industriale. Il mio esordio sul Iatomasi", perché credeva che quella fosse campo, poi, fu per la verità una figuraccia: la mia squadra, ma era la polizia. Quanto a con il mio brigadiere fermammo una Giulia Zagaria, il nostro reparto lavorò alle con a bordo un protettore di prostitute. Il ricerche, ma come è noto fu arrestato dalla comandante mi disse di perquisirlo, ma non Mobile di Napoli. Non so cosa possa essere trovai nulla. Solo al terzo controllo scoprii successo nel bunker quella mattina, ma che aveva una pistola infilata nello stivale». Page 5

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ARMA Una falsa partenza per una cavalcata che da quel momento non ha conosciuto battute d'arresto. «Setola aveva ucciso anche persone che non c'entravano nulla con la faida. Tra loro Domenico Noviello, un imprenditore che aveva avuto il coraggio di denunciare i camorristi. Lo conoscevo personalmente. Setola era il pericolo pubblico numero uno e con lui Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia. Li arrestammo tutti, uno dopo l'altro». Non solo Casalesi, nel palmares della III Sezione c'è anche l'arresto di Nunzio Di Lauro, quinto dei dieci figli del boss Ciro il milionario di Secondigliano. Lo cercavano in tanti, come lo catturò?

«Era il 29 febbraio del 2008. Avemmo la soffiata alle 9 del mattino. Alle 11, due ore dopo, l'irruzione in una mansarda di Ischitella, a Castel Volturno, dove il giovane ras dormiva col figlio».

I suoi colleghi la considerano un supereroe, da domani sarà in congedo. Ma i supereroi vanno in pensione? «Ora mi disintossicherò dall'attività di polizia giudiziaria dedicandomi ai miei hobby. La caccia alla lepre, così simile a quella ai latitanti: alla fine tornano sempre nella tana. E poi il lavoro nella vigna di aglianico, ma soprattutto avrò finalmente tempo per la mia famiglia. Mia moglie e i miei figli hanno vissuto la mia carriera con me: ma a distanza, per questioni di sicurezza. Chi fa il carabiniere in queste aree sa che si espone a minacce e si deve fare in modo da limitare i rischi, così il tempo per la famiglia, lontana, diventa veramente poco. Ora potrò recuperare»

http://ilmattino.it

La denuncia del carabiniere: «Tradito dallo Stato che ho servito» 0 2 f e b b ra i o 2 0 1 6 NOCERA INFERIORE.«Sono un servitore dello Stato, brigadiere dei Carabinieri, con 32 anni di onorato servizio nell’Arma. Se mi trovo qui oggi è perché mi sento vittima dello Stato italiano». Inizia così il suo discorso Francesco De Angelis, sulla cui vicenda incombe l’ombra dell’uranio impoverito. Una carriera costellata di onorificenze, operazioni anticamorra, tra cui il periodo degli anni ‘90 passato a Castellammare nel mezzo delle faide tra clan camorristici. Originario di Castel San Giorgio e due figli, il 50 enne De Angelis è stato operato per un tumore al polmone e poi al cervello. Quattro missioni svolte dal 5 agosto 1999 al 7 febbraio 2000 in Bosnia Erzegovina, dal 21 febbraio 2002 al 29 aprile 2002 in Albania, dal 10 novembre 2003 al 27 maggio 2004 in Kosovo e dal 18 marzo 2005 al 26 luglio 2005 ancora in Kosovo. De Angelis si è accorto solo nel 2010 che qualcosa nel suo organismo non andava. Dopo una colluttazione in servizio, venne ricoverato in ospedale e a seguito di Page 6

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accertamenti radiografici fece l’amara scoperta. «Lotto da cinque anni contro un tumore maligno partito dal polmone, poi estesosi al cervello. Ho subito diversi interventi chirurgici, chemio e radioterapie, la mia sopravvivenza è strettamente legata all’assunzione di un farmaco salvavita. La mia malattia e quella di tanti altri colleghi è la conseguenza all’esposizione massiccia all’uranio impoverito presente nelle zone in cui per anni ho prestato servizio». In Bosnia aveva incarichi operativi in borghese e con una macchina civile svolgeva attività antidroga a Sarajevo insieme alla polizia bosniaca. Diversi gli spostamenti in campi olandesi, canadesi, inglesi. In Albania venne affidato alle operazioni di polizia militare per salvaguardare e tutelare i militati attivi in Kosovo, vigilando la strada che andava da Durazzo fino alla frontiera presso Prizren e controllando se le strade fossero bonificate da bombe e nemici. De Angelis è anche specializzato in guardia del corpo e ha fatto servizio anche nella speciale “sezione scorte” all’interno della base.

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ARMA Nessuna protezione, afferma De Angelis, era stata loro data. «Camminavo in borghese, non avevo alcuna protezione. Avevamo come mezzi di trasporto due Rover e un Fiat Ulisse con cui uscivamo. A volte anche il Defender a passo lungo. Il problema è che c’erano proiettili da ogni parte, carri armati bombardati per le strade, le polveri si alzavano facilmente». Ora, il militare, ormai in pensione per la malattia, chiede un aiuto allo Stato. «Stato – specifica De Angelis – che però non mi ha mai esposto i rischi ai quali andavo incontro, Stato che non si è preoccupato di informarmi e tutelarmi sul grosso rischio di esposizione all’uranio impoverito, Stato che non mi riconosce la causa di servizio. Sono qui a reclamare il mio diritto alla vita». Il 18 settembre scorsogli è stata notificata la risposta del comitato di verifica della sua domanda per il riconoscimento della causa di servizio, presentata nel febbraio del 2011. L’esito però è stato negativo «senza

nessuna adeguata motivazione», dice. «Peraltro notificatami in un periodo in cui lottavo e lotto contro questo male e pertanto nell’impossibilità di valutare la portata di un provvedimento giuridico ingiusto e vergognoso». Ma la lotta di De Angelis è anche contro un sistema sanitario degradato. «La Regione sospende le convenzioni con le strutture private e sono costretto a pagare tutti gli accertamenti perché le nostre strutture pubbliche non hanno i macchinari idonei» Riconosciuto invalido civile, riformato dagli ospedali di Caserta e di Bari, non prende la pensione che dovrebbe. «Senza convenzioni, sono arrivato al punto che l’anno scorso non ho potuto fare neanche le analisi del sangue. Ho una famiglia e un mutuo da pagare». De Angelis guardando indietro rifarebbe tutto. http://m.lacittadisalerno.gelocal.it

I carabinieri del Ros hanno fermato 13 persone

legate al clan di Giuseppe Gullotti, responsabile

dell'omicidio del giornalista Beppe Alfano nel 1993 0 3 f e b b ra i o 2 0 1 6

13 arresti per 17 omicidi commessi tra il 1993 e il 2012 nel messinese, compreso quello delgiornalista Beppe Alfano, corrispondente del giornale La Sicilia. L’operazione “Gotha 6” dei carabinieri del Ros, portata a termine questa mattina dopo sei anni di indagini grazie anche ad alcune rivelazioni fatte da collaboratori di giustizia, ruota attorno al boss Giuseppe Gullotti, già condannato per l'uccisione avvenuta l’8 gennaio 1993 del giornalista Beppe Alfano. Le indagini, coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Messina che hanno interessato la famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, una delle espressioni più temibili ed organizzate della mafia in provincia, capace di mantenere rapporti qualificati con cosa nostra palermitana e catanese e con la 'ndrangheta calabrese, hanno consentito di individuare non solo i mandanti e gli esecutori ma anche i moventi di questa Page 7

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lunga serie di delitti particolarmente efferati, tra cui un triplice delitto, commessi in 20 anni. Movente principale, ovviamente comune a tutte le uccisioni, quello di mantenere ad ogni costo, da parte del sodalizio mafioso, il controllo del territorio. Le uccisioni su cui l'inchiesta avrebbe fatto luce sono quelle di Sergio Raimondi, Giuseppe Martino, Giuseppe Geraci; Domenico Pelleriti, Salvatore Da Campo, Carmelo Grasso, Felice Iannello, Fortunato Ficarra, Mario Milici, Antonino Sboto, Giovanni Catalfamo, Nuziato Mazzù, Domenico Tramontana, Giovanni Di Paola, Carmelo De Pasquale, Giovanni Isgrò, Carmelo Mazza. Carmelo Giambò è invece sfuggtio ai proiettili dei killer. Gullotti sta scontando attualmente una condanna definitiva a trent'anni di reclusione come mandante dell'omicidio Alfano e questa mattina si è visto notificare in carcere, anche il nuovo ordine di custodia cautelare.

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ARMA Il boss è stato accusato da alcuni collaboratori di giustizia di avere avuto un ruolo in tutti gli episodi di sangue avvenuti a Barcellona Pozzo di Gotto. Ma il nome del boss Gullotti è legato anche all'attentato a Giovanni Falcone: Gullotti avrebbe consegnato aGiovanni Brusca il telecomando utilizzato per la strage di Capaci. Pochi giorni prima della strage di Capaci, infatti, il boss barcellonese Giuseppe Gullotti, nascosto su un camion adibito al trasporto dei cavalli, raggiunge Brusca a San Giuseppe Jato, percorrendo cinquecento chilometri fra andata e ritorno, per consegnargli il telecomando che servirà a far saltare in aria il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta. Per quell’operazione i Corleonesi si

affidarono ai Barcellonesi, che secondo il boss Riina possedevano le giuste competenze per fabbricare uno strumento, all’epoca, così complesso. Giuseppe Gullotti dunque è stato materialmente un soggetto determinante per l'attuazione dell’attentato al giudice Falcone. Gullotti è sposato con Venerina Rugolo, la figlia di Francesco Rugolo, un altro capo storico della mafia barcellonese. Ma le indagini dei Ros sulla famiglia di Gullotti hanno consentito di scoprire nel Messinese, la presenza attiva della loggia segreta“Corda Fratres” della quale facevano parte massoni, mafiosi ma anche moltissimi politici. www.panorama.it

Arma in lutto, muore a 45 anni il carabiniere Alberto Cattani

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Quando ha saputo del terribile male che lo aveva aggredito, ha pubblicato sul suo profilo Facebook una fotografia che lo ritrae in divisa da paracadutista, mentre si lancia dal portellone dell’aereo facendo il saluto militare. E’ stato il suo modo per anticipare l’addio agli amici, ai colleghi, ai compagni fidati di mille avventure. E’ morto questa mattina in ospedale l’appuntato scelto dei carabinieri Alberto Cattani. Aveva 45 anni, lascia nel dolore la moglie e un figlio di 14 anni e un vuoto incolmabile in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo: «Non abbiamo dubbi che al suo funerale ci sarà anche qualche pregiudicato. Era un militare di assoluto valore, di grande equilibrio e un uomo di qualità, duro ma buono, capace di fare del bene quando il prossimo lo meritava, senza distinzioni». Originario del Modenese, era arrivato a Biella appena diciottenne, subito dopo il corso. Non ha più lasciato la caserma, prima quella di via Repubblica e poi quella moderna di via Fratelli Rosselli. Operativo al massimo, è diventato punto di riferimento della polizia giudiziaria. Capitava di incontrarlo in abiti civili, Page 8

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apparentemente dimesso e vestito con uno stile lontano dal rigido protocollo militare: era il suo modo d’investigare, d’infiltrarsi nei punti più profondi della criminalità locale e non solo. Omicidi, rapine, droga, furti, sequestri di persona: Alberto Cattani, lontano dai riflettori e dalla vanagloria, ha partecipato alle inchieste più importanti di questo territorio e di chissà quanti altri che lui stesso non ha mai voluto rivelare. Nelle indagini più pericolose era sempre in prima fila, ne ha anche pagato le conseguenze quando è stato investito da una persona che stava pedinando. In pochi sanno che, contribuendo in modo determinante a scoprire i responsabili della rapina milionaria alla Mondialpol, aveva rischiato grosso trasformandosi in uno dei peggiori banditi dell’Est Europeo. Quando fu obbligato a rivelare la sua identità per arrestare uno dei capibanda, questo reagì. Venne salvato da un collega che nonostante la drammaticità del momento non riuscì a fare a meno di sorridere. Albero Cattani indossava solo un paio di mutande. «Era una persona così attenta, precisa e scrupolosa e dotato di un fiuto senza pari che ti infondeva una grande sicurezza.

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ARMA Poteva lavorare anche solo un minuto, ma sapevi che quel minuto poteva bastare». Rappresentante del Cobar per tre mandati, Alberto Cattani era anche un uomo di profonda cultura: «Un carabiniere deve saper gestire al meglio anche la sua vita privata – diceva -. Dalla voglia di conoscere e dallo studio possono nascere altre importanti opportunità». Così dopo un’indagine sul furto di mobili antichi, l’appuntato scelto Cattani si è avvicinato al

mondo dell’arte e della storia antica, diventando via via un esperto e un punto di riferimento per tanti appassionati che si rivolgevano a lui per consigli sulla perizia e sulla sicurezza della custodia. La data dei funerali non è ancora stata fissata. www.lastampa.it

Un pm e carabinieri soli a difendere genovesi da sinti v i ol e nt i legge e i genovesi, che cerca di proteggere ogni giorno con i suoi uomini. Nonostante altre istituzioni e talune toghe post sessantottine.

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Ieri il numero uno dei carabinieri ha spiegato il blitz dell’Arma nel campo nomadi di Bolzaneto, che ha portato all’arresto del 21enne accusato di lesioni gravissime in concorso perché insieme agli altri zingari aveva massacrato e ridotto in fin di vita un pensionato genovese. Complessivamente, finora il pm Luca Scorza Azzarà ha indagato cinque sinti, fra cui due donne per favoreggiamento. Ora è caccia ad altri due.

GENOVA - “E’ inaccettabile quanto è successo al casello di Bolzaneto. Una violenza così inaudita contro una persona anziana non si può tollerare. Abbiamo accertato, con un lavoro attento e paziente, che quel 6 gennaio c’era stato solo un diverbio per futili motivi di viabilità. Doveva finire lì. Invece c’è stata un’aggressività tale da ridurre in fin di vita un anziano. Non ci si può comportare in quel modo e pensare di rimanere impuniti”. Il colonnello Andrea Paterna, comandante provinciale dei carabinieri, è uno che non si tira indietro quando c’è da difendere la Page 9

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Se Tursi ospita in uno spazio pubblico e paga ai ricchi nomadi perfino l’acqua e la luce, togliendo risorse ai poveri genovesi, che sono costretti a sopravvivere pure nell’insicurezza; e se la sinistra, sia radical chic che cattocomunista, non vuole cacciarli tutti via preoccupandosi ancora oggi di “rinsaldare il patto” con i nomadi di Bolzaneto;per fortuna, ora spunta qualche istituzione che si schiera dalla parte dei cittadini e fa osservare le leggi, anziché dimenticarsi della sicurezza dei genovesi per andare dietro a pericolose ideologie. Fabrizio Graffione www.ligurianotizie.it

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M a f i a : m a x i b l i t z c o n t ro i l c l a n L a u d a n i , ordinanza per 109 persone. Tre donne alla g ui d a d e l cl a n 1 0 f e b b ra i o 2 0 1 6

Maxioperazione antimafia dei Carabinieri di Catania nei confronti dello storico clan Laudani: militari dell'Arma hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 109 indagati. Arresti sono in corso in Italia e all'estero. Le indagini dell'operazione 'Viceré' sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) della Procura distrettuale di Catania. Centrale, all'interno dell'organizzazione, il ruolo di tre donne arrestate. Secondo l'accusa si sono dimostrate in grado di dirigere le attività criminali della cosca seguendo le direttive impartite dai vertici della 'famiglia'. Inoltre si sarebbero occupate anche della gestione della 'cassa comune' e del sostentamento economico delle famiglie degli affiliati detenuti. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, spaccio e traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi. Le indagini hanno consentito di ricostruire l'organigramma della cosca. Gli esponenti del clan Laudani sono noti come 'Mussi di ficurinia' ('labbri da ficodindia). La 'famiglia' è considerata una delle più ramificate e pericolose consorterie

criminali operante nel catanese, caratterizzato da una autonomia criminale orgogliosamente rivendicata anche nei confronti di Cosa nostra catanese, con la quale, peraltro, non ha disdegnato di stringere alleanze partecipando alle più sanguinose faide degli anni Ottanta e Novanta, con saldi legami anche con la 'Ndrangheta reggina. Carabinieri del comando provinciale di Catania ritengono di avere individuato capi e gregari, accertando numerose estorsioni praticate in modo capillare e soffocante ai danni di imprese ed attività commerciali del territorio e riscontrando un diffuso condizionamento illecito dell'economia locale posto in essere anche con attentati alle attività produttive ed aggressioni agli imprenditori. Ma nonostante gli sforzi degli investigatori, nessun decisivo contributo alle indagini è emerso dalle dichiarazioni delle vittime che, a riprova del profondo stato di assoggettamento, o hanno negato di essere sottoposte al pagamento del 'pizzo' o si sono limitate ad ammettere il solo fatto storico dell'estorsione, non fornendo alcun elemento utile per l'identificazione dei responsabili. Sono oltre 500 i carabinieri del Comando provinciale di Catania ed unità specializzate impegnate nel blitz. ANSA

Confermati ergastoli carabiniere ucciso 1 0 f e b b ra i o 2 0 1 6

PERUGIA - Ergastolo definitivamente confermato per Pietro Pala e Raffaele Arzu, ritenuti responsabili dell'omicidio del carabiniere Donato Fezzuoglio raggiunto da alcuni colpi di kalashnikov dopo essere intervenuto per una rapina in banca, il 30 gennaio del 2006 ad Umbertide. I giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno infatti rigettato i ricorsi delle difese dei due imputati - originari della Sardegna, che si sono sempre Page 10

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proclamati estranei al delitto - contro la sentenza d'appello. Fezzuoglio, 30 anni, venne ucciso mentre tentava di sventare la rapina ai danni del Monte dei Paschi di Siena. "La sentenza della Cassazione mette fine al nostro calvario" il commento di Emanuela Becchetti, vedova di Donato Fezzuoglio. Proprio nei giorni scorsi il comandante dei carabinieri Tullio Del Sette aveva commemorato il decimo anniversario dell'omicidio. (ANSA)

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Preso il "nemico dei cani": bocconi con chiodi uncinati e vignette contro Edoardo Stoppa

11 febbraio 2016 E' accusato di aver sparso i numerosi bocconi di prosciutto farcito di chiodi uncinati a Riolo Terme. Un incensurato cinquantenne disoccupato è stato denunciato dai Carabinieri, al termine di un'attività investigativa seguita dal pubblico ministero Daniele Barberini e dal procuratore capo Alessandro Mancini, con l'accusa di maltrattamento di animali. Un odio verso gli animali motivato per la scarsa attenzione dell'opinione pubblica verso la famiglia. LE INDAGINI - L'attività degli uomini dell'Arma della stazione di Riolo Terme e della Compagnia di Faenza ha mosso i primi passi lo scorso novembre, quando alcuni cittadini hanno segnalato i bocconi avvelenati nei quartieri residenziali del comune montano, ma anche in un'area dedicata alla sgambatura dei cani. Le azioni erano state rivendicate attraverso alcuni volantini appesi sui pali della luce a Riolo e Imola. Tra questi un disegno di una ragazza che decapita un cane, a dimostrazione dell'odio verso gli animali a quattro zampe. Sono state proprio le vignette a portare gli inquirenti nella giusta direzione. I militari hanno acquisito gli elenchi di persone con formazione di studi artistici. Quindi sono arrivati al blog del sospettato dove, tra l'altro, sono pubblicate vignette contro noti animalisti. ODIO ANCHE CONTRO EDOARDO STOPPA DI "STRISCIA" - La perquisizione domiciliare effettuata mercoledì mattina, sollecitata dal procuratore Mancini, ha permesso di trovare nascosti in un armadio chiodi del tipo di quelli usati per i bocconi, ma anche volantini (anche contro l'inviato di Striscia la Notizia, Edoardo Stoppa) e petardi da modificare con pallini d'acciaio che però non ha utilizzato. Sequestrate anche delle pinzette usate presumibilmente per rendere i chiodi uncinati. Ulteriore fonte di prova alcune immagini fotografiche che il 50enne aveva scattato e che immortalavano le aree dove erano stati sparsi i bocconi. Sono diversi gli animali colpiti, ma fortunatamente salvati dai veterinari. IL COMMENTO DEL SINDACO - Il sindaco Alfonso Nicolardi ha ringraziato pubblicamente Page 11

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il comando provinciale, la Compagnia di Faenza ed in particolare il comando di Riolo Terme dell'Arma dei Carabinieri, "per il successo conseguito con le indagini che hanno portato ad identificare e sottoporre a fermo l'autore delle polpette chiodate distribuite nel nostro territorio comunale. A nome dell'Amministrazione, dei cittadini e di tutti i proprietari di animali domestici, va la gratitudine agli uomini dell'Arma che dimostrano, anche in questo caso, come il loro lavoro e la loro presenza sia un importante strumento di potenziamento del senso di sicurezza collettiva. Un intervento così tempestivo ha, infatti, evitato un ulteriore innalzamento della tensione sociale". "La velocità con cui si sono chiuse le indagini - ha aggiunto Nicolardi - sono testimonianza di efficienza ed efficacia nella quotidiana azione degli uomini dell'Arma. Abbiamo ancora in mente gli straordinari risultati ottenuti in recenti operazioni d'indagine ed interventi su episodi criminosi risolti in tempi strettissimi. Una presenza, quella dei Carabinieri, svolta con dedizione, costanza e prossimità ai cittadini che, come abbiamo visto anche in questo caso, porta a risultati straordinariamente importanti". Emerge però anche un velo di rammarico per l'accaduto. "Dispiacere e quindi rammarico - ha concluso Nicolardi - rimane soprattutto in riferimento alla persona che ha compiuto questi atti. Chi compie azioni di questo tipo è evidente, purtroppo, che non ha piena consapevolezza delle gravi implicazioni e delle conseguenze negative che comportano. Un disagio, per quanto importante, non può giustificare azioni delittuose di questo tipo". L'ENPA - "Ancora una volta l'Arma dei Carabinieri e la Procura di Ravenna si sono distinti nell'attività di prevenzione e repressione dei crimini contro gli animali afferma la presidente Nazionale di Enpa, Carla Rocchi -. Tali indagini, condotte a tempo di record con estrema efficienza, hanno consentito, dove vi fossero conferme circa l'identità dell'autore, di salvare le vite di molti animali e di risparmiare ai loro proprietari lo strazio di una dolorosissima perdita". (...) www.ravennatoday.it

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Mafia, i due avvocati e il carabiniere arrestati.

Laudani: «Nella famiglia ognuno fa la sua parte» Nelle 2672 pagine dell'ordinanza dell'inchiesta I vicerè, ci sono anche i legali Salvatore Mineo e Giuseppe Arcidiacono, e l'ex comandante dell'Arma a San Giovanni La Punta Alessandro Di Mauro. Secondo i racconti del pentito, avrebbero favorito il clan facendo da postini, ambasciatori e informatori.

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L'avvocato-postino del clan. Il collega che non li difendeva in aula, ma li aiutava. E il carabiniere che passava le informazioni. Almeno secondo i racconti di Giuseppe Laudani, nipote del boss Sebastiano, oggi diventato collaboratore di giustizia. Si tratta di Salvatore Mineo, Giuseppe Arcidiacono e Alessandro Di Mauro, presenti nel documento di 2672 pagine con cui il tribunale di Catania ha autorizzato l'arresto di 109 persone ritenute interne o vicine al clan Laudani. A Mineo e Arcidiacono viene contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Più la rivelazione di segreto d'ufficio per il primo. Di Mauro, invece, è accusato di avere effettuato un accesso abusivo alla banca dati delle forze dell'ordine per favorire il clan Laudani. «È tutto importante nella famiglia - spiega il pentito Ognuno fa la sua parte, ognuno hanno il loro compito». Salvatore Mineo, avvocato di Santa Maria di Licodia, viene nominato dallo stesso Giuseppe Laudani nel 2008. Secondo i racconti del pentito, oltre a difenderlo in aula, il legale «lo aggiornava di quanto succedeva a Paternò e teneva i rapporti con la squadra», facendo da postino. «Al carcere di Biccoca l'aula degli avvocati non viene perquisita - racconta ai magistrati - Io scrivevo lettere, neanche pizzini, proprio lettere». Che Mineo avrebbe poi consegnato a Enzo Morabito, a capo del gruppo paternese dei Laudani, tra appuntamenti, inviti al mare, cene a base di funghi e mazzi di fiori per il compleanno. L'avvocato - nominato difensore da quattro affiliati - sarebbe stato anche la scusa e il tramite per gli incontri in carcere, nella sala d'aspetto che precede gli appuntamenti con i legali di fiducia. «L'avvocato si metteva di lato, si fumava una sigaretta e noi parlavamo di tutto», spiega Laudani. A carico di Mineo ci sono anche i racconti della moglie di un affiliato che lo indica come la persona che avrebbe passato un documento riservato al marito. Documento che si trovava in una pen drive di un maresciallo dei carabinieri, misteriosamente scomparsa dal palazzo di giustizia di Catania e il cui contenuto Page 12

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è stato poi ritrovato nei computer di alcuni esponenti del clan. «Lo stesso lavoro dell'avvocato Giuseppe Arcidiacono, che però lo faceva molto più ampio», continua Laudani. Secondo i racconti del collaboratore, il legale metteva a disposizione i suoi rapporti privilegiati con i carabinieri per ottenere un trattamento di favore nei confronti di Laudani. Il quale, a sua volta, forniva all'avvocato il denaro per ammorbidire i militari. «Io chiamavo l'avvocato Arcidiacono - racconta il pentito - lui veniva, entrava in caserma, gli dava mille, duemila euro e le macchine non erano sequestrate». Un tariffario che variava da 500 a tremila euro nel caso di informazioni da ottenere. Come quando Arcidiacono gli avrebbe fatto sapere del sequestro imminente di una sua azienda. E Laudani la vende prima che scattino i sigilli. «Un pazzo, una mina vagante. Chissà quale cazzata andrà a dire. Una psiche così sconvolta...», questa la descrizione che Arcidiacono fa del suo ex cliente non appena viene a sapere della sua decisione di collaborare con la giustizia. Ma i pubblici ministeri cercano riscontri, specie sulla divulgazione di informazioni segrete. Così arrivano ad Alessandro Di Mauro, comandante della stazione dei carabinieri di San Giovanni la Punta, fino al 2007 in servizio ad Aci Catena. Comune, quest'ultimo, dove vive e ha il suo studio l'avvocato Arcidiacono. Quando i magistrati chiedono agli stessi carabinieri di verificare quante volte e perché il profilo di Giuseppe Laudani è stato cercato nella banca dati delle forze dell'ordine, i risultati sono numerosi. Ma, secondo la procura, la ricerca del comandante Di Mauro «non aveva alcuna esigenza diretta di indagine». Agli atti risultano invece frequenti contatti e la confidenza tra il militare e l'avvocato Arcidiacono. «Senti, appena hai qualche concerto per le mani fammelo sapere», gli dice il legale, intercettato al telefono. «Prima o poi ti chiameranno di notte», risponde il carabiniere. Ed «è evidente che i due non si riferiscono a un evento musicale», commentano i magistrati. http://catania.meridionews.it

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Venezia, mette la retro per sbaglio e i n v e s t e u n c a ra b i n i e re 1 1 f e b b ra i o 2 0 1 6

MARTELLAGO - A causa di una manovra errata da parte di un’automobilista un carabiniere è finito all'ospedale con la gamba fratturata e potrà rientrare in servizio forse tra 4 mesi. L'altra notte, poco prima

delle 3 ad Olmo di Martellago, una pattuglia dei carabinieri stava effettuando un posto di blocco sulla provinciale. È stato fermato un sessantenne di Venezia; dagli accertamenti è risultato che i documenti di guida sono a posto. L'uomo però, al momento di

ripartire ha inavvertitamente azionato la retromarcia, travolgendo uno dei carabinieri che l’avevano appena fermato. www.ilgazzettino.it

L'Arma in lutto saluta con gli onori il suo Carabiniere 13 febbraio 2016

CASTEL CASTAGNA - E' concentrato nel dignitoso contegno e nel volto di quei colleghi che portano a spalla il feretro o stanno ritti nel picchetto d'onore,

tutto il dolore per una perdita importante. Fabrizio Spagnoli, il 34enne carabiniere scelto morto nell'incidente stradale in Slovenia, non era soltanto amato dagli amici e da tutti gli altri carabinieri: era uno di quei militari dell'Arma che portava la pace nel mondo e che aiutava le popolazioni nelle sue missioni all'estero. Per questo era amato dalla gente. Quella gente che oggi a Castel Castagna, nel Page 13

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lutto cittadino, si è mischiata alle divise, agli alti gradi, al sindaco in fascia tricolore. La chiesa di Santa Maria di Ronzano ha accolto ieri sera il feretro avvolto nella bandiera e oggi ha visto schierati i carabinieri nei suoi più alti gradi. Non c'erano soltanto i colleghi, che hanno portato il feretro a spalla dopo averlo vegliato. C'era tutto lo Stato maggiore del comando provinciale di Teramo, con il colonnello Pier Vittorio Romano, i maggiori Massimiliano De Luca e Riziero Asci, il tenente Pietro Fiano, c'era anche il generale Michele Sirimarco, comandante regionale dell'Arma, c'era soprattutto il colonnello Patrizio La Spada, il 'suo' comandante, del 13esimo Carabinieri Friuli Venezia Giulia, dove il carabiniere scelto teramano prestava servizio. Un saluto solenne come si

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vuol per un degno servitore dello Stato.

www.emmelle.it

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ARMA

Ostia, una montagna di droga e armi per un milione di euro: un arresto Duro colpo allo spaccio nella Capitale. I carabinieri del Nucleo investigativo di via Zambrini hanno individuato e sequestrato in due box 300 chili di hashish, 1 chilo di cocaina e 4 pistole di diverso modello e calibro, complete di caricatori e munizioni, una delle quali con il silenziatore. Il giorno prima arrestati 3 uomini e sequestrati 70 chili tra ‘fumo’ ed ‘erba’: indagini in corso 1 3 f e b b ra i o 2 0 1 6

Ostia – Una vera e propria montagna di droga, oltre ad armi con munizioni, per un milione di euro è stata individuata e sequestrata a Roma: a finire in manette un trafficante. La brillante operazione è stata messa a segno dai carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Ostia agli ordini del comandante Custode Incarbone. Arrestato A.M., 41 anni, romano. L’OPERAZIONE – Il blitz degli investigatori è scattato giovedì 11 febbraio nella Capitale, al quartiere Colli Albani. Dopo una serie di indagini e attività volte alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti a Roma i militari hanno individuato due box adibiti allo stoccaggio dello stu-

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pefacente trafficante.

arrestando

il

LE PERQUISIZIONI - Nel corso delle perquisizioni i carabinieri si sono trovati di fronte ad una vera e propria montagna di droga, sequestrando ben 300 chili di hashish, 1 chilo di cocaina e 4 pistole di diverso modello e calibro, complete di caricatori e munizioni. Le armi, che ad un primo controllo sono risultate clandestine o rubate, saranno inviate in laboratorio per verificare se hanno già sparato. Una delle pistole era addirittura munita di silenziatore.

Nervi, avevano arrestato altri tre giovani romani sorpresi con oltre 70 chili di hashish e marijuana.

Questa ‘scoperta’ aveva indotto i carabinieri a concentrare la loro attenzione in quel quartiere della Capitale. Adesso sono in corso indagini per appurare se l’ arrestato facesse affari da solo o fosse inserito in una più vasta organizzazione criminale. www.ostiatv.it

I JAMMER - Nel corso delle operazioni sono stati inoltre rinvenuti alcuni ‘jammer’, strumenti normalmente utilizzati in ambito criminale per disturbare eventuali investigazioni tecniche da parte delle forze dell’ordine.

I 3 PRECEDENTI ARRESTI – Il giorno prima, sempre all’Appio, i militari del Gruppo di Ostia, agli ordini del colonnello Alessandro

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

PIANO ASSUNZIONI DELL'ARMA DEI CARABINIERI PER L'ANNO 2016. MOLTIPLICAZIONI DEI CARABINIERI, BRIGADIERI E DEI MARESCIALLI. RITORNANO I NUMERI IMPORTANTI E NON SOLO. AOltre 2000 allievi carabinieri, oltre 500 allievi marescialli e moltiplicazione degli allievi Vice Brigadieri che, confermati i 350 già partiti a febbraio, passeranno da 350 a 720 gli allievi vice brigadieri del concorso in atto per titoli ed esami. A cui si aggiungeranno i numeri dei concorsi interni allievi Marescialli e allievi ufficiali. Leggere questa nota del piano assunzioni per l'anno 2016 sembra quasi uno scherzo o, addirittura la moltiplicazione dei carabinieri, brigadieri e marescialli tenendo conto a cosa ci è stato riservato dal 2012 in poi.

Ora si puo' guardare al presente ed all'immediato futuro con concreta fiducia dettata da tangibili situazioni e provvedimenti che stanno man mano dando forza alle parole che il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Generale Tullio Del Sette porta direttamente ai carabinieri nei suoi molteplici incontri in lungo e in largo sul territorio nazionale.

Da stamattina che circolano voci sull'aumento dei posti utili per il concorso a titoli ed esami allievi vice Brigadieri. La notizia cosi' impossibile quanto reale che ha preso il via anche nel nostro gruppo sul social "pianetacobar" su facebook. A volte piu' di qualcuno ama lanciare uno scherzo che diventa un "cult" tra le migliaia di colleghi utenti che oggi sono abituati a confrontarsi sui temi d'interesse che riguardano la vita da carabiniere interagendo direttamente con i rappresentanti di riferimento. Questa volta è piu' vero che mai, ma la conferma ufficiale arriva solo dopo le 20.00 quando una nota interna al Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri rende ufficiale il tutto con il dettaglio del piano assunzioni. Infatti la nota chiarisce definitamente che, da una prima stima di circa 2.700 collocamenti in quiescenza nei vari ruoli al 31 dicembre 2015 e del ripristino del turnover al 100%, sono state ipotizzate le future assunzioni per l'anno 2016.

Gli ufficiali avranno 50 allievi ufficiali del ruolo normale e 3 del Ruolo Speciale, a cui si aggiungeranno 23 transiti interni dai marescialli non computabili nel calcolo assunzioni. Per gli Ispettori ci saranno 560 Allievi Marescialli del triennale, a cui si aggiungeranno 240 allievi marescialli dell’annuale non computabili perché transiti interni. Per i carabinieri saranno 2.062 unità assunte dai concorsi nell’anno, di cui 310 dai civili e 1.752 dai volontari in ferma prefissata oltre a 10 atleti. Inoltre, a completamento del quadro dei transiti interni e al fine di contenere le significative carenze nel ruolo Sovrintendenti, si è ritenuto non più differibile un incremento del relativo modulo di alimentazione da 700 a 1.200 unità l'anno, prevedendo di portare il corso di “aggiornamento e formazione professionale” (rivolto agli Appuntati Scelti - 3.000 istanze l’anno) da 350 a 480 posti. Invece il corso di "qualificazione" (rivolto a tutto il ruolo appuntati e carabinieri – 10.000 istanze l’anno) da 350 a 720 posti. continua Issue 1

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RAPPRESENTANZA

Notizie dalla Rappresentanza

Ma importante è tenere presente che questa ipotesi dell’incremento posti a concorso per il ruolo sovrintendenti, è subordinata, a regime, alla completa acquisizione del plesso della Scuola Allievi Marescialli di Firenze Castello, prevista presumibilmente per aprile. Tale acquisizione consentirà di portare tutti i corsi del triennale Marescialli in questa sede di Firenze, liberando conseguentemente capacità didattiche e ricettive alla Scuola di Velletri in favore dei corsi per Sovrintendenti e per il corso annuale Allievi Marescialli. Tenuto conto delle tempistiche dei bandi di concorso, per il 15’ corso di aggiornamento e formazione professionale, che è iniziato a febbraio 2016, sono stati confermati 350 posti.

Considerato che quest'anno gli AIlievi Carabinieri verranno suddivisi in due corsi che non si sovrappongono temporalmente (1.050 unità del 135° Corso con durata semestrale da maggio a novembre e 1.012 unità del 136° Corso, con durata standard con inizio a dicembre), sono stati valutati sostenibili, già per quest’anno, gli ipotizzati incrementi dei moduli Allievo Maresciallo / Allievo Vice Brigadiere sia nel caso in cui si disponga per aprile del plesso di Firenze CasteIlo, sia nell’eventualità che il complesso "Castello" venga acquisito in tempi successivi. In quest'ultimo caso, infatti, sarà possibile collocare provvisoriamente, come già praticato positivamente in passato presso la Scuola Allievi Carabinieri di Benevento) i corsi Allievi Vice Brigadieri presso la Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria.

Sarà possibile continuare a concentrare presso le caserme Baldissera e Mameli in Firenze e Salvo d'Acquisto in Velletri tutti i corsi per Allievo Maresciallo, 3 corsi del triennale e 1 corso dell‘annuale.

FONTE: pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo pubblicata 15 febbraio 2016

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ATTUALITA' NEWS

Violenza sulle donne, una lunga s ci a d i s a ng ue 0 3 f e b b ra i o 2 0 1 6

Una donna strangolata dall'ex nel Catanese mentre in casa c'era il figlio di 4 anni. Movente: la gelosia e la gestione del bimbo. L'uomo, sempre per questioni di gelosia 'malata', aveva già ucciso il vicino di casa nel 2000. Un'altra donna è stata uccisa a coltellate a Brescia dal marito che poi è morto schiantandosi contromano in A4 contro un tir. E poi a Pozzuoli una donna, incinta all'ottavo mese, aggredita dal compagno che le ha dato fuoco. La bimba che portava in grembo è stata fatta nascere e sta bene ma ora è lei a lottare in un letto di ospedale, in gravissime condizioni, con ustioni sul 40% del corpo. Sono gli ultimi agghiaccianti fatti di cronaca, accaduti in poche ore, a ricordarci ancora una volta che la violenza sulle donne e i femminicidi sono un fenomeno tutt'altro che estirpato.

Non è tanto un problema di leggi, in quanto in Italia sotto questo aspetto negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti con la legge contro lo stalking, quella per il contrasto al femminicidio, la ratifica della 'Convenzione di Istanbul'. C'è pero' ancora molto da fare nella prevenzione se, come si evince dagli ultimi dati Istat disponibili, circa 7 milioni di donne hanno subito violenza, fisica o psicologica (una donna su 3 fra 16 e 60 anni). Ma nemmeno il 12% di queste donne ha avuto la forza di denunciarla. Telefono Rosa ricorda sempre il numero dello sportello antiviolenza 1522.

Spesso la violenza in famiglia avviene davanti agli occhi dei figli: vittime inconsapevoli di questa ferocia, porteranno per sempre dentro i segni e i ricordi di queste drammatiche esperienze.

Fondamentali per il contrasto al fenomeno sono i Centri Antiviolenza, sparsi su tutto il territorio nazionale, lottano sempre con la cronica mancanza di fondi per poterli far funzionare al meglio. E' poi necessaria una profonda rivoluzione culturale e sociale, che coinvolga anche le scuole e le giovani generazioni che spesso sottovalutano o stimano come ineluttabile la violenza all'interno delle coppie, anche quelle di giovanissimi. E' per questo, per sensibilizzare, che dal mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport si moltiplicano gli appelli e le iniziative a sostegno. ANSA

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Pietro Grasso: "Cercate ancora la verità sulle stragi di mafia" 04 febbraio 2016 A trent'anni dall'inizio del primo grande processo a Cosa nostra, il presidente del Senato Pietro Grasso, che del maxi processo è stato giudice a latere, traccia un bilancio della lotta alla mafia, dei misteri che avvolgono ancora la morte di Falcone e Borsellino, e analizza il movimento antimafia che in quest'ultimo periodo sta attraversando una forte crisi. Pietro Grasso, che è stato anche procuratore nazionale antimafia, fa riferimento alle indagini sulle stragi di Falcone e Borsellino e ad alcune “intuizioni laceranti” che non si sono trasformate in indagini. Dice Grasso: «Fino a quando sono stato procuratore nazionale antimafia non ho mai smesso di cercare la verità sulle stragi di Giovanni e Paolo. La storia di Cosa nostra negli ultimi trent’anni è storia di misteri irrisolti. Forse per questo resta sempre un dubbio sui veri fini delle azioni, sui veri mandanti delle stragi.

Purtroppo, in molti casi le rivelazioni dei pentiti, le inchieste, i processi hanno chiarito solo in parte l’esatto svolgimento dei fatti. Si può affermare che non c’è mai stato omicidio “eccellente” o strage di mafia, chiarito in tutte le sue componenti: mandanti interni all’organizzazione, mandanti esterni, esecutori materiali e moventi, talvolta plurimi, del fatto criminale. E spesso, anche per effetto di questa imprecisione giudiziaria, è prevalsa l’opinione che Cosa nostra, in certi casi, altro non sia stata che il braccio armato di poteri occulti in grado di indicare ai mafiosi strategie, questioni d’affari o politiche da risolvere rapidamente e bersagli da colpire - si pensi anche a Mattarella, LaTorre, Dalla Chiesa, all’agente Agostino - con la violenza omicida. I vuoti da colmare e le verità da cercare, comunque, sono ancora tanti e spesso hanno dato adito a una dietrologia mediatica troppo fantasiosa». Rispondendo alla domanda se il dubbio continuerà ad avvolgere anche la morte di Issue 1

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Falcone e Borsellino, Grasso aggiunge: «Sulla loro tomba ho giurato che non mi sarei fermato di fronte a nulla per cercare la verità sulla loro morte. Ci sono ancora domande senza risposta. Chi poteva avere interesse, anche attraverso stragi di innocenti, a conservare la situazione esistente? Solo la mafia o anche altre entità o persino uomini delle Istituzioni che hanno tradito lo Stato? Il magistrato deve sempre tendere alla ricerca della verità, e questo ho fatto fino a quando ho guidato la procura nazionale antimafia. Ricordo che nonostante gli inviti a lasciar perdere e a non spendere invano i soldi dello Stato per riesumare vecchie inchieste, siamo riusciti a riaprire casi che sembravano chiusi nel libro dell’eterno oblio. Dopo sedici anni, nel 2008, ho avuto il privilegio di raccogliere per primo, dalla viva voce dell’ex mafioso Gaspare Spatuzza nuovi elementi». Il presidente del Senato ha pure fatto riferimento alle norme antimafia: «Abbiamo un’ottima legislazione antimafia che però adesso deve essere aggiornata, come prevede la riforma del “codice antimafia” arrivata in Senato lo scorso novembre. Riguarda fra le altre cose i beni confiscati, la tutela dei lavoratori, le leggi antimafia, le nomine e le incompatibilità degli amministratori giudiziari».

Sullo stato di salute dell’antimafia sociale che sembra essere stato intaccato da indagini che hanno coinvolto magistrati, imprenditori che si erano distinti per la loro azione di legalità, o associazioni ritenute infiltrate da personaggi collusi, Grasso ha detto: «Sono emersi casi singoli che non devono offuscare lo spirito dell’antimafia. Il fatto stesso che siano venuti alla luce dimostra che il sistema possiede gli anticorpi per isolare e colpire chi sfrutta questi ideali per il proprio interesse. Dopo 30 anni di un impegno civile eccezionale e alla luce di questi episodi voglio mettere in guardia questo mondo, che è anche il mio, e chiamarlo ad una riflessione seria al proprio interno». http://espresso.repubblica.it

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ATTUALITA' NEWS

Conti pubblici, scontro tra Bruxelles e Roma: “ b a s t a f l e s s i b i l i t à a It a l i a ” 05 febbraio 2016

Nuovo scontro sulla flessibilità tra Italia e Bruxelles. Il nostro paese - ha sottolineato il vicepresidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen - ha già ottenuto flessibilità dall’Europa e non ci sono grandi margini per un nuovo allentamento dei vincoli di bilancio. “Le nostre regole sono già molto flessibili e l'Italia ne ha beneficiato più di altri. Se andassimo troppo oltre, non avremmo più regole”, ha spiegato Katainen. “Se l’Italia continuerà ad avere un deficit così alto, si troverà in una situazione molto fragile. Le regole sono fatte per mantenere una stabilità di bilancio. Non credo ci sia ulteriore spazio di manovra per rendere queste regole più flessibili”. L’Italia si troverebbe infatti “in una situazione di debolezza di fronte ai mercati, mettendo a rischio la stabilità” della Ue, ha continuato il vicepresidente della Commissione. Che incoraggia poi il governo ad “andare avanti con le riforme”. “Saremo molto attenti alle riforme strutturali, vogliamo incoraggiare il governo italiano ad andare avanti nelle

riforme, proprio per attirare gli investimenti in Italia”. E ieri una doccia gelata è arrivata anche dalle previsioni economiche per il 2016 della commissione Ue. Le previsioni economiche d'inverno 2016 della Commissione europea assegnano al nostro paese un incremento del Pil pari all'1,4 per cento nel 2016 (dopo lo 0,8 del 2015) e dell'1,3 nel 2017. Tutti dati corretti al ribasso di un decimo di percentuale rispetto alle stime pubblicate a novembre. Nell'anno in corso, inoltre, il rapporto deficit/Pil dovrebbe toccare quota 2,5 per cento (contro il 2,3 ipotizzato a novembre) e 1,5 per cento nell'anno successivo (contro l'1,6 stimato in precedenza). Quanto al debito, la previsione di Bruxelles è che arrivi al 132,4 per cento nel 2016 (due punti decimali in più rispetto alle aspettative di novembre), per poi attestarsi al 130,6 per cento nel 2017 (contro il 130 per cento ipotizzato lo scorso anno). www.ilvelino.it

Mediterraneo, le rotte fantasma di rifugiati e ji ha d i s t i 06 febbraio 2016

MILANO. Blindate (o quasi) le frontiere di terra con muri e filo spinato e accelerato l'iter degli hotspot in Grecia e Italia per filtrare lo tsunami dei rifugiati, le intelligence europee fanno ora i conti con il vero ventre molle dell'anti-terrorismo continentale: il Mare Mediterraneo. Una sorta di "buco nero" della sicurezza dove ogni giorno navigano circa 5mila imbarcazioni in grado di dribblare senza troppa difficoltà, temono in molti, i fari accesi dagli 007. Issue 1

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La via del mare è stata scelta più volte dal califfato per infiltrare i suoi uomini in Europa. Tre degli attentatori di Parigi sono arrivati nella Ue sbarcando da una barca di migranti sull'isola di Leros. L'impresa non è stata difficile: all'epoca oltre 4.500 persone attraversavano clandestinamente ogni giorno l'Egeo. E solo al 20% di loro venivano prese le impronte digitali per identificare presunti jihadisti. Ora le cose sono migliorate: la percentuale è salita al 65% e il completamento degli hotspot a marzo dovrebbe limitare il rischio

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ATTUALITA' NEWS terrorismo sulla rotta dove nel 2015 sono passati un milione di rifugiati. Tappato un buco, però rischia di aprirsene un altro. A suonare il campanello d'allarme è stato il ministro della difesa francese Jean Yves Le Drian: "L'Is - ha ricordato - controlla 300 km di costa libica". L'offensiva della coalizione anti-Califfato in Siria rischia di spostare verso Tripoli il centro decisionale di Daesh. "E appena tornerà il bel tempo ha detto Le Drian - c'è il rischio concreto che i terroristi si nascondano tra i migranti in partenza dal Nord Africa". Su queste rotte potrebbero viaggiare pure merci più pericolose. E il sequestro a fine 2015 a sud di Creta di una nave boliviana partita dalla Turchia e diretta a Misurata (Libia) carica di armi ha confermato i dubbi. Sfuggire ai controlli, sostiene un rapporto dell'israeliana Windward pubblicato dal Financial Times, non è difficile. Solo a gennaio sono entrate nel Mare nostrum 9mila navi, 540 da paesi che per gli Usa ospitano jihadisti. Ben 5.500 battevano bandiere di paradisi fiscali, 11 hanno presentato documenti falsi e 190 erano

controllate da società mono-nave, non cioè da armatori reali. I tracciamenti della Windward hanno segnalato diverse anomalie di rotta. Lo scorso 8 novembre un natante partito da Genova per Lisbona ha piegato all'improvviso verso l'Africa allungando il percorso di 500 miglia, salvo poi fare inversione a U e ripartire verso il Portogallo. Per fare cosa? Una domanda cui sta cercando di dar risposta il pool antiterrorismo della Procura della Lanterna. Qualche settimana dopo una barca di 76 metri è partita da Misurata, ha chiuso i trasponder per tre ore prima di riapparire sui radar e proseguire per Pozzallo, in Sicilia. La fitta ragnatela di rotte tra Medio Oriente, Africa ed Europa è oggi non a caso l'epicentro delle preoccupazioni Ue. Le dogane dei porti non sono blindate come i confini di terra. I controlli a mare fanno acqua. E l'Is, che lo sa, sarebbe pronta ad approfittare delle falle. www.repubblica.it

D e p e na l i z z a z i one : e cco l a l i s t a com p l e t a dei 41 reati cancellati 07 febbraio 2016

Da ieri è in vigore l'operazione depenalizzazione del Governo (di cui ai decreti n. 7 e n. 8/2016) checancella con un colpo di spugna una lunga serie di reati, c.d. "bagatellari", con il fine di alleggerire il carico dei procedimenti nei tribunali e nelle procure. Sono ben 41 le fattispecie che da ieri, quindi, non avranno più rilevanza penale e che spariscono dal codice penale e dalle leggi speciali (salva la presenza di aggravanti che assurgono a figure di reati autonomi), per trasformarsi in illeciti civili e amministrativi puniti con sanzioni pecuniarie, con l''obiettivo di ottenere un effetto deterrente più elevato.

Reati contro la persona: - Ingiuria (art. 594) Reati contro la fede pubblica: - Falsità in scrittura privata (art. 485) - Falsità in foglio firmato in bianco. Atto privato (art. 486) - Falsità su un foglio firmato in bianco diverse da quelle previste dall'articolo 486. Atto privato (art. 488) - Uso di atto falso. Atto privato (art. 489, 2° comma) - Soppressione, distruzione e occultamento di scritture private vere (art. 490) Reati contro la moralità e il buon costume: - Atti osceni (art. 527, 1° comma) - Pubblicazioni e spettacoli osceni (art. 528, 1° e 2° comma)

E cco l a l i s t a com pl e t a : Issue 1

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ATTUALITA' NEWS

Reati contro il patrimonio: - Sottrazione di cose comuni (art. 627) - Danneggiamento semplice (art. 635, 1° comma) - Appropriazione di cose smarrite, del tesoro o di cose avute per errore o caso fortuito (art. 647)

Contravvenzioni: - Rifiuto di prestare la propria opera in occasione di un tumulto (art. 652, 1° e 2° comma) - Abuso della credulità popolare (art. 661) - Rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive (art. 668, 1°, 2° e 3° comma) - Atti contrari alla pubblica decenza. Turpiloquio (art. 726)

Sostanze stupefacenti - Mancato rispetto dell'autorizzazione alla coltivazione di stupefacenti per uso terapeutico (art. 28, 2° comma, d.p.r. n. 309/1990) Codice della Strada: - Guida senza patente (art. 116, 15° comma, d.lgs. n. 285/1992)

Previdenza: - Omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali (art. 2 d.l. n. 463/1983)

R i ci cl a gg i o: - Omessa identificazione (art. 55, 1° comma, d. lgs. n. 231/2007) - Omessa registrazione (art. 55, 4° comma, d. lgs. n. 231/2007)

Fallimento: - Omessa trasmissione dell'elenco dei protesti cambiari da parte del p.u. (art. 235 R.d. n. 267/1942) Società: - Impedito controllo ai revisori (art. 29 d. lgs. n. 39/2010)

Assegni bancari: - Emissione di assegno da parte dell'istituto non autorizzato o con autorizzazione revocata (art. 117 r.d. n. 1736/1933) A b o rt o : - Interruzione volontaria della propria gravidanza senza l'osservanza delle Issue 1

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modalità indicate dalla legge (art. 19, 2° comma, l. n. 194/1978)

Diritto d'autore: - Abusiva concessione in noleggio (art. 171quater l. n. 633/1941) Pubblica sicurezza: - Violazione delle norme per l'impianto e l'uso di apparecchi radioelettrici privati (art. 11 R.d. n. 234/1931)

Contrabbando: - Contrabbando nel movimento delle merci attraverso i confini di terra e gli spazi doganali (art. 282 d.p.r. n. 43/1973) - Contrabbando nel movimento delle merci nei laghi di confine (art. 283 d.p.r. n. 43/1973) - Contrabbando nel movimento marittimo delle merci (art. 284 d.p.r. n. 43/1973) - Contrabbando nel movimento delle merci per via aerea (art. 285 d.p.r. n. 43/1973) - Contrabbando nelle zone extradoganali (art. 286 d.p.r. n. 43/1973) - Contrabbando per indebito uso di merci importate con agevolazioni doganali (art. 287 d.p.r. n. 43/1973) - Contrabbando nei depositi doganali (art. 288 d.p.r. n. 43/1973) - Contrabbando nel cabotaggio e nella circolazione (art. 289 d.p.r. n. 43/1973) - Contrabbando nell'esportazione di merci ammesse a restituzione di diritti (art. 290 d.p.r. n. 43/1973) - Contrabbando nell'importazione od esportazione temporanea (art. 291 d.p.r. n. 43/1973) - Altri casi di contrabbando (art. 292 d.p.r. n. 43/1973) - Pena per il contrabbando in caso di mancato o incompleto accertamento dell'oggetto del reato (art. 294 d.p.r. n. 43/1973)

Guerra: - Omissione di denuncia di beni (art. 3 d.lgs. luogotenenziale n. 506/1945) Macchine utensili: - Alterazione del contrassegno di macchine (art. 15 l. n. 1329/1965) Commercio: - Installazione o esercizio di impianti in mancanza di concessione (art. 16 d.l. n. 745/1970) www.StudioCataldi.it

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ATTUALITA' NEWS

Italia-Usa, Mattarella: insieme sconfiggeremo i nemici della pace e della libertà gli altri temi affrontati, la sfida del populismo (uin problema per l'Europa ma anche per gli Stati Uniti) e il caso Regeni. Obama ha assicurato a Mattarella la piena collaborazione degli Stati Uniti per far luce sull'uccisione del giovane italiano in Egitto.

08 febbraio 2016

"Da 70 anni Stati Uniti e Italia sanno di poter contare gli uni sugli altri". È uno dei punti evidenziati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nelle dichiarazioni alla stampa successive all'incontro alla casa Bianca col presidente statunitense Barack Obama. Il capo dello Stato Italiano ha posto l'accento sulla "grande collaborazione" tra Italia e Usa nell'ambito dell'alleanza atlantica. Una collaborazione che ha "consentito di superare con successo sfide impegnative e momenti difficili". Mattarella ha aggiunto che grazie alla vicinanza, all'amicizia, alla collaborazione tra Italia e Stati Uniti è possibile affrontare con successo le sfide nuove e quelle che ci saranno, "sconfiggere i nemici della pace, della libertà, dei diritti umani". Sul tasto della cooperazione Italia-Usa ha insistito anche Obama. "Abbiamo parlato - ha riferito il padrone di casa - degli sforzi congiunti tra Italia, Usa e altri Paesi per aiutare la Libia a formare un governo che permetterà alle forze di sicurezza di stabilizzare la regione e respingere il Daesh". Il presidente americano ha riferito che nel colloquio si è "parlato a lungo del problema dei profughi, dei migranti, che sta avendo un impatto terribile sull'Europa e sull'Italia in particolare". Per Obama, quello dei migranti "è un problema non europeo ma globale, che colpisce anche gli Usa e pone sotto pressione il rapporto transatlantico". Tra Issue 1

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Al colloquio erano presenti il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni, e il vicepresidente americano, Joe Biden. La visita negli Usa proseguirà martedì 9 febbraio: dopo una colazione con Biden, il Presidente Mattarella sarà al Capitol Hill e incontrerà il presidente della Camera dei Rappresentanti, Paul Ryan e la Minority Leader, Nancy Pelosi e, successivamente, una rappresentanza della Italian American Congressional Delegation. Tappa successiva della visita mercoledì 10 febbraio a New York: a Palazzo di Vetro il capo dello Stato avrà colloqui con il presidente dell'Assemblea Generale, Mogens Lykketoft e con il segretario generale della Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Il presidente Mattarella si recherà quindi alla sede della Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Onu per incontrare i funzionari italiani delle Nazioni Unite. Nel pomeriggio visiterà il Ground Zero e il Memoriale dell'11 settembre per poi trasferirsi al Museo Guggenheim dove incontrerà la comunità italiana.

L'11 febbraio mattina il Presidente Mattarella pronuncerà un discorso alla Columbia University. Si recherà quindi a Ellis Island e visiterà l'esposizione sull'emigrazione verso gli Stati Uniti. Venerdì 12 febbraio il capo dello Stato sarà a Houston, ultima tappa della visita, dove visiterà il Johnson Space Center con una rappresentanza di astronauti italiani. www.ilvelino.it

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ATTUALITA' NEWS

Agenti infiltrati per la caccia agli euro falsi

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Euro Donnie Brasco a caccia degli euro falsi. Fosse ancora in servizio e lavorasse in Italia, Joe Pistone - il poliziotto che l'Fbi infiltrò nella mafia newyorchese, reso celebre sul grande schermo da Johnny Depp - potrebbe presto mettersi sulle tracce dei trafficanti di banconote contraffatte. Come punta a rendere possibile il governo, che ha allo studio un decreto per consentire il ricorso ad agenti sotto copertura, finora impiegati nel contrasto al traffico di droga e armi. Una volta tanto si potrà dire, almeno in parte, "ce lo ha chiesto l'Europa": è stata infatti una direttiva del 2014 a invitare gli Stati membri a mettere in campo strumenti di indagine simili a quelli usati per la criminalità organizzata. Un modo per allineare i livelli di protezione della moneta, uniformare le modalità investigative e dare una scossa al blando livello sanzionatorio vigente in alcune nazioni, che rende particolarmente vantaggiosa la falsificazione rispetto all'entità della pena. Con un'economia ancora claudicante, del resto, la stabilità della Ue dipende ancora di più da quella della divisa comunitaria. E la ricerca di tenere bassi i tassi di interesse e il livello dell'inflazione potrebbe essere messa seriamente in discussione proprio da un aumento fuori controllo e illegale di liquidità. Anche perché non si parla di cifre insignificanti: da quando è stato introdotto, la Ue stima che la contraffazione dell'euro abbia provocato danni finanziari per almeno mezzo miliardo.

Di fronte a questo scenario, come già avvenuto in Spagna, la decisione è stata di mettere a punto un decreto legislativo che modifica in più punti il codice penale e, fra l'altro, equipara la produzione di banconote false a un reato transnazionale. Ovvero di quelli che consentono operazioni "undercover" tramite l'infiltrazione degli Issue 1

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agenti nelle organizzazioni criminali, anche all'estero. Uno strumento ritenuto fondamentale per combattere sodalizi che hanno solide basi in Italia (come hanno riconosciuto durante la fase istruttoria la Direzione nazionale antimafia e Bankitalia, consultate per un parere) ma non si fermano certo alla frontiera. E che, se non sono già una loro propaggine, possono contare sull'appoggio delle organizzazioni di stampo mafioso, che con un controllo capillare del territorio e a una rete di "diffusione" di provata esperienza si rivelano un formidabile alleato.

La legge, così com'è, non funziona granché. Fra il 2010 e il 2015 sono state 2.743 le condanne in via definitiva in materia di "falso nummario", dizione che comprende tutti quei reati che vanno dalla fabbricazione alla falsificazione, dall'introduzione nel territorio nazionale alla spendita consapevole di denaro contraffatto. Eppure, malgrado una reclusione che può andare da tre a 12 anni, la confisca dei macchinari utilizzati per produrre euro falsi è una rarità. Il motivo? Non è obbligatoria. Mentre quella patrimoniale non è nemmeno prevista. Almeno finché non entrerà in vigore la nuova legge: il giudice dovrà disporla sempre nei confronti dei condannati, anche nei casi di patteggiamento. E avrà la possibilità di ricorrere anche alla cosiddetta "confisca allargata", che valuta la sproporzione fra tenore di vita e reddito dichiarato. A essere a rischio sequestro, in questo modo, saranno anche tutti quei beni di cui non si è in grado di giustificare la provenienza, pure se non illecita. http://espresso.repubblica.it

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Banche, cosa cambia con la garanzia dello Stato

11 febbraio 2016

Un nuovo paracadute pubblico per i crediti in sofferenza che zavorrano i bilanci delle banche italiane. E' questo, in sostanza, ciò che prevede il decreto approvato ieri dal consiglio dei ministri, frutto di un accordo con l'Ue raggiunto nelle scorse settimane dal ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan. Non si tratta di quella bad bank di cui si è parlato per molto tempo ma di un nuovo sistema con cui lo stato cercherà di aiutare le banche a liberarsi in parte dei crediti in sofferenza, cioè degli oltre 200 miliardi di euro di prestiti che hanno buone probabilità di non essere rimborsati, a causa delle difficoltà dei debitori strozzati da quasi 10 anni di crisi economica. Bcc, la riforma in 5 punti

Nello specifico, con il decreto approvato ieri, l'esecutivo guidato da Matteo Renzi ha delineato un sistema con cui gli istituti di credito nazionali potranno cartolarizzare i propri crediti sofferenti, cioè conferirli in nuove società-veicolo per portarli fuori dal bilancio e trasformarli poi in titoli (ovvero in particolari obbligazioni che si chiamano asset backed securities) da rivendere sul mercato agli investitori (per esempio a qualche fondo speculativo). Proprio grazie al provvedimento del consiglio dei ministri, questi titoli godranno (seppur parzialmente) di una garanzia dello Stato, che provvederà a rimborsarli nel caso in cui il credito sottostante non venisse onorato. Lo scopo dell'intervento pubblico è appunto favorire le operazioni di cartolarizzazione, risollevando così i bilanci delle banche. I paletti del decreto

Per far scattare questa garanzia statale, però, il decreto fissa dei paletti ben precisi. Innanzitutto, il paracadute pubblico verrà attivato soltanto su titoli frutto di cartolarizzazioni ma classificati come senior, cioè che hanno un grado di rischio Issue 1

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più basso e un rating medio-alto, superiore al cosiddetto investment garde (tripla B), rilasciato da un'agenzia riconosciuta anche dalla Banca Centrale Europea. Inoltre, la stessa protezione pubblica potrà attivarsi soltanto quando la banca che ne beneficia ha già venuto sul mercato almeno la metà dei titoli classificati come junior (o subordinati) cioè quelli che sono frutto di cartolarizzazioni di prestiti in sofferenza ma che, rispetto ai senior, godono di minori garanzie di rimborso e sono dunque più rischiosi . Bad bank, perché ha deluso i mercati

Infine, il decreto prevede pure che le banche paghino un "prezzo" allo Stato per ottenere la garanzia sui prestiti in sofferenza. Ci sarà infatti una commissione proporzionale all'ammontare dei finanziamenti cartolarizzati e calcolata tenendo conto delle quotazioni dei cds (credit default swap), contratti derivati che assicurano contro il rischio di insolvenza di un debitore. In particolare, il parametro di riferimento per il calcolo delle commissioni sarà il prezzo dei cds relativi a crediti di uguale scadenza e con lo stesso grado di rischio di quelli cartolarizzati. Per spingere le banche a liberarsi più velocemente dei prestiti “marci”, nei primi tre anni è previsto uno sconto sulle commissioni da pagare allo Stato in cambio della garanzia pubblica. I costi si innalzeranno infatti gradualmente nel tempo, fino ad allinearsi pienamente alle quotazioni dei relativi cds dopo 6 anni. Analizzando nel dettaglio il decreto del governo, dunque, si scopre che il paracadute statale scatta soltanto in presenza di condizioni abbastanza stringenti e si basa su un meccanismo non proprio semplicissimo. C'è dunque da augurarsi che basti a raggiungere l'obiettivo prefissato, cioè di togliere almeno 70 miliardi di euro di sofferenze dai bilanci degli istituti di credito. www.panorama.it

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Testa di Moro: mai tradire una Siciliana

11 febbraio 2016

Testa di Moro: mai tradire una siciliana! La Testa di Moro è un oggetto caratteristico della tradizione siciliana. Si tratta di un vaso in ceramica dipinta a mano utilizzato come ornamento che raffigura il volto di un Moro e talvolta di una giovane donna di bell’aspetto. Un’antica leggenda narra che intorno all’anno 1100, durante il periodo della dominazione dei Mori in Sicilia, nel quartiere Kalsa di Palermo, viveva "una bellissima fanciulla dalla pelle rosea paragonabile ai fiori di pesco al culmine della fioritura e un bel paio di occhi che sembravano rispecchiare il bellissimo golfo di Palermo". La ragazza era quasi sempre in casa, e trascorreva le sue giornate occupandosi delle piante del suo balcone. Un giorno si trovò a passare da quelle parti un giovane Moro, che non appena la vide, subito se ne invaghì e decise di averla a tutti i costi. Quindi senza indugio entrò in casa della ragazza e le dichiarò immediatamente il suo amore. La fanciulla,

colpita da tanto ardore, ricambiò l’amore del giovane Moro, ma ben presto la sua felicità svanì non appena venne a conoscenza che il suo amato l’avrebbe presto lasciata per ritornare in Oriente, dove l’attendeva una moglie con due figli. Fu così che la fanciulla attese la notte e non appena il Moro si addormentò lo uccise e poi gli tagliò la testa. Della testa del Moro ne fece un vaso dove vi piantò del basilico e lo mise in bella mostra fuori nel balcone. Il Moro, in questo modo, non potendo più andar via sarebbe rimasto per sempre con lei. Intanto il basilico crebbe rigoglioso e destò l’invidia di tutti gli abitanti del quartiere che, per non essere da meno, si fecero costruire appositamente dei vasi di terracotta a forma di Testa di Moro. Ancora oggi nei balconi siciliani si possono ammirare Teste di Moro spesso denominate anche "Teste di Turco" di pregevole fattura, un simpatico monito per tutti i mariti! www.siciliafan.it

Accordo Usa-Russia a Monaco: tregua in Siria entro una settimana" 1 2 f e b b ra i o 2 0 1 6

«C’è un risultato oggi a Monaco: pensiamo di aver fatto dei progressi, su tutti e due i fronti, gli aiuti e le ostilità. E questi progressi possono cambiare la vita quotidiana dei siriani». E’ quasi l’una di notte quando il segretario di Stato americano John Kerry, insieme al ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e all’inviato Onu per la Siria Staffan De Mistura, si presenta nella piccola sala dell’Hilton Hotel di Monaco di Baviera dove i giornalisti aspettano da quasi cinque ore. Quanto sono durate le trattative tra i diciassette Paesi impegnati nel gruppo di supporto sulla Siria, che si concludono così, con un accordo per portare aiuti umanitari «da subito, da questo fine settimana» nelle zone più colpite, con tanto Issue 1

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di task force dell’Onu incaricata che si riunirà già oggi a Ginevra, e fine delle ostilità entro una settimana da tutte le parti in lotta, «a eccezione della battaglia ai gruppi terroristi».

E’ nella tarda serata che finalmente l’accordo, preparato dagli sherpa di Stati Uniti e Russia e poi discusso virgola per virgola collegialmente, comincia a definirsi. Un po’ prima di mezzanotte, De Mistura si affaccia nella sala della conferenza stampa: «Ancora quindici minuti», promette. Il via libera definitivo è lì, a portata di mano, qualche sala più in là i protagonisti del colloquio fanno un breve break, prima di rileggere il documento tutto da capo e dare

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ATTUALITA' NEWS continul’ok. In realtà ci vorrà un po’ più di un quarto d’ora, ma alla fine l’annuncio si può fare, nel cuore della notte: quello che, come ricorda De Mistura, serviva ai siriani - «aiuti umanitari e no more bombs» - è deciso. Certo, ricordano Kerry come Lavrov che ora, raggiunto il faticoso accordo, il «vero test» dello sforzo fatto sarà riuscire a implementare le decisioni prese. Ma già arrivare lì, seduti a quello stesso tavolo a elogiare il documento adottato, è un risultato di rilievo per chi, solo nei giorni scorsi, si è accusato l’un l’altro, con la Russia in particolare messa nel mirino da più parti per quella che il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha definito una «escalation militare». «Mesi di accuse

senza fondamento», «propaganda» contro i russi, dice Lavrov: e benché vicini, concordi nel portare questo accordo come buon risultato, con Kerry si punzecchiano su Aleppo e il ruolo di Assad («noi crediamo che non ci sarà mai pace in Siria finché il presidente Assad è lì», dice Kerry, «altri la pensano diversamente»). Poche ore dopo ci ha pensato l’opposizione siriana a raffreddare gli entusiasmi («Nessun accordo è possibile fino a quando rimarrà in carica il presidente Assad e in Siria rimarranno i Pasdaran», ha detto Riad Hijab, presidente dell’Alto consiglio dell’opposizione siriana). Tuttavia, un fragile passo avanti è stato fatto. www.lastampa.it

Ripartenza a macchia di leopardo, cosa c'è dietro le cifre dell'economia italiana

di dicembre positivo per gli accessori, un timido risveglio dopo un lungo periodo di crisi per un settore in cui il rinvio dell'acquisto è assai facile quando Auto nuova e cena fuori ma è gelata sui l'economia va male", racconta Renato redditi. I consumi delle famiglie sono Borghi, presidente di Federmoda Italia. "I ripartiti? Gli ultimi dati Istat di dettaglio, saldi però non hanno confermato i numeri relativi al terzo trimestre 2015, dicono di 2015 e francamente ci aspettavamo di più sì. Seppur timidamente: +0,4% sul con un dato nazionale a -0,7% e situazioni a trimestre precedente, +1,1% sull'anno macchia di leopardo: bene Lombardia, passato. Il punto è dove e come. Molto Veneto e Piemonte a +2,5%, male la Sicilia bene il settore auto. E gli altri? "Abbiamo in negativo". L'effetto 80 euro c'è stato? "Il chiuso il 2015 a +3%, un buon anno grazie sentiment delle famiglie è positivo, ma il soprattutto all'Expo, al bel tempo, al reddito disponibile netto non è cresciuto, turismo, alla rivalutazione del dollaro, al sebbene il numero degli occupati stia terrorismo che ha deviato i flussi verso il aumentando. Non siamo ancora di fronte a nostro Paese", analizza Lino Stoppani, un consolidamento della ripresa dei presidente Fipe (pubblici esercizi). Bar, consumi, questa è la verità. Ma solo a un ristoranti e alberghi pieni? "È cresciuta la flebile segno di inversione di tendenza che tendenza al "fuori casa". E il turismo è speriamo prosegua anche nel 2016". andato bene, un'annata importante, di svolta dopo tanta crisi". L'Istat però ora Hi-tech e aerospazio ci salvano sui mercati. registra un Pil 2015 più basso delle attese C'è una nuova polarizzazione tra le imprese del governo. "Forse a causa della coda italiane, non più grandi-piccole, non più d'anno, un trimestre senza traino Expo". pubbliche-private, bensì tra chi esporta e Risultati in chiaroscuro invece per chi dipende prevalentemente dal mercato continua l'abbigliamento. "Il 2015 si è chiuso con un domestico. modesto incremento dell'1,4%, con il mese 1 3 f e b b ra i o 2 0 1 6

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ATTUALITA' NEWS Le prime hanno alimentato il Pil in questi anni di crisi e poi di lentissima ripresa. Dall'inizio del 2015 - secondo gli ultimi dati dell'Istat riferiti a novembre - l'export ha fatto registrare un incremento di quasi il 4% in valore e del 2% in volumi. A novembre l'attivo commerciale ha raggiunto 39,2 miliardi. "Le buone performance delle esportazioni - sostiene Riccardo Maria Monti, presidente dell'Ice (l'agenzia per la promozione all'estero delle imprese italiane) - vanno lette lungo due assi: uno settoriale, l'altro geografico. A guidare l'export sono state soprattutto le aziende high-tech, quella della farmaceutica, delle biotecnologie, dell'aerospazio ma anche dell'agroalimentare. Poi è stata fondamentale la scelta strategica di orientare le esportazioni verso il mercato degli Stati Uniti (+20%) che ha consentito all'Italia di risentire meno della frenata delle cosiddette economie emergenti". I buoni risultati sui mercati internazionali, che hanno compensato nel 2015 l'andamento negativo della domanda interna, nascono dalla capacità delle imprese italiane esportatrici "di diversificare", come dice Monti. Muoversi cioè con velocità e flessibilità verso i mercati più stabili. Così la crisi della Russia ha inciso poco (3 miliardi sui 500 complessivi) sulla dinamica dell'export, e anche la frenata della Cina (dove esportiamo per 10 miliardi circa) la sentiremo poco, meno comunque della Germania che esporta per quasi 70 miliardi di euro. "Questo assetto conservativo dell'export - spiega Monti - può farci prevedere un 2016 positivo anche se non brillante".

Per tante imprese prestiti ancora negati. Il credit crunch (la stretta del credito) è finito da due anni: nel 2014 per le famiglie e nel 2015 per le imprese. Almeno è quanto racconta l'Abi, l'associazione delle banche italiane. "L'anno scorso sono stati erogati mutui per 360 miliardi contro i 357 del 2014, ma questo dato di stock è fuorviante perché tiene conto anche dei mutui vecchi", spiega il vicedirettore Gianfranco Torriero. "Il flusso, cioè le nuove erogazioni, segnalano invece una crescita: +97%, un raddoppio". Di cui però un terzo sono surroghe e dunque sostituzioni di vecchi contratti con nuovi più convenienti. E le imprese? "Anche qui il dato di stock colloca a 793 miliardi i prestiti nel 2015, Issue 1

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rispetto agli 808 del 2014. Ma quello di flusso registra circa un +11,5%. Quindi anche il credito alle aziende è ripartito". Antonio Gennari, direttore generale Ance (costruttori) è però meno ottimista: "L'attenzione delle banche è cambiata, ma c'è ancora molta resistenza e selettività nei confronti delle imprese di costruzione. Non registriamo una inversione significativa, anzi siamo ancora sotto pressione. Le banche continuano a essere diffidenti verso un settore come il nostro che ha perso il 35% di investimenti in otto anni di crisi. Eppure per il 2016 ci aspettiamo un +1%, primo segno più dal 2008".

Eterno declino del sud: spese ferme, nascite in calo. C'è un dato non strettamente economico che spiega meglio di altri la profondità della crisi del Mezzogiorno: il tracollo del tasso di fecondità. Nelle regioni meridionali non nascono più bambini. Nel 2014 ne sono stati registrati 174 mila, il valore più basso dall'Unità d'Italia. Il tasso di fecondità al Sud - spiega la Svimez (l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno) nel suo ultimo rapporto - è sceso a 1,31 figli per donna, ben distanti dai 2,1 necessari per garantire la stabilità demografica. "La nuova questione meridionale è la desertificazione demografica", dice Emanuele Felice, professore di Storia economica all'Università autonoma di Barcellona e autore di Perché il Sud è rimasto indietro. "Così - aggiunge Felice - al Mezzogiorno mancano le energie per fare la crescita. È una situazione molto critica". E proprio la permanenza in recessione dell'economia meridionale costituisce uno dei freni alla dinamica del resto del Paese. Il divario del Pil pro capite del Sud rispetto al CentroNord è tornato ai livelli di quindici anni fa. Negli anni della crisi (2008-2014) i consumi delle famiglie meridionali sono crollati di quasi il 13% e gli investimenti nell'industria addirittura del 59%. Il 62% dei meridionali guadagna meno di 12 mila euro annui contro il 28,5% del CentroNord. "Servono investimenti in infrastrutture e in istruzione - aggiunge Felice - ma servirebbe anche un'altra classe dirigente meridionale il cui bilancio è l'inconcludenza. Vale per la destra come per la sinistra, con le dovute eccezioni". www.repubblica.it

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ATTUALITA' NEWS

E' sfida robot-uomo, fra 30 anni disoccupazione al 50% porterà davvero benefici al genere umano?'', domanda Vardi snocciolando i dati sugli ultimi progressi nel campo dell'intelligenza artificiale. ''La risposta tipica è che se le macchine faranno il nostro lavoro, allora avremo più tempo libero per fare ciò che ci piace, ma non penso che sia una prospettiva allettante. Credo che il lavoro sia essenziale per il benessere dell'uomo''.

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Fra trent'anni i robot ci avranno trasformato in un esercito di disoccupati a caccia di hobby, o saranno i nostri migliori 'colleghi' di lavoro, pronti a sbrigare i compiti più ripetitivi e pesanti lasciandoci liberi di esprimere la nostra creatività? Sono questi gli interrogativi e i diversi scenari che dividono gli esperti che però concordano tutti su un punto: quella dell'automazione sarà una sfida cruciale a cui bisognerà prepararsi per tempo, magari reinventando il concetto di lavoro. Ad accendere nuovamente la scintilla del dibattito è Moshe Vardi, esperto di informatica della Rice University di Houston, in Texas. Al convegno della Società americana per l'avanzamento delle scienze in corso a Washington ha tracciato uno scenario quasi apocalittico: entro il 2045 i robot potranno sostituire l'uomo nella maggior parte delle attività lavorative, portando la disoccupazione sopra la soglia del 50%.

Come reagirà l'economia globale? Come ci reinventeremo l'uso del tempo libero? La questione è di scottante attualità, tanto da essere finita al centro dell'ultimo World Economic Forum di Davos, che nel suo ultimo rapporto ha affrontato il tema della cosiddetta 'Quarta rivoluzione industriale' prevedendo la perdita di 5 milioni di posti di lavoro nei prossimi 4 anni per colpa dell'automazione. ''La

tecnologia

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che

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stiamo

Di tutt'altro avviso è Filippo Cavallo, esperto di robotica sociale della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, che invece vede nei robot un'opportunità di cooperazione e non una minaccia per l'occupazione. ''Nei prossimi 30 anni le macchine non saranno in grado di sostituire completamente l'attività dell'uomo, anzi: grazie a loro nasceranno nuove figure professionali, perché servirà personale qualificato per produrle, programmarle e fare manutenzione''. I robot diventeranno probabilmente dei 'colleghi' e ''lavoreranno al nostro fianco per sollevarci dai compiti più ripetitivi e pesanti, permettendoci di rendere più 'umano' il nostro lavoro'', aggiunge Cavallo.

''Possiamo immaginare che in un futuro più lontano i robot potranno mettere a rischio i lavori più ripetitivi e manuali, dove il contributo umano non è così determinante''. Una prima dimostrazione è arrivata poche settimane fa da Singapore, dove il robot Nadine ha preso servizio come receptionist alla Nanyang Technological University. ''Questo non significa necessariamente che ci sarà più disoccupazione - conclude Cavallo -. E' un po' come l'avvento del bancomat, che ci ha tolto la fila allo sportello ma ha permesso agli impiegati della banca di svolgere altre funzioni. Come loro anche noi, in futuro, dovremo reinventarci il lavoro''. ANSA

sviluppando

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ATTUALITA' NEWS

Il Governo vende il mare di "nascosto" ai francesi

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quell'accordo bilaterale Italia e Francia del 21 marzo 2015 dove sono stati rivisti i confini marittimi delle due nazioni" afferma il deputato sardo di Unidos, Mauro Pili, tra i primi a denunciare i fatti sconvolgenti e a presentare un'interrogazione urgente al ministro degli esteri e dell'agricoltura. Un accordo, peraltro, che, continua Pili "non ha nessun valore proprio perché non è stato ancora ratificato dal Parlamento italiano".

Le zone di mare più pescose al largo della Liguria e quelle del nord della Sardegna sono diventate francesi sulla base di un accordo siglato circa un anno fa dal Governo italiano ma sconosciuto ai più. Perlomeno qui da noi, perché secondo Parigi il trattato sarebbe già in vigore tanto che le autorità francesi hanno provveduto in questi giorni a fermare i pescherecci italiani accusandoli di aver sconfinato dalle acque territoriali.

Intanto, dalle organizzazioni di categoria si annunciano diverse mobilitazioni già da domani ed è stata lanciata anche una petizione sulla piattaforma Change.org per chiedere a Renzi l'immediata revoca dell'accordo.

Ed è proprio a causa dell'intimazione dello stop immediato alle imbarcazioni, che è emersa la verità, la quale è rimbalzata immediatamente sui media che hanno mostrato la mappa dei mari e dei … pesci perduti. Per i cugini d'oltralpe, infatti, le imbarcazioni si trovavano ormai nelle acque di proprietà francese sulla base dell'accordo internazionale sottoscritto a Caen il 21 marzo 2015 tra gli allora ministri degli esteri, Fabius e Gentiloni, che prevede la cessione di determinate porzioni di mare alla Francia.

Questo patto sottoscritto in gran segreto, tra l'altro, rende anche un altro favore alla Francia: le porzioni di mare cedute oltre ad essere molto pescose custodiscono un vero "tesoretto" ittico, in quanto vi vivono e vi si riproducono specie pregiatissime e carissime come i gamberoni rossi, destinate d'ora in poi a soddisfare i pescatori e i sopraffini palati francesi. www.StudioCataldi.it

Almeno così dicono i francesi. In Italia invece nessuna comunicazione è stata fatta né in Parlamento, né ai soggetti interessati, né tanto meno ai pescatori. Si tratta di "un atto grave e senza precedenti che deve essere immediatamente risolto con la revoca di Issue 1

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RUBRICHE

Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro DELITTI CONTRO LA PERSONA

Le palpeggia il sedere, condannato per violenza sessuale. Le palpeggia il sedere, condannato per violenza sessuale.

(Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 5515/16; depositata il 10 febbraio)

MANSIONI

Agorafobia per la postina: azienda obbligata a ricollocarla in ufficio Decisivi i riscontri forniti dal consulente e dall'Azienda sanitaria: la donna è affetta dalla paura degli spazi aperti. Evidente la incompatibilità con l'attività di portalettere. Legittima la richiesta della lavoratrice di essere ricollocata in ufficio, lontano dalla strada. (Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza n. 2654/16; depositata il 10 febbraio)

COMODATO

La fornitura di carburante continua con contratto di comodato d'uso cessato? Nessuna incompatibilità.

Il comportamento del proprietario concedente di un impianto di distribuzione carburante che abbia comunicato disdetta del contratto di comodato d’uso alla prima scadenza e che, al contempo, abbia continuato a somministrare carburante al distributore, non può essere interpretato in termini contrastanti con la

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volontà di far cessare il rapporto, giacché persegue l’interesse di evitare la chiusura dell’impianto e la conseguente perdita dell’avviamento commerciale e della clientela. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 3, sentenza n. 2697/16; depositata il 10 febbraio)

NOTIFICAZIONI

Sentenza nulla se l'ordinanza emessa fuori udienza non è notificata al difensore. La mancata comunicazione, delle ordinanze pronunciate fuori udienza, al procuratore costituito di una delle due parti, determina la nullità delle attività delle udienze successive e degli atti successivi del processo a causa della violazione del principio del contraddittorio. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 3, ordinanza n. 2692/16; depositata il 10 febbraio)

EQUA RIPARAZIONE

Risarcimento del danno per violazione delle norme sulla giusta durata del processo. Il danno morale provocato dall’eccessiva durata del processo e il risarcimento alla persona giuridica sono legati a turbamenti psicologici indotti dalla lesione del diritto, che si riverberano sulle persone preposte all’amministrazione della società e ai suoi dipendenti, anche in caso di mutamento della denominazione societaria. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 2, sentenza n. 322/16; depositata il 12 gennaio)

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Il mondo della Tecnologia

Il robot-scarafaggio, si infila in zone inaccessibili

Si chiama Cram e potra' aiutare nella ricerca di vittime e sopravvissuti di terremoti, esplosioni o uragani: è il robot-scarafaggio realizzato dai ricercatori dell'Università della California di Berkeley, coordinati da Kaushik Jayaram. E' capace infatti di schiacciarsi fino a ridurre il suo spessore a nemmeno 3 millimetri. In questo modo riesce ad penetrare all'interno di crepe e fessure in meno di un secondo e, una volta dentro, può muoversi velocemente accedendo a zone pericolose per l'uomo.

Descritto sulla rivista dell'Accademia delle scienze degli Stati Uniti (Pnas), Cram trae 'ispirazione' dalle qualita' di alcuni esemplari di scarafaggi americani, i Periplaneta americana. ''Cio' che impressiona di questi insetti - spiega Jayaram - è la capacita' di muoversi velocementi in spazi minuscoli, riorientando le loro zampe. Sono alti poco più di un centimetro quando si muovono liberamente, ma possono 'spremere' il loro corpo fino a meno di 3 millimetri, cioe' come due penny uno sopra l'altro''. Gli scarafaggi inoltre, mentre attraversano le crepe, possono sopportare una forza pari a 900 volte quella del loro peso senza ferirsi. Ispirandosi a loro, Jayaram ha progettato un robot semplice ed economico, che può divaricare le zampe verso l'esterno quando si schiaccia. E' ricoperto da una sorta di scudo di plastica, simile alle ali dure e lisce del dorso dello scarafaggio, ed è stato costruito con una tecnica simile a quella degli origami. FONTE

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La f a nt a s t i ca s t ori a d e l l ’ ot t a nt une nne i nv e s t i t o d a l ca m i onci no d e l l a t t e «Ne giorno del suo ottantunesimo compleanno, Frank Derrick fu investito dal furgone del lattaio. Avrebbe preferito un buono per l'acquisto di un libro, o un paio di gemelli per la camicia, ma è il pensiero che conta.» Pubblicato nell’ottobre del 2014, “La fantastica storia dell’ottantunenne investito dal camioncino del latte” Editore CORBACCIO - è il romanzo d’esordio del musicista inglese J.B. MORRISON, presentato alla fiera di Francoforte ed accolto con grande entusiasmo in tutta Europa. È una storia tenera e commovente, tipica di quei libri in cui il protagonista è una persona anziana. Con grande senso dell’ironia, l’autore affronta la dolorosa tematica della solitudine e dell’abbandono nella terza età, piaga del nostro tempo. Il romanzo ha avuto delle recensioni contrastanti sia per l'intreccio narrativo che per la prosa, non è stato ritenuto particolarmente avvincente né tanto meno ricco sotto il profilo lessicale. Non sarà il romanzo del secolo ma ritengo sia davvero un lavoro ben fatto. Niente di particolarmente epico, ma è un libro valido che racconta una vita verosimile, con sentimento e simpatia. Il tutto ben scritto e tradotto, con un buon ritmo e con una narrazione scorrevole. Insomma per passare un po' di tempo senza doversi troppo impegnare è il libro giusto. Frank, neo-ottantunenne, abita con il gatto Bibì in una tipica cittadina inglese; colleziona dvd, sperpera i suoi pochi denari alle fiere parrocchiali e tenta disperatamente di evitare gli scocciatori che bussano alla sua porta. Prima era abbastanza in gamba per riempire decorosamente le sue giornate, ma ora con un braccio e un piede fratturati, la vita gli appare decisamente grigia. Fino a quando non fa irruzione nel suo tran-tran Kelly Natale, professione assistente a domicilio. Con la sua utilitaria azzurra, un parcheggio da far rizzare i capelli in testa, una serena tenacia e la risata pronta, Kelly trasforma la vita di Frank. E gli ricorda che fuori dei muri di casa c’è un mondo avventuroso per chiunque, anche per chi ha ottantun anni. «La fantastica storia dell’ottantunenne investito dal camioncino del latte» è un romanzo commovente e allegro, tenero e spiritoso. È la storia esemplare di una vita né famosa né disastrosa, ma comunque unica e straordinaria, come ogni vita. Antonio Savastano Issue 1

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Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo

Pietro Pancamo –autore di recensioni uscite nel sito della rivista «L’Indice dei libri del mese» e in quello dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera»– è direttore del podcast «Poesia, l(’)abile traccia dell’universo», in onda sull’emittente milanese Pulsante Radio Web. Ma è anche un poeta che, incluso dalla Aliberti editore nell’antologia «Poetando» a cura di Maurizio Costanzo, si è visto in seguito pubblicare una breve raccolta dal blog «Poesia» della Rai, nonché dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana.

I N I NC O G NI T O Dormo in incognito per non farmi riconoscere dagli incubi. Scavano per l’aria come talpe; hanno un paio d’occhi larghi e fotofobici. Sul comodino il lume acceso mi nasconde.

Pietro Pancamo (pipancam@tin.it)

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Presi per la..... Gola!!!!

S p a g h et t i c o n g em b er i e p es t o

In questo numero vi proponiamo un primo piatto di ispirazione ligure con due degli ingredienti tipici di questa regione: gamberi e pesto genovese. E’ un piatto semplice da preparare e dal gusto irresistibile.

Ingredienti • • • • • • • •

320gr di spaghetti 300gr di pomodorini 300gr di gamberi 100gr di pesto genovese 1 spicchio di aglio Sale Pepe Olio di oliva

Preparazione

Dopo aver lavato e tagliato in quattro spicchi i pomodorini, mettete a soffriggere uno spicchio d’aglio intero, in una padella ampia, con olio d’oliva. Non appena sarà dorato aggiungete i pomodorini e lasciate rosolare per qualche minuto, poi aggiungete il gambero sgusciato, sale e pepe. Lasciate cuocere per 5 minuti. Nel frattempo cuocete la pasta in acqua salata e scolate al dente. Versatela in padella insieme al condimento precedentemente preparato e aggiungete il pesto. Fate saltare per un minuto. Per mantecare al meglio è possibile usare qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta, in modo da favorire l’amalgama degli ingredienti. A cottura terminata mettete nel piatto e aggiungete una spolverata di pepe. Potete decorare con qualche foglia di basilico fresco

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Effetto....gusto..

Si n ed i e

Indicazione Geografica Tipica

Uve impiegate: Chardonnay 100%, proveniente da vigneti allevati a spalliera a bassa resa. Resa per ettaro: 40 q.li. Vendemmia: 7 - 8 agosto. Imbottigliamento: unico lotto. FERMENTAZIONE Metodo: Temperatura controllata, in serbatoi di acciaio inox fino a 4 gradi Babo, completa poi la fermentazione in barriques nuove di quercia francese di tipo Allier. Temperatura: 18° - 20° C. - Durata: 10 - 12 giorni. Affinamento in barrique: per 5 mesi circa. Malolattica: no. Capacità di invecchiamento: si apprezza l’evoluzione nei successivi 2 anni. CARATTERISTICHE TECNICHE pH: 3,80 Alcol: 13,74% - Acidità: totale: 4,70 - volatile: 0,38 S02 (mg/lt.) totale: 120 - libera: 20 CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE Colore giallo paglierino carico. Profumo ampio e intenso. Sapore deciso, pulito, raffinato con buona persistenza. ABBINAMENTI: Da bere a 10° - 12° C. con piatti importanti a base di pesce, crostacei e salumi delicati.

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"Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… Perché la lettura è un’immortalità all’indietro” Umberto Eco

Febbraio 2016 • Anno X 15 febbraio 2016

• Numero 101

Co.Bo.Di.

email - co.bodi@yahoo.it

Issue 1

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