Ticino Business Gennaio-Febbraio 2014

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Nr. 1 Gennaio/Febbraio 2014

Sulla fiscalità

è ora di svoltare


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Nr. 1 Gennaio/Febbraio 2014

EDITORE :

Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano REDAT TRICE RESPONSA BILE :

Lisa Pantini COMITATO REDA ZION A LE :

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Lisa Pantini, Mercedes Galan, Gianluca Pagani e Stefania Micheletti FOTO DI COPERTIN A :

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Cc-Ti, Corso Elvezia 16 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch PUBBLICITÀ :

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Ticino Business è pubblicato in 10 numeri annuali

Nr. 1 Gennaio/Febbraio 2014

Editoriale 4 Il Ticino e i rapporti con la Confederazione Contromano 6 Il Ticino ha bisogno dell’amnistia fiscale cantonale Il tema 8 Sulla fiscalità è ora di voltare pagina Ospite 10 Proposte proattive e misure a sostegno delle PMI: ecco le ricette delle associazioni economiche 11 Non parliamo di aliquote, ma di spunti per aumentare il gettito fiscale 12 Dalla giornata dell’economia: proposte concrete per far riemergere la competitività ticinese Biblioteca liberale 14 Il Padre della Svizzera di oggi Sì al risanamento S. Gottardo 17 Evitiamo un’alternativa pasticciata e precaria! Attualità 18 Che fine ha fatto la politica svizzera? 19 Robin Hood vs. salvadanaio 20 L’Internet delle cose: quando a comunicare tra di loro sono le macchine e non le persone 22 Ai blocchi di partenza. Pronti a scattare, via! 24 Le aziende ticinesi godono dei vantaggi offerti dalla raccolta del PET Eventi 26 Save the date: Gestione dei conflitti, il 25.2.2014 26 Come prepararsi alle nuove normative del Made in Switzerland, il 26.2.2014 28 Save the date: Missioni economiche della Cc-Ti 2014 28 Malesia, ponte verso l’Asia-Pacifico, il 13.3.2014 29 Svezia: connubio tra innovazione e sostenibilità 33 La stampa in 3D e altri progetti che rivoluzioneranno il futuro 35 Prospettive per fiduciarie, assicurazioni e banche Formazione 37 Corsi proposti dalla Cc-Ti Commercio estero 38 Switzerland Global Enterprise 42 Accordi di libero scambio: da sfruttare maggiormente Fiere internazionali 43 I prossimi appuntamenti

Sulla fiscalità

è ora di svoltare

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Vita dei soci Mazzantini & Associati SA Swiss Engineering Ticino ATS Blunotte Eventi Sagl Cippà Trasporti SA Helsinn Healthcare SA Formamentis Sagl Luisoni Consulenze SA SMS School Tyco Integrated Fire & Security (Svizzera) SA


Editoriale

Il Ticino e i rapporti con la Confederazione di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti

Da

sempre il tema delle relazioni fra la Confederazione e il Ticino è oggetto di discussioni più o meno approfondite e accese. Nelle scorse settimane non si è persa l’occasione di fare polemica perché nessun Consigliere federale è sceso nel nostro Cantone per sostenere la campagna contro l’iniziativa sull’immigrazione di massa. Una scelta che può certamente essere discutibile, ma che a mio avviso non è scandalosa, indipen- Il gioco di squadra diranza, il nostro compito a volte è più dentemente dai motivi, a me arduo, perché dobbiamo dimostrare sconosciuti e che posso solo mostra che il Ticino ha più di altri, come è nella natura degli ipotizzare, che hanno porta- parecchie carte da gioequilibri fra centro e periferia e magto ad escludere il Ticino dalla gioranze e minoranze. L’impresa non tournée di informazione del- care a Berna. A patto di è sempre facile, perché è innegabile ed la popolazione elvetica. Forse abbandonare il “comples- inevitabile che ci sia una certa distanl’aspetto più divertente della za, come del resto lamentato non solo vicenda è stato il gioco dello so di Calimero” che non dal Ticino, ma anche da quasi tutte scaricabarile su chi dovesse ci fa guadagnare simpa- le altre regioni svizzere. Non è un invitare chi e secondo quali caso che, come Presidente dell’Assomodalità. Il Presidente della tie, ma che anzi si rivela ciazione delle Camere di commercio e Confederazione che sostie- spesso controproducente dell’industria svizzere, mi trovo spesne che i Consiglieri federali so a dover gestire lamentele simili non si auto-invitano, i parti- per la nostra credibilità provenienti dal Giura, dalla Svizzera ti che si defilano e il Consiorientale, da Ginevra o dall’insospetglio di Stato che, non essentabile Basilea (città o campagna che do unanime sulla questione, sia). Questo per dire che, al di là della non si muove. Risultato: ci minoranza linguistica, praticamente deve pensare la Cc-Ti. Siamo ovviamente onorati di tutti i Cantoni che non siano quello di Berna lamentanta attenzione, anche perché sottolinea il nostro tano, a volte a torto e a volte a ragione, una lontaimportante ruolo nelle questioni di politica federale nanza dal cosiddetto potere centrale. Eppure, i fatti e comunque siamo abituati a organizzare eventi e dimostrano che con un lavoro serio e un atteggiaincontri del genere. Ma il problema non è questo. Mi mento propositivo e non solo lamentoso, si possono preoccupa molto di più il fatto che ancora una volta ottenere risultati importanti. Basti pensare al tema è emersa una reazione che pensavo ormai meno dif- del risanamento della galleria autostradale del San fusa, cioè che è sempre e comunque colpa di Berna Gottardo, inizialmente considerato una quisquilia e che il Ticino è abbandonato al suo destino. Riten- regionale di poco conto che ci ha fatto parecchio argo che le cose non stiano esattamente così e che sia rabbiare, ma che è diventato un tema centrale a cui necessario avere un atteggiamento più maturo, dif- il Consiglio federale ha prestato grande attenzione, ferenziato e costruttivo. È vero che, in quanto mino- grazie a un paziente, costante e dettagliato lavoro di

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informazione da parte ticinese. Analoga esperienza l’abbiamo vissuta con il tema delle liste nere italiane. Dopo essere stati sbeffeggiati anche in modo offensivo da alcune autorità federali, non ci siamo persi d’animo e abbiamo dimostrato, dati e fatti alla mano, che il problema non era un’invenzione partorita a sud delle Alpi per creare caos mediatico, ma che era ed è un problema reale e concreto per le aziende svizzere e non solo ticinesi. Non a caso, le nostre preoccupazioni sugli effetti dell’atteggiamento discriminatorio italiano sono state fatte proprie dal Consiglio federale e l’argomento è diventato oggetto ufficiale di negoziato fra Svizzera e Italia. Anche sulla questione dell’IVA a carico dei padroncini, tutto il Parlamento federale ha seguito la tesi ticinese, da noi sollevata con insistenza e corroborata da fatti e motivazioni giuridiche ben fondate. Questo non significa negare che vi sia una tendenza a considerare meno prioritarie le questioni ticinesi rispetto ad esempio a quelle zurighesi e che per noi sia più faticoso imporre le nostre ragioni. Come detto, è anche abbastanza inevitabile che sia così. Ma la battaglia

che siamo chiamati a combattere per far valere le nostre ragioni non si vince con i lamenti, bensì con gli argomenti e la presenza regolare nel contesto istituzionale a Berna. In quest’ottica, grande merito dei buoni riscontri ottenuti su molti dossier “caldi” è da attribuire anche alle figure del Delegato delle associazioni economiche per le questioni federali e al Delegato del Cantone a Berna che hanno rafforzato la nostra presenza presso le autorità federali, dando man forte a una Deputazione ticinese molto attiva e a un Consiglio di Stato molto più presente rispetto al passato nel contesto nazionale. Poi si può sempre fare meglio e ottenere di più, ma questo gioco di squadra dimostra che vi sono parecchie carte da giocare. A patto di abbandonare il “complesso di Calimero” che non ci fa guadagnare simpatie, ma che anzi si rivela spesso controproducente per la nostra credibilità. E sarebbe bene non dimenticare che in alcuni ambiti il Ticino è anche trattato meglio o comunque non peggio di altre regioni. Tocca a noi giocare con intelligenza ed equilibrio le carte che abbiamo a disposizione e non sono poche.

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Contromano

Il Ticino ha bisogno

dell’amnistia fiscale cantonale

di Alessio del Grande

Alla fine dello scorso novembre il Gran Consiglio ha approvato a maggioranza la proposta di un condono fiscale cantonale, avanzata con un’iniziativa parlamentare sostenuta da PLR, PPD, Lega, UDC e Verdi. In sintesi l’amnistia, della durata di due anni, prevede uno sconto del 70% sulle imposte cantonali e comunali non pagate negli ultimi dieci. Dal recupero di queste imposte, una ventina di milioni saranno destinati ad un fondo speciale per favorire l’occupazione.

Rispetto

al marzo 2012, quando il primo tentativo di amnistia naufragò, poco onorevolmente, dopo due anni di tira e molla tra i vari gruppi politici, oggi la maggioranza che sostiene il condono è molto più forte. Tuttavia, non è sufficiente a concretizzarlo visto il referendum promosso dai socialisti e il ricorso presentato al Tribunale federale dalla capogruppo in Parlamento Pelin Kandemir Bordoli. Ricorso firmato da altri ...il condono fiscaotto contribuenti ticinesi che chiele in Ticino, come dono pure ai giudici di Mon Repos del resto in tutta la di accordare l’effetto sospensivo. Per il PS il condono è eticamente Svizzera, non è una inaccettabile, perché premierebbe chi ha evaso il fisco e non chi, invepratica ricorrente ce, ha pagato onestamente e regolarmente le imposte. Dunque, è iniquo e violerebbe il principio costituzionale “di uguaglianza giuridica”, che nel caso specifico riguarderebbe direttamente la regola dell’imposizione fiscale secondo la capacità economica. Ci sarebbe già da discutere parecchio sui principi etici applicati alla politica, che aprirebbero scenari assai pericolosi per la democrazia. Qui basta rilevare che il condono fiscale in Ticino, come del resto in tutta la Svizzera, non è una pratica ricorrente. Si tratta invece di un provvedimento la cui eccezionalità è dimostrata dal fatto che l’ultima amnistia 6 | Ticino Business

cantonale risale addirittura a 45 anni fa. Eccezionalità non sufficiente per i socialisti, per la semplice ragione che loro sono ideologicamente contrari al pur minimo sgravio fiscale (anche se nella forma parziale di un condono), e non perdono occasione per sostenere, invece, la necessità di aumentare la pressione del fisco su imprese e persone fisiche. A smuoverli dalla loro intransigenza non è bastato destinare i proventi dell’amnistia anche per incentivare l’occupazione. Ci sono diverse ragioni, l’una non meno importante dell’altra, per sostenere il condono cantonale. Innanzitutto, esso rappresenterebbe un segnale positivo di fronte all’immobilismo ormai decennale della politica fiscale in Ticino, ma anche per le aspettative sul pacchetto di sgravi proposto dal PLRT e per le misure mirate di alleggerimenti fiscali e incentivi messi a punto dalla Camera di commercio col sostegno di tutte le altre associazioni imprenditoriali. A queste considerazioni di ordine generale se ne aggiungono altre più concrete. In primo luogo, il fatto che il condono farebbe emergere capitali non dichiarati, e che tali resterebbero senza di esso, per cui affluirebbero nelle casse pubbliche entrate importanti. Tanto per farsi un’idea basta pensare che con la mini amnistia federale ci sono state in Ticino dal 2010 circa 540 autodenunce, che hanno portato alla luce una sostanza pari a 855 milioni di franchi


e garantito un gettito, una tantum, di oltre 100 milioni (dati novembre 2013). Considerate le crescenti pressioni sul segreto bancario, che ormai toccano anche i cittadini svizzeri, non è azzardato pensare che l’amnistia cantonale possa essere per molti più contribuenti un’opportunità da non perdere per mettersi in regola e assai più vantaggiosa del condono federale. Detto questo, va sottolineato che l’alternativa al condono sarebbe l’attuale status quo, ovvero fondi in nero che non saranno mai dichiarati al fisco. Soldi e sostanza non dichiarati non solo, si badi bene, da ricchi e ricconi come dicono i socialisti, ma anche da piccoli e medi contribuenti. Al proposito basta ricordare quanto successo in passato con l’amnistia sul capitale di risparmio e con quella per gli eredi. Per lo Stato si tratta di un provvedimento che non costa niente, che avrebbe l’effetto immediato di un aumento del gettito e che permetterebbe successivamente la tassazione normale dei capitali emersi.

E non è poca roba per un Cantone alle prese con difficoltà finanziarie e deficit crescenti. Rimettere in circolazione capitali che altrimenti resterebbero immobilizzati o che alimenterebbero solo le attività e i redditi sommersi, sarebbe anche uno stimolo significativo in un contesto economico delicato come quello odierno. Ci sono, quindi, tanti motivi per sostenere l’amnistia che appare pure dal profilo etico molto più ragionevole e legittima di un suo rifiuto. Si tratta, difatti, di una misura straordinaria e limitata nel tempo (riguarda solo il biennio 2014-2015), non è per nulla gratuita per chi ne beneficia, sarebbe, inoltre, una boccata d’ossigeno in momento economico difficile e garantirebbe sostanziosi fondi per sostenere l’occupazione. Purtroppo, è assai improbabile che da qui al 2015 si riesca davvero ad arrivare al condono, vista l’intransigente opposizione socialista. Per cui c’è da temere che anche questa legislatura sarà del tutto includente nell’avviare una svolta decisa nella politica fiscale.

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Il tema

Sulla fiscalità è ora di voltare pagina di Alessio del Grande

Se non

ci sarà qualche intoppo, all’inizio del nuovo anno il Consiglio federale dovrebbe sottoporre al Parlamento il messaggio per la Riforma III delle imprese. Un progetto di revisione della fiscalità per le aziende frutto della collaborazione tra Berna e i Cantoni che, già anticipato con un primo rapporto parziale nel maggio del 2013, è stato presentato ufficialmente lo scorso dicembre per l’avvio della consultazione presso i Governi cantonali. Per l’imposizione delle imprese, dopo la revisione del 1997 che ha permesso di migliorare la normativa per le holding e di sopLa fiscalità cantonale primere l’imposta sul capitale, e quella del 2007 con richiede ormai una cui si è alleggerita la dopriforma strutturale, che pia imposizione economica investa sia l’imposizione e cancellate le imposte che incidevano sulla sostanza sulle imprese sia quella delle aziende, con la Riforma III si fa un altro signifisulle persone fisiche cativo passo avanti per cercare di salvaguardare la competitività dell’economia nazionale. E senza entrare in rotta di collisione con gli standard internazionali. Va, altresì, ricordato che questa riforma ha pure recepito alcune proposte suggerite a livello cantonale, come quella relativa alle licence box, indicata nel pacchetto presentato in occasione della Giornata dell’economia ticinese dedicata alla fiscalità, promossa dalla Camera di commercio assieme alle principali organizzazioni economiche. Muovendo dal presupposto che la fiscalità cantonale richieda ormai una riforma strutturale, che investa sia l’imposizione sulle imprese sia quella sulle persone fisiche, questo pacchetto si sviluppa in entrambe le direzioni. Due le misure previste per le persone fisiche, quattro per quelle giuridiche. Per le persone fisiche si suggerisce, come già avviene negli altri Cantoni, la possibilità di dedurre gli accantonamenti per le spese di ricerca e sviluppo, e un contenimento 8 | Ticino Business

dell’imposta sulla sostanza, sia limitando la doppia imposizione economica, sia con l’introduzione di un tetto massimo per il prelievo combinato su reddito e sostanza. Per le persone giuridiche le misure suggerite sono: 1) Le cosiddette “licence box” che prevedono una tassazione differenziata dei proventi originati da proprietà intellettuali, come brevetti e marchi, rispetto all’imposizione degli utili ordinari, rendendo con ciò più attrattivo il territorio per l’insediamento di imprese innovative. Le licence box sono già in uso in diversi Paesi europei e sono state pure introdotte con successo dal 2011 nel Canton Nidvaldo. 2) Il calcolo dell’imposta sul capitale sull’imposta sull’utile. 3) Un’aliquota differenziata per gli utili destinati a prodotti innovativi, al risparmio energetico e alla protezione dell’ambiente. 4) L’imposizione limitata degli investimenti collettivi di capitale a possesso fondiario diretto. L’insieme delle misure proposte è stato messo a punto tenendo conto di un quadro generale fortemente condizionato da due fattori: una situazione internazionale, che con l’acuirsi del debito sovrano di molti Stati europei, vede inasprirsi la concorrenza tra Paesi per attirare imprese estere ad alto valore aggiunto; la progressiva perdita di concorrenzialità fiscale del Ticino rispetto agli altri Cantoni (al proposito basterebbe qui ricordare che se all’inizio degli anni 2000 il Ticino si trovava nei primi cinque posti della classifica intercantonale dell’attrattività fiscale, oggi, stando ad alcuni indicatori, sarebbe addirittura retrocesso nella ventunesima posizione). Due fattori i cui effetti congiunti stanno pericolosamente pregiudicando la forza competitiva del nostro Cantone. Il pregio di questo pacchetto sostenuto dalle associazioni economiche ticinesi sta nel fatto che esso di stacca radicalmente dal ricorrente e ripetitivo dibattito su sgravi fiscali sì, sgravi fiscali no, che da anni paralizza la vita politica del Cantone, con un’estenuante contrapposizione ideologica che non porterà mai a niente. Esso, inoltre, va bene al di là


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del semplice discorso della riduzione delle aliquote, affrontando invece i nodi centrali di una possibile riforma strutturale capace di usare la fiscalità come una leva per la crescita economica, recuperando un vantaggio competitivo fondamentale per lo sviluppo del Cantone. Misure certamente da affinare con ulteriori approfondimenti, da articolare con proposte concrete per le necessarie modifiche legislative, ma comunque per nulla campate in aria. Esse, infatti, nascono da un’attenta analisi comparativa con quanto si è fatto, o si sta facendo, non solo negli

altri Cantoni ma pure in altri Stati, alla luce delle nuove normative internazionali. Un approccio, dunque, complesso ma costruttivo, che richiede la collaborazione dell’autorità fiscale cantonale per arrivare finalmente ad una vera revisione della legge tributaria. Ma altrettanto essenziale è la consapevolezza di tutta la classe politica sulla necessità di una riforma fiscale in grado di ridare slancio competitivo al nostro Cantone e che, perciò, non si può più perdere tempo se si vuole garantire al Paese un futuro di crescita economica e benessere.

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Ospite

Proposte proattive e misure a sostegno delle PMI: ecco le ricette delle associazioni economiche Intervista di Lisa Pantini con Peter A. Jäggi, Avvocato, Esperto fiscale dipl. fed., Studio legale tributario Jäggi & Scheller SA, Lugano

Rispetto ai temi e alle richieste che hanno caratterizzato in passato il dibattito fiscale in Ticino, in cosa differiscono le proposte presentate nel novembre scorso in occasione della Giornata dell’economia? “Dal mio punto di vista, le proposte presentate in novembre si contraddistinguono da precedenti proposte per due aspetti principali: prima di tutto, per il fatto che si tratta di proposte proattive (ovvero non semplicemente reattive) e in secondo luogo per il fatto Viviamo in un contesto di che non riguardano genegrandi cambiamenti, con ralmente le aliquote, ma cercano di selettivamente una piazza finanziaria che individuare delle aree di nei prossimi anni non sarà intervento in cui la nostra fiscalità va migliorata. Ri- più in grado di fornire il guardo al primo punto, è gettito fiscale a cui erava- “Viviamo in un contesto di grandi importante tenere presente che ormai da tanti anni il mo stati abituati. È quindi cambiamenti, con una piazza finanCanton Ticino non introche nei prossimi anni non fondamentale che il resto ziaria duce nuove misure fiscali sarà più in grado di fornire il gettito se non a seguito di modi- dell’economia sia messo fiscale a cui eravamo stati abituati. che federali, che obbligaquindi fondamentale che il resto in grado di sviluppare il Èdell’economia no i Cantoni ad adattare le sia messo in grado di loro legislazioni. In questo suo potenziale... sviluppare il suo potenziale ed in senso, il Cantone si è dimoquesto senso le condizioni quadro, strato solo reattivo mentre tra le quali rientrano anche le connoi lo vorremmo proattivo, dizioni fiscali, devono essere compeovvero apportatore di nuove idee e nuove soluzioni. titive e concorrenziali rispetto a quanto offrono alPer quanto attiene invece al secondo aspetto, che dif- tri Cantoni. Altrimenti rischiamo non solo di non ferenzia la proposta delle associazioni economiche da vedere arrivare nuove imprese ma anche di perdeprecedenti progetti, vi è il fatto che non indichiamo re quelle che già abbiamo qualora queste siano in come soluzione quella di toccare le aliquote, ma offria- grado di scegliere di ubicarsi laddove ottengono mo misure più selettive, che permettono di andare a un trattamento complessivamente migliore”. risolvere i problemi in maniera più mirata, in questo senso con un occhio di riguardo anche per le finanze Secondo lei quali sono le misure più urgenti da dell’ente pubblico che sicuramente in questo momento adottare? difficilmente renderebbero possibile una generalizzata “In base alla mia esperienza quotidiana, occorre e improvvisa riduzione delle entrate fiscali”. intervenire urgentemente laddove la combinazione dell’imposta sulla sostanza (praticamente un uniLa concorrenza fiscale intercantonale negli ulti- cum nelle economie più avanzate) e dell’imposta sul mi anni si è fatta sempre più vivace, mentre il reddito comporta, per taluni imprenditori, un caTicino ha perso posizioni, cosa rischia oggi il rico fiscale eccessivo, tale da indurli a considerare nostro Cantone? di trasferire altrove il loro domicilio. Suggeriamo 10 | Ticino Business


per questo motivo di introdurre delle clausole di salvaguardia, che permettano di evitare che in casi concreti il cumulo delle imposte portino a carichi eccessivi. Un’altra serie di misure che consideriamo urgenti sono quelle che ci permettano di essere attrattivi per società innovative. Dobbiamo considerare che nei prossimi anni sia le società che svolgono attività bancaria o finanziaria, da un lato, sia le società che svolgono attività commerciale a livello internazionale ridurranno in misura importante il loro contributo in termini di gettito fiscale. Le prime a causa dei noti cambiamenti epocali nell’ambito dell’attività bancaria tradizionale, le seconde in forza delle nuove regole che l’Unione europea e l’OCSE ci costringeranno ad adottare anche in Svizzera. Per compensare queste perdite e anche per colmare le possibili perdite di posti di lavoro è quindi tassativo che il nostro Cantone riesca ad individuare delle attività di nicchia da promuovere e da agevolare nel loro sviluppo offrendo loro condizioni ottimali, che non siano però

contrarie ai nuovi standard internazionali che si stanno delineando”. Molti Paesi europei ed extra europei hanno varato incentivi fiscali assai allettanti per attirare sul loro territorio imprese straniere, non c’è il rischio che la Svizzera perda attrattività per questi insediamenti? “Non c’è solo il rischio, si tratta di un pericolo concreto, come dimostrato dalla recente partenza di alcuni gruppi internazionali che hanno lasciato la Svizzera alla volta dell’Inghilterra. In questo momento tutti gli Stati stanno cercando di posizionarsi sullo scenario internazionale con misure volte ad attrarre investimenti esteri. Il Regno Unito in questo è emblematico, poiché a prescindere dal colore politico tutti i Governi perseguono sistematicamente l’obiettivo pubblicamente dichiarato di essere il Paese con le condizioni quadro più favorevoli per le aziende. La concorrenza internazionale ci mostra che non dobbiamo sedere sugli allori”.

Non parliamo di aliquote, ma di spunti per aumentare il gettito fiscale Intervista di Lisa Pantini con Gianluca Nessi, Direttore Icofin SA, Ascona Qual è oggi, il livello della competitività fiscale ticinese nel quadro della concorrenza intercantonale? “Se confrontiamo la pressione fiscale attuale in Canton Ticino con quella degli altri Cantoni, notiamo subito che il nostro Cantone non eccelle in competitività. Basta guardare le tabelle dove vengono esposte le aliquote fiscali in Canton Ticino in comparazione con gli altri Cantoni, sia per le persone fisiche che per le persone giuridiche, per notare che il Ticino non si situa nelle prime posizioni. La concorrenza fiscale intercantonale è una peculiarità del nostro sistema fiscale, che porta benefici se si evitano gli eccessi e le distorsioni. Tuttavia, in questi ultimi anni si è scatenata una ‘guerra fiscale’ tra Cantoni più che una concorrenza fiscale intercantonale. Fatto sta che molti Cantoni, fra i quali non il Canton Ticino, in questi anni hanno ridotto le aliquote per attirare sul loro territorio persone fisiche e giuridiche con redditi e utili importanti. Senza necessariamente voler competere con Cantoni come Zugo o Svitto, anche in Ticino si potrebbe prevedere, per i prossimi anni, una diminuzione del peso fiscale al fine di trattenere gli attuali contribuenti e attrarne di nuovi”.

E per la Svizzera rispetto a quanto stanno facendo gli altri Paesi? “Anche la fiscalità internazionale, in questi ultimi anni, è stata caratterizzata da una forte concorrenza a livello europeo. La Svizzera ad oggi si situa in una posizione concorrenziale per quanto riguarda l’imposizione sulle persone fisiche rispetto a Paesi come la Svezia, il Belgio o la Spagna, ma in una posizione peggiore rispetto a Paesi come la Bulgaria, la Lituania o la Repubblica Ceca. Per quanto concerne l’impatto fiscale sulle persone giuridiche, il nostro Paese si situa in una posizione mediocre, piazzandosi meglio di nazioni come la Francia o il Belgio, ma con aliquote fiscali ben più superiori rispetto a Nazioni dell’Unione Europea come Cipro, Ticino Business | 11


Irlanda o Slovenia. Se consideriamo la tassazione delle Holding in Svizzera, nonostante siano messe sotto pressione dall’Unione Europea, le stesse hanno trattamenti fiscali peggiori rispetto a molte altre Nazioni della stessa UE, senza dimenticare che la distribuzione di dividendi in Svizzera è gravata del La speranza è che le 35% d’imposta preventiva. proposte presentate alla Oggigiorno, la globalizzaGiornata cantonale dell’e- zione ha in pratica eliminato i confini e le barriere conomia possano a breve e ridotto le distanze e di essere tema di discussio- conseguenza il rischio che persone giuridiche o fisine con le autorità fiscali che emigrino verso lidi più attrattivi esiste. Ciononodel nostro Cantone, al stante, la Svizzera, con la fine di discutere una loro sua neutralità, stabilità politica, moneta forte, certezza implementazione nella del diritto è sicuramente nostra legge tributaria una piazza molto importante. Una riforma fiscale finalizzata a rafforzare la competitività fiscale elvetica renderebbe sicuramente ancora più attrattivo il nostro Paese in ambito internazionale”. Nelle misure proposte nella Giornata cantonale dell’economia si è molto insistito sugli alleggerimenti fiscali, sia per le persone giuridiche che per quelle fisiche, per incoraggiare gli investimenti in ricerca, sviluppo, prodotti innovativi, nel risparmio energetico e la protezione dell’am-

biente. Ritiene che da questo profilo gli incentivi siano oggi carenti? “Attualmente a livello di fiscalità cantonale non esistono incentivi particolari che incoraggiano gli investimenti in ricerca, sviluppo, prodotti innovativi, nel risparmio energetico e nella protezione dell’ambiente. Questi temi hanno acquisito molta importanza negli ultimi anni. Di conseguenza, la nostra proposta mira a introdurre misure innovative che porterebbero non solo qualcosa di positivo a livello economico e ambientale, ma potrebbero attrarre nuove aziende nel nostro Cantone aumentando quindi il gettito fiscale”. Dopo la presentazione ufficiale di queste proposte, si apre la fase 2 con la discussione con le autorità fiscali del Cantone per arrivare, si spera, a definire una riforma strutturale della fiscalità in Ticino. Quali possibili ostacoli vede in questo percorso? “La speranza è che le proposte presentate alla Giornata cantonale dell’economia possano a breve essere tema di discussione con le autorità fiscali del nostro Cantone, al fine di discutere una loro implementazione nella nostra legge tributaria. La crisi globale, la necessità e l’urgenza di sanare le finanze del nostro Cantone che da anni versano in cifre rosse potrebbero rappresentare un ostacolo all’introduzione di nuove misure fiscali ed è anche per questo motivo che le nostre proposte non hanno toccato il delicato tema della riduzione delle aliquote, ma si sono concentrate su delle proposte, che se attuate, potrebbero aumentare il gettito fiscale del nostro Cantone. La speranza è che quindi si possa discutere in maniera costruttiva con le autorità cantonale per il bene del nostro Cantone”.

Dalla giornata dell’economia: proposte concrete per far riemergere la competitività ticinese Intervista di Lisa Pantini con Nicola Franchini, Partner Studio Fiduciario Pagani SA, Lugano In che misura le proposte presentate alla Giornata cantonale dell’economia, qualora dovessero concretizzarsi, possono dare nuovi impulsi all’economia ticinese? “Le misure presentate, che ricordo essere tre per le persone fisiche e quattro per le persone giuridiche, hanno quale principale obiettivo quello di ristabilire anzitutto la competitività fiscale del Cantone Ticino a livello intercantonale. Il nostro lavoro, in questa prima fase di analisi, ha voluto infatti mettere a confronto tutte le leggi cantonali attualmente in vigore, al fine di avere un primo osservatorio sulle iniziative già realizzate dai Cantoni fiscalmente più virtuosi. Questa analisi ci ha permesso di appurare la scarsa competitività del nostro Cantone a livello svizzero, il quale sembra non eccellere in nessuna 12 | Ticino Business

categoria. Per questo motivo e nella consapevolezza della critica situazione finanziaria del Cantone, abbiamo deciso di iniziare col proporre sette misure facilmente attuabili dal nostro legislativo (essendo già state implementate in altri ordinamenti) che permettano un immediato miglioramento del grado di competitività fiscale del Canton Ticino, allocando però le risorse in modo mirato. La finalità di questo primo lavoro è quella di dare un segnale all’economia ticinese di fiducia e di cambiamento affinché nuovi investitori possano, insieme ai ticinesi, beneficiare di un sistema fiscale al passo con gli altri Cantoni. Il nostro auspicio è che con queste prime misure e con il nuovo metodo di lavoro instaurato dalle associazioni economiche cantonali, sarà possibile in seguito individuare altre manovre, magari


nuove a livello elvetico e non solo in ambito fiscale, in grado di stimolare i settori più innovativi della nostra economia per una sistema economico regionale più moderno e competitivo”. Rispetto al solito dibattito su sgravi fiscali e tagli di aliquote, le misure da voi presentate sembrano indicare un radicale cambiamento di paradigma; c’è un approccio del tutto diverso? “Sebbene il nostro lavoro non sia in contrapposizione alle iniziative dei partiti, i quali si sono maggiormen- La finalità di questo te concentrati su di una riduzione primo lavoro è quella di generale delle aliquote a seguito di un sempre più crescente malessere dare un segnale all’ecodell’economia ticinese, l’approccio del- nomia ticinese di fiducia le Associazioni di settore in questo lavoro è stato decisamente diverso, e di cambiamento affined in questo senso innovativo. Sono ché nuovi investitori posdell’opinione infatti che le Associazioni economiche hanno voluto at- sano, insieme ai ticinesi, particolare attenzione alle testare con forza ed unità la loro beneficiare di un sistema società più attente all’amvolontà di superare le frazioni ideobiente e con un forte taslogiche tipiche della discussione po- fiscale al passo con gli so di innovazione. A tal litica, per trovare insieme soluzioni altri Cantoni riguardo cito ad esempio concrete atte a ristabilire la compeuna delle misure a mio titività del Cantone Ticino. In quegiudizio più innovative, sto senso il nostro lavoro di tecnici ovvero quella che prevede fiscali ha voluto contribuire individuando delle «il dimezzamento (su richiesta) dell’aliquota applimisure attuabili e concrete che rispettino anche la cabile all’utile imponibile se questo viene destinaquasi antitetica necessità di bilancio del Cantone, to,entro i due anni successivi, per almeno il 50% allocando le scarse risorse a disposizione là dove ad investimenti innovativi [ai sensi della L-inn], si è ritenuto più opportuno intervenire”. ovvero ad investimenti nel risparmio di energia e alla protezione dell’ambiente»”. Sintetizzando, sono state formulate misure sia per le persone giuridiche che per quelle fisiche, Tra le misure proposte per le persone giuridiche relazione c’è tra i diversi tipi d’intervento che c’è, appunto, la «licence box», può spiegare proposti? in che cosa consiste e i suoi effetti? “Entrambi i tipi di intervento hanno in comune “Questa proposta che non è nuova agli ordinamenti sia il «modus operandi», che mettendo a confron- degli altri Stati europei che da anni ne fanno uso, to le legislazioni tributarie di tutti i Cantoni ha è stata implementata in Svizzera unicamente dal permesso l’individuazione delle misure proposte; Canton Nidvaldo. Da anni se ne discute, ma rapsia l’obbiettivo, ovvero dotare il Cantone Ticino di presenta a nostro avviso una valida misura volta quegli strumenti fiscali che gli permetteranno di ad attrarre sempre più società attive nella gestione essere maggiormente competitivo in un raffronto dei marchi, beni di alto valore e di grande potennazionale. Questo sempre nel rispetto delle con- zialità economica. Nel concreto la misura prevede dizione quadro economiche del nostro Cantone e una riduzione del 80% dell’aliquota sull’utile ai quindi delle concrete possibilità d’intervento. Nel- ricavi e agli utili netti accreditati separatamente lo specifico le misure per le persone fisiche sono al conto profitti e perdite derivanti, direttamente volte, da un lato, ad attenuare l’imposizione sulla o indirettamente, dall’utilizzo di beni immateriali. sostanza (che di fatto è una imposta sul rispar- Ad indicare il continuo lavoro di verifica delle mimio dei contribuenti), dall’altro incentivare inve- sure proposte durante la giornata dell’economia stimenti di privati in ricerca e sviluppo median- del 21 novembre 2013, non è escluso si possa vate un ammortamento fiscale anticipato dei costi. lutare in una successiva fase di analisi, l’utilizPer quanto concerne le persone giuridiche, che zo di questo strumento per investimenti orientati mi hanno coinvolto in prima persona nell’anali- alla «green economy» qualora questa estensione si, gli interventi sono stati decisi (i) per settore di dovesse superare la verifica giuridica e dovesse attività, come ad esempio l’introduzione della c.d. riscontrare l’interesse del mondo economico e l’ap«licence box» (oggi presente solo nell’ordinamen- provazione della Divisione delle contribuzioni con to nidvaldese) per la defiscalizzazione dei proventi quale auspichiamo una collaborazione attiva per da sfruttamento di marchio; oppure (ii) con una valutare gli effetti delle misure prospettate”. Ticino Business | 13


Biblioteca liberale

Il Padre della Svizzera di oggi di Alessio del Grande

monumento domina il grande e caotico piazzale davanti alla stazione centrale di Zurigo. Ma tra le decine di migliaia di passeggeri che ogni giorno entrano o escono dalla stazione, di automobilisti che lo sfiorano distratti e di pedoni più attenti alle vetrine della Bahnhofstrasse, pochi sanno, o si domandano, chi ricordi quella statua, chi sia quel personaggio in posa imperiale E senza di lui il Ticino e con lo sguardo dritto non avrebbe avuto la gal- verso Sud. Eppure, senza lui la Svizzera di oggi leria ferroviaria del Got- di non sarebbe stata quella tardo. Un’opera ciclopica che è, magari avrebbe raggiunto lo stesso successo e all’epoca che, forse, il benessere, ma con decenni nostro Cantone avrebbe di ritardo. E senza di lui il Ticino non avrebbe avuto visto realizzata soltanto la galleria ferroviaria del mezzo secolo dopo... Gottardo. Un’opera ciclopica all’epoca che, forse, il nostro Cantone avrebbe visto realizzata soltanto mezzo secolo dopo o che, forse, non avrebbe visto affatto, se il tracciato Nord-Sud si fosse sviluppato, come sembrava probabile, su altre direttrici che avrebbero tagliato fuori il Ticino dai collegamenti ferroviari internazionali. Anche per questo Alfred Escher (1819-1882) a ragione è considerato dagli storici non solo il padre della Svizzera moderna, la sua tenacia e la sua capacità di guardare lontano hanno contrassegnato, difatti, anche la contemporaneità. È stato lui a creare il Politecnico federale di Zurigo, a pensare alla prima rete ferroviaria nazionale, a fondare il Credito Svizzero, la prima grande assicurazione la Rentenanstalt da cui sarebbe poi nata SwissLife, poi la compagnia di riassicurazioni Swiss Re e trasformare, inoltre, la città sulla Limmat nella La statua di Alfred Escher a Zurigo

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Il suo

potenza economica che è ancora oggi. Ad Alfred Escher è dedicata la bella biografia di Joseph Jung (Armando Dadò editore), che ripercorre le tappe salienti della vita di un uomo che è stato un grande statista, abile politico e lungimirante imprenditore, lasciando, in un’epoca di grandi trasformazioni sociale ed economiche, un’impronta profonda nella storia del Paese. Di un Paese che, però, non lo ha onorato per come meritava.


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Berna, veduta notturna del Parlamento

Escher era un uomo dalle incredibili visioni capaci non solo di intuire il futuro, ma, come scrive Jung, dotato dalla straordinaria qualità di mettere in pratica anche le idee di cui aveva solo sentito parlare. Un pragmatico nella politica come nell’attività imprenditoriale. Che seppe tenere a bada l’avventurismo di chi avrebbe potuto trascinare la Svizzera in guerre con Paesi ben più potenti e che, con largo anticipo tra i suoi contemporanei, aveva visto nella costruzione di una rete ferroviaria nazionale la condizione imprescindibile per lo sviluppo economico della Svizzera. Ed è sempre Escher ad intuire per primo che per sostenere la crescita dell’economia industriale ci voleva la “locomotiva del credito”. Con una carriera politica fulminante, a soli 29 anni Consigliere di Stato a Zurigo, Escher fu per anni il leader indiscusso della corrente liberale, per 34 anni parlamentare federale e il solo deputato svizzero a ricoprire per ben quattro volte la presidenza del Consiglio Nazionale. Una potenza e un’intelligenza politica, il cui dominio si estendeva da Zurigo alle stanze del Consiglio federale, di cui si diceva reggesse le fila. Per questo fu accusato di essere un arrogante accentratore, un dittatore repubblicano e ci fu chi lo soprannominò “Alfred I”. Critiche che, come nota Jung, alla fine non facevano che rendere omaggio alla straordinaria statura del personaggio. “Escher fu la figura di maggiore rilievo sulla scena politica ed economi-

ca elvetica della seconda meta del XIX secolo. Le sue iniziative e le istituzioni da lui fondate conferirono al giovane Stato federale un impulso decisivo. Pose le premesse della trasformazione, nel tempo, di una terra che nel 1848 era ancora malfamata, preda di moti insurrezionali e rifugio di rivoltosi armati, in un paese degno del rispetto della comunità internazionale. Del resto fu tra gli ispiratori del principio di neutralità della Svizzera”.

Pose le premesse della trasformazione, nel tempo, di una terra che nel 1848 era ancora malfamata, preda di moti insurrezionali e rifugio di rivoltosi armati, in un paese degno del rispetto della comunità internazionale. Del resto fu tra gli ispiratori del principio di neutralità della Svizzera

È avvincente la biografia di Jung, leggendo della vita di Escher, si ripercorre la storia stessa della Svizzera degli ultimi due secoli. Muovendo dalla storia di un ragazzo dalla salute assai gracile, nato in una famiglia ricca ma esclusa dalla buona società zurighese per lo sventurato tracollo finanziario del nonno, che aveva convinto i suoi genitori ad isolarsi da tutti nello splendido ritiro della grande villa Belvoir sulla sponda sinistra del lago di Zurigo. Un adolescente cresciuto perciò nel più totale isolamento, vocato per eredità paterna agli studi scientifici, ma che, sorprendendo tutti, all’università Ticino Business | 15


si iscrive alla facoltà di diritto e che in pochi si trasforma in un indiscusso capo politico. È lui che, grazie alla sua rete di relazioni internazionali, convince Germania e Italia ad investire nella Ferrovia del Gottardo, dopo aver convinto la scettica Berna federale sulla bontà del tracciato. Un’opera immane per quei tempi, “in tutto il mondo non era stata mai costruita una galleria lunga 15 chilometri - ricorda Jung -, e per giunta ad un’altitudine di 1’152 metri”. Un progetto le cui difficoltà finanziarie gli costarono non poche amarezze e umiliazioni. Ed è il trentenne Escher, che assieme al Consigliere federale ticinese Stefano Franscini, intuisce quanto sia importante per il Paese avere un Politecnico federale. Ancora lui, del tutto digiuno di finanza, che s’inventa nel 1856 dapprima una banca, il Credito Svizzero, prendendo a modello il Crédit Mobilier francese, e poi la Rentenanstalt, da cui nascerà SwissLife. Gettando così anche le basi per trasformare Zurigo “in centro nevralgico degli affari e la prima piazza finanziaria del Paese”.

Titolo: Alfred Escher Autore: Joseph Jung Edito da: Armando Dadò

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EVITIAMO UN’ALTERNATIVA PASTICCIATA E PRECARIA! La galleria autostradale del San Gottardo è in funzione da oltre 30 anni e deve essere completamente risanata. Per questo motivo diciamo SÌ alla costruzione di una nuova galleria di risanamento senza aumento di capacità, come proposto dal Consiglio Federale, con buon senso e lungimiranza

«La domanda è puramente tecnica, non ideologica: quale è la soluzione di risanamento sensata? Una che permette di evitare un isolamento del Ticino e una divisione della Svizzera, con conseguenze disastrose per i cittadini e la nostra economia? Per cinque anni il Consiglio Federale ha studiato tutte le varianti, esercizio dal quale è scaturita quale migliore soluzione la proposta di una galleria di risanamento senza aumento di capacità.» Filippo Lombardi, Consigliere agli Stati, PPD

«La variante del tunnel di risanamento ha il migliore rapporto costi-benefici ed è un investimento ponderato, sensato e sostenibile per la sicurezza e l’affidabilità di questo fondamentale collegamento stradale. Con l’alternativa delle stazioni di trasbordo, al prossimo risanamento del tunnel tra 40 anni si dovrà affrontare nuovamente lo stesso problema della chiusura temporanea: un pasticcio dispendioso e assurdo.» Fabio Regazzi, Consigliere nazionale, PPD

«Sono sempre stata e sarò anche in futuro una convinta sostenitrice dell’Iniziativa delle Alpi. Al contempo sono assolutamente favorevole alla proposta di risanamento del Consiglio Federale, la costruzione di una galleria di risanamento senza aumento di capacità. È l’unica soluzione sensata e concreta al complesso problema del risanamento.» Patrizia Pesenti, ex Consigliera di Stato, PS

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Attualità

Che fine ha fatto la politica svizzera? di Angelo Geninazzi, Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana

Checché

se ne dica o se ne senta, la Svizzera sta bene. Sta molto bene e certamente sta meglio di tanti altri. Gli storici riconducono il benessere della nostra nazione alla capacità – negli ultimi decenni – di condurre una politica pragmatica, con i piedi ben saldi per terra, ma pure all’abilità di incappare in meno errori clamorosi rispetto ai governi e ai parlamenti di altri Paesi. E praticamente all’unanimità il sistema svizzero è considerato migliore, più efficiente ed efficace grazie alla democrazia diretta che permette al cittadino di avere una sorta di controllo, un’ultima parola sulle decisioni dei politici da lui eletti. La democrazia diretta, questa forma di partecipazione tutta svizzera, non tramonta mai. Anzi: i prossimi anni ci porteranno alle urne svariate volte proprio per esprimerci su proposte popolari, espressione di cittadini più attivi che mai: oggi sono in fase di raccolta 10 iniziative, 5 sono al vaglio del Consiglio federale, 11 sul tavolo del Parlamento e 4 pronte per essere sottoposte al popolo. Tra meno di un mese voteremo su due, a maggio almeno su un’altra. Senza entrare nel merito se 30 iniziative “in corso” siano positive o meno – chi l’ha detto che sono troppe?! – vi è una tendenza che invece non può che preoccupare. “Per la protezione di salari equi (4000 franchi per tutti)”, “salvate l’oro svizzero”, “stop alla sovrappopolazione”, “salviamo l’AVS tassando i ricchi”, “per un reddito minimo incondizionato” o “stop ai privilegi fiscali per milionari” sono alcuni degli accattivanti titoli di queste iniziative che hanno già collezionato almeno 100’000 firme e che dunque verranno sottoposte a tutti gli elettori. Ma, ci chiediamo, chi non vorrebbe salvare l’AVS o l’oro svizzero, chi si oppone a salari equi e chi ha voglia di ritrovarsi in una Svizzera sovrappopolata? O per riprendere l’iniziativa in votazione tra poche settimane, “chi non vuole concedere la priorità di lavoro ai residenti”? Gli slogan che fanno da cappello ai progetti degli iniziativisti si riferiscono ad auspici nobili e incontesta-

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bili. E chiediamoci anche: ma perché i nostri politici eletti, che si occupano per anni di determinati dossier, non hanno mai pensato di proporre finalmente un progetto per “salari equi” o “per salvare l’AVS”? La risposta, purtroppo, è semplice. Seppur camuffate da seducenti ambizioni, una parte delle iniziative stride completamente con una politica praticabile e pragmatica, che tiene conto della realtà, dei presupposti e di come si sia giunti alle situazioni attuali. Purtroppo, garantire a tutti 4000 mila franchi al mese con un articolo di legge non è così semplice: non avremmo altrimenti dovuto aspettare il 2014 per farlo. Oggi in Ticino più di un lavoratore su quattro guadagna meno: cosa succederebbe a queste persone se si vietassero stipendi inferiori alla soglia stabilita? Oppure, riprendendo l’iniziativa “per un reddito minimo incondizionato” che garantirebbe ad una coppia 5’000 franchi al mese senza lavorare, non occorre forse chiedersi da dove verrebbero questi soldi e come faremmo in quel caso a limitare l’immigrazione di chi, fuori dai nostri confini, verrà abbagliato da questa cuccagna? Anche la tassazione globale per stranieri facoltosi può essere abolita al più presto, ma chi pagherebbe gli oltre 70 milioni di franchi che ogni anno il Canton Ticino incassa? O ancora: se l’1% dei più ricchi impoverisse o lasciasse la Svizzera, chi pagherebbe il 41% dell’imposta diretta che oggi viene coperta da questi paperoni? Dietro ad ogni proposta o modifica di legge si celano domande alle quali occorre imperativamente dare risposte prima di battere una strada che altrimenti rischia di rivelarsi un pericoloso vicolo cieco, un tassello in grado di stravolgere gli equilibri di un sistema svizzero vincente. Diverse tra le iniziative per le quali si sono raccolte con successo le firme, se accettate in votazione, creerebbero dei problemi enormi e inimmaginabili, sia a chi guadagna bene ma soprattutto (!) a chi fa più fatica a sbarcare il lunario. Il passato ha dimostrato che, pragmatici e concreti, siamo riusciti a risolvere problemi a cui altri non riescono a venire a capo. Anche, e forse soprattutto, grazie alla democrazia diretta e a cittadini responsabili intenti a risolvere i problemi e non a crearne. Oggi dobbiamo però prestare massima attenzione, altrimenti questo strumento popolare rischia di ritorcersi proprio contro il modo svizzero di fare politica all’origine del nostro successo. E che successo.


Attualità

Robin Hood vs. salvadanaio

In Svizzera la ridistribuzione avviene prevalentemente da una tasca all’altra di Marco Salvi e Luc Zobrist, Avenir Suisse

Molte famiglie del ceto medio recuperano alla fine dell’anno una parte cospicua dell’imposta sul reddito sotto forma di riduzioni dei premi della cassa malati o di contributi per l’asilo nido. Questa ridistribuzione da una tasca all’altra comporta costi.

Il

sistema fiscale e delle assicurazioni sociali della Svizzera si basa sul cosiddetto «modello salvadanaio». Lo Stato costringe i propri cittadini a ridistribuire i propri redditi sull’insieme del ciclo di vita. Ognuno contribuisce con un certo onere fiscale di cui approfitterà più tardi nel corso della propria vita – tutti danno, tutti ricevono. In opposizione a questo principio troviamo il modello di Robin Hood: prendere ai ricchi per dare ai poveri. Come dimostra uno studio dell’Università di San Gallo, la ridistribuzione in Svizzera è per due terzi intrapersonale – ovvero da e per la stessa economia domestica – e solamente per un terzo interpersonale, in altre parole fra persone con diversi livelli di reddito. Appare chiaro che questa ridistribuzione intrapersonale nel senso del «modello salvadanaio» va ben oltre la previdenza vecchiaia. Molti altri trasferimenti, principalmente concepiti come sostegno alle famiglie, appaiono come semplici spostamenti da una tasca all’altra. Un esempio chiaro di quanto illustrato lo troviamo nei contributi per l’asilo nido. Nella città di Zurigo una famiglia con un reddito imponibile di 100’000 franchi (ovvero con un reddito lordo di circa 150’000 franchi), e due bambini che frequentano l’asilo nido tre giorni la settimana, riceve circa 12’000 franchi l’anno di sovvenzioni per la custodia esterna dei figli. Questa famiglia dovrà versare a fine anno la stessa cifra allo Stato sotto forma di imposta sul reddito (vedi grafico). Insomma, ciò che viene prelevato dalla tasca sinistra sotto forma di imposte, viene riversato nella tasca destra come sovvenzioni. Ben lungi dall’essere un caso isolato, troviamo la stessa situazione nelle riduzioni dei premi della cassa malati di cui beneficiano circa 2,4 milioni di assicurati in tutto il Paese.

tare il proprio tempo di lavoro da tre a quattro giorni la settimana, incrementando di conseguenza il reddito imponibile della famiglia. Con questa decisione non solo il carico fiscale si aggraverebbe, ma le sovvenzioni verrebbero nello stesso tempo diminuite. Inoltre, a causa di questo giorno supplementare di lavoro, i giorni di custodia da pagare passerebbero da tre a quattro. Per chi guadagna meno nella coppia sussistono dunque fortissimi disincentivi fiscali ad aumentare il proprio tasso di occupazione. L’aliquota marginale sul secondo reddito può addirittura superare il 100%. La ricetta per diminuire la ridistribuzione dalla tasca destra a quella sinistra – e con ciò i costi economici ad essa legati – è semplice: diminuire le sovvenzioni, riducendo allo stesso tempo l’imposta sul reddito per la classe media. Le economie domestiche meno abbienti continuerebbero a ricevere prestazioni, e per la classe media la situazione rimarrebbe invariata: riceverebbe meno aiuti, ma pagherebbe meno tasse. La ridistribuzione risulterebbe dunque più mirata, contribuendo nel contempo a una migliore ripartizione fra gli oneri e le prestazioni nel nostra sistema di imposizione e dei trasferimenti. Un sistema più «Robin Hood» e meno «salvadanaio».

Maggiori informazioni sul tema nella nostra pubblicazione (in tedesco) «Tra oneri e prestazioni, una bussola fiscale per la Svizzera

Elevate aliquote fiscali marginali implicite conducono a incentivi al lavoro negativi Questo sistema di ridistribuzione non è tuttavia solamente costoso dal punto di vista amministrativo e degli alti costi di gestione. Riprendiamo l’esempio delle sovvenzioni per la custodia esterna dei figli: supponiamo che chi lavora a tempo parziale (nella maggior parte dei casi una donna) dovesse aumenTicino Business | 19


Attualità

L’Internet delle cose: quando a comunicare tra di loro sono le macchine e non le persone di Mauro Feller, Rappresentante Swisscom per il Ticino

Le aziende mirano a migliorare l’efficienza e a ridurre il più possibile i costi aumentando nel contempo la sicurezza e il comfort. Un modo per riuscirci è affidarsi a soluzioni di comunicazione intelligenti tra le cose, talmente efficaci in molti settori che presto a comunicare tra di loro attraverso la rete mobile saranno più macchine che persone

In futuro

la cosiddetta comunicazione da macchina a macchina – in breve M2M, da machine-to-machine – inciderà sulla vita di tutti noi. Per M2M si intende la comunicazione tra cose. Non tra apparecchi di comunicazione tipici come i telefoni mobili, ma tra normalissimi dispositivi d’uso quotidiano, oggi in grado di trasmettere segnali WLAN attraverso la rete mobile. Le loro possibilità di applicazione sono numerose: la macchina del caffè ordina autonomamente nuove scorte di caffè quando quelle esistenti stanno per esaurirsi. Il contatore elettrico trasmette i dati sul consumo direttamente alla centrale elettrica, rendendo superflua la lettura sul posto da parte del collaboratore del servizio esterno. Un pace-maker segnala automaticamente eventuali errori di funzionamento. Il fabbisogno di soluzioni M2M è in crescita e, di conseguenza, aumenta considerevolmente anche la loro richiesta. Istituti indipendenti specializzati in ricerche di mercato come ABI Research o iDATE stimano che fra qualche anno, a livello mondiale, saranno impiegate più carte SIM per la comunicazione tra macchine che per quella tra persone. Nella sola Svizzera si prevede sul lungo periodo un potenziale di oltre 100 milioni di apparecchi interconnessi. Logica conseguenza dell’evoluzione tecnica Nella tecnologia della comunicazione, le innovazioni di oggi saranno la norma di domani. In seguito allo sviluppo di sempre nuovi standard tecnologici e al loro impiego, cambia anche il comportamento degli utenti: basti pensare all’utilizzo della rete mobile di dati, il cui volume di trasporto è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni. La mobilità è uno dei nostri beni più preziosi perché oggigiorno ab-

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biamo l’esigenza di essere online ovunque e in ogni momento. I collaboratori si aspettano dalla propria azienda la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo. Questa evoluzione della comunicazione prosegue inarrestabile coinvolgendo anche le cose. Il fatto che oltre a noi stessi vogliamo interconnettere tra di loro anche i nostri apparecchi e le nostre macchine non è che la logica conseguenza di tale tendenza. Già oggi la comunicazione M2M è presente in numerose applicazioni: per il controllo del livello dell’olio combustibile nei tank, la gestione di veicoli d’intervento o la localizzazione dell’animale domestico. Le soluzioni M2M rendono possibili nuovi servizi in molti rami dell’economia e si prestano anche alla commercializzazione di massa. Nel settore energetico e in ambito sanitario v’è persino da attendersi un vero e proprio boom. Le soluzioni M2M permettono di gestire le risorse in modo più sostenibile e quindi di ridurre molto i costi. Grazie a M2M, in futuro i pazienti disporranno di apparecchi di misurazione in grado di trasmettere in modo autonomo al medico curante i loro dati sanitari, ad esempio i valori della pressione arteriosa, ed eviteranno così viaggi e tempi di attesa per visite mediche di routine. Presto contatori elettrici intelligenti assicureranno uno sfruttamento ottimale della rete energetica. A medio termine l’evoluzione in ambito M2M si orienterà verso la cosiddetta Smart Home, la casa intelligente. Nell’ambito dell’abitare intelligente, la comunicazione M2M garantisce, oltre a una maggiore efficienza energetica ed economicità, anche il massimo livello di sicurezza e comfort. Efficienza ed economicità grazie alla standardizzazione Con oltre 5,5 miliardi di utenti, la comunicazione mobile è diventata in brevissimo tempo la piattaforma tecnologica più grande del mondo. Questo enorme successo è stato favorito in particolare dalla standardizzazione delle interfacce tecniche, fattore che sarà decisivo anche per la comunicazione M2M. Gli standard intersettoriali sono indispensabili per la diffusione globale. I singoli componenti per le soluzioni M2M esistono già da tempo, ma i relativi servizi possono essere approntati con successo soltanto attraverso partnership lungo la catena di creazione del valore. L’attuale mercato M2M si compone in gran parte ancora di fornitori di nicchia che offrono soluzioni globali armonizzate, composte da modulo hardware, software e connettività. Ma anche service provider come Swisscom intrattengono, in qualità di fornitori di connettività, una stretta collaborazione con partner per poter mettere a punto una piattaforma che consenta un’amministrazione semplice e sicura delle comunicazioni M2M. Una connettività sicura, costantemente disponibile e facile da gestire rappresenta infatti un presupposto importante per tutte le applicazioni, che si tratti di apparecchi di comunicazione o di comuni dispositivi d’uso quotidiano.


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Con il sostegno

Lu 18.00—22.00 18.00—22.00 LU Ma—Ve 09.00—22.00 09.00—22.00 MA—VE Sa09.00—18.00 09.00—18.00 SA

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Ai blocchi di partenza.

Pronti a scattare, via!

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Testo a cura della Redazione di Espoprofessioni

Dal 24 al 29 marzo 2014, al Centro esposizioni di Lugano, si terrà l’undicesima edizione di Espoprofessioni: la grande manifestazione che, con cadenza biennale, illumina a giorno il ricco mondo dei mestieri e della formazione professionale. Una data da annotare perché si parla di lavoro qualificato e di giovani: due elementi centrali quando si parla di economia.

Le PMI

sono state definite la spina dorsale dell’economia nazionale: sono più di 300 mila le imprese che occupano complessivamente i due terzi di tutti i lavoratori, mentre al contempo formano i tre quarti degli apprendisti in Svizzera, Ticino compreso. Ma per dare risultati devono appoggiarsi a un sistema di formazione professionale valido. Formare apprendisti significa dunque investire direttamente nel sistema produttivo. Formarsi come apprendista vuol dire invece garantirsi basi solide per il proprio futuro professionale. Una strada che oggi apre solo porte, non precludendo più, a differenza del passato, nessuna prospettiva: chi termina il tirocinio conseguendo la maturità professionale può accedere infatti a SUP (le Scuole Universitarie Professionali che sono il vertice del sistema duale) e università. Espoprofessioni si inserisce in questo processo come importante tassello di orienta-

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mento, in particolar modo per i ragazzi delle scuole medie (terze, quarte e auspicate le classi seconde). La fiera dei mestieri permette alle aziende di illustrare le potenzialità di certi settori, dando così agli allievi l’opportunità di scoprire le tante possibilità che esistono nel Cantone per chi intende seguire la via dell’apprendistato. Sono davvero molteplici e variegate le proposte formative: son ben 227 i mestieri che nel Canton Ticino si possono imparare. Ma quali sono questi 227 lavori? Venite a scoprirlo nel grande spazio espositivo che, esteso su 10 mila metri quadrati di superficie, nelle ultime due edizioni ha registrato il numero record di più di 30 mila visitatori ogni volta. Rita Beltrami, Presidente del Comitato d’organizzazione e direttrice dell’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale, può anticiparci qualcosa della manifestazione in calendario? “Espoprofessioni festeggia quest’anno 22 anni di intensa attività sul territorio a favore dell’orientamento scolastico e professionale. Il nostro obiettivo è quello di essere sempre più vicini ai giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro. Nell’intento di coinvolgerli ancor più, ci presentiamo all’edizione 2014 con un’immagine grafica completamente rinnovata, più moderna e in linea con i tempi. Non si è potuto neppure ignorare il fatto che il sistema della comunicazione si è trasformato su impulso della tecnologia: abbiamo per ciò intensificato il nostro impegno divulgativo considerando anche questo aspetto. Ci potrete così seguire per i cinque giorni della manifestazione in maniera in-

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terattiva, assistendo per esempio agli appuntamenti di maggior spicco in streaming, insomma in diretta dal proprio computer. Pure Facebook sarà uno degli strumenti con cui dialogare con il pubblico attraverso continui aggiornamenti della pagina. Nuovo anche lo slogan «Fai le tue scelte» che accompagnerà i visitatori nel corso della visita a Espoprofessioni. Ricordiamoci che la fine dalla scuola media coincide con la prima scelta da adulti che si è chiamati a fare: decidere che cosa si vuol fare da grandi. Una scelta importante che va sostenuta, fornendo ai ragazzi una panoramica completa che permetta loro di crearsi un’idea precisa del panorama offerto, scoprendo mestieri appassionanti, interessanti e stimolanti. La comunicazione riveste dunque un aspetto fondamentale nella buona riuscita dell’evento”. Evento nel quale vengono coinvolti diversi altri attori… “Certo, sono molti i partner che si attivano per dare il loro contributo alla riuscita dell’evento. Penso ai formatori e ai rappresentanti delle associazioni professionali presenti nei vari stand, che sono animati a loro volta da giovani in formazione. Gli apprendisti in fiera si impegnano in dimostrazioni pratiche

per mostrare ad altri giovani i gesti e i trucchi del mestiere. Ma ad Espoprofessioni anche le famiglie, considerando il loro ruolo incisivo nell’accompagnamento dei figli, sono oggetto di attenzione. Abbiamo pensato quindi, ulteriore novità di questa edizione, d’intensificare la collaborazione con la «Conferenza cantonale dei genitori». Nel concreto saranno proposte delle visite guidate sulla base del concetto di «Educazione alle scelte», programma che si sta implementando nella scuola media. Una proposta dedicata ai genitori interessati ad approfondire la grande offerta formativa del settore professionale”. Signora Beltrami, quali sono i punti di forza del sistema duale improntato sulla formula scuola e pratica? Insomma, perché un ragazzo al termine della quarta media dovrebbe scegliere di compiere un tirocinio? “I motivi sono più di uno. Ricordiamoci che un ap-

prendistato garantisce vicinanza al mercato del lavoro, all’economia e alle sue esigenze. Il passaggio nel mondo del lavoro – lo confermano le statistiche – risulta più facile per chi ha seguito un tirocinio rispetto a chi ha frequentato solo la scuola. I punti di forza coincidono dunque con una buona prospettiva di accesso al mercato, riducendo la proporzione dei senza lavoro. La formazione professionale in Svizzera è d’eccellenza: non per nulla il nostro paese si situa al secondo posto al mondo, per numero di medaglie conquistate, nell’ambito dei WorldSkills, ossia i campionati mondiali dei mestieri”. Il Ticino nel settore si è dimostrato all’avanguardia e anche pioniere rispetto ad altri cantoni… “Sì, la formazione professionale è un fiore all’occhiello di cui possiamo andare fieri. In Ticino si è saputo seguire, e in alcuni casi anticipare, le trasformazioni in atto nella società, adattando e migliorando di continuo la politica formativa. E oggi si contano ben 55 organizzazioni del mondo del lavoro che organizzano corsi interaziendali per 120 mestieri, pressappoco 3 mila aziende formatrici con circa 6 mila apprendisti in formazione e oltre 4’700 giovani che frequentano scuole professionali di base e superiori a tempo pieno”. Sì, all’avanguardia con iniziative anche come Espoprofessioni, la prima manifestazione incentrata in maniera interattiva sull’orientamento scolastico e professionale mai promossa prima d’allora da nessun altro cantone. Se però il sistema duale è una punta di diamante, il lavoro di sensibilizzazione dell’opinione pubblica può essere migliorato. Il tasso di liceali nel nostro cantone resta uno fra i più alti in Svizzera. Bisogna pertanto insistere nel rendere attenti i giovani, le loro famiglie e gli insegnanti sul fatto che coloro i quali scelgono un tirocinio hanno le stesse possibilità dei liceali per continuare gli studi e avere successo nella vita professionale. Che, anzi, il mercato ha proprio bisogno di queste figure qualificate per continuare a funzionare. Fate dunque le vostre scelte…

Espoprofessioni – passaggio obbligato per i tutti i giovani in formazione e per gli adulti interessati a una riqualifica – è una manifestazione organizzata dalla Divisione della formazione professionale in collaborazione con la Divisione della scuola, Ufficio dell’orientamento scolastisco e professionale di Bellinzona. Il programma degli eventi organizzati in occasione della fiera sono consultabilli sul sito www. espoprofessioni.ch. Per i giovani saranno organizzati due concorsi con il sostegno di ESI, Elettricità Svizzera Italiana e BancaStato.

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Attualità

Le aziende ticinesi godono dei vantaggi offerti dalla raccolta del PET I ticinesi raccolgono il 25% in meno di PET rispetto alla media svizzera. Le aziende possono contribuire a cambiare questa situazione e approfittare dei costi inferiori

Ogni

svizzero raccoglie, ogni anno, 5,6 kg di PET. Una quantità sensibilmente inferiore di bottiglie di PET per bevande finisce nei punti di raccolta in Ticino − dove ogni abitante raccoglie soltanto 4,3 kg di PET. La causa di questo più basso volume di raccolta non è una scarsa consapevolezza ecologica, come spiega Jean-Claude Würmli, Vice Amministratore di PET-Recycling Schweiz: «In generale, gli abitanti in Ticino hanno una spiccata propensione ecologica, confermata dal nostro sondaggio annuale.» Il motivo per cui in Ticino si raccoglie meno PET risiede nella mancanza di punti di raccolta volontari del PET, prosegue Jean-Claude Würmli. «Se sul posto di lavoro o durante gli spostamenti non ci sono contenitori per la raccolta di PET, anche il più ligio riciclatore si arrende alla fine e getta la bottiglia di PET per bevande nel più vicino bidone dell’immondizia» sottolinea Würmli, aggiungendo che in Ticino i punti di raccolta volontari scarseggiano ovunque: nelle scuole, negli impianti per il tempo libero, sui cantieri, negli uffici e nel-

Registrarsi come punto di raccolta del PET e godere di un eccezionale sconto Le aziende ticinesi riceveranno una missiva che informa dettagliatamente sui vantaggi della raccolta del PET. Le imprese che si registreranno, entro il 21 febbraio 2014, come nuovo punto di raccolta del PET, riceveranno il primo contenitore di raccolta in omaggio. Ulteriori contenitori di raccolta e sacchi vengono, da tempo, venduti ben al di sotto del prezzo abituale, ciò per incentivare la raccolta. A partire da una quantità minima di 5 sacchi di PET pieni, il ritiro è sostanzialmente gratuito per i punti di raccolta del PET − grazie all’organizzazione senza scopo di lucro PET-Recycling Schweiz. A questa associazione di categoria è affiliato il 98% dei produttori di bevande, importatori, imbottigliatori e dettaglianti svizzeri. Le aziende interessate possono registrarsi per e-mail come punto di raccolta volontario del PET scrivendo a info@prs.ch. Maggiori informazioni su www.petrecycling.ch/it

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le aziende. Ciò malgrado la gestione di un punto di raccolta volontario del PET non comporti alcun dispendio di rilievo ma offra numerosi vantaggi. Ridurre i costi d’esercizio grazie alla raccolta del PET La gestione di un punto di raccolta è vantaggiosa per le aziende sotto l’aspetto economico poiché, a seconda del Comune o della città, la raccolta del PET è più di due volte più economica rispetto allo smaltimento nell’immondizia. Il principio vale anche per le imprese: attraverso la raccolta di bottiglie di PET per bevande si può diminuire la quantità di rifiuti, riducendo al contempo i costi d’esercizio. Inoltre, un punto di raccolta volontario del PET non comporta alcun lavoro e alcun costo aggiuntivo − ciò grazie a un servizio di ritiro gratuito: a partire da una quantità di cinque sacchi di PET pieni, PET-Recycling-Schweiz ritira gratuitamente il PET raccolto – non importa se il luogo del ritiro è fuori mano, presso una capanna CAS o in un’azienda situata in centro città. Attraverso questo service public, PET-Recycling Schweiz vuole incentivare la raccolta del PET. Serve il supporto delle aziende ticinesi In Svizzera, 30’000 aziende, scuole, impianti per il tempo libero ecc. si sono già fatti convincere dei vantaggi offerti dalla raccolta del PET. Dà il buon esempio l’azienda con sede a Mendrisio Argor-Heraeus SA. Dal 1999, la società impegnata nella lavorazione dei metalli preziosi gestisce un proprio punto di raccolta del PET: «Al di là degli obiettivi di business, una delle priorità di Argor-Heraeus è quella di perseguire la sostenibilità ambientale rispetto al territorio in cui è inserita. Per questo siamo molto contenti di aderire all’iniziativa promossa da PETRecycling Schweiz poiché ci offre l’opportunità di sensibilizzare maggiormente le nostre collaboratrici e i nostri collaboratori sulla raccolta differenziata dei rifiuti» spiega Lorenzo Medici, Responsabile del reparto tecnico. E Marco Romano − Consigliere


L’azienda con sede a Mendrisio impegnata nella lavorazione dei metalli preziosi Argor-Heraeus SA tutela l’ambiente grazie alla raccolta separata delle bottiglie di PET per bevande. Un vantaggioso effetto collaterale: i costi di smaltimento dei rifiuti si riducono

nazionale PPD, anch’esso originario di Mendrisio − tesse le lodi dell’azienda: «Con il proprio punto di raccolta del PET, Argor-Heraeus SA si assume le proprie responsabilità in relazione alla protezione dell’ambiente. Sono convinto che, non appena un maggior numero di imprese ticinesi sarà informato sulla possibilità di allestire un proprio punto di raccolta del PET, dopo un commisurato lasso di tempo

riusciremo, in Ticino, a tenere il passo con il resto della Svizzera in termini quantitativi.» Riciclare bottiglie e risparmiare energia Cinque imprese di cernita svizzere fanno sì che il PET riciclato possa essere riutilizzato. Esse rimuovono i materiali non compatibili, suddividono le bottiglie per colore e qualità, e pressano cosiddette balle. Successivamente il materiale viene lavorato dalle imprese di riciclaggio per il suo riutilizzo. Gran parte del PET riciclato viene impiegato per la produzione di nuove bottiglie di PET per bevande e altri articoli come, per esempio, borse, giacche e cellulari. Ciò a favore soprattutto dell’ambiente: poiché, grazie al sistema di riciclaggio del PET, viene riciclato l’81% delle bottiglie di PET per bevande e viene incenerito solo il 19%, le emissioni di gas a effetto serra vengono ridotte ogni anno di ben 124’000 tonnellate. Questa quantità risparmiata corrisponde alle emissioni totali annuali di gas a effetto serra prodotte da circa 30’000 automobili o 33’000 famiglie − che corrispondono all’incirca alle famiglie nel Canton Sciaffusa. In tal modo, il sistema di riciclaggio del PET riduce sensibilmente l’impatto ambientale totale, fornendo un utile contributo a favore della tutela dell’ambiente.

Riciclando anziché incenerendo le bottiglie di PET per bevande si possono risparmiare, ogni anno, 124’000 tonnellate di gas a effetto serra

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Eventi

Save the date:

GESTIONE DEI CONFLITTI Un nuovo servizio per dipendenti ed aziende L’evento si terrà il 25 febbraio 2014 dalle ore 16 alle -17.30 presso la Cc-Ti Il programma è in fase di definizione, trovate maggiori dettagli sul sito www.cc-ti.ch La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Per iscrizioni prego rivolgersi entro il 24 febbraio alla Cc-Ti (galan@cc-ti.ch, Tel. +41 91 911 51 11).

Come prepararsi alle nuove normative del Made in Switzerland L’evento si terrà il 26 febbraio 2014 dalle ore 16.30 alle ore 18.00; networking apero a seguire presso la Cc-Ti, sala G. Papa (6° piano) a Lugano

Presentazione: Posso affiggere la croce svizzera sui miei prodotti? Quanto deve essere “svizzero” un prodotto per avere la designazione “Swiss made”? Il valore economico legato al “made in Switzerland” per i prodotti destinati all’esportazione è notevole: secondo gli studi più recenti può raggiungere fino al 20% del prezzo di vendita. Molte aziende utilizzano quindi le designazioni “Svizzera”, “Qualità svizzera” o “Made in Switzerland” per dare un valore aggiunta immateriale ai propri prodotti. A seguito di due postulati del 2006 nei quali si chiedeva al Consiglio federale di esaminare ed attuare delle misure per combattere gli abusi nell’utilizzo della denomina26 | Ticino Business


zione “made in Switzerland” e la relativa immagine della croce elvetica, le Camere federali nel giugno 2013 hanno discusso ed approvato il nuovo pacchetto legislativo “Swissness”. Al suo interno sono state accettate la modifica della legge federale sulla protezione dei marchi nonché la nuova legge federale sulla tutela dello stemma svizzero e di altri emblemi pubblici. Il termine per il referendum è scaduto il 10 ottobre 2013 ed in seguito l’amministrazione federale si è messa in moto per finalizzare l’applicazione. Cosa succederà ora? Il progetto di revisione della legge federale sulla protezione dei marchi e delle indicazioni di provenienza prevede criteri per una definizione più precisa della provenienza geografica di un prodotto o di un servizio e stabilisce anche quanta “Svizzera” dev’essere contenuta in un prodotto affinché possa essere utilizzata la designazione “Svizzera”. Con l’evento in oggetto la Cc-Ti propone un momento di incontro e di approfondimento per capire con ampio anticipo – grazie all’intervento di esperti del settore - come e se le aziende toccate dalla questione Swiss Made dovranno adattarsi alla nuova legislazione del “pacchetto Swissness” che entrerà in vigore nel corso del 2015.

Programma: 16:30 Saluto di benvenuto - Introduzione al tema: genesi della nuova legge - posizione delle Camere di commercio svizzere - distinzione del concetto di “Made in” con quello dell’origine delle merci

Luca Albertoni, Direttore, Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino

16:45 Swiss made: past and future changes. What is important to know for companies. Erik Thévenod-Mottet, Expert in Geographical Indications, Swiss Federal Institute of Intellectual Property (IPI) 17:10 Esigenze dei vari settori economici. Esempi concreti. Norma Streit-Luzio, Vice Direttrice, Camera di commercio e dell’industria del Canton Vaud (CVCI) 17:50 Domande: la parola al pubblico 18:00 Networking apero La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera. Per iscrizioni prego rivolgersi alla Cc-Ti entro giovedì 13 febbraio 2014, al numero di telefono +41 91 911 51 18, fax +41 91 911 51 12, corsi@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch. Ticino Business | 27


Eventi Save the date:

Missioni economiche della Cc-Ti 2014 Cari lettori, trovate di seguito i periodi dove sono state programmate le nostre missioni economiche: • UK - marzo 2014 • Turchia - aprile 2014 • Russia - giugno 2014 • Svezia - settembre 2014 Per maggiori informazioni sui dettagli e sui programmi il nostro International Desk è a vostra disposizione al numero +41 91 911 51 11 o visitando il sito www.cc-ti.ch/servizi/international-desk.

Business lunch:

Malesia,

ponte verso l’Asia-Pacifico Organizzato da: Partner e sponsor dell’evento:

Giovedì 13 marzo 2014 dalle ore 12.00 alle ore 13.00; business lunch a seguire presso la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino (Cc-Ti), sala G. Papa (6° piano), Corso Elvezia 16, 6901 Lugano Presentazione: Con poco più di 29 milioni di abitanti ed un PIL pro capite di 10’432 dollari nel 2012, la Malesia è ancora considerato un mercato relativamente piccolo al confronto dei Paesi vicini, come Indonesia, Thailandia, Filippine e Vietnam. Le condizioni quadro economiche sono però esemplari: infatti, secondo il “Doing business 2014” (http://www.doingbusiness. org/data/exploreeconomies/malaysia), la classifica generale stilata dalla Banca mondiale sulla “facilità di fare impresa”, il Paese si posiziona al 6° posto, preceduta solo da Singapore, Hong Kong, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Danimarca (Svizzera: 29°). Ha saputo mantenere saldo il suo 1° posto per quanto concerne la facilità di ottenimento di un credito, il 4° posto per la protezione offerta agli investitori e il 5° posto per il commercio transfrontaliero. È inoltre salita tre posizioni, piazzandosi al 16° posto, per quanto concerne la creazione d’impresa. La Malesia è tra i membri fondatori dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN), che nel 2015 dovrebbe dar vita alla Comunità economica dell’ASEAN, un mercato unico che garantirà la libera circolazione dei beni, dei servizi, del personale qualificato e dei capitali. Nella pratica: l’accesso ad un mercato con oltre 600 milioni di consumatori. Il Paese è quindi da considerarsi un trampolino di lancio ideale per la regione Asia-Pacifico. La Svizzera, nell’ambito dell’AELS, ne ha già intravisto il potenziale e nel 2012 ha avviato i negoziati per un accordo di libero scambio. Questo incontro informativo intende offrire ai partecipanti una panoramica sulla situazione economica del Paese e sulle potenzialità di sviluppo del commercio in vari settori, dare orientamenti sulla valutazione dei rischi e fornire consigli pratici sulle modalità d’entrata sul mercato. Infine, grazie alla collaborazione con Switzerland Global Enterprise, vi è la possibilità di fissare dei colloqui individuali durante la giornata per una consulenza mirata. Stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli e presto sarà online sul sito www.cc-ti.ch anche la versione completa con il programma ed i relatori. Vi aspettiamo!

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Eventi

Svezia:

connubio tra innovazione e sostenibilità Presentate lo scorso 18 novembre, in collaborazione con i nostri partner (Switzerland Global Enterprise, Credit Suisse, Bisnode, Euler Hermes e Cippà Trasporti) le opportunità che sono offerte dal Paese scandivano, terra nordeuropea molto nota, di cui abbiamo approfondito la conoscenza con interventi e presentazioni interessanti. È risaputo come la Svezia è uno dei Paesi europei più innovativi e all’avanguardia. La sua economia è fondata sulle grandi ricchezze di foreste, minerali ed energia idroelettrica che si trovano su tutta la sua vasta superficie. Nell’ultimo secolo la Svezia si è fortemente tramutata da una società agricola ad una società industriale a tutti gli effetti. Il settore dei servizi oggi ricopre l’80% del PIL, contro il 2% di quello agricolo, e nelle regioni più a Sud si è sviluppato in modo importante il settore delle biotecnologie. Pochi altri Paesi delle dimensioni della Svezia hanno paragonabili industrie aeronautiche e nucleari, case automobilistiche, un’industria militare d’avanguardia, un’avanzata industria delle telecomunicazioni e dell’informazione nonché grandi gruppi farmaceutici. Senza contare che si situa tra le nazioni più avanzate nell’utilizzo delle energie rinnovabili e ha anche in programma di rendersi indipendente dal petrolio entro il 2050. Vi proponiamo di seguito alcune testimonianze dei relatori intervenuti. Buona lettura!

Svezia: un’accelerazione verso la crescita tendenziale Intervista di Lisa Pantini con Philipp Waeber, Global Macroeconomic Research, Credit Suisse, Zurigo Quali sono le caratteristiche dell’economia svedese? Quale è stata la performance di crescita della Svezia negli ultimi anni? “In molti modi l’economia svedese risulta essere simile a quello svizzera. La Svezia possiede un’economia altamente competitiva ed innovativa, fortemente integrata nell’economia mondiale. Le esportazioni contribuiscono poco meno del 50% del PIL, le cui merci principali esportate sono macchinari, mezzi di trasporto, nonché manufatti. Il principale mercato d’esportazione è l’Europa, che assorbe circa i tre quarti delle esportazioni totali. Il potere d’acquisto è tra i più alti al mondo, ciò rendendo in tal senso la popolazione svedese, ovvero circa 9,6 milioni di persone, potenziali clienti interessanti, non da ultimo per i prodotti svizzeri. Le finanze pubbliche godono di «buona salute», la Svezia è uno dei pochi Paesi che soddisfano i criteri di Maastricht. Negli ultimi vent’anni, l’economia svedese è cresciuta annualmente in media del 2,2%. A seguito di una profonda recessione nel 2008/2009, la Svezia ha registrato un forte contraccolpo. Anche se gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da una crescita inferiore alla tendenza. Tuttavia, rispetto ad altri

Paesi europei, la Svezia ha dimostrato una performance superiore alla media. Questo aspetto è notevole, la Svezia - come già menzionato – dipende ampiamente delle esportazioni verso altri Paesi europei”. Quali sono le prospettive di crescita? Esistono grandi rischi per questi scenari? “Per questo e per il prossimo anno, ci aspettiamo un’accelerazione verso la crescita tendenziale. Il 2014 sarà un anno elettorale e il Governo ha fatto del suo meglio per stimolare l’attività economica. I consumatori avranno qualche soldo in più, poiché il prelievo fiscale su lavoratori e pensionati è diminuito. L’occupazione dovrebbe beneficiare della riduzione dei contributi previdenziali. Inoltre, l’economia svedese beneficerà dell’aumento della crescita globale. I principali mercati d’esportazione cresceranno più velocemente rispetto al 2013, a sostegno delle esportazioni stesse. Oltre a questo effetto diTicino Business | 29


retto, l’economia svedese dovrebbe inoltre godere indirettamente della ripresa mondiale, contribuendo così a diminuire l’incertezza derivante. Consumatori e imprese hanno effettivamente già guadagnato fiducia nel corso degli ultimi mesi. Ci aspettiamo che questo trend continui e quindi un aumento degli investimenti. Una maggior fiducia dovrebbe anche innescare un calo della tendenza al risparmio attualmente elevata, ossia una parte maggiore dei redditi sarà destinata ai consumi. Infine anche la politica monetaria resta un sostegno. Dopo aver tagliato il tasso d’interesse nel mese di dicembre a causa di piccole pressioni inflazionistiche, la Riksbank prevede di lasciare invariati i tassi per tutto l’anno, i quali restano bassi. Nel complesso, ci aspettiamo che l’economia svedese cresca del 2,2% nel 2014. I principali rischi per queste previsioni costituiscono una ripresa globale più debole rispetto al previsto, influenzando negativamente la domanda inter-

na dagli eccessi di fiducia. Eppure, i recenti dati pubblicati sono stati promettenti. Quindi rimaniamo fiduciosi che la crescita globale aumenterà nel 2014. Un altro rischio è legato all’indebitamento delle famiglie. Il debito delle famiglie in percentuale al reddito disponibile è superiore al 170% e pertanto elevato in una prospettiva storica e internazionale, che presenta rischi per la stabilità finanziaria. Tuttavia, la politica monetaria tiene in considerazione questi sviluppi. Inoltre, le norme macro-prudenziali, come l’aumento del livello di ponderazione del rischio per i mutui nel 2014, contribuiranno a contenere il rischio. Infine circa 20 anni fa, la Svezia ha già sperimentato le conseguenze dei rischi derivanti da prestiti eccessivi e dovrebbe quindi avere una maggiore consapevolezza. Nei primi anni ‘90 il Paese è stato colpito da una crisi bancaria, dopo un periodo di rapida espansione del credito indirizzato in gran parte agli investimenti immobiliari”.

Le opportunità d’affari in Svezia Intervista di Lisa Pantini con Sandra Tobler, Consultant Northern Europe Switzerland Global Enterprise Quali sono le opportunità commerciali in Svezia? “Con il titolo «The Next Supermodel», l’Economist ha elaborato nel 2013 «i motivi per cui il mondo dovrebbe guardare ai Paesi nordici». Tuttavia, per quanto siano promettenti le opportunità di business nei Paesi nordici, quando ci si avvicina al Nord Europa da un punto di vista commerciale, si dovrebbe tenere in considerazione che in realtà non esiste un vero e proprio «mercato nordico». Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca hanno in comune il loro ambiente altamente innovativo per il business, privatizzazioni di vasta portata e di liberalizzazioni dei mercati e un’affinità per i prodotti svizzeri che, grazie al loro potere d’acquisto relativamente molto elevato, offrono anche prezzi accessibili. Anche se collocata geograficamente ed economicamente tra i Paesi nordici, la Svezia possiede evidenti punti di forza e di debolezza come ogni altro Paese. Le infrastrutture altamente sviluppate sono vantaggiose per fare affari, come pure un generale alto livello d’istruzione e l’affinità degli svedesi per l’innovazione ed i nuovi prodotti. Da questo contesto nascono alcune sicure opportunità commerciali per le PMI svizzere: in linea generale la Svezia si è evoluta dall’essere un subfornitore di beni ad essere un partner di sviluppo fornendo innovazione a livello mondiale. La Svezia è tra i leader nella sostenibilità e nelle tecnologie di efficienza energetica. Recentemente, sono stati fatti grandi investimenti per l’espansione delle infrastrutture di trasporto e nei settori ICT e Medtech. La domanda per i beni nella vendita al dettaglio è costantemente elevata, 30 | Ticino Business

come pure quella di beni di consumo, nonché di attrezzature tecniche (Medtech e macchinari) che è in continuo aumento. In particolare, ci sono numerose opportunità per le imprese attive nel comparto cleantech delle operazioni di controllo e di sorveglianza, per le imprese ICT che forniscono servizi bancari e software industriali, per gli ingegneri meccanici che sviluppano soluzioni complesse di sistemi, nonché per le società Medtech interessate a collaborare con startup svedesi innovative. Attualmente, la cooperazione industriale tra Svezia e Svizzera potrebbe fornire buone opportunità alle PMI elvetiche. La Saab è stata incaricata di selezionare le imprese svizzere nei settori macchinari e del metallo, elettronica, ottica e orologi, trasporto, ferroviaria, chimica e gomma, aerospaziale e ICT adatte alla cooperazione industriale con la Saab stessa la sua rete di partner. Nel mese di aprile 2014, la CcTi insieme in collaborazione con Switzerland Global Enterprise e la Camera di commercio svizzera svedese organizzerà un business lunch a Lugano per fornire ulteriori informazioni insieme alla Saab”.


Quali sono le difficoltà più ricorrenti, per una PMI svizzera, nel fare affari con un partner svedese? “I lati negativi sono rappresentati dall’elevato tasso IVA (25%) e dal costo del lavoro, che vengono considerati come potenziali ostacoli. Inoltre, a causa di strutture di gestione basate sul consenso, i processi decisionali possono essere lunghi. Fare business in Svezia significa svolgere frequenti incontri e meeting con molti partecipanti, dove questi ultimi esprimono il loro parere. Inoltre, preparatevi a leggere tra le righe e imparare che una frase del tipo «questa presentazione è stata molto interessante» potrebbe anche significare non essere più contattati. Infine, è utile sapere che vi sono grandi aree del Paese scarsamente popolate, un fattore che può influire sui costi di trasporto e della logistica.

Se le argomentazioni sopra citate vi hanno convinto a prendere piede sul mercato svedese, come va affrontata una tale impresa nello specifico? In generale, la preparazione accurata è la chiave per entrare nel mercato svedese. Questo include fondamentalmente tre fasi: scegliere il mercato più promettente, conoscere il proprio mercato e il cliente in questo mercato e scegliere la giusta strategia di ingresso. In ogni passo di questo processo, il team di Switzeland Global Enterprise è il partner in grado di offrirvi la giusta preparazione, che conosce le particolarità del mercato di riferimento. Noi vi sosteniamo con la competenza, con una rete esistente e con la nostra esperienza di mercato, nella pianificazione e nello sviluppo dell’ingrasso sul mercato svedese”.

Le chances ed i rischi del trading con la Svezia di Friederike Struckmeier, Senior consultant, Bisnode D&B Schweiz AG La Svezia è un’economia ricca, con un elevato livello di reddito pro capite ed una ragionevole distribuzione dello stesso nonostante alcune disparità geografiche. Le regioni meridionali e centrali più popolate hanno redditi pro capite più alti rispetto le regioni settentrionali più scarsamente popolate, dove l’attività economica è prevalentemente a carico settori primari come l’agricoltura, la silvicoltura e il minerario. Come la maggior parte delle piccole economie europee, l’attività si basa sul settore delle esportazioni e la Svezia ha un numero di imprese di alto profilo a vocazione internazionale. Il settore high-tech (incluso il settore telecomunicazioni) è cresciuto rapidamente negli ultimi dieci anni beneficiando del livello di istruzione della forza lavoro, elevati investimenti in R&S e di una infrastruttura di comunicazione ben sviluppata. Tuttavia, settori primari quali la silvicoltura, legno e carta e attività mineraria rimangono importanti. I driver delle esportazioni principali sono macchinari, attrezzature elettriche e prodotti di telecomunicazioni. L’elevata dipendenza della Svezia su un piccolo numero di imprese e settori comporta un certo rischio di esposizione. L’UE rimane il più importante mercato di esportazione della Svezia (Germania 10% delle esportazioni totali) essendo il Paese membro più importante. La Norvegia e gli Stati Uniti sono i maggiori mercati di esportazione extra-UE. Credit Environment Outlook L’economia svedese fortemente export-dipendente risente degli effetti negativi della domanda esterna per i suoi prodotti a causa della crisi della zona euro. Tuttavia, le previsioni di Bisnode intravedono

una ripresa dell’attività economica sulla base di un aumento delle esportazioni così come l’aumento dei consumi privati. Anche la crescita del credito alle società non finanziarie così come di quelle domestiche è destinato a crescere. Supply Environment Outlook Il Governo ha annunciato piani per aumentare sostanzialmente gli investimenti nelle infrastrutture di trasporto e nonostante la buona “salute” delle stesse questa è una notizia ben accetta. Market Environment Outlook I rischi di credito e di pagamento dovrebbero aumentare moderatamente fino a quando l’ambiente esterno rimane debole, ma il recente taglio sul reddito delle società è stato solo il primo passo di un più ampio tentativo di rendere il sistema fiscale più attraente per gli investimenti. Political Environment Outlook Bisnode sta giudicando l’ambiente politico stabile anche se la Svezia è stata colpita da disordini alla fine di maggio e noi ci aspettiamo che questo sia il sintomo di problemi sociali più profondi. Fallimento e insolvenza La Svezia ha un diritto fallimentare robusto che fornisce una protezione adeguata per il creditore. Il rischio di credito è inoltre sostenuto da un sistema giudiziario ben funzionante che fa rispettare le leggi. La Banca Mondiale classifica la Svezia il 22° Paese più efficiente al mondo per quanto riguarda la chiusura delle imprese. Ticino Business | 31


Tuttavia, il tempo medio per completare una procedura di fallimento è di 2 anni rispetto al dato OCSE di 1,7. Il costo della procedura fallimentare è pari al 9,0% del valore della tenuta (9,0% per l’OCSE). Infine, in media, i richiedenti recuperano 75 centesimi per ogni Dollaro nei confronti di una società insolvente (la media OCSE è pari a 71 centesimi) . Consigli per il trading In conclusione il consiglio di Bisnode per il trading

è di prestare attenzione al fatto che i fallimenti aziendali potrebbero aumentare (ad esempio nei settori del commercio al dettaglio e delle costruzioni). Per le opportunità di business, le aziende dovrebbero esplorare i settori ITC, EDV o aree immobiliari vista l’ottima performance negli ultimi trimestri. Si consiglia inoltre di monitorare i negoziati in corso tra l’UE e gli Stati Uniti in relazione alla creazione della zona di libero scambio più grande al mondo.

Credit Risk Management in Svezia di Luca Caretti, Head of Risk Underwriting, Euler Hermes

Quando un cliente di Euler Hermes Svizzera esporta merci oppure servizi in Svezia, è Euler Hermes Svezia che analizza il suo compratore/cliente. Il risk management di Euler Hermes Svezia ha qui una grande importanza, dove si considera anche la solvibilità del cliente. Il Credit Management analizza le prospettive economiche per settore e lo sviluppo dei fallimenti. Fonti d’informazioni Euler Hermes Svezia lavora principalmente con la ditta UC che fornisce molte informazioni utili all’analisi del rischio, che permette di prendere decisioni per i nostri assicurati. Naturalmente, le nostre informazioni sono anche fornite dai numerosi contatti che abbiamo con gli assicurati che lavorano con le PMI in Svezia. Le società a responsabilità limitata devono registrare i loro propri dati finanziari da Bolagsverket (il Registro di commercio in Svezia) al massimo 7 mesi dopo la fine dell’anno fiscale. Questi dati sono pubblici e a disposizione. Fallimenti Alcuni esempi di fallimenti sono molto presenti nella mente della popolazione svedese, come per esempio Enverigo AB (settore energia), Arkivator AB (settore industria) e JB Gymnasiet (nell’educazione). Riguardo questo punto, la tendenza nel 2012 e durante il 2013 è quasi la stessa, il numero di fallimenti dovrebbe essere di più o meno 8’000. Si vede un aumento significativo dal mese di marzo a maggio e un calo fino ad agosto per poi finire di nuovo con una crescita alla fine dell’anno. I settori dell’industria e delle costruzioni hanno una grossa influenza, ciò è imputabile alle condizioni meteorologiche e alle stagioni. Dal 2007 al 2013, la situazione è relativamente stabile con un tasso di fallimenti più o meno dello 0.7% (7’471 fallimenti nel corso del 2012, con un aumento del 7.4%, in confronto al 2011), in relazione soprattutto alla situazione in altri Paesi dell’Europa del Sud. I settori dove si sono visti più 32 | Ticino Business

fallimenti nel 2012 sono le costruzioni (1’202 fallimenti, in aumento del 13.2%, in confronto al 2011) e la vendita al dettaglio (868 fallimenti, in aumento del 5.6%, rispetto al 2011). Nel settore finanziario si è notato il fallimento di 303 ditte, in calo del 5.6% rispetto al 2011, seguendo la situazione economica generale del Paese. Per concludere, i consigli per gestire al meglio il rischio in vista di relazioni d’affari con una società svedese sono: • provare sempre ad ottenere dati finanziari e le esperienze di pagamento; • in più, è essenziale analizzare il settore nel quale si vuole operare e le sue previsioni; • assicurare le fatture è diventato anche un strumento molto utile, permettendo di definire delle condizioni di pagamento più flessibili; • Infine, è necessario di avere un partner locale, soprattutto nel caso di recupero dei soldi.


Eventi

La stampa in 3D e altri progetti che rivoluzioneranno il futuro di Lisa Pantini

Nell’ultimo

incontro del 2013 lo scorso 25 novembre - con i nostri Business Breakfast abbiamo prenotato un appuntamento con il futuro. Si è parlato dell’innovazione e dei progetti che andranno a comporre le nostre vite e quelle delle PMI nell’avvenire: le invenzioni e le avanguardie che oggi ci paiono impossibili, che vediamo nei film di fantascienza o nei documentari. Nel 2011, su un editoriale de «The Economist» su leggeva sulla stampa in 3D: «La stampa tridimensionale rende economico creare singoli oggetti tanto quanto crearne migliaia e quindi mina le economie di scala. Essa potrebbe avere sul mondo un impatto così profondo come lo ebbe l’avvento della fabbrica... Proprio come nessuno avrebbe potuto predire l’impatto del motore a vapore nel 1750 — o della macchina da stampa nel 1450, o del transistor nel 1950 — è impossibile prevedere l’impatto a lungo termine della stampa 3D. Ma la tecnologia sta arrivando, ed è probabile che sovverta ogni campo che tocchi.» È davvero così? La stampa 3D è già realtà. Quali implicazioni avranno queste nuove tecnologie sull’economia e sulle imprese? Con due testimonial abbiamo provato a scoprirlo.

La stampante 3D e altre novità Intervista con Fabio Riboni, contitolare Famax Tech Sagl

Di cosa si occupa la sua realtà imprenditoriale (Famax Tech) in Ticino? Come mai si è attivata nella stampa in 3D? “Il filo conduttore della società è la continua ricerca di soluzioni innovative applicabili, in particolare ci siamo concentrati sulle seguenti attività: • Servizio di stampa 3D, Reverse Engineering, produzione di preserie, prototipazione; modellazione 3D, e tutte quelle attività correlate alle tecnologie innovative nel campo della realizzazione di componenti conto terzi. • Consulenza nel settore del Safety&Security, proponendo avanzati sistemi di sicurezza e antincendio, con una completezza di certificazioni e assistenza nella progettazione durante l’intero corso dell’imple-

mentazione. Rappresentiamo in Svizzera i migliori marchi presenti a livello mondiale nel settore dei sistemi antincendio con tecnologia Aerosol che garantisce ad oggi il massimo dell’affidabilità al minimo dei tempi di realizzazione e manutenzione. • Presentiamo un’innovativa macchina per microstampaggio plastico ad ultrasuoni, ULTRASION® è la prima società dedicata alla progettazione, produzione e commercializzazione di soluzioni industriali basate su ultrasuoni ad alta potenza. Siamo convinti che la tecnologia della stampa 3D sia davvero non un fatto di innovazione incrementale (un miglioramento nel modo di fare le cose) ma una vera, importante innovazione radicale (un cambiamento nel modo di fare le cose). Un fatto, insomma, che allarga, e di molto, l’orizzonte creativo di ciò che si può immaginare, progettare e produrre, con il massimo della personalizzazione, in tempi brevi e a costi accettabili. Le nuove tecnologie di stampa 3D consentono di produrre oggetti tridimensionali provenienti da un modello digitale solitamente sviluppato in CAD o scansionato tramite apposite apparecchiature laser. Questi vengono prodotti tramite la sovrapposizione perfetta di strati di polimeri condensati di varia natura in grado di aggregarsi per formare vera e propria materia solida. Il risultato, in poche parole, è la realizzazione di una figura che rispetta tutte e tre le misure nello spazio reale precedentemente realizzata al computer. Le applicazioni sono veramente ampie, si usa comunemente nella visualizzazione dei modelli, nella prototipazione/CAD, nella colata dei metalli, nell’architettura, nell’educazione, nella tecnica geo-spaziale, nella sanità e nell’intrattenimento/vendita al dettaglio. Altre applicazioni includerebbero la ricostruzione dei fossili in paleontologia, la replica di manufatti antichi, la ricostruzione di ossa e parti di corpo in medicina legale. Non c’è praticamente nessun settore in cui la manipolazione di materia secondo forme prestabilite e personalizzate non appaia interessante”. Quali crede siano gli sviluppi futuri ed i benefici per le PMI di queste innovative tecnologie nel lungo termine? Come influenzeranno i processi produttivi? “L’evoluzione del mercato, l’aumento della competitività e la crisi europea in atto, spingono le imprese ad una continua valutazione degli strumenti tecnoTicino Business | 33


logici e ad un’analisi dei propri processi al fine di migliorare il proprio business per essere sempre competitivi e aggiornati sul mercato. Società come la nostra votata alla «curiosità» offre servizi a tempo pieno in tal senso, dove una società concentrata sul proprio business non ha il tempo e/o le conoscenze o le risorse al proprio interno per capire esattamente quali siano le applicazioni e le tecnologie da usare. Le nuove tecnologie offrono grandi opportunità per una crescita flessibile. I processi aziendali organizzativi e produttivi saranno sicuramente influenzati su diversi aspetti chiave per il business del futuro, economicità di scala, time to market, gestione delle modifiche, eco-compatibilità, facilità di utilizzo e manutenzione. Qualcuno azzarda addirittura che la stampa tridimensionale potrebbe avere sul mondo un impatto così profondo come ebbe l’avvento della fabbrica ed è probabile che sovverta ogni campo di applicazione che tocchi”.

La rivoluzione del 3D applicato al caso delle calzature Intervista con l’Ing. Emanuele Carpanzano, Direttore dell’Istituto Sistemi e Tecnologie per la Produzione Sostenibile della SUPSI

La sua relazione si intitolava “La rivoluzione del 3D applicata al caso delle calzature”. Ce ne può parlare? Quale ruolo gioca la SUPSI in questo contesto? “Lo scopo della relazione tenuta è stato di illustrare il potenziale delle tecnologie di produzione additive con riferimento ad un prodotto di uso comune quale la calzatura, al fine di rendere evidente come queste nuove tecnologie potranno cambiare il modo di concepire, progettare e produrre i prodotti del futuro, riscontrando così sempre meglio le aspettative dei consumatori e migliorandone quindi la qualità della vita tramite prodotti sempre più personalizzati, confortevoli e salubri. In particolare, la presentazione ha illustrato con riferimento ad un progetto di ricerca europeo che vede coinvolti importanti attori di ricerca ed industriali del settore, fra cui SUPSI, come la piena applicazione di tali tecnologie in ambito industriale richieda ancora rilevanti azioni di ricerca e sviluppo, seppure le stesse siano oggi già diffuse in diversi settori ed in particolare per la realizzazione di prototipi in 3D. Di fatto molte sono le sfide da affrontare nei prossimi anni relativamente alla valorizzazione ed industrializzazione di tali tecnologie con riferimento a molteplici processi e prodotti manifatturieri. SUPSI sta sviluppando competenze e progettualità che interessano nuovi

materiali, processi e prodotti correlati alle tecniche additive, in quanto vuole essere un attore protagonista in questo contesto sia a livello della ricerca internazionale che della collaborazione con le imprese del territorio, affinché le stesse possano cogliere le notevoli opportunità di innovazione che tali tecnologie offriranno in futuro”. Della stampa in 3D si parla tanto, paragonandola anche ad una 4°a rivoluzione industriale. Ritiene sia così? Quali cambiamenti sono in atto? I processi che stanno alla base della stampa 3D sono stato sviluppati e brevettati ormai oltre 30 anni fa, da allora la tecnologia di produzione additiva si è sviluppata attraverso la definizione di nuovi processi in grado di lavorare materiali diversi, riducendo sempre più tempi e costi delle lavorazioni e divenendo sempre più applicabile in ambito di prototipazione ed ormai anche di produzione industriale, almeno per prodotti ad alto valore aggiunto quali ad esempio quelli dei settori medtech e/o della meccanica avanzata. Oggi la rapida e continua evoluzione di tale tecnologia incrocia una domanda di mercato sempre più esigente in termini di varietà e qualità dei prodotti. In tutti i settori, il mercato richiede sempre più componenti e prodotti multifunzionali, di alta precisione e personalizzati, per la produzione dei quali le tecnologie additive offrono opportunità rilevanti. È proprio questa combinazione fra maturazione della tecnologia e nuove richieste del mercato che crea le condizioni per la rivoluzione industriale di cui si parla tanto in questo periodo, e che gradualmente avverrà nei prossimi anni. Il continuo sviluppo e la piena valorizzazione delle tecnologie additive rivoluzionerà di fatto il modo di concepire, produrre e fornire all’uomo prodotti di nuova generazione sempre meglio in grado di soddisfarne le aspettative in termini di estetica, funzionalità, benessere e salubrità. Siamo certamente in presenza di una grande sfida e di una grande opportunità, che legittima i consumatori a sognare prodotti rivoluzionari per il futuro, ma che richiede di essere affrontata con pieno impegno e dedizione dal mondo della ricerca e dal mondo industriale, per coglierne e metterne a valore il potenziale nei prossimi anni, e proprio su questo percorso SUPSI vuole essere al fianco delle imprese che vorranno affrontare questa sfida attraverso la innovazione dei propri processi e prodotti ad alto valore aggiunto”.

I BUSINESS BREAKFAST DELLA CAMERA

sempre aggiornati sui Business Breakfast e gli eventi della Cc-Ti Per tutte le informazioni sui nostri prossimi eventi, sul prossimo Business Breakfast e sui programmi dettagliati e le modalità d’iscrizione, visitate il nostro sito web: www.cc-ti.ch!

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Eventi

Prospettive per fiduciarie, assicurazioni e banche L’ultimo appuntamento con il ciclo 4Seasons Standing Lunch 2013 si è tenuto il 12 novembre 2013 presso la ditta RKB Europe SA di Balerna. Questo interessante evento ha messo in luce le prospettive settoriali per il nuovo anno (2014), ed ha riscosso un ottimo successo. Grazie alla collaborazione con i nostri partner per questa serie di eventi conclusasi con soddisfazione (che, lo ricordiamo, sono stati Banca Stato, Vaudoise Assicurazioni, e Gruppo Multi SA), abbiamo potuto creare nuovi momenti di interazione fra soci e nuove opportunità di networking. Vi presentiamo di seguito la testimonianza di Romano Bär, Responsabile della gestione patrimoniale e analisi finanziaria di BancaStato

L’importanza economica del settore finanziario in Svizzera di Romano Bär, Responsabile della gestione patrimoniale e analisi finanziaria di BancaStato Il valore aggiunto creato dal settore finanziario – secondo quanto si evince da uno studio specifico del BAK di Basilea - raggiunge i 62 miliardi di franchi e impiega 261’000 persone. Corrisponde all’11% di quello dell’economia elvetica. Le banche generano la più grande quota in tal senso: 29 miliardi, ossia il 47% del settore finanziario, mentre le assicurazioni contribuiscono con 25 miliardi, il 40% del totale. Il ramo finanziario svizzero è quindi molto eterogeneo e diversificato, fortemente orientato in direzione della gestione patrimoniale. Quest’attività, nel 2011, ha creato un quinto del valore aggiunto del settore, mentre le assicurazioni vita e le casse pensioni, rami nei quali pure la gestione patrimoniale ricopre una grande importanza, ne hanno dal canto loro generato il 14%. Le banche retail rappresentano un centro di gravità, reso più importante dalla crisi finanziaria e dalla forte crescita registrata nel settore creditizio. Al contrario, l’Investment Banking si è trovato nell’occhio del ciclone durante e dopo la crisi finanziaria e vi è stato un importante ridimensionamento. In generale, si è assistito a una diminuzione del bilancio delle banche. Per queste ultime, la parte legata alla creazione di valore aggiunto nel settore finanziario è diminuita di 20 punti percentuali rispetto al 2000. Sempre dal 2000, le riassicurazioni hanno raddoppiato il loro peso. Le assicurazioni vita e le casse pensioni hanno per contro perso terreno. Analizzando l’evoluzione della creazione del valore aggiunto reale, si evince che dal 1992 al 2000 il settore finanziario è cresciuto del 6,3% per anno. Spiccano le due crisi finanziarie, con una diminuzione del 14% tra il 2000 e il 2002 e del 10,8% tra il 2007 e il 2009.

Da sin.: R. Bär, BancaStato; I. D’Andrea, Gruppo Multi SA; M. Blättler, Vaudoise Assicurazioni; O. Camponovo, RKB Europe SA e M. Passalia, Cc-Ti

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Evoluzioni e prospettive nel settore finanziario Nel 2012 più della metà degli impiegati nel settore finanziario lavoravano in banca. La quota di persone occupate dalle banche è più alta del contributo delle banche al PIL del settore finanziario. Per le assicurazioni vale il contrario: impiegano il 23% della quota relativa del settore finanziario, mentre la loro quota in rapporto al PIL è del 40%. Le assicurazioni hanno esternalizzato gran parte delle loro attività a forte intensità di personale, mentre le banche sono più restie in tal senso. In breve, la produttività del lavoro nelle assicurazioni è più elevata. Il settore assicurativo ha generato 409’000 franchi per persona impiegata, raggiungendo una produttività tre volte superiore alla media nazionale. Per le banche, che restano comunque uno dei settori più produttivi in Svizzera, tale dato raggiunge i 192’000 franchi (1,6 volte la media nazionale). Il settore bancario si trova in una fase di profonda mutazione e ristrutturazione che dura dal 2008. Al momento approfitta di una situazione congiunturale propizia e la creazione di valore aggiunto sta recuperando sensibilmente quota dalla metà del 2013. Per contro il numero di impiegati nel settore diminuirà ancora. A medio termine vi sarà probabilmente una progressione del tasso di crescita del settore bancario oltre la media, attorno al 2%. Le assicurazioni beneficeranno di un tasso di crescita superiore a quello dell’economia generale (1,7%). Nel breve termine il settore delle riassicurazioni mostrerà un forte tasso di crescita, mentre non sarà così nel segmento delle assicurazioni vita e delle casse pensioni. Le assicurazioni potrebbero crescere con un tasso leggermente superiore al 2% per anno. Anche se il potenziale di crescita a lungo termine del settore finanziario si posizionerà intorno al 2% - superiore alla crescita media dell’economia – i livelli di crescita precedenti la crisi non potranno probabilmente più essere raggiunti.

I nostri partner per il ciclo 4Seasons Standing Lunch 2013 sono stati:

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Formazione

Corsi proposti dalla Cc-Ti KNOW-HOW SULLA PARTECIPAZIONE ALLE FIERE INTERNAZIONALI Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Venerdì 14 febbraio 2014, dalle 9.00 alle 13.00

DIRIGERE: MODELLI, COMPETENZE E CARATTERISTICHE Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Mercoledì 12 marzo 2014, dalle 9.00 alle 13.00

Programma

Programma

• Pianificare lo stand e la presentazione del prodotto • Pubblicizzare l’evento • Stratagemmi per arrivare a nuovi clienti • Materiale tecnico e pubblicitario • In-/formare il proprio personale prima di una fiera • Ci siamo: è fiera! • Il dopo-fiera: valorizzare al meglio i nuovi contatti e misurare il successo di una fiera • Come e quando effettuare la pianificazione delle fiere per il successivo anno fieristico

Analisi delle diverse modalità di direzione delle risorse umane: • Modelli di conduzione • Stili di conduzione • Misure accompagnatorie: - Supporti alla conduzione - Tipologie di collaboratori

IL TELEFONO… LA VOCE DELL’AZIENDA Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Martedì 18 febbraio 2014, dalle 9.00 alle 17.00 Programma • L’attività degli addetti: la gestione delle attese, il ricevimento • e il passaggio delle comunicazioni, l’organizzazione del posto di lavoro • Le tecniche di ascolto efficace • Psicologia e bisogni dell’interlocutore: la diagnosi permanente • L’approccio iniziale • Il comportamento con l’interlocutore irritato e/o contestatario • La risposa e l’esattezza delle informazioni • La conclusione dell’episodio telefonico • La cortesia come arma vincente • La voce e la sua modulazione per telefonare con successo

LA GESTIONE DEI CONFLITTI Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Giovedì 20 febbraio 2014, dalle 9.00 alle 13.00 Programma • Generi e tipi di conflitto • Come riconoscere l’esistenza di un conflitto • Atteggiamenti possibili nei confronti del conflitto • Gestire i conflitti • Strumenti utili ad affrontare i conflitti

PROFESSIONE COMPRATORE Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Martedì 18 marzo 2014, dalle 09.00 alle 17.00 Programma • Caratteristiche del compratore professionale • Fasi dell’acquisto • Preparazione all’atto d’acquisto: oggetti negoziali, statistiche, fatti • Attuazione delle fasi dell’acquisto: le tecniche di trattativa • Segmentazione e rotazione dei fornitori • Porre obiezioni per aumentare valore • Tecniche di conclusione

LE ASSICURAZIONI SOCIALI Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Programma Modulo 1 – Introduzione alle assicurazioni sociali Date: 13 e 20 marzo 2014, dalle 14.00 alle 17.30 Modulo 2 – Aspetti contributivi delle assicurazioni sociali Data: 27 marzo 2014, dalle 14.00 alle 17.30 Modulo 3 – Rendite di vecchiaia, superstiti e invalidità Data: 3 aprile 2014, dalle 14.00 alle 17.30 Modulo 4 – Assicurazione contro la disoccupazione Data: 10 aprile 2014, dalle 14.00 alle 17.30 Modulo 5 – Assicurazione invalidità Data: 17 aprile 2014, dalle 14.00 alle 17.30 Modulo 6 – Assegni familiari Data: 8 maggio 2014, dalle 14.00 alle 17.30

GLI INCOTERMS 2010 Lugano, Sala dott. G. Papa, presso la Cc-Ti Giovedì 20 febbraio 2014, dalle 13.00 alle 17.30

Modulo 7 – Indennità di perdita di guadagno per militare e maternità Data: 15 maggio 2014, dalle 14.00 alle 17.30

Programma Inconterms nell’attività quotidiana

Modulo 8 – Assicurazioni infortuni Data: 5 giugno 2014, dalle 14.00 alle 17.30

• Il principio dei 4 pilastri • Uso e interpretazione del libro Incoterms 2010 • I due gruppi di clausole distinti per modalità di trasporto • Le 2 nuove regole Incoterms a sostituzione delle clausole DAF, DES, DEQ e DDU (Incoterms 2010) • Spiegazioni associate ad ogni clausola • Esempi concreti dall’attività quotidiana

Informazioni e iscrizioni: Cc-Ti, Tel. +41 91 911 51 18, corsi@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch Ticino Business | 37


Commercio estero Pagine a cura di

Switzerland Global Enterprise

PROSSIME GIORNATE DI CONSULENZA PAESE LUGANO • SUD-EST ASIATICO: giovedì 13 marzo 2014 • POLONIA: lunedì 17 marzo 2014 • FRANCIA: martedì 18 marzo 2014 • COREA DEL SUD: lunedì 24 marzo 2014 • AFRICA DEL SUD (REGIONE): martedì 25 marzo 2014 • STATI DEL GOLFO: martedì 15 aprile 2014 Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale gratuito con i consulenti di Switzerland Global Enterprise e con i collaboratori degli Swiss Business Hub all’estero. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con Switzerland Global Enterprise e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! Contattateci al n. tel. +41 91 911 51 35 oppure tramite e-mail all’indirizzo: info.lugano@s-ge.com, saremo lieti di fissarvi un appuntamento

MendelOnline (tariffe doganali nel mondo) Dal 1° gennaio, MendelOnline ha sostituito Worldtariff. MendelOnline è un portale dedicato al commercio internazionale con informazioni sulle barriere tariffarie e non in vigore nei vari Paesi. Grazie a Switzerland Global Enterprise le aziende svizzere e del Liechtenstein beneficiano di un accesso gratuito a questa banca dati modulare: • Il modulo Nomenclature consente di cercare i codici prodotto utilizzando diverse nomenclature. • Il modulo Customs Tariffs fornisce informazioni dettagliate sui dazi doganali in vigore in oltre 150 paesi. • Il modulo Import Formalities presenta una panoramica delle formalità previste per l’importazione di merci in oltre 100 paesi. Dal 1° aprile 2014 il modulo includerà anche le formalità d’importazione nell’UE. L’accesso gratuito a MendelOnline può essere ottenuto annunciandosi sul sito S-GE. In caso di problemi d’iscrizione, vogliate inviare un’e-mail a exporthelp@s-ge.com, sarà nostra cura attivare l’accesso. Switzerland Global Enterprise declina ogni responsabilità circa l’inesattezza dei contenuti proposti e rinvia gli utenti alle CGV di Mendel Verlag GmbH & Co. KG. Accesso a MendelOnline www.s-ge.com/it/blog/tariffe-doganali-nel-mondo-ora-con-mendelonline CGV di Mendel Verlag GmbH&Co. KG w w w. m e n d e l - o n l i n e . e u / m o / S h o w D o c u m e n t / ShowDocument.do?label=TERMS_OF_USE&domainLabel =COMMON 38 | Ticino Business

Sviluppo del costo del lavoro in UE all’insegna dell’euro crisi A livello europeo, il costo del lavoro nell’economia privata è cresciuto più lentamente dall’inizio della crisi dell’euro rispetto, agli anni precedenti. Dal 2000 al 2008, il tasso medio di crescita annuale circa il costo del lavoro in UE si aggirava ancora al 3,6%. L’aumento più marcato è stato registrato dai costi per ora lavorativa (calcolati in Euro) in Romania (13,2%), in Repubblica Ceca e Lettonia (rispettivamente +12,3%), Lituania (+ 11,4%) e in Ungheria (+10,2%). L’aumento inferiore è stato in Gran Bretagna (+1,4%, calcolato in euro, mentre +4,8% nella moneta locale), in Svezia (+1,7%, in moneta locale +3,4%, nonché in Gran Bretagna soprattutto a causa della svalutazione della moneta locale nei confronti dell’euro) e in Germania (+1,8%, la forte crescita export non giunge dall’approssimazione). Tra il 2008 e il 2012 il costo del lavoro è addirittura diminuito (crescita annua media calcolata in euro) in Grecia (-1,4%), Lituania (-1,0%), Polonia (-1,0%) e Ungheria (-0,3%). Dal 2008 al 2012, esso è stato nettamente superiore alla media UE del 2,3% in Svezia (5,7%, in moneta locale +3,1%), Repubblica Ceca (+3,6%, in moneta locale +3,8%), in Austria (+3,4%), Belgio (+3,2%), Finlandia (+3,1%) e in Slovacchia (+3,0%). Nel 2012, il costo del lavoro in UE si posizionava a 23,2 euro l’ora, nell’eurozona raggiungeva 28,2/h. Il costo del lavoro più elevato è stato registrato dalla Svezia (42,2/h), Belgio (40,4), Danimarca (39,4), Francia (34,9) e Lussemburgo (34,5). Le cifre inferiori sono quelle di Bulgaria (3,6), Romania (4,5), Lituania (5,7), Lettonia (6,3), Polonia (7,2), Ungheria (7,9), Slovacchia (8,6) ed Estonia (8,6). Nel 2012, il costo del lavoro è aumentato del 2,2% sia nell’intera UE, sia nell’eurozona. Gli aumenti maggiori sono stati in Bulgaria (+8,7%), Gran Bretagna (+8,6%, analogamente alla Svezia soprattutto a causa di una rivalutazione della moneta locale +4,0%), nonché in Estonia (+6,4%), Lettonia (+5,3%), Lituania (+4,9%), Austria (+4,4%) e Finlandia (+4,3%). Ancora una volta, il costo del lavoro è diminuito in Grecia (-5,8%), nonché in Portogallo (-4,9%). Invece, è salito moderatamente in Slovenia (+0,7%), Repubblica Ceca (+0,8%), Romania (+1,0%), Spagna (+1,1%), Cipro (+1,2%) e nei Paesi Bassi (+1,3%). Hans Böckler Stiftung: Neue IMK-Studie – Arbeitskostenentwicklung in der EU www.boeckler.de/14_44851.htm Rafforzamento della lotta alla pirateria di prodotti attraverso il nuovo regolamento sul sequestro al confine Il 1° gennaio 2014, è entrato in vigore nell’UE il nuovo regolamento sul sequestro al confine. Il regolamento prevede un maggiore rispetto dei diritti di proprietà intellettuale fornendo alle autorità doganali i mezzi giuridici per ampliare la lotta alla diffusa pirateria di marche e prodotti. Il recente regolamento, offre a titolo di novità protezione a livello dei diritti di proprietà di nomi commerciali, di topografie di prodotti a semiconduttori, di modelli d’utilità, di dispositivi per eludere misure tecniche e di dati geografici per prodotti non agricoli.


Inoltre, dal 2014 la procedura semplificata per l’eliminazione di falsi e plagi diventa vincolante in tutti gli stati membri dell’UE. Fino ad ora la sua applicazione era opzionale e la distruzione di piccoli invii deve portare alla riduzione delle spese amministrative necessarie, a titolo di novità anche senza autorizzazione esplicita della rispettiva partecipazione del titolare del diritto tutelato. Regolamento del Parlamento Europeo sull’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale attraverso le autorità doganali e per l’abrogazione del regolamento (UE) Nr. 1383/2003 del Consiglio http://new.eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/ HTML/?uri=CELEX:32013R0608&from=IT Gran Bretagna: 40 miliardi per energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili Entro il 2020, il governo britannico, vuole raddoppiare le capacità di produzione di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. I costi per gli investimenti richiesti sono stimati a circa 40 miliardi di sterline. Al cuore del progetto vi è la costruzione di centrali eoliche offshore. In Gran Bretagna, la capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili raggiunge attualmente i 20 Gigawatt (GW), ovvero circa il 15% dell’intera produzione di energia elettrica. Entro il 2020, la quota aumenterà di un buon 30%. Inoltre, in Gran Bretagna, sono previsti progetti per la cattura e il sequestro di carbonio, nonché la costruzione di nuove centrali a gas e atomiche con cui, entro il 2020, verranno diminuite le emissioni di CO2 di più di 20 milioni di tonnellate. Londra ha stanziato 110 miliardi di sterline per il raggiungimento di questi obiettivi. Per un utilizzo ottimale di queste energie rinnovabili, vi sono 16 progetti che stanno per essere avviati. Con ciò, si tratta prevalentemente di centrali eoliche e di impianti per l’utilizzo energetico di biomassa. Grazie ad essi, entro il 2020, verranno prodotti 11 GW di energia elettrica supplementari. Ulteriori progetti dal volume di capacità di 8 GW sono in fase avanzata di progetto. Record investments of £40 billion in renewable electricity to bring green jobs and growth to the UK ht t p s: // w w w.g o v.u k /g o v e r n m e nt / n e w s / r e c o r d investments-of-40-billion-in-renewable-electricity-tobring-green-jobs-and-growth-to-the-uk Studio di mercato S-GE: industria automotive russa – opportunità per i subfornitori del settore automotive La Russia è sulla strada migliore per raggiungere un ruolo leader nel mercato automobilistico internazionale. Nei prossimi anni tuttavia dovrà accelerare per raggiungere gli obiettivi intermedi a cui ambisce. Si aprono di conseguenza interessanti opportunità commerciali ai subfornitori svizzeri. Uno studio di mercato di Switzerland Global Enerprise mostra come le “Opportunities for Swiss Subcontractors in the Russian Automotive Sector” lascino ben sperare. Lo studio è a disposizione gratuitamente per i soci di Switzerland Global Enterprise. I non soci possono ordinare i rapporti di settore al prezzo di CHF 120 (contro fattura e solo in Svizzera) Studio di mercato S-GE: industria automotive russa www.s-ge.com/it/blog/studio-di-mercato-s-ge-industriaautomotive-russa-%E2%80%93-opportunita-i-subfornitorinel-settore-auto L’aeroporto di Mosca Domodedovo progetta un ampliamento multimiliardario L’aeroporto Domodedovo ha annunciato un vasto ampliamento dell’infrastruttura, che coprirà un periodo di 10 anni e avrà un costo di circa 4,5 miliardi di euro. Alcuni esempi di modifiche previste:

• il risanamento delle piste di decollo e atterraggio presenti • risanamento della costruzione di una terza pista di decollo e atterraggio • risanamento e ampliamento di campi d’aviazione e di aree di stazionamento. • A queste misure infrastrutturali d’intervento sull’aeroporto saranno aggiunti: • un collegamento ottimizzato alle reti di trasporto attraverso strade di collegamento e d’accesso supplementari • l’ampiamento dei due attuali collegamenti ferroviari presenti. The development plan of Domodedovo airport for the period until 2023 requires 200 billion rubles of investments www.ruaviation.com/news/2013/11/11/2040/ Nuove disposizioni doganali in Arabia Saudita: obbligo della dichiarazione di conformità Dall’estate 2013 in Arabia Saudita l’importazione di merci dall’estero deve essere accompagnata da dichiarazioni di conformità. I certificati devono essere emessi e documentati da organizzazioni autorizzate e da quelle stabilite da enti sauditi nel Paese d’origine delle merci d’importazione, affinché esse siano conformi alle norme tecniche, agli standard e alle disposizioni vigenti in Arabia Saudita. Esenti dalle nuove disposizioni sono ad esempio generi alimentari e prodotti agricoli, nonché medicamenti e apparecchiature mediche. Sono state inoltre adattate le disposizioni d’importazione per gli impianti di condizionamento, i quali devono soddisfare obbligatoriamente i requisiti del prodotto della SASO (Saudi Standards Metrology and Quality Organisation), emanati nel 2012. Saudi Arabia: new regulations for clearance at the Saudi Customs www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/nuove-disposizionidoganali-arabia-saudita-obbligo-della-dichiarazione-diconformita Progetto ferroviario CCG: l’Arabia saudita annuncia bandi di concorso Parte il progetto per la costruzione di una rete ferroviaria ben articolata che, per una lunghezza totale di 2200 chilometri collega tutti i paesi membri del Consiglio di Cooperazione del golfo, anche l’Arabia Saudita. L’organizzazione Saudi Railways ha annunciato bandi di concorso per febbraio, in occasione del “GCC Railway Project”. Questi bandi di concorso sono destinati soprattutto ad aziende estere perché né l’Arabia Saudita né gli altri stati del Golfo dispongono del necessario know-how per costruire una rete ferroviaria di tali dimensioni. La stima dei costi dell’intero progetto raggiunge 15,5 miliardi di USD, anche se ogni stato è responsabile per la costruzione e per i finanziamenti nel tratto del percorso all’interno del suo territorio. La GCC Railway collegherà in futuro la zona della costa del Golfo con Mascate, la capitale dell’Oman. Inoltre, la linea ferroviaria porta anche lungo la costa del Golfo saudita, devia verso l’interno del Regno (Riad), collega il Qatar con il Bahrein lungo la rete del percorso e conduce verso gli Emirati Arabi Uniti fino alla punta orientale della penisola araba nel sultanato dell’Oman. La maggior parte dei chilometri di rete ferroviaria si estendono sulla superficie degli Emirati Arabi Uniti (684 km) e in Arabia Saudita (663 km). I chilometri in Oman sono 306, in Qatar 283, in Kuwait 145 e in Bahrein 36. Singole parti di tratte sono già in costruzione, la parte principale della rete ferroviaria CCG sono tuttavia ancora in fase di progettazione e pianificazione. Foreign firms to design GCC train project www.arabnews.com/news/491406 Ticino Business | 39


Gulf Cooperation Council Railway project www.saudirailways.org/portal/page/portal/PRTS/root/ Home/04_Expansion_Specification/06GCCRailwayProject Italien: Rezession zu Ende Cotecna esegue la prova di conformità per cosmetici destinati all’Arabia Saudita La conformità di prodotti di cosmesi aventi destinazione l’Arabia Saudita verrà ora eseguita dall’azienda svizzera Cotecna, secondo le disposizioni e i provvedimenti vigenti sauditi. Per l’importazione di cosmetici, alla dogana saudita devono essere esibiti i certificati di conformità emessi dalla Cotecna in Svizzera, ovvero nel Paese esportatore. Cotecna.com: Cotecna to issue COC for cosmetic products in Saudi Arabia www.cotecna.com/News-and-Media/News/2013/2013-0823-saudi-arabia-coc L’UE e gli USA allentano le sanzioni contro l’Iran Secondo l’agenzia internazionale per l’energia atomica AIEA, l’Iran si è attenuto alle regole dell’accordo nucleare di Ginevra. Di conseguenza l’UE e gli USA hanno deciso di allentare le sanzioni contro l’Iran, come pattuito. L’abrogazione parziale delle sanzioni contro l’Iran deve essere primariamente limitata a sei mesi e in seguito, se l’Iran continuerà a rispettare le condizioni, sarà presumibilmente prolungata. L’allentamento delle sanzioni include prima di tutto l’abrogazione: • del divieto di importazione di prodotti petrolchimici dall’Iran • del divieto di esportazione di attrezzature chiave per l’industria petrolifera e petrolchimica in Iran • del divieto di esportazione di pezzi di ricambio per aerei e automobili dall’Iran • del divieto di esportazione di oro e pietre preziose • di singole limitazioni per transazioni finanziarie nel traffico con l’Iran Si può prevedere che anche la Svizzera sia coinvolta a breve o a lungo termine da un eventuale allentamento dell’embargo da parte dell’UE e che le sue attuali misure di sanzione nei confronti dell’Iran saranno adattate a riguardo. Gazzetta ufficiale dell’UE: regolamento del 20 gennaio 2014 che modifica il regolamento UE n° 267/2012 concernente misure restrittive nei confronti dell’Iran http://eur-lex.europa.eu / L exUriS erv/ L exUriS erv. do?uri=OJ:L:2014:015:0018:0021:IT:PDF Gazzetta ufficiale dell’UE: decisione 2014/21/PESC del Consiglio del 20 gennaio 2014 che modifica la decisione 2010/413/PESC del Consiglio, concernente misure restrittive nei confronti dell’Iran http://eur-lex.europa.eu / L exUriS erv/ L exUriS erv. do?uri=OJ:L:2014:015:0022:0023:IT:PDF Ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica Islamica dell’Iran www.seco.admin.ch/themen/00513/00620/00622/ 02048/?lang=it India: regolamento per investimenti esteri diretti – le principali novità del 2013 In India, investimenti esteri diretti sono benvenuti, tuttavia non è sempre facile riuscire a collocarli in qualsiasi momento e ovunque. A tale proposto sono richiesti aiuti imminenti, ciò è quanto ha riconosciuto il governo indiano, implementando nettamente i suoi sforzi per migliorare il clima d’investimento. Nel 2013, in questo senso è entrato in vigore probabilmente il maggior numero di modifiche nelle disposizioni pertinenti, rispetto al passato. Una breve panoramica al «2013 Changes in Indian FDI Policy». 40 | Ticino Business

India Briefing: 2013 Changes in Indian FDI Policy www.india-briefing.com/news/2013-changes-indian-fdipolicy-7149.html/ La Cina vuole facilitare la creazione di imprese In Cina verranno eliminati i requisiti patrimoniali minimi per la creazione di un’impresa. Inoltre, è previsto lo snellimento e la semplificazione della procedura di registrazione per le nuove imprese. Anche gli investitori e le imprese estere dovrebbero poter beneficiare di queste facilitazioni. Attualmente in Cina i requisiti patrimoniali minimi per la creazione di un’impresa corrispondono ancora a: • CHF 4’450 per una società a responsabilità limitata (Limited liability company LLC) • CHF 14’800 per una società a responsabilità limitata (LLC) con un unico proprietario • CHF 740’000 per società di capitali. In futuro, questi requisiti dovrebbero scomparire e valere soltanto in casi eccezionali. Resta tuttavia ancora da chiarire quando la creazione di un’impresa in Cina non sia più vincolata al requisito patrimoniale minimo e in quali casi esso continua a essere valido. Inoltre, le procedure di creazione e l’attribuzione di una licenza commerciale non sono più vincolate a termini di pagamento previsti per legge. I membri fondatori dovranno potersi accordare individualmente sulla cifra e sui termini di pagamento. Resta da dimostrare in che misura le imprese investitrici all’estero possano beneficiare dell’eliminazione del requisito patrimoniale minimo. È importante sapere che esse sono obbligate ad assicurare oltre ad esso, una propria copertura di capitale il cui importo dipende dalla somma d’investimento totale. Non è chiaro se questo obbligo di capitalizzazione sarà eliminato. Inoltre, secondo Germany Trade and Invest spesso anche le autorità locali richiedono requisiti patrimoniali minimi ben più elevati rispetto a quelli previsti per legge. Oltre all’eliminazione dei requisiti patrimoniali minimi, Pechino considera anche di semplificare la procedura di registrazione per le imprese estere. Ciò significa che la procedura di approvazione dovrà essere depositata presso MOFCOM (Ministero del commercio) e svolta in parallelo alla procedura di registrazione presso Administration of Commerce. Attualmente quest’ultima può essere avviata solamente al termine della procedura di approvazione. China Accounting News Weekly www.chinaaccounting.cn/news/2013/1103/96427.shtml There is no minimum registered capital restriction anymore for startups in China www.startuptochina.ca/there-is-no-minimum-registeredcapital-restriction-anymore-for-startups-in-china/ Myanmar – pronto a compiere nuove sfide con un grande potenziale Dopo 50 anni di isolamento politico ed economico, Myanmar ritorna ad essere presente sulla carta geografica della comunità internazionale. Il Paese ricco di materie prime ha tanto da offrire, tuttavia deve ancora operare numerosi investimenti, ad esempio nell’infrastruttura e nella politica economica sostenibile offrendo una protezione per un futuro molto promettente. Un articolo nell’ultima edizione di «Go!», la rivista del commercio estero di Switzerland Global Enterprise, illustra la potenza del nuovo «gioiello» nella regione ASEAN. Go!: Myanmar – un gioiello per gli attori economici www.s-ge.com /svizzera/export/it/ blog/myanmar%E2%80%93-grande-potenziale-ma-anche-grandi-sfide


Go! – la rivista del commercio estero w w w. s - g e . c o m / d e / b l o g / % C 2 % A B g o % C 2 % B B %E2%80%93-das-aussenwirtschaftsmagazin BusinessUSA: nuovo portale internet per fare affari negli USA Il governo USA ha inaugurato, “BusinessUSA”, un nuovo portale internet che riassume e mette a disposizione in modo chiaro le principali informazioni per gli operatori in merito alle attività di creazione e di sviluppo di attività commerciali negli USA. BusinessUSA si rivolge soprattutto alle piccole e medie imprese che vogliono aprirsi agli Stati Uniti oppure a quelle che desiderano estendervi la loro presenza. Su BusinessUSA scoprite inoltre quali sono le regole da osservare per • insediare un’azienda • assumere collaboratori • gestire le imposte • accendere crediti • la nuova cassa malati • investimenti • il commercio estero. BusinessUSA vi informa anche circa progetti in programma o in fase di realizzazione, i quali offrono molteplici opportunità commerciali. Tuttavia, si tratta esclusivamente di progetti svolti a livello federale. BusinessUSA: Discover. Connect. Grow. http://business.usa.gov/ Paying Taxes 2014: peso fiscale per le aziende – un confronto internazionale Dal 2004 il prelievo fiscale delle aziende è stato in parte nettamente ridotto a livello internazionale. Tuttavia, nel quadro del periodo di crisi finanziaria ed economica globale, la volontà di introdurre ulteriori alleggerimenti fiscali diminuisce a poco a poco. Alcuni Paesi attirano addirittura nuovamente il fiscalismo. La maggior parte di essi puntano come in precedenza su un interessante sistema fiscale, anche se a tale proposito non conta solamente la quota delle imposte, bensì conta sempre di più la spesa amministrativa da operare per adempiere agli obblighi fiscali. Secondo l’ultimo rapporto “Paying Taxes“ della Banca mondiale e di PricewaterhouseCoopers, l’anno scorso almeno 32 Paesi hanno introdotto misure che portano essenzialmente ad agevolazioni fiscali per aziende. Ad esempio: • Introduzione di perfezionamento del procedimento fiscale assistito elettronicamente, in Croazia, Guatemala, Macedonia, Madagascar, Maldive, Moldavia, Marocco, Paraguay, Filippine, Ruanda e Sri Lanka • Diminuzione delle imposte sugli utili di almeno il 2% in Burundi, Gabon, Guaiana, Giamaica, Laos, Myanmar, Svezia e Tagikistan • Eliminazione di singole imposte in Armenia, Burkina Faso e nella Repubblica del Congo, in Islanda, Sud Africa, Tagikistan e Uzbekistan • Riduzione dei pagamenti fiscali (frequenza dei pagamenti) in Albania, Panama, Romania • Imposte sul lavoro ridotte, decontribuzione sociale nella Repubblica del Congo, in Tailandia, procedimento fiscale semplificato in Qatar e in Ucraina • Introduzione di un’imposta sul valore aggiunto trasparente in Gambia. Nel complesso, secondo “Paying Taxes 2014“, gli Emirati Arabi Uniti a livello internazionale dispongono del sistema fiscale più favorevole alle aziende. A seguire troviamo altri due stati del Golfo: il Qatar e l’Arabia Saudita, appena

prima delle due città stato Hong Kong e Singapore. Un risultato eccellente è anche quello di Irlanda, Bahrein, Capo Verde, Oman e Kiribati. La Svizzera si posiziona al 16° posto nella classifica di “Paying Taxes 2014”, a livello europeo resta dunque alle spalle non solo dell’Irlanda, bensì anche della Danimarca (12a), Gran Bretagna (14a) e Lussemburgo (15°). Tra i 189 Paesi della classifica “Paying Taxes” i meno vantaggiosi dal punto di vista fiscale sono Ciad, Repubblica Centroafricana, Venezuela, Guinea, Bolivia, Gambia, Repubblica del Congo, Mauritania e Camerun: due Paesi sudamericani e otto africani (più o meno situati tutti nella regione del Sahel). Quota dei pagamenti fiscali A pagare meno imposte (somma delle singole aliquote fiscali) sono le aziende in Macedonia (8,2%), a Vanuatu (8,4%), Timor Leste (11%), Qatar (11,3%), Kuwait (12,4%), Arabia Saudita (14,5%), Emirati Arabi Uniti (14,9%), Kosovo (15;4%), Lesotho (16,0%), Brunei-Darussalam (16,1%), Georgia (16,4%) e Croazia (19,8%). Le imposte più basse sono in Gambia, Comore, Repubblica Democratica del Congo e in Argentina. Numero di pagamenti fiscali Il minor numero di pagamenti fiscali si verifica a Hong Kong e in Arabia Saudita, qui siamo solamente a quota tre. In Qatar, Norvegia, Svezia e negli Emirati Arabi Uniti si effettuano quattro pagamenti, mentre cinque sono in Georgia e Singapore. La maggior parte dei pagamenti si verificano in Tagikistan (69), Serbia (66) e in Costa d’Avorio (62). Spese amministrative Le spese amministrative più basse per adempiere agli obblighi fiscali sono negli Emirati Arabi Uniti (12 ore all’anno). Anche nei seguenti Paesi le aziende necessitano meno di 100 ore all’anno: in Bahrein (36 ore) e in Qatar (41), nonché a San Marino (52), Lussemburgo (55), Bahamas (58), in Svizzera (63), in Oman (68), in Arabia Saudita (72), alle Seychelles (76), a Hong Kong (78), Irlanda (80), Estonia (81), Gibuti (82), Norvegia (83), Finlandia (93), Brunei-Darussalam (96) e in Kuwait (98). Le spese amministrative più elevate riguardano il Brasile con 2600 ore, Bolivia 1025, Niger 956, Libia 889 e Vietnam 872. Doing Business www.doingbusiness.org/reports/thematic-reports/ paying-taxes/

Switzerland Global Enterprise Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 – CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@s-ge.com www.s-ge.com

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Commercio estero

Accordi di libero scambio: da sfruttare maggiormente di Monica Zurfluh, Responsabile Switzerland-GE per la Svizzera italiana e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

La

recente approvazione da parte del Consiglio federale del rapporto sulla politica economica esterna 2013 ci dà lo spunto per sottolineare l’importanza del commercio con l’estero per il nostro Paese, ma anche per parlare degli strumenti a disposizione delle aziende elvetiche nella difficile opera di internazionalizzazione. Per garantire alle imprese svizzere un accesso ai mercati internazionali possibilmente privo di ostacoli e di discriminazioni rispetto a quello di cui beneficiano i loro principali concorrenti, la Svizzera persegue una politica di libero scambio. Dispone infatti di una rete di 29 accordi con 55 Stati, conclusi nell’ambito dell’AELS, ma anche di accordi bilaterali come quello con il Giappone o, più recentemente, con la Cina. Ma gli accordi di libero scambio (ALS) vengono sfruttati dalle aziende svizzere? E in che misura? In uno studio commissionato da Switzerland Global Enterprise sulla “valutazione dell’utilizzo degli ALS tra gli esportatori svizzeri negli anni 2012/13” (Evaluierung der FHA-Nutzung durch Schweizer Exporteure - 2012/2013, PD Dr. Patrick Ziltener, lic.oec. HSG e Georg D. Blind, Università di Zurigo, gennaio 2014) oltre al libero scambio con i Paesi UE quali Germania, Francia, Italia, Austria e Gran Bretagna sono stati analizzati anche gli accordi con Messico, Canada e Corea del Sud. Ciò ha portato a risultati in parte sorprendenti: nel solo commercio di merci transfrontaliere con l’UE, gli imprenditori svizzeri, grazie agli ALS, beneficiano di risparmi doganali annuali pari a 1 miliardo di franchi. I vantaggi dell’accordo con l’UE vengono sfruttati quasi in maniera esaustiva. Diverso è però il caso degli ALS con Paesi d’oltremare: essi non vengono utilizzati a sufficienza. Secondo gli autori dello studio i motivi di questo mancato utilizzo degli ALS sono: • mancanza di conoscenza e d’interesse circa gli ALS e i loro vantaggi: molte aziende ritengono che un volume d’affari modesto non ne giustifichi l’utilizzo;

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• disposizioni particolari degli ALS legate al fatto che alcuni categorie merceologiche sono escluse dall’esenzione dai dazi doganali oppure che tale esenzione venga introdotta gradualmente e posticipata; • regole d’origine restrittive: queste preferenze doganali valgono generalmente solo per merci che soddisfano le regole d’origine previste dall’accordo stesso; più le regole d’origine sono restrittive, meno prodotti e categorie di prodotto possono beneficiare di un’esenzione dai dazi; • costi amministrativi: la preparazione dei documenti e dei certificati in grado di definire l’appartenenza del prodotto ad una categoria esente da dazi è talvolta così dispendiosa che dal punto di vista degli esportatori non vale la pena oppure non è possibile gestire la pratica entro una determinata scadenza; • assenza di cumulo diagonale: per merci non trasportate direttamente dal Paese d’invio verso il Paese di destinazione, bensì via un Paese terzo (merci trasbordate o perfezionate), generalmente non si possono applicare i vantaggi doganali dati dall’ALS. Per informare e formare il personale e la dirigenza delle aziende ticinesi sul funzionamento, i vantaggi e l’utilizzo ottimale degli ALS, vi è un impegno costante da parte della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) e dell’ufficio di Lugano di Switzerland Global Enterprise (S-GE), che ha anche messo a disposizione un utile strumento per capire gli ALS come “Trade4Free” nonché delle factsheets sugli ALS analizzati dallo studio summenzionato.


Fiere internazionali Swiss Pavilion @ PackTech/ drinktechnology India 2014 Mumbai, 25-27 settembre 2014

Gulfood Manufacturing 2014: mix, make, move food

Secondo l’Indian Institute of Packaging (IPP), nel 2016 l’industria indiana del packaging potrebbe raggiungere 43.7 miliardi di dollari, diventando così il 4° maggior mercato globale. Pack Tech/drinktechnology India è la piattaforma business giusta a cui partecipare. Pack Tech India si svolge per l’ottava volta, essa è ben conosciuta in questo settore e gode di ottima stima da parte degli esperti indiani. Per la terza volta, questa fiera si svolge in contemporanea e nello stesso luogo della drink technology India. Si tratta di un vero e proprio successo, questo salone espone prodotti e soluzioni per il packaging internazionale, la stampa del packaging, la lavorazione industriale, bevande e industria alimentare. Gli espositori e i visitatori di questo evento beneficiano degli effetti di sinergia derivanti dalle due fiere, che riflettono l’intero mercato per la produzione alimentare e di bevande. Il profilo dei partecipanti è caratterizzato da decision maker dei seguenti settori: packaging, food/beverage, cosmetici e articoli da toeletta, farmacia, commercio al dettaglio, etichettatura, stampa, dell’auto, plastica. Switzerland Global Enterprise ha il piacere di organizzare lo Swiss Pavilion presso la PackTech/drinktechnology India 2014 per la seconda volta con Swissmem e lo Swiss Business Hub India.

L’evento è collegato altresì alla logistica, occupandosi di temi quali la conservazione, il trasporto, la refrigerazione, la gestione del materiale e la filiera. S-GE propone un Mini SWISS Pavilion alla Gulfood Manufacturing, in collaborazione con lo Swiss Business Hub GCC, lo Swiss Business Council e Swissmem. Questo padiglione si rivolge a: food and beverage, industrie di lavorazione e di packaging, in più alle industrie lattiero-casearia, macinazione, panetteria, carni, pasta, snack, frutti di mare, legumi, nocciole, olio vegetale, succhi di frutta e soft drink. Inoltre, esso si indirizza alle industrie dei trasporti, insieme alla distribuzione e alla spedizione di merci, all’importazione ed esportazione, nonché alle industrie al dettaglio e all’ingrosso. Informazioni generali sulla fiera www.gulfoodmanufacturing.com/ Informazioni sul Mini SWISS Pavilion: www.s-ge.com/switzerland/export/en/event/mini-swisspavilion-gulfood-manufacturing-2014

Elenco delle prossime fiere SWISS Pavilion @ Gulfood 2014 Dubai, 23-27 febbraio 2014 www.s-ge.com/switzerland/export/en/node/57976?lforce=1 SWISS Pavilion @ Mobile World Congress 2014 Barcellona, 24 febbraio 2014 www.s-ge.com/svizzera/export/it/node/58528?lforce=1 SWISS Pavilion @ PV Expo 2014 Tokyo, 26-28 febbraio 2014 www.s-ge.com/switzerland/export/en/event/swiss-pavilion-pv-expo-2014

Informazioni generali sulla fiera www.packtech-india.com oppure www.drinktechnologyindia.com Informazioni sullo SWISS Pavillon www.s-ge.com/svizzera/export/it/event/swiss-pavilion-biointernational-convention-2014

SWISS Pavilion @ CeBIT 2014 Hannover,10-14 marzo 2014 www.s-ge.com/it/node/58519?lforce=1

Mini Swiss Pavilion Gulfood Manufacturing

SWISS Pavilion @ IDEM Singapore 2014 Singapore, 4-6 aprile 2014 www.s-ge.com/svizzera/export/it/node/56891?lforce=1

Dubai, 9-11 novembre 2014

L’industria alimentare del Medio Oriente sta crescendo. Il rapido aumento della popolazione, il boom nel settore della ristorazione e i mercati di riesportazione, nuove tendenze, gusti e prodotti diversificati e variati di consumatori esigenti…sono numerosi i fattori che accelerano gli investimenti nella filiera alimentare. L’insieme di essi porta comunque allo stesso risultato, ovvero all’aumento della domanda. Vista la costante richiesta di partecipazione di nuove aziende, il Dubai World Trade Centre ha deciso di riorganizzare la Gulfood, principale fiera del settore, dividendola in due sessioni: la Gulfood 2014 vera e propria e la Gulfood Manufacturing 2014. La tradizionale Gulfood avrà come temi fondamentali i settori del commercio al dettaglio, gastronomia, commercio e food service. Il suo profilo sarà adattato e la kermesse sarà rivolta ai prodotti finiti, agli alimenti confezionati, all’attrezzatura per catering e gastronomia. La Gulfood Manufacturing è invece dedicata agli ingredienti, ai processi e al packaging dell’industria alimentare e viene promossa con il motto “Mix, make, move food”.

SWISS Pavilion @ GLOBE 2014 Vancouver, 26-28 marzo 2014 www.s-ge.com/switzerland/export/en/event/swisspavilion-globe-2014

SWISS Pavilion @ RESEARCH & TECHNOLOGY 2014 (HANNOVER MESSE) Hannover, 7-11 aprile 2014 www.s-ge.com/svizzera/export/it/node/28007 SWISS Pavilion @ Food&HotelAsia 2014 (FHA 2014) Singapore, 8-11 aprile 2014, www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/swiss-pavilionfoodhotelasia-fha SWISS Pavilion @ CMEF SPRING 2014 Cina, 17-20 aprile 2014 www.s-ge.com/svizzera/export/it/event/swiss-pavilioncmef-spring-2014-0

ilion”: “Swiss Pav li g u s i n io z Informa om/fiere www.s-ge.c Ticino Business | 43


Vita dei soci

Un ventennio da sottolineare

Roberto Mazzantini è un professionista nel campo della comunicazione. Da 20 anni è titolare della Mazzantini & Associati SA, agenzia di pubblicità a servizio completo, a Lugano Era la fine del mese di novembre quando, nel 1993, ha aperto a Lugano la Mazzantini Sagl. Come mai ha scelto il Ticino quale sede della sua attività? “La vita è decisamente piena di sorprese e, come diceva Tom Hanks nell’indimenticabile film Forrest Gump: «…è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita». A quel tempo vivevo e lavoravo a Milano, nell’agenzia che mio padre aveva aperto nel 1959. Io, nato nel 1960, fin da piccolo ho vissuto in quell’affascinante mondo colmo di creatività, immagini, tempere e pennarelli decidendo nel 1981 di iniziare a seguire le sue orme lavorando per anni al Definire i perché mi aiuta suo fianco. Nel 1993, Publicitas ci contattò per partecipare ogni volta a scoprire alla gara per l’assegnazione budget per la promoziomodalità e metodologie del ne del progetto Ti-Laghi, il per affrontare la vita con network pubblicitario che lì a poco (e purtroppo per tante soluzioni al posto da poco) avrebbe unito in un solo contratto i tre quotidiani tidi altrettanti problemi cinesi con le testate di Como e Varese, La Provincia e La Prealpina. Vincemmo la gara e iniziammo a collaborare con Publicitas quando, dopo pochi mesi, ci venne proposto di aprire una filiale a Lugano. Superate le normali reticenze e espletate le necessarie pratiche burocratiche , mio padre ed io decidemmo di accettare l’offerta aprendo la Mazzantini Sagl in Via Lucchini 8, presso l’ufficio di una fiduciaria che ci affittò una stanza e condivise la sua segretaria”. Non deve essere stato facile entrare in un mercato chiuso come il Ticino. Quali sono state le mosse vincenti che le hanno consentito di arrivare a festeggiare i vent’anni della sua attività? “Sin dal primo momento mio padre mi disse: «È un tuo «giocattolo», decidi tu cosa fare e come». Mi ricordo che acquistati i data base degli associati dalla Camera di commercio e da AITI, l’Associazione delle Industrie ticinesi, li riportai nel mio PC portatile (un 386 con Windows 3.1, 64Mb di hard disk e ben 4Mb di RAM …) e produssi una «road map» che da Chiasso portava fino ad Airolo. Stampai un flyer di presentazione, assunsi un account e gli diedi questo compito: tutte le mattine 44 | Ticino Business

segui l’itinerario, visiti le aziende, consegni il flyer e ti fai dare il nominativo del responsabile marketing. Ogni pomeriggio, contatti telefonicamente queste persone e chiedi loro un breve appuntamento durante il quale presenti i lavori dell’agenzia italiana e confessi che, a parte Publicitas, non abbiamo mai lavorato per aziende del territorio e per questo ti offri di realizzare senza impegno qualunque progetto grafico. Una volta acquisito l’incarico lo svilupperemo gratuitamente e poi lo presenterai; se piacerà potrai presentare all’imprenditore le nostre condizioni economiche, altrimenti amici come prima. La prova gratuita rappresenta il nostro rischio imprenditoriale. Per quasi 6 mesi una grafica dello staff dell’agenzia italiana ha lavorato allo sviluppo dei progetti di «prova» dopo di ché la fase di start-up si è conclusa e la nostra attività ha preso definitivamente il suo avvio”. Da quello che capisco Lei non ha partecipato attivamente all’attività iniziale di presentazione sul territorio. Quando è avvenuta la sua definitiva scelta di campo? “Ha ragione, per i primi 4 anni ho cercato, non senza difficoltà, di gestire l’attività da Milano. Questo fino a quando non abbiamo acquisito budget così importanti che non era più possibile evitare che seguissi personalmente questi Clienti. Sto parlando di Istituti bancari di primissimo piano, di un quotidiano cantonale e della campagna politica di un candidato ticinese agli Stati. È stato allora che ho compreso che la mia strada era stata disegnata dalla vita diversamente da quanto mio padre ed io avessimo mai potuto prevedere. Quello che all’inizio poteva sembrare un hobby, un passatempo, era cresciuto sino a diventare una straordinaria opportunità. Certamente a questo ha contribuito la mia capacità di apportare una visione e una professionalità che sin da subito mi hanno distinto dalla concorrenza, non solo per la mia abitudine di indossare il farfallino”.


È stato difficile adeguarsi ad una realtà più piccola e imprenditorialmente così distante da Milano e in generale dall’Italia? “Sinceramente no. Contrariamente a quanto avviene per tanti imprenditori che hanno effettuato e che ancora oggi stanno effettuando questa scelta, ho immediatamente percepito il Ticino come «casa». Non lo dico per piaggeria ma la sensazione che ho vissuto è stata così naturale e univoca che immediatamente mi sono identificato, immedesimato, plasmato e adeguato. Nel corso di questi vent’anni posso affermare di avere avuto veramente tanti amici, «zii» e «fratelli maggiori», tante persone che negli anni mi hanno accolto, aiutato e coinvolto e che ancora oggi ringrazio con tutto il mio cuore. Il mio scegliere di vivere a Lugano non ha rappresentato un semplice spostamento di lavoro, è stata un’adozione!” In questi 20 anni dal punto di vista della sua professione il Ticino è cambiato? “Certamente è cambiato e anche molto! L’11 settembre ha rappresentato il primo momento di destabilizzazione di un mercato rigidamente arroccato sulla gestione patrimoniale e sul segreto bancario. Successivamente i tre decreti Tremonti hanno minato le basi ormai fragili di un Cantone che costruiva la sua ricchezza sulla raccolta di denaro per lo più non dichiarato. Infine la crisi strutturale che da qualche anno il Mondo occidentale sta vivendo ha definitivamente dichiarato la fine di quella Svizzera che abbiamo conosciuto dal dopoguerra aprendo a un futuro di necessario cambiamento. In tutto questo turbinio di eventi, la versatilità è stata la nostra arma vincente: da agenzia di pubblicità tradizionale, nel corso degli anni siamo stati in grado di essere identificati dapprima come società specializzata nell’organizzazione di eventi, successivamente siamo diventati una web agency per poi aprirci la strada nel Web 2.0 e arrivare a creare App per gli smartphone e i tablet. Recentemente abbiamo anche iniziato ad organizzare vere e proprie Fiere. L’essere stati in grado di adattarci costantemente a tutti i vari scenari che il mercato ci ha posto davanti ci ha consentito di sopravvivere, una caratteristica che ho imparato lavorando per 17 anni in Italia, dove ogni giorno è differente dal precedente e dove, come racconta la storiella del leone e della gazzella, ogni mattina la cosa più importante da fare è quella di mettersi a correre il più velocemente possibile. Avere mosso i miei primi passi nel mondo del lavoro a Milano mi ha pertanto regalato un’eredità genetica che sono fortunatamente riuscito a trasmettere ai miei collaboratori e che oggi ci consente di raccogliere i frutti di 20 anni di lavoro in Ticino”.

con tante soluzioni al posto di altrettanti problemi. Nel corso dell’ultimo biennio la mia agenzia è cresciuta, oggi siamo in otto, e l’obiettivo è quello di continuare questo percorso virtuoso che mi ha portato dove ora sono. Senza esasperazioni però, evitando al passato di distrarmi la mente e non permettendo al futuro di disturbarmi. Faccio un esempio: se osserviamo un bambino che raccoglie conchiglie sulla spiaggia certamente noteremo che in quel momento è più felice dell’uomo più ricco del mondo. Qual è il suo segreto? Quel bambino vive nel momento presente, si gode il sole, l’aria salmastra della spiaggia, la meravigliosa distesa di sabbia. Non pensa al passato, non pensa al futuro ed è così assorbito da ciò che sta facendo da dimenticare ogni altra cosa. Il segreto di quel bambino è anche il mio: in qualunque momento della mia giornata lavorativa il passato non esiste più, il futuro non esiste an-

Il team della Mazzantini & Associati SA

cora e qualsiasi cosa faccia, mi impegno con totalità, intensamente, concentrato nel mio essere qui e ora. Il mio progetto per il futuro è quindi quello di mantenere questa capacità di vivere il presente continuando a navigare dolcemente in questo mare di incertezze”.

Mazzantini & Associati SA Corso Elvezia 10 6900 Lugano Tel. +41 91 910 56 60 Fax +41 91 910 56 65 www.mazzantini.com

Al raggiungimento di un traguardo si ha la tendenza a voltarsi e a guardare quanta strada si è percorsa. Che progetti ha invece per il futuro? “Da sempre cerco di guardare al futuro con la certezza di avere imparato dal passato, imponendomi di analizzare attentamente anche ciò che avrei voluto fare ma che non ho fatto. Definire i perché mi aiuta ogni volta a scoprire modalità e metodologie per affrontare la vita Ticino Business | 45


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Swiss Engineering Ticino si presenta di Lisa Pantini

Un’

La rete svizzera di ingegneri ed architetti ha una propria sezione anche in Ticino, che sarà affiliata alla Cc-Ti. In questo articolo di presentazione, cerchiamo di comprendere meglio l’attività di Swiss Engineering Ticino (denominata a suo tempo Associazione Tecnica Svizzera ATS), e far conoscere il Premio SwissEngineering Ticino edizione 2014, che verrà consegnato ai premiati durante la cerimonia di sabato 1° marzo alle ore 15.00 presso l’Accademia di architettura di Mendrisio

associazione mantello che radica le sue basi solidamente nell’economia svizzera da oltre un secolo, e che da tempo contribuisce al progresso ed alla costituzione della competitività elvetica. Ma non solo: un’associazione mantello di categoria che con la sua sezione ticinese è presente nel Cantone da ben 107 anni, annoverando complessivamente quasi 13’000 membri a livello federale e circa 380 nel solo Ticino. Una rete professionale che si prefigge oggi di fare networking e di creare momenti unici di condivisione e crescita per i propri affiliati, istituendo seminari, visite a realtà industriali e di ricerca di pregio, realizzando in maniera concreta una vera e propria rete virtuale attiva che si arricchisce e si sviluppa attraverso lo scambio di contatti, esperienze ed informazioni. Un altra importante prestazione per non perdere di vista le più rilevanti news delle attualità che ruotano attorno al settore tecnologico è senza dubbio la possibilità, in quanto membri di Swiss Engineering

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Ticino, di ricevere la rivista mensile Swiss Engineering RTS/STZ, una pubblicazione tecnica molto apprezzata, che ha lo scopo di fornire informazioni e trend del settore. A questo tassello si aggiungono una serie di servizi professionali che sono a disposizione dei soci (dalle consulenze, al coaching ed alla post-formazione, il sostegno a progetti - partenariato finanziario per progetti tecnici di ricerca e sviluppo - e dall’inchiesta annuale sui salari condotta in modo rappresentativo presso ingegneri ed architetti, che sfocia nella pubblicazione annuale dell’Opuscolo Salari; ...). La sezione Ticino è rappresentata da un Comitato molto attivo che si prefigge di mantener vivo l’interesse dei soci attuali verso l’attività dell’associazione, proponendo stimolanti eventi, visite e dibattiti con personalità di spicco in ambito ingegneristico,


IL PREMIO SWISSENGINEERING TICINO Ed è proprio rivolta alle giovani leve una delle più importanti attività annuali di Swiss Engineering Ticino. Dal 2007, anno del centenario della sezione ticinese festeggiato in concomitanza con l’assemblea dei delegati presso il centro Dannemann di Brissago, viene istituito un premio che è indirizzato ai neodiplomati inizialmente SUPSI con Bachelor in materie tecniche. Dal 2011 il premio viene ampliato, oltre alla SUPSI vengono coinvolte anche le Scuole professionali, ossia diplomati/e con maturità professionale indirizzo tecnico che si iscrivono ad una SUP, e l’Università della Svizzera Italiana USI (Facoltà di scienze informatiche). Un premio che sottolinea l’intento di collaborazione con le principali scuole del territorio, lega imprescindibilmente l’associazione con la volontà di promuovere le professioni tecniche tra i giovani, crea un dialogo tra le aziende e gli studenti neo diplomati, considerando che le aziende fungono da sponsor al premio stesso, e permettono ai nostri ragazzi di distinguersi. Una giuria eterogenea di 7 membri, presieduta dalla Presidente della sezione Arch. Monica Gianelli

© Auremar. - Shutterstock

architettonico e scientifico, non dimenticando però anche l’aspetto umanitario ed il benessere umano. Un’intraprendenza ed una collaborazione sia all’interno dell’organizzazione stessa, come pure verso l’esterno, per coinvolgere anche gli altri attori operanti nel settore (come ad esempio le scuole, le aziende, altre associazioni professionali) e creare una macro rete di sinergie, opportunità e crescita. La consapevolezza che le professioni tecniche hanno creato la storia della nostra economia e continuano ad essere un pilastro sul quale si poggia in maniera preponderante la nostra convivialità e il nostro benessere è anche un motivo che spinge Swiss Engineering Ticino a coinvolgere sempre più giovani, cercando di aumentare la sensibilità dei ragazzi verso le professioni tecniche ed incrementando la loro conoscenza sulle possibilità professionali e di ricerca e sviluppo nel mondo tecnico.

Bertino, è chiamata a scegliere i migliori lavori presentati da ogni neo diplomato, ai quali attribuire il premio. Le aziende ticinesi potrebbero sostenere fattivamente questo progetto, sponsorizzando i premi che vengono elargiti. Si tratta di un impegno finanziario limitato, che però dà in primis grande visibilità all’impresa stessa, le permette di conoscere i giovani e potenziali candidati talentuosi presenti sul mercato del lavoro ed in cerca di un’opportunità, e non da meno creare maggiori sinergie con le scuole presenti sul territorio, eventualmente avvicinandosi anche a progetti di ricerca e facendo nascere nuove sinergie, con potenzialità di conoscenza e di sviluppo per tutte le parti coinvolte. Lo scorso autunno tra ottobre e dicembre il premio è stato presentato ai neodiplomati, ed al contempo si sono aperte le iscrizioni per l’edizione 2014. Durante questo mese di febbraio verranno effettuate le audizioni da parte della giuria. Le audizioni permettono alla giuria di comprendere l’obiettivo del progetto e di osservare la presentazione dello stesso a professionisti che rappresentano svariati settori tecnici. Il premio viene presentato al pubblico mediante la cerimonia di premiazione, che si terrà quest’anno sabato 1° marzo alle ore 15.00, presso l’Accademia di architettura di Mendrisio. Come già ribadito da più parti, “investire nei giovani significa gettare le basi per un domani migliore”.

Swiss Engineering ATS Sezione Ticino CP 24 6952 Canobbio ats@swissengineering-ti.ch www.swissengineering-ti.ch Ticino Business | 47


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L’armonia del successo di Lisa Pantini

Sulle note

di nuove melodie nasce l’avventura imprenditoriale di Blunotte Eventi Sagl che giunge nel 2014 al suo settimo anno di attività. L’azienda viene fondata nel 2008 su iniziativa di Giovanni Costantino, musicista, che assume la parte artistica e commerciale dell’attività, e di Marco Zanotta, anima organizzativa e amministrativa di Blunotte Eventi. A loro si affianca poi Alessio Bercini, che si occupa della parte tecnica, logistica e coordinativa degli eventi. Oggi la società, che occupa sei dipendenti a cui si aggiungono numerosi collaboratori esterni, è una bella ed affascinante impresa chiassese ben radicata localmente, ma proiettata internazionalmente per il raggio di eventi seguiti. L’attività di Blunotte si inserisce nell’interessante settore dell’event managing. Grazie ai contatti privilegiati con molteplici partner in Svizzera, in Italia e nel mondo, può organizzare l’Evento, sia esso professionale o privato, con la “E” maiuscola,

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pensando ad ogni esigenza e contribuendo in modo determinante al successo della vostra vita aziendale o personale. Un perfetto connubio di comunicazione, arte, musica e creatività, per un evento che sottolinei al meglio la ricorrenza festeggiata in un ambiente unico, con un’atmosfera vivace, per un momento indimenticabile. Blunotte Eventi è un serio partner, leader nella consulenza e nell’organizzazione di eventi musicali di alto livello in location suggestive e di grande impatto scenografico. Un bagaglio di esperienze pregresse fanno sì che l’azienda sappia rispondere a qualsiasi esigenza del cliente, soddisfacendo davvero le più disparate richieste. Con una forte specializzazione negli eventi aziendali e matrimoniali, la musica e l’armonia sono le basi del successo dell’evento del cliente, che di riflesso fa sì che questa realtà imprenditoriale, situata in Via Fontana 8 a Chiasso, da sei anni cavalchi la cresta del rigo (musicale), senza mai una nota stonata, ma con applausi e richieste di bis a iosa. Un’attività che comincia con la cura e la selezione delle formazioni musicali più adatte per ogni avvenimento, prosegue con una consulenza specifica su brani, generi, e composizione strumentale per le diverse fasi dell’evento e si completa con il progetto e l’installazione della parte tecnica (audio e luci). In aggiunta vi sono l’assistenza con diverse e molteplici proposte sull’evento stesso, con servizi complementari e affini (come ad esempio: animazione per feste a tema; cabaret e micromagia; coreografie di danza e mini musical a tema; casinò e animatori croupier; laser show e video installazioni; servizio hostess e security; reportage fotografici e video;


testimonial; …) che vanno ad abbracciare i protagonisti dell’evento: voi. Le idee e le possibilità sono infinite e non si possono certo elencare o descrivere solo su due pagine. Sia per la parte musicale, come pure per quella congressuale, è fondamentale il coordinamento logistico e tecnico di strumenti, attori e infrastrutture. Negli anni le competenze di Blunotte Eventi, già

ottime, si sono sempre più affinate. Oggi l’azienda può offrire un completo ventaglio di servizi. Un partner affidabile, la cui melodia è già sinonimo di successo. Marco Zanotta, Giovanni Costantino ed Alessio Bercini aspettano volentieri un vostro cenno per una consulenza mirata per festeggiare insieme il vostro prossimo traguardo.

Blunotte Eventi Sagl Via B. Fontana 8 6830 Chiasso Tel. +41 91 683 84 80 Fax +41 91 683 84 82 info@blunotteventi.com www.blunotteventi.com

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Cippà Trasporti SA: 85 collaboratori sono la forza del successo Fondata nel 1967 da Fausto Cippà, padre dell’attuale Direttrice Roberta Cippà Cavadini, l’azienda chiassese Cippà Trasporti prospera da quasi 50 anni. La sua forza è negli 85 collaboratori attenti a capire e anticipare le mutanti esigenze del cliente e dei partner professionali

La

competenza, il coraggio e la determinazione di Fausto Cippà nel 1967 hanno sancito la nascita dell’azienda con sede a Chiasso, un luogo già allora strategico per le spedizioni di merci su rotaia dall’Italia al Nord Europa. La volontà di ferro e la lungimiranza del fondatore, precursore ed innovativo imprenLa volontà di ferro e la ditore, ha sempre trasmesso ai collaboratori lo spirito di rein- lungimiranza del fonventarsi costantemente sia nei datore, precursore ed momenti più difficili congiunturalmente, sia nei momenti innovativo imprenditore, favorevoli. ha sempre trasmesso ai Infatti regolarmente, circa ogni decennio, ha affrontato nuove collaboratori lo spirito sfide atte a interpretare i bisodi reinventarsi costantegni dei clienti: l’azienda dalla ferrovia e si è orientata verso il mente sia nei momenti trasporto su gomma, poi sui trapiù difficili congiuntusporti eccezionali in Europa e in seguito nei Paesi dell’Est e inter- ralmente, sia nei mocontinentali. menti favorevoli La capacità di rinnovare costantemente l’offerta in ambito di

Roberta Cippà Cavadini

trasporti, Fausto Cippà l’ha trasmessa alla figlia Roberta, oggi alla Direzione dell’azienda, e agli 85 collaboratori. Il personale, con grinta e determinazione, è in grado di risolvere ogni tipo di trasporto escogitando soluzioni e assolvendo alle complesse operazioni doganali in grado di portare a destinazione, nei tempi concordati, la merce presa in custodia. La competenza ha permesso a Cippà Trasporti di posizionarsi quale leader nel mercato dei trasporti eccezionali per la capacità di gestire in modo efficiente le complesse pratiche burocratiche cantonali e nazionali necessarie per far transitare le merci di elevate dimensioni e pesantezza sulle strade Svizzere e in Europa. Ogni regione deve approvare il trasporto che avviene sul proprio suolo. Una delle operazioni più significative è stato l’impianto produttivo della Monteforno: in una sola notte 9 camion di 7 metri di larghezza e uno con un peso complessivo di 350 tonnellate hanno effettuato il trasporto da Bodio a Genova e fino in Indonesia. Mentre una delle più emozionanti, è stata trasportare l’albero di Natale per Piazza San Pietro che il Comune di Bad Säckingen nella la Foresta Nera ha regalato al Papa.

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La serietà e la competenza professionale dei collaboratori è stata riconosciuta nel 2013 con la certificazione dell’Authorized Economic Operator (AEO) emanato dall’organismo Europeo che sovrintende l’attività doganale in termini di pratiche e sicurezza. L’attestato, attribuito a sole due aziende in Ticino, viene rilasciata alle persone/aziende ritenute affidabili in materia di sicurezza nella catena internazionale di fornitura. Gli AEO beneficiano di agevolazioni nell’ambito dei controlli rilevanti per la sicurezza in UE, prossimamente in Norvegia e in seguito il Giappone, gli Stati Uniti e la Cina. Un’importante garanzia per i clienti della Cippà Trasporti.

Un’ulteriore prova della qualità professionale dei collaboratori deriva anche dalla certificazione ottenuto dalla D&B Switzerland Rating Certificate che attesta la stabilità finanziaria e la solvibilità massima o elevata delle aziende Svizzere. I due riconoscimenti sanciscono l’affidabilità in termini di sicurezza e la stabilità finanziaria che fanno di Cippà Trasporti un’azienda di primo piano rispetto alle 80 case di spedizione del Cantone. Lo spirito di rinnovarsi alla ricerca dell’eccellenza dei dipendenti è dimostrata anche dall’impegno spontaneo di un gruppo di collaboratori che hanno dato vita ad una serie di iniziative volte a migliorare

la professionalità e l’attività lavorativa. Il gruppo, chiamato Top Cippà, organizza momenti formativi, di condivisione di esperienze e di supporto a colleghi per risolvere situazioni complesse. Insomma alla CipIl gruppo che si occupa di Top Cippà pà Trasporti si vive la collaborazione e un forte spirito di gruppo che coinvolge le 4 sedi dell’azienda: la sede di Via Maestri Comacini 7 di Chiasso, gli uffici di Stabio, di Tavazzano, in provincia di Lodi (Italia) e di Rybnik (Polonia). Non ci sono confini che possono fermare l’azienda e i suoi collaboratori che lavorano dietro le quinte per dare valore alla merce che ogni giorno viene consegnata ai clienti finali. Cippà Trasporti SA Via M. Comacini 7 6830 Chiasso Tel. +41 91 695 17 77 Fax +41 91 695 17 79 info@cippatrasporti.ch www.cippatrasporti.ch

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Presentato lo scorso dicembre il rapporto di sostenibilità 2012 di Helsinn Advanced Synthesis SA, presente a Biasca da 30 anni Il polo chimico del Gruppo Helsinn redige, prima organizzazione privata con sede nel Canton Ticino, il proprio rapporto secondo le strettissime ed innovative linee guida del Global Reporting Initiative (GRI). Riccardo Braglia: “Helsinn Advanced Synthesis SA è un ‘Good Corporate Citizen’, un ‘Buon Cittadino’ che vuole contribuire a far crescere la nostra regione e a sostenere il nome della Svizzera italiana nel mondo”

Un’azienda responsabile, ben integrata nel contesto economico del Canton Ticino, attenta alla sicurezza dell’ambiente, alla soddisfazione del proprio personale e ai bisogni della società civile. È questo il profilo che emerge dal “Rapporto di Sostenibilità 2012” di Helsinn Advanced Synthesis (HAS) SA, polo produttivo chimico di Biasca del gruppo multinazionale Helsinn, con sede principale a Lugano, radicata sul territorio biaschese da 30 anni. Il documento è stato presentato lo scorso dicembre dal Dr. Riccardo Braglia, Amministratore delegato di Helsinn Advanced Synthesis SA e CEO del Gruppo Helsinn, alla presenza del Sig. Stefano Rizzi, Direttore della Divisione dell’Economia, Dipartimento delle Finanze e dell’Economia della Repubblica e Cantone Ticino, del Sig. Jean-François Dominé, Sindaco di Biasca e del Sig. Raffaele de Rosa, Direttore dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo del Bellinzonese e Valli. “Il Rapporto di Sostenibilità 2012 di Helsinn Advanced Synthesis SA è il primo redatto da un’azienda privata operante e con sede in Ticino, secondo le strettissime linee guida del Global Reporting Initiative (GRI), l’organizzazione internazionale con sede ad Amsterdam, il cui obiettivo è quello di sviluppare linee guida universalmente accettate e adottate per creare report di sostenibilità che includono gli impatti economici, ambientali e sociali delle attività di un’organizzazione”, ha spiegato Riccardo Braglia. “Abbiamo voluto farlo - ha proseguito - con il duplice obiettivo di valutare i nostri comportamenti, per misurare il nostro livello di responsabilità e l’affidabilità e l’efficienza dei processi applicati nel nostro stabilimento, e di individuare eventuali fattori critici cui porre attenzione”. 52 | Ticino Business

Dr. Riccardo Braglia, CEO Helsinn Group

Secondo la definizione della World Commission on Environment and Development delle Nazioni Unite, scopo dello sviluppo sostenibile è quello di “soddisfare i bisogni dell’attuale generazione, senza compromettere la capacità di quelle future di soddisfare i propri bisogni”. Tradotto per un’impresa, il concetto può riassumersi nella capacità di generare risultati finanziari e contemporaneamente di avere un impatto positivo in termini di salvaguardia dell’ambiente e di sviluppo per la società. Importante il contributo di Helsinn Advanced Synthesis SA all’indotto e alla comunità. Nato nel 1983, il polo produttivo di Biasca nell’arco di 30 anni ha visto una continua crescita in termini di dimensione, produttività e offerta di posti di lavoro. Al 31 dicembre 2012, data di chiusura del Rapporto di sostenibilità, impiegava 135 persone, divenute oggi 148, il 94% delle quali residenti nel Sopraceneri e nel Sottoceneri. Unite ai 172 dipendenti della sede principale a Lugano, fanno 320 posti di lavoro, altamente specializzati, offerti complessivamente dal Gruppo Helsinn in Ticino. Il 36% del giro d’affari prodotto da Helsinn Advanced Synthesis SA viene utilizzato in favore dei dipendenti, sotto forma di stipendi e salari, contributi sociali, fondi pensione e benefit, tra i quali contributi per le scuole materne dei figli dei dipendenti, per la


ristorazione nella pausa pranzo e per l’abbonamento arcobaleno per ridurre il trasporto su strada. Periodicamente, dal 1987, vengono stanziati fondi per borse di studio (nel 2013, 55.000 CHF complessivi, per 10 borse consegnate recentemente), in favore di giovani, residenti nel Sopraceneri, che frequentino un periodo di formazione o accademico nei settori chimico, farmaceutico, della biologia e della biochimica. Un altro dato importante riguarda l’attenzione alla formazione e alla qualificazione del personale. Nel 2012, a Biasca, sono state dedicate al training 4.244 ore, il 2,08% delle ore lavorate complessivamente. In pratica, 4 giorni lavorativi (31,5 ore circa), in media, per ogni dipendente. Inoltre attualmente sono in formazione presso l’azienda 12 apprendisti. “Questi dati sono una delle ragioni principali per il bassissimo turnover che riscontriamo nel nostro gruppo”, ha commentato Riccardo Braglia. Anche i rapporti con le Istituzioni e le Autorità sono proficui, lo testimonia, tra le altre cose, la collaborazione con l’Ufficio della Promozione Economica che ha portato alla realizzazione del nuovissimo impianto per la lavorazione di principi attivi citotossici, per realizzare materie prime per prodotti farmaceutici antitumorali, inaugurato nel 2012 con un investimento di circa 20 milioni CHF.

principale fonte di emissione di CO2. “È certamente un punto da valutare con attenzione”, ha detto Riccardo Braglia, ricordando come già nel 2008, grazie allo spirito di osservazione e all’idea di un tecnico impiegato nello stabilimento, è stata messa in opera una pompa di calore che utilizza l’energia prodotta dai reattori chimici per riscaldare una porzione dello stabile industriale, con evidente vantaggio economico per l’azienda e di impatto per l’ambiente. “Da 30 anni il nostro Gruppo opera a Biasca e da 37 in Ticino – ha concluso Riccardo Braglia. Ci siamo sempre ritenuti un ‘Good Corporate Citizen’, un ‘Buon Cittadino’, membro attivo della società, che vuole contribuire a far crescere la nostra regione e a sostenere il nome della Svizzera italiana nel mondo. A ottobre abbiamo fatto partire le nostre operazioni commerciali di vendita diretta negli USA, il primo mercato farmaceutico al mondo. Due settimane fa abbiamo inaugurato il nostro Ufficio di rappresentanza a Pechino. Infine, abbiamo sempre privilegiato nelle nostre pratiche degli acquisti a Biasca i fornitori locali ticinesi, contribuendo anche così a questi obiettivi di sostenibilità”. Helsinn Healthcare SA via Pian Scairolo 9 6912 Lugano-Pazzallo Paola Bonvicini, Ufficio stampa Helsinn Tel. +41 91 985 21 21 info-hhc@helsinn.com

A norma ISO 14001 dal 2000, lo stabilimento di Biasca ha ottenuto nel 2005, uno dei primi impianti chimici in Svizzera, la certificazione OHSAS 18001 che si incentra sulla gestione della salute e della sicurezza sul lavoro e richiede alle organizzazioni un miglioramento continuo. “Tra i diversi indici di miglioramento evidenziati dal Rapporto di sostenibilità 2012, può essere utilizzato come esempio di aumentata efficienza ambientale la diminuzione del consumo di combustibili fossili, di elettricità e di acqua potabile per unità di materia prima lavorata nello stabilimento”, ha spiegato Riccardo Braglia. Rispetto al 2012 questo indice mostra una riduzione del consumo di acqua pari al 15%, di energia elettrica pari al 3,6%, di combustibili fossili, principalmente gasolio, dell’1,3%. Lo stesso consumo di gasolio, o meglio il sistema di riscaldamento delle varie aree del sito di Biasca, che utilizza questo combustibile, è forse il principale punto critico evidenziato durante le approfondite analisi che hanno condotto alla redazione e certificazione GRI del rapporto 2012. Infatti, risulta la

Helsinn Advanced Synthesis SA, polo produttivo chimico di Biasca del gruppo Helsinn

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Comunicare efficacemente? Le parole giuste al posto giusto, autenticità e... un pizzico di magia di Nathalie Luisoni, Master in Education and Training presso l’USI e Contitolare della società Formamentis Sagl

La comunicazione è l’anello di congiunzione primario delle relazioni interpersonali: una risorsa che, se sfruttata con consapevolezza, può incidere in maniera considerevole sulla sfera professionale e privata degli esseri umani “Le parole giuste al posto giusto?”. Ricordo come se fosse ieri l’istante in cui sferrai il mio primo colpo. Reduce dall’ultimo giorno di asilo, ero seduta a gambe incrociate sul pavimento dell’ufficio dei miei genitori. Mentre giocavo all’agenzia viaggi, stavo “involontariamente” origliando una conversazione tra mio padre e mio nonno che dibattevano animatamente nella stanza accanto: “Carlo, ti rendi conto che l’idea di aprire una società di ricerca e selezione di personale è assurda?! Secondo te in Ticino ci sono veramente delle aziende disposte a pagarti per reclutare dei collaboratori? Se sì, quante? Spiegami il motivo per cui i clienti dovrebbero decidere di affidarsi a te e non alla concorrenza?! Mi dispiace dirtelo, ma sarà un flop! Avevi un lavoro che ti assicurava uno stipendio fisso, sicuro e dignitoso! Che bisogno c’era di mandare tutto all’aria?!”

Lo stesso Dwight Eisenhower, 34° Presidente degli Stati Uniti, era solito affermare: “Non si comanda colpendo la gente sulla testa. Questa è aggressione, non leadership. Preferisco convincere un uomo a stare al mio fianco, perché una volta che è stato convinto rimane. Se lo terrorizzo, rimarrà fintanto che è spaventato, ma poi se ne andrà”

Inutile negare l’evidenza: la situazione stava precipitando. Dovevo intervenire e dovevo muovermi il più velocemente possibile. Non essendo del tutto certa sul da farsi, decisi di lasciarmi guidare dall’istinto: senza pensarci due volte, mi catapultai come un tornado nella sala della discordia. Mio padre e mio nonno mi guardaro54 | Ticino Business

no sbigottiti, ma fecero del loro meglio per assumere un’espressione di stentata cordialità. Dal canto mio, capii che dovevo approfittare di quel provvidenziale attimo di silenzio per cercare di calmare gli animi. Con piglio deciso e affidando il successo della mia performance interamente all’improvvisazione, esclamai: “Ho aperto un’agenzia viaggi!”. Mio nonno mi scrutò e ribatté divertito: “Bene, signorina! Ora che pure tu sei attiva sul mercato, spiegami come mai i clienti dovrebbero affidarsi ai tuoi servizi e non a quelli di un’altra agenzia?”. Ci pensai per una frazione di secondo e poi risposi: “Beh, perché io i miei clienti non li mando a quel paese, ma in un bel posto ☺”. Bingo! Il mio slogan aveva fatto breccia! Ma cos’era successo realmente? Si era trattato di semplice


istinto di protezione? Di un lampo di genio? Della legge del caos? Non ne avevo la più pallida idea. Non disponevo di risposte convincenti, non conoscevo le emozioni che mi avevano spinta ad agire in quel modo, né tantomeno l’arte della comunicazione persuasiva. Eppure ci ero riuscita: le fantomatiche “parole giuste al momento giusto”, proprio come una formula magica, avevano sortito l’effetto sperato. Il conflitto era rientrato. Frastornata ed incredula come un apprendista stregone alle prime armi, non mi restava che rispondere ad una domanda apparentemente banale, che all’epoca ignoravo si sarebbe trasformata nella mia professione: “Quali chance ho di ripetere l’incantesimo?”. Tornando al presente, ritengo sia sufficiente sfogliare le pagine delle principali testate giornalistiche per scorgere un tratto distintivo che, nonostante l’imperversare della crisi economica, accomuna le vision di numerose aziende: uno stile di conduzione vincente sul piano relazionale genera un clima positivo ed esercita un impatto diretto sulla performance. Nonostante questa considerazione sia ampiamente condivisa dall’immaginario collettivo, la necessità di interagire in modo costruttivo, è un’esigenza che, troppo spesso, viene ancora sottovalutata (“Perché devo imparare a comunicare? Sono un dirigente, non un diplomatico!”), associata a teorie alquanto stravaganti (“Comunicare in modo consapevole con le persone che

mi circondano risolverà È risaputo che i vantaggi tutti i miei problemi!”), se non a sentimenti forte- legati alla comunicazione mente depotenzianti (“Non efficace sono molteplici ce la farò mai! È contro il mio modo di essere! Non sono né un chiacchierone, né una persona carismatica!”). Eppure è risaputo che i vantaggi legati alla comunicazione efficace sono molteplici e, nel corso della storia, sono stati messi in luce da numerose figure di spicco. Lo stesso Dwight Eisenhower, trentaquattresimo Presidente degli Stati Uniti, era solito affermare: “Non si comanda colpendo la gente sulla testa. Questa è aggressione, non leadership. Preferisco convincere un uomo a stare al mio fianco, perché una volta che è stato convinto rimane. Se lo terrorizzo, rimarrà fintanto che è spaventato, ma poi se ne andrà”. Una citazione che, oltre a posizionare le parole giuste al posto giusto, lascia trasparire una ventata di autenticità e probabilmente anche…. un pizzico di magia! Formamentis Sagl Via Zurigo 5, 6900 Lugano info@formamentis.ch www.formamentis.ch Tel. +41 91 220 62 64

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Strumenti di valutazione nella selezione del personale di Simona Mazzuchelli, Senior Consultant Luisoni Consulenze SA

Quale

società di reclutamento e selezione presente sul mercato ormai da diversi anni, siamo entrati in contatto con molteplici strumenti di valutazione per la selezione del personale, più o meno affidabili… Vent’anni fa avevamo qualche cliente che ci chiedeva il segno zodiacale e l’ascendente dei candidati prima di un’assunzione e noi, più per diletto che per reale convinzione, ci eravamo procurati un software di astrologia! In seguito siamo passati all’analisi grafologica che potrebbe risultare più affidabile della lettura degli astri ma se chiedete ad uno psicologo vi dirà che la grafologia non ha nes- Avevamo qualche cliente sun fondamento scientifi- che ci chiedeva il segno co e quindi la sua validità risulta essere nulla. Eppu- zodiacale e l’ascendente re ancora oggi sappiamo dei candidati prima di di persone che credono in questa tecnica e riscontra- un’assunzione Un’ulteriore metodologia con un alto no un’analogia tra il modo grado di affidabilità è l’Assessment sia di scrivere di un soggetto e esso di gruppo o individuale. È una la sua personalità. procedura che contempla l’utilizzo di Dopo l’astrologia e la grafologia, cercando di au- molteplici strumenti di valutazione quali test, intermentare l’affidabilità, troviamo i test. Ce ne sono di viste, giochi di ruolo, ecc.. L’Assessment risulta diversi tipi: inerenti la personalità, i test attitudina- essere particolarmente intenso e impegnativo per li, cognitivi, di cultura generale, ecc.. chi lo “subisce” ma nel contempo lo mette nella Il test psicologico si basa sull’esame comportamen- condizione di avere diverse possibilità di dimostratale dell’individuo, per indicare le sue attitudini e re il suo valore. caratteristiche e “predire” il suo probabile compor- Lo strumento di selezione più popolare resta l’intamento futuro in un dato lavoro. tervista. Anche se in apparenza potrebbe sembraSebbene possano rivelarsi un ottimo supporto, sia- re una semplice conversazione volta alla recipromo del parere che giudicare gli individui sulla sola ca conoscenza, il colloquio, se condotto in modo base dei test sia rischioso. Il fatto che un soggetto professionale, uniforme e competente porta ad un possieda spiccate attitudini per certi compiti ed ope- dialogo orientato su argomenti specifici con uno razioni non è sufficiente di per sé a garantire con scopo ben definito. certezza il suo successo sul lavoro. Pertanto tali pro- Affinché l’intervista assolva in modo efficace l’ove dovrebbero piuttosto fungere da elemento comple- biettivo di scegliere il miglior candidato possibile mentare nell’intero processo selettivo. per una specifica posizione, è necessario che sia

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preparata e non improvvisata. Le domande devono essere mirate ad ottenere informazioni ed elementi di prova in relazione ai criteri di selezione per il ruolo previsto. Le interviste possono essere strutturate o non strutturate, le prime seguono uno schema ben preciso al quale l’intervistatore si attiene rigorosamente non dando al candidato altra possibilità che quella di rispondere entro i limiti ristretti di ogni domanda. Lo svantaggio fondamentale è dato dalla sua standardizzazione che impedisce di ottenere informazioni nei campi e sugli argomenti non strettamente previsti dalle domande e lascia poco margine per approfondire eventuali punti che presentino interesse a giudizio del selezionatore. Mentre nell’intervista libera il candidato non è guidato da domande o commenti a cui deve rispondere ma è incoraggiato a parlare liberamente di sé. Ciò consente la creazione di un’atmosfera distensiva che lo spinge con maggior facilità a rilasciare informazioni sul proprio conto. D’altro canto si rischia che l’intervista divaghi su argomenti inutili o non importanti o si concentri sugli aspetti positivi del candidato, trascurando gli altri. La nostra preferenza va verso un’intervista semi-strutturata dove si alternano domande libere a doman-

La nostra preferenza va verso un’intervista semi-strutturata dove si alternano domande libere a domande strutturate

de strutturate, in modo da coprire determinate aree ritenute importanti a seconda della tipologia di impiego lasciando però spazio al candidato di esprimersi liberamente. L’intervistatore deve essere abile nel tenere sotto controllo il colloquio in maniera indiretta e indirizzando la persona nel senso desiderato, incoraggiandolo a fornire spontaneamente le informazioni necessarie. Selezionare e valutare una persona, in quanto candidato non certo come essere umano in senso lato, comporta un certo margine di errore. Di fatto la sovrapposizione di più strumenti può diminuire il rischio di sbagliare, sempre che l’intero processo di selezione venga svolto con la massima cura, competenza e professionalità. Luisoni Consulenze SA Via Balestra 9 6900 Lugano Tel +41 91 911 30 00 Fax +41 91 923 55 43 www.luisoni.ch

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ACTIVITA CARE MANAGEMENT

Quando

un dipendente è ammalato da molto tempo, possono generarsi delle conseguenze negative per la persona e per il lavoro. Con l’aiuto del Case Management si possono attenuare le conseguenze negative e rafforzare sia le componenti economiche che quelle sociali. Certamente vi sono note tali situazioni: il signor Rossi si è ripetutamente lamentato di soffrire di dolori alla schiena. Il lavoro quale collaboratore del centro operativo è fisicamente impegnativo, in inverno è freddo, in estate si suda rapidamente. Recentemente il signor Rossi si è assentato per tre settimane. Alla ripresa dell’attività professionale, la sua capacità lavorativa non è durata a lungo, ed è ritornato nuovamente con un certificato medico, che attesta il prolungamento dell’incapacità lavorativa di un ulteriore mese. La signora Bianchi, insegnante di scuola elementare, si assenta saltuariamente per uno o due giorni. Un giorno si assenterà per malattia con la diagnosi di burnout. Si pone la domanda: potrà mai la signora Bianchi lavorare di nuovo come insegnante? Tanto differenti sono le persone, altrettanto lo sono le situazioni lavorative. Tuttavia possono essere trovati degli aspetti comuni: i collaboratori si assenteranno per un lungo periodo, la conoscenza delle persone viene a mancare, il carico lavorativo deve essere almeno temporaneamente assegnato ai restanti dipendenti e le prestazioni assicurate vengono attivate. Ciò può portare ad una lievitazione dei premi assicurativi. Sia il signor Rossi che la signora Bianchi sono confusi, non riescono più a focalizzare quale sarà il loro futuro professionale, e tantomeno conoscono le prestazioni di cui possono beneficiare nel caso di una assenza di lunga durata. Questa incertezza non favorisce il processo di guarigione. È per questo che molte aziende hanno già introdotto un Case Management . Collegamento tra Cliente e Utente La definizione di Case Management è la seguente: “Il Case Management è un metodo specifico che permette di gestire le questioni complesse inerenti l’azione sociale, la salute e le assicurazioni. In un processo sistematico e cooperativo, vengono fornite delle prestazioni di qualità che rispondono ai bisogni individuali per raggiungere in modo efficiente gli obiettivi e i risultati concordati tra le parti. Il Case Management richiede una cooperazione interprofessionale e istituzionale. Rispetta l’autonomia dei clienti ed evita di disperdere le risorse nei contesti in cui operano il cliente e i servizi di sostegno” (definizione tratta da Netzwerk Case Management Schweiz. Sembra complicato, ma la pratica è molto più semplice: in base ad un accurato controllo delle assenze, il datore di lavoro definisce i criteri che permettono di stabilire quando il Case Management è adeguato. Alcuni fattori determinanti sono rappresentati dalla sintomatologia e dalla durata annunciata, o presunta, dell’assenza. In entrambi i casi descritti, un Case Management può essere utile per tutte le parti coinvolte (dipendente, datore di lavoro), ma anche nell’ambiente di vita della persona coinvolta.

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Il ruolo del Case Manager è descritto nel modo seguente: “In un sistema di sicurezza sociale estremamente complesso, composto d’operatori della salute, del sociale e delle assicurazioni, il Case Manager esercita la funzione di connessione tra l’utente/paziente e il suo entourage, i differenti professionisti, gli organismi paganti e la collettività. Il Case Management serve, da una parte, a migliorare la comunicazione e il coordinamento tra i differenti attori e, dall’altra parta, a conciliare i loro interessi in un processo comune, incentrato su un obiettivo chiaramente definito. Si tratta di sormontare le frontiere tra le professioni con un elevato grado di specializzazione. Un altro elemento importante: l’utente/paziente e, in caso di necessità, le persone facenti parte del suo ambiente relazionale sono associate al processo decisionale in qualità di partners contrattuali (partecipazione). Il Case Management funziona quindi secondo il principio della responsabilizzazione dell’utente/paziente (“empowerment”) e del ricorso sistematico alle risorse” (Filosofia/ Principi di lavoro secondo Netzwerk CM Schweiz). Utilità per l’utente • Assistenza indipendente nella materia • Mediazione in situazioni difficili, come pure, se necessario, tra l’utente e il datore di lavoro • Coaching • Se necessario, il chiarimento in merito al posto di lavoro; rispettivamente l’orientamento professionale Utilità per il datore di lavoro In una fase iniziale il Case Management genera principalmente un costo; pertanto si tratta di un investimento che indica un chiaro apprezzamento nei confronti del dipendente. Poiché il Case Management si basa su un rapporto di fiducia tra l’utente e il Case Manager, quest’ultimo può proporre delle misure da adottare per adattare i processi lavorativi, pur mantenendo la riservatezza verso il cliente. Nel caso in cui non sia del tutto chiaro, in quale modo è possibile mantenere il rapporto di lavoro, il Case Manager può chiarire in modo preciso le risorse del cliente e valutare la sua idoneità per un posto di lavoro alternativo.

Activita Care Management AG info@activita.ch - www.activita.ch La nostra presenza in Ticino: 6512 Giubiasco, Tel. +41 79 799 18 11 La nostra sede centrale: Amtsstrasse 3, Casella postale, 8610 Uster Tel. +41 44 944 85 00, Fax +41 44 944 85 09


Vita dei soci

Formazione nel marketing, una moda o una necessità?

Solo

tramite la formazione professionale di quadri dirigenziali pronti ad affrontare il mercato si potrà stimolare nuovamente una dinamica positiva del mercato Svizzera. La direttrice dell’Ufficio Federale della formazione professionale e tecnologia, Signora Ursula Renold, ha ribadito l’importanza di garantire la formazione di personale qualificato orientandosi alle esigenze del mercato. Il sistema economico è oramai anche in Svizzera libero da quelle protezioni che ci hanno permesso per lunghi anni una stabilità che ai giorni d’oggi non sarebbe più attuabile. La diminuzione demografica in atto abbinata alla libera circolazione farà si che se non miglioriamo la nostra formazione professionale in determinati settori, dovremo per forza rispondere alle richieste del mercato assumendo prevalentemente forza lavoro dall’estero. Uno dei settori dove il mercato sta realizzando velocemente che bisogna adeguarsi è il marketing. Scienza nata nel secolo scorso e sviluppata in una prima fase soprattutto negli Stati Uniti dove il libero mercato ha stimolato la concorrenza e quindi l’esigenza per le ditte di orientarsi ai bisogni della clientela. Ma ora, non solo in Europa ma anche in Svizzera, per fronteggiare la situazione di satura-

zione in numerosi mercati urge un cambio dell’approccio al mercato; la conoscenza degli strumenti di marketing per gestire le nostre ditte orientandole ai bisogni del mercato. La nostra missione: formare dei futuri quadri che sappiano operare secondo i canoni del marketing e siano stimolati a continuare lo studio e adeguare le proprie conoscenze ai parametri del mercato che grazie ad internet e dei nuovi sistemi di distribuzione sta modificando gli equilibri conosciuti sino ad ora. Il nostro obiettivo: contribuire con la diffusione della conoscenza alla crescita ed al successo del nostro territorio, oltre, naturalmente, ad una giusta e doverosa valorizzazioni delle capacità personali. Identificare i talenti in azienda e farli crescere è importantissimo. Troppo spesso ci si orienta a risorse esterne e non ci si accorge di avere in casa i futuri manager. Il corso “Il Management e lo sviluppo dei talenti” si orienta a dare degli strumenti che permettano una gestione delle risorse interne orientata a guidare e far crescere i collaboratori. Le 3 giornate previste sono il 14.04, 5.05 e 6.06.2014. Per informazioni sul corso www.sms-edu.ch o telefonare allo 091 743 03 40 www.sms-edu.ch via dei Leoni 18 6932 Breganzona tel. 091 743 03 40 fax 091 743 40 34 Per informazioni complementari chiedere di Stefano Airoldi 091 743 03 40 o info@sms-edu.ch

SEMINARI 2014 VENDITA COMPORTAMENTALE

Come combattere la diminuzione di cifra d’affari? Investire sulla formazione nella vendita. Il corso permette di ottenere risultati a breve termine tramite l’approfondimento e l’esercizio delle tecniche di vendita comportamentale. Per tutti i collaboratori servizio esterno e interno, a contatto con la clientela; 3 giornate: 2, 3 e 4 aprile 2014

MANAGEMENT e SVILUPPO DEI TALENTI Come guidare e far crescere i collaboratori. Il capitale umano è essenziale per raggiungere il successo. Identificare e far crescere i talenti interni è una delle strategie più efficaci per creare l’ambiente professionale ideale per la crescita. 3 giornate: 14 aprile, 5 maggio e 6 giugno 2014

Corso per Specialista di Marketing con APF Il 23 ottobre 2014 inizia il nuovo ciclo di 420 ore per la preparazione all’esame Federale per l’ottenimento dell’Attestato Professionale Federale di Specialista in Marketing. Ideale per chi vuole iniziare una carriera nel marketing o per imprenditori che vogliono affrontare il mercato con più consapevolezza.

informazioni su www.sms-edu.ch Ticino Business | 59


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Una nuova gestione della nostra salute Una nuova gestione della nostra salute L’health management (o amministrazione sanitaria) è la moderna disciplina per una gestione più efficiente della sanità, sia pubblica sia privata. Questa branca dell’economia aziendale sta crescendo velocemente per diversi motivi. Per prima cosa le esigenze dei clienti/pazienti diventano di giorno in giorno maggiori. Cresce la domanda di prestazioni mediche sempre più all’avanguardia e con tecnologie sempre più avanzate. Questo comporta un progressivo adeguamento delle strutture sanitarie che comporta spese e costi elevati. Per far quadrare i bilanci, soprattutto in tempi di crisi, servono quindi figure professionali, con una formazione specifica sia nel settore dell’economia gestionale sia della sanità. A tutto questo si affianca anche la necessità, imposta dalla globalizzazione, di mantenere le strutture sanitarie competitive, a fronte di una offerta sempre crescente in questo settore. In pratica Ma concretamente di cosa si occupa l’health management? Questa “scienza” integra i principali metodi della gestione aziendale adattandoli alle circostanze particolari del settore sanitario. Per esempio si occupa di definire gli obiettivi aziendali in modo quantitativo e misurabile, di definire e razionalizzare i processi aziendali, di migliorare la struttura organizzativa, di eseguire il controllo dei costi, di ottimizzare l’uso delle risorse umane e finanziarie, e di sviluppare sistemi specifici di gestione della qualità. Per quanto riguarda le aziende sanitarie, quest’ultima ha una dimensiona ampia che va oltre l’esecuzione corretta degli interventi medici: infatti anche la rapidità di intervento e la facilità di accesso alle prestazioni sono fattori determinanti nel determinare la qualità. L’health management è una disciplina molto varia e stimolante, che apre nuove possibilità di lavoro e sviluppo per i giovani. Le specificità del settore infatti sono diverse e in continua crescita, dato che non si tratta di un «prodotto di consumo» ma di un bisogno elementare della popolazione. Questo comporta un ampliarsi dei settori di studio, che vanno ben oltre quelli della semplice gestione aziendale: è necessario infatti tenere presenti gli aspetti sociali, 60 | Ticino Business

psicologici ed emozionali perchè importanti per il benessere del paziente. Ed è questo un tema molto attuale. Il paziente è alla ricerca infatti non solo della guarigione, ma anche di un servizio che possa migliorare la qualità della vita, sia nella salute sia nella malattia. Ai primi posti nella lista dei desideri dei malati, ci sono, per esempio, ospedali e strutture ricettive più confortevoli, personale medico e infermieristico più attento alle esigenze “umane” dei pazienti, supporto psicologico e, non per ultima, una minor burocratizzazione del sistema sanitario. A tutto questo risponde l’health management. Il ruolo del marketing e della comunicazione Ruolo importante nella nuova gestione sanitaria è senza dubbio quello del marketing. Come per una normale azienda, anche le strutture ospedaliere hanno necessità di comunicare all’esterno le proprie competenze ed eccellenze, i servizi che offrono e la qualità delle prestazioni. Senza una comunicazione verso l’esterno, tutti gli investimenti in nuove tecnologie e sistemi all’avanguardia verrebbero vanificati. Proprio per la sempre crescente competitività a cui si accennava prima, è necessario per le strutture sanitarie dotarsi di validi piani di marketing che, in base ai bilanci concordati, possano supportare le esigenze di comunicazione verso il pubblico e i potenziali pazienti. A questo si aggiunge un altro ruolo importante per la comunicazione in questo campo, e cioè quello della sensibilizzazione e dell’educazione della popolazione verso temi fondamentali quali per esempio la salute, l’alimentazione, ecc.. Da qui l’esigenza di organizzare eventi e congressi, stimolare il dibattito e diffondere conoscenze e informazioni tramite la rete e i social network. Per questo è nata all’interno di Hooray Group la divisione Health, per supportare con competenza e professionalità le aziende che decidono di investire nell’health management e per contribuire allo sviluppo di una cultura del benessere fisico e psicologico della persona, prima ancora che diventi paziente. Hooray Group SA Via al Mulino 22, CP 566, 6814 Cadempino Tel. +41 91 966 80 50, Fax +41 91 961 21 29 www.hooraygroup.ch


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Tyco si aggiudica il Green Supply Chain Award Per

il secondo anno consecutivo, Tyco Retail Solutions (www.tycoretailsolutions. com), leader globale nella fornitura di soluzioni di sicurezza e retail performance, ha vinto il Supply & Demand Chain Executive Green Supply Chain Award. Giunti alla sesta edizione, i riconoscimenti premiano le aziende che sfruttano soluzioni e best practice “green” per dare ulteriore impulso a miglioramenti sostenibili nella propria supply chain. I retailer di tutto il mondo sono focalizzati sull’offerta di facility “green” coinvolgenti e allo stesso tempo sicure. Con questo obiettivo, Tyco migliora di continuo la progettazione di prodotto e le corrispondenti pratiche a livello di produzione e supply chain per offrire sistemi in-store ecosostenibili supportati da processi globali che riducono gli sprechi e favoriscono la sostenibilità. Le iniziative green degne di nota includono:

• Un programma - condiviso tra tutte le aziende del gruppo - denominato Environmental Health and Safety (EHS) comprendente team di leadership dedicati che ideano e implementano campagne di riduzione dei consumi al fine di diminuire i rifiuti pericolosi, i gas serra e lo spreco d’acqua nelle loro rispettive regioni; • Un innovativo programma di ricircolo di etichette rigide Sensormatic con protezione alla fonte per i retailer che consente di applicare i tag in fabbrica, rimuoverli nel punto vendita, processarli e restituirli per essere riapplicati dai produttori degli indumenti; • La creazione delle “Energy Commissions” presso gli innovativi impianti di produzione che presentano iniziative pensate per incoraggiare la partecipazione dei dipendenti tra cui le gare di riciclo e di messa a dimora degli alberi. L’utilizzo di energia rinnovabile, la riduzione degli sprechi e l’ottimizzazione del ciclo di vita delle facility e delle soluzioni sono elementi che le aziende leader prendono sempre più in considerazione. I Green Supply Chain Awards di quest’anno premiano le aziende che non solo danno vita a pratiche “green”, ma fanno anche della sostenibilità una componente chiave della propria strategia a livello di supply chain.

“Tyco si impegna a trovare modi per salvaguardare le risorse naturali e ridurre il nostro impatto globale sull’ambiente, offrendo nel contempo prodotti che consentono ai retailer di raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità”, afferma Andrea Natale, marketing manager di Tyco Integrated Fire & Security. “Siamo orgogliosi di ricevere il premio Supply & Demand Chain Executive per i nostri sforzi e continueremo a integrare iniziative sostenibili nelle nostre pratiche di business in tutta l’azienda”. Ulteriori informazioni alla pagina: www.tyco.ch oppure www.tyco.com.

Tyco Integrated Fire & Security (Svizzera) SA Via Cantonale 6928 Manno Tel. +41 58 445 47 00 Ticino Business | 61


Vita dei soci

La “Vita dei Soci” su

L’opportunità di promozione gratuita per tutti i nostri soci!

Un nuovo prodotto? La recente apertura di una nuova filiale? Un traguardo importante come i 25, 50 o 100 anni di attività? O più semplicemente una presentazione della vostra attività sulle pagine del periodico ufficiale della Cc-Ti? La rubrica “Vita dei Soci” su Ticino Business, è pronta ad accogliere e pubblicare eventi, ricorrenze, presentazioni e promozioni! Si tratta di una promozione gratuita che iscrive nell’insieme dei mezzi di comunicazione che la Cc-Ti utilizza per informare e rafforzare i rapporti con il tessuto culturale ed economico. Ticino Business contiene articoli d’attualità mirati sull’evoluzione dell’economia, della politica economica e delle normative in genere. Interventi, opinioni e riflessioni a 360° su argomenti di attualità cantonale, svizzera e internazionale. Prese di posizione, dibattiti, argomentazioni, casi pratici, opinioni autorevoli.

Per maggiori informazioni su questa opportunità gratuita offerta a tutti i nostri soci, potete contattare la Signora Lisa Pantini allo +41 91 911 51 32 o via e-mail a pantini@cc-ti.ch. 62 | Ticino Business



24–29 marzo

Lugano

Centro esposizioni Organizzazione Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport Divisione della formazione professionale Divisione della scuola Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale Con il sostegno

Lu 18.00—22.00 18.00—22.00 LU Ma—Ve 09.00—22.00 09.00—22.00 MA—VE Sa09.00—18.00 09.00—18.00 SA

Info www.espoprofessioni.ch facebook.com/espoprofessioni

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